Mixer 4530 - Processo MBBR - Water Solutions
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SOLUZIONI<br />
POCA ENERGIA<br />
PER MOVIMENTARE<br />
LE ACQUE<br />
Marco De Luca<br />
Alpi Acque utilizza con successo i<br />
nuovi mixer Flygt <strong>4530</strong> in un processo<br />
di post-denitrificazione basato sulla<br />
tecnologia Mbbr<br />
48 n.10 maggio 2013<br />
ACQUA<br />
L’ottimizzazione dei costi e la riduzione dell’apporto di sostanze chimiche<br />
rappresentano due delle principali sfi de nella realizzazione<br />
e nella gestione degli impianti di depurazione delle acque refl ue.<br />
L’industria di settore, per tale ragione, è alla continua ricerca di soluzioni<br />
da applicare con successo proprio nell’ammodernamento degli<br />
impianti esistenti. È il caso della tecnologia Mbbr (Moving Bed Biofi<br />
lm Reactor), conosciuta anche come “reattore a biomassa adesa a<br />
letto mobile”, che sta diventando una valida alternativa ai processi<br />
a fanghi attivi anche grazie alla possibilità di essere sfruttata in impianti<br />
esistenti, senza la necessità di signifi cative opere civili per<br />
l’ampliamento delle vasche.<br />
Il principio di funzionamento, all’atto pratico, è infatti semplice e<br />
sfrutta l’impiego di materiale plastico utilizzato come supporto per<br />
favorire lo sviluppo di una fl ora batterica in grado di partecipare attivamente<br />
ai processi depurativi.<br />
Il ‘cuore’ del sistema è così costituito da migliaia di biosupporti, in<br />
pratica dei semplici cilindri plastici traforati, sui quali i fanghi attecchiscono<br />
ed agiscono rapidamente per abbattere in modo naturale<br />
le sostanze inquinanti presenti negli scarichi. Simili carrier sono<br />
solitamente impiegati nei primi stadi di un processo, dove hanno<br />
dimostrato un’elevata capacità nella rimozione del Cod. I risultati<br />
positivi, però, hanno indotto una serie di impieghi anche nei processi<br />
di nitrifi cazione e denitrifi cazione. Il tutto favorito dal fatto che<br />
un simile sistema non richiede regolazioni specifi che al variare del<br />
carico inquinante.<br />
Maneggiare con cura<br />
I liquami da trattare, però, devono entrare in contatto direttamente<br />
con i carrier e questo ha rappresentato, negli impianti esistenti, uno<br />
degli aspetti più delicati. Affi nché il sistema sia effi cace, infatti, è<br />
necessario mantenere i liquidi in constante movimento. Del resto,<br />
come spiega, Enrico Merenda, direttore tecnico di Alpi Acque, “garantire<br />
una corretta agitazione è relativamente semplice in una vasca<br />
in cui si trovano esclusivamente refl ui da trattare. La presenza<br />
dei biosupporti, invece, pone una serie di problematiche”. Il movimento<br />
delle pale, infatti, può provocare la rottura dei carrier, vanifi -<br />
candone così l’effi cacia. Così come le pale, con il tempo, potrebbero<br />
subire una progressiva usura, accelerata dall’ambiente aggressivo<br />
in cui sono immerse. Un’elevata velocità di miscelazione dei supporti,<br />
infi ne, provocherebbe urti violenti tra i carrier stessi e contro<br />
le pareti della vasca, provocando il distacco meccanico dei fanghi<br />
prima che la fl ora batterica abbia completato la propria attività.<br />
Il tutto, come spiega Diego Salvagno, Responsabile Unico Settore<br />
Depurazione Egea, il gruppo cui appartiene la stessa Alpi Acque,<br />
senza perdere di vista la continua ricerca della miglior soluzione per<br />
ridurre i consumi elettrici dei due agitatori in funzione 24 ore al giorno.<br />
Anche questi costi gravano in modo signifi cativo su un’azienda<br />
come Alpi Acque, che gestisce attualmente il servizio idrico integrato<br />
per venticinque Comuni della provincia di Cuneo.
