wein.kaltern Magazine 2014 IT
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Caldaro. Terra del Kalterersee<br />
[<br />
MAGAZIN <strong>2014</strong><br />
R I V I S T A D E L L ' I N I Z I A T I V A P E R<br />
LA PROMOZIONE DELLA QUAL<strong>IT</strong>À<br />
E DELLA CULTURA ENOLOGICA<br />
Anno 14°, <strong>2014</strong> # N°23
INDICE<br />
[ <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong>, n° 23<br />
PREMESSA<br />
[ MAGAZIN<strong>2014</strong><br />
Terra del Kalterersee.<br />
“Un bicchiere<br />
di quello buono!”<br />
viticoltura Caldaro 2013 p.10<br />
viticoltura Caldaro. Terra del Kalterersee p.12<br />
divagazioni Il terroir di Caldaro p.16<br />
viticoltura L’importanza del legno p.22<br />
un po‘ di storia »Il buon vino estivo di Pianizza …« p.30<br />
attualità Viaggiatori famosi a Caldaro p.36<br />
attualità Premio Albergo storico <strong>2014</strong> p.40<br />
vino & piaceri Ogni piatto ha il suo vino p.42<br />
in cucina Canederli di polenta Masatsch p.46<br />
portrait „Il mio segreto? Essere contento!“ p.48<br />
enocultura Solti, un simpatico eroe p.50<br />
vino e letteratura Ebbene sì, lo ammetto: ogni tanto bevo vino dalla bottiglia p.52<br />
impressioni Quattromilacinquecento battute sull’opulenza p.54<br />
appuntamenti A proposito di vino p.60<br />
Sighard Rainer<br />
“Grazie al lavoro innovativo e intelligente di <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>, da qualche<br />
anno si vive un ritorno dei vini della zona del lago di Caldaro. […]<br />
Con la pubblicazione della Charta del Lago di Caldaro, nel 2010 le<br />
aziende caldaresi si sono impegnate a produrre i loro vini secondo elevati<br />
standard di qualità a difesa del loro vino principe, uno dei rossi dell’Alto<br />
Adige più amati. Un nome importante per un progetto su cui nessuno dieci<br />
anni fa avrebbe osato credere.” In un articolo intitolato “A Glasl Guatn!”<br />
il settimanale locale “ff” guarda con orgoglio a Caldaro.<br />
Anche la testata “Weinwelt Reisen Spezial 2013” tesse le lodi di Caldaro:<br />
“Fresco, fruttato, dal carattere inconfondibile: il Lago di Caldaro<br />
è un vino intramontabile, capace di resistere alle mode passeggere”.<br />
Il seme che <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> ha piantato dieci anni fa sta mettendo solide<br />
radici. La cosa ci riempie di gioia ed è per noi uno sprone a continuare<br />
con impegno, entusiasmo e rigore sulla linea della qualità.<br />
In questo nuovo numero di <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> Magazin <strong>2014</strong>, rivista per<br />
la promozione della qualità e della cultura enologica, parleremo della<br />
storia del terroir geologico di Caldaro, del legno e della sua importanza<br />
nella viticoltura e ovviamente dell’annata 2013. Oltre ai contributi<br />
di carattere culturale e letterale, come di consueto non mancheranno<br />
i riferimenti alla storia del vino e al turismo di Caldaro, utili informazioni<br />
sugli abbinamenti enologici e un’insolita ricetta a base di polenta.<br />
Buona lettura!<br />
COLOFON [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> m a g a z i n . Rivista edita da <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>, iniziativa per la promozione della qualità e della cultura enologica • Registrata presso<br />
il Tribunale di Bolzano al n° 9/10 del 04.05.2001 • Editore: <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> Cop.a r.l., Piazza Principale 8, I-39052 Caldaro al Lago sulla Strada del Vino •<br />
Direttore responsabile e redazionale: Herbert Taschler • Comitato redazionale: Roman Drescher, Sarah Filippi, Peter Thalmann, Veronika Santa • Fotografi:<br />
Archivio Associazione Turistica di Caldaro (Tiberio Sorvillo, Manuela Tessaro, Sabine Jackson-Jellasitz, Klaus Peterlin), allesfoto.com, Manuela Tessaro &<br />
Alberto Franceschi (Digital Photo Image), Helmuth Rier, Fotoarchiv Erika Groth-Schmachtenberger – Südtiroler Landesmuseum für Volkskunde (Nr. 001605<br />
und 001639), Maurice Haas, Bayerisches Hauptstaatsarchiv, Monaco di Baviera, Plansammlung_09016, www.shutterstock.com/Daboost • Traduzioni: Cristina<br />
Cisotto • Progetto grafico: hœretzeder grafische gestaltung, Scheffau/Tirol • Stampa: Athesia Druck GmbH, Bozen. • Salvo errori ed omissioni • © 03.<strong>2014</strong><br />
Herbert Taschler<br />
Sighard Rainer<br />
presidente di <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong><br />
Herbert Taschler<br />
redattore capo di <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> Magazin<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.3
i n a p e r t u r a<br />
Caldaro – un villaggio sulla Strada del Vino, un luogo in cui la cultura enologica viene<br />
vissuta ai massimi livelli. Una terra opulenta affacciata sull’omonimo lago con verdi e rigogliosi<br />
pendii viniferi. Una terra in cui, a dispetto di tante resistenze, un vino fresco e vivace è<br />
diventato protagonista: il Kalterersee è più di un semplice vino rosso fruttato,<br />
è lo specchio dell’anima di Caldaro.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.4<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.5
APPUNTAMENTI<br />
Una passeggiata<br />
tra atmosfera e gusto<br />
Domenica 27 aprile <strong>2014</strong><br />
Anche quest’anno con l’arrivo della<br />
bella stagione torna la voglia di trascorrere<br />
una domenica all’aperto per<br />
rendere omaggio alla bellezza della<br />
fioritura in paese e sulle rive del lago.<br />
Le aziende del consorzio <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong><br />
aprono i battenti invitando a visite alle<br />
cantine, degustazioni e inediti appuntamenti<br />
con la gastronomia. Un’intera<br />
giornata per scoprire ogni angolo di<br />
Caldaro, tutte le sue aziende vinicole,<br />
per gustare appieno il suo vino e la sua<br />
cucina nella frizzante e festosa atmosfera<br />
di primavera.<br />
Wineparty<br />
Apertura della stagione <strong>2014</strong><br />
Sabato 3 maggio <strong>2014</strong><br />
Prima che si apra la nuova stagione e i visitatori arrivino a frotte attratti<br />
dal pittoresco centro storico e dalla bellezza del lago, Caldaro si ferma<br />
ancora per un attimo: in occasione del wineparty in programma per<br />
sabato 3 maggio al winecenter, i calici si levano per inaugurare ufficialmente<br />
la stagione. Nella storica cornice, turisti e residenti brinderanno<br />
alla nuova stagione in vista di un’ estate promettente con musica,<br />
golosità e i migliori vini di Caldaro.<br />
Rassegna stampa<br />
Percepire<br />
il terroir<br />
Amate i vini eleganti e leggeri? Quelli<br />
di facile beva che non presuppongono<br />
la cultura di un sommelier? Vini versatili<br />
da abbinare a una merenda rustica<br />
a base di speck e formaggio, ma anche<br />
al sushi e al sashimi? Se cercate tutto<br />
questo, a Caldaro siete nel posto giusto.<br />
[…] Qui tanti piccoli viticoltori<br />
hanno rivalutato il Kalterersee.<br />
Gran parte di loro si impegna a rispettare<br />
i criteri previsti dalla Charta […]<br />
I consumatori si sono riavvicinati ai<br />
vini chiari ed eleganti come la Schiava<br />
in cui assaporare il terroir e l’anima<br />
dell’Alto Adige.<br />
GEO-Special Südtirol,<br />
aprile 2013<br />
La qualità<br />
al primo posto<br />
Sono passati i tempi in cui era solo<br />
un vino di massa scadente a basso<br />
costo. Oggi nell’idilliaca cornice dei<br />
vigneti che circondano il lago di Caldaro<br />
la qualità viene prima di tutto.<br />
derStandard.at,<br />
11 marzo 2013<br />
Golden<br />
Serenade<br />
E’ un record quasi imbattibile: per dieci<br />
anni consecutivi il Moscato Giallo<br />
Passito Serenade della cantina sociale<br />
Kellerei Kaltern è stato insignito dei<br />
Tre Bicchieri, prestigioso titolo assegnato<br />
dalla guida enologica “Gambero<br />
Rosso”.<br />
Z – Die Zeitung am Sonntag,<br />
10 novembre 2013<br />
La Charta del<br />
Lago di Caldaro<br />
Caldaro e l’omonimo lago si estendono<br />
ai piedi del massiccio della Mendola.<br />
Il “Sentiero del vino” si snoda nel<br />
paesaggio fitto di filari e cadenzato da<br />
tanti piccoli vigneti. Gran parte degli<br />
oltre mille viticoltori possiede meno di<br />
un ettaro di superficie […] Sul mercato<br />
si fanno concorrenza, ma quando<br />
si parla di qualità collaborano con<br />
grande compattezza: aziende private<br />
e cantine sociali si impegnano a produrre<br />
i loro vini nel rispetto degli<br />
elevati standard di qualità previsti<br />
dalla Charta del Lago di Caldaro.<br />
Ruedi Fretz, Winterthurer Stadtanzeiger,<br />
4 dicembre 2012<br />
La Charta del<br />
Lago di Caldaro:<br />
che cos’è?<br />
E‘ un sigillo di qualità che viene<br />
assegnato ai migliori vini Kalterersee<br />
di una annata. La Charta è stata introdotta<br />
nel 2011 dall’iniziativa<br />
<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>. Da oltre dieci anni<br />
il sodalizio si batte per la difesa della<br />
qualità nella viticoltura e la diffusione<br />
della cultura enologica a Caldaro.<br />
La Charta avvicina tra loro i produttori<br />
che aderiscono al consorzio<br />
<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>. Il rispetto degli standard<br />
definiti dalla Charta va a vantaggio<br />
della qualità e dell’immagine dei vini<br />
di Caldaro.<br />
<strong>wein</strong>-welten.com,<br />
16 ottobre 2013<br />
» […] I consumatori si sono riavvicinati ai vini chiari ed eleganti,<br />
in cui assaporare il terroir e l’anima dell’Alto Adige […] «<br />
Il meglio di Caldaro –<br />
Degustazione dei vini della<br />
Charta dell’annata 2013<br />
Martedì 20 maggio <strong>2014</strong><br />
A partire dalle ore 19, <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong><br />
rinnova l’appuntamento con Il meglio<br />
di Caldaro per presentare i vini della<br />
Charta dell’annata 2013. L’incontro con<br />
i produttori e con le specialità enologiche<br />
premiate è in Piazza Principale<br />
e alla Casa del vino PUNKT. Musica<br />
e gastronomia faranno da cornice<br />
all’evento che rappresenta il coronamento<br />
di un lungo processo che parte<br />
dalla produzione e termina con<br />
la presentazione dei migliori vini.<br />
L’assegnazione del sigillo di qualità<br />
sottolinea l’impegno a produrre<br />
secondo gli elevati standard di qualità<br />
previsti dalla Charta.<br />
Caldaro in abito bianco<br />
Martedì 24 giugno <strong>2014</strong><br />
GEO-Special Südtirol, aprile 2013<br />
Un evento enologico che è diventato un cult con i migliori vini bianchi<br />
protagonisti della presentazione allestita in Piazza Principale. Un’esperienza<br />
sensoriale, visiva, olfattiva e gustativa alla scoperta degli aromi<br />
di mela, pera, banana e agrumi. Un excursus gastroculturale nel mondo<br />
dei bianchi. Ispirati dal leitmotiv, molti ospiti celebrano questa serata<br />
d’estate adottando un look total white.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.6 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.7
APPUNTAMENTI<br />
Giornate caldaresi del vino<br />
Giovedì 4 e venerdì 5<br />
settembre <strong>2014</strong><br />
Un appuntamento enologico da non<br />
perdere, un’occasione ideale per conoscere<br />
i vini di Caldaro. Un paradiso per<br />
tutti gli amanti dell’enologia con oltre<br />
150 vini da scoprire e degustare. Come<br />
di consueto anche quest’anno il Comitato<br />
delle Giornate caldaresi del vino<br />
ha in serbo una sorpresa per il pubblico.<br />
La manifestazione include un ricco<br />
e invitante programma settimanale con<br />
informazioni e curiosità sulla ricchezza<br />
enoculturale del villaggio.<br />
3° appuntamento<br />
con Vino e cucina a Caldaro<br />
Sabato 4 ottobre <strong>2014</strong><br />
Il foliage d’autunno, il tepore degli ultimi raggi di sole e il profumo delle<br />
caldarroste sono le note che caratterizzano l’autunno dorato. Mentre<br />
nei vigneti la vendemmia volge al termine, in Piazza Principale si festeggia<br />
a suon di musica. I produttori presentano personalmente le loro<br />
specialità rendendole protagoniste di una bella giornata di ottobre. Gli<br />
esercizi gastronomici aderenti all’iniziativa <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> attendono gli<br />
ospiti con il meglio della loro cucina. Non perdete l’appuntamento con<br />
la passeggiata enogastronomica nel centro storico di Caldaro.<br />
Il cinema nella<br />
vecchia stazione<br />
di Caldaro<br />
Intrattenimento garantito in una<br />
suggestiva cornice storica. Soggetta<br />
a vincolo di tutela storico-artistica,<br />
la vecchia stazione di Caldaro è stata<br />
accuratamente ristrutturata e oggi<br />
ospita una piccola sala cinematografica<br />
dal flair di altri tempi riservata alla<br />
proiezione di film selezionati. Il programma<br />
aggiornato è disponibile sul<br />
sito www.filmtreff-<strong>kaltern</strong>.it.<br />
Forum Musik<br />
A Caldaro la cultura è sempre protagonista<br />
grazie anche all’attività organizzativa<br />
dell’associazione Forum Musik:<br />
in calendario esibizioni di musicisti<br />
locali di spicco e concerti di spessore internazionale.<br />
Da 20 anni Forum Musik<br />
rende palpabile l’amore per la musica<br />
contribuendo allo sviluppo culturale del<br />
paese di Caldaro. Il programma è al sito<br />
www.forum-musik.it.<br />
“Tre Bicchieri”<br />
ai vini<br />
di Caldaro<br />
La gioia a Caldaro è grande: ben<br />
4 dei 27 “Tre bicchieri” assegnati nel<br />
<strong>2014</strong> dalla guida enologica Gambero<br />
Rosso all’Alto Adige sono andati ai<br />
vini di Caldaro”. […] Nel 2012, per<br />
la prima volta nella storia della<br />
celebre pubblicazione, un Kalterersee<br />
si è aggiudicato i Tre Bicchieri: il<br />
Kalterersee Puntay 2010 della cantina<br />
Erste+Neue. Nel <strong>2014</strong> è stata la volta<br />
del Kalterersee Leuchtenburg 2012<br />
della stessa cantina.<br />
Wolfgang Jochberger, Dolomiten,<br />
12 settembre 2013<br />
Un vino<br />
intramontabile<br />
Chi non conosce il lago di Caldaro?<br />
Il lago alpino più temperato che conia<br />
il clima di un’ intera regione vinicola<br />
e dà il nome a uno dei vini classici<br />
