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Documento PDF - Università degli Studi di Padova

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<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong><br />

Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Lingue e Letterature Anglo Germaniche e Slave<br />

Relatore<br />

Prof. Marco Rispoli<br />

Corso <strong>di</strong> Laurea Magistrale in<br />

Lingue e Letterature Europee e Americane<br />

Classe LM-37<br />

Tesi <strong>di</strong> Laurea<br />

Tony Buddenbrook:<br />

ritratto <strong>di</strong> una donna borghese<br />

nella Germania del XIX secolo<br />

Anno Accademico 2010/2011<br />

Laureanda<br />

Francesca Luccarda<br />

n° matr. 625437 / LMLLA


IDICE<br />

ITRODUZIOE……………………………………………………………………......3<br />

PRIMO CAPITOLO. INTRODUZIONE ALL’OPERA BUDDEBROOKS. VERFALL<br />

EIER FAMILIE…………………………………………………………………………. 9<br />

1. Dal manoscritto al libro: genesi e trama del romanzo…………………………… 9<br />

2. Il confine fra invenzione narrativa e realtà autobiografica ……………………..14<br />

3. Figure e modelli: corrispondenze tra la famiglia Mann e la famiglia Buddenbrook<br />

…………………………………………………………………………………………20<br />

4. Elisabeth Mann e Tony Buddenbrook: due vite a confronto……………………...28<br />

CAPITOLO SECODO. LA VISIONE DELL’AMORE E DEL MATRIMONIO DI<br />

TONY BUDDENBROOK …………………………………………………………...….39<br />

1. Introduzione alla tematica del matrimonio nelle famiglie borghesi……………...40<br />

2. “Sorelle letterarie” nei romanzi ottocenteschi…………………………………...46<br />

3. „Etwas Heiliges und Unantastbares“: La relazione tra Tony Buddenbrook e<br />

Morten Schwarzkopf. Un bacio alla ricerca della libertà……………………………..51<br />

4. „Wie Glieder in einer Kette“: l’attaccamento <strong>di</strong> Tony alla tra<strong>di</strong>zione familiare<br />

borghese……………………………………………………………………………..…63<br />

5. „…daß <strong>di</strong>e Scharte von damals durch eine zweite Ehe so ungefähr wieder<br />

ausgewetzt wird“: la relazione tra Tony Buddenbrook e Alois Permaneder………….85<br />

6. „Tony Buddenbrooks dritte Ehe“: il destino <strong>di</strong> Erika Grünlich con Hugo<br />

Weinschenk.…………………………………………………………………………..103<br />

1


7. Storie <strong>di</strong> amori impossibili nella famiglia Buddenbrook: matrimoni d’amore-<br />

matrimoni d’interesse………………………………………………………………...108<br />

CAPITOLO TERZO. RIFLESSIONI SULLA FIGURA DI TONY BUDDENBROOK<br />

…………………………………………………………………………………………..113<br />

1. Tony Buddenbrook: una vittima dell’autorità patriarcale?…………………….113<br />

1.1 Tony e il padre Jean Buddenbrook……………………………………………...115<br />

1.2 Tony e il fratello Thomas Buddenbrook………………………………………...119<br />

1.3 Tony e i mariti Grünlich e Permaneder…………………………………………128<br />

2. Tony Buddenbrook: un’eroina decadente?……………………………………...131<br />

ZUSAMMEFASSUG……………………………………………………………...157<br />

APPEDICE ICOOGRAFICA.................................................................................171<br />

RIFERIMETI BIBLIOGRAFICI…………………………………………………..185<br />

SITOGRAFIA COSULTATA………………………………………………………193<br />

2


ITRODUZIOE<br />

Scriveva Italo Calvino “Un classico è un libro che non ha mai finito <strong>di</strong> <strong>di</strong>re quel che ha da<br />

<strong>di</strong>re” 1 , ed è proprio questa l’impressione che si ha una volta terminata la lettura del<br />

romanzo che ha aperto inattesi scenari mon<strong>di</strong>ali al giovane Paul Thomas Mann. Era il<br />

1896 quando il ragazzo ventiduenne si intratteneva con il fratello Heinrich in Italia, a<br />

Palestrina, e si accingeva a scrivere il suo primo romanzo che l’avrebbe portato alla<br />

vincita del premio Nobel per la letteratura nel 1929 assegnatogli “principalmente per il<br />

suo grande romanzo I Buddenbrook, sempre più riconosciuto come una delle gran<strong>di</strong> opere<br />

della letteratura contemporanea“. Personalità <strong>di</strong> spicco della letteratura tedesca <strong>di</strong> fin de<br />

siècle, fu un valido rappresentante dell’anima tedesca. E’ sua l’affermazione: „Wo ich<br />

bin, ist <strong>di</strong>e deutsche Kultur” 2 .<br />

Presto la storia Buddenbrooks. Verfall einer Familie <strong>di</strong>venne uno dei pilastri della<br />

letteratura del Novecento, un successo che varcò la maestosa porta <strong>di</strong> Lübeck, città natìa,<br />

per raggiungere un pubblico <strong>di</strong> fama internazionale che lo acclamava sempre più<br />

numeroso. Una città che l’ha visto nascere, crescere e formarsi, ma che nonostante i<br />

numerosi cambiamenti <strong>di</strong> residenza e i molteplici viaggi, occuperà sempre un posto<br />

speciale nel suo cuore, tanto da <strong>di</strong>ventare lo scenario del suo primo capolavoro<br />

romanzesco. Ecco allora che passeggiando per le vie della citta<strong>di</strong>na anseatica, lo scrivente<br />

non trova guida migliore se non le pagine del romanzo scritto dal “grande figlio <strong>di</strong><br />

Lubecca”: Lubecca si fa dunque “città dei Buddenbrook”, la <strong>di</strong>mora nella Mengstraße 4<br />

<strong>di</strong>viene la “casa dei Buddenbrook”.<br />

La popolarità dell’opera trova conferma nelle numerose rappresentazioni teatrali e nelle<br />

quattro riduzioni televisive e cinematografiche tratte dal romanzo: la prima, un film muto,<br />

risale al 1923, la seconda nel 1959, segue la versione del 1979, <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci ore, e per finire<br />

quella del 2008, dove stupisce il richiamo al contesto attuale della storia messa in scena.<br />

E’ emblema <strong>di</strong> un successo preannunciato dallo stesso Thomas Mann:<br />

1 Italo Calvino, Perché leggere i classici, Milano, Oscar Mondadori 1995, p.7.<br />

2 Heinrich Mann, Ein Zeitalter wird besichtigt, Berlin, Aufbau 1947, p. 231.<br />

3


Denn wahrscheinlich sind und bleiben Buddenbrooks ‚mein‘ Buch, das mir<br />

aufgetragene und künstlerisch einzig wirklich glückliche, das immer gelesen werden<br />

wird 3 .<br />

Nella sua sterminata produzione narrativa e saggistica si trovano <strong>di</strong>sseminati frammenti <strong>di</strong><br />

biografia personale. Secondogenito <strong>di</strong> cinque fratelli nacque in una delle famiglie dell’alta<br />

borghesia mercantile della città anseatica da padre commerciante dell’aristocrazia<br />

borghese, eletto successivamente senatore, e da madre brasiliana <strong>di</strong> sangue portoghese-<br />

creolo. La duplicità delle sue origini, germanicità e esoticità, nord e sud, senso borghese<br />

del dovere e sensibilità artistica, <strong>di</strong>viene un tratto peculiare che l’accompagna lungo il<br />

cammino della vita vissuta e narrata. Molteplici personaggi prendono vita nei suoi scritti,<br />

accomunati da un’alta componente autobiografica, che si fanno portavoce delle riflessioni<br />

e dei conflitti esistenziali del loro autore.<br />

A cento <strong>di</strong>eci anni dalla pubblicazione del romanzo l’interesse intorno all’opera non dà<br />

segnali <strong>di</strong> arresto e si presta anzi a nuovi stu<strong>di</strong> e ricerche, „denn es ist ein Irrtum, zu<br />

glauben, der Autor selbst sei der beste Kenner und Kommentator seines eigenen<br />

Werkes” 4 .<br />

Il presente lavoro si articola in tre parti. La prima parte propone alcuni dati riguardo alla<br />

genesi, alla trama e alla ricezione dell’opera che ha infiammato gli animi dei concitta<strong>di</strong>ni<br />

e suscitato un clamore tale da costringere il responsabile del siffatto “scandalo” a<br />

scendere in campo e <strong>di</strong>fendere i suoi <strong>di</strong>ritti e le sue intenzioni. Molte informazioni sono<br />

oggi possibili grazie all’accesso ai materiali preparatori del romanzo, al fitto epistolario e<br />

alle testimonianze dei familiari. Particolare attenzione viene posta alle numerose<br />

corrispondenze tra la famiglia Mann e la famiglia Buddenbrook.<br />

Essendo il romanzo rappresentazione del mondo mercantile, vi si trova molto spazio<br />

de<strong>di</strong>cato all’analisi <strong>di</strong> quelle tematiche che appartengono all’anima borghese <strong>di</strong> fin de<br />

siècle, e quin<strong>di</strong> ai membri maschili delle quattro generazioni. Ne consegue che la figura<br />

3 Thomas Mann an Fer<strong>di</strong>nand Lion, Pacific Palisades, 27. Dezember 1950 in Hans Wysling/<br />

Marianne Fischer (a cura <strong>di</strong>), Dichter über ihre Dichtungen, Thomas Mann, Teil III: 1944-<br />

1955, München, Ernst Heimeran Verlag 1975, p. 260.<br />

4 Thomas Mann, Einführung in den Zauberberg für Studenten der Universität Princeton (1939) in<br />

Thomas Mann, Gesammelte Werke in dreizehn Bänden [GW], Bd. XI, Frankfurt am Main, S.<br />

Fischer 1974, pp. 602–616, p.614.<br />

4


femminile <strong>di</strong>venta una cornice, una voce flebile che non viene u<strong>di</strong>ta in un mondo<br />

dominato dalla mentalità affaristica e materialista.<br />

Se questo è il quadro <strong>di</strong>pinto e se il romanzo deve mettere in scena il carattere maschile,<br />

non si spiega come mai ad aprire e chiudere il romanzo sia una donna: Antonie<br />

Buddenbrook, da tutti chiamata Tony. E’ proprio lei il primo personaggio <strong>di</strong> cui il lettore<br />

fa conoscenza, fra le più <strong>di</strong> quattrocento figure che affollano le pagine dell’opera, e<br />

sempre lei conclude la storia familiare assieme ad altre sette donne. Pertanto, se si vuole<br />

analizzare e capire la storia della famiglia Buddenbrook, è necessario mettere in gioco la<br />

presenza femminile personificata a tutto tondo da Tony, che tra l’altro è il nome più<br />

ricorrente nel corso della narrazione. La figura femminile riesce dunque a farsi strada e ad<br />

aprirsi uno spiraglio pagina dopo pagina fino a <strong>di</strong>ventare una protagonista in<strong>di</strong>scussa del<br />

romanzo, sebbene per molto tempo sia stata considerata come una figura certamente <strong>di</strong><br />

rilievo, ma secondaria allo sviluppo della storia, e <strong>di</strong> conseguenza ingiustamente<br />

“snobbata” dalla critica.<br />

Il presente lavoro si propone quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> analizzare la figura <strong>di</strong> Tony Buddenbrook,<br />

riven<strong>di</strong>cando il suo ruolo fondamentale alla pari <strong>di</strong> quello dei componenti maschili, e per<br />

certi versi superiore, nella tra<strong>di</strong>zione borghese. Lo stu<strong>di</strong>o, de<strong>di</strong>cato quasi interamente alle<br />

sue vicende, offre il punto <strong>di</strong> vista femminile <strong>di</strong> una storia solitamente maschile, dove<br />

anche la donna è chiamata a collaborare per la realizzazione del bene comune della <strong>di</strong>tta e<br />

per traghettare onori e valori della famiglia. Anche lei, come molti personaggi della<br />

produzione manniana, ha un modello reale al quale l’autore si è ispirato, oggetto <strong>di</strong><br />

recenti ricerche 5 .<br />

5 Si fa riferimento soprattutto agli stu<strong>di</strong> condotti da Karsten Blöcker, avvocato e notaio <strong>di</strong> Lübeck,<br />

sulla figura <strong>di</strong> Elisabeth Mann:<br />

Blöcker, Karsten: eues von Tony Buddenbrook: über <strong>di</strong>e beiden Ehen der Elisabeth Mann. In:<br />

Thomas-Mann-Jahrbuch 17 2004, pp.11-23;<br />

Blöcker, Karsten: Tatort Königstraße 5: „Die Sache mit Biermann“; ein Wirtschaftskrimi oder<br />

Tony Buddenbrooks dritte Ehe. In: »Der Wagen», Lübecker Beiträge zur Kultur und Gesellschaft,<br />

Lübeck, Hansiches Verlagskontor 2006, pp. 7- 26.<br />

Blöcker, Karsten: Tony Buddenbrook in Esslingen: „ach, es ist so hart und traurig!“; [eine<br />

Veröffentlichung der Arbeitsstelle für Literarische Museen, Archive und Gedenkstätten in Baden-<br />

Württemberg], Marbach am Neckar, Deutsche Schillergesallschaft 2003.<br />

5


Nella seconda parte dello scritto ci si addentra nell’intimo della ragazza e si segue il suo<br />

processo <strong>di</strong> maturazione, dall’età infantile all’età adulta passando per le varie tappe della<br />

vita <strong>di</strong> una donna, soprattutto per la vita coniugale. Tra rivalità, screzi familiari e interessi<br />

economici c’è spazio anche per i sentimenti e si inserisce la vicenda <strong>di</strong> colei che vive un<br />

ampio ventaglio <strong>di</strong> emozioni, più <strong>degli</strong> altri personaggi. Proprio per questo al termine<br />

della lettura la sua storia rimane viva nella memoria del lettore, che in compagnia sua non<br />

si annoia, ma partecipa al suo destino e si immedesima in lei, arrivando a provare<br />

simpatia. Merito della raffinata indagine psicologica che l’autore ha riservato per i suoi<br />

personaggi.<br />

Queste considerazioni hanno spinto ad affacciarsi al panorama sociale del <strong>di</strong>ciannovesimo<br />

secolo e in modo particolare a quello delle famiglie borghesi, che propone una <strong>di</strong>visione<br />

dei ruoli maschile e femminile sul piano economico e psicologico. Si osserveranno<br />

dunque le <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> genere e le conseguenti asimmetrie <strong>di</strong> potere nelle relazioni<br />

uomo-donna, nello spazio pubblico e privato, in un secolo <strong>di</strong> piene trasformazioni.<br />

Particolare attenzione è stata posta alla vita della figlia borghese nel compiere le sue<br />

scelte, inserendosi nella questione spinosa del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo, quin<strong>di</strong> anche delle<br />

donne, <strong>di</strong> decidere liberamente il proprio destino privato e sociale. Attraverso l’analisi<br />

delle vicende amorose <strong>di</strong> Tony ci si è addentrati nella tematica della visione dell’amore<br />

che ha subìto un mutamento nel corso del tempo. In special modo si è approfon<strong>di</strong>to il<br />

cosiddetto “amore borghese”, reso celebre da altri capolavori della letteratura europea,<br />

dove si assiste allo scontro tra le aspirazioni personali e le norme sociali.<br />

Il capitolo conclusivo vuole essere una riflessione sul ruolo che Tony ha avuto nella sua<br />

storia, confrontando le vicende del capitolo amoroso della sua vita, presentate in<br />

precedenza, e il contesto tipico <strong>di</strong> figlia <strong>di</strong> famiglia borghese. Il destino della ragazza <strong>di</strong><br />

casa Buddenbrook non smette <strong>di</strong> essere motivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e si presta a <strong>di</strong>scordanti<br />

interpretazioni sulla sua figura e sul modo <strong>di</strong> agire non sempre con<strong>di</strong>viso dal lettore,<br />

fermo restando la <strong>di</strong>stanza tra il tempo narrativo e il tempo reale. Proprio per l’ambiguità<br />

del suo carattere si vedrà che tende a sfuggire a tutte le definizioni, ma allo stesso tempo<br />

le attira a sé come una calamita.<br />

Le vicende tormentate che hanno scosso la sua persona portano inevitabilmente ad<br />

affacciarsi alla tematica della décadence, in tutte le sue accezioni. Dopotutto, l’autore ha<br />

accostato al titolo del romanzo Buddenbrooks il sottotitolo Verfall einer Familie. Si<br />

affronta allora in ultima istanza il problema della decadenza essendo la storia dei<br />

Buddenbrook la storia <strong>di</strong> un Verfall, proponendo brevemente un quadro teorico dei due<br />

6


pensatori ai quali Mann si è ispirato per sviluppare il concetto <strong>di</strong> declino. Si tratta <strong>di</strong> una<br />

scelta d’obbligo perché Tony si inserisce in un contesto familiare ed economico toccato<br />

da un progressivo indebolimento che agisce su più livelli. Un passaggio dal singolo, al<br />

gruppo al tessuto sociale: un affresco narrativo della società tedesca <strong>di</strong> fine Ottocento e<br />

del crollo <strong>di</strong> una impalcatura culturale e ideologica <strong>di</strong>fesa a spada tratta. Se il processo <strong>di</strong><br />

sgretolamento che colpisce i componenti della famiglia è lampante e supportato da<br />

numerosi segnali, meno lo è nel caso <strong>di</strong> Tony. L’intento è quin<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> comprendere e<br />

osservare come Tony influisce con il suo portato personale all’interno del processo<br />

inesorabile <strong>di</strong> decadenza, affidando la parola <strong>di</strong>rettamente a lei e dando voce alle sue<br />

continue riflessioni sul suo operato, sulla sua vita e su quella della venerata famiglia.<br />

Lungi dal voler fare un processo alle colpe, si nota che la storia <strong>di</strong> Tony Buddenbrook si<br />

incastra a quella precipitosa della sua famiglia, nel bene e nel male.<br />

7


PRIMO CAPITOLO. ITRODUZIOE ALL’OPERA BUDDEBROOKS.<br />

VERFALL EIER FAMILIE<br />

1. Dal manoscritto al libro: genesi e trama del romanzo<br />

9<br />

Ohne Familien- und Heimatsinn,<br />

ohne Liebe zu Familie und Heimat<br />

werden Bücher wie ›Buddenbrooks‹<br />

nicht geschrieben<br />

Thomas Mann, Ein Nachwort zu Buddenbrooks 6 .<br />

„Ohne viel Hoffnung, ohne viel Verzweiflung” 7 : con questi sentimenti Thomas Mann<br />

inviò il suo manoscritto il 13 agosto 1900 all’e<strong>di</strong>tore Samuel Fischer.<br />

Ich weiß noch, wie ich es verpackte: so ungeschickt, daß ich mir heißen Siegellack<br />

auf <strong>di</strong>e Hand fallen ließ und eine fürchterliche Brandblase davontrug, <strong>di</strong>e mich lange<br />

quälte. Das Manuskript war unmöglich. Doppelseitig geschrieben [...] täuschte es<br />

über seinen Umfang, stellte aber für Lektoren und Setzer eine starke Zumutung dar.<br />

Eben weil es nur einmal vorhanden war, erste und einzige Niederschrift, entschloß<br />

ich mich zu einer Postversicherung und setzte neben <strong>di</strong>e Inhaltsangabe `Manuskript´<br />

eine Wertsumme auf das Paket: ich glaube gar eintausend Mark. Der Schalterbeamte<br />

lächelte 8 .<br />

Per capire i motivi che spinsero l’autore a intraprendere la stesura del romanzo bisogna<br />

fare un salto in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> tre anni. Era il 29 Maggio 1897 quando Thomas Mann ricevette<br />

una lettera da Samuel Fischer che gli offriva la possibilità <strong>di</strong> pubblicare un grande lavoro<br />

<strong>di</strong> prosa, presumibilmente un romanzo. Lo scrittore non si fece sfuggire l’occasione e si<br />

6 Thomas Mann, Ein achwort zu Buddenbrooks, 1905, in Thomas Mann, Reden und Aufsätze,<br />

Frankfurt am Main, Fischer Taschenbuch Verlag 1965, p. 717.<br />

7 Thomas Mann, Lübeck als geistige Lebensform. Rede gehalten zur 700-Jahr-Feier der Freien<br />

und Hansestadt im Stadttheater zu Lübeck am 5. Juni 1926, in Thomas Mann, Über mich selbst,<br />

Frankfurt am Main, Fischer Taschenbuch Verlag 1994, pp. 28-50.<br />

8 Thomas Mann, Über mich selbst. Autobiografische Schriften, Frankfurt am Main, Fischer<br />

Taschenbuch Verlag 1994, p. 41.


mise al lavoro. Il 20 agosto 1897, in una lettera in<strong>di</strong>rizzata all’amico Otto Grautoff<br />

comunicò <strong>di</strong> essere pronto a scrivere un romanzo che doveva chiamarsi Abwärts:<br />

Ich selbst hatte eigentlich bislang nicht geglaubt, daß ich jemals <strong>di</strong>e Courage zu<br />

einem solchen Unternehmen finden würde. Nun aber habe ich, ziemlich plötzlich,<br />

einen Stoff entdeckt, einen Entschluß gefaßt und denke nächstens, nachdem ich noch<br />

ein bißchen kontempliert, mit dem Schreiben zu beginnen 9 .<br />

Thomas Mann abitava all’epoca con il fratello Heinrich presso la casa Bernar<strong>di</strong>ni a<br />

Palestrina, in provincia <strong>di</strong> Roma, per poi trasferirsi in via Torre Argentina trenta quattro,<br />

dove cominciò la stesura del romanzo Buddenbrooks portata a termine dopo tre anni <strong>di</strong><br />

lavoro il 18 luglio 1900. Trascorsero tre mesi prima che arrivasse la risposta dell’e<strong>di</strong>tore,<br />

il 26 ottobre. La mole del manoscritto era tale che Fischer, nonostante avesse letto metà<br />

romanzo, si vide costretto a chiedere al giovane scrittore <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzare il numero delle<br />

pagine:<br />

Glauben Sie, daß es Ihnen möglich ist, Ihr Werk um etwa <strong>di</strong>e Hälfte zu kürzen, so<br />

finden Sie mich im Prinzip geneigt, Ihr Buch zu verlegen. Ein Roman von fünf und<br />

sechzig ausgedrückten Bogen ist für unserer heutiges Leben fast eine Unmöglichkeit;<br />

ich glaube nicht, ob sich viele Menschen finden, <strong>di</strong>e Zeit und Concentrationslust<br />

haben, um ein Romanwerk von <strong>di</strong>esem Umfange in sich aufzunehmen 10 .<br />

Alla precisa richiesta del suo e<strong>di</strong>tore Thomas Mann rispose negativamente perché tutti i<br />

dettagli che aveva accuratamente inserito all’interno dell’opera erano per lui<br />

fondamentali. L’autore era molto preoccupato per la decisione finale e per il destino del<br />

suo primo romanzo, ma il 4 febbraio 1901, Fischer, questa volta portata a termine la<br />

lettura, si <strong>di</strong>chiarò pronto a pubblicarlo nonostante la lunghezza e l’autore poté<br />

cominciare la correzione delle bozze alla fine <strong>di</strong> marzo. In una lettera del 13 febbraio<br />

1901 scritta al fratello Heinrich, lo scrittore non esita a mostrare la sua felicità per la<br />

buona notizia:<br />

9 Thomas Mann, Briefe an Otto Grautoff 1894-1901 und Ida Boy- Ed 1903-1928, a cura <strong>di</strong> Peter<br />

de Mendelssohn, Frankfurt am Main, S. Fischer 1975, p.100.<br />

10 Paul Scherrer, Bruchstücke der Buddenbrooks-Urhandschrift und Zeugnisse zu ihrer<br />

Entstehung: 1897-1901, in «Neue Rundschau», 2 (1958), p. 273.<br />

10


Ich werde mich photographieren lassen, <strong>di</strong>e Rechte in der Frackweste und <strong>di</strong>e Linke<br />

auf <strong>di</strong>e drei Bände gestützt; dann kann ich eigentlich getrost in <strong>di</strong>e Grube fahren.–<br />

Nein, es ist wirklich gut, daß das Buch nun doch ans Licht kommen wird. Es ist so<br />

viel persönlich Demonstratives darin, daß ich, namentlich für <strong>di</strong>e werte<br />

Kollegenschaft, eigentlich erst damit ein Profil bekommen werde 11 .<br />

Fu così che l’opera Buddenbrooks fu pubblicata nel 1901 agli inizi <strong>di</strong> ottobre per la casa<br />

e<strong>di</strong>trice Fischer in due volumi al costo <strong>di</strong> 12 marchi, successivamente in unico volume nel<br />

1903 a un costo ridotto. Fu proprio con la seconda e<strong>di</strong>zione che il romanzo ottenne<br />

successo, come rivela lo stesso autore all’amico Kurt Martens da Monaco il 2 giugno<br />

1902:<br />

Über Buddenbrooks gab Fischer mir unverhofft gute Nachrichten: Sie seien nicht nur<br />

ein literarischer sondern auch ein buchhändlerischer Erfolg. Abrechnung erfolgt ja<br />

im Herbst, aber er bietet mir 1.000 Mark Vorschuß an. Das ist doch alles<br />

Mögliches 12 .<br />

Inizialmente Samuel Fischer annunciò l’opera con toni modesti, ma dopo il successo del<br />

1903 ne aumentò la pubblicità. Nel 1905 erano stati venduti 35.000 esemplari, nel 1920<br />

oltre 100.000, fino a superare il milione nel 1929 13 . Nonostante la lunghezza del romanzo,<br />

quin<strong>di</strong>, lo scrittore guadagnò popolarità e poté godere della fama nazionale e<br />

internazionale culminata con la vincita del premio Nobel per la letteratura il 12 Novembre<br />

1929. In realtà, già nel 1924 era stata fatta la proposta <strong>di</strong> assegnarli il premio, soprattutto<br />

per il suo romanzo Buddenbrooks. Dal canto suo Thomas Mann riteneva che tale<br />

assegnazione fosse dovuta non solo al suo primo romanzo, che gli aveva certamente<br />

spalancato scenari mon<strong>di</strong>ali, ma il successo era stato consolidato anche con opere<br />

successive. Non mancò <strong>di</strong> <strong>di</strong>re infatti:<br />

11 Thomas Mann, Heinrich Mann, Briefwechsel 1900-1949, a cura <strong>di</strong> Hans Wysling, Frankfurt am<br />

Main, S. Fischer 1905, p.155.<br />

12 Thomas Mann, Briefe 1:1889-1913, Thomas Sprecher / Hans R. Vaget / Cornelia Bernini (a<br />

cura <strong>di</strong>), in Grosse kommentierte Frankfurter Ausgabe, vol.21, Frankfurt am Main, S. Fischer<br />

2002, p. 201.<br />

13 Manfred Eickhölter, Clau<strong>di</strong>a Bahnsen, Die ‚Buddenbrooks‘-ein Jahrhundertroman:<br />

Ausstellungsführer, Lübeck Buddenbrookhaus, Heinrich-und-Thomas-Mann-Zentrum 2004, p.10.<br />

11


Und doch hatte das Nobelcomité sich kaum in der Lage gesehen, mir den Preis<br />

zuzuerkennen, ohne einiges weitere, das ich nachher getan. Wenn er mir nur für<br />

‚Buddenbrooks‘ und bereits für <strong>di</strong>ese gebührte, warum habe ich ihn dann nicht fünf<br />

und zwanzig Jahre früher erhalten? Die ersten Anzeichen, daß man im Norden<br />

anfing, meinen Namen mit <strong>di</strong>eser Institution in Zusammenhang zu bringen, kamen<br />

zu mir im Jahre 1913, nach dem Erscheinen des ‚Tod in Vene<strong>di</strong>g‘ 14 .<br />

Il libro, che doveva essere secondo il progetto iniziale un racconto <strong>di</strong> duecento cinquanta<br />

pagine, <strong>di</strong>venne infine „ein als Familien-Saga verkleiderter Gesellschaftsroman” 15 , „ein<br />

vom Verfallsgedanken überschattetes Kulturgemälde” 16 , „eine Seeelengeschichte des<br />

deutschen Bürgertums”, 17 „ein außerordentlich deutsches Buch“ 18 , nel quale per la prima<br />

volta „der deutsche Roman seine Ansprüche auf Weltfähigkeit anmeldete“ 19 . Nel saggio<br />

Meine Arbeitsweise l’autore spiega il suo modo <strong>di</strong> procedure nel stabilire la lunghezza dei<br />

suoi romanzi:<br />

Sie fragen mich nach der Entstehungsart meiner Arbeiten. Ich täusche mich bei der<br />

Konzeption vor allen Dingen über den Umfang. Buddenbrooks war als Roman von<br />

250 Seiten gedacht. Meine Ausgabe hat 701 Seiten. Also fast 3 mal so viel! 20 .<br />

Anche se il personaggio principale del racconto doveva essere Hanno Buddenbrook e<br />

quin<strong>di</strong> avere come tema „<strong>di</strong>e Gestalt und <strong>di</strong>e Erfahrungen des sensitiven Spätlings<br />

14 Thomas Mann, Lebensabriß, in Thomas Mann, Gesammelte Werke in dreizehn Bänden, Bd.XI,<br />

Frankfurt am Main, Fischer Taschenbuch 1974, p.142.<br />

15 Thomas Mann, Rede und Antwort. Über eigene Werke, Hul<strong>di</strong>gungen und Kränze: Über<br />

Freunde, Weggefährten und Zeitgenossen, Frankfurt am Main, S.Fischer 1984, p.10.<br />

16 ibid.<br />

17 Thomas Mann, Reden und Aufsätze 3, in Thomas Mann, Gesammelte Werke in dreizehn<br />

Bänden, Bd. XI, Frankfurt am Main, S.Fischer 1990, p.554.<br />

18 Thomas Mann, Brief an eine nicht namentlich bekannte Frau vom 21. Januar 1952, in Thomas<br />

Mann, Briefe 1899-1955 und achlese, Erika Mann (a cura <strong>di</strong>), Frankfurt am Main, S. Fischer<br />

1962-1965, p. 242.<br />

19 Mann, Über mich selbst. Autobiographische Schriften, op.cit., p. 9, p.62.<br />

20 Thomas Mann, Essays Band 2: Für das neue Deutschland 1919-1925, Frankfurt am Main, S.<br />

Fischer 1993, p. 241.<br />

12


Hanno“ 21 , assemblando il materiale Mann si ritrovò a tracciare la storia <strong>di</strong> quattro<br />

generazioni <strong>di</strong> Buddenbrook e a tratteggiare più <strong>di</strong> quattrocento personaggi, tra figure<br />

principali e figure minori.<br />

Il romanzo segue la vita privata e pubblica della famiglia <strong>di</strong> commercianti e copre più <strong>di</strong><br />

quarant’anni, dal 1835 al 1877 22 . Il teatro della vicenda è la Lubecca del XIX secolo, una<br />

piccola città in cui la borghesia commerciale svolgeva un ruolo fondamentale nel tessuto<br />

sociale ed economico, come traspare dal prestigio consolidato dalla famiglia. Il romanzo<br />

comincia in me<strong>di</strong>as res: il lettore si ritrova ospite ad una sfarzosa cena nell’anno 1835 per<br />

festeggiare l’inse<strong>di</strong>amento nella nuova casa Buddenbrook, a suggello dell’ascesa<br />

economica e del prestigio della famiglia: uno splen<strong>di</strong>do palazzo già appartenuto alla<br />

famiglia Ratenkamp. A questo evento sono presenti tre generazioni della famiglia<br />

Buddenbrook: i nonni, il figlio Jean, console della città, con la moglie, e i loro figli<br />

Thomas, Antonie e Christian. Il giovedì è infatti il giorno in cui regolarmente ogni due<br />

settimane tutta la famiglia si riunisce, ma per questa occasione speciale oltre ai parenti<br />

che abitano in città siedono a tavola anche alcuni amici <strong>di</strong> casa. Colori, profumi, pietanze,<br />

canti e ricor<strong>di</strong> accompagnano le conversazioni dei commensali convenuti numerosi per<br />

l’inaugurazione della <strong>di</strong>mora. Congedati gli ospiti, ci si addentra nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni<br />

in casa Buddenbrook esplorando i conflitti familiari e i segreti <strong>degli</strong> affari. Saremo ospiti<br />

in casa Buddenbrook per decenni e potremo essere partecipi alle tappe, gioiose e<br />

dolorose, che accompagnano i membri della famiglia, soprattutto della terza generazione,<br />

ossia dei figli del console Jean Buddenbrook: Thomas, Antonie, Christian e<br />

l’ultimogenita Clara. Potremo spiare la vita delle generazioni precedenti leggendo dal<br />

<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> famiglia, il quaderno sul quale vengono annotati da sempre i fatti più<br />

significativi che scan<strong>di</strong>scono il tempo: simbolo della memoria e continuità della famosa<br />

famiglia <strong>di</strong> commercianti. Nel 1835 la famiglia Buddenbrook è in piena ascesa. Dopo la<br />

morte <strong>di</strong> Johann Buddenbrook la <strong>di</strong>rezione <strong>degli</strong> affari passa al console. Mentre il figlio<br />

maggiore Thomas si <strong>di</strong>mostra interessato a proseguire la via tracciata dal padre e dal<br />

nonno, Christian e Antonie, chiamata da tutti Tony, destano forti preoccupazioni ai<br />

genitori. Christian con il suo atteggiamento eccentrico sembra intenzionato a<br />

intraprendere la vita dell’artista, Tony vive spensierata la sua giovinezza fantasticando un<br />

futuro <strong>di</strong> lusso circondata da agi e onori.<br />

21 Mann, Briefe an Otto Grautoff 1894-1901 und Ida Boy-Ed 1903-1928, op. cit. p.10.<br />

22 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.171.<br />

13


E’ soprattutto con i figli del console Jean che si profila l’irreversibile decadenza dei<br />

Buddenbrook che pagina dopo pagina prende campo. I sentimenti <strong>di</strong> allegria che<br />

contrad<strong>di</strong>stinguevano lo spirito delle prime pagine lasciano così spazio a tristezza e dolore<br />

per la decadenza che colpisce i <strong>di</strong>versi personaggi <strong>di</strong> casa Buddenbrook, lentamente e<br />

inesorabilmente: un declino materiale con la per<strong>di</strong>ta della casa e la <strong>di</strong>ssoluzione del<br />

patrimonio, fisico con la morte e la malattia che colpiranno molti membri della famiglia,<br />

segno tangibile del suo <strong>di</strong>sfacimento e del mondo da essa rappresentato, e psicologico,<br />

che spinge a interrogarsi sul motivo per cui una vita <strong>di</strong> fortuna e successo abbia avuto un<br />

tale epilogo.<br />

2. Il confine fra invenzione narrativa e realtà autobiografica<br />

Quando nel 1897 Thomas Mann cominciò a lavorare al suo primo romanzo aveva le idee<br />

chiare sul tema da sviluppare: „Bei der Umschau nach einem Stoff, der mir taugen<br />

könnte, lag naturgemäß am nächsten meine eigene Kindheitserfahrung, <strong>di</strong>e Geschichte<br />

meiner eigenen Familie, als Milieu: meine Heimatstadt“ 23 , e ancora „persönlich-familiäre<br />

Erfahrungen“ 24 arrivando ad affermare che „Meine Herkunft ist ja in den<br />

Buddenbrooks“ 25 .<br />

Nello scrivere il romanzo Mann prese come fonte una realtà a lui ben nota: il mondo in<br />

cui era cresciuto. Si può infatti affermare tranquillamente che I Buddenbrook siano<br />

l’opera più autobiografica dell’autore. Le pagine rivelano indubbiamente molti tratti della<br />

biografia umana e intellettuale dell’autore, vale a <strong>di</strong>re la vicenda della sua famiglia<br />

esponente della borghesia mercantile e la sua esperienza <strong>di</strong> intellettuale fin de siècle, che<br />

si apriva alle istanze del decadentismo estraniandosi dal mondo dei padri. Nello stesso<br />

tempo quell’itinerario personale <strong>di</strong>ventava para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> storia europea ed il successo del<br />

libro fu anche dovuto a questo, nonostante lo stesso Mann con molta modestia se ne<br />

confessò sorpreso: „Man gibt das Persönlichste und ist überrascht, das Nationale<br />

23 Peter de Mendelssohn, Der Zauberer. Das Leben des Schriftstellers Thomas Mann. Erster Teil<br />

1875-1918, Frankfurt am Main, S. Fischer 1975, p.393.<br />

24 Mann, Über mich selbst, op.cit. p.9, p.16.<br />

25 Mann, Briefe 1889-1955 und achlese, op. cit. p.12, p. 206.<br />

14


getroffen zu haben. Man gibt das Nationalste - und siehe, man hat das Allgemeine und<br />

Menschliche getroffen […]“ 26 .<br />

Dato l’ampio arco <strong>di</strong> tempo attraverso cui si sviluppa il romanzo vi si ritrova un’accurata<br />

descrizione del quadro storico e sociale del periodo in cui si svolgono le vicende. Nella<br />

storia familiare si rispecchia la storia del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo: la famiglia ha vissuto le<br />

guerre napoleoniche, l’ascesa dei prussiani e della borghesia liberale, della quale è a<br />

pieno titolo esponente, ha inoltre vissuto la rivoluzione del 1848, lo sviluppo industriale e<br />

dei trasporti come la ferrovia e i battelli a vapore e per finire la nascita del terzo Reich nel<br />

1871.<br />

Per quanto riguarda l’ambientazione, anche se il nome della citta<strong>di</strong>na anseatica Lübeck<br />

non è mai nominato, il nome delle strade, la località Travemünde, gli e<strong>di</strong>fici e i luoghi<br />

non lasciano nessun dubbio 27 . Le case della famiglia Buddenbrook sono quelle abitate<br />

dalla famiglia Mann. Inizialmente la famiglia Mann viveva in un’abitazione nella Breite<br />

Straße 54, dove nacque Heinrich Mann. Il padre Johann Heinrich Mann acquistò nel 1872<br />

un’altra casa nella Breite Straße 38 che appartenne alla famiglia fino al 1883, dove<br />

nacque Thomas Mann e dove i fratelli Mann trascorsero la loro infanzia. Nel 1883<br />

acquistò un immobile nella Beckergrube dove costruì una nuova casa e dove Thomas<br />

Mann trascorse i suoi anni giovanili. La casa venne <strong>di</strong>strutta il 29 marzo 1942 da un<br />

bombardamento. Nel romanzo Thomas si trasferisce con la moglie Gerda nella Breite<br />

Straße e successivamente costruisce una casa nella Fischergrube, non lontano dai<br />

magazzini Eiche nella Untertrave. I nonni paterni <strong>di</strong> Thomas Mann abitavano accanto alla<br />

Marienkirche nella Mengstraße 4, casa della famiglia Buddenbrook. Davanti al Burgtor,<br />

non <strong>di</strong>stante da Jerusalemsberg, abitano invece i nonni materni Krögers; a Travemünde<br />

abita il capitano Schwarzkopf nella casa nella Vorderreihe, dove a pie<strong>di</strong> si raggiunge la<br />

Kurhaus e il Seetempel 28 . A Lubecca si trovano anche altri luoghi ricorrenti nel romanzo<br />

come la piscina all’aperto presso Wakenitz, dove Hanno e Kai litigano con i fratelli<br />

Hagenström, e la pensione <strong>di</strong> Sesemi Weichbrodt “Am Mühlenbrink Nummer 7”. Infine<br />

dopo la morte del senatore Mann la moglie Julia abitò con i cinque figli per alcuni mesi<br />

presso la casa nella Roeckstraße 7, prima <strong>di</strong> trasferirsi a Monaco con i tre figli piccoli,<br />

26 Mann, Rede und Antwort. Über eigene Werke, Hul<strong>di</strong>gungen und Kränze: Über Freunde,<br />

Weggefährten und Zeitgenossen, op. cit., p.12., p. 385.<br />

27 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce p. 172.<br />

28 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce p. 173.<br />

15


dato che Heinrich si trasferì a Dresda e Thomas terminò gli stu<strong>di</strong> a Lubecca per poi<br />

raggiungere il resto della famiglia. Questa casa nella Roeckstraße è la stessa in cui Gerda<br />

si trasferisce con Hanno nell’autunno del 1876, una villa immersa nel verde.<br />

Proprio alla città natale Thomas Mann de<strong>di</strong>cò un saggio nel 1926, Lübeck als geistige<br />

Lebensform, dove consacrò la imprescin<strong>di</strong>bile matrice lubecchese della sua produzione<br />

poetica:<br />

[…] es ist mein Ehrgeiz, nachzuweisen, daß Lübeck als Stadt, als Stadtbild und<br />

Stadtcharakter, als Landschaft, Sprache, Architektur durchaus nicht nur in<br />

Buddenbrooks, deren unverleugneten Hintergrund es bildet, seine Rolle spielt,<br />

sondern daß es von Anfang bis zu Ende in meiner ganzen Schriftstellerei zu finden<br />

ist, sie entscheidend bestimmt und beherrscht 29 .<br />

Lo scrittore nel romanzo rispecchia la realtà, un elemento caratterizzante le sue opere<br />

successive. Per mantenersi il più possibile fedele agli avvenimenti spedì allo zio, il<br />

console Wilhelm Marty, una lista <strong>di</strong> domande sulla storia <strong>di</strong> Lubecca, sullo sviluppo della<br />

citta<strong>di</strong>na durante il <strong>di</strong>ciannovesimo secolo, sul contesto politico ed economico e sugli usi<br />

e costumi ai quali si è richiamato nel ritrarre i suoi personaggi. Il romanzo infatti risultava<br />

agli occhi del pubblico talmente realistico in alcune parti che molti lettori, dopo la<br />

pubblicazione, lo considerarono un romanzo a chiave, un Schlüsselroman, sentendosi<br />

chiamati in causa e rimanendo al quanto turbati per questa inaspettata invasione della<br />

privacy. A confermare questa opinione <strong>di</strong>ffusa contribuiva il fatto che gli stessi librai <strong>di</strong><br />

Lubecca vendevano il libro allegandovi un foglio su cui erano riportate tutte le<br />

corrispondenze tra i personaggi del romanzo ed i familiari e non dell’autore 30 .<br />

Cominciarono così numerose <strong>di</strong>scussioni: i lettori si cimentarono nell’identificare le<br />

figure del libro e i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Lubecca si sentirono derisi dal tono scherzoso dello<br />

scrittore.<br />

La reazione <strong>di</strong> polemiche con il quale venne accolto il romanzo non lascia stupiti. Sembra<br />

apparentemente una reazione <strong>di</strong> chi si sente chiamato in causa inaspettatamente e non<br />

certo <strong>di</strong>pinto nei migliori dei mo<strong>di</strong>. La faccenda acquista un’altra piega se il modello è<br />

un’intera città, con le sue tra<strong>di</strong>zioni, la sua storia e i suoi abitanti. Si tratta <strong>di</strong> un libro che<br />

farà risuonare il nome della città anseatica non solo nel resto del Paese ma anche<br />

29 Mann, Lübeck als geistige Lebensform, op. cit., p. 9, p. 388.<br />

30 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p. 174.<br />

16


all’estero data la rapida <strong>di</strong>ffusione. Ci si chiede chi ha dato il <strong>di</strong>ritto a Thomas Mann <strong>di</strong><br />

“sbattere in prima pagina” i segreti intimi <strong>di</strong> alcune persone. Il <strong>di</strong>scorso sarebbe a mio<br />

avviso <strong>di</strong>verso se l’autore si fosse limitato a rappresentare gli aspetti più intimi e meno<br />

noti solamente delle persone appartenenti alla cerchia familiare Mann, una famiglia che<br />

aveva il suo peso e la sua influenza nella città e quin<strong>di</strong> era abituata a “essere sulla bocca<br />

<strong>di</strong> tutti”. Fin qui potrebbe essere stato accettabile, era la sua famiglia, era la famiglia<br />

Mann, il suo ambiente nel quale era cresciuto e che lo poteva influenzare, anche se<br />

avremo modo <strong>di</strong> vedere in seguito che dopotutto nemmeno i parenti più stretti furono<br />

tanto entusiasti -o almeno non tutti- <strong>di</strong> quanto scritto nel romanzo dal giovane scrittore,<br />

seppure sotto altri nomi. Non mancarono infatti gli ammonimenti e i consigli <strong>di</strong> essere<br />

cauto nell’utilizzo delle varie informazioni raccolte come fece la sorella Julia. Questa<br />

versione allora farebbe pendere l’ago della bilancia dalla parte <strong>di</strong> tutti coloro che hanno<br />

preso il romanzo Buddenbrooks come una sorte <strong>di</strong> romanzo a chiave su persone<br />

realmente esistenti; va ricordato infatti che lo stesso autore ha riba<strong>di</strong>to più volte la portata<br />

biografica del romanzo. Allora la questione sarebbe <strong>di</strong> facile archiviazione. Ma si può<br />

ridurre l’intero romanzo a un dettagliato resoconto dei fatti <strong>di</strong> alcune persone? Si<br />

rischierebbe <strong>di</strong> sminuire la capacità dell’autore <strong>di</strong> scrivere un romanzo che ancora oggi<br />

viene letto con vivo interesse e che continua a essere fonte <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione, ricerche e<br />

quant’altro. Dopotutto uno scrittore non è libero <strong>di</strong> scrivere ciò che vuole? Come può non<br />

venire influenzato dalla realtà e dalle persone che lo circondano? Allora questo fa sì che,<br />

pur capendo la reazione dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> non volere essere <strong>di</strong>pinti spesso negativamente in<br />

un romanzo <strong>di</strong> fama mon<strong>di</strong>ale, si deve però anche considerare il lavoro dello scrittore.<br />

A rendere ancora più “scottante” la situazione ci fu un episo<strong>di</strong>o che accadde alcuni anni<br />

dopo la pubblicazione del romanzo. Nel 1903 apparve infatti un libretto Aus einer kleinen<br />

Garnison. Ein militärisches Zeitbild in cui un certo tenente Fritz Oswald Bilse,<br />

pseudonimo <strong>di</strong> Fritz von Kyrburg, per ven<strong>di</strong>carsi <strong>di</strong> taluni suoi avversari, raccontava<br />

intimi pettegolezzi sui membri della guarnigione <strong>di</strong> Lubecca. Nel processo che ne seguì<br />

sia l’accusa che la <strong>di</strong>fesa misero Bilse sullo stesso piano <strong>di</strong> Mann. In quell’occasione<br />

allora lo scrittore reagì all’accusa e spiegò la sua visione dei fatti in un articolo Ein<br />

achwort zu Buddenbrooks che apparve sul Lübecker General-Anzeiger il 7 novembre<br />

1905.<br />

17


Wenn ich als Lübecker und Angehöriger einer lübeckischen Familie sprechen soll, so<br />

kann ich sagen: Ich habe zu Ehren meiner Vaterstadt und meiner Familie auf meine<br />

Art ebenso viel getan, wie mein Vater, der vielleicht in Lübeck noch nicht vergessen<br />

ist, auf seine Art getan hat. Ich habe in hunderttausend Deutschen Teilnahme für<br />

lübeckisches Leben und Wesen geweckt, ich habe <strong>di</strong>e Augen von hunderttausend<br />

Menschen auf das alte Giebelhaus in der Mengstraße gelenkt, habe gemacht, daß<br />

hunderttausend Menschen es als eine interessante Lebenserinnerung betrachten<br />

würden, wenn sie Gelegenheit hätten, <strong>di</strong>e Urbilder der in meinem Buche wandelnden<br />

Gestalten persönlich kennenzulernen, und es ist gar nicht ausgeschlossen, daß man in<br />

<strong>di</strong>esen Gestalten noch seine Freude haben wird zu einer Zeit, wenn wir alle, <strong>di</strong>e<br />

Urbilder und ich selbst, längst nicht mehr zu den Lebenden gehören 31 .<br />

Significativo anche il fatto che conclude l’articolo ricordando che „trotz aller Künstler-<br />

Libertinage, ein Lübecker Bürger geblieben bin. Ich grüße <strong>di</strong>e Heimat von Herzen. Sie<br />

soll nicht so schlecht von mir denken!„ 32 .<br />

Nel 1906 scrisse inoltre il saggio Bilse und Ich, dove ribadì le sue posizioni e cercò <strong>di</strong><br />

spiegare il motivo delle accuse.<br />

Die Identifikation ist es eben, welche <strong>di</strong>e Leute skandalisiert. Mit jener erwähnten<br />

Folgsamkeit dem gegebenen Detail gegenüber eignet ein Dichter sich<br />

Äußerlichkeiten an, welche der Welt ein Recht geben, zu sagen: Das ist Der, ist Die.<br />

Hierauf beseelt und vertieft er <strong>di</strong>e Maske mit anderem, Eigenem, benutzt sie zur<br />

Darstellung eines Problems, das ihr vielleicht ganz fremd ist, und Situationen,<br />

Handlungen ergeben sich, <strong>di</strong>e dem Urbild wahrscheinlich völlig fern liegen. Dann<br />

aber halten <strong>di</strong>e Leute sich für berechtigt, aufgrund der Äußerlichkeiten auch alles<br />

Übrige für ‚wahr‘, anekdotisch kolportiert, für Ausplauderei und sensationellen<br />

Klatsch zu nehmen, – und der Skandal ist da 33 .<br />

Nel saggio <strong>di</strong>fende il <strong>di</strong>ritto dello scrittore a ispirarsi alla vita reale e spiega <strong>di</strong> trasformare<br />

in letteratura modelli reali. Sostiene che i gran<strong>di</strong> poeti preferiscono basarsi su qualcosa <strong>di</strong><br />

già dato, piuttosto che inventare, ossia cercano <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le esigenze della<br />

31 Mann, Ein achwort zu Buddenbrooks 1906, op. cit., p. 9, pp. 714-17.<br />

32 ibid.<br />

33 Thomas Mann, Bilse und Ich, 1906 in Thomas Mann, Gesammelte Werke in dreizehn Bänden,<br />

Bd.X, Reden und Aufsätze 2. Frankfurt am Main, S. Fischer 1990, p. 9-22.<br />

18


composizione servendosi <strong>di</strong> cose reali. Ma quello che l’artista prende dalla sua realtà<br />

empirica è soggetto alla Beseelung con il suo spirito e la sua essenza e questo processo<br />

poetico è definito come “<strong>di</strong>e subjektive Vertiefung des Abbildes einer Wirklichkeit” 34 .<br />

Nel saggio quin<strong>di</strong> risponde alle accuse che gli erano state mosse dai suoi concitta<strong>di</strong>ni e<br />

nel fare questo spiega quella che è l’essenza <strong>di</strong> uno scrittore.<br />

`Der Künstler´, hat ein Dichter und Denker gesagt, `der nicht sein ganzes Selbst<br />

preisgibt, ist ein unnützer Knecht´. Das ist unsterblich wahr. Wie aber kann ich mein<br />

ganzes Wesen preisgeben, ohne zugleich <strong>di</strong>e Welt preiszugeben, <strong>di</strong>e meine<br />

Vorstellung ist? Meine Vorstellung, mein Erlebnis, mein Traum, mein Schmerz?<br />

Nicht von Euch ist <strong>di</strong>e Rede, gar niemals, seid des nun getröstet, sondern von mir,<br />

von mir… 35 .<br />

Sfogliando pagina dopo pagina del libro è dunque inevitabile la reazione dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

Lubecca. Sarebbe però limitato fermarsi a un resoconto <strong>di</strong> cronaca <strong>di</strong> quanto avvenuto nel<br />

corso del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo. Si perderebbe l’interesse dell’autore alla<br />

rappresentazione veritiera dell’intimo, <strong>degli</strong> stati e <strong>degli</strong> sviluppi psicologici dei suoi<br />

personaggi oltre che alla descrizione <strong>degli</strong> spazi abitativi.<br />

Nel libro dei ricor<strong>di</strong> Ein Zeitalter wird besichtigt Heinrich Mann etichetta il romanzo<br />

come „einfach unsere Geschichte, das Leben unserer Eltern, Voreltern, bis rückwärts zu<br />

Geschlechtern, von denen uns überliefert worden war, mittelbar oder von ihnen selbst“ 36 .<br />

Thomas Mann ricorda inoltre l’atmosfera che si respirava in famiglia quando leggeva<br />

alcune parti del romanzo alla madre, ai fratelli e sorelle e agli amici più intimi:<br />

Das war eine Familienunterhaltung wie eine andere, man lachte, und wenn mir recht<br />

ist, war <strong>di</strong> allgemeine Auffassung <strong>di</strong>e, es handle sich bei meinem<br />

weitläufigeigensinnigen Unternehmen um eine Art Privatvergnügen von geringen<br />

Weltaussichten 37 .<br />

34 ibid., p.21.<br />

35 ibid., p.22.<br />

36 Mann, Ein Zeitalter wird besichtigt, op. cit. p.3, p. 500.<br />

37 Mann, Über mich selbst, op. cit., p. 9.<br />

19


Sulla base della propria storia familiare lo scrittore ha dunque tracciato <strong>di</strong> pari passo<br />

quella della famiglia Buddenbrook. Entrambe le famiglie sono esponenti della società<br />

borghese del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo: famiglie patrizie, <strong>di</strong> ottima reputazione, che possono<br />

vantare <strong>di</strong> fama e successo grazie alle azioni dei predecessori. Inoltre, entrambe le<br />

famiglie hanno avuto a che fare con il declino <strong>di</strong> una azienda <strong>di</strong> famiglia, anche se nel<br />

romanzo la tematica della decadenza sia in ambito pubblico che privato è più marcata. La<br />

madre dello scrittore gli fece pervenire oltre ad alcune ricette numerosi documenti <strong>di</strong><br />

famiglia dove erano annotati gli avvenimenti dei tre predecessori del figlio che lui poté<br />

consultare e utilizzare per la sua storia. Questi documenti costituiscono quin<strong>di</strong> la fonte dal<br />

quale l’autore ha tracciato la genealogia della famiglia Buddenbrook.<br />

Per quanto riguarda la provenienza dei personaggi, nel romanzo i Buddenbrook risultano<br />

avere <strong>degli</strong> antenati provenienti dal Mecklenburgo. Alla fine del se<strong>di</strong>cesimo secolo un<br />

Buddenbrook, il più antico che si conoscesse, era vissuto a Parchim e suo figlio era<br />

<strong>di</strong>venuto consigliere comunale a Grabau dove aveva sposato Brigitta Schuren, la figlia del<br />

pre<strong>di</strong>catore. Entrambe le famiglie <strong>di</strong>scendono da un sarto <strong>di</strong> professione, che si era<br />

sposato a Rostock, dove era vissuto circondato da molta agiatezza e mettendo al mondo<br />

molti figli, morti e vivi. Un altro ancora aveva intrapreso la via del commercio a Rostock<br />

e dopo parecchi anni anche il nonno del console si era trasferito a Lubecca dove aveva<br />

fondato la <strong>di</strong>tta Buddenbrook nel 1768. La <strong>di</strong>tta della famiglia dell’autore venne fondata<br />

invece nel 1794, come registrato nelle carte <strong>di</strong> famiglia. I festeggiamenti per il centenario<br />

della <strong>di</strong>tta sono puntualmente presenti in entrambe le cronache familiari 38 .<br />

3. Figure e modelli: corrispondenze tra la famiglia Mann e la famiglia<br />

Buddenbrook<br />

Arrivati a questo punto non si può <strong>di</strong>pingere un ritratto della famiglia Buddenbrook senza<br />

fare riferimento alle persone che sono entrate in maniera più o meno significativa nella<br />

vita dell’autore e <strong>di</strong> conseguenza nel suo primo romanzo, dal momento che l’intera opera<br />

è un rimando alla sua realtà autobiografica.<br />

Nel libro trova spazio il ricordo dei nonni dello scrittore, che nel romanzo prendono il<br />

nome <strong>di</strong> Johann Buddenbrook e Elisabeth Buddenbrook. Thomas e i suoi fratelli<br />

38 Ken Moulden / Gero von Wilpert (a cura <strong>di</strong>), Buddenbrooks-Handbuch, Stuttgart, Körner<br />

1988, p. 13.<br />

20


trascorrevano <strong>di</strong>verso tempo a casa della nonna nella Mengstraße. L’ampio e<strong>di</strong>ficio con il<br />

giar<strong>di</strong>no sul retro era infatti la meta preferita del giovane Thomas Mann che amava<br />

soprattutto rifugiarsi nel granaio.<br />

Il prototipo per Johann Buddenbrook, fondatore dell’omonima <strong>di</strong>tta Johann Buddenbrook<br />

è Johann Sigmund Mann, a capo della <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> famiglia Johann Siegmund Mann,<br />

Commissions- und Spe<strong>di</strong>tionsgeschäft, che arrivò da Rostock a Lubecca il 24 aprile 1794.<br />

Presto la sua <strong>di</strong>tta per il commercio dei cereali <strong>di</strong>venne una delle prime della città. Alla<br />

sua morte avvenuta nel marzo del 1848 lasciò la casa della Mengstraße che serviva da<br />

ufficio e da abitazione e i ricchi magazzini sul fiume Trave. Nel romanzo il<br />

rappresentante della prima generazione della famiglia Buddenbrook incarna lo spirito<br />

borghese pratico ed efficiente, solido fisicamente e psicologicamente, raffinato<br />

culturalmente, che attraverso gli affari ha costruito una fiorente azienda commerciale. E’<br />

proprio il capostipite della <strong>di</strong>nastia, nel 1835 già settantenne, ad aprire le pagine del<br />

romanzo con la nipote Antonie.<br />

La moglie del console Jean, Elisabeth Buddenbrook nata Kröger, apre il romanzo all’età<br />

<strong>di</strong> trentadue anni. Il modello reale a cui l’autore si ispirò è la nonna Elisabeth Marty,<br />

seconda moglie <strong>di</strong> Johann Sigmund Mann, figlia <strong>di</strong> Johann Heinrich Marty, un ricco<br />

svizzero trapiantato a Lubecca e Catharina Elisabeth Marty. Nel romanzo spicca la sua<br />

inclinazione al lusso e l’eleganza della sua figura in ogni circostanza. Il bisnonno e la<br />

bisnonna corrispondono rispettivamente a Lebrecht Kröger e a Madame Kröger.<br />

Il console Johann Sigmund Mann II funge da modello per la figura del console Jean<br />

Buddenbrook. Figlio maggiore <strong>di</strong> Johann Sigmund Mann I restò a capo della <strong>di</strong>tta<br />

assumendo il titolo <strong>di</strong> console dei Paesi Bassi. Proprio come il suo corrispettivo il console<br />

Jean non fa mancare il suo amore verso i figli, anche se allo stesso tempo ne influenza le<br />

scelte e le azioni. Tratto saliente della sua personalità è il forte sentimento religioso, che<br />

alla morte passerà alla moglie.<br />

Per quanto riguarda gli esponenti della terza generazione viene de<strong>di</strong>cato più spazio a<br />

Thomas, Tony, Christian e uno spazio marginale a Clara.<br />

Thomas Buddenbrook presenta dei forti tratti <strong>di</strong> Johann Heinrich Mann, padre dell’autore<br />

e si avvicina a Thomas Mann stesso. Il primo riuscì a mantenere intatte le tra<strong>di</strong>zioni della<br />

<strong>di</strong>tta e della famiglia, all’età <strong>di</strong> ventitre anni <strong>di</strong>venne capo della <strong>di</strong>tta Mann, e a ventinove<br />

anni ottenne l’ambìto titolo <strong>di</strong> senatore. La sua riconosciuta capacità negli affari e nella<br />

vita pubblica si accompagnava all’interesse per eventi mondani e culturali: era sempre<br />

vestito impeccabilmente e furoreggiava nei salotti. Conquistò una delle ragazze più<br />

21


ambìte della città, Julia da Silva-Bruhns, nata in Brasile da commerciante tedesco e da<br />

una brasiliana <strong>di</strong> origine creola, che sposò nel 1869 e da cui ebbe cinque figli: Heinrich,<br />

Thomas, Julia, Carla e Viktor. L’autore spiando fra le pagine del <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> famiglia porta a<br />

conoscenza i lettori dell’etica Buddenbrook, vale a <strong>di</strong>re della filosofia del padre: „Mein<br />

Sohn, sei mit Lust bei den Geschäften am Tage, mache aber nur solche, daß wir bei Nacht<br />

ruhig schlafen können“ 39 .<br />

In secondo luogo il carattere <strong>di</strong> Thomas Buddenbrook ricorda per certi tratti quelli del suo<br />

creatore. Verso la fine del romanzo emergono infatti delle tematiche che avvicinano i due,<br />

quali la vita da borghese, l’esistenza religiosa e la vena pessimistica. Non a caso Katja<br />

Mann scrisse: „In der Figur des Senators steckt also ja auch sehr viel Thomas Mann<br />

drin“ 40 . La sua maniacale pulizia e l’attenzione nel vestirsi sono lo strumento con il quale<br />

Thomas, verso la fine della sua vita, vuol far intendere agli altri <strong>di</strong> essere ancora sicuro <strong>di</strong><br />

sé, anche se si tratta <strong>di</strong> mera apparenza. Nonostante siano numerose le sod<strong>di</strong>sfazioni<br />

nell’arco della sua vita, i primi traguar<strong>di</strong> della <strong>di</strong>tta, il fidanzamento e il matrimonio con<br />

Gerda, la costruzione <strong>di</strong> una nuova e ricca casa, l’elezione a senatore e la nascita del figlio<br />

Hanno, si ritrova a vivere con poche gioie e con il pensiero fisso della vecchiaia.<br />

Il modello per Christian Buddenbrook é il fratello del senatore Johann Heinrich Mann,<br />

ossia Friedrich Wilhelm Mann, chiamato dai nipoti Onkel Friedel. Di lui si possono<br />

sapere le reazioni al romanzo, in modo particolare all’insistente quanto scomodo<br />

paragone con il “ribelle” Christian Buddenbrook. Nel 1903 aveva avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

subito al nipote quello che pensava del romanzo inviandogli una cartolina da Cuxhaven<br />

dove si era nel frattempo trasferito: „Dein Buch, Die Buddenbrooks hat mir viele Leiden<br />

bereitet. Ein trauriger Vogel, der sein eigenes Nest beschmutzt! 41 ”. Una reazione che lo<br />

39 Thomas Mann, Buddenbrooks, Text, Eckhard Heftrich/ Stephan Stachorski (a cura <strong>di</strong>)<br />

in Thomas Mann, Grosse kommentierte Frankfurter Ausgabe. Werke-Briefe- Tagebücher,<br />

Bd.1.1, Frankfurt am Main, S. Fischer Verlag 2002, p.190. Il rimando alla cosiddetta Grosse<br />

kommentierte Frankfurter Ausgabe, cui si fa qui riferimento, apparirà d’ora nel lavoro con la sigla<br />

GkFA, seguita dal numero del volume e della pagina.<br />

40 Katia Mann, Meine ungeschriebenen Memorien, Elisebeth Plessen/Michael Mann (a cura <strong>di</strong>),<br />

Frankfurt am Main, S. Fischer 1974, p. 176.<br />

41 Sonja Matthes, Friedrich Mann, oder, Christian Buddenbrook: eine Annäherung, Würzburg,<br />

Königshausen & Neumann GmbH 1997, p. 56.<br />

22


scrittore non accettò, come scrisse in una lettera datata 18 gennaio 1904 al fratello Heirich<br />

Mann:<br />

Neulich bekam ich plötzlich eine Karte von Onkel Friedel, eine Ansichtskarte von<br />

einem Nordseedampfer […]. Zuerst empfand ich eine Art von komischem Stich.<br />

Dann dachte ich: ‚Du Thor! Er begreift also nicht, daß ich mich besser, länger,<br />

leidenschaftlicher mit ihm beschäftigt habe als sonst irgend jemand‘ 42 .<br />

In seguito Friedrich Wilhelm Mann volle riba<strong>di</strong>re pubblicamente la sua amarezza nei<br />

riguar<strong>di</strong> dell’autore scrivendo in un inserto del giornale nel 1913 la seguente lettera, che<br />

scateno l’ilarità <strong>di</strong> numerosi lettori <strong>di</strong>vertiti dalla sua reazione:<br />

Es sind mir im Laufe der letzten zwölf Jahren durch <strong>di</strong>e Herausgabe der<br />

„Buddenbrooks“, verfasst von meinem Neffen, Herrn Thomas Mann in München,<br />

dermassen viele Unannehmilichkeiten erwachsen, <strong>di</strong>e von den traurigsten<br />

Konsequenzen für mich waren, zu welchen jetzt noch <strong>di</strong>e Herausgabe des Alberts<br />

schon Buobes „Thomas Mann und seine Pflicht“ tritt. Ich sehe mich deshalb<br />

veranlasst, mich an das lesende Publikum Lübecks zu wenden und dasselbe zu bitten,<br />

das oben erwähnte Buch gebührend einzuschätzen. Wenn der Verfasser der<br />

„Buddenbrooks“ in karikierender Weise seine allernächsten Vorwandten in den<br />

Schmuts nicht und deren Lebensschicksale eklatant preisgibt, so wird jeder<br />

rechtdenkende Mensch finden, daß <strong>di</strong>eses verwerflich ist. Ein trauriger Vogel, der<br />

sein eigenes Nest beschmutzt 43 .<br />

Thomas Mann rispose commentando che non c’era esempio migliore per la <strong>di</strong>fferenza tra<br />

il personaggio e il modello: „Mein Christian Buddenbrook hätte <strong>di</strong>eselbe Annonce nicht<br />

geschrieben” 44 . Molte però sono le somiglianze a cui lo scrittore allude. Lo zio Friedel<br />

nacque il 16 settembre 1847 a Lubecca, dopo la scuola nel 1865 si recò a Londra per<br />

lavorare presso un commerciante, ma trascorse gran parte del tempo a teatro frequentando<br />

la vita notturna. Senza far ritorno alla città natale partì per il Sud America dove rimase tre<br />

anni per poi ritornare a casa dove lavorò per poco tempo nell’azienda <strong>di</strong> famiglia. In<br />

42 ibid.<br />

43 ibid.<br />

44 Mann, Briefe an Otto Grautoff 1894-1901 und Ida Boy-Ed 1903-1928, op. cit. p.10, p. 175.<br />

23


seguito si trasferì ad Amburgo lontano dal fratello e protetto dalla madre. Qui fece la<br />

conoscenza <strong>di</strong> Alice Kahlbau con la quale ebbe dei figli.<br />

A <strong>di</strong>fferenza del romanzo il rapporto tra Friedrich Wilhelm Mann e il fratello Johann<br />

Heinrich Mann non deve essere stato così conflittuale come avviene tra Thomas e<br />

Christian. Nel testamento infatti Johann Heinrich Mann affidò al controllo <strong>di</strong> Friedel il<br />

figlio maggiore Heinrich con la speranza che il fratello riuscisse a esercitare su <strong>di</strong> lui<br />

un’influenza positiva.<br />

Christian Buddenbrook è fin da bambino <strong>di</strong> carattere istrionico, ama fare scherzi e<br />

imitazioni per <strong>di</strong>vertire la gente che conosce. Inoltre è solito raccontare storie sulle sue<br />

esperienze nel continente sudamericano che assomigliano a quelle della mamma<br />

dell’autore. Crescendo mantiene il carattere <strong>di</strong>vertente ed originale, anche se il suo<br />

atteggiamento gaudente gli procura le prime antipatie da parte del fratello Thomas, serio e<br />

responsabile, che non ama il suo fare. Christian si <strong>di</strong>mostra infatti poco interessato agli<br />

affari della <strong>di</strong>tta, in netto contrasto con le tendenze <strong>di</strong> Thomas e gli auspici del padre.<br />

Inoltre la sua salute è cagionevole e una serie <strong>di</strong> indefiniti malanni gli impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong><br />

applicarsi al lavoro. Per fargli acquisire esperienza nel campo del commercio viene spinto<br />

a recarsi all’estero, ma anche in questi posti preferisce impiegare il suo tempo per<br />

<strong>di</strong>vertirsi piuttosto che per lavorare. In questo periodo il rapporto tra Thomas e Christian<br />

<strong>di</strong>venta quanto mai conflittuale: il nuovo capo famiglia Buddenbrook non ama che il<br />

fratello si <strong>di</strong>sinteressi della <strong>di</strong>tta e la cosa che più <strong>di</strong> ogni altra lo infasti<strong>di</strong>sce è che con la<br />

sua reputazione macchi l’integerrimo nome <strong>di</strong> famiglia. I rapporti peggiorano sempre più,<br />

finché Christian decide <strong>di</strong> abbandonare la casa per sposare Aline Puvogel, una ragazza<br />

agli occhi <strong>di</strong> tutti <strong>di</strong> facili costumi, conosciuta durante le frequentazioni <strong>degli</strong> ambienti<br />

teatrali, <strong>di</strong> cui si era innamorato e da cui aveva avuto una figlia. Poco dopo, le sue<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute lo costringono a farsi ricoverare in un istituto, dove rimarrà fino alla<br />

fine del romanzo. In realtà i litigi tra i due fratelli sono da collegare ai tentavi <strong>di</strong> ribellione<br />

<strong>di</strong> Thomas Mann con il padre.<br />

Il modello per Clara Buddenbrook, che inizialmente si doveva chiamare Maria, è Olga<br />

Maria Mann. Nacque nel 1845 a Lubecca e si sposò a vent’anni con il commerciante<br />

tedesco Gustav Sievers per poi trasferirsi a San Pietroburgo, dove abitò ammalata e senza<br />

figli e morì all’età <strong>di</strong> quarantun anni. Si ha traccia <strong>di</strong> lei leggendo la storia <strong>di</strong> Clara<br />

