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LA CONVENZIONE DI BARCELLONA - Comune di Lucca

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<strong>LA</strong> <strong>CONVENZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong><br />

<strong>LA</strong> <strong>CONVENZIONE</strong> DELLE NAZIONI UNITE PER <strong>LA</strong> SALVAGUAR<strong>DI</strong>A DEL MAR ME<strong>DI</strong>TERRANEO<br />

Da decine <strong>di</strong> anni ormai si abusa in maniera terribile del Mar Me<strong>di</strong>terraneo. Gli scarichi industriali sono versati<br />

<strong>di</strong>rettamente in mare, le acqua <strong>di</strong> scarico delle città sono scaricate senza trattamento e le petroliere lasciano il segno<br />

del loro passaggio con una traccia <strong>di</strong> inquinamenti. Le zone <strong>di</strong> pesca sono sovrasfruttate , mentre le creature quali la<br />

foca monaca, le tartarughe marine ed i delfini sono in reale pericolo <strong>di</strong> estinzione.<br />

L'inquinamento sta raggiungendo tutti gli angoli del mare. Morie <strong>di</strong> pesci sono state segnalate in posti tanto lontani<br />

quali Cipro e l’Algeria. I fusti contenenti residui tossici troppo pericolosi per essere depositi in paesi occidentali sono<br />

stati fatti inabissare cinicamente lungo le coste del Libano. Le industrie della carta in Turchia fanno largo uso della<br />

tecnica dell’imbiancamento, tecnologia abbandonato nei paesi ' moderni '. In Israele la EIL , fabbrica <strong>di</strong> PVC, ha il<br />

suo tubo <strong>di</strong> scarico <strong>di</strong>rettamente su una spiaggia pubblica.<br />

I governi delle nazioni costiere del Me<strong>di</strong>terraneo hanno promesso <strong>di</strong> arrestare la degradazione del mare da oltre 20<br />

anni. Nel 1975, tutte le nazioni che si affacciano sul mare (tranne l'Albania, l'Algeria e la Siria) sono venute in<br />

contatto a Barcellona dove hanno promesso <strong>di</strong> " approntare tutte le misure adatte ad evitare, ridurre e combattere<br />

l'inquinamento nella zona del Mar Me<strong>di</strong>terraneo<br />

e proteggere e migliorare l'ambiente marino."<br />

Questo cosiddetto piano d'azione me<strong>di</strong>terraneo,<br />

lanciato dalle Nazioni Unite, era la culla del<br />

programma oggi conosciuto come la<br />

Convenzione <strong>di</strong> Barcellona. La Convenzione <strong>di</strong><br />

Barcellona contiene sei protocolli, che, se messi<br />

in atto, condurrebbero alla protezione del mare.<br />

Oggi, tutti i paesi che si affacciano sul<br />

Me<strong>di</strong>terraneo, includendo l’Unione Europea, sono<br />

membri della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona.<br />

Purtroppo, questo non implica che la<br />

Convenzione venga rispettata. La convenzione è<br />

chiaramente sotto la minaccia <strong>di</strong> essere<br />

trasformata in un obiettivo politico che gli stati membri stanno soltanto promettendo <strong>di</strong> mettere in atto nel lontano<br />

futuro. Per oltre venti anni, la convenzione è stata scritta e riscritta, così come è stata aggiornata dai leader degli stati<br />

membri, ma senza venire <strong>di</strong> un solo passo più vicino alla ratifica reale. Solamente con la ratifica la convenzione<br />

entrerà legalmente in vigore e <strong>di</strong>venterà quel cane da guar<strong>di</strong>a ambientale <strong>di</strong> cui la regione ha <strong>di</strong>speratamente bisogno.<br />

Finora, la Tunisia ha ratificato tutti i protocolli mentre il Principato <strong>di</strong> Monaco, l'Italia e la Spagna hanno ratificato<br />

tutti i protocolli fatta eccezione per quelli riguardanti gli scarichi pericolosi in mare ( Hazardous wastes Protocol ) e il<br />

Offshore Protocol.<br />

Greenpeace ha lavorato continuamente con il segretariato della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona per migliorare la<br />

Convenzione. Anche se alcuni degli articoli devono essere rinforzati, Greenpeace generalmente sostiene l’attuale<br />

espressione della Convenzione. Il duro lavoro fatto per <strong>di</strong>segnare i sei protocolli sarà tuttavia inutile, a meno che tutti<br />

i<br />

Protocolli nella Convenzione <strong>di</strong> Barcellona siano ratificati e messi in atto dai relativi stati membri. Questi, oggi,<br />

stanno nascondendosi <strong>di</strong>etro i loro statuti firmatori, che in realtà non hanno alcun valore tranne servire agli stati<br />

membri per alimentare l'impressione che le loro intenzioni sono genuine.<br />

Greenpeace invita le parti contraenti della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona, che ancora non hanno ratificato la<br />

Convenzione ed i relativi protocolli, a fare ciò con urgenza. All'alba <strong>di</strong> nuovo millennio, tutti i paesi me<strong>di</strong>terranei<br />

attribuiscono la colpa <strong>di</strong>condurre il Mare Me<strong>di</strong>terraneo alla <strong>di</strong>struzione agli effetti mortali dell’inquinamento


incontrollato che ingolfa il relativo ecosistema. Tutti i paesi dovrebbero adottare rapidamente una legislazione più<br />

completa a livello nazionale per assicurare un ambiente pulito per la regione.<br />

UNO SPACCATO SUL<strong>LA</strong> <strong>CONVENZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong><br />

Sull'iniziativa del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), i rappresentanti <strong>di</strong> tutte le nazioni costiere del<br />

