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Netscreening, web reputation: gli italiani non amano le aziende del farmaco

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Il tutto a dimostrazione che il posizionamento <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>aziende</strong> <strong>del</strong> <strong>farmaco</strong> nei dibattiti online<br />

è poco significativo se confrontato con altri segmenti merceologici.<br />

Inoltre, dall’analisi <strong>del</strong> “sentiment” per settore, calcolato sul<strong>le</strong> dieci <strong>aziende</strong> più<br />

discusse, emerge che chi in rete discetta di farmaci o pacemaker e dibatte su chi li<br />

produce, nella maggior parte dei casi lo fa con atteggiamento neutro e distaccato<br />

(64%). Tuttavia, come accennato in apertura, vige un sentimento negativo (27,6%)<br />

verso il pharma nel qua<strong>le</strong> <strong>non</strong> è diffici<strong>le</strong> rintracciare i segni di un antico, notorio e<br />

irrisolto stigma nei confronti di chi “fa i soldi sulla pel<strong>le</strong> <strong>del</strong>la gente”.<br />

Meno “indigesto” appare ai navigatori il mondo dei device, considerato che il<br />

76.7% <strong>del</strong><strong>le</strong> discussioni che lo riguardano ha un carattere neutro e che dissensi (13.25%)<br />

e consensi (10.05%) quasi si equivalgono.


Decisamente più fortunato è il comparto Hi-tech (56% sentiment positivo: <strong>gli</strong><br />

smanettoni adorano <strong>le</strong> loro manie), seguito a ruota da Food &<br />

Beverage (51%), Moda (0%), Grande distribuzione (26%) e Auto/moto (26%).<br />

Per questa specifica ricerca <strong>Netscreening</strong> ha interrogato 80mila fonti italiane<br />

dall’inizio <strong>del</strong>l’anno (65% fonti 1.0 e 35% fonti 2.0, ovvero i social network), sette<br />

giorni su sette e per ventiquattr’ore al giorno.<br />

AboutPharma ha affidato l’interpretazione <strong>del</strong> dato a tre grandi esperti di <strong>web</strong>,<br />

marketing e comunicazione: Alberto Contri, presidente <strong>del</strong>la Fondazione<br />

Pubblicità Progresso, Mario Pappagallo, giornalista <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>la Sera, e<br />

Paolo Tacconi, global digital director di De Agostini Publishing. I primi due<br />

indicano nella scarsa vocazione tecnologica e in alcuni oggettivi e storici errori (ad esempio<br />

<strong>gli</strong> scandali) <strong>le</strong> ragioni <strong>del</strong><strong>le</strong> critiche mosse al<strong>le</strong> imprese dai navigatori <strong>italiani</strong>, suggerendo<br />

una mi<strong>gli</strong>ore divulgazione dei comportamenti virtuosi per uscire dal pantano. Su<br />

quest’ultimo punto concorda anche Paolo Tacconi, che spiega <strong>le</strong> mi<strong>gli</strong>ori strategie<br />

comunicative per presidiare il <strong>web</strong>. Prevenire è me<strong>gli</strong>o che curare. Anche su internet.<br />

FONTE: aboutpharma.com

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