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MOTOR CONTROL<br />

Selezione di switch<br />

di potenza e relativi<br />

driver negli inverter<br />

per controllo motore<br />

Pietro Gr<strong>il</strong>lo<br />

Field Application engineer<br />

Kevin Schurter<br />

Una panoramica delle principali differenza tra MOSFET<br />

e IGBT per arrivare a comprendere la scelta del miglior<br />

MOSFET driver<br />

La principale applicazione<br />

dei MOSFET driver è<br />

quella del controllo<br />

motore. L’elemento che fa da<br />

ponte tra <strong>il</strong> motore e <strong>il</strong><br />

MOSFET driver è uno schema<br />

basato su transistori di potenza,<br />

di tipo MOSFET oppure<br />

IGBT (Insulated Gate Bipolar<br />

Transistor). Qualche volta è lo<br />

stesso MOSFET driver a p<strong>il</strong>otare<br />

direttamente <strong>il</strong> motore, in<br />

applicazioni in cui <strong>il</strong> motore è<br />

un BLDC (Brushless in corrente<br />

continua) di piccola<br />

potenza. La maggior parte dei<br />

casi però prevede un circuito<br />

di potenza direttamente collegato<br />

al motore e <strong>il</strong> MOSFET<br />

Driver serve a p<strong>il</strong>otare correttamente<br />

l’altri menti pesante<br />

carico di potenza. Si possono<br />

fare diversi tipi di controllo<br />

motore, dipende dalla tecnologia<br />

del motore, dipende da<br />

cosa si vuole ottenere dal<br />

motore. Uno stesso motore<br />

brushless può essere controllato<br />

in velocità sfruttando la lettura<br />

dei passaggi dei sensori a<br />

Fig. 1 – Alcuni esempi di motore e relativo circuito di controllo<br />

con switch di potenza<br />

effetto Hall, oppure sfruttando<br />

la forza controelettromotrice<br />

indotta nello statore, che ha<br />

una forma analoga a quella del<br />

segnale del sensore di hall,<br />

solo sfasata di 30°. Ancora è<br />

possib<strong>il</strong>e modulare <strong>il</strong> PWM di<br />

uscita in modo da sintetizzare<br />

una sinusoide; questa tecnica<br />

ha <strong>il</strong> vantaggio di ridurre al<br />

minimo <strong>il</strong> contenuto armonico<br />

della corrente, quindi diminuire<br />

<strong>il</strong> rumore percepib<strong>il</strong>e. Si<br />

potrebbe andare avanti,<br />

un’ulteriore tecnica di driving<br />

per esempio può essere quella<br />

di anticipare le fase (tecnica<br />

Phase advance), in modo da<br />

aumentare la velocità del motore<br />

oltre limite di coppia massima,<br />

come si usa fare nelle lavatrici<br />

quando si fa la centrifuga<br />

(naturalmente per tempi brevi,<br />

dal momento che non è <strong>il</strong> controllo<br />

più efficiente). Insomma,<br />

dal punto di vista dell’intelligenza<br />

del controllo ci si può<br />

senz’altro sbizzarrire. Sta di<br />

fatto che i segnali di controllo<br />

devono agire su un motore,<br />

2<br />

ELETTRONICA OGGI 382 - OTTOBRE 2008


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MOTOR CONTROL<br />

per cui sono richiesti una modulazione e<br />

un’amplificazione.<br />

Modulazione perché <strong>il</strong> motore è controllato<br />

con un segnale di tipo PWM, che può<br />

essere modulato nel duty cycle, giro dopo<br />

giro, per aumentare o diminuire la velocità,<br />

o può essere modulato nella forma<br />

per generare una sinusoide o altra particolare<br />

forma a seconda dello scopo. È qui<br />

che entrano in gioco gli switch di potenza,<br />

MOSFET o IGBT. Accendendo e spegnendo<br />

gli switch di potenza in modo controllato<br />

è possib<strong>il</strong>e variare la tensione<br />

applicata al motore (l’integrale del PWM),<br />

