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Strumenti intorno a un tavolo - Provincia di Piacenza

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PROVINCIA DI PIACENZA<br />

COORDINAMENTO PEDAGOGICO PROVINCIALE<br />

STRUMENTI<br />

INTORNO<br />

A UN TAVOLO<br />

Anno educativo 2006/2007


<strong>Strumenti</strong> <strong>intorno</strong><br />

a <strong>un</strong> <strong>tavolo</strong><br />

dagli incontri <strong>di</strong> Pina Tromellini<br />

con il Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le<br />

PIACENZA 2006-2007


Il volume “<strong>Strumenti</strong> <strong>intorno</strong> a <strong>un</strong> <strong>tavolo</strong>” rappresenta il proseguimento<br />

del lavoro <strong>di</strong> analisi, ricerca e confronto che, da alc<strong>un</strong>i anni,<br />

il Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le ha intrapreso per contribuire<br />

a consolidare <strong>un</strong>a cultura dell’infanzia che consideri il bambino<br />

soggetto portatore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti autonomi.<br />

In questo contesto, i servizi per la prima infanzia, nei quali prende<br />

corpo il primo momento <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento non formale, fatto <strong>di</strong><br />

esperienze conoscitive <strong>di</strong> sé e degli altri, assumono <strong>un</strong> rilevante<br />

ruolo educativo.<br />

Gli educatori dei ni<strong>di</strong> d’infanzia sono chiamati ad <strong>un</strong> compito impegnativo<br />

che necessita <strong>di</strong> formazione costante e <strong>di</strong> strumenti concreti,<br />

per conoscere meglio il bambino, nella sua irripetibile in<strong>di</strong>vidualità,<br />

e i suoi sistemi <strong>di</strong> riferimento.<br />

Qui sta il significato della pubblicazione <strong>di</strong> questi “strumenti”, che<br />

calano la necessaria valenza teorica degli ass<strong>un</strong>ti pedagogici nella<br />

prassi quoti<strong>di</strong>ana dei gesti educativi.<br />

E d<strong>un</strong>que, nella com<strong>un</strong>e con<strong>di</strong>visione dell’affermazione e della <strong>di</strong>fesa<br />

dei <strong>di</strong>ritti dei bambini, buona lettura.<br />

Paola Gazzolo<br />

Assessore provinciale<br />

alle Politiche sociali<br />

3


INTRODUZIONE<br />

La stesura dei Propositi progettuali nell’ormai lontano 2003 costituì per il Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico<br />

<strong>Provincia</strong>le <strong>un</strong> momento fondamentale: i coor<strong>di</strong>natori pedagogici della provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Piacenza</strong>, persone che svolgevano la stessa professione ma che a malapena si conoscevano, arrivarono<br />

attraverso quell’esperienza a costituire <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> lavoro cooperante e motivato (la<br />

documentazione del percorso portò alla stesura del precedente volume ‘Pensieri <strong>intorno</strong> a <strong>un</strong> <strong>tavolo</strong>’).<br />

Le l<strong>un</strong>ghe <strong>di</strong>scussioni che caratterizzarono la redazione <strong>di</strong> quelle pagine <strong>di</strong>edero buoni<br />

frutti: al <strong>di</strong> là delle singole <strong>di</strong>fferenze (<strong>di</strong> contratto, <strong>di</strong> backgro<strong>un</strong>d professionale, <strong>di</strong> territori<br />

rappresentati…) i coor<strong>di</strong>natori arrivarono a con<strong>di</strong>videre i pensieri pedagogici, le intenzionalità<br />

e gli obiettivi educativi, i sensi e i significati raccolti in quella breve ma intensa <strong>di</strong>chiarazione<br />

<strong>di</strong> intenti.<br />

Il passo successivo prevedeva la traduzione <strong>di</strong> quei pensieri nella pratica quoti<strong>di</strong>ana rivisitando<br />

l’intero progetto educativo dei servizi e contemporaneamente la ricerca <strong>di</strong> quali strumenti<br />

fossero, in questa operazione, più <strong>di</strong> aiuto a noi coor<strong>di</strong>natori e agli educatori, più congruenti,<br />

più con<strong>di</strong>visi.<br />

Abbiamo iniziato raccogliendo tutti quelli che già utilizzavamo nei nostri servizi, poi altri sono<br />

stati portati dalla dott.ssa Tromellini, nostra formatrice, man mano che al Tavolo si trattavano<br />

i <strong>di</strong>versi argomenti. È stato <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go lavoro <strong>di</strong> lettura, <strong>di</strong> comparazione, <strong>di</strong> valutazione<br />

del materiale <strong>di</strong>sponibile; cercavamo strumenti che:<br />

- sottendessero i pensieri e l’ottica pedagogica espressi nei Propositi progettuali;<br />

- sostenessero soprattutto alc<strong>un</strong>i momenti e/o pratiche educative particolarmente significanti<br />

per la vita dei servizi (la progettazione educativa, il periodo dell’ambientamento e i rapporti<br />

con le famiglie, l’osservazione);<br />

- fossero <strong>di</strong> aiuto agli educatori sia per gestire la quoti<strong>di</strong>anità che per crescere professionalmente;<br />

- fossero snelli (il tempo degli educatori è prezioso) e <strong>di</strong> facile lettura ma anche esaustivi e stimolanti.<br />

Non è stato facile: ogn<strong>un</strong>o <strong>di</strong> noi era restio ad abbandonare strumenti praticati da tempo e<br />

contemporaneamente nutriva perplessità verso l’adozione <strong>di</strong> quelli nati in contesti <strong>di</strong>versi che<br />

5


INTRODUZIONE<br />

non sempre risultavano adeguati alle nostre realtà: molti infatti sono stati mo<strong>di</strong>ficati o reimpostati<br />

sulla base delle considerazioni emerse dal Tavolo <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento.<br />

Per due anni questo lavoro ha affiancato la rilettura, alla luce delle <strong>di</strong>chiarazioni dei Propositi<br />

progettuali, delle pratiche attuate dai servizi, e successivamente <strong>un</strong> altro anno è stato necessario<br />

per sperimentare ‘sul campo’ gli strumenti selezionati.<br />

Il volume testimonia quest’ultima fase del percorso: raccoglie gli strumenti scelti dal Coor<strong>di</strong>namento<br />

Pedagogico <strong>Provincia</strong>le con le relative ‘istruzioni per l’uso’ e i commenti dei coor<strong>di</strong>natori<br />

a seguito della loro applicazione nei servizi.<br />

Il Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le<br />

6


Tavolo <strong>di</strong> lavoro del Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le.<br />

Sede presso il Servizio Sistema Scolastico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Borgo Faxhall, Piazzale Marconi.<br />

7


I componenti del Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le<br />

nell’anno educativo 2006-2007<br />

Giovanna Tanzi<br />

Referente provinciale<br />

Servizio Sistema Scolastico <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Paola Grazioli<br />

Referente tecnico<br />

Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Alessandra Biella<br />

FISM<br />

Tino Braga<br />

FISM<br />

Elena Brugnoni<br />

Coop.Oasi<br />

Chiara Buttafava<br />

Coop. Città Bambino<br />

Valentina Chiesa<br />

Coop. Casa Morgana<br />

Elisa Danesi<br />

Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

e Coop. Mele Ver<strong>di</strong><br />

Ortensia D’Eletto<br />

Società Ad personam<br />

Adriana De Leo<br />

FISM<br />

Lorella Re<br />

Com<strong>un</strong>i Val d’Arda<br />

Chiara Remon<strong>di</strong>ni*<br />

Coop. Baby Club<br />

Sara Roncaglia<br />

Istituto Comprensivo <strong>di</strong><br />

Monticelli d’Ongina<br />

Laura Scarani**<br />

Coop. Inacqua<br />

Francesca Scotti***<br />

Coop. Aurora<br />

Carolina Soldati<br />

Coop. Eureka<br />

Arlene Zioni<br />

Coop. Unicoop<br />

(*) sostituita in corso d’anno da<br />

Marta Bettera<br />

(**) sostituita in corso d’anno da<br />

Pier Paolo Ughini<br />

(***) sostituita in corso d’anno da<br />

Arianna Guarnieri<br />

Roberta Ferdenzi<br />

Com<strong>un</strong>i Val d’Arda<br />

Daniela Giorgi<br />

Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Laura Marenghi<br />

Com<strong>un</strong>i Val Tidone<br />

Valeria Mariani<br />

Società Acquelaria<br />

Monica Premoli<br />

Coop.Copra<br />

8


Il futuro dei bambini è sempre oggi. Domani sarà tar<strong>di</strong>.<br />

(Gabriela Mistral)<br />

9


INDICE<br />

Anticipazioni .................................................................................................................................. 15<br />

