indagine sulle attivita di comunicazione realizzate dagli enti ...

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- ruoli di genere tradizionali o non tradizionali per uomini e donne nel mondo del lavoro: 1 - promozione di una cultura della non discriminazione: 1,3 10) C.O.S.P., Centro di Orientamento scolastico e professionale della Città di Torino - capacità di veicolare il messaggio della parità di accesso al mondo del lavoro e alle carriere professionali per uomini e donne: 2 - ruoli di genere tradizionali o non tradizionali per uomini e donne nel mondo del lavoro: 1 - promozione di una cultura della non discriminazione: 1,3 11) O.R.S.O. - Cooperativa sociale - capacità di veicolare il messaggio della parità di accesso al mondo del lavoro e alle carriere professionali per uomini e donne: 3,3 - ruoli di genere tradizionali o non tradizionali per uomini e donne nel mondo del lavoro: 3 - promozione di una cultura della non discriminazione: 2,7 12) Provincia di Torino - Direzione Istruzione e Orientamento - capacità di veicolare il messaggio della parità di accesso al mondo del lavoro e alle carriere professionali per uomini e donne: 2 - ruoli di genere tradizionali o non tradizionali per uomini e donne nel mondo del lavoro: 2,3 - promozione di una cultura della non discriminazione: 2,7 27
Considerazioni conclusive del Gruppo di Valutazione Ultimata la proiezione dei materiali e la compilazione delle schede, ai/alle partecipanti all‟incontro è stata chiesta una valutazione complessiva su quanto mostrato. In linea generale parrebbe che gli Enti non sempre colgano l‟importanza della comunicazione, quasi fosse un‟attività marginale, svolta più per rispondere alla normativa europea, che per il suo valore strategico. Considerando, infatti, i livelli di creatività ormai raggiunti dalla comunicazione, i materiali esaminati risultano piuttosto grezzi e poco evoluti. Se qua e là uno sforzo comunicativo c‟è, non sembra consapevole: non si coglie ironia né attenzione alla realtà giovanile (mode, linguaggi, miti…). Per quanto riguarda il tema delle pari opportunità l‟attenzione dedicata sembra non prioritaria e decisamente inferiore alle aspettative (come si vede anche dall‟esito delle schede). Si sono riscontrate molte incongruenze tra testo e immagini; anche i testi che dimostrano maggiore sforzo linguistico, spesso non sono accompagnati da visual congruenti o rafforzativi. Anche l‟Ente Pubblico, qualche volta, sembra non superare certi stereotipi (es.: la “segretaria” non può che essere donna, gli asili nido sono un servizio “per le mamme”, ecc.). Pur essendo evidente un certa motivazione a veicolare il messaggio della parità di accesso delle donne al lavoro e alle professioni, l‟impegno non risulta ancora sufficiente. Nel complesso, l‟impressione che si ricava dalla maggior parte della comunicazione esaminata è che le risorse FSE siano rivolte prevalentemente alla popolazione maschile, con eccezioni che però confermano gli stereotipi (es. l‟ “estetista”, come tipica professione femminile). Eppure un percorso di formazione in questi anni gli Enti lo hanno realizzato, sia con l‟istituzione della referente di parità, sia attraverso la creazione di un asse dedicato; risultati ce ne sono, tuttavia è necessario dedicare ancora notevole impegno alla formazione di una vera coscienza della pari dignità delle persone nei confronti della società e delle professioni. Sul piano normativo, inoltre, è stato notato che i riferimenti alla legislazione di pari opportunità non sono aggiornati e addirittura non tengono conto dell‟introduzione del Codice delle Pari Opportunità, in vigore dal 2006. Il team di valutazione ha dedicato grande attenzione al linguaggio usato: quasi sempre, i testi utilizzano il maschile universale e, nei rari casi in cui si tiene conto della declinazione 28
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