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memorie e ricordi - ISCOM - Istituto Superiore delle Comunicazioni e ...

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Barbara Desimio<br />

Direttrice del Museo Storico PT<br />

Ministero <strong>delle</strong> <strong>Comunicazioni</strong><br />

Tel. +39 0654442092 E-Mail: museostorico@comunicazioni.it<br />

NOTE<br />

MUSEO STORICO PT - MEMORIE E RICORDI<br />

(HISTORICAL MUSEUM OF THE POSTAL SERVICE AND<br />

TELECOMMUNICATIONS - MEMORIES)<br />

Sommario: la necessità di comunicare è nata con<br />

l'uomo ed il Museo Storico PT ce ne fornisce<br />

ampia testimonianza.<br />

Ho assunto da poco la direzione del Museo Storico<br />

pt e, approfittando dell'occasione che mi viene offerta<br />

dalla redazione di questa rivista, vorrei fornire ai lettori<br />

una panoramica, seppur superficiale ed incompleta,<br />

dei settori e dei cimeli presenti al Museo.<br />

Senza aver la pretesa di raccontare troppe storie<br />

che potrebbero ingenerare un certo tedio in chi legge,<br />

i cui gusti ed attitudini non posso conoscere, vorrei lanciare<br />

un messaggio ed un invito per una visita al<br />

Museo volta a scoprire mille e mille informazioni su<br />

aspetti e particolari che segnano la nostra vita senza<br />

che a volte se ne abbia la piena consapevolezza.<br />

Vorrei inoltre invitare il lettore a riflettere sulle emozioni,<br />

sulle più intime vicende e sui risvolti umani che<br />

sono dietro a tanti oggetti presenti nel nostro Museo e<br />

che hanno unito persone distanti.<br />

Come non intenerirsi vedendo una sbiadita lettera<br />

d'amore che legava i destini forse dei nostri nonni<br />

oppure come non intristirsi vedendo una lettera spedita<br />

da un prigioniero di guerra?<br />

Basta chiedere a chi ha qualche anno in più per<br />

scoprire con quanta trepida emozione si aspettava<br />

l'arrivo del postino!<br />

Se ci chiediamo: "Cosa è cambiato negli ultimi<br />

decenni?", potremo rispondere: "Forse non la sostanza<br />

<strong>delle</strong> cose, ma certamente la forma: la busta profumata<br />

ha lasciato il posto all'e-mail e ai messaggi telefonici".<br />

Non dobbiamo dimenticare che questa esplosione,<br />

questa accelerazione così forte nel comunicare è dovuta<br />

soprattutto alla genialità e all'estro di alcuni nostri<br />

connazionali.<br />

Al Museo conserviamo preziose testimonianze del<br />

passato ed è per me un piacere ripercorrere alcune<br />

tappe che ritengo siano tra le più significative e curiose,<br />

con l'avvertenza che i settori della filatelia, l'estetica<br />

della corrispondenza e la marcofilia verranno presi<br />

in considerazione in un prossimo numero della rivista.<br />

Abstract: the need of communication was born<br />

with the mankind and the historic museum of<br />

the post and telecommunications is a perfect testimony.<br />

Thanks to the opportunity which I am given by editorial<br />

staff of this magazine, I would like to present the<br />

historic museum of the post and telecommunications,<br />

in my condition of recently appointed director.<br />

First of all, it is a great pleasure to invite every reader<br />

to pay a visit to a museum which permits to discover<br />

several pieces of information on certain aspects<br />

of our common life, about which we are sometimes<br />

completely aware.<br />

I call the attention of the reader on the emotions,<br />

the innermost reasons and the human implications of<br />

the objects which are exhibited in the museum and<br />

have connected people at great distances.<br />

Everybody will certainly feel moved looking at a<br />

faded letter of love which could have linked the fates<br />

of our grandfathers or a letter sent by a prisoner of<br />

war. Aged people may confirm how anxious they were<br />

when the postman rang at their door.<br />

If we wondered what has changed along the last<br />

years, we would answer: "Probably not the substance,<br />

but surely the form: the scented envelope has left its<br />

place to the e-mail and sms".<br />

We cannot forget that this explosion, such a strong<br />

acceleration in the means of communication, is mainly<br />

due to the genius and creativity of some compatriots.<br />

In the museum we keep valuable testimonies of our<br />

past which I will speak about in the following number,<br />

with particular reference to philately, aesthetics of letter<br />

post and the hobby of collecting duty-stamps (marcofilia).<br />

