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<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong><br />
<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
La <strong>Qualità</strong> nella Sanità per una Sanità di <strong>Qualità</strong><br />
Con la collaborazione di:
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong><br />
<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5
Presentazione<br />
Il Direttore Generale<br />
Daniela Carraro<br />
La necessità di fare <strong>Qualità</strong> in un’organizzazione non è una “moda” né un’esigenza indotta, ma è una necessità<br />
reale in quanto i costi della non qualità sono, nella maggior parte dei casi, superiori ai costi della<br />
qualità.<br />
E’ necessario quindi stabilire dei percorsi perseguendo la Cultura della <strong>Qualità</strong>, che vuol dire cultura della<br />
professionalità, cultura del risultato, dell’impegno, dell’iniziativa personale, del miglioramento continuo,<br />
dell’unione tra persona e comunità, tra valorizzazione dei talenti personali e dei talenti comunitari, tra<br />
adesione a regole globali e standardizzatrici e rispetto per l’individualità della persona e della singola<br />
comunità.<br />
L’<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5 ha intrapreso un percorso di sviluppo e miglioramento continuo al fine di elevare la qualità<br />
del servizio offerto e la qualità organizzativa. Le iniziative fino ad ora promosse hanno raggiunto su<br />
vasca scala tutto il personale dell’azienda ed hanno riguardato: interventi formativi (es. formazione verso<br />
la qualità, formazione facilitatori), progetti di miglioramento organizzativo (es. Pronto soccorso), certificazione<br />
di alcune UU.OO. (es. U.O.S. Formazione), avvio del processo di accreditamento istituzionale,<br />
convegno annuale sulla <strong>Qualità</strong>, <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong>.<br />
L’avvio del <strong>Concorso</strong> qualità è servito a porre una particolare attenzione ai processi di miglioramento<br />
continuo dell’assistenza sanitaria. L’esito è stato molto favorevole ed incoraggiante sia per la numerosa<br />
adesione al concorso (86 i progetti presentati), sia da quanto emerso dalla valutazione dei progetti.<br />
La Commissione Giudicatrice ha colto una reale condivisione degli obiettivi aziendali da parte del personale<br />
e una conoscenza dei bisogni.<br />
L’esame dei progetti pervenuti ha riguardato i seguenti criteri generali: coerenza con la programmazione<br />
socio-sanitaria aziendale, innovatività, fattibilità, trasversalità, rilevanza dei risultati, correttezza metodologica<br />
ed economicità.<br />
Il Bando del <strong>Concorso</strong> incentivava la partecipazione di gruppo, la trasversalità tra strutture operative, il<br />
coinvolgimento delle Associazioni di volontariato e delle cooperative sociali allo scopo di permeare la<br />
struttura dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> della “mentalità della qualità”, della capacità di innovare e di reinventarsi il<br />
lavoro giorno per giorno, con attenzione ai bisogni da soddisfare e un uso ottimale delle risorse che si<br />
hanno a disposizione.<br />
La <strong>Qualità</strong> cui si è fatto riferimento nella formazione e nella progettazione di questo percorso è stata la<br />
qualità professionale (attinente il modo di svolgere il proprio compito), la qualità organizzativa (attinente<br />
l’organizzazione del servizio, le interrelazioni organizzative, il sistema dei servizi) e la qualità percepita<br />
(attinente gli aspetti rilevati e valutati dai pazienti e da chi accede a un servizio e lo valuta). Spesso i tre<br />
aspetti della qualità quando sono affrontati danno luogo a riflessioni anche molto diverse tra loro come ci<br />
dimostra la pratica quotidiana e anche il comune sentire al riguardo della sanità e dei servizi socio-sanitari.<br />
Incrociare i dati della qualità professionale, organizzativa e percepita ci permette di andare veramente a
Indice<br />
fondo nei processi di innovazione, di attenzione ai bisogni del paziente e far ruotare, in sintesi, i servizi<br />
attorno al paziente e non il contrario, come spesso avviene.<br />
I temi affrontati sono stati:<br />
• riorganizzazione dei servizi: in generale inserimento nuove figure professionali del comparto, manuale<br />
della gestione del personale, rilevazione presenze<br />
• riorganizzazione di alcuni servizi in particolare: carrello emergenze nell’ospedale post acuti, neurologia<br />
e area medica Valdagno, nuova termografica, anestesia, cardiologia, ortopedia, pronto soccorso, day<br />
surgery<br />
• questioni singole molto importanti per il paziente: uso del termometro, lesioni da decubito, contrasto<br />
al fumo e al tabagismo<br />
• attenzione ai pazienti fragili: anziani, donna, bambino e immigrati<br />
• benessere psico fisico degli operatori: nido aziendale.<br />
Molti progetti riguardano l’informatizzazione dei servizi: è un tema strategico perché innovazione significa<br />
perseguire al meglio l’obiettivo del servizio alla collettività e l’uso razionale delle risorse. Alcuni progetti,<br />
infine, sono delle vere e proprie riorganizzazioni interne, progettate dagli operatori per gli operatori<br />
sanitari: dal benessere psico fisico degli operatori, alla nuova gestione delle presenze, al manuale sugli<br />
istituti contrattuali e sulla suddivisione dei compiti tra le varie figure professionali, anche e soprattutto per<br />
quelle di recente introduzione; strumenti per sburocratizzare, semplificare la gestione, liberare risorse per<br />
dedicarsi al massimo alle attività di cura e assistenziali.<br />
Infine è importante ricordare che non dovremo giudicare la qualità solo dal risultato finale, ma da come<br />
svolgiamo le attività che lo producono. E’ un concetto importante che fa comprendere, soprattutto<br />
in sanità, quanto il risultato finale può anche non essere particolarmente positivo (pensiamo ai malati<br />
oncologici, alla rianimazione, ecc.), ma quello che conta è fare bene ciò che abbiamo deciso di fare.<br />
Questo volume raccoglie, assieme al Bando di <strong>Concorso</strong>, una sintesi di tutti i progetti presentati nella<br />
prima edizione del <strong>Concorso</strong> <strong>Azienda</strong>le sulla <strong>Qualità</strong>.<br />
La raccolta dei testi e delle foto è stata curata dall’Unità di Programmazione, Controllo e <strong>Qualità</strong> in<br />
collaborazione con tutti i Referenti di Progetto.<br />
Le foto dei Referenti di Progetto e degli altri componenti i gruppi di lavoro, sono state richieste a tutti i<br />
partecipanti, e sono state pubblicate tutte quelle pervenute.<br />
Il progetto grafico realizzato da Raffaello Galiotto evidenzia, con l’utilizzo dei colori, i progetti appartenenti<br />
alle tre Strutture Tecniche Funzionali e ai Servizi Amministrativi. Ai partecipanti è stata dedicata una mezza<br />
pagina e ai vincitori una pagina intera. I progetti che contengono allegati sono indicati a fondo pagina e<br />
sono consultabili presso L’Ufficio <strong>Qualità</strong>.<br />
Il bando ci <strong>Concorso</strong> 7<br />
La Commissione Giudicatrice 8<br />
2° Giornata <strong>Azienda</strong>le della <strong>Qualità</strong> 8<br />
Progetti Dipartimento di prevenzione<br />
• Segreteria dipartimento prevenzione 11<br />
• SPISAL 13<br />
Progetti Distretto<br />
• A.D.I. Arzignano 16<br />
• Adulti Anziani 18<br />
• Attività Socio sanitarie 19<br />
• C.T.R.P. Il Girasole 21<br />
• Cure Primarie 22<br />
• Dietetica e Nutrizione clinica territoriale 25<br />
• Dipartimento Salute Mentale 27<br />
• Farmaceutica territoriale 29<br />
• Servizio poliambulatoriale extraospedaliero Valdagno 32<br />
• Strutture Intermedie Salute Mentale 33<br />
Progetti Ospedale<br />
• Anestesia 37<br />
• Area Ortopedico Riabilitativa 39<br />
• Cardiologia Arzignano 41<br />
• Cardiologia Valdagno 43<br />
• Centro Donna 45<br />
• Centro Immunotrasfusionale 46<br />
• Chirurgia Arzignano 48<br />
• Chirurgia Valdagno 51<br />
• Day Surgery Valdagno 53<br />
• Direzione Medica Arzignano 55<br />
• Direzione Medica Valdagno 60<br />
• Direzioni Mediche 61<br />
• Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione 63<br />
• Farmacia Ospedaliera 65<br />
• Geriatria 68
Il bando di concorso<br />
• Ginecologia 70<br />
• Laboratorio analisi Arzignano 72<br />
• Laboratorio analisi Valdagno 76<br />
• Laboratorio patologia clinica 80<br />
• Lungodegenza Valdagno 82<br />
• Medicina Arzignano 86<br />
• Neurologia 89<br />
• Ortopedia 91<br />
• Ostetricia Arzignano 94<br />
• Ostetricia Valdagno 98<br />
• Pediatria 99<br />
• Pneumologia endoscopia respiratoria 106<br />
• Pronto Soccorso Valdagno 108<br />
• Recupero Rieducazione Funzionale Lonigo 114<br />
• Rianimazione ed anestesia 133<br />
• S.P.D.C. 136<br />
• Sala Parto Arzignano 137<br />
• Senologia 141<br />
• Servizio Dietetico/Direzione Medica 142<br />
• Servizio nutrizione ospedaliera Valdagno 145<br />
Progetti Servizi Amministrativi<br />
• Affari Legali 147<br />
• Approvvigionamenti 149<br />
• Controllo di gestione 153<br />
• Risorse finanziarie 155<br />
• Risorse tecniche 157<br />
• Risorse umane 159<br />
• Affari Generali 161<br />
• Segreteria di Direzione 163<br />
• Sistema Informatico 166<br />
• Ufficio Relazioni con il pubblico 168<br />
Modulo per la richiesta di trasmissione materiale 175<br />
1. Il concorso è aperto a tutto il personale dipendente e<br />
convenzionato dell’<strong>Ulss</strong> 5.<br />
2. E’ ammessa, inoltre, la partecipazione del personale<br />
di cooperative, titolari di appalto di servizi socio-sanitari<br />
presso l’azienda, e di aderenti ad associazioni di volontariato,<br />
che collaborino con i servizi dell’<strong>Ulss</strong> 5, secondo<br />
le modalità di cui al punto 3).<br />
3. I progetti di cui al punto 2)<br />
*devono essere elaborati con personale dipendente<br />
dell’<strong>Ulss</strong> 5<br />
*la cooperativa o l’associazione di volontariato deve<br />
aver espresso, con nota allegata al modulo di partecipazione,<br />
la propria adesione al concorso<br />
*il ruolo di referente del progetto deve, in ogni caso,<br />
essere svolto da personale dipendente dell’<strong>Ulss</strong> 5.<br />
4. Il concorso ha lo scopo di promuovere il miglioramento<br />
diffuso della qualità nei servizi dell’azienda, secondo<br />
un approccio tecnico e metodologico su base sistematica<br />
e scientifica.<br />
5. I progetti devono essere predisposti secondo la metodologia<br />
del miglioramento continuo della qualità<br />
(MCQ) e sviluppare, alternativamente o congiuntamente,<br />
aspetti relativi a: qualità tecnico - professionale, qualità<br />
organizzativo - manageriale, qualità relazionale - percepita.<br />
6. Possono essere presentati progetti:<br />
a elaborati, per i quali si sia pervenuti alla sola stesura<br />
definitiva e la cui realizzazione sia prevista a partire<br />
dal 2006<br />
b realizzati o in corso di realizzazione purché non siano<br />
stati avviati prima del 21 gennaio 2005<br />
c è prevista la premiazione di n.10 progetti, per tutta<br />
l’azienda, indipendentemente dalla struttura operativa<br />
interessata.<br />
Il premio previsto per ciascun progetto consiste nella<br />
somma di 1.000,00 (mille) euro.<br />
7. Per la partecipazione al concorso è necessario compilare<br />
l’apposito modulo, scaricabile dal sito Internet<br />
dell’<strong>Ulss</strong>. Eventuali informazioni possono essere richieste<br />
al Servizio Controllo e <strong>Qualità</strong>, preso la Sede Centrale<br />
di via Trento ad Arzignano, tel 0444 479552 e-mail:<br />
programmazione@ulss5.it<br />
8. Sarà riconosciuto particolare valore ai progetti presentati<br />
da gruppi di lavoro formati da almeno 3 persone,<br />
ivi compreso il referente, non necessariamente appartenenti<br />
alla stessa unità operativa.<br />
9. Il progetto dovrà essere indirizzato al Servizio Controllo<br />
e <strong>Qualità</strong>, presso la Sede Centrale di via Trento<br />
ad Arzignano, e pervenire entro il 30 settembre 2005.<br />
A tale scopo, farà fede la data del protocollo generale<br />
dell’azienda.<br />
10. La commissione giudicatrice è formata dalle seguenti<br />
persone:<br />
• Direttore Generale, che lo presiede<br />
• Direttore Amministrativo, con funzioni di sostituzione<br />
del Direttore Generale in caso di assenza<br />
• Direttore dei Servizi Sociali<br />
• Direttore Sanitario<br />
• Presidente della Conferenza dei Sindaci o suo delegato<br />
• Direttore di Distretto<br />
• Direttore Medico di Ospedale<br />
• Direttore del Dipartimento di Prevenzione<br />
• Presidente dell’Associazione Volontari Ospedalieri di<br />
Valdagno (A.V.O.).<br />
11. La commissione giudicatrice esaminerà i progetti<br />
pervenuti e ne valuterà l’ammissibilità al concorso sulla<br />
base dei seguenti criteri generali:<br />
a coerenza con la programmazione socio-sanitaria<br />
aziendale<br />
b innovatività<br />
c fattibilità<br />
d trasversalità<br />
e rilevanza dei risultati<br />
f correttezza metodologica<br />
g economicità.<br />
12. La premiazione dei vincitori avverrà nel corso del 2°<br />
convegno aziendale sullo sviluppo della qualità.<br />
13. I referenti dei progetti vincitori, o in caso di impedimento<br />
delegati facenti parte dello stesso gruppo di<br />
progetto, illustreranno le proprie proposte in sede di<br />
convegno aziendale.<br />
14. Dei progetti valutati positivamente sarà tenuto conto<br />
in sede di programmazione aziendale per l’anno successivo.<br />
7
2° Giornata <strong>Azienda</strong>le della <strong>Qualità</strong><br />
a Chiampo il 20 gennaio 2006<br />
premiati i migliori progetti<br />
Con la legge n. 22 del 2002 la Regione Veneto ha inteso<br />
rispondere alla richiesta di assistenza sanitaria qualificata<br />
da parte del cittadino cliente, dando inizio ad un<br />
processo di miglioramento continuo della qualità nella<br />
sanità e delle prestazioni offerte dalle nostre strutture<br />
con lo scopo di raggiungere un sempre maggior grado<br />
di soddisfazione dell’utente.<br />
La nostra <strong>Ulss</strong> si è subito attivata in due direzioni principali:<br />
da un lato, nella formazione, ha promosso, in collaborazione<br />
con l’<strong>Ulss</strong> 4 di Thiene, un progetto destinato<br />
alla formazione di Facilitatori interni; dall’altro, più operativo,<br />
ha indetto il 1° <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> e la 2° Giornata<br />
<strong>Azienda</strong>le della <strong>Qualità</strong>, organizzata il 20 gennaio scorso,<br />
presso l’auditorium del Comune di Chiampo, con<br />
la presentazione pubblica degli ottantasei progetti partecipanti<br />
al concorso e la premiazione dei migliori venti,<br />
a cui è stato materialmente consegnato un assegno<br />
di mille euro e che ha visto il coinvolgimento di tutto il<br />
personale dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5 (la più grande azienda del<br />
territorio con i suoi circa duemila addetti tra dirigenti e<br />
operatori sanitari del comparto, amministrativi, tecnici<br />
e ausiliari).<br />
Il progetto, nato dalla volontà della Direzione Generale<br />
di questa <strong>Ulss</strong> di favorire condizioni di miglioramento<br />
continuo della qualità dei servizi partendo dalla concreta<br />
esperienza degli operatori, ha tracciato un percorso<br />
articolato di formazione in aula sulla qualità (circa 600<br />
persone compresa la Direzione Strategica) alla redazione<br />
di progetti, della creazione di un fondo incentivante,<br />
della composizione di una commissione giudicatrice<br />
formata dai vertici aziendali, presidente il Direttore<br />
Generale, con la partecipazione dei Sindaci (Sindaco di<br />
Lonigo e Presidente della Conferenza dei Sindaci Giuseppe<br />
Boschetto) e del mondo del volontariato nella<br />
persona della Signora Maria Grazia Doroldi dell’Associazione<br />
Volontari Ospedalieri di Valdagno.<br />
Tre gli aspetti fondamentali di questo percorso: quello<br />
della qualità professionale (il modo di svolgere il proprio<br />
compito), della qualità organizzativa (in cui gli aspetti<br />
peculiari riguardano l’organizzazione del servizio, le interrelazioni<br />
organizzative, il sistema dei servizi) e della<br />
qualità percepita (si tratta degli aspetti rilevati e valutati<br />
dai pazienti).<br />
Aspetti che si sono tradotti in una aumentata capacità<br />
di analisi dei bisogni dei pazienti clienti, nella ricerca<br />
delle risposte più efficaci e degli Strumenti necessari ad<br />
una corretta gestione della domanda di salute.<br />
I progetti<br />
La Commissione Giudicatrice<br />
Nelle prima edizione del <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> la commissione Giudicatrice è stata composta da:<br />
Direttore Generale <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Direttore Amministrativo<br />
Direttore dei Servizi Sociali<br />
Direttore Sanitario<br />
Direttore di Distretto<br />
Direttore Medico di Ospedale<br />
Direttore Dipartimento di Prevenzione<br />
Presidente della Conferenza dei Sindaci<br />
Presidente dell’Associazione<br />
Volontari Ospedalieri di Valdagno<br />
8<br />
avv. Daniela Carraro<br />
dr. Giuseppe Cenci<br />
dr.ssa Antonella Pinzauti<br />
dr. Giampaolo Stopazzolo<br />
dr. Elvio Gremes<br />
dr. Domenico Mantoan<br />
dr. Adolfo Fiorio<br />
sig. Giuseppe Boschetto<br />
sig. Maria Grazia Doroldi
Dipartimento di Prevenzione<br />
Riorganizzazione delle Segreterie<br />
del Dipartimento di Prevenzione<br />
Referente<br />
Ancilla Cavaggion<br />
Collaboratore amm.vo<br />
Dipartimento Prevenzione<br />
Collaboratori<br />
Paola Selmo<br />
Assistente amm.vo<br />
Dipartimento Prevenzione<br />
Norberto Righetto<br />
Tecnico della Prevenzione<br />
Dipartimento Prevenzione<br />
Manifestazioni del problema<br />
• la gestione dei flussi documentali risulta disomogenea<br />
tra i veri servizi del D.P.<br />
• i tempi di risposta sono diversi a seconda di come viene<br />
gestita la pratica<br />
• difficolta di ricerca dei documenti.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
• per una efficiente gestione delle problematiche dei<br />
vari servizi (spisal, sisp, sian e vet)<br />
• data la carenza di risorse umane con la riorganizzazione<br />
delle attività amministrative consente una sempre<br />
efficiente erogazione delle prestazioni<br />
• portate a conoscenza di tutti gli operatori delle segreterie<br />
delle attivita’ e problematiche di ogni servizio del<br />
D.P. im modo tale che non sia l’utente che si muove tra<br />
i servizi ma l’operatore che si informa per dare sempre<br />
una risposta efficiente.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
La moltiplicità e la diversità delle richieste che pervengono<br />
al dipartimento comporta notevoli difformità di<br />
risposta e di tempo e delle cause. Con questo progetto<br />
si auspica di riuscire ad uniformare le stesse e di ricondurle<br />
a pochi operatori.<br />
Obiettivo<br />
Maggiore effiecenza e trasparenza delle attività amm.ve<br />
attraverso l’introduzione di precise regole di funzionamenmto<br />
dei servizi e tecniche efficace di funzione e controllo<br />
dell’iter degli atti amm.vi (reg. tempi - ricerca documenti<br />
- visibilità della pratica- controllo adempimenti).<br />
Integrazione ed interscambiabilità del personale amministrativo<br />
