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Pelviperineologia Rivista Italiana di Colon Proctologia. - Aistom

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ISSN 1973-4883<br />

Vol. 28<br />

N. 1<br />

Marzo 2009<br />

<strong>Rivista</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Colon</strong>-<strong>Proctologia</strong><br />

Fondata nel 1982<br />

Già organo ufficiale della Società <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> <strong>Colon</strong>-<strong>Proctologia</strong><br />

INSERTO PER L’ITALIA<br />

PELVIPERINEOLOGIA<br />

www.pelviperineologia.it<br />

E<strong>di</strong>tore<br />

GIUSEPPE DODI<br />

Co-E<strong>di</strong>tore Uro-Ginecologia<br />

RODOLFO MILANI<br />

Comitato E<strong>di</strong>toriale<br />

DONATO ALTOMARE<br />

WALTER ARTIBANI<br />

CORRADO ASTERIA<br />

GABRIELE BAZZOCCHI<br />

FRANCESCO BENVENUTI<br />

GIAN ANDREA BINDA<br />

MAURO CERVIGNI<br />

ANTONIO CISTERNINO<br />

BRUNO COLA<br />

FRANCESCO CORCIONE<br />

FRANCO CORNO<br />

ELISABETTA COSTANTINI<br />

RAFFAELE DE CARO<br />

DAVIDE DE VITA<br />

GIAN GAETANO DELAINI<br />

PAOLO DI BENEDETTO<br />

FABIO GAJ<br />

EZIO GANIO<br />

FILIPPO LA TORRE<br />

PIETRO SALVATORE LITTA<br />

ANTONIO LONGO<br />

GIOVANNI MILITO<br />

GABRIELE NALDINI<br />

MARIO PESCATORI<br />

RENATO PIETROLETTI<br />

VITTORIO PILONI<br />

FABIO POMERRI<br />

MASSIMO PORENA<br />

FILIPPO PUCCIANI<br />

GABRIELE RIEGLER<br />

BRUNO ROCHE<br />

DIEGO SEGRE<br />

SALVATORE SIRACUSANO<br />

MARCO SOLIGO<br />

MARIO TROMPETTO<br />

ROBERTO VILLANI<br />

INDICE<br />

3 Ureteroidronefrosi e prolasso degli organi pelvici MICHELE DEL ZINGARO, SILVIA GIOVANNOZZI,<br />

MASSIMO LAZZERI, CLAUDIA BRUSCIA, EMANUELA FRUMENZIO, RAFFAELA BRUNO, ELISABETTA COSTANTINI<br />

8 Sulodexide nel trattamento conservativo delle emorroi<strong>di</strong> <strong>di</strong> II grado sintomatiche<br />

NICOLA LIZZA, VITA MARIA NATUZZI<br />

11 Approccio tra<strong>di</strong>zionale e significato innovativo dell’integrazione nella riabilitazione<br />

del pavimento pelvico ANTONELLA CAVALIERI<br />

Redazione: Clinica Chirurgica 2 - Via Giustiniani, 2 - 35128 Padova - e-mail: giuseppe.do<strong>di</strong>@unipd.it - info@giuseppedo<strong>di</strong>.it<br />

Stampa “ La Garangola” Via E. Dalla Costa, 6 - 35129 Padova - e-mail: info@garangola.it


Articolo originale<br />

Ureteroidronefrosi e prolasso degli organi pelvici<br />

MICHELE DEL ZINGARO - SILVIA GIOVANNOZZI - MASSIMO LAZZERI - CLAUDIA BRUSCIA<br />

EMANUELA FRUMENZIO - RAFFAELA BRUNO - ELISABETTA COSTANTINI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Specialità Me<strong>di</strong>co-Chirurgiche e Sanità Pubblica, Sezione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia, Italia<br />

Riassunto: Scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o osservazionale è determinare la prevalenza dell’ureteroidronefrosi in una popolazione femminile selezionata,<br />

sottoposta a chirurgia per prolasso severo degli organi pelvici (POP <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o>2) tra Gennaio 2000 e Dicembre 2007. Sono state incluse<br />

nello stu<strong>di</strong>o 257 pazienti consecutive. Tutte sono state sottoposte a valutazione uro-ginecologica standar<strong>di</strong>zzata pre-operatoria comprendente<br />

anche una ecografia renale. Il follow up post-operatorio è stato a 3,6,9 mesi, poi annuale. In 13 pazienti (5%) nel pre-operatorio è stata<br />

<strong>di</strong>agnosticata ureteroidronefrosi. L’età me<strong>di</strong>a era <strong>di</strong> 69,2 ± 6,6 anni; in 8 pazienti (3,1%) l’idronefrosi era bilaterale, in 5 (1,9%) bilaterale.<br />

L’ureteroidronefrosi era in 5 casi <strong>di</strong> grado moderato, in 8 severo. In 4 pazienti la <strong>di</strong>latazione non era correlata con il prolasso. Il prolasso è<br />

stato clinicamente corretto in ogni paziente. L’ureteroidronefrosi è scomparsa in 7 su 9, mentre in 2 è residuata una moderata ectasia del tratto<br />

urinario superiore. Pre-operatoriamente la funzionalità renale era normale in 12 pazienti (creatitinemia me<strong>di</strong>a 113 µmo/L ± 15); 1 paziente presentava<br />

una creatininemia elevata: 220 µmol/L. Nessuna ha sviluppato insufficienza renale ad un follow up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 43,5 mesi. Nelle pazienti<br />

con prolasso severo la prevalenza dell’ureteroidronefrosi associata è stata del 3,5%. La correzione chirurgica del prolasso consente anche la<br />

risoluzione dell’ureteroidronefrosi associata, permettendo la prevenzione delle complicanze a lungo termine. Una ecografia pre-operatoria,<br />

soprattutto nelle pazienti con prolasso uterino severo, ha un importante ruolo <strong>di</strong>agnostico.<br />

Parole chiave: Prolasso degli organi pelvici; Ureteroidronefrosi; Ecografia; Chirurgia.<br />

URETEROHYDRONEFROSIS AND PELVIC ORGAN PROLAPSE<br />

Summary: Aim of this observational study was to investigate the prevalence of ureterohydronephrosis in a female population who was referred<br />

for pelvic organ prolapse (POP > 2) from January 2000 and December 2007 and that underwent vaginal or abdominal surgery for POP correction.<br />

In the study 257 consecutive patients were included. All patients underwent a standard pre-operative uro-gynecological evaluation,<br />

inclu<strong>di</strong>ng an abdominal ultrasound. Follow-up were scheduled at 3,6,9 months post operatively and then annually. A total of 13 patients (5%)<br />

presented a pre-operative <strong>di</strong>agnosis of ureterohydronephrosis. The mean age was 69.2 ± 6.6. Eight patients (3.1%) had bilateral, and 5 (1,9%)<br />

monolateral ureterhydronephrosis. Ureterohydronephrosis was moderate in 5 cases and severe in 8. In 4 patients the <strong>di</strong>lation was not POPrelated.<br />