dell’Alto Adige? Un vino che si sposa<br />
a tutti i piatti regionali, intramontabile,<br />
capace di resistere alle mode passeggere.<br />
E’ il Kalterersee […] fresco,<br />
fruttato, deciso, inconfondibile.<br />
Weinwelt Reisen,<br />
Spezial 2013<br />
“Un bicchiere di<br />
quello buono!”<br />
Da qualche anno, su suggerimento<br />
dell’iniziativa <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>, si vive un<br />
ritorno dei vini di Caldaro. Nel 2010<br />
è stata introdotta la “Charta del Lago<br />
di Caldaro”, sigillo di qualità assegnato<br />
solo ai migliori vini di un‘annata.<br />
Un nome importante per un progetto<br />
che soltanto dieci anni fa nessuno<br />
a Caldaro avrebbe creduto realizzabile.<br />
ff, Das Südtiroler Wochenmagazin,<br />
21/2013<br />
Le aziende associate <strong>2014</strong><br />
PRODUTTORI DI VINO<br />
ED ENOTECHE<br />
<strong>wein</strong>haus PUNKT<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
Tenuta Baron Di Pauli<br />
www.barondipauli.com<br />
Castel Sallegg<br />
www.castelsallegg.it<br />
Erste + Neue<br />
www.erste-neue.it<br />
Josef Brigl<br />
www.brigl.com<br />
Kellerei Kaltern – winecenter<br />
www.kellerei<strong>kaltern</strong>.com<br />
www.winecenter.it<br />
Kettmeir<br />
www.kettmeir.com<br />
Tenuta Klosterhof<br />
www.<strong>wein</strong>gut-klosterhof.it<br />
Luggin – Steffelehof<br />
www.luggin-steffelehof.com<br />
Manincor<br />
www.manincor.com<br />
Tenuta Dominikus<br />
www.dominikus.it<br />
Tenuta Niklas<br />
www.niklaserhof.it<br />
Oberpreyhof<br />
www.oberpreyhof.it<br />
Walter Schullian<br />
wwww.lacus-wine.com<br />
Andi Sölva<br />
www.andisoelva.com<br />
Peter Sölva<br />
www.soelva.com<br />
Ritterhof<br />
www.ritterhof.it<br />
Seeperle<br />
www.seeperle.com<br />
St. Quirinus<br />
www.st-quirinus.it<br />
Tenuta Steflhof<br />
www.steflhof.it<br />
Tenuta Prälatenhof<br />
www.praelatenhof.it<br />
T. Pichler<br />
www.thomas-pichler.it<br />
Tröpfltalhof<br />
www.bio<strong>wein</strong>hof.it<br />
Tenuta Unterhofer<br />
www.<strong>wein</strong>gut-unterhofer.com<br />
Tenuta Lieselehof<br />
www.lieselehof.com<br />
Vinothek Battisti<br />
Tel. +39 0471 963 299<br />
STRUTTURE<br />
RICETTIVE<br />
Hotel Das Badl <br />
Romantic Hotel<br />
www.hotelbadl.com<br />
Dissertorihof ÃÃÃÃ<br />
www.dissertorihof.com<br />
Feldererhof S<br />
www.feldererhof.com<br />
Lifestyle- & Designhotel<br />
GIUS LA RESIDENZA <br />
www.designhotel-<strong>kaltern</strong>.com<br />
Hotel Winebar<br />
Goldener Stern <br />
www.goldener-stern.it<br />
Haus am Hang <br />
www.hausamhang.it<br />
<br />
Jagdhof –Torgglkeller<br />
www.torgglkeller.com<br />
Kalterer See Hof <br />
www.kaltereseehof.com<br />
Kreithof <br />
www.kreithof.it<br />
Lärchenhof ÃÃÃ<br />
www.kalterersee.com/laerchenhof<br />
Leuchtenburg <br />
www.leuchtenburg.it<br />
Hotel Masatsch <br />
www.masatsch.it<br />
Panorama Hotel <br />
www.designhotel-panorama.com<br />
Parc Hotel am See S<br />
www.parchotel.cc<br />
Premstalerhof ÃÃÃÃ<br />
www.premstalerhof.com<br />
Remichhof <br />
www.remichhof.it<br />
Schlosshotel Aehrental <br />
www.schlosshotel.it<br />
Seeleiten <br />
www.seeleiten.it<br />
Siganatenhof ÃÃÃÃ<br />
www.siganatenhof.it<br />
Sonnleitenhof <br />
www.sonnleitenhof.it<br />
Torgglhof <br />
www.torgglhof.it<br />
Traubenhof ÃÃÃÃ<br />
www.traubenhof.it<br />
Wastlhof ÃÃ<br />
www.wastlhof-<strong>kaltern</strong>.com<br />
Albergo Weißes Rössl <br />
www.weisses-roessl-<strong>kaltern</strong>.com<br />
<br />
Garni -Hotel Peterlinhof<br />
www.peterlinhof.it<br />
Hotel Hasslhof <br />
www.hasslhof.com<br />
GASTRONOMIA<br />
Seegarten <br />
www.seegarten.it<br />
Seehotel Ambach <br />
www.seehotel-ambach.com<br />
Christl im Loch<br />
Tel. +39 0471 963 294<br />
Goldener Stern<br />
www.goldener-stern.org<br />
Gretl am See<br />
www.gretlamsee.com<br />
Seehofkeller<br />
www.seehofkeller.com<br />
Siegi’s Essen & Trinken<br />
www.siegis.it<br />
Zum lustigen Krokodil<br />
stefanflorian1@gmail.com<br />
Ristorante Ritterhof<br />
www.restaurant-ritterhof.it<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.8 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.9
V<strong>IT</strong>ICOLTURA<br />
[ Caldaro 2013<br />
Un’annata interessante che<br />
ha regalato vini di straordinaria<br />
qualità. Degni di nota i bianchi<br />
e le varietà tipicamente caldaresi.<br />
Eccellente il Pinot nero.<br />
di<br />
Josef Romen<br />
Gennaio. Dopo le temperature miti di inizio<br />
mese, verso la metà torna l’inverno con nevicate<br />
sporadiche fino a bassa quota.<br />
Febbraio. E’ povero di precipitazioni, ma<br />
più rigido rispetto alla media. La fine del mese<br />
regala temperature primaverili.<br />
Marzo. Sfoggia un inizio assai promettente che<br />
fa sperare in una primavera imminente. Ma il<br />
giorno 18 ritorna l’inverno con nuove e copiose<br />
nevicate che interrompono il risveglio della vegetazione.<br />
Aprile. La prima metà del mese è caratterizzata<br />
dal freddo e dalla pioggia. L’innalzamento delle<br />
temperature nella seconda metà accelera il risveglio<br />
della primavera tra i filari.<br />
Maggio. Dopo un inizio caratterizzato da temperature<br />
miti, maggio è un mese piovoso con<br />
temperature troppo basse per la stagione. I viticoltori<br />
attendono invano la comparsa dei primi<br />
fiori nei vigneti.<br />
Giugno. Comincia con temperature al di sotto<br />
della media. Il giorno 5 ha inizio una fase di caldo<br />
della durata di due settimane che dà una sferzata<br />
alla fioritura in lieve ritardo. Il crollo delle<br />
temperature a fine mese attesta la bizzarria di un<br />
anno caratterizzato dagli estremi meteorologici.<br />
Luglio. E’ un mese caldo e asciutto. Grazie alle<br />
riserve di acqua accumulate e alle temperature<br />
favorevoli, lo sviluppo della vegetazione procede<br />
a ritmi calzanti. Alcuni temporali estivi regalano<br />
qualche intermezzo di refrigerio. Fortunatamente<br />
la grandine risparmia la zona di Caldaro.<br />
Agosto. Comincia con temperature elevate e<br />
temporali regalando giornate estive nella migliore<br />
forma. La maturazione procede bene, ma<br />
dalle prime prove sui grappoli emerge un ritardo<br />
di due, tre settimane rispetto agli ultimi anni.<br />
Settembre. Inizialmente molto caldo, il giorno<br />
5 un fronte di aria fredda porta il refrigero sperato<br />
soprattutto nelle ore notturne dando il via<br />
a una fase di maturazione ottimale. Da metà<br />
mese, settembre regala il perfetto tempo autunnale<br />
che scandisce l’inizio della vendemmia e<br />
dà il tocco finale ai grappoli.<br />
Ottobre. Non c’è “ottobre d’oro” nel 2013.<br />
Tranne poche eccezioni, la seconda metà del<br />
mese è caratterizzata da tempo coperto e piovoso.<br />
Tra il 10 e il 12 del mese arriva il freddo accompagnato<br />
dalla neve fino a 600 metri di altitudine.<br />
A fine mese gran parte del raccolto è già nelle<br />
cantine.<br />
Novembre. Anche novembre è prevalentemente<br />
coperto e piovoso con temperature troppo<br />
alte per la stagione.<br />
Dicembre. Una corrente diretta a nord-ovest<br />
introduce un periodo di alta pressione.<br />
Vendemmia e annata 2013<br />
La germinazione e la fioritura ritardata hanno<br />
fatto slittare la vendemmia. Erano anni che a Caldaro<br />
il raccolto non avveniva a metà settembre. La<br />
forte escursione termica diurna ha favorito la maturazione<br />
e lo sviluppo degli aromi in particolare<br />
delle varietà bianche e in quelle rosse a maturazione<br />
precoce.<br />
L’annata 2013 si caratterizza per l’elevato tasso<br />
zuccherino, la spiccata acidità e la complessità<br />
degli aromi fruttati. Tra i bianchi spiccano Sauvignon,<br />
Pinot Grigio, Pinot bianco e Chardonnay.<br />
Con un tasso di acidità leggermente più elevato,<br />
il Gewürztraminer presenta un aroma per certi<br />
aspetti moderato, ma dall’analisi chimica risulta<br />
essere molto serbevole.<br />
Le condizioni climatiche ottimali delle settimane<br />
centrali di settembre sono state favorevoli<br />
anche per la maturazione del nostro vitigno principe,<br />
la Schiava, la cui vendemmia inizia i primi<br />
di ottobre con una qualità sorprendentemente<br />
buona. Il merito è soprattutto dello zelo e dell’orientamento<br />
alla qualità degli operatori del settore,<br />
primi tra essi i viticoltori. Il lavoro accurato nel<br />
vigneto ha contrastato le avversità esogene senza<br />
determinare perdite significative in termini di<br />
qualità.<br />
Il 2013 è stato un anno un po’ più difficile per le<br />
varietà a maturazione tardiva come il Merlot<br />
e il Cabernet che hanno risentito della mancanza<br />
di qualche ora di sole nel mese di ottobre.<br />
In annate come questa, caratterizzate<br />
da condizioni meteorologiche<br />
piuttosto movimentate, emerge con<br />
chiarezza l’importanza della giusta<br />
collocazione per l’impianto di questi<br />
vitigni. ]<br />
Josef Romen<br />
Maestro cantiniere,<br />
Cantina Kettmeir<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.10<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.11
V<strong>IT</strong>ICOLTURA<br />
[ Caldaro.<br />
Terra del Kalterersee<br />
E’ il fiore all’occhiello del noto villaggio<br />
vitivinicolo. Non stiamo parlando del lago,<br />
ma dell’omonimo vino, quello leggero,<br />
da gustare fresco, quello che nel suo carattere<br />
spiccatamente fruttato rispecchia tutta<br />
la ricchezza dei terreni di Caldaro.<br />
di<br />
Veronika Santa<br />
Prodotto con uve Schiava, il Kalterersee, più<br />
che un vino è un’icona della sua terra nella cui<br />
storia ha scritto capitoli importanti. Negli anni<br />
la Schiava si è rifatta il look perché da vino poco<br />
pregiato di dubbia fama si è trasformato in un vino<br />
versatile pronto per calcare la scena internazionale.<br />
Con una freschezza decisamente atipica per<br />
i vini rossi, esaltata dall’aroma fruttato con sentori<br />
di lampone, ciliegia, mandorla amara e violetta,<br />
il Kalterersee regala al palato sensazioni inaspettate.<br />
Nel bicchiere il suo colore varia dal rosso<br />
chiaro brillante al rosso rubino intenso.<br />
L’iniziativa <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong><br />
Un rosso incisivo è anche il colore sull’emblema<br />
di <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>, consorzio in difesa della qualità<br />
che dal 2000, anno della sua costituzione, lavora<br />
per la rivalutazione dei vini di Caldaro e la diffusione<br />
della cultura enologica. Il sodalizio opera<br />
attraverso progetti, eventi e prodotti per sensibilizzare<br />
la popolazione locale e il turista sull’unicità<br />
del suo vino. Fra i risultati tangibili di questo<br />
lavoro spiccano i tanti riconoscimenti per i vini di<br />
Caldaro: negli anni l’impegno è stato riconosciuto<br />
con numerosi premi nazionali e internazionali che<br />
attestano la qualità delle specialità enologiche caldaresi.<br />
Anche il Gambero Rosso, la più prestigiosa<br />
guida enologica italiana, non ha saputo resistere al<br />
fascino di Caldaro e del suo vino.<br />
Per ben 4 volte gli ambiti Tre Bicchieri sono<br />
stati assegnati a un vino caldarese: al Kalterersee<br />
Leuchtenburg 2012 della cantina Erste+Neue,<br />
al Gewürztraminer dell’Alto Adige Crescendo<br />
Aureus 2012 della tenuta Ritterhof, al Pinot bianco<br />
di Terlano Eichhorn 2012 della tenuta Manincor<br />
e al Moscato Giallo Passito Serenade 2010 della<br />
Kellerei Kaltern. Un onore e una grande gioia per<br />
il paese!<br />
La Charta<br />
del Lago di Caldaro<br />
L’avere conseguito per due volte i Tre Bicchieri<br />
dimostra l’evoluzione di questo rosso che da<br />
vino scandente si è trasformato in un apprezzato<br />
prodotto di qualità. La sua crescita qualitativa<br />
viene ulteriormente sottolineata dalla nascita<br />
della Charta del Lago di Caldaro, sigillo di qualità<br />
assegnato ai migliori vini di Caldaro dell’annata:<br />
una forma di impegno che i viticoltori caldaresi<br />
si sono imposti liberamente! La Charta nasce nel<br />
2010 su iniziativa di <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> per coinvolgere<br />
e avvicinare tra loro i vignaioli che aderiscono<br />
al consorzio: gli elevati standard di qualità consolidano<br />
l’immagine del vino. La Charta tiene in<br />
considerazione le caratteristiche del Kalterersee e<br />
pone l’accento sulle plaghe in cui si coltivano coltiva<br />
questo vitigno tipico per la zona. L’età media<br />
minima degli impianti e la resa ridotta sono fondamentali<br />
ai fini della qualità. Nel corso dell’anno<br />
una giuria tecnica indipendente si riunisce per<br />
valutare in maniera anonima i vini e assegnare il<br />
sigillo di qualità a quelli che superano l’esame.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.12<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.13
V<strong>IT</strong>ICOLTURA<br />
Guida enologica<br />
I migliori vini di Caldaro<br />
Gambero Rosso –<br />
Tre Bicchieri <strong>2014</strong><br />
Trofeo Schiava<br />
2013<br />
Sigillo Charta<br />
2013<br />
Kalterersee Auslese cl. sup.<br />
Pfarrhof 2012<br />
Kellerei Kaltern<br />
✔<br />
Goldmuskateller<br />
Passito Serenade 2010<br />
Kellerei Kaltern<br />
✔<br />
Kalterersee Auslese cl.<br />
Greifenberg 2012<br />
Kellerei Kaltern<br />
✔<br />
Kalterersee cl. sup.<br />
Kalkofen 2012<br />
Baron di Pauli<br />
✔<br />
I quattro vini premiati<br />
con “Tre bicchieri”<br />
dal Gambero Rosso <strong>2014</strong>.<br />
Kalterersee<br />
Keil 2012<br />
Terlaner Weißburgunder<br />
Eichhorn 2012<br />
Manincor<br />
Manincor<br />
✔<br />
✔<br />
Plantaditsch R. Kalterersee<br />
cl. sup. 2012<br />
Tenuta Klosterhof<br />
✔<br />
Kalterersee cl. sup.<br />
Leuchtenburg 2012<br />
Erste + Neue ✔ ✔<br />
Kalterersee cl. sup.<br />
Puntay 2012<br />
Erste + Neue ✔ ✔<br />
Il meglio di Caldaro<br />
Martedì 20 maggio <strong>2014</strong>, in Piazza Principale<br />
a Caldaro, i produttori presenteranno personalmente<br />
“Il meglio del Kalterersee”. Il pubblico<br />
sceglierà fra le tante varietà del Kalterersee<br />
degustando un vino unico, impreziosito dalla<br />