al fine di variare velocità e posizione del<br />

rotore. In figura 1 sono rappresentate<br />

alcune configurazioni di driving di motori<br />

Fig. 3 – Circuito equivalente<br />

di un Igbt<br />

Fig. 4 – Esempi di schemi<br />

di pre-driving<br />

DC Brush, Brushless, Stepper, AC a induzione,<br />

e così via. In ognuno di questi casi<br />

lo scopo del circuito di drive è quello di<br />

fornire tensione e corrente agli avvolgimenti<br />

del motore. Il livello di V e I varia a<br />

seconda del tipo e dimensione del motore<br />

usato, ma i principi guida per la selezione<br />

del MOSFET driver sono gli stessi.<br />

Fig. 2 – Simbolo elettrico di Mosfet e<br />

Igbt<br />

La selezione<br />

dello switch di potenza<br />

I motori raffigurati con <strong>il</strong> loro circuito di<br />

driving hanno diverse caratteristiche elettriche,<br />

e meccaniche. In tabella 1 si sono<br />

riportati alcuni rating tipici dei parametri<br />

dei vari motori. La progettazione di un driver<br />

è influenzata da questi parametri, i<br />

quali determinano la scelta dell’elemento<br />

di switching. Come si può osservare in<br />

tabella 1, al variare della tecnologia del<br />

motore variano molto tensioni, correnti e<br />

potenza (si ricorda che 1 HP, o cavallo<br />

vapore (CV), equivale a 746 Watt). Anche<br />

per lo stesso tipo di motore i rating possono<br />

variare di molto. Un valore sicuramente<br />

da tenere in considerazione è la corrente<br />

di start-up che può essere di valore<br />

diverse volte più grande della corrente a<br />

regime. Tutti questi parametri sono da<br />

considerare nel momento in cui si seleziona<br />

<strong>il</strong> driver.<br />

Quale dispositivo<br />

tra MOSFET e IGBT<br />

In passato, per via dell’alto fattore di<br />

amplificazione in corrente, <strong>il</strong> BJT è stato<br />

molto usato per applicazioni di controllo<br />

motore. Però <strong>il</strong> BJT è un dispositivo<br />

sostanzialmente controllato in corrente.<br />

Questo significa che accensioni e spegnimenti<br />

del transistor dovevano essere eseguiti<br />

con un p<strong>il</strong>otaggio in corrente. I<br />

MOSFET e gli IGBT sono dispositivi<br />

invece controllati in tensione e <strong>il</strong> controllo<br />

diventa di più semplice realizzazione.<br />

Grazie al miglioramento<br />

che negli anni si ha avuto nella produzione<br />

di MOSFET di potenza e<br />

grazie all’introduzione dello IGBT,<br />

sono questi i due dispositivi oggi<br />

usati per applicazioni di controllo<br />

motore. Le sim<strong>il</strong>itudini tra MOSFET<br />

e IGBT terminano dopo aver detto<br />

che entrambe sono controllati nell’accensione<br />

e spegnimento dalla<br />

tensione di Gate. Per <strong>il</strong> resto sono<br />

molto diversi tra loro. Il MOSFET è<br />

un canale resistivo tra Drain e<br />

Source, mentre lo IGBT è una giunzione<br />

PN da Collettore a Emettitore.<br />

La potenza dissipata in stato di<br />

accensione è calcolata in modo<br />

diverso. Le perdite in stato di conduzione<br />

per i due dispositivi si calcolano<br />

come segue.<br />

MOSFET<br />

P dissipata<br />

= I rms 2 * R DS-ON<br />

dove<br />

R DS-ON<br />

= resistenza di canale con dispositivi<br />

in stato di ON<br />

I rms<br />

= corrente rms tra drain e source<br />

IGBT<br />

P dissipata<br />

= Imedia * V CE-SAT<br />

V CE-SAT<br />

= tensione di saturazione tra collettore<br />

ed emitter<br />

I media<br />

= corrente media tra collettore ed<br />

emettitore<br />

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La differenza più r<strong>il</strong>evante nel calcolo<br />

