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Sezione Fiabe e Storie per Bambini. La Lanterna di Giada…

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<strong>Sezione</strong> <strong>Fiabe</strong> e <strong>Storie</strong> <strong>per</strong> <strong>Bambini</strong>.<br />

<strong>La</strong> <strong>La</strong>nterna <strong>di</strong> <strong>Giada…</strong><br />

Pochi ricordano la storia della lanterna <strong>di</strong> Giada. Ormai molto tempo è passato e<br />

solo alcuni esseri ancestrali possono ricordare la storia della foresta.<br />

Ove le farfalle giganti posarono il loro rapido tocco sulle foglie immortali <strong>di</strong> quel<br />

mondo che solo il tempo può raccontare.


Nel tempo che non c’è più alcuni alberi della foresta a nord <strong>di</strong> Biancoro<br />

chiamata <strong>La</strong>aina, ”Magica” nella lingua antica, nel <strong>per</strong>iodo primaverile<br />

iniziavano a <strong>per</strong>dere una resina verde con essenza <strong>di</strong> giada che colava<br />

giù <strong>per</strong> il tronco sino a terra ove le fate nontiscordar<strong>di</strong>mé e il piccolo<br />

popolo lunare usavano <strong>per</strong> concimare i loro piccoli terreni e coltivare il<br />

giusto <strong>per</strong> la loro sopravvivenza. Ad<strong>di</strong>rittura certe fate lo usavano <strong>per</strong> il<br />

loro nettare preferito, una sostanza dolciastra ma molto forte. Ti donava<br />

un’energia senza pari.<br />

Accadde <strong>per</strong>ò, una notte, quando la luna era velata che un po’ <strong>di</strong> resina<br />

ricoprii una piccola lanterna abbandonata da anni all’interno <strong>di</strong> una<br />

fessura dell’albero. Le leggende sono varie su quella lanterna, si <strong>di</strong>ce<br />

che fu lasciata apposta dal Maestro Sinienen agli albori del mondo, altri<br />

<strong>di</strong>cono che antichi gnomi prima della loro scomparsa da quella parte del<br />

mondo la <strong>di</strong>menticarono, altri ancora <strong>di</strong>cono che siano state le fate.<br />

Ma, qualunque sia la verità, quella notte la resina <strong>di</strong> giada ricopri la piccola<br />

lanterna e come <strong>per</strong> magia una luce verde brillante invase parte del<br />

bosco e le fate, <strong>per</strong> prime, riconobbero un’energia particolare, quasi non<br />

<strong>di</strong> quel mondo. <strong>La</strong> piccola lanterna si fuse con la resina <strong>di</strong> giada e<br />

nacque <strong>La</strong> <strong>La</strong>nterna <strong>di</strong> Giada. Il piccolo popolo lunare si interrogò molto<br />

sul <strong>per</strong>ché la luce non si indebolisse mai e non calasse <strong>di</strong> intensità.<br />

Sembrava non esserci mai fine. Nulla all’interno si consumava. Perenne<br />

la luce verde brillava come il primo giorno e irra<strong>di</strong>ava oltre la luce anche<br />

armonia e pace. <strong>La</strong> terra fioriva sotto la sua illuminazione e gli abitanti<br />

del bosco traevano salute e gioia. Con l’aiuto degli animali, le fate e il<br />

popolo lunare crearono un piccolo tempio ove tenere la lanterna protetta<br />

e se qualunque essere <strong>di</strong> quel mondo voleva vederla <strong>per</strong> guarire da<br />

malattie o <strong>per</strong> fertilizzare il terreno poteva farlo nel rispetto <strong>di</strong> tutti. Con<br />

la bene<strong>di</strong>zione del Maestro Sinienen la lanterna <strong>di</strong>venne fonte <strong>di</strong> gran<br />

felicità <strong>per</strong> tutti.


Ma in una grotta a ovest delle miniere situate al confine tra la foresta e le<br />

zone polari, viveva un popolo <strong>di</strong> Troll alquanto <strong>di</strong>spettosi e furbacchioni.<br />

Di rado uscivano se non alla notte <strong>per</strong> procurarsi del cibo;<br />

prevalentemente bacche o arbusti. Uscivano <strong>di</strong> notte proprio <strong>per</strong> non<br />

incontrare nessuno, erano molto solitari e amavano <strong>per</strong>ò fare scherzi.<br />

