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L’ampiezza dell’arco totale tra Andrate e Mondovì è stata calcolata in<br />

∆φ = 1° 07’44”.71 e dà luogo ad una distanza di 64887,01 tese, ridotta al livello<br />

del mare. Questo arco viene diviso da Beccaria in due parti:<br />

• Andrate-Torino 0° 27’ 04”,29 corrispondente a 26153,63 tese<br />

• Torino- Mondovì 0° 40’ 40”,42 corrispondente a 38733,38 tese.<br />

( ma Torino è scostata rispetto all’arco di meridiano usato).<br />

In conclusione, il grado trovato da Beccaria risulterebbe di 57.468,59 tese che ,<br />

espresso nel sistema metrico, è pari a 112,008 km : secondo i Francesi ( ad<br />

esempio Lalande), alla latitudine di circa 45° a cui si era lavorato<br />

(precisamente 44°25’) , doveva invece risultare ben inferiore ( 57.024 tese e<br />

cioè 111,141 km). In effetti, questo è il valore del “grado”, che si può anche<br />

ottenere oggi teoricamente utilizzando la nota espressione che fornisce il valore<br />

di un arco elementare di meridiano ds =ρ.dφ essendo ρ= raggio minimo di<br />

curvatura, dφ =variazione di latitudine tra gli estremi di un arco di piccole<br />

dimensioni. Si ottiene infatti ds = 6367578,71 x 0,01745392 = 111,139 km<br />

( avendo posto nel calcolo di ρ come semiasse a =6378380 m per l’ellissoide<br />

internazionale-1924, ad esempio e l’angolo di 1° espresso in radianti). Usando<br />

il semiasse dell’ellissoide di Bessel-1841 si ottiene un valore di ds diverso.<br />

Dalle misure fatte, dai calcoli e dai raffronti, Beccaria aveva cosi “trovato”<br />

con calcoli che non potevano essere rigorosi, una “particolare deviazione” 14<br />

della verticale di 27” nella zona verso le Alpi Graie e di 5” dalla parte delle<br />

Alpi Marittime, nella considerazione che deviazioni dell’ordine di 25”<br />

producano variazioni di circa 400 tese sulle distanze interessate. Il problema<br />

quindi viene risolto in modo indiretto e cioè dalla misura di angoli ( interni dei<br />

triangoli, affetti da deviazione perché vicini alle masse montagnose) ricavava<br />

quale ne era l’effetto sulle distanze calcolate dalla triangolazione<br />

(allungamento). I valori sopra indicati, che sono la risposta al quesito<br />

fondamentale posto, sono quindi derivati da risultati sperimentali variabili.<br />

14<br />

Si intende in effetti in Geodesia per “deviazione della verticale” l’angolo che il vettore “verticale” in un punto della<br />

superficie fisica forma con il vettore “normale” alla superficie di riferimento ( ad esempio ellissoide) in quel punto.<br />

12

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