Buddenbrook e della sua fragilità, personaggio femminile a cui non viene de<strong>di</strong>cato molto<br />

spazio nella vicenda della famiglia. Clara è l’ultimogenita <strong>di</strong> Jean e Elisabeth, nata un po’<br />

prematura dopo una gravidanza che ha causato molti dolori alla madre. A <strong>di</strong>ciannove anni<br />

24


sposa Sievert Tiburtius, pastore <strong>di</strong> Riga, ma la sua salute cagionevole la condanna a una<br />

precoce morte.<br />

Altra rappresentante della terza generazione Buddenbrook, è Antonie Buddenbrook.<br />

Riguardo a lei, al suo modello nella famiglia Mann e ai personaggi maschili con i quali<br />

entrerà in stretto contatto rimando al paragrafo successivo, essendo una delle protagoniste<br />

del romanzo, ma figura femminile attorno alla quale ruota la presente trattazione.<br />

L’ultimo esponente <strong>di</strong> casa Buddenbrook, ossia unico rappresentante della quarta<br />

generazione è Johann Buddenbrook, chiamato da tutti Hanno. Nessun altro personaggio<br />

del romanzo presenta delle somiglianze tali con l’autore. La sua inclinazione per la<br />

musica, per l’arte e la sua melanconia, la sua posizione <strong>di</strong>fensiva verso l’atteggiamento<br />

del padre nella vita lavorativa e privata affiorano nel racconto autobiografico dello stesso<br />

autore. L’infanzia <strong>di</strong> Thomas fu un’infanzia felice, vissuta all’ombra della madre e <strong>di</strong><br />

Heinrich, il fratello maggiore. La prima, con la sua vitalità, la sua fantasia, la sua passione<br />

per la musica costituiva un’eccezione non solo nell’ambiente familiare, ma in tutto<br />

l’ambiente citta<strong>di</strong>no. Nel libro ci sono dei riferimenti all’infanzia del piccolo Hanno, che<br />

rimanda a quella dello scrittore come il teatrino delle marionette che Hanno riceve a<br />

Natale e ancora il libro delle mitologie, quel libro <strong>di</strong> saghe greche dal quale la mamma<br />

Julia leggeva al figlio Thomas e accresceva così la sua fantasia, o i sentimenti <strong>di</strong><br />

esaltazione e stupore per aver assistito a un’opera teatrale. Inoltre anche l’autore, come<br />

Hanno, provava ripugnanza per la scuola, l’e<strong>di</strong>ficio del Katharineum. Nel romanzo<br />

racconta i cambiamenti avvenuti nella vecchia scuola, dopo il 1870, sotto la guida dello<br />

spirito prussiano con la sua rigida e sterile <strong>di</strong>sciplina, attraverso la descrizione <strong>di</strong> una<br />

angosciosa giornata <strong>di</strong> Hanno a scuola, prelu<strong>di</strong>o della malattia e della morte del<br />

giovinetto. Mentre il senatore Mann dovette rassegnarsi alla prospettiva della fine della<br />

famiglia in quanto rappresentante <strong>di</strong> un orgoglioso patriziato borghese legato al<br />

commercio, <strong>di</strong>versa è la posizione del senatore Buddenbrook: Hanno deve prendere in<br />

mano le sorti della <strong>di</strong>tta una volta che il padre è venuto a mancare, come è successo con le<br />

precedenti generazioni. Perciò è fuori <strong>di</strong>scussione che il figlio frequenti un istituto tecnico<br />

commerciale, per <strong>di</strong>ventare un giorno commerciante. Il <strong>di</strong>sinteresse <strong>di</strong> Hanno verso gli<br />

stu<strong>di</strong> rispecchia quello nutrito verso la <strong>di</strong>tta del padre. Nonostante il senatore per<br />

introdurlo alla carriera commerciale lo interroghi <strong>di</strong> continuo, facendogli recitare i nomi<br />

delle strade, il figlio oppone resistenza. Certamente Hanno non è il tipo <strong>di</strong> erede <strong>di</strong> cui ha<br />

bisogno la famiglia. Preferisce la solitu<strong>di</strong>ne al caos, la musica alla scuola e ha paura del<br />

padre che lo vuole propenso ad interessi che lui non con<strong>di</strong>vide. Questa incapacità è<br />

25


simboleggiata dalla debolezza e dalla sentimentalità del ragazzo che esagera i tratti dello<br />

scrittore. Gli stessi sentimenti <strong>di</strong> Mann e i sensi <strong>di</strong> colpa provati sono tradotti con il<br />

declino della famiglia. Hanno è un ragazzo triste che soffre psicologicamente molto e che<br />

vorrebbe vedersi libero da tutti i vincoli che il suo nome gli impone. E’ amato dai suoi<br />

genitori, ma non è capito, soprattutto dal padre, che non comprende il suo atteggiamento e<br />

il suo modo <strong>di</strong> porsi nei confronti <strong>degli</strong> altri. Hanno Buddenbrook potrebbe quin<strong>di</strong><br />

ricordare Thomas Mann nel senso del figlio della famiglia incapace <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le<br />

aspettative, <strong>di</strong> svolgere quel ruolo scelto da tutti per lui.<br />

Gerda Arnoldsen, madre dell’ultimo rappresentante della <strong>di</strong>nastia e moglie del senatore<br />

Thomas Buddenbrook, è la figlia <strong>di</strong> un violinista olandese molto virtuoso. I suoi tratti, il<br />

rosso scuro dei capelli, l’incarnato della pelle chiaro, la sua figura slanciata e snella, uniti<br />

al suo modo <strong>di</strong> essere la <strong>di</strong>stanziano dall’ambiente tedesco, e in particolare da quello della<br />

famiglia Buddenbrook. Il matrimonio tra Thomas Buddenbrook e Gerda Arnoldsen è<br />

argomento <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione nei salotti, nei circoli e persino in Borsa. In città viene descritta<br />

come una donna dal temperamento freddo che solo la musica può alterare. Come il padre<br />

ha maturato infatti una irrefrenabile passione per la musica che non esita a trasmettere al<br />

figlio. Viene descritta come profondamente infelice in un ambiente alieno ad ogni forma<br />

<strong>di</strong> arte e <strong>di</strong> bellezza. Ricorda sotto certi aspetti Julia de Silva Bruhns, la mamma<br />

dell’autore che il padre sposò nel 1869. Suo padre Johann Bruhns, infatti, come voleva la<br />

tra<strong>di</strong>zione per i figli cadetti delle famiglie <strong>di</strong> mercanti <strong>di</strong> Lubecca, era stato mandato<br />

all’estero a tentare la fortuna. Emigrato in Brasile, successivamente era <strong>di</strong>venuto<br />

proprietario <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi zuccherifici. Inoltre, grazie alla sua intraprendenza, era stato<br />

nominato delegato imperiale <strong>di</strong> Don Pedro II per i territori dell’interno. Aveva sposato<br />

infine la figlia <strong>di</strong> un ricco piantatore portoghese che però era morta dando alla luce uno<br />

dei figli. Nel romanzo non viene mai nominato il Brasile, ma sicuramente si è <strong>di</strong>nanzi a<br />

una bellezza esotica.<br />

La gelosia <strong>di</strong> Thomas Buddenbrook per il rapporto della moglie Gerda con il sottotenente<br />

René Maria von Throta, con cui con<strong>di</strong>videva la passione per la musica, ricorda le<br />

frequentazioni della madre dell’autore con i musicisti che si tenevano a casa Mann.<br />

L’autore ha dunque preso come modello alcuni abitanti <strong>di</strong> Lubecca anche per<br />

caratterizzare personaggi minori del romanzo come Edmund Pfühl, maestro <strong>di</strong> musica e<br />

organista della Marienkirche, che presenta delle forti somiglianze con Alexander von<br />

Fielitz, insegnante e primo <strong>di</strong>rettore d’orchestra del teatro citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Lubecca. Così<br />

26


icordava Thomas Mann le serate musicali alle quali partecipava in casa:<br />

Meine Mutter hatte eine kleine, aber überaus angenehme und liebliche Stimme, und<br />

mit einem künstlerischen Takt, der das Sentimentale so selbstverständlich wie das<br />

Theatralische ausschloß, sang sie […]. Ihr verdanke ich eine nie verlorene<br />

Vertrautheit mit <strong>di</strong>esem vielleicht herrlichsten Gebiet deutscher Kunstpflege 45 .<br />

Anche per tratteggiare la figura <strong>di</strong> Sesemi Weichbrodt, insegnante <strong>di</strong> collegio <strong>di</strong> Tony e<br />

amica <strong>di</strong> famiglia, Thomas Mann prese a modello due persone realmente esistite: Therese<br />

Bousset, a capo <strong>di</strong> un collegio femminile a Lubecca, e sua madre. Quando la moglie morì<br />

durante il parto, Ludwig Bruhn decise <strong>di</strong> fare ritorno a Lubecca con i cinque figli. Mentre<br />

i tre figli più gran<strong>di</strong> furono accu<strong>di</strong>ti dalla nonna, Julia e il fratello furono affidati a una<br />

signora francese, Therese Bousset per l’appunto 46 .<br />

Altro personaggio ad avere un modello reale è Stephan Kistenmaker, amico e ammiratore<br />

del senatore, ritiratosi dall’attività dopo aver accumulato ricchezza con il commercio dei<br />

vini insieme al fratello. Nella realtà si tratta del commerciante Krafft Tesdorpf, membro<br />

<strong>di</strong> una famiglia esponente dal <strong>di</strong>ciassettesimo secolo del patriziato <strong>di</strong> Lubecca. Krafft<br />

Tesdorpf <strong>di</strong>venne inoltre il tutore <strong>di</strong> Thomas Mann e dei suoi quattro fratelli assieme al<br />

console Hermann Wilhelm Fehling dopo la morte <strong>di</strong> Johann Heinrich Mann avvenuta il<br />

13 ottobre 1891.<br />

La famiglia Mann non doveva fronteggiare un’acerrima competizione negli affari come<br />

invece accade per famiglia Buddenbrook. Non c’erano <strong>degli</strong> Hagenström a contrastare <strong>di</strong><br />

continuo gli interessi della <strong>di</strong>tta e a ere<strong>di</strong>tare alla fine il successo della famiglia; ciò<br />

nonostante gli Hagenström, comproprietari della <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> esportazione “Strunck &<br />

Hagenström” hanno come modello la famiglia Fehling.<br />

Nei Buddenbrook c’è spazio anche per le figure sacerdotali tra le quali il pastore Andreas<br />

Pringsheim, subentrato al vecchio Kölling, che si ispira al pastore Ranke.<br />

Il conte Kai Mölln, l’unico compagno con il quale Hanno ha stretto un rapporto profondo<br />

sin dai primi giorni <strong>di</strong> scuola, un ragazzo <strong>di</strong> nobile origine, ma dall’aspetto trasandato,<br />

ricorda il compagno <strong>di</strong> scuola dell’autore, Eberhard Graf Schwerin.<br />

45 Mann, Über mich selbst, op. cit., p.9.<br />

46 Julia Mann, Ich spreche so gern mit meinen Kindern. Erinnerungen, Skizzen, Briefwechsel mit<br />

Heinrich Mann, a cura <strong>di</strong> Rosemarie Eggert, Berlin, Aufbau Taschenbuch 1991.<br />

27


Klothilde Buddenbrook, detta Thilde, proviene da un ramo laterale della famiglia, del<br />

tutto privo <strong>di</strong> mezzi: è la figlia <strong>di</strong> un nipote del vecchio signor Buddenbrook che fa<br />

l’intendente in una tenuta vicino a Rostock e viene accu<strong>di</strong>ta in casa perché ha la stessa età<br />

<strong>di</strong> Antonie ed è una ragazza volonterosa. Viene però descritta al termine della narrazione<br />

come una vecchia zitella che ha accettato il suo destino e non ha fatto nulla per sfuggirvi:<br />

non mostra infatti interesse per il matrimonio e proprio per questo Thomas le troverà una<br />

sistemazione in un monastero. Nel romanzo viene spesso ripresa per la sua abitu<strong>di</strong>ne a<br />

mangiare in gran quantità nonostante il suo fisico asciutto. Nella realtà l’autore si ispira<br />

alla cugina paterna Thekla Mann. Così come nel romanzo c’è un contrasto tra il<br />

temperamento <strong>di</strong> Tony e quello della cugina, anche nella vita reale si trova lo stesso<br />

contrasto tra Elisabeth e Thekla Mann.<br />

4. Elisabeth Mann e Tony Buddenbrook: due vite a confronto<br />

Dopo aver presentato numerosi personaggi della famiglia Buddenbrook è giunto il<br />

momento <strong>di</strong> trattare la figura <strong>di</strong> Antonie Buddenbrook, personaggio attorno al quale ruota<br />

il presente elaborato. Anche questa figura femminile, come la maggior parte <strong>di</strong> quelle che<br />

affollano le pagine del romanzo, presenta <strong>degli</strong> elementi autobiografici <strong>di</strong> facile<br />

in<strong>di</strong>viduazione. Il modello a cui Thomas Mann si è ispirato per rappresentare Tony<br />

Buddenbrook è la zia Elisabeth, sorella del padre 47 . Risulta allora opportuno ripercorrere<br />

la vita <strong>di</strong> Elisabeth Mann per addentrarsi in quella <strong>di</strong> Antonie Buddenbrook e trovare<br />

molti aspetti comuni che emergeranno nel corso della presente trattazione, dal momento<br />

che l’autore ha ricostruito la storia del suo personaggio <strong>di</strong> pari passo con quella della zia.<br />

Tantissime informazioni sulla vita della zia Thomas Mann poté ricavarle dal resoconto<br />

che la sorella Julia gli fece pervenire. Dal primo all’otto settembre 1897, infatti, Julia<br />

Mann si impegnò nella scrittura <strong>di</strong> un quaderno <strong>di</strong> ventotto pagine su richiesta del fratello<br />

dove raccolse accuratamente tutto quello che la zia, che all’epoca si trovava a Dresda, le<br />

aveva raccontato e che fu fondamentale per la caratterizzazione del personaggio<br />

femminile 48 . Lo stesso autore parlando del contributo della sorella lo ricorda come „viel<br />

47 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.175<br />

48 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p. 183.<br />

28


an Fakten, menschlicher Physiognomie und Verhaltensweise[n]” 49 e per ringraziarla le<br />

de<strong>di</strong>cò la terza parte del romanzo che racconta la vita <strong>di</strong> Tony.<br />

Dal canto suo la sorella non scordò <strong>di</strong> ammonire il fratello per quello che si accingeva a<br />

fare poiché era del tutto consapevole dello scandalo che sarebbe scoppiato a Lubecca<br />

dopo la pubblicazione del romanzo. Gli scrisse infatti:<br />

[…] Nun habe ich aber <strong>di</strong>e große, dringende Bitte an <strong>di</strong>ch, doch ja recht, recht<br />

vorsichtig umzugehen mit den Mitteeilungen, <strong>di</strong>e ich Dir gemacht habe. Bedenke,<br />

daß mehrere von den erwühnten Personen noch leben – unter Anderm Elfeld, – und<br />

gehe besonders mit Alice‘s Geschichte schonend um. Ich hätte Dir vielleicht einiges<br />

mehr über sie schreiben können, aber ich fühle, daß jedes Wort eine In<strong>di</strong>skretion ist,<br />

das ich von dem schreibe, was sie mir als Verwandte und Freun<strong>di</strong>n anvertraut hat,<br />

und ich fürchte schon zuviel gesagt zu haben. Bitte, nimm mir <strong>di</strong>ese Ermahnung<br />

nicht übel, –ich darf ja eigentlich voraussetzen, daß du alles taktvoll behandeln<br />

wirst– 50 .<br />

Julia racconta dell’infanzia della zia che nacque nel 1839. I genitori viaggiavano spesso<br />

insieme, soprattutto in Svizzera e a Parigi, e durante la loro assenza i bambini venivano<br />

accu<strong>di</strong>ti da una signora, Ida Buchwaldt. La zia, una ragazza alquanto vivace, cambiò più<br />

volte scuola, anche se le piaceva stu<strong>di</strong>are, e fu messa infine in collegio. Amava leggere il<br />

romanzo Ein launenhaftes Weib, la cui eroina aveva secondo la sua educatrice delle<br />

somiglianze con la piccola Elisabeth. La sorella dell’autore narra delle amicizie della zia<br />

con Hermann e Julchen Fehling e dei suoi primi amori, come l’affetto nutrito per un<br />

giovane spagnolo con il quale si scambiava <strong>di</strong> nascosto biglietti d’amore. Un tratto<br />

caratterizzante era la sua tendenza al lusso che doveva avere ere<strong>di</strong>tato dalla madre. Julia<br />

descrive inoltre le sensazioni e le reazioni della fanciulla all’irrompere dei moti<br />

rivoluzionari nel 1848, quando aveva nove anni.<br />

Il signore Elfeld al quale la sorella alludeva nella lettera era il primo marito <strong>di</strong> Elisabeth<br />

che nel romanzo prende il nome <strong>di</strong> Ben<strong>di</strong>x Grünlich, il commerciante <strong>di</strong> Amburgo, primo<br />

49 Ulrich Dietzel, Tony Buddenbrook- Elisabeth Mann. Ein Beitrag zur Werksgeschichte der<br />

Buddenbrooks, in «Sinn und Form», 15, Rütten & Loening, Berlin 1963, p. 499.<br />

50 GkFA Bd. 1.2, p.642.<br />

29


marito <strong>di</strong> Antonie 51 . Nacque il 6 <strong>di</strong>cembre 1829 a Ratzeburg e fu battezzato con il nome<br />

<strong>di</strong> Ernst Georg Anton Elfeld nella chiesa San Pietro. Suo padre prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare pastore<br />

a Krummesse era rettore della Stadtschule. Il suo nome comparve per la prima volta,<br />

all’età <strong>di</strong> ventiquattro anni, nella rubrica con recapito Neue Fuhlentwiete 104.<br />

Julia racconta l’incontro tra la zia allora <strong>di</strong>ciassettenne e il futuro sposo Ernst Elfeld,<br />

avvenuto una sera nella casa dei genitori nella Mengstraße. La reazione della ragazza alla<br />

vista del pretendente fu lapidaria: „Was will denn der Kerl hier am späten Abend? 52 ”. Fin<br />

dal primo sguardo il pretendente non fece quin<strong>di</strong> una bella impressione sulla ragazza:<br />

„Was für ein langweiliger, gezierter Mensch!” 53 ; opposta fu la reazione della famiglia che<br />

lo accolse ben volentieri in casa. Il padre la mandò per riflettere presso la famiglia Bartels<br />

a Stettin, una delle famiglie più ricche e in vista della città. Le pressioni furono talmente<br />

tante che messa alle strette decise <strong>di</strong> pronunciare il suo sí e il matrimonio fu celebrato con<br />

il nuovo anno.<br />

Venne composta una poesia per festeggiare il coronamento <strong>di</strong> questa unione, metà in alto<br />

tedesco, metà in basso tedesco, che assomiglia alla poesia recitata nel romanzo da Jean<br />

Jacques Hoffstede in onore della cena per l’inaugurazione della nuova casa della famiglia<br />

Buddenbrook. Ecco alcune strofe del componimento:<br />

Der Bräutigam zählt 27 Jahre<br />

und 18 seine Braut;<br />

Ihr Bund enthalte alles Schöne, Wahre,<br />

Weil Beide lieb und traut.<br />

Herr Ernst Elfeldm to Crummess‘ geboren<br />

hett op Hochschool hier lehrt;<br />

He is de Söhn von dortigen Pastoren,<br />

den allgemehn man ehrt.<br />

[…]<br />

Gott segne seine Firma und sein Streben,<br />

da er so lieb und traut;<br />

Erhebt das Glas: „Hoch soll Ernst Elfeld leben<br />

mit seiner theuern Braut!“<br />

51 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.176.<br />

52 GkFA Bd. 1.2, p.647.<br />

53 GkFA Bd. 1.2, p.648.<br />

30


De braven Oellern mütt Ehnjeder wäten,<br />

Kahmt nu tonächst heran;<br />

Herr Pastor Elfeld hoch! Nicht to vergäten:<br />

Herr Johann Sigmund Mann! 54 .<br />

La neo coppia andò ad abitare ad Amburgo presso un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> nuova costruzione al<br />

Neuen Wall 59 per poi trasferirsi a Ütersen quando Elfeld <strong>di</strong>chiarò fallimento, soprattutto<br />

a causa della prima crisi economica mon<strong>di</strong>ale del 1857 che colpì anche alcuni membri<br />

della famiglia Mann costringendoli a sacrifici 55 . La dote che aveva ricevuto in dono con il<br />

matrimonio aveva causato solo in parte la salvezza della <strong>di</strong>tta e ammontava a 5.000<br />

marchi (non a 80.000 marchi, cifra che compare nel romanzo). Anche nel processo del<br />

<strong>di</strong>vorzio venne sottolineato che il signor Elfeld aveva ingannato il suocero sulla reale<br />

situazione dei suoi affari. Nel racconto che Julia fa al fratello si parla <strong>di</strong> una piccola città<br />

<strong>di</strong> Ültzen dove nacquero entrambi i bambini. Il 7 settembre 1858 nacque una bambina<br />

battezzata con il nome <strong>di</strong> Olga Catharina Elisabeth che aveva tre madrine, come<br />

richiedeva la tra<strong>di</strong>zione: la bisnonna Catharina Elisabeth Marty, la nonna Elisabeth Mann<br />

e la prozia Catharina Johanna Elisabeth Ravit, futura matrigna <strong>di</strong> Elfeld. Il 17 luglio 1860<br />

nacque il figlio Siegmund Christian Carl, nome preso dal nonno materno il console<br />

Johann Siegmund Mann, il prozio professore Johann Christian Ravit e il pastore Dr. Carl<br />

Siegmund Elfeld dalla parte paterna. Nonostante i tentativi <strong>di</strong> Elfeld <strong>di</strong> riprendersi da<br />

questo duro colpo, la situazione <strong>di</strong>fficile in cui il marito si era venuto a trovare era ormai<br />

insopportabile per la moglie, che vedeva la sua dote sciupata. A causa del <strong>di</strong>sinteresse <strong>di</strong><br />

Elfeld verso la moglie e figli, Elisabeth ebbe il permesso dal padre <strong>di</strong> lasciare Ütersen<br />

dopo quattro anni nell’inverno 1861-1862 per abitare assieme ai figli il secondo piano<br />

della casa nella Mengstraße 56 . Inutilmente Elfeld tentò <strong>di</strong> farle cambiare idea e si spostò<br />

ad Amburgo. All’inizio del 1864 Elfeld fu sorpreso dall’accusa della moglie „auf<br />

54 Karsten Blöcker, eues von Tony Buddenbrook. Über <strong>di</strong>e beiden Ehen der Elisabeth Mann, in<br />

Hans Wysling/ Thomas Sprecher/ Ruprecht Wimmer (a cura <strong>di</strong>), in Thomas Mann Jahrbuch<br />

17/2004, Frankfurt am Main, Vittorio Klostermann 2004, p.13.<br />

55 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.177<br />

56 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.178<br />

31


gerichtliche Aussprechung der Scheidung von Tisch und Bett” 57 , accusa che comportava<br />

una separazione, non uno scioglimento del matrimonio. Il figlio rimase dal padre mentre<br />

la figlia rimase con la madre. Dopo un anno dalla separazione morì il padre <strong>di</strong> Elisabeth a<br />

sessantasei anni, a cui si era molto legata soprattutto durante il periodo della malattia. Dal<br />

momento che Johann Sigmund Mann aveva aiutato il figlio a riprendersi dal fallimento,<br />

Elfeld sperava <strong>di</strong> ricevere lo stesso trattamento. Il fratello <strong>di</strong> Elisabeth, Thomas Johann<br />

Heinrich Mann, dopo aver preso in mano la <strong>di</strong>tta volle invece terminare questa sorte <strong>di</strong><br />

esilio della sorella con i figli per darle una nuova prospettiva <strong>di</strong> vita. Dal canto suo Elfeld,<br />

non potendo evitare il <strong>di</strong>vorzio, volle che non gli fosse attribuita nessuna colpa e volle<br />

assicurarsi i <strong>di</strong>ritti ere<strong>di</strong>tari dei figli. Il 15 febbraio del 1864 <strong>di</strong>chiarò che la moglie aveva<br />

abbandonato la casa perché, abituata fin da piccola a vivere negli agi e nel lusso, non<br />

aveva mai potuto accettare <strong>di</strong> vivere ai margini della società, fatto che si era verificato per<br />

circostanze sfortunate. L’imputata rispose con l’accusa il 22 febbraio sostenendo <strong>di</strong> aver<br />

avuto incoscienza <strong>di</strong> sposarlo quando era appena una ragazza. Durante il processo per il<br />

<strong>di</strong>vorzio ella fece sapere per mezzo <strong>degli</strong> avvocati:<br />

Da der Kläger Elfeld <strong>di</strong>e immer tiefere Wurzeln fassende Abneigung nicht zu<br />

besiegen vermag, so mag er sich scheiden lassen und eine andere Frau unglücklich<br />

machen; <strong>di</strong>e Beklagte ist dessen satt, sie geht eher ins Wasser als ins klägerische<br />

Haus 58 .<br />

Un fatto tragico colse i genitori impegnati con la causa del <strong>di</strong>vorzio: il febbraio del 1867<br />

morì la figlia Olly <strong>di</strong> cinque anni e mezzo per encefalite, un mese dopo la separazione dei<br />

beni dei coniugi. La sentenza aveva stabilito, infatti, che il matrimonio venisse sciolto il<br />

24 giugno 1864 per colpa <strong>di</strong> Elisabeth, rea <strong>di</strong> avere abbandonato <strong>di</strong> sua iniziativa il tetto<br />

coniugale.<br />

Elfeld si sposò per la seconda volta con Elisabeth Margarethe Feldmann, figlia dell’<br />

insegnante <strong>di</strong> ginnasio Franz Friederich Feldmann nella vicina Altona. Lui aveva trentotto<br />

anni, lei <strong>di</strong>ciotto e il matrimonio durò fino alla sua morte per quarantacinque anni. Si era<br />

57 Gerhard Ahrens, Eine bösliche Verlasserin ihres Ehemannes. Die wahre Geschichte von Ben<strong>di</strong>x<br />

Grünlich und Tony Buddenbrook , in »Der Wagen», Lübecker Beiträge zur Kultur und<br />

Gesellschaft, Lübeck, Hansiches Verlagskontor 2002, p. 18.<br />

58 Blöcker, eues von Tony Buddenbrook. Über <strong>di</strong>e beiden Ehen der Elisabeth Mann, op. cit.,<br />

p.31, p.15.<br />

32


nel frattempo trasferito a Vienna dove era stato attivo come segretario nella Kaiserstadt<br />

Osterreichischen Nordweste Dampfschiffahrts-Gesellschaft, mentre il figlio Sigmund, che<br />

aveva intrapreso la carriera teatrale, era impegnato all’epoca al Volkstheater viennese.<br />

Dopo aver fatto ritorno a Lubecca, morì il 19 maggio 1912 a ottantadue anni, cinque mesi<br />

e quin<strong>di</strong>ci giorni.<br />

A venticinque anni, <strong>di</strong>vorziata con un bambino, Elisabeth decise <strong>di</strong> tornare a casa dai<br />

genitori, o meglio, dalla madre rimasta vedova, Elisabeth Mann nata Marty. Questa<br />

sistemazione doveva però essere temporanea. Dal racconto <strong>di</strong> Julia emerge infatti che<br />

Elisabeth tentò in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> ottenere un posto come dama <strong>di</strong> compagnia in Inghilterra,<br />

ma ricevette la seguente risposta: „man müsse auf ihre Dienste verzichten, da sie zu<br />

hübsch sei. Es sei ein erwachsener Sohn im Hause“ 59 . Nel 1864 decise <strong>di</strong> cambiare ancora<br />

una volta città e si trasferì a Esslingen. Il motivo che spinse Elisabeth a scegliere questa<br />

città come meta dell’ennesimo trasferimento è da far risalire all’amicizia con Hermann<br />

Georg Heinrich Chelius che dopo la morte della prima moglie Charlotte Tesdorpf fece<br />

ritorno a Lubecca, <strong>di</strong>venendo <strong>di</strong>rettore commerciale del Schiffs- und Baggerwerft<br />

Lübecker Maschinenbau Gesellschaft LMG con il fratello <strong>di</strong> Elisabeth, Johann Heinrich<br />

Mann. Heinrich Chelius si costruì la casa nella Roeckstraße nel 1862, lo stesso anno in<br />

cui Elisabeth Elfeld aveva fatto ritorno nella casa dei genitori. Nel 1893 questa casa sarà<br />

l’ultima <strong>di</strong>mora della famiglia Mann a Lubecca dove la vedova Julia Mann abiterà con i<br />

cinque figli per qualche mese e nel romanzo è accennata con il nome <strong>di</strong> „Villa vorm Tor“,<br />

l’ultima <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> Gerda con il figlio Hanno 60 . Heinrich Chelius entrò in contatto con la<br />

famiglia Mann e con Thomas Johann Heinrich Mann durante la sua ascesa economica e<br />

ne conobbe anche la sorella, Elisabeth Elfeld, che presentò al fratello e alla cognata. Il<br />

fratello <strong>di</strong> lui, infatti, Rudolf Julius Chelius era a capo tra gli anni 1851 e 1875 <strong>di</strong> una casa<br />

e<strong>di</strong>trice a Stoccarda, specializzata soprattutto in libri per ragazzi. Frequentando la casa<br />

della coppia <strong>di</strong> e<strong>di</strong>tori Elisabeth conobbe Gustav Adolf Haag, membro <strong>di</strong> una delle<br />

famiglia più in vista della città. Anche se i due non sembravano essere fatti l’uno per<br />

l’altro, la moglie dell’e<strong>di</strong>tore Chelius ci mise del suo per farli <strong>di</strong>ventare una coppia. Il<br />

matrimonio fu celebrato a Lubecca presso la casa paterna della sposa nella Mengstraße il<br />

28 aprile 1866 61 . Il primo gennaio 1867 i nuovi sposi stipularono il contratto<br />

59 GkFA Bd. 1.2, p. 652.<br />

60 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.179.<br />

61 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce p. 180.<br />

33


matrimoniale a Esslingen <strong>di</strong> cui Julia riporta dettagliatamente gli accor<strong>di</strong> 62 . Lo sposo<br />

versò 22.737 fiorini, fra questi la sua parte nella <strong>di</strong>tta Bahnmayer con 20.500 fiorini, la<br />

sposa Elisabeth invece 4.211 fiorini. Inoltre la <strong>di</strong>tta Johann Siegmund Mann,<br />

Commissions- und Spe<strong>di</strong>tionsgeschäft concedeva a Gustav Adolf Haag un prestito <strong>di</strong><br />

15.000 marchi a un tasso <strong>di</strong> interesse del 4%. La coppia si spostò nel 1886 presso la casa<br />

nella Webergasse 1 dove il 17 marzo 1867 nacque la figlia Alice battezzata il 21 aprile.<br />

Successivamente si trasferirono a Stoccarda, dopo la separazione nel 1869 dei fratelli<br />

Gustav Adolf e Rudolf Haag, che gestivano all’epoca un negozio <strong>di</strong> ferramenta, e Gustav<br />

Adolf Haag andò in bancarotta. Un anno dopo la famiglia si spostò a Cannstatt dove il 7<br />

gennaio del 1871 nacque il figlio Gustav Ewald Siegmund Henry, al battesimo del quale<br />

furono invitati stavolta solo i membri della famiglia Mann. Anche a Cannstatt però gli<br />

affari andavano male. Già nel 1870 c’erano stati problemi con i pagamenti <strong>di</strong> interesse e,<br />

nonostante una ulteriore iniezione <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to della <strong>di</strong>tta Johann Siegmund Mann <strong>di</strong> 24.000<br />

marchi, l’attività <strong>di</strong> commercio vinicolo chiuse i battenti dopo tre anni. Ecco che<br />

Elisabeth si trovava nuovamente nella situazione del precedente matrimonio. Nel<br />

descrivere il marito alla nipote non usa toni teneri:<br />

Er warf Teller auf <strong>di</strong>e Erde, wenn ihm das Essen nicht paßte, und als seine Frau<br />

einmal das Unglück hatte, sich beim Frühstück an einem Zwieback einen Zahn<br />

auszubeißen, machte er ihr, in seiner Eitelkeit, eine hübsche Frau zu haben, gekränkt,<br />

eine Scene, als sei sie daran schuld 63 .<br />

Ad aggravare il tutto si aggiunse l’arrivo nell’agosto 1875 del fratello, Friedrich Wilhelm<br />

Mann, meglio conosciuto come Friedel e come si è già detto modello <strong>di</strong> Christian<br />

Buddenbrook, che comparì a Cannstatt, sofferente <strong>di</strong> crisi ipocondriache e che lei decise<br />

<strong>di</strong> accogliere con sé per dargli le cure <strong>di</strong> cui aveva bisogno. Nel frattempo Gustav Adolf<br />

Haag andò in prigione a Esslingen. Questa era l’ultima occasione per Elisabeth <strong>di</strong><br />

separarsi. Julia però non si sofferma dettagliatamente nel racconto perché la stessa zia<br />

riferì la questione in maniera sbrigativa. Nella lettera Julia comunica al fratello:<br />

<strong>di</strong>esmal ließ [Elisabeth] sich nicht so lange hinhalten, wie bei ihrem ersten Unglück.<br />

Sie erklärte sehr bald, daß sich scheiden lassen wollen, und zwar aus demselben<br />

62 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.181.<br />

63 GkFA Bd. 1.2, p.654.<br />

34


Grunde wie das erste Mal. – Die Scheidung wurde, da Haag ihr nichts in den Weg<br />

legte, ausgesprochen, und [Elisabeth] behielt <strong>di</strong>e beiden Kinder – 64 .<br />

In realtà la zia aveva raccontato alla nipote solo una parte della verità, perché la questione<br />

era alquanto spinosa. Infatti dagli atti del processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorzio tenutosi a Francoforte sul<br />

Meno il 28 marzo 1881 emerge che Elisabeth Haag avviò un’azione legale <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorzio<br />

spinta da più motivi, ma in quella sede si limitò a citarne uno in particolare, ossia accusò<br />

il marito <strong>di</strong> avere avuto rapporti al <strong>di</strong> fuori del matrimonio con prostitute tra gli anni 1879<br />

e 1880 e <strong>di</strong> avere <strong>di</strong> conseguenza rotto il matrimonio con un tale comportamento nei suoi<br />

riguar<strong>di</strong>. Nel 1881 venne pronunciata la sentenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorzio per colpa del coniuge<br />

Gustav Adolf Haag. Elisabeth aveva quarantaquattro anni, era madre <strong>di</strong> tre bambini ed era<br />

<strong>di</strong>vorziata per la seconda volta.<br />

Julia racconta anche del rapporto tra i bambini e il padre: mentre la figlia Alice non ebbe<br />

più occasione <strong>di</strong> vedere il padre e provava per lui rancore per il modo in cui aveva trattato<br />

la madre, il figlio Henry lo vide un giorno appena dopo la sentenza a Francoforte dove<br />

dopo un po’ <strong>di</strong> tempo trascorso in una pasticceria gli <strong>di</strong>ede suo ad<strong>di</strong>o 65 . Negli atti si legge<br />

infatti che Gustav Adolf Haag se ne andò in America lasciando la famiglia in Germania.<br />

Dopo il fallimento del matrimonio Elisabeth fece ritorno in Germania settentrionale ad<br />

Amburgo con il bambino dove fondò una pensione familiare che chiuse l’anno successivo<br />

per volere della madre. Si spostò allora con Henry a Kassel, fece tappa a Lubecca e poi<br />

andò a far visita a un’amica, la signora Grotjan a Monaco, dove rimase per quasi un anno.<br />

Julia fa inoltre sapere al fratello il commento della zia riguardo ai suoi due matrimoni:<br />

„Das ist das größte Unglück in meinen Ehen gewesen, […] daß meine beiden Männer so<br />

sauertöpfisch waren, während ich so sehr heiter war“ 66 .<br />

Thomas Mann si ispirò molto al resoconto della sorella, ma per quanto riguarda il<br />

secondo matrimonio cambiò un particolare: mentre la <strong>di</strong>namica della vita <strong>di</strong> coppia si<br />

mantiene turbolente, Tony anziché sposare un certo Gustav Adolf Haag proveniente da<br />

Esslingen, città mai nominata nel romanzo, sposa un commerciante <strong>di</strong> luppolo, il signor<br />

Alois Permanender, proveniente da Monaco 67 .<br />

64 GkFA Bd. 1.2, p.655.<br />

65 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p.182.<br />

66 GkFA Bd. 1.2, p.649.<br />

67 Ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce, p. 183.<br />

35


Se Elisabeth Mann funge da modello per Tony Buddenbrook, la figlia Alice Haag non<br />

può che non essere presa come modello per la figlia <strong>di</strong> Tony, Erika Grünlich. Alice fu<br />

sistemata dalla madre presso la casa della nonna a Lubecca e a <strong>di</strong>ciannove anni sposò<br />

Emil Eugen Guido Biermann, subentrato il 17 ottobre 1883 come <strong>di</strong>rettore della società<br />

citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> assicurazioni antiincen<strong>di</strong>o al posto <strong>di</strong> Eduard Neuendorf. Biermann nacque il<br />

9 agosto 1846 da un esattore doganale prussiano e da Colonia si trasferì a Lubecca. Il 1<br />

novembre 1883 andò ad abitare presso la vedova Elisabeth Mann nella Mengstraße 4,<br />

dopo che Thomas e Heinrich Mann avevano spostato l’ufficio nel nuovo e<strong>di</strong>ficio nella<br />

casa nella Beckergrube 52, e qui conobbe Alice Haag. Da quando Biermann era <strong>di</strong>ventato<br />

<strong>di</strong>rettore della compagnia aveva contribuito a un incremento <strong>degli</strong> affari. Presto si<br />

capirono le sue intenzioni nei confronti <strong>di</strong> Alice: dopo 8 giorni ricevette il consenso da<br />

madre e figlia e il matrimonio fu celebrato il 22 settembre 1886 da Friederich Ranke. La<br />

coppia abitò per un breve periodo una casa nella Breite Straße 52 e successivamente si<br />

trasferì nella Königstraße insieme alla madre Elisabeth. Nella lettera viene narrata anche<br />

la quoti<strong>di</strong>anità dei due coniugi sottolineando la concezione che Biermann aveva della<br />

figura femminile: pensava infatti che una donna era più utile in cucina che al pianoforte.<br />

Julia narra al fratello che Biermann era geloso <strong>di</strong> Alice e che quest’ultima con lui non era<br />

infelice, ma abbastanza felice. Le cose sembravano andare bene finchè Friedrich Wilhelm<br />

Mann comunicò il 26 giugno quanto letto sul giornale: erano <strong>di</strong>vampati <strong>degli</strong> incen<strong>di</strong>, il<br />

che significava guai in vista per la <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> assicurazioni antiincen<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>na. Le accuse<br />

ricaddero su Biermann che fu temporaneamente sospeso dall’incarico. La casa nella<br />

Königstraße 5 fu sgomberata e la famiglia si trasferì nella Huexterdamm 20, dove nacque<br />

il figlio Wilhelm Heinrich Erich il 12 maggio 1889. Essendo Biermann senza entrata,<br />

l’appoggio economico veniva ancora una volta dalla madre <strong>di</strong> Alice che li accolse in casa.<br />

Il 3 febbraio 1890 comiciò il processo contro Biermann e il collaboratore Meyer. Oggetto<br />

dell’accusa non era solo la responsabilità dei due per i catastrofici incen<strong>di</strong> a Umeä e<br />

Sundsvall, ma anche per incidenti analoghi a Valparaiso in Cile, Panamaribo nell’attuale<br />

Suriname, Orenburg am Ural e Marne nell’Holstein. La sentenza del processo fu<br />

pronunciata il 21 febbraio 1890 e durò tre ore e mezza: Guido Biermann venne giu<strong>di</strong>cato<br />

colpevole <strong>di</strong> frode e fu condannato a due anni <strong>di</strong> prigione e a versare una somma <strong>di</strong> 2.000<br />

marchi, mentre il suo collaboratore Meyer venne condannato a un<strong>di</strong>ci mesi. Dopo aver<br />

scontato la pena detentiva, scomparve però presumibilmente in Svizzera. Elisabeth, che<br />

aveva all’epoca cinquantasette anni, spinse la figlia nel 1894 a chiedere la causa del<br />

<strong>di</strong>vorzio per abbandono del marito e a raggiungerla a Blasewitz, vicino Dresda. Lei<br />

36


aggiunse la madre ma sembrava intenzionata a non separarsi da lui, nonostante la<br />

situazione futura la spaventasse. Quando uscì dalla prigione il marito le <strong>di</strong>sse che sarebbe<br />

andato a Londra per trovare un posto <strong>di</strong> lavoro e che avrebbe richiamato la famiglia una<br />

volta stabilitosi, ma non <strong>di</strong>ede più notizie <strong>di</strong> sé tanto che Alice <strong>di</strong>sse ai figli Erich e Lilli<br />

che il padre era morto, dato che per tre volte non si era presentato alla sentenza <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vorzio.<br />

Elisabeth morì a Dresda nel 1917, un<strong>di</strong>ci anni dopo la pubblicazione del romanzo<br />

Buddenbrooks e fu messa a giacere a cento metri dalla tomba del primo marito.<br />

Con queste parole Julia commenta la storia della zia e della cugina:<br />

Ich weiß nicht, wer Schwereres erlebt hat, sie oder ihre Mutter, aber es ist gewiß, daß<br />

<strong>di</strong>ese heiterer geblieben ist, und sich öfter und lieber an ihre Jugend und Alles<br />

vergangene erinnerte, als Alice. – Tante Elisabeth ist nun ja auch schon eine alte<br />

Frau und sieht das Ende kommen. Aber Alice hat wohl noch mehr als <strong>di</strong>e Hälfte<br />

ihres Lebens vor sich, und ich glaube, daß sie <strong>di</strong>e Aussicht darauf traurig findet – 68 .<br />

Elisabeth Mann in Elfeld, in Haag e Alice Haag in Biermann trovano piena<br />

corrispondenza nel romanzo con Tony Buddenbrook in Grünlich, in Permaneder e con<br />

Erika Grünlich in Weinschenk. Il bilancio è il seguente: tre <strong>di</strong>vorzi, due mariti in prigione<br />

e due fallimenti.<br />

Ai due mariti <strong>di</strong> Antonie Buddenbrook, Ben<strong>di</strong>x Grünlich e Alois Permaneder, Thomas<br />

Mann ha aggiunto un altro personaggio maschile che entrerà brevemente nella vita <strong>di</strong><br />

Tony ragazza: Morten Schwarzkopf, il figlio <strong>di</strong> Diederich Schwarzkopf, comandante dei<br />

piloti a Travemünde. Anche per quest’ultimo personaggio l’autore si ispirò al resoconto<br />

della sorella, adattando però in maniera libera quanto da lei descritto, dal momento che lo<br />

status sociale <strong>di</strong> Morten Schwarzkopf è <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> Heinrich Bartelt.<br />

Dopo aver visto la reazione del fratello Friedrich Wilhelm Mann ci si interroga su quella<br />

della sorella che vide la propria storia privata sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti. In principio rimase<br />

scioccata quando uscì il romanzo; la reazione al paragone con Tony Buddenbrook fu<br />

imme<strong>di</strong>ata: „Solch eine dumme Gans […] war ich doch wohl nicht“ 69 . Dopo la<br />

pubblicazione del romanzo infatti gli amici cominciarono a chiamarla Tony e sebbene<br />

68 GkFA Bd. 1.2, pp.658-659.<br />

69 Blöcker, eues von Tony Buddenbrook. Über <strong>di</strong>e beiden Ehen der Elisabeth Mann, op. cit, p.<br />

31, p. 22.<br />

37


inizialmente ne rimase in<strong>di</strong>gnata, in seguito cominciò a scherzarci sopra arrivando ad<br />

accettare il paragone con orgoglio.<br />

Dalla descrizione che Julia <strong>di</strong>pinge della zia emerge dunque una donna che, nonostante<br />

tutti i colpi subiti, non ha mai perso la gioia e il sorriso per la vita.<br />

Non a caso Viktor Mann, il fratello più giovane <strong>di</strong> Thomas Mann, raffigura la gioia<br />

dell’intera famiglia quando zia Elisabeth era in visita:<br />

70 ibid.<br />

Sie strahlte Würde, Fröhlichkeit und Güte aus, war in ihrem starren Seidenkleid<br />

immer der Mittelpunkt einer lachenden Gruppe und sprach mit einer Stimme, in der<br />

mir eine kleine Trompete mitzuklingen schien, besonders wenn sich <strong>di</strong>e Tante als<br />

eine vom Leben gestählte Frau bezeichnete 70 .<br />

38


CAPITOLO SECODO. LA VISIOE DELL’AMORE E DEL MATRIMOIO DI<br />

TOY BUDDEBROOK<br />

39<br />

“…Man muß dem Herzen Zeit lassen…“ 71<br />

Thomas Mann, Buddenbrooks. Verfall einer Familie<br />

Quello che accade ad Antonie Buddenbrook nel romanzo e il suo rapporto con l’amore e<br />

con gli uomini che incontra va considerato inserendolo all’interno del quadro generale<br />

della vita nelle famiglie borghesi e in modo particolare della concezione dell’amore, del<br />

matrimonio e del ruolo che la donna viene assumendo nel nuovo nucleo familiare <strong>di</strong> cui<br />

viene a far parte. Quattro sono le figure maschili con cui Antonie Buddenbrook si<br />

avvicina all’amore, volontariamente o forzatamente: tre la riguardano <strong>di</strong>rettamente, ossia<br />

Ben<strong>di</strong>x Grünlich, Morten Schwarzkopf e Alois Permaneder e uno in<strong>di</strong>rettamente, Hugo<br />

Weinschenk, marito della figlia Erika. Si fa la conoscenza <strong>di</strong> una ragazza che viene spinta<br />

a concepire l’amore come un affare economico rinunciando al sentimento del vero amore<br />

perché privo <strong>di</strong> prospettive future <strong>di</strong> prestigio sociale; una ragazza che dopo il fallimento<br />

del suddetto matrimonio ne conclude un secondo ancora una volta senza provare un<br />

sentimento autentico per il partner, ma solo per cancellare quella “macchia” della sua vita<br />

che ha leso la sua <strong>di</strong>gnità e la reputazione della famiglia; una donna che nonostante le<br />

<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong>sastrose dei due matrimoni non perderà questa visione del rapporto <strong>di</strong> coppia<br />

e consiglierà alla figlia lo stesso destino.<br />

Cosa c’è dunque <strong>di</strong>etro a questa sorte <strong>di</strong> “matrimonio-facciata” a suggello <strong>di</strong> un amore<br />

mai sbocciato? Risulta opportuno andare ad indagare quel che accadeva spesso durante il<br />

<strong>di</strong>ciannovesimo secolo soprattutto per le ragazze <strong>di</strong> famiglia borghese in giovane età nel<br />

momento in cui decidevano <strong>di</strong> sposarsi.<br />

71 GkFA Bd.1.1, p.112-113.


1. Introduzione alla tematica del matrimonio nelle famiglie borghesi<br />

L’istituzione della famiglia e del matrimonio hanno subìto nel corso della storia <strong>di</strong>versi<br />

cambiamenti che hanno comportato un mutamento delle relazioni <strong>di</strong> autorità e <strong>di</strong> affetto<br />

esistenti tra i componenti della famiglia stessa.<br />

La sociologa tedesca Rosemarie Nave-Herz, esperta <strong>di</strong> sociologia della famiglia, osserva<br />

che a <strong>di</strong>fferenza della parola “matrimonio”, non c’è per la parola “famiglia” un’unica<br />

interpretazione, nonostante la parola sia entrata nella lingua tedesca a partire dalla fine del<br />

XVII secolo 72 . Il termine viene ad assumere <strong>di</strong>versi significati ed è sempre stato al centro<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti riguardo la corretta definizione. Alcuni stu<strong>di</strong>osi ritengono che la famiglia<br />

debba essere composta da genitori e figli, mentre altri sostengono che i coniugi senza figli<br />

posso costituire un nucleo familiare. La sociologa sostiene che la famiglia abbia due<br />

funzioni biologiche-sociali: la riproduzione e la socializzazione. 73 Per lungo tempo,<br />

inoltre, gli stu<strong>di</strong> sociologici hanno in<strong>di</strong>viduato nel sistema matrimoniale il tratto<br />

essenziale per una descrizione del concetto <strong>di</strong> famiglia, presentando la seguente<br />

definizione:<br />

Mit Ehe bezeichnet man 1. eine durch Sitte und/oder Gesetz anerkannte, auf Dauer<br />

angelegte Form gegengeschlechtlicher sexueller Partnerschaft. Weiterhin ist 2. ein<br />

wesentliches Strukturmoment aller Ehen, auch der heutigen, dass sie über das<br />

Paarverhältnis auf Familie hinweist 74 .<br />

Innanzitutto la parola „Ehe“ deriva dall’antico alto tedesco „ewa” (Gesetz) che sottolinea<br />

un aspetto fondamentale del matrimonio, ossia una sorte <strong>di</strong> contratto o accordo che regola<br />

la relazione tra uomo e donna. Questo accordo è dettato da una scelta frutto del<br />

sentimento tra due persone, che per la sociologa è ciò che spinge al matrimonio.<br />

Il sociologo tedesco Karl-Heinz Hillmann nel Wörterbuch der Soziologie propone una<br />

definizione dell’amore come „<strong>di</strong>e Fähigkeit des Menschen, in Verbindung mit Sympathie<br />

72 Rosemarie Nave-Herz, Ehe-und Familiensoziologie: Eine Einführung in Geschichte,<br />

theoretische Ansätze und empirische Befunde, Weinheim/München, Juventa 2004, pag. 29.<br />

73 ibid.<br />

74 ibid., p. 24.<br />

40


und Zuneigung intensive gefühlsmäßige, persönliche und positiv empfundene<br />

Beziehungen zu einem anderen Menschen entwickeln zu können“ 75 .<br />

Il concetto dell’amore così inteso è andato però a scontrarsi spesso con altri fattori che<br />

hanno causato una rivalutazione della visione romantica dell’amore. Questo si può<br />

ritrovare prendendo in considerazione la storia dell’istituzione del matrimonio e le varie<br />

funzioni che ha via via assunto.<br />

Prima dell’epoca moderna il matrimonio era concepito come un mezzo per stabilire delle<br />

alleanze tra gruppi o tra famiglie. L’antropologo francese Claude Lévi Strauss, esponente<br />

della corrente dello strutturalismo, sostiene che si può comprendere perché in una tale<br />

società si sposa una donna piuttosto che un’altra considerando il quadro della struttura <strong>di</strong><br />

parentela. Per lui il <strong>di</strong>vieto dell’incesto va inteso come il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sposare qualcuno della<br />

propria famiglia con conseguente obbligo <strong>di</strong> sposare qualcuno <strong>di</strong> un’altra famiglia. In<br />

questi termini il matrimonio appare come uno scambio <strong>di</strong> donne fatto da uomini che sta<br />

alla base sociale 76 . Nelle nostre società occidentali rimane l’aspetto dello scambio, ma<br />

non si tratta più <strong>di</strong> uno scambio <strong>di</strong> donne fra uomini, ma <strong>di</strong> uomini e donne fra famiglie. Il<br />

matrimonio come descritto da Strauss implica che tramite la circolazione della donna ogni<br />

gruppo dà e riceve dagli altri probabilità <strong>di</strong> sopravvivenza e stabilisce rapporti <strong>di</strong><br />

inter<strong>di</strong>pendenza. Ciò comporta anche che la scelta del coniuge sia possibile solo per<br />

alcuni in<strong>di</strong>vidui; il rapporto tra coniugi non ha importanza in sé stesso, ma solo in quanto<br />

garanzia <strong>di</strong> continuità del vincolo <strong>di</strong> alleanza tra gruppi. Al fenomeno della scelta del<br />

partner all’interno del proprio gruppo <strong>di</strong> appartenenza è stato dato il nome <strong>di</strong> endogamia,<br />

in opposizione al fenomeno dell’esogamia, il matrimonio con un soggetto scelto al <strong>di</strong><br />

fuori del proprio gruppo <strong>di</strong> riferimento.<br />

All’inizio dell’epoca moderna il matrimonio da forma <strong>di</strong> alleanza tra le famiglie <strong>di</strong>venta<br />

una forma d’affare in grado <strong>di</strong> portare crescita economica e affermazione sociale. Per<br />

secoli la famiglia ha dunque rappresentato una vera e propria impresa: per le famiglie<br />

borghesi dell’Ottocento il matrimonio costituiva inevitabilmente un momento cruciale<br />

della vita e la scelta del coniuge doveva essere valutata attentamente. Tratto saliente del<br />

matrimonio borghese è lo scontro tra le aspirazioni affettive in<strong>di</strong>viduali, soprattutto delle<br />

75 Karl-Heinz Hillmann (a cura <strong>di</strong>), Wörterbuch der Soziologie, Stuttgart, Alfred Kröner Verlag<br />

1994.<br />

76 Claude Lévi Strauss, Le strutture elementari della parentela, a cura <strong>di</strong> Alberto M. Cirese,<br />

Milano, Feltrinelli 2003, pp. 201-215.<br />

41


agazze, con le norme imposte dalla società, aspetto che ha trovato spazio in numerosi<br />

romanzi dell’Ottocento, alcuni dei quali verranno <strong>di</strong>scussi in seguito. Poiché per le donne<br />

<strong>di</strong> famiglia borghese il matrimonio rappresentava l’unico orizzonte possibile, l’unico<br />

obiettivo a cui una ragazza potesse ragionevolmente aspirare, ne consegue che il loro<br />

potere contrattuale era debolissimo: dovevano cercare <strong>di</strong> sposarsi nel giro <strong>di</strong> pochi anni,<br />

solitamente intorno ai <strong>di</strong>ciotto anni, mentre il coniuge che doveva rispondere pienamente<br />

alle strategie familiari era <strong>di</strong> norma più grande, sulla trentina. Questo aspetto implica che<br />

ci si sposava nello stesso ambiente sociale, e spesso per via matrimoniale si consolidava il<br />

prestigio della famiglia, assicurandosi parentele e legami <strong>di</strong> prestigio. Questo tipo <strong>di</strong><br />

matrimonio combinato non riguardava solo la classe borghese che era in piena<br />

affermazione, ma si poteva riscontrare a tutti i livelli della scala sociale. Ne consegue che<br />

ad agevolare l’incontro tra i futuri coniugi giocava un ruolo cruciale la rete <strong>di</strong> conoscenze<br />

parentali. Numerose erano le occasioni in cui questi incontri potevano verificarsi: balli,<br />

banchetti e attività sociali facevano uscire le ragazze <strong>di</strong> buona famiglia dalle loro case,<br />

sempre sotto il vigile occhio delle madri, che osservavano e richiamavano le figlie a<br />

mantenere un certo contegno e valutavano l’affidabilità dei possibili pretendenti. Se però<br />

le giovani nel volgere <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> anni non riuscivano ad accasarsi, si cominciava a<br />

malignare sulla loro virtù o sulla soli<strong>di</strong>tà della loro dote.<br />

In realtà, sarebbe sbagliato pensare che questi matrimoni fondati su specifici interessi non<br />

contemplassero in maniera assoluta l’affettività sentimentale: non è escluso che il<br />

compagno scelto dalla famiglia non rispondesse alle inclinazioni della ragazza e il<br />

matrimonio concluso inizialmente ponendo in secondo piano i sentimenti fosse in seguito<br />

un’unione felice per entrambi. Inoltre se due giovani si innamoravano non è che la<br />

possibilità <strong>di</strong> una loro vita <strong>di</strong> coppia venisse scartata a priori perché non era stata stabilita<br />

dai genitori; l’importante era mantenere una parità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione sociale o perlomeno<br />

evitare un’eccessiva <strong>di</strong>sparità sociale e solo così si poteva procedere con il fidanzamento<br />

che aveva un carattere solenne 77 .<br />

Nella società postindustriale si accentua la privatizzazione della famiglia e questa <strong>di</strong>viene<br />

sempre più uno spazio <strong>di</strong> consolidamento delle relazioni primarie. L’attuale matrimonio<br />

non è più il frutto <strong>di</strong> strategie familiari per creare alleanze politiche o per incrementare le<br />

proprie risorse economiche, non è più nemmeno uno scambio <strong>di</strong> donne da parte <strong>di</strong><br />

77 Giar<strong>di</strong>na Andrea, Sabbatucci Giovanni, Vidotto Vittorio: Il mosaico e gli specchi. Percorsi <strong>di</strong><br />

storia dal me<strong>di</strong>oevo a oggi, Roma-Bari, Laterza e<strong>di</strong>tori 2010, p. 152.<br />

42


uomini. Oggi, in linea <strong>di</strong> massima, ci si sposa per amore, dopo aver vissuto la fase<br />

dell’innamoramento, l’esperienza del fidanzamento, che non ha più quel connotato <strong>di</strong><br />

alleanza ufficiale tra le famiglie, ma una libera scelta tra due in<strong>di</strong>vidui priva <strong>di</strong> pressioni,<br />

fatta eccezione per alcune parti del mondo dove questa libertà non viene data ai futuri<br />

sposi.<br />

Queste riflessioni sulle <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> matrimonio si rifanno principalmente a due<br />

<strong>di</strong>versi fattori che spingono l’unione matrimoniale, che possono escludersi a vicenda o<br />

possono essere presenti entrambi, ma uno predomina sull’altro: da un lato il cosiddetto<br />

“matrimonio d’amore” dall’altro il “matrimonio d’interesse” o “<strong>di</strong> convenienza”.<br />

La concezione dell’amore romantico, affermatasi dal tardo Settecento, vedeva un’unione<br />

basata esclusivamente sull’amore e la compatibilità delle anime dove gli obblighi e i<br />

con<strong>di</strong>zionamenti materiali non avrebbero più dovuto influenzare la scelta del partner. La<br />

corrente del Romanticismo concepiva dunque un amore espressione <strong>di</strong> un’attrazione<br />

fisica e affinità elettive in una parola. Il concetto <strong>di</strong> matrimonio come istituzione fondato<br />

sul sentimento dell’amore ritornerà a essere la tendenza nel ventesimo secolo.<br />

Opposto invece è il “matrimonio d’interesse” che ha dominato gran parte della storia<br />

umana. Con questo termine anche il “matrimonio <strong>di</strong> convenienza” si intende una scelta<br />

del coniuge animata da criteri <strong>di</strong> status economico e <strong>di</strong> rango sociale, dove la presenza<br />

dell’amore anziché essere una con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile è un surplus.<br />

Un passo successivo è quello <strong>di</strong> vedere il ruolo della donna nella famiglia borghese.<br />

All’interno della società borghese l’identità femminile <strong>di</strong>pende esclusivamente da quella<br />

dell’uomo cui essa fa riferimento e il contatto con la sfera pubblica avviene unicamente<br />

attraverso la me<strong>di</strong>azione del marito. Lo sviluppo della famiglia borghese comporta quin<strong>di</strong><br />

un rafforzamento del potere maschile sulle donne, ulteriormente accentuato dalla<br />

crescente importanza del denaro, che solo gli uomini sono in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> guadagnare,<br />

mentre figlie e consorti si limitano a spendere. Ne consegue una chiara <strong>di</strong>visione dei ruoli<br />

maschile e femminile. All’interno della famiglia l’uomo e la donna fino al<br />

<strong>di</strong>ciannovesimo secolo sono attivi e svolgono rispettivamente la funzione della<br />

produzione il primo e della riproduzione la seconda. All’uomo infatti è riservato lo spazio<br />

pubblico e rappresenta la famiglia all’esterno. La sua identità è costituita dalla sua<br />

capacità professionale, dal gruppo sociale <strong>di</strong> appartenenza, dall’ideologia politica. Egli si<br />

trova al centro <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> rapporti pubblici che per essere mantenuti richiedono qualità<br />

43


azionali, serietà, coraggio e <strong>di</strong>plomazia. La moglie è invece confinata nel suo universo<br />

domestico, dove coltiva la dolcezza, la sensibilità, l’innocenza. Questo quadro viene<br />

tratteggiato da Schiller in una poesia apparsa nel 1795 Würde der Frauen, <strong>di</strong> cui viene<br />

riportata una strofa, dove descrive l’immagine ideale della donna:<br />

Aber mit zauberisch fesselndem Blicke<br />

Winken <strong>di</strong>e Frauen den Flüchtling zurücke,<br />

Warnend zurück in der Gegenwart Spur.<br />

In der Mutter bescheidener Hütte<br />

Sind sie geblieben mit schamhafter Sitte,<br />

Treue Töchter der frommen Natur 78 .<br />

Tradotto in altre parole la donna borghese è costretta a vedere il mondo con gli occhi del<br />

padre prima, e del marito poi, perché é attraverso il padre e il marito che si definisce il<br />

suo ruolo nella società. Alle donne viene riconosciuta l’identità <strong>di</strong> madre ed è in base a<br />

questo ruolo che esse vengono giu<strong>di</strong>cate, poiché a loro spetta l’organizzazione della casa<br />

e l’educazione dei figli. All’invito <strong>di</strong> Schiller a onorare le donne si contrappone – o forse<br />

da quello <strong>di</strong>scende?– la visione <strong>di</strong> Arthur Schopenhauer, che manifesta il rapporto<br />

conflittuale tra i filosofi e il sesso femminile teorizzando esplicitamente l’inferiorità della<br />

donna e abbandonandosi ad una critica feroce su colei che è ai suoi occhi priva <strong>di</strong> qualità.<br />

L’ottica attraverso la quale indaga e valuta la personalità femminile emerge chiaramente<br />

nel libro L’arte <strong>di</strong> trattare le donne curato da Franco Volpi dove definisce la donna<br />

“sexus sequior”, secondo sesso, destinato ad una fisiologica e morale subor<strong>di</strong>nazione al<br />

sesso primo, ossia quello maschile, una donna a cui non si deve attestare venerazione 79 .<br />

Dalla loro indubbia inferiorità consegue che esse non possiedono legittimamente alcun<br />

<strong>di</strong>ritto: “Quando le leggi concessero alle donne gli stessi <strong>di</strong>ritti <strong>degli</strong> uomini avrebbero<br />

anche dovuto munirle <strong>di</strong> un’intelligenza maschile” 80 . Spinto probabilmente dal suo<br />

retroscena biografico, soprattutto dal <strong>di</strong>fficile rapporto con la figura materna, <strong>di</strong>mostra nei<br />

78 Friedrich Schiller, Würde der Frauen, in Schiller Dramen und Werke, a cura <strong>di</strong> Deutsche<br />

Schillergesellschaft, Stuttgart, Kröner Verlag 1959, p. 1071.<br />

79 Arthur Schopenhauer, L’arte <strong>di</strong> trattare le donne, a cura <strong>di</strong> Franco Volpi, Milano, Adelphi<br />

2000, p.13.<br />

80 ibid, p. 41.<br />

44


suoi scritti <strong>di</strong> aver perso fiducia nelle donne, considerate senza qualità. Nel saggio del<br />

1851 Über <strong>di</strong>e Weiber afferma infatti:<br />

[...] Die eigentliche Europäische Dame ist ein Wesen, welches gar nicht existieren<br />

sollte; sondern Hausfrauen sollte es geben und Mädchen, <strong>di</strong>e es zu werden hoffen,<br />

und daher nicht zur Arroganz, sondern zur Häuslichkeit und Unterwürfigkeit erzogen<br />

werden 81 .<br />

Nell’immaginario collettivo le caratteristiche attribuite alla figura femminile erano quelle<br />

<strong>di</strong> emozionalità e sensibilità, lontane erano quelle maschili <strong>di</strong> aggressività, egoismo e<br />

autorità 82 .<br />

Lo stesso Thomas Mann ebbe modo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la tematica del matrimonio in una<br />

lettera nel 1925, a più <strong>di</strong> vent’anni dall’apparizione del romanzo Buddenbrooks, apparsa<br />

assieme ai saggi <strong>di</strong> altri autori nel libro-inchiesta sul matrimonio Das Ehebuch. Eine neue<br />

Sinngebung im Zusammenklang der Stimmen führender Zeitgenossen curato dal conte<br />

Hermann von Keyserling. La lettera, e<strong>di</strong>ta con il titolo Die Ehe im Übergang, offre<br />

l’immagine del matrimonio quale istituzione fondata sulla fedeltà <strong>di</strong> coppia, arrivando a<br />

<strong>di</strong>re che matrimonio e fedeltà sono inscin<strong>di</strong>bili. Il matrimonio presuppone una scelta anti-<br />

in<strong>di</strong>vidualista che ha come conseguenza la per<strong>di</strong>ta della libertà in<strong>di</strong>viduale per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> finalità superiori. Riba<strong>di</strong>sce il suo pensiero riportando una riflessione <strong>di</strong><br />

Hegel in netto contrasto con l’immagine letteraria <strong>di</strong> un amore espressione <strong>di</strong> attrazione e<br />

sentimento tra due in<strong>di</strong>vidui. Hegel sosteneva che normalmente nel matrimonio prima<br />

avviene la decisione astratta <strong>di</strong> sposarsi che porta come conseguenza alla nascita <strong>di</strong><br />

un’inclinazione concreta tra i futuri sposi, cosicchè nelle nozze i due fattori si fondono.<br />

Nello scritto Thomas Mann paragona il matrimonio nell’Ottocento, come descritto nel<br />

romanzo I Buddenbrook, e quello a lui contemporaneo. Ammette che il matrimonio sta<br />

attraversando una fase <strong>di</strong> transizione e che sono in aumento i “matrimoni infelici” rispetto<br />

ai tempi in cui predominava la mentalità patriarcale. Come mai dunque le battaglie vinte<br />

dal movimento femminile hanno portato a un regre<strong>di</strong>re? L’autore, che registra una<br />

81 Arthur Schopenhauer, Über <strong>di</strong>e Weiber, in Arthur Schopenhauer, Parerga und Paralipomena:<br />

kleine philosophische Schriften, Zürich, Haffmans Verlag 1988, p. 369.<br />

82 Ute Frevert, Bürgerinnen und Bürger. Geschlechterverhältnisse im 19. Jahrhundert, Göttingen,<br />

Vandenhoeck und Ruprecht 1988, p. 95.<br />

45


certa mascolinizzazione delle donne, in<strong>di</strong>vua la causa proprio nella libertà conquistata,<br />

nell’in<strong>di</strong>vidualismo, in quell’idea del “<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> felicità” che aumenta lo scontento e il<br />

desiderio <strong>di</strong> liberazione. Nel matrimonio infatti entrano in gioco due posizioni: quella <strong>di</strong><br />

autorità e quella <strong>di</strong> sottomissione. Se in passato era la donna a essere costretta a<br />

sottostare, ora grazie alla sua emancipazione e alla conquista della parità dei <strong>di</strong>ritti con<br />

l’uomo la sua posizione <strong>di</strong> inferiorità è stata superata 83 .<br />

In questa prospettiva è stato importante aver mostrato che in ogni periodo e in ogni<br />

società non esisteva in genere un unico concetto <strong>di</strong> amore e matrimonio, ma ne<br />

coesistevano <strong>di</strong>versi, che si influenzavano l’un l’altro. In uno stesso contesto ci potevano<br />

essere quin<strong>di</strong> coppie che si trovarono in situazioni <strong>di</strong>ametralmente <strong>di</strong>verse: persone<br />

forzate a sposarsi senza neppure essere consultate o, al contrario, determinate a contrarre<br />

a tutti i costi un matrimonio contro la volontà dei genitori, con il rischio <strong>di</strong> essere<br />

<strong>di</strong>seredate. Nel romanzo I Buddenbrook ci sono esempi <strong>di</strong> entrambi i casi. Per quanto<br />

riguarda Tony Buddenbrook la sua vicenda rispecchia molti aspetti dell’excursus sul<br />

matrimonio nelle famiglie borghesi appena svolto, seppur con delle <strong>di</strong>fferenze sostanziali.<br />

2. “Sorelle letterarie” nei romanzi ottocenteschi<br />

Nella seconda metà dell’Ottocento esistono numerose opere che affrontano la tematica<br />

del matrimonio e che vanno a comporre una sorte <strong>di</strong> romanzo “al femminile” dove le<br />

donne <strong>di</strong>vengono le protagoniste in<strong>di</strong>scusse. Nel panorama della letteratura ottocentesca<br />

c’è spazio anche per quegli autori che criticano il matrimonio combinato come uno dei<br />

<strong>di</strong>spositivi sociali che impe<strong>di</strong>scono la libera realizzazione dell’in<strong>di</strong>viduo, riferendosi in<br />

particolar modo alle figlie borghesi, costrette a matrimoni d’affari, privi d’amore. Il<br />

sopravvento della <strong>di</strong>tta del padre sul figlio e il matrimonio delle figlie in un’ottica<br />

economica vantaggiosa per la famiglia erano avvenimenti usuali. Come già detto è a<br />

partire dal <strong>di</strong>ciannovesimo secolo che questo modo <strong>di</strong> contrarre il matrimonio viene<br />

messo in <strong>di</strong>scussione e viene sostituito da una visione romantica dell’amore.<br />

Tony Buddenbrook, quin<strong>di</strong>, non è l’unica ragazza a cadere “vittima” della mentalità<br />

patriarcale nel panorama letterario, ma in quanto rappresentante della tarda borghesia ha<br />