Obiettivi ambiziosi<br />
Eppure Alpi Acque, da tempo, aveva la necessità di ottimizzare il<br />
ciclo di post-denitrifi cazione nella propria vasca nell’impianto di<br />
Savigliano, dove convergono i refl ui provenienti da 23mila abitanti<br />
equivalenti, per una portata media di 300 m 3 all’ora, ma che può<br />
arrivare a 900 m 3 in presenza di piogge o di particolari condizioni<br />
ambientali. La rete di fognatura è caratterizzata da infi ltrazioni di<br />
acque parassite che determinano volumi maggiori rispetto alla<br />
portata media; questo fenomeno comunque è in fase di attenuazione<br />
grazie agli interventi in corso sulla rete fognaria.<br />
Proprio la variabilità del carico inquinante dei liquami in arrivo,<br />
nel tempo, ha suggerito di creare un sistema in grado di gestire<br />
in automatico una serie di processi, evitando così una serie di<br />
sprechi, pur a fronte di un’elevata qualità di servizio.<br />
Dal 2009, inoltre, la Regione Piemonte ha defi nito nuovi limiti di<br />
emissione di sostanze inquinanti nelle acque di scarico, ancora<br />
più restrittivi, per nutrienti quali azoto e fosforo. Limiti che, sin<br />
dall’inizio, l’impianto di Savigliano è stato chiamato a rispettare.<br />
A fronte di una simile sfi da, la giovane tecnologia Mbbr è apparsa<br />
la soluzione potenzialmente più idonea, in termini di risultati, ma<br />
anche di ridotto investimento iniziale.<br />
Per questa ragione, mettendo a fattor comune l’esperienza maturata<br />
negli anni da Merenda e le competenze di un giovane laureato<br />
come Fabio Francione, i tecnici sono andati alla ricerca<br />
di una soluzione a queste nuove sfi de. Un’attività che ha visto<br />
anche l’attivo coinvolgimento dell’Università di Trento, nei cui dipartimenti<br />
vengono studiate alcune delle soluzioni più innovative<br />
nell’ambito della depurazione. Uno sforzo congiunto che ha portato<br />
a ristudiare l’intero processo di depurazione, identifi cando<br />
nella vasca di post-denitrifi cazione una delle aree su cui si sarebbe<br />
potuto agire con maggior successo.<br />
Al termine dello studio, che ha dovuto valutare anche il problema<br />
delle infi ltrazioni di acque parassite, si è così deciso di modifi care<br />
radicalmente il funzionamento dell’impianto esistente ma, soprattutto,<br />
di sfruttare al meglio la tecnologia Mbbr in fase di postdenitrifi<br />
cazione. Considerando che, oltre ai vantaggi ambientali<br />
e sui consumi elettrici, questa tecnologia può essere attivata con<br />
investimenti limitati. Del resto, considerando che per l’intero revamping<br />
impiantistico erano disponibili solo 800mila euro, ogni<br />
intervento è stato valutato con estrema cura.<br />
Il principale limite di una simile tecnologia, in fase di post-denitrifi<br />
cazione, è però connesso al devastante effetto meccanico degli<br />
agitatori in commercio. Problemi che avrebbero potuto infi ciare<br />
il successo dell’intero progetto, che prevede di riempire il 45%<br />
della vasca di post-denitrifi cazione con i biosupporti.<br />
E la soluzione, come spesso, accade, è stata individuata a pochi<br />
chilometri dalla sede di Alpi Acque, dove Xylem stava sperimentando<br />
l’innovativo mixer Flygt <strong>4530</strong> presso un analogo impianto<br />
di depurazione.<br />
La tecnologia Mbbr (Moving Bed Biofi lm Reactor), conosciuta anche come “reattore<br />
a biomassa adesa a letto mobile”, sta diventando una interessante alternativa<br />
ai processi a fanghi attivi.<br />
Gli impianti di depurazione devono rendere sempre più moderni i propri processi.<br />
I nuovi mixer Flygt <strong>4530</strong> riducono del 50 % i consumi di energia elettrica.<br />
n.10 maggio 2013<br />
49
SOLUZIONI<br />
50 n.10 maggio 2013<br />
ACQUA<br />
La particolare forma delle pale garantisce un’elevata movimentazione dei liquami<br />
anche a fronte di una rotazione lenta e di bassi consumi.<br />
I mixer Flygt <strong>4530</strong> facilitano i processi <strong>MBBR</strong> senza danneggiare i biosupporti.<br />
Massima effi cienza e bassi costi energetici<br />
Flygt <strong>4530</strong> rappresenta l’evoluzione dei Flo Maker, ovvero i mixer<br />
Flygt 4410 e 4430 contraddistinti da due grandi pale dalla caratteristica<br />
forma a banana. Un profi lo che, anche a fronte di una<br />
limitata velocità di rotazione e bassi consumi, permette di movimentare<br />
signifi cative masse di liquami. Questi mixer, per le loro<br />
dimensioni, non potevano essere impiegati in vasche di dimensioni<br />