Me<strong>di</strong>terranee ( fatta eccezione per Siria e l'Albania) e dell'EU ( l’allora CEE ) sono venute in contatto a Barcellona<br />

nel 1975 per formare una struttura chiamata Me<strong>di</strong>terranean Action Plan (MAP).L’obiettivo dell’UNEP era fermare la<br />

degradazione veloce del mare, un punto necessario per la sopravvivenza dell'ere<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>terranea.<br />

Il MAP si trova nel centro degli sforzi internazionali per proteggere il<br />

Me<strong>di</strong>terraneo. Il relativo quadro giuri<strong>di</strong>co è stato formalizzato un anno più tar<strong>di</strong><br />

con l'istituzione della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona. La Convenzione <strong>di</strong> Barcellona<br />

<strong>di</strong>chiara fortemente quale tipo <strong>di</strong> azione deve essere intrapresa per assicurare la<br />

protezione del mare. I sei protocolli legali inclusi nella relativa struttura<br />

forniscono un profilo dettagliato delle misure che devono essere approntate per<br />

raggiungere questo obiettivo.<br />

La Convenzione <strong>di</strong> Barcellona è stata adottata nel 1976 ed è stata ratificata dalle parti interessate nel 1978. Tuttavia,<br />

questa prima convenzione era troppo debole per garantire la protezione necessaria del mare. Ciò era già chiaro nel<br />

1985, quando i paesi aderenti al MAP si sono incontrati a Genova per valutare il progresso della prima decade del<br />

programma. Niente era stato fatto per assicurare che i paesi aderenti avessero realmente cominciato ad effettuare ciò<br />

che era stato ratificato ed il programma per la protezione del mare stava pesantemente fallendo a causa del ritardo.<br />

Nel 1995, le correzioni alla Convenzione hanno stabilito il Principio Precauzionale ed insieme come nuovo ed ultimo<br />

obiettivo l'eliminazione completa delle fonti <strong>di</strong> inquinamento. Il Principio Precauzionale comporta che misure<br />

precauzionali siano da attuare qualora ci siano ragioni fondate che un'attività sia probabile causa <strong>di</strong> danno<br />

all'ambiente, anche se non ci sia una prova conclusiva. Nell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> far entrare in vigore queste correzioni, tre quarti<br />

delle parti contraenti devono presentare i loro strumenti <strong>di</strong> accettazione al segretariato, cioè i ¾ devono ratificare.<br />

Questa ristrutturazione del MAP è oggi conosciuta come MAP fase II.<br />

Oggi, 20 paesi me<strong>di</strong>terranei e l'EU sono le parti contraenti della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona. Tuttavia, è soltanto la<br />

Tunisia che ha ratificato tutti i protocolli. Il Principato <strong>di</strong> Monaco, la Spagna e l'Italia devono ancora ratificare il<br />

Hazardous Waste e Offshore Protocol. Il resto delle parti contraenti sta ancora ritardando. La ratifica è essenziale se la<br />

Convenzione deve essere il guar<strong>di</strong>ano del Mare Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

La attuale Convenzione <strong>di</strong> Barcellona consiste <strong>di</strong> sei Protocolli, che, se ratificati e entrati in vigore, darebbero al Mare<br />

Me<strong>di</strong>terraneo la protezione <strong>di</strong> cui esso ha drasticamente bisogno. Per <strong>di</strong>ventare legali, cioè entrare in vigore, un dato<br />

numero <strong>di</strong> paesi devono ratificare. Alcuni protocolli devono essere ratificati dai tre quarti dei paesi contraenti, mentre<br />

per altri protocolli il numero minimo richiesto è <strong>di</strong> sei paesi (vedere la pagina inerente ai dati esatti per ogni<br />

protocollo). La responsabilità <strong>di</strong> progettazione dei protocolli è affidata ad un certo numero <strong>di</strong> esperti, coor<strong>di</strong>nati<br />

dall'unità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione del MAP (MEDU).<br />

I PROTOCOLLI DEL<strong>LA</strong> <strong>CONVENZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong><br />

• <strong>LA</strong>ND-BASED SOURCES PROTOCOL<br />

Il Protocollo mira ad eliminare l’inquinamento proveniente dalle sorgenti e<br />

dalle attività <strong>di</strong> terra. Focalizza la sua attenzione principalmente<br />

sull’eliminazione delle sostanze tossiche persistenti bioaccumulabili nel ciclo<br />

della catena alimentare.<br />

• SPECIALLY PROTECTED AREAS PROTOCOL<br />

Il Protocollo mira alla conservazione della bio<strong>di</strong>versità marina e delle specie <strong>di</strong><br />

fauna e flora Me<strong>di</strong>terranee minacciate, istituendo e gestendo le zone specialmente protette.<br />

• DUMPING PROTOCOL


Il Protocollo punta ad una progressiva eliminazione <strong>di</strong> fuoriuscite <strong>di</strong> sostanze tossiche in mare. Riguarda tutte le<br />

forme <strong>di</strong> sversamenti ed è strutturato sulle stesse righe della Convenzione <strong>di</strong> Londra. Proibisce lo sversamento in<br />

mare da navi e velivoli ed egualmente include l’incenerimento in are<br />

• OFFSHORE PROTOCOLIl Protocollo regola le attività <strong>di</strong> esplorazione e sfruttamento della piattaforma<br />

continentale, <strong>di</strong> fondali e sottosuolo marini. Stabilisce anche regole per garantire la continuazione <strong>di</strong> tali attività.<br />

