Navi fantasma - Gabbiani delle stelle

Massimo Valentini
Il mare è sem pre stato vi s to dall ’ u omo come un mon do osti l e , peri co l o s o, m a
a n che sedu cen te . Sarà perché la sua su perf i c i e , solo app a ren tem en te tra n qu i ll a , è
c a p ace di grandi tra s form a z i oni qu a n do è in tem pesta o perch é , s pec i a l m en te nei
tempi anti ch i , si pen s ava fosse dimora di mostri ed esseri che po tevano rivel a rs i
po tenziali mangi a tori di uom i n i . Con ogni evi den z a , il primo uomo che nella preis
toria abbia con tem p l a to qu e s to liqu i do el em en to e abbia deciso di co s tru i re un
va s cello per esplora rlo dev ’ e s s ere stato un cora ggi o s o ; dopo tut to anche adesso siamo
perplessi dava n ti allo spet t acolo di un oceano in tem pesta o, più sem p l i cem en te ,
d ava n ti a plac i de on de che lambi s cono spiagge solitarie al tra m on to. Come po tenziale
evoc a tore di paure ance s tra l i , i n s om m a , l ’ oceano non teme con f ron ti con il
m on do del para n ormale ed è perciò ancora più misteri o s o, e intri ga n te , se alle cl a ss
i che storie di mostri marini si associano qu elle di strani even ti veri f i c a tisi su lle su e
acqu e . S torie come qu elle della Ma ry Cel e s te , forse la più
nota delle “n avi fantasma”. Con tale termine si è soliti
i n d i c a re una nave il cui equ i p a ggio sia co s ti tu i to da en tità
affatto fisiche i cui fini sono per l’uomo inesplicabili e
s pesso spaven to s i .
Il caso più famoso di tut ti i tempi è app u n to qu ell o
della su d detta Ma ry Cel e s te , una bella nave merc a n ti l e
co s truita in legno di teak e trovata abb a n donata tra il
Portoga llo e le Isole Az zorre nel 1872. Sul pon te , n ell e
c a bine degli ufficiali o in sala com a n do non fu trova to
alcun segno di lotta o ef f ra z i on e : n e s suna prova che essa
fosse stata abbordata da pira ti o vi t tima di qu a l che tempe
s t a . Da questa nave trovata pra ti c a m en te intatta il su o
equ i p a ggio sem brò essersi vo l a ti l i z z a to nel nu ll a , propri o
come dei fantasmi. Even ti simili sono abbastanza frequ
en ti e la stori ografia marina con o s ce casi come qu ell o
dello sch oon er Jen ny, che a differenza della Ma ry Cel e s te ha rivel a to la propria tri s te
s orte : il corpo del capitano era ancora seduto al suo po s to, d ava n ti al diario di bordo,
qu a n do nel 1823 i soccorri tori trova rono il natante in balìa dei gh i acci dell ’ An t a rti de .
Secon do qu a n to lo stesso capitano scri s s e , fu l’ultimo dei soprav vi s suti , ma nessu n o
sa come sia riu s c i to a soprav vivere per ben 71 gi orni senza cibo. Al tro caso degno di
nota è qu ello della Ca rro ll A . D eeri n g, una nave carbon i era che navi gava plac i d am
en te dalla Vi r gina in dire z i one di Rio de Ja n ei ro. Fu ri trovata presso le co s te dell a
Nord Ca rolina com p l et a m en te svu o t a t a , prob a bi l m en te da pira ti o, fors e , per un
del i bera to atto di lad rocinio or ga n i z z a to dallo stesso equ i p a ggi o. Non ne sapp i a m o
m o l to perché il governo americano non ha mai forn i to alcuna vers i one ufficiale del
f a t to. Pu re la Hi gh Ai m, la cui bandiera era taiw a n e s e , fu trovata senza equ i p a ggio e
pra ti c a m en te intatta. La sua scoperta risale al 2003 ed è nota per essere un picco l o
SIMBOLI E MITI
Navi fantasma e navi maledet te
La storia della MV Joyita
Di segno dello sch oo n er
Jen ny
In alto: dipinto dell a
famosa nave fantasma
Ma ry Cel e s te
490 GdM 41

SIMBOLI E MITI
42
gi a ll o, perché dei pochi mem bri dell ’ equ ip
a ggio ri trova ti nessuno vo lle parl a re e,
solo dopo diversi ten t a tivi fatti dai funzion
a ri , essi morm ora rono a propo s i to dell ’ a ssassinio
del capitano e dell ’ i n gegn ere di
bordo ; n on furono però mai forn i ti altri
det t a gl i .
