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Curve fotometriche<br />

Il cono di luce<br />

I codici di flusso CIE<br />

Classificazione fotometrica<br />

DIN 5040<br />

Classificazione fotometrica<br />

UTE C71-121<br />

Classificazione fotometrica<br />

CIBSE TM5 (NBN)<br />

Metodo UGR<br />

Il diagramma polare <strong>in</strong>dica la distribuzione delle <strong>in</strong>tensità<br />

lum<strong>in</strong>ose nei piani trasversale (C 0°-180°)<br />

l<strong>in</strong>ea cont<strong>in</strong>ua e longitud<strong>in</strong>ale (C90°-270°) l<strong>in</strong>ea<br />

tratteggiata, alla lampada.<br />

Il cono di luce <strong>in</strong>dica i valori di illum<strong>in</strong>amento dell’emissione lum<strong>in</strong>osa misurati sulle sezioni orizzontali<br />

poste a diverse distanze dall’apparecchio. Nel caso <strong>in</strong> cui tale sezione é circolare, d é il suo diametro.<br />

Nel caso di un fascio a sezione ellittica, <strong>in</strong>dichiamo con D1 e D2 i rispettivi diametri. La parte evidenziata<br />

mostra l’area nella quale si trovano i dati relativi al cono di luce. La prima colonna (H) <strong>in</strong>dica le<br />

altezze dei piani di sezione del cono lum<strong>in</strong>oso. La seconda e terza colonna <strong>in</strong>dica i diametri dell’ellisse<br />

di sezione (D1 e D2). L’ ultima colonna (Em) <strong>in</strong>dica il livello di illum<strong>in</strong>amento medio.<br />

I codici di flusso sono c<strong>in</strong>que valori normalizzati CIE che <strong>in</strong>dicano la distribuzione del flusso dell’apparecchio<br />

di illum<strong>in</strong>azione. Nell’ord<strong>in</strong>e, i primi tre numeri <strong>in</strong>dicano i flussi contenuti nei coni con asse<br />

verticale <strong>in</strong>dividuati da angoli solidi rispettivamente di π/2, π e 3/2π steradianti. Tali valori sono espressi<br />

<strong>in</strong> percentuale del flusso contenuto nell’angolo solido 2π steradianti che <strong>in</strong>dividua l’emisfero <strong>in</strong>feriore. Il<br />

quarto numero rappresenta il rapporto tra il flusso emesso nell’emisfero <strong>in</strong>feriore e quello totale emesso<br />

dall’apparecchio. ll qu<strong>in</strong>to esprime il rendimento normale (nL) dell’apparecchio.<br />

La classificazione degli apparecchi secondo questa norma si ottiene dalla composizione di una lettera e<br />

di due numeri (ad esempio A60). La lettera (A,B,C,D,E) <strong>in</strong>dica la percentuale del flusso lum<strong>in</strong>oso emessa<br />

nell’emisfero <strong>in</strong>feriore. I numeri che seguono forniscono rispettivamente il flusso diretto sul piano di<br />

lavoro il flusso diretto sul soffitto, nella configurazione standard prevista dalla norma.<br />

La classificazione fotometrica degli apparecchi di illum<strong>in</strong>azione é composta dal rendimento nell’emisfero<br />

<strong>in</strong>feriore seguito da una lettera più il rendimento nell’ emisfero superiore seguito da una seconda lettera<br />

(ad esempio 0,50D + 0,24T). Le lettere che vanno da A a J rappresentano la percentuale di flusso lum<strong>in</strong>oso<br />

all’<strong>in</strong>terno di angoli solidi predeterm<strong>in</strong>ati mentre la presenza della lettera T <strong>in</strong>dica che una parte del<br />

flusso lum<strong>in</strong>oso é emesso nell’emisfero superiore.<br />

La classificazione fotometrica degli apparecchi é suddivisa <strong>in</strong> 10 categorie (BZ1 .... BZ10). La categoria<br />

é <strong>in</strong>dicativa della percentuale di flusso lum<strong>in</strong>oso emesso nell’emisfero <strong>in</strong>feriore che, <strong>in</strong> una configurazione<br />

simmetrica, raggiunge direttamente il piano di lavoro. Per tale motivo la classificazione é legata<br />

anche all’<strong>in</strong>dice del locale. Ad esempio gli apparecchi classificati BZ1 emettono rispetto agli apparecchi<br />

BZ2...10, maggiori quantità di flusso lum<strong>in</strong>oso sul piano di lavoro.<br />

Determ<strong>in</strong>azione del valore di abbagliamento UGR.<br />

Il metodo UGR (Unified Glare Rat<strong>in</strong>g) è stato messo a punto dalla CIE al f<strong>in</strong>e di valutare e derm<strong>in</strong>are<br />

l’abbagliamento diretto creato dagli apparecchi lum<strong>in</strong>osi. A differenza dei metodi precedenti, dove si<br />

valutava l’abbagliamento mediante la lum<strong>in</strong>anza di un s<strong>in</strong>golo apparecchio, con il metodo UGR si calcola<br />

l’abbagliamento dell’<strong>in</strong>tero impianto di illum<strong>in</strong>azione per un osservatore <strong>in</strong> una posizione def<strong>in</strong>ita.<br />

Il valore UGR è il calcolo per due diverse disposizioni rispetto alla configurazione degli apparecchi lum<strong>in</strong>osi<br />

nell’ambiente. La prima trasversale, dove l’osservatore è perpendicolare alla dimensione maggiore<br />

dell’apparecchio e la seconda longitud<strong>in</strong>ale dove l’osservatore è parallelo. I valori sono compresi fra 10<br />

e 30. Per valori <strong>in</strong>feriori a 10 viene <strong>in</strong>dicato UGR

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