The prolapse was surgically corrected in all patients. Ureteral ureterohydronephrosis was cured in 7 out of 9 patients, a moderate ectasia<br />

of the upper urinary tract persisted in the other 2 patients. Pre-operative renal function in patients with ureterohydronephrosis was normal in<br />

12 patients (mean 113 µmol/L ± 15); one patients had high serum creatinine concentration: 220 µmol/L. None of these patients developed renal<br />

failure at the mean follow-up of 43.5 months. The prevalence of ureterohydroneophrosis was 3.5% in patients with POP who were can<strong>di</strong>date<br />

to surgery. POP repair usually resolves prolapse-related ureterohydronephrosis and prevents serious long term complications. A pre-operative<br />

abdominal ultrasuond has an important preoperative <strong>di</strong>agnostic role, in particular in patients with severe uterine prolapse.<br />

Key words: Pelvic organ prolapse; Ureterohydronephrosis; Ultrasound; Surgery.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il prolasso degli organi pelvici (POP) è la <strong>di</strong>scesa attraverso<br />

la vagina degli visceri pelvici. Può interessare isolatamente<br />

o in varia combinazione sia la parete vaginale<br />

anteriore che posteriore, l’utero o l’apice della vagina. Nella<br />

popolazione generale la prevalenza del POP è stimata essere<br />

del 37% con un picco del 64,8% nelle donne più anziane. 1<br />

Alla fine degli anni ’90 negli USA erano state praticate<br />

più <strong>di</strong> 225.000 procedure chirurgiche per la correzione del<br />

prolasso, con una incidenza riportata del 22,7% per 10.000<br />

donne. 2, 3 Il costo del POP negli USA è stato stimato essere<br />

maggiore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un bilione <strong>di</strong> dollari e costi simili si prospettano<br />

anche nei Paesi occidentali. 4 Il prolasso è la più<br />

frequente in<strong>di</strong>cazione all’esecuzione <strong>di</strong> un’isterectomia in<br />

donne in post menopausa, e rappresenta il 15-18% delle procedure<br />

in tutti i gruppi <strong>di</strong> età. 5<br />

È spesso causa <strong>di</strong> sintomi del basso tratto genitale, urinario<br />

(LUTS) e gastrointestinale, che mo<strong>di</strong>ficano significativamente<br />

la qualità <strong>di</strong> vita delle pazienti. 6 L’associazione<br />

fra il prolasso degli organi pelvici e l’ureteroidronefrosi è<br />

stata stu<strong>di</strong>ata a lungo, 7, 8 ma i dati sulla prevalenza sono<br />

molto <strong>di</strong>scordanti. 9, 10 Queste variazioni sono probabilmente<br />

dovute alle <strong>di</strong>fferenze nella severità del prolasso e alla mancanza<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> descrittivi osservazionali in un significativo<br />

numero <strong>di</strong> pazienti.<br />

Poiché l’insufficienza renale e le infezioni del basso tratto<br />

urinario sono complicanze importanti nelle donne affette<br />

da POP e ureteroidronefrosi, la conoscenza della prevalenza,<br />

la precocità della <strong>di</strong>agnosi, la sua corretta gestione<br />

<strong>Pelviperineologia</strong> 2009; 28: 3-7 http://www.pelviperineologia.it<br />

ed il follow up sono importanti per ridurre la morbilità <strong>di</strong><br />

questa associazione. Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato quello<br />

<strong>di</strong> determinare la prevalenza dell’ureteroidronefrosi in una<br />

popolazione femminile selezionata e sottoposta a chirurgia<br />

per prolasso degli organi pelvici (POP).<br />

MATERIALI E METODI<br />

È stato eseguito uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo osservazionale<br />

su 257 pazienti <strong>di</strong> età compresa fra 18 e 75 anni, che si<br />

sono rivolte al Nostro Centro <strong>di</strong> Uroginecologia tra Gennaio<br />

2000 e Dicembre 2007 per essere sottoposte ad intervento<br />

chirurgico. I criteri <strong>di</strong> inclusione erano: POP > 2, con o senza<br />

incontinenza urinaria (UI). I criteri <strong>di</strong> esclusione erano:<br />

lesioni uterine benigne o maligne (leiomioma, fibroma,<br />

carcinoma cervicale o endometriale), malattia infiammatoria<br />

pelvica, ipersensibilità verso i materiali sintetici (polipropilene,<br />

politetrafloroetilene, polietilenetereftatato, acido<br />

poliglicolico), gravidanza o allattamento, patologie car<strong>di</strong>ovascolari,<br />

renali, epatiche o respiratorie, e tutte le con<strong>di</strong>zioni<br />

soggettive che avrebbero potuto interferire con la chirurgia.<br />

Tutte le pazienti sono state sottoposte ad una accurata<br />

raccolta dell’anamnesi, ad un esame obiettivo, ai questionari<br />

UDI-6 e IIQ-7, alla compilazione del <strong>di</strong>ario minzionale,<br />

all’urinocoltura, al pad test <strong>di</strong> un’ora e ad una ecografia<br />

addomino-pelvica. L’esplorazione vaginale è stata condotta<br />

in posizione ginecologica e in ortostatismo, a riposo e al<br />

massimo riempimento vescicale. Il grado del POP è stato<br />

valutato in base alla classificazione <strong>di</strong> B&W 12 e al POP-Q<br />

sistem per la descrizione quantitativa. 13 I sintomi urinari<br />

3


M. Del Zingaro - S. Giovannozzi - M. Lazzeri - C. Bruscia - E. Frumenzio - R. Bruno - E. Costantini<br />

sono stati classificati in base ai criteri dell’ICS e sud<strong>di</strong>visi<br />

in <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> riempimento e <strong>di</strong> svuotamento. L’incontinenza<br />

urinaria è stata classificata clinicamente sulla base della<br />

definizione dell’ICS 11 e graduata in base alla scala <strong>di</strong> Ingelman<br />

Sunderberg. 14 Infine, tutte le pazienti sono state sottoposte<br />

ad una valutazione uro<strong>di</strong>namica del basso tratto<br />

urinario e ad una ecografia perineale. 15<br />

Il follow up è stato programmato a 3, 6 e 9 mesi nell’imme<strong>di</strong>ato<br />

post operatorio e poi annualmente; in occasione<br />

della visita <strong>di</strong> controllo è stata posta particolare attenzione<br />

alle pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ureteroidronefrosi che sono<br />

state sottoposte ad ecografia renale <strong>di</strong> controllo.<br />

Il primo parametro <strong>di</strong> valutazione è stato la risoluzione<br />

dell’ureteroidronefrosi e le mo<strong>di</strong>ficazioni della funzionalità<br />

renale analizzata sulla base della creatitinemia (µmol/L).<br />

Tutte le pazienti che nel pre-operatorio presentavano una<br />

<strong>di</strong>latazione della pelvi renale (evidenziata ecograficamente<br />