firma inconfondibile dei singoli vignaioli. Sarà<br />
una serata speciale, non solo per il villaggio vitivinicolo<br />
di Caldaro. La degustazione sarà accompagnata<br />
da un appuntamento gastronomico alla<br />
Casa del Vino PUNKT, punto di riferimento della<br />
viticoltura caldarese dove si gusteranno i piatti<br />
che meglio si abbinano al vino protagonista della<br />
serata. La cornice musicale dal vivo allieterà il<br />
pubblico in questo appuntamento all’insegna della<br />
convivialità. Sarà una serata speciale, non solo per<br />
il villaggio vitivinicolo di Caldaro.<br />
La guida enologica<br />
di Caldaro<br />
Ma <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> non riposa certo sugli allori<br />
e con la pubblicazione della Guida enologica,<br />
quest’anno concretizza un altro progetto importante.<br />
Obiettivo dell’opuscolo è dare una panoramica<br />
esauriente delle plaghe vitivinicole del<br />
territorio di Caldaro con informazioni dettagliate<br />
di carattere geologico e storico-culturale. Protagonisti<br />
della pubblicazione sono naturalmente i vini<br />
di Caldaro in tutte le loro sfaccettature: l’interazione<br />
di fattori importanti come l’annata, il terroir<br />
e lo stile di lavoro dei singoli viticoltori si riflette<br />
sulla qualità e il carattere dei vini. La guida viene<br />
completata da un profilo delle aziende che aderiscono<br />
a <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>. ]<br />
Gewürztraminer<br />
Crescendo Aureus 2012<br />
Kalterersee Auslese Klassisch<br />
Bischofsleiten 2012<br />
Kalterersee Auslese<br />
Kaltenburg 2012<br />
DeSilva Kalterersee<br />
Peterleiten 2012<br />
Kalterersee<br />
Klassisch 2012<br />
Kalterersee Auslese<br />
Sea 2012<br />
Kalterersee Auslese<br />
Olte Reben 2012<br />
Kalterersee Auslese<br />
cl. sup. 2012<br />
Tenuta Ritterhof<br />
Castel Sallegg<br />
Josef Brigl<br />
Tenuta Peter Sölva<br />
Tenuta Niklas<br />
Andi Sölva<br />
Tenuta T. Pichler<br />
Tenuta Prälatenhof<br />
✔<br />
✔<br />
✔<br />
✔<br />
✔<br />
✔<br />
✔<br />
✔<br />
Alle pagine 60 – 63 gli appuntamenti<br />
più importanti del <strong>2014</strong> a Caldaro<br />
e il programma delle manifestazioni<br />
del Museo provinciale del vino<br />
e dell’Accademia del vino Alto Adige.<br />
La Charta del Lago di Caldaro è al sito:<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.14 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.15
DIVAGAZIONI<br />
[ La storia del<br />
terroir geologico<br />
di Caldaro<br />
Il terroir<br />
“Il termine di origine<br />
francese terroir riassume<br />
un insieme di fattori che<br />
influenzano le caratteristiche<br />
biologiche della vite<br />
e quindi la qualità delle<br />
uve. Il concetto di terroir<br />
indica le condizioni che<br />
si creano in base a clima,<br />
morfologia del terreno<br />
e del paesaggio, interazione<br />
di infiniti elementi tra cui<br />
le temperature diurne<br />
e notturne, distribuzione<br />
delle precipitazioni, insolazione,<br />
pendenza e permeabilità<br />
del suolo. Tutti<br />
questi fattori interagiscono<br />
tra loro in ogni singola area<br />
di una zona vitivinicola determinando<br />
quello che i vignaioli<br />
francesi definiscono<br />
appunto terroir”.<br />
Bruno Prats, Château Cos<br />
d’Estournel im Médoc<br />
A<br />
B<br />
C<br />
Le radici<br />
A Radici superficiali:<br />
sono quelle deputate<br />
all’assorbimento<br />
dell’acqua piovana.<br />
Vengono danneggiate<br />
dall’aratura del terreno<br />
sotto i filari, ma ricrescono<br />
rapidamente<br />
B Tronco interrato:<br />
Radica la vite al suolo.<br />
C Radici profonde:<br />
servono all’intercettazione<br />
dei nutrienti<br />
e dell’umidità. Prima del<br />
riposo invernale incamerano<br />
grandi quantitativi<br />
di carboidrati per il nutrimento<br />
della pianta.<br />
Ripide pareti rocciose e dolci colline. Candida<br />
pietra calcarea e scure rocce porfiriche. Coralli<br />
fossili e morene glaciali: come è nato quest’angolo<br />
di Alto Adige così singolare e così fortemente<br />
caratterizzato dagli opposti? Tutto ha inizio nel<br />
tardo paleozoico con un inferno di fuoco vulcanico<br />
da cui ha origine il quarzo porfirico di Bolzano.<br />
Nel mesozoico un mare tropicale poco profondo<br />
causa un lungo periodo di desertificazione.<br />
Nel cenozoico con la glaciazione Würm, i deserti<br />
di ghiaccio lasciano i tipici segni che caratterizzano<br />
il paesaggio odierno.<br />
di<br />
Lorenz San Nicolò<br />
Negli ultimi 300 milioni di anni l’area su cui oggi si estende il villaggio<br />
vitivinicolo di Caldaro con il suo affascinante terroir è stata teatro<br />
dell’avvicendarsi di condizioni geoclimatiche estreme. Per il terroir<br />
di Caldaro sono significativi sia la storia relativa alla nascita delle sue<br />
formazioni rocciose con le loro diverse composizioni mineralogiche<br />
che le forze che hanno definito il paesaggio e la morfologia delle plaghe.<br />
E’ curioso notare come il colore delle rocce primordiali si rispecchi<br />
nella collocazione dei vitigni rossi e bianchi: nelle plaghe più basse,<br />
quelle che si estendono sui terreni rossi di porfido quarzifero, vengono<br />
coltivati in prevalenza i vini rossi mentre in quelle più alte, caratterizzate<br />
soprattutto dalle rocce carbonatiche* chiare della Mendola dell’era<br />
mesozoica, sono più diffusi i bianchi.<br />
* Roccia carbonatica<br />
roccia sedimentaria<br />
formata prevalentamente<br />
da carbonati (di calcio,<br />
dolomite e magnesio)<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.16 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.17
DIVAGAZIONI<br />
[ Il terroir di Caldaro<br />
La storia geologica<br />
Schema temporale<br />
Come tutto ebbe inizio: la caldera. Alla fine dell’orogenesi varisica,<br />
Carboniano<br />
355<br />
Paleozoico<br />
i periodi del tardo carbonifero e del permiano furono interessati da<br />
* Caldera<br />
ampia depressione che si<br />
forma dopo un’eruzione<br />
vulcanica<br />
un’intensa attività vulcanica. Oggi si ipotizza che nella zona di Bolzano,<br />
eruzioni vulcaniche esplosive gassose abbiano determinato il crollo della<br />
camera magmatica e il formarsi della cosiddetta caldera* con ampie<br />
Fase vulcanica<br />
spaccature in corrispondenza della sua porzione periferica. Intorno<br />
a duecentonovanta milioni di anni fa, lungo le crepe longitudinali<br />
si formavano enormi quantità di vulcanite da cui ebbe origine la piastra<br />
porfirica bolzanina, complesso vulcanico con un’estensione di 4.000<br />
chilometri quadrati e uno spessore di circa due chilometri.<br />
In virtù dell’elevato contenuto di minerale da cui prende il nome,<br />
il quarzo porfirico di Bolzano è una roccia rossa, compatta e dura a chi-<br />
* Porfido<br />
roccia vulcanica effusiva<br />
con pasta vetrosa o microcristallina<br />
mismo acido che trova ampio utilizzo nell’edilizia. Spesso lo si trova nelle<br />
mura di pietra delle cantine vinicole più antiche. La roccia porfirica*<br />
rossa circonda l’Oltradige e il lago di Caldaro su entrambi i versanti:<br />
* Siccità<br />
indica la prolungata<br />
mancanza di acqua,<br />
la potenziale evaporazione<br />
è superiore alle<br />
precipitazioni. Aridità<br />
estrema = deserto<br />
ad est fino al monte di Mezzo e ad ovest fino a Castelvecchio.<br />
Un deserto come l’odierno Sahara. Nel primo mesozoico, all’era<br />
vulcanica segue un periodo di clima spiccatamente desertico. La siccità*<br />
causa una forte erosione degli strati porfirici superiori da cui nasce la<br />
pietra arenaria della Val Gardena che col suo colore bianco diventa protagonista<br />
dello stile dell’Oltradige su colonne, davanzali, arcate e logge di<br />
residenze e castelli. Trattandosi di materiale di origine porfirica, anche<br />
l’arenaria della Val Gardena è una pietra a chimismo acido. Maggiormente<br />
erosa rispetto al porfido, la sua presenza rende i terreni più fertili.<br />
Mare tropicale, origine delle barriere coralline<br />
quarzo porfi<br />
i rico<br />
Permiano<br />
296<br />
Triassico<br />
251<br />
Mesozoico<br />
dolomite dello Sciliar<br />
Giurassico<br />
200<br />
Cretacico<br />
142<br />
Orogenesi alpidica<br />
* Mare della Tetide<br />
braccio oceanico disposto<br />
in senso est-ovest nei<br />
tempi compresi fra il<br />
Mesozoico e il Cenozoico<br />
Dalla costa al mare tropicale. Circa 250 milioni di anni fa ha inizio<br />
il fenomeno del bradisismo e la crosta terrestre comincia ad abbassarsi.<br />
Da est, fino all’odierna valle dell’Adige, si apriva il mare della Tetide*<br />
Terziario<br />
65<br />
Cenozoico<br />
con i primi sedimenti di Bellerofon* nella conca di Castelvecchio a circa<br />
* Strati di Bellerofon<br />
caratterizzano il perm<br />
prendono il nome<br />
dall’omonimo mollusco<br />
marino<br />
800 metri di altitudine. I cosiddetti ooliti, tipiche sedimentazioni litorali<br />
come il fossile guida Bellerofon, sono testimoni di una tipica sedimentazione<br />
costiera. Col passaggio alla sedimentazione marina si modifica<br />
anche la composizione delle pietre: a quelle porfiriche, cristalline,<br />
Era glaciale attuale<br />
Glaciazione Würm<br />
Quaternario<br />
2,6<br />
ad alto contenuto minerale, seguono le sedimentazioni carbonatiche*.<br />
* Roccia sedimentaria<br />
tipo di roccia formata<br />
dall’accumulo di sedimenti<br />
Le formazioni di Werfen e di calcare conchilifero nascono dall’interazione<br />
tra fasi di sedimentazione e di erosione tipiche delle coste fino<br />
all’apertura definitiva del mare tropicale. L’abbassamento della crosta<br />
0,1 milioni di anni<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.18 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.19
DIVAGAZIONI<br />
[ Il terroir di Caldaro<br />
La storia geologica<br />
* Dolomite<br />
è il nome di un minerale<br />
e di una roccia costituita<br />
da carbonato di calcio<br />
e magnesio<br />
terrestre è stato ampiamente compensato dalla proliferazione della barriera<br />
corallina. Nacquero così le imponenti bancate di calcare corallino<br />
conosciute come Dolomite dello Sciliar, che caratterizzano il massiccio<br />
roccioso della Mendola. Sul dorsale della Mendola si raggiunge lo strato<br />
roccioso più alto che influenza il terroir di Caldaro. E’ stato quindi il<br />
potere erosivo del ghiaccio e dell’acqua ad avere modificato il paesaggio<br />
primordiale disegnando la morfologia odierna della zona caratterizzata<br />
dai tipici terrazzamenti.<br />
Il terroir di oggi: risultato delle oscillazioni climatiche in epoca<br />
glaciale. L’ultima glaciazione inizia circa 110.000 anni fa. Chiamata<br />
glaciazione Würm, è un periodo caratterizzato dell’avanzamento e<br />
dall’arretramento dei ghiacciai (fasi interstadiali) conclusosi all’incirca<br />
10.000 anni fa. In questa glaciazione il territorio di Caldaro acquisisce la<br />
sua odierna morfologia.<br />
Balzano all’occhio i rilievi e l’erosione selettiva: le rocce carbonatiche<br />
del mesozoico hanno fatto meno resistenza all’erosione del più duro<br />
porfido quarzifero. Nasce così la piattaforma porfirica, formazione stratiforme<br />
che riveste le pareti dolomitiche* di materiale ricco di carbonato.<br />
Qui, da Castelvecchio a Pianizza, si estendono le plaghe in cui si coltivano<br />
i tipici vini bianchi di Caldaro.<br />
Prima di quest’ultima e più importante glaciazione, il fiume Adige<br />
solcava l’odierno territorio dell’Oltradige. All’epoca, circa 30.000 anni<br />
fa, la stratificazione di quella che viene definita ghiaia dell’Oltradige sotterrava<br />
la vecchia Val d’Adige. Si tratta di ghiaie fluviali con componenti<br />
prevalentemente cristalline (scisto, ardesia, porfido quarzifero), solo minimamente<br />
calcaree. In primavera il volume poroso le fa riscaldare molto<br />
rapidamente. Sono terreni minerali, molto fertili, caratterizzati in superficie<br />
dalla presenza di terre brune. Le ritroviamo nella zona centrale della<br />
vecchia Val d’Adige dove oggi si estendono le plaghe tipiche dei rossi.<br />
di un fondovalle dell’era glaciale con importanti sedimenti. Le ghiaie del<br />
fondovalle, in parte coperte da detriti glaciali, si sono depositate in senso<br />
longitudinale nella direzione del ghiaccio. Sono questi dorsali paralleli<br />
a formare i terrazzamenti naturali su cui cresce la vite.<br />
Il ghiacciaio dell’Adige si fermò nell’odierna Valle dell’Adige, una<br />
tipica valle a U modellata dai ghiacci a molte centinaia di metri di profondità.<br />
Nell’era postglaciale estremamente povera di vegetazione, cedimenti<br />
di montagne, smottamenti e franamenti danno luogo a pendii vallivi.<br />
In quest’epoca il fianco vallivo occidentale dell’Oltradige viene parzialmente<br />
ricoperto da una coltre di ghiaia calcarea asciutta e ben aerata<br />
estremamente importante per la coltivazione dei vitigni bianchi. La profonda<br />
erosione della Valle dell’Adige viene riempita da sedimenti alluvionali:<br />
questo strato più recente raggiunge da sud il lago di Caldaro e le sue<br />
terre a un’altitudine di 214 metri sul livello del mare, la quota più bassa<br />
del territorio altoatesino. Gli originari suoli a gley* sono stati bonificati<br />
e trasformati in fertili pianure alluvionali* adatte alla futticoltura, ma<br />
non alla coltivazione della vite. ]<br />
* Suolo a gley<br />
particolare tipologia<br />
di suoli caratterizzati<br />
da problemi di drenaggio<br />
e scarso movimento<br />
delle acqua di falda<br />
* Pianure alluvionali<br />
terreni interessati dalla<br />
falda aquifera particolarmente<br />
ricchi di ossigeno<br />
a seguito di lunghe fasi<br />
di areazione<br />
Lorenz San Nicolò,<br />
Geologo e viticoltore<br />
ad Appiano<br />
L’ultima e più importante glaciazione. La glaciazione detta del<br />
Würm si verifica circa 20.000 anni fa stendendo una coltre di ghiaccio<br />
che risparmia solo le vette più alte come il monte Roen. Massi erratici<br />
di granito come quelli che troviamo numerosi sul dorso della Mendola<br />
testimoniano la presenza dei ghiacci. Il ghiacciaio dell’Adige aveva una<br />
