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RESISTERE AL CONFORMISMO: LA MEMORIA DEL BENE - Gariwo

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<strong>RESISTERE</strong> <strong>AL</strong> <strong>CONFORMISMO</strong>:<br />

DIRIGENTE: DANIE<strong>LA</strong> GEMINIANI<br />

DOCENTI: SILVIA GOLFERA ,<br />

MARIA MINISCI,<br />

LILIANA SG<strong>AL</strong>ABERNA<br />

<strong>LA</strong> <strong>MEMORIA</strong> <strong>DEL</strong> <strong>BENE</strong><br />

SCUO<strong>LA</strong> MEDIA “FRANCESCO BARACCA”<br />

ANNO SCOL. 2007/2008


<strong>RESISTERE</strong> <strong>AL</strong> <strong>CONFORMISMO</strong>:<br />

“IL BUIO OLTRE <strong>LA</strong> SIEPE” DI<br />

HARPER LEE<br />

STORIA DEGLI EBREI DI LUGO<br />

DI ROMAGNA<br />

MOSHE BEJSKI: IL TRIBUN<strong>AL</strong>E<br />

<strong>DEL</strong> <strong>BENE</strong><br />

SFUGGIRE <strong>AL</strong> GENOCIDIO: GLI<br />

ARMENI<br />

I GIUSTI DI LUGO: L’ISTITUTO<br />

SAN GIUSEPPE<br />

VISITA <strong>AL</strong><strong>LA</strong> SCUO<strong>LA</strong> DI PACE INCONTRO CON RAV CARO E<br />

LEA OPPENHEIM


RIFLESSIONI DA “IL BUIO OLTRE <strong>LA</strong> SIEPE” DI HARPER LEE<br />

.<br />

<strong>LA</strong> PAURA <strong>DEL</strong> DIVERSO<br />

“Il buio oltre la siepe”. Queste parole riassumono<br />

tutto. Molti dei nostri problemi derivano proprio da<br />

questo. Il buio oltre la siepe è la paura del lontano e<br />

del diverso. Il voler attenersi ad un modello di<br />

società, spesso sbagliato. É l’essere conformi,<br />

uguali agli altri, sempre e comunque. Non saper<br />

riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato<br />

DIVERSITÁ<br />

“Arrabbiarsi è umano, dopo aver letto questa storia.<br />

Ma è anche umano rendersi conto che la diversità è<br />

presente nel mondo e sempre lo sarà. Tutti siamo<br />

diversi e bisogna apprezzare ed essere apprezzati<br />

per questa diversità che caratterizza ognuno di noi.<br />

É fantastico!.”


PREGIUDIZI<br />

-Durante le vacanze io e i miei amici, andavamo a giocare a calcio. C’erano anche dei marocchini<br />

della nostra età. Poco a poco mi sono reso conto che non sono così male, né diversi da noi.<br />

-Si possono combattere i pregiudizi? Si, perché se prendi in giro una persona, poi magari la<br />

conosci meglio, ti diventa simpatica, e scopri che le cose che pensavi sono false.<br />

I GIUSTI<br />

-Penso che Atticus sia un uomo giusto, che non si fa influenzare dagli altri. Giusto significa<br />

credere nella cosa in cui si crede di più, e restargli fedele. Mi ha colpito molto una frase che dice<br />

alla figlia Scout: “Se non facessi la cosa giusta, non potrei più guardare in faccia nessuno”.<br />

-Significa che se non fai la cosa giusta saprai di avere sbagliato<br />

solo per paura di contraddire l’opinione della maggioranza.<br />

-Il giusto non è Superman o il cavaliere senza macchie e senza<br />

paura. Il giusto ha paura, e proprio per questo diventa coraggioso,<br />

colui che sa agire.<br />

Lee Harper, autrice de<br />

“Il buio oltre la siepe”