Fig. 1) sono state sottoposte ad una ecografia <strong>di</strong>namica dell’alto<br />

tratto urinario, una TC o una RX urografia (Fig. 2) e ai<br />

tests <strong>di</strong> funzionalità renale.<br />

La severità dell’ureteroidronefrosi è stata classificata da<br />

lieve a severa; se era presente ureteroidronefrosi bilaterale,<br />

veniva assegnato il grado maggiore.<br />

Tutti i dati estrapolati sono stati espressi come me<strong>di</strong>a ±<br />

deviazione standard per le variabili parametriche e come<br />

me<strong>di</strong>ana per le variabili non parametriche. Per la comparazione<br />

fra i gruppi è stato utilizzato, quando in<strong>di</strong>cato, il t-test,<br />

e una p < 0.05 è stata considerata significativa.<br />

RISULTATI<br />

Le caratteristiche demografiche e cliniche della popolazione<br />

generale sono riportate nella tabella 1.<br />

Una descrizione dettagliata del POP per ogni compartimento<br />

è riportata nella tabella 2 e la valutazione uro<strong>di</strong>namica<br />

nella tabella 3. Un totale <strong>di</strong> 13 pazienti (5%) ha ricevuto una<br />

<strong>di</strong>agnosi pre operatoria <strong>di</strong> ureteroidronefrosi. L’età me<strong>di</strong>a<br />

delle pazienti era 69,2 ± 6,6 anni, 8 <strong>di</strong> queste (3,1%) avevano<br />

una idronefrosi bilaterale, e 5 (1,9%) monolaterale. L’ureteroidronefrosi<br />

era moderata in 5 casi e severa in 8. Era presente<br />

correlazione con il prolasso in 9 pazienti (3,5%), e tutte<br />

presentavano un prolasso uterino mentre 4 avevano una ureteroidronefrosi<br />

associata ad anomalie renali congenite o ad<br />

altre patologie non correlate al prolasso: 1 stenosi del giunto<br />

pielo ureterale, 1 paziente con rene grinzo idronefrosico e un<br />

meato ureterale <strong>di</strong>stale ectopico (Fig. 3a e 3b). 1 ureteroidronefrosi<br />

associata a calcolosi del tratto lombare dell’uretere<br />

TABELLA 1. – Caratteristiche demografiche e cliniche delle 257<br />

pazienti e delle 13/257 con ureteroidronefrosi.<br />

Popolazione totale Pazienti con idronefrosi<br />

(N = 257) (N = 13)<br />

Età (me<strong>di</strong>a ± DS) 62.49 ± 10.17 69.21 ± 6.6<br />

BMI (me<strong>di</strong>a ± DS) 26 ± 3.5 26 ± 3.3<br />

Menopausa 232 (90.3%) 13 (100%)<br />

Precedente chirurgia<br />

uroginecologica 47 (18.2%) 2 (15.3%)<br />

Ipertensione 95 (37%) 4 (30.6%)<br />

Diabete 19 (7.4%) 2 (15.3%)<br />

Ipertiroi<strong>di</strong>smo 24 (9.3%) 0<br />

Parità (me<strong>di</strong>ana) 2 2<br />

Incontinenza urinaria 167 (64.9%) 5 (38.4%)<br />

Sintomi <strong>di</strong> riempimento 204 (79.3%) 11 (84.6%)<br />

Sintomi <strong>di</strong> svuotamento 173 (67.3%) 8 (61.5%)<br />

TABELLA 2. – Dettaglio del prolasso degli organi pelvici e precedente<br />

isterectomia in 257 pazienti e in 13 con idronefrosi associata.<br />

A: sistema <strong>di</strong> classificazione Halfway<br />

Popolazione totale Pazienti con idronefrosi<br />

(N = 257) (N = 13)<br />

Uretrocele<br />

Grado 0 14 0<br />

1 37 2<br />

2 92 0<br />

3 114 11<br />

Cistocele<br />

Grado 0 10 0<br />

1 16 1<br />

2 29 0<br />

3 161 6<br />

4 41 6<br />

Rettocele<br />

Grado 0 19 1<br />

1 98 3<br />

2 86 3<br />

3 47 5<br />

4 7 1<br />

Descensus uterino<br />

Prima dell’isterectomia 77 2<br />

Grado 0 10 0<br />

1 59 0<br />

2 63 3<br />

3 45 8<br />

4 3 0<br />

B: sta<strong>di</strong>azione me<strong>di</strong>ante POP-Q<br />

Popolazione totale Pazienti con idronefrosi<br />

(N = 257) (N = 13)<br />

Uretrocele<br />

Grado 0 14 0<br />

1 30 2<br />

2 103 1<br />

3 110 10<br />

Cistocele<br />

Grado 0 10 0<br />

1 15 1<br />

2 36 0<br />

3 155 6<br />

4 41 6<br />

Rettocele<br />

Grado 0 19 1<br />

1 90 3<br />

2 96 4<br />

3 47 4<br />

4 5 1<br />

Isterocele<br />

Prima dell’isterectomia 77 2<br />

Grado 0 10 0<br />

1 57 0<br />

2 67 3<br />

3 43 8<br />

4 3 0<br />

4


Ureteroidronefrosi e prolasso degli organi pelvici<br />

TABELLA 3. – Parametri uro<strong>di</strong>namici nelle 257 pazienti con prolasso<br />

degli organi pelvici e in 13 pazienti su 257 con idronefrosi<br />

associata.<br />

Popolazione totale Pazienti con idronefrosi<br />

(N = 257) (N = 13)<br />

Uroflussometria libera<br />

Q max ( ml/sec) 21.4 ± 11.5 12.8 ± 6.5<br />

RPM (ml) 48 6<br />

Cistomanometria<br />

Iperattività detrusoriale 66 4<br />

Stu<strong>di</strong>o pressione/flusso<br />

P op det (cm H 2<br />

O) 26 ± 18 42 ± 31<br />

P max det (cm H 2<br />

O) 35.8 ± 20.7 45 ± 26<br />

P Qmax det (cm H 2<br />

O) 27.5 ± 15.9 38 ± 26<br />

Fig. 1. – Ecografia renale in paziente con POP ed idroureteronefrosi.<br />

Fig. 2. – Rx urografia in paziente con prolasso uterovaginale severo<br />

ed ureteroidronefrosi associata.<br />

sinistro (Fig. 4) e 1 ureteroidronefrosi iatrogena successiva a<br />

colposospensione sec. Burch (Fig. 5).<br />

In queste ultime 4 pazienti la chirurgia è stata eseguita sia<br />

per la correzione del prolasso, che per correggere l’idronefrosi.<br />

Nella paziente con ureteroidronefrosi iatrogena, è stata<br />

eseguita una nefrectomia per la presenza <strong>di</strong> rene escluso.<br />

Nella paziente con rene idronefrotico e meato ureterale<br />

<strong>di</strong>stale ectopico, è stata effettuata la coagulazione endoscopica<br />

dell’uretere terminale e successivamente nefroureterectomia<br />

e istero-colposacropessia. Poiché la stenosi del<br />

giunto pielo ureterale era asintomatica e la funzionalità<br />

renale normale, l’anomalia congenita non è stata corretta. La<br />

paziente con malattia litiasica lombare è stata sottoposta a<br />

colpo isterectomia associata a culdoplastica sec. McCall e<br />

a posizionamento <strong>di</strong> stent ureterale doppio J. Il trattamento<br />