che pur restando di un servizio dedicato deve<br />
essere a conoscenza quasi specifica delle attivita’ di tutti i<br />
servizi del dipartimento ed in grado di rispondere in maniera<br />
esauriente.<br />
Strategia<br />
• ricognizione dei processi relativi alle pratiche del D.P.<br />
• implementazione di un programma informatico<br />
• contatti con i responsabili dei servizi del D.P. per individuazione<br />
dei referenti<br />
• formazione e validazione.<br />
Interventi<br />
• contatti con responsabili dei servizi<br />
• avvio rapporti basati su e-mail sia su outside che su inside<br />
• analisi delle singole procedure<br />
• formazione e motivazione degli addetti.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
Indicatori di attività<br />
• n. di incontri con segreterie e responsabili<br />
• addestramento all’uso del programma informatico<br />
• n. di ore di presenza del personale amministrativo<br />
presso ogni segreterie del dipartimento.<br />
Indicatori di risultato<br />
• n. reclami pervenuti riferiti a difformita delle risposte,<br />
superamento dei tempi previsti dalla carta dei servizi<br />
• n. di incontri tra varie segreteria per scambio e raccolta<br />
informazioni.<br />
11
Dipartimento di Prevenzione<br />
Sportello Unico (S.U.) per le aziende.<br />
Erogazione prestazioni<br />
del Dipartimento di Prevenzione<br />
Dipartimento di Prevenzione<br />
Informatizzazione dei dati<br />
per la ricerca degli infortuni indagati<br />
Referente<br />
Ancilla Cavaggion<br />
Collaboratore amm.vo<br />
Dipartimento Prevenzione<br />
Collaboratori<br />
Norberto Righetto<br />
Tecnico della Prevenzione<br />
Dipartimento Prevenzione<br />
Referente<br />
Cecilia Acco<br />
Assistente Sanitaria<br />
Dipartimento di Prevenzione - SPISAL<br />
Collaboratori<br />
Alessandra Manni<br />
Infermiera<br />
Dipartimento di Prevenzione - SPISAL<br />
Manifestazioni del problema<br />
• miglioramento della rintracciabilità delle pratiche pervenute<br />
al D.P. anche di pertinenza di specifici servizi e<br />
riferenti a S.U.<br />
• emissione di unico parere comprensivo di tutte le problematiche<br />
inerenti la pratica.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
• dare sempre una risposta tempestiva, esauriente ed<br />
appropriata al richiedente (S.U. comuni) ed al titolare<br />
della pratica stessa (soggetto coinvolto)<br />
• garantire omegeneità nelle valutazioni e relativi pareri.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Al dipartiimento pervengono circa 700/800 pratiche<br />
anno riferibili a S.U.. La pratica puo’ coinvolgere la competenza<br />
di piu’ servizi o essere di uno solo.<br />
Obiettivo<br />
Emissione di un solo parere comprensivo di tutti gli<br />
aspetti inerenti alla pratica stessa e riferimenti chiari<br />
degli operatori che hanno partecipato alla stesura. In<br />
questo modo si intende offrire un unico interlocutore<br />
sia in entrata che in uscita, secondo la logica del miglioramento<br />
rapporti utente e pubblica amministrazione.<br />
Strategia<br />
Definizione procedure e relativa flow chard<br />
• registrazione all’ingresso di tutte le pratiche<br />
• verifica di competenze<br />
• affido della pratica all’opratore prescelto<br />
• emissione di parere.<br />
Interventi<br />
• verifica funzionalità soft autoprodotto<br />
• formazione delle segreterie dei servizi<br />
• individuazione referenti di ogni servizio<br />
• adeguamento del programma informatico<br />
• sperimentazione e sua verifica<br />
• implementazione del programma nelle varie postazioni<br />
di lavoro.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
• report trimestrali delle pratiche<br />
• verifica delle responsabile progetto e del direttore del<br />
D.P..<br />
Manifestazioni del problema<br />
Difficoltà della ricerca e gestione della registrazione dei<br />
dati relativi agli infortuni indagati in occasione della richiesta<br />
di informazioni da parte dell’autorità giudiziaria,<br />
infortunato (Studio legale) e altri enti (INAIL).<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Facilitare la ricerca dell’infortunio indagato ed eliminazione<br />
delle schede “resisto” che attualmente contengono<br />
i dati relativi all’identificazione della ditta oggetto di<br />
indagine, al nominativo dell’infortunato, dinamica dell’infortunio,<br />
conclusione, dell’indagine e operatore che<br />
ha concluso l’indagine.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Ogni anno si registrano circa 500 infortuni indagati che<br />
devono essere riportati a mano sulla scheda “resisto”.<br />
Per svolgere tale attività si impiegano mediamente 10<br />
minuti per infortunio. L’utilizzo delle schede aumenta<br />
notevolmente la probabilità di perdita della stessa, errori<br />
di trascrizione della ditta, errori di inserimento in<br />
ordine alfabetico negli appositi contenitori e aumenta il<br />
tempo per la ricerca dei dati relativi agli infortuni indagati<br />
in occasione della richiesta di informazioni.<br />
Obiettivo<br />
Inserimento di tutti i dati riportati nelle schede resisto a<br />
partire da Gennaio 2006.<br />
Strategia<br />
• creazione di un file in programma access per inserimento<br />
dati<br />
• inserimento di tutti i dati anno 2006 e dati anni precedenti<br />
• informazione e formazione del personale (tecnico e sanitario)<br />
che accede ai dati.<br />
Interventi<br />
• bozza, prova e validazione del file per l’inserimento<br />
dati 30 giorni<br />
• inserimento dati anno 2006 e dati anni precedenti 2 anni<br />
• formazione del personale (tecnico e sanitario) che accede<br />
ai dati 30 giorni.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
• eliminazione graduale della registrazione cartacea<br />
• controllo inserimento dati in PC entro 1 mese dalla<br />
consegna da parte dei tecnici del fascicolo “infortunio<br />
concluso” anno 2006<br />
• report mensile dei dati inseriti<br />
• correttezza dei dati inseriti rispetto ai dati cartacei.<br />
Indicatori di attività<br />
riferiti alla strategia e agli interventi<br />
• n. infortuni consegnati e n. infortuni inseriti anno 2006<br />
• n. infortuni recupero anni precedenti.<br />
Indicatori di risultato<br />
riferiti all’obiettivo<br />
• entro 1 anno eliminazione del 50 % delle schede “resisto”<br />
• entro 2 anni eliminazione del 100% delle schede “resisto”<br />
• addestramento di tutto personale (tecnico e sanitario)<br />
che accede ai dati.<br />
12 13
Dipartimento di Prevenzione<br />
Tutela lavoratrice madre:<br />
valutazione dei rischi (D.LGS 151/01)<br />
Referente<br />
Cecilia Acco<br />
Assistente Sanitaria<br />
Dipartimento di Prevenzione - SPISAL<br />
Collaboratori<br />
Alessandra Manni<br />
Infermiera<br />
Dipartimento di Prevenzione - SPISAL<br />
Lorella Fioraso<br />
Assistente Sanitaria<br />
Dipartimento di Prevenzione - SPISAL<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Indicatori di attività<br />
• numero di moduli con risposta completa e corretta<br />
• numero di moduli con risposta incompleta o carente<br />
• numero di telefonate di informazione/formazione<br />
• numero di sopralluoghi in azienda.<br />
Indicatori di risultato<br />
• entro 1 anno 100% di compilazione dei moduli di risposta<br />
completa e corretta per le ditte contattate almeno<br />
una volta<br />
• entro 6 mesi riduzione dell’80% delle telefonate di informazione/formazione<br />
per l’azienda precedentemente<br />
contattata<br />
• entro 6 mesi riduzione dell’90% dei sopralluoghi in<br />
azienda precedentemente contattata.<br />
Dipartimento di Prevenzione<br />
Manifestazioni del problema<br />
Insufficiente conoscenze da parte dei Datori di Lavoro<br />
dell’applicazione del Decreto Lgs. 151/01 “testo unico<br />
delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno<br />
della maternità e della paternità, a norma dell’articolo<br />
15 della Legge 8 marzo 2000, n. 53” ed in particolare<br />
degli artt.11 (valutazione dei rischi) e 12 (conseguenze<br />
della valutazione).<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Sensibilizzare i Datori di Lavoro ad effettuare l’identificazione<br />
e la valutazione dei rischi (agenti fisici, chimici<br />
e biologici; processi industriali; movimentazione e posture;<br />
fatica psicofisica) presenti nell’ambiente di lavoro<br />
nel momento in cui la lavoratrice comunica il suo stato<br />
di gravidanza. Una volta identificati i rischi è necessario<br />
stabilire se gli stessi rientrano tra quelli considerati dalla<br />
normativa come pregiudizievoli per la salute della lavoratrice<br />
e del bambino.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Al nostro Servizio accedono mediamente all’anno 450<br />
lavoratrici per una consulenza relativa ai rischi presenti<br />
nell’ambiente di lavoro. La nostra procedura stabilisce<br />
che attraverso l’anamnesi lavorativa, identifichiamo i rischi<br />
presenti nell’attività/mansione svolta dalla lavoratrice;<br />
li comunichiamo per iscritto al Datore di Lavoro che conferma<br />
o non conferma i rischi indicati.<br />
Il datore di lavoro deve valutare se è possibile modificare<br />
temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro<br />
per evitare l’esposizione al rischio e nell’impossibilità di<br />
effettuare tale modifica la lavoratrice ha la possibilità di<br />
usufruire dell’astensione anticipata dal lavoro rispetto al<br />
periodo obbligatorio.<br />
Obiettivo<br />
Stimolare il Datore di Lavoro ad effettuare autonomamente<br />
l’identificazione e la valutazione dei rischi utilizzando<br />
il Documento di Valutazione (DVR) e avvalendosi<br />
della consulenza del Medico Competente dell’<strong>Azienda</strong>.<br />
Strategia<br />
• modifica della modulistica inviata al Datore di Lavoro<br />
• supporto telefonico prima dell’invio della lettera per<br />
illustrare la nuova procedura<br />
• sopralluogo in azienda per informare/formare le persone<br />
incaricate dall’azienda ad individuare i rischi qualora<br />
l’identificazione dei rischi fosse assente e/o carente.<br />
Interventi<br />
• supporto telefonico, alla ditta contatta per la prima<br />
volta, prima dell’invio della modulistica per illustrare la<br />
nuova procedura circa 30 minuti<br />
• sopralluogo in azienda quando l’identificazione dei rischi<br />
è assente e/o carente circa 2 ore.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
• raccolta dei moduli di risposta del Datore di Lavoro<br />
• controllo delle risposte complete e corrette rispetto ai<br />
rischi inviate dal Datore di Lavoro<br />
• numero delle telefonate per tutte le aziende contattate<br />
per la prima volta<br />
• numero sopralluoghi in azienda.<br />
14<br />
15
Distretto<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Distretto<br />
Progetto premiato<br />
Uniformità nel trattamento<br />
delle lesioni da Decubito<br />
Sulla base dei dati epidemiologici che l’A.I.S.LE.C. (Associazione<br />
Italiana Studio Lesioni Cutanee) ha prodotto<br />
in questi anni, emerge una chiara “arretratezza culturale”<br />
che conduce i professionisti dedicati a fondare l’attività<br />
preventiva e di trattamento delle lesioni cutanee, su<br />
procedure e conoscenze scientifiche superate da tempo.<br />
La volontà di acquisire nuovi prodotti ha portato il nostro<br />
gruppo infermieristico a studiarne le caratteristiche<br />
di applicazione e a coinvolgere la professione medica<br />
ottenendo collaborazione competente per la fornitura<br />
di “medicazioni avanzate”, integrando il lavoro ai vari<br />
livelli.<br />
Ciò ha prodotto un protocollo di utilizzo basato su evidenze<br />
scientifiche, come strumento di lavoro comprensivo<br />
di indicazioni utili al trattamento, date le note qualità<br />
di facilità di impiego, rimozione atraumatica e indolore<br />
nei diversi giorni di sito e non trascurando l’aspetto della<br />
rilevante responsabilità a carico dell’operatore.<br />
Inoltre la valorizzazione del tempo assistenziale e di trasferimento<br />
supera spesso il costo della medicazione.<br />
Il percorso fin qui eseguito non è sicuramente esaustivo,<br />
ma è un primo momento di incontro fra professionisti:<br />
Infermieri professionali, medici, farmacista ed economo,<br />
ognuno per la propria competenza, valuteranno e<br />
sceglieranno i prodotti di medicazione più appropriati,<br />
di sicura garanzia, di facile applicazione anche ai “non<br />
addetti” così preziosi in ambito domiciliare, per il raggiungimento<br />
del miglior risultato da offrire all’utenza.<br />
Sarà nostro impegno proseguire con corsi di aggiornamento<br />
e ricerca, condividere procedure, linee guida e<br />
ottenere un “linguaggio comune” basato sulle evidenze<br />
scientifiche più recenti.<br />
Referente<br />
Paola Frigo<br />
Infermiera A.D.I.<br />
Centro Arzignano<br />
Collaboratori<br />
Eddi Barbara Masiero<br />
Infermiera A.D.I.<br />
Centro Arzignano<br />
Barbara Biasiolo<br />
Infermiera A.D.I.<br />
Centro Arzignano<br />
16<br />
17
Distretto<br />
Notifica Combinata Esito Invalidità Civile<br />
Esenzione Ticket<br />
Distretto<br />
Nuove risposte ai bosogni di persone<br />
con disabilità in età evolutiva<br />
Referente<br />
Ermanno Dian<br />
Responsabile U.O.A.<br />
Adulti Anziani<br />
Collaboratori<br />
Umberto Nardi<br />
Medico Legale<br />
Ufficio Invalidi Civili<br />
Laura Nardi<br />
Assistente amm.vo<br />
Ufficio Invalidi Civili<br />
Referente<br />
Oriano Bacchin<br />
Assistente Sociale<br />
Unità operativa attività Socio Sanitarie<br />
Collaboratori<br />
Monica Maculan<br />
Assistente sociale<br />
Unità operativa età evolutiva disabilità<br />
Lina Rigoni<br />
Operatore socio sanitario<br />
Unità operativa attività Socio Sanitarie<br />
Manifestazione del problema<br />
Attualmente gli utenti invalidi ricevono a domicilio la<br />
notifica dell’esito di invalidità e devono recarsi presso<br />
uno degli sportelli del distretto per ottenere il tagliando<br />
adesivo dell’esenzione ticket.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
La tipologia dell’utenza in questione è tale che risulta<br />
disagevole per gli stessi l’accesso agli sportelli distrettuali.<br />
Analisi del problema<br />
Ogni anno la Commissione invalidi civili valuta quasi<br />
2000 casi.<br />
Obiettivo<br />
Diminuire gli accessi agli sportelli distrettuali da parte<br />
dei soggetti invalidi (movimentare i documenti e non le<br />
persone). L’obiettivo è da raggiungersi entro il 31.12.06..<br />
Azioni<br />
Notifica congiunta con inoltro del tagliando adesivo di<br />
esenzione dell’esito di invalidità civile e della relativa<br />
esenzione ticket.<br />
Interventi<br />
Stampa dei tagliandi adesivi da effettuarsi presso l’ufficio<br />
invalidi civili, assemblaggio del tagliando con la relativa<br />
notifica e invio del tagliando a mezzo posta.<br />
Modalità di controllo<br />
Sarà necessario valutare e monitorare la quantità di<br />
esenzioni inviate.<br />
Indicatori di attività<br />
• statistiche relative al numero di invalidità riconosciute<br />
• statistiche relative al numero di esenzioni inviate<br />
Indicatori di risultato<br />
• questionari di gradimento tra la popolazione coinvolta<br />
• gradimento da parte delle Associazioni di categoria.<br />
Manifestazione del problema<br />
Nell’<strong>Ulss</strong> 5 l’implementazione delle attività connesse<br />
alle politiche di integrazione scolastica rappresenta circa<br />
il 6% del bilancio sociale riferito al consuntivo 2004.<br />
Per assicurare la collaborazione tra scuola ed enti territoriali,<br />
la legge introduce il principio della programmazione<br />
coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari,<br />
socio assistenziali culturali ricreativi sportivi e con altre<br />
attività sul territorio. Nella pratica questa attività programmatoria<br />
deve realizzarsi attraverso accordi di programma<br />
tra organi scolastici, enti locali ed <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong>.<br />
Tali accordi di programma sono finalizzati alla predisposizione<br />
attuazione e verifica congiunta di progetti educativi,<br />
riabilitativi e di socializzazione individualizzati.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
• il territorio esprime un bisogno di intervento progressivamente<br />
in crescita<br />
• il mercato del lavoro offre una quantità di personale<br />
qualificato insufficiente a coprire il fabbisogno<br />
• l’elevato tasso di turnover del personale durante l’anno<br />
scolastico causato dalle offerte lavorative che gli operatori<br />
ricevono con proposte più allettanti sul piano<br />
economico e della sicurezza<br />
• il burn out del personale impiegato causato talvolta<br />
dalla complessità della casistica, sia sul piano dell’accudimento<br />
fisico sia sul piano relazionale con l’alunno<br />
in condizione di disabilità la sua famiglia ed il contesto<br />
organizzativo<br />
• lo spostamento giornaliero talvolta anche su tre sedi<br />
scolastiche per pote raggiungere un monte ore di lavoro<br />
sufficiente a garantire uno stipendio minimo, con<br />
ulteriori costi per i trasferimenti<br />
• l’impiego di più operatori nello stesso plesso scolastico<br />
per la presenza di più alunni in condizione di disabilità<br />
con gli stessi bisogni assistenziali nelle medesime<br />
fasce orarie.<br />
Obiettivo<br />
Necessità di implementare una diversa modalità organizzativa<br />
del supporto assistenziale agli alunni in condizioni<br />
di disabilità, data la necessità di dare una risposta<br />
ai bisogni degli alunni e delle alunne diversamente abili<br />
con disabilità media, grave e gravissima e delle loro famiglie.<br />
Strategia<br />
Acquisizione di personale volontario in servizio civile che<br />
adeguatamente formato posa operare nell’attività di assistenza<br />
degli alunni con disabilità frequentanti i plessi<br />
scolastici degli istituti comprensivi 1 e 2 del comune di<br />
Montecchio Maggiore.<br />
Contemporaneamente ciò comporta un ruolo di facilitatore<br />
da parte dell’operatore socio sanitario all’interno<br />
della scuola con la possibilità di maggior gratificazione<br />
professionale.<br />
Attività ed organizzazione<br />
Fase 1: conoscenza del contesto istituzionale ed operativo<br />
Fase 2: avviamento al modulo progettuale<br />
Fase 3: programmazione delle attività extrascolastiche<br />
nei mesi estivi<br />
Fasa 4: monitoraggio verifica e programmazione degli interventi.<br />
18 19
Distretto<br />
Modalità di controllo<br />
L’attività di verifica e valutazione è prevista in itinere<br />
durante la realizzazione del progetto ed utilizzerà i seguenti<br />
strumenti ed attività:<br />
• incontri del gruppo guida a cadenza mensile<br />
• incontri settimanali del referente del progetto con i volontari<br />
in servizio civile<br />
• questionario individuale per i volontari in servizio civile<br />
a tre mesi, sei mesi ed a fine progetto<br />
• osservazione diretta.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Indicatori di attività<br />
• capacità di presentare progetti di servizio civile con relativa<br />
approvazione<br />
• n. volontari in servizio civile reclutati ed avviati al modulo<br />
progettuale.<br />
Distretto<br />
Creatività e benessere<br />
Referente<br />
Daniela Zimbelli<br />
Assistente sociale CTRP Il Girasole<br />
Montecchio Maggiore<br />
Collaboratori<br />