Tre anni più tard i , era il 2006, si veri f i c ò
un fatto che ri g u a rda da vicino il nostro
Pae s e . Su lle co s te della Sa rdegna si arenò la
Bel Am i c a , una nave che sem brava venut a
d i ret t a m en te dal passato con le sue form e
i s p i ra te alle go l et te del XIX sec . La stampa
italiana ne scrisse parecchio e alcuni evoc arono
persino la Ma ry Cel e s te per evi den z i are
il fatto che anche a bordo della Bel Am i c a
n on fu trova to nessuno e che la nave non
pre s en t ava danni di alcun ti po. Ma a differenza
di qu e s t’ u l ti m a , la Bel Am i c a , su ll a
quale la Gu a rdia Co s ti era trovò cibo, a rtef
a t ti di ori gine egi z i a n a , m a ppe del Nord
Af rica e una bandiera del Lu s s em bu r go, s i
rivelò un caso di truffa in qu a n to il propri
et a rio lu s s em bu r ghese non aveva regis
tra to la nave per motivi fiscali.
Q u e s te cron ache non devono far pen s are
che solo la Ma ry Cel e s te sia stata degna di
e s s ere chiamata “n ave fantasma”. In ef fet ti
una nave che può con ten derle il tri s te prim
a to è esistita re a l m en te , e fu la MV Joyi t a,
un va s cello che regi s trò il discuti bile on ore
di essere con s i dera to maledet to ancora
prima del va ro. La nave era stata co s tru i t a
per espresso ordine del produt tore americano
Roland West che la chiamò così in
on ore di Jewel Ca rm en , u n’ a t tri ce con la
quale visse una rel a z i one (Joyita sign i f i c a
a pp u n to “p i ccolo gi oi ell o” ) . Il caso vo lle ch e
la passione si dissolse molto pre s to e la nave
cominciò a con o s cere diversi inciden ti gi à
n el canti ere . Lo stesso West era con s i dera to
con sospet to dalle autorità a causa di curi ose
circo s t a n ze che fecero ri trova re nel ga rage
della sua casa il corpo di un’ a l tra don n a ,
a n che lei attri ce e sua amante , tale Th el m a
Tod d . Secon do il coron er, la donna era
m orta per cause acc i dentali (av vel en a m ento
da mon o s s i do di carbonio) ma secon do
la gen te l’attri ce era stata uccisa a bordo
della Joyita e il suo corpo sarebbe stato tras
feri to nel ga ra ge della casa, forse con l’intento
di sepp ellirlo da qualche parte.
Q u e s to, a l m en o, è ciò che si pen s ava fino al 1930. L’anno su cce
s s ivo la nave con obbe il suo el em en to, il mare , con un va ro
f a t to in sordina e alla ch eti ch ella a Los An gel e s . Il suo pri m o
vi a ggio fu funestato da ava rie ai motori e ri chiese pert a n to
l’uso di un battello che la ri m orchiasse in porto. Forse a causa
della fine della storia con Jewel Ca rm en , la Joyita fu ven duta da
West e fu usata come yacht da noleggi o. Fu rono sva ri a te le stelle
del cinema di qu egli anni che se ne servi rono e si dice ch e
persino Hu m ph rey Boga rt fece un pen s i erino su ll ’ acqu i s to.
Ma qu a n do un passeggero
svanì nel
nu ll a , per la Joyita fu
ri s po lvera to il nom ignolo
di “n ave maledet
t a” e fu solo nel
corso della Secon d a
g u erra mondiale ch e
essa fu usata dalla
Ma rina militare americana
come vedet t a .
Tra le tante stori e
i nven t a te dai marin
a i , si dice che essa
a rrivò presso le co s te
La Bel Amica sulla spiaggia
di Pearl Harbour
proprio il gi orno scel to dai gi a pponesi
p er distru ggere bu on a
p a rte della flotta a stelle e stri s ce e
che molti facevano gli scon giu ri
al suo solo app a ri re . E ra una nave
con s i derata nefasta e port a tri ce di
s p i acevoli pre s a gi . Soprav vi s sut a
a gli even ti di Pe a rl Ha rbo u r, l a
Joyita con s ervò la propria aure a
di nega tività per la morte di un
c u s tode causata dall ’ e s a l a z i one di
ac i do dalle batterie e, in seg u i to,
per una ser ie di incendi che
ri s ch i a rono di distru ggerl a , m a
dai quali uscì sem pre con poch i
Anche il grande Bogart pensò di d a n n i . An che gli incendi app a r-
acquistare la MV Joyita
vero strani agli inqu i ren ti dell e
As s i c u ra z i oni che si erano rec a ti a
vederla per va lut a re la po s s i bilità di atti del i bera ti o men o, perché
non furono mai trova te cause app a ren ti che po te s s ero gius
ti f i c a re le fiamme.