La Comunicazione - numero unico 2003<br />

29


NOTE<br />

Barbara Desimio<br />

1. Qualche riferimento storico<br />

Il Museo nasce nel 1878 come Museo telegrafico:<br />

in quella data si cominciarono a raccogliere,<br />

presso l'Ufficio Tecnico dei Telegrafi di Firenze,<br />

apparati e materiali provenienti dagli "officii telegrafici"<br />

degli antichi Stati italiani e caduti in disuso<br />

dopo l'unificazione del Regno d'Italia.<br />

Nella circolare del 28 dicembre 1890, istitutiva<br />

dei Musei postale e telegrafico, si afferma: "Esiste<br />

già un Museo telegrafico, che ha dato in molte circostanze<br />

prova dell'utilità sua. La Posta che è un<br />

grande elemento di civiltà deve pure avere il suo<br />

Museo, ed il Ministero intende ora fondarlo."<br />

Viene avviata quindi anche per Museo postale la<br />

raccolta degli oggetti "necessari all'andamento del<br />

servizio, cominciando possibilmente da quelli che<br />

erano in uso nelle Amministrazioni dei vari Stati<br />

italiani prima del 1860, … bolli, sigilli, punzoni, placchette-distintivi<br />

di agenti postali, cassette d'impostazione,<br />

insomma tutto ciò che possa offrire un<br />

interesse storico postale o costituire un confronto<br />

fra i mezzi usati una volta e quelli usati in oggi, e<br />

dare così un'idea dei miglioramenti di<br />

mano in mano introdotti nel servizio<br />

della Posta e del progresso da essa raggiunto."<br />

Tra gli oggetti esposti troviamo una<br />

ricca serie di buche di impostazione -la<br />

più antica risale al 1633 ed è di Borgo<br />

Cerreto (PG)- nonché la fedele riproduzione<br />

in ceramica della Charta o Tabula<br />

Peutingeriana (mappa, copia medioevale<br />

di una carta risalente all'età romana, che<br />

descrive tutto il mondo conosciuto dagli<br />

antichi) realizzata in ceramica da Giorgio<br />

Belli. Ricordiamo che si deve<br />

all'Imperatore Augusto la creazione di un<br />

efficiente sistema postale, il "cursus publicus",<br />

prima con messaggeri a piedi e poi<br />

con cavalli e carri per il trasporto di persone<br />

e cose appartenenti all'amministrazione<br />

dello Stato Romano. Sono individuabili<br />

su detta mappa le stazioni di cambio "mutationes",<br />

dove i corrieri potevano cambiare i cavalli<br />

e rifocillarsi, scaglionate a 10/15 chilometri di<br />

distanza, e la stazione di posta "mansio" (ogni cinque<br />

mutationes), albergo con camere per dormire,<br />

rimesse e scuderie, capaci di ospitare oltre 60<br />

cavalli.<br />

Accanto alla ricostruzione dell' Ufizio di posta<br />

di fine ottocento con mobili originali, dove è possibile<br />

acquistare prodotti filatelici, rinveniamo un<br />

curioso fornetto per la disinfezione della corrispondenza<br />

usato in periodo di epidemia nel XVIII<br />

secolo. Da una relazione dell'epoca di un addetto<br />

al Magistrato di Sanità, apprendiamo la tecnica che<br />

veniva praticata: "l'espurgo <strong>delle</strong> lettere e pieghi si<br />

eseguisce col profumarle prima al di fuori, e per far<br />

ciò con maggior sicurezza, vi si pongono in una<br />

macchina di ferro, con entro del fuoco, e profumi li<br />

più forti, come bacche di ginepro e simili. Poscia si<br />

prendono con tenaglie pur di ferro, e con forbice<br />

si tagliano diligentemente ove esiste il sigillo, e<br />

aperte (sempre tenendole con tenaglie) si ripongono<br />

in detta macchina, dove ricevono il secondo<br />

La sede del Museo oggi è presso il<br />

Ministero <strong>delle</strong> comunicazioni, all'EUR.<br />

2.All'inizio del percorso<br />

museale…<br />

Buca d’impostazione in travertino proveniente da Borgo Cerreto (PG)<br />

30 La Comunicazione - numero unico 2003


MUSEO STORICO PT - MEMORIE E RICORDI<br />

(HISTORICAL MUSEUM OF THE POSTAL SERVICE AND TELECOMMUNICATIONS - MEMORIES)<br />

NOTE<br />

Continuando nel percorso, ci imbattiamo<br />

in una serie di vetrine dove sono esposti<br />

cimeli e documenti degli Stati preunitari:<br />

<strong>ricordi</strong>amo, tra l'altro, una graziosa cassetta<br />

di impostazione portatile, acquerelli raffiguranti<br />

le divise dei corrieri postali, giubba e<br />

feluca da gala del postiglione in servizio nel<br />

Regno Lombardo -Veneto, un cartello -double<br />

face- dello Stato Pontificio che avvisa "la<br />

posta è giunta / la posta non è giunta", ed<br />

ancora …una borsa utilizzata per il trasporto<br />

<strong>delle</strong> lettere nel Regno <strong>delle</strong> Due Sicilie,<br />