Sebbene all’avanguar<strong>di</strong>a, lascia molte scappatoie a attività pericolose, quali la pratica <strong>di</strong> affondamento <strong>di</strong><br />

piattaforme petrolifere.<br />

• HAZARDOUS WASTES PROTOCOL<br />

Il Protocollo vieta l’importazione, l’esportazione e/o il transito <strong>di</strong> effluenti<br />

ra<strong>di</strong>oattivi e tossici dai paesi dell’Unione Europea ai paesi Extracomunitari.<br />

• EMERGENCY PROTOCOL<br />

Il Protocollo stabilisce che le parti contraenti collaboreranno per proteggere il<br />

mare in caso <strong>di</strong> incidenti con rilascio in mare <strong>di</strong> idrocarburi o <strong>di</strong> altre sostanze<br />

pericolose.<br />

STRUTTURA DEL PIANO D’AZIONE DEL ME<strong>DI</strong>TERRANEO E CONFERENZA <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong><br />

Il <strong>di</strong>rettore esecutivo dell’UNEP ha la responsabilità generale sulla gestione del Piano d'Azione Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Tuttavia, le parti contraenti alla Convenzione <strong>di</strong> Barcellona (le nazioni Me<strong>di</strong>terranee e l'Unione Europea) si<br />

riuniscono ogni due anni a livello ministeriale, per riflettere sulla politica generale, sulla strategia e su questioni<br />

politiche relative alla loro cooperazione così come per decidere del programma e del budget del MAP.<br />

FUNZIONAMENTO DEL MAP SU TRE LIVELLI:<br />

Il livello legale: La Convenzione <strong>di</strong> Barcellona ed i relativi protocolli sono destinati a garantire la legittimità<br />

intergovernativa per quanto riguarda i paesi litoranei Me<strong>di</strong>terranei e le istituzioni internazionali. Per trasformarsi in<br />

uno strumento giuri<strong>di</strong>co, la Convenzione deve essere ratificata dai relativi paesi.<br />

Il livello scientifico: Il MAP accerta la comprensione dei Protocolli, controllando e valutazione le con<strong>di</strong>zioni<br />

dell'ambiente; egualmente mira a stabilire un linguaggio scientifico comune fra i paesi litoranei Me<strong>di</strong>terranei.<br />

Il livello socio-economico: Gli obiettivi del MAP sono promuovere le strategie nazionali per sviluppo sostenibile, nel<br />

quadro <strong>di</strong> un metodo regionale.<br />

Il MAP e la Convenzione <strong>di</strong> Barcellona sono coor<strong>di</strong>nati dal<br />

segretariato della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona, chiamato Coor<strong>di</strong>nating<br />

Unit (MEDU). MEDU ha sede in Atene, Grecia.<br />

Il lavoro più dettagliato è <strong>di</strong>viso in un certo numero <strong>di</strong> strutture,<br />

coor<strong>di</strong>nate dal MEDU. Sei centri regionali <strong>di</strong> attività (RAC) ed il<br />

programma <strong>di</strong> MED POL, sono responsabili dell'implementazione<br />

dei componenti rispettivi del Piano d'Azione Me<strong>di</strong>terraneo e della<br />

Convenzione <strong>di</strong> Barcellona. Queste strutture funzionano a lungo<br />

termine e sono sparse nella regione me<strong>di</strong>terranea. Le attività sono<br />

finanziate principalmente attraverso il Fondo Fiduciario Me<strong>di</strong>terraneo, a cui contribuiscono l’UNEP e l'insieme dei<br />

paesi membri.<br />

PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’<br />

CONTROLLO E VALUTAZIONE DELL’INQUINAMENTO


All'interno del MAP, le attività collegate con la valutazione ed il controllo dell’inquinamento marino sono organizzate<br />

e coor<strong>di</strong>nate dal programma MED POL. Il suo principale scopo è <strong>di</strong> aiutare le parti contraenti a formulare i<br />

programmi e le misure per gestire ed eliminare l'inquinamento marino. Attraverso MED POL, le parti contraenti<br />

formulano e stabiliscono quali vie seguire in caso <strong>di</strong> inquinamento, come pure le attività <strong>di</strong> ricerca da usare come<br />

elemento essenziale per la gestione litoranea adatta. MED POL è lo strumento dato alle parti contraenti dal MAP per<br />

l'implementazione del LBS Protocol, Dumping Protocol e del Hazardous Wastes Protocol. Come tale esso non prende<br />

parte <strong>di</strong>rettamente all’effettuazione <strong>di</strong> test e analisi. Coor<strong>di</strong>na solamente i funzionamenti e riceve i risultati delle<br />

analisi condotte dagli esperti dei territori delle parti contraenti.<br />

CONSERVAZIONE MARINA<br />

Per stabilire le zone specialmente protette e per contribuire a salvaguardare la<br />

<strong>di</strong>versità biologica nella regione, un nuovo protocollo riguardante le aree<br />

particolarmente protette e la <strong>di</strong>versità biologica nel Me<strong>di</strong>terraneo è stato adottato<br />

dalle parti contraenti nel mese <strong>di</strong> giugno del 1995. Il protocollo invita alla<br />

redazione <strong>di</strong> una lista delle zone particolarmente protette <strong>di</strong> importanza<br />

me<strong>di</strong>terranea (SPAMI) per conservare la bio<strong>di</strong>versità e mantenere gli ecosistemi<br />

Me<strong>di</strong>terranei specifici. Le misure relative includono la protezione e la<br />

conservazione della specie, della regolazione dell'introduzione della specie non endemiche o geneticamente mo<strong>di</strong>ficate<br />

e del miglioramento della ricerca scientifica, della tecnica e della gestione relativa alle zone specialmente protette.<br />

