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Nessun Passante Nord? - La Tribuna

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MAURIZIO CEVENINI<br />

Ci hanno dato un’altra<br />

bicicletta, forse l’ultima<br />

Togliamo pure i furbetti di “striscia la notizia”<br />

e di qualche giornale ma il dato inconfutabile<br />

di domenica scorsa è che oltre tre milioni di<br />

persone hanno fatto il gesto più alto della democrazia mettendo<br />

anche le mani in tasca per il finanziamento ad un nuovo<br />

partito. Sono in corso in queste ore le analisi sulla distribuzione<br />

del voto, sull’età dei votanti, sugli iscritti ai partiti<br />

ma la prova che si cercava sulla voglia di esprimersi contro<br />

l’antipolitica c’è stata. Confesso di aver provato qualche<br />

soddisfazione persino nel vedere la partecipazione del giorno<br />

prima di AN, al netto dei nostalgici da guardare con commiserazione,<br />

perché anche quella è stata voglia di espressione<br />

politica contro il qualunquismo. Ma pensando alla mia<br />

nuova casa, il PD, credo che i cittadini a due anni dall’investitura<br />

di Prodi abbiano voluto lanciare l’ennesimo messaggio,<br />

forse veramente l’ultimo. Dalle urne esce la volontà di<br />

aggregazione, la spinta a fare anche sul fronte avverso la<br />

stessa operazione politica. L’Italia si deve rinnovare, fare le<br />

riforma senza il ricatto costante di piccole enclave che frenano<br />

l’azione di governo. il Partito Democratico nasce per sostenere<br />

e rafforzare il governo di Romano Prodi, non ci devono<br />

essere dubbi e fantasie su questo anche se è indispensabile<br />

uno scatto profondo nella sua azione a partire dal pacchetto<br />

di riforme istituzionale, depositato in commissione<br />

Affari costituzionali, che permetta di cambiare faccia al sistema<br />

politico nazionale. Passaggio difficile e delicato ma senza<br />

alternative e se qualche alleato frena va denunciato al Paese<br />

senza reticenze perché il PD deve caratterizzarsi anche come<br />

movimento politico che fa della chiarezza e trasparenza il<br />

primo elemento identitario. Dal voto esce netta la leadership<br />

di Veltroni che, dopo l’assemblea di fine ottobre diventerà<br />

operativa. Questa forza deve permettere in tempi rapidi, a<br />

livello nazionale e regionale, di definire i contorni dell’organizzazione<br />

del Partito e i temi centrali di un programma snello<br />

e realizzabile su sicurezza, ambiente, tasse, patto generazionale,<br />

non ultima la collocazione internazionale. Una stagione<br />

nuova che non deve scandalizzare se affronta con un approccio<br />

originale la geografia politica superando l’ingessatura<br />

prodotto dallo schema del secolo scorso destra-sinistra;<br />

rafforzando il bipolarismo ma cercando, nel buon senso<br />

e ascoltando la voce dei cittadini, alleanze nuove nella soluzione<br />

dei problemi. Gli italiani, o almeno una parte di essi, ci<br />

hanno consegnato un’altra bicicletta per pedalare meglio di<br />

quanto abbiamo fatto fino ad oggi.<br />

Orti e anziani, per una città giovane<br />

<strong>La</strong> Bologna che vogliamo<br />

di Davide Ferrari<br />

ALESSANDRA SERVIDORI<br />

tutto da ex-contadini, e ancora<br />

oggi circa il 30% dei partecipanti<br />

dichiara di coltivare il proprio<br />

orto per mantenere un legame<br />

con il proprio passato. Via via<br />

negli anni sono arrivate altre<br />

persone ed oggi circa il 60% dichiara<br />

di fare questa attività unicamente<br />

per passatempo. Molti<br />

hanno l’orto da meno di dieci<br />

anni. Si affaccia anche<br />

qualche laureato volonteroso.<br />

In sostanza<br />

ai “veterani” si sono<br />

affiancate nuove leve,<br />

più cittadine. Questa<br />

esperienza non è in crisi.<br />

Molti vogliono iniziarla.<br />

anzi il problema<br />

è quello che potrebbe nascere da<br />

un assottigliamento degli appezzamenti.<br />

Infatti un calo del numero<br />

di orti a volte può derivare<br />

da un’altra destinazione del territorio,<br />

per nuovi parchi o nuo-<br />

Bilancio rosso, rosso, rosso<br />

Italia bocciata in tutte le materie nelle pari<br />

opportunità. Nonostante i progressi, il bilancio<br />

finale è ancora in rosso. Dagli orari di<br />

lavoro alle strutture pubbliche, il sistema Paese<br />

non ha saputo seguire i cambiamenti di<br />

una società e di un mondo produttivo che<br />

oggi chiedono la massima flessibilità. Mancano<br />

servizi e sostegni per una vita fatta di lavoro, famiglia,<br />

tempo libero. A risentirne sono, in particolare, le donne. Il<br />

giudizio è categorico: le opportunità non sono uguali per<br />

tutti, non solo per la difficoltà di carriera o per la scarsa presenza<br />

femminile nei luoghi di potere, a cominciare dalla politica,<br />

ma perché mancano strutture e condizioni che possono<br />

essere create solo da un approccio innovativo e globale.<br />

Molto concreto. <strong>La</strong> risposta necessaria è in nuove politiche<br />

