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(1986 - 1987)<br />
118<br />
La Società Amsa di Milano affida<br />
all’architetto Pino Viscusi il recupero<br />
ambientale della discarica di Osio Sotto.<br />
Nel Comune di Osio Sotto il Gruppo<br />
Ecologico aveva portato avanti la protesta<br />
per la chiusura della discarica gestita<br />
dall’Azienda Municipalizzata di Milano, il cui<br />
recupero fu affidato nel 1986 all’architetto<br />
Viscusi, che avendo proposto un innalzamento<br />
del cumulo di rifiuti per modellarlo<br />
in forma piramidale, dava la possibilità alla<br />
Società di utilizzarla ancora per alcuni<br />
mesi, evitando così l’emergenza, in attesa<br />
di allestire un nuovo sito.<br />
L’architetto Viscusi aveva proposto di trasformare<br />
la discarica in una gigantesca<br />
scultura, coinvolgendo uno spazio di sei<br />
ettari, lunga 330 metri e larga 250, così da<br />
raggiungere nel punto più alto l’altezza di<br />
28 metri, (attorniata da otto ettari di prati<br />
e boschi, che battezzò “Olimpo del<br />
Consumismo”).<br />
La scultura piramidale era percorsa da due<br />
enormi scivoli lunghi 155 metri e larghi 65,<br />
rivestiti di verde artificiale, che si riflettevano<br />
negli specchi d’acqua circostanti.<br />
Il progetto che approvato e finanziato per<br />
una spesa di sei miliardi, prevedeva oltre il<br />
recupero ambientale, un ampio parco<br />
attrezzato, fu realizzato solo parzialmente,<br />
con l’aggiunta di 300.000 mc. di rifiuti per<br />
completare la piramide.<br />
I lavori furono improvvisamente bloccati<br />
dal Comune, per l’approvazione del Piano<br />
Cave Regionale, che riservava nove ettari<br />
di terreno limitrofo all’estrazione di sabbia<br />
e ghiaia, per una profondità di 19 metri.<br />
La zona fu trasformata in una immensa<br />
brughiera, recintata per ovvie ragioni di<br />
sicurezza, e la discarica dei rifiuti ricoperta di<br />
uno strato di terra.