<strong>Strumenti</strong> e libertà d’insegnamento .................................................................................................. 17<br />

I tempi degli strumenti .................................................................................................................... 19<br />

Sull’Ambientamento<br />

Piccola guida per i genitori .......................................................................................................... 23<br />

Scheda <strong>di</strong> colloquio .................................................................................................................... 36<br />

Annotazioni sui primi giorni <strong>di</strong> frequenza ....................................................................................... 48<br />

Ambientamento: piste osservative ................................................................................................ 48<br />

Piccole osservazioni a casa ........................................................................................................... 57<br />

Focus osservativo ambientamento-<strong>di</strong>stacco ................................................................................... 63<br />

Griglia osservativa sui rituali tra adulti e bambini ............................................................................ 65<br />

Sui Propositi progettuali<br />

Annotazioni per la scrittura dei Propositi progettuali ..................................................................... 75<br />

Propositi progettuali .................................................................................................................. 78<br />

Sul Progetto<br />

<strong>Strumenti</strong> per la costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto .................................................................................. 90<br />

<strong>Strumenti</strong> a sostegno della progettazione <strong>di</strong> sezione ...................................................................... 94<br />

Sull’Osservazione<br />

Sguar<strong>di</strong> sulla sezione ................................................................................................................... 107<br />

Mappatura degli spazi ................................................................................................................. 107<br />

Traccia per <strong>un</strong>’analisi degli spazi ................................................................................................... 107<br />

Strumento <strong>di</strong> osservazione delle relazioni e delle scoperte oggettuali ............................................... 112<br />

Sull’Incontro <strong>di</strong> sezione<br />

Alc<strong>un</strong>i mo<strong>di</strong> per condurre l’incontro <strong>di</strong> sezione .............................................................................. 117<br />

Bibliografia ...................................................................................................................................... 123<br />

13


ANTICIPAZIONI<br />

Progettare per l’infanzia significa intraprendere <strong>un</strong> percorso che inizia dalla conoscenza e dall’ascolto dei<br />

bambini che abbiamo <strong>di</strong> fronte.<br />

Significa accogliere le loro parole e le loro competenze, partendo dal presupposto che il contesto sezione –<br />

gruppo – spazio, cioè l’insieme dei bambini che abita <strong>un</strong> luogo, costituisce <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenza affinché<br />

si instauri <strong>un</strong>a reciprocità educativa e formativa rispettosa ed efficace.<br />

La progettazione quin<strong>di</strong> è <strong>un</strong>o strumento <strong>di</strong> forte intenzionalità e considerazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>’infanzia protagonista<br />

del percorso educativo (ve<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti nel precedente testo “Pensieri <strong>intorno</strong> a <strong>un</strong> <strong>tavolo</strong>”).<br />

Contemporaneamente è strumento <strong>di</strong> forte intenzionalità per l’adulto, che inizia a ipotizzare <strong>un</strong>a strada<br />

da intraprendere partendo dall’<strong>un</strong>ico modo possibile: l’ideazione <strong>di</strong> ipotesi <strong>di</strong> lavoro non definite aprioristicamente<br />

quanto piuttosto <strong>di</strong>pendenti dalla conoscenza del contesto in questione.<br />

L’insegnante – educatore nel nido d’infanzia misura e traduce i suoi saperi, rapportandosi ai saperi dei<br />

bambini, alla loro età, alle singole storie, ai segnali e ai segni in<strong>di</strong>viduali e alle contaminazioni inevitabili<br />

che scaturiscono in <strong>un</strong>o spazio a misura <strong>di</strong> bambini, insegnanti, genitori.<br />

La progettazione è quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>o strumento aperto, dalle molteplici porte d’ingresso e <strong>di</strong> uscita, ricco <strong>di</strong> convivenze<br />

e <strong>di</strong> apporti tali da subire anche mo<strong>di</strong>ficazioni mentre lo si utilizza. È <strong>un</strong>o strumento <strong>di</strong> partenza<br />

che accoglie i pensieri e le identità originali <strong>di</strong> ciasc<strong>un</strong>o.<br />

La progettazione per realizzarsi ha bisogno <strong>di</strong> ulteriori strumenti <strong>di</strong> supporto che sostengano <strong>di</strong>dattica e metodologia.<br />

Soprattutto in rapporto alla valenza professionale che l’insegnante dei bambini piccolissimi ha<br />

ass<strong>un</strong>to nel tempo:<br />

NO all’insegnante sostitutiva della madre.<br />

SÌ all’insegnante professionista.<br />

NO all’insegnante che possiede <strong>un</strong>’idea debole <strong>di</strong> bambino.<br />

SÌ all’insegnante che possiede <strong>un</strong>’idea forte <strong>di</strong> bambino.<br />

Un insegnante insomma che sa coniugare competenze, affettività e professionalità, in grado <strong>di</strong> cogliere i progressi,<br />

le criticità e le specificità delle fasi <strong>di</strong> crescita dei bambini. In questa ottica occorre dotarsi <strong>di</strong> strumenti<br />

per condurre <strong>un</strong> percorso progettuale verificabile.<br />

Gli strumenti evidenziati nel testo sono solo alc<strong>un</strong>i possibili, nati dall’esperienza e pertanto non cristallizzati<br />

in <strong>un</strong>a prassi quoti<strong>di</strong>ana quanto piuttosto <strong>di</strong>sponibili ad eventuali mo<strong>di</strong>ficazioni.<br />

L’insegnante non deve avere paura degli strumenti <strong>di</strong>dattici in quanto, ben lontani dal porsi in <strong>un</strong>’ottica<br />

15


ANTICIPAZIONI<br />

dogmatica, sono <strong>un</strong> aiuto a conoscere meglio il bambino e il suo sistema <strong>di</strong> riferimento.<br />

Lo strumento va pensato, misurato e provato, con la consapevolezza della conoscenza che ne deriverà, mutabile<br />

nel tempo come lo sono i bambini, le famiglie e le esperienze che si consumano quoti<strong>di</strong>anamente. È<br />

<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista elaborato con la certezza che, per stare con i bambini, è opport<strong>un</strong>o delineare <strong>un</strong>a rete <strong>di</strong><br />

conoscenze: allora l’occasionalità <strong>di</strong>venta <strong>un</strong>a risorsa e non <strong>un</strong>a costante (cioè non <strong>un</strong>’occasionalità-improvvisazione,<br />

ma <strong>un</strong>’occasione “magica” <strong>di</strong> incontro <strong>di</strong> pensieri, <strong>di</strong> gesti e <strong>di</strong> invenzioni.)<br />

Le pause sono necessarie e l’uso riflessivo dello strumento in questione permette <strong>di</strong> riflettere e darsi il tempo<br />

necessario per decidere se procedere o fermarsi.<br />

Prendersi il tempo, app<strong>un</strong>to, per verificare quanto sta accadendo, per in<strong>di</strong>viduare strategie, collaborazioni<br />

e nuove conoscenze.<br />

Gli strumenti servono a questo e non sono autoreferenziali o chiusi ma hanno lo scopo <strong>di</strong> rilanciare e <strong>di</strong><br />

procedere con sistematicità. Valorizzano <strong>un</strong>’idea <strong>di</strong> bambino forte e <strong>di</strong>namico, collocato in <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> relazioni<br />

da indagare e utilizzare come risorse educative.<br />

L’attenzione particolare che il <strong>tavolo</strong> <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le ha attribuito<br />

agli strumenti relativi all’ambientamento sottolinea l’importanza che questa fase assume nel delineare<br />

in seguito il Progetto.<br />

La conoscenza e il benessere del bambino e della sua famiglia nel nido rappresentano <strong>un</strong> inizio<br />

<strong>di</strong> particolare delicatezza per il futuro percorso educativo.<br />