ridotte come quelle de depuratore di Savigliano. Da qui la scelta<br />
di utilizzare i nuovissimi mixer Flygt <strong>4530</strong>, che i progettisti della<br />
multinazionale hanno sviluppato sulla scorta dell’esperienza maturata<br />
proprio sui sistemi di grandi dimensioni. I nuovi mixer, dotati<br />
di sistema tripala con un diametro totale di soli 1.200 mm, riescono<br />
infatti a fornire un’effi cace spinta anche a fronte di un basso<br />
numero di giri al minuto. Anzi, proprio in vista del loro impiego in<br />
impianti Mbbr, è stata studiata una combinazione del <strong>4530</strong> con<br />
un numero di giri particolarmente ridotto. Il particolare disegno<br />
della pala, oltre a conferirgli elevatissime qualità di inintasbilità,<br />
raggiunge altissimi livelli di effi cienza riuscendo a trasferire<br />
la propria spinta ai liquami senza creare gorghi e turbolenze che<br />
farebbero inevitabilmente crescere i consumi di energia elettrica.<br />
La soluzione, quindi, possedeva tutte le caratteristiche idrodinamiche<br />
richieste da Merenda e dal suo team. Requisiti che, uniti<br />
alla fama di Xylem, già fornitore di riferimento per la maggior<br />
parte dei sistemi di movimentazione dei liquami adottati da Alpi<br />
Acque, hanno indotto i responsabili della società a essere in primi<br />
al mondo a installare un simile apparecchio.<br />
“Certo - ammette lo stesso Merenda - essere precursori nell’uso<br />
di una tecnologia implica sempre una certa apprensione, oltre<br />
a un maggior impegno in fase progettuale. Sin dall’inizio, però,<br />
abbiamo potuto contare sul supporto tecnico di Xylem e la fi ducia<br />
nell’estrema affi dabilità dei prodotti sviluppati da Flygt”.<br />
Un supporto che, come spiega Francione, si è rivelato fondamentale<br />
anche per progettare al meglio il posizionamento dei due<br />
mixer, installati alle estremità di uno dei bordi della vasca di postdenitrifi<br />
cazione. In questo modo, individuando l’inclinazione adatta<br />
a far convergere i refl ui verso la griglia di affi oro dell’impianto,<br />
è possibile dirigere al meglio il fl usso dei liquidi all’interno della<br />
vasca. Anche perché il movimento indotto, oltre ad agevolare l’attività<br />
della fl ora, facilita la pulizia della griglia stessa e impedisce<br />
ai carrier di rimanere incastrati.<br />
Lo stesso produttore dei biosupporti, vedendo i mixer in azione, è<br />
rimasto positivamente colpito. Una sensazione confermata a tre<br />
mesi dall’entrata in funzione, quando un ulteriore sopralluogo di<br />
tecnici specializzati non ha rivelato nessun danneggiamento dei<br />
carrier. Un risultato reso possibile anche dal particolare design<br />
inintasabile delle eliche, che previene il rischio di trattenere eventuali<br />
solidi in sospensione.<br />
Una situazione negativa che porterebbe a una riduzione dell’effi<br />
cienza della miscelazione, arrivando persino a bloccare la rotazione<br />
dell’elica. Inoltre il trattamento superfi ciale delle pale<br />
garantisce un’elevata resistenza all’usura del sistema, sia per la<br />
lega speciale di alluminio in cui è realizzata l’elica e per lo speciale<br />
processo di verniciatura adottato, in grado di ridurre al minimo<br />
la necessità di manutenzione periodica. Un insieme di caratteristiche<br />
completato, alla luce dei primi rilievi sui consumi elettrici,<br />
da un’ulteriore sorpresa, come spiega Merenda: “I dati tecnici<br />
forniti da Xylem indicano una riduzione dei consumi valutabile<br />
nel 50% rispetto alle soluzioni tradizionali. In realtà, come risulta<br />
dai nostri strumenti, il risparmio è stato maggiore e ci permetterà<br />
di rientrare dell’investimento in tempi ancora migliori rispetto a<br />
quanto preventivato”.<br />
Al di là degli aspetti prettamente economici, però, il vero valore<br />
di un impianto di depurazione consiste nell’abbattimento delle<br />
sostanze inquinanti. Un obiettivo pienamente raggiunto, come<br />
sottolinea lo stesso direttore tecnico: “All’inizio dell’intervento il<br />
nostro sistema era vicino ai limiti ammessi dalla Legge, mentre<br />
oggi siamo al 40% dei valori massimi consentiti e possiamo vantare<br />
un impianto eccellente, per quanto riguarda la linea acque;<br />
pur a fronte di un investimento relativamente limitato. È in corso<br />
di approvazione il progetto per l’ottimizzazione della linea fanghi<br />
ed i pretrattamenti al fi ne ottenere un impianto completamente<br />
funzionale e moderno.<br />
www.xylemwatersolutions.com/it