Erica Bertoncello<br />
Educatore CTRP Il Girasole<br />
Montecchhio Maggiore<br />
Manifestazione del problema<br />
Gli utenti della CTRP nella maggior parte dei casi sono<br />
affetti da gravi forme di psicosi. Questa patologia mentale<br />
è caratterizzata da isolamento dal contesto sociale,<br />
incapacità di comunicazione, comportamento inadeguato,<br />
povertà emotiva, ridotta consapevolezza e<br />
motilità del corpo e della voce, consideravole aumento<br />
ponderale.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
La giovane età degli utenti ha evidenziato la necessità<br />
di migliorare il grado e la qualità di comunicazione e di<br />
socializzazione. Tutto ciò al fine di permettere il reinserimento<br />
nel contesto sociale, accorciando i tempi di<br />
degenza all’interno delle strutture del Dipartimento di<br />
Salute Mentale.<br />
Obiettivo<br />
Migliorare la coscienza del proprio corpo, delle proprie<br />
emozioni e del proprio sé; la qualità della comunicazione<br />
ed il livello di socializzazione. Gli utenti si riappropriano<br />
della loro dimensione sia individuale che sociale di<br />
rapporto con gli altri. Questo permette di migliorare la<br />
qualità della vita degli utenti.<br />
Strategia<br />
Si utilizzano tecniche espressive corporee per stimolare<br />
i pazienti a socializzare, per stimolare i pazienti a socializzare,<br />
per diminuire le difficoltà di comunicazione, la<br />
povertà emotiva, la scarsa consapevolezza del proprio<br />
corpo. Tecniche cognitivo-comportamentali per contrastare<br />
l’aumento del peso corporeo.<br />
Modalità di controllo<br />
Verranno utilizzate delle scale di valutazione per monitorare<br />
l’eventuale cambiamento di ogni singolo utente<br />
e del gruppo in generale. I risultati finali verranno commentati<br />
con una relazione conclusiva.<br />
Indicatori di attività<br />
• atteggiamento corporeo e mimico<br />
• attività percettiva<br />
• aspetti relazionali affettivi<br />
• creatività<br />
• utilizzo dei diversi linguaggi<br />
• uso degli spazi disponibili<br />
• capacità di applicare nozioni acquisite<br />
• aderenza al programma<br />
• attività fisica.<br />
Indicatori di risultato<br />
• uso del corpo<br />
• uso della voce<br />
• capacità di relazione<br />
• capacità di collaborazione.<br />
Solo per quanto concerne il progetto benessere:<br />
• capacità di mantenere una corretta alimentazione<br />
• frequenza e tipo di attività fisica.<br />
20<br />
21
Distretto<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Distretto<br />
Progetto premiato<br />
Implementazione del sistema informativo S.I.GE.SS.TER 5 ®<br />
(Sistema Informativo GEstionale Socio-Sanitario<br />
per la rete dei servizi TERritoriali).<br />
Per la misurazione, valutazione e valorizzazione<br />
delle attività di assistenza territoriale integrata<br />
Referente<br />
Elvio Pistaffa<br />
Responsabile Unità Operativa Cure Primarie<br />
Centro di responsabilità Distretto <strong>Ulss</strong> 5 Ovest Vicentino<br />
Collaboratori<br />
Paola Peruzzo<br />
Responsabile Unità Operativa Assistenza Domiciliare<br />
Centro di responsabilità <strong>Ulss</strong> 5 Ovest Vicentino<br />
Andreina Raschietti<br />
Caposala<br />
Infermiere Esperto<br />
Centro di responsabilità Distretto <strong>Ulss</strong> 5 Ovest Vicentino<br />
Livia Visonà<br />
Coordinatrice Punto Salute Nord<br />
Infermiere Esperto<br />
Centro di responsabilità Distretto <strong>Ulss</strong> 5 Ovest Vicentino<br />
Laura Zordan<br />
Coordinatrice Punto Salute Centro<br />
Infermiere Esperto<br />
Centro di responsabilità Distretto <strong>Ulss</strong> 5 Ovest Vicentino<br />
Manifestazioni del problema<br />
Le modalità e i criteri di raccolta dei dati relativi all’Assistenza<br />
Domiciliare sono disomogenei nei vari Punti Salute<br />
del Distretto. Viene utilizzato supporto cartaceo e la<br />
modulistica attualmente in uso è diversa in ogni sede.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
La raccolta dei dati in maniera disomogenea e su supporto<br />
cartaceo comporta la difficoltà di monitorare in<br />
tempo reale l’attività svolta, di valutare dei carichi di<br />
lavoro del personale, di reperire i dati per i report regionali,<br />
dell’incrocio dei dati con i comuni e con gli altri<br />
servizi coinvolti nell’assistenza domiciliare e l’impossibilità<br />
di un confronto e standardizzazione delle modalità<br />
operative.<br />
E’ inoltre molto difficoltoso effettuare valutazioni di appropriatezza<br />
degli interventi, di costo/efficacia e monitorare<br />
l’uso dei materiali.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
L’ambito territoriale dell’<strong>Ulss</strong> 5 ha una superficie totale di<br />
Kmq 499,83 distribuiti in 22 Comuni, di cui 5 tra i 15.000<br />
e 28.000 abitanti.<br />
Vi è un residuo di disomogeneità organizzativa e gestionale,<br />
derivante dalla fusione nel 1996 di 3 diverse <strong>Ulss</strong>,<br />
che ha dato origine ad un’unica azienda con 18 sedi<br />
operative sparse su territorio.<br />
I gruppi infermieristici delle varie sedi hanno esperienze<br />
e realtà lavorative diverse, con modalità operative<br />
peculiari, non facili da integrare. Molto spesso inoltre<br />
l’infermiere in servizio sul territorio lavora in autonomia<br />
e solitudine, con difficoltà di condivisione di problemi<br />
tecnici e relazionali anche causa delle distanze che diminuiscono<br />
la motivazione e il senso d’appartenenza al<br />
gruppo.<br />
Fino ad ora inoltre il servizio di assistenza domiciliare<br />
non è stato fornito di strumenti informatici per la gestione<br />
dell’attività e non si è provveduto alla formazione<br />
specifica del personale.<br />
Obiettivo<br />
Uniformare e informatizzare su tutto il territorio dell’<strong>Ulss</strong> 5<br />
la rilevazione e l’interpretazione dei dati raccolti relativi<br />
alle attività svolte e alle prestazioni erogate per l’attività<br />
di Assistenza Domiciliare al fine di:<br />
• rilevare in termini numerici e in maniera puntuale e<br />
tempestiva l’attività svolta<br />
• ottenere dati omogenei che consentano di effettuare<br />
valutazioni di processo, di efficacia e di efficienza dei<br />
servizi e della prestazioni territoriali<br />
• misurare l’impegno quali e quantitativo del personale<br />
(carichi di lavoro)<br />
• conoscere il profilo assistenziale per ogni tipologia di<br />
casistica trattata<br />
• ottenere report regionali per l’analisi organizzativo<br />
economica in maniera rapida ed affidabile (sistema SID<br />
- ADI)<br />
• consentire l’incrocio dei dati con i comuni e gli altri servizi<br />
coinvolti nell’assistenza domiciliare<br />
• classificare e codificare le prestazioni e determinare<br />
per ciascuna di esse standard di riferimento interni ed<br />
esterni (es. regionali).<br />
Strategia<br />
• costituzione di un gruppo di lavoro (gruppo A) composto<br />
dal dal responsabile dell’U.O.C. Cure Primarie, dai<br />
referenti dei Punti Salute, dal responsabile del Servizio<br />
Informatico <strong>Azienda</strong>le, dalla caposala, dai coordinatori<br />
infermieristici, da amministrativi con il responsabile<br />
della ditta fornitrice del software. Il gruppo ha il<br />
compito di esaminare il software proposto e indicare<br />
le modifiche necessarie all’utilizzo dello stesso nel contesto<br />
aziendale<br />
• costituzione di un gruppo di lavoro (gruppo B) composto<br />
dal responsabile dell’Unità operativa assistenza<br />
domiciliare, dalla caposala e dalle coordinatrici dei diversi<br />
Punti Salute per aggiornare la modulistica e riorganizzare<br />
la raccolta dei dati<br />
• intervento formativo generale al personale infermieristico<br />
ed amministrativo che sarà preposto alla raccolta<br />
e all’inserimento dei dati nel computer<br />
• definizione di un protocollo interno per l’utilizzo del<br />
software che garantisca una uniforme trattazione dei<br />
dati<br />
• definizione delle priorità nell’organizzazione e nell’inserimento<br />
graduale dei dati.<br />
Interventi<br />
• il Gruppo A definisce le caratteristiche del software da<br />
adottare (1 mese)<br />
• l’<strong>Ulss</strong> provvede a fornire tutte le sedi periferiche di pc<br />
o terminale dotato del software individuato (3 Mesi)<br />
• il gruppo B provvede alla revisione dei supporti cartacei<br />
attualmente in uso nelle varie sedi e alla definizione<br />
delle modalità operative per la rilevazione dell’attività<br />
svolta (2 mesi)<br />
• il gruppo B acquisisce la capacità di utilizzo del supporto<br />
informatico e, suddividendo il personale infermieristico<br />
in piccoli gruppi, provvede alla loro formazione.<br />
Definisce inoltre la distribuzione dei compiti al<br />
personale infermieristico e amministrativo e realizza un<br />
protocollo di gestione del programma (3 mesi)<br />
• il gruppo A definisce le priorità e i tempi previsti per il<br />
caricamento dell’attività pregressa e la messa a regime<br />
della modalià operativa<br />
• il gruppo A stabilisce la procedura e incarica un referente<br />
per l’estrazione dei dati per i report regionali.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
• verrà valutata a 6 mesi dall’inizio del progetto la percentuale<br />
di infermieri in grado di utilizzare correttamente il<br />
programma e la percentuale di casi in assistenza domiciliare<br />
i cui dati sono inseriti correttamente.<br />
Indicatori di attività<br />
• presenza in tutte le sedi di software e PC idonei all’uso<br />
• realizzazione della nuova cartella infermieristica e della<br />
nuova modulistica<br />
• percentuale di infermieri che acquisiscono la capacità<br />
di utilizzare il software<br />
• presenza di un protocollo interno per la gestione del<br />
programma<br />
Indicatori di risultato<br />
• percentuale del personale che adotta le nuove modalità<br />
di rilevazione ed inserimento dei dati<br />
• n. di casi in assistenza domiciliare “informatizzati”/n. di<br />
casi totali (percentuale di casi informatizzati)<br />
22<br />
23
Distretto<br />
• percentuale di casi in assistenza domiciliare in cui è<br />
possibile definire il profilo assistenziale, il carico assistenziale<br />
e l’impegno del personale, i costi di gestione<br />
e i report regionali.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Distretto<br />
Ottimizzazione di risorse attraverso la creazione<br />
di un percorso a diagramma di flusso, agevolato,<br />
per riposizionamento di sondino nasograstrico<br />
in pazienti con nutrizione artificiale enterale domiciliari<br />
Progetto premiato<br />
Referente<br />
Giovanni Ronzani<br />
Dirigente Medico U.O.S.<br />
Dietetica e Nutrizione clinica territoriale<br />
Collaboratori<br />
Chiara Sassaro<br />
Coordinatrice infermieristica<br />
Silvia Bestini<br />
Infermiera<br />
Susanna Castegnaro<br />
Infermiera<br />
24<br />
25
Distretto<br />
Problema<br />
• non sono chiari i percorsi, le figure professionali, e le<br />
strutture da contattare nel caso di fuoriuscita accidentale<br />
del sondino nasogastrico in pazienti a domicilio<br />
con nutrizione entrale artificiale, a cui si deve riposizionare<br />
il sondino per permettere la corretta infusione di<br />
alimenti e farmaci<br />
• spreco di risorse.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Nella nostra <strong>Ulss</strong> ci sono a domicilio 140 pazienti in nutrizione<br />
entrale domiciliare, con gastrostomia e sondino<br />
nasogastrico. Tale metodica di nutrizione definita artificiale<br />
è regolamentata da normativa nazionale con legge<br />
regionale n.11/98 in cui si prevede l’attivazione dell’ADI<br />
ad alta intensità. Trattasi di pazienti per la maggior parte<br />
anziani, di difficile spostamento dal proprio domicilio a<br />
causa delle patologie concomitanti.<br />
A causa di tali quadri patologici è necessario che il personale<br />
sanitario sappia individuare le problematiche<br />
che possono insorgere durante le manovre di riposizionamento<br />
del sondino nasogastrico. Risulta evidente che<br />
si tratta di manovra non banale, che richiede maggiori<br />
attenzioni soprattutto se eseguita in struttura non protetta<br />
qual è il domicilio del paziente.<br />
Per questo motivo a tutt’oggi molte sostituzioni avvengono<br />
in ambiente ospedaliero definito protetto.<br />
Nell’esperienza di questi anni ci siamo accorti che molti<br />
degli interventi eseguiti in “emergenza” potevano essere<br />
evitati, ottimizzando risorse e costi, con individuazione<br />
di un percorso da attuare a seconda delle problematiche<br />
emerse.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Azioni<br />
• raccolta di informazioni su casi già avvenuti ed analisi<br />
delle motivazioni che hanno portato al problema<br />
• confronto con altre realtà di servizi che presentano o<br />
hanno presentato le stesse problematiche<br />
• considerazioni delle risorse disponibili<br />
• ricerca in letteratura dei problemi e possibili risoluzioni<br />
• elaborazione del percorso di organigramma.<br />
Condizione indispensabile prima di applicare i percorsi<br />
identificati è la formazione del personale infermieristico<br />
sia dal punto di vista teorico che pratico.<br />
Tale percorso formativo prevede varie fasi:<br />
1. in una prima fase si faranno una serie di incontri che<br />
illustrino la parte teorica del posizionamento ( attraverso<br />
filmati e diapositive illustrate) con relative problematiche<br />
che si possono trovare e possibili soluzioni<br />
adottabili.<br />
2. In un secondo momento si utilizzeranno i casi reali,<br />
pazienti a domicilio, che saranno portati nel servizio<br />
di dietetica e nutrizione clinica territoriale nel<br />
momento in cui sarà necessario sostituire il sondino<br />
naso-gastrico. Ciò servirà per insegnare la pratica di<br />
sostituzione del sondino naso-gastrico, in sicurezza, a<br />
tutti gli infermieri del distretto .<br />
3. la terza fase prevede la costruzione collaborativa di<br />
un protocollo identificativo dei casi semplici di posizionamento<br />
4. la quarta fase prevede la costruzione collaborativa di<br />
un protocollo di posizionamento del SNG.<br />
“Sfumiamo”: La Promozione della salute con particolare<br />
riferimento agli stili di vita e ai comportamenti Tabagici<br />
Daniela Burato<br />
Caposala<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Francesco Barbagin<br />
Operatore Socio sanitario<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Francesca Bellucco<br />
Operatore Socio sanitario<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Martina Galeotto<br />
Infermiere Professionale<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Giuseppe Carturan<br />
Operatore Socio sanitario<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Graziano Giacomello<br />
Infermiere Psichiatrico<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Carolina Zanconato<br />
Infermiere Generico<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Marianna Zin<br />
Educatore<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Referente<br />
Raffaele Morello<br />
Assistente sociale<br />
Dipartimento Salute Mentale Lonigo<br />
Distretto<br />
Collaboratori<br />
Obiettivo<br />
Produrre un diagramma a flusso di percorso agevolato<br />
per pazienti con nutrizione artificiale enterale domiciliare<br />
che necessitano di riposizionamento del sondino<br />
nasogastrico, da sviluppare successivamente con tabelle,<br />
percorsi ben definiti, concordati e scritti con tutte le<br />
figure professionali e unità operative coinvolte.<br />
Allegato 1 pagina<br />
Il problema e sua analisi<br />
Esso interessa la distribuzione e il consumo di tabacco<br />
agli utenti con problemi psichiatrici inseriti nella Comunità<br />
Terapeutica Riabilitativa Protetta “il Nido Rosa” di<br />
Lonigo. L’aspetto più evidente che ha suggerito al gruppo<br />
di mettere in atto un progetto di qualità interessa<br />
il paradosso esistente tra il mandato teso al raggiungimento<br />
della migliore qualità di vita degli utenti e l’erogazione<br />
di una prestazione decisamente contro salute.<br />
Gli operatori deputati a promuovere la salute delle persone<br />
dedicano, infatti, parte del proprio tempo quotidiano<br />
a curare la gestione delle sigarette; “prestazione”<br />
che alimenta stili di vita insalubri in contraddizione alle<br />
campagne di prevenzione promosse dal Ministero della<br />
Salute, e dalla normativa recente.<br />
Il problema fumo oltre a distogliere risorse umane<br />
“ruba” del tempo e del denaro agli utenti e ai familiari<br />
che spesso devono fronteggiare la dipendenza e le conseguenti<br />
compulsioni.<br />
Attorno alla dipendenza dal fumo si inseriscono anche<br />
una serie di dinamiche relazionali problematiche tra gli<br />
utenti, tra questi e gli operatori e tra gli utenti i familiari<br />
e gli operatori che sono lesive del buon andamento delle<br />
relazioni nei vari contesti di vita.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
L’analisi del processo svolta rispetto alla “prestazione<br />
gestione sigarette“ vede l’impiego giornaliero delle seguenti<br />
risorse quantificabili in:<br />
• circa 15 ore settimanali complessive impiegate all’interno<br />
dell’organizzazione del lavoro<br />
• 3 ore settimanali per gli utenti occupati nell’acquisto<br />
delle sigarette<br />
• mediamente 9 euro settimanali spesi per ogni utente<br />
per l’acquisto delle sigarette<br />
• una certa quantità di tempo difficilmente quantificabile<br />
utilizzata dagli utenti durante il consumo di sigarette.<br />
L’analisi qualitativa interessa invece i diversi ambiti relazionali<br />
che vengono condizionati negativamente.<br />
Essi sono:<br />
• laboratori riabilitativi<br />
• vita di comunità (per esempio: scontri tra fumatori e<br />
non fumatori, scambi (traffici) tra fumatori in astinenza)<br />
• relazioni fra gli operatori e i familiari nel caso che quest’ultimi<br />
non rispettino le regole che vietano la consegna<br />
diretta ai propri congiunti delle sigarette, oppure<br />
del denaro<br />
• relazioni fra gli operatori e gli utenti durante i momenti<br />
di vita non strutturata<br />
• relazioni nel tempo libero.<br />
Obiettivi<br />
L’obiettivo generale interessa il miglioramento della<br />
qualità della vita degli utenti inseriti in Comunità riabilitativa,<br />
in particolare gli obiettivi specifici interessano<br />
le due macro aree enunciate sopra: l’area relativa alle<br />
risorse umane ed economiche impiegate per sostenere<br />
la dipendenza da tabacco e l’area delle relazioni.<br />
Per quanto riguarda l’area delle risorse si intende promuovere<br />
la riduzione/eliminazione del consumo di tabacco<br />
e conseguentemente la riduzione delle spese e<br />
26<br />
27
Distretto<br />
del tempo dedicato dagli operatori per la gestione del<br />
consumo di tabacco. A questo obiettivo dovrebbe seguire<br />
la conversione delle risorse economiche ed umane<br />
in nuovi progetti riabilitativi utili e piacevoli da definire<br />
individualmente con utenti e familiari.<br />
Per l’area delle relazioni gli obiettivi interessano il miglioramento<br />
delle relazioni fra gli attori citati, in particolare<br />
la riduzione delle tensioni fra operatori ed utenti durante<br />
lo svolgimento dei laboratori riabilitativi e in genere<br />
durante la vita di comunità, quella fra gli utenti generati<br />