Pina Tromellini<br />

PINA TROMELLINI<br />

Pina Tromellini, pedagogista e scrittrice, dal 1974, per 14 anni è stata coor<strong>di</strong>natrice pedagogica nell’équipe (Ni<strong>di</strong> e scuole dell’Infanzia) del<br />

prof. Loris Malaguzzi nel Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Reggio Emilia. Dal 1988 al 2003 ha coor<strong>di</strong>nato <strong>un</strong>’équipe <strong>di</strong> pedagogisti in <strong>un</strong> territorio della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

Reggio Emilia. Attualmente opera come libera professionista, consulente e formatrice <strong>di</strong> insegnanti e pedagogisti in <strong>di</strong>verse città italiane. Come<br />

consulente familiare, incontra genitori a piccolo e grande gruppo. Ha tenuto e tiene conferenze in città italiane e in Svezia, Danimarca,<br />

Germania e Belgio. È stata nella redazione della rivista pedagogica “0-6” della Fabbri E<strong>di</strong>tore e in quella <strong>di</strong> “Bambini” rivista della juvenilia. È<br />

consulente scientifica nella Casa E<strong>di</strong>trice per bambini “La Coccinella”<strong>di</strong> Milano, per la quale ha curato la collana “Come si chiama?”.<br />

Inoltre ha scritto:<br />

“La tenerezza e la paura: ascoltare i sentimenti dei bambini” Salani (insieme al pe<strong>di</strong>atra Marcello Bernar<strong>di</strong>)<br />

“Cosa sanno i bambini <strong>di</strong> Dio. Viaggio nella spiritualità infantile” Salani<br />

“Un corredo per la vita. È ancora possibile trasmettere valori a <strong>un</strong> figlio?” Salani (tradotto in portoghese e spagnolo)<br />

“Riprendersi il tempo. Memorie d’infanzie” Diabasis<br />

“Percorsi cromatici” E<strong>di</strong>zioni Sappilo Mantova<br />

Ha ideato insieme all’artista Antonella De Nisco e all’architetto Giorgio Teggi, <strong>un</strong>a collana <strong>di</strong> libri minimi-tascabili:“Collane <strong>di</strong> plastica”,“6 tane<br />

<strong>di</strong> pianura” ,“Acquabaleni”.<br />

“Nei loro panni. Le nuove domande dei genitori” Salani<br />

16


PRESENTAZIONE<br />

<strong>Strumenti</strong> e libertà d’insegnamento<br />

Ogni insegnante trasmette l’originalità che le appartiene e lo stile com<strong>un</strong>icativo<br />

che possiede: non tanto doti innate quanto conquistate in <strong>un</strong>a<br />

l<strong>un</strong>ga e continua formazione.<br />

È <strong>un</strong> <strong>un</strong>icum che si arricchisce <strong>di</strong> intenzionalità e passione, mano a mano<br />

che il tempo professionale scorre. Non però in <strong>un</strong>a <strong>di</strong>namica autoreferenziale<br />

e autonoma, in quanto il ‘mettersi nei panni <strong>di</strong>’significa misurarsi con<br />

la libertà dell’altro e con le finalità non in<strong>di</strong>viduali quanto istituzionali; con<br />

i <strong>di</strong>ritti e i doveri dei bambini e delle famiglie.<br />

La soggettività, che rischia <strong>di</strong> significare licenza <strong>di</strong> agire prima <strong>di</strong> comprendere,<br />

è <strong>un</strong> atteggiamento che non tiene conto e non rispetta l’altro. È<br />

<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista limitante e autoreferenziale che non assume la <strong>di</strong>stanza<br />

necessaria per osservare e approfon<strong>di</strong>re.<br />

Utilizzare quin<strong>di</strong> la categoria della libertà d’insegnamento per non mettersi<br />

in <strong>di</strong>scussione è <strong>un</strong> alibi che restringe e avvizzisce l’azione educante.<br />

Al contrario la libertà d’insegnamento <strong>di</strong>venta costruttiva se si trasforma<br />

in <strong>un</strong>a prospettiva <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sperimentazione che utilizza tutti i mo<strong>di</strong><br />

possibili per permettere al bambino <strong>di</strong> vivere appieno la propria fase <strong>di</strong><br />

crescita e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Inoltre fornisce al genitore elementi <strong>di</strong> conoscenza<br />

del figlio. All’insegnante infatti è concesso il <strong>di</strong>ritto – dovere <strong>di</strong><br />

creare “attrezzi” per delineare <strong>un</strong> progetto a misura <strong>di</strong> bambino; e se questi<br />

“attrezzi” sono già stati provati e misurati all’interno del nido allora rappresentano<br />

<strong>un</strong>a risorsa e <strong>un</strong> recupero <strong>di</strong> energie intellettuali da sperimentare,<br />

con la libertà <strong>di</strong> apportare eventuali mo<strong>di</strong>fiche e messe a p<strong>un</strong>to.<br />

Gli strumenti in questione forniscono all’iter professionale occasioni <strong>di</strong> verifica<br />

e <strong>di</strong> lettura del proprio operare, prima <strong>di</strong> procedere ulteriormente.<br />

Gli strumenti servono al progetto?<br />

Da dove nascono?<br />

Rispondono ai bisogni dei bambini?<br />

Sono visibili ai genitori?<br />

17


PRESENTAZIONE<br />

Occorre che l’insegnante si metta in gioco e sappia riflettere sugli acca<strong>di</strong>menti<br />

quoti<strong>di</strong>ani, con l’aiuto dei mezzi (strumenti) che segnano i passaggi<br />

<strong>di</strong>dattici. In passato, a volte, la libertà d’insegnamento ha costituito <strong>un</strong><br />

pretesto a lasciare le cose come stavano facendo finta <strong>di</strong> credere nei bambini,<br />

in nome <strong>di</strong> <strong>un</strong>a abitu<strong>di</strong>narietà invariata negli anni. Una scusa per non<br />

assumersi <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista complesso e non semplificante, <strong>un</strong>a giustificazione<br />

a ‘fare quel tanto che basta’.<br />

Ma con i bambini è impossibile far finta. Loro ci richiamano, si esprimono e<br />

rivelano le loro competenze sul mondo; esigono dall’adulto <strong>un</strong>a presenza<br />

autentica e consapevole. Anche, e soprattutto, nel nido d’infanzia dove, data<br />

la loro età, le relazioni sono delicate e fragili, sottili e trasparenti.<br />

Quin<strong>di</strong> gli strumenti <strong>di</strong> lavoro che l’insegnante utilizza creano visibilità e<br />

confronto nel documentare ai genitori che nulla nasce se non grazie ad<br />

<strong>un</strong> approccio sistemico che evidenzia i piccoli e gran<strong>di</strong> progressi quoti<strong>di</strong>ani,<br />

collocati in <strong>un</strong>a rete relazionale che contiene l’identità dei bambini<br />

e delle loro famiglie.<br />

Quelli proposti sono alc<strong>un</strong>i strumenti costruiti, incontrati, ricevuti, tradotti<br />

da <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga esperienza <strong>di</strong> confronti con insegnanti, pedagogisti e istituzioni.<br />

Sono alc<strong>un</strong>i strumenti sperimentati e utilizzati in <strong>di</strong>versi ni<strong>di</strong> e “aggiustati”<br />

a seconda della realtà e dei contesti ai quali si rivolgono.<br />

Sono frammenti <strong>di</strong> saperi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattiche che hanno <strong>un</strong>a loro valenza culturale.<br />

18


PRESENTAZIONE<br />

I tempi degli strumenti<br />

L’inserimento e l’ambientamento, il crescere e l’apprendere, il creare relazioni<br />

amicali, percorrono <strong>un</strong> itinerario caratterizzato da scansioni temporali<br />

che rafforzano la costruzione dell’identità.<br />

Il tempo <strong>di</strong>viene così <strong>un</strong>a categoria che supporta lo stare con i bambini<br />

dato che questi si formano grazie a relazioni che sono collocate in <strong>un</strong>o<br />

spazio e in <strong>un</strong> tempo.<br />

Il tempo “amico dei bambini” è quello che utilizza qualsiasi mezzo, intelligente<br />

e interattivo, per acquisire informazioni, per capire stati e cambiamenti,<br />

relazioni e contaminazioni che aiutino il bambino nel suo <strong>di</strong>venire,<br />

utilizzando tutto quello che già possiede dalla nascita: corpo e mente, intelligenza<br />

e sensorialità, socialità e bisogno <strong>di</strong> porsi in com<strong>un</strong>icazione.<br />