della potenza dissipata sta nel fatto che<br />

per <strong>il</strong> MOSFET si ha un fattore quadratico<br />

della corrente. All’aumentare della<br />

corrente è importante allora che <strong>il</strong><br />

MOSFET abbia una R DS-ON<br />

molto bassa.<br />

Per valori di tensione bassa la R DS-ON<br />

di<br />

Tabella 1 - Alcuni rating tipici dei<br />

parametri dei vari motori<br />

Fig. 5 – Circuito<br />

ddi spegnimento:<br />

topologia a single<br />

ended transformer<br />

Fig. 6 – Pre-driver integrato Supertex HT04 –<br />

esempio di ut<strong>il</strong>izzo<br />

un MOSFET può essere di poche decine<br />

di mΩ. Per valori superiori ai 200-<br />

300V questo non può essere più vero,<br />

per ragioni fisiche di costruzione del<br />

MOSFET. Inoltre al RDS-ON ha un<br />

andamento che cresce all’aumentare<br />

della temperatura, con un effetto degenerativo<br />

all’aumentare delle perdite,<br />

mentre la V CE-SAT<br />

dello IGBT diminuisce<br />

all’aumentare della temperatura<br />

(tranne che per tensioni<br />

molto alte). A questo punto<br />

sembrerebbe che per valori alti<br />

di tensione e corrente <strong>il</strong><br />

MOSFET perda la sfida della<br />

potenza dissipata. Non si è però<br />

considerato un altro termine di<br />

potenza dissipata nel funzionamento<br />

come switch del transistore. Il transistore<br />

IGBT infatti è molto più lento del<br />

transistore MOSFET. Per questa ragione<br />

le perdite nei transitori sono più alte.<br />

Sia in accensione che in spegnimento lo<br />

IGBT è più lento di un MOSFET per via<br />

del fatto che è un dispositivo a ricombinazione<br />

di portatori minoritari (si basa<br />

su una giunzione PN) in cui <strong>il</strong> gate ha un<br />

effetto di driving molto limitato<br />

rispetto allo spegnimento del<br />

transistor. Per meglio comprendere<br />

<strong>il</strong> meccanismo di accensione<br />

e spegnimento del transistore<br />

IGBT si osservi in figura 3 <strong>il</strong> circuito<br />

equivalente del dispositivo.<br />

Quando <strong>il</strong> gate viene acceso, portato<br />

a livello alto, <strong>il</strong> Mosfet a canale<br />

N porta a livello basso la base<br />

del transistor PNP, accendendo<br />

effettivamente <strong>il</strong> dispositivo.<br />

Durante la fase di spegnimento,<br />

quando <strong>il</strong> gate è portato a livello<br />

basso, <strong>il</strong> tempo di spegnimento<br />

dipende solo dalla ricombinazione<br />

delle cariche minoritarie.<br />

Variando alcuni parametri costruttivi,<br />

come lo spessore dell’ossido o i livelli di<br />

drogaggio, si può variare la velocità,<br />

creando diverse famiglie di IGBT con i<br />

loro relativi pro e contro. Infatti<br />

l’aumento della velocità comporta<br />

l’aumento della V CE-SAT<br />

e una riduzione<br />

del rating di corrente. Il calcolo delle<br />

perdite di switching dello IGBT è più<br />

complesso che per <strong>il</strong> MOSFET, per cui i<br />

costruttori solo soliti caratterizzare i<br />

dispositivi e riportare le curve a datasheet.<br />

L’unità di misura usata solitamente<br />

per le perdite è <strong>il</strong> Joule. Questo permette<br />

di ottenere la potenza dissipata<br />