dagli scambi (traffici) di sigarette e il miglioramento dei<br />
rapporti fra i familiari e gli utenti soprattutto durante i<br />
permessi a casa.<br />
Azioni ed interventi<br />
Si precisa che il presente progetto si inserisce all’interno<br />
delle altre azioni che da alcuni anni interessano l’area<br />
dell’educazione alla salute. Dal 2000 infatti è attivo un<br />
progetto rivolto alle persone con problemi di sovrappeso,<br />
sono attivi da anni percorsi di educazione al movimento<br />
fisico e di educazione alla cura di sè.<br />
Il problema del fumo da tabacco rientra all’interno del<br />
concetto complesso quale è lo stile di vita.<br />
Nel caso degli utenti con problemi psichici la complessità<br />
e la conseguente difficoltà assume proporzioni rilevanti,<br />
ne è conferma il fatto che sono pochi i progetti<br />
attivati dai servizi per la salute mentale.<br />
Vista la complessità del problema, il numero di soggetti<br />
coinvolti e la necessità di promuovere la partecipazione<br />
attiva delle persone a vario titolo interessate, la strategia<br />
che si adotterà prevede il coinvolgimento diretto fin<br />
dalle prime fasi della progettazione di tutti i soggetti.<br />
Ciò significa che la stesura dell’attuale progetto ha visto<br />
la partecipazione dei familiari e degli utenti al fine di individuare<br />
i vari aspetti problematici riscontrabili nei vari<br />
ambiti di vita. Con gli operatori della Comunità Riabilitativa<br />
si è svolta l’analisi del processo puntualizzando le<br />
ricadute organizzative e relazionali.<br />
La stessa modalità partecipata sarà mantenuta sia nell’attivazione<br />
degli interventi generali, sia per la costruzione<br />
dei percorsi personalizzati di disassuefazione sia<br />
per le verifiche e valutazioni.<br />
Interventi<br />
Gli interventi che si metteranno in atto riguardano:<br />
• una attività di formazione sensibilizzazione rivolta agli<br />
utenti, ai familiari e agli operatori della Comunità Riabilitativa<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
• la costruzione di percorsi personalizzati di disassuefazione<br />
dal fumo rivolti ai singoli e con la collaborazione<br />
delle famiglie<br />
• l’elaborazione di nuovi progetti riabilitativi emergenti<br />
dalle risorse (umane ed economiche) risparmiate dalla<br />
riduzione del consumo di tabacco.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
Il controllo, la verifica e la valutazione interesseranno le<br />
due macro aree citate più sopra.<br />
Altre forme di verifica riguarderanno l’andamento dei<br />
singoli utenti per i quali si sono attivati i percorsi personalizzati<br />
di disassuefazione dal fumo.<br />
Indicatori di risultato<br />
I cambiamenti relativi alle relazioni sono difficili da misurare<br />
e quantificare. Lo stesso vale per gli stili di vita<br />
all’interno dei quali si inserisce il consumo di tabacco.<br />
Si intendono e comunque misurare i cambiamenti utilizzando<br />
il “TEST DI FAGERSTRöM”, strumento standardizzato<br />
che evidenzia il grado di dipendenza da nicotina.<br />
Saranno utilizzati altri indicatori di risultato associati<br />
agli obiettivi già enunciati. Si valuterà positivamente<br />
la riduzione di almeno il 20% delle risorse economiche<br />
destinate per l’acquisto di tabacco e il numero di nuovi<br />
progetti attivati con il recupero delle risorse economiche<br />
e di personale. La valutazione avverrà dalla lettura<br />
delle cartelle cliniche e dai diari delle consegne compilati<br />
quotidianamente dagli operatori, attraverso colloqui<br />
con i familiari con gli utenti e dalle discussioni di gruppo<br />
con gli utenti.<br />
Stato di avanzamento del progetto<br />
Il progetto è già stato avviato da quattro mesi.<br />
Non si possono al momento segnalare cambiamenti<br />
sostanziali se non la disponibilità di alcune persone<br />
coinvolte a modificare le abitudini rispetto al consumo<br />
di tabacco. Dopo il primo periodo di sensibilizzazione si<br />
passerà nei prossimi mesi all’attivazione di alcuni progetti<br />
individuali.<br />
Realizzazione del cartello “Unico”<br />
indicante i turni di servizio<br />
delle farmacie convenzionate<br />
Referente<br />
Renato Girardello<br />
Assistente amm.vo<br />
U.O. Farmaceutica Territoriale<br />
Collaboratori<br />
Maria Paola Cariolato<br />
Farmacista Dirigente<br />
U.O. Farmaceutica Territoriale<br />
Ermanno Dian<br />
Dirigente Medico<br />
U.O. Cure Primarie<br />
Distretto<br />
Progetto premiato<br />
28<br />
29
Distretto <strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Distretto<br />
Manifestazioni del problema<br />
Attualmente le 43 farmacie convenzionate di questa<br />
<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> redigono a loro piacimento il cartello indicante<br />
le farmacie di turno.<br />
La Commissione Ispettiva sulle Farmacie, a cui appartiene<br />
lo scrivente gruppo di lavoro, ha riscontrato negli<br />
ultimi anni numerose anomalie riconducibili al cartello<br />
predetto, e precisamente:<br />
1. grande disomogeneità: formati e supporti molto diversi<br />
gli uni dagli altri, che talvolta pregiudicano la leggibilità<br />
stessa.<br />
2. mancanze e/o imprecisioni dei dati in esso contenuti:<br />
• indicazione dell’ordine di vicinanza delle farmacie di<br />
turno quasi mai rispettato<br />
• indicazione dei nominativi, degli indirizzi e dei numeri<br />
di telefono delle farmacie di turno, a volte mancanti<br />
e/o imprecisi e/o non aggiornati<br />
• indicazione delle modalità di fruizione del servizio<br />
gratuito a domicilio, notturno e festivo, per la consegna<br />
di farmaci urgenti tramite ANCR, mancanti e/o<br />
imprecise<br />
• indicazione delle farmacie di appoggio non sempre<br />
indicato, o recante, delle volte le farmacie con<br />
appoggio “in entrata”, delle altre, le farmacie con<br />
appoggio “in uscita”.<br />
Il risultato di tutto ciò è, purtroppo, un prodotto scadente,<br />
che ha la naturale conseguenza di fornire all’utenza un<br />
servizio di scarsa qualità.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Il gruppo di lavoro ritiene quindi importante affrontare e<br />
risolvere il problema, soprattutto per migliorare la qualità<br />
del servizio offerto all’utenza, ed in modo specifico<br />
per:<br />
• fornire un servizio migliore all’utente, considerato che<br />
molto spesso le persone che hanno la necessità di consultare<br />
tale cartello hanno bisogno di risposte rapide e<br />
sicure, in quanto legate ad un precario stato di salute,<br />
proprio o dei propri familiari, e che perlopiù tale consultazione<br />
avviene in orario notturno<br />
• fornire un servizio migliore anche alla popolazione<br />
straniera, ormai fortemente radicata nell’ambito territoriale<br />
di questa <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong>, penalizzata anche dalla<br />
difficoltà di comprensione legata alla scarsa conoscenza<br />
della nostra lingua<br />
• prevenire possibili segnalazioni di disagio o di inadempienza<br />
da parte dell’utenza.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Analisi del problema:<br />
• difformità delle informazioni fornite all’utenza<br />
• difficoltà di lettura e comprensione, riferito a tutta<br />
l’utenza ed in particolare alla popolazione straniera<br />
• imprecisione dei dati.<br />
Cause del problema:<br />
• inadeguate direttive da parte delle autorità preposte<br />
• imperizia e disattenzione da parte delle farmacie convenzionate.<br />
Obiettivo<br />
Obiettivo principale:<br />
Andare incontro alle aspettative dell’utenza migliorando<br />
la qualità del servizio offerto, avendo cura di fornire<br />
informazioni in modo sempre più accurato, completo e<br />
sicuro, attraverso:<br />
• un’uniformità delle informazioni fornite da ciascuna<br />
delle 43 farmacie convenzionate presenti sul territorio<br />
dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
• una maggiore leggibilità e comprensione dei cartelli<br />
per l’utente<br />
• una maggiore precisione e completezza dei dati contenuti<br />
nei cartelli.<br />
A tale scopo, il progetto di questo gruppo di lavoro<br />
consiste nella realizzazione di un nuovo cartello “unico”,<br />
nel senso che sarà uguale per tutte le farmacie presenti<br />
nel territorio di questa <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong>, secondo il modello<br />
proposto in allegato, che dovrà contenere:<br />
• il logo aziendale<br />
• l’indicazione delle farmacie di turno<br />
• la piantina del territorio dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong>, che ponga in<br />
evidenza quei Comuni che hanno una farmacia di turno<br />
(le aree comunali in cui viene a trovarsi una farmacia di<br />
turno risulteranno colorate in modo diverso dalle altre,<br />
in questo modo l’ordine di vicinanza viene immediatamente<br />
percepito)<br />
• l’indicazione delle farmacie di appoggio (solamente<br />
quelle con l’appoggio “in entrata” in quanto il cartello<br />
viene sostituito ogni sabato mattina)<br />
• l’indicazione delle modalità di fruizione del servizio<br />
gratuito a domicilio, notturno e festivo, per la consegna<br />
di farmaci urgenti tramite ANCR.<br />
Strategia<br />
Elenco delle azioni da intraprendere per il raggiungimento<br />
dell’obiettivo:<br />
• analisi del problema per definire le azioni da intraprendere<br />
• individuazione di un modello adeguato allo scopo<br />
• Ricerca del materiale necessario per predisporre il modello<br />
su supporto informatico<br />
• verifica intermedia ed eventuali variazioni di miglioramento<br />
del modello<br />
• verifica/valutazione finale<br />
• predisposizione del modello finale su supporto informatico<br />
• acquisizione del parere della Commissione Consultiva<br />
sulle Farmacie<br />
• creazione su supporto informatico dei cartelli necessari<br />
per la turnazione di un intero anno<br />
• individuazione dell’operazione economicamente più<br />
vantaggiosa finalizzata alla stampa dei cartelli per tutte<br />
le farmacie<br />
• stampa dei cartelli<br />
• consegna dei cartelli alle farmacie.<br />
Interventi<br />
Tabella esplicativa:<br />
Tipo di Azione Soggetti Interessati Durata<br />
Analisi del problema per pianificare le azioni da intraprendere Intero gruppo di lavoro 3 giorni<br />
Individuazione di un modello adeguato allo scopo Intero gruppo di lavoro 1 giorno<br />
Ricerca del materiale necessario per predisporre il modello<br />
su supporto informatico<br />
Renato Girardello<br />
5 giorni<br />
Elaborazione prima bozza su supporto informatico Renato Girardello 5 giorni<br />
Verifica intermedia ed eventuali variazioni di miglioramento del modello Intero gruppo di lavoro 1 giorno<br />
Elaborazione nuova bozza su supporto informatico Renato Girardello 2 giorni<br />
Verifica/valutazione finale Intero gruppo di lavoro 1 giorno<br />
Predisposizione del modello finale su supporto informatico Renato Girardello 2 giorni<br />
Presentazione del modello finale per l’acquisizione del parere della Commissione<br />
Consultiva sulle Farmacie<br />
Acquisito il parere favorevole della Commissione si provvederà all’inserimento<br />
dei dati relativi ai turni di un intero anno, su idoneo supporto informatico (con<br />
l’attuale turnazione delle farmacie a 10 settimane dovranno essere creati n. 10<br />
cartelli).<br />
Ogni singolo cartello dovrà contenere:<br />
• il logo aziendale<br />
• l’indicazione delle farmacie di turno<br />
• la piantina del territorio dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong>, che ponga in evidenza quei Comuni<br />
che hanno una farmacia di turno (le aree comunali in cui viene a trovarsi una<br />
farmacia di turno risulteranno colorate in modo diverso dalle altre, in questo<br />
modo l’ordine di vicinanza viene immediatamente percepito)<br />
• l’indicazione delle farmacie di appoggio (solamente quelle con l’appoggio<br />
“in entrata” in quanto il cartello viene sostituito ogni sabato mattina)<br />
•l’indicazione delle modalità di fruizione del servizio gratuito a domicilio,<br />
notturno e festivo, per la consegna di farmaci urgenti tramite ANCR<br />
Individuazione dell’operazione economicamente più vantaggiosa per<br />
l’<strong>Azienda</strong> (rapporto qualità/prezzo), finalizzata alla realizzazione della stampa<br />
e/o plastificazione dei cartelli per tutte le farmacie (n. 10 cartelli x 43 farmacie<br />
= n. 430 cartelli)<br />
Realizzazione in <strong>Azienda</strong>: le attrezzature necessarie sono tutte già presenti in<br />
<strong>Azienda</strong>, basterà eventualmente provvedere all’acquisto dei materiali non a<br />
scorta<br />
Realizzazione in <strong>Azienda</strong>: stampa e/o plastificazione dei cartelli effettuata in<br />
<strong>Azienda</strong><br />
Realizzazione tramite Ditta esterna: individuazione Ditta e ordine<br />
Consegna dei cartelli alle farmacie: può essere eseguita direttamente dal<br />
personale amministrativo dell’U.O. Farmaceutica Territoriale, in quanto le<br />
farmacie vi conferiscono mensilmente per la consegna ricette<br />
Intero gruppo di lavoro<br />
+Commissione Consultiva<br />
Renato Girardello<br />
Intero gruppo di<br />
lavoro+personale dell’U.O.A.<br />
Approvvigionamenti Generali<br />
ed Economali<br />
Personale dell’U.O.A.<br />
Approvvigionamenti Generali<br />
ed Economali<br />
Renato Girardello<br />
e/o altro personale aziendale<br />
individuato allo scopo<br />
Personale dell’U.O.A.<br />
Approvvigionamenti Generali<br />
ed Economali<br />
Renato Girardello<br />
Allegato 1 pagina<br />
1 giorno<br />
5 giorni<br />
1/2 giorni<br />
1 giorno<br />
3 giorni<br />
2 giorni<br />
5 giorni<br />
30<br />
31
Distretto<br />
Dal “gruppo” alla “squadra”<br />
Referente<br />
Laura Pianalto<br />
Infermiera Professionale<br />
Servizio Poliambulatoriale extra ospedaliero<br />
Distretto<br />
La qualità professionale, organizzativa e percepita<br />
nella residenzialità psichiatrica territoriale<br />
e strumenti per l’Assessment<br />
Progetto premiato<br />
Referente<br />
Stefano Zanolini<br />
Psicologo-psicoterapeuta<br />
U.O. Strutture Intermedie Dipartimento di Salute Mentale<br />
Manifestazione del problema<br />
• difficoltà e lacune nel passaggio delle informazioni<br />
• difficoltà nel poter discutere su varie problematiche<br />
operative, confrontandosi così sui metodi e sulle migliorie<br />
da adottare per risolvere i problemi operativi,<br />
anche semplici che si possono presentare<br />
• conseguente incapacità di sviluppare nuove modalità<br />
operative tese a rinforzare:<br />
a) le capacità creative individuali di gruppo<br />
b) il potere decisionale<br />
c) il processo problem solving<br />
d) il monitoraggio delle eventuali risoluzioni proposte<br />
Da ciò deriva:<br />
a) aumento di livello d’insoddisfazione individuale e<br />
del gruppo<br />
b) demotivazione<br />
c) confusione circa gli obiettivi da raggiungere o proponibili<br />
d) disfunzionalità disomogeneità frammentarietà nelle<br />
varie attività infermieristiche ambulatoriali<br />
Analisi del problema<br />
La nostra è un’organizzazione complessa con utenti<br />
esterni e utenti interni che agiscono con due tipologie<br />
operative di massima:<br />
• attribuzione di incarichi diversificati in funzione delle<br />
diverse professionalità e competenze (processo di<br />
scomposizione del lavoro)<br />
• costruzione/attivazione di processi di integrazione attraverso<br />
i quali le diverse professionalità ricompongono<br />
il loro operato singolo per arrivare all’obiettivo.<br />
Azioni<br />
• sottoporre ai referenti e ai membri del gruppo questo<br />
progetto per valutare il livello di condivisione del<br />
problema e del coinvolgimento di ognuno rispetto al<br />
problema esposto<br />
• cominciare a discutere sul piano di collaborazione e<br />
sulla tipologia di gruppo che ognuno dei componenti<br />
ha intenzione di attuare, valutando le strategie per<br />
arrivare al tipo di gruppo più condiviso e quindi più<br />
realistico.<br />
In base al tipo di gruppo scelto, iniziare ad affrontare<br />
i problemi, seguendo la priorità (da quelli sentiti come<br />
preminenti scendendo mano a mano) stabilendo per<br />
ognuno delle strategie.<br />
Interventi<br />
• riunioni di gruppo guidate con cadenza mensile per<br />
strutturare il gruppo di lavoro partendo dalle risorse<br />
umane presenti<br />
• riunioni operative del gruppo settimanali per discussione,<br />
individuazione proposte di soluzione circa uno o<br />
più problemi operativi specifici<br />
• verifica successiva sulla validità delle soluzioni proposte<br />
in precedenza, eventuali modifiche in base all’esperienza<br />
fatta durante il periodo di applicazione delle<br />
proposte di problem solving<br />
• quando il gruppo scelto sarà strutturato, le sedute potranno<br />
essere diradate e presiedute dal leader o catalizzatore<br />
del gruppo che all’inizio sarà affiancato dal<br />
supervisore esterno.<br />
Collaboratori<br />
Alessandra Belfontali<br />
Psicologa<br />
Centro Arcobaleno Dipartimento di Salute Mentale<br />
Maria Teresa Bettega<br />
Psicologa<br />
Centro Arcobaleno Dipartimento di Salute Mentale<br />
Stefania Visonà<br />
Psicologa<br />
Centro Arcobaleno Dipartimento di Salute Mentale<br />
32 33
Distretto <strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Distretto<br />
Problema e sua analisi<br />
I servizi psichiatrici condividono alcune caratteristiche<br />
proprie delle industrie di servizi poiché erogano prodotti<br />
per lo più intangibili, coinvolgendo prestazioni<br />
eterogenee e multiprofessionali, in cui “produzione” e<br />
“consumo” sono inseparabili, e il giudizio di qualità dovrebbe<br />
in larga parte essere legato alle percezioni, agli<br />
atteggiamenti e aspettative dei destinatari del servizio<br />
stesso, così che la client quality sia assicurata dalle misure<br />
e tecniche di soddisfazione del cliente. Ciò vale ancor<br />
più se si tiene conto della relazione incrociata tra il punto<br />
di vista del consumatore-utente e il concetto di partecipazione,<br />
che deriva dal cambiamento di ruolo che il<br />
paziente e il suo ambiente può assumere nei confronti<br />
delle strutture e dei processi di cura e riabilitazione: implementare<br />
la possibilità di esprimere il proprio punto<br />
di vista favorisce la collaborazione, ma l’essere coinvolto<br />
stimola anche una valutazione positiva del servizio erogato.<br />
In questa cornice teorica assumono rilevanza le modalità<br />
con cui vengono forniti i servizi socio-sanitari psichiatrici,<br />
come la residenzialità psichiatrica territoriale, ma, per<br />
la natura stessa del servizio, assume altrettanta rilevanza<br />
la modalità con cui questo processo viene percepito.<br />
Nel campo della residenzialità psichiatrica ha assunto<br />
particolare valore, dopo l’applicazione della D.G.R.V.<br />
n.4080/2000, il ruolo degli Appartamenti a variabile<br />
grado di protezione (che abbrevieremo con App.V.P.).<br />
Una corretta programmazione, realizzazione e gestione<br />
degli stessi consente molteplici vantaggi in campo<br />
socio-sanitario e nella cura delle patologie psichiatriche<br />
cronicizzati.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Gli App.V.P. sono un punto di contatto molto importante<br />
fra i servizi psichiatrici e la comunità locale in cui essi<br />