DONNE ARMENE<br />

GLI ARMENI<br />

Gli Armeni sono un gruppo etnico originario del<br />

Caucaso e dell'Anatolia orientale. Una larga<br />

concentrazione di armeni si trova in Armenia, dove<br />

rappresentano la maggioranza, mentre molte altre<br />

comunità sono sparse per il globo, per un totale di<br />

circa 8 milioni di individui. Gli Armeni hanno<br />

popolato l'Anatolia e il sud del Caucaso per oltre<br />

3.500 anni<br />

INTELLETTU<strong>AL</strong>I<br />

ARMENI


Il primo stato Armeno fu fondato agli inizi del VI secolo a.C. All'apice della sua potenza,<br />

dal 95 al 65 a.C., si estendeva dal Caucaso settentrionale a tutta la parte orientale<br />

dell'odierna Turchia, dal Libano all'Iran nord-occidentale. In seguito fu parte dell'Impero<br />

Romano (114 d.C. –118 d.C). Nel 301 d.C. l'Armenia fu la prima nazione ad adottare il<br />

Cristianesimo come religione di stato. Durante la sua successiva decandenza politica,<br />

l'Armenia si affidò alla chiesa per preservare e la propria identità.<br />

Paesaggi armeni


Genocidio armeno<br />

Primo massacro armeno<br />

Nel 1890 nell'Impero Ottomano si contavano circa 2,5 milioni di armeni, in maggioranza cristiani.<br />

Per reprimere il movimento autonomista armeno, il Governo ottomano incoraggiò fra i Curdi, che<br />

vivevano nello stesso territorio, sentimenti di odio anti-armeno.<br />

La violenza dei Curdi e l'aumento delle tasse spinsero gli Armeni alla rivolta. L'esercito ottomano<br />

rispose assassinando migliaia di armeni e bruciandone i villaggi. Due anni dopo alcuni rivoluzionari<br />

armeni occuparono la banca ottomana a Istanbul. Nella repressione persero la vita 50.000 armeni.


SECONDO MASSACRO ARMENO<br />

Durante la prima guerra mondiale, il governo della Turchia guidato dai Giovani Turchi temeva<br />

che gli armeni si alleassero coi russi. Allora eliminarono 300 nazionalisti armeni e ordinarono<br />

la deportazione dall'Anatolia verso i deserti della Siria e della Mesopotamia. Le marce della<br />

morte coinvolsero 1.800.000 persone. Moltissimi morirono di fame, malattia o sfinimento.<br />

Altri furono massacrati dalla milizia curda e dall'esercito turco.<br />

Il governo turco ancora oggi<br />

rifiuta di riconoscere il<br />

genocidio armeno, e questo è<br />

causa di tensione tra Unione<br />

Europea e Turchia. Una<br />

recente legge francese<br />

punisce con il carcere chi<br />

nega il genocidio armeno. In<br />

Turchia parlare del genocidio<br />

degli armeni è<br />

“antipatriottico”.<br />

Immagini del massacro


MAPPA <strong>DEL</strong> GENOCIDIO


<strong>LA</strong> <strong>MEMORIA</strong> ARMENA


<strong>LA</strong> DIASPORA ARMENA<br />

! Francia: 250,000<br />

! Georgia: 248,900<br />

! Turchia: 100,000<br />

! Giordania: 70,000<br />

! Canada: 40,505<br />

! Grecia: 35,000<br />

! Bulgaria: 10,832<br />

! Iraq: 10,000<br />

! Israele: 9,800<br />

! Egitto: 8,200<br />

! Russia: 1,131,000<br />

! Stati Uniti: 385,488<br />

! Iran: 400,000<br />

! Siria: 190,000<br />

! Armenia: 3.000.000<br />

! Libano: 140,000<br />

! Azerbaigian: 120,000<br />

! Sud America: 150,000<br />

! Ucraina: 100,000<br />

! Resto del mondo: 100,000


Fin dal medioevo a Lugo c’è stata una presenza<br />

ebraica.<br />

Girolamo Bonoli nella sua “Storia di Lugo ed<br />

annessi dall’origine fino al 1732” fissa una<br />

falsa origine in base alla supposta datazione di<br />

una lapide (1285), che invece risale al 1585. Si<br />

tratta della lapide di un certo Moshè mi-Pesahim.<br />

( da cui il cognome Pascali o Pasquali).<br />

Lugo attirava gli ebrei perché zona di mercato,<br />

e agricoltori e mercanti avevano bisogno di<br />

denaro liquido. Fra gli ebrei infatti c’erano<br />

prestatori di denaro, attività proibita ai cristiani.<br />

Gli ebrei lughesi vivevano mischiati ai<br />

concittadini, soprattutto in via Limite, oggi<br />

Corso Garibaldi, dove esisteva anche una<br />

prima Sinagoga.<br />

EBREI A LUGO<br />

Nel 1437 Lugo passa sotto gli Estensi, che proteggono gli ebrei, utili allo sviluppo<br />

dell’economia del Ducato. Ne giungono da Spagna e Portogallo, fra cui molti Marrani.