Pertanto anche gli strumenti, mezzi per conoscere chi abbiamo <strong>di</strong> fronte,<br />

hanno <strong>un</strong>a loro temporalità, rapportata agli eventi che avvengono nel nido.<br />

(ve<strong>di</strong> il testo precedente ‘Pensieri <strong>intorno</strong> a <strong>un</strong> Tavolo’).<br />

È <strong>un</strong>a temporalità in connessione con il progetto educativo che nasce, si<br />

evolve e ha <strong>un</strong> suo termine, mai definitivo ma sempre in rilancio dentro<br />

<strong>un</strong>a prospettiva <strong>di</strong> continuità.<br />

Con il tempo l’insegnante recupera la storia del bambino e della sua famiglia:<br />

<strong>un</strong> prima e <strong>un</strong> dopo che rendono il presente <strong>un</strong>o sta<strong>di</strong>o ricco <strong>di</strong> fermenti<br />

e <strong>di</strong> ipotesi.<br />

Con il tempo il progetto si riflette a specchio nella vita del bambino, in <strong>un</strong><br />

doppio che permette <strong>di</strong> vedere e <strong>di</strong> verificare, <strong>di</strong> capire e <strong>di</strong> avvicinare, grazie<br />

a <strong>un</strong>a lente <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento che l’adulto utilizza.<br />

Con il tempo gli strumenti rivelano la loro ricchezza e il loro limite, nel senso<br />

che la conoscenza è <strong>un</strong>a risorsa che può mo<strong>di</strong>ficare il procedere della<br />

crescita e del fare.<br />

Così i <strong>di</strong>versi p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista si intrecciano con quelli dell’insegnante. Sviluppare<br />

<strong>un</strong> progetto infatti significa fare partecipare ad esso la complessità<br />

in cui ogni bambino è inserito.<br />

19


PRESENTAZIONE<br />

Alc<strong>un</strong>i riferimenti temporali<br />

SULL’AMBIENTAMENTO – settembre – ottobre – novembre<br />

SUI PROPOSITI PROGETTUALI – <strong>di</strong>cembre<br />

SUL PROGETTO – <strong>di</strong>cembre – gennaio<br />

SULL’OSSERVAZIONE – tutto l’anno<br />

SULLA DOCUMENTAZIONE – tutto l’anno<br />

STRUMENTI A SOSTEGNO DELLA PROGETTAZIONE – tutto l’anno<br />

COME CONDURRE UN INCONTRO DI SEZIONE – tutto l’anno<br />

20


Sull’Ambientamento


Disegno della pagina precedente:<br />

“Il papà” - Giulia, 2 anni e 3 mesi


AMBIENTAMENTO<br />

Piccola guida per i genitori:<br />

L’inserimento al nido<br />

Questo strumento nasce dall’esigenza <strong>di</strong> tener conto della possibile inesperienza<br />

delle famiglie rispetto alla nuova “avventura” che sta affrontando<br />

il bambino e vuole fornire, <strong>di</strong> conseguenza, alc<strong>un</strong>i focus <strong>di</strong> pensieri per<br />

avvicinare i genitori e i nonni a questo passaggio.<br />

Nasce inoltre dall’esigenza <strong>di</strong> esplicitare la filosofia del nido e il pensiero<br />

degli educatori.<br />

Lo si utilizza per riflettere prima, mettendosi nei panni <strong>di</strong> chi in famiglia<br />

guida il bambino all’accettazione del nido. Conoscere significa accompagnare<br />

e prendersi cura dei pensieri e delle emozioni del bambino.<br />

L’uso <strong>di</strong> questo strumento genera <strong>di</strong>alogo, collaborazione, messa in rete <strong>di</strong><br />

partecipazioni affinché l’accoglienza del bambino venga supportata dai<br />

<strong>di</strong>versi p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista, quelli del genitore, dell’insegnante, dei nonni.<br />

23


COMMENTO<br />

Piccola guida per i genitori: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

Utilizzata da quasi tutti i servizi, nella sua forma originale o leggermente mo<strong>di</strong>ficata qualora il collettivo<br />

la preferisca più calata nella propria realtà.<br />

Viene usata in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi:<br />

Spe<strong>di</strong>ta alla famiglia al momento dell’ammissione.<br />

Distribuita al primo incontro assembleare.<br />

Consegnata e presentata dall’educatrice al primo colloquio.<br />

Distribuita al primo incontro assembleare e poi ripresa al primo colloquio come sp<strong>un</strong>to <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione.<br />

Inserita in <strong>un</strong>o strumento più ampio che raccoglie anche altri generi <strong>di</strong> informazioni.<br />

Il momento e le modalità scelti per l’utilizzo influiscono sui risultati che si possono ottenere:<br />

A settembre risulta più incisiva perché i genitori stanno vivendo le situazioni descritte.<br />

La consegna commentata dalle educatrici testimonia la loro consapevolezza <strong>di</strong> quanto l’ambientamento<br />

sia <strong>un</strong> periodo delicato e riconosce la legittimità delle reazioni dei genitori e del bambino.<br />

La sua lettura può risultare <strong>di</strong>fficile per le famiglie: è utile che venga illustrata dal personale.<br />

Se <strong>di</strong>stribuita insieme a molto altro materiale perde efficacia.<br />

Infine:<br />

È utile perché offre alla famiglia la prospettiva <strong>di</strong> poter controllare le proprie ansie, anche se forse non<br />

sottolinea a sufficienza quanto può essere drammatico il <strong>di</strong>stacco.<br />

È <strong>un</strong> buon sp<strong>un</strong>to e <strong>un</strong>a buona traccia per la gestione del primo colloquio con i genitori.<br />

Può risultare inadeguata per i genitori stranieri: anche traducendola rischierebbe <strong>di</strong> non trovare corrispondenza<br />

ai loro pensieri o alle loro situazioni familiari.<br />

Al Servizio impone <strong>di</strong> garantire che i principi <strong>di</strong>chiarati siano poi effettivamente praticati nell’agire quoti<strong>di</strong>ano.<br />

35


AMBIENTAMENTO<br />

Scheda <strong>di</strong> colloquio<br />

(il nido <strong>di</strong>aloga con la famiglia)<br />

Lo strumento nasce dalla necessità <strong>di</strong> fissare <strong>un</strong> inizio e <strong>un</strong>a storia del<br />

bambino e della sua famiglia che sia utile alla conoscenza sistemica e al ricongi<strong>un</strong>gimento<br />

delle informazioni.<br />

La scheda <strong>di</strong> colloquio nel tempo ha subito trasformazioni tali da renderla<br />

<strong>un</strong>o strumento che aiuta la famiglia a narrare il proprio bambino con<br />

naturalezza.<br />

È necessario per storicizzare il percorso <strong>di</strong> crescita: infatti <strong>di</strong>venta <strong>un</strong>o strumento<br />

in<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> verifica dei livelli raggi<strong>un</strong>ti dal bambino.<br />

La scheda <strong>di</strong> colloquio segna informazioni, passaggi, <strong>di</strong>fficoltà sopraggi<strong>un</strong>te,<br />

p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista della famiglia che riguardano il bambino. Conoscenze<br />

in<strong>di</strong>spensabili a costruire <strong>un</strong> progetto educativo.<br />