ESWL ha risolto la malattia litiasica nei successivi 2 mesi<br />

successivi all’intervento.<br />

È stata trovata correlazione fra prolasso e ureteroidronefrosi<br />

in 9 pazienti: 3 presentavano ectasia monolaterale (2<br />

moderata, 1 severa); 4 ectasia simmetrica bilaterale (moderata<br />

in 1, severa in 3); 2 avevano una <strong>di</strong>latazione asimmetrica<br />

(moderata da un lato e severa dall’altro in una<br />

paziente, lieve da un lato e moderata dall’altro nella seconda<br />

paziente). Sette pazienti sono state sottoposte a ricostruzione<br />

integrale del pavimento pelvico per via addominale. 16<br />

In due pazienti è stato utilizzato un approccio vaginale:<br />

colpoisterectomia con cistopessi, sospensione al legamento<br />

sacrospinoso e colpoperineoplastica; in una paziente colpoisterectomia<br />

con cistopessi; colposospensione e obliterazione<br />

dello scavo del Douglas nell’altra. La chirurgia ha completamente<br />

risolto il prolasso in 6/9 pazienti. In 3 pazienti<br />

è residuato un prolasso lieve (grado I-II). La chirurgia ha<br />

risolto l’idronefrosi in 7 pazienti (Fig. 6).<br />

In una paziente è stata riscontrata una lieve pielectasia<br />

(stasi non ostruttiva) e in un’altra una pielectasia ureterale<br />

sinistra. In quest’ultima paziente una risonanza magnetica<br />

ha mostrato una ostruzione del tratto intramurale, suggerendo<br />

una compressione ureterale estrinseca. La paziente ha<br />

rifiutato tutte le forme <strong>di</strong> terapia ed è stata controllata nel<br />

tempo.<br />

La me<strong>di</strong>a della funzionalità renale nella popolazione<br />

generale era <strong>di</strong> 104 µmol/l e <strong>di</strong> 113 µmol/l in pazienti con<br />

ureteroidronefrosi (range 65-120 µmol/l). Delle pazienti<br />

con ureteroidronefrosi, 12 avevano una funzionalità renale<br />

normale al momento della <strong>di</strong>agnosi, mentre una delle<br />

pazienti aveva una creatininemia elevata: 220 µmol/l. La<br />

creatininemia è scesa a 170 µmol/l dopo 3 mesi ed è rimasta<br />

stabile ai successivi controlli. Non è stata trovata correlazione<br />

fra l’età delle pazienti, il grado del prolasso e<br />

l’ureteroidronefrosi. Il follow up è stato <strong>di</strong> 43,5 mesi e<br />

nessuna delle pazienti con ureteroidronefrosi ha sviluppato<br />

insufficienza renale cronica o decremento della funzionalità<br />

renale.<br />

DISCUSSIONE<br />

I nostri dati in<strong>di</strong>cano che la prevalenza dell’ureteroidronefrosi<br />

è stata del 5% nelle 257 pazienti sottoposte a chirurgia<br />

per correzione del prolasso. La prevalenza dell’ureteroidronefrosi<br />

correlata al è però del 3,5%. In letteratura sono riportati<br />

casi spora<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> idronefrosi, POP e insufficienza renale<br />

con un breve follow up. Gemer 17 et al hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />

un certo grado <strong>di</strong> idronefrosi era presente in 60 casi su 189<br />

pazienti sottoposte a chirurgia maggiore per la correzione<br />

del prolasso e che erano state stu<strong>di</strong>ate con ecografie renali<br />

5


M. Del Zingaro - S. Giovannozzi - M. Lazzeri - C. Bruscia - E. Frumenzio - R. Bruno - E. Costantini<br />

a<br />

b<br />

Fig. 3. – Idronefrosi congenita in paziente con prolasso uterino severo e rene grinzo da meato ureterale ectopico a livello del collo vescicole. a)<br />

ecografia renale: rene sinistro <strong>di</strong>latato con parenchima assottigliato. b) ecografia: uretere sinistro <strong>di</strong>latato fino al meato ectopico me<strong>di</strong>atizzato.<br />

nel pre operatorio. In particolare in 20 pazienti (10.6%)<br />

l’ureteroidronefrosi era lieve, in 7 (3.7%) moderata e in 4<br />

(2.1%) severa. L’idronefrosi era correlata solo con il grado<br />

del prolasso dell’utero e non con la presenza <strong>di</strong> prolasso<br />

della parete anteriore. Beverly 18 et al riportano che <strong>di</strong> 323<br />

pazienti il 7,7% presentava evidenza ra<strong>di</strong>ografica <strong>di</strong> idronefrosi;<br />

13 avevano una idronefrosi lieve, 9 moderata e<br />

3 severa. Tale prevalenza era maggiore nelle pazienti con<br />

prolasso uterino rispetto a quelle con prolasso della volta<br />

(12.6% vs 3.95). Questi ultimi due stu<strong>di</strong> assieme al nostro<br />

rappresentano le casistiche più recenti riportate in letteratura.<br />

Queste popolazioni sono omogenee poiché l’ureteroidronefrosi<br />

è stata valutata solo nelle pazienti sottoposte a<br />

chirurgia per riparazione del POP.<br />

Sono state suggerite <strong>di</strong>verse teorie per spiegare l’associazione<br />

fra idronefrosi e POP. Nel 1980 Hadar e Meiraz 19 e<br />

successivamente Lieberhal e Frankentha sostengono che gli<br />

ureteri possano essere intrappolati nello iato genitale contro<br />

il fondo uterino a causa <strong>di</strong> una compressione da inginocchiamento<br />

esercitata dai legamenti car<strong>di</strong>nali che formano<br />

uno sling sugli ureteri nel momento in cui l’utero prolassa.<br />

Sebbene questa tesi sia la più accettata, non spiega perché<br />

alcune pazienti, preventivamente sottoposte a isterectomia,<br />

sviluppino idronefrosi e perché in alcuni casi l’idronefrosi<br />

sia monolaterale.<br />

Un importante punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione è l’opportunità <strong>di</strong><br />