Portavano comunque un segno di riconoscimento: un disco giallo sul petto degli uomini,<br />

un velo giallo per le donne. Erano esentati banchieri, medici e studenti<br />

Fra il 1555 e il 1569 i Papi Paolo IV e Pio V pubblicano alcune Bolle (documenti che hanno<br />

valore di legge) contro gli ebrei. Ordinano di vivere in quartieri separati, i ghetti, di avere una sola<br />

sinagoga, di non possedere beni immobili, di non tenere domestici cristiani. Queste disposizioni<br />

toccarono gli ebrei lughesi dal 1597, quando il Ducato ferrarese passò allo Stato pontificio.<br />

Banco di<br />

prestito<br />

Il Ghetto venne istituito nell’ultimo tratto di via<br />

S. Agostino, oggi Corso Matteotti. Fissate due<br />

porte all’estremità della via, si poteva transitare<br />

solo di giorno. Le case vennero cedute egli ebrei<br />

in affitto perpetuo.<br />

Nel 1639 su circa 6000 abitanti, 606 sono ebrei.<br />

La comunità ha un Rabbino, enti<br />

assistenziali per i poveri, una scuola. La vita<br />

culturale è intensa: sulle lapidi del cimitero sono<br />

incisi composizioni poetiche, i pijutin.<br />

L’analfabetismo è quasi assente. Nel 1807 il<br />

rabbino di Lugo, Salomone David, partecipò al<br />

Sinedrio convocato a Parigi da Napoleone<br />

Bonaparte, che aveva fatto leggi a favore degli<br />

ebrei<br />

Ketubot, contratto<br />

matrimoniale


Il ghetto di Lugo, in<br />

una vecchia foto<br />

Con la conquista napoleonica<br />

gli ebrei diventano<br />

‘cittadini’.<br />

Col Congresso di Vienna,<br />

torna lo Stato Pontificio e gli<br />

ebrei persero i diritti<br />

conquistati. Solo nel 1860, col<br />

Regno d’Italia, gli ebrei<br />

ottennero pieni diritti.<br />

Verso il 1880 fu aperto il<br />

primo negozio fuori dal ghetto,<br />

della famiglia Del Vecchio. Un<br />

po’ alla volta ben sei negozi<br />

sotto al Pavaglione erano di<br />

ebrei. Ma alla fine dell’800<br />

molti preferirono spostarsi in<br />

città più grandi<br />

Nel 1938, quando furono emanate le leggi razziali, a Lugo risiedevano ancora alcuni ebrei. La<br />

sinagoga, in attività fino a quell’anno, fu distrutta durante la guerra da un bombardamento. Gli arredi<br />

salvati si trovano in parte a Ferrara. Alcuni documenti, come i Protocolli della comunità, sono<br />

conservati al British Museum di Londra, altri a New York.


Disegno del ghetto di Lugo<br />

Antico ghetto di Lugo


<strong>AL</strong>CUNE DISPOSIZIONI NEL<strong>LA</strong> SCUO<strong>LA</strong><br />

Art. 1. All'ufficio di insegnante nelle scuole statali … di<br />

qualsiasi ordine e grado … non potranno essere ammesse<br />

persone di razza ebraica.<br />

Art. 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado… non potranno<br />

essere iscritti alunni di razza ebraica.<br />

LEGGI RAZZI<strong>AL</strong>I <strong>DEL</strong> 1938<br />

Agli ebrei fu vietato: fare il portiere in case di ariani, il<br />

fotografo, il mediatore, il tipografo. Esercitare il<br />

commercio ambulante. Vendere oggetti d'arte, libri,<br />

apparecchi radio, carte da gioco, strumenti ottici. Gestire<br />

scuole di ballo, di taglio, agenzie di viaggio e turismo.<br />

Pubblicare avvisi mortuari, inserire il proprio nome in<br />

elenchi telefonici, essere affittacamere, tenere apparecchi<br />

radio, accedere alle biblioteche pubbliche, far parte di<br />

associazioni culturali e sportive ….e molte altre cose<br />

ancora.<br />

Tutto questo viene<br />

raccontato nel film<br />

“Concorrenza sleale”<br />

di Ettore Scola.