36


AMBIENTAMENTO<br />

Premesse<br />

I bambini che arrivano al nido non sono entità astratte e presentano<br />

caratteristiche psicofisiche particolari oltre che <strong>un</strong>a vita <strong>di</strong> relazione<br />

che concorre a definire la loro identità.<br />

Il contesto e le relazioni familiari sono elementi che entrano nel nido e<br />

con i quali si creano interazioni.<br />

L’accoglienza dei tanti mon<strong>di</strong> che nel nido e con il nido agiscono è <strong>un</strong>a<br />

componente fondamentale dell’identità del servizio e del suo progetto<br />

educativo.<br />

Le modalità <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione tra l’interno e l’esterno<br />

creano le <strong>di</strong>fferenze.<br />

Essere consapevoli e con<strong>di</strong>videre che anche i genitori sono destinatari<br />

del servizio (non semplici fruitori) significa riconoscerli partners <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

processo che ha come destinazione finale il benessere del bambino.<br />

Le conoscenze che abbiamo dei bambini che arrivano al nido sono me<strong>di</strong>ate<br />

dal filtro dell’immagine che i genitori hanno del proprio figlio.<br />

Il primo colloquio si costruisce sulle reciproche rappresentazioni dei<br />

compiti <strong>di</strong> genitore e <strong>di</strong> educatore.<br />

Di norma il primo colloquio è accompagnato da <strong>un</strong> incontro a carattere<br />

assembleare (i genitori dei bambini nuovi) ed eventualmente, nel<br />

caso <strong>di</strong> ambientamento a piccolo gruppo, da incontri con il gruppo che<br />

deve inserirsi; alc<strong>un</strong>e volte anche da merende o visite <strong>di</strong> altro genere. È<br />

però con il colloquio in<strong>di</strong>viduale che si inizia ad approfon<strong>di</strong>re, in <strong>un</strong><br />

luogo e in <strong>un</strong> momento ad essa de<strong>di</strong>cato, la conoscenza <strong>di</strong> quei genitori<br />

e <strong>di</strong> quel bambino.<br />

37


AMBIENTAMENTO<br />

Quali informazioni dovrebbe raccogliere<br />

il primo colloquio<br />

I livelli <strong>di</strong> informazione sono:<br />

Conoscenza del contesto<br />

La famiglia è sola o sostenuta nel compito <strong>di</strong> cura?<br />

La coppia come si è ri-organizzata a fronte dell’ass<strong>un</strong>zione dei compiti genitoriali?<br />

Conoscenza del bambino<br />

Che conoscenza hanno i genitori del loro bambino e come lo raccontano?<br />

Come vivono la loro genitorialità? Sono consapevoli delle loro scelte educative?<br />

Conoscenza delle aspettative dei genitori nei confronti del nido<br />

Verifica da parte delle educatrici dell’efficacia delle modalità <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione<br />

e <strong>di</strong> informazione avvenute negli incontri assembleari o in altre<br />

occasioni precedenti.<br />

Consapevolezza da parte delle educatrici<br />

Circa le <strong>di</strong>namiche relazionali che si instaurano nel colloquio, tenendo<br />

conto del ruolo giocato dalla soggettività nel rileggere la situazione.<br />

38


COMMENTO<br />

Scheda <strong>di</strong> colloquio: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

Il primo colloquio è <strong>un</strong> momento delicato, <strong>di</strong>fficile sia per i genitori che per gli educatori e merita <strong>un</strong>a cura<br />

particolare anche da parte del coor<strong>di</strong>natore pedagogico.<br />

La scheda viene utilizzata da quasi tutti i Servizi, in due versioni preparate dal Tavolo <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />

Pedagogico (<strong>un</strong>a che approfon<strong>di</strong>sce maggiormente la conoscenza del bambino, l’altra che dà<br />

più spazio alle impressioni dell’educatore ed è ovviamente compilata dopo il colloquio) o in versioni<br />

mo<strong>di</strong>ficate più conformi alle esigenze del collettivo.<br />

Viene gestita con modalità <strong>di</strong>fferenti:<br />

Compilata dall’educatrice durante l’incontro.<br />

Compilata durante l’incontro da educatrice e genitori insieme.<br />

Compilata da <strong>un</strong>a seconda educatrice mentre la prima conduce il colloquio.<br />

Seguita come traccia per l’incontro ma compilata dopo.<br />

Compilata a casa dai genitoriepoi commentata durante il colloquio.<br />

Divisa in due: il questionario compilato dai genitori a casa e il resto dall’educatrice dopo l’incontro.<br />

Anche questo strumento è fortemente legato al setting in cui viene collocato, al tempo, a chi lo propone<br />

e a chi lo gestisce:<br />

Ci sono educatrici più insicure per le quali costituisce <strong>un</strong> valido aiuto nella conduzione del colloquio, altre<br />

che preferiscono seguirne la traccia ‘a mente’ compilandola dopo. Per quelle che meno amano avere<br />

vincoli la scheda è stata trasformata in <strong>un</strong>o strumento più aperto che titola solo gli argomenti, senza domande<br />

chiuse.<br />

Alc<strong>un</strong>i Servizi preferiscono che venga compilata a casa ritenendo che i genitori possano rispondere con<br />

più tranquillità ed evitando così il rischio <strong>di</strong> trasformare il colloquio in <strong>un</strong> ‘interrogatorio’.<br />

Altri utilizzano solo la parte <strong>di</strong> raccolta delle informazioni che poi vengono con<strong>di</strong>vise ed eventualmente<br />

<strong>di</strong>scusse in équipe.<br />

Infine:<br />

È <strong>un</strong>o strumento utile, oltre che al primo colloquio, anche alla gestione dell’ambientamento dal momento<br />

che organizza <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> informazioni preziose sul bambino e sulla famiglia.<br />

Può costituire l’occasione per l’inizio della relazione con i genitori.<br />

Le informazioni che raccoglie possono dare <strong>un</strong>a prima in<strong>di</strong>cazione su come impostare l’attività con le famiglie<br />

durante l’anno.<br />

Può evidenziare situazioni che necessitano <strong>di</strong> <strong>un</strong> approfon<strong>di</strong>mento, o in casi problematici può aiutare a<br />

comprenderne i vari aspetti.<br />

Può essere ripresa in corso d’anno per verificare cambiamenti o attivare confronti con le annotazioni iniziali.<br />

Sarebbe utile che le impressioni riportate dall’educatrice a fine colloquio fossero accompagnate da <strong>un</strong>a<br />

riflessione sulle proprie modalità com<strong>un</strong>icative, trattandosi <strong>di</strong> due facce della stessa medaglia.<br />

47


AMBIENTAMENTO<br />

Annotazioni sui primi giorni <strong>di</strong> frequenza<br />

settimanali (1) e giornaliere (2)<br />

Ambientamento: piste osservative<br />

(da svolgere entro le prime tre settimane)<br />

Nascono dall’esigenza <strong>di</strong> definire <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenza che serva da confronto<br />

con il percorso successivo. Sono piste osservative necessarie per<br />

costruire il Progetto.<br />

Servono ad ottenere dei p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista sul bambino più oggettivi e obbiettivi.<br />

La soggettività, grazie a questi strumenti, <strong>di</strong>viene meno ingombrante.<br />

Delineano <strong>un</strong>a cornice <strong>di</strong> comportamenti in<strong>di</strong>viduali che in<strong>di</strong>cano come il<br />

bambino si rapporta e reagisce a questa nuova fase della crescita nella<br />

prima settimana e nelle tre successive.<br />

48


COMMENTO<br />

1. Annotazioni sui primi giorni <strong>di</strong> frequenza - 2. Ambientamento: piste osservative.<br />

Le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

1.<br />

Le annotazioni costituiscono <strong>un</strong> taccuino giornaliero con f<strong>un</strong>zioni <strong>di</strong> supporto allo strumento successivo:<br />

è utile per raccogliere brevi note nei primi giorni <strong>di</strong> frequenza, (quando spesso manca il tempo<br />

per re<strong>di</strong>gere protocolli impegnativi) che saranno poi rielaborate in modo più completo per la<br />

compilazione delle Piste osservative.<br />

Non è <strong>un</strong>o strumento esaustivo perché focalizza solo alc<strong>un</strong>i argomenti ma per le operatrici meno<br />

esperte fornisce in<strong>di</strong>cazioni su quali aspetti monitorare per valutare l’andamento dell’ambientamento.<br />

2.<br />

Costituisce <strong>un</strong>o strumento piuttosto completo per la valutazione dell’ambientamento <strong>di</strong> ogni bambino<br />

perché pone all’attenzione degli educatori molti aspetti che ai meno esperti potrebbero sfuggire.<br />

Pur consentendo <strong>un</strong>a compilazione piuttosto veloce offre interessanti sp<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione in équipe<br />

nel momento in cui si confrontano i p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista dei <strong>di</strong>versi operatori.<br />