una routinaria valutazione renale pre operatoria. Alcuni<br />

autori hanno suggerito l’importanza <strong>di</strong> tale valutazione<br />

nei POP <strong>di</strong> alto grado e per escludere lesioni iatrogene<br />

degli ureteri successive ad una precedente chirurgia pelvica.<br />

Beverly, nella revisione della sua personale casistica,<br />

non ha trovato, in 327 pazienti sottoposte precedentemente<br />

a procedure ginecologiche e chirurgiche, nessun caso <strong>di</strong><br />

ostruzione ureterale. Noi abbiamo osservato un caso <strong>di</strong> stenosi<br />

monolaterale dopo colpo sospensione sec. Burch che<br />

ha richiesto la nefrectomia.<br />

Oltre a valutare l’opportunità o meno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are le<br />

pazienti da sottoporre a chirurgia del prolasso anche dal<br />

punto <strong>di</strong> vista renale, è anche importante analizzare se<br />

l’idroureteronefrosi possa influenzare l’approccio chirurgico.<br />

In linea generale i nostri dati suggeriscono che lo<br />

stu<strong>di</strong>o ecografico renale preoperatorio potrebbe essere<br />

limitato ai casi <strong>di</strong> prolasso uterino <strong>di</strong> III grado. Per quanto<br />

riguarda la seconda considerazione è stato <strong>di</strong>mostrato<br />

che la correzione chirurgica del prolasso può correggere<br />

l’idronefrosi 21, 22 e quin<strong>di</strong> prevenire una eventuale insufficienza<br />

renale a <strong>di</strong>stanza. In casi selezionati, lo stu<strong>di</strong>o<br />

per immagini potrebbe essere utile per scoprire precocemente<br />

l’ureteroidronefrosi e decidere se intervenire o<br />

meno chirurgicamente. Se un’idronefrosi lieve è <strong>di</strong> solito<br />

silente, verrà poi <strong>di</strong>agnosticata ad uno sta<strong>di</strong>o avanzato<br />

quando lo stato clinico è aggravato da complicazioni<br />

come la stasi cronica <strong>di</strong> urina in vescica con conseguenti<br />

infezioni urinarie e l’ insufficienza renale acuta o cronica.<br />

Perciò noi raccoman<strong>di</strong>amo una valutazione urologica in<br />

donne con prolasso avanzato, soprattutto se è un prolasso<br />

uterino, anche se asintomatiche dal punto <strong>di</strong> vista<br />

renale. L’ecografia standard e <strong>di</strong>namica può evidenziare<br />

sia la <strong>di</strong>latazione del tratto urinario che l’ostruzione e può<br />

essere seguita come approfon<strong>di</strong>mento da una urografia<br />

e/o esame TC.<br />

La migliore terapia per la correzione del prolasso genitale<br />

associato a idronefrosi è la sua correzione chirurgica che può<br />

essere eseguita sia per via addominale che per via vaginale.<br />

Quando l’idronefrosi è severa, la correzione del prolasso<br />

dovrebbe essere effettuata il prima possibile per prevenire<br />

una prolungata <strong>di</strong>latazione del tratto urinario causa <strong>di</strong> danni<br />

renali irreversibili fino alla insufficienza renale.<br />

Fig. 4. – Ecografia renale: litiasi a livello lombare.<br />

Fig. 5. – Ecografia renale in paziente con rene muto da lesione<br />

iatrogena dell’uretere.<br />

6


Ureteroidronefrosi e prolasso degli organi pelvici<br />

a<br />

b<br />

Fig. 6. – Risoluzione dell’ureteroidronefrosi dopo correzione chirurgica del prolasso. a) ecografia pre operatoria; b) ecografia post operatoria.<br />

CONCLUSIONI<br />

Un’ureteroidronefrosi prolungata può portare ad infezioni<br />

del tratto urinario, a malattia litiasica, ipertensione<br />

e insufficienza renale acuta e cronica. Quando l’ureteroidronefrosi<br />

è associata a prolasso degli organi pelvici, la<br />

correzione e la riparazione del descensus risolvono anche<br />

l’idronefrosi concomitante e prevengono le complicanze a<br />

lungo termine. In pazienti con prolasso urogenitale severo<br />

lo stu<strong>di</strong>o ecografico del tratto urinario superiore potrebbe<br />

permettere la <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> anormalità morfologiche<br />

e funzionali renali anche <strong>di</strong> grado lieve, in<strong>di</strong>care l’opzione<br />

terapeutica più appropriata, monitorare l’efficacia<br />

nel check-up post operatorio ed è quin<strong>di</strong> cruciale nell’inquadramento<br />

delle pazienti.<br />

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tretament of procidentia. Br J Obstet Gynecol 1977; 84:<br />

304-8.<br />

Corrispondenza:<br />

ELISABETTA COSTANTINI<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Specialità Me<strong>di</strong>co-Chirurgiche e Sanità Pubblica,<br />

Sezione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia<br />

Ospedale Santa Maria della Misericor<strong>di</strong>a, 06100 Perugia Italia<br />

Tel. +39.0755784416 - FAX. +390755784416<br />

Email: ecostant@unipg.it<br />

7


Articolo originale<br />

Sulodexide nel trattamento conservativo<br />

delle emorroi<strong>di</strong> <strong>di</strong> II grado sintomatiche<br />

NICOLA LIZZA - VITA MARIA NATUZZI (*)<br />

U.O. Chirurgia - (*) UO Me<strong>di</strong>cina Interna<br />

Casa <strong>di</strong> Cura “Sanatorio Triestino” Trieste - Italia<br />

Riassunto: Questo lavoro si propone come obiettivo quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia, attraverso il miglioramento dei sintomi, <strong>di</strong> un trattamento<br />

a base <strong>di</strong> sulodexide nelle emorroi<strong>di</strong> <strong>di</strong> II grado sintomatiche. Cinquantanove pazienti sono stati trattati con sulodexide per os per 25 giorni.<br />

I parametri valutati prima e dopo il trattamento sono stati: prurito, dolore, sanguinamento, edema, trombosi emorroidaria e Qualità <strong>di</strong> Vita<br />

(QDV). Tutti i parametri considerati presentano un miglioramento statisticamente significativo dopo trattamento con sulodexide.<br />

Parole chiave: Emorroi<strong>di</strong>; Sulodexide; Glicosaminoglicano (GAG).<br />

Summary: In this paper we analized the efficacy of sulodexide in the treatment of symptomatic II grade haemorrhoids. Fifty-nine patients<br />

were treated for 25 days with sulodexide. Pruritus, pain, blee<strong>di</strong>ng, edema, thrombosis and Quality of life (QoL) were evaluated before and after<br />

treatment. All scores analized showed a significant improvement after treatment with sulodexide<br />