Sinopsi. "Concorrenza sleale" : Roma 1938.<br />

In scena i proprietari rispettivamente d'una<br />

sartoria e d'una merceria. Dapprima divisi da<br />

rivalità professionale, che alimentano con<br />

furbizia, diventano amici quando uno dei due,<br />

di religione ebraica, è privato delle libertà<br />

fondamentali dalle leggi razziali.<br />

“Concorrenza sleale” di Ettore Scola<br />

Commenta l’autore:<br />

"Vivere nella stessa<br />

città, nella stessa<br />

strada.<br />

Fare lo stesso lavoro, appartenere alla stessa<br />

classe sociale, avere la stessa composizione<br />

familiare (una moglie, due figli, zii e nonni) eppure<br />

non essere uguali , non avere gli stessi diritti, non<br />

poter frequentare le stesse scuole, non poter esercitare il proprio lavoro né tenere<br />

aperto il proprio negozio, conoscere l'intolleranza e l'esclusione. Scoprire di essere<br />

considerati "diversi", per nascita e per razza.”


<strong>AL</strong>IMENTARE L’ODIO:<br />

VIGNETTE ANTISEMITE


Moshe Bejski col giornalista Gabriele Nissim<br />

“Il tribunale del bene” di Moshe Bejski<br />

Moshe Bejski, ebreo polacco, è uno dei 1200 salvati da<br />

Oskar Schindler. Creatore del Tribunale del bene è<br />

stato presidente della Commissione dei giusti presso il<br />

Memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme. Come<br />

Simon Wiesenthal aveva sentito il dovere di dare la<br />

caccia agli ex-nazisti, Moshe voleva scovare tutti<br />

coloro che avevano aiutato ebrei in pericolo : “Non<br />

volevo che un solo giusto fosse dimenticato da noi<br />

ebrei” diceva.<br />

Chi sono i Giusti? Non superuomini ma persone che di fronte a un male estremo<br />

autorizzato dalla legge hanno cercato di salvare delle vite, semplicemente<br />

comportandosi da uomini.<br />

Secondo Moshe l’esperienza di un genocidio produce una doppia responsabilità: di<br />

ricordare le vittime e di non dimenticare coloro che vi si sono opposti, soccorrendo i<br />

perseguitati. Sognava in ogni scuola un’enciclopedia del bene, dove leggere storie di<br />

uomini buoni. Per non privare i giovani della fiducia nell’umanità e nel futuro. Di<br />

fronte al male, ciò che conta è il comportamento delle persone”.


Una lapide sulla Rocca e una al<br />

cimitero ebraico ricorda gli ebrei<br />

lughesi spariti nella Shoah.<br />

Ma alcuni cittadini hanno cercato<br />

di aiutarli: il rag. Poggiolini, il<br />

prof. Carlo Gambetti, Pino<br />

Baracca, la dott. Gallignani e il<br />

prof. Tommaselli, l’Istituto<br />

Salesiano, le suore di San<br />

Giuseppe, il sig. Galamini.<br />

-Il cav. Gambetti ricevette nel<br />

1965 una medaglia dalla Brigata<br />

ebraica.<br />

-I Salesiani ospitarono tre ragazzi:<br />

Eugenio Galandauer, Oskar<br />

Yacabovich e Carlo Bergher, di<br />

10, 13 e 12 anni.<br />

Lughesi in soccorso di ebrei<br />

Istituto<br />

S.Giuseppe<br />

Lugo<br />

-L’Istituto San Giuseppe ospita le sorelle Lidia ed Elena Forlì, Cecilia ed Antonia Galandauer, di 6 e 5 anni,<br />

Edda Yacabovich di 10 anni, le bambine Zuckermann, di Bologna.<br />

-Le suore del Sacro Cuore nascondono la coppia Randi, di cui si perdono le tracce.<br />

Molti altri lughesi offrono il proprio aiuto, nell’anonimato. Ci furono anche spie e approfittatori, ma di costoro non<br />

vale la pena ricordarsi.