annulli e casseforti.<br />

C'è inoltre un documento interessantissimo<br />

recante il giuramento di taciturnità<br />

che veniva prestato dai dipendenti<br />

postali all'atto di assumere servizio:<br />

è il vincolo a mantenere il<br />

segreto epistolare, confermato con<br />

la stretta di mano.<br />

3. La telegrafia e l'esposizione<br />

voltiana del 1899<br />

La storia <strong>delle</strong> comunicazioni nel<br />

Museo Storico pt è rappresentata<br />

dall'evoluzione storico scientifica<br />

della telegrafia ottica e della telegrafia<br />

elettrica, sviluppatasi a seguito<br />

<strong>delle</strong> scoperte di Luigi Galvani e di<br />

Alessandro Volta.<br />

Fu proprio per celebrare Volta, nel<br />

primo centenario della pila, che<br />

venne organizzata a Como, dal 15<br />

maggio al 15 ottobre 1899, una grande<br />

Esposizione alla quale parteciparono,<br />

tra gli altri, esponenti degli elettricisti<br />

e dei telegrafisti, nonché il<br />

neonato Ministro pt con un'imponente<br />

mostra di apparati.<br />

interno profumo e così saranno del tutto<br />

espurgate e libere; a differenza di quanto si<br />

usa per le lettere semplicemente e gravemente<br />

sospette, le quali vengono a sufficienza<br />

espurgate, col taglio bensì del sigillo, ed<br />

aperte col mezzo del solo profumo". Oltre<br />

alle bacche di ginepro, venivano impiegate<br />

resine, mirra, incenso, foglie ed erbe odorose,<br />

e poi ancora…cloro e canfora.<br />

Acquarello raffigurante la divisa di un Corriere Pontificio<br />

(prima metà del XIX secolo).<br />

La Comunicazione - numero unico 2003<br />

31


NOTE<br />

Barbara Desimio<br />

Purtroppo, nell'incendio, sviluppatosi l'8 luglio<br />

dello stesso anno, vennero irrimediabilmente<br />

distrutti i cimeli in esposizione.<br />

Il Museo conserva una raccolta della rivista settimanale<br />

illustrata "Como e l'Esposizione Voltiana",<br />

edita per seguire tutte le fasi dell'importante manifestazione;<br />

gli articoli in essa contenuti sono preziosa<br />

testimonianza di un'epoca e <strong>delle</strong> conoscenze<br />

scientifiche del momento.<br />

Veniamo a sapere così che la gran mostra voltiana<br />

non dovrebbe chiamarsi Esposizione, ma<br />

Esposizioni, "perché, se cerchiamo di contarle sulle<br />

dita, troveremo che sono almeno otto": esposizione<br />

internazionale di elettricità e di macchine,<br />

nazionale serica, dei cimeli di A.Volta, di belle arti,<br />

di floricoltura, dei mobili di Cantù e <strong>delle</strong> piccole<br />

industrie locali; e poi ancora: esposizione di medicina<br />

e d'igiene, mostra di ragioneria, congressi<br />

internazionali degli elettricisti, dei telegrafisti e<br />

degli albergatori, … gare di nuoto, corse, regate,<br />

luminarie, spettacoli teatrali e concerti.<br />

All'origine, già fin dal 1889, si parlava di<br />

un'Esposizione serica; ma era un'idea circoscritta,<br />

un abbozzo d'idea; nel 1895 si cominciò a discorrere<br />

di Volta, della pila, dell'elettricità, si capiva che<br />

Como non poteva lasciar passare il centenario<br />

senza rendere omaggio al suo grande concittadino;<br />