83 Thomas Mann, Die Ehe im Übergang. Brief an den Grafen Hermann Keyserling, in Graf<br />

Hermann Keyserling (a cura <strong>di</strong>), Das Ehe-Buch. Eine neue Sinngebung im Zusammenklang der<br />

Stimmen führender Zeitgenossen, Celle, Niels Kampmann 1925, pp.212-226.<br />

46


delle predecessori. Prima <strong>di</strong> analizzare la figura <strong>di</strong> Tony risulta quanto mai opportuno<br />

soffermarsi su quelle che sono state definite “le sorelle letterarie <strong>di</strong> Antonie<br />

Buddenbrook” 84 , ossia le protagoniste dei romanzi Effi Briest <strong>di</strong> Theodor Fontane (1895),<br />

Madame Bovary <strong>di</strong> Gustave Flaubert (1857) e Anna Karenina <strong>di</strong> Lev Tolstoj (1877),<br />

romanzi che formano una ideale trilogia sul matrimonio nel <strong>di</strong>ciannovesimo secolo, scritti<br />

da autori maschili che si sforzano <strong>di</strong> intepretare la prospettiva femminile e <strong>di</strong> gettare luce<br />

sulla pratica dell’adulterio. Questi romanzi hanno in comune con l’opera Buddenbrooks la<br />

nascita <strong>di</strong> una consapevolezza del <strong>di</strong>ritto delle figlie borghesi a una propria scelta del<br />

partner nello sfondo della tra<strong>di</strong>zione patriarcale dominante. In questo senso la fine tragica<br />

<strong>di</strong> queste donne <strong>di</strong>venta rappresentazione dei destini in<strong>di</strong>viduali vincolati da una società<br />

che ammette solo l’adeguamento alle regole prescritte.<br />

Delle tre figure femminili è la protagonista del romanzo <strong>di</strong> Theodor Fontane a presentare<br />

dei tratti comuni a Tony Buddenbrook. Lo stesso Thomas Mann ne ricorda l’influenza<br />

fondamentale per la sua produzione letteraria in un’intervista apparsa nel quoti<strong>di</strong>ano<br />

inglese „John O’ London’s Weekly“ del 17 ottobre 1931.<br />

Ich glaube meine frühen Arbeiten waren mehr von Theodor Fontane beeinflusst […]<br />

als von irgendeinem anderen Schriftsteller. Meiner Meinung nach hat sein großes<br />

Talent nicht genügend Anerkennung gefunden. Sein Roman »Effi Briest« hat das<br />

gleiche Niveau wie »Anna Karenina«, »Väter und Söhne«, »David Copperfield« und<br />

andere große Klassiker. Auch von Goethe, Schopenhauer und Nietzsche war ich<br />

stark beeinflusst. […] Meine literarische Schulung war international 85 .<br />

Inoltre l’autore ebbe modo <strong>di</strong> affermare che se si dovesse ipoteticamente ridurre una<br />

biblioteca a soli sei romanzi, Effi Briest avrebbe dovuto essere uno <strong>di</strong> questi 86 .<br />

84 Herbert Lehnert, Tony Buddenbrook und ihre literarischen Schwestern, in Thomas Mann<br />

Jahrbuch, Bd.15, Frankfurt am Main, Vittorio Klostermann 2002, p. 35.<br />

85 citato dall’intervista con il quoti<strong>di</strong>ano “John O’ London’s Weekly”, 17.10.1931, sotto il titolo<br />

Thomas Mann at Home, in Ralf Harslem, Thomas Mann und Theodor Fontane. Untersuchungen<br />

über den Einfluss Theodor Fontanes auf das erzählerische Werk von Thomas Mann, a cura <strong>di</strong><br />

Dieter Borchmeyer, Frankfurt am Main, Peter Lang GmbH 2000, p. 217.<br />

86 „Eine Romanbibliothek der rigorosesten Auswahl, und beschränkte man sie auf ein Dutzend<br />

Bände, auf zehn, sechs – sie dürfte “Effi Briest“ nicht vermissen lassen“. Thomas Mann, Das<br />

essayistische Werk, vol. 8, Frankfurt am Main, S. Fischer 1968, p.106.<br />

47


Anche se il romanzo <strong>di</strong> Thomas Mann è il racconto <strong>di</strong> una cronaca <strong>di</strong> famiglia, „Verfall<br />

einer Familie”, la figura <strong>di</strong> Tony Buddenbrook svolge un ruolo chiave nel romanzo come<br />

nelle opere sopra citate, seppur non sia la protagonista principale, come il titolo stesso fa<br />

notare. Le vicende <strong>di</strong> Tony si sviluppano dall’ottobre del 1835 all’inverno del 1877,<br />

mentre quelle <strong>di</strong> Effi cominciano nell’estate del 1878 e terminano nell’autunno del 1890.<br />

Tony ha <strong>di</strong>ciotto anni, un anno in più <strong>di</strong> Effi, quando compare nella sua vita colui che<br />

<strong>di</strong>venterà il primo marito. Come il barone Instettet <strong>di</strong> vent’anni più grande anche il signor<br />

Grünlich interrompe il quadro i<strong>di</strong>lliaco familiare, sorprendendo entrambi le ragazze nella<br />

loro quoti<strong>di</strong>anità: Effi gioca in giar<strong>di</strong>no con le amiche, Tony siede in giar<strong>di</strong>no a leggere<br />

un romanzo. Improvvisamente le ragazze vengono strappate dalla loro spensieratezza<br />

giovanile per essere relegate al nuovo ruolo <strong>di</strong> moglie, ma nonostante ciò il loro essere<br />

bambine le accompagnerà per tutta la vita. Infatti verranno trattate come delle fanciulle,<br />

l’una dal marito e l’altra dalla famiglia. Questo aspetto infantile che predomina nelle due<br />

figure incarna l’immagine della donna del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo in generale. Entrambe<br />

le figure sono portatrici <strong>di</strong> doveri imposti a loro dalle convenzioni sociali che porteranno<br />

a compimento. Le ragazze sanno infatti chi devono sposare: nel primo caso si tratta <strong>di</strong> un<br />

nobile, nel secondo caso si tratta <strong>di</strong> un commerciante. L’avere le giuste attenzioni, una<br />

buona posizione sociale e condurre una vita <strong>di</strong> lusso: questi sembrano essere gli<br />

ingre<strong>di</strong>enti per un matrimonio vantaggioso. Come avremo modo <strong>di</strong> vedere per Tony, Effi<br />

parlando alla madre afferma:<br />

Ich bin... nun, ich bin für gleich und gleich und natürlich auch für Zärtlichkeit und<br />

Liebe. Und wenn es Zärtlichkeit und Liebe nicht sein können, [...] nun, dann bin ich<br />

für Reichtum und ein vornehmes Haus, ein ganz vornehmes [...]. Liebe kommt<br />

zuerst, aber gleich hinterher kommt Glanz und Ehre, und dann kommt Zerstreuung -<br />

ja, Zerstreuung, immer was Neues, immer was, daß ich lachen oder weinen muß.<br />

Was ich nicht aushalten kann, ist Langeweile 87 .<br />

Purtroppo entrambe le ragazze saranno deluse dalle loro scelte e dovranno subire <strong>di</strong>verse<br />

<strong>di</strong>fficoltà; „Arme Effi” 88 commenta Fontane e „Arme Tony” 89 commenta Thomas<br />

87 Theodor Fontane, Effi Briest, Stuttgart, Philipp Reclam 1969, p. 24.<br />

88 Walter Schafarschik (a cura <strong>di</strong>), Erläuterungen und Dokumente. Theodor Fontane. Effi Briest,<br />

Stuttgart, Verlag Philipp Reclam 1972, p. 108.<br />

89 GkFA Bd. 1.1, p.169.<br />

48


Buddenbrook, „Arme Tony” 90 <strong>di</strong>ce il narratore dopo aver raccontato ai lettori ciò che<br />

Tony deve passare. Dall’immagine <strong>di</strong> Effi e Tony fanciulle si passa a quella <strong>di</strong> donne<br />

separate che non hanno raggiunto la meta che si erano prefissate e la visibilità sociale.<br />

Effi dopo la separazione viene isolata dalla società e vive in solitu<strong>di</strong>ne, perdendo anche il<br />

ruolo <strong>di</strong> madre, dato che la figlia le viene portata via. Ma nonostante il destino sia quasi lo<br />

stesso, <strong>di</strong>verso è il modo <strong>di</strong> affrontare la situazione da parte delle due donne. Effi infatti è<br />

passiva e sembra essere priva <strong>di</strong> forze mentre Tony cerca <strong>di</strong> superare i duri colpi subiti. In<br />

altre parole, la vitalità che contrad<strong>di</strong>stingueva entrambe da fanciulle, viene mantenuta<br />

solo in Tony, seppur a intermittenza, e questa caratteristica si conferma il punto <strong>di</strong> forza<br />

della ragazza <strong>di</strong> casa Buddenbrook per riuscire a emergere dalle situazioni <strong>di</strong>fficili e<br />

delicate che anno dopo anno si troverà a fronteggiare.<br />

C’è un aspetto però che viene toccato dai famosi tre romanzi che non è presente nel<br />

romanzo <strong>di</strong> Thomas Mann e per questo si può considerare Tony una sorella “minore” <strong>di</strong><br />

Effi, Anna e Emma. Questi tre personaggi femminili sono consapevolmente responsabili<br />

per la fine del loro matrimonio, mentre Tony non lo è. O meglio, non nella stessa misura<br />

dal momento che Tony non tra<strong>di</strong>rà mai i mariti, sarebbe uno scandalo che la famiglia non<br />

potrebbe sopportare, piuttosto soffre, si <strong>di</strong>spera, ma non tra<strong>di</strong>sce. Il suo errore è invece<br />

quello <strong>di</strong> ricadere in un matrimonio privo <strong>di</strong> sentimento una seconda volta. Nessun<br />

membro della famiglia Buddenbrook tra<strong>di</strong>rà il proprio partner, tranne Gerda Arnoldsen, la<br />

moglie del senatore fratello <strong>di</strong> Tony, ma Gerda non è una Buddenbrook. Inoltre, anche in<br />

questo caso non viene presentato l’atto in sé, ma viene intuito dalle continue<br />

frequentazioni con il sottotenente René Maria von Throta e dalla passione scaturita per<br />

mezzo della musica. In ogni caso nel romanzo non ci sono storie <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> amori<br />

passionali, ma tutto viene vissuto in maniera moderata e le <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> affetto sono<br />

ridotte al minimo.<br />

Le tre donne, quin<strong>di</strong>, si sposano con un matrimonio infelice, ma scelgono <strong>di</strong> darsi una<br />

seconda possibilità seguendo il proprio cuore alla ricerca <strong>di</strong> un matrimonio d’amore,<br />

mentre Tony sfrutta questa seconda possibilità non per realizzare i propri desideri e<br />

inclinazioni affettive, ma ancora una volta per un matrimonio infelice, dove manca<br />

l’amore.<br />

C’è qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso, però, se mettiamo a confronto le scelte <strong>degli</strong> autori per il destino<br />

delle ragazze che hanno sposato <strong>degli</strong> uomini che non amavano: lasciano finire i<br />

90 GkFA Bd. 1.1, p. 400.<br />

49


matrimoni conclusi in mancanza d’amore con la morte delle donne che hanno rotto queste<br />

unioni rimanendo ancorati, dunque, all’ideologia patriarcale che cercavano <strong>di</strong> mettere in<br />

<strong>di</strong>scussione. Loro hanno contratto dei matrimoni <strong>di</strong> interesse, come imposto dalle<br />

convenzioni sociali e familiari, ma nel momento in cui l’in<strong>di</strong>vidualità è emersa e si è<br />

scontrata contro questa ideologia in<strong>di</strong>viduando come unica via d’uscita l’adulterio,<br />

devono essere punite. Hanno rinunciato a essere quell’ ”anello della catena”, scelta che<br />

Tony Buddenbrook non farà e, infatti, verrà premiata con la presenza dalla prima pagina<br />

del romanzo fino all’ultima.<br />

Anche le tre protagoniste dei romanzi sull’adulterio presentano però una <strong>di</strong>fferenza: la<br />

morte <strong>di</strong> Effi si <strong>di</strong>stingue nettamente dai suici<strong>di</strong> <strong>di</strong> Emma e <strong>di</strong> Anna. Effi, infatti, non ha<br />

cercato l’adulterio, non ha inseguito la passione amorosa. Lei è vittima della noia, e<br />

ancora troppo giovane, ha bisogno <strong>di</strong> essere continuamente <strong>di</strong>stratta e stimolata mentre il<br />

marito non le dà le attenzioni che lei vorrebbe, perché tutto preso dai suoi impegni. In Effi<br />

Briest, infatti, lo scandalo dell’adulterio per il quale viene condannata non è<br />

esplicitamente narrato. Il romanzo si <strong>di</strong>vide in due parti: Fontane descrive l’animo e i<br />

pensieri della protagonista che la inducono all’adulterio prima e poi le conseguenze<br />

dell’adulterio che è già stato commesso. Anche qui come nei Buddenbrook la passione<br />

sembra essere assente dal momento che Effi non ama Crampas, ma vede in lui<br />

un’occasione per colmare il vuoto e la noia, che poi abbandonerà per andare a Berlino.<br />

Tutta la vita della ragazza è dettata dall’ubbi<strong>di</strong>enza alle convenzioni sociali già<br />

presentate: la sfida a duello del marito con l’amante della moglie, Effi viene ripu<strong>di</strong>ata<br />

senza poter stare con la figlia, abbandonata non solo dal marito ma anche dai genitori<br />

poiché ubbi<strong>di</strong>scono alle convenzioni sociali secondo cui sarebbe un <strong>di</strong>sonore riprendersi<br />

in casa una figlia così, pena l’isolamento.<br />

Davvero nella rigi<strong>di</strong>tà delle norme borghesi s’incuneano i dubbi. Effi comincia a dubitare,<br />

per esempio, che la colpa non sia solo sua, ma ad<strong>di</strong>ta anche il marito; Innstetten dubita<br />

che il duello sia la mossa giusta da compiere, dato che sono trascorsi sei anni<br />

dall’adulterio; i dubbi attanagliano anche i genitori <strong>di</strong> Effi che si chiedono se valga la<br />

pena rinunciare all’amore della figlia in cambio dell’approvazione sociale. E infatti, alla<br />

fine, la riprendono con sé e si condannano all’isolamento, cadendo vittime dei<br />

meccanismi <strong>di</strong> una società in cui Effi è stata buttata ancora poco più che bambina, quando<br />

ancora era troppo forte la sua voglia <strong>di</strong> vivere. Allora, come il padre <strong>di</strong> Tony, anche i<br />

genitori <strong>di</strong> Effi arriveranno a chiedersi se hanno agito nell’interesse della figlia o no:<br />

50


„Ob wir nicht doch vielleicht schuld sind? [...] ob sie nicht doch vielleicht zu jung war<br />

[für eine Ehe]?“ 91 .<br />

Un cambiamento <strong>di</strong> tendenza si avverte anche nel romanzo Anna Karenina, dove non va<br />

<strong>di</strong>menticato che in contrapposizione alla storia <strong>di</strong> Anna, cioè <strong>di</strong> <strong>di</strong> un matrimonio infelice<br />

prima e <strong>di</strong> una relazione adulterina poi, c’è la storia d’amore felice e della ricerca <strong>di</strong> sé da<br />

parte <strong>di</strong> Levin. Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> due storie parallele per cui alla fine Anna Karenina è il<br />

romanzo <strong>di</strong> Anna Karenina, ma è anche il romanzo <strong>di</strong> questa seconda coppia e questo è<br />

fondamentale per capire che vivere una storia d’amore dove la scelta spetta ai partner si<br />

può e non porta a fallimenti e <strong>di</strong>sastri.<br />

Per quanto riguarda la protagonista del romanzo <strong>di</strong> Flaubert, Emma, già dal titolo appare<br />

nella sua situazione sociale <strong>di</strong> donna maritata e, in un certo qual modo, estraniata da quel<br />

cognome che non le appartiene; per questo Emma incarna la con<strong>di</strong>zione sociale comune<br />

alle donne del XIX secolo: <strong>di</strong>pendenza economica dal marito, privazione <strong>di</strong> identità<br />

sociale al <strong>di</strong> fuori del matrimonio, nessuna possibilità <strong>di</strong> autonomia e <strong>di</strong> emancipazione<br />

personale.<br />

Sorgono dunque alcune domande leggendo il destino delle tre donne. Perché Effi Briest,<br />

la protagonista del romanzo <strong>di</strong> Theodor Fontane, per un bacio sarà costretta a vivere in<br />

solitu<strong>di</strong>ne? Perché Anna Karenina, la donna amata da Vronskij, terminerà la sua fuga<br />

d’amore lanciandosi sotto un treno? Perché Madame Bovary si avvelena con un topicida?<br />

Quale colpa scontano le donne che si sono abbandonate ai desideri infrangendo i canoni<br />

della società? Pagano per la loro debolezza manifestatasi attraverso il tra<strong>di</strong>mento dei<br />

mariti o per non averlo perpetrato con più audacia e accortezza? E soprattutto, che<br />

<strong>di</strong>fferenza c’è con Tony?<br />

3. „Etwas Heiliges und Unantastbares“ 92 : La relazione tra Tony<br />

Buddenbrook e Morten Schwarzkopf. Un bacio alla ricerca della libertà<br />

Il lettore del romanzo viene a fare la conoscenza del giovane Morten Schwarzkopf in un<br />

secondo momento; non è infatti il primo personaggio maschile con cui Tony<br />

Buddenbrook si accinge a parlare <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> promesse matrimoniali, <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> coppia,<br />

ma è senza ombra <strong>di</strong> dubbio la persona che Tony sceglie e vorrebbe avere al suo fianco.<br />

91 Theodor Fontane, Effi Briest, op. cit. p. 48, p. 292.<br />

92 GkFA Bd. 1.1, p. 169.<br />

51


Nonostante Morten sia l’unico amore <strong>di</strong> Tony, che la ragazza ha aspettato per tutta la vita,<br />

l’episo<strong>di</strong>o dei due ragazzi dura un’estate alla località balneare Travemünde 93 e viene<br />

racchiuso in una ventina <strong>di</strong> pagine che, se si considera la lunghezza del romanzo, sono <strong>di</strong><br />

poca portata, ma che rimarrà un ricordo indelebile e vivo nel cuore, più che nella mente,<br />

della ragazza <strong>di</strong> casa Buddenbrook. Eppure le circostanze con le quali è iniziata questa<br />

tenera amicizia tra i due ragazzi ne preannunciano subito la fine.<br />

Morten Schwarzkopf compare nella vita della ragazza in un momento delicato. Lei infatti<br />

ha ricevuto la proposta <strong>di</strong> matrimonio da parte <strong>di</strong> un commerciante <strong>di</strong> Amburgo, il signor<br />

Ben<strong>di</strong>x Grünlich. La ragazza sembra però risoluta a non volere sposare il commerciante<br />

ed è così che il padre chiede all’amico Diederich Schwarzkopf, il comandante dei piloti <strong>di</strong><br />

Travemünde, <strong>di</strong> ospitare la figlia per un po’ <strong>di</strong> tempo con la speranza che una ventata<br />

d’aria nuova l’aiuti a schiarirsi le idee e ad accettare la proposta <strong>di</strong> matrimonio.<br />

In questa cornice naturale Tony trascorre l’estate in compagnia della coppia e soprattutto<br />

del figlio Morten 94 e ritrova la spensieratezza e la vitalità che occhi cupi avevano nascosto<br />

nelle ultime settimane a causa delle tante pressioni a cui era stata sottoposta. Tra Morten e<br />

93 Travemünde ha rappresentato per Thomas Mann un luogo in<strong>di</strong>menticabile della sua vita <strong>di</strong> cui<br />

amava ricordare la valenza simbolica. Nel romanzo la storia d’amore tra Tony e Morten avviene<br />

proprio nell’amata località balneare, tanto cara anche ai personaggi della famiglia Buddenbrook.<br />

Con queste parole descriveva l’autore Travemünde: “An <strong>di</strong>esem Ort, in Travemünde, dem<br />

Ferienpara<strong>di</strong>es, wo ich <strong>di</strong>e unzweifelhaft glücklichsten Tage meines Lebens verbracht habe, Tage<br />

und Wochen, deren tiefe Befrie<strong>di</strong>gung und Wunschlosigkeit durch nichts Späteres in meinem<br />

Leben das ich doch heute nicht arm nennen kann, zu übertreffen und in Vergessenheit zu bringen<br />

war, -an <strong>di</strong>esem Ort gingen das Meer und <strong>di</strong>e Musik in meinem Herzen eine ideelle, eine<br />

Gefühlsverbindung für immer ein und es ist etwas geworden aus <strong>di</strong>eser Gefühls- und<br />

Ideenverbindung: – nämlich Erzählung, epische Prosa: - Epik, das war mir immer ein Begriff, der<br />

eng verbunden war mit dem des Meeres und der Musik, sich gewissermaßen aus ihnen<br />

zusammensetzte, [...] so möchte ich meinen, daß das Meer, sein Rhythmus, seine musikalische<br />

Transzendenz auf irgendeine Weise überall in meinen Büchern gegenwärtig ist, auch dann, wenn<br />

nicht, was oft genug der Fall, ausdrücklich davon <strong>di</strong>e Rede ist”. Mann, Lübeck als geistige<br />

Lebensform, op. cit., p.9, p.388-389.<br />

94 Leggendo i nomi <strong>di</strong> molti personaggi femminili e maschili che affollano il romanzo, si può<br />

notare che il sistema antroponomastico dei Buddenbrook rinvia al legame tra le città anseatiche<br />

tedesche e il settentrione scan<strong>di</strong>navo. Morten infatti si chiama così perché il nonno che portava<br />

quel nome aveva sangue norvegese.<br />

52


Tony si instaura da principio molta complicità e simpatia. La ragazza si confessa a lui e<br />

Thomas Mann ci descrive nei <strong>di</strong>scorsi e nei suoi comportamenti il valore dell’amicizia.<br />

Nonostante abbia <strong>di</strong>versi amici, soprattutto amiche, compagne <strong>di</strong> collegio, accanto a<br />

Morten si lascia andare a riflessioni e racconta aneddoti <strong>di</strong> scuola, narra felice dei giorni<br />

in collegio da Sesemi Weichbrodt, arriva ad<strong>di</strong>rittura a promettergli: „Ich werde dafür<br />

sorgen, dass Sie bei uns Hausarzt werden, wenn Grabow sich später einmal zur Ruhe<br />

setzt, passen Se auf!” 95 . Con lui non deve mantenere il contegno che le è imposto dalla<br />

famiglia, dal suo nome, ma si lascia coinvolgere nel suo mondo, fantasticando con lui,<br />

senza ponderare ciò che <strong>di</strong>ce. Capisce che Morten può insegnarle molte cose che non sa e<br />

saziare così la sua curiosità: „Ich möchte gern etwas erfahren… Mein Gott, ich bin eine<br />

Gans, sehen Sie! Bei Sesemi Weichbrodt war ich immer unter den Faulsten. Und Sie<br />

wissen, glaube ich, so viel… 96 ” e ancora descrive senza provare vergogna la sua<br />

ingenuità:<br />

Wollen Sie wissen, wie dumm ich früher war? Ich wollte <strong>di</strong>e bunten Sterne aus den<br />

Quallen heraus haben. Ich trug eine ganze Menge Quallen im Taschentuche nach<br />

Hause und legte sie saüberlich auf den Balkon in <strong>di</strong>e Sonne, damit sie<br />

verdunsteten… dann mußten <strong>di</strong>e Sterne doch übrig bleiben!... Ja, schön… Als ich<br />

nachsah, war da ein ziemlich großer nasser Flock. Er roch nur ein bißchen nach<br />

faulem Seetang… 97 .<br />

A questo proposito Müller parla <strong>di</strong> circolarità della narrazione perché questo stesso<br />

episo<strong>di</strong>o verrà raccontato in seguito da Tony al nipote Hanno 98 .<br />

L’empatia tra i due è reciproca: non è solo Tony ad aprirsi a lui, ma lo stesso Morten può<br />

rivelarle alcuni segreti che tiene nascosti ai genitori, le comunica le sue riflessioni, e<br />

soprattutto le sue ideologie.<br />

Tony nel nuovo ambiente si trova subito a suo agio, nonostante viva modestamente<br />

rispetto a come è abituata a casa, ma sembra <strong>di</strong>menticare le sue origini tanto da voler<br />

evitare la cerchia della gente della società che solitamente frequenta e preferire essere<br />

lasciata in pace. E’ inevitabile, però, che si trovi spesso con le sue conoscenze <strong>di</strong> città e<br />

95 GkFA Bd. 1.1 p. 140.<br />

96 GkFA Bd.1.1, p. 138.<br />

97 GkFA Bd.1.1, p. 147-148.<br />

98 Fred Müller, Thomas Mann Buddenbrooks, München, R.Oldenbourg 1998, p. 36.<br />

53


allora Morten è lasciato da parte, o meglio decide <strong>di</strong> farsi da parte e <strong>di</strong> “sedere sulle<br />

pietre” 99 . Quelle pietre, fin dal primo giorno, <strong>di</strong>vengono fra loro due un modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re fisso<br />

per intendere noia e solitu<strong>di</strong>ne.<br />

Un aspetto tutt’altro che secondario da tenere in considerazione è il <strong>di</strong>stacco e la <strong>di</strong>sparità<br />

sociale tra i due, <strong>di</strong> cui Morten è consapevole fin dal primo giorno in cui la ragazza è<br />

arrivata nella maestosa carrozza dei Kröger. Lo rivela infatti senza mezzi termini:<br />

Ach, das ist alles Eins, Fräulein Buddenbrook! Ja, ich nenne Ihren Familiennamen<br />

und zwar mit Absicht… und ich müßte eigentlich noch „Demoiselle Buddenbrook“<br />

sagen, damit Ihnen Ihr ganzes Recht wird! [...]. Sie haben Sympathie für <strong>di</strong>e<br />

Adligen… soll ich Ihnen sagen warum? Weil Sie selbst eine Adlige sind! Ja ha,<br />

haben Sie das noch nicht gewusst?... Ihr Vater ist ein großer Herr, und Sie sind eine<br />

Prinzeß. Ein Abgrund trennt sie von uns Andern, <strong>di</strong>e wir nicht zu Ihrem Kreise von<br />

herrschenden Familien gehören. Sie können wohl einmal mit Einem von uns zur<br />

Erholung ein bißchen an der See spazieren gehen, aber wenn Sie wieder in Ihrer<br />

Kreis der Bevorzugten und Auserwählten treten, dann kann man auf den Steinen<br />

sitzen… 100 .<br />

Usa parole forti Morten, la descrive come una principessa, parla <strong>di</strong> un abisso tra i due e sa<br />

che lui potrà essere solo un conoscente, un compagno d’avventura perché lei appartiene<br />

alla cerchia dei nobili. E come non dargli torto, dopotutto Tony si comporta come una<br />

nobile, cercando <strong>di</strong> sopperire con il suo amore per il lusso la mancanza <strong>di</strong> quel “von” nel<br />

suo cognome <strong>di</strong> cui tanto soffre. Morten continua nelle sue riflessioni e enuncia idee<br />

rivoluzionarie per il tempo. Uno dei principi più importanti che propugna è l’o<strong>di</strong>o per la<br />

nobiltà come istituzione:<br />

Wir, <strong>di</strong>e Bourgeoisie, der dritte Stand, wie wir bis jetzt genannt worden sind, wir<br />

wollen, daß nur noch ein Adel des Ver<strong>di</strong>enstes bestehe, wir erkennen den faulen<br />

Adel nicht mehr an, wir leugnen <strong>di</strong>e jetzige Rangordnung der Stände… wir wollen,<br />

daß alle Menschen frei und gleich sind, daß niemand einer Person unterworfen ist,<br />

sondern alle nur den Gesetzen untertänig sind!... Es soll keine Privilegien und keine<br />

Willür mehr geben!... Alle sollen ghleichberechtige Kinder des Staates sein, und wie<br />

99 GkFA Bd.1.1, p.141.<br />

100 GkFA Bd.1.1, p.151.<br />

54


keine Mittlerschaft mehr existiert zwischen dem Laien und dem lieben Gott, so soll<br />

auch der Bürger zum Staate in unmittelbarem Verhältnis stehen! …Wir wollen<br />

Freiheit der Presse, der Gewerbe, des Handels… Wir wollen, daß alle Menschen<br />

ohne Vorrechte miteinander konkurrieren, und daß den Ver<strong>di</strong>enste seine Krone<br />

wird!... Aber wir sind geknechtet, geknebelt…[...] 101 .<br />

Tony improvvisamente <strong>di</strong>mostra interesse per questi <strong>di</strong>scorsi che prima d’ora non<br />

l’avevano mai colpita, accanto a lui non si sente più un’ “oca”, ma vuole sapere, vuole<br />

capire, le si è aperto un mondo che aveva ignorato finora e vuole sentire ciò che Morten<br />

ha da <strong>di</strong>re a tale riguardo; lo ascolta, prendendo a volte le <strong>di</strong>stanze da quello che <strong>di</strong>ce e<br />

rimanendo turbata. Nel leggere l’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Travemünde, Klinger ritiene giustamente che<br />

è proprio dal contatto con un estraneo alla famiglia che la ragazza acquista<br />

consapevolezza 102 .<br />

Thomas Mann affida alle parole del giovane studente <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina il compito <strong>di</strong> mostrare<br />

uno spaccato dei sentimenti e delle idee che all’epoca una certa parte della borghesia<br />

cominciava a coltivare e che sarebbero poi sbocciate nei moti del 1848. Per Crescenzi<br />

Morten rappresenta, infatti, una delle rare personificazioni del politico nell’opera<br />

dell’autore fino al romanzo Der Zauberberg 103 . Il nastro a colori che Morten mostra alla<br />

ragazza simboleggia l’appartenenza a Gottinga a un’associazione studentesca. Alla<br />

richiesta <strong>di</strong> spiegazione <strong>di</strong> Tony sulle finalità dell’associazione lui risponde con tono<br />

fermo e solenne: la libertà. La libertà dunque è cio che Morten va cercando, e Tony<br />

d’improvviso si sente allineata con lui nel comprendere il significato puro della parola<br />

“libertà”.<br />

L’avvicinarsi della fine della stagione segna il ritorno alla quoti<strong>di</strong>anità per Morten e<br />

Tony, <strong>di</strong>stanti l’uno dall’altra. Ritorna quin<strong>di</strong> lo spettro <strong>di</strong> Grünlich, dal momento che<br />

Morten vuole sapere chi sia il signore nominato dal fratello Thomas. Tony viene dunque<br />

riportata alla realtà e nello stesso tempo si risveglia in lei il sentimento provato dopo la<br />

richiesta del signor Grünlich: il sentimento <strong>di</strong> essere una persona importante. Nel sentire i<br />

101 GkFA Bd.1.1, p.149-150.<br />

102 Bettina Klinger, Emma Bovary und ihre Schwestern. Die unverstandene Frau: Variationen von<br />

eines literarischen Typus von Balzac bis Thomas Mann, Rheibach-Merzbach, CMZ-Verlag 1896,<br />

p.197.<br />

103 Thomas Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, a cura <strong>di</strong> Luca Crescenzi,<br />

Mondadori, Milano 2007, p.21.<br />

55


mo<strong>di</strong> canzonatori e rigi<strong>di</strong> con cui Tony descrive i comportamenti del suo pretendente<br />

Morten si lascia scappare la seguente considerazione:<br />

Sie sind grausam, Fräulein Tony... Sind Sie immer grausam? Sagen Sie mir… Sie<br />

haben <strong>di</strong>esen Herrn Grünlich nicht leiden können, aber sind Sie jemals einem<br />

Anderen zugetan gewesen? Manchmal denke ich: Haben sie vielleicht ein kaltes<br />

Herz? Eines will ich Ihnen sagen… es ist so wahr, daß ich es Ihnen beschwören<br />

kann: Ein Mann ist nicht albern, weil er darüber weint, daß Sie nichts von ihm<br />

wissen wollen… das ist es. Ich bin nicht sicher, durchaus nicht sicher, daß ich nicht<br />

ebenfalls… Sehen Sie, Sie sind ein verwöhntes, vornehmes Geschöpf…Mokieren<br />

Sie sich immer nur über <strong>di</strong>e Leute, <strong>di</strong>e zu Ihren Füßen liegen? Haben Sie wirklich ein<br />

kaltes Herz? 104 .<br />

Il rammarico iniziale provato per l’inaspettato giu<strong>di</strong>zio del ragazzo lascia spazio alla<br />

commozione per quanto sta per accadere tra i due. Ora è arrivato il momento <strong>di</strong> Morten,<br />

ora l’unica cosa che gli resta da fare è trovare il coraggio per tradurre in parole i<br />

sentimenti provati per la ragazza. Mi sembra giusto lasciare la parola per descrivere<br />

questo momento, probabilmente una delle pagine più romantiche del libro, a Thomas<br />

Mann:<br />

Und Sie... Sie mokieren sich nicht über mich, wenn ich Ihnen sage, daß... „<br />

„Ich weiß, Morten“ […].<br />

„Sie wissen... ! Und Sie... Sie, Fräulein Tony...“<br />

„Ja, Morten. Ich halte große Stücke auf Sie. Ich habe Sie sehr gern. Ich habe Sie<br />

lieber als alle, <strong>di</strong>e ich kenne” 105 .<br />

La risposta <strong>di</strong> Tony non può che scatenare in Morten un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> emozioni. A una Tony<br />

dall’aria sognante e felice chiede <strong>di</strong> conservare il ricordo del pomeriggio e <strong>di</strong> non dare<br />

retta a nessun altro uomo finchè non tornerà da lei dopo gli stu<strong>di</strong>. Detto questo, il ragazzo<br />

si porta ancor più vicino al petto la mano <strong>di</strong> lei chiedendole con voce soffocata: „Wollen<br />

Sie mir daraufhin nicht… Darf ich das nicht… bekräftigen…?” 106 . E la promessa viene<br />

104 GkFA Bd.1.1, p.156.<br />

105 GkFA Bd.1.1, p.157.<br />

106 GkFA Bd.1.1, p.158.<br />

56


suggellata da un lungo bacio seguito da momenti <strong>di</strong> imbarazzo per entrambi. Questo bacio<br />

simboleggia la purezza dell’amore tra due ragazzi che si sono conosciuti lentamente, si<br />

sono trovati senza le pressioni <strong>di</strong> nessuno. Come osservato da Müller „<strong>di</strong>e Feindschaft<br />

zwischen Bourgeoisie und Adel besteht für Morten wenigstens […] in <strong>di</strong>esem<br />

Augenblick tatsächlich nur im Prinzip“ 107 .<br />

E’ un bacio ben <strong>di</strong>verso da quello che Hermann Hagenström aveva cercato tempo prima<br />

<strong>di</strong> strapparle, in cambio del goloso limoncino con petto d’oca che tanto aveva attirato la<br />

sua attenzione, ma che era stato accolto da Tony con violenti schiaffi e ceffoni. Si è <strong>di</strong><br />

fronte a una Tony bimba per certi versi, ma per altri una Tony innamorata, piena <strong>di</strong><br />

speranze, felice <strong>di</strong> vivere la sua vita e le sue scelte, scelte che ha compiuto da sola,<br />

lontana dalla famiglia e dalla <strong>di</strong>tta.<br />

Herbert Lehnert sottolinea come la scena <strong>di</strong> fidanzamento tra Tony e Morten in spiaggia<br />

inviti il lettore del 1901 a identificarsi con la giovane coppia, che si scambia la promessa<br />

<strong>di</strong> matrimonio come dei giovani d’oggi e non secondo il tra<strong>di</strong>zionale rituale dell’epoca,<br />

sottolineando che Morten <strong>di</strong>ce che chiederà la mano del padre per loro come coppia e non<br />

per lei. Ritiene, inoltre, che Tony in questo frangente non svolga un ruolo passivo, come<br />

la tra<strong>di</strong>zione patriarcale le prescriverebbe, perché è a conoscenza dell’amore <strong>di</strong> Morten<br />

che ricambia, arrivando ad interromperlo finchè si <strong>di</strong>chiara 108 .<br />

La relazione tra i due giovani innamorati è una delle poche all’interno del romanzo che<br />

sembra animata da sentimenti veri. Ai lettori il destino <strong>di</strong> Tony sembra a questo punto già<br />

scritto. Lei ha scelto Morten, quin<strong>di</strong> ci si aspetta che comunichi al padre la sua decisione,<br />

il signor Grünlich si faccia finalmente da parte e che nessuno interferisca su questa storia;<br />

Morten terminerà gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina e poi i due potranno finalmente sposarsi. Al lettore<br />

contemporaneo un tale finale risulterebbe scontato. Forse però l’immaginazione sta<br />

correndo più del dovuto. Bisogna ricordare infatti che Tony è pur sempre la figlia del<br />

console Buddenbrook, e come tale si inserisce nel quadro delle ragazze borghesi del<br />

<strong>di</strong>ciannovesimo secolo <strong>di</strong>pinto in apertura <strong>di</strong> capitolo. Dunque è ancora un finale tutto da<br />

scrivere e ciò si intuisce subito non appena si legge la risposta alla lettera che la fanciulla<br />

scrive al padre. Ma proce<strong>di</strong>amo con or<strong>di</strong>ne.<br />

107 Müller, Thomas Mann Buddenbrooks, op. cit., p.53, p.46.<br />

108 Lehnert, Tony Buddenbrook und ihre literarischen Schwestern, op. cit., p. 47, p. 52.<br />

57


Tony infatti riceve dal signor Grünlich una lettera in cui viene sollecitata a rispondere alla<br />

sua proposta <strong>di</strong> matrimonio e le viene inviato un anello, pegno del suo affetto. Tony allora<br />

si precipita a comunicare al padre quanto accaduto:<br />

[…] und bitte ich Dich so dringend, ihm nun doch kurzerhand plausibel zu machen,<br />

daß ich jetzt noch tausendmal weniger als vor sechs Wochen in der Lage bin, ihm<br />

mein Jawort fürs Leben zu erteilen, und daß er mich endlich in Frieden lassen soll,<br />

ermacht sich ja lächerlich. Dir, dem besten Vater, kann ich es ja sagen, daß ich<br />

anderweitig gebunden bin an jemanden, der mich liebt, und den ich liebe, daß es sich<br />

gar nicht sagen läßt. O Papa! Darüber könnte ich viele Bogen vollschreiben, ich<br />

spreche von Herrn Morten Schwarzkopf, der Arzt werden will und, sowie er Doktor<br />

ist, um meine Hand anhalten will. Ich weiß ja, daß es Sitte ist, einen Kaufmann zu<br />

heiraten, aber Morten gehört eben zu dem anderen Teil von angesehenen Herren, den<br />

Gelehrten. Er ist nicht reich, was wohl für Dich und Mama gewichtig ist, aber das<br />

muß ich Dir sagen, lieber Papa, so jung ich bin, aber das wird das Leben manchen<br />

gelehrt haben, daß Reichtum allein nicht immer jeden glücklich macht […] 109 .<br />

Dalle righe inviate al padre si ha l’immagine <strong>di</strong> una Tony matura nella sua giovinezza e<br />

trasformata rispetto alle settimane prima della partenza per le vacanze estive; parla <strong>di</strong><br />

ricchezza d’animo, parla <strong>di</strong> amore, parla già <strong>di</strong> promessa <strong>di</strong> matrimonio. E’ l’unico<br />

momento in cui probabilmente Tony pensa solo a sé stessa. Non si lascia intimorire dal<br />

fatto che i genitori, soprattutto il padre, siano convinti che non ci sia altro matrimonio se<br />

non con un commerciante. Affronta la situazione, non si tira in<strong>di</strong>etro, sa il fatto suo. Forse<br />

la piccola Tony riuscirà con la sua convinzione a cambiare la tra<strong>di</strong>zione…<br />

A tale riguardo Crescenzi sostiene che Morten rappresenta un’opportunità <strong>di</strong><br />

cambiamento e <strong>di</strong> rinnovamento per sfuggire al destino <strong>di</strong> morte e al nichilismo che<br />

incombe sulla famiglia Buddenbrook. Pone in risalto la forza dell’eros che<br />

unisce ciò che nella quiete prosecuzione del passato è destinato a rimanere <strong>di</strong>viso -le<br />

culture, le classi, le realtà sociali- liberandolo dal retaggio della tra<strong>di</strong>zione e<br />

preparando un futuro <strong>di</strong>verso 110 .<br />

109 GkFA Bd.1.1, p.159.<br />

110 Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, op. cit. p.55, p.23.<br />

58


E proprio questo è infatti lo scenario che sembra aprirsi con la relazione tra i due ragazzi.<br />

Avendo però già preso in considerazione la visione dell’amore nelle famiglie borghesi è<br />

evidente che Jean Buddenbrook, nonostante tutto l’affetto provato per la figlia, non possa<br />

che <strong>di</strong>sapprovare una tale decisione. Ed è esattamente quello che accade nel romanzo. Il<br />

padre, infatti, non tiene in minima considerazione le righe della figlia, a suo avviso spinte<br />

dalla rabbia per l’insistenza del signor Grünlich.<br />

[…] Wir sind, meine liebe Tochter, nicht dafür geboren, was wir mit kurzsichtigen<br />

Augen für unser eigenes, kleines, persönliches Glück halten, denn wir sind nicht<br />

lose, unabhängige und für sich bestehende Einzelwesen, sondern wie Glieder in einer<br />

Kette, und wir wären, so wie wir sind, nicht denkbar ohne <strong>di</strong>e Reihe derjenigen, <strong>di</strong>e<br />

uns vorangingen und uns <strong>di</strong>e Wege wiesen, indem sie ihrerseits mit Strenge und ohne<br />

nach rechts oder links zu blicken einer erprobten und ehrwür<strong>di</strong>gen Überlieferung<br />

folgten. Dein Weg, wie mich dünkt, liegt seit längeren Wochen klar und scharf<br />

abgegrenzt vor Dir, und Du müßtest nicht meine Tochter sein, nicht <strong>di</strong>e Enkelin<br />

Deines in Gott ruhenden Großvaters und überhaupt nicht ein wür<strong>di</strong>g Glied unserer<br />

Familie, wenn Du ernstlich im Sinne hättest, Du allein, mit Trotz und Flattersinn<br />

Deine eignen, unordentlichen Pfade zu gehen. Dies, meine liebe Antonie, bitte ich<br />

Dich, in Deinem Herzen zu bewegen 111 […].<br />

Con queste parole del padre, che incarna perfettamente lo spirito borghese dell’epoca, si<br />

capisce chiaramente che Tony non ha libertà <strong>di</strong> scelta. Si sente <strong>di</strong>re dal genitore che<br />

qualora non sposi il commerciante non sarebbe un membro <strong>di</strong> quella famiglia che lei tanto<br />

ama. Quin<strong>di</strong> se vuole continuare a farne parte deve reprimere quelle sue fantasie che la<br />

condurrebbero solo a una <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata via e seguire il percorso che le è stato tracciato in<br />

quanto Buddenbrook. Per Hermann Kurzke e Karsten Stefan Lorek il sentimento<br />

religioso, Dio e la compassione su cui fa leva il console Jean altro non sono che un<br />

mascheramento ideologico del suo interesse capitalistico 112 .<br />

Ma il padre non si ferma qui; avvisa imme<strong>di</strong>atamente il signor Grünlich che non tarda a<br />

presentarsi a Travemünde per chiarire la situazione, ossia spiegare che Tony è promessa a<br />

lui e che Morten con i suoi comportamenti interferisce sulla ragazza cercando delle<br />

111 GkFA Bd.1.1, p.160-161.<br />

112 Hermann Kurzke, Karsten Stefan Lorek, Thomas Mann: Epoche- Werk- Wirkung, München,<br />

Beck 1985, p. 72.<br />

59


promesse che lei non può mantenere. Ovviamente la reazione del signor Diederich è <strong>di</strong><br />

stupore; nonostante il commerciante insinui che il comandante dei piloti abbia dei progetti<br />

per il figlio e non si sia lasciato sfuggire l’occasione <strong>di</strong> spingerlo verso Tony, si <strong>di</strong>mostra<br />

ligio alle gerarchie, mentre la signora Meta prova delusione perché in cuor suo sperava<br />

che tra i due ragazzi potesse nascere qualcosa. Lehnert interpreta invece la reazione del<br />

padre <strong>di</strong> Morten <strong>di</strong> fronte all’accusa del commerciante non come <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> umiltà,<br />

ma <strong>di</strong> orgoglio per le intenzioni del figlio 113 .<br />

Merita attenzione la reazione del ragazzo. Ora che tutto è venuto a galla, seppur in modo<br />

brusco, non deve nascondere i suoi sentimenti, perché dovrebbe essere più facile<br />

<strong>di</strong>chiarare le sue intenzioni e far emergere quello spirito “ribelle”, quel lato che si vede<br />

costretto a frenare per non andare contro la volontà del padre. Invece Morten si limita a<br />

confermare la promessa scambiata tra lui e la ragazza e accetta passivamente i risvolti<br />

della situazione che si è venuta a creare. Il comportamento <strong>di</strong> Morten risulta<br />

contrad<strong>di</strong>ttorio più che mai. Che valore ha per lui la promessa strappata a Tony, se al<br />

primo ostacolo si arrende? Una spiegazione si può trovare in quelle parole che, come<br />

accennato in precedenza, affida a Tony per spiegare la loro <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> status sociale che<br />

li “condanna” a essere <strong>di</strong>visi perché appartenenti a due mon<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi. Questo però lo<br />

sapeva dall’inizio eppure ha cercato <strong>di</strong> ignorarlo e <strong>di</strong> non privarsi <strong>di</strong> vivere un sentimento<br />

con la ragazza a causa <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>menti esterni. Ora fa un passo in<strong>di</strong>etro. Così Morten e<br />

Tony vengono separati senza avere il tempo per un ultimo saluto, senza augurarsi un<br />

arrivederci o meglio un ad<strong>di</strong>o perché lo studente viene mandato il giorno successivo a<br />

Gottinga.<br />

E che ne è <strong>di</strong> Tony? La ragazza ha trascorso la notte ignara <strong>di</strong> quanto stesse accadendo in<br />

casa, ma l’attende un risveglio quanto mai amaro, senza Morten, ma con Thomas venuto<br />

per riportarla a casa. La scena <strong>di</strong> commiato rivela tutta la tristezza <strong>di</strong> Tony, che per tutto il<br />

viaggio <strong>di</strong> ritorno chiude gli occhi e immagina Travemünde, Morten, le loro<br />

conversazioni, il ricordo speciale <strong>di</strong> quegli istanti. Si sente esausta e non prova neppure a<br />

trattenere le lacrime che le salgono agli occhi, lacrime <strong>di</strong> nostalgia e <strong>di</strong> dolore. Thomas<br />

prova imbarazzo per le con<strong>di</strong>zioni in cui si trova la sorella che non si vergogna <strong>di</strong><br />

mostrare le sue sensazioni. Il <strong>di</strong>alogo che avviene tra i fratelli, infatti, è sintomo della loro<br />

solidarietà che si presenterà in molte occasioni della loro vita, dove saranno chiamati a<br />

farsi coraggio, a sostenersi vicendevolmente, ma anche il contegno che contrad<strong>di</strong>stingue<br />

113 Lehnert, Tony Buddenbrook und ihre literarischen Schwestern, op. cit., p.47, p.52.<br />

60


ogni comportamento <strong>di</strong> Thomas. Accarezzandola il fratello non può che non riconoscere<br />

la sofferenza della sorella e le confessa che anche lui dovrà <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o e andare ad<br />

Amsterdam per un periodo a lavorare. Ma Tony pensa che un ad<strong>di</strong>o ai genitori e ai fratelli<br />

non sia niente in confronto a quello che tocca fare a lei –Tony infatti non sa che Thomas è<br />

unito sentimentalmente alla fioraia Anna– nonostante il fratello cerchi <strong>di</strong> rincuorarla<br />

<strong>di</strong>cendole che quel penoso stato d’animo in cui si trova non durerà molto, perché poi si<br />

<strong>di</strong>menticherà. La sorella allora più convinta che mai gli risponde: „Aber ich will ja gerade<br />

nicht vergessen! […]. Vergessen... ist das denn ein Trost?!” 114 . Tony quin<strong>di</strong> non vuole<br />

<strong>di</strong>menticare quanto accaduto in quelle piacevoli settimane, l’ha promesso a Morten, però<br />

non appena intravede la casa paterna viene colta da delle sensazioni contrastanti e viene<br />

riafferrata dal suo passato, dall’abitu<strong>di</strong>ne, dalla tra<strong>di</strong>zione. Improvvisamente cessano<br />

anche le lacrime, arrivando ad<strong>di</strong>rittura a provare vergogna per il suo stato. Alla vista del<br />

padre ci si aspetterebbe che Tony fosse arrabbiata per le parole dure che le ha riservato<br />

nella lettera, <strong>di</strong>fficili da <strong>di</strong>gerire per una figlia, invece lo bacia e cerca <strong>di</strong> nascondere le<br />

tracce <strong>di</strong> pianto sul suo volto. Basta così poco quin<strong>di</strong> per <strong>di</strong>menticare? Un volto familiare,<br />

l’atmosfera della propria casa, del proprio paese? Che ne è della libertà che va cercando e<br />

che sembra aver trovato lontano da casa e dai genitori? E soprattutto che peso dà Tony<br />

alle promesse, alle sue parole?<br />

E’ inevitabile chiedersi come mai ci sia questa in<strong>di</strong>fferenza da parte <strong>di</strong> entrambi per la<br />

loro promessa, avvenuta dopo intere giornate trascorse insieme, splen<strong>di</strong>de per tutti e due,<br />

accompagnate da riflessioni profonde sulla loro vita. Aveva dunque ragione Morten nel<br />

<strong>di</strong>re che dopotutto era loro destino incontrarsi se non per poche ore per passeggiare?<br />

Riflettendo sulla conclusione del legame tra i due ragazzi Kraul sostiene che Tony chiuda<br />

la relazione senza una lotta vera e propria tra il suo dovere familiare e sociale e la sua<br />

inclinazione per il ragazzo 115 . E davvero questa è l’impressione che si ha <strong>di</strong> fronte alla<br />

reazione <strong>di</strong> Tony e alla facilità con cui rinuncia a Morten.<br />

Il lettore dopo aver vissuto l’intensità del sentimento tra i due ragazzi è spinto ad<br />

aspettare il momento in cui Morten fa il suo ritorno una volta terminati gli stu<strong>di</strong> in cerca<br />

<strong>di</strong> Tony. Non solo questo non avviene, ma il ragazzo sparisce dalla scena, e verrà<br />

nominato in alcune occasioni. Il fatto che Tony rievochi i pensieri e le riflessioni <strong>di</strong><br />

114 GkFA Bd.1.1, p. 170.<br />

115 Fritz Kraul, Die Buddenbrooks als Gesellschaftsroman, Stuttgart, Ernst Klett Verlag 1959,<br />

p.93.<br />

61


Morten viene letto da Hannelore Mundt come un tentativo <strong>di</strong> ricordare l’opportunità non<br />

afferrata <strong>di</strong> vivere in un mondo <strong>di</strong> amore e libertà lontano da quello in cui la ragazza vive<br />

e suggerisce tutti i sacrifici personali che non solo Tony, ma anche gli altri componenti<br />

della famiglia devono fare per mantenere intatto il loro mondo borghese 116 .<br />

Queste considerazioni inducono a ritenere Morten un personaggio che rimane sospeso,<br />

che non viene presentato in maniera definitiva da Thomas Mann che, nonostante sia stato<br />

una conoscenza importante nella vita della ragazza, sparisce <strong>di</strong> scena troppo presto o in<br />

maniera brusca, senza poter sapere le sue reazioni, senza poter avere una parola <strong>di</strong><br />

spiegazione da parte dello studente. In verità, non è solo il lettore che lasciandosi<br />

coinvolgere dall’atmosfera romantica tra i due ragazzi considera la figura <strong>di</strong> Morten<br />

essenziale per la storia <strong>di</strong> Tony; è lo stesso autore a riba<strong>di</strong>rlo, scrivendo nei suoi<br />

otizbücher una riflessione su questo episo<strong>di</strong>o che però non viene inserita nel romanzo:<br />

Tony im Travem. [korrigiert aus: „München“]. Correctur zum Schluß des<br />

Liebeskapitels: ‘Dies alles ist nur deshalb so ausführlich erzählt worden, weil es <strong>di</strong>e<br />

einzige, von ihrer Wiege bis zu ihrem Grabe <strong>di</strong>e einzige wirklich glückselige<br />

[korrigiert aus: „glückliche“] Stunde war, <strong>di</strong>e <strong>di</strong>esem anmuthigen und gutherzigen<br />

Geschöpfe von Gott beschieden wurde‘ 117 .<br />

Così finisce l’avventura <strong>di</strong> Tony a Travemünde. Travemünde doveva rappresentare un<br />

motivo <strong>di</strong> svago per la ragazza invece qui trova la persona che ama, o perlomeno pensa <strong>di</strong><br />

amare. Questa storia d’amore, che simboleggia l’amore romantico, un amore autentico<br />

privo <strong>di</strong> interessi economici e materiali, rimane qualcosa <strong>di</strong> illusorio e irrealizzabile,<br />

rimane al ritorno a casa un vecchio sogno.<br />

Come sottolineato da Crescenzi è evidente che la conclusione della relazione tra i due<br />

ragazzi preclude la strada al futuro <strong>di</strong>chiarando conseguentemente il trionfo del retaggio<br />

ere<strong>di</strong>tario con norme e idee assolute e inviolabili, ma che si riveleranno in seguito<br />

fallimentari 118 .<br />

116 Hannelore Mundt, Female Identities and autobiographical impulses, in Herbert Lehnert/ Eva<br />

Wessell (a cura <strong>di</strong>), A companion to the works of Thomas Mann, Rochester NY, Camden House<br />

2004, p.277.<br />

117 GkFA Bd. 1.2, p.278-279.<br />

118 Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, op. cit. p. 55, p. 21.<br />

62


A rovinare il quadro i<strong>di</strong>lliaco dei due ragazzi a Travemünde ci pensa infatti il più volte<br />

nominato signor Grünlich. Per capire come e quanto l’incontro con Morten Schwarzkopf<br />

ha cambiato le sorti del destino <strong>di</strong> Tony Buddenbrook è giunto il momento <strong>di</strong> fare un salto<br />

in<strong>di</strong>etro per recuperare i tasselli mancanti della vita amorosa della protagonista del<br />

presente lavoro e descrivere il rapporto con Bene<strong>di</strong>x Grünlich e gli ulteriori sviluppi.<br />

4. „Wie Glieder in einer Kette“ 119 : l’attaccamento <strong>di</strong> Tony alla tra<strong>di</strong>zione familiare<br />

borghese<br />

Il signor Ben<strong>di</strong>x Grünlich compare nella vita della ragazza improvvisamente, in un<br />

pomeriggio <strong>di</strong> giugno, quando la famiglia Buddenbrook è seduta in giar<strong>di</strong>no per<br />

sorseggiare un caffè. Il modo con cui si rapporta ai familiari del collega d’affari Jean<br />

Buddenbrook è singolare e non si può non notare un tentativo <strong>di</strong> apparire gentile, forse<br />

eccessivamente gentile. Egli infatti spende qualche parola con ognuno dei presenti,<br />

<strong>di</strong>mostrando una buona preparazione culturale in <strong>di</strong>versi ambiti, una ricerca <strong>di</strong> vocaboli<br />

con termini che sembrano stati stu<strong>di</strong>ati prima <strong>di</strong> essere espressi. Dalla sua bocca quin<strong>di</strong><br />

escono solo commenti positivi verso la famiglia Buddenbrook, della quale rispetta<br />

tra<strong>di</strong>zione e storia. La stessa Tony é oggetto d’attenzione dell’ospite che si rivolge alla<br />

madre in<strong>di</strong>cando la figlia: „Beachten Sie, […] wie <strong>di</strong>e Sonne in dem Haare Ihres Fräulein<br />

Tochter spielt? – Ich habe niemals schöneres Haar gesehen!” 120 .<br />

Il suo inaspettatato arrivo è subito al centro dei <strong>di</strong>scorsi della famiglia. Se i genitori si<br />

lasciano sorprendere positivamente dalle maniere del commerciante e si scambiano<br />

sguar<strong>di</strong> compiaciuti, un effetto opposto è sortito su Tony che rimane alquanto in<strong>di</strong>fferente<br />

alla galanteria e al perbenismo del nuovo arrivato al quale non risparmia il suo sguardo<br />

indagatore misto a <strong>di</strong>sprezzo. La ragazza si chiede soprattutto come costui faccia a<br />

conoscere così bene i suoi genitori, dal momento che sembra <strong>di</strong>re loro proprio ciò che<br />

vogliono sentirsi <strong>di</strong>re. Lapidaria è dunque la reazione <strong>di</strong> Tony che non trova affatto<br />

simpatico l’ ”intruso”, ma anzi afferma a gran voce:<br />

Ich finde ihn albern […]. Ja er macht sich allzu wichtig![…]. Er sprach bestän<strong>di</strong>g<br />

von sich selbst! Sein Geschäft ist rege, er liebt <strong>di</strong>e Natur, er bevorzugt <strong>di</strong>e und <strong>di</strong>e<br />

119 GkFA. Bd. 1.1, p.160.<br />

120 GkFA Bd.1.1, p.106.<br />

63


Namen, er heißt Ben<strong>di</strong>x… was geht uns das an, möchte ich wissen… Er sagt alle nur,<br />

um sich herauszustreichen!... Er sagt <strong>di</strong>r, Mama und <strong>di</strong>r, Papa, nur, was ihr gern hört,<br />

um sich bei euch einzuschmeicheln!“ 121 .<br />

Giustamente Müller nota come Grünlich sia tutt’altro che sciocco e vede il suo modo <strong>di</strong><br />

rapportarsi ai genitori frutto <strong>di</strong> un calcolo che nasce dalla consapevolezza che solo<br />

attraverso loro può arrivare a Tony 122 .<br />

Per Tony si tratta dunque <strong>di</strong> un incontro occasionale, durato un paio <strong>di</strong> minuti, che verrà<br />

presto <strong>di</strong>menticato da tutti. I genitori la pensano <strong>di</strong>versamente. E’ normale avere delle<br />

opinioni <strong>di</strong>fferenti, ma bisogna sottolineare l’impressione positiva che il commerciante<br />

giunto dal nulla, mai nominato prima dall’autore, suscita in casa Buddenbrook, perché da<br />

qui si può capire che i genitori hanno dei progetti precisi per la figlia. E come non<br />

chiedersi come faccia una persona mai vista prima, che si intromette, seppur con garbo, in<br />

un momento <strong>di</strong> intimità familiare, a ricevere la piena approvazione <strong>di</strong> un padre e una<br />

madre. Soprattutto <strong>di</strong> quest’ultima, che ne subisce il fascino e prova stupore nel venire a<br />

conosenza che il signor Grünlich può permettersi ad<strong>di</strong>rittura più stanze nel costoso<br />

albergo Stadt Hamburg. E’ dunque una questione legata alla figura del signor Grünlich o<br />

a quello che rappresenta, ossia l’essere un commerciante?<br />

Si può notare che tutti i successivi incontri tra Tony e Grünlich lasciano un’impressione<br />

negativa nella ragazza, che cerca in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> mantenere le <strong>di</strong>stanze. Opposte sono<br />

quin<strong>di</strong> le posizioni dei due. Alla gioia manifestata dal commerciante nell’imbattersi nella<br />

ragazza <strong>di</strong> ritorno da una passeggiata si contrappongono parole sprezzanti: „Das ist nicht<br />

gegenseitig!" 123 . E’ chiaro il tentativo <strong>di</strong> liberarsi a tutti i costi e una volta per tutte <strong>di</strong> lui,<br />

lanciando rossa d’orgoglio il messaggio in maniera inequivocabile.<br />

L’atteggiamento <strong>di</strong> Tony ci appare determinato: lei ha <strong>di</strong>ciotto anni e mantiene il suo<br />

carattere ribelle, non si lascia intimi<strong>di</strong>re dal signor Grünlich, uomo che ha superato la<br />

trentina e che <strong>di</strong>mostra la sua spavalderia con le sue maniere sdolcinate, ma galanti.<br />

Comportandosi in questo modo si sente importante e orgogliosa perché è lei a condurre il<br />

gioco. Ma il lettore sa che questa sua “vittoria” è destinata a durare ben poco, perché la<br />

freccia avvelenata che ha scoccato verso il signor Grünlich non l’ha affatto intimi<strong>di</strong>to,<br />

121 GkFA Bd.1.1, p.108.<br />

122 Müller, Thomas Mann Buddenbrooks, op. cit., p. 53, p. 44.<br />

123 GkFA Bd.1.1, p. 109.<br />

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come <strong>di</strong>mostra la sua presenza al pranzo domenicale e il suo <strong>di</strong>scorrere in tranquillità con<br />

i padroni <strong>di</strong> casa. Sebbene i pareri continuino a essere negativi, cresce in Tony la<br />

consapevolezza che <strong>di</strong>fficilmente riuscirà a liberarsi della presenza del commerciante.<br />

Ecco allora che nel trovare il signor Grünlich intento a leggere alla madre qualche pagina<br />

del Waverley <strong>di</strong> Walter Scott non può che ripetersi il copione: con la risposta „nicht im<br />

Geringsten!” 124 riba<strong>di</strong>sce il suo <strong>di</strong>sinteresse per quanto sta leggendo e conseguentemente<br />

per lui. Come non ricordare il commento <strong>di</strong> Morten nel descriverla crudele. Riesce a<br />

trovare per il rappresentante solo parole dure, <strong>di</strong> cui va fiera, si pone in atteggiamento <strong>di</strong><br />

sfida e quello che impressiona è il fatto che Tony, seppur giovane, è sempre una donna<br />

che si pone <strong>di</strong>nanzi a un uomo più grande in posizione <strong>di</strong> superiorità.<br />

Va sottolineato che alla <strong>di</strong>sapprovazione crescente della ragazza si contrappone<br />

l’entusiamo dei genitori. La sorte <strong>di</strong> “tregua” tra i due in seguito al ritorno ad Amburgo<br />

del rappresentante viene però interrotta una mattina, quando Tony si ritrova ad affrontare<br />

con il padre e con la madre una chiacchierata che mai avrebbe pensato <strong>di</strong> dover<br />

affrontare, o almeno non in quel momento della sua vita, e la colazione si fa subito<br />

in<strong>di</strong>gesta, un boccone amaro <strong>di</strong>fficile da ingoiare. Quanto accade è uno <strong>degli</strong> episo<strong>di</strong><br />

salienti per capire il rapporto tra i genitori e la figlia e in modo particolare l’atteggiamento<br />

verso il matrimonio presso le famiglie borghesi. Si tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> faccende<br />

serie, riguardo al futuro della ragazza, e anche Tony incuriosita ma spaventata lo ha<br />

intuito, dal momento che nutre dei sospetti attorno alla figura del commerciante <strong>di</strong><br />

Amburgo. Spetta al padre allora affrontare l’argomento delicato racchiuso in una lettera,<br />

da parte ovviamente del signor Ben<strong>di</strong>x Grünlich che gli comunica <strong>di</strong> provare una certa<br />

simpatia per Tony che lo spinge a chiedere formalmente la sua mano. Come non rimanere<br />

stupiti dalla nascita <strong>di</strong> questo sentimento che hanno visto solo i genitori e il signor<br />

Grünlich. Non <strong>di</strong> certo Tony! che dopo aver ascoltato in silenzio il padre nel sentire una<br />

tale proposta scoppia in lacrime esclamando: „Was will <strong>di</strong>eser Mensch von mir! Was<br />

habe ich ihm getan?” 125 .<br />

124 GkFA Bd.1.1, p. 111.<br />

125 GkFA Bd.1.1, p.112.<br />

E’ opportuno tenere in mente nel leggere l’incontro <strong>di</strong> Tony con Grünlich quanto scritto dalla<br />

sorella Julia Mann al fratello che ho già avuto modo <strong>di</strong> trattare. In questo caso si può vedere come<br />

lo scrittore segua <strong>di</strong> pari passo i fatti narrati dalla zia dal momento che anche la reazione <strong>di</strong><br />

Elisabeth Mann alla proposta <strong>di</strong> matrimonio fu <strong>di</strong> identica incredulità.<br />

65


La reazione della ragazza è più che comprensibile: ha visto quattro volte un signore più<br />

grande <strong>di</strong> lei, che tutto ad un tratto viene in casa sua per un incontro d’affari con il padre.<br />

Fin qua niente <strong>di</strong> strano. Cerchiamo dunque <strong>di</strong> dare una spiegazione a quanto accade. Il<br />

secondo incontro potrebbe essere una casualità dato che il signor Grünlich ha<br />

espressamente detto che si trova in città per lavoro e la Mengstraße è il fulcro della città.<br />

Forse allora Tony ha davvero una reazione eccessiva e inspiegabile, scagliandosi a priori<br />

contro <strong>di</strong> lui che dopotutto ha riservato per lei solo parole e gesti cortesi. Il terzo incontro<br />

avviene in casa Buddenbrook e rappresenta un incontro in un’atmosfera familiare e il<br />

fatto che sia presente il signor Grünlich comincia a farsi sospettoso. Questo allora ci fa<br />

pendere dalla parte <strong>di</strong> Tony anche in seguito al quarto incontro perché é alquanto strana la<br />

presenza in casa del rappresentante impegnato a leggere alla madre un romanzo.<br />

Una domanda che sorge spontanea è allora la complicità dei genitori nella faccenda.<br />

Avviene tutto per caso o per semplice cortesia verso un ospite che ha <strong>di</strong>mostrato la sua<br />

buona educazione più volte quando messo alla prova oppure in realtà i genitori sono ben<br />

consapevoli <strong>di</strong> quello che sta accadendo e cercano quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> far nascere qualcosa tra i<br />

due? Il signor Grünlich ha davvero incontrato Tony e la sua famiglia in maniera<br />

<strong>di</strong>sinteressata e nel conoscere la ragazza è stato piacevolmente sorpreso? Oppure questo<br />

incontro d’affari in realtà aveva altri scopi?<br />

Cerchiamo <strong>di</strong> capire quin<strong>di</strong> l’ottica della madre e del padre. Di fronte a una lettera in cui<br />

viene chiesta la mano della figlia in breve tempo un certo stupore dovrebbe essere<br />

normale. La madre interviene nella conversazione esprimendo il suo pensiero.<br />

Liebe Tony, […] wozu <strong>di</strong>es Echauffement! Du kannst sicher sein, nicht wahr, daß<br />

deine Eltern nur dein Bestes im Auge haben, und daß sie <strong>di</strong>r nicht raten können, <strong>di</strong>e<br />

Lebensstellung auszuschlagen, <strong>di</strong>e man <strong>di</strong>r anbietet. Siehst du, ich nehme an, daß du<br />

noch keine entscheiden Empfindungen für Herrn Grünlich hegst, aber das kommt,<br />

ich versichere <strong>di</strong>ch, das kommt mit der Zeit... Einem so jungen Dinge, wie du, ist es<br />

niemals klar, was es eigentlich will... Im Kopfe sieht es so wirr aus wie im Herzen...<br />

Man muß dem Herzen Zeit lassen und den Kopf offen halten für <strong>di</strong>e Zuspräche<br />

erfahrenerer Leute, <strong>di</strong>e planvoll für unser Glück sorgen... 126 .<br />

La madre, inaspettatamente, suggerisce alla figlia <strong>di</strong> non preoccuparsi. In altre parole il<br />

sentimento può non esserci, ma questo non è importante, nascerà con il tempo. La colpa<br />

126 GkFA Bd.1.1, p.112-113.<br />

66


<strong>di</strong> tale smarrimento è dovuta alla giovane età, mentre i genitori che hanno esperienza<br />

sanno per certo quello che la ragazza deve fare. Il padre è dello stesso parere:<br />

Meine kleine Tony, […] was solltest du auch von ihm wissen? Du bist ein Kind,<br />

siehst du, du würdest nicht mehr von ihm wissen, wenn er nicht vier Wochen,<br />

sondern deren zweiundfünfzig hier verlebt hätte... Du bist ein kleines Mädchen, das<br />

noch keine Augen hat für <strong>di</strong>e Welt, und das sich auf <strong>di</strong>e Augen anderer Leute<br />

verlassen muß, <strong>di</strong>e Gutes mit <strong>di</strong>r im Sinne haben... 127 .<br />

I gesti dei genitori verso la ragazza sono <strong>di</strong> affetto e <strong>di</strong> dolcezza, entrambi la accarezzano,<br />

ma sembrano voler rincarare con una dose dolce il boccone amaro che le stanno per<br />

infliggere. Tentano <strong>di</strong> giustificarsi per il loro comportamento poiché stanno facendo la<br />

scelta giusta, per lei sia chiaro, per lei che è ancora piccola, che è una bambina, che da<br />

sola non riuscirebbe a scegliere. Tony a loro avviso, non è bimba per sposarsi, il fatto che<br />

lei debba convolare a nozze è certo, ma è piccola nel mostrare esitazione a sposare il<br />

signor Grünlich.<br />

L’autore descrive Tony con tenerezza, e il lettore è spinto a provare affetto per lei e per lo<br />

stato in cui si trova: la piccola Tony, tremante, come un gattino, in lacrime, confusa, non<br />

capisce:<br />

Ich verstehe es nicht... ich verstehe es nicht... […]. Er kommt hierher... sagt allen<br />

etwas Angenehmes... reist wieder ab... und schreibt, daß er mich... ich verstehe es<br />

nicht... wie kommt er dazu... was habe ich ihm getan?!... 128<br />

Di fronte alle esitazioni della figlia, che a suo avviso sono sintomo della sua „kindliche<br />