Presso l’Istituto San Giuseppe frequenti erano le perquisizioni<br />

da parte dei tedeschi. Per questo le ospiti cambiano spesso<br />

collocazione, all’interno del convento: nel solaio, sotto mucchi<br />

di fascine, nella porcilaia, in gallerie sotterranee scavate<br />

nell’orto. Spesso per rendere difficili le ricerche, le suore<br />

fingevano di non capire le richieste dei tedeschi. Cercavano<br />

anche di mantenere con loro buoni rapporti, offrendo cibo e ciò<br />

che era possibile. Oggi le ragazze Zuckerman vivono una a<br />

Roma e l’altra in Israele. Tanti bambini persero la vita nella<br />

Shoah, e non divennero mai adulti. Nel 1955 la madre,<br />

Clara Zukerman, scrisse alle suore per ringraziarle di quanto<br />

avevano fatto.


Lettera di Clara Zuckerman<br />

a madre Vittoria Cozzani


La signora Lea Oppenheim, nata nel<br />

1936, trovò rifugio a Cotignola,<br />

nell’autunno del 1943, assieme ai<br />

genitori, protetti da Vittorio Zanzi. Il<br />

padre Marco, medico, assistette la<br />

popolazione di Budrio e Barbiano.<br />

Vittorio Zanzi otterrà il<br />

riconoscimento di “Giusto fra le<br />

nazioni”.<br />

Luciano Caro, rabbino capo della<br />

comunità ebraica di Ferrara, è<br />

nato a Torino. Aveva 6 anni<br />

quando nel 1938 fu espulso dalla<br />

scuola, in seguito alle leggi<br />

razziali. Suo padre è morto ad<br />

Awschwitz.<br />

Incontro con i testimoni:<br />

Rav Luciano Caro e Lea Oppenheim


Questo incontro mi ha fatto<br />

capire che non si deve odiare<br />

neppure chi ci fa del male.<br />

L’odio distrugge chi lo prova.<br />

La signora Lea è piena di energia,<br />

simpatica, ama gli animali. Incredibile,<br />

se si pensa a tutti i guai che ha passato.<br />

DOPO L’INCONTRO: RIFLESSIONI<br />

Ho pensato alle ultime parole del<br />

rabbino: “Ragazzi, vivete sempre la vita<br />

col sorriso sulla bocca”. Quella frase<br />

rappresenta lo stile di vita che vorrei<br />

adottare.


Alla Scuola di Pace di Marzabotto<br />

ore 10 Giochi di gruppo: disporsi in ordine per nome,<br />

nascita poi, “dal più sbagliato al più giusto” .<br />

Folla nel gruppo di “chi si sente sbagliato”.<br />

All’estremo opposto difficile motivare la scelta.<br />

ore 11: Discussione: dove siamo? Cosa è successo in<br />

questo luogo? Definire le parole: alleati, civili,<br />

rastrellamento, occupazione, partigiani, vittime,<br />

carnefici.<br />

“Come immagini i soldati che hanno<br />

compiuto la strage? Chi sono? Come sono le<br />

loro vite? Sono diversi da noi?”<br />

I ragazzi possono scegliere un’immagine che<br />

li aiuti a pensare.<br />

Emergono le parole: impotenza, robot,<br />

terminetor, scheletri, replicante, nulla,<br />

abbandono, solitudine, normalità.


ore 15. Si raccontata la vicenda di Khaled,<br />

un tunisino di Tselsa. Alcuni ebrei,<br />

inseguiti dalle truppe tedesche chiedono<br />

rifugio al villaggio. Tutti sono contrari.<br />

Solo Khaled si offre di aiutarli, contro la<br />

volontà della moglie Amina che teme<br />

rappresaglie. Khaled è fra i “Giusti” a<br />

Gerusalemme.<br />

I ragazzi, divisi in tre gruppi , devono sostenere le<br />

ragioni rispettivamente di Khaled, di Amina e del<br />

villaggio. Per loro è difficile calarsi nella vicenda.<br />

Faticano a trovare argomenti autentici, al di là degli<br />

stereotipi.


ore 15. Si raccontata la vicenda di Khaled,<br />

un tunisino di Tselsa. Alcuni ebrei,<br />

inseguiti dalle truppe tedesche chiedono<br />

rifugio al villaggio. Tutti sono contrari.<br />

Solo Khaled si offre di aiutarli, contro la<br />

volontà della moglie Amina che teme<br />

rappresaglie. Khaled è fra i “Giusti” a<br />

Gerusalemme.<br />

I ragazzi, divisi in tre gruppi , devono sostenere le<br />

ragioni rispettivamente di Khaled, di Amina e del<br />

villaggio. Per loro è difficile calarsi nella vicenda.<br />

Faticano a trovare argomenti autentici, al di là degli<br />

stereotipi.