SVILUPPO SOSTENIBILE - CAMP<br />

Il programma della gestione delle zone costiere del MAP (CAMP) è una forma <strong>di</strong> collaborazione avanzata fra il MAP,<br />

le autorità nazionali e locali e le istituzioni così come le istituzioni finanziarie internazionali. È basato su principi <strong>di</strong><br />

sviluppo sostenibile, della progettazione integrata e della gestione delle zone costiere Me<strong>di</strong>terranee (ICAM). I tre<strong>di</strong>ci<br />

progetti del CAMP dal 1989 sono stati o stanno per essere resi effettivi in varie parti della regione Me<strong>di</strong>terranea.<br />

MEDO<br />

L'osservatorio Me<strong>di</strong>terraneo per lo sviluppo e per l’ambiente (MEDO) ha come<br />

relativi obiettivi principali:<br />

- il contributo ad una comprensione migliore del rapporto ambiente/sviluppo<br />

e<br />

- fornire a coloro che prenderanno le decisioni un’informazione obiettiva e dati a<br />

sostegno <strong>di</strong> uno sviluppo sostenibile.<br />

DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELLE STRUTTURE <strong>DI</strong> RIFERIMENTO<br />

PIANO D’AZIONE IL ME<strong>DI</strong>TERRANEO (MAP)<br />

Costituito dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), il Piano d'Azione Me<strong>di</strong>terraneo è una<br />

<strong>di</strong>chiarazione d'intenti per salvare il Mare Me<strong>di</strong>terraneo e non ha in sé obblighi legali. È stato adottato da 16 paesi<br />

Me<strong>di</strong>terranei e dalla Comunità Europea a Barcellona, Spagna, nel 1975 ed è stata la culla per lo sviluppo della<br />

Convenzione <strong>di</strong> Barcellona.<br />

<strong>CONVENZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong><br />

La Convenzione <strong>di</strong> Barcellona deve essere vista come una costituzione per la salvaguar<strong>di</strong>a del Mar Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Originalmente è stata <strong>di</strong>segnato a Barcellona, nel 1976 ed è entrata in vigore, cioè è stato ratificata ed è <strong>di</strong>ventata


legalmente obbligatorio, nel 1978. Tuttavia, la Convenzione originale era così vaga che non ha condotto ad alcuni<br />

miglioramenti nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> degrado del mare. Nel 1995, la Convenzione quin<strong>di</strong> è stata emendata con un certo<br />

numero <strong>di</strong> punti necessari per renderla uno strumento utile per la protezione dell'ambiente. Il Principio Precauzionale<br />

è stato introdotto, per cui nessun tipo <strong>di</strong> azione deve essere intrapresa, se il rischio <strong>di</strong> effetto negativo sull'ambiente è<br />

ritenuto sospetto. Questa ultima versione, chiamata MAP Phase II che è sostenuta da Greenpeace, è stata ratificata<br />

soltanto da due paesi, il Principato <strong>di</strong> Monaco e Tunisia e quin<strong>di</strong> non è entrata in vigore.<br />

<strong>LA</strong> <strong>CONVENZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong><br />

Titolo originale completo<br />

Convenzione per la protezione del Mar Me<strong>di</strong>terraneo<br />

dall’inquinamento<br />

Adottato Barcellona, Spagna, 16 Febbraio 1976<br />

Entrata in vigore 12 Febbraio 1978<br />

Emendato Barcellona, Spagna, 9-10 Giugno 1995<br />

Nuovo titolo<br />

Convenzione per la protezione dell’ambiente marino e della regione<br />

litoranea del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Con riferimento all’articolo 22 della convenzione, l’emendamento della<br />

Convenzione <strong>di</strong> Barcellona entrerà in vigore fra i paesi che accetteranno<br />

Ratifiche necessarie per l’entrata in vigore tale correzione il trentesimo giorno seguente la ricezione dal depositario<br />

della notifica <strong>di</strong> accettazione <strong>di</strong> almeno ¾ delle nazioni aderenti. Al 31<br />

Marzo del 1999, solamente due paesi hanno ratificato la mo<strong>di</strong>fica della<br />

Convenzione (Tunisia, Principato <strong>di</strong> Monaco, Spagna ed Italia).<br />

Stato della ratifica<br />

Principato <strong>di</strong> Monaco, Tunisia, Spagna e Italia<br />

Paesi sottoscrittori della Convenzione : Albania, Algeria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Cipro, Egitto, Unione<br />

Europea, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Principato <strong>di</strong> Monaco, Marocco, Slovenia, Spagna,<br />

Siria, Tunisia, Turchia.<br />

I PROTOCOLLI DEL<strong>LA</strong> <strong>CONVENZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong><br />

L’aspetto più significativo della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona e del Piano d'Azione Me<strong>di</strong>terraneo è dato dai relativi sei<br />

Protocolli: strumenti che offrono una spiegazione dettagliata delle misure che devono essere prese per la salvaguar<strong>di</strong>a<br />

del mare. Una volta che il quorum richiesto per le ratifiche è raggiunto questi Protocolli entrano in vigore al livello <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritto internazionale. Allora sarà dovere <strong>di</strong> tutti i paesi prendere tutte le misure necessarie per renderle effettive come<br />

legislazione nazionale.<br />

Alcuni Protocolli devono essere ratificati da ¾ dei paesi per entrare in vigore, mentre altri richiedono la ratifica <strong>di</strong> sei<br />

stati membri come minimo. In questa fase, tutti i paesi sono vincolati ad aderire ai Protocolli, persino quelli che hanno<br />

firmato ma non ancora ratificato. Tutt’oggi, la maggior parte delle nazioni aderenti alla Convenzione hanno<br />

solamente firmato i Protocolli, che in pratica non significa nient'altro se non un riconoscimento puro della loro<br />

esistenza. Le eccezioni sono la Tunisia, Principato <strong>di</strong> Monaco, la Spagna e l'Italia, paesi che hanno ratificato i<br />