operano. Prestare attenzione a come questi servizi funzionano<br />
e cercare di migliorarli, studiandone punti di<br />
forza e punti deboli, non significa solo cercare di offrire<br />
un servizio migliore, ma comporta anche una riflessione<br />
sugli aspetti di comunicazione e di gestione dell’immagine<br />
percepita.<br />
L’esigenza di costruire un protocollo indicativo della<br />
qualità del servizio di residenzialità psichiatrica risponde<br />
alle necessità di verifica del funzionamento dell’organizzazione<br />
delle strutture, ma incontra anche la prospettiva<br />
centrata sul cliente, esteso qui ad un contesto più ampio<br />
di quello del singolo paziente, dato che come consumer<br />
in psichiatria dobbiamo sempre necessariamente annoverare<br />
con il paziente, la sua famiglia e la rete sociale<br />
territoriale di riferimento. Diventa quindi di fondamentale<br />
importanza la rilevazione della qualità percepita<br />
dal paziente, al quale così viene riconosciuto un ruolo di<br />
cittadino attivo, che viene poi allargato alla famiglia e al<br />
contesto di quartiere in cui sono insediati gli App.V.P..<br />
L’analisi della percezione di qualità può influenzare non<br />
solo il processo riabilitativo del singolo utente, aumentandone<br />
le potenzialità, ma anche la dimensione e la<br />
valenza sociale del servizio all’interno della comunità in<br />
cui opera.<br />
In tale ottica, nel territorio della Valle del Chiampo, il<br />
servizio di residenzialità psichiatrica gestito dal Centro<br />
Arcobaleno ha dato vita fin dal 1998 alle prime esperienze,<br />
a livello regionale, di App.V.P., cercando di prendersi<br />
cura di tutti gli aspetti problematici descritti, in stretta<br />
collaborazione con gli Enti affidanti degli stabili (Comuni<br />
di Arzignano e Montecchio Maggiore e ATER di Vicenza).<br />
Ad oggi sono attivi in questo territorio 10 App.V.P. che<br />
ospitano 17 pazienti, dimessi dopo almeno 2 anni di programma<br />
residenziale comunitario intensivo (in Comunità<br />
Alloggio o C.T.R.P.).<br />
Questo fa emergere ancor più la necessità di dare un’organizzazione<br />
sistematica al lavoro di coordinamento e<br />
gestione degli App.V.P., creando gli strumenti che permettano<br />
una lettura quantitativa e un controllo di gestione<br />
efficace del loro percorso, sulla base di elementi<br />
basati sull’evidenza scientifica (EBM).<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
La residenzialità psichiatrica presenta diversi ordini di<br />
problemi riguardo la qualità, che spaziano dalla funzionale<br />
ripartizione delle risorse umane preposte fino<br />
al concreto funzionamento del progetto riabilitativo. I<br />
problemi che possono derivare da un’inappropriata valutazione<br />
dell’efficacia del servizio sono numerosi, come<br />
un insufficiente monitoraggio della condizione abitativa,<br />
una supervisione superficiale o degli stati di malcontento.<br />
Essi possono portare a numerosi eventi di interruzione<br />
del processo terapeutico residenziale e talora al suo fallimento.<br />
Obiettivo<br />
La qualità professionale e organizzativa riguarda il ruolo<br />
del personale che ha la gestione degli App.V.P. La valutazione<br />
delle esigenze e delle risorse umane che vengono<br />
mobilitate per far fronte ai problemi della residenzialità<br />
psichiatrica è un necessario (anche se non unico)<br />
indicatore di funzionamento del servizio offerto.<br />
Per quanto concerne la qualità percepita è d’obbligo il<br />
riferimento al costrutto di “soddisfazione” dell’utenza,<br />
composta da persone malate e dalle loro famiglie, comprendente<br />
gli aspetti teorici, funzionali e metodologici.<br />
Essa è diventata un campo crescente di interesse e applicazione,<br />
un’esigenza ineludibile, ance se ancora problematica<br />
nella salute mentale, nella programmazione e<br />
valutazione dei servizi offerti.<br />
La soddisfazione è sì un indicatore di esito, ma anche di<br />
processo e ha una forte rilevanza sociale sia nelle politiche<br />
di quality assurance sia, in prospettiva più strettamente<br />
tecnica, nella ricerca e nelle attuali tendenze in<br />
ambito terapeutico-riabilitativo.<br />
Questo fattore è legato alla scelta e all’uso di uno specifico<br />
servizio, all’adesione e al livello di partecipazione<br />
dell’utenza e delle associazioni di tutela al sostegno dei<br />
programmi di trattamento, all’assunzione di responsabilità<br />
di cura e riabilitazione degli stessi pazienti: una variabile<br />
questa che in psichiatria è stata dimostrata come<br />
interveniente nei risultati del processo di cura, in quanto<br />
essa strettamente legata, più di altre patologie, alla soggettività<br />
del paziente e della sua rete sociale.<br />
Ma il processo di qualità è anche parte integrante degli<br />
obiettivi del campo della salute mentale, perché aspetto<br />
fondamentale della qualità della vita e prima tappa<br />
dell’ empowerment consumer psichiatrico.<br />
E’ necessario, da quanto premesso, dotarsi di strumenti<br />
pratici e validati di analisi e verifica dell’efficacia degli<br />
interventi che l’equipe gestore degli App.V.P. deve possedere,<br />
conoscere, manipolare e interpretare.<br />
Indagare la qualità percepita da utenti, familiari e operatori<br />
produce un effetto secondario non trascurabile,<br />
infatti, secondo l’assunto per cui “osservando un fenomeno,<br />
si modifica lo stesso” la risonanza di ciò sarà il<br />
maggiore coinvolgimento emotivo e motivazionale degli<br />
utenti, concretizzato nell’essere e sentirsi interpellati,<br />
con l’effetto di uno spostamento nel versante positivo<br />
della percezione del servizio di cui si usufruisce.<br />
I principi fondamentali dell’MCQ (Miglioramento Continuo<br />
di <strong>Qualità</strong>) stanno nell’indagare le 3 dimensioni di<br />
qualità e appropriatezza degli interventi di assistenza<br />
sanitaria, basato sulle evidenze di qualità:<br />
• professionale<br />
• organizzativa<br />
• percepita.<br />
Obiettivo del nostro lavoro è quello di dotare l’equipe<br />
degli strumenti operativi che diano riscontro del monitoraggio<br />
continuo del livello di qualità e dell’efficacia<br />
dell’operare nelle 3 dimensioni, agendo attraverso interventi<br />
psicosociali di provata efficacia in Clinical Evidence,<br />
come relazionato dall’American Psychological<br />
Association in Roth & Fonagry (rif. www.cochrane.it) .<br />
Si è infatti dimostrato in EBM che risultano efficaci:<br />
1. Nella cura della schizofrenia:<br />
• interventi psicoeducativi e comportamentali per ridurre<br />
le recidive<br />
• terapie di mantenimento con farmaci<br />
• addestramento alle abilità sociali<br />
• inserimento lavorativo con sostegno.<br />
2. Nella cura dei disturbi di personalità borderline:<br />
• addestramento alle abilità sociali e di gruppo<br />
• terapia comportamentale.<br />
La valutazione sistematica e misurabile degli esiti (effectiveness)<br />
e della soddisfazione percepita ci può così<br />
permettere un’analisi validata, standardizzata e riproducibile<br />
delle variabili che vanno considerate fondamentali<br />
nella gestione dei progetti di App.V.P.<br />
Strategia<br />
Sviluppare un corpo di strumenti adatti a costituire un<br />
protocollo di valutazione della qualità resa dagli App.<br />
V.P. e dei relativi progetti terapeutico-residenziali e fornirne<br />
una prima applicazione di verifica dell’ affidabilità<br />
e della validità.<br />
Tale processo viene a costituirsi con le seguenti fasi:<br />
1.La costruzione e applicazione della scheda di “Protocollo<br />
settimanale di gestione e verifica degli App.V.P.”,<br />
compilata dagli operatori dell’equipe referenti per<br />
ogni singolo App.V.P..<br />
2.L’individuazione di strumenti di valutazione dell’efficacia<br />
del protocollo introdotto che abbiano una validità<br />
standardizzata e verificata nel campo della statistica<br />
psicometrica.<br />
3.Fra di essi abbiamo individuato come più indicativi i<br />
seguenti questionari applicati dall’Istituto Superiore di<br />
Sanità nel corso delle ricerche sull’accreditamento dei<br />
servizi sanitari di salute mentale in Italia, condotte dall’equipe<br />
diretta da P.Morosini e G.Palumbo<br />
• per la valutazione della qualità organizzativa dall’equipe:<br />
CRIFOL, questionario per la valutazione del<br />
follow-up del rapporto servizi-esiti psicosociali<br />
• per la valutazione della qualità percepita dal cliente:<br />
ROQ questionario Roman Opinion Scale per la valutazione<br />
della soddisfazione dei pazienti<br />
• per la valutazione della qualità percepita dalle famiglie:<br />
SAVE Family questionario per la valutazione degli<br />
esiti percepiti dalla famiglia.<br />
Test & retest: per verificare i risultati in termini di efficacia<br />
nella pratica (effectiveness) il test va somministrato<br />
all’inizio del progetto da un soggetto esterno e ri-somministrato<br />
a scadenza di mesi 6 dall’attivazione del protocollo<br />
operativo.<br />
Esiti del progetto in corso di attuazione<br />
La realizzazione del progetto, ancora in corso di attuazione,<br />
è consistita fino ad oggi in una prima somministrazione<br />
del questionario per la valutazione della qualità<br />
percepita dai familiari (con la sostituzione del questionario<br />
SAVE con il questionario ABC, per motivi metodologici),<br />
nella implementazione, nella pratica lavorativa<br />
dell’équipe, del protocollo di gestione degli App. V.P. e<br />
nell’analisi dei risultati di questi due indicatori.<br />
Sono state confermate le 4 aree specifiche di osservazione<br />
nella gestione degli App.:<br />
• clima psicologico, di rapporto fra i residenti dell’App.<br />
• cura della casa, e grado di collaborazione riscontrato<br />
nella gestione dell’ambiente domestico<br />
• cura dei rapporti della rete sociale (il livello d’inclusione<br />
sociale nel contesto territoriale dell’abitazione dei conviventi)<br />
• autonomia economico-lavorativo (variabili di clima<br />
psicologico connesse alle difficoltà economiche o lavorative<br />
che i conviventi possono incontrare nella loro<br />
settimana).<br />
Per ogni area è stato definito un punteggio in scala crescente.<br />
Il questionario è stato somministrato da 10 operatori in<br />
6 appartamenti con cadenza settimanale costante per<br />
quanto riguarda 5 dei 6 appartamenti, mentre in 1 vi<br />
sono state difficoltà di continuità negli ultimi 3 mesi.<br />
Si è comunque notato un netto miglioramento del grado<br />
di attenzione e valutazione dello stato di cura dell’App.<br />
da parte degli operatori e conseguentemente anche<br />
nel coinvolgimento dei residenti stessi negli gestione degli<br />
App. Significativo è il dato che nel corso del 2006 in<br />
nessun App. sono stati segnalati problemi di convivenza<br />
che abbiano portato a momenti di tensione o aggressività,<br />
né sono stati segnalati problemi o difficoltà di relazione<br />
con il vicinato.<br />
A livello di qualità organizzativo - professionale si possono<br />
fare alcune considerazioni preliminari di carattere<br />
qualitativo, non essendo ancora disponibili i dati quantitativi.<br />
L’applicazione del questionario settimanale di rilevazione<br />
ha permesso di creare un momento di confronto fra<br />
gli operatori referenti dell’App. e di analisi a cadenza<br />
settimanale dei diversi aspetti di gestione.<br />
Questo favorisce sia l’attenzione costante sull’App. e i<br />
suoi abitanti, sia il possesso di criteri chiari, definiti e misurabili<br />
di valutazione degli aspetti sia positivi sia problematici.<br />
34<br />
35
Distretto<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Ospedale<br />
Ogni operatore coinvolto ha potuto conoscere e capire<br />
l’importanza di un criterio misurabile di valutazione<br />
dell’attività espressa. Questo ha spinto l’intera equipe<br />
a riproporre anche per i prossimi i 6 mesi l’utilizzo dello<br />
strumento, migliorandone alcuni contenuti, dopo questa<br />
prima fase di training, e apportando modifiche organizzative<br />
alla loro metodologia di lavoro, grazie alla<br />
lettura degli esiti dei flussi di attività degli App..<br />
La significativa differenza è collegabile al cambio di<br />
mentalità che lo strumento ha portato: mentre prima<br />
si tendeva a pensare che l’App. “non va bene” se c’era<br />
qualche problema o “va bene” se non c’erano problemi,<br />
ora si è maggiormente raggiunta la capacità di identificare<br />
gli aspetti positivi e quelli problematici, suddividendo<br />
gli ambiti e le cause e questo favorisce anche<br />
l’individuazione degli strumenti correttivi più corretti. Si<br />
è passati dal concetto “va bene/non va bene” al concetto<br />
“aspetto da migliorare/ aspetto da conservare”.<br />
Per quanto concerne la qualità percepita, si è proceduto<br />
a una prima somministrazione del questionario per l’indagine<br />
della qualità percepita dalle famiglie. Si è scelto,<br />
per motivi metodologici, di utilizzare il questionario<br />
ABC, anziché il SAVE.<br />
I risultati di tale somministrazione sono stati pubblicati<br />
sul notiziario dell’<strong>Ulss</strong> 5 (anno 2006, n.1), e vengono di<br />
seguito riportati.<br />
È stato distribuito un questionario (ABC) alle famiglie,<br />
elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità, in cui veniva<br />
loro chiesto di rispondere a quesiti sull’assistenza che<br />
ricevono gli utenti. Con questo strumento è stato possibile<br />
comprendere quali sono le esigenze più sentite,<br />
e individuare le strategie per migliorare la qualità del<br />
servizio offerto. Il questionario è stato compilato da 25<br />
famiglie di età compresa tra 30 ed 83 anni. Ad occuparsi<br />
della persona con una malattia psichiatrica sono i genitori<br />
(76%) o i fratelli (24%). Il familiare medio risulta essere<br />
una persona di 60 anni con un titolo di studio che non<br />
va oltre la scuola media inferiore (64%). Altre persone<br />
che vivono in famiglia soffrono di un disturbo mentale<br />
(12%) o di una malattia fisica grave (24%).<br />
I familiari si dichiarano soddisfatti delle cure e dell’assistenza<br />
presso questo servizio (96%) e ritengono che<br />
anche il paziente ne sia soddisfatto (88%). Considerano<br />
il personale del servizio di riabilitazione psichiatrica<br />
cortese e gentile (96%) e disponibile ad intervenire in<br />
caso di bisogno (92%). Molti ritengono di avere bisogno<br />
di ulteriori informazioni sui problemi relativi alla salute<br />
mentale (76%). Le aree in cui desiderano avere maggiori<br />
indicazioni sono: i farmaci (52%), la psicoterapia e la riabilitazione<br />
(28%), come i familiari possono aiutare meglio<br />
il paziente (36%), i diritti del paziente e quelli dei<br />
parenti (28%), le cause ed il decorso del disturbo (48%).<br />
Per quanto riguarda il percorso terapeutico- riabilitativo,<br />
i familiari ritengono che il malato abbia bisogno in<br />
particolare di frequentare più persone, anche volontari<br />
(44%), di fare una vacanza (24%), ricevere visite di operatori<br />
a casa (12%) o frequentare un gruppo di mutuoaiuto<br />
di pazienti (12%), essere aiutato a trovare lavoro (36%) e<br />
a prendere in modo corretto i farmaci (24%).<br />
Nonostante la maggior parte degli interpellati si ritenga<br />
soddisfatto dell’assistenza offerta dal servizio (96%),<br />
secondo alcuni il familiare avrebbe bisogno di essere<br />
inserito presso una comunità (4%).<br />
È interessante notare come nessuno sia dell’avviso che<br />
la persona con malattia cronica abbia bisogno di essere<br />
ricoverata o di continuare il ricovero ospedaliero.<br />
Dall’analisi del questionario emerge che i familiari sentono<br />
il bisogno di avere più tempo per occuparsi dei<br />
propri problemi personali (28%), di frequentare una associazione<br />
di familiari o un gruppo di mutuoaiuto (24%),<br />
di maggiore collaborazione in famiglia (20%), di aiuto<br />
per i lavori di casa o di fare una vacanza (16%), e di aiuto<br />
per affrontare i problemi economici (12%).<br />
La persona in trattamento appare migliorata rispetto a<br />
come stava prima di venire presso questo servizio (96%)<br />
e raccomanderebbero il servizio anche a qualcuno con<br />
gli stessi problemi e la stessa storia (92%).<br />
La finalità che ci si propone è di migliorare il servizio offerto,<br />
aiutando i familiari a far fronte alle difficoltà, prevenendo<br />
e/o cercando di superare il malessere e le varie<br />
manifestazioni del disturbo psichico, quali depressione,<br />
ansia, tensione ecc. che possono colpire i familiari delle<br />
persone con disturbi psichici, in modo tale da favorire il<br />
loro benessere e a migliorarne la qualità della vita.<br />
Ad oggi, il progetto continua nella sua attuazione, con<br />
le rilevazioni di qualità che sono previste. Inoltre, i dati<br />
emersi hanno dato degli spunti di riflessioni utili per l’avvio,<br />
in collaborazione con l’associazione delle famiglie<br />
(A.I.T.Sa.M.), un percorso di formazione, chiamato Progetto<br />
Accoglienza, in cui si affrontano insieme alcune<br />
problematiche, e si cerca di individuare delle strategie<br />
mirate in modo tale da tutelare e sostenere le famiglie.<br />
Allegato 9 pagine<br />
Il manuale dell’infermiere di anestesia<br />
Referente<br />
Luigi Pingue<br />
Infermiere<br />
Anestesia<br />
Collaboratori<br />
Giovanna Filippozzi<br />
Infermiera<br />
Adelaide Camerra<br />
Addetta funzioni Direttive<br />
Progetto premiato<br />
36<br />
37
Ospedale<br />
Problema e sua analisi<br />
Il progetto prende origine dal problema legato al recente<br />
e continuo ricambio di personale infermieristico nel<br />
ruolo di nurse di anestesia.<br />
La criticità riscontrata riguarda lo stato di adeguamento<br />
al nuovo ruolo e la mancanza di uno standard di riferimento,<br />
dato che le istruzioni sono state date dagli infermieri<br />
che già lavorano nell’ambito e con le modalità che<br />
ognuno ha fatto sue.<br />
Questo ha creato un flusso di informazioni discontinuo<br />
che propone gli eventi formativi in base alla occasionalità<br />
del momento.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Strategia<br />
il manuale si presenta come strumento di auto-apprendimento.<br />
Si basa su una presentazione power point multimediale<br />
di auto-apprendimento con auto-test finale e<br />
successiva lezione frontale breve.<br />
I soggetti interessati sono sia i nuovi infermieri inseriti<br />
nell’organico sia quelli che per qualche motivo hanno<br />
perso continuità lavorativa e necessitano di aggiornamento.<br />
Sono altresì coinvolti tutti gli operatori del settore che<br />
potranno tenere aggiornato il manuale con elaborati atti<br />
a mantenere costante il livello di attualità dei materiali in<br />
questione.<br />
Ospedale<br />
Introduzione di una modalità informativa<br />
più efficace per l’accesso<br />
al servizio di Idrokinesiterapia<br />
Referente<br />
Luigi Angelo Gasparella<br />
Fisioterapista<br />
con funzioni di coordinamento<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Con il manuale si cerca quindi di dare una base standard<br />
ed univoca al nuovo addetto a quella specifica funzione,<br />
per chiarire fin da subito le funzioni e le metodologie in<br />
cui sarà impegnato.<br />
Inoltre esso potrà essere una linea guida per aggiornamenti<br />