Viene solitamente utilizzato a tre settimane dall’ingresso del bambino al nido: può essere compilato<br />

in équipe (previo confronto tra i colleghi) o dall’educatore <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong>scusso in gruppo successivamente<br />

per eventuali mo<strong>di</strong>fiche o integrazioni.<br />

Per le educatrici più giovani è <strong>un</strong> ottimo supporto alla consapevolezza dell’osservazione, per quelle<br />

più esperte può risultare forzatamente sintetico nei casi in cui volessero articolare meglio i propri<br />

pensieri.<br />

Rispetto a <strong>un</strong>a libera composizione scritta ha i vantaggi <strong>di</strong> essere più veloce e <strong>di</strong> accom<strong>un</strong>are le osservazioni<br />

<strong>di</strong> tutti gli educatori sui medesimi aspetti.<br />

È <strong>un</strong>o strumento a cui i genitori non accedono, è riservato alle équipe e può essere ripreso in corso<br />

d’anno per verificare eventuali cambiamenti.<br />

56


AMBIENTAMENTO<br />

Piccole osservazioni a casa sul bambino<br />

durante l’ambientamento<br />

La storia <strong>di</strong> ogni bambino comprende il sistema relazionale in cui questi è<br />

inserito e la sua conoscenza è in<strong>di</strong>spensabile per favorire <strong>un</strong> processo <strong>di</strong><br />

formazione identitaria.<br />

Questo strumento osservativo cerca <strong>di</strong> costruire <strong>un</strong> filo <strong>di</strong> congi<strong>un</strong>zione,<br />

<strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> confronto con la famiglia e il gruppo parentale.<br />

Irisultati dell’osservazione permettono la conoscenza della fatica che il<br />

bambino mette in atto per crescere e fornisce occasioni <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scussione con la famiglia.<br />

57


COMMENTO<br />

Piccole osservazioni a casa: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

È <strong>un</strong>o strumento utile per rendere i genitori partecipi all’ambientamento del bambino e che dà loro<br />

la possibilità <strong>di</strong> esprimere pensieri che non sempre emergono nei colloqui con le educatrici. È anche<br />

<strong>un</strong> ulteriore occasione per avvicinare le famiglie, soprattutto nelle situazioni che rivelano qualche<br />

<strong>di</strong>fficoltà.<br />

È bene anticiparlo e presentarlo nel primo incontro <strong>di</strong> sezione, poi solitamente è consegnato ad <strong>un</strong><br />

mese dall’inserimento del bimbo, specificando che la sua compilazione è gra<strong>di</strong>ta ma non obbligatoria.<br />

Quando lo riconsegnano viene valutato in sede d’équipe e, se lo si ritiene necessario, può <strong>di</strong>ventare<br />

oggetto <strong>di</strong> <strong>un</strong> ulteriore incontro con la famiglia.<br />

Se non viene presentato/spiegato alle famiglie è <strong>un</strong>o strumento che cade nel vuoto, rischia <strong>di</strong> essere<br />

compilato superficialmente e non è <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>a utilità né ai genitori né all’équipe.<br />

Forse potrebbe essere riscritto cercando <strong>di</strong> sottolineare anche i possibili cambiamenti positivi nel<br />

comportamento del bambino perché nella stesura attuale rileva soprattutto quelli negativi rischiando<br />

<strong>di</strong> generare ansia nei genitori.<br />

Può essere accompagnato da <strong>un</strong> questionario <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento del Servizio (in termini <strong>di</strong> orari, organizzazione,<br />

<strong>di</strong>sponibilità del personale ecc.) per valutare l’impatto complessivo che la famiglia ha<br />

avuto con il nido.<br />

62


AMBIENTAMENTO<br />

Focus osservativo<br />

Ambientamento e Distacco: quali strategie<br />

usa il bambino per autoconsolarsi<br />

Questo è <strong>un</strong> modo per sondare le competenze emozionali del bambino e<br />

delle strategie che sa mettere in atto per rendere meno <strong>di</strong>fficile il passaggio<br />

che sta sperimentando.<br />

Serve a consolidare l’idea forte che l’adulto possiede del bambino allorché<br />

ne coglie quei comportamenti emotivi che offrono la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a identità già delineata e degna <strong>di</strong> essere rispettata.<br />

Le conoscenze in<strong>di</strong>vidualizzate, che emergono dall’osservazione, permettono<br />

<strong>di</strong> non parlare per stereotipi o luoghi com<strong>un</strong>i ma, al contrario, consentono<br />

<strong>di</strong> cogliere la ricchezza interiore che il bambino possiede.<br />

63


AMBIENTAMENTO<br />

Griglia osservativa sui rituali tra adulti e<br />

bambini in entrata e in uscita dal nido<br />

Nasce dall’esigenza <strong>di</strong> narrare <strong>un</strong>o scenario relazionale fatto <strong>di</strong> scambi,<br />

sguar<strong>di</strong> e stili com<strong>un</strong>icativi.<br />

È utile affinchè il progetto che nascerà si rapporti significativamente alle<br />

osservazioni conoscitive che riguardano i bambini, mai soli ma sempre in<br />

relazione con qualc<strong>un</strong>o.<br />

Permette <strong>di</strong> conoscere meglio il contesto relazionale del bambino e quin<strong>di</strong><br />

le azioni educative si compareranno con i dati e le informazioni acquisite.<br />

COMMENTO TAVOLO<br />

65


COMMENTO<br />

1. Focus osservativo - Ambientamento e Distacco: quali strategie usa il bambino<br />

per autoconsolarsi - 2. Griglia osservativa sui rituali tra adulti e bambini in<br />

entrata e in uscita dal nido: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

Non tutti questi strumenti vengono sistematicamente utilizzati sia per la necessità <strong>di</strong> non sovraccaricare<br />

<strong>di</strong> schede le educatrici, sia per la reale mancanza <strong>di</strong> tempo. Restano tuttavia patrimonio del<br />

coor<strong>di</strong>natore pedagogico che può decidere <strong>di</strong> proporle in occasione <strong>di</strong> progetti specifici o <strong>di</strong> particolari<br />

necessità delle équipe.<br />

Sono utili perché aiutano le educatrici a crearsi delle ‘tracce <strong>di</strong> pensiero’, forniscono in<strong>di</strong>cazioni su ‘cosa<br />

osservare’ nella quoti<strong>di</strong>anità.<br />

Possono essere rielaborati <strong>di</strong>versamente e adattati alla specifica realtà, o costituire <strong>un</strong>o sp<strong>un</strong>to per<br />

la creazione <strong>di</strong> altri strumenti.<br />

Alc<strong>un</strong>e educatrici utilizzano la stessa traccia osservativa ogni anno: questo permette loro <strong>di</strong> evidenziare<br />

i cambiamenti nell’arco <strong>di</strong> tutta la permanenza del bambino al nido.<br />

71


Sui Propositi progettuali


Disegno della pagina precedente:<br />

“La faccia della mamma” - Beatrice, 2 anni e 5 mesi


PROPOSITI<br />

P ROGETTUALI<br />

Annotazioni per la scrittura dei Propositi<br />

progettuali<br />

Esiste l’esigenza <strong>di</strong> dare visibilità ai pensieri che sottendono il futuro progetto,<br />

in quanto i propositi sono <strong>un</strong>a <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> intenti e <strong>di</strong> valori.<br />

Qualsiasi progetto che si rispetti deve partire dalla filosofia che fa da sfondo<br />

e avvia la futura costruzione educativa. Educare oggi significa dare voce<br />

alle intenzioni e alla chiarezza del percorso.<br />

I Propositi progettuali esplicitano la consapevolezza che non ci si rapporta<br />

ad <strong>un</strong> bambino se non si sono prima messe in atto delle scelte e in<strong>di</strong>viduati<br />

degli orientamenti precisi.<br />

75


PROPOSITI<br />

P ROGETTUALI<br />

I Propositi progettuali<br />

La costruzione <strong>di</strong> questo strumento deve tener conto della <strong>di</strong>mensione<br />

territoriale del Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le che vede <strong>intorno</strong><br />

ad <strong>un</strong> <strong>tavolo</strong> realtà molto <strong>di</strong>versificate: com<strong>un</strong>ali, cooperative, private.<br />