Protocolli (con Principato <strong>di</strong> Monaco, Italia e Spagna con ancora da ratificare il Hazardous Wastes Protocol).<br />

La maggior parte dei Protocolli originali erano stati ratificati. Tuttavia, questi Protocolli sono stati emendati<br />

successivamente, poiché erano troppo deboli nelle loro strutture originali. Nessuno dei 6 Protocolli, nella forma in qui<br />

oggi sono proposti, sono stati ratificati dal numero richiesto <strong>di</strong> paesi per permettere l’entrata in vigore.<br />

<strong>LA</strong>ND-BASED SOURCES (LBS) PROTOCOL<br />

Titolo originale completo<br />

Protocollo per la protezione del Mare Me<strong>di</strong>terraneo da inquinamento<br />

derivante da sorgenti a terra<br />

Adottato Atene, Grecia, 17 Maggio 1980


Entrata in vigore 17 Giugno 1983<br />

Emendato Siracusa, Italia, 6-7 Marzo 1996<br />

Nuovo titolo Protocollo per la protezione del Mare Me<strong>di</strong>terraneo contro<br />

l’inquinamento derivante da sorgenti e da attività a terra<br />

Ratifiche necessarie per l’entrata in vigore ¾ dei paesi aderenti<br />

Stato della ratifica<br />

Principato <strong>di</strong> Monaco, Tunisia, Spagna, Italia<br />

DESCRIZIONE<br />

Il Protocollo originale è stato mo<strong>di</strong>ficato tramite gli emendamenti adottati a Siracusa, il 7 Marzo 1996. Il Protocollo<br />

emendato ancora non è entrato in vigore. L'articolo 15 del LBS Protocol invita i paesi ad adottare un piano d'azione e<br />

un programma che contengano le misure e le scadenze per l'implementazione fornita nell’Articolo 5 (Obblighi<br />

Generali/ Articolo 5 Paragrafo 1 stabilisce: I paesi decidono <strong>di</strong> eliminare l'inquinamento che deriva dalle sorgenti e<br />

dalle attività a terra, in particolare eliminare gli input delle sostanze tossiche, persistenti e bioaccumulabili).<br />

Nel mese <strong>di</strong> novembre del 1997, i paesi aderenti hanno adottato il "<br />

Programma <strong>di</strong> Azione Strategico per ridurre l'inquinamento da attività<br />

a terra " che fissano chiare scadenze per eliminare tutte le sostanze<br />

pericolose che minacciano l'ambiente in conformità con il LBS<br />

Protocol. Entro l'anno 2025, i siti <strong>di</strong> scarico e le emissioni in atmosfera<br />

delle installazioni industriali dovranno essere conformi alle<br />

<strong>di</strong>sposizioni del Protocollo del 1996. Nel frattempo " in un periodo <strong>di</strong><br />

10 anni ", gli scariche, le emissioni e le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> sostanze tossiche<br />

persistenti e bioaccumulabili dalle installazioni industriali dovranno<br />

essere ridotte del 50%.<br />

La <strong>di</strong>sposizione generale dell’emendamento del 1996 del LBS Protocol consiste " nell'eliminazione progressiva delle<br />

sostanze tossiche, persistenti e bioaccumulabili " . I paesi devono adottare simili programmi <strong>di</strong> azione nazionali "<br />

entro un periodo <strong>di</strong> cinque anni ". Affinché queste scadenze siano efficaci, il LBS Protocol deve entrare in vigore e<br />

questo richiede la ratifica <strong>di</strong> almeno 15 paesi. Attualmente, soltanto la Tunisia, il Principato <strong>di</strong> Monaco, la Spagna e<br />

l'Italia hanno ratificato l'ultima mo<strong>di</strong>fica apportata il 10 giugno 1995.<br />

HAZARDOUS WASTES PROTOCOL<br />

Titolo originale completo<br />

Protocollo sulla prevenzione dell’inquinamento del Mar Me<strong>di</strong>terraneo<br />

derivato da trasporti via mare <strong>di</strong> rifiuti pericolosi e dal loro smaltimento<br />

Adottato Smirne, Turchia, 1 Ottobre 1996<br />

Entrata in vigore<br />

No<br />

Ratifiche necessarie per l’entrata in vigore 6 paesi<br />

Stato della ratifica<br />

Tunisia<br />

DESCRIZIONE<br />

Un nuovo Protocollo adottato a Smirne nel 1996, pone un <strong>di</strong>vieto alle<br />

importazione nei paesi non aderenti alla OECD (Organizzazione per<br />

la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) <strong>di</strong> effluenti ra<strong>di</strong>oattivi e<br />

tossici, e pone per le stesse sostanze un <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> esportazione e<br />

trasporto dai paesi dell'OECD ai paesi Non-OECD, scongiurando<br />

così il pericolo che i paesi in via <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong>ventino le <strong>di</strong>scariche<br />

dei paesi sviluppati.