Ratlosigkeit” 129 , il padre fa presente che non è sua intenzione forzarla a fare qualcosa che<br />

è contro la sua volontà anche perché è una faccenda seria. Ecco allora che riappare la<br />

figura <strong>di</strong> un padre premuroso che mette davanti a sé il bene della figlia e capisce la<br />

<strong>di</strong>fficoltà e l’incertezza in cui viene a trovarsi. Si rinvia la decisione, che non viene<br />

scartata a priori, ma si cerca <strong>di</strong> temporeggiare, <strong>di</strong> chiedere tempo al pretendente, con la<br />

sperenza che la figlia si decida a non sprecare una tale occasione.<br />

127 GkFA Bd.1.1, p.113.<br />

128 GkFA Bd.1.1, p.113.<br />

129 GkFA Bd. 1.1, p.113.<br />

67


Dopo aver considerato la prospettiva dei genitori, <strong>di</strong> totale approvazione, pren<strong>di</strong>amo in<br />

esame quella <strong>di</strong> Tony. Senza ombra <strong>di</strong> dubbio la proposta <strong>di</strong> matrimonio da parte del<br />

signor Grünlich arriva inaspettata, ma la perplessità <strong>di</strong> Tony sulla decisione da prendere a<br />

tale riguardo è parziale e si <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong>spiaciuta fino a un certo punto. Si deve infatti<br />

considerare bene il pretendente che potrebbe <strong>di</strong>ventare il futuro marito. Per fare questo è<br />

opportuno scindere la figura <strong>di</strong> Ben<strong>di</strong>x Grünlich in due: da un lato il Grünlich in<strong>di</strong>viduo,<br />

il Grünlich considerato nella sfera privata, ossia quella <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a statura, <strong>di</strong><br />

trentadue anni; dall’altro la <strong>di</strong>mensione pubblica, il Grünlich rappresentante e<br />

commerciante <strong>di</strong> Amburgo, che ha viaggiato molto e che ha una posizione sociale<br />

vantaggiosa e <strong>di</strong> tutto rispetto nel mondo <strong>degli</strong> affari. Non resta quin<strong>di</strong> che decidere quali<br />

dei due aspetti tenere in considerazione, la sfera delle relazioni private o quella delle<br />

relazioni pubbliche, dal momento che é chiaro che Tony non provi nessuna propensione<br />

<strong>di</strong> affetto o <strong>di</strong> interesse per lui. Sarebbe sbagliato però pensare che Tony non si lasci<br />

con<strong>di</strong>zionare dalla figura <strong>di</strong> Grünlich in quanto commerciante e non intuisca il significato<br />

<strong>di</strong> sposare un commerciante. Ha infatti una idea ben chiara <strong>di</strong> quello che sarà il suo futuro<br />

da moglie e sul matrimonio in generale. E’ necessario allora fare un salto in<strong>di</strong>etro nel<br />

tempo e ricordare una conversazione <strong>di</strong> Tony con le amiche <strong>di</strong> collegio quando insieme<br />

fantasticano sul domani:<br />

Ich werde natürlich einen Kaufmann heiraten […]. Er muß recht viel Geld haben,<br />

damit wir uns vornehm einrichten können; das bin ich meiner Familie und der Firma<br />

schul<strong>di</strong>g 130 .<br />

Quel sogno ora è <strong>di</strong>venuto realtà e improvvisamente un uomo le fa la proposta <strong>di</strong><br />

matrimonio, e per <strong>di</strong> più un commerciante, come richiesto dalla tra<strong>di</strong>zione familiare.<br />

Tutto questo spiega come mai ora Tony si sia calmata. Ancora una volta appare nelle sue<br />

reazioni e nei suoi comportamenti contrad<strong>di</strong>ttoria. Un attimo prima si era lasciata<br />

sorprendere da un pianto commovente e tenero <strong>di</strong> una bambina che si trova con le spalle<br />

al muro costretta a prendere una scelta a senso unico. A poco a poco lo smarrimento si<br />

affievolisce perché ha capito che si trova in una situazione d’importanza dettata dalle<br />

parole che ha sempre sentito pronunciare verso eroine, verso le protagoniste dei romanzi<br />

130 GkFA Bd.1.1, p.97.<br />

68


che leggeva; ora è arrivato il suo turno, ora è lei l’eroina che deve esprimere il suo<br />

consenso e dare la sua mano, una prospettiva sicuramente allettante.<br />

Questo ci porta a considerare che la reazione turbata <strong>di</strong> Tony non <strong>di</strong>pende dal fatto che<br />

deve sposarsi con un commerciante. Il suo iniziale <strong>di</strong>sgusto è dovuto da Grünlich in<br />

quanto uomo, per quei favoriti giallo oro, per il viso adornato da un porro vicino alla<br />

narice, per il suo aspetto fisico che non corrisponde certamente a quanto una giovane<br />

ragazza bella possa desiderare. Questo lo sa bene anche il padre. Ciò nonostante Tony<br />

non riesce a capire come mai Grünlich, che da lei ha ricevuto solo parole <strong>di</strong> derisione,<br />

possa ancora volerla, sintomo <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> orgoglio, sentimento che anima ogni<br />

decisione e comportamento della signorina <strong>di</strong> casa Buddenbrook. Queste riflessioni la<br />

fanno rimanere ferma nella sua decisione <strong>di</strong> rifiuto e totale chiusura verso colui che si è<br />

insinuato in un battibaleno nella sua vita.<br />

Va sottolineato come la madre riba<strong>di</strong>sca che né lei né il marito l’hanno consigliata, ma<br />

sicuramente non possono sconsigliarla.<br />

Aber wir müssen <strong>di</strong>r zu bedenken geben, daß sich eine solche Gelegenheit, dein<br />

Glück zu machen, nicht alle Tage bietet, und daß <strong>di</strong>ese Heirat genau das ist, was<br />

Pflicht und Bestimmung <strong>di</strong>r vorschreiben. Ja, mein Kind, auch das muß ich <strong>di</strong>r<br />

vorhalten. Der Weg, der sich <strong>di</strong>r heute eröffnet hat, ist der <strong>di</strong>r vorgeschriebene, das<br />

weißt du selbst recht wohl... 131 .<br />

Come non dare torto alla madre. Tony è consapevole dei doveri che la legano alla<br />

famiglia e alla <strong>di</strong>tta, doveri <strong>di</strong> cui però è orgogliosa. Già si è parlato del destino che<br />

aspettava ai figli delle famiglie borghesi: i figli maschi dovevano portare avanti la <strong>di</strong>tta <strong>di</strong><br />

famiglia o gli affari avviati dai padri e dai nonni nel rispetto della tra<strong>di</strong>zione, mentre le<br />

figlie dovevano accasarsi nel migliore dei mo<strong>di</strong>; gli uni e gli altri per amore della famiglia<br />

e del suo nome.<br />

Uno <strong>degli</strong> episo<strong>di</strong> più significativi del rapporto conflittuale tra Tony e Grünlich è quello<br />

che avviene in casa Buddenbrook, dove i protagonisti sono uno <strong>di</strong> fronte all’altro: Tony<br />

da un lato con la sua ostinazione deve respingere una volta per tutte il pretendente e il<br />

signor Grünlich dall’altro con il suo modo <strong>di</strong> fare petulante deve riuscire nel <strong>di</strong>fficile<br />

compito <strong>di</strong> convincere la ragazza a sposarlo. Si nota in questo frangente come Tony sia in<br />

<strong>di</strong>fficoltà, tremante e impaurita, e abbia perso quella sicurezza che l’aveva contrad<strong>di</strong>stinta<br />

131 GkFA Bd.1.1, p.115.<br />

69


finora nel rapportarsi con Grünlich. Ciò trova spiegazione nel fatto che finché lui non<br />

aveva avanzato la proposta era lei a gestire la situazione, a decidere come guardarlo, cosa<br />

<strong>di</strong>rgli, ora invece che lui ha <strong>di</strong>chiarato le sue intenzioni serie si sente in trappola. Questo<br />

suo stato d’animo porta il lettore a conoscere una Tony <strong>di</strong>versa da quella ragazza a volte<br />

ribelle e sfacciata cha fino a questo punto del romanzo ha conosciuto. Proprio lei che è<br />

abituata a prendersi beffa <strong>degli</strong> altri e che spensierata fantastica il suo futuro come moglie<br />

<strong>di</strong> un commerciante ora non riesce a trattenere le lacrime, incapace <strong>di</strong> affrontarlo a testa<br />

alta come <strong>di</strong> consueto. Ogni tentativo <strong>di</strong> fuga è reso impossibile dal commerciante,<br />

speranzoso <strong>di</strong> sentir proferire dalla ragazza quel sì che dalla lettera scritta dal padre era da<br />

intendere. E’ significativo notare che la lettera a cui Grünlich fa riferimento è quella<br />

inviata dal console Jean nel tentativo <strong>di</strong> rispondere in maniera cauta per guadagnare<br />

tempo; data la reazione avuta dal destinatario sorgono dei dubbi sul vero contenuto della<br />

lettera che al lettore non è dato a sapere. Questa è allora un’altra conferma del fatto che la<br />

ragazza ha ben poco potere decisionale nella faccenda.<br />

Secondo Kenneth B. Beaton l’atteggiamento assunto da Grünlich rivela il suo essere<br />

attore 132 e ciò trova sicuramente conferma nel suo modo <strong>di</strong> comportarsi in maniera<br />

plateale. E’ soprattutto nel <strong>di</strong>chiarare il suo amore che mette in scena la sua abilità: fa<br />

appello alla compassione <strong>di</strong> Tony per il desiderio provato dal primo momento in cui l’ha<br />

vista nella sua cerchia familiare 133 , lancia promesse <strong>di</strong> una vita nel lusso e agiatezza ad<br />

Amburgo, arriva ad<strong>di</strong>rittura a inginocchiarsi <strong>di</strong> fronte a lei 134 . Tony ha dunque la<br />

possibilità <strong>di</strong> concludere un matrimonio con un commerciante. Per i genitori la sua<br />

risposta deve essere conforme ai doveri che le sono prescritti sin da piccola. Si è visto che<br />

questo è ciò che le figlie borghesi devono fare. Si vede invece che Tony, contrariamente a<br />

quanto le è richiesto, non dà il suo consenso: “Ihr Antrag ehrt mich […] aber ich kann ihn<br />

132 Kenneth B. Beaton, Die Zeitgeschichte und ihre Integrierung im Roman, in Ken<br />

Moulden / Gero von Wilpert (a cura <strong>di</strong>), Buddenbrooks- Handbuch, op. cit. p.20, p. 193.<br />

133 Quest’immagine mi rievoca la descrizione che nel Tristan Spinell fa della signora Klöterjahn<br />

intenta a lavorare l’uncinetto nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa, dove la vede circondata da sei bambini e lei,<br />

l’eletta, come una regina porta una coroncina d’oro.<br />

134 Anche in Tristan si ritrova una situazione analoga, in cui Spinell si inginocchia a terra davanti a<br />

Gabriele Eckhof: “Er stand auf und ging durch das Zimmer. An der Tür dort hinten machte er<br />

halt, wandte sich um und trat einen Augenblick unruhig von einem Fuß auf den anderen. Und<br />

dann begab es sich, daß er, fünfzehn oder zwanzig Schritte von ihr entfernt, auf seine Kniee sank,<br />

lautlos auf beide Kniee“. GkFA Bd. 2.1, p. 354-355.<br />

70


nicht annehmen […]” 135 . Ovviamente Grünlich non vuole sentire il rifiuto e fa <strong>di</strong> tutto per<br />

farle cambiare idea. Si può notare come la situazione si sia ribaltata perché ora il<br />

commerciante è in una posizione superiore, imperioso, mentre Tony sempre più pallida<br />

non sa come comportarsi. Si sono ristabilite quin<strong>di</strong> le relazioni <strong>di</strong> potere tra la figura<br />

maschile e quella femminile. Da una posizione <strong>di</strong> netto rifiuto Tony arriva a provare pietà<br />

e commozione in seguito alla supplica <strong>di</strong> Grünlich <strong>di</strong> amarlo e <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> uccidersi<br />

per un amore non corrisposto. Con questo gesto il commerciante pare essere riuscito nel<br />

suo intento perché Tony si sente importante e non considera più assurdo il pensiero <strong>di</strong><br />

sposarlo.<br />

Come c’è stato modo <strong>di</strong> ricordare nel capitolo precedente, la storia <strong>di</strong> Tony Buddenbrook<br />

presenta molti dettagli in comune con quelli della zia <strong>di</strong> Thomas Mann, ma alcuni episo<strong>di</strong><br />

non rispecchiano la realtà dei fatti. Questi momenti <strong>di</strong> tensione tra i due personaggi ne<br />

sono un esempio, perché non c’è corrispondenza con quanto narrato da Julia Mann, o<br />

almeno Julia non ne riporta un racconto dettagliato. Va sicuramente riconosciuto a<br />

Thomas Mann l’abilità <strong>di</strong> aver rappresentato in maniera teatrale, a volte<br />

drammaticamente, il tentativo del commerciante <strong>di</strong> ottenere quel prezioso Ja.<br />

Se Grünlich incontra da un lato la resistenza e il rifiuto <strong>di</strong> Tony ha dall’altro la piena<br />

approvazione dei genitori della ragazza. Si è già capito, infatti, che il padre ha senza<br />

dubbio voluto quell’unione, e questo trova conferma nelle parole che <strong>di</strong>ce alla moglie:<br />

Wenn ich mir denken könnte, daß Tony irgendeinen delikaten Beweggrund hat, sich<br />

für <strong>di</strong>ese Verbindung nicht entschließen zu können! Aber sie ist ein Kind, Bethsy, sie<br />

ist vergnügungslustig, tanzt auf Bällen, läßt sich von den jungen Leuten becouren,<br />

und zwar mit Pläsier, denn sie weiß, daß sie hübsch und von Familie ist...[…]. Sagt<br />

sie ja, so wird sie ihren Platz gefunden haben, sie wird sich nett installieren können,<br />

wonach ihr der Sinn steht, und ihren Mann schon nach ein paar Tagen lieben... […].<br />

Wenn sie warten will, bis jemand kommt, der eine Schönheit und außerdem eine<br />

gute Partie ist - nun, Gott befohlen! Tony Buddenbrook findet immer noch etwas.<br />

Indessen andererseits... es bleibt ein Risiko […]. Unsere Tochter ist heiratsfähig und<br />

in der Lage, eine Partie zu machen, <strong>di</strong>e allen Leuten als vorteilhaft und rühmlich in<br />

<strong>di</strong>e Augen springt -sie soll sie machen! Warten ist nicht ratsam, nicht ratsam,<br />

Bethsy!... 136 .<br />

135 GkFA Bd.1.1, p. 119-120.<br />

136 GkFA Bd.1.1, p. 122-123.<br />

71


Erich Herd analizza il ruolo che hanno avuto i genitori nel progettare il matrimonio tra<br />

Grünlich e la figlia. Si sofferma soprattutto sul fatto che fin prima dell’arrivo improvviso<br />

del commerciante i genitori non si erano mai preoccupati <strong>di</strong> cercare un compagno per<br />

Tony, nonostante fosse in età da marito, pur avendo ampie conoscenze negli ambienti più<br />

in vista <strong>di</strong> Lubecca e Amburgo e tempo sufficiente per prendere in esame più proposte 137 .<br />

Ed effettivamente prima dell’arrivo <strong>di</strong> Grünlich non si fa mai accenno al problema della<br />

ricerca <strong>di</strong> uno sposo. Il fatto però che la mancata ricerca <strong>di</strong> un partner per la figlia<br />

giustifichi, secondo Herd, la velocità con cui vogliono ora accasarla al primo<br />

commerciante che chiede la sua mano e che sembra rispecchiare i valori della famiglia 138<br />

è <strong>di</strong>scutibile. Il vero motivo che spinge i genitori verso il matrimonio della figlia con il<br />

commerciante <strong>di</strong> Amburgo è dettato dalla convinzione che una tale unione possa portare<br />

solamente vantaggi e dare impulso dunque agli affari della <strong>di</strong>tta negli ultimi tempi un po’<br />

sottotono. La <strong>di</strong>tta necessita dunque <strong>di</strong> uno sposo che <strong>di</strong>mostri una vantaggiosa<br />

con<strong>di</strong>zione economica proprio come Grünlich. Non è dunque una questione <strong>di</strong> senso <strong>di</strong><br />

colpa per non aver mai pensato al futuro della figlia. Le parole che il console<br />

Buddenbrook affida alla moglie rivelano proprio la tipica mentalità borghese. Lui non sta<br />

spingendo Tony verso un matrimonio d’amore, ne è ben consapevole. Non ha neppure<br />

preso una decisione avventata come può essere la prima impressione, perchè prima <strong>di</strong><br />

permettersi <strong>di</strong> consigliare e anzi spingere all’unione ha ben pensato <strong>di</strong> valutare la<br />

questione economicamente. Si è fatto mostrare i libri contabili, ha chiesto opinioni sul<br />

conto del futuro genero, sul suo patrimonio. Ecco quin<strong>di</strong> che famiglia e <strong>di</strong>tta si fondono e<br />

<strong>di</strong>ventano tutt’uno, gli interessi della prima in<strong>di</strong>rizzano le scelte della seconda. Lui è il<br />

padre, la mentalità concreta razionale. Non c’è spazio per bigliettini d’amore, come quelli<br />

che Tony era stata sorpresa a scambiarsi con un compagno <strong>di</strong> ginnasio del fratello. Questi<br />

atteggiamenti sarebbero quelli che spettano a un adolescente alle prese con le prime cotte,<br />

ma non ad Antonie Buddenbrook.<br />

A fare riflettere è però il fatto che tutti sembrano spinti da quest’ottica economica dal<br />

momento che non solo i familiari stretti, ma persino l’istitutrice e il pastore Kölling fanno<br />

<strong>di</strong> tutto per affrontare l’argomento con la ragazza, che sembra incarnare la vittima della<br />

situazione. E’ proprio con queste premesse che si inserisce il soggiorno voluto dal console<br />

137 Eric Herd, Ehe und Familie, in Ken Moulden / Gero von Wilpert (a cura <strong>di</strong>), Buddenbrooks-<br />

Handbuch, op. cit. p. 20, pp. 221-222.<br />

138 ibid., pp. 221-222.<br />

72


Jean Buddenbrook per la figlia a Travemünde. Con questi sentimenti la ragazza è<br />

desiderosa <strong>di</strong> lasciarsi alle spalle una situazione <strong>di</strong> pressione che nelle ultime settimane<br />

l’ha posta al centro dei <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> tutta la famiglia e non solo.<br />

Come già anticipato, in vacanza Tony vuole trovare la libertà che a casa le è negata. E la<br />

trova, conoscendo Morten Schwarzkopf. E la perde, con il ritorno all’attacco del<br />

commerciante amburghese. Si è già parlato <strong>di</strong> una lettera che il signor Grünlich invia a<br />

Tony, dove allega un anellino, che la ragazza non tarda a descrivere come “niedriges<br />

Gold und ziehmlich schmal” 139 . Un tale commento da parte <strong>di</strong> una ragazza giovane può<br />

sembrare inizialmente sintomo <strong>di</strong> materialismo, perché piuttosto che guardare al valore<br />

affettivo e apprezzare il gesto del suo pretendente si sofferma sul valore economico del<br />

regalo. In realtà questa reazione va intesa come un ammonimento al padre, convinto che il<br />

signor Grünlich sia il can<strong>di</strong>dato perfetto per <strong>di</strong>ventare marito della figlia per la sua buona<br />

posizione sociale e per il suo importante giro d’affari, ma che dopotutto non si sia<br />

<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> buon gusto nella scelta del gioiello. L’intereferenza del commerciante<br />

durante il soggiorno della ragazza non si ferma qui. Una volta avvisato dal console<br />

dell’inclinazione della figlia per un altro ragazzo si presenta a casa Schwarzkopf per<br />

avere chiarimenti. Il fatto che Grünlich sia convinto che l’interesse <strong>di</strong> Morten sia dovuto a<br />

un ambizioso progetto <strong>di</strong> ascesa sociale derivante da un’unione tra i due ragazzi sembra<br />

confermare che lui è veramente innamorato <strong>di</strong> Tony e che l’unico motivo per cui ha<br />

chiesto la sua mano è un sentimento autentico. Il fatto che però riparta senza voler vedere<br />

la sua amata deve far riflettere, dal momento che combatte per Tony come fosse un<br />

possesso. La <strong>di</strong>stinzione operata in precedenza tra Grünlich in<strong>di</strong>viduo e Grünlich<br />

commerciante si può riproporre per Tony: Tony ragazza bella e spensierata da un lato e<br />

Tony figlia del console Buddenbrook dall’altro lato, ed è proprio questa seconda<br />

caratteristica a interessare il commerciante <strong>di</strong> Amburgo.<br />

Il ritorno a casa da Travemünde coincide per Tony con il momento della scelta. In verità<br />

la scelta più importante non è tanto quella <strong>di</strong> sposare il commerciante o meno. E’ quella<br />

<strong>di</strong> capire se voler far parte della famiglia Buddenbrook, accettandone privilegi e doveri, o<br />

se volere camminare da sola, in altre parole se fare una scelta per la famiglia o per sé.<br />

La decisione non tarda a presentarsi. Trascorre le più belle vacanze estive <strong>di</strong> sempre, che<br />

non vuole <strong>di</strong>menticare, e dopo appena un giorno a casa prende la sua decisione. Cosa<br />

spinge dunque Tony a cambiare idea così rapidamente? Prende il libro della famiglia<br />

139 GkFA Bd.1.1, p. 159.<br />

73


Buddenbrook che il padre non ha riposto nella cartella come <strong>di</strong> consueto, lo sfoglia e si<br />

lascia incantare dalla storia della sua famiglia, <strong>di</strong> quella famiglia alla quale per un attimo<br />

ha pensato <strong>di</strong> voltare le spalle. Sebbene non sia la prima volta che ha accesso al quaderno,<br />

ora più che mai il contenuto <strong>di</strong> quelle pagine suscita in lei tanta impressione.<br />

L’importanza piena <strong>di</strong> rispetto con cui sono trattati anche i più modesti avvenimenti della<br />

storia della famiglia la esalta e si abbandona alla lettura con orgoglio, soffermandosi<br />

soprattutto sulla sua storia: la sua nascita, le malattie infantili, il primo giorno <strong>di</strong> scuola, la<br />

sua entrata nel collegio della signorina Weichbrodt, la cresima. Ecco che cresce in lei un<br />

profondo rispetto per sé stessa e si sente importante. E’ proprio in questo momento che<br />

matura la consapevolezza <strong>di</strong> ciò che deve fare, si sente chiamata in causa a contribuire<br />

alla storia della sua famiglia. E così giunge il momento che l’intera famiglia aspetta e che<br />

porrà fine alla situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio venutasi a creare nelle ultime settimane. A Tony non<br />

resta allora che tradurre in parole tutte le sensazioni provate in quell’istante:<br />

Tony blickte lange Zeit auf ihren Namen und auf den freien Raum dahinter. Und<br />

dann, plötzlich, mit einem Ruck, mit einem nervösen und eifrigen Mienenspiel – sie<br />

schluckte hinunter, und ihre Lippen bewegten sich einen Augenblick ganz schnell<br />

aneinander – ergriff sie <strong>di</strong>e Feder, tauchte sie nicht, sondern stieß sie in das Tintenfaß<br />

und schrieb mit gekrümmtem Zeigefinger und tief auf <strong>di</strong>e Schulter geneigtem,<br />

hitzigem Kopf, in ihrer ungelenken und schräg von links nach rechts<br />

emporfliegenden Schrift: „...Verlobte sich am 22. September 1845 mit Herrn Ben<strong>di</strong>x<br />

Grünlich, Kaufmann zu Hamburg“ 140 .<br />

Così dunque ha deciso, una decisione inaspettata per lei inizialmente, poi piano piano<br />

accettata e voluta. Voluta non per amore, ma per contribuire come i suoi predecessori a<br />

mantenere alto e vivo il nome della famiglia Buddenbrook, nome per il quale è <strong>di</strong>sposta a<br />

sacrificare qualsiasi cosa anche la sua felicità, perché la felicità per lei non sta nel singolo<br />

ma nel gruppo, nella famiglia per antonomasia, dal momento che ricorda le parole del<br />

padre “come anelli <strong>di</strong> una catena”, parole che riecheggiano nella mente della ragazza più<br />

forti che mai. Come commenta Zeller, è chiaro che con questa decisione „[Tony] taucht in<br />

140 GkFA Bd.1.1, p. 174.<br />

74


den Familienmythos hinab und lässt alles, was an persönlichem Selbstbehauptungswillen<br />

spurenweise in ihr vorhanden war, hinter sich zurück“ 141 .<br />

Per Hannelore Mundt nel rompere il fidanzamento con Morten per sposare Grünlich,<br />

Tony non si <strong>di</strong>mostra però una vittima passiva, perché rinuncia ai desideri emozionali e<br />

sessuali per mantenere il suo privilegiato stato sociale ed economico, perché sa che così<br />

può avere una casa bella e <strong>di</strong>stinta come ha sempre <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> volere 142 . Posizione<br />

<strong>di</strong>versa quella assunta da Luise Liefländer-Koistinen che ritiene invece che la scelta <strong>di</strong><br />

Tony non sia dettata da motivi <strong>di</strong> natura economico e sociale, come finora si è sostenuto,<br />

ma <strong>di</strong> natura personale, dovuta cioè all’impressione che ha suscitato in lei il modo<br />

<strong>di</strong>sperato in cui Grünlich ha chiesto la sua mano 143 . Certamente Tony è colpita dalla<br />

supplica <strong>di</strong> Grünlich e dal modo in cui le fa la proposta <strong>di</strong> matrimonio, ma risulta a mio<br />

avviso <strong>di</strong>fficile credere che sia questo il vero motivo che spinge la ragazza ad accettare <strong>di</strong><br />

sposarsi. I suoi atteggiamenti scontrosi e <strong>di</strong>staccati verso Grünlich parlano chiaro. Nella<br />

sua scelta è esclusa qualsiasi tipo <strong>di</strong> inclinazione verso il commerciante, né si accenna a<br />

desideri sessuali, ma entrano in gioco soprattutto il vantaggio in termini economici e <strong>di</strong><br />

prestigio che un’unione con un commerciante può arrecare alla famiglia e alla <strong>di</strong>tta. E’ un<br />

dato <strong>di</strong> fatto che lei con questa scelta vuole collaborare alla storia dei Buddenbrook.<br />

Ora che Tony ha espresso la sua volontà <strong>di</strong> accettare la proposta <strong>di</strong> matrimono, resta da<br />

regolare l’aspetto economico, <strong>di</strong> cui non ha nulla da <strong>di</strong>re a riguardo, prima fra tutte la<br />

questione della dote. Leggendo i passi del romanzo che affrontano la faccenda si può<br />

capire il ruolo centrale che la dote assume nell’efficacia del legame matrimoniale. Essa<br />

non rientra nella sfera del gratuito, del dono, ma è il risultato <strong>di</strong> un contratto <strong>di</strong>scusso fra i<br />

membri delle due famiglie coinvolte nella formazione del legame 144 . La questione è<br />

<strong>di</strong>scussa dal console Buddenbrook e dal genero che si vede recapitare una quota <strong>di</strong><br />

ottantamila marchi come dote, che il console è ben attento a non aumentare.<br />

141 Michael Zeller, Die Darstellung der Generationsabfolge in Buddenbrooks, in: Väter und<br />

Söhne bei Thomas Mann: Der Generationsschritt als geschichtlicher Prozeß, Bonn, Bouvier<br />

1974, pp. 100-173, p. 107.<br />

142 Mundt, Female Identities and autobiographical impulses, op. cit. p. 62, p. 277.<br />

143 Luise Liefländer-Koistinen, Zu Thomas Mann „Buddenbrooks“. Einige Überlegungen zu<br />

Dartsellung und Funktion der Figur Tony Buddenbrook, Oulu Univ, Veröffentlichungen des<br />

Institus für Germanische Philologie 4, 1980, p.8.<br />

144 Vincenzo D’Aurelio, Dote, matrimonio e famiglia. Approfon<strong>di</strong>menti a margine <strong>di</strong> una carta<br />

dotale uggianese <strong>di</strong> fine ’700″, Napoli, Autorine<strong>di</strong>ti 2010, p.104.<br />

75


Da ciò è facile dedurre che contrarre matrimonio era il risultato <strong>di</strong> un’attenta gestione<br />

economica della famiglia della sposa che mirava a controbilanciare l’esigenza <strong>di</strong> trovare<br />

un coniuge in una favorevole situazione finanziaria con la necessità <strong>di</strong> non mettere in<br />

pericolo però la stessa consistenza del patrimonio familiare 145 . Così avviene anche per le<br />

figlie della famiglia Hagenström, rivale negli affari. L’aspetto del matrimonio che più<br />

interessa a Tony, invece, è quello legato al corredo, che deve essere <strong>di</strong>stinto. Ma questo<br />

proprio perché l’amore non c’era e non poteva esserci. La frivolezza e la sua esagerazione<br />

sono quin<strong>di</strong> scudo, sono protesta contro la violenza.<br />

Si passa ora ad osservare che cambiamento comporta il nuovo status <strong>di</strong> fidanzata nella<br />

vita <strong>di</strong> Tony. Apparentemente tutto sembra tornato come prima, se non meglio <strong>di</strong> prima,<br />

perché non viene costretta a cambiare le sue abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita, frequentando i balli che le<br />

piacciono tanto e frequentando le persone che aveva snobbato quando era in compagnia<br />

<strong>di</strong> Morten. Nemmeno il rapporto <strong>di</strong> coppia con il fidanzato porta cambiamenti. La scarsa<br />

<strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> affetto del commerciante, ora che la ragazza ha dato il suo consenso, è<br />

inspiegabile se si ripensa alla <strong>di</strong>sperazione mostrata quando lei lo rifiutava; Grünlich si<br />

limita a guardarla con un’aria serena da padrone. Persino il fidanzamento viene suggellato<br />

da un bacio <strong>di</strong>screto, sulla fronte in presenza dei genitori. Si tratta proprio <strong>di</strong> un affare, <strong>di</strong><br />

questioni pratiche da sbrigare in fretta, come la scelta dell’alloggio, senza sod<strong>di</strong>sfare per<br />

lo più i desideri della futura sposa, fino ad arrivare alle nozze, celebrate al principio del<br />

1846 secondo l’or<strong>di</strong>ne e l’uso. Dopo il sì pronunciato dagli sposi e il banchetto la coppia<br />

parte per Amburgo 146 : la piccola Tony <strong>di</strong>ventata ufficialmente Madame Grünlich, deve<br />

lasciare la sua casa e la sua famiglia per cominciare una nuova vita. Significative sono le<br />

sue parole <strong>di</strong> commiato nel rivelare il motivo che l’ha spinta ad accettare la proposta <strong>di</strong><br />

matrimonio del rappresentante e le rivolge proprio a colui che tanto si era pro<strong>di</strong>gato<br />

perché l’affare si concludesse nei migliori dei mo<strong>di</strong>: „A<strong>di</strong>eu, Papa… Mein guter Papa!<br />

[…] Bist du zufrieden mit mir?” 147 . La domanda che rivolge al padre rappresenta ancora<br />

145 ibid., p. 133.<br />

146 Nel romanzo viene narrata la tra<strong>di</strong>zionale rottura delle pignatte alla vigilia del matrimonio da<br />

parte del console Peter Döhlmann, che rompe sul selciato del grande androne i vasi che si era<br />

procurato. Si tratta della tra<strong>di</strong>zionale Polterabend, il rito tedesco per cui, la notte prima del<br />

matrimonio, i futuri sposi devono tentare <strong>di</strong> ripulire entro la mezzanotte, il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne creato dagli<br />

amici e invitati che hanno il compito <strong>di</strong> riempire lo spazio davanti la loro casa <strong>di</strong> cocci e<br />

ceramiche rotte, segno <strong>di</strong> porta fortuna per la nuova coppia.<br />

147 GkFA Bd.1.1, p. 180.<br />

76


una volta un atto <strong>di</strong> fede che la ragazza compie nei confronti della famiglia e dei valori in<br />

essa ra<strong>di</strong>cati. Si è visto quin<strong>di</strong> che anche per Tony, come avviene nelle famiglie borghesi<br />

del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo, la scelta del partner è una questione che riguarda l’intera<br />

famiglia e non il singolo. Ciò si può notare anche dalla risposta che il padre dà alla moglie<br />

quando gli chiede se la figlia potrà trovare la felicità con il signor Grünlich: „Ach,<br />

Bethsy, sie ist zufrieden mit sich selbst; das ist das solideste Glück, das wir auf Erden<br />

erlangen können” 148 . La figlia non prova nessun rancore per colui che l’ha costretta a<br />

rinunciare a Morten, né la ragazza ha dei ripensamenti quando sta per pronunciare il suo<br />

sì, né Morten compare d’improvviso per ricordarle la loro promessa, il loro bacio. Così<br />

può partire sicura <strong>di</strong> aver fatto la scelta giusta e <strong>di</strong> non aver deluso il padre e comincia la<br />

sua vita da moglie. E’ chiaro che da questo momento in poi lei vive per la famiglia e per<br />

la <strong>di</strong>tta.<br />

Il matrimonio tra i due sembra essere un’unione felice vista la nascita della bambina<br />

chiamata per volere <strong>di</strong> Grünlich Erika e non Meta come era desiderio della madre.<br />

Thomas Mann non spiega il motivo per cui Tony desiderasse chiamare la figlia Meta, ma<br />

il lettore può ricordare che Meta è il nome della signora Schwarzkopf <strong>di</strong> cui Tony<br />

conserva un bel ricordo. Sembra quasi un voler tornare in<strong>di</strong>etro con il tempo e con la<br />

memoria. Invece, ancora una volta, questo tentativo viene stroncato sul nascere. L’etica <strong>di</strong><br />

casa Buddenbrook e quella che anima il romanzo in generale parla chiaro: non c’è spazio<br />

per la memoria, o almeno per la memoria che <strong>di</strong>stolga dalla via tracciata per ciascun<br />

membro della famiglia.<br />

Nonostante la nascita della figlia, il matrimonio concluso secondo la tra<strong>di</strong>zione è<br />

destinato a naufragare. E’ una violenta lite tra i due coniugi a segnare l’ “inizio della<br />

fine”. Tony accusa il marito <strong>di</strong> non amarla più come una volta e <strong>di</strong> non dare retta ai suoi<br />

desideri; il marito replica: „Du ruinierst mich mit deiner Trägheit, deiner Sucht nach<br />

Be<strong>di</strong>enung und Aufwand...” 149 . L’episo<strong>di</strong>o appena descritto, al <strong>di</strong> là del litigio tra marito e<br />

moglie, è fondamentale per capire la figura <strong>di</strong> Tony, che non viene presentata da un altro<br />

personaggio del romanzo, ma è lei stessa a <strong>di</strong>pingersi e a descriversi; è una sorte <strong>di</strong><br />

confessione che lei fa sulla sua natura. Confessa la sua inclinazione al lusso, dovuta al<br />

tenore <strong>di</strong> vita soprattutto dei nonni materni Kröger, si descrive come sventata, collerica,<br />

ven<strong>di</strong>cativa. E’ fermamente convinta che ogni caratteristica, <strong>di</strong> qualsiasi natura, sia<br />

148 GkFA Bd.1.1, p. 180.<br />

149 GkFA Bd.1.1, p. 218.<br />

77


un’ere<strong>di</strong>tà, una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> famiglia e perciò una cosa degna, per la quale si deve in ogni<br />

caso nutrire rispetto 150 . Il suo camminare con inconfon<strong>di</strong>bile <strong>di</strong>gnità, premendo il mento<br />

sul petto e osservando tutto e tutti dall’alto in basso, è un chiaro segno <strong>di</strong> come lei abbia<br />

conservato intatta la coscienza <strong>di</strong> sé; a tal proposito Mann sottolinea come „[…] der naive<br />

und unwissende Ausdruck ihres Mundes verriet, daß <strong>di</strong>ese ganze Würde etwas unendlich<br />

Kindliches, Harmloses und Spielerisches war” 151 .<br />

Un ruolo decisivo per il proseguio della relazione è svolto dal console Jean. Erich Heller<br />

nel suo libro Thomas Mann, the ironic German in<strong>di</strong>vidua tre dramatis personae nella<br />

scena tra Tony e il padre Johann (Jean) Buddenbrook e rispettivamente: Tony, la volontà<br />

<strong>di</strong> Johann Buddenbrook e l’idea morale <strong>di</strong> Johann Buddenbrook 152 . Dopo aver confessato<br />

al padre le maniere poco dolci del marito il signor Buddenbrook interroga i sentimenti<br />

della figlia:<br />

»Höre, mein liebes Kind […]. Ich muß <strong>di</strong>ch nun etwas fragen, etwas Ernstes! Sage<br />

mir einmal … du liebst doch deinen Mann von ganzem Herzen?«<br />

»Gewiß, Papa«, sagte Tony mit einem so kin<strong>di</strong>sch heuchlerischen Gesicht, wie sie es<br />

ehemals zustande gebracht, wenn man sie gefragt hatte: Du wirst nun doch niemals<br />

wieder <strong>di</strong>e Puppenliese ärgern, Tony?… Der Konsul schwieg einen Augenblick. »Du<br />

liebst ihn doch so«, fragte er dann, »daß du nicht ohne ihn leben könntest … unter<br />

keinen Umständen, wie? auch wenn durch Gottes Willen seine Lage sich ändern<br />

sollte, wenn er in Verhältnisse versetzt werden würde, <strong>di</strong>e es ihm nicht mehr<br />

erlaubten, <strong>di</strong>ch fernerhin mit allen <strong>di</strong>esen Dingen zu umgeben…?« Und seine Hand<br />

beschrieb eine flüchtige Bewegung über <strong>di</strong>e Möbel und Portieren des Zimmers hin,<br />

über <strong>di</strong>e vergoldete Stutzuhr auf der Spiegeletagere und endlich über ihr Kleid<br />

hinunter.<br />

»Gewiß, Papa«, wiederholte Tony in dem tröstenden Ton, den sie beinahe immer<br />

annahm, wenn jemand ernst zu ihr sprach 153 .<br />

150 GkFA Bd.1.1, p. 222.<br />

151 GkFA Bd.1.1, p. 223.<br />

152 Erich Heller, Thomas Mann: The ironic German, Cambridge, Cambridge University Press<br />

1981, p. 43.<br />

153 GkFA Bd.1.1, p. 231-232.<br />

78


Tony conferma quin<strong>di</strong> il suo amore verso il marito. Il console però vuole capire le reali<br />

inclinazioni <strong>di</strong> Tony. E’ stato chiamato infatti dal genero per aiutarlo, dal momento che si<br />

trova in una situazione <strong>di</strong>fficile per gli affari e ha contratto numerosi debiti. La sua<br />

volontà è quella <strong>di</strong> non versare alcuna somma, però non può non ricordare che il primo a<br />

consigliare alla figlia quel matrimonio, il vero artefice in altre parole dell’unione tra Tony<br />

e Grünlich, è stato proprio lui. Sente addosso tutta la responsabiltà <strong>di</strong> quanto accaduto e<br />

nutre dei sensi <strong>di</strong> colpa verso colei che è rimasta pur sempre una bambina. Quin<strong>di</strong> per<br />

rime<strong>di</strong>are alla sua colpa deve lasciare almeno questa volta la decisione nelle sue mani.<br />

Quello che fa riflettere è che il padre stesso sa che la figlia ha accettato quel matrimonio<br />

non per amore; pensa comunque che i quattro anni trascorsi insieme, l’arrivo della figlia e<br />

l’abitu<strong>di</strong>ne, abbiano mutato molte cose, in altre parole che quell’unione proferita<br />

ingenuamente si basi ora su un sentimento almeno d’affetto. Il console è fedele ai precetti<br />

cristiani e sa benissimo che il dovere cristiano e la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> moglie esigono che Tony<br />

segua incon<strong>di</strong>zionatamente il suo sposo anche nella cattiva sorte. Ora però questo suo<br />

attaccamento ai valori che ha sempre osannato, nel momento in cui si tratta <strong>di</strong> toccare il<br />

patrimonio della famiglia, cominciano a vacillare, sintomo ancora una volta della priorità<br />

su tutto della mentalità commerciale. Insomma, il risultato delle sue me<strong>di</strong>tazioni è il<br />

desiderio <strong>di</strong> riprendersi in casa la figlia con la bambina, e <strong>di</strong> lasciare che il signor<br />

Grünlich vada per la sua strada. Ancora una volta, allora, spinge la figlia a confessarsi<br />

<strong>di</strong>nanzi a lui, ancora una volta vuole portarla dalla sua parte, farle strappare quelle parole<br />

che confermano quanto deciso. Questa volta però la costanza del padre corrisponde alla<br />

verità della figlia. Il console infatti spiega alla figlia che il marito è costretto a sospendere<br />

i pagamenti, che non può più restare in affari. A questo punto Tony ha chiara la visione<br />

da pronunciare a malapena la parola fallimento, una parola che sin da piccola l’ha<br />

spaventata: „das war etwas Gräßlicheres als der Tod, das war Tumult, Zusammenbruch,<br />

Ruin, Schmach, Schande, Verzweiflung und Elend...” 154 . E’ talmente colpita, <strong>di</strong>strutta da<br />

quella parola fatale che non le viene in mente che il padre possa aiutare il marito. Tre<br />

volte il console chiede alla figlia la sua intenzione e tre volte lei conferma, seppur<br />

singhiozzante, <strong>di</strong> voler seguire il marito poiché lo considera un suo dovere. Il padre le<br />

confessa però che in realtà lui non la costringerebbe; nel caso in cui la figlia volesse<br />

rimanere unita al marito si <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong>sposto a intervenire per sottrarla dai <strong>di</strong>sagi e dalle<br />

pene derivanti dalla <strong>di</strong>sgrazia del marito e dalla conseguente <strong>di</strong>ssoluzione della <strong>di</strong>tta e<br />

154 GkFA Bd.1.1, p.234.<br />

79


della casa. Lei vuole sapere se Grünlich è colpevole, domanda alla quale il padre non ha<br />

abbastanza elementi per rispondere con sicurezza poiché deve ancora incontrarsi con il<br />

genero, anche se <strong>di</strong>mostra un forte sospetto della sua colpevolezza. E’ in questo istante<br />

allora che Tony può parlare liberamente, può liberarsi <strong>di</strong> tutto quello che ha tenuto per sé,<br />

del suo segreto che infatti non ha mai rivelato a nessuno; non c’è un momento in cui<br />

incontra le amiche, non viene descritto una comunicazione via lettera se non con la<br />

madre, alla quale non poteva certo esprimere i suoi veri sentimenti provati verso il marito.<br />

Si lascia scappare infatti: „Ach, Papa […], wäre es damals nicht besser gewesen...“ 155 . Il<br />

console sa cosa intende la figlia, che non prosegue con la sua considerazione, e deve<br />

confessare a sé stesso e a lei:<br />

Ich glaube deine Gedanken zu erraten, liebe Tony, […], und auch ich meinerseits, ich<br />

zögere nicht, <strong>di</strong>r zu bekennen, dass ich den Schritt, der mir vor vier Jahren als klug<br />

und heilsam erschien, in <strong>di</strong>eser Stunde bereue... aufrichtig bereue. Ich glaube, vor<br />

Gott nicht schul<strong>di</strong>g zu sein. Ich glaube, meine Pflicht getan zu haben, indem ich<br />

mich bemühte, <strong>di</strong>r eine deiner Herkunft angemessene Existenz zu schaffen... Der<br />

Himmel hat es anders gewollt...[…] 156 .<br />

Come in occasione della rinuncia a Morten Tony però non accusa il padre per quello che<br />

l’ha “costretta” a fare, ma anzi lo bacia e ha premura per lui. Così tra le lacrime gli rivela<br />

come stanno le cose, una confessione che non lascia stupiti dal momento che sono ben<br />

note le circostanze in cui questa unione era nata:<br />

Ach... was fragst du, Papa!... Ich habe ihn niemals geliebt... er war mir immer<br />

widerlich... weißt du das denn nicht...? […]. Vier Jahre... ha! manchmal hat er<br />

abends bei mir gesessen und <strong>di</strong>e Zeitung gelesen in <strong>di</strong>esen vier Jahren... ! […]. Ich<br />

habe Erika sehr lieb... obgleich Grünlich behauptet, ich sei nicht kinderlieb... Ich<br />

würde mich nie von ihr trennen, das sage ich <strong>di</strong>r... aber Grünlich - nein!... Grünlich -<br />

nein!... Nun macht er auch noch Bankerott!... Ach Papa, wenn du mich und Erika<br />

nach Hause nehmen willst... mit Freuden! Nun weißt du es! 157 .<br />

155 GkFA Bd.1.1, p.236.<br />

156 GkFA Bd.1.1, p. 236-237.<br />

157 GkFA Bd.1.1, p. 237-238.<br />

80


Nonostante ci sia la possibilità <strong>di</strong> intervento quin<strong>di</strong> il padre è sod<strong>di</strong>sfatto della scelta <strong>di</strong><br />

Tony. Come sottolineato da Heller, l’espressione del padre parla chiaro: i suoi occhi tristi<br />

e sconvolti per la notizia riflettono la sua idea morale, mentre il modo in cui stringe le<br />

labbra esprimono la sod<strong>di</strong>sfazione per avere la figlia dalla sua parte 158 . Siamo sicuri che<br />

questo è ciò che lei vuole, ma non si può non riconoscere ancora una volta come il padre<br />

presenti le cose portando la figlia a riflettere sugli aspetti che vuole lui. Tony sembra<br />

incapace <strong>di</strong> pensare con la propria testa, <strong>di</strong> agire da sola, sebbene non sia più un’oca e<br />

abbia conosciuto la vita. Un <strong>di</strong>vorzio, pur essendo in qualche modo una pubblica<br />

<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> fallimento, è pur tuttavia preferibile all’indebolimento dell’azienda<br />

<strong>di</strong>fficile da sopportare per tappare i buchi finanziari <strong>di</strong> un genero che ha agito per mezzo<br />

<strong>di</strong> imbrogli. Ha trovato dunque il tasto caro a Tony. Come quattro anni prima aveva<br />

deciso <strong>di</strong> sposare il signor Grünlich per la <strong>di</strong>tta ora si erge in pie<strong>di</strong> come un’eroina a<br />

<strong>di</strong>chiarare: „Das thust du nicht, Papa! […]. Willst auch du noch Bankerott machen?<br />

Genug! Niemals! 159 ”.<br />

Va però notato che la questione è stata risolta ancor prima che il commerciante possa<br />

spiegare al console la sua situazione, ossia il suo deficit <strong>di</strong> centoventimila marchi e<br />

soprattutto che le informazioni prese ad Amburgo sul suo conto si basavano su falsità<br />

pensate appositamente per architettare il matrimonio che avrebbe messo al sicuro tutti.<br />

Ecco spiegato il motivo per cui lui non voleva che Tony frequentasse la società.<br />

In verità, Herd ritiene che il console abbia preso informazioni sul conto <strong>di</strong> Grünlich in<br />

maniera superficiale, perché non sembra dare peso al fatto che i Duchamps non<br />

conoscano la situazione del rappresentante, ma al fatto che vive in maniera <strong>di</strong>stinta,<br />

frequentando la migliore società 160 . Tuttavia, estende la colpa anche alla moglie del<br />

console, che assieme al marito non è stata in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere un truffatore da un<br />

figlio <strong>di</strong> buona famiglia e non ha dato minimamente retta ai giu<strong>di</strong>zi negativi dei figli 161 .<br />

Come giustamente riba<strong>di</strong>sce Müller, l’errore <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio commesso dal console, abituato<br />

per professione a essere in contatto quoti<strong>di</strong>anamente con persone <strong>di</strong>verse e sconosciute, si<br />

lascia ricondurre alla sua eccessiva attenzione alle maniere e all’aspetto esteriore 162 .<br />

158 Heller, Thomas Mann: The ironic German, op. cit., p. 78, p. 44.<br />

159 GkFA Bd. 1.1, p.239.<br />

160 Herd, Ehe und Familie, op. cit., p. 20, p. 222-223.<br />

161 GkFA Bd.1.1, p. 222.<br />

162 Müller, Thomas Mann Buddenbrooks, op. cit., p. 53, p. 28.<br />

81


Inutili sono i tentativi <strong>di</strong> Grünlich <strong>di</strong> appellarsi alla moglie. Ancora una volta qualcuno le<br />

<strong>di</strong>ce che ha un cuore insensibile, come ha fatto Morten prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiararsi, ancora una<br />

volta l’uomo si inginocchia <strong>di</strong>nanzi a lei come la volta precedente nella stanza dei<br />

paesaggi. E Tony come reagisce <strong>di</strong> fronte a questo scenario? Piange e viene travolta dalle<br />

parole sprezzanti e piene <strong>di</strong> rancore che un marito, esasperato per la fine dei suoi progetti,<br />

non risparmia alla madre <strong>di</strong> sua figlia:<br />

Geh‘ nur! Meinst du, daß ich <strong>di</strong>r nachheule, du Gans? Ach nein, Sie irren sich, meine<br />

Teuerste! Ich habe <strong>di</strong>ch nur deines Geldes wegen geheiratet, aber da es noch lange<br />

nicht genug war, so mach nur, daß du wieder nach Hause kommst! Ich bin deiner<br />

überdrüssig... überdrüssig... überdrüssig 163 .<br />

Queste parole segnano la fine del matrimonio <strong>di</strong> Tony Buddenbrook con il signor Ben<strong>di</strong>x<br />

Grünlich e fanno emergere la vera natura del commerciante, tutt’altro che <strong>di</strong> buoni<br />

principi come si era presentato inizialmente. A tale riguardo Keller ritiene che la storia <strong>di</strong><br />

Grünlich sia come quella dei Buddenbrook: una storia <strong>di</strong> smascheramento e <strong>di</strong><br />

fallimento 164 .<br />

Nell’analizzare i mo<strong>di</strong> teatrali <strong>di</strong> Grünlich, Müller vede una flessibilità nella scelta dei<br />

mezzi per raggiungere i suoi obiettivi: il commerciante si <strong>di</strong>mostra animato da principi<br />

cristiani nei confronti dei genitori <strong>di</strong> Tony, innamorato convinto e <strong>di</strong>sposto a tutto verso<br />

<strong>di</strong> lei, un signore benestante con l’aria da padrone verso Morten e suo padre, supplicante<br />

amico nei confronti del banchiere Kesselmeyer e alla fine verso il padre <strong>di</strong> Tony come un<br />

peccatore contrito 165 . Le cattive intenzioni <strong>di</strong> Grünlich si possono già intuire, secondo<br />

Hermann Kurzke e Karsten Stefan Lorek, dai movimenti involontari del suo corpo:<br />

So pfelgt der Heiratsschwindler Ben<strong>di</strong>x Grünlich “hä-ä-hm” zu sagen, und zwar<br />

nicht nur, um seine Stimme zu reinigen, sondern immer dann, wenn er verlogene<br />

Konversation betreibt und leere Schmeicheleien äußert 166 .<br />

163 GkFA Bd. 1.1, p.252.<br />

164 Keller, Die Figuren Im Verfall, in Ken Moulden/ Gero von Wilpert (a cura <strong>di</strong>), Buddenbrooks-<br />

Handbuch, op. cit. p.20, p. 193.<br />

165 Müller, Thomas Mann Buddenbrooks, op. cit., p. 53, p. 45.<br />

166 Kurzke/ Lorek, Thomas Mann: Epoche- Werk- Wirkung, op. cit., p.59, p. 69.<br />

82


Ciò che rimane <strong>di</strong> questo matrimonio è la certezza che dal giorno in cui la ragazza ha<br />

annotato il suo consenso nel libro <strong>di</strong> famiglia fino al giorno in cui si è smascherato il<br />

piano <strong>di</strong> Grünlich è rimasto un matrimonio <strong>di</strong> interesse dove non c’è nemmeno un<br />

barlume <strong>di</strong> amore, un puro affare economico da parte <strong>di</strong> entrambe le parti, in cui in mezzo<br />

c’è una ragazza <strong>di</strong>ciottenne con la voglia <strong>di</strong> vivere e con la sua spensieratezza.<br />

Si apre un’altra riflessione che non può passare in secondo piano. Finora nell’affronatre la<br />

decisione del matrimonio si è data la “colpa” al padre e più in generale alla con<strong>di</strong>zione<br />

delle figlie borghesi vittime della mentalità patriarcale dell’epoca. Ma per Tony il<br />

<strong>di</strong>scorso è un po’ <strong>di</strong>verso. Come non chiedersi che ruolo abbia la sua passività riguardo a<br />

fatti che la interessano in prima persona? Tony fino a che punto è vittima della volontà<br />

del padre? Il lettore ha visto il suo attaccamento a Morten e la loro voglia <strong>di</strong> libertà, ma<br />

fino a che punto Tony è stata pronta a spingersi in nome della libertà? Non è durata<br />

nemmeno un’istante la promessa scambiata dai due ragazzi e lei non ha provato nemmeno<br />

a parlare apertamente al padre e alla madre dopo la vacanza <strong>di</strong> Travemünde. Anzi, è<br />

entrata a pieno nella sua parte, lei stessa è la prima a voler contribuire al prestigio della<br />

famiglia che in quanto donna le prescrive un matrimonio con un commerciante. Da<br />

moglie <strong>di</strong> un commerciante si ritrova però donna <strong>di</strong>vorziata costretta a vivere ritirata e a<br />

rinunciare alla vita <strong>di</strong> società in città, poiché la sua posizione <strong>di</strong> signora separata esige,<br />

per i primi tempi, il massimo riserbo. Si nota che Tony si adatta a questa situazione,<br />

cominciando a recitare la parte della donna su cui, senza colpa, si è abbattuta la sventura.<br />

Intrattiene i familiari con lunghe considerazioni sul suo matrimonio, sul signor Grünlich e<br />

sulla vita e sul destino in genere. Si tratta <strong>di</strong> una peculiarità <strong>di</strong> Tony, che come si avrà<br />

modo <strong>di</strong> vedere nel proseguio dell’elaborato, riesce ad adattarsi ad ogni con<strong>di</strong>zione con<br />

abilità, <strong>di</strong>sinvoltura e curiosità. Recita allora la parte della vittima che subisce le sventure<br />

che le sono capitate, sapendo <strong>di</strong> essere l’eroina che sacrifica la sua felicità per il bene<br />

della <strong>di</strong>tta.<br />

Così al fallimento annunciato della <strong>di</strong>tta «B. Grünlich» segue l’avvio del processo per il<br />

<strong>di</strong>vorzio per “incapacità del marito a mantenere la sua famiglia” a cui Tony reagisce con<br />

un senso <strong>di</strong> orgoglio, perché si sente importante e al centro dell’attenzione. E’ proprio lei<br />

infatti a scrivere sotto le righe che quattro anni prima aveva tracciato <strong>di</strong> fianco al suo<br />

nome: “Diese Ehe ward Anno 1850 im Februar rechtskräftig wieder aufgelöst” 167 . Per sua<br />

mano è cominciato il matrimonio e a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quattro anni è lei a deciderne la fine.<br />

167 GkFA Bd.1.1, p. 256.<br />

83


In verità, sarebbe errato pensare che quanto accaduto non abbia per lei un sapore amaro;<br />

tutt’altro, è <strong>di</strong>spiaciuta per quello che ha fatto decidendo <strong>di</strong> sciogliere il matrimonio, non<br />

tanto per il marito verso il quale ha più volte ormai manifestato il suo <strong>di</strong>sinteresse, ma in<br />

quanto Tony Buddenbrook. Ed è scossa da questa sua “sconfitta” familiare, più che<br />

personale, che <strong>di</strong>rà al padre:<br />

Vater […], ich weiß wohl, daß <strong>di</strong>es Ereignis einen Flecken in unserer<br />

Familiengeschichte bildet. Ja, ich habe schon viel darüber nachgedacht. Es ist genau,<br />

als wäre hier ein Tintenklecks in <strong>di</strong>esem Buche. Aber sei ruhig... es ist meine Sache,<br />

ihn wieder fortzura<strong>di</strong>eren! Ich bin noch jung... findest du nicht, daß ich noch<br />

ziemlich hübsch bin? […] Nun, man kann unmöglich sein Lebtag eine solche Gans<br />

bleiben, wie ich vor vier Jahren war... das Leben nimmt einen natürlich mit... Kurz,<br />

nein, ich werde mich wieder verheiraten! Du sollst sehen, alles wird durch eine neue,<br />

vorteilhafte Partie wieder gutgemacht werden! Meinst du nicht? 168 .<br />

La sua ultima affermazione lascia turbati. Tony ha capito che la strada del matrimonio<br />

d’interesse non è quella giusta, e dopo il primo sbaglio <strong>di</strong>mostra la volontà <strong>di</strong> trovare un<br />

altro marito che però deve garantire una solida situazione economica. Ci risiamo, dunque.<br />

Che ne è stata <strong>di</strong> quella ragazza che scrive al padre che la ricchezza non rende felici? E’<br />

proprio sulla scia <strong>di</strong> queste considerazioni che ritenere Tony Buddenbrook una vittima<br />

sacrificata dalla famiglia in nome del patrimonio e <strong>di</strong> altri scopi puramente pratici non<br />

sarebbe del tutto esatto. Va <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> aver conosciuto la vita molto bene, ma forse non<br />

può sapere quello che la nuova situazione da <strong>di</strong>vorziata con a carico una figlia comporta.<br />

Proprio perché il benessere del gruppo viene preferito a quello del singolo, il <strong>di</strong>vorzio è<br />

un primo evidente segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne in una famiglia <strong>di</strong> convinta tra<strong>di</strong>zione protestante,<br />

dove il matrimonio è sempre stato concepito come vincolo in<strong>di</strong>ssolubile e unione atta a<br />

favorire l’interesse economico della famiglia.<br />

168 GkFA Bd.1.1, p.256.<br />

84


5. „…daß <strong>di</strong>e Scharte von damals durch eine zweite Ehe so ungefähr wieder<br />

ausgewetzt wird” 169 : la relazione tra Tony Buddenbrook e Alois Permaneder<br />

Tony Buddenbrook decide <strong>di</strong> ricominciare a vivere la sua vita, nonostante il fallimento<br />

doloroso del primo matrimonio, e lo fa scegliendo <strong>di</strong> concedersi del tempo per sé stessa,<br />

attraverso l’esperienza del viaggio 170 , che comporta una momentanea lontananza dalla<br />

casa paterna e dai familiari e la ricerca <strong>di</strong> risposte e <strong>di</strong> significati. Quella del viaggio è<br />

un’esperienza personale in cui non c’è spazio nemmeno per la figlia Erika che viene<br />

messa in collegio. Anche il soggiorno a Travemünde rientra in quest’ottica sebbene non<br />

sia una scelta <strong>di</strong> Tony, ma del padre preoccupato per le sorti della figlia. Durante il<br />

viaggio solitamente ogni avvenimento anche piccolo si riveste <strong>di</strong> importanza, perché si<br />

trasforma in esperienza. Fuori dal proprio ambiente, <strong>di</strong>staccato dal proprio terreno, il<br />

viaggiatore si trova in una particolare situazione interiore: è <strong>di</strong>sposto ad accogliere, a<br />

ricevere informazioni, a lasciarsi trasportare senza freno da situazioni sempre nuove. Ed è<br />

proprio quello che accade a Tony, desiderosa <strong>di</strong> nuovi stimoli, che si vede rifiutare la<br />

can<strong>di</strong>datura come dama <strong>di</strong> compagnia a Liverpool perché la sua bellezza potrebbe creare<br />

problemi per la presenza <strong>di</strong> un ragazzo in casa.<br />

Una riflessione sorge sulla destinazione della vacanza <strong>di</strong> quattro-cinque settimane che<br />

intraprende nel marzo del 1857, dettata dalla volontà <strong>di</strong> far visita all’amica Eva Ewers che<br />

da tempo l’attende: Monaco. La scelta della città che apparteneva all’epoca allo Stato<br />

della Baviera non è certamente casuale. Thomas Mann colloca Tony a Monaco, non solo<br />

perché si tratta <strong>di</strong> una città agli antipo<strong>di</strong> rispetto alla <strong>di</strong>screta e silenziosa Lubecca, ma<br />

anche perché l’autore la conosce assai bene: pur essendo nativo della Germania<br />

settentrionale, concluso gli stu<strong>di</strong> presso il Katharineum raggiunge la madre a Monaco nel<br />

1894, città in cui trascorre circa quarant’anni della sua vita e luogo fondamentale per la<br />

sua formazione <strong>di</strong> futuro scrittore, perché all’università ha modo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il<br />

pensiero dei due filosofi che segnano in maniera definitiva la sua poetica: Arthur<br />

Schopenhauer e Friedrich Wilhelm Nietzsche. A Monaco trova anche colei che <strong>di</strong>venterà<br />

sua moglie nel 1905, Katia Pringsheim, figlia <strong>di</strong> bavaresi molto abbienti. Lo stesso<br />

169 GkFA Bd 1.1, p. 374.<br />

170 La parola viaggio deriva dal provenzale viatge, che a sua volta proviene dal latino viaticum, un<br />

derivato <strong>di</strong> via. Viaticum in latino era la provvista necessaria per mettersi in viaggio e passò più<br />

tar<strong>di</strong> a significare il viaggio stesso.<br />

85


entusiasmo che colpisce Tony per la città si può rivedere nell’esultanza con cui lo<br />

scrittore immortalò il capoluogo bavarese in apertura dello scritto Gla<strong>di</strong>us Dei del 1902:<br />

München leuchtete. Über den festlichen Plätzen und weißen Säulentempeln, den<br />

antikisierenden Monumenten und Barockkirchen, den springenden Brunnen, Palästen<br />

und Gartenanlagen der Residenz spannte sich strahlend ein Himmel von blauer<br />

Seide, und ihre breiten und lichten, umgrünten und wohlberechneten Perspektiven<br />

lagen in dem Sonnendunst eines ersten, schönen Junitages 171 .<br />

Il viaggio non porta solo piaceri, ma anche delle <strong>di</strong>fficoltà proprio perché ci si apre al<br />

nuovo, al <strong>di</strong>verso, implicando spirito <strong>di</strong> adattamento, cosa che Tony in più occasioni<br />

lontana da casa e dal suo habitat sembra non avere, fatta eccezione per Travemünde, dove<br />

nonostante le modeste con<strong>di</strong>zioni in cui vive sembra essere felice. Così lei, che<br />

rappresenta il viaggiatore della Germania settentrionale che viene a contatto con la realtà<br />

della Germania meri<strong>di</strong>onale, non esita a cogliere tali <strong>di</strong>fficoltà, lamentandosene,<br />

presentando la situazione dalla sua prospettiva, che è quella che conta. Non è lei a doversi<br />

adattare nel momento in cui sceglie <strong>di</strong> andare in un paese straniero, ma sono gli altri a<br />

essere strani, a non saper parlare, a non farsi capire, a essere <strong>di</strong>stanti anni luce dai precetti<br />

<strong>di</strong> casa Buddenbrook. Monaco è bella, ma non può non passare inosservato il fatto che lì i<br />

citta<strong>di</strong>ni siano cattolici, che utilizzino una moneta <strong>di</strong>versa da quella della sua terra, che la<br />

parlata sia <strong>di</strong>fferente e quin<strong>di</strong> Tony non riesce sempre a capire la gente del popolo e la<br />

servitù. L’entusiasmo iniziale per la nuova città si trasformerà in seguito in una <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> “acclimatarsi” all’ambiente zotico e ignorante che la circonda, e il ritratto <strong>di</strong> Monaco e<br />

dei suoi abitanti sarà stravolto.<br />

E’ proprio in questo scenario, tra queste persone dalla parlata incomprensibile, che Tony<br />

fa conoscenza <strong>di</strong> un commerciante <strong>di</strong> luppolo che attira la sua simpatia e chiede<br />

informazioni sulla sua famiglia e sulla <strong>di</strong>tta, <strong>di</strong> cui conosce molto bene la fama.<br />

Figuriamoci l’esaltazione <strong>di</strong> Tony <strong>di</strong> fronte a questo signore: decide <strong>di</strong> fare un viaggio a<br />

Monaco che rappresentava all’epoca una meta lontana, per <strong>di</strong> più per una donna che<br />

viaggiava da sola, e scopre che il nome <strong>di</strong> famiglia con la tra<strong>di</strong>zione commerciale ha<br />

varcato le soglie della città natale spingendosi ad<strong>di</strong>rittura a Monaco. Questo viaggio<br />

cambia la sua vita, sia perché le risolleva lo spirito regalandole momenti <strong>di</strong> buon umore,<br />

171 GkFA Bd. 2.1, p. 222.<br />

86


sia perché apre dei nuovi sviluppi per la sua situazione sentimentale. Una volta tornata a<br />

casa, vive le sue giornate nell’attesa <strong>di</strong> qualcuno e il lettore viene presto a capire che quel<br />

qualcuno è l’amico conosciuto a Monaco.<br />

L’atteggiamento <strong>di</strong> Tony, che ha raggiunto la soglia dei trent’anni, appare ancora una<br />

volta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile comprensione. Ha trascorso certamente delle belle settimane a Monaco,<br />

ma non si capisce come mai passi le giornate ad aspettare che qualcuno suoni alla porta.<br />

E’ forse innamorata <strong>di</strong> Alois Permaneder e lo scrittore si è <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> avvisare il<br />

lettore? E’ già stata notata l’assenza <strong>di</strong> passione negli amori <strong>di</strong> casa Buddenbrook, ma<br />

questa improvvisa infatuazione <strong>di</strong> Tony sembra inspiegabile. Ancora una volta, allora, ci<br />

si mette como<strong>di</strong> per assistere all’incontro tra un signore, dato che il commerciante è sulla<br />

quarantina, e la famiglia <strong>di</strong> Tony. Questa volta il colloquio assume una piega ironica e<br />

<strong>di</strong>vertita proprio perché l’autore gioca sulla <strong>di</strong>fficoltà linguistica e sulla <strong>di</strong>versità dei<br />

mo<strong>di</strong>, a volte sfacciati, del commerciante <strong>di</strong> luppolo, che si presenta con un biglietto da<br />

visita dove cancella il nome del socio lasciando solo la scritta «Comp.», e la madre <strong>di</strong><br />

Tony, che fa gli onori <strong>di</strong> casa.<br />

Come osservato da Nacim Ghambari nello stu<strong>di</strong>o Das Haus: eine deutsche<br />

Literaturgeschichte 1850-1890 entrambi i signori, Ben<strong>di</strong>x e Alois, fanno il loro ingresso<br />

in casa Buddenbrook volontariamente, senza cioè essere interpellati né scelti dalla casa,<br />

ma vengono loro stessi a bussare alla porta e ad inserirsi in maniera improvvisa nella<br />

quoti<strong>di</strong>anità della famiglia 172 .<br />

Il <strong>di</strong>aletto bavarese <strong>di</strong> alcuni passi del romanzo esprime la <strong>di</strong>stanza del personaggio dalla<br />

società borghese <strong>di</strong> Lubecca. In aggiunta, contribuisce a porre in risalto certi tratti del suo<br />

carattere. Rimane il fatto che certe espressioni <strong>di</strong>alettali usate dal signor Permaneder e<br />

certe imprecazioni siano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile traduzione, perché la traduzione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>aletto <strong>di</strong> una<br />

lingua in un <strong>di</strong>aletto <strong>di</strong> un’altra non risolve il problema della rappresentazione <strong>di</strong> elementi<br />

tipici culturali che il lettore non tedesco, in questo caso, non può percepire.<br />

A questo proposito la traduttrice Julika Brandestini ha trattato ampiamente la complessità<br />

della traduzione dal tedesco all’italiano del romanzo I Buddenbrook soffermandosi sulla<br />

172 Nacim Ghambari, Das Haus: eine deutsche Literaturgeschichte, 1850-1929, Berlin, De<br />

Gruyter 2011, p. 50.<br />

87


esa dei passaggi <strong>di</strong>alettali 173 . Brandestini osserva che in un caso il traduttore ha scelto <strong>di</strong><br />

rendere la parlata <strong>di</strong> Permaneder ricorrendo al <strong>di</strong>aletto lombardo, ossia a un italiano<br />

dell’uso me<strong>di</strong>o che esprime la <strong>di</strong>stanza linguistica e mentale del personaggio dalla società<br />

<strong>di</strong> Lubecca, ma oscura alcuni tratti della sua personalità, non percepiti come tipicamente<br />

settentrionali. Un’altra soluzione avanzata da tre traduttori è quella <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>ligere un misto<br />

<strong>di</strong> italiano regionale e popolare, che <strong>di</strong>muinisce la percezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza tra il<br />

personaggio e i lubecchesi e il connotato settentrionale del personaggio. In entrambi i<br />

casi, però, non si può arrivare a una perfetta corrispondenza tra le due lingue.<br />

Questa parentesi sul mondo della traduzione e sulle <strong>di</strong>fficoltà insite in esso è<br />

fondamentale per capire come il personaggio in questione stoni con il mondo <strong>di</strong>stinto <strong>di</strong><br />

Tony, e lo stesso autore lo accentua più volte nel corso della narrazione.<br />

Cosa ha spinto dunque Alois Permaneder a intraprendere il viaggio? Si trova in città per<br />

risolvere un certo affare, anche se sembra non darci molta importanza, poiché la sua<br />

attenzione è tutta rivolta a Madame Grünlich. E lei arriva, <strong>di</strong>mostrando la sua gioia nel<br />

rivederlo, proprio a casa sua, e ricordando con vivo piacere i bei momenti trascorsi<br />

insieme.<br />

Un confronto con il signor Grünlich è inevitabile. Innanzitutto tra i due conoscenti sembra<br />

esserci intesa, si rivolgono parola perché si sono conosciuti in precedenza e quin<strong>di</strong> hanno<br />

un terreno comune <strong>di</strong> conversazione, mentre Tony non conosceva il commerciante <strong>di</strong><br />