semplicemente moltiplicando <strong>il</strong> valore<br />

per la frequenza di ut<strong>il</strong>izzo. Proprio le<br />

perdite di switching sono l’elemento<br />

che limita l’uso dello IGBT in molte<br />

applicazioni di alta tensione e alta frequenza<br />

di switching. Nella maggior<br />

parte dei casi la frequenza di switching<br />

di un controllo motore è inferiore ai<br />

100kHz, per cui è possib<strong>il</strong>e tenere le<br />

perdite sotto controllo e MOSFET e<br />

IGBT possono essere entrambe presi in<br />

considerazione. Prestando attenzione al<br />

budget, possono essere diversi i componenti<br />

adatti a soddisfare le esigenze di<br />

progetto. Un costruttore di MOSFET e<br />

IGBT di potenza molto interessante è<br />

Toshiba, i cui prodotti sono caratterizzati<br />

da un elevato livello di affidab<strong>il</strong>ità.<br />

mentre per i driver si può segnalate<br />

Microchip, che propone componenti<br />

fino a 30 Vdi cui si dirà meglio in seguito<br />

a questo articolo.<br />

Comunque, volendo riassumere alcune<br />

delle considerazioni appena fatte sulle<br />

differenze tra MOSFET e IGBT si può<br />

affermare quanto segue:<br />

- per tensioni < 300V, <strong>il</strong> MOSFET è la<br />

scelta più adatta;<br />

- per tensioni superiori ai 900V la scelta<br />

è sicuramente a favore di IGBT;<br />

- tra 300V e 900V la scelta dipende dalle<br />

specifiche di progetto, non è detto che<br />

un dispositivo sia migliore dell’altro a<br />

priori.<br />

Una nota importante: quando si sceglie<br />

un dispositivo di potenza è necessario<br />

considerare l’andamento dei parametri<br />

nelle varie condizioni di funzionamento<br />

e temperatura. Non è sufficiente riferirsi<br />

a indicazioni tipiche ma si devono studiare<br />

attentamente le curve rappresentate<br />

a datasheet per ogni casistica e condizione<br />

di funzionamento.<br />

Altri accorgimenti da adottare sono la<br />

scelta di una tensione di lavoro più<br />

bassa di quella dichiarata, per via del<br />

derating. Una buona regola è valutare<br />

un derating del 20%, per cui per esempio<br />

4<br />

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MOTOR CONTROL<br />

Fig. 7 – La carica del gate<br />

Tabella 2 – Alcuni<br />

esempi di Mosfet<br />

driver di produzione<br />

Microchip<br />

è opportuno usare un MOSFET da 500V<br />

se l’applicazione richiede 500V. La temperatura<br />

di giunzione non deve mai<br />

superare i 120°C a massimo carico e alla<br />

massima temperatura ambiente, e possib<strong>il</strong>mente<br />

dovrebbero essere implementate<br />

delle protezioni di temperatura.<br />

Un’attenta stesura del layout consente<br />

di minimizzare l’induttanza delle piste e<br />

delle saldature. Il driver deve essere tale<br />

da sopportare correnti di picco legate a<br />

corto circuito o condizioni di start-up<br />

(anche a livello del controllo è possib<strong>il</strong>e<br />

però fare un sensing sulle correnti del<br />

motore e adoperare un’azione correttiva<br />

in modo da non avere correnti di spunto<br />

troppo alte). Una società che produce<br />

soluzioni per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evamento di corrente<br />