e revue anche degli operatori già formati.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Il problema si è presentato con grande frequenza negli<br />
ultimi periodi, creando non poche problematiche e<br />
discontinuità nelle attività che richiedono prontezza ed<br />
esperienza specifica. Questo si è riscontrato facendo<br />
alcuni esempi, nel mancato ripristino di attrezzature o<br />
nell’incertezza sulle metodologie da applicare.<br />
L’eventualità che in futuro si possa ripetere un periodo<br />
di intenso ricambio di infermieri, troverebbe la disponibilità<br />
di un manuale che sicuramente darebbe un contributo<br />
alla soluzione del problema.<br />
Il problema descritto trova una possibilità di risoluzione<br />
in questo manuale perché riduce i tempi di apprendimento<br />
dell’infermiere nello specifico ruolo e nello specifico<br />
ambito lavorativo, poiché in esso vengono descritte<br />
le esatte modalità di applicazione delle procedure nei<br />
nostri ambienti operativi.<br />
Non è quindi un programma didattico, ma uno strumento<br />
con cui si tende a velocizzare una formazione specifica.<br />
Inoltre standardizzando le informazioni si risolvono<br />
i risvolti delle interpretazioni personali che comunque<br />
tendono a creare confusione operativa.<br />
Nel manuale viene lasciato spazio all’approfondimento<br />
culturale, non specificamente infermieristico, con collegamenti<br />
e ricerche che stimolano l’aspetto cognitivo e<br />
applicativo delle procedure effettuate.<br />
Obiettivo<br />
• riduzione dei tempi di apprendimento nel ruolo di nurse<br />
di anestesia<br />
• standardizzazione delle metodologie applicate nei nostri<br />
ambienti<br />
• miglioramento delle conoscenze specifiche del ruolo<br />
di nurse di anestesia<br />
• miglioramento del rapporto con il paziente.<br />
Interventi<br />
Per le caratteristiche di applicabilità la durata sarà necessariamente<br />
variabile, ma finalizzata, ogni qualvolta se<br />
ne presenti la necessità, a velocizzare i tempi e ridurre<br />
i rischi d’incertezza su una mansione decisamente specialistica.<br />
Modalità di controllo<br />
• scheda di itinere, per l’infermiere, con la notazione<br />
delle metodiche affrontate e risolte<br />
• scheda ad uso del medico anestesista sulla valutazione<br />
del sistema manuale<br />
• scheda dati della Caposala con valutazione dei tempi<br />
per ottenere l’autonomia lavorativa dei nuovi preposti<br />
al ruolo in questione.<br />
Ulteriore progetto<br />
Ad integrare e migliorare il progetto, viene inserita la<br />
proposta di una scheda anestesiologica infermieristica,<br />
compilata in tre fasi distinte, che avrebbe il compito di<br />
testare la qualità delle prestazioni offerte, percepita dal<br />
paziente che viene sottoposto ad anestesia.<br />
La scheda vuole essere uno strumento di miglioramento<br />
del rapporto infermiere/paziente per dare un contributo<br />
a diminuire l’ansia e le incertezze che lo possono accompagnare<br />
nel passaggio in sala operatoria.<br />
Il gruppo di lavoro di questo ulteriore progetto è proposto<br />
nel manuale stesso ed è finalizzato a meglio coinvolgere<br />
l’infermiere nel processo di miglioramento della<br />
qualità.<br />
Allegato DVD<br />
Manifestazioni del problema<br />
Il numero di informazioni organizzative e pratiche da fornire<br />
all’utenza per l’accesso al Servizio di Idrokinesiterapia<br />
è elevato; il contatto telefonico per la prenotazione<br />
del ciclo di terapia risulta lungo, complicato e il più delle<br />
volte dispersivo ovvero inefficiente ed inefficace.<br />
Quotidianamente e ripetutamente i Fisioterapisti sono<br />
chiamati a fornire e/o ribadire delucidazioni di vario genere<br />
a persone che accedono impropriamente ai locali<br />
di terapia; i pazienti in trattamento si vedono così sottrarre<br />
tempo utile e dovuto alla loro riabilitazione (che<br />
avviene per piccoli gruppi) con una sensibile difficoltà<br />
alla coerenza ai protocolli terapeutici programmati.<br />
Le richieste da parte di singole persone possono avvenire:<br />
• subito dopo la visita fisiatrica (di persona)<br />
• durante il periodo di attesa (di persona/per telefono)<br />
• qualche giorno prima dell’inizio della terapia (di persona/per<br />
telefono)<br />
• alla prima seduta (di persona)<br />
Le richieste possono riguardare:<br />
• aspetti amministrativi (terapia esclusa dai L.E.A.)<br />
• aspetti organizzativi (orari/cadenze settimanali/assenze<br />
etc...)<br />
• aspetti terapeutici (efficacia / controindicazioni / etc...)<br />
• aspetti pratici (abbigliamento/igiene etc...)<br />
Collaboratori<br />
Barbara Pesavento<br />
Fisioterapista<br />
Area Ortopedico Riabilitativa<br />
Vincenzo Fiocca<br />
Medico Fisiatra Responsabile Struttura Semplice<br />
di Idrokinesiterapia e Servizi Ambulatoriali<br />
di Recupero e Riabilitazione Funzionale<br />
di Lonigo e Montecchio Maggiore<br />
Area Ortopedico Riabilitativa<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
• è fondamentale trovare una efficace modalità comunicativa<br />
per fornire indicazioni chiare, definitive e permanenti<br />
alle molteplici e reiterate richieste di informazioni<br />
da parte di singoli utenti allo scopo di ridurre il<br />
livello di disorientamento individuale e disordine logistico<br />
• è indispensabile ridurre gli accessi random per migliorare<br />
il livello di privacy per i pazienti in trattamento (in<br />
costume da bagno)<br />
• è tecnicamente appropriato ridurre le interferenze<br />
esterne durante una seduta di Riabilitazione di gruppo<br />
per garantire il filo conduttore terapeutico all’interno<br />
della seduta medesima.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Il problema origina, principalmente, dal fatto che la<br />
Rieducazione in acqua è una proposta Riabilitativa relativamente<br />
giovane e appannaggio di poche realtà<br />
ospedaliere; ciò comporta una richiesta di informazioni<br />
superiore rispetto alle terapie più diffuse e note.<br />
In aggiunta a ciò si considerino una serie di concause:<br />
• al momento del contatto telefonico per i pazienti non<br />
risulta agevole, e spesso possibile, prendere nota di<br />
tutte le informazioni utili<br />
• durante l’attesa molte persone sentono la necessità<br />
di accertarsi di essere prenotate e, contestualmente,<br />
ritengono opportuno manifestare richieste o problematiche<br />
personali<br />
38<br />
39
Ospedale<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Ospedale<br />
• la complessità pratica (doccia/costume etc) percepita<br />
da soggetti anziani determina un senso di insicurezza<br />
o inadeguatezza aggiuntivi<br />
Si deduce che:<br />
• ogni volta che la seduta viene interrotta vi è una riduzione<br />
qualitativa e quantitativa della terapia erogata<br />
• ogni informazione ripetuta rappresenta un tempo<br />
precedentemente utilizzato senza raggiungere lo scopo<br />
prefissato<br />
• ogni incertezza da parte del singolo utente rappresenta<br />
una situazione di disagio alla quale si pone rimedio<br />
in modo non codificato (improvvisato).<br />
Obiettivo<br />
• eliminare le cause di una comunicazione inefficace<br />
riducendo quindi gli accessi per motivi informativi all’ambiente<br />
piscina<br />
• ridurre i conseguenti effetti negativi per i pazienti in<br />
trattamento (continuità di trattamento - privacy)<br />
• ridurre l’incertezza derivante da una terapia la cui<br />
procedura d’accesso è inusuale per la gran parte dell’utenza.<br />
In considerazione del numero di pazienti trattati e del<br />
turn-over attuale si prospetta il raggiungimento dell’obiettivo<br />
nell’arco di un anno a partire dalla messa a<br />
punto del sistema informativo considerato efficace.<br />
Risorse per la realizzazione del progetto<br />
Personale<br />
La realizzazione del progetto avviene ad opera esclusiva<br />
del personale della piscina idroterapica dell’Ospedale<br />
Civile di Lonigo che è composto da due Fisioterapisti<br />
e da un Medico Fisiatra. La rilevazione dei bisogni, la<br />
formulazione del documento e la sua integrazione fisica<br />
con l’attuale foglio di pagamento avverrà ad opera dei<br />
Fisioterapisti occupando un tempo stimato in complessive<br />
10 ore.<br />
La diffusione nelle sedi di competenza (ambulatori) avverrà<br />
ad opera del Medico Fisiatra che trasmetterà ed<br />
illustrerà il documento ai colleghi impiegando complessive<br />
due ore.<br />
La verifica a sei mesi e la valutazione finale verranno<br />
condotte con un incontro dedicato di 1 ora ciascuno per<br />
complessive 4 ore per i Fisioterapisti (2 unità) e 2 ore per<br />
il Medico Fisiatra.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
I componenti l’equipe del Servizio di Idrokinesiterapia<br />
(due Fisioterapisti e un Medico Fisiatra) condurranno:<br />
• una verifica in itinere a sei mesi dall’adozione del nuovo<br />
documento<br />
• una valutazione finale ad un anno dall’adozione del<br />
documento.<br />
Riabilitazione fisica<br />
del paziente cardiopatico<br />
Referente<br />
Rossella Caneva<br />
Caposala<br />
U.O.A Cardiologia Arzignano<br />
Collaboratori<br />
Riccardo Sitara<br />
Infermiere<br />
U.O.A Cardiologia<br />
Arzignano<br />
Sabina Tomasi<br />
Infermiere<br />
U.O.A Cardiologia<br />
Arzignano<br />
Strategia<br />
L’intervento consiste nella formulazione di un documento<br />
contenente tutte le indicazioni necessarie per l’accesso<br />
al servizio e corredato da soluzione a dubbi frequentemente<br />
sollevati dall’utenza.<br />
Si sottolinea che tale documento non rappresenta un<br />
foglio aggiuntivo per gli utenti, o per i medici in sede di<br />
visita, ma verrà integrato nel foglio di pagamento delle<br />
terapie lasciando inalterato il percorso amministrativo di<br />
detto documento.<br />
La formulazione scritta in modo semplice ed inequivoco<br />
rappresenta uno strumento che rimane in possesso del<br />
paziente dal momento della visita in poi.<br />
Interventi<br />
• rilevazione della frequenza del fenomeno e definizione<br />
delle necessità informative da parte dell’utenza, da<br />
parte dei due Fisioterapisti del Servizio ( quattro ore<br />
complessive nell’arco di un quadrimestre di attività)<br />
• progettazione del documento da parte dei Fisioterapisti<br />
del Servizio in considerazione della tipologia e<br />
frequenza delle diverse manifestazioni del problema<br />
(quattro ore complessive suddivise in due incontri dedicati)<br />
• stesura documento e integrazione sul retro del foglio<br />
di pagamento terapie per la piscina, da parte di un<br />
Fisioterapista (due ore)<br />
• consegna “matrice” ed eventuali prime copie del nuovo<br />
foglio (integrato da tutte le indicazioni) alle diverse<br />
sedi di visita e relative note esplicative ai colleghi<br />
Medici Fisiatri da parte del Responsabile del Servizio<br />
(due ore - detratti gli eventuali spostamenti che già<br />
sono previsti in via ordinaria-).<br />
In tali situazioni verranno considerati:<br />
• utilità<br />
• efficacia<br />
• eventuali necessità di modifiche.<br />
Indicatori di attività<br />
• la stesura del documento sarà accertata dal Responsabile<br />
del Servizio<br />
• la diffusione del nuovo foglio, integrato dalle indicazione,<br />
sarà evidente con la data della visita e a partire<br />
dal primo giorno di novembre 2005.<br />
Indicatori di risultato<br />
• diminuzione della frequenza degli accessi giornalieri<br />
di persone non in trattamento per motivi informativi<br />
• riduzione dei tempi per la prenotazione telefonica e<br />
semplificazione comunicativa della medesima<br />
• articolazione completa e continuativa delle singole<br />
sedute di riabilitazione in acqua.<br />
Allegato 2 pagine<br />
Problema e sua analisi<br />
Dalla nostra esperienza lavorativa abbiamo constatato<br />
che un lungo allettamento dei pazienti cardiologici, soprattutto<br />
anziani, affetti da: recente infarto miocardio,<br />
intervento cardio-chirurgico, scompenso cardiaco o insufficienza<br />
mitralica cronica porta alla creazione di situazioni<br />
fisiche e psicologiche negative. Queste possono<br />
essere: la diminuzione delle capacità tonico-muscolari,<br />
la non completa adesione del programma farmacologico<br />
dovuto all’ansia ed alla depressione non controllata<br />
dal paziente, il cattivo controllo dei parametri cardiovascolari<br />
ed ematochimici, l’effettuazione di sforzi fisici e di<br />
movimenti non consoni alla fase di malattia con conseguente<br />
aumento del periodo di degenza ospedaliera.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Negli ultimi anni con l’aumento di nuove tecniche cardio-chirurgiche<br />
e l’utilizzo di farmaci sempre più mirati, il<br />
ricovero ospedaliero si è ridotto notevolmente rendendo<br />
ancora più importante l’adozione di un percorso assistenziale<br />
che aiuti il paziente a superare nel più breve<br />
tempo possibile un episodio acuto di malessere sia che<br />
si tratti di un intervento chirurgico sia di una patologia<br />
medica.<br />
Spesso queste patologie scompaginano l’equilibrio fisico<br />
e psicologico di una persona e quindi un’assistenza<br />
infermieristica basata su programmi di attività fisica attiva,<br />
aiuta a far ritornare la situazione quanto più simile a<br />
quella di partenza.<br />
Un infarto, uno scompenso cardiaco o un recente intervento<br />
cardio-chirurgico non si supera trascorrendo una<br />
lunga degenza a letto.<br />
Il paziente sollecitato a fare attività fisica avrà un recupero<br />
migliore e più rapido rispetto a chi rimane allettato<br />
in quanto si avrà un aumento dell’energia sia del cuore<br />
sia di tutto il sistema cardiovascolare e respiratorio dell’organismo.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Il paziente dopo un intervento cardio-chirurgico o in seguito<br />
ad una patologia cardiaca che causa allettamento<br />
viene a trovarsi in una situazione di grave disagio psichico<br />
e fisico in quanto si trova debilitato dall’evento acuto<br />
e può andare incontro a complicanze precoci o tardive.<br />
Queste si presentano con:<br />
1. Problemi respiratori a causa della patologia cardiaca<br />
che provoca: versamenti pleuriti, affaticamento dei<br />
muscoli respiratori e paralisi diaframmatica con possibile<br />
insorgenza di broncopolmonite.<br />
2. Problemi di decondizionamento della muscolatura<br />
scheletrica dovuta alla immobilizzazione a letto, posture<br />
modificate da atteggiamenti antalgici e rischio<br />
di trombovenosi profonde soprattutto nei pazienti<br />
cardiochirurgici.<br />
Altri problemi di più scarsa rilevanza clinica ma fortemente<br />
incidenti sulle condizioni generali del paziente<br />
sono l’anemia e l’edema degli arti inferiori. Nei pazienti<br />
diabetici possono insorgere squilibri della situazione<br />
metabolica e scarso controllo della glicemia.<br />
40<br />
41
Ospedale<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Ospedale<br />
Obiettivo<br />
L’obiettivo finale è quello di migliorare attraverso l’attività<br />
fisica la qualità di vita del paziente diminuendo i sintomi<br />
negativi della malattia e favorendo il reinserimento<br />
del paziente nell’ambiente socio familiare di provenienza<br />
nei più breve tempo possibile.<br />
Inoltre, attraverso l’attività fisica e soprattutto grazie alla<br />
ginnastica respiratoria si garantisce un’adeguata ventilazione<br />
polmonare e si agevola la rimozione dell’eccesso<br />
di secrezioni delle vie aeree.<br />
Ai pazienti cardiochirurgici attraverso l’attività a corpo<br />
libero si previene la trombovenosi profonda post operatoria,<br />
si correggono i difetti di postura e si migliora la<br />
tolleranza allo sforzo.<br />
Strategia<br />
Dalla ricerca che abbiamo effettuato è emerso che la<br />
strategia migliore è l’uso di un programma fisico riabi1it.<br />
o che viene anche sostenuto dalle Linee Guida della<br />
società Americana di Cardiologia, American Hearth, in<br />
quanto inseriscono l’attività fisica come metodica da<br />
prescrivere in modo esteso e controllato nel cardiopatlco<br />
allo stesso livello dei farmaci.<br />
I primi esercizi prevedono una mobilitazione precoce ed<br />
inizialmente passiva del paziente a letto per poi passare<br />
gradualmente a del piccoli movimenti attivi sino ad arrivare<br />
ad una completa autonomia fisica. Ci prevede una<br />
continuità dell’attività da parte dell’equipe infermieristica<br />
con il supporto del fisioterapista, l’aiuto degli operatori<br />
di assistenza e la supervisione dei medici.<br />
Interventi<br />
Non esiste un programma standard di riabilitazione fisica<br />
in quanto ogni soggetto differisce per la sua condizione<br />
fisica e per le conseguenze della malattia. Si rende<br />
quindi necessario personalizzare il lavoro dell’equipe infermieristica<br />
avvalendosi anche dell’aiuto di altre figure<br />
professionali come il fisioterapista. Nel momento in cui<br />
viene pianificato il programma si devono considerare i<br />
seguenti elementi: età, sesso, situazione muscolo scheletrica,<br />
terapia farmacologica, precedenti abitudini in<br />
termini di esercizio fisico, comprensione delle modalità<br />
di esecuzione del programma ed il grado di gradimento<br />
del paziente all’attività fisica.<br />
In linea di massima gli interventi si dividono in quattro<br />
fasi:<br />
Fase 1: Questi esercizi si iniziano già dopo 48-72 ore dal<br />
fatto acuto anche nei pazienti ricoverati in UCIC che non<br />
presentino controindicazioni e non appena il quadro<br />
clinico si stabilizzato. Si eseguono su monitorizzazione<br />
elettrocardiogràfica e pressoria e prevedono esercizi<br />
per prevenire l’ipotonia muscolare e la stasi periferica<br />
attraverso la mobilizzazione passiva degli arti soprattutto<br />
inferiori e ginnastica respiratoria per prevenire le<br />
sindromi disventilatorie, le atelectasie e le broncopolmoniti.<br />
Fase 2: Dalla terza giornata vengono associati esercizi di<br />
mobilizzazione attiva che inizialmente vengono eseguiti<br />
una volta al giorno per poi passare a due volte al giorno.<br />
Questi prevedono: ginnastica respiratoria, esecuzione<br />
da parte del paziente della toilette parziale (mani, viso,<br />
denti), far mangiare il paziente da solo dapprima seduto<br />
sul letto e poi in sedia.<br />
Fase 3: Dalla quarta giornata il paziente può far uso della<br />
comoda, può camminare attorno al letto per poi man<br />
mano essere portato in bagno accompagnato.<br />
Fase 4: Dalla quinta giornata di degenza può passeggiare<br />
sempre più in stanza e per il corridoio utilizzando<br />
se necessario eventuali presidi come deambulatore o<br />
bastoni.<br />
I vari tipi di esercizi ed interventi effettuati vengono annotati<br />
dall’ìnfermiere rispettivamente sul frontespizio<br />
della terapia se il paziente si trova in UCIC ed in un apposito<br />
riquadro sul foglio della grafica se il paziente si<br />
trova ricoverato in Cardiologia.<br />
Ad ogni scambio dl consegna l’infermiere di turno riferisce<br />
ai colleghi i risultati raggiunti e le varie difficoltà<br />
incontrate.<br />
Inoltre, al paziente ricoverato per convalescenza cardiochirurgica<br />
durante tutta la degenza per due volte al<br />
giorno vengono eseguiti degli esercizi respiratori ed in<br />
