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Mixer 4530 - Processo MBBR - Water Solutions

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Obiettivi ambiziosi<br />

Eppure Alpi Acque, da tempo, aveva la necessità di ottimizzare il<br />

ciclo di post-denitrifi cazione nella propria vasca nell’impianto di<br />

Savigliano, dove convergono i refl ui provenienti da 23mila abitanti<br />

equivalenti, per una portata media di 300 m 3 all’ora, ma che può<br />

arrivare a 900 m 3 in presenza di piogge o di particolari condizioni<br />

ambientali. La rete di fognatura è caratterizzata da infi ltrazioni di<br />

acque parassite che determinano volumi maggiori rispetto alla<br />

portata media; questo fenomeno comunque è in fase di attenuazione<br />

grazie agli interventi in corso sulla rete fognaria.<br />

Proprio la variabilità del carico inquinante dei liquami in arrivo,<br />

nel tempo, ha suggerito di creare un sistema in grado di gestire<br />

in automatico una serie di processi, evitando così una serie di<br />

sprechi, pur a fronte di un’elevata qualità di servizio.<br />

Dal 2009, inoltre, la Regione Piemonte ha defi nito nuovi limiti di<br />

emissione di sostanze inquinanti nelle acque di scarico, ancora<br />

più restrittivi, per nutrienti quali azoto e fosforo. Limiti che, sin<br />

dall’inizio, l’impianto di Savigliano è stato chiamato a rispettare.<br />

A fronte di una simile sfi da, la giovane tecnologia Mbbr è apparsa<br />

la soluzione potenzialmente più idonea, in termini di risultati, ma<br />

anche di ridotto investimento iniziale.<br />

Per questa ragione, mettendo a fattor comune l’esperienza maturata<br />

negli anni da Merenda e le competenze di un giovane laureato<br />

come Fabio Francione, i tecnici sono andati alla ricerca<br />

di una soluzione a queste nuove sfi de. Un’attività che ha visto<br />

anche l’attivo coinvolgimento dell’Università di Trento, nei cui dipartimenti<br />

vengono studiate alcune delle soluzioni più innovative<br />

nell’ambito della depurazione. Uno sforzo congiunto che ha portato<br />

a ristudiare l’intero processo di depurazione, identifi cando<br />

nella vasca di post-denitrifi cazione una delle aree su cui si sarebbe<br />

potuto agire con maggior successo.<br />

Al termine dello studio, che ha dovuto valutare anche il problema<br />

delle infi ltrazioni di acque parassite, si è così deciso di modifi care<br />

radicalmente il funzionamento dell’impianto esistente ma, soprattutto,<br />

di sfruttare al meglio la tecnologia Mbbr in fase di postdenitrifi<br />

cazione. Considerando che, oltre ai vantaggi ambientali<br />

e sui consumi elettrici, questa tecnologia può essere attivata con<br />

investimenti limitati. Del resto, considerando che per l’intero revamping<br />

impiantistico erano disponibili solo 800mila euro, ogni<br />

intervento è stato valutato con estrema cura.<br />

Il principale limite di una simile tecnologia, in fase di post-denitrifi<br />

cazione, è però connesso al devastante effetto meccanico degli<br />

agitatori in commercio. Problemi che avrebbero potuto infi ciare<br />

il successo dell’intero progetto, che prevede di riempire il 45%<br />

della vasca di post-denitrifi cazione con i biosupporti.<br />

E la soluzione, come spesso, accade, è stata individuata a pochi<br />

chilometri dalla sede di Alpi Acque, dove Xylem stava sperimentando<br />

l’innovativo mixer Flygt <strong>4530</strong> presso un analogo impianto<br />

di depurazione.<br />

La tecnologia Mbbr (Moving Bed Biofi lm Reactor), conosciuta anche come “reattore<br />

a biomassa adesa a letto mobile”, sta diventando una interessante alternativa<br />

ai processi a fanghi attivi.<br />

Gli impianti di depurazione devono rendere sempre più moderni i propri processi.<br />

I nuovi mixer Flygt <strong>4530</strong> riducono del 50 % i consumi di energia elettrica.<br />

n.10 maggio 2013<br />

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