I ragazzi vogliono parlare di sé e leggere i temi che hanno scritto, dal titolo :<br />

"Racconta un episodio della tua vita in cui hai trovato difficile scegliere, nel compiere un'azione,<br />

tra ciò che tu ritenevi "bene" e ciò che tu ritenevi "male". Quali difficoltà hai incontrato? Come<br />

hai agito? Se hai trovato soluzioni, quali?"<br />

Davide racconta il litigio con uno straniero: si riaccende la discussione. Riemerge forte il senso del<br />

gruppo, la difficoltà ad uscire da schemi riconosciuti come “normali”. L’altro da sé, quando viene da<br />

un mondo sconosciuto, evoca innanzi tutto paura e diffidenza. La differenza emerge più forte rispetto<br />

alle somiglianze.


IL RACCONTO DI DAVIDE<br />

“Un pomeriggio, io e Lollo, siamo andati a prendere una<br />

bella ciambella con la crema. Mentre attraversavamo il<br />

parco del Loto, il più bel parco di Lugo, incontrammo un<br />

ragazzo mai visto. Sembrava uno straniero. Capimmo che<br />

era romeno. Ci salutò, e noi niente. Allora si fermò di<br />

colpo , ci sgommò davanti con la bici e disse: “Vuoi<br />

picchiare??”. Io mi misi a ridere e stavo per fare a botte,<br />

per fargli capire che qui non comanda lui, ma ci pensai due<br />

secondi e mi trattenni. Era meglio di no, perché con le<br />

botte non si risolve niente, almeno così dicono i miei<br />

genitori. Allora gli risposi: “No! Non ne vale la pena”. Lui<br />

rimase zitto e mentre se ne andava, gridò: “Sono nuovo,<br />

state attenti!!” Io e Lollo ce ne andammo ridendo, perché<br />

tanto non poteva farci niente!! Io, come tutti sanno, sono<br />

razzista e mi sarebbe piaciuto dargli una bella lezioncina.<br />

Ma so che è male picchiare, e mi sono trattenuto. Ho fatto<br />

un grande sforzo per stare calmo. I miei genitori me lo<br />

dicono sempre, e io li ho ascoltati. “<br />

Davide


Parlare di sé e dell’umanità che ci<br />

circonda, riconoscere nella storia le tracce<br />

del nostro quotidiano, uscire dal<br />

conformismo e guardare la realtà con<br />

“occhi privi di pregiudizio” è un<br />

percorso lungo che non terminerà oggi.


Resistere al conformismo: la memoria del bene<br />

Lettura di “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee<br />

Il ruolo dei Giusti nella Shoah: esempi nella realtà locale.<br />

Istituti religiosi lughesi in soccorso di ebrei perseguitati<br />

Materiali e bibliografia:<br />

“Ebrei a Lugo” ipertesto di Anna Sardelli e Liliana Sgalaberna<br />

Gemma Volli “Gli ebrei a Lugo” in Studi Romagnoli IV 1953<br />

Ines Marach “Il cimitero di Lugo e le sue antiche lapidi”<br />

Liliana Picciotto “I giusti d’Italia” Mondatori 2006“La persecuzione degli ebrei<br />

durante il fascismo” (Le leggi del 1938)” Camera dei deputati<br />

“I giusti e la memoria del bene” Antonia Grasselli e Sante Maletta CUSL<br />

“Il tribunale del bene” Gabriele Nissim<br />

“Aiutami a vivere” Liceo Linguistico S. Giuseppe 2000-2001<br />

“La masseria delle allodole” Atonia Arslan<br />

P. Sonnino, “Questo è stato. Una famiglia italiana nel lager” Il Saggiatore 2004<br />

Film: “Concorrenza sleale” di Scola

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