Due uomini liti ga rono sul suo pon te negli anni ’50 e furono
uccisi a bordo da Ri ch a rd Nex t , un barbone attra t to dall a
zuffa ch e , in seg u i to, n on seppe spiega re al giu d i ce il perch é
delle sue azion i . O rmai la fama nefasta precedeva il va s cell o,
che passò di mano in mano fino a qu a n do tale Du s ty Mi ll er la
acquistò per farne un pe s ch erecc i o. Fu così che il 3 ottobre del
490 GdM

1955 la MV Joyita part ì
d a lle Sa m oa occ i den t a l i
verso le isole To kelau con
25 pers one a bordo. Ma
il de s tino decise che non
dovesse essere mai vi s t a
giu n gere a de s ti n a z i on e
perché scomparve dai
radar senza che nessu n o
ri cevesse un S.O.S dall ’ equ
i p a ggi o. Il 5 novembre
, ov vero 5 set ti m a n e
dopo tali fatti , la nave
ri com p a rve e fu trova t a
nei pressi delle c oste
delle Isole Fiji dal capitano
di un mercantile,
G erald Do u gl a s . Al mom en to della scopert a , né le
c a rte nauti ch e , né lo stato, perfet to, dello scafo spiega
rono perché qu ella barca fosse stata ri trovata a più
di 600 miglia dalla sua ro t t a . Ma se lo scafo era intatto,
n on così i locali di bordo. Una breve indagi n e
rivelò che mancavano medicine e parecchie prov vis
te , che la cavi s tica della radio era distrutta e le lu c i
acce s e . Ma n c avano inoltre tre scialu ppe e il diario di
bordo che forse avrebbe po tuto forn i re una tracc i a
sul de s tino del va s cell o ; m a , s opra t tut to, m a n c ava n o
le 25 pers one dell ’ equ i p a ggi o. Ni en te sangue, n i en te
s egni di lotta di alcun ti po. La rad i o, i n o l tre , era stata
s i n tonizzata su lla frequ enza standard usata per lanc
i a re l’S.O. S . , 2182 kHz, ma i cavi spe z z a ti non avrebbero
con s en ti to a nessuno di ri cevere il segn a l e . Fu
av viata un’ i n chiesta che però non spiegò il mistero e
il va s cello fu nu ova m en te ven duto, s t avolta a un
i n gl e s e , D avid Si m p s on . An che lui non arrestò la tris
te nomea della nave perché nel 1957 la Joyita si
a renò con 13 passeggeri presso le co s te delle Isole Fij i .
Fu di nu ovo ri p a rata e cominciò una nu ova carri era
che la vi de nel 1958 iniziare un servizio come merc
a n ti l e , ma si arenò ancora nel novem bre del 1959.
S t avolta la “n ave maledet t a” fu lasciata al propri o
de s ti n o, un de s tino che sem brava seg u i rla da sem pre
e che smosse la proverbiale su pers ti z i one mari n a ra
c i rca qu e s to gen ere di co s e . Abb a n donata su una
s p i a ggi a , fu spogliata di qualsiasi ogget to utile dai
su oi propri et a ri , e qu a n do nel 1960 venne ancora
ven dut a , ne era ri m a s to solo lo scafo. Q u elli fin qu i
n a rra ti sono gli even ti atten t a m en te regi s tra ti dall e
va rie Ca p i t a n erie di porto o dalle Com p a gnie di assic
u ra z i one presso le quali la Joyita fu affidata, ma di
s torie meno doc u m en t a ti su di essa ne esiston o
m o l te . La più inflazionata sosti ene che il legn a m e
La “nave maledetta” MV Joyita
SIMBOLI E MITI
u s a to per lo scafo sarebbe
stato prelevato da una
foresta con s i derata sac ra e
perciò violata per estra rn e
il materiale da co s tru z i on
e . Al tre storie rec i t a n o
come di notte , se si passava
accanto allo scafo
orm eggi a to in un porto
senza l’equipaggio, era
po s s i bile asco l t a re stra n e
voci che parl avano lingue
s con o s c iute . Al m eno in
un caso la Joyita si liber ò
a pp a ren tem en te da sola
da un orm eggio a Ca pe
Cod e fu solo grazie all a
pron tezza di spiri to di un mari n a i o, un certo Jerry
Lon don , che si riuscì a ri acqu i s t a rne il con tro ll o.
Q u a n to sono reali qu e s te storie e qu a n to sono il
ri su l t a to di fantasie più o meno rom a n z a te è impo ss
i bile dirl o. Di certo sappiamo ch e , proprio come la
nota e rom a n tica leggenda dell ’ Ol a n dese Vo l a n te , l e
n avi fantasma, in un modo o nell ’ a l tro, n avi ga n o
a n cora per i mari e la fantasia degli uom i n i .
BI B L I OG RA F I A
Ca rro ll Robert T. , M . V. Joyita and ot h ers stra n ge fact s, Olympia Pre s s ,
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S h erm er Mi ch ael , The ulti m a te en c ycl opedia of gost ships, Mys teryo
Pre s s , Los An geles 2003.
Su m m er Pri e s t, Legen d a ry Fa cts on the Mys teri ous Sh i p s , Un ivers e ,
Nord Dakota 2003.
Si m p s on Geor ge G., “The Ma ry Cel e s te and others , f act of l egen d a ry
s tori e s ? ” Pro ce ed i n gs of the Am erican Ph i l o sophical Soci ety, Ru ben d a
Pre s s , New York 1989.
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