Famose le torte rubate alla fate e famosi anche alcuni <strong>di</strong>spetti alla<br />

fattoria del vecchio Manor il più longevo tra il popolo lunare. Il fato dei<br />

troll <strong>per</strong>ò volle che lo scherzo più grande e più tragico lo portassero a<br />

termine proprio loro. Saputa la notizia della lanterna il loro animo<br />

<strong>di</strong>spettoso prese vita più che mai e la voglia <strong>di</strong> rubarla anche solo <strong>per</strong> un<br />

giorno prese vita nelle loro menti. Quasi nessuno <strong>per</strong>ò sapeva che quella<br />

lanterna era stata posta in quel tronco dall’ultimo Minotauro <strong>di</strong> Smeraldo<br />

che visse tempo ad<strong>di</strong>etro in quel luogo. Alcune scritte ai lati della base<br />

della lanterna riportavano la sua promessa al bosco. Qui <strong>di</strong> seguito verrà<br />

riportato il giuramento nella lingua corrente >


Dunque solo la signora delle fate e il maestro Sinienen sapeva <strong>di</strong> ciò; ma mai<br />

avrebbero pensato…. ai Troll. Nell’anno delle fate, in una notte velata dal<br />

gelo dell’inverno, tre troll abbandonarono la loro caverna <strong>per</strong> <strong>di</strong>rigersi<br />

verso il tempio della <strong>La</strong>nterna <strong>di</strong> Giada e rubarla <strong>per</strong> scherzo. Per loro<br />

camminare nel bel mezzo delle intem<strong>per</strong>ie non gli aveva mai ostacolati<br />

più <strong>di</strong> tanto, grazie al fatto che la loro pelle era molto resistente e il loro<br />

corpo era rico<strong>per</strong>to da parecchio pelo; nel senso che erano abbastanza<br />

pelosi. Però quella notte la bufera <strong>di</strong> neve era più forte del previsto e non<br />

fu facile raggiungere il tempio in tempo breve; i loro occhi grigi<br />

vagavano furtivi nella notte. Arrivati nel cuore della foresta si ritrovarono<br />

<strong>di</strong>nanzi al reame fatato, con uno schiocco <strong>di</strong> <strong>di</strong>ta <strong>di</strong>vennero invisibili e si<br />

<strong>di</strong>ressero veloci al tempio; in inverno i sensi delle fate <strong>per</strong>devano un po’<br />

<strong>di</strong> <strong>per</strong>cezione ma alcune <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>ventavano più sensibili ai movimenti<br />

del mondo. Proprio <strong>per</strong> questo quando il terzo dei troll, il più piccolo fra<br />

loro <strong>di</strong> statura, entrò nel tempio <strong>per</strong> rubare la <strong>La</strong>nterna allertò i sensi <strong>di</strong><br />

una fata delle pietre. Appena il troll toccò la <strong>La</strong>nterna <strong>di</strong> Giada la fatina si<br />

destò dal suo sonno e volò <strong>di</strong> corsa verso il tempio; <strong>per</strong>cepii subito la<br />

presenza dei troll e <strong>di</strong>ede imminente l’allarme con un piccolo corno in<br />

richiamo dei rinforzi. Ma appena il troll sentii il suono si spaventò e la<br />

<strong>La</strong>nterna gli scivolò dalle mani e cadendo al suolo si ruppe in più parti.<br />

D’improvviso una luce immensa si riunii creando una grande sfera <strong>di</strong><br />

luce verde chiaro e arrivando al massimo della sua energia si <strong>di</strong>ssolse<br />

creando un’onda d’urto che invase la zona circostante. Migliaia <strong>di</strong> piccoli<br />

cristalli caddero dal cielo e ricoprirono la foresta e i suoi abitanti; dopo<br />

che la leggera nebbiolina si <strong>di</strong>ssolse e tutti i cristalli si posarono in terra<br />

i due troll <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a al <strong>di</strong> fuori del tempio si rialzarono da terra impauriti<br />

e guardandosi attorno riscontrarono subito che ogni essere vivente<br />

compresa la foresta si era tramutata in pietra avendo visto la luce<br />

magica della <strong>La</strong>nterna. Solo la piccola fatina della pietra rimase immune<br />

al sortilegio <strong>per</strong>ché figlia delle pietre. Il caso volle che quella notte la<br />

fatina alloggiasse nel cuore della foresta lontana dal suo popolo volendo<br />

conoscere e vedere <strong>di</strong> <strong>per</strong>sona la <strong>La</strong>nterna <strong>di</strong> Giada. Ora <strong>per</strong>ò la<br />