Key words: Haemorrhoids; Sulodexide; Glicosaminoglicane (GAG).<br />

INTRODUZIONE<br />

Del milione <strong>di</strong> nuovi casi <strong>di</strong> emorroi<strong>di</strong> che si presentano<br />

ogni anno in Italia, “soltanto” 35000 vengono trattati sul<br />

tavolo operatorio. 1 Il trattamento me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> tale patologia<br />

riveste quin<strong>di</strong> un ruolo <strong>di</strong> primaria importanza.<br />

Oltre alle raccomandazioni igieniche, alimentari e comportamentali,<br />

la terapia farmacologica non può essere trascurata.<br />

Da qualche anno il sulodexide, glucosaminoglicano<br />

naturale utilizzato in molte sindromi cliniche <strong>di</strong> natura<br />

vascolare, trova impiego nel trattamento conservativo delle<br />

emorroi<strong>di</strong> sintomatiche. Questa indagine osservazionale si<br />

propone lo scopo <strong>di</strong> confermare, con l’avallo <strong>di</strong> dati statistici,<br />

quanto rilevato nella quoti<strong>di</strong>ana esperienza clinica,<br />

cioè l’efficacia del sulodexide nel trattamento delle emorroi<strong>di</strong><br />

sintomatiche <strong>di</strong> grado II in termini <strong>di</strong> miglioramento<br />

del quadro clinico e della qualità <strong>di</strong> vita.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Sono stati valutati 59 pazienti ambulatoriali con emorroi<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> grado II sintomatiche, <strong>di</strong> cui 34 uomini e 25 donne,<br />

<strong>di</strong> età compresa tra 30 e 87 anni (me<strong>di</strong>a 54.2 ± 15.0).<br />

Criteri <strong>di</strong> esclusione sono stati pazienti in trattamento con<br />

farmaci antiaggreganti o anticoagulanti e le pazienti in gravidanza.<br />

Nel corso della prima visita sono stati valutati i segni e i<br />

sintomi clinici e la qualità della vita (QdV) del paziente in<br />

relazione al problema emorroidario.<br />

I parametri clinici presi in considerazione sono stati: prurito,<br />

dolore, bruciore, sanguinamento, edema e trombosi<br />

emorroidaria.<br />

Prurito, dolore, bruciore ed edema sono stati quantificati<br />

basandosi su una scala da 0 a 3, considerando il sintomo<br />

assente (0), lieve (1), moderato (2) o severo (3).<br />

La scala per il sanguinamento ha previsto lo stesso tipo <strong>di</strong><br />

punteggio: assente (0), raro (1), frequente (2) o presente ad<br />

ogni defecazione (3).<br />

La presenza <strong>di</strong> trombosi emorroidaria è stata quantificata<br />

su una scala da 0 a 2, con trombosi assente (0), in via <strong>di</strong><br />

risoluzione (1) o presente (2). È stato inoltre, richiesto al<br />

paziente <strong>di</strong> quantificare, su una scala da 0 (malessere) a 10<br />

(benessere), la qualità della vita (QdV), sottolineando l’importanza<br />

<strong>di</strong> basarsi esclusivamente sul problema clinico in<br />

questione.<br />

8<br />

I pazienti sono stati trattati con sulodexide, in due somministrazioni<br />

giornaliere <strong>di</strong> 250 unità (ULS) per os per 25<br />

giorni ed è stato loro consigliata una <strong>di</strong>eta ricca in fibre e una<br />

cura attenta dell’igiene locale me<strong>di</strong>ante semicupi me<strong>di</strong>cati.<br />

I pazienti sono stati rivisti a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 4 settimane dalla<br />

prima visita, dallo stesso me<strong>di</strong>co e sono stati rivalutati i punteggi<br />

dei parametri clinici e della QdV.<br />

I dati raccolti sono stati riportati in tabelle <strong>di</strong> frequenza<br />

o tabelle <strong>di</strong> tendenza centrale e <strong>di</strong>spersione, utilizzando<br />

gli in<strong>di</strong>catori più appropriati alla <strong>di</strong>stribuzione effettiva<br />

delle singole variabili (me<strong>di</strong>a, deviazione standard, me<strong>di</strong>ana,<br />

valore massimo e minimo osservato). Nell’analisi statistica,<br />

si è applicato il test del Segno per la valutazione dei parametri<br />

e per la significatività statistica delle variazioni nel<br />

periodo pre e post terapia. Quando necessarie, ai valori <strong>di</strong><br />

significatività sono state apportate correzioni per confronti<br />

multipli. Sono stati considerati significativi i valori <strong>di</strong> p <<br />

0.05. L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando il software<br />

SPSS Statistical Package, ver. 13.0.<br />

RISULTATI<br />

Per ogni parametro considerato (prurito, dolore, bruciore,<br />

sanguinamento, edema, trombosi emorroidaria e QdV) è<br />

stata calcolata la me<strong>di</strong>a con la deviazione standard e la<br />

me<strong>di</strong>ana del punteggio assegnato alla prima visita e, successivamente,<br />

alla visita <strong>di</strong> controllo dopo 4 settimane.<br />

Le tabelle 1, 2 e 3 prendono in considerazione rispettivamente<br />

i parametri soggettivi, quelli oggettivi (singolarmente<br />

e sommati tra <strong>di</strong> loro) e la QdV prima e dopo il trattamento.<br />

DISCUSSIONE<br />

I cuscinetti vascolari emorroidari sono una normale componente<br />

del canale anale e giocano un ruolo importante nel<br />

mantenere la continenza fecale. 2 Sono composti da minuscoli<br />

vasi (prevalentemente anastomosi artero-venose senza<br />

l’interposizione <strong>di</strong> una rete capillare) e tessuto connettivo<br />

ricco <strong>di</strong> fibre elastiche e collagene. 3<br />

Si <strong>di</strong>stingue un plesso emorroidario sottomucoso (emorroi<strong>di</strong><br />

interne) e un plesso emorroidario sottocutaneo (emorroi<strong>di</strong><br />

esterne) a seconda della localizzazione al <strong>di</strong> sopra o al<br />

<strong>di</strong> sotto della linea dentata del canale anale.<br />

L’alterazione dell’anatomia <strong>di</strong> tali strutture (soprattutto<br />

della componente vascolare) in relazione alla comparsa <strong>di</strong><br />

sintomi e segni identifica la malattia emorroidaria. 3<br />

<strong>Pelviperineologia</strong> 2009; 28: 8-10 http://www.pelviperineologia.it


Sulodexide nel trattamento conservativo delle emorroi<strong>di</strong> <strong>di</strong> II grado sintomatiche<br />

TABELLA 1. – Valutazione dei parametri soggettivi prima e dopo del<br />

trattamento con sulodexide.<br />

Parametri soggettivi PRE POST<br />

Me<strong>di</strong>a ± DS Me<strong>di</strong>ana Me<strong>di</strong>a ± DS Me<strong>di</strong>ana<br />