lunghezza di circa 350 chilometri e si estendeva fino all’Engadina. Lo<br />
scorrere lento dei ghiacci ha conferito all’Oltradige la morfologia tipica<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.20 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.21
V<strong>IT</strong>ICOLTURA<br />
Gli aromi del legno sono protagonisti incontrastati<br />
sui mercati vitivinicoli di tutto il mondo. Mentre gran<br />
parte dei vignaioli e delle cantine vinicole mirano<br />
all’internazionalità, due coltivatori di Caldaro hanno<br />
deciso di puntare sulle risorse locali.<br />
[ Il legno<br />
e la sua<br />
importanza<br />
nella<br />
viticoltura<br />
di<br />
Peter Thalmann<br />
E‘ una soleggiata giornata di fine novembre e il conte Michael Goëss-Enzenberg<br />
si mette in cammino. Accompagnato da Erich Pichler, operatore forestale, si reca<br />
nel bosco della sua tenuta sul lago di Caldaro nei pressi di Castelchiaro. Bisogna<br />
tagliare dei vecchi alberi di rovere.<br />
“La scelta di questa giornata non è casuale” spiega Helmuth Zozin, winemaker<br />
della cantina Manincor. Gli alberi vanno abbattuti tra fine novembre e i primi<br />
di dicembre con la luna calante. In questa fase lunare la linfa è quasi assente, i pori<br />
dell’albero sono chiusi e il legno acquista una resistenza straordinaria. Abbattuto<br />
al momento giusto, il legno acquisisce caratteristiche molto particolari. E’ particolarmente<br />
asciutto, senza crepe e resistente alla marcescenza: in poche parole<br />
ideale per la costruzione delle botti.<br />
“Essere una cantina privata ci mette nella felice condizione di poter costruire<br />
le botti con il nostro legno” spiega Zozin. “Anche il mercato offre prodotti di ottima<br />
qualità, ma a farla da padrone sono le botti francesi che tuttavia tendono ad<br />
avere sempre lo stesso aroma. Le nostre invece sono molto diverse!”.<br />
Quello che circonda Caldaro non è il tipico bosco di rovere. Il terreno è sassoso,<br />
gli alberi crescono molto lentamente e hanno pori ridotti. “Con questi presupposti,<br />
al nostro legno basta una tostatura brevissima. E’ un legno praticamente privo<br />
di note empireumatiche, non sa né di caffè né di vaniglia. Non voglio che il mio<br />
vino venga sovrastato da altri aromi” spiega da esperto.<br />
Il boom globale del legno di rovere<br />
Nei primi anni ‘90 gli aromi di legno erano gli esaltatori di sapidità della viticoltura.<br />
Dal vino a buon mercato a quello pregiato, tutti venivano affinati in barrique.<br />
Il noto critico enologico svizzero Andreas März li definisce spregevolmente<br />
“vini del castoro”. Ma tutte le guide enologiche danno ragione ai vignaioli: i vini<br />
con una nota legnosa particolarmente sfacciata piacciono ai critici e questo ha<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.22<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.23
V<strong>IT</strong>ICOLTURA<br />
[ L’importanza del legno<br />
Jakob Neumair ha 78 anni ed è uno dei bottai più esperti di Caldaro.<br />
“Ho iniziato l’apprendistato nel 1955, all’epoca a Caldaro eravamo<br />
circa una dozzina. Ma gli anni d’oro per la categoria dei bottai finiscono<br />
negli anni Settanta. “<br />
»A contatto col legno il vino lavora lentamente.<br />
La botte è sensibile alla temperatura, reagisce<br />
alle vibrazioni e ai suoni, respira attraverso i pori<br />
permeabili all’ossigeno.«<br />
Helmuth Zozin, winemaker della cantina Manincor di Caldaro<br />
generato derive inimmaginabili. Viticoltori e cantine, soprattutto quelli del nuovo<br />
mondo, si sono risparmiati le fatiche dell’affinamento in barrique da 225 litri<br />
e hanno fatto ricorso a tecniche alternative immergendo nei fusti di acciaio chips<br />
(schegge) o assi di rovere. Vaniglia, legno di cedro o caffè che fosse: la nota del<br />
legno era sempre predominante.<br />
Helmuth Zozin non è contrario alla botte di rovere, anzi! “Il legno è l’unico<br />
materiale adatto all’affinamento del vino” spiega. “A contatto col legno il vino<br />
lavora lentamente. La botte è sensibile alla temperatura, reagisce alle vibrazioni<br />
e ai suoni, respira attraverso i pori permeabili all’ossigeno. Tutto questo influenza<br />
il processo di maturazione”.<br />
Lungo tutto l’arco dell‘anno Erich Pichler controlla gli alberi della tenuta del<br />
conte selezionando quelli più adatti. Ci sono alcune caratteristiche importanti che<br />
deve considerare. “La prima è ovviamente l’altezza. Prendiamo in considerazione<br />
solo gli alberi di una certa misura. Un altro parametro è la morfologia: il tronco<br />
deve essere dritto e un albero con troppe ramificazioni non si addice alla fabbricazione<br />
di una botte. Un altro elemento importante è l’ubicazione: l’albero acquista<br />
caratteristiche diverse se cresce su un terreno sassoso o argilloso”. Nel bosco del<br />
conte Goëss-Enzenberg prevalgono i suoli sassosi e la rovere vi cresce molto lentamente.<br />
“Bisogna decidere con cura quali alberi abbattere” spiega Zozin. “Ogni<br />
anno ne abbattiamo 30, di più purtroppo non si riesce” spiega con rammarico.<br />
Oggi nella sua cantina ha 450 barrique e più di 30 botti ovali con una capienza<br />
di 30 ettolitri. Per il momento è ancora costretto ad integrare la dotazione acquistandone<br />
altre sul mercato, ma col tempo in cantina ci dovranno essere esclusivamente<br />
botti realizzate col legno del bosco di proprietà.<br />
Quello che inizia col taglio degli alberi dà come risultato un’altra botte da<br />
aggiungere alla cantina, ma prima di arrivare a questo punto la strada è ancora<br />
lunga. Dopo essere stati selezionati e abbattuti, gli alberi vengono portati in una<br />
segheria dell’Alto Adige per essere trasformati in assi ad altezza uomo. Le tavole<br />
vengono accatastate in cantina, all’aperto e lasciate asciugare per due anni. Periodicamente<br />
vengono rimescolate e riaccatastate per garantirne l’uniformità dopo<br />
l’azione di sole, vento, pioggia e neve. Successivamente dalla cantina Manincor<br />
passano ad un bottaio per la produzione delle botti.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.24 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.25
V<strong>IT</strong>ICOLTURA<br />
[ L’importanza del legno<br />
»Il legno crea armonia nel bicchiere.«<br />
Oskar Andergassen, tenuta Klosterhof<br />
La storia<br />
della barrique<br />
E’ una piccola botte di rovere fresco<br />
della capacità di 225 litri. Era ampiamente<br />
diffusa come mezzo di trasporto<br />
per il vino quando le bottiglie di vetro<br />
erano troppo costose e troppo fragili e i<br />
fusti di acciaio non erano ancora stati<br />
inventati. Le sue dimensioni erano contenute<br />
per far sì che un uomo potesse<br />
farle rotolare senza farsi aiutare. Fino<br />
agli anni Quaranta, in Francia i vini migliori<br />
venivano portati a destinazione in<br />
barrique. Le barrique acquisirono addirittura<br />
un significato storico: il termine<br />
“barricata” risale infatti alla rivoluzione<br />
di luglio del 1830 quando durante le<br />
sommosse i rivoluzionari eressero degli<br />
sbarramenti utilizzando delle botti.<br />
I pregi dell’acacia<br />
Anche Oskar Andergassen, un altro vignaiolo di Caldaro, oggi va in cerca di alberi<br />
a Monticolo. Non alberi di rovere, ma di acacia. “Da qualche anno affino i miei vini<br />
bianchi nel legno di acacia con ottimi risultati” spiega soddisfatto.<br />
Andergassen è in compagnia di suo figlio e di Jakob Neumair. Neumair ha<br />
78 anni ed è uno dei bottai più esperti di Caldaro. “Ho iniziato l’apprendistato<br />
nel 1955, all’epoca a Caldaro eravamo circa una dozzina. Ma gli anni d’oro<br />
per la categoria dei bottai finiscono negli anni Settanta. Una volta agricoltori<br />
e cantine si rifornivano esclusivamente da noi. Ogni botte, ogni contenitore veniva<br />
costruito dal bottaio” ricorda Neumair. Questa è l’era dell’acciaio e della plastica.<br />
Neumair ha fatto il suo lavoro per oltre 50 anni e non ricorda quante migliaia di<br />
botti ha costruito. Oggi, pur essendo in pensione da molti anni, affianca Oskar<br />
Andergassen in veste di consulente.<br />
Andergassen trova quello che stava cercando nella zona chiamata “Mittogstoan”.<br />
“E’ un’area ideale per l’acacia perché qui il sole batte sugli alberi a mezzogiorno”<br />
spiega. Essendo alberi abituati a sopravvivere con poca acqua, hanno una<br />
crescita molto lenta. Gli alberi a crescita rapida hanno pori dilatati, caratteristica<br />
che li rende inadatti all’affinamento del vino” spiega il bottaio. Invece l’acacia<br />
scelta da Andergassen è dura e ha i pori chiusi. Anche lui è felice di poter ridurre<br />
la durata della tostatura.<br />
Di norma i vini bianchi hanno un tempo di invecchiamento più breve dei rossi.<br />
Per questo molti vignaioli affinano i loro bianchi in fusti di acciaio. Ma Andergassen<br />
preferisce un materiale naturale come il legno. “Il legno crea armonia nel<br />
bicchiere. L’acacia lusinga i miei bianchi fruttati esaltandone gli aromi naturali”.<br />
Ci vogliono due anni per far asciugare il legno al punto giusto prima di lavorarlo.<br />
“Una botte di acacia mi dura dieci anni poi la devo sostituire perché ha perso la sua<br />
freschezza” spiega.<br />
Anche le barrique hanno una vita molto breve. Zozin le sostituisce ogni cinque<br />
anni con un impegno economico tutt’altro che trascurabile considerato che il<br />
prezzo di una botte si aggira sui 1.000 euro. Le barrique usate non si gettano,<br />
ma vengono vendute ad agricoltori e privati che le riutilizzano per i loro vini.<br />
A volte il conte le fa trasformare in scaffalature per la sua enoteca. Neanche<br />
Ander gassen elimina le botti in acacia usate, ma le utilizza per gli arredi di casa<br />
sua. “Le camere affacciate sulla plaga di Trifall dove crescono le uve dei nostri<br />
migliori vini bianchi sono tutte completamente rivestite di legno di acacia”<br />
spiega Ander gassen. “Legno di acacia semper et ubique: per i nostri vini e per<br />
gli ospiti”. ]<br />
Peter Thalmann,<br />
Giornalista RAI,<br />
abita a Caldaro<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.26<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.27
NEL MIRINO<br />
[ Il sottosuolo<br />
di Caldaro.<br />
S. Nicolò<br />
Pianizza di Sopra<br />
Castelvecchio<br />
S. Antonio/Pozzo<br />
Villa di Mezzo<br />
Caldaro Paese<br />
Strada del vino<br />
S. Giuseppe al Lago<br />
Pianizza di Sotto<br />
Lago di Caldaro<br />
Negli ultimi 300 milioni di anni l’area su<br />
E’ curioso notare come il colore delle rocce<br />
Unità litostratigrafiche<br />
Laghi di Monticolo<br />
cui oggi si estende il villaggio vitivinicolo di<br />
Caldaro con il suo affascinante terroir è stata<br />
teatro dell’avvicendarsi di condizioni geoclimatiche<br />
estreme. Per il terroir di Caldaro<br />
sono significativi sia la storia relativa alla<br />
primordiali si rispecchi nella collocazione<br />
dei vitigni rossi e bianchi: nelle plaghe più<br />
basse, quelle che si estendono sui terreni<br />
rossi di porfido quarzifero, vengono coltivati<br />
in prevalenza i vini rossi mentre in quelle<br />
Rocce vulcaniche<br />
(porfido quarzifero di Bolzano)<br />
Sedimentazioni desertiche<br />
(arenaria della Val Gardena)<br />
profondo (dolomite dello Sciliar)<br />
Sedimenti fluviali interglaciali<br />
(ghiaia dell’Oltradige)<br />
Stratificazioni di ghiacciai<br />
nascita delle sue formazioni rocciose con<br />
le loro diverse composizioni mineralogiche<br />
più alte, caratterizzate soprattutto dalle<br />
rocce carbonatiche chiare della Mendola<br />
Sedimenti litorali (strati di bellerophon<br />
e formazioni di werfen)<br />
Stratificazioni fluviali recenti<br />
che le forze che hanno definito il paesaggio<br />
e la morfologia delle plaghe.<br />
dell’era mesozoica, sono più diffusi i bianchi.<br />
Lorenz San Nicolò, geologo e viticoltore<br />
Sedimentazioni di mare tropicale poco<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.28 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.29
UN PO’ DI STORIA<br />
L’abbazia imperiale di Tegernsee<br />
e i suoi possedimenti tra i vigneti di Caldaro<br />
[ »Il buon vino<br />
estivo di Pianizza …«<br />
Già all’epoca della fondazione della comunità monastica<br />
di Tegernsee avvenuta nell’VIII secolo, alcuni conventi della<br />
bassa Baviera acquisirono la proprietà di vigneti in Alto Adige.<br />
I fondatori, solitamente bavaresi di estrazione nobiliare,<br />
dotarono la struttura di “preciosa vineta in Bozan” ossia di<br />
preziosi vigneti di Bolzano. L’abbazia di Tegernsee era proprietà<br />
di questi viticoltori ante litteram, bavaresi con possedimenti<br />
a Caldaro e a Lana nei pressi di Merano.<br />
di<br />
Ivo Maran e Stefan Morandell<br />
Toni Pernstich,<br />
Toni Pernstich, viticoltore di Pianizza di Sopra, Caldaro.<br />
E’ discendente dei vignaioli che amministrarono<br />
la tenuta del monastero di Tegernsee dal 1183.<br />
Con il trasferimento dei beni della chiesa nel 1803,<br />
la secolarizzazione pose fine alla storia dell’abbazia.<br />
Per lungo tempo il vescovo di Trento esercitò la sua supremazia nei territori<br />
dell’Oltradige. Solo nel 1183, una grande tenuta vinicola di Caldaro<br />
divenne proprietà dell’abbazia di Tegernsee quando la famiglia nobile<br />
degli Hohenburg, residente nella località bavarese di Tölz, assegnò<br />
al monastero un terzo dei suoi possedimenti di Pianizza di Sopra in<br />
cambio di una “messa di commemorazione a vita”. Detto terzo era più<br />
esteso ed aveva un valore superiore rispetto alle altre due parti “ut narrat<br />
Pernstich colonus ibidem”, come si evince dalle parole pronunciate<br />
dal vignaiolo Pernstich. Per la sua ampia estensione, la tenuta ricevuta in<br />
eredità venne suddivisa e assegnata a quattro vignaioli. Ancora oggi Toni<br />
Pernstich, uno dei discendenti, gestisce un vigneto a Pianizza di Sopra.<br />
“Quanto lavoro …” Così venivano descritte le fatiche nel vigneto:<br />
„So vill arbayt gen alle iar auff die <strong>wein</strong>reb an der Etsch: primo stecken<br />
machen, stecken stossen, reben schneiden, creutzpant pinden, frawn pant<br />
pinden, her dan pawen, darnach auch her dan hawen, schäbigen, gartzen,<br />
