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<strong>Davide</strong> <strong>Tabarelli</strong>, Nomisma Energia, Russia e Nord<br />
Africa unica strada per Europa<br />
“L’unica strada per l’Europa è la Russia e il Nord Africa: spetta a noi europei, italiani fare in<br />
modo che questo percorso sia più veloce e più positivo per entrambe le parti”. Così il<br />
presidente <strong>di</strong> Nomisma Energia, <strong>Davide</strong> <strong>Tabarelli</strong>, <strong>commenta</strong> <strong>l'intervento</strong><br />
dell'amministratore delegato <strong>di</strong> Eni, Paolo <strong>Scaroni</strong>, sui nuovi scenari mon<strong>di</strong>ali dell'energia<br />
all’Atlantic <strong>Council</strong>. Lo shale gas è una delle priorità.<br />
<strong>Tabarelli</strong> con<strong>di</strong>vide la “visione ampia e profonda delle <strong>di</strong>namiche mon<strong>di</strong>ali” offerta<br />
nel<strong>l'intervento</strong> <strong>di</strong> <strong>Scaroni</strong> e, in particolare, sotto il profilo geopolitico, del ruolo della Russia<br />
per l'Europa. Il presidente <strong>di</strong> Nomisma Energia evidenzia come, sul fronte energetico, i<br />
Paesi del Nord Europa “riescano a fare molto bene mentre in Italia si riesce a fare poco e<br />
male” a causa della burocrazia e delle resistenze territoriali.<br />
“Lo shale gas è una delle priorità - spiega <strong>Tabarelli</strong> - le regole vogliono che i fattori<br />
produttivi siano forniti alle fabbriche in maniera economica. Negli Stati Uniti i prezzi<br />
dell'energia sono molto bassi grazie a questa rivoluzione che è lo shale gas. In Europa<br />
siamo molto <strong>di</strong>stanti per vari problemi. Se negli Usa il gas costa un terzo che da noi -<br />
riba<strong>di</strong>sce il presidente <strong>di</strong> Nomisma Energia - è perchè i costi <strong>di</strong> produzione dello shale gas<br />
sono bassi ma - osserva - sono superiori ai costi <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> quello convenzionale in<br />
Nord Africa e Russia. Abbiamo delle potenzialità vicino a casa e dobbiamo lavorare con<br />
questi Paesi per comprare gas da loro a prezzi più vicini ai loro costi. E per fare questo<br />
dobbiamo continuare sulla strada <strong>di</strong>fficilissima che Eni, così come l'Agip negli anni ‘30, ha<br />
intrapreso e che è inevitabile”.
<strong>Tabarelli</strong> sottolinea la presenza <strong>di</strong> ostacoli in Europa per lo sviluppo dello shale gas.<br />
"Viviamo in un continente ricco, 'pensionato' e ambientalista che ha paura <strong>di</strong> tutto.<br />
Nonostante mezzo secolo <strong>di</strong> sforzi per affrancarsi dalla <strong>di</strong>pendenza dagli idrocarburi, questi<br />
contano ancora per il 60% dei consumi".<br />
FONTE: Agi.it