Amburgo che parlava solamente in una maniera tale da irritarla, poiché ritenuto<br />

eccessivamente gentile. Alois Permaneder ha intrapreso un viaggio <strong>di</strong> sua volontà per<br />

stare con Tony e parla a lei, si informa della sua famiglia, della figlia, mentre Grünlich<br />

non faceva altro che rivolgere parole gentili ai familiari ricordandosi <strong>di</strong> tanto in tanto <strong>di</strong><br />

Tony con sguar<strong>di</strong> rapi<strong>di</strong> e qualche complimento. Sotto il profilo umano quin<strong>di</strong> Alois<br />

Permaneder <strong>di</strong>mostra un interesse autentico per Tony, o almeno non <strong>di</strong>mostra<br />

in<strong>di</strong>fferenza, ma sotto il profilo concreto, ossia quello economico, pratico, non <strong>di</strong>mostra la<br />

stessa stabilità economica ostentata inizialmente dal precedente marito <strong>di</strong> Tony. Accetta<br />

l’invito a fermarsi per colazione, e pure per pranzo e perché no, decide <strong>di</strong> soggiornare<br />

<strong>di</strong>rettamente in casa Buddenbrook. Sembra quasi coraggioso, dopotutto se vuole<br />

173 Julika Brandestini, Das Problem der Übersetzung von Dialektpassagen. Italienische<br />

Übersetzungen der Buddenbrooks von Thomas Mann. Diplomarbeit an der Fakultät<br />

Kulturwissenschaften am Lehrstuhl: „Deskriptive Linguistik und interlinguale Soziolinguistik“,<br />

Europa-Universität Viadrina, 2007.<br />

88


frequentare Tony Buddenbrook dovrebbe essere consapevole delle buone con<strong>di</strong>zioni<br />

economiche non solo sociali della famiglia in questione. Questo aspetto, ovviamente, non<br />

viene lasciato in <strong>di</strong>sparte, ma è il fratello Thomas a occuparsi <strong>di</strong> ciò in prima persona,<br />

informandosi sugli affari dell’ospite bavarese, della sua <strong>di</strong>tta e interrogando le sue<br />

posizioni politiche. Dal colloquio emerge un interesse per la sorella, apostrofata come<br />

„ein lieber Kerl” 174 . Come era successo in precedenza dopo la visita <strong>di</strong> Grünlich, fratelli e<br />

madre si scambiano il loro parere, che questa volta è positivo, soprattutto per il fratello<br />

che perdona la mancanza <strong>di</strong> contegno che la madre rimprovera all’ospite a causa della sua<br />

provenienza geografica.<br />

Tony si lascia andare a riflessioni che certo stupiscono il lettore poiché rivelano la sua<br />

maturità, a volte nascosta proprio da lei o dai suoi familiari. Si scaglia contro i giu<strong>di</strong>zi<br />

legati solo all’aspetto esteriore, ma invita a valutare una persona in profon<strong>di</strong>tà. Questo le<br />

ha insegnato il primo matrimonio con Grünlich:<br />

[…] das aber weiß ich, und das möchte ich denn doch aussprechen, daß es in <strong>di</strong>esem<br />

Leben nicht darauf ankömmt, wie etwas ausgesprochen und ausgedrückt wird,<br />

sondern wie es im Herzen gemeint und empfunden ist, und wenn du <strong>di</strong>ch über Herrn<br />

Permaneders Ausdrucksweise moquierst... wenn du ihn etwa lächerlich findest... 175 .<br />

Quello che stupisce è inoltre la rapi<strong>di</strong>tà con cui il signor Permaneder viene a inserirsi<br />

nella famiglia dell’amica, partecipando ad<strong>di</strong>rittura alla riunione del giovedì, attirando<br />

curiosità in città attorno alla sua figura e scatenando un gran vociferare nelle gran<strong>di</strong><br />

famiglie. Il console stesso, inoltre, nonostante i suoi molteplici impegni, riesce a<br />

ritagliarsi del tempo da de<strong>di</strong>cargli per fargli fare un giro della città. Ma come reagisce<br />

Tony <strong>di</strong> fronte a una tale manifestazione <strong>di</strong> simpatia da parte dell’intera famiglia?<br />

Dovrebbe esserne felice, dal momento che l’amico viene accettato nonostante sia un po’<br />

particolare. Invece l’iniziale gioia <strong>di</strong> Tony svanisce con il passare dei giorni. Che Tony<br />

non sia preve<strong>di</strong>bile nei suoi comportamenti, è fatto risaputo. Ogni volta che le cose<br />

sembrano andare in una <strong>di</strong>rezione a lei favorevole cambia le carte in gioco. E’ pensierosa,<br />

riflette, come se dovesse prendere una decisione, l’ennesima decisione destinata a<br />

cambiare il corso della sua vita e <strong>di</strong> quella della figlia.<br />

174 GkFA Bd. 1.1, p. 365.<br />

175 GkFA Bd.1.1, p. 366.<br />

89


Il motivo <strong>di</strong> tale angustie è la partenza imminente per Monaco dell’amico, ma soprattutto<br />

un’uscita a Schwartau organizzata dalla famiglia per salutare l’ospite. Tutti ormai hanno<br />

capito le intenzioni del signor Permaneder, che ora ha l’ultima occasione, creata<br />

appositamente dalla famiglia Buddenbrook, per decidersi a chiedere la mano <strong>di</strong> colei che<br />

continua a chiamare Madame Grünlich, senza che quest’ultima si ribelli a un tale<br />

appellativo. Non è forse quello che Tony voleva? Lei aveva promesso al padre <strong>di</strong><br />

risposarsi. Ora perché si fa cogliere da numerosi pensieri? Tony ama parlare, raccontare,<br />

promettere, fantasticare, ma nel momento in cui tutto ciò che immagina smette <strong>di</strong> essere<br />

un sogno e <strong>di</strong>venta realtà si tira in<strong>di</strong>etro. Questo tirarsi in<strong>di</strong>etro emerge solamente quando<br />

Tony pensa alla scelta come percorso in<strong>di</strong>viduale, ma quando si ricorda <strong>di</strong> essere una<br />

Buddenbrook, membro <strong>di</strong> quella catena che non va spezzata e che lei purtroppo in<br />

passato, volontariamente o involontariamente ha incrinato, si riprende dal suo iniziale<br />

smarrimento poiché ha un compito da svolgere nella sua vita, ossia quello <strong>di</strong> fare il bene<br />

della famiglia. Questo la induce ad esclamare quasi con rassegnazione: „[…] es soll ja<br />

schließlich doch sein! Ich muß nur immer denken: Noch kann ich zurück, noch ist es<br />

nicht zu spät! Und da liege ich nun und quäle mich...” 176 .<br />

Il lettore, però, attraverso un <strong>di</strong>alogo tra Tony e la confidente Ida Jungmann, può sapere i<br />

veri sentimenti che Tony nutre nei confronti del commerciante <strong>di</strong> luppolo, sebbene i mo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Permaneder siano da preferire a quelli <strong>di</strong> Grünlich:<br />

[…] Er ist, möchte ich sagen, zu bequem dazu und nimmt das Leben zu gemütlich<br />

dazu, was übrigens andererseits auch wieder ein Vorwurf ist, denn Millionär wird er<br />

sicher nicht werden und neigt, glaube ich, ein bißchen dazu, sich gehenzulassen und<br />

so weiterzuwursteln, wie sie da unten sagen...[…]. Nämlich in München, wo er unter<br />

seinesgleichen war, unter Leuten, <strong>di</strong>e so sprachen und so waren wie er, da liebte ich<br />

ihn geradezu, so nett fand ich ihn, so treuherzig und behaglich. Und ich merkte auch<br />

gleich, daß es gegenseitig war, - wozu vielleicht beitrug, daß er mich für eine reiche<br />

Frau hält, für reicher, fürchte ich, als ich bin, denn Mutter kann mir nicht mehr viel<br />

mitgeben, wie du weißt... Aber das wird ihm nichts ausmachen, bin ich überzeugt. So<br />

sehr viel Geld, das ist gar nicht nach seinem Sinn... […] 177 .<br />

176 GkFA Bd.1.1, p. 371.<br />

177 GkFA Bd.1.1, p. 372.<br />

90


Quin<strong>di</strong> lei non <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> trovarsi male con il signor Permaneder e questo è un aspetto<br />

<strong>di</strong>verso rispetto a ciò che provava per Grünlich. Ma sta bene con lui a Monaco, non dove<br />

è sra<strong>di</strong>cato dal suo ambiente vero. Nel vedere il signor Permaneder a casa sua e nella sua<br />

famiglia prova vergogna per lui, perché lo considera poco <strong>di</strong>stinto al punto da volere<br />

scappare via dalla stanza e non pensare lontanamente a sposarlo. Tony ha fatto chiarezza<br />

dentro <strong>di</strong> sé e ci si aspetta che abbia preso la sua decisione memore del passato. Non c’è<br />

più il padre che la convince e cerca <strong>di</strong> consigliarla a sposarsi con un commerciante <strong>di</strong> cui<br />

lei non è innamorata.<br />

[…] Aber Permaneder wird sich nicht auf schmutzige Sachen einlassen; - das ist das<br />

letzte, was ich ihm zutraue, und geschäftlich können wir uns gut auf ihn verlassen<br />

[…]. Und wenn ich seine Frau bin, Ida, das sollst du sehen, dann will ich schon dafür<br />

sorgen, daß er ehrgeiziger wird und uns weiterbringt und sich anstrengt und mir und<br />

uns allen Ehre macht, denn <strong>di</strong>e Verpflichtung übernimmt er schließlich, wenn er eine<br />

Buddenbrook heiratet! […]. Ja, das ist nun gut und gern seine zehn Jahre her, seit ich<br />

Grünlich nahm... Zehn Jahre! Und nun bin ich wieder soweit und soll wieder<br />

jemandem mein Jawort erteilen. Weißt du, Ida, das Leben doch ist furchtbar ernst!...<br />

Aber der Unterschied ist, daß damals ein großes Wesen gemacht wurde und alle<br />

mich drängten und quälten, und daß sich jetzt alle ganz still verhalten und es als<br />

selbstverständlich nehmen, daß ich ja sage; denn du mußt wissen, Ida, <strong>di</strong>ese<br />

Verlobung mit Alois - ich sage schon Alois, denn es soll ja schließlich doch sein - ist<br />

gar nichts Festliches und Freu<strong>di</strong>ges, und um mein Glück handelt es sich eigentlich<br />

gar nicht dabei, sondern, indem ich <strong>di</strong>ese zweite Ehe eingehe, mache ich nur in aller<br />

Ruhe und Selbstverständlichkeit meine erste Ehe wieder gut, denn das ist meine<br />

Pflicht unserem Namen gegenüber. So denkt Mutter, und so denkt Tom 178 .<br />

Tony conosce la vita e non è più un’oca. Sa che non può rimanere nella città natale da<br />

separata e ripercorre tutti gli avvenimenti della sua vita manifestando la rabbia per il<br />

comportamento <strong>di</strong> Grünlich. Parla anche del fratello Thomas che non vede interessato alla<br />

sua felicità, ma alla ricerca <strong>di</strong> chiunque non sia assolutamente indegno. E’ chiaro che<br />

questa volta non si tratta <strong>di</strong> trovare il partito brillante, ma soltanto <strong>di</strong> cancellare come si<br />

può con un secondo matrimonio lo sbaglio del primo. Le supposizioni <strong>di</strong> Tony sono<br />

confermate, perché il fratello all’arrivo <strong>di</strong> Permaneder, ha assunto informazioni sulla <strong>di</strong>tta<br />

178 GkFA Bd.1.1, p. 373-374.<br />

91


«X. Noppe & Comp.» che vanta un profilo <strong>di</strong> modeste ma solide <strong>di</strong>mensioni, e i pareri<br />

positivi l’hanno convinto che la sorella si sarebbe dovuta sposare con lui. La questione<br />

dunque era stata archiviata.<br />

[…] Tom ist ein Politiker und weiß, was er will. Wer hat Christian an <strong>di</strong>e Luft<br />

gesetzt?... Obgleich das ein hartes Wort ist, Ida, aber es verhält sich so. Und warum?<br />

Weil er <strong>di</strong>e Firma und <strong>di</strong>e Familie kompromittierte, und das tue ich in seinen Augen<br />

auch, Ida, nicht mit Taten und Worten, sondern mit meiner bloßen Existenz als<br />

geschiedene Frau. Das, will er, soll aufhören, und damit hat er recht, und ich liebe<br />

ihn darum bei Gott nicht weniger und hoffe auch, daß das auf Gegenseitigkeit beruht.<br />

Schließlich habe ich mich in all <strong>di</strong>esen Jahren immer danach gesehnt, wieder ins<br />

Leben hinauszutreten, denn ich langweile mich bei Mutter, Gott strafe mich, wenn<br />

das eine Sünde ist, aber ich bin kaum dreißig und fühle mich jung. Das ist<br />

verschieden verteilt im Leben, Ida […] 179 .<br />

Questo passo del romanzo è fondamentale per capire il pesonaggio. Tutt’altro che sciocca<br />

Tony <strong>di</strong>mostra infatti in questo <strong>di</strong>scorso a cuore aperto la sua intelligenza, che sta<br />

nell’aver capito perfettamente la sua scomoda posizione agli occhi del fratello; nonostante<br />

l’affetto e la complicità che li lega, sa che il suo atteggiamento è dettato dal suo dover<br />

pensare e agire per il bene della <strong>di</strong>tta e il prestigio della famiglia.<br />

Il fatto che la scelta sia ricaduta su Alois, però, non è da imputare a madre e fratello,<br />

perché va ricordato che è lei a parlare <strong>di</strong> lui e raccontare <strong>di</strong> aver conosciuto un gentile<br />

signore, sapendo già come ragionavano i familiari. Ovviamente quest’ultimi appena<br />

hanno visto uno spiraglio <strong>di</strong> luce per un probabile nuovo pretendente hanno cercato <strong>di</strong><br />

accelerare e <strong>di</strong> combinare il matrimonio. Quin<strong>di</strong> Tony è stata poco cauta perché doveva<br />

immaginare che cosa andava incontro e doveva congedare subito l’amico o mettere dei<br />

paletti, come aveva suggerito la signorina Jungmann, vale a <strong>di</strong>re chiarire la situazione per<br />

evitare spiacevoli sviluppi e conseguenze. E infatti tutto si svolge come Tony ha pensato.<br />

Sfruttando l’unica occasione in cui i due sono soli, lui chiede a lei se sarebbe <strong>di</strong>sposta a<br />

sposarsi ancora una volta. La risposta <strong>di</strong> Tony <strong>di</strong>mostra tutta la rassegnazione già espressa<br />

a parole:<br />

179 GkFA Bd.1.1, p. 375.<br />

92


Ja, lieber Herr Permaneder, ich bekenne Ihnen offen, daß es mir schwerfallen würde,<br />

noch einmal jemandem mein Jawort fürs Leben zu erteilen, denn ich bin belehrt<br />

worden, wissen Sie, was für ein furchtbar ernster Entschluß das ist... und dazu<br />

bedürfte es der festen Überzeugung, daß es sich um einen wirklich braven, einen<br />

edlen, einen herzensguten Mann handelt... 180 .<br />

Dopo essersi assicurato che Tony lo consideri tale i due si scambiano pochissime parole a<br />

voce bassa, nelle quali si accorda il fidanzamento e per il signor Permaneder il permesso<br />

<strong>di</strong> parlarne con la famiglia della futura sposa. Analizzando la proposta <strong>di</strong> matrimonio salta<br />

subito all’occhio il carattere freddo e <strong>di</strong>staccato che la questione viene ad assumere. Tutto<br />

viene risolto con un colloquio fra la signora Buddenbrook, Thomas, Tony e Permaneder<br />

durante il quale vengono regolate le questioni pratiche in maniera più sbrigativa rispetto<br />

alla prima volta: a Tony spettano come dote <strong>di</strong>ciassettemila talleri che aggiunti alla quota<br />

del signor Permaneder avrebbe consentito alla coppia un buon tenore <strong>di</strong> vita borghese<br />

senza lusso e la figlia Erika, per desiderio <strong>di</strong> Tony e con il consenso del fidanzato, si<br />

sarebbe trasferita con i due a Monaco. Questa sensazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco trova conferma nel<br />

matrimonio celebrato nell’autunno che perde il carattere solenne e cerimonioso che aveva<br />

avuto in precedenza, e si svolge senza clamore, alla presenza dei parenti stretti, nella<br />

Marienkirche e non a casa, senza il viaggio <strong>di</strong> nozze.<br />

In verità, non può passare inosservato il fatto che nemmeno i familiari sembrano essere<br />

così felici per Tony. Proprio perché il matrimonio è una tappa fondamentale della vita <strong>di</strong><br />

una persona il commento del fratello Thomas lascia l’amaro in bocca: „Lassen wir den<br />

Pomp […]; du bist wieder verheiratet, und es ist ganz einfach, als hättest du niemals<br />

aufgehört, es zu sein“ 181 .<br />

Così giustifica Grau la posizione assunta dalla famiglia <strong>di</strong> Tony nella questione del<br />

matrimonio:<br />

Für <strong>di</strong>e Familie ist es eine Erleichterung, Tony nun wieder verheiratet zu wissen und<br />

damit der Gesellschaft keinen Anlass zu Spott und Hohn mehr zu bieten. Der Status<br />

180 GkFA Bd.1.1, p. 389.<br />

181 GkFA Bd.1.1, p. 391.<br />

93


des Verheiratetseins ist den Buddenbrooks wichtiger als der Mann, der Partner <strong>di</strong>eser<br />

Zweisamkeit ist 182 .<br />

Però è facile immaginare che lo sposo, così estraneo all’ambiente Buddenbrook e<br />

piuttosto impresentabile tra i borghesi anseatici, sia oggetto <strong>di</strong> derisione.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà che Tony aveva incontrato nel soggiorno a Monaco si ripresentano quando si<br />

stabilisce con il marito nel capoluogo bavarese. Non perde occasione <strong>di</strong> criticare quello<br />

che le donne <strong>di</strong> servizio fanno, perché nemmeno ora che ha cessato <strong>di</strong> essere la signora<br />

Grünlich per <strong>di</strong>ventare la signora Permaneder le cose vanno come vuole lei: rimane<br />

sempre e ovunque Antonie Buddenbrook attaccata alla città paterna e a tutto ciò che<br />

accade nella sua casa, quin<strong>di</strong> qualunque confronto sarebbe impari.<br />

E’ opportuno ricordare che uno dei motivi che aveva spinto Tony a sposare Permaneder,<br />

sebbene fosse privo <strong>di</strong> ambizioni, era la speranza <strong>di</strong> poterlo cambiare per farlo <strong>di</strong>ventare<br />

come voleva lei. Questa speranza svanisce subito preannunciando la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> stima per il<br />

marito. Quando infatti la coppia riceve la dote, cioè cinquantunmila marchi, il signor<br />

Permaneder decide <strong>di</strong> investirla in modo sicuro, con un <strong>di</strong>screto red<strong>di</strong>to. Ma poi cede al<br />

proprio socio la sua parte dell’azienda, lascia la vita attiva e si ritira in pensione, deciso ad<br />

accontentarsi <strong>di</strong> una ren<strong>di</strong>ta sufficiente, ma non certo tale da offrire a Tony una vita nel<br />

lusso e nello sfarzo. E’ evidente che l’improvvisa decisione non fa altro che incontrare la<br />

dura opposizione <strong>di</strong> Tony, che fino all’ultimo ha sperato in cuor suo <strong>di</strong> far nascere nel<br />

marito un po’ <strong>di</strong> ambizione. Permaneder va <strong>di</strong>ritto per la sua strada, liquida la sua<br />

partecipazione al commercio del luppolo, trascorre il tempo ai circoli con gli amici,<br />

limitando la sua attività ad aumentare l’affitto agli inquilini e ad un modesto e pacifico<br />

tagliar cedole. La scelta <strong>di</strong> Permaneder non è dettata, secondo Keller, da una mancanza <strong>di</strong><br />

energia rispetto alla famiglia d’origine della moglie. Ritiene, infatti, che Permaneder<br />

utilizzi le sue energie e forze non per accumulare <strong>di</strong> continuo denaro, ma per concedersi<br />

una vita in cui trova spazio anche il piacere e il <strong>di</strong>vertimento 183 . La sua estraneità al<br />

mondo della famiglia Buddenbrook era comunque chiara sin dall’inizio.<br />

Non stupisce la reazione <strong>di</strong> Tony addolorata per la scelta del marito. Certamente sapeva<br />

che a <strong>di</strong>fferenza del primo marito non aveva già dall’inizio una solida attività<br />

182 Helmut Grau, Die Darstellung gesellschaftlicher Wirklichkeit im Frühwerk Thomas Mann,<br />

Phil. Diss. masch., Freiburg im Breisgau, 1971, p.225.<br />

183 Keller, Die Figuren Im Verfall, op. cit. p.20, p. 193.<br />

94


commerciale, ma comunque era convinta della sua bontà e del rispetto <strong>degli</strong> obblighi<br />

contratti sposando una Buddenbrook. Questo è infatti quello che continuerà ad esclamare<br />

nel corso della sua vita e questo con<strong>di</strong>zionerà il modo <strong>di</strong> Tony <strong>di</strong> rapportarsi agli altri.<br />

In verità un aspetto molto importante da considerare per capire il suo malumore riguarda<br />

sempre la sua persona. Il matrimonio non va come sperato, ma ciò che non riesce a<br />

sopportare è il fatto che essere una Buddenbrook a Monaco non vuol <strong>di</strong>re niente <strong>di</strong><br />

speciale. Un bagliore <strong>di</strong> speranza la illumina quando apprende <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare madre per la<br />

seconda volta. Ma come ha già avuto modo <strong>di</strong> affermare, le cose belle sono destinate a<br />

finire, così il suo sogno <strong>di</strong> maternità non si realizza perché la bambina viene al mondo per<br />

abbandonarlo un quarto d’ora dopo. La morte della figlia è un esempio chiaro<br />

dell’impossibilità <strong>di</strong> conciliazione dei due mon<strong>di</strong> così <strong>di</strong>stanti e inavvicinabili dei coniugi<br />

che nemmeno <strong>di</strong> fronte al dolore rimangono uniti.<br />

Più volte nel corso del romanzo Tony riflette sulla sua esistenza con un velo pessimistico<br />

per le sventure che l’hanno colpita chiedendosi cosa abbia mai fatto per meritarsi tutto<br />

questo. Nella sua ottica lei non ha sbagliato mai nulla perché ha sempre seguito quella<br />

strada che le è stata tracciata <strong>di</strong>nanzi e che non l’avrebbe mai fatta sbagliare, ma <strong>di</strong> fronte<br />

a un tale dolore non riesce a dubitare:<br />

[…] Was kommt auch alles auf mich herab! Erst Grünlich und der Bankerott und<br />

dann Permaneder als Privatier und dann das tote Kind. Womit habe ich soviel<br />

Unglück ver<strong>di</strong>ent! 184 .<br />

La reazione del fratello Thomas <strong>di</strong> fronte ai messaggi fitti <strong>di</strong> tristezza che arrivano da<br />

Monaco rivela il pensiero della famiglia per la figura <strong>di</strong> Tony, perché egli avverte,<br />

nonostante tutto il dolore che affiora dalle righe della sorella, quel tono d’orgoglio quasi<br />

comico sapendo che Tony Buddenbrook sia come Madame Grünlich sia come Madame<br />

Permaneder resta sempre una bambina. E’ consapevole che la sorella viva tutte le sue<br />

esperienze <strong>di</strong> adulta quasi con incredulità, ma poi anche con infantile serietà e senso<br />

d’importanza.<br />

Leggendo la storia <strong>di</strong> Tony sembra dunque molto sfortunata, però le tristi avventure<br />

devono ancora terminare, anzi un’altra l’attende <strong>di</strong>etro l’angolo. Inaspettatamente a fine<br />

novembre 1859 arriva un telegramma in casa Buddenbrook che mette in agitazione la<br />

184 GkFA Bd.1.1, p. 405.<br />

95


signora Buddenbrook: „Erschreckt nicht. Komme umgehend mit Erika. Alles ist zu Ende.<br />

Eure unglückliche Antonie“ 185 . E Tony fa ritorno a casa con la figlioletta Erika in pessime<br />

con<strong>di</strong>zioni esclamando tra le lacrime „Er ist ein verworfener Mensch... ein verworfener<br />

Mensch ist er... ein verworfener... ” 186 .<br />

E’ opportuno analizzare la reazione della madre. La madre vedendo la figlia sembra<br />

preoccupata, non tanto per quello che le è accaduto, ma perché un tale comportamento<br />

sembra suggerire la volontà <strong>di</strong> non fare più ritorno a Monaco. Ed è proprio quello che<br />

vuole fare Tony. Cosa è successo da provocare una tale reazione? Qualcosa che ferisce<br />

qualunque donna sposata, ossia trovare il marito in atteggiamenti sospetti con un’altra<br />

donna. Alois sorpreso dalla moglie a flirtare con la cuoca Babette dà inizio a un violento<br />

litigio verbale al quale Tony, dal temperamento non così docile, non si tira certo in<strong>di</strong>etro.<br />

Da un lato Tony gli scaraventa in faccia tutto il <strong>di</strong>sprezzo provato e represso per lui e per<br />

la sua esistenza; dall’altro lato il signor Permaneder proferisce una parola che Tony<br />

troverà il coraggio <strong>di</strong> ripetere solo dopo molto tempo: „Geh’ zum Deifi, Saulud’r<br />

dreckats!” 187 . Siamo <strong>di</strong> fronte a una donna che è in <strong>di</strong>fficoltà perché si sente calpestata nel<br />

suo orgoglio e nella sua persona, una donna che fa ritorno nell’unico posto dove sa che<br />

può trovare rifugio, nell’unico luogo che per lei è stata la sua casa, da quelle persone che<br />

ama e che rispetta. E cosa trova? Trova una madre che, seppur comprensiva, considera<br />

l’accaduto come momento <strong>di</strong> debolezza del genero che Tony deve a tutti i costi<br />

perdonare. Non è sicuramente un <strong>di</strong>scorso che una figlia vorrebbe sentirsi <strong>di</strong>re dalla<br />

propria madre, né un <strong>di</strong>scorso che <strong>di</strong>mostra la solidarietà femminile, ma si parla <strong>di</strong><br />

perdonare, chiudere un occhio e mettere a tacere subito tutto perché nessuno sappia<br />

niente, salvare ciò che ormai è <strong>di</strong>venuto insalvabile.<br />

Questa volta Tony non ci sta, questa volta si ribella a questo co<strong>di</strong>ce che vuole solo<br />

<strong>di</strong>fendere l’apparenza, ma perché? In realtà sarebbe sbagliato credere che Tony voglia<br />

rompere il matrimonio con il signor Permaneder solo perché si sente ferita in quanto<br />

donna, ma ciò che la spinge è il fatto che il marito agendo in tale modo ha <strong>di</strong>menticato i<br />

suoi doveri verso <strong>di</strong> lei e verso il suo nome.<br />

E’ quasi scontata la reazione <strong>di</strong> Thomas non appena apprende quanto accaduto alla sorella<br />

e ancora più scontata è la posizione che prende nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> tale faccenda, ossia<br />

185 GkFA Bd.1.1, p.407.<br />

186 GkFA Bd.1.1, p.410.<br />

187 GkFA Bd.1.1, p. 433.<br />

96


appoggia l’opinione della madre. Nemmeno lui sembra dare troppa importanza alla<br />

questione e considera la mancanza <strong>di</strong> Permaneder come “ein kleiner Übergriff, ein kleiner<br />

unziemlicher Seitensprung” 188 arrivando a <strong>di</strong>re che la sorella forse a causa dei <strong>di</strong>sturbi<br />

allo stomaco non prende la cosa abbastanza sul comico; in altre parole ritiene che quanto<br />

avvenuto dovrebbe avvicinarla al marito perché sintomo della sua debolezza con<br />

conseguente affermazione della superiorità morale della sorella. Per lui anche questa<br />

questione, come quella del matrimonio, si risolverà in un battibaleno, offrendo<br />

l’accoglienza alla sorella giusto per quelle poche settimane che le servono per riprendersi.<br />

Non ha però considerato che dall’altra parte c’è una donna, una madre, una moglie ferita<br />

e infine la sorella piena <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità e orgoglio, che non avrebbe mai permesso a nessuno <strong>di</strong><br />

umiliarla. Per riba<strong>di</strong>re la decisione a senso unico che la sorella deve prendere esclama a<br />

gran voce: „du machst mir keinen Skandal!...” 189 , parole che risuonano nella mente della<br />

sorella come un macigno. Ecco spiegata la preoccupazione <strong>di</strong> Thomas, non tanto che la<br />

sorella sia stata umiliata, ma i commenti spietati, le frecciatine velenose delle persone in<br />

città.<br />

Tony si sente chiusa la porta in faccia doppiamente. Non amata dal marito, ma in verità<br />

questo aspetto è secondario, non voluta a casa perché la sua posizione da donna separata<br />

per due volte sarebbe <strong>di</strong>fficile da gestire e comprometterebbe il nome <strong>di</strong> famiglia. Ma è<br />

arrabbiata per questo e non può accettare una tale accusa.<br />

Un tratto che caratterizza Tony, i suoi movimenti e le sue azioni è l’aspetto infantile.<br />

Questo è stato ciò che il padre le aveva detto quando si <strong>di</strong>mostrava ostile nei confronti del<br />

primo matrimonio con Grünlich, questo è quello che Thomas pensa della sorella quando<br />

invia lettere piene <strong>di</strong> tristezza e dolore e adesso lo pensa invitandola a comportarsi da<br />

adulta, <strong>di</strong>cendole „Du bist ja ein Kindskopf, Tony”[…]. Jedes Wort, das du sprichst, ist ja<br />

eine Kinderei! […]” 190 , spingendola a considerare le cose da persona adulta per un<br />

momento solo, perché dando importanza a quanto accaduto, episo<strong>di</strong>o che è confinato alle<br />

pareti domestiche e per <strong>di</strong> più a Monaco, reca danno alla <strong>di</strong>gnità e susciterà uno scandalo.<br />

Skandal, Thomas... ?! Du magst mir befehlen, keinen Skandal zu machen, wenn man<br />

mich mit Schande bedeckt, mir ganz einfach ins Gesicht speit?! Ist das eines Bruders<br />

188 GkFA Bd. 1.1, p. 418.<br />

189 GkFA Bd.1.1, p.419.<br />

190 GkFA Bd.1.1, p. 422.<br />

97


wür<strong>di</strong>g?... Aber es gibt eine Grenze im Leben, Tom – und ich kenne das Leben, so<br />

gut wie du –, wo <strong>di</strong>e Angst vor dem Skandale anfängt, Feigheit zu heißen, ja! Und<br />

ich wundere mich, daß ich <strong>di</strong>r das sagen muß, <strong>di</strong>e ich bloß eine Gans und ein<br />

dummes Ding bin... Ja, das bin ich und verstehe es gut, wenn Permaneder mich nie<br />

geliebt hat, denn ich bin alt und ein häßliches Weib, das mag sein, und Babett ist<br />

sicherlich hübscher. Aber das enthob ihn nicht der Rücksicht, <strong>di</strong>e er meiner Herkunft<br />

und meiner Erziehung und meinem Empfinden schuldete! Du hast nicht gesehen,<br />

Tom, in welcher Weise er <strong>di</strong>ese Rücksicht vergaß, und wer es nicht gesehen hat, der<br />

weiß gar nichts, denn erzählen läßt es sich nicht, wie widerlich er war in seinem<br />

Zustande... Und du hast das Wort nicht gehört, das er mir, mir, deiner Schwester,<br />

nachgerufen hat […] 191 .<br />

Thomas Mann nel descrivere il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Tony ci presenta ancora una volta<br />

l’ambivalenza della figura <strong>di</strong> una Tony adulta, matura che può parlare perché ha vissuto<br />

tanti avvenimenti tristi nella sua vita che hanno creato in lei una sorte <strong>di</strong> corazza e una<br />

Tony che si descrive come un’oca. Ogni volta che deve infatti fare un <strong>di</strong>scorso profondo<br />

che può risultare agli altri fuori dagli schemi perché proferito da Tony mette le mani in<br />

avanti e <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> essere sciocca, un’oca, come se alla fine nemmeno lei credesse a quello<br />

che sta per <strong>di</strong>re.<br />

Tony mai come ora è sicura <strong>di</strong> ciò che deve fare: <strong>di</strong>vorziare per lei, per la figlia e per la<br />

famiglia. Questa volta non si tratta <strong>di</strong> “incapacità del marito a mantenere la famiglia”, ma<br />

lei è risoluta ad andare fino in fondo a costo <strong>di</strong> lasciargli i sol<strong>di</strong> che ha recato in<br />

matrimonio.<br />

[…] Der heimliche Skandal, der im stillen an einem zehrt und <strong>di</strong>e Selbstachtung<br />

wegfrißt, der ist viel schlimmer! Sind wir Buddenbrooks Leute, <strong>di</strong>e nach außen hin<br />

'tipptopp' sein wollen, wie ihr hier immer sagt, und zwischen unseren vier Wänden<br />

dafür Demütigungen hinunterwürgen? […]. Nein, Sauberkeit und Offenheit muß<br />

herrschen... […]. Ich fürchte mich gar nicht! […]. Aus Angst […] bei einem Manne,<br />

in einer Stadt auszuhalten, wo ich mich an solche Worte, an solche Szenen, wie <strong>di</strong>e<br />

auf der Himmelsleiter, gewöhnen müßte, wo ich mich und meine Herkunft und<br />

meine Erziehung und alles in mir ganz und garverleugnen lernen müßte, nur um<br />

191 GkFA Bd.1.1, p. 420.<br />

98


glücklich und zufrieden zu erscheinen – das nenne ich unwür<strong>di</strong>g, das nenne ich<br />

skandalös, will ich <strong>di</strong>r sagen...! 192 .<br />

Roger Hillmann vede in questa posizione <strong>di</strong> Tony un alto senso <strong>di</strong> onore personale<br />

nonostante i due matrimoni privi <strong>di</strong> amore. Questo, secondo lui, è ciò che la spinge a<br />

ignorare le interpretazioni astratte dell’onore <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong> Thomas e a rifiutare <strong>di</strong><br />

reprimere la sua in<strong>di</strong>vidualità come ha fatto in occasione dei due matrimoni, nel tentativo<br />

<strong>di</strong> ridare onore al nome <strong>di</strong> famiglia 193 . Analoga posizione quella assunta da Gert<br />

Sautermeister nell’analizzare il motivo che spinge Tony a porsi in questa posizione <strong>di</strong><br />

rifiuto:<br />

Die Achtung, <strong>di</strong>e zuletzt der Vater Tony erwiesen hat, macht sie frei für <strong>di</strong>e spontane<br />

Selbstbehauptung gegen seinen Nachfolger, den Bruder. Und <strong>di</strong>e mit Grünlich<br />

erlittene Erfahrung der Beschneidung ihres Selbstgefühls, ihrer intuitiven Intelligenz,<br />

ihren Herzenssprache macht sie frei für <strong>di</strong>e kompromisslose Bewahrung ihres Ichs.<br />

Der Widerwille, den sie in ihrer ersten Ehe empfunden hat, vereinigt sich mit dem<br />

lange aufgestauten Widerwillen gegen <strong>di</strong>e zweite Ehe und speist das Bewusstsein<br />

ihrer personalen Würde […] 194 .<br />

Indubbiamente, come si vedrà in seguito, il modo <strong>di</strong> rapportarsi <strong>di</strong> Tony al fratello è<br />

<strong>di</strong>verso rispetto al padre.<br />

I sospetti <strong>di</strong> Thomas sono dovuti alla convinzione che il vero motivo per cui la sorella<br />

vuole lasciare Monaco non sia l’episo<strong>di</strong>o tra il marito e la cuoca, ma la sua insofferenza<br />

all’ambiente bavarese. In altre parole, anche la sorella, secondo lui, ha le sue colpe nella<br />

fine della storia. In realtà Thomas ha ragione, perché è più per il fatto che non riesce a<br />

trovare il suo posto a Monaco, le è o<strong>di</strong>osa più <strong>di</strong> quanto possano essere i pettegolezzi e le<br />

cattiverie a cui si espone con un secondo <strong>di</strong>vorzio, che per l’effettiva offesa subita dal<br />

marito che Tony torna in seno alla famiglia, e non si lascia persuadere neppure da<br />

Thomas a ricongiungersi al consorte onde evitare uno scandalo. Mai come in questa<br />

192 GkFA Bd.1.1, p. 422-423.<br />

193 Roger Hillmann, The lost honour of Tony Buddenbrook, in August Obermayer (a cura <strong>di</strong>) Die<br />

Ehre als literarische Motiv, University of Otago, Dune<strong>di</strong>n 1986, pp.140-150, p.146.<br />

194 Gert Sautermeister, Tony Buddenbrook. Lebenstufen, Bruchlinien, Gestaltwandel. In: Thomas<br />

Mann Jahrbuch 20, 2007, pp.103-132, p.123.<br />

99


occasione le parole <strong>di</strong> Tony sono parole dettate dalla sincerità che rivelano sentimenti <strong>di</strong><br />

rabbia e dolore celati per lunghi anni. Quello che l’autore mette in scena è uno sfogo<br />

senza sosta, un’esplosione <strong>di</strong> onestà: tre sono i punti toccati nel suo <strong>di</strong>scorso che meritano<br />

un’analisi.<br />

Il primo riprende la tematica del viaggio affrontata in apertura <strong>di</strong> paragrafo attraverso la<br />

metafora <strong>di</strong> una pianta o <strong>di</strong> un fiore trapiantati in un terreno straniero. Questa situazione<br />

porta a detta <strong>di</strong> Tony solo alla sofferenza per aver abbandonato la propria casa e ad una<br />

infelicità che ha cercato <strong>di</strong> nascondere e sopprimere per non far intendere nulla ai<br />

familiari. Così rivela la sua incapacità <strong>di</strong> “acclimatarsi” in mezzo a persone<br />

[…] ohne Würde, Moral, Ehrgeiz, Vornehmheit und Strenge, bei unsoignierten,<br />

unhöflichen und saloppen Leuten, bei Leuten, <strong>di</strong>e zu gleicher Zeit träge und<br />

leichtsinnig, <strong>di</strong>ckblütig und oberflächlich sind... […] 195 .<br />

Le parole <strong>di</strong> Tony riecheggiano la visione della storia che Nietzsche presenta nella<br />

Seconda Considerazione inattuale intitolata Vom utzen und achteil der Historie für das<br />

Leben dove paragona il rapporto dell’in<strong>di</strong>viduo con il passato a quello dell’albero con le<br />

proprie ra<strong>di</strong>ci: rinunciando alla ricerca del nuovo e rimanendo sullo stesso suolo, si può<br />

consolidare il senso della tra<strong>di</strong>zione.<br />

Die entgegengesetzte Empfindung, das Wohlgefühl des Baumes an seinen Wurzeln,<br />

das Glück, sich nicht ganz willkürlich und zufällig zu wissen, sondern aus einer<br />

Vergangenheit als Erbe, Blüte und Frucht herauszuwachsen und dadurch in seiner<br />

Existenz entschul<strong>di</strong>gt, ja gerechtfertigt zu werden – <strong>di</strong>es ist es, was man jetzt mit<br />

Vorliebe als den eigentlich historischen Sinn bezeichnet 196 .<br />

La seconda è una riflessione sulla famiglia Buddenbrook richiamando alla mente le parole<br />

che Morten ha utilizzato per definire i suoi familiari, ossia il fatto <strong>di</strong> sentirsi nobili. E’<br />

proprio memore <strong>di</strong> questa considerazione che Tony ammette che i Buddenbrook non<br />

possono vivere dove non sono conosciuti, pena molteplici umiliazioni e il sentirsi superbi.<br />

195 GkFA Bd.1.1, p. 426.<br />

196 Friedrich Wilhelm Nietzsche, Vom utzen und achteil der Historie für das Leben.<br />

Unzeitgemässe Betrachtungen, Zweites Stück, in Friedrich Wilhelm Nietzsche, Werke in zwei<br />

Bänden, Carl Hanser Verlag, München 1967, vol. I, pp. 113-174, p. 128.<br />

100


Questa confessione richiama alla mente la descrizione del temperamento <strong>di</strong> Tony che<br />

l’autore descrive già nelle prime pagine del romanzo, dove si vede come Tony conosca<br />

tutti in città. L’autore scrive infatti:<br />

Es war kein Schade, daß Tony auf ihren Gängen durch <strong>di</strong>e Stadt alle Welt kannte und<br />

mit aller Welt plauderte; der Konsul zumal war hiermit einverstanden, weil es keinen<br />

Hochmut, sondern Gemeinsinn und Nächstenliebe verriet 197 .<br />

Il fatto <strong>di</strong> essere conosciuta però non le impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> comportarsi a volte in maniera poco<br />

consona al suo nome; si fa richiamare per la sua vivacità a scuola, fa ballare su una gamba<br />

sola un uomo che passeggia al mattino per la Breite Straße, affligge una donna che con<br />

qualunque tempo ha l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> celarsi sotto un enorme ombrello gridandole <strong>di</strong>etro<br />

„Schirmmadame! 198 ” oppure „Champignon! 199 ”, fa scherzi con le amiche suonando il<br />

campanello <strong>di</strong> una vecchia signora. L’autore giustifica il comportamento della ragazza<br />

priva <strong>di</strong> sensi <strong>di</strong> colpa:<br />

[…] Denn wurde ihr von seiten irgendeines Gequälten eine Drohung zuteil, so mußte<br />

man sehen, wie sie einen Schritt zurücktrat, den hübschen Kopf mit der vorstehenden<br />

Oberlippe zurückwarf und ein halb entrüstetes, halb mokantes „Pa!“ hervorstieß, als<br />

wollte sie sagen: „Wage es nur, mir etwas anhaben zu wollen! Ich bin Konsul<br />

Buddenbrooks Tochter, wenn du es vielleicht nicht weißt…“.<br />

Sie ging in der Stadt wie eine kleine Königin umher, <strong>di</strong>e sich das gute Recht<br />

vorbehält, freundlich oder grausam zu sein, je nach Geschmack und Laune 200 .<br />

Tony conclude con una riflessione sulla sua sfortunata vita: ha avuto solo <strong>di</strong>spiaceri,<br />

perché dalla sua casa „wo es etwas gilt, wo man sich regt und Ziele hat” 201 è andata a<br />

finire con Permaneder ritiratosi dagli affari e, come se non bastasse, il bimbo che avrebbe<br />

compensato la sua infelicità é venuto a mancare.<br />

197 GkFA, Bd. 1,2, p. 63.<br />

198 GkFA, Bd. 1,2, p. 70.<br />

199 GkFA, Bd. 1,2, p. 70.<br />

200 GkFA Bd.1.1, p.70-71.<br />

201 GkFA Bd.1.1, p. 426.<br />

101


Dopo un tale <strong>di</strong>scorso in cui confida per la prima volta a una persona i segreti più intimi è<br />

<strong>di</strong>fficile trovare le parole per controbattere, poiché non si può non ammettere che Tony ha<br />

avuto molta sfortuna nella sua vita. Thomas è consapevole <strong>di</strong> questo e sentendo il<br />

<strong>di</strong>scorso della sorella rimane spaventato, stor<strong>di</strong>to, quasi commosso. Ancora una volta<br />

Tony come ha fatto con il padre prima <strong>di</strong> cominciare la sua vita con Grünlich si rivolge al<br />

fratello in lacrime per avere la sua approvazione.<br />

Du mußt nun allein arbeiten […]. Mit Christian, das ist wohl nichts Rechtes, und ich<br />

bin nun fertig... ich habe abgewirtschaftet... ich kann nichts mehr ausrichten... ja, ihr<br />

müßt mir nun schon das Gnadenbrot geben, mir unnützem Weibe. Ich hätte nicht<br />

gedacht, daß es mir so gänzlich mißlingen würde, <strong>di</strong>r ein wenig zur Seite zu stehen,<br />

Tom. Nun mußt du ganz allein zusehen, daß wir Buddenbrooks den Platz<br />

behaupten... Und Gott sei mit <strong>di</strong>r 202 .<br />

Tony quin<strong>di</strong> ha perso tutte le speranze, non c’è spazio per sognare, per fantasticare, ma si<br />

considera una donna finita e inutile. Il motivo del <strong>di</strong>vorzio viene concordato: si decide per<br />

la “reciproca assoluta incompatibilità <strong>di</strong> carattere”; comincia il processo, il secondo<br />

processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorzio <strong>di</strong> Tony, <strong>di</strong> cui ella segue in prima linea tutte le fasi. A <strong>di</strong>fferenza del<br />

primo marito, dove <strong>di</strong>etro a ogni parola, anche la più raffinata, si celava il suo interesse<br />

per il denaro 203 , Permaneder non si rivela un cacciatore <strong>di</strong> dote, dal momento che,<br />

rammaricato per la situazione, restituisce la dote a Tony. Il giorno in cui il <strong>di</strong>vorzio è<br />

legalmente e definitivamente pronunciato tocca a lei prendere le carte <strong>di</strong> famiglia per<br />

registrare <strong>di</strong> suo pugno il nuovo fatto.<br />

E come un ciclo che si ripete si appresta a vivere un nuovo capitolo della sua vita, anche<br />

se per sua stessa ammissione ormai priva <strong>di</strong> nuovi stimoli. Ora non le rimane che<br />

occuparsi della figlia e sperare che Erika possa raggiungere quella felicità che lei non ha<br />

mai potuto provare, volontariamente o involontariamente.<br />

202 GkFA Bd.1.1, p.427-428.<br />

203 Kurzke/ Lorek, Thomas Mann: Epoche- Werk- Wirkung, op. cit., p.59, p. 71.<br />

102


6. „Tony Buddenbrooks dritte Ehe“ 204: il destino <strong>di</strong> Erika Grünlich con Hugo<br />

Weinschenk<br />

Leggendo la storia <strong>di</strong> Tony il lettore può avere l’impressione <strong>di</strong> un ritratto poco nitido<br />

della sua maternità. Tony <strong>di</strong>venterà madre e in seguito nonna, fasi <strong>di</strong> crescita e sviluppo<br />

importanti per la personalità <strong>di</strong> una donna, eppure questa <strong>di</strong>mensione viene spesso<br />

<strong>di</strong>menticata dal lettore, non per sua colpa, proprio perché l’autore vuole conservare <strong>di</strong><br />

Tony un’immagine <strong>di</strong> eterna bambina tralasciando a volte <strong>di</strong> descrivere il rapporto<br />

esistente tra madre e figlia nel romanzo, se non nel momento in cui si viene a narrare la<br />

vicenda matrimoniale della figlia Erika. Anche in questo caso viene mantenuta la<br />

prospettiva <strong>di</strong> Tony con un occhio sempre vigile sui suoi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> agire.<br />

Tony da anni si era preoccupata per il futuro della figlia Erika, ormai ventenne,<br />

sentendosi in colpa del fatto che Erika a causa dell’ostilità nutrita dalla madre per la vita<br />

in società non frequentasse gli ambienti più in vista e la sfera dello zio <strong>di</strong>venuto senatore,<br />

i balli, occasione come già accennato importante <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong> visibilità per le<br />

ragazze e i futuri compagni. E’ fortemente convinta che il suo passato limiti e ostacoli il<br />

futuro della figlia perché le migliori famiglie non avrebbero mai scelto lei dopo il<br />

fallimento dei due matrimoni della madre. In cuor suo, però, Tony ritiene che niente è<br />

ancora perduto e spera che la figlia possa realizzare le speranze andate perdute per lei<br />

facendo un matrimonio vantaggioso e felice, che doni onore alla famiglia e metta in oblio<br />

le vicissitu<strong>di</strong>ni materne.<br />

Nuovamente Tony non prende in considerazione un matrimonio romantico, ma tutta la<br />

sua vita e quella della figlia deve essere vissuta per rime<strong>di</strong>are a quella macchia che lei ha<br />

commesso sposandosi <strong>di</strong>ciottenne. In quel momento, infatti, ha smesso <strong>di</strong> vivere la sua<br />

vita, ma l’ha messa al servizio della sua amata famiglia. Ha a <strong>di</strong>sposizione la sua seconda<br />

dote <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassettemila talleri che il signor Permaneder ha restituito e che é destinata a<br />

Erika. Quin<strong>di</strong> non appena intravede che tra la figlia e il <strong>di</strong>rettore Hugo Weinschenk c’é<br />

del tenero comincia a sperare in un passo avanti del <strong>di</strong>rettore, che puntualmente si avvera.<br />

Erika Grünlich e Hugo Weinschenk presentano molte somiglianze rispetto alle precedenti<br />

relazioni <strong>di</strong> Tony con i mariti: entrambi infatti non frequentano la società, lui si avvicina<br />

ai quaranta e vorrebbe accasarsi e Erika rappresenta l’occasione per entrare in una delle<br />

migliori famiglie della città, particolare da non ignorare per la sua attività professionale e<br />

204 GkFA Bd.1.1, p. 491.<br />

103


per il consolidamento della sua posizione; per quanto riguarda Erika, Tony è convinta che<br />

la figlia sarebbe per lo meno sfuggita al destino <strong>di</strong> lei, poiché Hugo Weinschenk non<br />

mostra la minima somiglianza con il signor Permaneder, e da Ben<strong>di</strong>x Grünlich si<br />

<strong>di</strong>stingue per la sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> impiegato con un buon posto, uno stipen<strong>di</strong>o fisso con<br />

una probabile ulteriore carriera. Si capisce che la decisione è stata presa e che la madre ha<br />

valutato bene la situazione: nel gennaio del 1867 Hugo Weinschenk chiede la mano <strong>di</strong><br />

Erika. Ancora una volta, quin<strong>di</strong>, la scelta del partner rispecchia la tra<strong>di</strong>zione. A tale<br />

proposito Keller sostiene che la scelta <strong>di</strong> Weinschenk, che appartiene alla piccola<br />

borghesia senza famiglia, formazione, gusto, è un chiaro segnale dell’isolamento nel<br />

quale i Buddenbrook sono finiti 205 .<br />

Come si può immaginare la notizia non fa che portare felicità nella vita <strong>di</strong> Tony, che ha<br />

subìto così tanti colpi, una vita vissuta ad intermittenza, tra sentimenti gioiosi e tristezza.<br />

Ancora una volta ha tantissime cose a cui pensare, progetti da realizzare, deve pensare<br />

nuovamente al corredo, come fosse lei la vera sposa e la protagonista. Infatti Thomas ha<br />

modo <strong>di</strong> osservare che si tratta in realtà del “terzo matrimonio <strong>di</strong> Antonie<br />

Buddenbrook” 206 , un commento che secondo Nacim Ghambari trova giustificazione nel<br />

fatto che la dote <strong>di</strong>scende in entrambi i casi -madre e figlia- dalla casa Buddenbrook 207 .<br />

Si osserva infatti che Thomas Mann nel narrare il matrimonio <strong>di</strong> Erika è come se parlasse<br />

della madre, perché <strong>di</strong>etro a ogni scelta per la nuova vita della figlia c’è quella <strong>di</strong> Tony<br />

Buddenbrook con la sua speranza, sentimento che l’accompagna per tutta la vita, e il suo<br />

impegno a portare avanti il nome della famiglia. L’autore infatti asserisce:<br />

[…] Zwar ermahnte sie Erika zur Dankbarkeit gegen Gott, der ihr den einzig<br />

geliebten Mann beschere, während sie selbst, <strong>di</strong>e Mutter, ihre erste und herzliche<br />

Neigung mit Pflicht und Vernunft habe ertöten müssen; zwar war Erikas Name, den<br />

sie zusammen mit dem Direktors mit vor Freude unsicherer Hand in <strong>di</strong>e<br />

Familienpapiere schrieb…aber sie, sie selbst, Tony Buddenbrook, war <strong>di</strong>e<br />

eigentliche Braut. Sie war es, <strong>di</strong>e noch einaml mit kun<strong>di</strong>ger Hand Portrieren und<br />

Teppiche prüfen, noch eimal Möbel- und Ausstattungsmagazine durchstöbern, noch<br />

einmal eine vornehme Wohnung besichtigen und mieten durfte! Sie war es, <strong>di</strong>e noch<br />

einmal das fromme und weitläufige Elternhaus verlassen und aufhören sollte, bloß<br />

205 Keller, Die Figuren Im Verfall, op. cit. p.20, p. 194.<br />

206 GkFA Bd. 1.1, p.491.<br />

207 Ghambari, Das Haus: eine deutsche Literaturgeschichte, 1850-1929, op. cit. p. 87, p. 51.<br />

104


eine geschiedene Frau zu sein; der noch einaml <strong>di</strong>e Möglichkeit sich auftat, ihr Haupt<br />

zu erheben und ein neues Leben zu beginnen, geeignet, <strong>di</strong>e allgemeine<br />

Aufmerksamkeit zu erwecken und das Ansehen der Familie zu fördern...[…] 208 .<br />

Inevitabilmente il giorno delle nozze <strong>di</strong> Erika è vissuto come un ritorno al passato,<br />

all’epoca del matrimonio della madre e del padre <strong>di</strong> Erika e sembra quasi che il tempo<br />

non si sia mai fermato. Nel momento in cui la figlia pronuncia il suo sì, la signora<br />

Permaneder, sopraffatta da passato, presente e futuro, scoppia in un commovente pianto.<br />

A questo punto non ci resta che affermare che finalmente Tony ha avuto la sua rivincita,<br />

per mezzo della figlia, ma che è pur sempre lei a trionfare. Sono finite qui le pene <strong>di</strong><br />

Tony? In verità, il Verfall <strong>di</strong> Tony Buddenbrook, come cita il sottotitolo del romanzo, non<br />

è ancora compiuto del tutto. Accade infatti un fatto ritenuto <strong>di</strong>sonorevole per l’intera<br />

famiglia il che significa un altro duro colpo per la nostra protagonista: il genero viene<br />

accusato <strong>di</strong> un delitto contro la legge, contro l’or<strong>di</strong>ne borghese e l’onestà commerciale, e<br />

quin<strong>di</strong> si intravedono per lui le porte del carcere, fatto che scuote Tony nell’animo e<br />

nell’aspetto fisico. La situazione si complica quando il procuratore Moritz Hagenström dà<br />

l’ultimatum, ossia l’arresto imme<strong>di</strong>ato del signor Weinschenk o il pagamento <strong>di</strong> una<br />

cauzione che la sorella implora a Thomas. Ancora una volta il fratello la riporta alla<br />

realtà, ossia il fatto che nemmeno lei e la figlia sono convinte della sua innocenza, a causa<br />

del comportamento burbero che assume spesso in casa e dei mo<strong>di</strong> poco cortesi <strong>di</strong> trattare<br />

la moglie. Così si preannunciano tempi <strong>di</strong>fficili per Erika, <strong>di</strong>venuta madre della piccola<br />

Elisabeth, ma soprattutto per Tony che non nasconde le sue lacrime amare per il<br />

fallimento <strong>di</strong> tutti i progetti della sua vita:<br />

Alles ist fehlgeschlagen und hat sich zum Unglück gewandt, was ich unternommen<br />

habe… Und ich habe so gute Absichten gehabt, Gott weiß es!... Ich habe immer so<br />

innig gewünscht, es zu etwas zu bringen im Leben und ein bißchen Ehre<br />

einzulegen… Nun bricht auch <strong>di</strong>es zusammen. So muß es enden… Das Letzte… 209 .<br />

Inevitabilmente il <strong>di</strong>rettore Hugo Weinschenk viene condannato a tre anni e mezzo <strong>di</strong><br />

reclusione e subito arrestato. Tony si prende cura della figlia e della nipotina, convinta più<br />

che mai a non lasciare la sua città natale, perché sa che quello è il suo unico posto.<br />

208 GkFA, Bd. 1.1, p. 489.<br />

209 GkFA Bd.1.1, p. 609.<br />

105


Merita attenzione un <strong>di</strong>scorso che avviene tra madre e figlia. Tony si trova a proferire<br />

quelle parole che aveva sentito uscire dalla bocca del padre trent’anni prima. Chiede<br />

infatti alla figlia se prova un amore tale nei confronti del marito da volerlo seguire in ogni<br />

circostanza. Erika Weinschenk, nata Grünlich, risponde conformemente al suo dovere,<br />

esattamente come Tony, in circostanze simili, aveva risposto una volta a suo padre nella<br />

villa presso Amburgo. A questo proposito, come si è già detto, Hilmman parla <strong>di</strong> senso <strong>di</strong><br />

circolarità della narrazione, un eco che viene sottolineato dal narratore nel <strong>di</strong>re che la<br />

figlia risponde come la madre 210 .<br />

La madre ha dunque trasmesso lo stesso senso <strong>di</strong> dovere alla figlia e quin<strong>di</strong> si comincia a<br />

prendere in considerazione una prossima separazione, questa volta tra madre e figlia.<br />

Seppur questa prospettiva rattristi la madre, rappresenterebbe comunque un’altra novità<br />

nella sua vita, un’altra opportunità <strong>di</strong> ricominciare da capo, che l’autore definisce „eine<br />

vierte Etablierung” 211 . In ogni caso, le cose prendono un’altra piega per volere <strong>di</strong> Hugo<br />

Weinschenk, che una volta scarcerato si <strong>di</strong>mostra un uomo <strong>di</strong>strutto moralmente a causa<br />

del suo deca<strong>di</strong>mento come citta<strong>di</strong>no, della condanna giu<strong>di</strong>ziaria a detta <strong>di</strong> lui ingiusta e <strong>di</strong><br />

quei tre anni <strong>di</strong> prigione. Giunto a Londra per coprire una nuova posizione offertagli,<br />

comunica alla moglie, tramite lettera, la sua intenzione a sparire dalla sua vita e da quella<br />

della figlia fino a quando non sarà in grado <strong>di</strong> offrire loro un’esistenza adeguata.<br />

In realtà questa lettera segna la fine del matrimonio, perché è l’ultimo segno <strong>di</strong> vita <strong>di</strong><br />

Hugo Weinschenk, dal momento che da allora nessuno ha più notizie <strong>di</strong> lui, nonostante i<br />

numerosi appelli della signora Permaneder per dare piena giustificazione alla domanda <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vorzio per abbandono intenzionale del tetto coniugale. Si capisce allora che Erika, a<br />

<strong>di</strong>fferenza della madre, non può cancellare la macchia causata dalla fine del suo<br />

matrimonio con un’altra unione, perché il <strong>di</strong>vorzio non verrà mai ufficializzato.<br />

Un aspetto che non passa inosservato leggendo il romanzo è la cura dettagliata con cui<br />

Thomas Mann ha ritratto gli ambienti e i personaggi <strong>di</strong> casa Buddenbrook. I <strong>di</strong>versi<br />

oggetti, gli abiti, gli interni delle case sono un segno dello status sociale dei <strong>di</strong>versi<br />

personaggi e un metro <strong>di</strong> paragone con i Buddenbrook. Senza dubbio l’abbigliamento è<br />

tra gli aspetti più descritti particolareggiamente, lungi dall’essere un elemento puramente<br />

ornamentale e decorativo, <strong>di</strong>ventando metafora del lento declino della famiglia. Per<br />

quanto riguarda la figura <strong>di</strong> Tony, è stato più volte posto in risalto il suo senso del decoro<br />

210 Hillmann, The lost honour of Tony Buddenbrook, op. cit. p. 99, p. 147.<br />

211 GkFA Bd.1.1, p. 657.<br />

106


e la ricerca <strong>di</strong> un’esistenza <strong>di</strong>stinta, che si manifesta nella scelta del vestiario. Così le<br />

donne <strong>di</strong> casa Buddenbrook scelgono colori chiari e <strong>di</strong>screti e abiti spesso <strong>di</strong> seta adatti a<br />

tutte le situazioni. Ciò nonostante Tony ha un’innata propensione al lusso e un debole per<br />

le vestaglie. Queste vestaglie che indosserà nelle tappe più importanti della sua vita,<br />

possono essere assunte più <strong>di</strong> ogni altro oggetto o gioiello <strong>di</strong> suo possesso, come simbolo<br />

del matrimonio 212 . Così Tony si <strong>di</strong>mostra gioiosa durante il primo matrimonio nel<br />

sfoggiare tre vestaglie <strong>di</strong> velluto <strong>di</strong> cui va orgogliosa; mentre durante il secondo<br />

matrimonio ne indossa solo una e per <strong>di</strong> più guarnita <strong>di</strong> no<strong>di</strong> <strong>di</strong> panno: un’unica vestaglia<br />

che avvolge il corpo <strong>di</strong> Tony quasi per consolarla della situazione in cui si è venuta a<br />

trovare. Anche quando tocca alla figlia unirsi in matrimonio l’autore pone in risalto il<br />

commento <strong>di</strong> Tony elettrizzata:<br />

[…] Ja, war es ein Traum? Schlafröcke erschienen auf der Bildfläche! Zwei<br />

Schlafröcke für sie und Erika, aus weichem, gewirktem Stoff, mit breiten Schleppen<br />

und <strong>di</strong>chten Reihen von Sammetschleifen, vom Halsverschluß bis zum Saume<br />

hinunter! 213.<br />

Queste vestaglie <strong>di</strong>vengono segni esteriori preziosi, a cui Tony si aggrappa con tutta sé<br />

stessa, <strong>di</strong> sterili relazioni sentimentali. In altre parole, “lungi dall’essere una semplice<br />

concessione alla femminilità, le vestaglie possono essere lette come un segno premonitore<br />

<strong>di</strong> naufragi matrimoniali” 214 che Tony vive da protagonista, “attrice <strong>di</strong> una recita<br />

coniugale in cui tutti i dettagli scenografici, dalla dote al corredo fino all’arredamento<br />

delle case” 215 , sono un tentativo per sopperire la felicità per il matrimonio. E’ stato<br />

osservato a tale proposito che le vestaglie sfoggiate da Tony, se da un lato <strong>di</strong>vengono<br />

metafora del “giocare al matrimonio” – un gioco in<strong>di</strong>viduale, ma per il bene collettivo –<br />

dall’altro ricordano la veste da indossare per prendere parte al “rito sacrificale” 216 .<br />

212 Ursula Bavaj, La semantica dell’abbigliamento nei “Buddenbrook” <strong>di</strong> Thomas Mann,<br />

in »Esercizi <strong>di</strong> lettura», Viterbo, Sette Città 2005, p. 163-175.<br />

213 GkFA Bd.1.1, p. 489.<br />

214 Bavaj, La semantica dell’abbigliamento nei “Buddenbrook” <strong>di</strong> Thomas Mann, op. cit., p. 107,<br />

p. 163-175.<br />

215 ibid.<br />

216 ibid.<br />

107


7. Storie <strong>di</strong> amori impossibili nella famiglia Buddenbrook: matrimoni d’amore -<br />

matrimoni d’interesse<br />

Dopo aver trattato la turbolente vita sentimentale <strong>di</strong> Tony Buddenbrook, è opportuno<br />

sottolineare che Tony non è l’unica nella famiglia Buddenbrook a unirsi in un matrimonio<br />

d’interesse; la rinuncia sembra infatti essere molto spesso uno dei comandamenti <strong>di</strong> casa<br />

Buddenbrook. Secondo Lehnert, infatti, „in <strong>di</strong>esem Roman ist <strong>di</strong>e Familie nicht <strong>di</strong>e<br />

Institution, in der Liebe stattfindet” 217 .<br />

Il nonno <strong>di</strong> Tony, Johann Buddenbrook, si unisce due volte in matrimonio. Il suo primo e<br />

probabilmente unico amore è Josephine, la figlia <strong>di</strong> un commerciante <strong>di</strong> Brema, con la<br />

quale trascorse il più felice anno della sua vita brutalmente terminato per le complicazioni<br />

subentrate alla nascita del primogenito Gotthold. Quest’ultimo dal padre sarà sempre<br />

considerato il responsabile della morte della madre e la causa della sua infelicità, e non<br />

come il frutto del loro amore, unica cosa che rimaneva <strong>di</strong> quell’unione. Il figlio decide <strong>di</strong><br />

far la stessa scelta del padre, cioè segue il suo cuore e si sposa con una Stüwing,<br />

nonostante il <strong>di</strong>vieto del genitore che gli comunica:<br />

Mon très cher fils, du heiratest deinen Laden, Punktum. Ich enterbe <strong>di</strong>ch nicht, ich<br />

mache kein spectacle, aber mit unserer Freundschaft ist es zu Ende. Hier hast du<br />

100.000 als Mitgift, ich vermache <strong>di</strong>r andere 100.000 im Testamente, aber damit bist<br />

du abgefertigt, es gibt keinen Schilling mehr […] 218 .<br />

Il console Johann Buddenbrook si sposa per la seconda volta con Antoinette Duchamps,<br />

figlia <strong>di</strong> una ricca famiglia amburghese, con la quale ha due figli e matura sentimenti <strong>di</strong><br />

rispetto e reciproche attenzioni.<br />

Neppure il matrimonio del console Jean Buddenbrook si può definire un matrimonio<br />

d’amore. E’ stato il padre a consigliare l’unione con la figlia del ricco Kröger, che<br />

avrebbe portato alla <strong>di</strong>tta una dote cospicua, e lui si <strong>di</strong>mostra d’accordo <strong>di</strong> tutto cuore.<br />

Per quanto riguarda i due fratelli <strong>di</strong> Tony anch’essi trovano impe<strong>di</strong>menti per le loro scelte<br />

in ambito sentimentale, ma con una <strong>di</strong>fferenza essenziale. Nel primo caso è lo stesso<br />

Thomas a rinunciare all’unione con Anna, la fioraia. Deve recarsi ad Amsterdam per<br />

lavoro, come ha deciso il padre che non è a conoscenza dell’affetto tra Thomas e la<br />

217 Lehnert, Tony Buddenbrook und ihre literarischen Schwestern, op. cit. p. 47, p. 51.<br />

218 GkFA Bd. 1.1, p. 52.<br />

108


agazza, costretti a incontrarsi <strong>di</strong> nascosto. E’ proprio lui infatti in giovane età a <strong>di</strong>re alla<br />

ragazza:<br />

Man wird getragen, siehst du... Wenn ich am Leben bin, werde ich das Geschäft<br />

übernehmen, werde eine Partie machen... ja, ich bin offen gegen <strong>di</strong>ch, beim<br />

Abschied... Und auch du... das wird so gehen... Ich wünsche <strong>di</strong>r alles Glück, meine<br />

liebe, gute, kleine Anna! Aber wirf <strong>di</strong>ch nicht weg, hörst du?... Denn bis jetzt hast du<br />

<strong>di</strong>ch nicht weggeworfen, das sage ich <strong>di</strong>r...! 219 .<br />

Thomas però, nonostante la rinuncia al suo primo amore giovanile, si innamora <strong>di</strong> Gerda<br />

Arnoldsen che ricambia la sua inclinazione. Ma nel comunicare alla madre l’annuncio del<br />

fidanzamento sottolinea che il suo futuro suocero è milionario. Puntualmente si presenta<br />

la considerazione riguardante la con<strong>di</strong>zione economica del futuro coniuge con<br />

conseguente sguardo alla <strong>di</strong>tta e al mantenimento del prestigio in città:<br />

[…] Ich verehre Gerda Arnoldsen mit Enthusiasmus, aber ich bin durchaus nicht<br />

gesonnen, tief genug in mich selbst hinabzusteigen, um zu ergründen, ob und<br />

inwiefern <strong>di</strong>e hohe Mitgift, <strong>di</strong>e man mir gleich bei der ersten Vorstellung ziemlich<br />

zynischerweise ins Ohr flüsterte, zu <strong>di</strong>esem Enthusiasmus beigetragen hat. Ich liebe<br />

sie, aber es macht mein Glück und meinen Stolz desto größer, daß ich, indem sie<br />

mein eigen wird, gleichzeitig unserer Firma einen bedeutenden Kapitalzufluß erobere<br />

[…] 220 .<br />

Va detto però che la figura <strong>di</strong> Thomas mostra una visione pessimistica del matrimonio e<br />

più in generale della paternità. Il matrimonio per lui, infatti, è un modo per garantire la<br />

sopravvivenza attraverso un erede, ma verso la fine della sua vita, quando sente la morte<br />

vicina, senza speranza e deluso dall’unico figlio in cui aveva confidato <strong>di</strong> poter continuare<br />

a vivere, rinnega una tale finalità del matrimonio e acquista una nuova consapevolezza:<br />