High Side è Supertex che propone vari<br />

componenti quali HV7800, HV7802, e<br />

così via.<br />

Essi sono in grado di leggere la corrente<br />

che circola attraverso un resistore di<br />

valore molto basso posto sul ramo High-<br />

Side, anche se non riferito a terra, e produce<br />

una lettura in tensione proporzionale<br />

alla corrente misurata. Il range di<br />

tensioni arriva fino a più di 400V.<br />

Schemi per <strong>il</strong> p<strong>il</strong>otaggio<br />

dei gate<br />

Il tipo di motore, la topologia dello switch<br />

di potenza, la scelta degli elementi di<br />

switching, impongono lo schema di driving.<br />

Le due categorie fondamentali di<br />

driver sono la high-side e la low-side.<br />

High-side significa che <strong>il</strong> source (nel<br />

caso del MOSFET) o l’emitter (nel caso<br />

dello IGBT), può fluttuare tra massa e la<br />

più alta tensione del motore. Low Side<br />

significa invece che source o emitter<br />

sono sempre connessi a massa. Nella<br />

configurazione di un semiponte, quando<br />

<strong>il</strong> transistore High side, che si indicherà<br />

con Q1, è acceso, <strong>il</strong> transistore low side,<br />

Q2, è spento, e viceversa. Quando Q1<br />

passa dallo stato di spento allo stato di<br />

acceso, la sua tensione di source/emitter,<br />

passa da massa fino alla<br />

massima tensione Vdd. Lo stesso allora<br />

vale per la tensione di Gate. Questo<br />

comporta la necessità di una forma di<br />

isolamento o un circuito di driving flottante.<br />

Non ci sono invece problemi per <strong>il</strong><br />

transistor low side che ha <strong>il</strong> source/emitter<br />

sempre riferito a massa, e lo<br />

stesso dicasi per <strong>il</strong> gate.<br />

Esistono diversi schemi per <strong>il</strong> driving<br />

high-side (Fig. 4). Si può pensare di<br />

usare un trasformatore, un integrato di<br />

high voltage boostrap, tensioni di polarizzazioni<br />

flottanti oppure optoisolatori.<br />

Per gli optoisolatori si può ricorrere a<br />

Toshiba, Casa che può vantare un catalogo<br />

particolarmente ampio.<br />

I MOSFET driver di Microchip, riportati<br />

in tabella 2, sono adatti a circuiti di<br />

tipo single ended transformer<br />

(MOSFET driver singoli), double ended<br />

transformer (MOSFET driver duali) e<br />

Floating bias gate driver.<br />

Per applicazioni di tipo High voltage<br />

boostrap un prodotto molto interessante<br />

è Supertex HT0440 (duale) oppure<br />

HT0740 (singolo). Questo driver ha una<br />

barriera di isolamento di 750V tra parte<br />

di controllo (lato di segnale) e potenza.<br />

Sul motore è in grado di sopportare tensioni<br />

che vanno dai 12V di una batteria<br />

fino a 400V. Non richiede alimentazione,<br />

capacità o altri componenti esterni.<br />

Tornando al driving mediante trasformatore,<br />

come si può osservare in figura,<br />

si può connettere un condensatore in<br />

serie al primario che si carica quando <strong>il</strong><br />

pin di OUT del controller è a livello alto<br />

e fornisce la tensione negativa di comando<br />

quando eventuale IGBT va in stato di<br />

OFF. Questo condensatore ha funzione<br />

di reset anche nel caso di uso di<br />

MOSFET come dispositivi di potenza.<br />

Se in vero non è richiesta alcuna tensione<br />

di reset negativa (che tra l’altro<br />

aumenta i tempi di ritardo), è possib<strong>il</strong>e<br />

implementare un circuito di spegnimento<br />

come quello di figura 5. si tratta di<br />

aggiungere un diodo e un FET a canale<br />

N di segnale. Il MOSFET N vede sempre<br />

lo stesso segnale positivo a meno<br />

della caduta su un diodo, ma è “agganciato”<br />

a zero durante la fase di spegnimento,<br />

grazie al FET che funziona da<br />

ritorno circuito di RTZ (return-to-zero).<br />

Il diodo blocca le tensioni negative che<br />

polarizzano <strong>il</strong> FET che ora si accende.<br />

La soluzione di driving double ended a<br />

trasformatore è del tutto sim<strong>il</strong>e alla<br />

prima, ma in questo caso si vanno a p<strong>il</strong>otare<br />

indipendentemente <strong>il</strong> lato high e <strong>il</strong><br />

lato low, con maggiore flessib<strong>il</strong>ità sui<br />

parametri. Un vantaggio notevole è la<br />

possib<strong>il</strong>ità di effettuare driving low side,<br />

avendo <strong>il</strong> riferimento a massa. Per queste<br />

due tipologie di driving si ribadisce<br />

la possib<strong>il</strong>ità di usare i driver Microchip<br />

di tabella 2. Anche Supertex ha una<br />

famiglia di Mosfet driver molto interes-<br />

ELETTRONICA OGGI 382 - OTTOBRE 2008<br />

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sante. Tali mosfet driver sono addirittura<br />

considerati tra i migliori in assoluto<br />

per <strong>il</strong> p<strong>il</strong>otaggio di carichi capacitivi diffic<strong>il</strong>i,<br />

