21.06.2013 Views

Il Velino, lo Sguardo dei Marsi Anno III, numero 35/01 del 15 ...

Il Velino, lo Sguardo dei Marsi Anno III, numero 35/01 del 15 ...

Il Velino, lo Sguardo dei Marsi Anno III, numero 35/01 del 15 ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Concerti natalizi con le solite esecuzioni sciatte e banali<br />

PER ESSERE TUTTI PIù BUONI (ANCHE IN MUSICA)<br />

La crisi <strong>del</strong> settore <strong>del</strong><strong>lo</strong> spettaco<strong>lo</strong><br />

di Arturo Sacchetti<br />

• In tempi difficili di<br />

austerità, di problematiche<br />

universali<br />

per la sopravvivenza,<br />

di difficoltà per il<br />

lavoro, di traumi sociali,<br />

di conflitti bellici<br />

il Natale, un poco ovunque, ci ha<br />

fatto intravvedere una realtà diversa.<br />

Limitando il campo di osservazione<br />

all'Italia emergono curiosi aspetti.<br />

Innanzitutto, per l'organizzazione<br />

di elefantiache proposte all'insegna<br />

<strong>del</strong>l'opulenza, i denari pubblici e non<br />

ci sono, ed anche molti. Eppure è<br />

sotto agli occhi di tutte le persone informate<br />

in arte e spettaco<strong>lo</strong> la crisi<br />

<strong>del</strong> settore: maestranze <strong>dei</strong> teatri in<br />

cassa integrazione, istituzioni musicali<br />

fallite o quasi, programmazioni<br />

ridotte all'osso per mancanza di fondi,<br />

disoccupati artistici a iosa, attività<br />

scomparse, denari pubblici che concretamente<br />

per l'arte e la cultura non<br />

esistono, luoghi per gli spettacoli non<br />

a norma, sponsors defilati o volti al<br />

sostegno di realtà più proficue commercialmente,<br />

emittenti pubbliche e<br />

private ammalate di pubblicità idiote,<br />

ma fortemente persuasive. L'enunciato<br />

non ha turbato gli irriducibili,<br />

che forti di esperienze, conoscenze,<br />

indubbie capacità persuasive, raccomandazioni,<br />

ascendenti di vario<br />

genere, amicizie influenti e potenti,<br />

collusioni sospette, hanno racimolato,<br />

soprattutto sul fronte <strong>del</strong> denaro<br />

pubblico, ma anche su quel<strong>lo</strong> privato<br />

ingenti capitali. Questi sono stati riversati<br />

con magnanimità su molteplici<br />

fronti, ovviamente su quelli <strong>del</strong>la<br />

raccolta <strong>del</strong> consenso. Di conseguenza<br />

alcune fondazioni e teatri, la Rai<br />

e Mediaset hanno prodotto concerti<br />

natalizi con luci psiche<strong>del</strong>iche, scenografie<br />

abbacinanti, coreografie effettistiche<br />

e di indubbio gusto. Sino<br />

a questo punto il tutto fa parte di<br />

quella dimensione “culturale” che è<br />

il segno <strong>dei</strong> tempi. Ma analizzando<br />

attentamente il calderone <strong>dei</strong> cibi<br />

musicali serviti a palati insensibili od<br />

incolti ci si accorgerà che esistono,<br />

indubbiamente, palesi contraddizioni:<br />

le musiche sono sciatte, banali,<br />

“leggere”, populistiche, antimusicali,<br />

ingenue e spesso orribili, gli esecutori<br />

rappresentano il popo<strong>lo</strong> variegato<br />

universale all'interno <strong>del</strong> quale coesistono<br />

vocalisti che cantano la nascita<br />

di Cristo non credendoci, furbetti che<br />

veicolano melense canzoni natalizie<br />

per lauti guadagni (leggi: “i mercanti<br />

<strong>del</strong> tempio” poiché molte proposte<br />

avvengono all'interno <strong>dei</strong> luoghi sacri),<br />

la musica leggera, non paga di<br />

avere conquistato il mondo intero, in<br />

particolar modo la porzione di mondo<br />

