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Videoscrittura-immagini-digitali (pdf) - Fisica

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Corso di Laurea in<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Informatica I per la<br />

<strong>Fisica</strong><br />

Lezione 14: Software applicativo


Software:<br />

software di sistema (BIOS) ROM<br />

sistema operativo Dischi<br />

software applicativo Dischi, CDRom, DVD<br />

•wordprocessor (programmi che permettono di elaborare testi),<br />

•programmi di fotoritocco per la elaborazione delle <strong>immagini</strong> <strong>digitali</strong><br />

•programmi per la elaborazione dei suoni e dei prodotti multimediali<br />

•spreadsheet (o fogli elettronici per la elaborazione dei dati),<br />

•data base (programmi per la gestione di archivi di dati)


Elaborare testi<br />

La composizione e stampa di testi mediante l’ausilio di una<br />

macchina ha ricoperto un ruolo importante nella storia del<br />

computer.<br />

La tecnologia ha percorso due strade parallele: macchine<br />

per scrivere sempre più sofisticate da un lato e<br />

PC utilizzati come sistemi di videoscrittura.


I vantaggi dei sistemi di videoscrittura<br />

- possibilità di memorizzare un testo scritto per usi futuri<br />

- possibilità di editare il testo più volte<br />

- possibilità di trasmissione del testo<br />

- possibilità di modificare le modalità di stampa/visualizzazione<br />

Disaccoppiare: - contenuto informativo (solo testo)<br />

- modalità di visualizzazione (impaginazione)


Disaccoppiare: - contenuto informativo (solo testo)<br />

- modalità di visualizzazione (impaginazione)<br />

Editor<br />

•L’editor è un programma applicativo che consente la<br />

scrittura di testi e la loro conservazione su supporto di<br />

memoria di massa.<br />

•In genere il formato con cui i testi vengono memorizzati<br />

dall’editor è il cosiddetto formato “di solo testo”. Con questa<br />

espressione si intende dire che vengono memorizzati in un<br />

file i soli caratteri che costituiscono la battitura dell’utente.<br />

Questo tipo di file di solito porta un nome caratterizzato<br />

dalla estensione .txt<br />

In genere uno o più Editor fanno parte dei programmi di utilità di un S.O.


Disaccoppiare: - contenuto informativo (solo testo)<br />

- modalità di visualizzazione (impaginazione)<br />

I misteri dell’impaginazione<br />

Gli attributi di testo servono a presentare il<br />

contenuto sul foglio stampato, in modo da<br />

guidare più agevolmente la comprensione da<br />

parte del lettore.


I misteri dell’impaginazione<br />

Come conservare queste informazioni assieme al testo?


I formati “ricchi”<br />

Il formato RTF (Rich Text Format).<br />

Questo formato consente di memorizzare insieme al testo anche informazioni<br />

circa le proprietà di cui abbiamo appena discusso.<br />

Questa memorizzazione avviene aggiungendo al testo una serie di istruzioni<br />

(dette in gergo “tag”) che specificano il modo in cui il testo deve essere<br />

presentato.<br />

L’RTF è un esempio di una classe di “linguaggi di marcatura”, ovvero di<br />

standard di organizzazione dei contenuti testuali.<br />

Altri esempio di linguaggi di marcatura sono lo standard Post Script (detto PS e<br />

EPS) ed il ben più famoso HTML, utilizzato nel WEB.<br />

A mo’ di esempio consideriamo il tag RTF che codifica lo stile grassetto:<br />

{\b Il testo contenuto entro queste parentesi è in grasseto.}<br />

Risultato:<br />

Il testo contenuto entro queste parentesi è in grasseto.


Il Word Processor<br />

Un word processor è almeno tre cose contemporaneamente:<br />

1. un editor di testo<br />

2. uno strumento che consente di presentare il testo sulla<br />

pagina con tutti gli attributi<br />

3. uno strumento che consente di effettuare ricerche ed<br />

elaborazioni sul testo


Il Word desktop publisher<br />

Il fratello maggiore del word processor si chiama desktop<br />

publisher (dall’inglese. Una specie di “pubblicatore da scrivania”,<br />

il “tipografo portatile”, …)<br />

Una vera e propria applicazione per l’impaginazione di testi, pronti<br />

per la stampa.


Immagini <strong>digitali</strong><br />

Un’immagine stampata è composta da milioni di puntini colorati.<br />

Vista da vicino ci appare come un’accozzaglia disordinata di<br />

puntini il cui effetto collettivo è però quello di comporre l’illusione<br />

ottica che chiamiamo immagine.<br />

Un’immagine digitale è simile ad un’immagine stampata. L’unica<br />

differenza è che i puntini, anziché essere disposti casualmente si<br />

trovano distribuiti in modo ordinato su di una griglia e l’immagine<br />

altro non è che un insieme di bit.<br />

I “puntini” dell’immagine digitale si chiamano pixel, contrazione<br />

di due parole inglesi: picture + element (immagine + elemento).


