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parte iv - il portale di "rodoni.ch"

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ancora oggi, non smettono <strong>di</strong> reperire o concepire (pseudo) ragioni per contrapporsi, inimicarsi.<br />

E, tuttavia, l’aspetto religioso quanto quello politico finiscono per risolversi in una precisa<br />

unificazione d’intenti, dal momento che, a <strong>di</strong>fendere l’autorità costituita, <strong>il</strong> valore della tra<strong>di</strong>zione e la<br />

gerarchia sociale, saranno sia la Chiesa che lo Stato.<br />

Ma se nella Spagna e nell’Italia meri<strong>di</strong>onale questa duplice propensione, mossa soprattutto dalla<br />

cupi<strong>di</strong>gia <strong>di</strong> conservare e a volte incrementare i pr<strong>iv</strong><strong>il</strong>egi feudali, consegue in ultimo buon fine, non<br />

altrettanto accade nei Paese Bassi, dove le convenienze della nob<strong>il</strong>tà terriera unendosi a quelle <strong>di</strong> una<br />

forte borghesia mercant<strong>il</strong>e e finanziaria <strong>di</strong> fede calvinista hanno modo <strong>di</strong> opporsi e con fermezza a tali<br />

egemonici progetti. E anche se la repressione spagnola riesce poi ad eliminare <strong>il</strong> capo del movimento<br />

olandese, Guglielmo d’Orange (nel 1584), la formazione della Repubblica delle Province Unite e la<br />

definit<strong>iv</strong>a in<strong>di</strong>pendenza dalla Spagna nel 1648, resteranno delle intraprese per sempre compiute.<br />

In Francia, l’insanab<strong>il</strong>e contrasto tra Cattolici e Ugonotti sfocia, come si sa, nella “notte <strong>di</strong> S.<br />

Bartolomeo” (1572), oltre che nell’uccisione <strong>di</strong> Enrico III (1589). L’E<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Nantes (1598), intanto,<br />

se assicura la libertà <strong>di</strong> culto, non riesce peraltro ad estinguere né l’ost<strong>il</strong>ità tra nob<strong>il</strong>tà e monarchia<br />

(che continuerà con la Fronda parlamentare nel 1648 e la congiura dei principi nel 1650-52), né le<br />

r<strong>iv</strong>olte popolari.<br />

Con Luigi XIV _e grazie alle astute <strong>di</strong>plomazie <strong>di</strong> Richelieu e dopo <strong>di</strong> Mazarino_la Francia apre <strong>il</strong><br />

periodo dell’assolutismo europeo. E con ministri alto borghesi (Michel Le Tellier-guerra, Jean Baptiste<br />

Colbert-finanze) e un’estesa rete <strong>di</strong> intendenti pubblici, essa inaugura anche una politica <strong>di</strong> forte<br />

intervento dello Stato. Si potenziano le manifatture reali (Gobelin, per tessuti e arazzi; Sèvres, per le<br />

porcellane), si adottano misure protezionistiche (monopoli, prestiti, tariffe doganali per scoraggiare<br />

l’importazione <strong>di</strong> manufatti esteri) e si istituiscono compagnie commerciali per controllare i traffici<br />

coloniali. Quantunque i problemi der<strong>iv</strong>anti dalla pressione fiscale e dagli abusi feudali restino<br />

sostanzialmente irrisolti.<br />

In questa ribollente temperie politico-culturale, un intuito destinato a r<strong>iv</strong>elarsi oltremodo strategico<br />

è costituito dalla doppia fondazione dell’Académie Française (1635) e dell’Académie royale de<br />

peinture et de sculpture (1648). Del 1672 è, invece, l’apertura dell’Académie royale de musique et<br />

danse, trasformatasi in seguito nell’Opera <strong>di</strong> Parigi. Atouts_questi_quanto mai propizi e soccorrevoli<br />

per attollere la più seducente effigie <strong>di</strong> ambigua soggiogazione. E sì che siffatte Istituzioni, pur<br />

riconoscendo <strong>di</strong>gnità e perfino rango professionale agli artisti, avevano opportunità <strong>di</strong> controllarli più<br />

da presso, imponendo così un’arte ufficiale, le cui regole dovevano essere osservate quale cogente<br />

ossequio alla supremazia del potere. Non d<strong>iv</strong>ersamente, peraltro, avven<strong>iv</strong>a con ‘l’allestimento’<br />

volutamente stupefacente della reggia <strong>di</strong> Versa<strong>il</strong>les (1682). Il gran<strong>di</strong>oso atelier politico-mondanoculturale<br />

doveva, in concreto, funzionare sia per invig<strong>il</strong>are la nob<strong>il</strong>tà francese che per fornire alle<br />

corti europee un imponente, sontuoso modello <strong>di</strong> primazia.<br />

La tipicità dell’Ingh<strong>il</strong>terra è antica. Ma ciò che fu possib<strong>il</strong>e nel 1534 a Enrico VIII che, con la<br />

ratifica dell’Acte of Supremacy, d<strong>iv</strong>enne anche capo della Chiesa anglicana, non riuscì a Carlo I<br />

Stuart quando volle estendere l’assolutismo monarchico anche al campo religioso. Per la prima volta<br />

nell’ambito europeo, la variegata borghesia dà scacco_a un tempo_sia alla monarchia che alla nob<strong>il</strong>tà.<br />

Calvinisti, quacqueri, <strong>di</strong>ggers e puritani religiosi, unitamente ad ampi strati sociali costituiti da piccoli<br />

proprietari terrieri, borghesia citta<strong>di</strong>na e classi popolari si ritrovano così coalizzati sotto le stesse<br />

insegne delle r<strong>iv</strong>oluzionarie “Teste rotonde” le quali, per sconfiggere Carlo I, organizzano un potente<br />

esercito facendolo destramente muovere da Ol<strong>iv</strong>er Cromwell. Nella battaglia <strong>di</strong> Naseby (1645) <strong>il</strong> re è<br />

sconfitto. Consegnato dagli scozzesi nel 1647, viene condannato dal parlamento e poi giustiziato<br />

(1649).<br />

È vero, in seguito, la monarchia sarà restaurata, ma le conquiste ottenute sono lungi dall’essere<br />

abrogate. Anzi. Le basi del pensiero democratico e dello spirito della tolleranza e libertà ind<strong>iv</strong>iduale<br />

trovano piena affermazione prima nel 1679 con l’Habeas Corpus Act che garantisce tra l’altro <strong>il</strong><br />

citta<strong>di</strong>no dall’arresto arbitrario; e_success<strong>iv</strong>amente, nel 1689, con la Dichiarazione dei Diritti, con la<br />

quale <strong>il</strong> sovrano deve adeguarsi alla volontà della nazione, espressa dal parlamento.<br />

Fer<strong>di</strong>nando Grossetti (1 - continua)<br />

Musicaaa! n° 23

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