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Cavi AudioQuest Kilimanjaro + Cheetah

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<strong>Cavi</strong> <strong>AudioQuest</strong> <strong>Kilimanjaro</strong> + <strong>Cheetah</strong><br />

<strong>Kilimanjaro</strong> + <strong>Cheetah</strong><br />

In alto a sinistra: uno spaccato<br />

del cavo <strong>Cheetah</strong> che<br />

mostra la disposizione dei<br />

conduttori.<br />

Sopra: il <strong>Kilimanjaro</strong>, come<br />

si vede in questo spaccato,<br />

impiega una geometria<br />

a doppio concentrico.<br />

Qui accanto: i connettori<br />

del <strong>Cheetah</strong> sono placcati<br />

con una spessa lamina<br />

d’argento, senza impiego<br />

di nichel.<br />

questo articolo (che ha avuto una gestazione particolarmente<br />

lunga), sono state effettuate delle<br />

modifiche “in corsa”. Insomma, un prodotto con<br />

una storia complessa.<br />

La tecnologia individuata da <strong>AudioQuest</strong> va sotto<br />

il nome di DBS, ossia Dielectric-Bias System.<br />

Prevede l’applicazione di una tensione costante di<br />

24 Volt sugli strati isolanti del cavo, ottenuta tramite<br />

l’inserimento di due batterie di un tipo che<br />

qui negli USA si chiama 21/23, piuttosto diffuso<br />

in quanto è impiegato nei telecomandi dei cancelli<br />

motorizzati. <strong>AudioQuest</strong> mi ha assicurato che la<br />

batteria è reperibile praticamente in tutto il mondo,<br />

e in ogni caso, attraverso i suoi distributori, il<br />

costruttore si impegna a fornire eventuali ricambi.<br />

La durata delle batterie è comunque di molti<br />

anni, dal momento che non sono chiamate a svolgere<br />

alcun altro compito se non quello di percorrere<br />

la lunghezza del cavo con la loro tensione, e<br />

non sono sottoposte ad alcun carico (in questo senso,<br />

la definizione di cavi “attivi” che ho precedentemente<br />

dato è ovviamente poco accurata, e sono<br />

contento di averla virgolettata!).<br />

Le batterie, fornite in dotazione, sono inserite in<br />

un bussolotto metallico assicurato al cavo tramite<br />

due fascette elastiche, in prossimità dei connettori.<br />

I modelli arrivati in prova prevedevano<br />

l’uso di una sola batteria nel cavo di segnale,<br />

due su quello di potenza. Secondo <strong>AudioQuest</strong>,<br />

grazie ad esperimenti condotti quando il prodotto<br />

era già in circolazione, il risultato che si ottiene<br />

raddoppiando la tensione anche sul cavo di segnale<br />

è eccezionale, per cui i contenitori sono stati<br />

sostituiti su tutti gli esemplari già circolanti, oltre<br />

che naturalmente su quelli forniti al sottoscritto.<br />

Sul contenitore è anche presente un minuscolo<br />

pulsante, che serve a verificare lo stato di<br />

carica delle batterie, essendo collegato a un led che<br />

si accende quando la carica è ottimale. I bussolotti<br />

sono collegati al cavo tramite un breve spezzone<br />

terminato in una presa minijack a due poli, di quelle<br />

che si usano per le cuffiette monofoniche da<br />

computer (questa parte del contenitore ha dato<br />

qualche filo da torcere ad <strong>AudioQuest</strong>, i primi<br />

esemplari infatti causavano un corto che dava l’illusione<br />

che le batterie fossero scariche. I contenitori<br />

sono stati migliorati e tutti quelli già in<br />

circolazione sostituiti.) Lo spezzone connette direttamente<br />

le batterie agli elementi isolanti del cavo:<br />

il polo positivo a un componente centrale e<br />

quello negativo al periferico foglio schermante e<br />

al relativo filo solido in argento da 22 AWG.<br />

Per definire al meglio il funzionamento del sistema<br />

DBS vi rimando all’incorniciato con l’intervista<br />

a Bill Low. In breve qui vi dico che quello<br />

che in sostanza la carica da 24 fa è orientare e<br />

polarizzare l’isolante in modo elettrostatico, e<br />

quindi incrementandone le qualità isolanti e soprattutto<br />

dielettriche. Tra i vantaggi di questo sistema,<br />

ce n’è comunque anche di pratici. Il cavo,<br />

infatti, è in qualche modo sempre al lavoro dal<br />

momento in cui è costruito, e per questa ragione<br />

SUONO • febbraio 2004

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