Si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> propositi, base <strong>di</strong> qualsiasi progetto si vada<br />

poi a declinare nei singoli servizi, che deve pertanto rispettare la pluralità<br />

dei p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista e delle prospettive, <strong>un</strong>ite però dal com<strong>un</strong>e rispetto<br />

del bambino, della sua famiglia e del contesto storico e culturale in cui<br />

avviene il percorso educativo.<br />

Occorre quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare alc<strong>un</strong>i pensieri che attraversino e trovino momenti<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione anche tra gestioni e organizzazioni <strong>di</strong>verse: la <strong>di</strong>mensione<br />

dell’accoglienza, della conoscenza, del <strong>di</strong>alogo e della memoria<br />

storica sono i principi che accom<strong>un</strong>ano.<br />

Quale significato attribuire allo stare con i bambini e con i genitori e in<br />

quale <strong>di</strong>rezione si vuole procedere (scegliendo alc<strong>un</strong>i valori-guida) rappresentano<br />

<strong>un</strong>’anticipazione in<strong>di</strong>spensabile all’avvio <strong>di</strong> ogni progetto.<br />

78


COMMENTO<br />

Propositi progettuali: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

Nascono come ‘manifesto’ del Tavolo <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico <strong>Provincia</strong>le, come risposta alla<br />

necessità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre e <strong>di</strong>chiarare idee, presupposti educativi e significati dei termini. Sono d<strong>un</strong>que<br />

il frutto <strong>di</strong> <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go percorso <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito tra i membri del gruppo.<br />

Andrebbe tuttavia ‘mantenuto vivo’ nel corso degli anni con continue rivisitazioni perché nel tempo<br />

alc<strong>un</strong>e affermazioni possono non essere più attuali, possono sorgere nuove domande o il ricambio<br />

dei membri del gruppo può rendere necessario <strong>un</strong> nuovo percorso <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione. Come tutti gli<br />

strumenti proposti non possiede, né possiederà mai, <strong>un</strong>a stesura definitiva.<br />

Nel lavoro con le équipe costituisce <strong>un</strong> buono sp<strong>un</strong>to per <strong>un</strong> confronto con e tra i membri del gruppo:<br />

è interessante porre loro le stesse domande che si trovano nei Propositi progettuali e riflettere<br />

sulle risposte che si ottengono.<br />

Ad inizio anno è in<strong>di</strong>spensabile per definire con gli operatori i presupposti dell’azione educativa che<br />

si sta progettando.<br />

85


Sul Progetto


Disegno della pagina precedente:<br />

“La sorellina” - Gioele, 3 anni e 4 mesi


PROGETTO<br />

Progettazione può essere sinonimo <strong>di</strong> possibilità: dobbiamo partire dal<br />

contesto in cui ci troviamo, osservarlo per conoscerlo, esplicitarne problemi<br />

e dubbi, fare delle ipotesi, dei rilanci e delle interpretazioni.<br />

Perché e come si sceglie <strong>un</strong> contenuto progettuale: come nasce, chi lo propone,<br />

come si mo<strong>di</strong>fica?<br />

In che relazione sta con gli altri progetti?<br />

Come ci poniamo e cosa sappiamo come adulti rispetto a ciò che andremo<br />

a ricercare?<br />

Cosa potremmo fare rispetto alle idee che esprimeranno i bambini? Le ipotesi<br />

che formuliamo nascono dalla conoscenza che già abbiamo <strong>di</strong> quei<br />

bambini e dalla nostra esperienza passata.<br />

Come e con chi preve<strong>di</strong>amo il confronto?<br />

Quale osservazione e documentazione per rendere visibili i processi?<br />

Come iniziare? Con che cosa? (Con <strong>un</strong>a indagine grafica, con <strong>un</strong>a conversazione,<br />

con <strong>un</strong>a osservazione?)<br />

Pre<strong>di</strong>sponiamo strumenti, contesti, idee, domande che ci daranno gli input<br />

per partire.<br />

Preve<strong>di</strong>amo con quanti bambini portare avanti il progetto (solo con i bambini,<br />

solo con le bambine o in gruppo, in<strong>di</strong>cando com<strong>un</strong>que i criteri <strong>di</strong> scelta).<br />

Scegliamo gli strumenti che sostengono la progettazione.<br />

Come restituiamo ai bambini i significati e le conoscenze che hanno raggi<strong>un</strong>to?<br />

(cioè come li ren<strong>di</strong>amo consapevoli del percorso che hanno fatto?)<br />

Quale valutazione ed autovalutazione siamo in grado o siamo <strong>di</strong>sposti a fare?<br />

Abbiamo osservato e documentato, ma poi?<br />

Stiamo facendo della cronaca, stiamo solo raccontando l’esperienza?<br />

Quali informazioni ne abbiamo ricavato? Quale significato troviamo alle<br />

cose che facciamo?<br />

89


PROGETTO<br />

<strong>Strumenti</strong> per la costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto<br />

Il dovere <strong>di</strong> fissare <strong>un</strong> progetto è <strong>un</strong>’esigenza professionale che crea <strong>un</strong>a<br />

cornice <strong>di</strong> senso nello stare con i bambini.<br />

Il progetto delinea <strong>un</strong> percorso non prescrittivo, cioè può mo<strong>di</strong>ficarsi<br />

mentre avviene.<br />

Il progetto coglie e consolida le competenze dei bambini.<br />

90


COMMENTO<br />

<strong>Strumenti</strong> per la costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori<br />

pedagogici<br />

Solitamente sono utilizzati come premessa e prassi formativa per quegli operatori che sono nuovi alla<br />

pratica della progettazione. Col passare degli anni gli strumenti vengono ‘interiorizzati’ e non c’è<br />

più bisogno <strong>di</strong> proporli.<br />

Sono utili anche perché aiutano l’équipe ad avere <strong>un</strong> linguaggio com<strong>un</strong>e e a dare ai termini <strong>un</strong> significato<br />

con<strong>di</strong>viso.<br />

Possono essere utilizzati come traccia da seguire o trasformati in scheda più strutturata: in questa<br />

forma permettono <strong>di</strong> sottolineare meglio i passaggi progettuali.<br />

93


PROGETTO<br />

<strong>Strumenti</strong> a sostegno della progettazione<br />

<strong>di</strong> sezione<br />

Sono strumenti che possono apparire schematici e scarsamente narrativi;<br />

al contrario hanno la capacità <strong>di</strong> sintetizzare <strong>un</strong> percorso e <strong>di</strong> “economizzare”<br />

i tempi della progettazione. Sono pertanto strumenti a sostegno del<br />

progetto.<br />

Vengono utilizzati per costruire memorie <strong>di</strong>dattiche visibili.<br />

L’abitu<strong>di</strong>ne all’utilizzo <strong>di</strong> questi strumenti genera sicurezza e costituisce<br />

<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenza per dare forma alla <strong>di</strong>dattica.<br />

94


COMMENTO<br />

<strong>Strumenti</strong> a sostegno della progettazione: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori<br />

pedagogici<br />

Sono strumenti utilizzati per aiutare gli educatori a dare sistematicità al proprio lavoro:permettono<br />

<strong>di</strong> esplicitare i presupposti delle proprie scelte, <strong>di</strong> mantenere <strong>un</strong> carattere <strong>di</strong> continuità tra le attività<br />

proposte e <strong>di</strong> non perdere <strong>di</strong> vista la prospettiva temporale. Costituiscono anche <strong>un</strong>a preziosa memoria<br />

dei percorsi svolti, utile per le riflessioni <strong>di</strong> fine anno.<br />

La scheda <strong>di</strong> progettazione annuale è <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong> ‘<strong>di</strong>chiarazione d’intenti’: raccoglie le intenzioni<br />

delle educatrici, le aiuta a ipotizzarne i possibili sviluppi e a tener conto delle risorse <strong>di</strong>sponibili. È interessante<br />

poi verificare quanto questi sviluppi, a seguito delle risposte dei bambini, abbiano corrisposto<br />

alle ipotesi degli operatori o quanto abbiano invece aperto strade impensate.<br />

La scheda settimanale viene solitamente compilata a fine settimana in f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> quella successiva:<br />