Immagini <strong>digitali</strong><br />

I “puntini” dell’immagine digitale si chiamano pixel, contrazione<br />

di due parole inglesi: picture + element (immagine + elemento).


Digitalizzazione<br />

La trasformazione da immagine stampata a digitale si chiama<br />

<strong>digitali</strong>zzazione.<br />

Ci sono molti buoni motivi per cui è desiderabile <strong>digitali</strong>zzare<br />

un’immagine.<br />

Tra questi: l’immagazzinamento<br />

la conservazione<br />

la elaborazione (o fotoritocco)<br />

la trasmissione da un posto ad un altro


Digitalizzazione<br />

Griglia di campionamento<br />

Algoritmo di <strong>digitali</strong>zzazione:<br />

se sup(r,c) nera > sup(r,c) bianca allora C(r,c) = 1<br />

altrimenti C(r,c) = 0<br />

Dove con r e c abbiamo indicato l’indice di riga e colonna del<br />

quadratino e con C(r,c) la sua funzione colore.


Digitalizzazione<br />

Otteniamo così una mappa dei bit dell’immagine<br />

La mappa dei bit, così ricavata può essere memorizzata in un<br />

file, quale versione digitale dell’immagine originale.<br />

Questo tipo di codifica prende il nome di codifica bitmap.


Digitalizzazione<br />

Riproduzione dell’immagine <strong>digitali</strong>zzata<br />

Una griglia di campionamento con le maglie più larghe produce<br />

un’immagine meno dettagliata e quindi un errore di<br />

campionamento più grande. Per ridurre l’errore dobbiamo<br />

utilizzare una griglia più fitta ovvero una dimensione del<br />

quadratino più piccola. Il risultato è un accresciuto numero di<br />

pixel e quindi di bit, ovvero maggiore occupazione di memoria.


Digitalizzazione<br />

Riproduzione dell’immagine <strong>digitali</strong>zzata<br />

Una griglia di campionamento con le maglie più larghe produce<br />

un’immagine meno dettagliata e quindi un errore di<br />

campionamento più grande. Per ridurre l’errore dobbiamo<br />

utilizzare una griglia più fitta ovvero una dimensione del<br />

quadratino più piccola. Il risultato è un accresciuto numero di<br />

pixel e quindi di bit, ovvero maggiore occupazione di memoria.


Esercitazione!<br />

Scrivere, editare ed impaginare il proprio curriculum vitae


Suoni <strong>digitali</strong><br />

Le applicazioni che fanno uso di suoni <strong>digitali</strong> sono in costante crescita. Il boom<br />

della musica digitale segnato dal fenomeno MP3 e le battaglie per il diritto<br />

d’autore iniziate dalle case discografiche multinazionali, sono un esempio del<br />

ruolo strategico che questo campo delle applicazioni software rappresenta..<br />

Un suono non è altro che una perturbazione della pressione di un mezzo,<br />

solitamente l’aria, che raggiunge il nostro orecchio. L’orecchio converte le<br />

vibrazioni dell’aria in segnali nervosi che vengono trasmessi al cervello.


Suoni <strong>digitali</strong><br />

Un microfono è una specie di orecchio artificiale in cui le<br />

vibrazioni dell’aria vengono convertite in un segnale elettrico<br />

analogico.<br />

Il segnale elettrico, per esempio una tensione, varia nel tempo in<br />

relazione alla intensità della pressione esercitata dall’aria sul<br />

microfono.


La frequenza<br />

Un suono “alto”, per esempio prodotto dalla voce di un soprano, provoca<br />

oscillazioni rapide (ad alta frequenza) mentre un suono “basso”, per esempio<br />

prodotto da un pugno sul tavolo, provoca oscillazioni più lente (a bassa<br />

frequenza).<br />

La frequenza si misura in Hz, ovvero in<br />

vibrazioni al secondo.<br />

La voce umana produce suoni con<br />

frequenza che varia (a seconda degli<br />

individui) tra circa 100 Hz e 3000 Hz.


Un suono può essere trasformato da un microfono in un segnale elettrico. Per<br />

farlo diventare un suono digitale abbiamo bisogno di trasformarlo in un numero.<br />

Si può procedere in analogia con quanto abbiamo visto nel caso della<br />

<strong>digitali</strong>zzazione delle <strong>immagini</strong>. Per le <strong>immagini</strong> utilizzavamo una griglia<br />

spaziale con la quale campionavamo l’immagine stampanta e la<br />

discretizzavamo.<br />

Per i suoni si può impiegare un procedimento simile. Stavolta la griglia da<br />

sovrapporre non è una griglia spaziale ma piuttosto una griglia temporale.<br />

Come si fa nel dettaglio?


Segnale elettrico prodotto dal microfono<br />

Supponiamo di effettuare una lettura del valore della tensione<br />

elettrica ad intervalli regolari, distanziati di un certo tempo DT.<br />

DT sarà qualcosa come 1 ms o anche meno.<br />

A seguito di questa misura avremo una serie di numeri che<br />

rappresentano il valore della tensione ogni DT. Questa operazione<br />

si chiama campionamento.