come se ne trovano nell’ultrasound.<br />

Sono driver alternativi a<br />

Microchip in quanto lavorano con tensioni<br />

più alte, fino a qualche centinaio di<br />

volt. Alcune forme di driver integrano<br />

già anche <strong>il</strong> circuito di RTZ. Si veda <strong>il</strong><br />

sito, www.supertex.com.<br />

Lo schema indicato come High Voltage<br />

Boostrap IC, è quello di più fac<strong>il</strong>e realizzazione,<br />

non essendoci avvolgimenti da<br />

dimensionare. Basta selezionare un circuito<br />

integrato che funzioni da boostrap<br />

per <strong>il</strong> driving del lato high side.<br />

Se poi si seleziona un HT0440 di<br />

Supertex (Fig. 6) che oltre a non<br />

richiedere nessun componente<br />

esterno è anche isolato, non sussistono<br />

problemi di sorta.<br />

Come selezionare<br />

<strong>il</strong> driver in considerazione<br />

dei fenomeni di gate<br />

Il primo valore che devo osservare<br />

se sto disegnando un circuito di driving<br />

per uno switch di potenza è la carica<br />

di Gate. Stiamo parlando ci carica di<br />

gate e non di capacità di gate perché<br />

comunque nella caratterizzazione di<br />

MOSFET e IGBT <strong>il</strong> costruttore tiene in<br />

debita considerazione l’effetto M<strong>il</strong>ler, e<br />

<strong>il</strong> valore di carica di gate fornito prevede<br />

anche l’effetto della capacità di M<strong>il</strong>ler. I<br />

circuiti equivalenti di un IGBT o<br />

MOSFET sono del tutto sim<strong>il</strong>i: si ha una<br />

capacità Cgs tra gate e source e una<br />

capacità Cgd tra gate e drain del<br />

MOSFET. Nel caso dello IGBT le capacità<br />

si chiameranno Cge e Cgc (gateemitter<br />

e gate-collettore). Il processo di<br />

carica di MOSFET e IGBT può essere<br />

rappresentato come in figura 7.<br />

Il primo stadio della carica è dovuto<br />

principalmente alla capacità tra gate e<br />

source/emitter. Anche la capacità di<br />

drain/collettore è caricata, ma <strong>il</strong> suo<br />

contributo è molto basso. Una volta che<br />

la capacità tra gate e source/emitter è<br />

stata caricata fino alla tensione di threshold<br />

<strong>il</strong> dispositivo inizia ad accendersi<br />

e la corrente fa una rampa fino al suo<br />

valore di regime. Una volta raggiunta la<br />

corrente la tensione tra drain e source o<br />

tra collettore ed emettitore inizia a scendere.<br />

A questo punto la tensione di gate<br />

si appiattisce a causa della carica della<br />

capacità di M<strong>il</strong>ler legata alla caduta di<br />

tensione del drain/collettore. Quando la<br />

tensione di drain/collettore è scesa al<br />

suo valore finale la capacità di gate continua<br />

la sua carica in salita.<br />

Noto l’effetto di carica possiamo considerare<br />

la capacità di gate equivalente:<br />

C gate<br />

= Q totale<br />

/V gate<br />

. Il fenomeno di carica<br />

e scarica di un gate può essere visto<br />

allora come <strong>il</strong> fenomeno di carica e scarica<br />

di una capacità.<br />

Fig. 8 – Circuito interno di un Mosfet<br />

driver Microchip<br />

Anche altri valori di progetto ne sono<br />

influenzati. La Potenza richiesta per<br />