è utile perché aiuta a ‘prevedere’, cioé a ‘pensare prima’, evitando proposte affrettate e/o attività<br />

pensate all’ultimo momento. Consente <strong>di</strong> preparare per tempo gli ambienti e i materiali necessari. In<br />

alc<strong>un</strong>i servizi viene esposta, in <strong>un</strong>a versione leggermente mo<strong>di</strong>ficata, anche per i genitori.<br />

La traccia per la progettazione <strong>di</strong> sezione è <strong>un</strong> ulteriore possibile ausilio per ‘fotografare’ il gruppo<br />

(bambini e operatori) e può fornire dati utili alla scelta dei progetti.<br />

103


Sull’Osservazione


Disegno della pagina precedente:<br />

“Zorro” - Mattia, 3 anni e 4 mesi


OSSERVAZIONE<br />

Sguar<strong>di</strong> sulla sezione<br />

Mappatura degli spazi<br />

Traccia per <strong>un</strong>’analisi degli spazi<br />

Gli strumenti osservativi della sezione nascono dall’esigenza <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>stinguere<br />

la sezione in base all’età dei bambini che la abitano così da essere<br />

<strong>un</strong> luogo-risorsa, <strong>un</strong> luogo-incontro, <strong>un</strong> luogo affettivo.<br />

Osservare gli ambienti serve per riflettere sullo stile com<strong>un</strong>icativo e sull’uso<br />

che i bambini fanno dello spazio e delle sue possibilità.<br />

Genera la consapevolezza da parte delle insegnanti che le cose che avvengono<br />

hanno <strong>un</strong> senso che <strong>di</strong>pende dalle riflessioni che si mettono in<br />

atto per favorire il benessere del bambino e degli adulti che ‘abitano’il nido.<br />

107


COMMENTO<br />

1. Sguar<strong>di</strong> sulla sezione - 2. Mappatura degli spazi - 3. Traccia per <strong>un</strong>’analisi<br />

degli spazi: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

1.<br />

Può costituire <strong>un</strong>a traccia utile per l’osservazione che prepara la progettazione educativa da <strong>di</strong>cembre<br />

in poi, quando gli ambientamenti sono finiti e si ‘fotografa’il gruppo per definire le azioni dei successivi<br />

mesi <strong>di</strong> lavoro.<br />

2.<br />

Questo strumento è stato pensato come “scheda <strong>di</strong> presentazione” degli ambienti del nido, da fornire<br />

ai colleghi in visita ai Servizi durante gli Scambi Pedagogici. Permette <strong>di</strong> spiegare sinteticamente<br />

le motivazioni degli allestimenti e l’uso a cui <strong>un</strong> ambiente è destinato.<br />

3.<br />

Questa traccia è stata utilizzata dagli educatori in visita ai Servizi dei colleghi sempre in occasione<br />

degli Scambi Pedagogici. Costituiva <strong>un</strong> aiuto all’osservazione (cosa guardare) e stimolava alc<strong>un</strong>i interrogativi.<br />

Ha favorito l’emergere <strong>di</strong> interessanti riflessioni generando proficui confronti tra gli educatori<br />

ospitanti e i colleghi ospitati.<br />

111


OSSERVAZIONE<br />

Strumento <strong>di</strong> osservazione delle relazioni e<br />

delle scoperte oggettuali<br />

Sintesi, semplicità e coerenza rappresentano gli attributi minimi che appartengono<br />

ad <strong>un</strong>o strumento osservativo. Il compilatore può essere anche<br />

il creatore dello strumento che lo adegua alla propria professionalità<br />

e al contesto.<br />

Lo si utilizza per fissare velocemente le osservazioni in questione.<br />

È in<strong>di</strong>spensabile per non lasciare nulla al caso e alla memoria del giorno<br />

dopo: così il guardare <strong>di</strong>venta osservare e lo sguardo <strong>di</strong>viene <strong>un</strong>a lente <strong>di</strong><br />

ingran<strong>di</strong>mento.<br />

112


COMMENTO<br />

Strumento <strong>di</strong> osservazione delle relazioni e delle scoperte oggettuali: le osservazioni<br />

dei coor<strong>di</strong>natori pedagogici<br />

Viene utilizzato soprattutto per l’osservazione <strong>di</strong> particolari attività: è compilato durante l’attività<br />

stessa da <strong>un</strong>a educatrice con f<strong>un</strong>zioni solo <strong>di</strong> osservatore mentre la collega gestisce <strong>un</strong> piccolo gruppo<br />

<strong>di</strong> bambini. Il suo utilizzo ha generato col tempo altre schede simili qualora le attività osservate<br />

richiedessero voci <strong>di</strong>verse.<br />

114


Sull’Incontro <strong>di</strong> sezione


Disegno della pagina precedente:<br />

“Una faccia” - Gioia, 2 anni e 8 mesi


INCONTRO<br />

D I SEZIONE<br />

Alc<strong>un</strong>i mo<strong>di</strong> per condurre l’Incontro<br />

<strong>di</strong> sezione<br />

I pensieri sull’Incontro <strong>di</strong> sezione, inteso come momento significativo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />

tra nido e famiglia,sono necessari per rendere vivo e <strong>di</strong>alogante <strong>un</strong><br />

momento importante <strong>di</strong> conoscenza dello stare del bambino al nido.<br />

È necessaria <strong>un</strong>a riflessione per poter in<strong>di</strong>viduare nuove modalità <strong>di</strong> stare<br />

insieme.<br />

Un buon Incontro <strong>di</strong> sezione genera affidabilità e cre<strong>di</strong>bilità e offre ai genitori<br />

sp<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito relativi ai bambini, i loro e gli altri.<br />

117


COMMENTO<br />

Alc<strong>un</strong>i mo<strong>di</strong> per condurre l’Incontro <strong>di</strong> sezione: le osservazioni dei coor<strong>di</strong>natori<br />

pedagogici<br />

È <strong>un</strong>o strumento utile per <strong>un</strong>a preparazione propedeutica all’Incontro <strong>di</strong> sezione o alla prima assemblea<br />

dei genitori perché offre suggerimenti anche organizzativi su come impostarli.<br />

Andrebbe però accompagnato da <strong>un</strong>o strumento successivo che ne valuti la riuscita, che aiuti le<br />

educatrici a riflettere su come hanno interpretato e agito il proprio ruolo, sull’efficacia dell’organizzazione<br />

prescelta, sulle reazioni dei genitori.<br />

122


BIBLIOGRAFIA<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Il presente ricordato. Bambini, identità, memoria nei servizi per l’infanzia<br />

Laura Saitta, F. Angeli<br />

Psicologia della conoscenza<br />

J.Br<strong>un</strong>er, Armando<br />

Oltre la qualità nell’educazione e cura della prima infanzia. I linguaggi della<br />

valutazione<br />

G. Dahlberg - Peter Moss - Alan Pence, Reggio Children E<strong>di</strong>tore<br />

I pensieri che sostengono l’azione educativa<br />

Carla Rinal<strong>di</strong>, Collana I Taccuini-Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Reggio Emilia<br />

I processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento dei bambini tra soggettività e intersoggettività<br />

Carla Rinal<strong>di</strong>, Collana I Taccuini-Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Reggio Emilia<br />

Filosofia e metodologia <strong>di</strong> <strong>un</strong> insegnamento rinnovato<br />

A.Classe, La Nuova Italia<br />

Il metodo dei progetti<br />

L.Borghi, La Nuova Italia<br />

123


ANNOTAZIONI<br />

124


ANNOTAZIONI<br />

125


ANNOTAZIONI<br />

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ANNOTAZIONI<br />

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Hanno collaborato alla realizzazione <strong>di</strong> questa pubblicazione:<br />

Pina Tromellini, pedagogista<br />

Giovanna Tanzi, f<strong>un</strong>zionario del Servizio Sistema Scolastico della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Paola Grazioli, coor<strong>di</strong>natrice pedagogica del Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

Impaginazione grafica:<br />

STUDIO E TRE, <strong>Piacenza</strong><br />

Stampa:<br />

Tipografia Pignacca, <strong>Piacenza</strong><br />

Finito <strong>di</strong> stampare<br />

nel mese <strong>di</strong> marzo dell’anno 2008


PROVINCIA<br />

DI PIACENZA<br />

Servizio Sistema Scolastico

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