her dan heften, mysten, wider zue pawen, wider zue schewfelen, nider<br />
legen, gras schneiden, darnach wymen“.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.30<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.31
UN PO’ DI STORIA<br />
[ „Il buon vino estivo di Pianizza“<br />
L‘abbazia di Tegernsee e i suoi possedimenti a Caldaro<br />
“Quanto lavoro durante l’anno nei vigneti lungo l‘Adige: piantare i pali,<br />
potare la vite, legarla, togliere la terra dai filari, selezionare i getti, fare<br />
pulizia, concimare, aerare il terreno, zappare, abbassare i getti, tagliare<br />
l’erba e fare la vendemmia”.<br />
La produzione e la vendita del vino all’abbazia di Tegernsee L’abbazia<br />
vantava estesi possedimenti anche lungo il Danubio e nella regione<br />
della Wachau. In particolare possedeva numerosi vigneti a Loiben (oggi<br />
fa parte del comune Dürnstein) nella Bassa Austria e a Klosterneuburg.<br />
Il vino prodotto veniva trasportato al convento a bordo di imbarcazioni<br />
sul Danubio. Questo permetteva il raffronto dei vini di Caldaro con quelli<br />
di altre regioni viticole.<br />
Pare che l’area commerciale dell’abbazia si estendesse fino in Russia<br />
e in Svezia. Nel solo Alto Adige la produzione arrivava anche a 423 ettolitri<br />
di vino all’anno. Il trasporto da Caldaro all’Abbazia di Tegernsee era<br />
molto oneroso. Attorno al 1600, l’abate Paulus aveva calcolato l’esatto<br />
costo del trasporto a bordo di un carro di sua proprietà passando per Hall<br />
in Tirol. Il vino veniva caricato su carri trainati da quattro cavalli. Per<br />
il viaggio andata e ritorno da Tegernsee a Caldaro bisognava calcolare<br />
16 giorni e un costo di trasporto pari al 40 % del valore della merce.<br />
In rapporto, nel XIII secolo, quindi 300 anni prima, il costo dell’<br />
esportazione di vini della Guascogna in Inghilterra, era pari al 10 %<br />
scarso del valore della merce in partenza da Bordeaux. Il vino veniva<br />
trasportato via nave e il carico massimo era pari a 1.000 ettolitri. All’inizio<br />
del XIV secolo, l’Inghilterra importava annualmente quasi<br />
200.000 ettolitri di vino guascone.<br />
L’ex tenuta vinicola dell’abbazia bavarese di Tegernsee a Pianizza di Sopra.<br />
“… mai avere fretta di vendemmiare …” Nel 1502 l’edificio di<br />
Pianizza di Sopra viene ampliato con la realizzazione della cantina. Messa<br />
sotto chiave, solo gli amministratori del convento vi avevano accesso<br />
per evitare che potesse essere utilizzata per finalità diverse e a scopi ludici<br />
come la danza, il gioco delle carte, incontri conviviali o fornicazioni.<br />
Gli amministratori dell’abbazia arrivavano a Caldaro con la chiave<br />
in occasione della vendemmia. Il fittavolo aveva il compito di avvisarli<br />
per tempo e gli amministratori si assicuravano che la vendemmia avvenisse<br />
al momento giusto, senza anticipazioni.<br />
Porta chiusa: solo gli amministratori del convento avevano accesso alla cantina.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.32<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.33
UN PO’ DI STORIA<br />
[ „Il buon vino estivo di Pianizza“<br />
L‘abbazia di Tegernsee e i suoi possedimenti a Caldaro<br />
Questa carta datata 1795 illustra i possedimenti dell’abbazia di Tegernsee a Caldaro.<br />
(Bayerisches Hauptstaatsarchiv, Monaco di Baviera)<br />
I frati, come oggi i maestri cantinieri, volevano che in cantina arrivas-<br />
Mentre i frati amavano bere il loro vino prodotto a Lana già durante<br />
l’inverno dopo la vendemmia (lo chiamavano appunto vino invernale),<br />
per dare il meglio di sé il vino di Pianizza doveva maturare fino all’estate.<br />
sero solo grappoli perfettamente maturi. Alla varietà principe tra quelle<br />
di Caldaro diedero il nome di “Lagrein”. Oggi in Alto Adige si coltiva<br />
solo il Lagrein rosso vinificato a secco. All’epoca si preferiva il Lagrein<br />
bianco: oggi non si ha certezza del vitigno con cui venisse prodotto e non<br />
Il 17 marzo 1803, i Benedettini di Tegernsee vennero a sapere che con<br />
la secolarizzazione avrebbero perso il loro convento e tutti i loro possedimenti<br />
bavaresi. I padri persero anche la tenuta di Caldaro che per secoli<br />
era stata di loro proprietà. Nel linguaggio popolare, ancora oggi viene<br />
chiamata “Paterhof” e l’edificio attiguo “Anwalthof”. ]<br />
Fonti<br />
• Bayerisches Hauptstaatsarchiv,<br />
Monaco di Baviera,<br />
KL Tegernsee 164/51 – 113, KL<br />
Tegernsee 163/01 – 50 und KL<br />
Tegernsee 769/108<br />
• Friedrich Merzbacher,<br />
Tegernsee und der<br />
Südtiroler Wein im<br />
ausgehenden Spätmittelalter.<br />
Zur Weinwirtschaft<br />
eines altbayrischen<br />
Benediktinerklosters im<br />
Etschland. In: Aus Wirtschaft<br />
und Gesellschaft, Tiroler<br />
Wirtschaftsstudien 17, edito<br />
da Universitätsverlag Wagner<br />
Innsbruck 1963, pagg. 200 – 213<br />
• Andreas Otto Weber,<br />
Studien zum Weinbau der<br />
altbayerischen Klöster<br />
im Mittelalter. Altbayern-<br />
Österreichischer Donauraum-<br />
Südtirol, edito da Franz<br />
Steiner Verlag Stuttgart 1999<br />
• Dietmar Stutzer, Weingüter<br />
bayerischer Prälatenklöster<br />
in Südtirol, Rosenheimer 1980<br />
• Kurt-Ulrich Jäschke, Englands<br />
Weinwirtschaft in Antike und<br />
Mittelalter. In: Weinwirtschaft<br />
im Mittelalter, Archivio della<br />
città di Heilbronn 1997,<br />
pag. 364<br />
si sa nemmeno se venga ancora coltivato in qualche parte del mondo.<br />
“…tagli e contraffazioni…” L’amministratore dell’abbazia doveva<br />
controllare che il Lagrein non venisse tagliato con varietà provenienti<br />
da altri vigneti come la Rossara, l’Heunisch (vitigno unno) o il cosiddetto<br />
“Punt<strong>wein</strong>”, una pratica peraltro molto comune.<br />
Per capire che cos’era il “Punt<strong>wein</strong>” va ricordato che l’abbazia possedeva<br />
un vigneto anche a Lana (Merano) dove ancora oggi il sistema<br />
di coltivazione a pergola, quello utilizzato per la produzione di grappoli<br />
ad acini grossi e a crescita rapida, viene chiamato “Puntn”.<br />
Lagrein bianco e Lagrein rosso Pare che il Lagrein bianco fosse<br />
una varietà ad acini piccoli coltivata su filari. Coltivato in un vigneto<br />
di nome “pewnt”, il Lagrein rosso era il vino che il convento nel 1493<br />
aveva esplicitamente preteso da “Hans Heb in dem Oberdorf” come<br />
tributo. Anche Michael Gaismayr, capo della rivolta contadina del 1525,<br />
propose di estendere le coltivazioni di Lagrein rosso e di vinificarlo sulle<br />
vinacce come si faceva nei territori delle “popolazioni romanze” e come<br />
si fa ancora oggi in Alto Adige.<br />
Ivo Maran é laureato<br />
in scienze naturali e<br />
gestisce una pensione<br />
sul lago di Caldaro<br />
Stefan Morandell<br />
è laureato in storia<br />
e lavora in una<br />
biblioteca.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.34<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.35
ATTUAL<strong>IT</strong>À<br />
[ Viaggiatori famosi<br />
a Caldaro<br />
L’Alto Adige ha sempre rappresentato una<br />
meta turistica prediletta. A partire dal Medioevo<br />
è stato attraversato da pellegrini, viaggiatori,<br />
teste coronate, scrittori, artisti, musicisti e<br />
scienziati di passaggio in Tirolo e diretti a sud.<br />
di<br />
Ferruccio Delle Cave<br />
Anche Johann Wolfgang von Goethe ne rimase<br />
stregato. Nel suo viaggio in Italia del 1786 il poeta<br />
tedesco menziona più volte la floridezza delle<br />
terre che costeggiano l’Adige. Già attorno al 1415,<br />
nei suoi diari di viaggio, il legato pontificio<br />
Leonardo Bruni di Arezzo scriveva: “A Termeno<br />
e Caldaro cresce tanto di quel vino da poterlo<br />
esportare nei territori di Oltralpe”.<br />
Nel 1580, il filosofo e saggista francese Michel<br />
de Montaigne (1533 –1592) partì da Bordeaux per<br />
il suo primo e unico viaggio in Italia che inserì<br />
nel suo “Journal de voyage” del 1583. Il diario<br />
di viaggio include osservazioni storiche e rappresenta<br />
un primo documento dedicato alle “storie<br />
di tutti i giorni” del Tirolo: “Una terra con tanto<br />
di quel vino da poter rifornire l’intera Germania<br />
e qui, nelle montagne, si mangia il miglior pane<br />
del mondo”.<br />
Nel XVIII secolo il viaggio cambia radicalmente.<br />
Le montagne non vengono più considerate un<br />
fastidioso ostacolo, ma diventano progressivamente<br />
oggetto di studio. Prende il via il lavoro<br />
di analisi geologica e botanica di ghiacciai, valli,<br />
massicci montuosi, flora e fauna. Geologi e botanici<br />
come Johann Jakob Ferber e Gratet de Dolomieu<br />
vengono attratti dalla singolarità geologica<br />
della Bassa Atesina.<br />
Con la realizzazione della ferrovia del Brennero<br />
negli anni tra il 1859 e il 1867, l’Oltradige con<br />
Appiano e Caldaro vengono scoperte come mete<br />
turistiche. A fine secolo anche il Passo della<br />
Mendola con i suoi alberghi acquista un’importanza<br />
sempre maggiore. Verso la fine del XIX<br />
secolo, questi territori così ricchi di vino, frutteti,<br />
castelli e residenze sono molto amati da poeti<br />
e pittori che arrivano a visitarli. Tra il 1894 e il<br />
1910, Otto Julius Bierbaum, scrittore e gionalista<br />
di Monaco di Baviera, è uno dei primi a girare<br />
l’Europa centrale e meridionale in automobile.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.36<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.37
ATTUAL<strong>IT</strong>À<br />
»Caldaro, cari amici, ha qualcosa di curioso […]<br />
Ha il sapore dello speck e del pane duro,<br />
di arietta mite, […] Freddo è come un polpettone<br />
non più fumante e caldo è come la saliva<br />
nella bocca. Sogghigna quando vede la pelle<br />
d’oca apparire sulle schiene e piange quando<br />
gli si resiste impassibilmente «<br />
Franzobel, Vendemmia letteraria*<br />
La mistica Maria von Mörl (nata nel 1812 a<br />
Caldaro dove morì nel 1868) da fanciulla si ammalò<br />
gravemente. Si racconta che nel 1834 le<br />
comparvero le prime stigmate su mani e piedi.<br />
Seconda di dieci figli, crebbe fra gli stenti. Fino<br />
al 1834, il “miracolo” di Maria von Mörl attrasse<br />
a Caldaro visitatori, pellegrini e malati. Tra loro<br />
anche lo scrittore bavarese Ludwig Steub nella<br />
sua opera “Drei Sommer in Tirol”**, scrive del<br />
suo incontro con Maria von Mörl: “Da tanti anni<br />
ormai la si vede poco e con grande rammarico<br />
dei caldaresi le visite sono state diradate. Dopo<br />
avere ricevuto il consenso, nel maggio del 1844<br />
ho incontrato un amico bolzanino e un padre francescano<br />
davanti al portone del convento in cui<br />
la signorina Marie si trovava da qualche anno. […]<br />
Varcammo la soglia della piccola stanza in cui filtrava<br />
poca luce attraverso gli scuri socchiusi. Semplici<br />
utensili per la casa, alcuni quadri alle pareti,<br />
a sinistra della finestra un piccolo altare. Di fronte<br />
il letto. Sul ciglio che guardava l’altare c’era la<br />
Signorina in una vesta bianca, anch’ella bianca<br />
come il marmo con capelli lunghi e neri sciolti sul<br />
collo, genuflessa, con le mani giunte sul mento<br />
e i grandi occhi immobili rivolti a noi, anche lei<br />
immobile e apparentemente senza vita”.<br />
Ma ecco il contrappunto dello scrittore e lirico<br />
Franz Stefan Griebl, Franzobel, nato a Vöcklabruck<br />
nel 1967, che nel 1999 ha partecipato alla<br />
costituzione del progetto “<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>”. Nel suo<br />
arguto pezzo “Ma parliamo di vino” si legge:<br />
“Caldaro, cari amici, ha qualcosa di curioso […]<br />
Ha il sapore dello speck e del pane duro, di arietta<br />
mite, […] Freddo è come un polpettone non più<br />
fumante e caldo è come la saliva nella bocca.<br />
Sogghigna quando vede la pelle d’oca apparire<br />
sulle schiene e piange quando gli si<br />
resiste impassibilmente. Caldaro è un<br />
bel paese, case in stile rinascimentale<br />
con tetti di tegole, chiese, vigneti<br />
e frutteti. Dappertutto uva piena,<br />
grassoccia, fichi, noci verdi, pere,<br />
mele che sgocciolano in trecce sontuose<br />
dalle viti e dagli alberi.” ]<br />
Ferruccio Delle Cave<br />
Ha studiato germanistica,<br />
storia, romanistica<br />
e scienze della musica<br />
alle università di Tubinga,<br />
Perugia e Innsbruck.<br />
Per anni ha ricoperto<br />
la carica di direttore<br />
di istituti superiori,<br />
responsabile della sezione<br />
“Letteratura” in seno<br />
al Südtiroler Künstlerbund<br />
di cui è vicepresidente.<br />
Ha all’attivo<br />
numerose pubblicazioni<br />
di carattere letterario,<br />
culturale e storico.<br />
* Vendemmia letteraria. Vino e paesaggio, terra e gente,<br />
storie e storielle a Caldaro. Edito da “<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>“.<br />
Innsbruck: Skarabäus-Verlag 2006, Pag. 31.<br />
** Monaco di Baviera, editore Süddeutscher-Verlag 1977, pag. 161f.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.38 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.39
ATTUAL<strong>IT</strong>À<br />
[ Premio Albergo<br />
storico <strong>2014</strong><br />
Vince il Seehotel Ambach di Caldaro<br />
“L‘Hotel Ambach introduce una nuova qualità nel delicato<br />
quadro dell’architettura del turismo che non consiste in<br />
una interpretazione, per quanto raffinata, delle aspettative<br />
che l’ospite ha nei confronti del paesaggio culturale,<br />
ma nell’esperienza di un luogo in un contesto spaziale.<br />
Essa trasforma il luogo nel punto focale di un abitato,<br />
il soggiorno in albergo in un tempo accentuato dallo spazio.<br />
L’edificio non è una presenza ingombrante per il luogo<br />
che lo ospita, ma un elemento che gli consente di rappresentare<br />
le sue peculiarità e di diventare parte attiva di questa<br />
esperienza.”<br />
Friedrich Achleitner, critico di architettura austriaco<br />
in occasione di una laudatio a Othmar Barth<br />
di<br />
Christian Schwienbacher<br />
Il manufatto ha solo 40 anni e, fra le opere dell’architetto<br />
Othmar Barth (1927 – 2010), è una di<br />
quelle che ha scritto la storia dell’architettura moderna<br />
in Alto Adige. E’ degno di nota il fatto che<br />
