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april il file - Bambino Progetto Salute

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Le decisioni relative alla composizione dei vaccini antinfluenzali vengono prese in un Meeting<br />

annuale cui partecipano tutti i rappresentati dei Centri Nazionali e naturalmente i<br />

rappresentanti dei Centri Mondiali della OMS nonché tutte le Ditte produttrici di vaccini.<br />

VACCINAZIONE<br />

Attualmente non è più ut<strong>il</strong>izzato <strong>il</strong> vaccino a virus interi uccisi, che è addirittura uscito dal<br />

commercio. E’ molto usato <strong>il</strong> vaccino a virus frammentati, detto anche “split”, costituito da<br />

virioni frazionati con trattamenti chimici di diversa natura per rimuovere le componenti<br />

lipidiche, spesso associate a fenomeni di reattogenicità ed <strong>il</strong> vaccino a subunità, ottenuto dal<br />

precedente e costituito esclusivamente dalle due proteine di superficie H ed N ottenute dai<br />

virioni interi, frazionati ed ulteriormente purificati.<br />

Ciascuno di questi tipi di vaccino viene ottenuto dal precedente attraverso successivi cicli di<br />

purificazione, per cui è chiaro che passando dal vaccino intero ai vaccini subvirionici, cioè split<br />

o subunità, si ha una riduzione della reattogenicità, cui si accompagna però una certa<br />

diminuzione della immunogenicità.<br />

Esistono dei vaccini antinfluenzali a virus vivo attenuato nei quali l’attenuazione consiste in<br />

un adattamento del virus alla crescita a temperature sub-ottimali (vengono impiegati dei<br />

mutanti temperatura-sensib<strong>il</strong>i (ts) - o cold-adapted (ca).<br />

Naturalmente, essendo dei vaccini attenuati per definizione, hanno una maggiore efficacia,<br />

perché sono in grado di produrre anche una immunità locale a causa della stimolazione di<br />

produzione di IgG locali e di IgA secretorie locali ma hanno lo svantaggio di essere meno sicuri<br />

(rischio legato alla possib<strong>il</strong>ità di una reversione al tipo virulento).<br />

Esistono inltre dei vaccini adiuvati, ossia aggiunti di adiuvanti (come l’MF59) che sono<br />

sostanze capaci di potenziare la risposta immune, sia umorale che cellulo-mediata.<br />

In breve tempo saranno disponib<strong>il</strong>i anche nuovi vaccini fra cui quello a spray nasale, quello<br />

coltivato su cellule diploidi umane o quello a virus viventi attenuati, anch’esso a<br />

somministrazione per via nasale.<br />

La protezione indotta, nei soggetti sani, sia dal vaccino a virus intero che da quello a virus<br />

frazionato, dopo challenge con virus omologo, è generalmente del 70-80%, con un range del<br />

50-95%.<br />

La protezione compare normalmente 8-10 giorni dopo la vaccinazione; <strong>il</strong> titolo protettivo<br />

raggiunge <strong>il</strong> limite massimo entro 2-4 settimane dal trattamento, per diminuire lentamente nel<br />

corso dei 12 mesi successivi.<br />

In età pediatrica sono suggeriti i vaccini subvirionici (split o subunità) perché, rispetto ai<br />

vaccini a virus intero, determinano una minore incidenza di effetti collaterali generali (cefalea,<br />

febbre, malessere) e locali (indurimento, dolore).<br />

In Italia, annualmente <strong>il</strong> Ministero della salute individua le categorie a rischio cui la<br />

vaccinazione antinfluenzale deve essere offerta:<br />

1) Adulti e bambini con pneumopatie croniche, cardiovasculopatie, nefropatie, diabete mellito,<br />

gravi anemie croniche (es. drepanocitosi), sindromi da malassorbimento intestinale,<br />

compromissione immunologica;<br />

2) residenti in case di riposo o altre istituzioni per cronici;<br />

3) soggetti di età superiore ai 65 anni;<br />

4) bambini ed adolescenti in terapia prolungata con aspirina;<br />

5) persone responsab<strong>il</strong>i di trasmettere l’influenza ad individui ad alto rischio per questa<br />

patologia (soggetti addetti a servizi di interesse collettivo, personale di assistenza e fam<strong>il</strong>iari di<br />

soggetti ad alto rischio).<br />

E’ ancora aperto <strong>il</strong> problema della vaccinazione di massa dei bambini di età compresa tra 6<br />

mesi e 2 anni, suggerita già da qualche anno negli USA e ancora non entrata nelle<br />

raccomandazioni italiane. Il problema non è legato alla efficacia od alla tollerab<strong>il</strong>ità del vaccino<br />

che sono fuori discussione, bensì alla valutazione della capacità della vaccinazione di massa di<br />

ridurre la circolazione virale. I dati attualmente disponib<strong>il</strong>i, infatti, non supportano la tesi che<br />

vaccinando i bambini sani si riduca la circolazione del virus influenzale e si possa quindi<br />

innescare l’effetto gregge (herd immunity), ovvero la possib<strong>il</strong>ità che soggetti suscettib<strong>il</strong>i<br />

all’infezione non la contraggano per una sorta di effetto protettivo derivante dalla vaccinazione<br />

di fasce selezionate di popolazione.<br />

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