Prurito 1.2±1.0 1 0.5±0.6 0<br />

Dolore 2.0±0.9 2 0.4±0.5 0<br />

Bruciore 1.0±0.7 1 0.4±0.5 0<br />

Sanguinamento 1.0±0.9 1 0.3±0.6 0<br />

Totale score<br />

“soggettivo” 5.2±1.6 5 1.4±1.1 1<br />

TABELLA 2. – Valutazione dei parametri oggettivi prima e dopo del<br />

trattamento con sulodexide.<br />

Parametri soggettivi PRE POST<br />

Me<strong>di</strong>a ± DS Me<strong>di</strong>ana Me<strong>di</strong>a ± DS Me<strong>di</strong>ana<br />

Edema 1.2±1.0 1 0.5±0.6 0<br />

Trombosi<br />

emorroidaria 0.4±0.8 0 0.1±0.2 0<br />

Bruciore 1.0±0.7 1 0.4±0.5 0<br />

Sanguinamento 1.0±0.9 1 0.3±0.6 0<br />

Totale score<br />

“oggettivo” 2.9±1.1 3 0.5±0.7 0<br />

TABELLA 3. – Valutazione della Qualità <strong>di</strong> vita (QdV) prima e dopo<br />

del trattamento con sulodexide.<br />

QdV PRE POST<br />

Me<strong>di</strong>a ± DS Me<strong>di</strong>ana Me<strong>di</strong>a ± DS Me<strong>di</strong>ana<br />

Score 4.2±0.9 (4) 4 7.7±1.2 8<br />

Per ogni segno, sintomo e per la valutazione della QdV, la variazione<br />

dello score è stata statisticamente significativa, con p


N. Lizza - V. M. Natuzzi<br />

In conclusione i risultati ottenuti in termini <strong>di</strong> trattamento<br />

<strong>di</strong> sintomi, segni clinici e QdV, ci permettono <strong>di</strong> stabilire<br />

l’efficacia del sulodexide nel trattamento conservativo delle<br />

emorroi<strong>di</strong> <strong>di</strong> II grado sintomatiche e <strong>di</strong> confermarne l’in<strong>di</strong>cazione<br />

nelle patologie venose da stasi, come ampiamente<br />

riportato in letteratura.<br />

Fig. 1. – Variazione del punteggio dei sintomi (parametri soggettivi)<br />

(p < 0.001).<br />

Fig. 2. – Variazione del punteggio dei segni clinici (parametri<br />

oggettivi) (p < 0.001).<br />

dolore, mentre il restante 35,6% presentava sintomatologia<br />

dolorosa lieve. Nessun paziente lamentava dolore classificato<br />

come moderato o severo. Il miglioramento del sanguinamento<br />

conferma gli effetti minimi della molecola sulla<br />

coagulazione, permettendoci <strong>di</strong> riba<strong>di</strong>re che è soprattutto<br />

la riduzione dell’edema e dell’ectasia venosa a impe<strong>di</strong>re<br />

la rottura dei vasi emorroidari al passaggio del cilindro<br />

fecale. A tale proposito, dei pazienti (67,8%) che presentavano<br />

rettorragia <strong>di</strong> vario grado, dopo il trattamento con il<br />

farmaco, soltanto il 18,6% continuava a presentare emorragia,<br />

che scendeva a 5,1% se si escludevano coloro che,<br />

seppur soggettivamente migliorati, continuavano ad avere<br />

solo occasionalmente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sangue. I pazienti (12)<br />

con trombosi emorroidaria (Fig. 3) sono stati considerati<br />

a parte: 9 <strong>di</strong> questi presentavano restitutio ad integrum,<br />

mentre i restanti 3 mostravano ancora segni clinici anche<br />

se in via <strong>di</strong> risoluzione. Anche il dolore, sintomo predominante<br />

nei pazienti con trombosi emorroidaria era migliorato:<br />

11 pazienti con dolore moderato o severo alla prima<br />

visita riferivano benessere o dolore lieve dopo il trattamento.<br />

Fig. 3. – Variazione del punteggio della qualità della vita (p <<br />

0.001).<br />

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Clin Drug Invest 1995; 10: 165-71.<br />

Corrispondenza:<br />

Dr. NICOLA LIZZA<br />

nlizza@hotmail.com<br />

Casa <strong>di</strong> Cura “Sanatorio Triestino”<br />

Via Rossetti 62 - 34121, Trieste - Italia<br />

10


www.integratedpelvisgroup.org<br />

PERCORSI RIABILITATIVI TEORICO-PRATICI<br />

DEL PAVIMENTO PELVICO<br />

L’INTEGRAZIONE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE E CURA<br />

www.centropelvi.it<br />

Approccio tra<strong>di</strong>zionale e significato innovativo<br />

dell’integrazione nella riabilitazione del pavimento pelvico (*)<br />

ANTONELLA CAVALIERI<br />

Ostetrica - Divisione Ostetrica - Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Padova<br />

(*) Sintesi della relazione presentata nel Corso del 6-7 Giugno 2008<br />

Quando si parla <strong>di</strong> riabilitazione perineale si pensa alla riabilitazione uro-ginecologica, considerando così solo una parte del<br />

pavimento pelvico. Esistono <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>sfunzioni del comparto posteriore, spesso in relazione con problematiche del comparto<br />

anteriore. Se non trattate assieme possono ridurre i successi terapeutici ed essere complici nell’insorgere delle reci<strong>di</strong>ve.<br />

Ogni specialista si occupa solo del proprio <strong>di</strong>stretto con la conseguenza <strong>di</strong> una terapia mirata al singolo organo. Questa <strong>di</strong>visione<br />

non permette <strong>di</strong> valutare la persona nella sua interezza.<br />

<strong>Pelviperineologia</strong> 2009; 28: 11-14 http://www.pelviperineologia.it<br />

11


A. Cavalieri<br />

Coesistenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzioni<br />

a carico dei tre compartimenti<br />

• Diversi pazienti trattati per <strong>di</strong>sfunzioni<br />

colorettali mostrano allo stesso tempo sintomi<br />

uroginecologici.<br />

• Pazienti trattati per incontinenza anale<br />

hanno evidenziato incontinenza urinaria<br />

nel 53% dei casi e prolasso genitale<br />

nel 18%.<br />

• Pazienti operati per prolasso rettale<br />

manifestavano nel 65% dei casi incontinenza<br />

urinaria e nel 34% prolasso genitale.<br />

• Prolasso genitale è stato osservato nel 44%<br />

<strong>di</strong> donne con stipsi.<br />

Il pavimento pelvico va considerato come un organo unico<br />

che necessita <strong>di</strong> un approccio inter<strong>di</strong>sciplinare.<br />