[…] In meinem Sohne habe ich fortzuleben gehofft? In einer noch ängstlicheren,<br />

schwächeren, schwankenderen Persönlichkeit? Kin<strong>di</strong>sche, irregeführte Torheit! Was<br />

soll mir ein Sohn? Ich brauche keinen Sohn![…] 221 .<br />

219 GkFA Bd. 1.1, p. 184.<br />

220 GkFA Bd. 1.1, p. 317-318.<br />

221 GkFA Bd. 1.1, p. 724-725.<br />

109


Christian si invaghisce <strong>di</strong> Aline Puvogel, madre <strong>di</strong> due bambini che è ben conosciuta tra i<br />

commercianti <strong>di</strong> Amburgo, dal momento che i rapporti dell’attrice non sono limitati al<br />

solo fratello del senatore Buddenbrook. Questa indecorosa unione per la <strong>di</strong>tta viene<br />

vietata dalla madre e nemmeno al suo capezzale il figlio vuole ascoltare i familiari<br />

scatenando un violento litigio con il fratello Thomas:<br />

[…] Du wirst es nicht thun… […]. Solange ich über der Erde bin, geschieht <strong>di</strong>es<br />

nicht … ich schwöre es <strong>di</strong>r!… Hüte <strong>di</strong>ch … nimm <strong>di</strong>ch in acht…! Es ist genug Geld<br />

durch Unglück, Torheit und Niedertracht verloren gegangen, als daß du <strong>di</strong>ch<br />

unterstehen dürftest, ein Viertel von Mutters Vermögen <strong>di</strong>esem Frauenzimmer und<br />

ihren Bastarden in den Schoß zu werfen!… Du hast der Familie genug der Blamage<br />

zugefügt, Mensch, als daß es noch nötig wäre, uns mit einer Kurtisane zu<br />

verschwägern und ihren Kindern unseren Namen zu geben […] 222 .<br />

Dalle parole <strong>di</strong> Thomas si può notare come si sia adattato alle norme sociali dell’epoca,<br />

mentre il fratello cerca <strong>di</strong> superarle. Alla fine è proprio quest’ultimo ad avere la meglio e<br />

a decidere il suo destino, dando ascolto solo ai suoi sentimenti e sposandosi. Ma<br />

l’attaccamento alla tra<strong>di</strong>zione familiare si nota ancora una volta in Tony, dopo il<br />

fallimento dei due matrimoni e <strong>di</strong> quello della figlia. Sembra non aver imparato la lezione<br />

perché <strong>di</strong> fronte all’ostinazione del fratello si <strong>di</strong>mostra più che mai ostile perché in questo<br />

modo, agendo <strong>di</strong> testa sua, ha mancato <strong>di</strong> rispetto al nome Buddenbrook e ha spezzato<br />

quella catena che unisce i membri della famiglia. In quest’ottica va letta la lettera che<br />

spe<strong>di</strong>sce alla cognata nella quale <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non riconoscere come parenti né la moglie<br />

del fratello né i suoi figli.<br />

Infine anche il matrimonio <strong>di</strong> Clara, che non viene narrato, segue la tra<strong>di</strong>zione familiare,<br />

perché Tiburtius, parroco e uomo cristiano, proviene da una famiglia <strong>di</strong> commercianti.<br />

Tale concezione dell’amore da parte della famiglia Buddenbrook viene sintetizzata da<br />

Runge in Welch ein Weib!:<br />

Liebesverzicht heißt das Gesetz, unter dem alle Buddenbrooks anzutreten haben. [...]<br />

Die Liebe [ist] ein Störfaktor, unberechenbar, ohne Respekt vor patriarchalischen,<br />

sprich gottgegebenen Hierarchien, rebellisch und ra<strong>di</strong>kal, rüttelt an den tragenden<br />

222 GkFA Bd. 1.1, p. 581.<br />

110


Säulen: Reichtum, Macht, Ansehen, Geld. Geld und Karriere sind höchstes Gut,<br />

Werte, in deren Dienst alles andere zu stellen ist 223 .<br />

Si tratta indubbiamente <strong>di</strong> una rinuncia che viene richiesta ai membri della famiglia<br />

Buddenbrook per un fine comune: per la <strong>di</strong>tta e per la famiglia. Questa rinuncia però non<br />

porta agli esiti sperati, sia in termini <strong>di</strong> accrescimento economico sia del numero delle<br />

nascite che tende a <strong>di</strong>minuire progressivamente. Il fallimento dei matrimoni, come si avrà<br />

modo <strong>di</strong> vedere in seguito, <strong>di</strong>venta allora uno dei motivi che portano alla decadenza della<br />

famiglia.<br />

Rimane il fatto che le vicende d’amore dei protagonisti <strong>di</strong> casa Buddenbrook appena<br />

descritte contribuiscono a gettare luce su come la felicità del singolo venga spesso<br />

sacrificata per quella della famiglia, o qualora si decida <strong>di</strong> badare al sod<strong>di</strong>sfacimento dei<br />

propri desideri, si venga tagliati fuori da tutto: in entrambi i casi l’in<strong>di</strong>viduo viene posto<br />

innanzi a una scelta <strong>di</strong>fficile e dolorosa.<br />

223 Doris Runge, Welch ein Weib! Mädchen- und Frauengestalten bei Thomas Mann, Stuttgart,<br />

Deutsche Verlags-Anstalt 1998, p. 52.<br />

111


112


CAPITOLO TERZO. RIFLESSIOI SULLA FIGURA DI TOY<br />

BUDDEBROOK<br />

113<br />

„[…] Ja, so geht es. Man müht sich und<br />

nimmt Anläufe und kämpft…[…]“.<br />

Thomas Mann, Buddenbrooks. Verfall einer Familie 224 .<br />

1. Tony Buddenbrook: una vittima dell’autorità patriarcale?<br />

Nel capitolo precedente si è <strong>di</strong>scusso sulla posizione che la donna borghese assume nei<br />

confronti dell’uomo nell’Ottocento soprattutto in ambito sociale. E’ risaputo che la figura<br />

femminile ha dovuto lottare duramente per affrancarsi da stereotipate convenzioni della<br />

femminilità, che la vogliono legata ad un’immagine <strong>di</strong> madre educatrice e <strong>di</strong> angelo del<br />

focolare. Si è visto come questa immagine <strong>di</strong> sereno i<strong>di</strong>llio familiare nasconde in verità<br />

una realtà <strong>di</strong> limitazioni e restrizioni. In modo particolare, è stato presentato il rapporto<br />

uomo-donna attraverso l’istituzione del matrimonio, accentuando il carattere<br />

fondamentale dell’unione matrimoniale che in passato, più <strong>di</strong> oggi, era un elemento<br />

decisivo nel determinare la posizione sociale <strong>di</strong> una persona, comportando una caduta<br />

verso un grado più basso della scala sociale o, al contrario, portando a una mobilità<br />

sociale ascendente. La libera scelta, in questo caso, si colloca all’estremo opposto del<br />

matrimonio forzato. La questione della scelta da un lato è letta alla luce del valore<br />

attribuito all’amore e, dall’altro, alla luce delle relazioni <strong>di</strong> potere, dei rapporti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>pendenza 225 . In altre parole, in quest’epoca la donna deve sottostare alla potestà paterna,<br />

fraterna e del marito per salvaguardare l’onore borghese, la buona reputazione che<br />

consente agli uomini <strong>di</strong> intrecciare relazioni commerciali e accumulare ricchezza.<br />

Il <strong>di</strong>scorso generale si è ri<strong>di</strong>mensionato poi andando a pescare tra le figure femminili del<br />

romanzo quella che più <strong>di</strong> tutte é rappresentativa della famiglia Buddenbrook e che<br />

presenta delle particolarità nella sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> figlia borghese che la <strong>di</strong>scostano dal<br />

224 GkFA Bd. 1.1, p. 835.<br />

225 M.Lanzinger, La scelta del coniuge. Fra amore romantico e matrimoni proibiti,<br />

«Storicamente»,6(2010),http://www.storicamente.org/07_dossier/famiglia/scelta_del_coniuge.ht<br />

m., 17.05.2011.


quadro classico <strong>di</strong>pinto finora. Una figura femminile che non nasconde caratteristiche<br />

tipiche maschili come l’ambizione, l’amore per la <strong>di</strong>tta e una visione della vita dettata da<br />

interessi economici. E’ singolare a questo proposito che il nome stesso con cui viene<br />

chiamata dai familiari la ragazza in questione non sia il nome <strong>di</strong> battesimo Antonie ma<br />

Tony 226 . Ovviamente questa visione materialista è frutto <strong>di</strong> un indottrinamento perpetuato<br />

nel corso <strong>degli</strong> anni prima dal nonno, poi dal padre e infine dal fratello.<br />

Una siffatta soggezione rappresenta la quoti<strong>di</strong>anità della donna nella famiglia borghese<br />

del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo, ma ci sono delle eccezioni, o meglio, dei casi in cui un tale<br />

<strong>di</strong>stacco nel rapporto uomo-donna viene meno, e la figura femminile che Thomas Mann<br />

ha ritratto lungamente nel romanzo Buddenbrooks ne è un esempio.<br />

Una tale osservazione spinge allora a chiedersi e valutare come Tony Buddenbrook si<br />

rapporti all’autorità patriarcale rappresentata dalla figura del padre Jean, del fratello<br />

Thomas e dei mariti Grünlich e Permaneder. Un’operazione non facile per la complessità<br />

del personaggio, merito dell’autore che ha saputo tratteggiare a tutto tondo una figura<br />

femminile con i suoi pregi, <strong>di</strong>fetti e sensazioni, facendola sembrare più viva che mai. Se<br />

da un lato questo realismo permette <strong>di</strong> instaurare un <strong>di</strong>alogo con lei, quasi fosse un’amica,<br />

una sorella, una collega, ci si chiede anche come comportarsi innanzi a lei. In un ipotetico<br />

e immaginario incontro tra il lettore e Tony Buddenbrook si dovrebbe <strong>di</strong>mostrare<br />

compassione e tenerezza per il suo destino, oppure consapevolezza che tristi avvenimenti<br />

accadono anche per colpa sua? In altre parole, Tony che ruolo gioca nella sua vita?<br />

Attrice che recita un copione già scritto per lei da anni <strong>di</strong> storia e tra<strong>di</strong>zioni o attrice che<br />

riesce a ritagliarsi spazio <strong>di</strong> azione per una sorte <strong>di</strong> improvvisazione? Sicuramente, in<br />

entrambi i casi, si tratta <strong>di</strong> un ruolo da prima donna.<br />

226 Il nome Antonio è ricorrente nella produzione manniana, che si presenta in numerose varianti<br />

morfologiche. Antonie, la nonna Antoniette, il cameriere Anton. In Tristan (1901-1903) si<br />

chiamano Anton il marito della protagonista femminile e il bimbo nato da quella unione e Tonio<br />

Kröger. Maria Gabriella Riccobono, Le manipolazioni <strong>di</strong> Antonio: la narrativa verista <strong>di</strong> Verga e<br />

i Buddenbrook. Intervento presentato al convegno Onomastica e letteratura tenutosi a Pisa nel<br />

2007.http://air.unimi.it/bitstream/2434/35937/1/3.La%20manipolazione%20<strong>di</strong>%20Antoni<br />

o.testo%20letto%20al%20congresso%20Pisa%20mag.giu.2007.e%20senza%20note.rtf.,<br />

29.08.2011.<br />

114


Si è gia accennato al fatto che Tony venga presentata come vittima sacrificale per<br />

salvaguardare il prestigio della famiglia Buddenbrook, prima, me<strong>di</strong>ante e dopo i<br />

matrimoni. Però il modo in cui Tony gestisce le relazioni all’interno della famiglia<br />

paterna e dei nuovi nuclei familiari che viene a formare unendosi in matrimonio assolve<br />

in parte la colpa del solo potere patriarcale e del destino <strong>di</strong> Tony.<br />

Risulta quin<strong>di</strong> opportuno prendere in esame le figure maschili con cui si è “scontrata” nel<br />

corso della sua storia per vedere non solo una figura femminile controllata dalla<br />

controparte maschile, ma anche una donna che in quanto tale ha influito nelle vicende<br />

della famiglia, seguendo le in<strong>di</strong>cazioni datele, ma anche agendo <strong>di</strong> sua iniziativa, con<br />

delle scelte non sempre vantaggiose per sé, ma soprattutto per la famiglia che tanto ha<br />

amato.<br />

1.1 Tony e il padre Jean Buddenbrook<br />

Come si è già avuto modo <strong>di</strong> vedere, il capofamiglia ha il compito <strong>di</strong> occuparsi della sorte<br />

della famiglia, dei suoi componenti e della soli<strong>di</strong>tà del patrimonio. Queste responsabilità<br />

vengono esercitate da lui con autorità e potere e a lui spetta l’ultima parola nelle<br />

decisioni 227 . Nella famiglia Buddenbrook il capo famiglia svolge anche il ruolo <strong>di</strong> capo<br />

della <strong>di</strong>tta e quin<strong>di</strong> la sua autorità aumenta. E’ compito suo perciò quello <strong>di</strong> assicurare che<br />

tutti i componenti agiscano nel rispetto anche <strong>degli</strong> interessi della <strong>di</strong>tta. Fondamentale per<br />

la crescita della famiglia sono i matrimoni, che implicano delle scelte ben ponderate sullo<br />

sposo, solitamente un commerciante, e sulla sposa che deve recare una dote non<br />

in<strong>di</strong>fferente. Questa premessa è utile per analizzare il rapporto tra Tony e il padre che si<br />

gioca soprattutto nel momento in cui si avvicina la scelta dello sposo: Grünlich. E’ già<br />

nota la situazione che contrappone inizialmente padre e figlia, una situazione che fa<br />

entrare Tony a pieno titolo nella schiera <strong>di</strong> ragazze costrette ad amori d’interesse date a<br />

uomini più gran<strong>di</strong> in cambio <strong>di</strong> garanzia <strong>di</strong> prestigio sociale ed economico. Questo spinge<br />

Crescenzi a ritenere che Tony, la figura più vitale del romanzo, sia la prima e principale<br />

vittima della fedeltà del padre al passato 228 .<br />

Si è già trattato ampiamente tale fenomeno. Quello però che non è stato sottolineato<br />

abbastanza è il ruolo che Tony viene ad assumere, che si <strong>di</strong>scosta da semplice “vittima” <strong>di</strong><br />

227 Herd, Ehe und Familie, op. cit. p. 20, p. 215.<br />

228 Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, op. cit. p. 55, p. 20.<br />

115


progetti paterni. Certamente Tony vittima lo è, o almeno in occasione del primo<br />

matrimonio, la sua giovane età non permette altrimenti e la forte pressione a cui è<br />

sottoposta non le rende la vita facile. Ciò che preme osservare è valutare se abbia<br />

accettato il suo destino senza ribellarsi, o se abbia tentato <strong>di</strong> rompere la tra<strong>di</strong>zione. La<br />

vacanza a Travemünde sembra spingere il lettore a pendere per la seconda opzione. Jean<br />

Buddenbrook, capo della <strong>di</strong>tta, manda in sposa la figlia <strong>di</strong>ciottenne a un signore,<br />

commerciante per l’appunto, sapendo <strong>di</strong> fare la scelta giusta per la figlia e per la <strong>di</strong>tta, o<br />

anzi, per la <strong>di</strong>tta e per la figlia. Tony inizialmente si ribella trovando nella figura dello<br />

studente <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, nobile d’animo, il compagno della vita. Ma questa sua inclinazione<br />

<strong>di</strong> fronte al suo ruolo, ossia l’essere una Buddenbrook, svanisce improvvisamente e<br />

accetta <strong>di</strong> sposare il commerciante.<br />

Pagina dopo pagina, non si può non appassionarsi al personaggio femminile, <strong>di</strong> sicuro con<br />

Tony non ci si annoia. Ma non può passare inosservato il fatto che l’etichetta <strong>di</strong> vittima<br />

non calza a pennello, o almeno, non in tutte le situazioni. Sicuramente Tony fa delle<br />

rinunce nella sua vita e la più grande rinuncia è senza dubbio Morten, una rinuncia totale.<br />

Quest’ultima non è come può sembrare a una prima lettura imputabile solamente ed<br />

esclusivamente alla situazione <strong>di</strong> sottomissione al volere paterno. Si perderebbe l’essenza<br />

del personaggio femminile descritto minuziosamente da Thomas Mann. Sorge quin<strong>di</strong> la<br />

consapevolezza che si tratta <strong>di</strong> una rinuncia non in quanto donna costretta a reprimere il<br />

desiderio e le proprie aspirazioni, ma in quanto Buddenbrook. Lei in quanto Buddenbrook<br />

è <strong>di</strong>sposta al sacrificio, anzi è orgogliosa e avverte un profondo senso <strong>di</strong> importanza, per<br />

cui recita la parte della martire. L’essere donna fa sì che attraverso il matrimonio e una<br />

scelta azzeccata del coniuge lei possa contribuire al buon nome della famiglia. E lei vuole<br />

questo. Ogni scelta è animata dal senso <strong>di</strong> importanza vitale del gruppo <strong>di</strong> provenienza e<br />

nella famiglia trova l’energia che le serve per ricominciare da capo ogni volta, numerose<br />

volte. Per questo non si lascerà abbattere fino alla fine, fino all’ultima pagina quando si<br />

troverà da sola a tenere in vita quello che è rimasto della sua famiglia.<br />

Alla morte del padre la conduzione della <strong>di</strong>tta passa al fratello Thomas, ma il tramandare<br />

la tra<strong>di</strong>zione, il ricordo, il prestigio del nome spetta a Tony, è lei la vera erede della<br />

fortuna Buddenbrook.<br />

A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto avviene per il fratello, però, non si arriva mai a uno scontro tra<br />

padre e figlia. Tony mostra la sua esitazione quando il padre comunica l’intenzione del<br />

signor Grünlich <strong>di</strong> chiedere la sua mano, piange, si <strong>di</strong>spera; una volta a Travemünde<br />

<strong>di</strong>mostra più determinazione e raccoglie i suoi pensieri in una lettera destinata al genitore,<br />

116


ma poi quando si trova a tu per tu con lui non riesce a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no. Jean quin<strong>di</strong> tratta Tony<br />

come una bimba, e la sua giovane età facilmente influenzabile e la sua inesperienza<br />

facilita la conclusione del matrimonio. Nonostante Jean ha avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che la<br />

parola scritta ha il privilegio <strong>di</strong> venire scelta e soppesata e <strong>di</strong> poter essere riletta più<br />

volte 229 , quando si ritrova tra le mani la lettera della figlia, non dà minimamente peso alle<br />

parole, alla sua volontà.<br />

Questa completa sottomissione della figlia al padre comincia a vacillare nel momento in<br />

cui i due sono uno innanzi all’altro, in occasione della visita del console Jean chiamato<br />

d’urgenza dal genero Grünlich. Ancora una volta Tony ubbi<strong>di</strong>sce al suo compito <strong>di</strong><br />

moglie, quello <strong>di</strong> seguire il marito nella buona e cattiva sorte. Poi, incalzata dal padre,<br />

rivela come stanno veramente le cose. Si è visto che il padre la pone davanti a una duplice<br />

scelta: o continuare la storia con il marito, scelta che presuppone l’esborso <strong>di</strong> una ingente<br />

quantità <strong>di</strong> denaro da parte della <strong>di</strong>tta Johann Buddenbrook con conseguente<br />

indebolimento o salvaguardare il patrimonio della <strong>di</strong>tta e <strong>di</strong>vorziare dal marito, con<br />

conseguente macchia del nome e della storia della famiglia Buddenbrook. In ogni caso il<br />

nome prestigioso <strong>di</strong> famiglia viene macchiato. Sì è osservato che Tony senza esitazione<br />

sceglie la via del <strong>di</strong>vorzio per evitare un tracollo della <strong>di</strong>tta; poco importa se il marito,<br />

padre della figlia, fa fallimento, ma in quanto Buddenbrook non potrebbe sopportare un<br />

tale evento per la <strong>di</strong>tta. A uscire vittoriosa, per non <strong>di</strong>re sollevata, da questa situazione è<br />

però lei, non il padre, anche se il sollievo si trasformerà ben presto nel cruccio <strong>di</strong> aver<br />

macchiato, con il naufragio del matrimonio, l’onore della famiglia. Di fatto la scelta <strong>di</strong><br />

Tony si rivelerà uno scacco per il console Jean che non <strong>di</strong>mostra l’abilità del padre<br />

Johann. Il matrimonio che doveva essere un affare vantaggioso si è dunque rivelato un<br />

imbroglio dal primo all’ultimo giorno e mentre la figlia ha esitato, con il senno <strong>di</strong> poi<br />

giustamente, giu<strong>di</strong>cando negativamente la figura del commerciante <strong>di</strong> Amburgo, <strong>di</strong>versa è<br />

stata la posizione <strong>di</strong> padre e madre che subito si sono lasciati ammaliare dal nuovo<br />

venuto. E’ evidente allora che Jean Buddenbrook ne esce tristemente umiliato nel suo<br />

orgoglio <strong>di</strong> commerciante, costretto a inghiottire in silenzio la vergogna d’essersi lasciato<br />

229 „[…] Denn obgleich <strong>di</strong>e mündliche Rede leben<strong>di</strong>ger und unmittelbarer wirken mag, so hat<br />

doch das geschriebene Wort den Vorzug, daß es mit Muße gewählt und gesetzt werden konnte,<br />

daß es feststeht und in <strong>di</strong>eser vom Schreibenden wohl erwogenen und berechneten Form und<br />

Stellung wieder und wieder gelesen werden und gleichmäßig wirken kann […]“. GkFA Bd. 1.1,<br />

p. 160.<br />

117


imbrogliare così grossolanamente. Certamente la sua intenzione non era quella <strong>di</strong> gettare<br />

nella <strong>di</strong>sgrazia la figlia per leggerezza, ma la sua immagine era stata lesa. Tony che<br />

capisce lo stato in cui si trova il padre gli sta vicino, senza rinfacciargli un matrimonio<br />

mai voluto. La sua scelta <strong>di</strong> tornare in città nella casa paterna è una scelta pensata per sé<br />

stessa e per la <strong>di</strong>tta, e non per nuocere al padre. Diversa è invece la posizione <strong>di</strong> Crescenzi<br />

a tale riguardo. Sostiene infatti che il rifiuto <strong>di</strong> accettare l’intervento paterno per salvare<br />

Grünlich, quando sarebbe ancora possibile, fa parte del suo progetto liquidatorio 230 . E’<br />

evidente che l’interpretazione avanzata dallo stu<strong>di</strong>oso sia in netto contrasto con la<br />

posizione assunta finora, ossia quella <strong>di</strong> vedere nelle scelte <strong>di</strong> Tony il tentativo <strong>di</strong> agire<br />

nel bene della famiglia. In quest’ottica, infatti, la sua scelta conferma ancora una volta<br />

che lei mette al primo posto l’interesse dell’azienda, il non voler aggravare<br />

economicamente le casse della <strong>di</strong>tta con l’intervento del padre, dal momento che la dote è<br />

già andata persa. A mio avviso un’azione, quella <strong>di</strong> Tony, in fin <strong>di</strong> bene e non facente<br />

parte <strong>di</strong> un preciso piano <strong>di</strong>struttivo.<br />

Il lettore può notare come questo episo<strong>di</strong>o fa mutare la relazione tra padre e figlia, si<br />

abbatte il muro della <strong>di</strong>stanza, dal momento che fino ad allora la posizione <strong>di</strong> lui in città,<br />

la sua capacità laboriosa e seria avevano suscitato in Tony più soggezione che tenerezza.<br />

Durante il colloquio nel salotto 231 <strong>di</strong> lei il padre, invece, le si avvicina umanamente e<br />

giu<strong>di</strong>ca la figlia degna <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso serio e intimo sulla questione, ponendo nelle sue<br />

mani l’importante decisione. Inoltre il padre le confessa, quasi con umiltà, <strong>di</strong> non sentirsi<br />

del tutto senza colpa nei suoi confronti, un pensiero che Tony da sola non avrebbe mai<br />

formulato, troppo è l’amore che prova per lui, ma poiché è lui a <strong>di</strong>rlo gli crede, e i suoi<br />

mo<strong>di</strong> verso <strong>di</strong> lui si addolciscono. Non è da escludere, come fa presente Sautermeister,<br />

230 Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, op. cit. p. 55, p. 30.<br />

231 Nel corso del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo il salotto <strong>di</strong>viene uno dei principali spazi della<br />

rappresentazione e dell’autocelebrazione dello stile <strong>di</strong> vita della borghesia europea. Anche nel<br />

romanzo, infatti, <strong>di</strong>viene un luogo centrale per i membri della famiglia Buddenbrook e per i suoi<br />

ospiti. Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> storia sociale hanno evidenziato la centralità della casa come luogo <strong>di</strong> crescita e<br />

<strong>di</strong> formazione della cultura borghese, in cui si raccolgono tutti quegli elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione<br />

sociale in<strong>di</strong>spensabili per lo sviluppo <strong>di</strong> una visione del mondo e <strong>di</strong> un’identità propriamente<br />

borghesi. Giar<strong>di</strong>na, Sabbatucci, Vidotto, Il mosaico e gli specchi. Percorsi <strong>di</strong> storia dal me<strong>di</strong>oevo<br />

a oggi, op. cit., p.42, p. 154.<br />

118


che questo episo<strong>di</strong>o porti Tony ad avere “ein freieres Verhältniss zur patriarchalischen<br />

Autorität überhaupt“ 232 .<br />

La complicità crescente tra i due è presa in esame da Heidy M. Müller nello stu<strong>di</strong>o<br />

Töchter und Mütter dove, nell’analizzare la relazione <strong>di</strong> Tony con i genitori, evidenzia<br />

come il rapporto tra padre e figlia nei Buddenbrook sia il legame interpersonale più<br />

duraturo, tenero e profondo tra le pagine del romanzo 233 .<br />

In ogni caso, nel leggere la storia <strong>di</strong> Tony si ha la consapevolezza che il padre ha<br />

esercitato un controllo tale sulla figlia andando a indottrinarla sui suoi dovere verso la<br />

famiglia, e questo fa sì che Tony debba fare delle rinunce. Però Tony ci mette del suo<br />

perché interiorizza tutto quanto richiesto dal padre, i doveri sono <strong>di</strong>ventati per lei un<br />

credo che la porterebbero a condurre una vita <strong>di</strong>stinta, cosa che lei sicuramente non<br />

<strong>di</strong>sprezza, ma da sempre sogna.<br />

1.2 Tony e il fratello Thomas Buddenbrook<br />

Nei Buddenbrook l’unità della famiglia non è quasi mai messa in <strong>di</strong>scussione. Herd<br />

sottolinea a tale proposito che la posizione autoritaria dei capi maschili, Johann, Jean e<br />

infine Thomas è fuori <strong>di</strong>scussione perché loro stessi sono i primi a essere consapevoli del<br />

loro potere e lo esercitano sui familiari 234 . Il profondo senso della famiglia e della<br />

tra<strong>di</strong>zione è ra<strong>di</strong>cato soprattutto nei primi due figli <strong>di</strong> Jean Buddenbrook. Il rapporto <strong>di</strong><br />

reciproco affetto che Tony prova per il fratello si accentua quando Thomas assume il<br />

ruolo <strong>di</strong> capo famiglia, nonchè <strong>di</strong> capo dell’azienda alla morte del padre e futuro senatore.<br />

Tony e Thomas sembrano essere una coppia, uniti da complicità e tacita comprensione.<br />

Il romanzo è fitto <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> che riguardano il rapporto esclusivo tra i due fratelli che si<br />

trovano spesso a <strong>di</strong>alogare e a confidarsi i propri pensieri nei momenti cruciali della storia<br />

personale e familiare. Basta chiedersi, per esempio, con che occhi lo scrittore narra il<br />

matrimonio <strong>di</strong> Tony con Permaneder? Con gli occhi del fratello Thomas. Oppure notare<br />

che Thomas Buddenbrook prima <strong>di</strong> sposarsi viaggia a Travemünde con Tony. E ancora,<br />

quando Thomas vuole costruirsi una casa rappresentativa ne parla con la sorella che dà la<br />

232 Sautermeister, Tony Buddenbrook. Lebenstufen, Bruchlinien, Gestaltwandel, op. cit. 99, p. 97.<br />

233 Heidy M. Müller, Töchter und Mütter in deutschsprachiger Erzählprosa von 1885-1935,<br />

München, Iu<strong>di</strong>cum Verlag 1991, p. 139.<br />

234 Herd, Ehe und Familie, op. cit. p. 20, p. 215.<br />

119


sua approvazione. Tony, più <strong>di</strong> tutti gli altri componenti della famiglia e più della moglie<br />

Gerda, è per Thomas fondamentale nel sostenere e dare fiducia al suo ruolo da politico,<br />

da commerciante e nella sfera privata. Questo rapporto <strong>di</strong> reciproca solidarietà fa sì che la<br />

sorella possa prendere parte attiva alla vita sociale e pubblica attraverso la figura del<br />

fratello e quin<strong>di</strong> riesca, se pur in<strong>di</strong>rettamente, a ritagliarsi uno spazio in un mondo <strong>di</strong><br />

dominio esclusivamente maschile. Ciò accade durante le elezioni a senatore del fratello,<br />

per esempio. Sebbene sia Thomas il can<strong>di</strong>dato, lei non é da meno e cerca, per quello che<br />

le è consentito, <strong>di</strong> contribuire a questo evento. In che modo? <strong>Stu<strong>di</strong></strong>a i paragrafi sulle<br />

elezioni della Costituzione, parla <strong>di</strong> collegi elettorali, <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni elettori, <strong>di</strong> schede,<br />

proferisce il giuramento solenne che deve essere prestato dagli elettori, esprime il<br />

desiderio <strong>di</strong> essere presente alla “franca <strong>di</strong>scussione” sulla persona <strong>di</strong> Hermann<br />

Hagenström, rivale della famiglia. Sa che l’elezione del fratello rappresenta un successo<br />

senza precedenti per la famiglia Buddenbrook e sicuramente non vuole precludersi la<br />

possibilità <strong>di</strong> goderselo:<br />

O Gott, Tom! wenn du es wirst…wenn unser Wappen in <strong>di</strong>e Kriegsstube im<br />

Rathause kommt … ich sterbe vor Freude! ich falle um und bin tot, du sollst<br />

sehen! 235 .<br />

Non vive dunque gli eventi in secondo piano, come la sua natura <strong>di</strong> donna all’epoca le<br />

detterebbe, ma vuole essere presente e pur <strong>di</strong> farlo è <strong>di</strong>sposta a coprirsi, <strong>di</strong>ventando una<br />

presenza non visibile. C’è lei dei familiari tra la folla ad attendere e sperare nell’elezione<br />

del fratello, c’è ma non si vede. E la straor<strong>di</strong>narietà della situazione viene ripresa<br />

dall’autore che commenta:<br />

Da nimmt <strong>di</strong>e Dame ihren Abendmantel zusammen und läuft davon. Sie läuft, wie<br />

eine Dame sonst eigentlich nicht läuft. Ihr Schleier verschiebt sich und läßt ihr<br />

erhitztes Gesicht sehen; aber das ist gleichgültig 236 .<br />

Lo stesso Thomas nel chiedere consiglio alla sorella esclama: „[…] Und jetzt, wo du es<br />

richtig dahin gebracht hast, daß ich Senator geworden bin…[…]” 237 . E’ sempre Tony a<br />

235 GkFA, Bd.1.1, p. 452.<br />

236 GkFA Bd. 1.1, p. 458.<br />

237 GkFA Bd. 1.1, p. 463.<br />

120


voler festeggiare il centenario della <strong>di</strong>tta, mentre il fratello, pur essendo il titolare,<br />

preferirebbe non ricordare la ricorrenza: „Ignorieren, Tom? Unmöglich! Undenkbar!<br />

Meinst du, <strong>di</strong>e ganze Stadt könnte <strong>di</strong>e Bedeutung <strong>di</strong>eses Tages vergessen?” 238 . Si prende<br />

quin<strong>di</strong> il compito <strong>di</strong> leggere dal <strong>di</strong>ario la storia della <strong>di</strong>tta e <strong>di</strong> occuparsi <strong>di</strong> stemmi<br />

commemorativi. Portando in giro Thomas per la città esclama raggiante:<br />

So ist <strong>di</strong>e ganze Stadt! […]. Ich bin schon spazieren gegangen, Tom. Auch<br />

Hagenströms haben geflaggt! Ha, <strong>di</strong>e können nicht anders … Ich würde ihnen <strong>di</strong>e<br />

fenster einwerfen… 239 .<br />

Tony, inoltre, <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> aver immagazzinato l’etica borghese nella sua gioia per la<br />

scelta <strong>di</strong> Thomas <strong>di</strong> sposarsi con l’amica <strong>di</strong> collegio Gerda Arnoldsen, che con i suoi<br />

trecento mila marchi <strong>di</strong> dote avrebbe gettato nuovo splendore sul nome della famiglia<br />

anche in città:<br />

Das hast du gut gemacht, Tom, o Gott, wie hast du das gut gemacht! Nein, daß Vater<br />

<strong>di</strong>es nicht mehr erlebt … es ist zum Heulen, weißt du! Ja, hiermit wird manches<br />

ausgewetzt … nicht zuletzt <strong>di</strong>e Sache mit jener Persönlichkeit, deren Namen ich<br />

nicht gern in den Mund nehme... 240 .<br />

E’ proprio questo episo<strong>di</strong>o che fa capire come Tony arrivi a concepire il matrimonio,<br />

allineandosi con la società <strong>di</strong> cui fa parte.<br />

Il rapporto tra i due fratelli non preclude però contrasti. Si possono in<strong>di</strong>viduare<br />

principalmente tre momenti in cui Tony e Thomas si confrontano animatamente: la<br />

<strong>di</strong>scussione in seguito alla decisione <strong>di</strong> Tony <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorziare dal marito Permaneder, la<br />

proposta d’affari del raccolto a Pöppenrade e la questione della ven<strong>di</strong>ta della casa paterna.<br />

Da questi confronti Tony esce vittoriosa due volte.<br />

Il primo momento <strong>di</strong> contrapposizione riguarda un evento personale nella vita <strong>di</strong> Tony.<br />

Mentre in occasione del primo matrimonio la volontà <strong>di</strong> padre e figlia <strong>di</strong> porre fine alla<br />

relazione con Grünlich coincidono, ora <strong>di</strong>venta causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione. Nonostante il<br />

fratello cerchi <strong>di</strong> far ragionare la sorella del passo falso che sta per commettere, lei appare<br />

238 GkFA Bd. 1.1, p. 524.<br />

239 GkFA Bd. 1.1, p. 530.<br />

240 GkFA Bd. 1.1, p. 321.<br />

121


isoluta più che mai a fare la sua scelta, senza con<strong>di</strong>zionamenti esterni, siano essi della<br />

madre o del fratello in qualità <strong>di</strong> capo famiglia. Il modo in cui controbatte alle “accuse”<br />

del fratello <strong>di</strong>mostra che lei non ha paura <strong>di</strong> nessuno, maschio o femmina, ma che va<br />

dritta per la sua strada. Così lei ha già fatto capire a Permaneder tutto, senza l’intervento<br />

<strong>di</strong> Thomas che dal canto suo giu<strong>di</strong>ca il fatto accaduto una scappatella sconveniente che ha<br />

come conseguenza una posizione <strong>di</strong> superiorità morale della sorella e la sua felicità<br />

assicurata. Ed è proprio qui che la sorella senza timori esclama che mai e poi mai<br />

ritornerà a Monaco. Nessuna parola <strong>di</strong> Thomas, nemmeno la minaccia incombente dello<br />

scandalo per la famiglia sembra fermarla. Ancora un volta si ripresenta la situazione<br />

vissuta nel <strong>di</strong>alogo con il padre a casa <strong>di</strong> Tony e Grünlich. Il <strong>di</strong>vorzio è una <strong>di</strong>chiarazione<br />

pubblica <strong>di</strong> fallimento e questa volta i fatti sono <strong>di</strong>versi. Nel primo matrimonio si è visto<br />

che Tony era <strong>di</strong> fronte a due scelte e ha deciso valutando gli interessi della <strong>di</strong>tta. Ora però<br />

Tony non viene posta dal fratello <strong>di</strong> fronte a un bivio che porta a due <strong>di</strong>rezioni dannose<br />

per la <strong>di</strong>tta. Il fratello le fa presente che poiché la situazione economica del marito, seppur<br />

non ottimale, è comunque stabile, sorvolando questo episo<strong>di</strong>o comico non si mette a<br />

repentaglio e non si espone a un’ondata travolgente <strong>di</strong> <strong>di</strong>cerie il nome <strong>di</strong> famiglia. Quin<strong>di</strong><br />

se Tony ritorna a Monaco tutto è risolto nei migliori dei mo<strong>di</strong> per l’azienda, se invece<br />

Tony decide <strong>di</strong> non ricongiungersi al marito si avrà un nuovo scandalo. L’autorità del<br />

fratello però è scarsa perché Tony, che potrebbe accogliere la soluzione proposta, non<br />

esita neppur un istante. Non siamo <strong>di</strong> fronte a una figlia che chiede un consiglio al padre,<br />

ma a una sorella che non vuole dare retta minimamente al fratello che rappresenta la <strong>di</strong>tta.<br />

Si è già avuto modo <strong>di</strong> osservare che in questa occasione non può essere considerata<br />

vittima della tra<strong>di</strong>zione patriarcale perché lei ci ha messo del suo dall’inizio aspettando<br />

l’arrivo del signor Permaneder, <strong>di</strong>mostrando interesse per lui, accettando <strong>di</strong> introdurlo in<br />

casa e nella cerchia dei parenti finché la situazione le è scivolata <strong>di</strong> mano. A questo punto,<br />

siccome così doveva andare, decide <strong>di</strong> sposarsi, senza un confronto con il fratello, che<br />

però si era informato sulla situazione economica del pretendente; decide inoltre sempre <strong>di</strong><br />

sua iniziativa <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorziare. La scelta <strong>di</strong> sposare Permaneder, così come quella <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vorziare da lui, è conferma per Crescenzi il piano <strong>di</strong>struttivo <strong>di</strong> Tony, consapevole che<br />

il commerciante <strong>di</strong> luppolo non potrà mai essere accettato a Lubecca 241 .<br />

Non è però che Tony si comporti con naturalezza <strong>di</strong> fronte alla figura maschile del<br />

fratello e per farsi coraggio, per nascondere la paura che prova, alza la voce piena <strong>di</strong><br />

241 Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, op. cit. p. 55, p. 30.<br />

122


collera. Va notato come i ruoli si siano invertiti. Quelle caratteristiche <strong>di</strong> docilità,<br />

tratteggiate in apertura <strong>di</strong> capitolo e cucite addosso alla figura femminile, ora sembrano<br />

trovare posto in Thomas, che ascolta il <strong>di</strong>scorso che la sorella con foga sostiene „ganz<br />

erschrocken, benommen, beinahe erschüttert” 242 e in silenzio, accettando la scelta della<br />

sorella con rassegnazione. La nuova situazione che si viene a creare tra fratello e sorella<br />

viene presa in esame anche da Sautermeister che osserva:<br />

Es ist ein Beziehungsdrama zwischen Bruder und Schwester, das hier stattfindet,<br />

eines, in dem sich der nonkonformistische Protest der Schwester gegen den<br />

gesellschaftlichen Konformismus des Bruders behauptet, so dass am Ende eine<br />

Vertauschung der hergebrachten Geschlechter-Rollen erkennbar wird 243 .<br />

Il secondo episo<strong>di</strong>o che illustra come Tony cerchi in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> avere voce in capitolo<br />

nelle decisioni più importanti riguarda la sfera del mondo <strong>degli</strong> affari. Questo è un aspetto<br />

singolare, poiché il compito <strong>di</strong> portare avanti la <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> famiglia e in generale il compito<br />

<strong>di</strong> occuparsi del mondo <strong>degli</strong> affari in tutte le sue sfumature era assegnato ai figli maschi<br />

nelle famiglie borghesi dell’epoca. Stupisce che la sorella del senatore consigli un affare<br />

che poi si rivelerà quanto mai svantaggioso per la <strong>di</strong>tta e che riesca a far breccia nel cuore<br />

e nella mente del fratello, cogliendolo nella sua debolezza, commerciante ammirato da<br />

tutti in città. La questione che contrappone i due è un anticipo sul raccolto <strong>di</strong> Pöppenrade,<br />

del signore Maiboom, marito dell’amica Armgard von Schilling, che ha bisogno <strong>di</strong><br />

denaro. La sorella pensa che questa proposta sia l’occasione per compiere una buona<br />

azione e nello stesso tempo combinare l’affare migliore della vita del fratello, che invece<br />

si <strong>di</strong>mostra spazientito per l’insistenza <strong>di</strong> Tony: „[…] Verzeih, aber du kannst einen mit<br />

deiner Unschuld in Harnisch jagen! […]” 244 . La proposta della sorella è agli occhi del<br />

commerciante un’azione assolutamente indegna <strong>di</strong> sfruttare il prossimo in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Thomas si appella, quin<strong>di</strong>, alle tra<strong>di</strong>zioni, al fatto che in cento anni la <strong>di</strong>tta non ha mai<br />

combinato affari del genere, saldo ai principi che hanno caratterizzato gli anni <strong>di</strong> attività<br />

della <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> granaglie.<br />

242 GkFA Bd. 1.1, p. 427.<br />

243 Gert Sautermeister, Tony Buddenbrook. Lebenstufen, Bruchlinien, Gestaltwandel, op. cit. p.<br />

99, p. 124-125.<br />

244 GkFA Bd. 1.1, p. 499.<br />

123


Tony non smette <strong>di</strong> stupire il lettore e anche in questa occasione entra in contrad<strong>di</strong>zione<br />

con quelli che sono i suoi principi. Nel parlare <strong>degli</strong> amori <strong>di</strong> Tony si è visto<br />

l’attaccamento, quasi morboso, alla tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> famiglia, arrivando a insinuare il suo<br />

stato <strong>di</strong> vittima, <strong>di</strong> prigioniera della tra<strong>di</strong>zione familiare. Ebbene, ora sempre per il bene<br />

della <strong>di</strong>tta sembra voler accantonare il suo amore per la tra<strong>di</strong>zione. Il detto il fine<br />

giustifica i mezzi s’impossessa <strong>di</strong> Tony: tutte le strade vanno seguite per portare lustro al<br />

nome e alle casse dell’azienda. Per certi versi sembra lei la mente commerciale che si<br />

incarica <strong>di</strong> portare avanti il successo dell’azienda, accecata dal prestigio. Sostiene infatti:<br />

Gewiß, du hast deine Überlieferungen, Tom, und jederlei Achtung davor! Sicherlich,<br />

Vater hätte sich hierauf nicht eingelassen; bewahre; wer behauptet das?… Aber, so<br />

dumm ich bin, das weiß ich, daß du ein ganz anderer Mensch bist als Vater, und daß,<br />

als du <strong>di</strong>e Geschäfte übernahmst, du einen ganz anderen Wind wehen ließest als er,<br />

und daß du unterdessen manches getan hast, was er nicht getan haben würde. Dafür<br />

bist du jung und ein unternehmender Kopf… […] 245 .<br />

Tony ovviamente ha consigliato questo affare in buona fede e vuole riba<strong>di</strong>re come una<br />

tale proposta non sia espressione della sua ingenuità, non sia un capriccio, ma un agire<br />

ragionato e finalizzato al bene comune:<br />

[…] Und wenn du darauf eingegangen wärest, so wäre ich sehr stolz gewesen, <strong>di</strong>e<br />

Sache vermittelt zu haben, denn du weißt, daß es immer mein Traum und meine<br />

Sehnsucht gewesen ist, unserem Namen <strong>di</strong>enstlich zu sein… […] 246 .<br />

Nemmeno la scelta economica <strong>di</strong> Tony andrà a buon fine. La notizia della rovina del<br />

raccolto sopraggiunge proprio in occasione dei festeggiamenti del centenario e avrà<br />

conseguenze drammatiche per il capitale della <strong>di</strong>tta.<br />

Il terzo episo<strong>di</strong>o in cui Tony <strong>di</strong>mostra la sua risolutezza ha a che fare con la ven<strong>di</strong>ta della<br />

casa paterna nella Mengstraße. Per il bene della <strong>di</strong>tta Thomas è intenzionato a venderla e,<br />

nonostante sia legato quanto Tony alla casa dei genitori che tanto li ha resi felici, non<br />

vuole farsi trascinare dai sentimentalismi che animano la sorella appesa ai tanti ricor<strong>di</strong><br />

piacevoli, racchiusi in lacrime amare. Cerca in tutti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> convincere il fratello<br />

245 GkFA Bd. 1.1, p. 500.<br />

246 GkFA Bd. 1.1, p. 501-502.<br />

124


icordando le sue sofferenze, ricordando che nulla <strong>di</strong> quello che ha fatto nella sua vita è<br />

andato per il verso giusto. I motivi che adduce Tony nel far leva al cuore del fratello sono<br />

più che comprensibili:<br />

[…] Denn immer, wenn Gott mein Leben wieder in Stücke gehen ließ, so war ich<br />

doch nicht ganz verloren. Ich wußte einen Ort, einen sicheren Hafen, sozusagen, wo<br />

ich zu Hause und geborgen war, wohin ich mich flüchten konnte, vor allem<br />

Ungemach des Lebens … Auch jetzt noch, als doch alles zu Ende war, und als sie<br />

Weinschenk ins Gefängnis fuhren … “Mutter“, sagte ich, „dürfen wir zu <strong>di</strong>r ziehen?“<br />

„Ja, Kinder, kommt“ … Als wir klein waren und Kriegen spielten, Tom, da gab es<br />

immer ein Mal, ein abgegrenztes Fleckchen, wohin man laufen konnte, wenn man in<br />

Not und Bedrängnis war, und wo man nicht abgeschlagen werden durfte, sondern in<br />

Frieden ausruhen konnte. Mutters Haus, <strong>di</strong>es Haus hier war mein Mal im Leben,<br />

Tom…Und nun…und nun…verkaufen... 247 .<br />

L’opposizione <strong>di</strong> Tony alla ven<strong>di</strong>ta della casa riflette per Hannelore Mundt il bisogno <strong>di</strong><br />

sicurezza e orientamento all’interno del mondo borghese 248 . Il senatore questa volta, a<br />

<strong>di</strong>fferenza dell’espiso<strong>di</strong>o visto in precedenza, riesce a far ragionare la sorella che accetta<br />

la decisione del fratello, seppur a malincuore, <strong>di</strong> vendere l’amata casa. Questa decisione,<br />

come più volte è successo, avviene nell’interesse del patrimonio della <strong>di</strong>tta. Tony,<br />

rendendosi conto che con la sua ostinazione rischia <strong>di</strong> mettere a repentaglio la stabilità<br />

economica, si scusa subito per i suoi <strong>di</strong>scorsi, per la sua esitazione, per le sue lacrime, che<br />

continuerà comunque a versare quando sarà nei paraggi dell’abitazione dopo la ven<strong>di</strong>ta.<br />

Come una parolina magica, l’aspetto economico ha avuto l’effetto <strong>di</strong> far <strong>di</strong>menticare le<br />

sue convinzioni, come ammette lei stessa:<br />

[…] Ja, Tom, das mit dem toten Kapital leuchtet mir ein, so viel Verstand habe ich.<br />

Ich kann nur wiederholen, daß du tun mußt, was du für richtig hältst. Du mußt für<br />

uns denken und handeln, denn Gerda und ich sind Weiber, und Christian … nun,<br />

Gott sei mit ihm!…Wir können <strong>di</strong>r nicht Widerpart halten, denn was wir vorbringen<br />

können, sind keine Gegengründe, sondern Sentiments, das liegt auf der Hand […] 249 .<br />

247 GkFA Bd. 1.1, p. 643-644.<br />

248 Mundt, Female Identities and autobiographical impulses, op. cit. p. 62, p. 278.<br />

249 GkFA Bd. 1.1, p. 645.<br />

125


E’ interessante il fatto che Tony sottolinei come l’essere donna impe<strong>di</strong>sca <strong>di</strong> valutare la<br />

situazione in maniera oggettiva, alludendo al fatto che le donne non devono immischiarsi<br />

in questioni d’affari. Opposta invece era la sua posizione nel caso del raccolto <strong>di</strong><br />

Pöppenrade, quando in prima persona voleva concludere l’affare. L’autore da un lato<br />

sembra annunciare un’emancipazione della figura femminile che può acquistare voce<br />

anche in ambiti finora preclusi, però subito dopo questo spiraglio viene meno, proprio per<br />

le parole <strong>di</strong> Tony.<br />

La questione assume un’altra piega quando Tony scopre il futuro acquirente: Hermann<br />

Hagenström. Posizioni <strong>di</strong>verse quelle dei fratelli. L’avversione <strong>di</strong> Tony è giustificata dal<br />

fatto che la famiglia Hagenström è in concorrenza con la famiglia Buddenbrook. E’<br />

proprio lei a far riflettere il commerciante per antonomasia, Thomas Buddenbrook, sulla<br />

pericolosità e sul significato <strong>di</strong> un tale passo, esprimendo la tipica mentalità affaristica,<br />

ossia il fatto che accettando Hermann Hagenström come compratore della casa si manda<br />

un chiaro segnale della fine dei Buddenbrook. Una fine alla quale lei mai e poi mai vuole<br />

assistere. Il fratello però le fa notare come un tale comportamento mini il decoro sociale<br />

dei Buddenbrook.<br />

A questo proposito merita attenzione il modo in cui Tony gestisce il colloquio tra il<br />

me<strong>di</strong>atore Gosch, il fratello Thomas e il futuro compratore, amico-nemico sin<br />

dall’infanzia, il signor Hermann Hagenström, commerciante all’ingrosso e regio console<br />

del Portogallo. Dopotutto lei nei suoi confronti ha già dato prova <strong>di</strong> non sentirsi<br />

intimi<strong>di</strong>ta, dato che quando erano bambini l’ha schiaffeggiato in pubblico. Ovviamente a<br />

causa delle <strong>di</strong>sgrazie <strong>di</strong> Tony i rivali si sono fatti forza e hanno gioito quando le cose<br />

andavano male. E’ lei a fare presente a Thomas i danni che il console ha arrecato negli<br />

affari e la spudoratezza con la quale lo ha superato, ricordando anche il ruolo avuto nel<br />

mandare in prigione il marito della figlia Erika. Non si può non riconoscere che Tony<br />

abbia dei vali<strong>di</strong> motivi per opporsi. Ecco allora che, con ostentata in<strong>di</strong>fferenza, tiene gli<br />

occhi quasi completamente chiusi, fredda e poco socievole, con la speranza <strong>di</strong> poter<br />

ottenere qualcosa da un tale comportamento. Diversa è la concezione del fratello che la<br />

condanna per il suo modo poco saggio <strong>di</strong> atteggiarsi nei confronti <strong>di</strong> un uomo che ha<br />

saputo agire con accortezza concludendo dei buoni affari e guadagnandosi a pieno titolo<br />

la superiorità.<br />

La ragazza <strong>di</strong> casa Buddenbrook non viene esclusa dagli eventi decisionali della famiglia,<br />

come l’apertura del testamento paterno, che in verità stupisce il fratello Thomas. Questo<br />

interessamento è per lei dovuto tanto alla <strong>di</strong>tta quanto alla famiglia ed è sempre lei a<br />

126


preoccuparsi dell’organizzazione del luogo, del momento e a conferire alla riunione<br />

carattere <strong>di</strong> seduta. Così facendo sente <strong>di</strong> essere importante e seppur addolorata per la<br />

scomparsa del padre è gioiosa del carattere solenne del consiglio, al quale può partecipare<br />

attivamente con la <strong>di</strong>gnità che la contrad<strong>di</strong>stingue.<br />

Analizzando il rapporto tra Thomas e Tony appare evidente, quin<strong>di</strong>, come quest’ultima<br />

sia un punto <strong>di</strong> riferimento fondamentale con la sua ingenuità, con il suo aspetto infantile,<br />

con la sua vitalità e con il suo attaccamento alla tra<strong>di</strong>zione per il capo famiglia e capo<br />

della <strong>di</strong>tta. Seppur le decisioni finali spettino alla controparte maschile, Tony sembra<br />

essere riuscita a inserirsi a pieno titolo nel mantenimento <strong>degli</strong> interessi della famiglia,<br />

battendosi in tutti i mo<strong>di</strong>, a testa alta, a volte più del fratello. Da una posizione <strong>di</strong><br />

subor<strong>di</strong>nazione al potere patriarcale nel rapporto padre-figlia si arriva allora a una quasi<br />

parità nel rapporto fratello-sorella, dove i ruoli <strong>di</strong> potere sono <strong>di</strong>namici.<br />

Herd ritiene infatti che certamente Tony, in quanto donna, è esclusa dal lavoro<br />

nell’azienda, ma il prestigio e il senso <strong>di</strong> stima per la famiglia hanno per lei lo stesso<br />

significato che per i componenti maschili. Quin<strong>di</strong> non vede <strong>di</strong>fferenza tra quanto avviene<br />

in Thomas e Tony: così come il primo è stato preparato per essere futuro capo<br />

dell’azienda <strong>di</strong> famiglia, anche Tony ha fatto il suo processo <strong>di</strong> educazione 250 . Ed è<br />

proprio quello che emerge nel leggere la storia <strong>di</strong> Tony.<br />

Inoltre, la sua mania <strong>di</strong> protagonismo e il suo ostentare cerimoniosità si avvertono anche<br />

nei momenti più tristi e dolorosi. Come in occasione della morte del padre non trattiene la<br />

sua emotività, così anche alla morte del fratello non si ferma e si occupa <strong>di</strong> tutto: omaggi<br />

tributati alle spoglie mortali del fratello, lettura <strong>di</strong> articoli dei giornali che celebrano i<br />

meriti del senatore, organizzazione del funerale che deve avere un carattere signorile con<br />

scene <strong>di</strong> commiato con il personale dell’ufficio e gli operai dei magazzini. Tutto deve<br />

essere perfetto e questa cerimoniosità la manda in visibilio. Certamente non sa<br />

riconoscere il limite tra privato e pubblico, perché abituata a considerarli un tutt’uno e a<br />

essere sempre in prima linea nel dolore e nella gioia.<br />

250 Herd, Ehe und Familie, op. cit. p. 20, p. 218-219.<br />

127


1.3 Tony e i mariti Grünlich e Permaneder<br />

I rapporti familiari con i propri partner sono fondamentali per la formazione dell’identità<br />

e il modo in cui Tony vive il ruolo <strong>di</strong> moglie evidenzia ancora una volta la sua forte<br />

personalità. Non una moglie docile e umile, ma ambiziosa e amante del lusso. E’ lei a<br />

voler andare in società, a frequentare gli ambienti più in vista, mentre i due mariti non<br />

sono del suo stesso parere, il primo per ovvi motivi, timoroso che il suo piano venga<br />

smascherato, il secondo per mancanza <strong>di</strong> ambizione, <strong>di</strong>fetto che Tony gli rimprovera più<br />

volte. Già si è parlato <strong>di</strong> come Tony si contrapponga al primo pretendente in maniera<br />

forte e decisa, una fermezza che viene meno nel momento in cui si ritrova a dover<br />

affrontare la situazione a tu per tu. Nel primo matrimonio Tony viene avvicinata a un<br />

signore, mai visto prima, sostenuto dai genitori, per il quale lei non nutre un briciolo <strong>di</strong><br />

simpatia. Sotto il profilo umano Grünlich è per la ragazza sciocco, un uomo cattivo che<br />

non può soffrire, ma che ha sempre trovato o<strong>di</strong>oso, dal fare cerimonioso e imbarazzante,<br />

che Tony non tarda a smascherare, contrariamente ai genitori accecati e allettati da quello<br />

che si chiama un buon partito. E lei non si trattiene dal far capire all’uomo indesiderato<br />

ciò che pensa con gesti che possono essere giustificati dal suo modo canzonatorio e dalla<br />

sua mania <strong>di</strong> fare scherzi, dal suo temperamento un po’ vivace che da sempre la<br />

contrad<strong>di</strong>stingue e che ha costretto l’insegnante <strong>di</strong> scuola a intervenire per frenare le<br />

maniere poco consone al suo status. E’ una ribellione e un rifiuto a ubbi<strong>di</strong>re all’autorità<br />

patriarcale che la vede accasata a un commerciante <strong>di</strong> cui non è innamorata. Una<br />

ribellione che Tony porta avanti fiera e orgogliosa nei gesti e nelle parole verso un<br />

signore, più grande <strong>di</strong> lei, che non conosce e che si <strong>di</strong>mostra così carino nei suoi<br />

confronti. Un atteggiamento <strong>di</strong> superiorità che però non è frutto della posizione della<br />

donna nella società, ma della sua posizione <strong>di</strong> donna membro della famiglia<br />

Buddenbrook. Lei infatti agisce con una tale sicurezza perché è convinta che il suo nome<br />

funge da aura protettiva, come quando da piccola si prendeva beffa <strong>di</strong> alcune persone<br />

consapevole che, in quanto figlia del console Buddenbrook, nessuno le avrebbe fatto<br />

niente. Perciò lo guarda con il sorriso canzonatorio, mantenendo lo sguardo fisso sul<br />

petto, camminando con la testa all’in<strong>di</strong>etro, rossa d’orgoglio per la sua sarcastica abilità<br />

linguistica. La situazione si ribalta durante l’incontro tra i due nella stanza dei paesaggi<br />

dove Grünlich fa emergere la sua autorità acquisendo un atteggiamento sdegnato e<br />

imperioso davanti a una Tony sbiancata, piangente e tremante, quasi irriconoscibile,<br />

essendo abituati a vederla trionfare. Ecco emergere una Tony del tutto <strong>di</strong>versa, colta da<br />

128


compassione e pietà per un uomo che in ginocchio la prega <strong>di</strong> accettarlo come marito, una<br />

scena da romanzo per la ragazza, commossa per le parole reputate sincere. Un’altra volta<br />

Tony tenterà <strong>di</strong> dare filo da torcere a Grünlich durante la lite prima dell’arrivo del console<br />

nella quale cercherà <strong>di</strong> far valere le sue ragioni <strong>di</strong> fronte al marito che la accusa <strong>di</strong><br />

rovinarlo con la sua smania <strong>di</strong> farsi servire, <strong>di</strong> condurre una vita decorosa, con il voler tre<br />

donne <strong>di</strong> servizio anziché due. E lei non può che controbattere.<br />

L’atteggiamento <strong>di</strong> Tony quin<strong>di</strong> è scan<strong>di</strong>to nel corso della relazione con Grünlich da<br />

momenti <strong>di</strong> sottomissione al volere del marito, provando smarrimento e timore, e<br />

momenti in cui è lei a dominare ed avere la situazione in pugno. Come non ricordare,<br />

inoltre, che l’ultima occasione per evitare il fallimento dell’attività commerciale <strong>di</strong><br />

Grünlich, ossia il soccorso del console Jean, sfuma per il rifiuto <strong>di</strong> Tony <strong>di</strong> accettare<br />

l’intervento del padre, scegliendo la via del <strong>di</strong>vorzio che sancisce la colpa allo stesso<br />

rappresentante poiché reputato incapace <strong>di</strong> mantenere la famiglia.<br />

In verità, più avanti nella narrazione il lettore apprende che Tony non è esente da colpe:<br />

[…] Aber das soll nicht heißen, daß ich mich selbst für einen Engel halte und aller<br />

Schuld bar erachte … mißverstehen Sie mich nicht! Grünlich vernachlässigte mich,<br />

und wenn er einmal bei mir saß, so las er <strong>di</strong>e Zeitung, und er hinterging mich und<br />

ließ mich bestän<strong>di</strong>g in Eimsbüttel sitzen, weil ich in der Stadt von dem Morast hätte<br />

erfahren können, darin er steckte … Aber ich bin auch nur eine schwache Frau und<br />

habe meine Fehler und bin ganz sicher nicht immer richtig zu Werke gegangen. Zum<br />

Beispiel gab ich meinem Mann durch Leichtsinn und Verschwendungssucht und<br />

neue Schlafröcke Grund zu Sorge und Klage … Aber eins darf ich hinzufügen: ich<br />

habe eine Entschul<strong>di</strong>gung, und <strong>di</strong>e besteht darin, daß ich ein Kind war, als ich<br />

heiratete, eine Gans war ich, ein dummes Ding 251 […].<br />

Il sentimento <strong>di</strong> soggezione provato a volte nei confronti del primo marito non è presente<br />

nel secondo matrimonio. Sicuramente a causa della maturità e dell’esperienza, ma<br />

soprattutto per il carattere docile e bonario <strong>di</strong> Permaneder che ritiratosi dagli affari<br />

trascorre il suo tempo con gli amici in osteria. Non si vede in Permaneder una figura <strong>di</strong><br />

autorevolezza come nel caso <strong>di</strong> Grünlich e questo infatti appare anche nel momento in cui<br />

chiede alla moglie <strong>di</strong> perdonare il suo comportamento accettando il <strong>di</strong>vorzio senza<br />

esitazione. Tony si sente superiore a lui e questa superiorità trova conferma nelle parole<br />

251 GkFA Bd, 1.1, p.387.<br />

129


del fratello che la esorta a tornare a Monaco dopo l’incidente sconveniente <strong>di</strong> Permaneder<br />

con la cuoca Babette perché è lei ora a dettare le regole in casa dato che il marito ha<br />

<strong>di</strong>mostrato la sua debolezza.<br />

Durante la lite che sancisce la fine del matrimonio, infatti, è Tony, umiliata dall’atto<br />

indecoroso del marito, ad assumere atteggiamento imperioso, mentre quest’ultimo,<br />

ubriaco, si limita ad offenderla con quell’insulto impronunciabile che Tony fa fatica a<br />

ripetere e che <strong>di</strong> fatto metterà la parola fine a quell’unione. E’ l’autore stesso a porre in<br />

risalto l’indole <strong>di</strong> Tony, agguerrita più che mai, e a sottolineare come il suo temperamento<br />

focoso prevalga, arrivando a scagliare, posseduta dalla <strong>di</strong>sperazione, tutto il <strong>di</strong>sgusto e<br />

<strong>di</strong>sprezzo per l’uomo e per la sua esistenza.<br />

In entrambi i casi, poi, è lei a prendersi cura in prima persona della causa del <strong>di</strong>vorzio,<br />

leggendo attentamente i paragrafi del co<strong>di</strong>ce civile utili per intentare la causa.<br />

Hillmann vede nelle due circostanze, il rifiuto iniziale <strong>di</strong> Tony a sposare Grünlich e il<br />

rifiuto a tornare a Monaco da Permaneder, un segno chiaro <strong>di</strong> una crescente in<strong>di</strong>vidualità<br />

<strong>di</strong> Tony. In entrambi i casi, sostiene, la sua posizione non è dettata da una ribellione alle<br />

convenzioni stesse, ma vuole dar loro colore facendo emergere l’in<strong>di</strong>vidualità del singolo<br />

in una famiglia anonima, nel cui nome vengono combinate le unioni matrimoniali 252 .<br />

Si assiste quin<strong>di</strong> a una scala gerarchica dove la figura femminile da completa<br />

subor<strong>di</strong>nazione acquista un grado ascendente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza nei rapporti con il fratello e<br />

con i mariti, sfociando nella superiorità nel gestire le relazioni matrimoniali, soprattutto<br />

con Permaneder. Parallelamente da vittima della mentalità borghese personificata dalla<br />

figura paterna passa a vittima della suddetta concezione non più per ubbi<strong>di</strong>re a un dovere<br />

che le viene imposto dalla figura maschile, ma da lei stessa, che ha interiorizzato nel<br />

corso <strong>degli</strong> anni e che in nessun modo vuole tra<strong>di</strong>re, fino alla fine. Quin<strong>di</strong> vittima sì, ma<br />

<strong>di</strong> una mentalità prima trovata scomoda, poi accettata e infine <strong>di</strong>fesa e salvaguardata con<br />

orgoglio, sebbene lei <strong>di</strong>chiari: „[…] ja, ihr müßt mir nun schon das Gnadenbrot geben,<br />

mir unnützem Weibe […] 253 ”.<br />

252 Hillmann, The lost honour of Tony Buddenbrook, op. cit. p. 99.<br />

253 GkFA Bd 1.1, p. 428.<br />

130


2. Tony Buddenbrook: un’eroina decadente?<br />

L’aspetto dominante nel romanzo <strong>di</strong> Thomas Mann è quello legato al fenomeno della<br />

decadenza, come il sottotitolo del romanzo annuncia. Il lettore capisce fin dalla pagina <strong>di</strong><br />

copertina che sarà impegnato in una lettura sulla situazione esistenziale <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui<br />

membri della famiglia fino al loro deca<strong>di</strong>mento, non sa però se qualcuno si salva da tale<br />

processo, o in qual misura la decadenza toccherà o risparmierà ciascun membro.<br />

L’autore si rifà a due pensatori in particolare per illustrare il fenomeno della decadenza:<br />

Paul Bourget e Friedrich Wilhelm Nietzsche. Paul Bourget fu uno dei primi a stu<strong>di</strong>are il<br />

fenomeno della decadenza dal punto <strong>di</strong> vista psicologico sia in campo letterario che<br />

sociale. Nei suoi Essais nel 1883 in<strong>di</strong>vidua una tipologia <strong>di</strong> sentimenti che gli permette <strong>di</strong><br />

rappresentare una critica <strong>di</strong> alcuni fenomeni caratteristici <strong>di</strong> fine secolo, come la<br />

décadence, il <strong>di</strong>lettantismo, il cosmopolitismo. L’autore francese, <strong>di</strong>scutendo lo scrittore<br />

francese Charles Baudelaire e la sua opera Les Fleurs du Mal, arriva a formulare una vera<br />

e propria teoria della decadenza che sarà un’importante punto <strong>di</strong> partenza per la<br />

riflessione <strong>di</strong> pensatori del calibro <strong>di</strong> Nietzsche. Nel suo Décadence. Essais de psicologie<br />

contemporaine scrive:<br />

Con la parola decadenza si designa spesso lo stato <strong>di</strong> una società che produce un<br />

numero troppo grande d’in<strong>di</strong>vidui inadatti a lavori della vita in comune. Una società<br />

è un organismo che si scinde in microorganismi e poi in una federazione <strong>di</strong> cellule;<br />

l’in<strong>di</strong>viduo è la cellula sociale. L’organismo totale funziona con energia quando gli<br />

organismi che lo compongono funzionano con energia ma con una energia<br />

subor<strong>di</strong>nata. A loro volta tali organismi funzionano con energia quando le cellule che<br />

li compongono funzionano con energia ma con energia subor<strong>di</strong>nata. Se l’energia<br />

delle cellule <strong>di</strong>viene in<strong>di</strong>pendente gli organismi che compongono l’organismo totale<br />

cessano ugualmente <strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nare la propria energia all’energia totale: l’anarchia<br />

che si stabilisce costituisce la decadenza 254 .<br />

Quin<strong>di</strong> ci sono due società: “società organiche”, presso le quali l’energia dei singoli<br />

componenti è subor<strong>di</strong>nata alla realizzazione <strong>degli</strong> scopi dell’organismo totale, e “società<br />

in decadenza”, che sono caratterizzate da un crescente grado <strong>di</strong> anarchia e una per<strong>di</strong>ta<br />

254 Paul Bourget, Essais de psychologie contemporaine (1883), Milano, Bompiani E<strong>di</strong>tore 1947,<br />

p. 25.<br />

131


delle relazioni gerarchiche. In queste parole è chiara l’invettiva e l’accusa<br />

all’in<strong>di</strong>vidualismo, inteso come causa scatenante la decomposizione della società in tante<br />

piccole in<strong>di</strong>vidualità, le une in<strong>di</strong>pendenti dalle altre. La decadenza è vista dunque come<br />

un fenomeno <strong>di</strong> decomposizione che può intaccare qualunque struttura e che libera dalla<br />

gerarchia e dalla subor<strong>di</strong>nazione al lavoro coor<strong>di</strong>nato della totalità, che è invece<br />

rappresentazione del grande stile ed esprime salute, generando una sorte <strong>di</strong> anarchia.<br />

L’autore si spinge più in là ed estende la sua teoria dall’ambito sociale a quello letterario<br />

per cui si osserva lo stile della decadenza ogni qualvolta l’unità del libro si decompone<br />

rendendo progressivamente in<strong>di</strong>pendenti e anarchiche la pagina, la frase e infine la<br />

singola parola.<br />

Da che cosa è caratterizzata ogni décadence letteraria? Dal fatto che la vita non<br />

risiede più nel tutto. La parola <strong>di</strong>venta sovrana e spicca un salto fuori dalla frase, la<br />

frase usurpa e offusca il senso della pagina, la pagina prende vita a spese del tutto, –<br />

il tutto non è più tutto. Décadence: una parola che tra gente come noi, s’intende, non<br />

giu<strong>di</strong>ca ma definisce 255 .<br />

Inoltre, nel trattare la figura <strong>di</strong> Renan delinea i tratti del <strong>di</strong>lettante, il protagonista della<br />

decadenza, che viene analizzato non più dal punto <strong>di</strong> vista artistico e estetico, ma dal<br />

punto <strong>di</strong> vista psicologico. Il <strong>di</strong>lettantismo 256 <strong>di</strong>viene una “<strong>di</strong>sposizione” ere<strong>di</strong>taria, non<br />

più un’attività o il risultato <strong>di</strong> un’occupazione. Il <strong>di</strong>lettantismo <strong>di</strong> Renan, secondo<br />

Bourget, è il soccombere <strong>di</strong> fronte alle molteplici sensazioni alle quali siamo esposti<br />

quoti<strong>di</strong>anamente nella piena modernità <strong>di</strong> una città come Parigi.<br />

255 ibid.<br />

Non è tanto una dottrina quanto una <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> uno spirito, ad un tempo molto<br />

intelligente e molto voluttuosa, che ci fa inclinare, <strong>di</strong> volta in volta, verso le <strong>di</strong>verse<br />

forme della vita, e ci spinge a prestarci a ciascuna <strong>di</strong> esse, senza darci ad alcuna […].<br />

La simpatia non basta, occorre uno scetticismo raffinato e una capacità a trasformare<br />

256 La parola <strong>di</strong>lettantismo deriva dal verbo italiano <strong>di</strong>lettare a sua volta preso dal latino delectare,<br />

col significato <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi, rallegrare. Oggi assume una connotazione negativa, ma in passato fino<br />

al <strong>di</strong>ciottesimo secolo, soprattutto tra i nobili italiani, era motivo <strong>di</strong> onore.<br />