"ci andava dell'amor proprio, del decoro, quasi dell'onore<br />

comasco"; i giornali spronavano l'idea; i più<br />

influenti cittadini l'appoggiavano. Così avvenne che<br />

nel 1896, il Sindaco di Como, propose di bandire<br />

onoranze mondiali ad Alessandro Volta con un<br />

Congresso internazionale di elettricisti e con<br />

festeggiamenti per i quali il Comune era disposto a<br />

stanziare una somma di 20,000 lire che raggiunse<br />

poi le 50,000.<br />

Sfogliando la rivista, rinveniamo note di psicologia,<br />

conferenze, versi, saggi, appunti, bibliografie, illustrazioni<br />

e cronache degli avvenimenti.<br />

4. Gli inni dei telegrafisti<br />

Tra le varie curiosità, scopriamo che, in occasione<br />

del congresso dei telegrafisti, vennero musicati<br />

vari inni. Uno, senza parole, è di Puccini, un<br />

altro, di cui si riporta qui di seguito il testo, è dell'ufficiale<br />

telegrafico Gallo, su musica dell'ufficiale<br />

telegrafico Zupponi-Strali:<br />

Su, avanti, fratelli! Noi, fisi alla traccia<br />

D'un filo in cui forza divina s'inserra,<br />

Insieme avvincendo le innumerevoli braccia,<br />

D'amplesso gagliardo cingiamo la terra.<br />

Dell'alme lontane la gioia e il dolore<br />

Legando attraverso dei monti e del mar,<br />

la folgore orrenda dell'Uomo terrore,<br />

Noi, schiava dell'Uomo, facciamo volar.<br />

Nell'isole ai ghiacci dei poli rivolte,<br />

Negli ampi deserti che il sole rattrista,<br />

Noi siamo avanzate tetragone scolte<br />

Veglianti fedeli l'umana conquista.<br />

Le Industrie, i Commerci dall'agili antenne,<br />

La Scienza ch'errori non tollera più,<br />

Dall'opera nostra, modesta perenne,<br />

Derivan novella possanza e virtù.<br />

Fratelli, noi tutti che gli anni raggianti<br />

Scorriam tra le cure d'un'opra comune,<br />

Su, lieti al lavoro! Per gli evi aspettanti<br />

Cresciamo un futuro d'umane fortune.<br />

Soppressi i mendaci confini che il mondo<br />

In patrie diverse finora partir,<br />

un verbo di gioia, solenne fecondo,<br />

faremo dell'Uomo nel cuore fluir.<br />

Componente di un apparecchio telegrafico Morse.<br />

Per la circostanza, venne proposto anche un<br />

terzo inno; l'autore è G. Walter con parole di<br />

32 La Comunicazione - numero unico 2003


MUSEO STORICO PT - MEMORIE E RICORDI<br />

(HISTORICAL MUSEUM OF THE POSTAL SERVICE AND TELECOMMUNICATIONS - MEMORIES)<br />

NOTE<br />

Sbragia:<br />

Potente simbolo - di ascosa vita<br />

Arcano palpito - del mondo inter<br />

Ignoto brivido - forza infinita<br />

Che voli rapido - come il pensier.<br />

Salve! Tu i popoli - spingi tra loro,<br />

A gara nobile di civiltà;<br />

Per te si avvivano - scienza e lavoro<br />

E avanza impavida - l'umanità.<br />

Noi la tua folgore - spesso ribelle<br />

Trattiamo assidui - con fermo cor<br />

Onde si alternano - varie favelle<br />

Occulti spasimi - sensi d'amor.<br />

Serbando un'intima - dolce speranza<br />

Divisi e deboli - noi fummo un dì,<br />

Ma un sacro vincolo - di fratellanza<br />

Vinti gli ostacoli - tutti ci unì!<br />

Or sotto l'egida - di Volta stretti<br />

Mille le patrie - uno il desir;<br />

Erompa libero - dai nostri petti<br />