Il Protocollo egualmente incoraggia i paesi a muoversi verso processi <strong>di</strong> produzione puliti per sbarazzarsi una volta<br />

per tutte del problema della produzione e dell'eliminazione del rifiuto pericoloso. Differentemente dalla similare<br />

Convenzione internazionale (Convenzione <strong>di</strong> Basilea), il Protocollo presenta il vantaggio <strong>di</strong> vietare il commercio <strong>di</strong><br />

effluenti ra<strong>di</strong>oattivi fra i paesi sviluppati ed in via <strong>di</strong> sviluppo, salvando le popolazioni <strong>di</strong> questi paesi dal pericolo <strong>di</strong><br />

derivante dalla gestione <strong>di</strong> tali rifiuti mortali.<br />

DUMPING PROTOCOL<br />

Titolo originale completo<br />

Protocollo per la prevenzione dall’inquinamento derivato da scarichi<br />

navali e aerei nel Mare Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Adottato Barcellona, Spagna, 6 Febbraio 1976<br />

Entrata in vigore 12 Febbraio 1978<br />

Emendato Barcellona, Spagna, 9-10 Giugno 1995<br />

Nuovo Titolo<br />

Protocollo per la prevenzione e l’eliminazione <strong>di</strong> inquinamento derivato<br />

da scarichi navali, aerei e da incenerimento in mare<br />

Ratifiche necessarie per l’entrata in vigore ¾ dei paesi aderenti<br />

Stato della ratifica<br />

Principato <strong>di</strong> Monaco, Tunisia, Spagna, Italia<br />

DESCRIZIONE<br />

Emendato nello stesso momento della Convenzione nel 1995. Le nuove correzioni hanno introdotto un'eliminazione<br />

progressiva dell’inquinamento del mare proveniente dagli scarichi delle navi e dei velivoli sulle stesse linee della<br />

Convenzione <strong>di</strong> Londra. Il <strong>di</strong>vieto riguarda tutte le categorie <strong>di</strong> scarichi inquinanti tranne una breve lista <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong><br />

questi che hanno bisogno <strong>di</strong> un permesso speciale, e non un breve elenco <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vieti ed una lista aperta <strong>di</strong> concessioni allo sversamento in mare, come<br />

stipulato nel protocollo originale. Gli effetti <strong>di</strong> queste sostanze sulle forme <strong>di</strong><br />

vita marine e sulle attività marine devono essere considerati quando questi<br />

permessi vengono rilasciati. La guida <strong>di</strong> riferimento ed i test <strong>di</strong> verifica per la<br />

fuoruscita <strong>di</strong> tali sostanze devono essere adottati dalle parti contraenti, ma il<br />

Protocollo deve entrare in vigore affinché questa guida <strong>di</strong> riferimento sia<br />

efficace. La zona coperta dal <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> scarico ora copre sia il fondo marino<br />

che il sottosuolo marino, e tale <strong>di</strong>vieto include egualmente l'incenerimento in<br />

mare.<br />

SPECIALLY PROTECTED AREAS PROTOCOL<br />

Titolo originale completo<br />

Protocollo riguardante le zone particolarmente protette del Mar<br />

Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Adottato Ginevra, Svizzera, 3 Aprile 1982<br />

Entrata in vigore 23 Marzo 1986<br />

Emendato<br />

Barcellona, Spagna, 9-10 Giugno 1995. Il nuovo Protocollo include gli<br />

annessi che sono stasi adottati a Monaco, il 24 Novembre 1996<br />

Nuovo Titolo<br />

Protocollo riguardante le zone particolarmente protette e la <strong>di</strong>versità<br />

biologica del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Ratifiche necessarie per l’entrata in vigore 6 paesi<br />

Stato della ratifica<br />

Principato <strong>di</strong> Monaco, Tunisia, Spagna, Italia<br />

DESCRIZIONE


Il nuovo protocollo adottato nel 1995 ed al quale nuovi annessi sono stati aggiunti a Monaco nel 1996 ha sostituito il<br />

protocollo del 1982. Impegna i paesi a conservare la bio<strong>di</strong>versità marina e le<br />

specie minacciate o in pericolo della fauna e della flora Me<strong>di</strong>terranee,<br />

in<strong>di</strong>viduando e gestendo le zone specialmente protette. Si dovrebbero elaborare<br />

inventari <strong>di</strong> tali specie e delle attività che le mettono in pericolo. In queste aree<br />

si dovrebbero vietare rilascio e deposito <strong>di</strong> rifiuti. L'introduzione delle specie<br />

non endemiche o geneticamente mo<strong>di</strong>ficate che hanno effetti nocivi sugli<br />

ecosistemi va egualmente vietata. Poiché è molto <strong>di</strong>fficile pre<strong>di</strong>re gli effetti<br />

dell'introduzione <strong>di</strong> tali specie nell'ambiente marino e naturale nell'insieme, è<br />

molto importante che questo protocollo entri in vigore.<br />

OFFSHORE PROTOCOL<br />

Titolo originale completo Protocollo per la protezione del Mare Me<strong>di</strong>terraneo contro<br />

inquinamento derivante da esplorazione e sfruttamento della<br />

piattaforma continentale, del fondale marino e del relativo sottosuolo<br />

Adottato Madrid, Spagna, 14 Ottobre 1994<br />

Entrata in vigore<br />

No<br />

Ratifiche necessarie per l’entrata in vigore 6 paesi<br />

Stato <strong>di</strong> ratifica<br />

Tunisia<br />

DESCRIZIONE<br />

Adottato nel 1994, questo accordo non è ancora in vigore. Regola le attività <strong>di</strong> sfruttamento<br />

e <strong>di</strong> esplorazione della piattaforma continentale, i fondali marini e il sottosuolo. Stabilisce<br />

le regole per assegnare i permessi per effettuare tali attività, basate sulle migliori tecnologie<br />