132


questo scetticismo in uno strumento <strong>di</strong> piacere. Il <strong>di</strong>lettantismo <strong>di</strong>viene allora una<br />

scienza delicata della metamorfosi intellettuale 257 .<br />

Bourget rappresenta una guida importante per il filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche,<br />

poiché traccia il percorso attraverso la décadence e il nichilismo. La mancanza <strong>di</strong> un<br />

credo collettivo, la fine delle vecchie religioni, il nichilismo della scienza, il <strong>di</strong>lettantismo,<br />

il cosmopolitismo, <strong>di</strong>vengono fenomeni legati ad una generale impotenza alla vita. In<br />

modo particolare, il concetto <strong>di</strong> décadence come <strong>di</strong>ssoluzione fisiologica dell’organismo<br />

e <strong>di</strong>sgregazione delle parti che staccandosi dal tutto <strong>di</strong>ventano in<strong>di</strong>pendenti suscita<br />

l’interesse <strong>di</strong> Nietzsche. Il filosofo attinge al saggio <strong>di</strong> Bourget, che sente vicino, per<br />

impostare il nesso teorico tra décadence e nichilismo. Già in una breve annotazione<br />

dell’inverno 1883-84 Nietzsche racchiude la tesi della decadenza <strong>di</strong> Bourget che poi<br />

svilupperà e applicherà a quella che secondo lui è la manifestazione per eccellenza della<br />

decadenza, cioè la musica <strong>di</strong> Wagner:<br />

La parte impera sul tutto, la frase sulla melo<strong>di</strong>a, l’attimo sul tempo (anche sul tempo<br />

musicale), il Pathos sull’Ethos (carattere o stile o come lo si voglia chiamare), e<br />

finalmente l’Esprit sul Senso 258 .<br />

Nell’opera Il caso Wagner (1888) analizza i sintomi <strong>di</strong> una malattia <strong>di</strong> cui l’artista<br />

sarebbe affetto, e che rende malata anche la sua arte: “Wagner est une névrose” 259 , il<br />

decadente per eccellenza. Il filosofo tedesco utilizza il termine francese <strong>di</strong> Paul Bourget<br />

per in<strong>di</strong>care la <strong>di</strong>agnosi della crisi che affligge l’arte <strong>di</strong> Wagner e della modernità.<br />

Delle tesi <strong>di</strong> Bourget quella che più <strong>di</strong> tutte viene sicuramente recepita da Nietzsche è il<br />

<strong>di</strong>sinteresse per il tutto organico da parte dei decadenti, cioè la parola che si rende<br />

in<strong>di</strong>pendente dalla frase. Ed è quello che accade alla musica, ambito nel quale acquistano<br />

rilievo la retorica, la scenografia, i virtuosismi, l’eccedenza espressiva per compiacere il<br />

pubblico.<br />

257 GkFA Bd. 1.1, p. 38-39.<br />

258 Friedrich Wilhelm Nietzsche, Frammenti (1886), Milano, Adelphi E<strong>di</strong>tore 1964, p. 176.<br />

259 Friedrich Wilhelm Nietzsche, Epistolario 1865-1900, a cura <strong>di</strong> B. Allason, Torino,<br />

Einau<strong>di</strong> 1962, p.222.<br />

133


La decadenza, che nasce da uno stato <strong>di</strong> pervertimento dell’uomo 260 , è per lui la malattia<br />

<strong>di</strong> cui è affetto il mondo moderno che provoca il <strong>di</strong>sgregarsi delle personalità, la per<strong>di</strong>ta<br />

della capacità e della volontà. Questo ha come conseguenza che il décadent invece <strong>di</strong><br />

agire vive nei ricor<strong>di</strong> dolorosi e prova risentimento verso <strong>di</strong> sé, verso gli altri, verso la<br />

vita. La generalizzazione del processo <strong>di</strong> decadenza è per Nietzsche il nichilismo che ha<br />

come fondamento ontologico la morte <strong>di</strong> Dio, la quale rivela il nulla che domina il<br />

mondo. L’angoscia moderna è dunque l’angoscia <strong>di</strong> fronte a una vita priva dei suoi fini 261 .<br />

Scrive Nietzsche: “Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al “perché”; che cosa<br />

significa nichilismo? – che i valori supremi si svalorizzano” 262 .<br />

Il nichilista passivo, in quanto spirito debole, si limita a prendere atto della decadenza dei<br />

valori che si manifesta con la rinuncia, con la fuga o sostituendo Dio con idoli falsi,<br />

sfociando nel totalitarismo, nel fanatismo. Il nichilista attivo, al contrario, rappresenta la<br />

speranza al superamento della decadenza, non assiste alla rovina, ma prende parte al<br />

processo nichilistico e lo porta a compimento, aiutando a cadere ciò che sta cadendo e<br />

dando inizio alla trasvalutazione dei valori 263 .<br />

Si può comunque notare una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> visione nei due pensatori. Secondo Bourget<br />

l’accoglimento della decadenza da parte <strong>di</strong> artisti é il sintomo della loro coraggiosa<br />

affermazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza nei confronti della società, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un atteggiamento non<br />

decadente. Scrive Franco Volpi, filosofo e storico vicentino:<br />

[…] Poiché tra in<strong>di</strong>viduo e società esiste un rapporto <strong>di</strong> azione reciproca,<br />

l’in<strong>di</strong>vidualità che prende le <strong>di</strong>stanze dall’ambiente sociale finisce per recidere il<br />

ra<strong>di</strong>camento nel terreno dal quale trae le proprie energie vitali e rischia <strong>di</strong> deperire e<br />

morire. Sarà allora così che l’artista coraggioso, forte e maturo, dalla grande<br />

260 “Io intendo pervertimento dell’uomo, lo si sarà già indovinato, nel significato <strong>di</strong> decadence: la<br />

mia affermazione è che tutti i valori, nei quali oggi l’umanità ha raccolto il suo supremo ideale,<br />

sono valori <strong>di</strong> decadence…”. Friedrich Wilhelm Nietzsche, l’Anticristo, Male<strong>di</strong>zione del<br />

Cristianesimo, Milano, Adelphi 1970.<br />

261 Fabio Cioffi, Franco Gallo, Giorgio Luppi, Amedeo Vigorelli, Emilio Zanette, Il testo<br />

filosofico, Storia della filosofia. Autori, opere, problemi. L’età contemporanea: L’ottocento,<br />

Milano, E<strong>di</strong>zioni scolastiche Bruno Mondadori 1998, p.682.<br />

262 Friedrich Wilhelm Nietzsche, Frammenti postumi 1887-1888, Milano, Adelphi 1985, p.82.<br />

263 Enrico Berti, Franco Volpi, Storia della filosofia Ottocento e ovecento, Roma-Bari, Laterza<br />

1991, p.172.<br />

134


personalità e creatività, riuscirà a praticare la prospettiva della decadenza e ad<br />

affermare la propria in<strong>di</strong>vidualità in<strong>di</strong>pendentemente dalla società 264 .<br />

Nietzsche, invece, considera coraggioso e con grande personalità chi combatte la<br />

decadenza, non chi l’accoglie. In secondo luogo non vede la decadenza un modo per<br />

reagire alla società, ma è la società stessa a essere la fonte dello sviluppo della<br />

decadenza 265 . Il filosofo tedesco è attratto dalla decadenza, ma al contempo, proprio come<br />

Bourget, protesta contro essa. Da un lato, quin<strong>di</strong>, riconosce che le ragioni della decadenza<br />

sono un fenomeno intrinseco alla vita stessa:<br />

Il fenomeno della decadenza è altrettanto necessario quanto qualsiasi sorgere e<br />

progre<strong>di</strong>re della vita: non è in nostro potere eliminarlo. La ragione vuole al contrario<br />

che gli si riconosca il suo buon <strong>di</strong>ritto (…) 266 .<br />

Dall’altro ritiene, a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> Bourget, che l’esaltare l’in<strong>di</strong>vidualità porta sì a valori<br />

estetici, ma allontana dalla via del tutto.<br />

Non solo in ambito filosofico viene elaborata una teoria della decadenza, ma questo<br />

concetto si estende al campo scientifico con il fenomeno della degenerazione, che si fa<br />

strada tra gli anni 1880 e 1890. Questo concetto viene ripreso da Thomas Mann nei suoi<br />

scritti e in una lettera all’amico Otto Grautoff datata 1895 spiega come tale processo<br />

germogli anche nella sua famiglia:<br />

[…] Der Vater war Geschäftsmann, praktisch, aber mit Neigung zur Kunst und<br />

außergeschäftlichen Interessen. Der älteste Sohn (Heinrich) ist schon Dichter, aber<br />

auch „Schrifsteller“, mit starker intellectueller Begabung, bewandert in Kritik,<br />

Philosophie, Politik. Es folgt der zweite Sohn, (ich) der nur Künstler ist, nur Dichter,<br />

nur Stimmungsmensch, intellectuell schwach, ein sozialer Nichtsnutz. Was Wunder<br />

wenn endlich der dritte, spätgeborene, Sohn der vagsten Kunst gehören wird, <strong>di</strong>e<br />

dem Intellect am fernsten steht, zu der nichts als Nerven und Sinne gehören und gar<br />

kein Gehirn, –der Musik?– Das nennt man Degeneration. Aber ich finde es verteufelt<br />

264 Franco Volpi, Il nichilismo, Roma-Bari, Laterza 2004, p. 41.<br />

265 Katja Galimberti, ietzsche: una guida, Milano, Feltrinelli 2001, p. 137.<br />

266 Friedrich Wilhelm Nietzsche, Concetto <strong>di</strong> decadenza (1888), Milano, Adelphi E<strong>di</strong>tore 1967,<br />

p. 46.<br />

135


nett. – Von Allem abgesehen aber wird sich der Kleine unter den Eindrücken und<br />

Einflüssen, in denen er aufwächst, zum Geschäftmann kaum entwickeln 267 .<br />

In questo caso la décadence si intravede nel raffinamento dei nervi e nei sentimenti.<br />

Il creatore della Degenarionshypothese è Béné<strong>di</strong>ct Auguste Morel, che nel 1857 ha<br />

pubblicato l’opera Traité des dégénérescences physiques, intellectuelles et morales de<br />

l'espèce humaine, et des causes qui produisent ces variétés mala<strong>di</strong>ves. L’autore sostiene<br />

che la degenerazione sia una deviazione dal tipo normale causata da una serie <strong>di</strong><br />

circostanze sociali ed ambientali, <strong>di</strong>fetti fisici e morali, come dei sintomi <strong>di</strong> decadenza<br />

corporei <strong>di</strong> natura intellettuale e morale. E’ la deviazione maligna del tipo normale ed è<br />

ere<strong>di</strong>taria, può aggravarsi <strong>di</strong> genitore in figlio, fino a portare all’estinzione del ramo<br />

ammalato 268 . Nel romanzo infatti questa deviazione è progressiva e si estende alle quattro<br />

generazioni fino a procurarne la morte.<br />

La <strong>di</strong>scussione sulla degenerazione che infiamma gli psichiatri francesi comincia ad<br />

estendersi successivamente ad altri ambiti del sapere. Il concetto <strong>di</strong> degenerazione<br />

approda anche alla psichiatria tedesca nella seconda metà dell’Ottocento e <strong>di</strong>viene<br />

oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> esposizione nei trattati, come quello <strong>di</strong> Max Nordau, Entartung.<br />

Anche Thomas Mann, influenzato da Bourget e Nietzsche, ha elaborato per così <strong>di</strong>re una<br />

teoria della decadenza nel suo romanzo, intesa come un periodo <strong>di</strong> valori ormai<br />

consegnati al passato. Se ne intravedono già i sintomi nel nome della famiglia, che in<strong>di</strong>ca<br />

instabilità e insicurezza. Nei suoi otizbücher si legge, a tale proposito, che Buddenbrook<br />

deriva etimologicamente da “Bruch(brok)= Sumpfland” 269 , mentre in una lettera a Julius<br />

Bab spiega che „’brook’ ist offenbar [plattdeutsch für] ‘Bruch’, und ‘Budden-brook’<br />

bedeutet ein ‘niedriges’, flaches Moorland ”270 , una pianura irregolarmente tratteggiata,<br />

una piatta palude con un salice solitario e nudo sulla riva che appare nello stemma <strong>di</strong><br />

267 Mann, Briefe an otto Grautoff 1894-1901 und Ida Boy- Ed 1903-1928, op. cit. p.9, p.58.<br />

268 Béné<strong>di</strong>ct - Auguste Morel, Traité des dégénérescences physiques, intellectuelles et morales de<br />

l'espèce humaine et des causes qui produisent ces variétés mala<strong>di</strong>ves, 2 vol., Paris, Ballière 1857.<br />

269 Thomas Mann, otizbücher 1-6, vol.1, Hans Wysling/Yvonne Schmidlin (a cura <strong>di</strong>) Frankfurt<br />

am Main, S. Fischer 1991 p.117.<br />

270 Thomas Mann an Julius Bab, Pacific Palisades, 28-06-1948, in Thomas Mann,<br />

Selbstkommentare Buddenbrooks, Hans Wysling (a cura <strong>di</strong>), Frankfurt am Main 1990, p.120.<br />

136


famiglia 271 . Inoltre, come è gia stato detto, il titolo originale del romanzo doveva essere<br />

Abwärts. Thomas Mann ha avuto modo <strong>di</strong> commentare il sottotitolo del romanzo:<br />

Buddenbrooks trägt den Untertitel: Verfall einer Familie. Es ist <strong>di</strong>e […] fatalisch<br />

empfundene, mit schopenhauerischem Pessimismus […] und untergrün<strong>di</strong>ger<br />

Wagnerscher Musik dargestellte Geschichte eines Verfalls […] 272 .<br />

La storia della famiglia <strong>di</strong> commercianti che l’autore ha messo in scena è dunque sin<br />

dall’inizio una storia <strong>di</strong> decadenza, ogni fase della vita dei familiari é un alternarsi <strong>di</strong><br />

momenti positivi susseguiti da momenti negativi fino ad arrivare al prevalere <strong>di</strong><br />

quest’ultimi e al conseguente <strong>di</strong>sfacimento della storia familiare. Un processo <strong>di</strong><br />

decadenza che non riguarda solamente quella della classe borghese, ma va a toccare<br />

anche l’in<strong>di</strong>viduo. Si tratta <strong>di</strong> un percorso che ci guida all’analisi generale della famiglia<br />

Buddenbrook, un’entità chiusa in cui si fondono le molteplici personalità <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui<br />

che la compongono, fino all’analisi più introspettiva, più intima dei singoli personaggi, in<br />

cui si fa la scoperta <strong>di</strong> un mondo interiore il più delle volte <strong>di</strong>ssonante rispetto a quello<br />

esteriore messo in mostra. E’ proprio nello scarto tra il gruppo e l’in<strong>di</strong>viduo che matura il<br />

germe della decadenza: nel momento in cui il singolo riconosce l’inadeguatezza della<br />

propria persona nel sod<strong>di</strong>sfare le aspettative si manifesta il declino. Nella lettera alla figlia<br />

Jean aveva avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che ciascun membro della famiglia è un anello della catena<br />

e per il bene collettivo bisogna che tutte le parti, subor<strong>di</strong>nate, <strong>di</strong>ano il loro contributo,<br />

proprio come sosteneva Bourget nei suoi Essais.<br />

ll tentativo <strong>di</strong> Jean <strong>di</strong> tramandare ai quattro figli i valori dell’alta borghesia mercantile<br />

fallisce. I loro percorsi sono tutti segnati da inesorabili sintomi <strong>di</strong> decadenza, una<br />

decadenza che tocca più livelli: familiare-sociale, economico, psicologico e fisico 273 .<br />

- Una decadenza familiare é già rappresentata nel tramonto che domina le immagini nella<br />

stanza dei paesaggi, la stanza <strong>di</strong> ricevimento della famiglia, e poi enunciata al terzo<br />

capitolo in riferimento al declino della famiglia Ratenkamp. Il ruolo sociale e politico dei<br />

Buddenbrook tra le gran<strong>di</strong> case del ceto mercantile, che trova la sua rappresentazione<br />

all’inizio del romanzo nel console Johann, si mantiene pressoché inalterato durante la vita<br />

271 GkFA, Bd. 1.1, p.81.<br />

272 Mann, Über mich selbst, op. cit., p.9, p. 144.<br />

273 Keller, Das Problem Verfall, op. cit. p.20, p.157-172.<br />

137


del figlio Jean, ma comincia a vacillare con Thomas, che dopo un primo periodo <strong>di</strong><br />

successo, da tutti lodato per la serie <strong>di</strong> buoni colpi messi in atto (si pensi al matrimonio<br />

con Gerda Arnoldsen, l’elezione a senatore e la sua posizione <strong>di</strong> spicco come braccio<br />

destro del borgomastro, l’acquisto <strong>di</strong> una nuova lussuosa casa, l’arrivo <strong>di</strong> un erede e<br />

probabile continuatore della <strong>di</strong>tta) comincia a subire frequenti umiliazioni, in campo<br />

pubblico e privato, che avranno ripercussioni sugli affari e sul nome della famiglia. Alla<br />

sua morte il prestigio sociale della famiglia tramandatosi per tre generazioni andrà<br />

perduto, perché Hanno non subentrerà a Thomas, sia per il suo <strong>di</strong>sinteresse al mondo del<br />

commercio sia per volere del padre. Così il cognome Buddenbrook si estinguerà per<br />

sempre. Emblematico è il gesto inconsapevole <strong>di</strong> Hanno nello scarabocchiare l’albero<br />

genealogico dei Buddenbrook nel <strong>di</strong>ario-quaderno simbolo della storia <strong>di</strong> famiglia, e lo fa<br />

proprio con la penna che appartiene alla madre, anch’essa estranea da sempre alla<br />

famiglia e al processo <strong>di</strong> decadenza che la colpisce. La risposta che dà al padre arrabbiato<br />

e incredulo per quanto accaduto preannuncia a parole il <strong>di</strong>sfacimento della famiglia: „Ich<br />

glaubte … ich glaubte … es käme nichts mehr…“ 274 .<br />

- Si tratta <strong>di</strong> una decadenza economica 275 . I Buddenbrook vengono scavalcati dalla<br />

famiglia Hagenström, una famiglia <strong>di</strong> commercianti all’ingrosso, che col tempo riesce a<br />

ritagliarsi uno spazio sempre più grande all’interno della realtà economica e sociale <strong>di</strong><br />

Lubecca, spesso rivaleggiando con i Buddenbrook. Dal punto <strong>di</strong> vista sociale gli<br />

Hagenström sono la nuova borghesia che scalza la vecchia borghesia, proprio come i<br />

274 GkFA Bd. 1.1, p. 576.<br />

275 La storia della decadenza economica della <strong>di</strong>tta Buddenbrook descritta da Thomas Mann nel<br />

1901 è entrata in ambito economico con l’adozione della terminologia “sindrome dei<br />

Buddenbrook”, che in<strong>di</strong>ca la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> aziende a conduzione familiare fra <strong>di</strong>verse<br />

generazioni. Secondo questa sindrome la prima generazione manifesta un carattere forte, alla<br />

ricerca <strong>di</strong> successo e capitale. La seconda generazione rende l'azienda più forte e ne accresce il<br />

prestigio. La terza generazione a volte non ha l’interesse per gli affari necessario per mandare<br />

avanti l'azienda, preferendo invece il <strong>di</strong>vertimento e altre attività poco produttive. Ed è proprio<br />

questo ciò che si intende con la sindrome dei Buddenbrook: l’incapacità delle aziende <strong>di</strong> superare<br />

il ricambio generazionale a causa del <strong>di</strong>sagio incontrato dalla terza generazione nel gestire<br />

l'impresa ere<strong>di</strong>tata. Le fasi sono inverse rispetto a quanto accade nel romanzo dove ci sono tra<br />

l’altro quattro generazioni e dove non si assiste alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse per gli affari della <strong>di</strong>tta<br />

come <strong>di</strong>mostrato dal lavoro assiduo <strong>di</strong> Thomas.<br />

http://www.hnet.org/~business/bhcweb/publications/BEHonline/2009/allende.pdf, 13.08.2011.<br />

138


Buddenbrook avevano fatto in precedenza con la famiglia Ratenkamp. L’episo<strong>di</strong>o che<br />

sancisce il definitivo sorpasso <strong>degli</strong> Hagenström sui Buddenbrook e la conseguente<br />

decadenza, nonostante gli innumerevoli sforzi <strong>di</strong> Tony e in parte <strong>di</strong> Thomas, è la ven<strong>di</strong>ta<br />

della casa nella Mengstraße. La fine si ha con la liquidazione della <strong>di</strong>tta specializzata in<br />

commercio <strong>di</strong> granaglie. Con Johann la <strong>di</strong>tta aveva conosciuto un notevole benessere,<br />

prima con Jean e poi con Thomas la famiglia subisce dei tracolli economici, anche se <strong>di</strong><br />

fatto il rischio <strong>di</strong> bancarotta o <strong>di</strong> povertà non si verifica mai, perché le per<strong>di</strong>te subite<br />

portano a ridurre sì il prestigio della <strong>di</strong>tta e il suo peso in Borsa, ma non al fallimento, che<br />

rimane un evento impossibile 276 . Emblematica a tale riguardo è un’esclamazione che esce<br />

dalla bocca <strong>di</strong> un esponente <strong>di</strong> casa Buddenbrook, Christian, che paragona l’uomo d’affari<br />

al truffatore 277 .<br />

- E’ una decadenza anche dal punto <strong>di</strong> vista in<strong>di</strong>viduale, un crollo psicologico che porta a<br />

riflessioni profonde; le certezze si tramutano in incertezze, i punti esclamativi <strong>di</strong>ventano<br />

punti <strong>di</strong> domanda, i punti fermi <strong>di</strong>ventano punti <strong>di</strong> sospensione. I valori che hanno guidato<br />

la famiglia nel corso del tempo <strong>di</strong>vengono contestabili. Thomas Mann indaga<br />

minuziosamente lo stato psicologico dei suoi personaggi e si assiste verso la fine del<br />

romanzo al crollo delle certezze dei membri della famiglia, anche <strong>di</strong> quelli insospettabili<br />

come Thomas. E’ proprio con lui che si chiude il ciclo della <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> granaglie Johann<br />

Buddenbrok. Si inserisce in quest’ottica il <strong>di</strong>alogo tra Thomas e la sorella durante il quale<br />

il senatore rivela:<br />

276 L’autore presenta il ritratto <strong>di</strong> Thomas così come viene percepito in città: „Was das rein<br />

Geschäftliche betraf, so galt im allgemeinen sein Vermögen für stark reduziert und <strong>di</strong>e Firma für<br />

im Rückgange begriffen. Dennoch war er, sein mütterliches Erbe, den Anteil am<br />

Mengstraßenhause und den Grundbesitz eingerechnet, ein Mann von mehr als<br />

sechsmalhunderttausend Mark Kurant. Das Betriebskapital aber lag brach seit langen Jahren, mit<br />

dem pfennigweisen Geschäftemachen, dessen sich der Senator zur Zeit der Pöppenrader<br />

Ernteangelegenheit angeklagt hatte, war es seit dem Schlage, den er damals empfangen, nicht<br />

besser, sondern schlimmer geworden, und jetzt, in einer Zeit, da alles sich frisch und siegesfroh<br />

regte, da seit dem Eintritt der Stadt in den Zollverband kleine Krämergeschäfte imstande waren,<br />

sich binnen weniger Jahre zu angesehenen Großhandlungen zu entwickeln, jetzt ruhte <strong>di</strong>e Firma<br />

Johann Buddenbrook, ohne irgendeinen Vorteil aus den Errungenschaften der Zeit zu ziehen<br />

[…]“. GkFA Bd. 1.1, p. 672-673.<br />

277 GkFA Bd. 1.1, p. 348.<br />

139


[…] Mir ist, als ob mir etwas zu entschlüpfen begönne, als ob ich <strong>di</strong>eses<br />

Unbestimmte nicht mehr so fest in Händen hielte, wie ehemals … Was ist der<br />

Erfolg? Eine geheime, unbeschreibliche Kraft, Umsichtigkeit, Bereitschaft … das<br />

Bewußtsein, einen Druck auf <strong>di</strong>e Bewegungen des Lebens um mich her durch mein<br />

bloßes Vorhandensein auszuüben … Der Glaube an <strong>di</strong>e Gefügigkeit des Lebens zu<br />

meinen Gunsten … Glück und Erfolg sind in uns. Wir müssen sie halten: fest, tief.<br />

Sowie hier drinnen etwas nachzulassen beginnt, sich abzuspannen, müde zu werden,<br />

alsbald wird alles frei um uns her, widerstrebt, rebelliert, entzieht sich unserem<br />

Einfluß … Dann kommt eines zum andern, Schlappe folgt auf Schlappe, und man ist<br />

fertig. Ich habe in den letzten Tagen oft an ein türkisches Sprichwort gedacht, das ich<br />

irgendwo las: ›Wenn das Haus fertig ist, so kommt der Tod‹. Nun, es braucht noch<br />

nicht grade der Tod zu sein. Aber der Rückgang … der Abstieg … der Anfang vom<br />

Ende … Aber ›Senator‹ und Haus sind Äußerlichkeiten, und ich weiß etwas, woran<br />

du noch nicht gedacht hast, ich weiß es aus Leben und Geschichte. Ich weiß, daß oft<br />

<strong>di</strong>e äußeren, sichtbarlichen und greifbaren Zeichen und Symbole des Glückes und<br />

Aufstieges erst erscheinen, wenn in Wahrheit alles schon wieder abwärts geht. Diese<br />

äußeren Zeichen brauchen Zeit, anzukommen, wie das Licht eines solchen Sternes<br />

dort oben, von dem wir nicht wissen, ob er nicht schon im Erlöschen begriffen, nicht<br />

schon erloschen ist, wenn er am hellsten strahlt ... 278 .<br />

E’ proprio lui a dubitare della felicità della sua situazione, assalito dallo spettro dell’<br />

insuccesso e della paura, a soffrire lo stress che il ruolo <strong>di</strong> politico e commerciante gli<br />

impongono. Si estingue, quin<strong>di</strong>, la volontà <strong>di</strong> affermarsi, la sicurezza in sé stessi, elementi<br />

tipici della borghesia affaristica che per molto tempo Thomas sembrava incarnare. Pian<br />

piano si rinchiude nell’immobilismo e nell’incapacità <strong>di</strong> agire, e man mano che si<br />

amplifica il suo conflitto interiore si accentua <strong>di</strong> pari passo la cura per l’aspetto esteriore,<br />

giustificata inizialmente come necessaria al successo dell’attività commerciale, ma che<br />

degenera alla fine in vanità. Se Christian è ossessionato da ciò che accade al suo fisico,<br />

Thomas lo è dall’improvviso turbamento della sua vita psichica. Thomas è dunque un<br />

personaggio traviato dal malessere psicologico che lo spinge a ricercare un equilibrio<br />

apparente per colmare lo squilibrio che abita nel suo intimo. Ciò è <strong>di</strong>mostrato da un<br />

ripetersi <strong>di</strong> scene, comportamenti e termini che ben esprimono la sua stanchezza.<br />

Comincia a porsi <strong>degli</strong> interrogativi esistenziali, soprattutto sulla morte, e al contrario del<br />

padre che trova nella religiosità molte risposte, lui le trova nella filosofia <strong>di</strong> Schopenhauer<br />

278 GkFA Bd.1.1, p. 474.<br />

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leggendo Die Welt als Wille und Vorstellung e successivamente nella religione. Si tratta<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una decadenza della volontà. Thomas è alla fine del romanzo un uomo costretto<br />

a indossare una maschera per mostrarsi in società e in famiglia, stroncando sul nascere<br />

qualunque desiderio o aspirazione che non sia in linea con il modo <strong>di</strong> agire dei<br />

Buddenbrook; un triste attore che lo rende, dopotutto, non così <strong>di</strong>ssimile dal fratello che<br />

tanto ha criticato. Nei Buddenbrook Thomas Mann riprende la tematica del <strong>di</strong>lettantismo<br />

già presente in altri racconti. In quest’ottica è netto il contrasto tra Thomas e Christian. Il<br />

primo tenta <strong>di</strong> combattere il <strong>di</strong>lettantismo, il secondo ne è l’incarnazione.<br />

- Decadenza fisica: malattia e morte avanzano pagina dopo pagina dall’inizio alla fine del<br />

romanzo. E’ un incedere lento e progressivo, che non risparmia nessuno, seppur in<br />

maniera <strong>di</strong>versa. Nonostante la malattia sia un tratto comune a tutti i componenti della<br />

famiglia, uniti anche nella sofferenza fisica, é presso gli uomini che manifesta<br />

maggiormente il carattere <strong>di</strong>struttivo. Thomas identifica la malattia con una metafora,<br />

associando la montagna alla salute ed il mare alla malattia:<br />

[…] Sichere, trotzige, glückliche Augen, <strong>di</strong>e voll sind von Unternehmungslust,<br />

Festigkeit und Lebensmut, schweifen von Gipfel zu Gipfel; aber auf der Weite des<br />

Meeres, das mit <strong>di</strong>esem mystischen und lähmenden Fatalismus seine Wogen<br />

heranwälzt, träumt ein verschleierter, hoffnungsloser und wissender Blick, der<br />

irgendwo einstmals tief in traurige Wirrnisse sah … Gesundheit und Krankheit, das<br />

ist der Unterschied. Man klettert keck in <strong>di</strong>e wundervolle Vielfachheit der zackigen,<br />

ragenden, zerklüfteten Erscheinungen hinein, um seine Lebenskraft zu erproben, von<br />

der noch nichts verausgabt wurde. Aber man ruht an der weiten Einfachheit der<br />

äußeren Dinge, müde wie man ist von der Wirrnis der inneren 279 .<br />

I componenti maschili soffrono <strong>di</strong> numerosi <strong>di</strong>sturbi fisici: nervosismo, reumatismi, denti<br />

rotti o cariati, e sono costretti a intraprendere dei viaggi alle stazioni termali per soggiorni<br />

<strong>di</strong> cura. La durata della vita si accorcia man mano, il numero delle nascite <strong>di</strong>minuisce e i<br />

parti si fanno più <strong>di</strong>fficoltosi.<br />

E’ soprattutto con Christian e Hanno che l’autore si sofferma sulla malattia. Christian,<br />

come già sottolineato, introduce una tematica ricorrente della prima produzione <strong>di</strong><br />

Thomas Mann: la relazione tra <strong>di</strong>lettantismo e degenerazione, già tematizzata in Der<br />

Bajazzo (1897). Il suo atteggiamento eccentrico manifesta i segni <strong>di</strong> una malattia psichica<br />

279 GkFA Bd. 1.1, p. 740-74.<br />

141


caratterizzata dall’attenzione maniacale e ossessiva per il proprio corpo in cui scorge<br />

continuamente anomalie incontrollabili:<br />

Sonderbar … manchmal kann ich nicht schlucken! Nein, da ist nichts zu lachen; ich<br />

finde es furchtbar ernst. Mir fällt ein, daß ich vielleicht nicht schlucken kann, und<br />

dann kann ich es wirklich nicht […] 280 .<br />

La malattia arriva ad essere ad<strong>di</strong>rittura motivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione tra i due fratelli che, a pochi<br />

metri dal letto dove giace la madre defunta, <strong>di</strong>scutono su chi sia più malato, su chi morirà<br />

prima, mentre proprio Tony invita a non affrontare tali <strong>di</strong>scorsi. Questi <strong>di</strong>sturbi<br />

porteranno Christian a finire i suoi giorni in una clinica.<br />

La decadenza psicofisica che colpisce la famiglia trova il compimento nella generazione<br />

successiva con la morte <strong>di</strong> Hanno, rapito dalla forza della musica. Il ragazzo è il ritratto<br />

della debolezza: viso pallido, carenza <strong>di</strong> globuli rossi, mancanza <strong>di</strong> resistenza, una vita<br />

<strong>di</strong>fficile per lui già dai primi istanti quando ha rischiato <strong>di</strong> non venire alla luce e infine<br />

colto dalla morte per tifo a se<strong>di</strong>ci anni. Le sue poche energie vitali e spirituali si sono<br />

esaurite completamente nella musica, il cui potere seduttivo ne ha esasperato la<br />

debolezza, lo ha consumato, impadronendosene 281 . Il destino <strong>di</strong> Hanno, ossia il<br />

compimento della decadenza, è la conseguenza necessaria dell’unione <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versi, quello <strong>di</strong> Gerda Arnoldsen e <strong>di</strong> Thomas Buddenbrook.<br />

Una forte carica simbolica si ha nella morte <strong>di</strong> Thomas: proprio lui che in vita ha de<strong>di</strong>cato<br />

molta cura all’apparenza e all’or<strong>di</strong>ne, viene stroncato da un malore e finirà riverso nella<br />

neve e nel fango.<br />

Un’osservazione merita la figura dei dottori della famiglia, soprattutto <strong>di</strong> Friedrich<br />

Grabow che, contrariamente a quanto si possa pensare, fa poco per frenare il processo<br />

<strong>di</strong>scendente che colpisce la famiglia. Il rime<strong>di</strong>o ad ogni <strong>di</strong>sturbo è un po’ <strong>di</strong> piccione e<br />

pane bianco. Nel romanzo, infatti, il me<strong>di</strong>co pur avendo un’idea che la vita che le<br />

famiglie borghesi conducono non è sana, a partire dall’alimentazione, non interviene per<br />

bloccare e correggere tali maniere, perché il processo <strong>di</strong> degenerazione deve<br />

280 GkFA Bd. 1.1, p. 287-288.<br />

281 Nel romanzo ci viene sottolineato, ad esempio, che Hanno ha dovuto assistere nel corso della<br />

sua breve vita a numerosi episo<strong>di</strong> del processo <strong>di</strong> sgretolamento, rovina, decomposizione, ai quali<br />

si è abituato pian piano. Questi fatti non lo stupiscono, e anzi non l’hanno mai stupito,<br />

<strong>di</strong>mostrando la sua in<strong>di</strong>fferenza per ciò che lo circonda. GkFA Bd. 1.1, p.771.<br />

142


concludersi 282 .<br />

„ […] Ich glaube, da gibt es ganz andere Ärzte […]” 283 <strong>di</strong>ce Tony a Ida una sera, esprimendo<br />

la sua mancanza <strong>di</strong> stima per Grabow come dottore. Una persona <strong>di</strong> talento è fatta<br />

<strong>di</strong>versamente e fin da giovane mostra che ha qualcosa: il riferimento a Morten è nell’aria.<br />

Proprio quest’ultimo, come la fioraia Anna <strong>di</strong> Thomas, non è toccato dalla decadenza,<br />

seppur il suo nome in latino evochi l’immagine della morte. Inoltre, proprio lui che con la<br />

sua professione potrebbe intervenire adeguatamente, non <strong>di</strong>venta me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> famiglia, ma<br />

esercita la sua professione a Breslavia.<br />

La malattia per Mann <strong>di</strong>venta allora simbolo della decadenza totale, biologica e psichica,<br />

che colpisce la persona e che <strong>di</strong>fficilmente si supera.<br />

Anche la percezione temporale ha il suo peso nel processo <strong>di</strong> declino. Merita attenzione a<br />

tale riguardo la prospettiva offerta da Crescenzi nel saggio introduttivo dell’e<strong>di</strong>zione del<br />

romanzo da lui curata, qui più volte ricordato, dove in<strong>di</strong>vidua il ruolo fondamentale della<br />

<strong>di</strong>versa concezione del tempo nel segnare l’inizio del processo <strong>di</strong> decadenza. Si sofferma<br />

in modo particolare sulla figura del vecchio Johann e del figlio Jean. Nel primo, privo <strong>di</strong><br />

memoria o coscienza del passato, soprattutto a causa del dolore per la per<strong>di</strong>ta della prima<br />

moglie Josephine, trova luogo quella che il critico chiama “fuga dal ricordo” 284 , mentre<br />

nel secondo il “malinconico culto del passato” 285 . E’ proprio in questa duplice e opposta<br />

ottica <strong>di</strong> padre e figlio che prende già forma secondo Crescenzi “la visione decadente <strong>di</strong><br />

282 A tale proposito l’autore ci presenta la figura del me<strong>di</strong>co che si limita ad accompagnare il<br />

processo <strong>di</strong> decadenza, piuttosto che contrastarlo. “[…] Er, Friedrich Grabow, war nicht<br />

derjenige, welcher <strong>di</strong>e Lebensgewohnheiten aller <strong>di</strong>eser braven, wohlhabenden und behaglichen<br />

Kaufmannsfamilien umstürzen würde. Er würde kommen, wenn er gerufen würde, und für einen<br />

oder zwei Tage strenge Diät empfehlen, – ein wenig Taube, ein Scheibchen Franzbrot … ja, ja –<br />

und mit gutem Gewissen versichern, daß es für <strong>di</strong>esmal nichts zu bedeuten habe. Er hatte, so jung<br />

er war, <strong>di</strong>e Hand manches wackeren Bürgers in der seinen gehalten, der seine letzte Keule<br />

Rauchfleisch, seinen letzten gefüllten Puter verzehrt hatte und, sei es plötzlich und überrascht in<br />

seinem Kontorsessel oder nach einigem Leiden in seinem soliden alten Bett, sich Gott befahl<br />

[…]“. GkFA Bd. 1.1, p. 39-40.<br />

283 GkFA Bd. 1.1, p. 511.<br />

284 Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, op. cit. p. 55, p. 16.<br />

285 ibid.<br />

143


una realtà che è segnata al suo nascere dal pensiero della fine” 286 . Evidenzia inoltre che<br />

tale contrapposizione trova fondamento nella Seconda Considerazione inattuale <strong>di</strong><br />

Nietzsche, nella <strong>di</strong>stinzione cioè tra l’animale, capace <strong>di</strong> oblio, e l’uomo incapace <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>menticare. In entrambi i casi, con la rimozione del passato o con la cancellazione del<br />

presente, si riduce il tempo a un’unica <strong>di</strong>mensione. Un ruolo importante viene assegnato<br />

quin<strong>di</strong> alla memoria, che <strong>di</strong>venta uno strumento opprimente o un peso insostenibile per<br />

l’in<strong>di</strong>viduo. Ciò ha come conseguenza una sorte <strong>di</strong> venerazione per le cose passate che ha<br />

perso ogni tipo <strong>di</strong> relazione con la vita, definita come “qualcosa <strong>di</strong> simile a una religione<br />

delle rovine che prevale su ogni possibile trasformazione o cambiamento” 287 . Secondo la<br />

prospettiva offerta da Crescenzi nel momento in cui la devozione si trasforma in una<br />

legge che Jean impone ai familiari la decadenza della famiglia è certa. Inoltre in<strong>di</strong>vidua<br />

nel romanzo uno stretto legame tra il modo in cui l’in<strong>di</strong>viduo percepisce il tempo e la<br />

rimozione dell’eros dalla realtà della decadenza, che per lui rappresenta “il sintomo più<br />

chiaro della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> forza <strong>degli</strong> impulsi vitali” 288 .<br />

Si è visto come i sintomi della decadenza sono più rintracciabili nella linea maschile,<br />

rispetto a quella femminile. I maschi sono toccati da una sensibilità e un<br />

raffinamento culturale: Jean si rifugia nella religione, Thomas nella filosofia <strong>di</strong><br />

Schopenhauer, Hanno nell’arte. Rispetto ai mariti quin<strong>di</strong> le donne mostrano più costanza,<br />

che si riflette anche nell’aspetto esteriore e nella bellezza preservata fino all’età adulta.<br />

C’è però anche tra i personaggi femminili chi più <strong>di</strong> tutti è privo <strong>di</strong> vitalità, e questo è il<br />

caso <strong>di</strong> Clara, ultimogenita del console Jean. E’ una figura assente nella storia della<br />

famiglia e nella narrazione, può capitare <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarsi <strong>di</strong> lei. Clara accoglie la<br />

devozione religiosa dei genitori nel suo animo, sposa il pastore Tiburtius e al resto ci<br />

pensano la malattia e la morte che colgono i suoi occhi sognanti e spenti.<br />

A <strong>di</strong>fferenza dei Buddenbrook, ognuno dei quali è connotato da determinati <strong>di</strong>sturbi,<br />

Gerda non presenta nessuna patologia determinata e la malattia, o meglio, il malessere da<br />

cui è affetta afferisce più alla sua bellezza o a una <strong>di</strong>sposizione dello spirito che al suo<br />

286 ibid., p. 18.<br />

287 ibid.<br />

288 ibid., p. 19.<br />

144


corpo: soffre <strong>di</strong> emicrania, è pallida, i suoi occhi sono cerchiati da ombre, ma è bella 289 .<br />

La futura compagna <strong>di</strong> Christian, Aline, viene invece descritta da lui come una bellezza<br />

sana per cui prova ammirazione.<br />

Il tema della malattia nei Buddenbrook è stato analizzato ampiamente da Katrin Max che<br />

ha focalizzato l’attenzione sul processo <strong>di</strong> decadenza lungo la linea femminile. Facendo<br />

riferimento alle teorie <strong>di</strong> <strong>di</strong>scendenza del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo sostiene che il<br />

patrimonio ere<strong>di</strong>tario della madre può portare ad una attenuazione della decadenza o al<br />

contrario può accelerarla. E’ proprio questo secondo caso che, secondo Max, si verifica<br />

nella famiglia Buddenbrook. In<strong>di</strong>vidua quin<strong>di</strong> una partecipazione delle figure femminili<br />

alla degenerazione attraverso le caratteristiche che le madri trasmettono ai propri figli: la<br />

religiosità calvinista <strong>di</strong> Antoniette, la tendenza al lusso <strong>di</strong> Elisabeth e l’inclinazione<br />

artistica <strong>di</strong> Gerda 290 .<br />

L’analisi passa ora alla figura che più <strong>di</strong> tutte sembra rimanere intatta dal processo <strong>di</strong><br />

decadenza che colpisce il resto della famiglia. Molte volte nel corso del presente lavoro si<br />

è fatto riferimento al ruolo, per certi versi contrad<strong>di</strong>ttorio, che Tony viene ad assumere<br />

all’interno della sua famiglia. Tony in tutto e per tutto sembra l’incarnazione della<br />

costanza, intesa come attaccamento ai valori che le sono stati trasmessi. C’è da chiedersi<br />

289 La figura <strong>di</strong> Gerda Arnoldsen ricorda almeno in parte quella della femme fatale, tanto in voga a<br />

partire dalla seconda metà del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo. Si tratta <strong>di</strong> una schematizzazione <strong>di</strong>cotomica<br />

che si muove tra i due poli opposti della femminilità: femme fatale e femme fragile. La<br />

descrizione fisica della donna, dei suoi atteggiamenti, del suo abbigliamento sono i tratti<br />

ricorrenti che contribuiscono a segnalare al lettore la sua appartenenza a uno dei due tipi<br />

femminili. Nell’opera manniana l’incarnazione per eccellenza delle femme fatale è la protagonista<br />

del racconto Der kleine Herr Friedemann (1897), ossia Gerda von Rinnlingen, che tra l’altro ha lo<br />

stesso nome della moglie del console Thomas Buddenbrook. Viene descritta come una signora<br />

bella a mondana, dai tratti seducenti e ambigui <strong>di</strong> una figura <strong>di</strong> Klimt, che rifiuta l’amore<br />

dell’uomo. Le femme fatale, aggressiva e intrusiva, è il prototipo della donna capace <strong>di</strong><br />

determinare le scelte del proprio compagno e <strong>di</strong>struggere la personalità dell’uomo che<br />

completamente ammaliato subisce il suo incanto, soggiogato fino alla per<strong>di</strong>zione. La sua bellezza<br />

però è a volte dolorosa e si rivela portatrice <strong>di</strong> male. Un tratto caratteristico della femme fatale è il<br />

suo pallore, più volte accennato nel descrivere Gerda Arnoldsen. All’opposto, Gabriele Klöterjahn<br />

rappresenta un esempio <strong>di</strong> femme fragile nell’opera <strong>di</strong> Thomas Mann.<br />

290 Katrin Max, iedergangs<strong>di</strong>agnostik. Zur Funktion von Krankheitsmotiven in „Buddenbrooks“,<br />

Frankfurt am Main, Vittorio Klostermann 2008, pp. 238-248.<br />

145


però se la sua determinazione, l’adattarsi a ogni situazione, sia un bene o un male per la<br />

famiglia. Lei infatti grazie al suo atteggiamento è rimasta fino alla fine a lottare per tutto<br />

ciò che il nome Buddenbrook rappresenta, ma è sola e quella catena s’è spezzata.<br />

Gli uomini che avevano il compito <strong>di</strong> portare avanti la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> generazione in<br />

generazione non ci sono più, o stroncati dalla morte o malati come il fratello Christian.<br />

Dove ha portato la sua costanza allora? Con il senno <strong>di</strong> poi avrebbe potuto vivere la sua<br />

vita seguendo i suoi desideri, ma allora non staremmo parlando <strong>di</strong> Antonie Buddenbrook.<br />

Se la costanza è dunque la caratteristica che salta subito all’occhio nel leggere la sua<br />

vicenda e se si assume che la sua storia personale è riflesso della storia collettiva<br />

familiare qualcosa sembra vacillare. Nella sua costanza accelera il processo <strong>di</strong> decadenza?<br />

Difficile rispondere negativamente.<br />

Il senso <strong>di</strong> solennità che guida Tony contrasta nettamente con la sua ingenuità e gli<br />

atteggiamenti infantili. Tutti la considerano come tale e lei non fa nulla per uscire da<br />

questa etichetta che le è stata affibbiata, quella <strong>di</strong> essere un’eterna bambina. L’autore si<br />

sofferma in molti passi a descrivere l’atteggiamento <strong>di</strong> Tony che non dà segni <strong>di</strong><br />

ce<strong>di</strong>mento.<br />

[…] denn trotz alles Schmerzes, der in den Zeilen steckte, verspürte er einen<br />

Unterton von beinahe drolligem Stolz, und er wußte, daß Tony Buddenbrook als<br />

Madame Grünlich sowohl wie als Madame Permaneder immer ein Kind blieb, daß<br />

sie alle ihre sehr erwachsenen Erlebnisse fast ungläubig, dann aber mit kindlichem<br />

Ernst, kindlicher Wichtigkeit und – vor allem – kindlicher Widerstandsfähigkeit<br />

erlebte 291 .<br />

La critica si è lungamente confrontata sul significato dell’atteggiamento infantile <strong>di</strong> Tony<br />

che Mann presenta più volte nel corso della narrazione. Mentre il suo essere uguale<br />

dall’inizio alla fine vale comunemente come argomentazione per sostenere che lei non è<br />

toccata dalla decadenza, Katrin Max, al contrario, osserva che il suo atteggiamento<br />

infantile e la sua incapacità <strong>di</strong> riflessione sono da interpretare come un chiaro segno della<br />

degenerazione in senso <strong>di</strong> debolezza dell’intelligenza 292 . Ma non è così, Tony <strong>di</strong>mostra<br />

più volte <strong>di</strong> essere tutt’altro che sciocca.<br />

291 GkFA Bd. 1.1, p.405-406.<br />

292 Max, iedergangs<strong>di</strong>agnostik. Zur Funktion von Krankheitsmotiven in „Buddenbrooks“, op.<br />

cit. p. 145, p.256.<br />

146


In ogni caso la sua vitalità e il fatto che lei appaia sempre nel romanzo spinge a ritenerla<br />

una figura principale. A tale proposito Claus Tillman ha osservato che:<br />

Gerade ihre Eigenarten, Kindereien und tragikkomischen Erlebnisse sind es, <strong>di</strong>e nach<br />

der Lektüre erinnerlich bleiben und <strong>di</strong>e fast lärmend in ihrer Lebensfrische <strong>di</strong>e<br />

heikleren seelischen Abenteuer eines Thomas, eines Hanno zunächst zu übertönen<br />

scheinen 293 .<br />

Fa <strong>di</strong> tutto per essere all’altezza del nome che porta ed è infatti una figlia adeguata, per i<br />

mo<strong>di</strong>, l’aspetto e il comportamento allo status dei Buddenbrook. Il fatto che lei appaia<br />

dall’inizio alla fine del romanzo è un premio che l’autore le consegna. Se potessimo<br />

leggere la motivazione per un tale riconoscimento scopriremo che si tratta <strong>di</strong> un “Premio<br />

per l’assidua costanza nel mantenere in vita storia e tra<strong>di</strong>zione del nome Buddenbrook”.<br />

Proprio per questo motivo è lei a essere presente dalla prima all’ultima pagina del<br />

romanzo Buddenbrooks. Verfall einer Familie.<br />

La presenza <strong>di</strong> Tony nel romanzo ha inizio e si conclude con una domanda. „Was ist<br />

das” 294 si chiede Tony all’età <strong>di</strong> otto anni, una tipica domanda che una bambina alla<br />

scoperta del mondo e alla ricerca <strong>di</strong> spiegazioni pone ai genitori, ma anche una domanda<br />

che il lettore, catapultato in una situazione sconosciuta e resa ancora più incerta da un<br />

interrogativo, ha tutti i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> porsi. La sua domanda iniziale si riferisce alle prime righe<br />

del catechismo e assieme alla risposta del nonno costituisce le prime parole che Thomas<br />

Mann ha annotato nei otizbücher in preparazione al manoscritto. L’autore si è ispirato a<br />

un principio espresso da Theodor Fontane in una lettera a Gustav Karpeles:<br />

Das erste Kapitel ist immer <strong>di</strong>e Hauptsache und in dem ersten Kapitel <strong>di</strong>e erste Seite,<br />

beinah <strong>di</strong>e erste Zeile. […] Bei richtigem Aufbau muß in der erste Seite der Keim<br />

des Ganzen stecken 295 .<br />

293 Claus Tillmann, Das Frauenbild bei Thomas Mann. Der Wille zum strengen Glück.<br />

Frauenfiguren im Werk Thomas Manns, Wuppertal, Deimling Verlag 1994, p. 56.<br />

294 GkFA Bd. 1.1, p.9.<br />

295 Theodor Fontane, Briefe in zwei Bänden, a cura <strong>di</strong> Gotthard Erler, München, Nymphenburger<br />

Verlagshandlung 1981, 2 vol., p. 26.<br />

147


Alla fine quando tutto è stato snocciolato, il credo manifestato con sicurezza all’inizio del<br />

romanzo <strong>di</strong>viene un dubbio, la gioia nel volto lascia spazio a lacrime amare. E’ lei a dare<br />

inizio alla storia della famiglia, è lei a chiudere la storia della famiglia, la storia <strong>di</strong> un<br />

Verfall. Non viene risparmiata dunque dal crollo psicologico, perché quando Thomas e<br />

Hanno sono morti, la <strong>di</strong>tta liquidata e il nome Buddenbrook lontanissimo dal prestigio <strong>di</strong><br />

un tempo, cade nello sconforto. La situazione che si viene a creare è ben riassunta dalle<br />

parole <strong>di</strong> Ralf Harslem che sostiene:<br />

Es entbehrt nicht einer gewissen Ironie, dass Tony, <strong>di</strong>e zeitlebens seitens der<br />

Familie <strong>di</strong>e „Führung“ bedurfte, am Ende, als sich <strong>di</strong>e Familie in ihrem<br />

Fortbestand quasi aufgelöst hat, zum Haupt einer „Schattenfamilie“ wird 296 .<br />

Troviamo dunque una Tony intenta a ripercorrere le tappe della sua vita scorgendo<br />

all’orizzonte un futuro sempre più grigio, ma nonostante tutto, invita coloro che sono<br />

rimaste ad andare a trovarla, a leggere le carte <strong>di</strong> famiglia che prende con sé, perché in<br />

nessun altro posto lei può star bene se non nella sua città. Arriva però a mettere in dubbio<br />

la fede in un Dio che guida il destino <strong>degli</strong> uomini e ne garantisce la vita dopo la morte,<br />

una convinzione che finora era fuori <strong>di</strong>scussione.<br />

»Hanno, kleiner Hanno«, fuhr Frau Permaneder fort, und <strong>di</strong>e Tränen<br />

flossen über <strong>di</strong>e flaumige, matte Haut ihrer Wangen … »Tom, Vater,<br />

Großvater und <strong>di</strong>e anderen alle! Wo sind sie hin? Man sieht sie nicht<br />

mehr. Ach, es ist so hart und traurig!«<br />

»Es gibt ein Wiedersehen«, sagte Friederike Buddenbrook, wobei sie<br />

<strong>di</strong>e Hände fest im Schoße zusammenlegte, <strong>di</strong>e Augen niederschlug<br />

und mit ihrer Nase in <strong>di</strong>e Luft stach.<br />

»Ja, so sagt man … Ach, es gibt Stunden, Friederike, wo es kein<br />

Trost ist, Gott strafe mich, wo man irre wird an der Gerechtigkeit, an<br />

der Güte … an allem. Das Leben, wißt ihr, zerbricht so manches in<br />

296 Harslem, Thomas Mann und Theodor Fontane. Untersuchungen über den Einfluß Theodor<br />

Fontanes aud das erzählerische Frühwerk von Thomas Mann, op. cit. p. 47, p.188.<br />

148


uns, es läßt so manchen Glauben zuschanden werden … Ein<br />

Wiedersehen … Wenn es so wäre…« 297 .<br />

L’ultima parola, però, non spetta a lei, ma a Sesemi Weichbrodt che con convinzione<br />

esclama „Es ist so!” 298 . „Was ist das?” – “Es ist so!” sono dunque la domanda e la<br />

risposta che incorniciano il romanzo.<br />

L’immagine finale che l’autore affida al suo lettore tramite la risposta dell’insegnante <strong>di</strong><br />

collegio è un’immagine <strong>di</strong> speranza che predomina su <strong>di</strong>scorsi velati <strong>di</strong> tristezza, sul nero<br />

dei vestiti delle otto donne, protagoniste della scena finale del romanzo, che ripercorrono<br />

le tappe e gli ultimi avvenimenti che hanno colpito la famiglia.<br />

E’ singolare che Thomas Mann scelga <strong>di</strong> concludere il romanzo che rappresenta l’anima<br />

borghese e mercantile, dove la presenza della figura femminile è solitamente marginale,<br />

proprio affidando le ultime parole alle donne, riunitesi per <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o a Gerda Arnoldsen,<br />

in procinto <strong>di</strong> lasciare la città e <strong>di</strong> ritornare ad Amsterdam: la vecchia signorina<br />

Weichbrodt, Gerda Buddenbrook, la signora Permaneder, sua figlia Erika, la povera<br />

Klothilde e le tre sorelle Buddenbrook della Breite Straße. Viola Roggenkampf legge<br />

quin<strong>di</strong> la presenza femminile a conclusione del romanzo come una vittoria del femminile<br />

sul maschile: „Das weibliche hat überlebt, zäh und vital” 299 .<br />

Nell’inserire Tony all’interno dei <strong>di</strong>versi livelli della decadenza si nota che anch’essa<br />

soffre <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi fisici, come i frequenti dolori allo stomaco, l’anemia, gli attacchi<br />

febbrili, ma che sembrano lasciare poca traccia nell’aspetto esteriore che si mantiene<br />

giovane. Questo non deve indurre a pensare che lei sia risparmiata dal Verfall. Se più <strong>di</strong><br />

tutti sembra non avvertire i segni del tempo sul suo fisico, più <strong>di</strong> tutti subisce i colpi del<br />

destino. Tuttavia, anche se la sorte sembra accanirsi contro <strong>di</strong> lei, non arriva a percepire<br />

questi avvenimenti come segni della decadenza, pienamente <strong>di</strong>chiarata solo da Thomas.<br />

297 GkFA Bd. 1.1, p.836.<br />

298 GkFA Bd. 1.1, p.837.<br />

299 Viola Roggenkampf, „Tom, ich bin eine Gans“. Tony Buddenbrook – <strong>di</strong>e Entwertung<br />

vitaler Weiblichkeit, in Ortrud Gutjahr (a cura <strong>di</strong>) Buddenbrooks: von und nach Thomas<br />

Mann in Generation und Geld in John von Düffels Bühnenfassung und Stephan Kimmigs<br />

Inszenierung am Thalia Theater Hamburg, Würzburg, Königshausen und Neumann 2006,<br />

pp. 115-129, p. 113.<br />

149


Ciò che avviene la colpisce solo nella superficie della sua vita emozionale continuamente<br />

esternata: „Sie kann lieben, und sie spricht 300 “, osserva Hans Wysling.<br />

E’ lei a voler festeggiare a tutti i costi il centenario, ad opporsi alla ven<strong>di</strong>ta della casa<br />

paterna prima e <strong>di</strong> quella del fratello poi; prova profondo rammarico per il fatto che il<br />

fratello abbia ignorato il figlio e unico erede e non abbia voluto mantenere in vita la <strong>di</strong>tta<br />

per lui. Una tale scelta, peraltro non con<strong>di</strong>visa, significa la definitiva rinuncia all’insegna<br />

della <strong>di</strong>tta. E’ sempre lei a opporsi alla decisione <strong>di</strong> Gerda <strong>di</strong> lasciare la città per fare<br />

ritorno ad Amsterdam, perché convinta che se la moglie del senatore avesse conservato<br />

una posizione in società e avesse lasciato sul posto il suo patrimonio, il nome della<br />

famiglia avrebbe mantenuto ancora un po’ <strong>di</strong> prestigio.<br />

Lei quin<strong>di</strong> ha vissuto più <strong>di</strong> altri e ha dovuto superare <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>fficoltà. Le situazioni<br />

sono mutate, si sono capovolte, ma lei rimane sempre la stessa, pronta a portare avanti il<br />

suo ruolo, convinta che tutti debbano portarle rispetto:<br />

[…] Dieses glückliche Geschöpf hatte, solange sie auf Erden wandelte, nichts, nicht<br />

das geringste hinunterzuschlucken und stumm zu verwinden gebraucht. Auf keine<br />

Schmeichelei und keine Belei<strong>di</strong>gung, <strong>di</strong>e ihr das Leben gesagt, hatte sie<br />

geschwiegen. Alles, jedes Glück und jeden Kummer, hatte sie in einer Flut von<br />

banalen und kin<strong>di</strong>sch wichtigen Worten, <strong>di</strong>e ihrem Mitteilungsbedürfnis vollkommen<br />

genügten, wieder von sich gegeben. Ihr Magen war nicht ganz gesund, aber ihr Herz<br />

war leicht und frei – sie wußte selbst nicht, wie sehr. Nichts Unausgesprochenes<br />

zehrte an ihr; kein stummes Erlebnis belastete sie. Und darum hatte sie auch gar<br />

nichts an ihrer Vergangenheit zu tragen. Sie wußte, daß sie bewegte und arge<br />

Schicksale gehabt, aber all das hatte ihr keinerlei Schwere und Mü<strong>di</strong>gkeit<br />

hinterlassen, und im Grunde glaubte sie gar nicht daran […] 301 .<br />

Quin<strong>di</strong> Tony sembra ostacolare la fine della tra<strong>di</strong>zione commerciale dei Buddenbrook.<br />

E’ opportuno giunti a questo punto rivalutare il suo essere costante e notare come ci sia<br />

una contrad<strong>di</strong>zione tra le parole e i fatti. Si è visto in numerose occasioni che a parole<br />

Tony è, tra i figli del console, colei che meglio <strong>di</strong> tutti ha saputo incarnare i valori della<br />

famiglia Buddenbrook, andando a mettersi in gioco anche in questioni che poco la<br />

300 Hans Wysling, Ausgewählte Aufsätze 1963-1995, Thomas Sprecher / Cornelia Bernini (a cura<br />

<strong>di</strong>), Frankfurt am Main, Klostermann 1996, p.202.<br />

301 GkFA, Bd. 1.1, p. 739.<br />

150


iguardavano come gli affari. Nei fatti, però, ha avuto un ruolo chiave nell’accelerare il<br />

declino e a compromettere non solo il nome Buddenbrook, ma la soli<strong>di</strong>tà dell’azienda,<br />

andando contro involontariamente a quanto detto. Il naufragio nella sua vita è causato,<br />

principalmente, dalle scelte sbagliate dei matrimoni, perché la sua ossessione <strong>di</strong><br />

concludere un matrimonio vantaggioso per accrescere l’onore e il prestigio della <strong>di</strong>tta e<br />

della famiglia porterà a un esito opposto, si veda il fallimento dei due matrimoni e <strong>di</strong><br />

quello della figlia. A tale proposito Tillmann nota come l’accrescimento del prestigio<br />

della famiglia sia per la ragazza dapprima un desiderio, tramutato poi in dovere e<br />

lavoro 302 . Dai suoi errori, però, non riesce a imparare.<br />

Inoltre, ripercorrendo le vicende amorose <strong>di</strong> Tony si è visto che si tratta <strong>di</strong> matrimoni<br />

privi <strong>di</strong> amore. Tuttavia ben <strong>di</strong>verso è il suo ruolo nello scegliere <strong>di</strong> compiere un tale<br />

passo. Si potrebbe <strong>di</strong>videre infatti la sua vita in due fasi: la prima comprende la sua<br />

adolescenza fino alle vacanze estive a Travemünde, quando seppur attaccata ai valori<br />

della famiglia sembrava con Morten dare avvio a un ciclo <strong>di</strong>verso; la seconda va dal<br />

ritorno a casa dalla vacanza fino al termine della sua vita, nella continua adesione ostinata<br />

al consolidamento del prestigio della famiglia e nella partecipazione emotiva in prima<br />

linea a qualsiasi avvenimento, facendo delle scelte in<strong>di</strong>rizzate solamente alla felicità<br />

comune.<br />

Ne consegue che anche la sua partecipazione alle colpe del fallimento complessivo muta.<br />

Fino al viaggio <strong>di</strong> ritorno a Travemünde incarna il ritratto <strong>di</strong> una “vittima” sacrificale<br />

all’altare matrimoniale, perché siamo a conoscenza della sofferenza e dell’enorme<br />

rinuncia e perché viene continuamente e ossessivamente sottoposta a forti pressioni; ma<br />

quella firma in data 22 settembre 1845 nel <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> famiglia, che da sola scrive, la<br />

condanna a essere una delle cause, considerati gli sviluppi successivi <strong>di</strong> quella scelta,<br />

della decadenza del buon nome dei Buddenbrook. Non si può però non considerare che la<br />

sua scelta è la scelta <strong>di</strong> una ragazza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni attaccata alla famiglia che ama e che<br />

non tra<strong>di</strong>rebbe mai, che si trova <strong>di</strong> fronte a una serrata opposizione del padre. Quin<strong>di</strong> la<br />

sua posizione <strong>di</strong> inferiorità la costringe ad accettare, perché sa che così facendo tutti<br />

saranno contenti. Dopotutto si è visto che il momento più felice della sua vita è quello con<br />

Morten, e lo vive proprio quando accantona il suo eccessivo amore e interesse per la<br />

famiglia Buddenbrook. La sua colpa in questa faccenda è quella <strong>di</strong> essersi arresa subito,<br />

302 Tillmann, Das Frauenbild bei Thomas Mann. Der Wille zum strengen Glück. Frauenfiguren<br />

im Werk Thomas Manns, op. cit. p. 147, p. 244.<br />

151


<strong>di</strong> non aver cercato un <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> non aver spiegato al padre dopo la lettera del signor<br />

Grünlich che non voleva sposarlo, ma voleva aspettare <strong>di</strong> sposare un’altro commerciante,<br />

come da sempre aveva detto. Invece preferisce ribellarsi in silenzio. E’ chiaro che a<br />

Travemünde cambiano le cose e il padre, vedendo che il matrimonio con un<br />

commerciante è in serio rischio, riserva alla figlia parole dure <strong>di</strong>fficile da <strong>di</strong>menticare.<br />

Non avendo più Morten, il prescelto, a casa sua, ma stando con i familiari e avvertendo<br />

un senso <strong>di</strong> importanza, non ha altra scelta.<br />

Seppur la vera per<strong>di</strong>ta per la <strong>di</strong>tta sia avvenuta con il primo matrimonio, non si può<br />

incolpare Tony dell’accaduto, come lei stessa confessa al fratello: „[…] daß es mir immer<br />

schwer auf dem Herzen liegt, unseren Namen, wenn auch ohne eigene Schuld, so befleckt<br />

zu haben […]” 303 e si trova al confine tra vittima e responsabile involontaria. Il fallimento<br />

del secondo matrimonio, invece, è una sua responsabilità. La sua colpa è soprattutto<br />

quella <strong>di</strong> aver sposato il signor Permaneder, troppo <strong>di</strong>verso per provenienza geografica,<br />

comportamenti e cre<strong>di</strong>. Un fallimento <strong>di</strong> cui è consapevole, lasciando Monaco.<br />

Il suo essere donna non le impe<strong>di</strong>sce, dunque, <strong>di</strong> nuocere al nome Buddenbrook. Alla fine<br />

Tony con i suoi due matrimoni e quello della figlia ha investito in malo modo la sua dote<br />

provocando un indebolimento del patrimonio della <strong>di</strong>tta e della famiglia. Una tale<br />

riflessione porta a concludere che nei fatti non è riuscita a perpetrare il suo ruolo e quin<strong>di</strong><br />

ha messo del suo nel sferrare dei duri colpi alla famiglia, come si legge nel romanzo per<br />

sua ammissione:<br />

Alles ist fehlgeschlagen und hat sich zum Unglück gewandt, was ich unternommen<br />

habe … Und ich habe so gute Absichten gehabt, Gott weiß es!… Ich habe immer so<br />

innig gewünscht, es zu etwas zu bringen im Leben und ein bißchen Ehre einzulegen<br />

… Nun bricht auch <strong>di</strong>es zusammen. So muß es enden … Das Letzte... 304 .<br />

Si tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarazione sincera <strong>di</strong> fallimento. Strana beffa del destino, proprio lei<br />

che gli scherzi era abituata a farli e non a subirli. Proprio questa confessione, però, fa sì<br />

che Tony non possa essere ad<strong>di</strong>tata come artefice del declino della famiglia, perché tutto<br />

quello che ha fatto l’ha fatto in fin <strong>di</strong> bene, rinunciando anche alla felicità in<strong>di</strong>viduale per<br />

l’amore profondo verso i propri cari. Mai e poi mai Tony avrebbe fatto qualcosa che<br />

303 GkFA Bd. 1.1, p.330.<br />

304 GkFA Bd. 1.1, p.609.<br />

152


minasse il suo ideale e che andasse contro la sua famiglia, spinta da un amore<br />

eccessivamente cieco che non l’ha fatta mai fermare nella sua continua lotta per portare il<br />

nome Buddenbrook sempre più in alto e sempre più da sola.<br />

Diametralmente opposta è invece la posizione assunta da Crescenzi nel trattare la<br />

responsabilità <strong>di</strong> Tony nel processo <strong>di</strong> decadenza. Riprendendo la definizione <strong>di</strong><br />

Nietzsche sostiene infatti che è proprio lei a rappresentare l’immagine del nichilista attivo<br />

per eccellenza. E’ proprio nella figura e nell’agire <strong>di</strong> Tony, scrive Crescenzi, che “il lato<br />

<strong>di</strong>struttivo del nichilista attivo rivela il suo volto più serio; assai più serio <strong>di</strong> quanto si sia<br />

mai voluto ritenere” 305 . Lei che è ubbi<strong>di</strong>ente alla volontà paterna e alla tra<strong>di</strong>zione<br />

familiare, <strong>di</strong>sposta anche a rinunciare all’amore per Morten, <strong>di</strong>venta per lo stu<strong>di</strong>oso “forte<br />

negatrice <strong>di</strong> quegli stessi valori e <strong>di</strong> quello stesso passato che conosce tanto bene e nel cui<br />

solco sembra voler condurre la sua esistenza” 306 . Sottolinea inoltre che il suo richiamare il<br />

passato non assume per lei lo stesso valore del padre, ma la trasforma in<br />

ferrea vestale della memoria perché in tal modo può portare alla luce anche<br />

l’elemento mortifero annidato nella pia devozione ai valori del ricordo e mettere in<br />

atto una strategia coerente che rivela l’insensatezza e l’insostenibilità dei valori e dei<br />

princìpi in base ai quali l’esistenza dei Buddenbrook si perpetua attraverso le<br />

generazioni 307 .<br />

Il critico interpreta allora il ruolo centrale <strong>di</strong> Tony nella narrazione e la sua fitta presenza<br />

nel romanzo come segnale in<strong>di</strong>catore della sua piena consapevolezza dell’inesorabile fine<br />

che minaccia la famiglia, e sostiene che Tony “è in fondo convinta che tale fine vada<br />

affrettata piuttosto che procrastinata” 308 . Ne deriva che la sua partecipazione al processo<br />

<strong>di</strong> decadenza è totale e assoluta. I fallimenti derivanti dalle scelte fatte in occasione dei<br />

matrimoni e dell’affare proposto al fratello vengono interpretati come volontari e non più<br />

casuali. Crescenzi prosegue nel suo ragionamento instaurando un parallelismo tra i fratelli<br />

della terza generazione. Thomas e Clara sono l’immagine del nichilista attivo, Christian è<br />

invece il corrispettivo <strong>di</strong> Tony 309 .<br />

305 Mann, Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, op. cit. p. 55, p. 28.<br />

306 ibid., p. 29<br />

307 ibid.<br />

308 ibid.<br />

309 ibid., p. 28<br />

153


Non si può negare, però, che la costanza che Tony <strong>di</strong>mostra per tutta la vita <strong>di</strong>viene<br />

proprio quell’elemento che le impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> guardare la realtà dei fatti e <strong>di</strong> staccarsi dal<br />

passato e <strong>di</strong>viene per Katrin Max il più chiaro sintomo della decadenza <strong>di</strong> Tony 310 .<br />