caricare la capacità di gate è: Pgate =<br />

1/2C gate<br />

*V gate 2 *f, dove f è la frequenza<br />

di switching.<br />

Come calcolare <strong>il</strong> rating<br />

del mosfet driver<br />

Spesso per caratterizzare un MOSFET<br />

Driver si fa riferimento ad una corrente di<br />

picco. 3A, 6A di picco, cosa significa? Si<br />

ipotizzi di aver selezionato l’elemento di<br />

potenza, di conseguenza la sua carica di<br />

gate è stata calcolata. Questa potrà andare<br />

da decine di nano coulomb fino a qualche<br />

centinaia di nano coulomb per transistori<br />

finali nell’ordine delle centinaia di<br />

Ampere. Il gate deve essere p<strong>il</strong>otato con<br />

la tensione e corrente appropriati, al fine<br />

di avere accensioni e spegnimenti adeguati<br />

e ridurre le perdite nei transitori. La<br />

maggior parte dei dispositivi di driving<br />

sono semplici.<br />

Si ha uno stadio di input adatto a ricevere<br />

un segnale logico di bassa tensione, e<br />

successivamente una cascata di stadi di<br />

predriving via via più forti. In figura 8<br />

viene riportato un driver di Microchip,<br />

TC4421/22. L’ultimo stadio di driving<br />

p<strong>il</strong>ota due transistor, Q1 e Q2, che servono<br />

da pull_up e pull_down per <strong>il</strong> driving<br />

dello switch finale, ovvero per caricare e<br />

scaricare la capacità di gate del finale. Va<br />

spiegato che <strong>il</strong> MOSFET driver non fornisce<br />

una corrente costante. Se <strong>il</strong> driver è<br />

caratterizzato per una corrente di 3A, la<br />

sua uscita non sarà in grado di p<strong>il</strong>otare un<br />

carico capacitivo con una corrente costante<br />

di 3A fino a che questo non è carico.<br />

Questa è infatti una corrente di picco,<br />

data per una data tensione di polarizzazione<br />

e con l’uscita del driver ancorato a<br />

terra (condizione per <strong>il</strong> picco di corrente<br />

di pull-up). Qualche volta la corrente di<br />

picco viene misurata a 4V invece che alla<br />

Vdd, perché è questo <strong>il</strong> livello in cui la<br />

capacità di M<strong>il</strong>ler entra in gioco. Per un<br />

driver non invertente, quando <strong>il</strong> segnale<br />

di ingresso va ad uno stato alto, <strong>il</strong> segnale<br />

comune di gate di Q1 e Q2 è portato<br />

basso. Il transitorio di questo punto da<br />

Vdd a Gnd di solito impiega 10ns, e questo<br />

limita la cross conduzione legata alla<br />

transizione e porta Q1 nel suo stato full<br />

enhanced molto rapidamente, al fine di<br />

raggiungere la corrente di picco <strong>il</strong> prima<br />

possib<strong>il</strong>e. Durante la transizione di questo<br />

nodo da Vdd a Gnd, quando <strong>il</strong> transistor<br />

Q1 si sta accendendo, la corrente che<br />

fluisce in Q1 è divisa tra l’uscita del driver<br />

e <strong>il</strong> transistore Q2. La corrente in Q2 è<br />

una corrente di cross conduzione, indesiderata<br />

perché risultante in potenza dissipata.<br />

Questa corrente è di solito caratterizzata<br />

in un diagramma di “cross_over<br />

energy su Vdd”. Quando Q2 si è spento<br />

tutta la corrente va a caricare <strong>il</strong> gate dello<br />