<strong>La</strong>nterna giaceva sul pavimento del tempio, rotta, e il peggio è che ogni<br />

essere vivente che l’aveva vista o era stato illuminato dalla sua luce si<br />

era trasformato in pietra. Una verità terribile che spaventò a morte i due<br />

troll rimasti, vedendo anche il loro compagno trasformatosi in una<br />

statua. Il sangue si gelò in un attimo e rimasero immobili <strong>per</strong> alcuni<br />

minuti guardandosi attorno spaventati; la fatina si scrollò <strong>di</strong> dosso quei<br />

piccoli cristalli e resa conto <strong>di</strong> quanto fosse successo raggiunse i due<br />

troll ora visibili. <strong>La</strong> fatina sgridò i due troll e ammonendoli gli <strong>di</strong>sse <strong>di</strong><br />

aiutarla <strong>per</strong> risolvere quel pasticcio. I troll scapparono spaventati come<br />

mai prima d’ora, ma d’un tratto parve <strong>di</strong>nanzi a loro una figura maestosa<br />

e tranquilla allo stesso tempo; il maestro Sinienen con mantello e<br />

cappuccio in <strong>per</strong>sona fermò i due troll e <strong>di</strong>sse loro…


venne trovata e scivolando nelle ra<strong>di</strong>ci del mondo sotterraneo e portare<br />

la lacrima dell’ultimo Minotauro ancora in vita. Il mondo è in <strong>per</strong>icolo.<br />

Andate ora, l’albero è illuminato da una leggera luce violacea. <strong>La</strong> fatina<br />

della pietra vi accompagnerà. Imminenti ora andate >>. E così come era<br />

venuto andò via. I troll non ebbero scelta e insieme alla fatina si<br />

inoltrarono all’interno dell’albero e scivolarono giù sino alla fine del<br />

mondo, almeno così credettero loro. Raggiunti una piccola grotta viderò<br />

<strong>di</strong>nanzi a loro una figura molto antica <strong>di</strong> un Minotauro <strong>per</strong>ò fissa e<br />

immobile, come una statua ma <strong>di</strong> legno. I loro cuori battevano<br />

all’impazzata ma presero coraggio e uno dei due troll parlò e chiese<br />

u<strong>di</strong>enza al Minotauro <strong>di</strong> Smeraldo. Esso, dopo pochi attimi prese vita e<br />

nella sua spaventosa mole rifletteva <strong>di</strong> una luce verde brillante<br />

abbagliante. I due troll raccontarono cosa successe poco prima del loro<br />

arrivo dal Minotauro e ammisero la loro furbata. Allora il Minotauro parlò<br />

> I due si guardarono immobili e tremanti. <strong>La</strong> fatina non seppe cosa<br />

fare, non riusciva a credere alle parole del Minotauro. Era comunque un<br />

grande sacrificio. Il silenzio attanagliò la piccola grotta, poi in seguito<br />

uno dei due troll rispose al Minotauro > poi girandosi verso la fatina le <strong>di</strong>ssero >.<br />

<strong>La</strong> piccola collera della fatina svanii d’un tratto e si commosse. Il<br />

Minotauro allora guardò i piccoli troll e sorridendo posò le sue due<br />

gran<strong>di</strong> mani su <strong>di</strong> loro; una piccola nube si alzò, la fatina non fece<br />

neanche in tempo a muovere un muscolo. Poco dopo i due troll si<br />

ritrovarono con loro stupore sempre in carne ed ossa e in mano <strong>di</strong> uno<br />

<strong>di</strong> essi la lacrima del Minotauro racchiuso in uno smeraldo. <strong>La</strong> fatina non<br />

si rese conto subito dell’accaduto e abbraccio i due troll piangendo. Il<br />

Minotauro non c’era più, ma una voce echeggiò nella grotta <strong>per</strong> l’ultima<br />

volta…. > e un grande respiro riportò i tre amici in<br />

su<strong>per</strong>ficie ove posarono lo smeraldo contenente la lacrima del<br />

Minotauro <strong>di</strong> Smeraldo vicino alla <strong>La</strong>nterna rotta. D’incanto tutto prese<br />

come non fosse successo nulla e in seguito le fate e i troll <strong>di</strong>vennero<br />

gran<strong>di</strong> amici rispettandosi e aiutandosi a vicenda. Nel cuore della<br />

foresta, in ricordo, si <strong>di</strong>ce che esista una statua che raffigura i due troll<br />

che tengono in mano la lacrima del Minotauro insieme alla fatina della<br />

pietra. Vicino al <strong>La</strong>mpione Magico, ma questa è un’altra storia.

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