Segnale elettrico prodotto dal microfono<br />

Il valore numerico così ottenuto lo esprimiamo in base due e lo<br />

memorizziamo nella memoria del computer.<br />

Per fare questo abbiamo bisogno di definire quanti bit vogliamo<br />

usare per memorizzare ogni campione.<br />

Supponiamo di usare 8 bit, allora avremo una serie di byte che<br />

rappresentano il valore del suono ad intervalli DT. Questa seconda<br />

operazione si chiama quantizzazione.


Un brano musicale ….<br />

La qualità del suono ottenuto dalla riproduzione di un brano<br />

musicale digitale dipende dal modo in cui, in fase di<br />

<strong>digitali</strong>zzazione abbiamo scelto due parametri importanti:<br />

il valore di DT (intervallo di campionamento)<br />

il numero di bit scelti per la quantizzazione


il valore di DT (intervallo di campionamento)<br />

Supponiamo di dover <strong>digitali</strong>zzare un brano musicale.<br />

Sia 40 Hz < f < 8.000 Hz l’intervallo di frequenze presenti nel brano.<br />

Teorema di Nyquist (o del Campionamento)<br />

Se si vuole ottenere un segnale privo di distorsioni (ovvero senza perdita<br />

dell’informazione) è necessario (e sufficiente) campionare il segnale con un<br />

ΔT tale che 1/ ΔT sia maggiore di due volte della più alta frequenza<br />

contenuta nel segnale da campionare.<br />

1/ ΔT > 2 8.000 = 16.000 Hz<br />

quindi<br />

ΔT < 1/16.000 = 62.5 10-6 s = 62.5 µs


il valore di DT (intervallo di campionamento)<br />

Se non si rispetta la prescrizione del teorema di Nyquist si incorre in un errore<br />

chiamato in gergo aliasing.<br />

L’aliasing produce una distorsione del segnale e il suono che ri-ascoltiamo<br />

risulta fastidiosamente diverso da quello originario.


il valore di DT (intervallo di campionamento)<br />

Se non si rispetta la prescrizione del teorema di Nyquist si incorre in un errore<br />

chiamato in gergo aliasing.<br />

L’aliasing produce una distorsione del segnale e il suono che ri-ascoltiamo<br />

risulta fastidiosamente diverso da quello originario.


il valore di DT (intervallo di campionamento)<br />

Nei CD musicali la frequenza di campionamento è scelta convenzionalmente a<br />

44.1 KHz ovvero 44.100 Hz. Vuole dire che il ΔT è dell’ordine di 23<br />

microsecondi.<br />

La scelta obbligata è quella di far sì che la frequenza di campionamento sia<br />

maggiore di due volte 20.000 Hz, dove 20.000 è il limite dell’audibilità umana<br />

media.<br />

Altri dispositivi campionano con frequenze analoghe.<br />

Per esempio i registratori <strong>digitali</strong> a nastro usano una frequenza di 48 KHz.<br />

Mentre i telefoni <strong>digitali</strong> hanno una frequenza di 8 o 16 Khz. Questo perché<br />

l’intervallo di frequenze della voce è più limitato rispetto ai suoni udibili per<br />

esempio in un brano musicale.


il numero di bit scelti per la quantizzazione<br />

La linea guida è quella di utilizzare un numero più alto possibile di bit<br />

compatibilmente con la dimensione del file che deve contenere il brano.<br />

Infatti l’errore di quantizzazione è ineliminabile e non esiste un analogo del<br />

teorema di Nyquist che ci mette al riparo da effetti di distorsione audio.<br />

Un CD audio standard utilizza 16 bit di risoluzione per la memorizzazione dei<br />

dati.<br />

A volte la quantizzazione può avvenire con un numero di bit inferiore (ad<br />

esempio 8 bit) e si utilizza una tecnica detta oversampling<br />

(sovracampionamento) per aumentare a posteriori la risoluzione.


Formati file audio<br />

. cda CD Audio, è lo standard dei CD musicali (Sony e Philips anni ‘80)<br />

.wav Wave, formato audio di ottima qualità, confrontabile con .cda<br />

.wma Windows Media Audio, formato della Microsoft<br />

.mp3 Mpeg-1 layer 3<br />

Particolare attenzione merita il formato Mp3 sia per le ottime<br />

prestazioni sia perché è in poco tempo diventato il formato più<br />

popolare per la diffusione di canzoni su Internet.<br />

Mp3 è uno standard che riduce la dimensione del file campionato,<br />

eliminando i suoni non udibili dall'orecchio umano. Per far questo<br />

si basa su di uno speciale algoritmo. In questo modo un brano<br />

mp3 arriva ad occupare anche oltre un decimo dello stesso in<br />

formato CD Audio o .wav.


Giocare con il computer ….


Esercitazione<br />

Data un’immagine digitale<br />

1) Salvarla in tre formati diversi<br />

2) Valutare la dimensione del file<br />

3) Spiegare la differenza tra le 3 dimensioni

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