Lei, in altre parole, pretende col suo modo sempre uguale <strong>di</strong> agire e <strong>di</strong> adattarsi a tutte le<br />

situazioni, <strong>di</strong> riproporre il passato della sua famiglia. Vive il presente e si proietta al<br />

futuro rimanendo legata al passato, ma il fine che deve perseguire rimane lo stesso e<br />

trattandosi <strong>di</strong> una giusta causa è convinta che tutto debba andare per il meglio, se non al<br />

primo colpo, al secondo. Perciò Tony non si considera la causa del declino della famiglia.<br />

Se i matrimoni sono falliti è perché i mariti non erano degni e non si sono <strong>di</strong>mostrati<br />

all’altezza <strong>di</strong> sposare una Buddenbrook, non certo per colpa sua.<br />

Nel suo destino la sua storia rispecchia quin<strong>di</strong> i vari tasselli della decadenza familiare.<br />

Rimane il fatto che a <strong>di</strong>spetto delle rinunce, delle umiliazioni e delle prevaricazioni<br />

subite, lesive della sua persona, ma non della sua personalità, la sua identificazione con il<br />

nome e la <strong>di</strong>tta Buddenbrook è integrale:<br />

[… ] Frau Antonie war gewillt, den Kopf hoch zu tragen, solange sie über der Erde<br />

weilte und Menschen auf sie blickten. Ihr Großvater war vierspännig über Land<br />

gefahren... 311 .<br />

I puntini sospensivi sono eloquenti: una Tony salda ai suoi principi, memore delle parole<br />

del padre, ma anche ingenua e inconsapevole, che si identifica con qualcosa che non c’è<br />

più, come se il mondo a cui fa riferimento esistesse solamente nella sua immaginazione:<br />

la realtà si trasforma in una sorte <strong>di</strong> mito, che è tale solo per lei.<br />

Per tutta la vita ha vissuto nel culto, prima del padre, poi del fratello Thomas, infine del<br />

piccolo Hanno, vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> tutti i capofamiglia-titolari della <strong>di</strong>tta effettivi o potenziali.<br />

Proprio per questo si può affermare che l’unico credo è il culto della famiglia, nella quale<br />

si identifica e si annulla.<br />

Tony sembra in tutto e per tutto un’attrice che segue un copione scritto unicamente per<br />

lei. Il labbro tremante, la testa in alto e buttata all’in<strong>di</strong>etro, il suo definirsi sciocca e oca<br />

310 Max, iedergangs<strong>di</strong>agnostik. Zur Funktion von Krankheitsmotiven in „Buddenbrooks“, op.<br />

cit. p. 145, p.256.<br />

311 GkFA Bd. 1.1, p. 833.<br />

154


per ben tre<strong>di</strong>ci volte 312 , il suo aderire ai valori della famiglia e il continuo affannarsi per il<br />

prestigio, la sua emozionalità: sono queste le principali caratteristiche del personaggio<br />

Antonie Buddenbrook che la rendono un’attrice <strong>di</strong> una “comme<strong>di</strong>a lacrimevole” 313 , come<br />

lei stessa definisce la situazione familiare.<br />

E’ attraverso la prospettiva femminile, dunque, che il presente elaborato ha cercato <strong>di</strong><br />

indagare la storia dei Buddenbrook seguendo le tappe dello sviluppo <strong>di</strong> Tony da ragazza a<br />

moglie a madre e cercando <strong>di</strong> analizzare come Tony si inserisce nella realtà borghese<br />

della Germania del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo.<br />

Tra i numerosi personaggi femminili creati da Thomas Mann, Tony si <strong>di</strong>fferenzia per il<br />

suo ruolo tutt’altro che secondario rispetto alla controparte maschile. Proprio per questo<br />

la sua storia apre interrogativi sui valori borghesi <strong>di</strong> cui si fa portatrice. Narrando le<br />

vicende matrimoniali e fornendo l’immagine <strong>di</strong> una Kindfrau Thomas Mann si inserisce<br />

quin<strong>di</strong> nel <strong>di</strong>battito sull’identità femminile e la conseguente emancipazione che attraversa<br />

la cultura europea alla fine dell’Ottocento e in modo particolare sulla crescente<br />

consapevolezza del <strong>di</strong>ritto delle figlie borghesi <strong>di</strong> una scelta d’amore personale e sentita.<br />

Buddenbrooks si conferma un romanzo dalla modernità senza tempo, che continua a<br />

suscitare interesse e offrire stimoli per molteplici letture; un interesse che inevitabilmente<br />

si estende alla figura femminile principale Antonie Buddenbrook che incarna l’essenza<br />

della famiglia. Proprio per l’accurato ritratto psicologico descritto abilmente da Thomas<br />

Mann e per il modo <strong>di</strong> affronatare la sua storia personale Tony è stata considerata „eine<br />

der genialsten Romanfiguren unserer modernen Literatur” 314 .<br />

312 Nel corso del romanzo Tony continua a definirsi un’oca <strong>di</strong>cendo che ha vissuto la vita e ha<br />

dovuto superare tante <strong>di</strong>fficoltà. Puntualmente, quando è chiamata a <strong>di</strong>re la sua, <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non<br />

essere più sciocca come era una volta. Ma si è visto che le situazioni cambiano e lei ricade negli<br />

stessi errori senza riflettere sul perché a lei capitano i colpi più duri del destino. La prima volta<br />

che si definisce tale è in compagnia <strong>di</strong> Morten all’età <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni; l’ultima volta proponendo<br />

l’affare a Pöppenrade a Thomas, dopo il fallimento dei due matrimoni.<br />

313 GkFA Bd.1.1, p. 661.<br />

314 Alexander Pache, Thomas Manns epische Technik in »Mitteilungen der literahistorischen<br />

Gesellschaft», 2, Bonn, 1907.<br />

155


156


ZUSAMMEFASSUG<br />

Wenn vom „großen Sohn“ der Stadt Lübeck gesprochen wird, meint man Thomas Mann,<br />

der für seinen ersten Roman Buddenbrooks. Verfall einer Familie, einen Lübecker<br />

Bürgerroman, den er mit nur zweiundzwanzig Jahren zu schreiben begann, im November<br />

1929 den Nobelpreis bekam. Es handelt sich um ein Werk der Weltliteratur, das der Autor<br />

nach drei Jahren Arbeit an den Verleger Samuel Fischer „ohne viel Hoffnung, ohne viel<br />

Verzweiflung” 315 schickte. Obwohl Fischer glaubte, dass es nicht zu viele Menschen gab,<br />

<strong>di</strong>e einen Roman solchen Umfangs lesen würden, wurde der Roman ein internationaler<br />

Erfolg und ist noch heute ,,einer der meist gelesenen und bekanntesten Romane der<br />

neueren deutschen Literatur“ 316 . Weltweit zählt Buddenbrooks mit über zehn Millionen<br />

Exemplaren zu den bestverkauften deutschen Büchern aller Zeiten, ein Buch, das bis<br />

heute in rund vierzig Sprachen übersetzt wurde. Der Autor selbst kommentierte seinen<br />

Erfolg 1950:<br />

Denn wahrscheinlich sind und bleiben Buddenbrooks ‚mein‘ Buch, das mir<br />

aufgetragene und künstlerisch einzig wirklich glückliche, das immer gelesen werden<br />

wird 317 .<br />

Der Autor schildert in seinem weltberühmten Roman <strong>di</strong>e Geschichte der Familie<br />

Buddenbrook, eine Geschichte von Reichtum und Erfolg, aber auch von Verzicht und<br />

Dekadenz einer reichen kaufmännischen Familie über vier Generationen durch fast<br />

vierzig Jahre (von 1835 bis 1877). Obwohl <strong>di</strong>e Stadt Lübeck nie genannt wird, war <strong>di</strong>e<br />

Mehrheit der Lübecker mit dem Werk nicht zufrieden, weil sie sich durch <strong>di</strong>e<br />

humoristischen Schilderungen des Mitbürgers verspottet fühlten. Da Thomas Mann nicht<br />

nur seine eigene Familie, sondern auch Bürger weiterer Lübecker Familien beschreibt,<br />

glaubten bedeutende Personen der Hansestadt, sich in den Romanfiguren<br />

wiederzuerkennen. Deswegen kursierten zu jener Zeit mehrere Schlüssellisten.<br />

315 Mann, Ein achwort zu Buddenbrooks, 1905, a. a. O. S.9, S. 28-50.<br />

316 Müller, Thomas Mann Buddenbrooks 3, a. a. O. S.53, S. 7.<br />

317 Thomas Mann an Fer<strong>di</strong>nand Lion, Pacific Palisades, 27. Dezember 1950 in Hans Wysling/<br />

Marianne Fischer (Hg.), Dichter über ihre Dichtungen, Thomas Mann, Teil III: 1944-1955, a. a.<br />

O. S.4, S.260.<br />

157


Zweifellos sind in Buddenbrooks viele autobiographische Elemente enthalten: Personen,<br />

Orte und Erfahrungen, <strong>di</strong>e der Autor kannte. Er hat nie verheimlicht, dass er „<strong>di</strong>e<br />

Geschichte [s]einer eigenen Familie; als Milieu: [s]eine Heimatstadt“ 318 benutzt hat.<br />

In <strong>di</strong>eser Arbeit wird besonders <strong>di</strong>e Beschreibung der Figur Antonie Buddenbrook,<br />

genannt Tony, <strong>di</strong>skutiert. Wie andere Figuren im Roman hat sie auch ein reales Vorbild:<br />

Thomas Manns Tante Elisabeth Amalie Hyppolita Mann, geschiedene Elfeld,<br />

geschiedene Haag, <strong>di</strong>e ältere Schwester seines Vaters Thomas Johann Heinrich Mann,<br />

deren Lebensgeschichte von der Schwester Julia Mann in einem achtundzwanzig<br />

Seiten langen Brief übersandt wurde. Da der Schwester dessen bewusst war, dass der<br />

Roman ein Skandal werden könnte, bat sie den Bruder um Diskretion und Vorsicht. Er<br />

aber ignorierte <strong>di</strong>e Bitte der Schwester. Sie behielt mit ihrer Vermutung über <strong>di</strong>e<br />

Reaktionen der Familie Recht: „Ein trauriger Vogel, der sein eigenes Nest<br />

beschmutzt” 319 , ereiferte sich Friedrich Mann, der das Vorbild für den Neurotiker<br />

Christian Buddenbrook war; Tante Elisabeth meinte dass, sie „solch eine dumme<br />

Gans” 320 wie ihre Nachbildung Tony Buddenbrook nicht war. Aber in Wirklichkeit fand<br />

sie Gefallen an der Figur und ließ sich mit Stolz „Tante Tony“ nennen. Um Verständnis<br />

für das Schicksal Tonys zu haben, ist es hilfreich, <strong>di</strong>e Geschichte ihres Vorbildes zu<br />

kennen. Wenn man <strong>di</strong>e beiden Geschichten vergleicht, überrascht es, dass Thomas Mann<br />

manche charakterlichen Eigenschaften sogar wörtlich übernommen hat. Deshalb werden<br />

in <strong>di</strong>eser Arbeit <strong>di</strong>e Lebensläufe beider gegenübergestellt, um zu erfahren, wie Thomas<br />

Mann Realität in Fiktion umsetzt. Aus <strong>di</strong>esem Grund werden bekannte und neue<br />

Einzelheiten aus dem Leben Elisabeth Manns öffentlich gemacht, wie zum Beispiel das<br />

Verhältnis mit Esslingen am Neckar, das Karsten Blöcker untersucht hat 321 . Durch <strong>di</strong>e<br />

Lektüre und mit der Beschäftigung der Figur der Tante Elisabeth erfährt der Leser, dass<br />

<strong>di</strong>e Hauptfigur <strong>di</strong>eser Arbeit sehr „stürmisch“ ist.<br />

318 Mendelssohn, Der Zauberer. Das Leben des Schriftstellers Thomas Mann. Erster Teil 1875–<br />

1918, a. a. O. S. 14, S.393.<br />

319 Matthes, Friedrich Mann, oder, Christian Buddenbrook: eine Annäherung, a. a. O.<br />

S.22, S.56.<br />

320 Wilpert, Die Rezeptionsgeschichte, a. a. O. S. 20, S. 322.<br />

321 Blöcker, Tony Buddenbrook in Esslingen am eckar: „Ach, es ist so hart und traurig!“, a. a.<br />

O. S.5, S.4.<br />

158


Tony Buddenbrook ist <strong>di</strong>e einzige Figur des Romans, <strong>di</strong>e von Anfang bis Ende der<br />

Romanhandlung präsent ist. Der Leser nimmt Teil an ihrer Geschichte und an ihrer<br />

Entwicklung vom kleinen achtjährigen Mädchen zu der fast fünfzig-jährigen, zweimal<br />

geschiedenen Frau, <strong>di</strong>e den Verfall der Familie miterleben muss. Obwohl der Autor<br />

plante, <strong>di</strong>e Figur des kleinen Hanno Buddenbrook zu gestalten, in der sich ein berühmtes<br />

Geschlecht von Kaufleuten selbst auslöscht, beschreibt er danach das Leben von vier<br />

Generationen, das als Vorgeschichte für <strong>di</strong>e Erzählung des kleinen Hanno gilt 322 . Es ist<br />

genau Tonys Schicksal, nicht das eines Kaufmanns (des Vaters oder des Bruders), das<br />

den Mittelpunkt der Familiengeschichte bis zur Geburt Hannos bildet. Besonders Tonys<br />

Erlebnisse und ihr Schicksal nehmen einen großen Teil des Romans ein und es gibt nur<br />

wenige Kapitel, an denen sie nicht teilhat. Durch ihre Geschichte, in der sie als zentrale<br />

Figur des Romans auftritt, kann der Leser <strong>di</strong>e Realität der Familie -einer bürgerlichen<br />

Familie- entdecken: Heiratspolitik, Ehre, Todesfälle, Reichtum, Kaufmannsmoral,<br />

Verzicht.<br />

Die Familie war <strong>di</strong>e zentrale Institution der bürgerlichen Gesellschaft in der damaligen<br />

Zeitepoche und ist damit vor allem bei den Buddenbrooks sehr wichtig. Aus <strong>di</strong>esem<br />

Grund, bevor der Blick auf <strong>di</strong>e Figur Tonys gerichtet wird, werden <strong>di</strong>e Merkmale der<br />

bürgerlichen Familie im 19. Jahrhundert dargestellt, besonders <strong>di</strong>e Ehe und <strong>di</strong>e Rolle der<br />

Frauen innerhalb des Familienlebens, da Tony Buddenbrook ein Mitglied einer<br />

bürgerlichen Familie ist. Innerhalb der Familie und Heiratspolitik gibt Mann damit ein<br />

genaues Bild des familiären bürgerlichen Lebens. Auch der Begriff der Liebe wird<br />

innerhalb <strong>di</strong>eses Gewebes benannt. Hillmann bezeichnet den Liebesbegriff zunächst<br />

allgemein als<br />

<strong>di</strong>e Fähigkeit des Menschen, in Verbindung mit Sympathie und Zuneigung intensive<br />

gefühlsmäßige, persönliche und positiv empfundene Beziehungen zu einem anderen<br />

Menschen entwickeln zu können 323 .<br />

In Wirklichkeit gab es im Laufe der Geschichte eine Revolution der Liebe, <strong>di</strong>e zu einer<br />

Veränderung der Ehe und des Heiratsverhaltens führte. Das Wort „Heirat“ kommt aus<br />

322 Mann, Rede und Antwort. Über eigene Werke, Hul<strong>di</strong>gungen und Kränze: Über Freunde,<br />

Weggefährten und Zeitgenossen, a. a. O. S.12, S.10.<br />

323 Hillmann (Hg.), Wörterbuch der Soziologie, a. a. O. S.41.<br />

159


dem germanischen „Hîwa“ und bedeutet Hausgemeinschaft. Die „Ehe“ stammt vom<br />

Mittelhochdeutschen „ewe“ oder „ewa“ ab, dem „Gesetz“. Demnach wird <strong>di</strong>e Ehe also als<br />

Gemeinschaft mit bestimmten Regeln und Gesetzen angesehen. Vor allem zwei Pole sind<br />

<strong>di</strong>e Topologie einer Ehe, <strong>di</strong>e sowohl <strong>di</strong>e Partnerwahl als auch <strong>di</strong>e eheliche Beziehung<br />

prägen: <strong>di</strong>e Vernunftheirat und <strong>di</strong>e Liebesheirat.<br />

Das Ideal der bürgerlichen Liebe ist <strong>di</strong>e „vernünftige“ Liebe, in der ökonomische Gründe,<br />

wirtschaftliche Interessen und Existenzsicherung im Vordergrund stehen. Die Motivation,<br />

eine Ehe einzugehen, hat das Ziel, den Besitz zu erhalten und Privilegien zu bekommen.<br />

Im Gegensatz zum Sohn befindet sich <strong>di</strong>e Tochter einer Familie nicht nur in psychischer<br />

sondern auch in materieller Abhängigkeit von ihrem Vater, da ihr <strong>di</strong>e Möglichkeit, einen<br />

Beruf auszuüben, nicht immer gegeben ist. Es war zu jener Zeit nicht ungewöhnlich, dass<br />

eine Frau einen ungeliebten Mann ehelichen sollte; es gab keine Wahl im eigentlichen<br />

Sinne; ohne Bewilligung des Vaters durfte eine Tochter damals normalerweise nicht<br />

heiraten. Eine standesgemäße und vorteilhafte Ehe und eine ,,gute Partie“ zu machen war<br />

das Ziel, wenn man zu heiraten beabsichtigte, um das Ansehen der Familie zu fördern und<br />

ihren Rang zu bekräftigen. Auch der Sohn sollte eine sorgfältige Wahl treffen, da <strong>di</strong>e<br />

zukünfte Frau bzw. Schwiegertocher mit ihrer Mitgift oder mit einem späteren Erbe das<br />

Familienvermögen stärken sollte.<br />

Im 20. Jahrhundert stehen <strong>di</strong>esem Familienideal genau entgegengesetzte Motivationen<br />

gegenüber: <strong>di</strong>e Basis und Ausrichtung einer Ehe ist <strong>di</strong>e Liebe und es entwickelt sich eine<br />

In<strong>di</strong>vidualisierung der Partnerwahl.<br />

In einem nächsten Schritt soll betrachtet werden, welche Rolle <strong>di</strong>e Frau nach der Heirat<br />

innerhalb der neuen Familie hat. Das gesellschaftliche Bild der Frau erlebt vom 17. bis<br />

ins 19. Jahrhundert einen fundamentalen Wandel, im Zuge dessen eine Frau aus der<br />

öffentlichen Gesellschaft gänzlich verbannt wird. Es handelt sich um unterschiedliche<br />

und starr definiert Rollenmodelle. Auf der einen Seite repräsentiert der Mann <strong>di</strong>e Familie<br />

nach außen und der Haushalt wird patriarchalisch geführt; auf der anderen Seite ist <strong>di</strong>e<br />

Frau verantwortlich für <strong>di</strong>e Organisation des Haushalts und <strong>di</strong>e Kindererziehung. Beide<br />

haben Teil an der Haushaltsorganisation, wobei <strong>di</strong>e Rolle des Mannes vor allem mit<br />

„Produktion“ und <strong>di</strong>e Rolle der Frau mit „Reproduktion“ benannt werden kann. Die<br />

beiden Rollen können demnach so zusammengefasst werden:<br />

Das Weib hat <strong>di</strong>e Bestimmung der Mutterschaft, der Ernährung [...], der Pflege und<br />

Behütung des Kindes, der Sorge für dessen gesunde, körperliche Entwicklung und<br />

160


für <strong>di</strong>e Erziehung der geistigen und sittlichen Anlagen. [...] Der Mann hat andere<br />

Ziele und Pflichten, deshalb auch andere Anlagen; des Weibes Leben ist <strong>di</strong>e Familie,<br />

des Mannes Leben ist <strong>di</strong>e Welt. 324<br />

Für den klassischen bürgerlichen Mann traten nun Attribute wie Macht, Intelligenz,<br />

Tüchtigkeit, Unternehmergeist in den Vordergrund, und der klassichen Rolle der Frau<br />

wurden Eigenschaften wie Nächstenliebe, Liebenswür<strong>di</strong>gkeit, Dankbarkeit, und Treue<br />

zugeordnet. Ein Mann ist bestimmt von Rationalität und Objektivität, eine Frau von<br />

Emotionalität und Subjektivität.<br />

Nach einem Überblick über <strong>di</strong>e Mann-Frau-Beziehung und <strong>di</strong>e Veränderung innerhalb<br />

der Ehe, stellt sich <strong>di</strong>e Frage, inwiefern Tony Buddenbrook ein typisches Frauenbildnis<br />

der deutschen Spätbürgerlichkeit darstellt.<br />

Da ihre Liebesverhältnisse <strong>di</strong>ejenige anderer weiblicher Figuren der Literatur ins<br />

Gedächtnis rufen, spricht man auch über „Tony Buddenbrooks literarische Schwestern“.<br />

Aus <strong>di</strong>esem Grund folgt ein Vergleich mit Theodor Fontanes Effi Briest, Gustave<br />

Flauberts Madame Bovary und Lev Tolstojs Anna Karenina, <strong>di</strong>e exemplarisch als<br />

literarische Vorgängerin herangezogen werden. Es ist vor allem <strong>di</strong>e deutsche Figur, <strong>di</strong>e<br />

oft als Vorbild benutzt wird und Thomas Mann hat nie verhehlt, von Theodor Fontane<br />

beeinflusst worden zu sein 325 , in dessen Romanen viele Frauenschicksale vorgestellt<br />

werden.<br />

In Wirklichkeit weicht <strong>di</strong>e Gestalt Tonys in der Tra<strong>di</strong>tion weiblicher Romanfiguren des<br />

19. Jahrhunderts ab, weil sie ein Bewusstsein zeigt, das bei anderen Figuren nicht<br />

anwesend war: sie akzeptiert ihr Schicksal und sie lebt mit Stolz ihr Leben als Mitglied<br />

der Familie Buddenbrook. Es ist deutlich, dass bei ihr <strong>di</strong>e Grenze zwischen Opfer und<br />

Täter schmal geworden ist.<br />

324 Hermann Klencke, Die Mutter als Erzieherin ihrer Töchter und Söhne zur physischen und<br />

sittlichen Gesundheit vom ersten Kindesalter bis zur Reife. Ein praktisches Buch für <strong>di</strong>e<br />

deutsche Frau, Leipzig, Kummer 1875.<br />

325 „Ich glaube meine frühen Arbeiten waren mehr von Theodor Fontane beeinflusst […] als von<br />

irgendeinem anderen Schriftsteller“. Zitiert nach: Interview mit der Zeitschrift John O‘ London‘s<br />

Weekly, 17.10.1931, unter dem Titel Thomas Mann at Home In: Ralf Harslem, Thomas Mann<br />

und Theodor Fontane. Untersuchungen über den Einfluss Theodor Fontanes auf das<br />

erzählerische Werk von Thomas Mann, a. a. O. S.47, S. 217.<br />

161


Das bedeutendste Merkmal für <strong>di</strong>e Figur Tonys ist ihr Tra<strong>di</strong>tionsbewusstsein und ihr<br />

Pflichtgefühl gegenüber Familie und Firma. Diese Gefühle werden besonders in der<br />

Darstellung ihrer Beziehungen zu Männern deutlich; deshalb wird ihre Liebessehe mit<br />

einer Analyse der Episoden mit Morten Schwarzkopf und ihre Ehen mit Grünlich und<br />

Permaneder sowie <strong>di</strong>e Verbindung ihrer Tochter Erika mit Weinschenk untersucht.<br />

Anhand <strong>di</strong>eser Episode kann der Leser Überlegungen anstellen, wie <strong>di</strong>e Figur Tonys im<br />

Roman dargestellt wird und wie <strong>di</strong>e Personen in ihrer Umgebung sie wahrnehmen. Der<br />

Leser möchte verstehen, inwiefern <strong>di</strong>e Zugehörigkeit zur Familie ihre Wahl bestimmt und<br />

wie sie ihre Rolle ausübt. Es könnte ein Vergleich <strong>di</strong>eser Opfer-Täter-Grenze in der<br />

Gegenüberstellung mit der Frau-Mann-Grenze stattfinden. Ist sie als Frau immer Opfer?<br />

Ist jede ihre Wahl durch <strong>di</strong>e bürgerliche Mentalität dominiert oder existiert auch für Tony<br />

ein gewisser Handlungsspielraum?<br />

Wie andere bürgerliche Töchter <strong>di</strong>eser Zeit geht Tony eine sogenannte Vernunftheirat ein.<br />

Sie bestätigt <strong>di</strong>e Tendenz der Familie. Im Roman selbst existiert ein anderes Buch, das <strong>di</strong>e<br />

vollstän<strong>di</strong>ge Geschichte der Familie enthält, <strong>di</strong>e <strong>di</strong>e Leser ansonsten nicht kennen<br />

könnten. Beim Lesen <strong>di</strong>eser Seiten erfährt Tony, und der Leser mit ihr, dass jedes<br />

Mitglied eine Heirat für <strong>di</strong>e Familienpolitik eingegangen ist: <strong>di</strong>e meisten Ehen werden<br />

aufgrund materieller Interessen geschlossen. Der Großvater Johann Buddenbrook liebte<br />

seine erste Gattin, <strong>di</strong>e Tochter eines Bremer Kaufmannes tatsächlich und mit ihr hat er<br />

„L’année la plus heureuse de [sa] vie 326 “ verbracht; aber seine geliebte Frau starb und er<br />

heiratete Antoinette Duchamps, <strong>di</strong>e Tochter einer reichen und hochangesehenen<br />

Hamburger Familie; der Vater Jean Buddenbrook heiratete auf den Rat seines Vaters hin<br />

<strong>di</strong>e Tochter des reichen Krögers, <strong>di</strong>e durch ihre Mitgift der Firma einen stattlichen Betrag<br />

einbringen konnte; Thomas vergisst das Blumenmädchen Anna und kün<strong>di</strong>gt seine Heirat<br />

mit der Amsterdamer Millionärstochter, Gerda Arnoldsen an, <strong>di</strong>e durch ihre Mitgift<br />

Kapital – das wichtigste im Großbürgertum des 19. Jahrhunderts – in <strong>di</strong>e Familie bringt.<br />

Onkel Gotthold und Christian Buddenbrook, <strong>di</strong>e eine andere Wahl getroffen haben,<br />

werden von der Familie stark kritisiert und zurückgewiesen. Natürlich bietet <strong>di</strong>e<br />

Heiratspolitik der Buddenbrooks, <strong>di</strong>e aus arrangierten Ehen besteht, Stoff für<br />

Diskussionen.<br />

Wie schon gesagt folgt auch Tony <strong>di</strong>eser Heiratspolitik, jedoch gibt es einen Zeitpunkt in<br />

ihrem Leben, als sie bereit scheint, entgegen der Familientra<strong>di</strong>tion zu handeln. Dies<br />

326 GkFA Bd. 1.1, S. 60.<br />

162


geschieht, als sie den Me<strong>di</strong>zinstudenten Morten Schwarzkopf tritt, Sohn eines<br />

Lotsenkommandanten, der <strong>di</strong>e große Liebe ihres Lebens ist. Thomas Mann schreibt in<br />

seinen otizbücher:<br />

[…] Dies alles ist nur deshalb so ausführlich erzählt worden, weil es <strong>di</strong>e einzige, von<br />

ihrer Wiege bis zu ihrem Grabe <strong>di</strong>e einzige wirklich glückselige [korrigiert aus:<br />

„glückliche“] Stunde war, <strong>di</strong>e <strong>di</strong>esem anmutigen und gutherzigen Geschöpfe von<br />

Gott beschieden wurde 327 .<br />

Aber aufgrund des Standesunterschiedes darf sie den einzigen Mann, den sie jemals<br />

wirklich geliebt hat, nicht heiraten. Mit ihm sind auch <strong>di</strong>e einzigen Momente, in denen sie<br />

nicht als „Gans“ oder dumm behandelt wird, weil sie und der Leser durch Morten, der in<br />

Göttingen einer Burschenschaft angehört, <strong>di</strong>e politischen Ideen der Freiheit und <strong>di</strong>e<br />

liberalen Standpunkte des Bürgertums gegenüber Adel und patrizischem Bürgertum<br />

erfahren kann.<br />

Doch der Vater bestimmt, dass es keinen Raum für ein persönliches Glück im Leben<br />

einer Buddenbrook gibt 328 . Das bedeutet, dass Tony als Person sekundär gegenüber ihrer<br />

sachlichen Funktion ist. Obwohl sie Morten nie vergessen hat und sie bis zu ihrem<br />

Lebensende immer wieder von ihm spricht, ohne explizit seinen Namen zu nennen,<br />

erscheint er als Figur nie wieder, selbst obwohl er als Arzt für <strong>di</strong>e Familie nützlich sein<br />

könnte. Diese Überlegung führt zu der Folgerung, dass <strong>di</strong>e Figur Morten Schwarzkopfs in<br />

sich nicht vollstän<strong>di</strong>g ist, weil weder er zu Tony zurück geht, noch Tony ihn sucht, als<br />

alle ihre, für das Wohlbefinden der Familie gemachten Versuche gescheitert sind.<br />

Schließlich kann Tony dem Druck der Familie nicht standhalten. Obwohl sie sich in<br />

Morten verliebt und mehrere Gründe dafür hat, den Vorschlag abzulehnen, folgt sie den<br />

Wünschen des Vaters und freundet sich mit dem Gedanken an, einen wohlhabenden<br />

Mann zu heiraten und ein Leben in Luxus zu führen. Die Geschwin<strong>di</strong>gkeit jedoch, mit der<br />

Tony auf Morten verzichtet, zeigt wie stark und wie wichtig Familientra<strong>di</strong>tion für sie ist.<br />

Sie wusste von Kindheit an, was sie im Leben erwartete – so, wie sie einmal ihren<br />

Kolleginnen im Pensionat von Sesemi Weichbrodt berichtete:<br />

327 GkFA, Bd. 1.2, S. 278-279.<br />

328 „[…] Wir sind, meine liebe Tochter, nicht dafür geboren, was wir mit kurzsichtigen Augen für<br />

unser eigenes, kleines, persönliches Glück halten, denn wir sind nicht lose, unabhängige und für<br />

sich bestehende Einzelwesen, sondern wie Glieder in einer Kette […]“. GkFA Bd. 1.1, S. 160.<br />

163


Ich werde natürlich einen Kaufmann heiraten, […] Er muß recht viel Geld haben,<br />

damit wir uns vornehm einrichten können; das bin ich meiner Familie und der Firma<br />

schul<strong>di</strong>g, […] Ja, ihr sollt sehn, das werde ich schon machen 329 .<br />

Sie weiß, was sie ihrem guten Namen schul<strong>di</strong>g ist. Von klein auf hatte das Repräsentieren<br />

ihrer Familie oberste Priorität für Tony und sie ist sehr stolz darauf, ihrer Familie in<br />

<strong>di</strong>eser Art und Weise <strong>di</strong>enen zu dürfen. Jetzt, wo auch der Leser Morten kennt, kann man<br />

über einen völligen Verzicht im Namen der Familie sprechen. Natürlich ist Tony Opfer<br />

der Mentalität ihrer Zeit, der Unterschied jedoch liegt darin, dass sie als Opfer zu<br />

etikettieren zu einfach wäre, da <strong>di</strong>e bürgerlichen Normen von der Tochter verinnerlichtet<br />

werden: <strong>di</strong>ese Mentalität wird ihre Lebensweise, ihre Weltanschauung. Genau deshalb<br />

heiratet sie auf Drängen ihres Vaters den Unternehmer Ben<strong>di</strong>x Grünlich aus Hamburg,<br />

der zuvor längere Zeit um sie geworben hatte, obwohl er für sie „albern“ 330 , und „ein<br />

goldgelber Backenbart“ 331 ist. Das allseitige Werben um ihr „Jawort“ fühlt sie als Zeichen<br />

der „Wichtigkeit ihrer Person“ 332 . Sein Alter ist nicht wichtig, weil er eine „gute<br />

Partie“ 333 ist und es liegt kein Problem darin, dass <strong>di</strong>e Tochter ihn nicht liebt: Liebe<br />

zwischen den beiden würde sowieso erst „mit der Zeit“ 334 entstehen. Aber trotz einer<br />

Tochter wird <strong>di</strong>ese Liebe nie erblühen und <strong>di</strong>e Ehe wird wegen des schlimmsten<br />

Ereignisses für einen Kaufmann aufgelöst: Bankrott.<br />

Die Episode zwischen Jean und Tony reißt <strong>di</strong>e Grenze zwischen der Beziehung Vater-<br />

Tochter nieder, da der Vater seinen Fehler und seine Schwäche erkennt: <strong>di</strong>e Heirat der<br />

Tochter mit Grünlich hat sich als Betrug erwiesen. Vom Anfang an war der Agent<br />

Grünlich nicht an Tony, sondern an ihrer Mitgift interessiert. Die Erwartungen, <strong>di</strong>e <strong>di</strong>e<br />

Familie in <strong>di</strong>eser Ehe gesetzt hatte, haben sich nicht erfüllt. Natürlich stellt <strong>di</strong>e<br />

Ehescheidung einen schmerzlichen und harten Schlag für <strong>di</strong>e Familie und einen<br />

spannenden Klatsch in der Stadt dar.<br />

Sie ist sich dessen bewusst, dass sie mit ihrer Rückkehr nach Hause das Ansehen der<br />

Familie geschä<strong>di</strong>gt hat; von nun an ist ihr einziger Gedanke, sich so schnell wie möglich<br />

329 GkFA Bd.1.1, S.97.<br />

330 GkFA Bd.1.1, S.107.<br />

331 GkFA Bd.1.1, S.113.<br />

332 GkFA Bd.1.1, S.117.<br />

333 GkFA Bd.1.1, S. 122.<br />

334 GkFA Bd.1.1, S.113.<br />

164


neu zu verheiraten, um <strong>di</strong>e Schmach der ersten Ehe und <strong>di</strong>e damit verbundene Schande<br />

für <strong>di</strong>e Familie wieder wett zu machen, ihre Verfehlung und ihr Versagen zu korrigieren.<br />

Sie – und nicht der Vater – behauptet, dass sie etwas machen soll, „[um den] Flecken in<br />

unserer Familiengeschichte“ 335 zu löschen. Aus <strong>di</strong>esem Grund heiratet sie den Münchner<br />

Hopfenhändler Alois Permaneder, obwohl der Leser weiß, dass sie ihn nicht liebt und<br />

sich für ihn bei ihrer Familie schämt. Aber in <strong>di</strong>esem Fall ist sie selbst es, <strong>di</strong>e entscheidet<br />

und nicht ihre Familienmitglieder, <strong>di</strong>e sie zwingen. Für den Bruder und <strong>di</strong>e Mutter stellt<br />

Permaneder eine Möglichkeit dar, <strong>di</strong>ese Möglichkeit hat Tony sich selbst gegeben, als sie<br />

mit dem Freund zu Hause bei der Familie sprach. Wie Ida Jungmann ihr sagte, hätte sie<br />

ihn früher wegschicken sollen. Es handelt sich ein weiteres Mal nicht um eine Hochzeit<br />

aus Liebe, sondern wie Tony selbst zugibt: „ist gar nichts Festliches und Freu<strong>di</strong>ges, und<br />

um mein Glück handelt es sich eigentlich gar nicht dabei“ 336 . So beginnt sie ein neues<br />

Leben mit ihrer Tochter Erika in Bayern. Kurz nach der Eheschließung setzt sich<br />

Permaneder mit Tonys Mitgift zur Ruhe. Tony fühlt sich in München – so weit weg von<br />

ihrer geliebten Heimatstadt, wo jeder weiß, wer sie ist – wie eine Fremde, eine<br />

Außenseiterin. Sie fremdelt mit dem bayerischen Dialekt und der Mentalität der Bayern.<br />

Aber traurige Zeiten kommen erst noch, als ihr Baby kurz nach der Geburt stirbt und sie<br />

den betrunkenen Permaneder nachts in flagranti mit der Köchin Babette erwischt. Aus<br />

<strong>di</strong>esem Grund wird nun auch Tonys zweite Ehe geschieden mit Niederlage und<br />

Demütigung für Tony. Somit kann Tony auch mit <strong>di</strong>eser Ehe ihrer Familie keinen Vorteil<br />

verschaffen und muss nun damit leben, dass es ihr nicht vergönnt war, ihrer Bestimmung<br />

und Pflicht zu folgen und ihrer Familie durch eine vorteilhafte und vornehme<br />

Vernunftehe Glanz und Würde zu verleihen.<br />

Es wird behauptet, dass sie noch eine „dritte Ehe“ geführt habe, nämlich <strong>di</strong>e ihrer Tochter<br />

Erika mit dem Unternehmer Hugo Weinschenk, <strong>di</strong>e wie in Tra<strong>di</strong>tion der Buddenbrooks<br />

statt findet. Obwohl sie <strong>di</strong>eses Mal nur <strong>di</strong>e Brautmutter ist, ist Tony <strong>di</strong>e „eigentliche<br />

Braut“ 337 . Sie „brach, überwältigt von Vergangenheit, Gegenwart und Zukunft, in lautes<br />

Weinen aus- es war noch immer ihr unbedenkliches und unverhohlenes<br />

Kinderweinen“ 338 , weil alles nach ihrem Willen geschah. Sie hofft, nun endlich einen<br />

335 GkFA Bd.1.1, S. 255.<br />

336 GkFA Bd.1.1, S. 373-374.<br />

337 GkFA Bd.1.1, S. 489.<br />

338 GkFA Bd.1.1, S.490.<br />

165


eichen Haushalt verwalten und ein Leben in Luxus führen zu können. Aller<strong>di</strong>ngs jedoch<br />

soll auch <strong>di</strong>ese Ehe nicht von Erfolg gekrönt sein, da Weinschenk schließlich wegen<br />

Veruntreuung zu einer mehrjährigen Haftstrafe verurteilt wird. Noch einmal wiederholt<br />

sich Tonys Geschichte, und wie früher ihr Vater, rät sie <strong>di</strong>esmal der Tochter zur<br />

Scheidung und auch Erika willigt in <strong>di</strong>e Scheidung ein. Aber anders als <strong>di</strong>e Mutter hat<br />

Erika nicht <strong>di</strong>e Möglichkeit, <strong>di</strong>e Schande der Familie durch eine neue Heirat<br />

auszulöschen, denn Weinschenk setzt sich nach seinem Gefängnisaufenthalt ab.<br />

Mit der Analyse <strong>di</strong>eser Liebeserfahrungen sollte hier untersucht und verstanden werden,<br />

ob Tony ein Opfer der Umstände ist oder nicht. Ist alles nur Unglück? Um eine mögliche<br />

Antwort geben zu können, wurde hier ihre Position gegenüber den Männern ihres Lebens<br />

geprüft: der Vater, der Bruder und <strong>di</strong>e beiden Ehemänner. Ihre Position im Laufe der<br />

Handlung wechselt: sie steht nicht immer nur in einer untergeordneten Stellung, sondern<br />

auch in einem freieren Verhältnis zur patriarchalischen Autorität. Zu Beginn empfindet<br />

sie für den Vater aufgrund seiner Machtstellung in der Stadt und seiner strengen und<br />

frommen Tüchtigkeit mehr ängstliche Ehrfurcht als Zärtlichkeit, aber durch <strong>di</strong>e Episode<br />

mit Grünlich wechselt <strong>di</strong>e Vater-Tochter Beziehung, da Stolz und Rührung <strong>di</strong>e Tochter<br />

erfüllen, als der Vater sie mit einem vertrauten und ernsten Gespräch über <strong>di</strong>ese Sache<br />

wür<strong>di</strong>gt. Der Vater verdoppelt, wegen seiner Schuld, <strong>di</strong>e Liebe für <strong>di</strong>e Tochter.<br />

Die Liebe, <strong>di</strong>e sie für den Vater empfindet, wird auf den Bruder gerichtet, seine Rolle als<br />

Familienoberhaupt jedoch ist nicht so stark für sie wie <strong>di</strong>ejenige des Vaters. Tony und<br />

Thomas sind nicht völlig abhängig, sondern arbeiten beide für das Prestige der Familie<br />

zusammen: sie treibt Thomas zur Kan<strong>di</strong>datur als Senator, sie spornt ihn an zum Bauen<br />

eines repräsentablen Haus, sie entscheidet, ein zweites Mal zu heiraten, sie unterbreitet<br />

ihm den Vorschlag, <strong>di</strong>e Pöppenrader Ernte auf dem Halm zu kaufen, sie setzt sich dem<br />

Verkauf des Hauses entgegen. Manchmal gibt es fast eine Gleichheit, eine<br />

Ebenbürtigkeit, manchmal ist Tony sogar stärker in den Werten der Familie verwurzelt.<br />

Gegenüber den Ehemännern zeigt Tony Anspruch auf Vornehmheit und luxuriöses<br />

Leben, und das Interesse, in der Gesellschaft hervorzuragen. Ohne Angst zu haben,<br />

streitet sie mit ihren Männern: aber bei Grünlich ist sie noch zu jung und kann von dem<br />

Vater unterstützt werden; bei Permaneder ist sie nicht mehr „eine Gans“, ihre Figur<br />

überwindet <strong>di</strong>e flache Figur des Mannes und sie geht zurück nach Lübeck.<br />

Ein weiterer Schritt der hier vorliegenden Arbeit ist <strong>di</strong>e Analyse des Verfallprozesses der<br />

Familie. Die Geschichte der Familie, für welche Tony immer gekämpft hat, zumindest in<br />

ihrem Bereich als Frau auf der Suche nach einem wohlsituierten Ehemann, ist eine<br />

166


Verfallgeschichte. So muss mit einer Analyse der wichtigsten Aspekte ihres Lebens<br />

automatisch der Verfall der Familie besprochen werden. Die Hinweise auf den<br />

bevorstehenden Verfall der Familie, der sich auf mehreren Ebenen vollzieht, sind<br />

zahlreich.<br />

Der Verfall spielt im Roman eine große Rolle; <strong>di</strong>eses Wort findet sich bereits im<br />

Untertitel des Romans, der anfangs Abwärts heißen sollte. Es gibt viele Episoden und<br />

Details, <strong>di</strong>e Anzeichen für den Prozess des Verfalls sind. Es handelt sich um eine<br />

familiäre, wirtschaftliche, gesundheitliche und psychologische Dekadenz: <strong>di</strong>e Geschichte<br />

einer bürgerlichen Familie, <strong>di</strong>e nicht mit Glanz und Erfolg endet, sondern mit ihrem<br />

Verfall.<br />

Der Autor hat <strong>di</strong>e Begriffe Décadence und Degeneration von Bourget und Nietzsche<br />

übernommen. Es findet ein Wachstum der Vergeistigung statt, <strong>di</strong>e durch eine wachsende<br />

Beschäftigung mit geistigen Dingen festzustellen ist, eine finanzielle Schwächung der<br />

Firma Buddenbrook und ein Abfall der körperlichen Vitalität. Krankheiten besitzen nicht<br />

nur einen biologischen, in<strong>di</strong>viduell psychologischen und kulturgeschichtlichen, sondern<br />

ebenfalls einen familiengeschichtlichen Sinn. Auf psychischer Ebene lässt sich von<br />

Generation zu Generation eine Zunahme an Selbstreflexivität erkennen und es gibt<br />

schlussendlich einen Zusammenbruch des Lebenswillens. Thomas Mann wollte le<strong>di</strong>glich<br />

das „Leiden und Zerbrechen eines sensiblen Helden am Leben in seiner höhnischen Härte<br />

und Gewöhnlichkeit“ 339 darstellen. Zweifellos zeigen Männer in ihren Körpern mehrere<br />

schwache Zeichen als Frauen.<br />

Nach der Beobachtung der Zeichen der Dekadenz bei den Mitgliedern der Familie wird<br />

<strong>di</strong>e Aufmerksamkeit auf Tony gerichtet. Zum Abschluss soll <strong>di</strong>e Frage beantwortet<br />

werden, welche Rolle ihr in dem Verfallprozess zugeteilt wird.<br />

Tony unterscheidet sich in ihrer Position nicht nur von den Männern des Romans sondern<br />

auch von den anderen Frauen. Sie ist <strong>di</strong>e vitalste Figur der jüngeren Generation und<br />

obwohl sie häufig an Bauchschmerzen leidet und ein Nervenleiden hat, hat sie sich in den<br />

Jahren nicht sehr stark verändert.<br />

Ein Merkmal, das immer hervorsticht, ist ihre Konstanz. Der Leser ist angehalten zu<br />

glauben, dass ihre Kennzeichnung als „Gans“, als dumm und <strong>di</strong>ckköpfig, ihr Geheimnis<br />

ist, um <strong>di</strong>e Dekadenz zu überwinden. In Wahrheit hat keine andere Figur im Roman so<br />

viele Schicksalsschläge zu bewältigen wie sie. Laut Keller:<br />

339 Müller, Thomas Mann Buddenbrooks, a. a. O. S.53, S.11.<br />

167


Bestimmend für ihr Schicksal ist ihr Familiensinn, das <strong>di</strong>e oberste Priorität für sie<br />

hat. Für Thomas hatte <strong>di</strong>e Zugehörigkeit zu den Buddenbrooks <strong>di</strong>e Bedeutung einer<br />

Rolle, <strong>di</strong>e er bewusst zu spielen unternahm. Für Christian ist sie eine Last, deren er<br />

sich zu entle<strong>di</strong>gen versucht. Tony sieht darin den Sinn ihres Lebens 340 .<br />

Nach ihren beiden Scheidungen behauptet sie zwar gern, sie sei jetzt „keine Gans“ mehr,<br />

sondern „eine vom Leben gestählte Frau“ 341 , und sie hätte gelernt, „<strong>di</strong>e Wahrheit zu<br />

ertragen“ 342 . Doch so erwachsen wie sie sich hier selbst sieht, ist sie niemals geworden.<br />

Auch ihren Hang zu dramatischen Szenen, <strong>di</strong>e sie stets mit ihrem lauten und<br />

hemmungslosen Kinderweinen untermalt, konnte sie in all den Jahren nicht ganz ablegen.<br />

Wie reagiert sie auf ihr Schicksal? Sie, <strong>di</strong>e sich nach relativ kurzer Zeit auch in der Rolle<br />

einer geschiedenen Frau, der vom Schicksal übel mitgespielt und <strong>di</strong>e von den Männern<br />

nur benutzt und betrogen wurde, recht gut gefällt, versucht, auch <strong>di</strong>eser Rolle und deren<br />

Anforderungen gerecht zu werden. Auch <strong>di</strong>ese Aufgabe füllt sie voll und ganz aus. Dank<br />

<strong>di</strong>eser Eigenschaft kann sie sich immer wieder den neuen Umständen anpassen.<br />

Ihre Konstanz jedoch wird ein zweischnei<strong>di</strong>ges Schwert: auf der einen Seite führt sie sie<br />

immer weiter, mit der Hoffnung, etwas Positives für <strong>di</strong>e Familie zu erbringen, auf der<br />

anderen Seite bewirken all ihre Mühen nichts Positives. Die Identifikation ihrer selbst mit<br />

der Vergangenheit ihrer Familie wird zu einem persönlichen Mythos: sie bleibt allein, um<br />

zu kämpfen. Der Autor behauptet: „Sie, Antonie Buddenbrook, […] war von der<br />

Geschichte ihrer Familie durchdrungen“ 343 , das heißt, dass es sie ist, „welche sich am<br />

treusten und hingebendsten mit den Familienpapieren beschäftigte“ 344 bis ans Ende ihrer<br />

Tage. Aber in ihrem Kampf hat <strong>di</strong>e Dekadenz ihren Lauf genommen. Deshalb kann man<br />

sagen, dass sie mit ihrem Schicksal den Verfallprozess der Familie beschleunigt hat, weil<br />

<strong>di</strong>e harten Schläge von ihr versetzt sind. Mit Worten hat sie das Beste aus ihrem Leben<br />

gemacht, um ihre Rolle perfekt zu erfüllen, das heißt dem Familienwappen Ehre zu<br />

geben, einem Wappen, dessen „unregelmäßig schraffierte Fläche, ein flaches Moorland<br />

340 Keller, Die Figuren im Verfall in : Ken Moulden und Gero von Wilpert (a cura <strong>di</strong>),<br />

Buddenbrooks- Handbuch, a. a. O. S.82, S.183.<br />

341 GkFA, Bd. 1.1, S. 645.<br />

342 GkFA Bd.1.1, S.753.<br />

343 GkFA Bd.1.1, S.115.<br />

344 GkFA Bd. 1.1, S. 524.<br />

168


mit einer einsamen und nackten Weide am Ufer“ 345 schon ein Bild der zukünftigen<br />

Dekadenz ist. Mit Taten konnte sie das nicht schaffen und alles hat sich damit zu dem<br />

genauen Gegenteil des erstrebten Ziels geführt. Sie selbst erklärt sich für besiegt und<br />

gesteht ihrem Bruder ihr Scheitern:<br />

Alles ist fehlgeschlagen und hat sich zum Unglück gewandt, was ich unternommen<br />

habe … Und ich habe so gute Absichten gehabt, Gott weiß es!… Ich habe immer so<br />

innig gewünscht, es zu etwas zu bringen im Leben und ein bißchen Ehre einzulegen<br />

… Nun bricht auch <strong>di</strong>es zusammen. So muß es enden … Das Letzte... 346 .<br />

Aber sie hat nicht alles aus freien Stücken gemacht, weil sie ein Leben für das Wohl der<br />

Familie gelebt und ihren Glauben verinnerlichet hatte. Am Ende bleibt sie als zweimal<br />

geschiedene Frau mit einer ebenfalls geschiedenen Tochter zurück, <strong>di</strong>e durch ihre<br />

fehlinvestierten Mitgiften auch das Vermögen der Familie und Firma geschwächt hat.<br />

Aber sie bleibt nicht unberührt durch <strong>di</strong>ese Prozesse, <strong>di</strong>e ihre Familie wegreißen und in<br />

Folge daraus auch sie, als Glied einer Kette. Die verschiedenen Verfallsprozesse jedes<br />

Mitglieds bilden den ganzen Verfall der Familie Buddenbrook.<br />

Tony Buddenbrooks Seelenleben erscheint dem Leser den ganzen Roman hindurch wie<br />

ein offenes Buch. Sie hält sich mit keinem Gefühl zurück, jede Meinung wird<br />

ausgesprochen: bei Tony gibt es keine Geheimnisse. Ihre Konstanz und Naivität begleitet<br />

dem Leser zur Entdeckung der Geschichte der Familie Buddenbrook.<br />

Tony Buddenbrook scheint in ihrem Verhalten als Schauspielerin eines Drehbuches, das<br />

schon vor ihrer Geburt geschrieben war. Von klein auf empfindet Tony ihre Rolle in der<br />

Lübecker Gesellschaft wie „eine kleine Königin“ 347 .<br />

Sie ist aber natürlich eine Schauspielerin einer Familien-Saga, „einer rührseligen<br />

Komö<strong>di</strong>e“ 348 .<br />

345 GkFA Bd.1.1, S.74.<br />

346 GkFA Bd.1.1, S.609.<br />

347 GkFA Bd.1.1, S.70-71.<br />

348 GkFA Bd.1.1, S.661.<br />

169


170


APPEDICE ICOOGRAFICA<br />

Albero genealogico della famiglia Buddenbrook<br />

171


Lübeck teatro del romanzo Buddenbrooks<br />

172


Il viaggio da Lübeck a Travemünde<br />

Piantina <strong>di</strong> Travemünde con i luoghi del romanzo<br />

173


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,<br />

„Schlüssel“ del romanzo Buddenbrooks:<br />

corrispondenze tra i personaggi e i modelli reali<br />

174


Elisabeth Mann chiamata Tante Elisabeth,<br />

modello per la figura <strong>di</strong> Tony Buddenbrook<br />

175


Ernst Elfeld, primo marito <strong>di</strong> Elisabeth Mann<br />

176


Pubblicazione della sentenza <strong>di</strong>chiarativa <strong>di</strong> fallimento<br />

della <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> Ernst Elfeld nel registro delle imprese<br />

177


Protocollo del censimento della popolazione in data 1. Settembre 1862.<br />

Elisabeth Elfeld e i due figli sono registrati nella casa della Mengstraße<br />

178


Certificato anagrafico <strong>di</strong> cambio <strong>di</strong> residenza <strong>di</strong> Julia Mann nata Bruhn e dei figli.<br />

Trasferimento a Lübeck presso la Roeckstraße 7 il 28.01.1893<br />

Ritorno a München il 3.07.1893<br />

179


Elisabeth Mann e il secondo marito Gustav Adolf Haag<br />

180


Contratto matrimoniale tra Gustav Adolf Haag e Elisabeth Mann<br />

a Esslingen, 1. Gennaio 1867<br />

181


Elisabeth Mann con i figli Henry e Alice<br />

182


Estratto della lettera inviata da Julia Mann al fratello Thomas<br />

riguardo al trasferimento <strong>di</strong> Tante Elisabeth a Esslingen<br />

Appunti <strong>di</strong> Thomas Mann per il romanzo Buddenbrooks<br />

con i fatti principali del secondo matrimonio <strong>di</strong> Tony Buddenbrook<br />

183


184


RIFERIMETI BIBLIOGRAFICI<br />

Letteratura primaria<br />

Opere <strong>di</strong> Thomas Mann<br />

Mann, Thomas: Bilse und Ich, 1906 in Mann Thomas, Gesammelte Werke in dreizehn<br />

Bänden, Bd.X, Reden und Aufsätze 2. Frankfurt am Main, S. Fischer 1990, p. 9-22.<br />

Mann, Thomas: Briefe 1899-1955 und achlese, Erika Mann (a cura <strong>di</strong>), Frankfurt am<br />

Main, S. Fischer 1962-1965.<br />

Mann, Thomas: Briefe 1:1889-1913, Thomas Sprecher/Hans R. Vaget/Cornelia Bernini (a<br />

cura <strong>di</strong>), in Thomas Mann, Grosse kommentierte Frankfurter Ausgabe. Werke –Briefe–<br />

Tagebücher, Vol.21, Frankfurt am Main, S.Fischer 2002.<br />

Mann, Thomas: Briefe an Otto Grautoff 1894-1901 und Ida Boy- Ed 1903-1928, a cura <strong>di</strong><br />

Peter de Mendelssohn, Frankfurt am Main, S. Fischer 1975.<br />

Mann Thomas, Mann Heinrich: Briefwechsel 1900-1949, a cura <strong>di</strong> Hans Wysling,<br />

Frankfurt am Main, S. Fischer 1905.<br />

Mann, Thomas: Buddenbrooks, Kommentar, Eckhard Heftrich/ Stephan Stachorski (a<br />

cura <strong>di</strong>) in Thomas Mann, Grosse kommentierte Frankfurter Ausgabe. Werke –Briefe–<br />

Tagebücher, Bd.1.2, Frankfurt am Main, S. Fischer Verlag 2002.<br />

Mann, Thomas: Buddenbrooks, Text, Eckhard Heftrich/ Stephan Stachorski (a cura <strong>di</strong>) in<br />

Thomas Mann, Grosse kommentierte Frankfurter Ausgabe. Werke –Briefe– Tagebücher,<br />

Bd.1.1, Frankfurt am Main, S. Fischer Verlag 2002.<br />

Mann, Thomas: Das essayistische Werk, Bd. 8, Frankfurt am Main, S. Fischer 1968.<br />

Mann, Thomas: Der Wille zum Glück. Erzählungen 1893-1903, Frankfurt am Main,<br />

Fischer TB-Verlag 1994.<br />

Mann, Thomas: Die Ehe im Übergang. Brief an den Grafen Hermann Keyserling, in Graf<br />

Hermann Keyserling (a cura <strong>di</strong>), Das Ehe-Buch. Eine neue Sinngebung im<br />

Zusammenklang der Stimmen führender Zeitgenossen, Celle, Niels Kampmann 1925,<br />

pp.212-226.<br />

185


Mann, Thomas: Einführung in den Zauberberg für Studenten der Universität Princeton<br />

(1939) in Thomas Mann, Gesammelte Werke in dreizehn Bänden [GW], Bd. XI, Frankfurt<br />

am Main, S. Fischer 1974, pp. 602–616.<br />

Mann, Thomas: Ein achwort zu Buddenbrooks, 1905, in Thomas Mann, Reden und<br />

Aufsätze, Frankfurt am Main, S. Fischer Taschenbuch Verlag 1965.<br />

Mann, Thomas: Essays Band 2: Für das neue Deutschland 1919-1925, Frankfurt am<br />

Main, S. Fischer 1993.<br />

Mann, Thomas: Frühe Erzählungen 1893-1912, Terence J. Reed/Malte Herwig (a cura<br />

<strong>di</strong>), in Thomas Mann, Große kommentierte Frankfurter Ausgabe. Werke–Briefe–<br />

Tagebücher, Bd. 2.2, Frankfurt am Main, S. Fischer Verlag 2002, pp.222-242.<br />

Mann, Thomas: Gesammelte Werke in dreizehn Bänden, Frankfurt am Main, S. Fischer<br />

1974.<br />

Mann, Thomas: Lebensabriß, in Thomas Mann, Gesammelte Werke in dreizehn Bänden,<br />

Bd.XI, Frankfurt am Main, Fischer Taschenbuch 1974.<br />

Mann, Thomas: otizbücher 1-6, vol.1, Hans Wysling/Yvonne Schmidlin (a cura <strong>di</strong>)<br />

Frankfurt am Main, S. Fischer 1991.<br />

Mann, Thomas: Rede und Antwort. Über eigene Werke, Hul<strong>di</strong>gungen und Kränze: Über<br />

Freunde, Weggefährten und Zeitgenossen, Frankfurt am Main, S.Fischer 1984.<br />

Mann, Thomas: Reden und Aufsätze 3, in Thomas Mann, Gesammelte Werke in dreizehn<br />

Bänden, Bd. XI, Frankfurt am Main, S.Fischer 1990.<br />

Mann, Thomas: Romanzi. 1.I Buddenbrook; Altezza reale, a cura <strong>di</strong> Luca Crescenzi,<br />

Milano, Mondadori 2007.<br />

Mann, Thomas: Selbstkommentare Buddenbrooks, Hans Wysling (a cura <strong>di</strong>), Frankfurt<br />

am Main, S. Fischer 1990.<br />

Mann, Thomas: Über mich selbst. Autobiografische Schriften, Frankfurt am Main, S.<br />

Fischer 1994.<br />

186


Opere <strong>di</strong> altri autori<br />

Bourget, Paul: Essais de psychologie contemporaine, Milano, Bompiani E<strong>di</strong>tore 1947.<br />

Calvino, Italo: Perché leggere i classici, Milano, Oscar Mondadori 1995.<br />

Flaubert, Gustave: Madame Bovary, (tr. it. <strong>di</strong> Oreste del Buono), Milano, Garzanti 1965.<br />

Fontane, Theodor: Effi Briest, Stuttgart, Philipp Reclam 1969.<br />

Fontane, Theodor: Briefe in zwei Bänden, a cura <strong>di</strong> Gotthard Erler, 2 vol., München,<br />

Nymphenburger Verlagshandlung 1981.<br />

Mann, Heinrich: Ein Zeitalter wird besichtigt, Berlin, Aufbau 1947.<br />

Mann, Katja: Meine ungeschriebenen Memorien, Elisebeth Plessen/Michael Mann (a cura<br />

<strong>di</strong>), Frankfurt am Main, S.Fischer 1974.<br />

Mann, Julia: Ich spreche so gern mit meinen Kindern. Erinnerungen, Skizzen,<br />

Briefwechsel mit Heinrich Mann, Rosemarie Eggert (a cura <strong>di</strong>), Berlin, Aufbau<br />

Taschenbuch 1991.<br />

Mann, Julia: Tante Elisabeth, in: »Sinn und Form», 15, Nr. 2/3, 1963, pp. 482-496.<br />

Mann, Viktor: Wir waren Fünf: Bildnis der Familie Mann, Konstanz, Südverlag 1949.<br />

Morel, Béné<strong>di</strong>ct–Auguste: Traité des dégénérescences physiques, intellectuelles et<br />

morales de l'espèce humaine et des causes qui produisent ces variétés mala<strong>di</strong>ves, 2 vol.,<br />

Paris, Ballière 1857.<br />

Nietzsche, Friedrich Wilhelm: Concetto <strong>di</strong> decadenza (1888), Milano, Adelphi E<strong>di</strong>tore<br />

1967.<br />

Nietzsche, Friedrich Wilhelm: Frammenti (1886), Milano, Adelphi E<strong>di</strong>tore 1964.<br />

Nietzsche, Friedrich Wilhelm: Frammenti postumi 1887-1888, Milano, Adelphi 1985.<br />

Nietzsche, Friedrich Wilhelm: l’Anticristo, Male<strong>di</strong>zione del Cristianesimo, Milano,<br />

Adelphi 1970.<br />

187


Nietzsche, Wilhelm Friedrich: Vom utzen und achteil der Historie für das Leben.<br />

Unzeitgemässe Betrachtungen, Zweites Stück, in: Werke in zwei Bänden, vol. I, München,<br />

Carl Hanser Verlag 1967, pp. 113-174.<br />

Nietzsche, Wilhelm Friedrich: Werke in 3 Bänden, a cura <strong>di</strong> Karl Schlechta, vol. I,<br />

München, Hanser 1954, pp. 225-239.<br />

Schiller, Friedrich: Würde der Frauen, in Schiller Dramen und Werke, a cura <strong>di</strong> Deutsche<br />

Schillergesellschaft, Stuttgart, Kröner Verlag 1959.<br />

Schopenhauer, Arthur: L’arte <strong>di</strong> trattare le donne, a cura <strong>di</strong> Franco Volpi, Milano,<br />

Adelphi 2000.<br />

Schopenhauer, Arthur: Über <strong>di</strong>e Weiber, in Arthur Schopenhauer, Parerga und<br />

Paralipomena: kleine philosophische Schriften, Zürich, Haffmans Verlag 1988.<br />

Strauss, Lévi Claude: Le strutture elementari della parentela, a cura <strong>di</strong> Alberto M. Cirese,<br />

Milano, Feltrinelli 2003.<br />

Tolstoj, Lev Nikolaevic: Anna Karenina (tr. it. <strong>di</strong> Leone Ginzburg), Torino, Einau<strong>di</strong><br />

1946.<br />

Letteratura secondaria<br />

Bavaj, Ursula: La semantica dell’abbigliamento nei “Buddenbrook” <strong>di</strong> Thomas Mann,<br />

in »Esercizi <strong>di</strong> lettura», Viterbo, Sette Città 2005, p. 163-175.<br />

Beaton, Kenneth B.: Die Zeitgeschichte und ihre Integrierung im Roman in<br />

Buddenbrooks- Handbuch, Körner, Stuttgart 1988, pp. 201-211.<br />

Berti Enrico, Volpi Franco: Storia della filosofia Ottocento e ovecento, Roma-Bari,<br />

Laterza 1991.<br />

Blöcker, Karsten: Das „kleine Buddenbrookhaus“, das letzte Wohnhaus der Familie<br />

Mann in Lübeck, Roeckstraße 7, in »Lübekische Blätter», 158, (1993).<br />

Blöcker, Karsten: eues von Tony Buddenbrook. Über <strong>di</strong>e beiden Ehen der Elisabeth<br />

Mann, in Hans Wysling/ Thomas Sprecher/ Ruprecht Wimmer (a cura <strong>di</strong>), Thomas Mann<br />

Jahrbuch 17/2004, Frankfurt am Main, Vittorio Klostermann 2004, pp. 11-23.<br />

188


Blöcker, Karsten: Tatort Königstraße 5: „Die Sache mit Biermann“- ein Wirtschaftskrimi<br />

oder Tony Buddenbrooks dritte Ehe. In: »Der Wagen», Lübecker Beiträge zur Kultur und<br />

Gesellschaft, Lübeck, Hansiches Verlagskontor 2006, pp. 7- 26.<br />

Blöcker, Karsten: Tony Buddenbrook in Esslingen am eckar: „Ach, es ist so hart und<br />

traurig!“, Marbach/Neckar, Deutsche Schillergesellschaft 2002.<br />

Brandestini, Julika: Das Problem der Übersetzung von Dialektpassagen. Italienische<br />

Übersetzungen der Buddenbrooks von Thomas Mann. Diplomarbeit an der Fakultät<br />

Kulturwissenschaften am Lehrstuhl: „Deskriptive Linguistik und interlinguale<br />

Soziolinguistik“, Europa-Universität Viadrina, 2007.<br />

Cioffi Fabio, Gallo Franco, Luppi Giorgio, Vigorelli Amedeo, Zanette Emilio: Il testo<br />

filosofico, Storia della filosofia. Autori, opere, problemi. L’età contemporanea:<br />

L’ottocento, Milano, E<strong>di</strong>zioni scolastiche Bruno Mondadori 1998.<br />

Corbin Alain, Perrot Michelle (a cura <strong>di</strong>): La vita privata. L’Ottocento, Roma, E<strong>di</strong>tori<br />

Laterza 2001.<br />

D’Aurelio, Vincenzo: Dote, matrimonio e famiglia. Approfon<strong>di</strong>menti a margine <strong>di</strong> una<br />

carta dotale uggianese <strong>di</strong> fine ’700, Napoli, Autorine<strong>di</strong>ti 2010.<br />

Dietzel, Ulrich: Tony Buddenbrook-Elisabeth Mann. Ein Beitrag zur Werksgeschichte der<br />

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Dittmann Britta, Steinwand Elke: „Sei glöcklich, du gutes Kind“. Frauenfiguren in<br />

Buddenbrooks, in Manfred Eickhölter/Hans Wisskirchen (a cura <strong>di</strong>) „Buddenbrooks“-<br />

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Ausstellungsführer, Lübeck ,Schöning, 2000.<br />

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Klencke, Hermann: Die Mutter als Erzieherin ihrer Töchter und Söhne zur physischen<br />

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Klinger, Bettina: Emma Bovary und ihre Schwestern. Die unverstandene Frau:<br />

Variationen von eines literarischen Typus von Balzac bis Thomas Mann, Rheibach-<br />

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Kraul, Fritz: Die Buddenbrooks als Gesellschaftsroman, Stuttgart, Ernst Klett Verlag<br />

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Kurzke Hermann, Lorek Karsten Stefan: Thomas Mann: Epoche- Werk- Wirkung,<br />

München, Beck 1985.<br />

Lehnert, Herbert: Tony Buddenbrook und ihre literarischen Schwestern, in Thomas Mann<br />

Jahrbuch 15, 2002.<br />

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Matthes, Sonja: Friedrich Mann, oder, Christian Buddenbrook: eine Annäherung,<br />

Würzburf, Königshausen & Neumann GmbH 1997.<br />

Max, Katrin: iedergangs<strong>di</strong>agnostik. Zur Funktion von Krankheitsmotiven in<br />

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Roggenkampf, Viola: „Tom, ich bin eine Gans“. Tony Buddenbrook – <strong>di</strong>e Entwertung<br />

vitaler Weiblichkeit, in Ortrud Gutjahr (a cura <strong>di</strong>) Buddenbrooks: von und nach Thomas<br />

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Inszenierung am Thalia Theater Hamburg, Würzburg, Königshausen und Neumann 2006,<br />

pp. 115-129.<br />

191


Runge, Doris: Welch ein Weib! Mädchen- und Frauengestalten bei Thomas Mann,<br />

Stuttgart, Deutsche Verlags-Anstalt 1998.<br />

Sautermeister, Gert: Tony Buddenbrook. Lebenstufen, Bruchlinien, Gestaltwandel, in<br />

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Schafarschik, Walter (a cura <strong>di</strong>): Erläuterungen und Dokumente. Theodor Fontane. Effi<br />

Briest, Stuttgart, Verlag Philipp Reclam 1972.<br />

Scherrer, Paul: Bruchstücke der Buddenbrooks-Urhandschrift und Zeugnisse zu ihrer<br />

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Tillmann, Claus: Das Frauenbild bei Thomas Mann. Der Wille zum strengen Glück.<br />

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Ute, Gerhard: Verhältnisse und Verhinderungen. Frauenarbeit, Familie und<br />

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Volpi, Franco: Il nichilismo, Roma-Bari, Laterza 2004.<br />

Wysling, Hans: Ausgewählte Aufsätze 1963-1995, Sprecher Thomas/Cornelia Bernini (a<br />

cura <strong>di</strong>) Frankfurt am Main, Klostermann 1996.<br />

Wysling Hans/Fischer Hans (a cura <strong>di</strong>): Dichter über ihre Dichtungen, Thomas Mann,<br />

Teil III: 1944-1955, München, Ernst Heimeran Verlag 1975.<br />

Wysling Hans/Yvonne Schmidlin (a cura <strong>di</strong>): Thomas Mann. Ein Leben in Bildern,<br />

Frankfurt am Main, S.Fischer 1997.<br />

Zeller, Michael: Die Darstellung der Generationsabfolge in Buddenbrooks, in Väter und<br />

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SITOGRAFIA COSULTATA<br />

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«Storicamente»,6(2010),http://www.storicamente.org/07_dossier/famiglia/scelta_del_con<br />

iuge.htm.<br />

Riccobono, Maria Gabriella: Le manipolazioni <strong>di</strong> Antonio: la narrativa verista <strong>di</strong> Verga e<br />

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http://thomas-mann.ch/veranstaltungen/aktuell/<br />

http://www.thomasmann.de/thomasmann/home/<br />

http://www.tma.ethz.ch/grosse-kommentierte-frankfurter-ausgabe/<br />

193

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