Il grido fervido - all'avvenir.<br />

5. L'elettricità<br />

Nella rivista che stiamo sfogliando troviamo<br />

vari articoli sul tema dell'elettricità "la possente<br />

energia che ha dato vita a tante belle ed utili<br />

invenzioni". Vediamo cosa scrive il cronista dell'epoca<br />

sull'elettricità: "gran parte di quelli che con<br />

essa trattano, ne ignorano affatto la natura e le<br />

leggi che la governano, come pure i mezzi per prevenire<br />

i tiri che essa destramente, ma pure innocentemente,<br />

giuoca.<br />

Anche or non è molto, la notizia si spargeva,<br />

destando qualche commozione in coloro che di<br />

queste cose si interessano, che su quel di Bergamo<br />

in causa di contatti nelle condutture, guasti <strong>delle</strong><br />

macchine od altro, parecchie persone hanno trovata<br />

la morte e numerose altre giacciono degenti<br />

all'ospedale.<br />

Spesso, e troppo sovente, su pei giornali si legge<br />

che il tale, il tal altro operaio per scosse elettriche,<br />

cadendo da scale o per scottature, si è ferito ed<br />

anche peggio; la massima parte di questi infortuni<br />

che capitano quasi sempre a gente non elettricista,<br />

è dovuta a mere inavvertenze o sbadataggini create<br />

dalla mancanza di quei riguardi che la nozione<br />

del pericolo vorrebbe.<br />

Ora, se gli operai del mestiere, consci di quello<br />

Postazione telegrafica di un ufficio del Regno d’Italia.<br />

che fanno e cogniti <strong>delle</strong> insidie che la elettricità<br />

tende all'inesperto, sono riusciti o colla pratica o<br />

collo studio o colle tradizioni a premunirsi dai<br />

pericoli che quella produce, perché anche tutti gli<br />

altri non potrebbero essere istruiti in riguardo ed<br />

avvertiti di avere prudenza, molta prudenza quando<br />

sono in vicinanza di un conduttore di elettricità?"<br />

Occorre provvedere -conclude l'autore dell'articolo-<br />

che venga aumentata, di molto aumentata e<br />

sparsa, l'istruzione popolare dell'elettrotecnica.<br />

6. La telefonia<br />

Un altro settore del Museo che merita di essere<br />

menzionato è quello relativo alla storia del telefono,<br />

la cui invenzione è stata oggi finalmente riconosciuta<br />

allo sfortunato, ma generoso Meucci.<br />

In ambito museale, abbiamo recentemente allestito<br />

una saletta interamente dedicata all'illustre<br />

personaggio: un busto realizzato dallo scultore<br />

Giuseppe Ascari vuole rendere onore al geniale<br />

inventore ricordandone le fattezze, nelle vetrine<br />

un excursus della vita, <strong>delle</strong> invenzioni, <strong>delle</strong> vicen-<br />

La Comunicazione - numero unico 2003<br />

33


NOTE<br />

Barbara Desimio<br />

de giudiziarie, nonché lettere autografe indirizzate<br />

al fratello Giuseppe. Sono lettere in cui Antonio<br />

Meucci esprime in termini accorati la disperazione,<br />

i disagi di un emigrante, le difficoltà economiche e<br />

nello stesso tempo fornisce consigli per avviare<br />

attività commerciali.<br />

Con la collaborazione dei colleghi dell'<strong>Istituto</strong><br />

<strong>Superiore</strong> T.C.I. del Ministero <strong>delle</strong> comunicazioni,<br />