Ciò è confermato dalla letteratura che <strong>di</strong>mostra come le<br />

<strong>di</strong>sfunzioni dei tre comparti anteriore, me<strong>di</strong>o e posteriore<br />

possano combinarsi fra loro.<br />

Gonzales-Argente FX et al. Dis <strong>Colon</strong> Rectum 2001; 44:<br />

920-6.<br />

Meschia M et al. Obstet Gynecol 2002; 100: 719-23.<br />

Altman D. et al. Dis. <strong>Colon</strong> Rectum 2005; 49: 28-35.<br />

Soligo M et al. Obstet Gynecol 2006; 195: 50-5.<br />

12


Approccio tra<strong>di</strong>zionale e significato innovativo dell’integrazione nella riabilitazione del pavimento pelvico<br />

Nella donna il perineo è inoltre collegato con la sfera emotiva più intima. L’empatia che il terapeuta riuscirà a stabilire con il<br />

paziente permetterà l’accesso a quest’area ottenendo così i migliori risultati possibili.<br />

L’imbarazzo iniziale potrà essere superato e la donna sarà libera <strong>di</strong> esprimere i propri quesiti e dubbi senza vergogna.<br />

Spostando il punto <strong>di</strong> partenza dalla <strong>di</strong>sfunzione alla persona occorre cambiare l’approccio terapeutico. Questo deve essere<br />

attuato a 360 gra<strong>di</strong> considerando tutti gli aspetti sia fisici che psichici.<br />

13


A. Cavalieri<br />

Uro-ginecologica<br />

<strong>Colon</strong>-proctologica<br />

La riabilitazione deve considerare sia le <strong>di</strong>sfunzioni del<br />

pavimento anteriore che quelle del posteriore.<br />

Il terapeuta deve prevedere sedute riabilitative per entrambi<br />

i comparti, lavorando <strong>di</strong>rettamente sui <strong>di</strong>stretti muscolari<br />

interessati.<br />

Guardando all’in<strong>di</strong>viduo la riabilitazione deve tener conto della possibile co-presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzioni pelvi-perineali e della relazione<br />

che queste hanno con la mente.<br />

Ove necessario, è doveroso prendere in esame la collaborazione con altre figure professionali affinché il paziente possa raggiungere<br />

i migliori risultati.<br />

14


www.integratedpelvisgroup.org<br />

PERCORSI RIABILITATIVI TEORICO-PRATICI<br />

DEL PAVIMENTO PELVICO<br />

L’integrazione come strumento <strong>di</strong> prevenzione e cura<br />

www.centropelvi.it<br />

I Percorsi Riabilitativi Teorico-Pratici del Pavimento Pelvico nascono con l’intento <strong>di</strong> trasmettere una visione unitaria<br />

del pavimento pelvico e del relativo trattamento riabilitativo. In tale prospettiva l’elemento centrale è il paziente,<br />

che <strong>di</strong>venta parte attiva del percorso. Sono previsti un livello base, un livello avanzato e dei tirocini pratici.<br />

Nel corso <strong>di</strong> base, della durata <strong>di</strong> 2 giorni, si affrontano l’anatomia funzionale del pavimento pelvico e le relative<br />

<strong>di</strong>sfunzioni con l’obiettivo <strong>di</strong> far acquisire le principali tecniche riabilitative in campo urologico, ostetrico-ginecologico<br />

e colon-proctologico.<br />

Partecipare al livello avanzato significa continuare un percorso <strong>di</strong>dattico articolato in due fine settimana con<br />

l’approfon<strong>di</strong>mento teorico e pratico delle tecniche riabilitative. Si dà rilievo all’acquisizione <strong>di</strong> capacità comunicative<br />

utili ad ottenere il massimo dell’empatia nella comprensione degli aspetti emotivi e relazionali del paziente in vario<br />

modo collegati con le funzioni urinarie, genitali, sessuali e <strong>di</strong>gestive.<br />

Al termine <strong>di</strong> questo percorso teorico-pratico vi è la possibilità <strong>di</strong> partecipare in prima persona a tirocini pratici<br />

presso l’ambulatorio <strong>di</strong> riabilitazione pelvi-perineale.<br />

CORSO BASE<br />

Padova, 25-26 Settembre 2009<br />

Contenuti: anatomia della pelvi e del pavimento pelvico, <strong>di</strong>sfunzioni vescico-sfintero-perineali, fisiopatologia del<br />

colon, retto e ano, valutazione funzionale del pavimento pelvico, principi <strong>di</strong> riabilitazione pelvi-perineale, approccio<br />

integrato nella riabilitazione pelvi-perineale.<br />

Il corso è rivolto a me<strong>di</strong>ci, fisioterapisti, ostetriche, infermieri e studenti. Numero <strong>di</strong> partecipanti: 25.<br />

Responsabile scientifico: Prof. G. Do<strong>di</strong><br />

Responsabile <strong>di</strong>dattica: Dott.ssa A. Cavalieri<br />

15 Cre<strong>di</strong>ti ECM<br />

Per informazioni: www.centropelvi.it<br />

PROCTOLOGY WEEKENDS IN ROME AND TUSCANY<br />

From January to December 2009<br />

Chairman: Mario Pescatori MD, FRCS, EBSQ<br />

COURSE PROGRAM<br />

– Transanal, transvaginal and dynamic perineal ultrasound (hands on). Outpatients<br />

– Live-video surgery: fistulae, prolapse, hemorrhoids, stricture, neoplasms<br />

– Bulking injections and FKT-BFB for incontinence. GNT ointment for fissures<br />

– PNEI-Holistic approach and psychosomatic <strong>di</strong>seases. Hydrocolon-lavage<br />

– Surgical research and how to present and write a scientific paper<br />

– Obstructed defecation: the iceberg syndrome, manual vs. stapled surgery<br />

– Perineoplasty vs. ointments for non-healing chronic anoperineal wounds<br />

Half of the course fee should be paid in advance with a non-transferable cheque mailed to Prof. M. Pescatori<br />

(Via Courmayeur 24, 00135 Rome, Italy) and made payable to “Unità <strong>di</strong> <strong>Colon</strong>proctologia UCP”.<br />

The fee includes: course, accomodation and meals, excursions in Rome and Tuscany, syllabus and <strong>di</strong>ploma, issues<br />

of Techniques in Coloproctology.<br />

Travel is not included.<br />

You may choose to stay in Rome Saturday, Sunday and Monday or in Chianciano Friday, Saturday and<br />

Sunday at a fee of Euro 700,00 (three nights). For those who do not need accomodation and meals the fee is of<br />

Euro 300,00.<br />

Or you may attend the course in Chianciano on Friday, visit Tuscany then travel to Rome, visit the city and<br />

attend the course in Rome on Monday at a fee of Euro 1200,00 (four nights).<br />

Official languager: Italian and English. Please bring your own white coat<br />

For any further information:<br />

e-mail: ucpclub@virgilio.it; Ph.: 0039-338-731044; Website: www.ucp-club.it<br />

First come, first served basis. Maximum three participants per course<br />

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