fase di dimissione viene consegnato un fascicolo dove<br />
illustrata la ginnastica che ha eseguito e che dovrà continuare<br />
ad eseguire a domicilio.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
La verifica viene eseguita dal personale infermieristico<br />
durante tutta la fase della degenza del paziente mediante<br />
l’osservazione giornaliera del paziente sia durante la<br />
riabilitazione fisica sia nelle normali attività assistenziali.<br />
La valutazione viene eseguita giornalmente dall’infermiere<br />
che controlla il raggiungimento dei vari risultati<br />
del paziente e li trascrive negli appositi spazi nel foglio<br />
della terapia o sulla grafica. Il medico con la visita medica<br />
giornaliera controlla il miglioramento dei parametri<br />
cardiovascolari, emodinamici e respiratori del paziente.<br />
Indicatori di attivilà<br />
Il paziente viene mobilitato dopo 48-72 ore dal fatto<br />
acuto, inizialmente in modo passivo e su monitorizzazione<br />
elettrocardiografica e pressoria.<br />
Gradualmente, dalla terza giornata di ricovero vengono<br />
effettuati degli esercizi di mobilizzazione attiva, inizialmente<br />
una volta al giorno per poi passare a due.<br />
Dalla quarta giornata di degenza il paziente può alzarsi<br />
dal letto ed esse portato in bagno accompagnato. In<br />
quinta giornata il paziente può passeggiare sempre più<br />
in stanza e nel corridoio.<br />
Indicatori di risultato<br />
Attraverso l’attività fisica si migliora la qualità di vita del<br />
paziente diminuendo i sintomi negativi della malattia e<br />
favorendo il reinserimento del paziente nell’ambiente<br />
socio familiare di provenienza nel più breve tempo possibile.<br />
Grazie alla ginnastica respiratoria si garantisce un’adeguata<br />
ventilazione polmonare e si agevola la rimozione<br />
dell’eccesso di secrezioni delle vie aeree.<br />
Ai pazienti cardiochirurgici attraverso l’attività a corpo<br />
libero si previene la trombovenosi profonda post operatoria,<br />
si correggono i difetti di pastura e si migliora la<br />
tolleranza allo sforzo.<br />
Implementazione su rete telematica aziendale<br />
dell’Archivio Cardiologico dell’Ospedale di Valdagno<br />
Referente<br />
Paolo Chinellato<br />
Dirigente medico di 1º livello<br />
Servizio di Cardiologia di Valdagno<br />
Progetto premiato<br />
42<br />
43
Ospedale<br />
La raccolta anamnestica dei dati sanitari del paziente<br />
(storia clinica, referti diagnostici, terapia attuale e pregressa<br />
etc) è un elemento fondamentale per ogni visita<br />
medica. Spesso tale indagine anamnestica può risultare<br />
incompleta o laboriosa per assenza di documentazione<br />
o per scarsa precisione del paziente nel riferire i suoi<br />
dati sanitari. Assicurare per quanto possibile un accesso<br />
rapido e completo alle informazioni clinico-diagnostiche<br />
garantisce al personale sanitario una migliore comprensione<br />
del quadro clinico del paziente e quindi l’ erogazione<br />
di una prestazione medica più appropriata.<br />
La difficoltà nella acquisizione di una anamnesi completa<br />
può essere attribuita ad una scarsa comunicazione fra<br />
le varie strutture sanitarie, dovuta più in generale ad uno<br />
scarso livello di informatizzazione e integrazione nella<br />
raccolta di dati sanitari. Soprattutto non è ancora patrimonio<br />
culturale comune il fatto di condividere fra i vari<br />
operatori dello stesso ospedale o della stessa <strong>Ulss</strong> le<br />
informazioni sanitarie relative al paziente. Se il paziente<br />
entra in contatto con diverse unità clinico-diagnostiche<br />
della stessa struttura sanitaria, ciascuna di queste spesso<br />
è all’ oscuro dell’ attività dell’ altra. L’ acquisizione<br />
anamnestica dipende spesso solo dall’ esibizione della<br />
documentazione cartacea da parte del paziente, evento<br />
questo piuttosto incostante e imprevedibile.<br />
Lo scopo del progetto è stato di agevolare il personale<br />
sanitario dell’ <strong>Ulss</strong> 5 Ovest Vicentino nella attività clinica<br />
quotidiana, rendendo accessibile l’ Archivio Informatico<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
della Cardiologia di Valdagno per la consultazione online<br />
su rete Intranet aziendale. Tale Archivio Informatico<br />
è utilizzato quotidianamente dal 2003 dal personale<br />
medico e paramedico del Servizio di Cardiologia di Valdagno<br />
per la refertazione delle varie attività cliniche e<br />
diagnostiche. Ha una memoria storica che comprende<br />
i dati fino a oltre 10 anni fa ( in quanto ha assorbito un<br />
precedente archivio informatico di vecchia generazione)<br />
e comprende: lettere di dimissione dei ricoveri cardiologici,<br />
referti di visite cardiologiche, ECG, ecocardiogrammi,<br />
test ergometrici, ECG dinamici Holter, ecodoppler<br />
vascolari. E’ inoltre potenzialmente espandibile per inserimento<br />
di ulteriori tipologie di dati sanitari e interfacciabile<br />
con i principali formati digitali.<br />
Nel marzo 2005, grazie alla collaborazione fra dr. Chinellato<br />
e Servizio Informatico dell’ <strong>Ulss</strong> 5, si è realizzato<br />
il passaggio dell’ Archivio da rete locale ambulatoriale al<br />
Server aziendale (Server Citrix).<br />
In tal modo l’ Archivio è potenzialmente accessibile<br />
da qualsiasi postazione dell’<strong>Ulss</strong>, tramite duplice password.<br />
Per la protezione infatti dei dati sensibili è infatti<br />
necessario inserire duplice password che deve essere<br />
rilasciata dal Servizio Informatico dell’<strong>Ulss</strong> e dall’ amministratore<br />
dell’ Archivio, dr. Chinellato. Il personale sanitario<br />
che potrebbe in primo luogo usufruirne (dopo breve<br />
addestramento) è quello dell’ ospedale di Valdagno<br />
(specialmente i reparti di Medicina e Geriatria), ma potenzialmente<br />
anche quello di altre strutture dell’ <strong>Ulss</strong> 5.<br />
Paola Pupulin<br />
Psicologa e<br />
Psicoterapeuta<br />
Centro donna<br />
Massimo Cigolini<br />
Responsabile<br />
Dipartimento Medicina<br />
Stare bene insieme<br />
Referente<br />
Meneghini Graziano Meneghini Graziano<br />
Medico Chirurgo Senologo<br />
Responsabile Centro Donna - Coordinatore scientifico ANDOS<br />
Collaboratori<br />
Piera Pozza<br />
Presidente Andos<br />
Ovest Vicentino<br />
Onlus<br />
Ferruccio Savegnago<br />
Medico Fisiatra<br />
Coordinatore scientifico<br />
Andos<br />
Ospedale<br />
Problema e sua analisi<br />
Dopo un intervento al seno che la donna può subire per<br />
una patologia maligna della mammella, succede nella<br />
maggior parte dei casi che la persona si trovi a confrontarsi<br />
con una realtà che di colpo può sembrare drasticamente<br />
cambiata. È forse questo il momento in cui la<br />
persona può avvertire una sensazione di solitudine senza<br />
via di uscita o di angoscia nei confronti dell’ambiente<br />
in cui vive e quindi della famiglia.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Dall’esperienza di questi anni, capita spesso che i familiari<br />
si sentano “sprovveduti” di fronte alla malattia<br />
tumorale femminile. Allo smarrimento della donna, si<br />
aggiunge quello del coniuge e dei figli. La situazione<br />
peggiora quando la donna ha dei figli minori, su di essa<br />
gravano sensi di colpa per essersi ammalata in un momento<br />
sbagliato.<br />
Analisi del problema<br />
Nella fase post-chirurgica è importantissima la forza di<br />
volontà che ogni donna sviluppa, ma sicuramente “quelli<br />
della famiglia” possono aiutare la persona impegnata<br />
a rinascere e a credere ancora nella vita.<br />
La presenza della famiglia è indispensabile in questo<br />
momento di necessità perché rielaborare il valore della<br />
malattia con un familiare offre sicuramente un sostegno<br />
efficace per rimuovere insieme gli ostacoli.<br />
Obiettivo<br />
Garantire un supporto psicologico ai familiari delle donne<br />
ammalate di cancro alla mammella tramite incontri dove i<br />
parenti siano aiutati a mantenere un atteggiamento positivo<br />
che supporti il percorso della donna ammalata.<br />
Azioni<br />
Attraverso l’attivazione di piccoli gruppi di auto-mutuoaiuto<br />
con la presenza di un esperto e di una volontaria<br />
Andos, si cercherà di offrire le migliori informazioni in<br />
modo da generare un atteggiamento positivo di fiducia<br />
sostenuto dalla speranza e dalla certezza di non essere soli.<br />
Interventi<br />
Il progetto ha durata triennale per:<br />
• assicurare maggior tempo ai bisogni dei familiari<br />
• poter formare le volontarie con maggior tranquillità<br />
senza l’incombenza temporale<br />
• avere un ventaglio più ampio di casistiche da sottoporre<br />
alla verifica in itinere e a lunga distanza.<br />
Modalità di controllo<br />
• osservazione sistematica<br />
• livello di gradimento<br />
• compilazione di questionari.<br />
Indicatori di attività<br />
• valutazione della presa coscienza del problema<br />
• superamento delle difficoltà<br />
• raggiungimento di un buon livello di auto stima.<br />
indicatori di risultato<br />
• maturazione di un atteggiamento positivo<br />
• promozione di stimoli per proseguire nel miglioramento<br />
• valorizzazione dell’esperienza per aiutare gli altri.<br />
44<br />
45
Ospedale<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Ospedale<br />
Progetto premiato<br />
Indagine sulla qualità dei servizi offerti<br />
ai Donatori di Sangue presso i centri Raccolta<br />
di Montecchio Maggiore e Lonigo<br />
al fine di incrementare la raccolta<br />
del sangue e degli emocomponenti<br />
Manifestazione del problema<br />
Anche presso la nostra <strong>Ulss</strong>, analizzando i dati degli<br />
ospedali di Montecchio M, Arzignano e Lonigo, e secondo<br />
un trend manifesto a livello nazionale, il consumo<br />
di sangue ed emocomponenti, cresce maggiormente rispetto<br />
all’incremento delle donazioni. Infatti, nei primi 6<br />
mesi del 2005, rispetto allo stesso periodo del 2004, l’incremento<br />
delle donazioni è stato dell’ 1,7% a fronte di<br />
una richiesta di emocomponenti aumentata del 17,2%.<br />
Fasi e tempi per la realizzazione del progetto<br />
Progettazione<br />
Messa a punto del questionario conoscitivo:<br />
1 mese.<br />
Realizzazione<br />
Distribuzione e raccolta del questionario:<br />
5 mesi.<br />
Referente<br />
Paola Calvi<br />
Dirigente Medico<br />
Centro Immunotrasfusionale<br />
Collaboratori<br />
Maurizio Soli<br />
Responsabile di Struttura Semplice<br />
Centro Immunotrasfusionale<br />
Alessandra Mengoni<br />
Dirigente Medico<br />
Centro Immunotrasfusionale<br />
Collaboratori esterni<br />
Catia Faggiana<br />
Associazione Donatori Sangue<br />
Cav. Pietro Trevisan<br />
Montecchio Maggiore<br />
Narciso Cerato<br />
Associazione Donatori Sangue<br />
Cav. Pietro Trevisan<br />
Montecchio Maggiore<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Al momento il numero delle donazioni e l’indice di donazione<br />
(1,6 donazioni annue pro-capite) permette una<br />
adeguata autosufficienza. Ma è necessario, al fine di garantire<br />
un adeguato e sufficiente approvvigionamento<br />
di sangue, che la forbice tra raccolta e consumo non si<br />
allarghi ulteriormente. Ciò passa attraverso un controllo<br />
dei consumi (Buon uso del sangue) ma anche attraverso<br />
un incremento delle donazioni.<br />
Analisi del problema e sue cause<br />
La particolare situazione economica, lavorativa e sociale<br />
(crisi di alcuni settori industriali) e l’implementazione<br />
di contratti di lavoro a termine, potrebbero avere una<br />
qualche influenza negativa nella decisione dei lavoratori<br />
dipendenti di usufruire della giornata di permesso che<br />
la legislazione attuale prevede per coloro i quali decidano<br />
di donare il sangue. Anche i lavoratori autonomi<br />
potrebbero risentire della particolare congiuntura economica<br />
e quindi essere indotti a dedicare minor tempo<br />
ad impegni sociali quali la donazione del sangue.<br />
Obiettivo<br />
Incrementare il numero di donatori, donazioni ed indice<br />
di donazione al fine di garantire l’autosufficienza della<br />
nostra <strong>Ulss</strong> e se possibile, contribuire alla autosufficienza<br />
provinciale e regionale.<br />
Azioni<br />
Strategia e relativi intervenenti<br />
Strategia<br />
Compilazione e distribuzione di un questionario sulla<br />
qualità dei servizi offerti al donatore al fine di individuare<br />
aree di miglioramento. Analisi statistica del questionario<br />
e, una volta individuate le aree di correzione, individuare<br />
eventi e campi di intervento per aumentare il<br />
numero di donazione e la fidelizzazione dei donatori.<br />
Interventi<br />
Applicazione, quando possibile, dei suggerimenti e delle<br />
richieste emerse dalla analisi dei risultati del questionario.<br />
Gli argomenti più sensibili e richiesti sono risultati:<br />
• diminuzione dei tempi di attesa<br />
• apertura mensile di un sabato mattina<br />
• miglioramento del comfort dei locali<br />
• aumento della comunicazione verbale e telefonica<br />
• Insofferenza alla chiamata con cartolina con data di<br />
appuntamento per la donazione<br />
Valutazione<br />
Studio statistico dei risultati ottenuti mediante l’analisi<br />
dei 1350 questionari raccolti:<br />
1 mese.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
Indicatori di attività<br />
• aumento del tempo di donazione quotidiana del Centro<br />
Raccolta di Montecchio M (già applicato)<br />
• individuazione di precisi spazi di colloquio verbale e<br />
telefonico con i medici del CIT che non interferiscano<br />
con la attività di donazione (già applicato)<br />
• modifica della cartolina di chiamata mediante la quale<br />
al donatore viene solo “ricordato” che è passato l’intervallo<br />
utile dall’ultima donazione senza specificare<br />
alcuna data di appuntamento (proposta)<br />
• richiesta di ampliamento dei locali presso il Centro<br />
Raccolta di Lonigo (proposta)<br />
• valutazione, in accordo con la Direzione Medica dell’Ospedale,<br />
della possibilità e dei costi/benefici di una<br />
apertura mensile al sabato mattina presso il Centro<br />
Raccolta di Montecchio M (da proporre).<br />
Indicatori di risultato<br />
• aumento del numero di donatori<br />
• incremento delle donazioni<br />
• aumento dell’indice di donazione<br />
Risultati<br />
Si allegano i risultati emersi dalla analisi dei questionari<br />
dai quali sono stati tratti i suggerimenti relativi al miglioramento<br />
del servizio offerto ai donatori di sangue.<br />
La valutazione dell’obiettivo finale, e cioè l’incremento<br />
della raccolta del sangue, potrà essere eseguita solo<br />
dopo aver applicato tutti o parte degli indicatori di attività<br />
proposti. Riteniamo che, per avere risultati significativi,<br />
sia necessario attendere almeno un anno di attività.<br />
Allegato 9 pagine<br />
46<br />
47
Ospedale<br />
Definire modalità di assistenza al paziente<br />
con patologia toracica<br />
Referente<br />
Luciano Griggio<br />
Direttore Dipartimento Chirurgico<br />
U.O.C. Chirurgia Generale Arzignano<br />
Collaboratori<br />
Lorena Burtini<br />
Caposala<br />
U.O.C. Chirurgia Generale<br />
Arzignano<br />
Amalia Zuccon<br />
Infermiera<br />
U.O.C. Chirurgia Generale<br />
Arzignano<br />
Manifestazioni del problema<br />
Dal mese di ottobre 2004 al mese di agosto 2005,presso<br />
la U.O. di Chirurgia Generale diretta dal Dottor Griggio,<br />
sono stati ricoverati 46 pazienti affetti da patologia a carico<br />
dell’apparato respiratorio. Tutti i pazienti ricoverati<br />
sono stati sottoposti ad intervento chirurgico.<br />
Nel trattare i pazienti affetti da questo tipo di patologia<br />
si sono affrontati nuovi problemi legati a non adeguate<br />
conoscenze relative a:<br />
• gestione dei pazienti operati per patologie toraciche;<br />
• patologie e tecniche di assistenza<br />
• accoglimento del paziente con patologia toracica in<br />
elezione e in urgenza-emergenza;<br />
• valutazione di segni e sintomi specifici che segnalano<br />
l’andamento dello stato di salute del paziente;<br />
• gestione degli strumenti utilizzati per l’assistenza: sistema<br />
di aspirazione secondo PLEUR-EVAC, drenaggio<br />
polmonare a caduta ed in aspirazione, gestione<br />
del pulsossimetro, gestione dei drenaggi , delle posture,<br />
della fisioterapia, utilizzo del tri-flow per facilitare<br />
la riespansione polmonare.<br />
Inoltre dovrebbe essere migliorata la collaborazione<br />
tra diversi professionisti e servizi: medico specialista in<br />
pneumologia (broncoscopia), anestesista, cardiologo,<br />
radiologo, servizio di patologia respiratoria territoriale,<br />
servizio di recupero e rieducazione funzionale, servizio<br />
di dietetica e nutrizione clinica.<br />
Elisa Parlato<br />
Infermiera<br />
U.O.C. Chirurgia Generale<br />
Arzignano<br />
Doru Dieaconu<br />
Infermiere di cooperativa<br />
U.O.C. Chirurgia Generale<br />
Arzignano<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Rilevanza del problema<br />
Per capire quanto importante e vasto sia il problema<br />
che interessa la chirurgia toracica ci siamo riferiti ai dati<br />
epidemiologici; infatti dai dati dell’ISTAT emerge che il<br />
paziente con trauma del torace rappresenta il 20% delle<br />
cause di morte nel politraumatizzato. Le lesioni a carico<br />
del cavo pleurico rappresentano il 41% dei casi che si<br />
complicano in versamento e/o PNX; nel 42% esiste una<br />
contusione polmonare riscontrabile con RX*.<br />
Altrettanto rilevante è il problema della patologia tumorale,<br />
infatti il carcinoma del polmone rappresenta la prima<br />
causa di morte nei paesi industrializzati; ogni anno<br />
in Italia si ammalano oltre 28.000 persone e si stima che<br />
altrettante ne muoiano (il 20% di tutte le morti per cancro<br />
del nostro paese).*<br />
Alla luce di questi dati e delle scelte del direttore dell’U.<br />
O.C. di Chirurgia Generale, si è reso necessario procedere<br />
alla implementazione di un nuova organizzazione<br />
delle risorse umane e dei materiali del reparto al fine di<br />
garantire una adeguata assistenza durante la degenza<br />
del paziente.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Obiettivo<br />
1. Promuovere l’approccio multidisciplinare.<br />
2. Sviluppare le competenze dell’equipe nel trattamento<br />
della patologia toracica.<br />
3. Definire protocolli d’intervento e sistemi di comunicazione.<br />
4. Implementare le conoscenze del team.<br />
5. Impostare sistemi controllo e verifica.<br />
6. Prevenire le complicanze: cardiache, emodinamiche,<br />
polmonari, infettive.<br />
Tempi: Il progetto di implementazione delle conoscenze<br />
del team è iniziato nel mese di Febbraio 2005 e si è<br />
svolto in una serie di date (in seguito riportate). Scadenza<br />
del progetto Dicembre 2005.<br />
Strategia<br />
1. Corso di aggiornamento interno per il personale infermieristico<br />
e O.S.S. tenuto dal Medico preposto.<br />
2. Adeguamento di tutto il personale all’assistenza al<br />
paziente toracico secondo i seguenti obiettivi infermieristici<br />
(Allegato n° 1).<br />
3. Sviluppo della relazione con le altre figure ospedaliere<br />
coinvolte nella cura della patologia.<br />
Interventi<br />
1. Corso di Aggiornamento (4 giorni): tenuto dal medico<br />
preposto , rivolto a tutto il personale infermieristico<br />