Gaigher, Conti e Iacchetti, è stato possibile ricostruire,<br />

su basi documentali, i primi strumenti<br />

inventati da Meucci. Fondamentale in questa attività<br />

di studio e di ricerca è stato l'apporto fornito<br />

dal prof. Basilio Catania, massimo conoscitore di<br />

Meucci, che ha dedicato molti anni alla "scoperta<br />

della verità", raccogliendo un numero impressionante<br />

di documenti e testimonianze.<br />

Il 28 maggio 2003 si è celebrata presso il<br />

Ministero <strong>delle</strong> comunicazioni, alla presenza del<br />

Capo dello Stato, la giornata dedicata all'invenzione<br />

del telefono.<br />

In esposizione al Museo, numerosi apparecchi<br />

che ne attestano l'evoluzione, nonché i telefoni<br />

appartenuti al re Vittorio Emanuele III, alla regina<br />

Margherita e a Benito Mussolini.<br />

7. Guglielmo Marconi e l'Elettra<br />

Una considerevole sezione del Museo è dedicata<br />

a Marconi, lo scienziato che, con quella che è<br />

stata definita "scoperta del XX secolo", ha cambiato<br />

la civiltà <strong>delle</strong> comunicazioni. Legata al nome di<br />

Marconi ed alla sue sperimentazioni e scoperte è<br />

l'avventurosa vicenda della nave-laboratorio<br />

"Elettra".<br />

Tra i cimeli raccolti nel Museo è possibile<br />

ammirare la fedele ricostruzione della cabina-laboratorio<br />

dell'Elettra con tutte le apparecchiature<br />

originali utilizzate da Marconi.<br />

Si deve all'audacia di due uomini coraggiosi:<br />

Piccotti e Capitanio, se le attrezzature radiotecniche<br />

installate sull’Elettra vennero sottratte ai tedeschi<br />

che avevano requisito il panfilo per adibirlo a<br />

scopi bellici.<br />

Il materiale scientifico, che era stato possibile<br />

mettere in salvo, venne custodito prima a Trieste,<br />

poi venne preso in consegna dal Consiglio<br />

Nazionale <strong>delle</strong> Ricerche per essere successivamente<br />

affidato al Museo della scienza e della tecnica<br />

di Milano e quindi trasferito al Museo <strong>delle</strong><br />

comunicazioni.<br />

Perchè Elettra?<br />

"Ho chiamato questa nave -ha dichiarato a suo<br />

tempo Guglielmo Marconi- col nome di Elettra<br />

non certo per onorare la vendicativa figlia di<br />

Agamennone. Elettra da elettricità, perché un giorno<br />

tutto dovrà funzionare elettricamente a bordo,<br />

anche le macchine motrici".<br />

Il panfilo Elettra<br />

34 La Comunicazione - numero unico 2003


MUSEO STORICO PT - MEMORIE E RICORDI<br />

(HISTORICAL MUSEUM OF THE POSTAL SERVICE AND TELECOMMUNICATIONS - MEMORIES)<br />

NOTE<br />

Interno della cabina-laboratorio dell’“Elettra”<br />

Quando acquista l'Elettra, Guglielmo Marconi è<br />

già uno dei massimi esponenti della scienza mondiale.<br />

Nel 1895 ha realizzato il primo esperimento<br />

di trasmissione a distanza senza fili, aprendo una<br />

nuova era nella storia <strong>delle</strong> comunicazioni; nel<br />

1901 ha realizzato il primo collegamento transoceanico<br />

tra la località di Poldhu in Cornovaglia e<br />

S. Giovanni di Terranova; nel 1909 ha ricevuto il<br />

premio Nobel per la fisica. Ma il suo spirito di<br />

ricerca non si è affievolito; adesso si prefigge di<br />

scoprire e studiare la possibilità di superare le più<br />

grandi distanze con un sistema di onde corte e<br />

cortissime meno influenzabili dalle avversità atmosferiche.<br />

Trasformata e riadattata, elegantemente arredato<br />

internamente, l'Elettra diventa lo studio navigante<br />

del grande scienziato per poter eseguire<br />

esperimenti di radiotelegrafia e radiotelefonia a<br />

distanze variabili.<br />

Ecco come Adelmo Landini, che per molti anni<br />

fu assistente dello scienziato a bordo dell'Elettra,<br />

descrive l'interno della nave:<br />

"Singolarmente bella la cabina di Guglielmo<br />

Marconi, smaltata in bianco avorio, mobili compresi.<br />

Il letto era contornato da tendine a fiorami; da<br />

un lato un artistico cassettone e dall'altro un<br />

armadio, poi una scrivania, un divano, una poltrona<br />