per il concorso “Albergo storico dell’anno”, messo<br />
in palio dalla Fondazione Cassa di Risparmio di<br />
Bolzano in collaborazione con la Soprintendenza<br />
ai Beni Culturali e l’Unione albergatori e pubblici<br />
esercenti, sia stato selezionato un edificio recente<br />
rispetto ad altri più antichi e con una tradizione<br />
più lunga alle spalle.<br />
Il Seehotel Ambach è un’opera completa come<br />
ne esistono poche, derivata da un linguaggio<br />
architettonico moderno. L’edificio sviluppa temi<br />
quali la regionalità e la tradizione mantenendo<br />
tuttavia una posizione indipendente, spesso menzionata<br />
e imitata, ma mai eguagliata, assumendo<br />
un ruolo incomparabile.<br />
L’hotel è un raro esempio di struttura ricettiva<br />
in eccellente stato di conservazione che ha contribuito<br />
a scrivere la storia dell’architettura grazie<br />
anche al particolare legame fra la committente<br />
Anna Ambach-Weis e l’architetto. La titolare non<br />
ha mai messo in discussione che la proprietà intellettuale<br />
dell’edificio rimanesse a Othmar Barth<br />
e che fosse lui ad occuparsi della sua opera tutta<br />
la vita.<br />
Othmar Barth non è stato solo uno dei più autorevoli<br />
architetti altoatesini a partire dagli anni ‘50.<br />
Da protagonista sempre impegnato in prima linea,<br />
Barth ci ha lasciato un’imponente serie di opere<br />
annoverate tra i più straordinari esempi di architettura<br />
moderna in Alto Adige e oltre i suoi confini.<br />
Othmar Barth è stato anche un eccellente docente<br />
che ha formato generazioni di architetti.<br />
“Costruire nel paesaggio”. Potrebbe essere<br />
il titolo di numerosi suoi progetti, primo fra tutti<br />
il Seehotel Ambach. Già solo l’ubicazione, nel<br />
cuore dei vigneti e di antichi frutteti sulla riva settentrionale<br />
del lago, più precisamente nell’angolo<br />
nord-est, è di per sé speciale. Costruire un edificio<br />
in una tale posizione non solo è per un architetto<br />
un’opera estremamente difficile, ma sicuramente<br />
una delle sfide più affascinanti.<br />
Dopo vari tentativi e la domanda di tutela<br />
dell’area rivierasca, Barth è approdato alla morfologia<br />
attuale che consiste in una composizione<br />
di forme e linee geometriche ben definite: un<br />
triangolo equilatero che punta verso nord costituisce<br />
la base formale della struttura che accoglie<br />
il ristorante e la terrazza sovrastante, entrambi<br />
aperti verso il lago. Il prolungamento dell’ala<br />
destra del triangolo forma un asse robusto su cui<br />
poggiano, uno per lato, due segmenti circolari sfasati<br />
tra loro di dimensioni diverse. Il segmento più<br />
ampio guarda a sud-ovest, si articola su quattro<br />
piani e contiene la tromba delle scale aperta e le<br />
camere per gli ospiti tutti orientati sul paesaggio.<br />
Una scenografia perfetta! Un elemento particolare<br />
nell’ampia varietà del Seehotel Ambach<br />
è senza dubbio la scala esterna che conduce alla<br />
terrazza sul tetto sopra il ristorante. Salendo<br />
i gradini, prima di arrivare in terrazza, si incontra<br />
una grande pedana che regala una meravigliosa<br />
vista sul lago.<br />
Visionaria in egual modo è la “sempre attuale”<br />
area benessere: il lago con tutta la sua ricchezza,<br />
l’ampio parco con antichi alberi da frutto, i salici<br />
e non ultimo il meraviglioso pontile che sfocia<br />
in riva al lago attraversando il canneto.<br />
Anche la scelta dei materiali è ben studiata: sia<br />
all’interno che all’esterno l’intero edificio è stato<br />
rivestito con intonaco bianco grezzo che conferisce<br />
all’insieme il necessario radicamento alla terra.<br />
Un capolavoro e il suo segreto. Con il See hotel<br />
Ambach Barth ha dato certamente vita a uno<br />
dei suoi capolavori che si distingue dalle altre<br />
opere: opulento nel suo linguaggio formale, quasi<br />
giocoso, senza tuttavia perdere nulla del suo<br />
contegno. Il segreto potrebbe celarsi nel riuscito<br />
connubio tra rigide ripetizioni e morbide forme<br />
arrotondate. Naturalmente anche la luce svolge<br />
il suo ruolo significativo insieme al paesaggio.<br />
L’architetto Barth ha inserito nell’edificio<br />
un’incredibile varietà di situazioni spaziali introducendo<br />
al suo interno un’osmosi con il paesaggio<br />
come se lo stabile, sobrio, ma consapevole<br />
del suo effetto, fosse il soggetto<br />
principale di questa topografia. ]<br />
Christian<br />
Schwienbacher<br />
Architetto e membro<br />
della giuria<br />
Versione ridotta e rielaborata del testo completo tratto dalla<br />
pubblicazione “Albergo storico dell’anno in Alto Adige <strong>2014</strong>”<br />
edito dalla Fondazione Cassa di Risparmio<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.40<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.41
VINO & PIACERI<br />
»Non esiste un vero e proprio bon ton degli<br />
abbinamenti enogastronomici, ma prima<br />
di addentrarsi su questo terreno minato è bene<br />
fare alcune considerazioni. L’unica regola è:<br />
vale ciò che piace!«<br />
Christine Mayr, enologa<br />
[ Ogni piatto<br />
ha il suo vino<br />
Riflessioni sui giusti abbinamenti<br />
enogastronomici<br />
di<br />
Christine Mayr<br />
Raramente il vino viene bevuto da solo, solitamente<br />
lo si gusta a tavola. Vino e cibo sono infatti<br />
un connubio inseparabile.<br />
Il vino dovrebbe esaltare i sapori, mettere in<br />
evidenza le caratteristiche dei piatti senza mai<br />
risultare dominante. “Mariage” è il termine usato<br />
in Francia quando si parla di “matrimonio” fra<br />
vino e cucina.<br />
Non esiste un vero e proprio bon ton degli<br />
abbinamenti enogastronomici, ma prima di addentrarsi<br />
su questo “terreno minato” è bene considerare<br />
alcune regole.<br />
Prima regola: è permesso ciò che piace!<br />
E’ sempre bene ricordare che vino e cibo si modificano<br />
a vicenda. L’obiettivo è accrescere il piacere<br />
della buona tavola!<br />
L’abbinamento armonico. L’armonia è sempre<br />
un ottimo sistema di abbinamento: con il termine<br />
armonia si fa riferimento all’origine del vino<br />
e delle pietanze, ma anche alla concordanza di<br />
colori, aromi e sapori. Il Kalterersee ad esempio<br />
si sposa bene allo speck dell’Alto Adige: oltre ad<br />
essere entrambi prodotti regionali, anche cromaticamente<br />
l’accostamento è perfetto. Il sapore stuzzicante<br />
di un Gewürztraminer delle plaghe temperate<br />
di Caldaro ben si sposa con le note intense<br />
di una ricetta indiana con il curry. La gradevole<br />
dolcezza di un moscato giallo invecchiato sottolinea<br />
la gradevolezza di uno strudel alla ricotta con<br />
salsa di vaniglia. E perché non bagnare un soufflé<br />
alla cannella con del moscato rosa?<br />
Opposti e contrasti. Ma a volte è dalla combinazione<br />
fra opposti e contrari che può nascere<br />
un’armonia particolare. Lo si vede soprattutto<br />
nei cibi con una lieve nota aggressiva. Un sapore<br />
leggermente acidulo acquista se abbinato ad un<br />
vino morbido. Lo stesso vale per gli aromi salati,<br />
piccanti e amari. Solitamente un vino morbido<br />
e vellutato è invecchiato e per questo più rotondo.<br />
Provate uno Chardonnay maturo barricato o un<br />
Pinot bianco invecchiato in bottiglia. Rimarrete<br />
stupiti della capacità di abbinamento dei vini<br />
maturi. Ma anche un avvolgente Pinot nero è<br />
un eccellente alleato a tavola. Abbiate quindi un<br />
po’ di pazienza e lasciate ai vostri vini il tempo<br />
necessario per maturare!<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.42 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.43
VINO & PIACERI<br />
»Oggi è tendenzialmente il menù,<br />
quindi la sequenza dei piatti, a definire<br />
quella dei vini.«<br />
Christine Mayr, enologa<br />
Acidità, tasso alcolico e tannini. Anche per<br />
le pietanze altamente grasse bisogna cercare il<br />
contrasto. Il grasso si deposita sul palato come una<br />
patina collosa da “rimuovere” fra un boccone<br />
e l’altro. In questo caso l’acidità di un Riesling o<br />
un Sauvignon è l’ideale. Per cibi grassi intendiamo<br />
quelli in cui la componente grassa viene liquefatta<br />
dal calore della cottura, ma anche i grassi di origine<br />
vegetale. L’oleosità viene percepita al palato<br />
come levigatezza da contrastare con l’effetto<br />
disidratante dell’alcol o la ruvidità dei tannini.<br />
A un piatto di Schlutzkrapfen, i tortelli di spinaci<br />
al burro fuso classici dell’Alto Adige, si abbina<br />
bene un bianco corposo con un tasso alcolico relativamente<br />
elevato come il Pinot grigio del Lago<br />
di Caldaro. Con uno stufato si servirà un Lagrein<br />
ricco di tannini.<br />
Alcol e tannini si sposano bene anche ai cibi<br />
definiti “succosi” come una bella bistecca o un<br />
parmigiano stagionato che impongono vini rossi<br />
con una spiccata tannicità. La prossima volta che<br />
gusterete un filetto di manzo alla griglia pensate<br />
a un corposo Cabernet Sauvignon di Caldaro!<br />
E poi ci sono i piatti che apparentemente potrebbero<br />
sembrare meno saporiti come i tagliolini<br />
al salmone o un risotto alla parmigiana. Anche il<br />
sapore di piatti a base di patate e legumi o i crostacei<br />
potrebbe risultare monodimensionale. In questi<br />
casi per ristabilire l’armonia sensorica ci vuole<br />
la componente minerale di un vino spumante<br />
dell’Alto Adige, vivace al palato.<br />
Se l’abbinamento non funziona potete tamponare<br />
con spezie, zucchero, sale, funghi, noci,<br />
cipolla arrostita, alcuni tipi di frutta, salumi,<br />
formaggi e prodotti contenenti amido. Oppure<br />
si ricorre a un buon cioccolato fondente speziato<br />
o con ripieno all’arancia o a un formaggio erborinato<br />
servito con del miele.<br />
Nell’abbinamento si segue la sequenza classica<br />
(il vino bianco prima del rosso, quello giovane<br />
prima del vecchio e il leggero prima del corposo)<br />
e la successione delle pietanze soggiace a quella<br />
del vino. Oggi però è tendenzialmente il menù,<br />
quindi la sequenza dei piatti a definire<br />
quella dei vini. Per neutralizzare la<br />
bocca si serve dell’acqua.<br />
Buon divertimento e buon appetito!<br />
Alla salute! ]<br />
Christine Mayr,<br />
Presidente<br />
dell’Associazione<br />
Sommelier Alto<br />
Adige e dell’Accademia<br />
del vino Alto Adige<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.44 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.45
IN CUCINA<br />
Ricetta per 4 persone<br />
(3 canederli a testa)<br />
Ingredienti:<br />
per i canederli<br />
250 ml di panna<br />
250 ml di latte<br />
150 g di farina da polenta di Caldaro<br />
150 g di pane da toast (senza crosta)<br />
1 uovo, 5 tuorli<br />
50 g di burro, sale<br />
2 cucchiai di olio di oliva<br />
formaggio di montagna<br />
per gli spinaci<br />
spinaci freschi in foglia<br />
sale, noce moscata<br />
parmigiano grattugiato<br />
Per la spuma di speck<br />
speck<br />
¹/2 cipolla<br />
¹/8 l di vino bianco<br />
¹/8 l di panna<br />
sale, pepe, olio<br />
Preparazione: Portare a ebollizione<br />
la panna e il latte, unirvi lentamente<br />
la farina da polenta e cucinarla fino<br />
a raggiungere una consistenza cremosa.<br />
Lasciarla raffreddare.<br />
Rosolare il pane da toast con il burro<br />
e l’olio di oliva (senza farlo annerire).<br />
Quando l’impasto di polenta è quasi<br />
freddo unire l’uovo e i tuorli e alla fine<br />
il pane. Lasciar raffreddare il composto.<br />
Formare dei canederli, mettervi al<br />
centro un cubetto di formaggio di montagna<br />
e cucinarli per 10 –15 minuti in<br />
acqua salata. Lavare gli spinaci, passarli<br />
in padella e condirli con sale, un pizzico<br />
di noce moscata e il parmigiano.<br />
Stufare la cipolla e lo speck, sfumare<br />
col vino bianco, lasciarlo evaporare<br />
quindi aggiungere la panna e lasciar<br />
sobbollire dolcemente. Alla fine frullare<br />
il tutto nel mixer fino ad ottenere una<br />
crema vellutata.<br />
Secondo la stagione, il contorno di<br />
spinaci può essere sostituito con gli<br />
asparagi in primavera, i funghi in estate,<br />
dello spezzatino di cervo in autunno<br />
o la verza in inverno.<br />
Abbinamento enologico: I canederli<br />
di polenta Masatsch si sposano bene<br />
a un Pinot bianco di Caldaro secco<br />
e fruttato servito freddo o a un Kalterersee<br />
classico.<br />
Buon appetito e salute!<br />
Florian Kritzinger<br />
e la sua brigata<br />
[ Canederli<br />
di polenta<br />
Masatsch<br />
con formaggio di montagna,<br />
spinaci freschi e spuma di speck<br />
Florian Kritzinger,<br />
Chef del Ristorante Masatsch<br />
Hotel e ristorante Masatsch<br />
Si trova nella località di Pianizza<br />
di Sopra (Caldaro). La totale<br />
assenza di barriere architettoniche<br />
lo rende una struttura di fascino<br />
attenta agli ospiti con esigenze<br />
particolari. All’Hotel Masatsch<br />
la qualità è al primo posto anche<br />
a tavola: lo chef Florian Kritzinger<br />
e la sua brigata propongono una<br />
cucina light a base di prodotti<br />
di prima scelta, rigorosamente<br />
freschi e di provenienza regionale.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.46 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.47
PORTRA<strong>IT</strong><br />
[ Il mio segreto?<br />
Essere contento!<br />
Stefan Andergassen … e il segreto di una<br />
vita all‘insegna della semplicità.<br />
Stefan Andergassen<br />
Saper godere delle<br />
piccole cose aiuta<br />
a vivere più serenamente.<br />
Ogni arrabbiatura ci<br />
porta via qualcosa.<br />
di<br />
Lissy Pernthaler<br />
Se come Stefan Andergassen di Pianizza di Sopra<br />
si ha la fortuna di arrivare a 93 anni, si hanno tante<br />
cose da raccontare. Classe 1921, Andergassen<br />
è ancora molto in gamba. Trascorre la giornata<br />
all’aria aperta nei suoi vigneti, a mezzogiorno<br />
si prepara il pranzo da solo, la sera, per cena,<br />
fa una merenda. Negli anni del dopoguerra,<br />
quando gestiva un negozio di generi misti nel<br />
quartiere di Gries, portava a Bolzano le sue mele<br />
e la sua uva che tanto piacevano ai suoi clienti.<br />