<strong>di</strong>sponibili. Anche se all’avanguar<strong>di</strong>a, esso lascia numerose scappatoie quali<br />

l’affondamento <strong>di</strong> piattaforme in mare.<br />

I paesi dell'EU sono tuttavia meglio protetti sotto il sistema legale attuale. Ciò<br />

specialmente dopo gli accor<strong>di</strong> dell’OSPAR (Oslo and Paris Commission). È quin<strong>di</strong> bene<br />

che questo Protocollo sia aggiornato e mo<strong>di</strong>ficato in linea con la legislazione che viene<br />

applicata nei paesi dell’EU affacciati sull’Atlantico.<br />

PROTOCOLLO <strong>DI</strong> EMERGENZA<br />

Titolo originale completo<br />

Protocollo riguardante la cooperazione nel combattere l’inquinamento<br />

in casi <strong>di</strong> emergenza dettata dallo sversamento <strong>di</strong> idrocarburi e altre<br />

sostanze nocive nel Mar Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Adottato Barcellona, Spagna, 16 Feββraio 1978<br />

Entrato in vigore 12 Feββraio 1978<br />

Stato <strong>di</strong> ratifica<br />

Ratificato da tutti i paesi


DESCRIZIONE<br />

Il Emergency Protocol è entrato in vigore il 12 febbraio 1978. Le parti<br />

contraenti a questo protocollo coopereranno nella preparazione delle<br />

misure necessarie nei casi <strong>di</strong> pericolo grave ed imminente per l'ambiente<br />

marino, per il litorale o per gli interessi relativi <strong>di</strong> uno o più dei paesi<br />

dovuto alla presenza <strong>di</strong> quantità voluminose <strong>di</strong> olio o altre sostanze nocive<br />

derivate da cause accidentali o da un'accumulazione <strong>di</strong> piccoli scarichi che<br />

sono inquinanti o che minacciano <strong>di</strong> inquinare il mare all'interno della<br />

zona definita dalla Convenzione.<br />

1. Blu Plan Regional Activity Centre - Il Blu Plan Regional Activity Center (BP/RAC) cerca <strong>di</strong> prevedere le<br />

conseguenze ambientali dei vari orientamenti negli sviluppi futuri. L’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o include parametri come le risorse<br />

idriche, la popolazione umana, l'urbanizzazione, l'industria, l'agricoltura, il commercio, il consumo <strong>di</strong> energia, il<br />

turismo, i rapporti culturali ed i valori ambientali. Il BP/RAC sta aggiornando progressivamente i relativi futuri piani<br />

d'azione attraverso gli stu<strong>di</strong> tematici più approfon<strong>di</strong>ti.<br />

2. Priority Action Programme Regional Activity Center - Il Blue Plan Regional Activity Centre (BP/RAC) sta<br />

fungendo da parte principale per l'implementazione del programma litoraneo della gestione <strong>di</strong> zona. Tenta <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare i problemi imme<strong>di</strong>atamente collegati con il pesante sviluppo in corso nella regione Me<strong>di</strong>terranea e gli<br />

effetti dello stress su ecosistemi costieri e risorse.<br />

3. Regional Marine Pollution Emergency Response Centre for the Me<strong>di</strong>terranean - Il Regional Marine Pollution<br />

Emergency Response Centre for the Me<strong>di</strong>terranean (REMPEC) (precedentemente chiamato ROCC) ha svolto un ruolo<br />

<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nazione fondamentale, sin dall'approvazione del Emergency Protocol. È responsabile dell'implementazione<br />

del protocollo ad opera dei paesi Me<strong>di</strong>terranei. Inoltre, il ruolo del Centro è stato allargato ad includere l'inquinamento<br />

accidentale dovuto a sostanze pericolose.<br />

4. Specially Protected Areas Regional Activity Centre - The Specially<br />

Protected Areas Regional Activity Centre (SPA/RAC) svolge un ruolo essenziale<br />

nell'implementazione del Specially Protected Areas and Bio<strong>di</strong>versity Protocol. Il<br />

Centro provvede a organizzare corsi <strong>di</strong> formazione e fornisce informazioni per<br />

l’istituzione e la gestione <strong>di</strong> zone protette e lavora inoltre sull’ampliamento <strong>di</strong><br />

piani d'azione specifici per la protezione della specie in pericolo.<br />

5. Environment Remote Sensing Regional Activity Centre - Il Environment<br />

Remote Sensing Regional Activity Centre (ERS/RAC) ha introdotto l'applicazione<br />

delle tecniche <strong>di</strong> telerilevamento per l'osservazione e lo stu<strong>di</strong>o sullo stato <strong>di</strong> salute<br />

e sui cambiamenti delle zone costiere marine e del bacino Me<strong>di</strong>terraneo,<br />

integrando queste con i dati convenzionali derivati da altre fonti come le misure<br />

in situ e la cartografia.<br />

6. Regional Activity Centre for Cleaner Production - Il Regional Activity<br />

Centre for Cleaner Production (CP/RAC) è stato istituito nel 1996. La relativa<br />

funzione è quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del concetto <strong>di</strong> produzioni pulite e prevenzione da<br />

forme <strong>di</strong> inquinamento, delle relative tecniche e pratiche e dei relativi vantaggi<br />

nel miglioramento del settore industriale.<br />

Me<strong>di</strong>terranean Commission on Sustainable Development (MCSD): La Commissione me<strong>di</strong>terranea per uno<br />

sviluppo sostenibile (MCSD) è stata istituita nel 1996 come un organo <strong>di</strong> consiglio e forum per il <strong>di</strong>alogo, per la<br />

sviluppo <strong>di</strong> strategie regionali sostenibili per il Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

MAP's Co-or<strong>di</strong>nating Unit acts noto come segretariato dell’MCSD. Il MCSD si compone <strong>di</strong> 36 membri,<br />

rappresentati ciascuna della 21 parti contraenti, così come cinque rappresentanti per ciascuno dei seguenti tre gruppi:<br />

reti <strong>di</strong> autorità locale, attori socio-economici e ONG. La prima riunione del MCSD si è svolta a Rabat, Marocco, 16-18<br />

<strong>di</strong>cembre del 1996.