switch esterno di potenza. A questo punto<br />

<strong>il</strong> transistore Q1 può essere visto come<br />

un resistore di valore Rds-on che carica<br />

una capacità.<br />

È fac<strong>il</strong>e intuire che un transistore di uscita<br />

del driver avente una più alta Rds_on<br />

rallenta i transitori, e ogni resistenza di<br />

gate esterna al driver ha lo stesso effetto.<br />

Per dimensionare <strong>il</strong> driver si può<br />

valutare la carica di gate e <strong>il</strong> tempo<br />

necessario per la carica.<br />

6<br />

ELETTRONICA OGGI 382 - OTTOBRE 2008


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Q totale<br />

= I carica<br />

* T carica<br />

Per esempio:<br />

Q totale<br />

= 68 nC<br />

T I carica<br />

= 50 nsec<br />

I I carica<br />

= 68 nC/50 nsec<br />

I I carica<br />

= 1.36A<br />

La corrente così calcolata è una corrente<br />

media costante. Ma la corrente indicata<br />

per <strong>il</strong> MOSFET driver non è una corrente<br />

media continua. Una buona regola empirica<br />

per la definizione della corrente del<br />

MOSFE driver è quella di raddoppiare <strong>il</strong><br />

valore medio continuo per avere la corrente<br />

di picco. In questo esempio la selezione<br />

di un MOSFET driver da 3A è una<br />

buona scelta. Questo metodo molto semplice<br />

non tiene in considerazione la resistenza<br />

di gate esterna al driver. Inoltre se<br />

viene usata una tensione di driving molto<br />

minore della tensione usata per caratterizzare<br />

la corrente di picco, allora va considerato<br />

un margine maggiore.<br />

Un secondo metodo sfrutta la Rdson del<br />

canale P per la carica e quella del canale N<br />

per la scarica., eventuali resistenze esterne,<br />

e la capacità di gate. Si ricordi che<br />

molti IGBT per evitare <strong>il</strong> latch_up richiedono<br />

una resistenza di gate. Le equazioni<br />

sono qui di seguito riportate:<br />

TI carica<br />

= ((R driver<br />

+ R gate<br />

) * C totale<br />

)*TC<br />

dove:<br />

R driver<br />

= R DS-ON<br />

dello stadio di uscita del driver<br />

R gate<br />

= Ogni possible resistenza esterna tra<br />

driver e switch di potenza<br />

C totale<br />

= La capacità totale di gate divisa per la<br />

tensione di gate<br />

TC = numero di costanti di tempo ( se vale 1<br />

abbiamo una carica al 63% mentre se vale 3 la<br />

carica è al 95%)<br />

Esempio<br />

Q totale<br />

= 68 nC<br />

V gate<br />

= 10V<br />

T carica<br />

= 50 nsec<br />

TC = 3<br />

R gate<br />

= 0 ohms<br />

R driver<br />

= (Tcarica/TC*C totale<br />

) - R gate<br />

R driver<br />

= (50 nsec./ 3 * 6.8 nF) - 0 ohm<br />

R driver<br />

= 2.45W<br />

www.kevin.it<br />

Riferimenti<br />

1 . AN988 - Determining MOSFET<br />

Driver Needs for Motor Drive<br />

Applications - Microchip<br />

2 . HT04 Series Application Note, High<br />

Voltage Isolated MOSFET Driver –<br />

Supertex<br />

3 . Toshiba IGBT line card and datasheets<br />

4 . Toshiba POWER Mosfet Lie card and<br />

datasheets<br />

5 . AN 885 - Brushless DC (BLDC)<br />

Motor Fundamentals – Microchip<br />

ELETTRONICA OGGI 382 - OTTOBRE 2008<br />

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