A cucinare ha imparato in negozio scambiandosi<br />
le ricette con le signore che venivano a fare<br />
la spesa da lui. Qualcuna se la ricorda ancora.<br />
Stefan Andergassen vive una vita molto semplice.<br />
La sua casa e il suo terreno li ha già intestati<br />
ai suoi due figli. Continua sempre a lavorare<br />
nei campi: la legatura della vite è una cosa che<br />
fa da solo. E’ stato suo padre ad insegnargli tutti<br />
gli aspetti pratici della viticoltura. “Tra le pergole<br />
avevamo sempre un campo in cui coltivavamo<br />
prima il frumento e l’orzo, poi il grano saraceno<br />
e il mais per la polenta. Questo ha consentito alla<br />
nostra famiglia di sopravvivere molto bene”,<br />
racconta. “Chi fra le due guerre coltivava solo<br />
la vite non aveva vita facile”.<br />
sul giornale un annuncio: a Bolzano è in vendita<br />
un negozio di generi misti. Andergassen racimola<br />
i suoi risparmi e coglie la palla al balzo.<br />
Combinare la vita di campagna a quella di città<br />
gli piaceva: durante la settimana lavorava in<br />
negozio e nei giorni di festa andava a lavorare nel<br />
vigneto con tutta la famiglia.<br />
Oggi è tornato ad essere agricoltore a tempo<br />
pieno. Soddisfatto, Stefan Andergassen guarda<br />
i suoi nuovi impianti di Pinot nero. Il nuovo sistema<br />
a controspalliera è meraviglioso, molto più<br />
facile da gestire e nella lotta ai parassiti consente<br />
di usare soltanto due ugelli e non più cinque.<br />
Godere delle piccole cose. Se gli chiedi qual<br />
è il suo segreto risponde senza indugio: essere<br />
sempre contento. Saper godere delle piccole cose<br />
aiuta a vivere più serenamente. E’ convinto che<br />
ogni arrabbiatura ci porti via qualcosa. E così<br />
si guarda indietro con un senso di gratitudine,<br />
ripensando a una vita trascorsa a lungo insieme<br />
alla moglie, scomparsa nel 2010 a 90 anni.<br />
Parlando del loro amore racconta che ogni volta<br />
che si guardavano negli occhi era<br />
come sbocciasse una rosa. E se oggi<br />
potesse scegliere di possedere<br />
il mondo intero o di riavere sua<br />
moglie sceglierebbe lei. ]<br />
Saper cogliere l’occasione. Fino ai 19 anni<br />
Stefan Andergassen fa l’agricoltore a tempo pieno,<br />
ma poi arriva la cartolina di richiamo alle armi.<br />
La maggior parte del tempo è stazionato in Grecia<br />
dove rimane fino al 1944 quando rientra come<br />
invalido di guerra. E’ stata la sua fortuna, dice,<br />
tornare dalla guerra così presto e avere la possibilità<br />
di mettere in piedi un’attività. Un giorno legge<br />
Lissy Pernthaler<br />
L’artista e autrice<br />
caldarese vive a Berlino<br />
e in Alto Adige<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.48<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.49
ENOCULTURA<br />
[ Solti, un<br />
simpatico eroe<br />
Terzo episodio del fumetto dedicato<br />
alle avventure del famoso saltaro.<br />
Per la terza volta Solti, il simpatico eroe dell’omonimo fumetto, si cimenta nella risoluzione<br />
di un caso complicato nella sua Caldaro. Solti adempie con passione al suo compito di guardacampo<br />
garante dell’ordine nei vigneti, ma non sono solo i ladri di uva a dargli del filo da torcere.<br />
In questo terzo capitolo è un ladro di chiavi a disseminare la paura in paese. Misteriosamente<br />
ad ogni viaggio della funicolare della Mendola spariscono le chiavi di qualche macchina. Arrivati<br />
alla stazione a valle, una brutta sorpresa attende i passeggeri. Per Solti e il suo amico Ingo il<br />
porcospino non c’è tempo da perdere … ]<br />
Vielleicht ist<br />
er dir unterwegs<br />
irgendwo<br />
rausgefallen!<br />
Seufz!<br />
Das wäre ein<br />
schöner Mist!<br />
Der Wagen<br />
ist jedenfalls<br />
noch da!<br />
Ja,<br />
und er ist gar nicht<br />
abgesperrt!<br />
Staun!<br />
Dieser Ausblick ist<br />
doch immer wieder<br />
eine Wucht,<br />
nicht Ingo!?<br />
Was hat<br />
das denn zu bedeuten?<br />
Hier stimmt doch<br />
etwas nicht!<br />
Und ob, Solti!<br />
Einfach<br />
gigantisch!<br />
Servus, Heindl!<br />
Bis zum<br />
nächsten Mal!<br />
Che cos’è un<br />
“saltaro”?<br />
Il suo nome deriva dal<br />
latino “saltus” che<br />
significa “podere”.<br />
I saltari avevano un compito<br />
molto importante:<br />
pattugliare i vigneti<br />
e proteggerli dai ladri<br />
di uva. Il programma<br />
settimanale di Caldaro<br />
include anche manifestazioni<br />
e appuntamenti<br />
rivolti ai bambini.<br />
Il contrassegno con<br />
il logo di Solti aiuta<br />
a individuarli con immediatezza.<br />
Das war<br />
wirklich ein toller<br />
Ausflug heute,<br />
Solti!<br />
Ja,<br />
auf der Mendel<br />
ist es immer<br />
Spitze!<br />
Konzept: Friedl Raffeiner Geschichte und Text: Günther Heidegger Illustration: Robert Weikmann<br />
Grummel!<br />
Wo ist denn nur dieser<br />
verflixte Autoschlüssel<br />
geblieben!? Ich bin sicher,<br />
dass ich ihn hier<br />
in die Seitentasche<br />
gesteckt habe!<br />
Solti und der Schlüsseldieb | 3<br />
So eine Sauerei!<br />
Wir müssen die Polizei<br />
informieren und<br />
Anzeige erstatten!<br />
4 | Solti und der Schlüsseldieb<br />
Brumm!<br />
Das kann ich dir sagen!<br />
Hier hat jemand mein Auto<br />
ausgeräumt. Das Radio ist weg!<br />
Und meine<br />
Hellebarde auch!<br />
Genau<br />
das machen wir!<br />
Hallo, Gemeindepolizei?!<br />
Hier ist Solti, ich müsste<br />
einen Diebstahl<br />
melden…<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.50 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.51<br />
Solti’s Abenteuer<br />
2013<br />
Solti<br />
und der<br />
Schlüsseldieb<br />
Il fumetto<br />
di “Solti”<br />
è disponibile<br />
all’Associazione<br />
Turistica di<br />
Caldaro al<br />
Lago.
VINO E LETTERATURA<br />
[ Ebbene sì, lo ammetto:<br />
ogni tanto bevo<br />
vino dalla bottiglia<br />
di<br />
Judith Innerhofer<br />
La prima volta che ho bevuto “vino” ero in Valle Aurina al concerto di beneficenza<br />
“Rock im Tal”. Allora era normale fare una cosa assai poco elegante e cioè<br />
mescolare la Coca Cola col vino rosso. Vignaioli, enologi e buongustai alzeranno<br />
gli occhi al cielo in segno di disappunto, consapevoli del fatto che è una<br />
prassi diffusa ancora oggi.<br />
Ma ad essere sinceri è questa la modalità con cui i giovani altoatesini si avvicinano al vino.<br />
Almeno così è stato per tutti i miei amici. Si tratta di una fase passeggera seguita da quella<br />
che vede protagonista un altro improbabile intruglio a base di vodka e Red Bull.<br />
La ciliegina sulla torta è che sono mix sorseggiati rigorosamente da bicchieri in plastica.<br />
Nei concerti lo si fa per ovvie ragioni di sicurezza. Ma anche in altri contesti è così, in tutto<br />
il mondo e negli altri eventi importanti come il festival di Coachella in California, quello<br />
di Glastonbury in Inghilterra o il Rock am Ring in Germania. Di calici di Riedel neanche<br />
l’ombra!<br />
Al massimo si beve direttamente dalla bottiglia. Per protesta. In segno di ribellione nei luoghi<br />
dove la rivoluzione non c’è perché il benessere non le lascia spazio. Non sono cresciuta<br />
in mezzo agli accattoni. Le prime zaffate di alcol per la strada in pieno giorno le ho sentite<br />
a Parigi, New York e Berlino, non in Alto Adige.<br />
A un certo punto si è cominciato a dire che col pesce si doveva bere il vino bianco e con<br />
la carne quello rosso. Ma questa regola è stata confutata e gli abbinamenti enologici si fanno<br />
secondo il proprio gusto personale.<br />
Ma tutto questo non interessa una quindicenne che quando beve lo fa fuori pasto e non<br />
certo a tavola. E poi, altra insensatezza, bere e mangiare sono due cose completamente<br />
diverse.<br />
E poi a quell’età si vuole essere prestanti. Da giovani si è così, impazienti, con la voglia<br />
di dimenticare, di mollare, di fare festa. Ad assaporare le cose si impara più avanti.<br />
La mia prima bottiglia di vino buono me l’ha regalata mio padre dopo l’ultima prova della<br />
maturità. Avrei dovuto festeggiare l’inizio di una nuova fase della vita in compagnia degli<br />
amici, stappando un vino di qualche anno più vecchio di me. E di fatti festeggiammo a<br />
Brunico, seduti sul marciapiede nel retro di un locale. Sprovvisti di cavatappi, avevamo<br />
spinto il tappo dentro la bottiglia per aprirla. Ripensando oggi a quella scena e a quel buon<br />
vino mi viene da sorridere, ma anche da scuotere la testa.<br />
Gli adulti parlano di bouquet, annata e vini locali. E poi, a un certo punto anche tu ti ritrovi<br />
vecchio, improvvisamente. Ricordo molto bene la prima volta che ho sentito il sapore di<br />
tappo. Avevo cominciato a bere un bicchiere di vino mangiando. I tempi delle sbornie erano<br />
ormai andati, il giorno dopo bisognava essere lucidi.<br />
Da tempo vivo seguendo il consiglio del filosofo austriaco Robert Pfaller, fautore dell’irrazionalità.<br />
Pfaller sostiene che la vita vale la pena di essere vissuta solo se si festeggia, se<br />
si beve e si va a letto insieme. Mi piace bere un buon bicchiere, a volte anche due.<br />
E quando si abita così lontani da casa è bello scoprire che nei migliori ristoranti puoi<br />
ordinare un vino dell’Alto Adige. Ti dà un po’ la sensazione di essere a casa, una sensazione<br />
liquida, impalpabile. Si è così vicini eppure così lontani.<br />
A volte, quando mi torna la voglia di fare la ribelle o di sentirmi “giovane” faccio<br />
un sorso attaccandomi alla bottiglia. Di nascosto. Il vino bevuto a canna ha un sapore<br />
diverso, sa un po’ di proibito, un po’ come allora in Valle Aurina. ]<br />
Judith Innerhofer.<br />
Nata e cresciuta in Valle<br />
Aurina, vive e lavora<br />
a Berlino e nel World<br />
Wide Web. Voleva fare<br />
il medico o la giornalista<br />
ed è diventata entrambe<br />
le cose: ha studiato medicina<br />
di urgenza a Vienna<br />
e a Bruxelles; successivamente<br />
ha completato<br />
la formazione presso<br />
ZE<strong>IT</strong>-Magazin e all’accademia<br />
di giornalismo<br />
Axel Springer. Ha conseguito<br />
la laurea presso<br />
la Columbia University<br />
specializzandosi in social<br />
media. Nel 2011 riceve<br />
il Grimme Online Award<br />
e il premio Axel Springer<br />
per giovani giornalisti.<br />
Dal 2011 scrive per “Die<br />
Welt”. E’ autrice del<br />
racconto “Die Bar”,<br />
pubblicato nel 2012 da<br />
Aufbauverlag.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.52 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.53
IMPRESSIONI<br />
di<br />
Michael E. Sallinger<br />
[ Quattromilacinquecento<br />
battute sull’opulenza<br />
Che cos’è una battuta? Quali sono i tanti significati di questo termine? Una battuta<br />
è l’intervallo fra le parole, è un motto spiritoso e mordace, nel dialogo teatrale<br />
è ciò che dice ogni volta ciascun attore, fisicamente è un colpo dato sulla<br />
superficie di un corpo, ma una battuta è anche il contatto del dito dell’autore<br />
sui tasti del suo strumento di lavoro.<br />
Che cos’è una battuta? Nell’attimo della battuta nasce la parola, da un insieme di battute<br />
nasce un testo, i testi creano componimenti, i componimenti libri. A volte possono<br />
nascere anche delle poesie; quattromilacinquecento caratteri, spazi vuoti compresi, sono<br />
quelli che ho a disposizione per scrivere un testo letterario dedicato a Caldaro e al suo vino.<br />
Quattromilacinquecento caratteri per descrivere l’opulenza.<br />
Prima battuta: comincio a scrivere mettendo insieme i caratteri sul foglio come la trama<br />
e l’ordito su un telaio. I fili si compongono del tempo, delle esperienze di una vita già sufficientemente<br />
lunga che inizia coi ricordi di un bambino, i cui antenati, come si usava allora,<br />
trascorrevano le vacanze in Alto Adige. Tornando a casa si portavano del vino in bottiglioni,<br />
era un vino rosso chiaro che potevamo assaggiare. Si chiamava Kalterersee e racchiudeva<br />
i ricordi delle belle giornate d’estate. Allora non esistevano enologi. Per quanto ne so, non<br />
esisteva neanche il termine sommelier. Al filo si aggiungono altri ricordi: la prima visita<br />
a Caldaro. Come su un foglio che lentamente sbiadisce e mostra al ragazzo di allora una varietà<br />
cromatica sconosciuta e tutta l’intensità dei colori. Sono estati che risalgono a quaranta<br />
anni fa, il rosso del ragù di carne che incontra la pasta asciutta, ancora mi pare di sentirlo se<br />
con la lingua vado a toccare gli angoli della bocca. A tutto ciò appartengono anche i giorni e<br />
le notti in un moderno hotel in riva al lago; sulla terrazza la mano della figlia del proprietario<br />
che si protende verso il canneto. Da questo filo, sul telaio dello scrittore nasce il canovaccio.<br />
Seconda battuta: scrivere significa dare forma ai ricordi e anche al presente. La scrittura implica<br />
l’atto della selezione: non la selezione delle uve, ma quella delle lettere da cui nascono<br />
le parole. La scelta delle parole ha un senso e ha un oggetto. Fra le parole scelgo quelle che<br />
fanno parte del mio oggetto: appunti su un bel luogo. Il suo profilo si definisce, fra la mano<br />
e il lago, fra edifici antichi e possenti, nel mutamento fra sole e molto sole. Poderosamente<br />
tutte le caratteristiche di un luogo e della natura si concentrano. Ovunque c’è un po’ troppo<br />
poco silenzio. Quando arriva l’estate, chi non ama il trambusto farà bene a rifugiarsi nei vigneti,<br />
soprattutto a fine giornata. Tra i filari si è soli con il paesaggio, il lago, i giochi dell’acqua,<br />
la varietà dei colori. Che strana coincidenza: la selezione, un termine che appartiene al<br />
vino, ma anche alle lettere. In tutte le questioni importanti i concetti si ampliano e le parole<br />
si riempiono di significato; non sono univoche, non hanno una sola forma, ma conferiscono<br />
alle cose e agli uomini una pienezza che si riesce a percepire se, in silenzio, si ascolta il senso<br />
delle parole, se si leggono.<br />
Terza battuta: si può scrivere sui portoni delle chiese e non solo lì. Sì, questa è proprio una<br />
bella terra; una terra che un tempo, quando ancora c’era un Dio, la si definiva una terra benedetta.<br />
Non sto dicendo che Dio non esiste. E chi sono per poter dire una cosa simile? Intendo<br />