Meetings of the MAP National Focal Points (NFP): Ogni meeting del MAP National Focal Points (NFP) è<br />

incεnτraτo sull’andamento del piano d'azione e prepara il programma ed il budget per il biennio seguente che vengono<br />

presentati alle riunioni delle parti contraenti per l’approvazione definitiva; queste riunioni sono tenute solitamente<br />

durante lo stesso anno delle riunioni del CPs.<br />

Secretariat for the Protection of Coastal Historic Sites - il segretariato per la protezione dei siti storici costieri tenta<br />

<strong>di</strong> proteggere i luoghi storici <strong>di</strong> comune interesse per il Me<strong>di</strong>terraneo già identificati dalle parti contraenti sulla base<br />

<strong>di</strong> criteri <strong>di</strong> selezione approvati. Il Centro concentra il relativo lavoro sui siti che si trovano sulla lista <strong>di</strong> 100 cantieri<br />

archeologici nei <strong>di</strong>versi paesi costieri del Me<strong>di</strong>terraneo. I settori <strong>di</strong> interesse del centro sono principalmente siti<br />

archeologici subacquei, dove viene inoltre attuato uno sviluppo sostenibile del patrimonio storico.<br />

MAP PHASE II<br />

Il piano d'azione per la protezione dell'ambiente marino e dello sviluppo sostenibile delle zone costiere del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo (Map Phase II) è stato adottato dalle parti contraenti al congresso dei plenipotenziari tenuto a<br />

Barcellona, Spagna il 9 - 10 giugno 1995. La Convenzione ha egualmente adottato la Risoluzione <strong>di</strong> Barcellona sullo<br />

sviluppo ambientale sostenibile e sui Campi Prioritari <strong>di</strong> Attività. Il piano d'azione (MAP Phase II) ed i Campi<br />

Prioritari <strong>di</strong> Attività sono appen<strong>di</strong>ci alla Risoluzione <strong>di</strong> Barcellona.<br />

COOR<strong>DI</strong>NAZIONE DEL MAP E DEL<strong>LA</strong> <strong>CONVENZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BARCELLONA</strong> - MEDU Il piano d'azione per<br />

il Me<strong>di</strong>terraneo (MAP) è coor<strong>di</strong>nato dal segretariato della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona, chiamata Co-or<strong>di</strong>nating Unit<br />

(MEDU).Il MEDU ha sede ad Atene, Grecia.<br />

Il MEDU coor<strong>di</strong>na tutte le attività del MAP ed effettua le funzioni <strong>di</strong> segretariato in nome dell’UNEP nelle modalità<br />

previste dalla convenzione. Egualmente prepara le riunioni con la loro documentazione necessaria, trasmette le<br />

notifiche e valuta le inchieste. L'unità egualmente coor<strong>di</strong>na e sorveglia il lavoro dei sei centri regionali (RAC) <strong>di</strong><br />

attività del MAP, così come il componente <strong>di</strong> MED POL.<br />

FONDO FIDUCIARIO MONETARIO (MTF)<br />

Le attività del MAP sono finanziate principalmente attraverso il Fondo Fiduciario Me<strong>di</strong>terraneo (MTF), istituito nel<br />

1979, al quale contribuiscono tutte le parti contraenti della Convenzione <strong>di</strong> Barcellona in accordo a una scala che<br />

prende in considerazione i valori <strong>di</strong> una seconda scala <strong>di</strong> valutazione adottata delle Nazioni Unite.<br />

UFFICIO DEL MAP<br />

L'ufficio del MAP, composto da sei rappresentanti delle parti contraenti, eletti durante i meeting dei singoli paesi, ha<br />

l'operazione <strong>di</strong> guidare e <strong>di</strong> consigliare il segretariato nel periodo intercorrente tra le riunioni. L'ufficio si riunisce due<br />

volte all'anno.<br />

PROGRAMMA PER <strong>LA</strong> VALUTAZIONE ED IL CONTROLLO DELL’INQUINAMENTO NEL<strong>LA</strong><br />

REGIONE ME<strong>DI</strong>TERRANEA (MED POL)<br />

Il programma <strong>di</strong> MED POL è iniziato nel 1975 come il componente ambientale <strong>di</strong> valutazione del MAP e adesso si<br />

trova nella sua terza fase. Suo compito è <strong>di</strong> assistere i paesi me<strong>di</strong>terranei nella formulazione e nel miglioramento dei<br />

programmi <strong>di</strong> valutazione dell’inquinamento(monitoraggio delle tendenze dell’inquinamento marino, monitoraggio<br />

degli effetti biologici).. I dati raccolti da MED POL (passati sempre a MED POL attraverso le parti contraenti) e le<br />

informazioni, contribuiscono <strong>di</strong>rettamente al miglioramento dei LBS e Dumping Protocol. Il programma <strong>di</strong> MED POL<br />

è coor<strong>di</strong>nato dal MEDU a Atene.<br />

CENTRI <strong>DI</strong> ATTIVITA’ REGIONALE<br />

I centri <strong>di</strong> attività regionale (RAC) sono responsabili del miglioramento dei componenti rispettivi del piano d'azione<br />

Me<strong>di</strong>terraneo. I RAC (tranne REMPEC) sono considerati come centri nazionali che svolgono le funzioni regionali per<br />

conto della Comunità Me<strong>di</strong>terranea. Questa attività regionale è finanziata dal Fondo Fiduciario Me<strong>di</strong>terraneo (MTF). I<br />

RAC effettuano le loro mansioni sotto il consiglio ed il controllo del MEDU ed in conformità con le decisioni prese<br />

durante le riunioni delle parti contraenti.

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