“con le orecchie d'asino in musica”,<br />

ambisce a indossare vesti false,<br />

quelle classiche, i programmi sono<br />

un coacervo di creatività ove vanno<br />

Foto archivio Pnalm<br />

a braccetto Verdi ed i Beatles, Rossini<br />

e Piovani, Gruber e Piazzolla. In<br />

effetti un fondo di razionalità esiste:<br />

ma non viviamo la dimensione <strong>del</strong>la<br />

multietnicità, <strong>del</strong> pluralismo, <strong>del</strong>la<br />

comunicazione, di Facebook, degli<br />

Sms, <strong>del</strong>le email, <strong>dei</strong> b<strong>lo</strong>g, <strong>del</strong>la<br />

parlata unica ed universale inglese?<br />

Al<strong>lo</strong>ra assume significanza rammentare,<br />

con nostalgia, le assenze,<br />

o meglio “gli estinti”: il canto rituale<br />

(ambrosiano, gregoriano, gallicano,<br />

ortodosso, mozarabico e bizantino),<br />

la polifonia, la musica sacra, gli oratori,<br />

le laudi, le sacre rappresentazioni<br />

e le cantate spirituali. Perché<br />

questo? Semplicemente perché la realtà<br />

<strong>del</strong> tempo non desidera vivere di<br />

vecchiume, di creatività consacrata,<br />

di affermazioni di va<strong>lo</strong>ri espressivi,<br />

di spiritualità musicale, di presenze<br />

elevate ed ingombranti; vuole fortemente<br />

il fatuo, il facile, il semplice, il<br />

banale, il volgare, il materiale, il leggero,<br />

quel bagaglio co<strong>lo</strong>ssale che non<br />

fa pensare, che condiziona il riflettere<br />

interiormente, che rappresenta l'antidoto<br />

efficace contro la poesia, la cultura,<br />

l'approfondimento, l'interiorità,<br />

la sensibilità, la ricerca <strong>dei</strong> beni <strong>del</strong><strong>lo</strong><br />

spirito, l'affermazione <strong>del</strong>la fede. Ciò<br />

che sgomenta è la capacità di digerire<br />

in senso assoluto e totale ogni offerta<br />

consumistica all'insegna <strong>del</strong>l'attualità<br />

e <strong>del</strong> modernismo. Di certo<br />

non si sono levate voci di diniego per<br />

dissentire dal Natale festeggiato in<br />

musica con programmi verdiani operistici,<br />

offerte cameristiche e sinfoniche<br />

“pure”, brani musical-leggeri nei<br />

luoghi sacri (ma non esistono Commissioni<br />

di musica sacra preposte al<br />

control<strong>lo</strong> di “ciò che si canta e suona<br />

in chiesa” al di fuori <strong>dei</strong> riti?), modernismi<br />

conditi con bandoneon, chitarre<br />

e rumorosi strumenti a percussione<br />

inquinanti l'austere orchestre sinfoniche,<br />

luoghi istituzionali laici sordi<br />

al<strong>lo</strong> spirito musicale <strong>del</strong> Natale (leggi:<br />

esecuzioni barocche vivaldiane e<br />

simili), intrusioni raccomandatizie di<br />

composizioni infelici profumate di atmosfere<br />

natalizie. Ogni anno si itera<br />

la solita musica, come recita il tito<strong>lo</strong><br />

di questa riflessione. I responsabili<br />

<strong>del</strong><strong>lo</strong> strazio <strong>del</strong>le nostre orecchie,<br />

senz'altro “hanno la bocca buona”,<br />

incolti in musica, impreparati e privi<br />

di saggi consiglieri. Intanto gli italiani<br />

digeriscono ogni cosa avendo smarrito<br />

il senso <strong>del</strong> bel<strong>lo</strong>, <strong>del</strong> profondo<br />

e <strong>del</strong> soprannaturale. Inevitabile il<br />

rammentar il detto di colui, che “vide<br />

<strong>lo</strong>ntano”: «Fatti non foste a viver<br />

come bruti, ma per seguir virtute e<br />

canoscenza».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!