solo che Dio non esiste più nella connotazione di un fondamento comune: non si ringrazia<br />
più il Signore tutti insieme. Ma sui portoni si può scrivere come fosse un desiderio: che<br />
il luogo e il contenuto tornino ad occupare il loro posto e in questo ritorno favorire la nascita<br />
della semplicità. Esistono tante espressioni esoteriche per esprimere il concetto; si dice<br />
“aprirsi” o “ritagliarsi una pausa” cose che spesso suonano supponenti. Ciò che voglio dire<br />
lo dice anche Hölderlin nella sua opera “Brod und Wein”. Che i torpedoni arranchino sulle<br />
strade lungo i pendii, che le macchine stiano in coda, che le case diventino più grandi e<br />
gli uomini più piccoli: non è questo il punto. Il punto è incontrarsi nel silenzio; il silenzio<br />
consente di rinascere in un luogo meraviglioso come questo. E anche il vino aiuta.<br />
Quarta battuta: è il bussare alla porta. Sono qua. Forse come intruso, ma ci sono,<br />
con questo mix di pensieri e di idee. E’ l’autore che non vuole intervenire, che non vuole<br />
dire nulla. Ma in realtà esiste un autore così? ]<br />
Michael E. Sallinger,<br />
Avvocato, autore e<br />
pittore, Innsbruck<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.54 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.55
PRODOTTI<br />
<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong><br />
e i suoi prodotti<br />
Tutti i prodotti sono disponibili presso <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> e la Casa del vino PUNKT<br />
in Piazza Principale a Caldaro e nelle aziende che aderiscono all‘iniziativa.<br />
Informazioni al sito: www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
La Guida enologica<br />
La Guida enologica fornisce una rappresentazione<br />
dettagliata delle plaghe di coltivazione di Caldaro,<br />
della loro storia geologica e culturale. Protagonisti<br />
della guida sono ovviamente i vini di Caldaro con<br />
tutte le loro peculiarità. Molteplici fattori come<br />
l’annata, il terroir e le caratteristiche distintive di<br />
ogni produttore definiscono la vasta gamma di vini<br />
di questo territorio. La presentazione viene completata<br />
dall’elenco delle aziende che aderiscono al<br />
consorzio <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.<br />
Il calice di <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong><br />
Il bicchiere con l’incisione <strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> creato<br />
appositamente per il “Kalterersee” viene<br />
proposto in una elegante confezione. Un calice<br />
capace di trasmettere il carattere del vitigno in<br />
tutto il suo equilibrio e le sue sfumature. Per convincersene<br />
non resta che provare<br />
di persona. (→ € 22,–)<br />
La carta dei vigneti<br />
La carta dei vigneti contenuta nel manuale<br />
del vino è disponibile anche in formato poster.<br />
Per il suo carattere decorativo, la riproduzione<br />
del territorio viticolo di Caldaro è ideale per essere<br />
appesa nell’ingresso di cantine e aziende vinicole,<br />
di associazioni turistiche, uffici comunali e case<br />
private.<br />
L’originale Polenta di Caldaro<br />
C’era un tempo in cui il paese vitivinicolo Caldaro<br />
era famoso per un cereale: il mais. Da qui l’idea<br />
di tornare a coltivarlo prendendo in affitto un<br />
terreno sulle rive del lago di Caldaro, di cui si occupano<br />
contadini e volontari. La polenta e il vino<br />
Kalterersee, il connubio ideale! (→ € 6,–)<br />
“ Gli edifici storici di Caldaro” e<br />
“ Gli edifici moderni di Caldaro”<br />
Il vino influenza l’architettura e quindi l’immagine<br />
di un luogo. Due brochure raccontano<br />
l’architettura storica e l’architettura moderna<br />
di Caldaro. Oltre che dei bellissimi edifici storici<br />
nello stile dell’Oltradige si parla anche del<br />
“miracolo architettonico” di Caldaro. (→ € 1,–)<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.56 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.57
iN CHIUSURA<br />
Nel vigneto si chiude la stagione. L’anno volge al termine e a Caldaro<br />
i vignaioli rifiniscono i loro vini con la loro nota personale.<br />
La nuova annata di Kalterersee, vino di punta locale, si presenta come di consueto<br />
in tutto il suo splendore: fresco e fruttato, evoca i ricordi dell’estate,<br />
i pendii rigogliosi di vegetazione, i grappoli sani e vigorosi. Succede a Caldaro,<br />
dove il villaggio e il suo vino si uniscono in un connubio inseparabile.<br />
Succede a Caldaro, terra del Kalterersee.<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.58 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.59
APPUNTAMENTI<br />
[ A proposito di vino<br />
<strong>2014</strong><br />
20 maggio <strong>2014</strong>, ore 19 – 23<br />
Il meglio di Caldaro<br />
Presentazione, degustazione<br />
e premiazione dei<br />
migliori vini della Charta<br />
dell’annata 2013.<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
Il meglio<br />
di Caldaro<br />
Degustazione<br />
dei vini Kalterersee<br />
insigniti del sigillo<br />
Charta<br />
una<br />
pas seggiata<br />
tra atmosfera<br />
e gusto<br />
27 aprile <strong>2014</strong>, ore 10 – 18<br />
Una passeggiata<br />
tra atmosfera e gusto<br />
Con la bella stagione arriva<br />
la voglia di trascorrere<br />
una domenica all’aperto.<br />
Le aziende del consorzio<br />
<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> aprono i battenti<br />
invitando a degustazioni,<br />
visite alle cantine<br />
e inedite proposte incentrate<br />
sul vino e sulla gastronomia.<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
3 maggio <strong>2014</strong><br />
Wineparty<br />
Apertura della stagione<br />
In occasione del Wineparty<br />
in programma per sabato<br />
3 maggio al winecenter, i calici<br />
si levano per inaugurare<br />
ufficialmente la stagione.<br />
Nella storica cornice, turisti<br />
e residenti brinderanno alla<br />
nuova stagione in vista di<br />
un’estate promettente.<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
10 maggio – 7 giugno <strong>2014</strong><br />
Vino in festa<br />
Un mese dedicato al piacere,<br />
al vino, alla cultura e all’intrattenimento<br />
con un finale<br />
mozzafiato: la Notte delle<br />
cantine, il 7 giugno <strong>2014</strong>.<br />
www.suedtiroler-<strong>wein</strong>strasse.it<br />
A Caldaro e dintorni<br />
L’anno del vino<br />
in Alto Adige<br />
12 – 16 marzo <strong>2014</strong><br />
Mostra Vini Bolzano<br />
a Bolzano Castel Mareccio<br />
www.suedtirol<strong>wein</strong>.com<br />
6 – 9 aprile <strong>2014</strong><br />
Vinitaly a Verona –<br />
Salone internazionale dei vini<br />
e dei distillati<br />
www.vinitaly.it<br />
10 – 12 maggio <strong>2014</strong><br />
Giornate Altoatesine del Pinot Nero<br />
a Montagna ed Egna<br />
www.blauburgunder.it<br />
18 maggio <strong>2014</strong>, ore 10 – 17<br />
Giornata internazionale<br />
del museo enologico<br />
www.<strong>wein</strong>museum.it<br />
7 giugno <strong>2014</strong><br />
La notte delle cantine<br />
www.suedtiroler-<strong>wein</strong>strasse.it<br />
3 settembre <strong>2014</strong>, ore 16 – 17.30<br />
Storia delle antiche viti<br />
www.<strong>wein</strong>museum.it<br />
8 – 10 novembre <strong>2014</strong><br />
Merano International Winefestival<br />
www.meranowinefestival.com<br />
Godetevi la primavera a Caldaro.<br />
Date il benvenuto alla primavera<br />
come più vi piace, in maniera individuale.<br />
Con “Non solo vino”<br />
è facilissimo. A Caldaro quelle fra<br />
il 21 aprile e il 24 maggio <strong>2014</strong><br />
saranno cinque straordinarie<br />
settimane di primavera e di anticipo<br />
estate.<br />
21 – 26 aprile <strong>2014</strong>: Vino & Piaceri<br />
26 aprile – 3 maggio <strong>2014</strong>: Vino & Escursioni<br />
3 – 10 maggio <strong>2014</strong>: Vino & Musica<br />
10 – 17 maggio <strong>2014</strong>: Vino & Bici<br />
17 – 24 maggio <strong>2014</strong>: Vino & Kalterersee<br />
Il pacchetto base.<br />
A Caldaro il vino è sempre protagonista,<br />
anche nel contesto del pacchetto base<br />
valido per tutte le cinque settimane.<br />
Il martedì è la giornata dedicata alla degustazione<br />
enologica nelle cantine sociali<br />
in compagnia dei produttori. Il giovedì<br />
sarà la volta dei gruppi musicali che si<br />
esibiranno in concerti allestiti nella suggestiva<br />
cornice delle cantine. Il venerdì si<br />
aprono i corsi e i seminari dell’Accademia<br />
del vino Alto Adige con sede a Caldaro.<br />
Ed il sabato si fa festa con la colazione<br />
a base di spumante presso la cantina vinicola<br />
Kettmeir.<br />
Offerte speciali d‘autunno:<br />
Anche durante l’autunno Caldaro<br />
propone settimane speciali con<br />
“Vino e Törggelen”. Dolce succo<br />
d’uva, foglie variopinte, giornate<br />
temperate, notti fresche. A Caldaro<br />
l’autunno ha mille volti e mille<br />
colori e una cosa che accomuna tutti:<br />
il vino.<br />
24 giugno <strong>2014</strong>, ore 18 – 23<br />
Caldaro in abito bianco<br />
Un’esperienza sensoriale<br />
nel mondo dei vini bianchi.<br />
Il meglio di Caldaro nella<br />
suggestiva cornice di Piazza<br />
Principale.<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
4 e 5 settembre <strong>2014</strong>,<br />
ore 18 – 23<br />
Giornate caldaresi<br />
del vino<br />
Da quasi 30 anni, l’atteso<br />
appuntamento enologico<br />
invita a scoprire e degustare<br />
oltre 150 specialità: un<br />
evento imperdibile per tutti<br />
gli intenditori e gli appassionati<br />
di vino.<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
4 ottobre <strong>2014</strong>, ore 10 – 18<br />
Vino e cucina a Caldaro<br />
Passeggiata enogastronomica<br />
nel centro storico.<br />
Mentre gli ultimi grappoli<br />
maturano pazienti nei vigneti,<br />
a Caldaro si festeggia<br />
all’insegna dei piaceri!<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
Caldaro in<br />
abito bianco<br />
Un’esperienza<br />
sensoriale nel<br />
mondo dei vini<br />
bianchi.<br />
Vino e<br />
cucina a<br />
Caldaro<br />
Passeggiata enogastronomica<br />
nel<br />
centro storico.<br />
Giornate<br />
Caldaresi<br />
del vino<br />
Appuntamento<br />
enologico nel<br />
centro di Caldaro<br />
Ulteriori informazioni su:<br />
www.kalterersee-<strong>wein</strong>.com/it<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.60 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.61
# swa_programm_<strong>2014</strong>_2.1.indd 1 11.12.13 16:13<br />
APPUNTAMENTI<br />
Caldaro<br />
Programma settimanale<br />
Lunedì<br />
Ore 15 – Viaggio in carrozza lungo il<br />
percorso del vino con degustazione di vini<br />
locali in una delle cantine. Prenotazioni entro<br />
le ore 12 di lunedì all’Associazione Turistica<br />
di Caldaro.<br />
Adulti € 20,–; bambini € 8,–<br />
(da luglio a metà settembre alle ore 16)<br />
Martedì<br />
Ore 10 – Tra antichi vitigni e tradizioni<br />
millenarie: visita guidata al Museo<br />
del vino<br />
Immergetevi nella storia millenaria della<br />
viticoltura locale per scoprire la ricchezza<br />
delle tradizioni vinicole dell’Alto Adige.<br />
Nel vigneto vedrete rari e antichi vitigni<br />
locali e i diversi sistemi di realizzazione delle<br />
pergole. Dopo il viaggio nel passato, la visita<br />
si conclude con un bicchiere di Kalterersee<br />
nella suggestiva atmosfera della cantina<br />
interrata. (agosto e settembre)<br />
Contributo spese: € 4,–<br />
Mercoledì<br />
Ore 16.30 – Visita guidata nei vigneti<br />
di Caldaro<br />
Il contenuto di una bottiglia dipende in<br />
gran parte dalla modalità e dalla zona di<br />
coltivazione dell’uva. Un vignaiolo esperto<br />
introduce alla viticoltura informando su<br />
sistemi di coltivazione, vitigni e plaghe.<br />
Al termine della passeggiata degustazione<br />
in una delle cantine.<br />
Ritrovo davanti all’Associazione Turistica.<br />
Contributo spese a partire dai 14 anni: € 10,–<br />
(inclusi degustazione e una copia del libro<br />
“Vendemmia letteraria”)<br />
Giovedì<br />
Ore 15 – Viaggio in carrozza lungo<br />
il percorso del vino<br />
Vedi Lunedì<br />
Programma <strong>2014</strong><br />
maggio<br />
07.05.<br />
L’abbicì dell’enologia<br />
Enoteca Gandolfi, Bolzano<br />
21.05.<br />
L’abbicì approfondito<br />
Enoteca Gandolfi, Bolzano<br />
giugno<br />
11.06.<br />
Franciacorta (degustazione)<br />
con Riccardo Ricci Curbastro<br />
Parkhotel Luna, Bolzano<br />
agosto<br />
13.08.<br />
L’abbicì dell’enologia<br />
Accademia del vino Alto Adige,<br />
Caldaro<br />
settembre<br />
03.09.<br />
Franciacorta (degustazione)<br />
con Ricci Cubastro<br />
Parkhotel Luna, Bolzano<br />
ottobre<br />
29.10.<br />
L’abbicì dell’enologia<br />
approfondito<br />
Enoteca Gandolfi, Bolzano<br />
novembre<br />
25.11.<br />
L’abbicì dell’enologia<br />
Enoteca Gandolfi, Bolzano<br />
27.11.<br />
Cannonau italiani e Granache<br />
del Rodano: confronto<br />
impossibile? (degustazione)<br />
con Dario Cappelloni<br />
Parkhotel Luna, Bolzano<br />
NEU:<br />
Bierakademie<br />
Questa edizione di <strong>wein</strong>.magazin è stata realizzata<br />
con il gentile sostegno di:<br />
Kursprogramm<br />
Programma corsi<br />
<strong>2014</strong><br />
Ulteriori informazioni e iscrizioni:<br />
Accademia del vino Alto Adige, Piazza Maria von Buol 4A,<br />
39052 Caldaro, Tel. + 39 0471 964 609,<br />
info@<strong>wein</strong>akademie.it, www.<strong>wein</strong>akademie.it<br />
[<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.62 [<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong> magazin <strong>2014</strong> — p.63
» Amate i vini eleganti e leggeri?<br />
Quelli di facile beva che<br />
non presuppongono la cultura<br />
di un sommelier? Se cercate<br />
tutto questo, a Caldaro siete<br />
nel posto giusto.« ]<br />
GEO-Special Südtirol,<br />
aprile 2013<br />
→ pag. 6<br />
Iniziativa per la promozione<br />
della qualità e della cultura<br />
enologica a Caldaro.<br />
Piazza Principale 8<br />
I-39052 Caldaro al Lago<br />
T +39 0471 965 410<br />
F +39 0471 963 469<br />
info@<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com<br />
www.<strong>wein</strong>.<strong>kaltern</strong>.com