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TIRO a SEGNO - UITS Campania

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militare si ebbe, fino al periodo napoleonico, un certo numero<br />

di tiratori scelti armati con fucili rigati, da utilizzare in<br />

particolari fasi del combattimento: erano gli Chasseurs francesi<br />

e gli Jaeger tedeschi.<br />

Fu nell’Ottocento che vennero trovate nuove soluzioni per<br />

poter caricare rapidamente un’arma rigata. Questo si ottenne<br />

con la carabina a stelo di Thouvenin e la pallottola Minié.<br />

Nella carabina a stelo, o “à tige” in francese, dal centro della<br />

culatta sporgeva, all’interno della camera di scoppio, un<br />

puntone, cioè uno stelo d’acciaio, lungo poco più del calibro<br />

della canna; infilata la palla sferica (di calibro inferiore<br />

a quello della canna), questa cadeva sullo stelo, contro il<br />

quale veniva schiacciata dal tiratore, con alcuni energici colpi<br />

di bacchetta, in maniera che, dilatandosi, aderisse alla<br />

canna. L’invenzione di questo sistema venne attribuita a<br />

un ufficiale francese, Louis Étienne de Thouvenin, che presentò<br />

la sua arma nel 1841. In realtà, più di un secolo prima,<br />

Lazaro Cominazzo, quarto discendente di una delle<br />

dinastie più illustri di armaioli bresciani, aveva attuato in alcuni<br />

fucili la medesima soluzione. La pallottola Minié, inve-<br />

appuntamento con la storia<br />

Volata di un fucile ottocentesco: sono ben visibili i solchi della rigatura<br />

ce, fu inventata dall’ufficiale francese Claude Étienne Minié,<br />

che si ispirò a un’invenzione similare dell’inglese Norton,<br />

apparsa alcuni anni prima. Essa sfruttava la forza dei<br />

gas di scoppio per dilatare le pareti del proiettile, in modo<br />

che aderisse alle rigature. Infatti, tanto la palla di Norton,<br />

quanto quella di Minié, avevano forma ogivale, con la differenza<br />

che, in quella dell’inglese, al fondo della pallottola<br />

era inserito un tassello di legno che, spinto e bruciato dai<br />

gas di scoppio, dilatava le pareti del proiettile, mentre in<br />

quella di Minié non vi era alcun tassello, ma una sorta di<br />

gonnellino di piombo, in quanto l’ufficiale si era accorto che<br />

la forza dei gas era sufficiente a provocarne la dilatazione.<br />

Adottato nel 1851 dall’esercito francese e, in seguito, anche<br />

dagli altri eserciti, il proiettile Minié rese possibile armare<br />

anche la fanteria con fucili ad anima rigata, in quanto<br />

il cambiamento comportava una spesa relativamente piccola<br />

rispetto ai grandi vantaggi. Per quanto poco diffuso,<br />

si deve citare anche il sistema Delvigne, adottato in alcu-<br />

uits43

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