di genere, che non agiscano per settori ma a tutto campo.<br />

Sono gli aspetti essenziali emersi dalla ricerca “<strong>La</strong> road map<br />

delle pari opportunità”, presentata a Roma il 18 ottobre alla<br />

Camera dei Deputati. L’indagine, patrocinata dalla ministra<br />

Barbara Pollastrini, su iniziativa della Conferenza dei Presidenti<br />

delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province<br />

autonome ha evidenziato tanti buchi neri. In fatto di<br />

pari opportunità il Paese è seccamente bocciato dalle italia-<br />

Sono un migliaio gli anziani che<br />

coltivano, a Bologna, un orto in<br />

concessione dal comune. E’ una<br />

realtà nota e apprezzata, che,<br />

tuttavia, si sente un poco trascurata.<br />

Eppure è importante,<br />

lo riconoscono il Comune di Bologna<br />

ed i Presidenti dei Quartieri.<br />

Un recente questionario del<br />

Coordinamento provinciale centri<br />

Sociali anziani e Orti (che è<br />

parte dell’Associazione nazionale<br />

ANCESCAO) permette di<br />

capire meglio le caratteristiche<br />

delle tante persone impegnate.<br />

Hanno risposto alle domande di<br />

ANCESCAO 486 uomini e 111<br />

donne. <strong>La</strong> prima generazione di<br />

“ortisti” venne formata sopratvi<br />

interventi per la viabilità. Potrebbe<br />

essere l’occasione per ridisegnare<br />

la mappa dei terreni,<br />

rendere più fruibili i campicelli,<br />

scegliendo il modello migliore,<br />

non troppo grande, di 70-80 orti<br />

per localizzazione. Ma questo<br />

tarda ad avvenire, e Ancescao<br />

deve sollecitare l’assegnazione di<br />

nuove aree. Che fare poi, che<br />

prospettive dare al servizio?<br />

L’associazione<br />

degli “ortolani” chiede<br />

una maggiore cura nel<br />

divulgare la propria attività<br />

ed un coinvolgimento<br />

maggiore. Forse<br />

sono maturi i tempi<br />

per estendere esperienze<br />

già in essere, per esempio<br />

quelle di Borgo Panigale, che<br />

prevedono la gestione di spazi<br />

verdi comuni da parte di chi ne<br />

coltiva una parte adiacente, o comunque<br />

vicina. Pensiamoci.<br />

Tutti abbiamo un giardinetto<br />

sotto casa, spesso lo vediamo<br />

riempito da bottiglie e cocci, di<br />

cartoni per la pizza o residui canini.<br />

L’educazione non abbonda.<br />

Probabilmente occorre recintare<br />

e vigilare di più. Lo deve<br />

fare il Comune ma molto possono<br />

fare, assicurando una gestione<br />

sociale, gruppi di anziani,<br />

dei quali “quelli degli orti”<br />

potrebbero essere la componente<br />

essenziale. Chi ama la natura<br />

può estendere il suo amore fino<br />

ad un territorio comune come il<br />

verde pubblico e collaborare ad<br />

educare le giovani generazioni ad<br />

un maggior rispetto. Tutti sappiamo<br />

quanto ce ne sarebbe bisogno!!.<br />

.................................................................<br />

Scrivete a<br />

davideferrari@yahoo.com,<br />

visitate il sito<br />

www.davideferrari.org<br />

ne. Nella scala da 1 a 10, il voto attribuito dalle italiane al bel<br />

Paese è 5,7 e scende se viene assegnato dalle laureate (5,0)<br />

da donne tra i 25 e i 34 anni o da occupate (5,3). Anche su<br />

singoli settori l’indagine, ha verificato un forte gap tra aspettative<br />

e realtà. Nemmeno un singolo aspetto, dal lavoro alle<br />

tutele sulla maternità (che riscuotono il voto più alto) raggiunge<br />

la sufficienza. Il versante sul quale si registra una più<br />

pressante urgenza di intervento è quello della conciliazione<br />

lavoro-famiglia e dei servizi, dall’accompagnamento dei figli<br />

a scuola agli orari dei negozi. Il voto medio è pari a 5,3. A<br />

soffrire della mancanza di politiche adeguate sono, soprattutto,<br />

le donne più attive, quelle che hanno una scolarità alta<br />

(il voto assegnato da questo segmento è addirittura al di<br />

sotto del 5), quelle che vivono nel Centro del Paese e nel<br />

<strong>Nord</strong>est e, soprattutto,quelle ne hanno maggior bisogno,<br />

ovvero le occupate. Qui il voto assegnato non supera il 5.<br />

Chiamate a intervenire, in particolare, le uniche tre donne<br />

che ricoprono la carica di Presidente di un’Assemblea regionale.<br />

Maria Teresa Antezza, Basilicata, Alessandrina Lonardo,<br />

Campania e Monica Donini Emilia Romagna. Tutte e tre<br />

concordano sulla necessità di un nuovo approccio alle problematiche<br />

di genere. SE LO DICONO anche LORO, noi ci<br />

crediamo e speriamo che almeno le nostre signore al Governo<br />

e all’opposizione facciano un’alleanza per migliorare la<br />

situazione in tema di riforme delle politiche del lavoro.<br />

Pag. 16 - FP/LT - 26 ott-5 nov 2007

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