e un lavandino.A lato un termosifone, verso mare<br />

due oblò. Il pavimento era interamente coperto da<br />

pesanti tappeti azzurro scuro".<br />

L'Elettra inizia nel 1920 le sue campagne<br />

nell'Atlantico e nel Mediterraneo; un giorno da<br />

ricordare è il 6 giugno 1922: il panfilo di Marconi,<br />

dopo un viaggio avventuroso attraverso l'Atlantico<br />

in tempesta, attracca al porto di New York, accolto<br />

da una folla entusiasta.<br />

Marconi aveva dimostrato che i collegamenti<br />

radio con le stazioni meteorologiche permettono<br />

La Comunicazione - numero unico 2003<br />

35


NOTE<br />

Barbara Desimio<br />

di evitare il fronte del ciclone e di correggere la<br />

rotta, portando la nave su linee di sicurezza.<br />

In una conferenza tenuta alle assemblee riunite<br />

dell'American Institute of Electrical Engineers e<br />

dell'Institute of Radio Engineers, il 20 dello stesso<br />

mese, Marconi illustrava i suoi esperimenti, mettendo<br />

in rilievo le proprietà preziose <strong>delle</strong> onde<br />

corte.<br />

Con modestia, alludendo alla preferenza data<br />

alle onde lunghe nel passato, diceva: "Io mi sono<br />

ingannato, e con me tutti gli altri… Sarò tuttavia il<br />

primo a ritornare sui miei passi abbandonando le<br />

onde lunghe per quelle corte, sulle quali si fonderà<br />

l'avvenire <strong>delle</strong> radiocomunicazioni." Alludeva inoltre<br />

al proposito di servirsi di riflettori formati da<br />

fili metallici tesi parallelamente a un'antenna lineare<br />

e disposti secondo una direttrice parabolica, per<br />

dirigere le emissioni ad onde corte.<br />

Per proseguire le ricerche, realizza un impianto<br />

speciale a Poldhu e nella primavera del 1923<br />

Marconi è all'opera per corrispondere fra quella<br />

stazione e l'Elettra sull'oceano, a distanze sempre<br />

crescenti fino alle isole del Capo Verde.<br />

Gli anni Trenta -afferma Francesco Cremona,<br />

generale in pensione del Genio Trasmissioni nonché<br />

proprietario di una prestigiosa Collezione<br />

attestante la storia <strong>delle</strong> comunicazioni- furono<br />

contrassegnati dallo sviluppo e dall'impiego <strong>delle</strong><br />

microonde, che poi diedero origine ai radiolocalizzatori<br />

ed alla televisione. Gugliemo Marconi ne fu<br />

il precursore ed il grande protagonista.<br />

Altre ore storiche per l'evoluzione della scienza<br />

sono vissute a bordo dell'Elettra.<br />

Momenti particolarmente emozionanti sul panfilo?<br />

La marchesa Marconi, vedova del grande scienziato,<br />

in un'intervista, ebbe modo di dichiarare:<br />

"Ogni nuovo esperimento era un'emozione nuova,<br />

sia nella fase di preparazione che in quella di collaudo<br />

finale. Ricordo in maniera particolare l'ardito<br />

esperimento di telecomando tra Genova e Sidney,<br />

e tutti i mesi di applicazione e di studio che l'avevano<br />

preceduto e la trepida attesa ed il religioso<br />

silenzio dei momenti immediatamente precedenti<br />

l'esperimento stesso ed infine la conferma<br />

dall'Australia della perfetta riuscita: è difficile esprimere<br />

la gioia e l'emozione violenta che si impadronì<br />

di tutti noi…"<br />

Il "miracolo" (così lo chiamerà la fantasia popolare)<br />

avviene il 26 marzo 1930; Adelmo Landini<br />

scrive: "Guglielmo Marconi suscitò l'ammirazione<br />

del mondo con il primo esperimento di radiocomando<br />

a grande distanza: dal suo panfilo Elettra,<br />

ancorato nel porto di Genova, accese le luci del<br />

Municipio di Sidney, in Australia, quasi esattamente<br />

agli antipodi. L'opinione pubblica di tutti i continenti<br />

tributò allo scienziato italiano un vero e proprio<br />

trionfo, qualche giornale del tutto impropriamente,<br />

parlò di miracolo: molti tecnici rimasero<br />

sbalorditi, in ogni caso il mondo ebbe una nuova<br />

prova che le scoperte e gli audaci esperimenti di<br />

Marconi avevano effettivamente aperto una nuova<br />

epoca".<br />

36 La Comunicazione - numero unico 2003

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