e O.S.S. del Reparto di Chirurgia, nelle seguenti<br />
modalità:<br />
• date del Corso:11 maggio 2005; 18 maggio 2005;12<br />
ottobre 2005, 19 ottobre 2005<br />
• numero dei partecipanti: 15 partecipanti al 1° incontro,<br />
8 partecipanti al 2° incontro. In quel mese il personale<br />
di reparto era composto da 20 infermieri e13<br />
Ospedale<br />
operatori addetti all’assistenza. Ne consegue che ha<br />
partecipato al corso il 69,70% del personale.<br />
2. Costruzione di protocolli assistenziali attraverso indagini<br />
bibliografiche, confronti di gruppo (equipe infermieristica<br />
e medico preposto), sperimentazione sul<br />
campo e revisioni. Una volta stesi i protocolli saranno<br />
verticati dal Direttore di U.O.C. e dal Direttore Medico<br />
Ospedaliero.<br />
3. Trasferimento delle competenze base all’infermiere<br />
da parte del fisioterapista al fine di garantire la continuità<br />
assistenziale nel fine settimana. Il trasferimento<br />
avviene attraverso momenti di incontro dedicati.<br />
4. Descrizione di un caso tipo e sua discussione in incontri<br />
di reparto con cadenza mensile.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
L’intervento verrà monitorato da parte della Caposala<br />
attraverso colloqui con il personale per raccogliere il<br />
grado di soddisfazione e coinvolgimento e attraverso<br />
l’analisi dei tabulati ora per verificare la partecipazione.<br />
Inoltre verrà rilevato il grado di soddisfazione dei pazienti<br />
attraverso l’utilizzo dei questionari attualmente in<br />
uso all’interno dell’ospedale.<br />
Indicatori di attività<br />
• Rispetto dei tempi previsti<br />
• numero dei partecipanti ai corsi rispetto al personale<br />
dell’U.O.C..<br />
Indicatori di risultato<br />
• Numeri di protocolli assistenziali prodotti<br />
• livello di conoscenza acquisita (percepita dal personale,<br />
dal CS e dal Primario)<br />
• valutazione di reparto sul livello di collaborazione raggiunto.<br />
48<br />
49
Ospedale<br />
Percorsi dietetici per patologie<br />
in ambito chirurgico<br />
Ospedale<br />
I tumori della pelle:<br />
diagnosi precoce e trattamento tempestivo<br />
Referente<br />
Lorena Burtini<br />
Caposala<br />
U.O.C. Chirurgia Generale Arzignano<br />
Referente<br />
Pietro Mainente<br />
Dirigente Medico<br />
Chirurgia Generale Valdagno<br />
Collaboratori<br />
Vallì Bagarolo<br />
Dietista<br />
Direzione Medica<br />
Servizio Dietetico<br />
Simonetta Peotta<br />
I. P. - Coordinatore<br />
Day Hospital<br />
Day Surgery Lonigo<br />
Collaboratori<br />
Eva Gonzo<br />
Coadiutore amm.vo<br />
Chirurgia Generale<br />
Valdagno<br />
Monica Storti<br />
I. P. - Caposala<br />
Chirurgia Generale<br />
Valdagno<br />
Manifestazioni del problema<br />
Esigenza di trattamento alberghiero e dietetico mirato<br />
alle condizioni del paziente operato in cui si prevedono<br />
linee guida che uniformino il comportamento del personale<br />
(infermieri e operatori) durante la distribuzione del<br />
vitto seguendo le indicazioni stabilite dal medico.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Il personale di reparto ha espresso la richiesta di avere<br />
delle linee guida per quanto riguarda l’alimentazione da<br />
seguire in base alla patologia del paziente. Si è riscontrata<br />
l’esigenza da parte degli utenti di avere delle indicazioni<br />
dietetiche da seguire dopo la dimissione, ciò<br />
consente una migliore gestione del paziente e una maggiore<br />
sicurezza operativa.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Aumento dei pazienti affetti da patologie multiple e/o<br />
oncologiche con conseguente esigenza di trattamenti<br />
dietetici mirati<br />
Obiettivo<br />
Stabilire delle linee guida con indicazione di diete corrette<br />
e bilanciate per le varie patologie<br />
Saper fornire indicazioni di una corretta alimentazione<br />
da seguire dopo la dimissione in base al tipo di intervento<br />
e alla patologia.<br />
Collaborazione tra caposala e dietista per una migliore<br />
gestione del paziente ed eventuale continuità di trattamento<br />
dietetico dopo la dimissione.<br />
Tempi di realizzo: dicembre 2006<br />
Strategia<br />
1. Costruzione di tabelle dietetiche facili da consultare<br />
con descrizione di alimenti concessi e non per tipo di<br />
patologia.<br />
2. Uniformare ed educare il personale all’uso dei modelli<br />
operativi.<br />
Interventi<br />
1. Incontri con il Direttore U.O.C. Chirurgia Generale Arzignano<br />
per stabilire le procedure.<br />
2. Incontri con il personale per spiegare le procedure.<br />
3. Stesura di tabelle dietetiche per tipologia.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
L’intervento verrà monitorato da parte della Caposala<br />
attraverso questionari di valutazione dell’apprendimento.<br />
Inoltre verrà rilevato il grado di soddisfazione dei pazienti<br />
attraverso l’utilizzo dei questionari attualmente in<br />
uso all’interno dell’ospedale.<br />
Indicatori di attività<br />
• rispetto dei tempi previsti<br />
Indicatori di risultato<br />
• numeri di tabelle costruito<br />
• livello di conoscenza acquisita (percepita dal personale,<br />
dal CS e dal Primario)<br />
• grado di soddisfazione percepito dai pazienti.<br />
Manifestazioni del problema<br />
I tumori della pelle, ed il melanoma in particolare, necessitano<br />
di una diagnosi precoce e di una terapia adeguata.<br />
L’incidenza del melanoma è in aumento in Italia, raggiungendo<br />
nel Veneto la percentuale di 10casi/100.000<br />
abitanti/anno.<br />
Da oltre 3 anni esiste a Valdagno un ambulatorio multidisciplinare<br />
dedicato ai nei cutanei e al melanoma in cui<br />
sono stati trattati 41 casi di melanoma cutaneo.<br />
La richiesta di visite per “controllo nei” è in costante crescita.<br />
La popolazione, anche per le campagne pubblicitarie<br />
di prevenzione che vengono fatte, richiede sempre<br />
più spesso una valutazione delle lesioni cutanee, con<br />
inevitabile allungamento delle liste di attesa.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Pur essendo i dermatologi i referenti della patologia<br />
cutanea, molte persone arrivano all’ambulatorio dedicato<br />
a questa patologia, da un lato perché rappresenta<br />
effettivamente un punto di riferimento per la diagnosi<br />
e il trattamento delle lesioni sospette, dall’altro perché<br />
materialmente la lesione viene asportata.<br />
Una persona che chiede una visita e sente che la lista di<br />
attesa è lunga non accetta di buon grado questa risposta:<br />
del resto l’attesa molte volte crea nel paziente delle<br />
ansie che pur essendo molto spesso ingiustificate, porta<br />
comunque ad una considerazione negativa del Servizio<br />
Pubblico con proteste talora più o meno vivaci.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
L’ambulatorio di Valdagno è decentrato rispetto alla distribuzione<br />
geografica dell’<strong>Ulss</strong> 5. Circa metà delle visite<br />
effettuate sono di pazienti del distretto Centro e Sud.<br />
Attualmente un paziente effettua almeno 2 accessi in<br />
caso di necessità di asportazione di una lesione cutanea,<br />
arrecando talvolta un certo disagio soprattutto ai<br />
pazienti anziani o con altre patologie associate.<br />
Del resto l’accesso unico, cioè con asportazione cutanea<br />
contestualmente alla visita come succedeva nel vecchio<br />
ospedale, non è attualmente più fattibile per la nuova<br />
organizzazione ospedaliera di Valdagno.<br />
Obiettivo<br />
Diminuzione delle liste di attesa aumentando il numero<br />
di visite effettuate. Ovviamente più pazienti vengono<br />
visitati e maggiore è la possibilità di rilevare neoplasie<br />
cutanee in fase precoce.<br />
Creazione di un ambulatorio dedicato ai nei cutanei e al<br />
melanoma a Lonigo in modo da favorire la popolazione<br />
del distretto Sud dell’<strong>Ulss</strong>.<br />
Effettuare una seduta operatoria almeno con cadenza<br />
quindicinale presso il Day Surgery di Lonigo, evitando<br />
quindi gli spostamenti dei pazienti.<br />
Risolvere il problema degli accessi multipli dei pazienti, a<br />
volte solo per programmare l’intervento, mediante colloquio<br />
telefonico con il sottoscritto.<br />
Creare, in sintesi, anche a Lonigo un punto di riferimento<br />
per questa patologia, sul modello già collaudato di<br />
Valdagno.<br />
Strategia<br />
I pazienti vengono visitati in ambulatorio secondo le<br />
prenotazioni del CUP/cassa con cadenza settimanale a<br />
Valdagno e bisettimanale a Lonigo.<br />
50 51
Ospedale<br />
A questi si aggiungono le urgenze differite o pazienti<br />
che per vari motivi necessitano di essere valutati in tempi<br />
brevi (inviati in genere dal MMG, dal dermatologo<br />
o dall’oncologo). I pazienti che hanno effettuato visita<br />
dermatologica e devono essere operati, vengono programmati<br />
per l’intervento direttamente dal sottoscritto,<br />
anche telefonicamente, a Valdagno o a Lonigo a seconda<br />
delle preferenze del utente, evitando così un secondo<br />
accesso ambulatoriale. In questo caso il nominativo<br />
del paziente con relativo recapito telefonico viene raccolto<br />
dalla segretaria o dagli infermieri di reparto, che<br />
effettuano pertanto anche attività amministrativa.<br />
Interventi<br />
Aumentando il numero di visite ambulatoriali, le liste di<br />
attesa dovrebbero diminuire. Ovviamente più pazienti<br />
vengono visitati e maggiore è la possibilità di rilevare<br />
lesioni cutanee sospette da asportare.<br />
Ne consegue la necessità di operare questi pazienti<br />
in tempi brevi presso l’ospedale di Valdagno o presso<br />
l’ospedale di Lonigo.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione (k)<br />
La verifica dell’attività svolta sarà effettuata annualmente,<br />
considerando il numero dei pazienti operati e il risultato<br />
dell’esame istologico delle lesioni stesse.<br />
L’ambulatorio di Lonigo con la sala operatoria disponibile<br />
non necessita attualmente di risorse aggiuntive da<br />
parte dell’<strong>Ulss</strong>, ma permette di aumentare l’offerta alla<br />
popolazione, ampliandola geograficamente nel territorio<br />
dell’<strong>Ulss</strong>, con indubbi vantaggi logistici per l’utente.<br />
Attualmente molti pazienti che vengono visitati a Lonigo<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
provengono ancora dal Distretto Nord, in cui comunque<br />
la richiesta è maggiore. La campagna informativa presso<br />
i MMG e la nota informativa sul Notiziario <strong>Azienda</strong>le dovrebbe<br />
uniformare le richieste della popolazione verso<br />
l’ambulatorio del Distretto di appartenenza, dividendo<br />
equamente le visite sui due centri.<br />
Indicatori di attività<br />
A Lonigo sono stati visitati a tutt’oggi 106 persone. Molti<br />
di quelli operati erano già stati visti dal dermatologo o<br />
erano già stati visitatati a Valdagno ma la residenza era<br />
nel distretto Centro o Sud dell’<strong>Ulss</strong>.<br />
Indicatori di risultato<br />
Da febbraio ad oggi sono stati operati a Lonigo 118 pazienti.<br />
A titolo informativo sono stati diagnosticati:<br />
• 7 casi di melanoma cutaneo<br />
• 5 casi di carcinoma basocellulare<br />
• 1 caso di istiocitoma fibroso maligno<br />
• 1 caso di cheratosi attinica con atipica severa<br />
• 4 casi di nevo con displasia (da lieve a severa).<br />
La continuità assistenziale<br />
per il paziente trattato in regime Day-surgery<br />
Mirella Tess<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Roberto Zuccon<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Stefania Pianalto<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Mario Rampo<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Gianniva Sandri<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Ospedale<br />
Referente<br />
Vania Sperman<br />
Caposala<br />
Day-surgery Multidisciplinare Valdagno<br />
Collaboratori<br />
Daniela Borga<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Laura Gonzato<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Carla Lorenzi<br />
Infermiere<br />
Ospedale Valdagno<br />
Manifestazioni del problema<br />
La struttura del DS ospita pazienti che vengono ricoverati<br />
al mattino, subiscono un intervento chirurgico e in<br />
giornata vengono dimessi. Il problema è poter seguire<br />
in qualche modo questi pazienti nel periodo post-operatorio<br />
non immediato (a domicilio) cioè il giorno successivo<br />
informando anche il medico curante sulla situazione<br />
del paziente al momento della dimissione.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Riteniamo necessario affrontare questi problemi poichè<br />
il paziente spesso appare spaventato dal fatto che la dimissione<br />
avvenga lo stesso giorno dell’intervento; questo<br />
ci è stato confermato anche dalla somministrazione<br />
di alcuni questionari distribuiti da studenti laureandi in<br />
Scienze Infermieristiche dai quali è emerso che la situazione<br />
nuova che il paziente si trova ad affrontare presso<br />
il proprio domicilio gli genera ansia.<br />
Il contatto a cura del servizio di DS con il medico curante<br />
può garantirgli un ulteriore punto di riferimento in<br />
caso di necessità nel periodo post-operatorio; l’appuntamento<br />
telefonico con gli infermieri che lo hanno assistito<br />
rassicura il paziente e gli conferma che il servizio si<br />
prende cura di lui.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Accade frequentemente che i pazienti dimessi dal DS<br />
si rivolgano telefonicamente al servizio perché preoccupato<br />
o incerti sul comportamento da tenere a domicilio;<br />
questo nonostante le informazioni date durante la<br />
degenza. Essendo il contatto col servizio molto fugace<br />
da parte del paziente (un giorno o poche ore) e trovandosi<br />
lo stesso in uno stato di ansia legata all’intervento<br />
effettuato noi pensiamo che sia necessario un “rinforzo<br />
assistenziale” il giorno successivo; il paziente che viene<br />
dimesso in serata, sapendo che il mattino dopo sarà<br />
contattato dal personale, si sentirà ancora in carico al<br />
servizio e quindi più protetto. noltre questo costituirà<br />
per lui una porta aperta per porre ulteriori quesiti non<br />
formulati il giorno dell’intervento.<br />
Il fatto di sapere che il proprio medico di base è già stato<br />
informato sulla sua situazione sarà per lui garanzia di<br />
un ulteriore “ombrello assistenziale” che lo circonda.<br />
Obiettivo<br />
• continuità assistenziale nel percorso peri-operatorio<br />
(Day-surgery - domicilio - medico di base)<br />
• serenità del paziente<br />
• informazione puntuale dei medici di base<br />
• gratificazione del personale medico e di assistenza.<br />
Con questo progetto noi prevediamo che, a regime, il<br />
paziente possa affrontare i vari momenti della situazione<br />
in cui si trova con serenità.<br />
Tenendo presente che qualsiasi intervento chirurgico,<br />
piccolo o grande che sia, può causare nella persona<br />
uno stato di stress e paura talvolta non facili da gestire<br />
noi vorremmo garantire la continuità del lavoro svolto<br />
all’interno della struttura con l’integrazione a domicilio<br />
per proteggere la persona ammalata e per dare, sia durante<br />
la degenza che il giorno successivo, tutte quelle<br />
informazioni che possono diminuire o togliere lo stato<br />
di angoscia e di dubbio.<br />
52<br />
53
Ospedale<br />
Strategia<br />
1. Comunicazione/incontro da parte del servizio di Daysurgery<br />
con i medici di base per informarli del progetto<br />
2. Invio al medico curante della lettera di dimissione via<br />
e-mail o fax.<br />
3. Telefonata al paziente operato il mattino successivo<br />
all’intervento per porre una serie di domande prestabilite<br />
(vedi allegato b).<br />
4. Raccolta delle risposte e registrazione sulla scheda<br />
infermieristica.<br />
Interventi<br />
1. La comunicazione ai medici di base puo’ avvenire attraverso:<br />
• un incontro serale (due ore) di illustrazione del progetto<br />
a cura dei medici e del personale non medico del<br />
Day-surgery<br />
• lettera personale<br />
• comunicazione via e-mail con possibilita’ di interloquire.<br />
2. Al momento della dimissione la lettera preparata dal<br />
medico del day-surgery verra’ inviata tramite e-mail<br />
(per fax se non ci fosse la possibilita’ di collegamento)<br />
al medico di base del paziente fornendo cosi’ notizie<br />
sul tipo di intervento effettuato, sui consigli dati e sulle<br />
prescrizioni mediche consigliate.<br />
3. La mattina successiva all’intervento il paziente, avvertito<br />
al momento della dimissione, viene contattato<br />
telefonicamente da un infermiere del Day-surgery<br />
che si informa sulla qualita’ della notte trascorsa,sui<br />
problemi che si sono presentati e sulle soluzioni utilizzate.<br />
4. Quanto riferito dal paziente viene registrato sulla<br />
scheda infermieristica e comunicato al chirurgo e all’anestesista<br />
interessati.<br />
30 minuti per comunicare ai servizi interessati il risultato.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
Il controllo deve avvenire per capire se i medici del servizio<br />
e quelli di base condividono l’utilità e la fattibilità del<br />
progetto, se gli infermieri hanno realmente la possibilità<br />
di dedicarsi a questa attività e se i pazienti si rendono<br />
rintracciabili e ne apprezzano l’esecuzione.<br />
Indicatori di attività<br />
• disponibilità da parte dei responsabili medici del Daysurgery<br />
ad incontrare i medici di base<br />
• n. di partecipanti all’incontro tra servizio e medici di<br />
base<br />
• n. di quesiti posti dai medici di base per la comprensione<br />
del progetto<br />
• tempo dedicato dagli infermieri alle telefonate<br />
• n. di pazienti rintracciati rispetto al n° delle telefonate<br />
eseguite.<br />
Indicatori di risultato<br />
• riscontro oggettivo sui questionari URP distribuiti ai<br />
pazienti<br />
• formulazione e distribuzione di un apposito questionario<br />
ai pazienti alla fine del trattamento<br />
• incontro - indagine presso i medici curanti con l’invito<br />
a comunicare le impressioni raccolte presso gli assistiti<br />
• n. di telefonate afferenti al servizio con richiesta di delucidazioni<br />
• grado di soddisfazione del personale coinvolto.<br />
Allegato 1 pagina<br />
Manifestazione del problema<br />
L’assenza di un asilo nido aziendale determina:<br />
• rientro delle madri lavoratrici con richiesta di tutto il<br />
periodo di astensione facoltativa<br />
• elevato numero di richieste di lavoro a tempo parziale<br />
• elevato numero di richieste di lavoro con orario giornaliero,<br />
preferibilmente orario di mattina<br />
• elevato numero di richieste di esenzione dal turno<br />
notturno<br />
• elevato numero di assenze per problemi familiari<br />
• elevato numero di richieste di aspettativa per accadimento<br />
figli<br />
• difficoltà nella gestione dei turni di lavoro per conciliare<br />
esigenze lavorative con esigenze familiari<br />
• ricorso nei casi estremi della risoluzione del rapporto<br />
di lavoro.<br />
Obiettivi<br />
• creare all’interno dell’azienda un servizio che agevoli<br />
la ripresa lavorativa delle madri<br />
• ridurre le richieste di aspettativa e assenze dal lavoro<br />
per motivi familiari<br />
• incremento di alcuni benefici aziendali ad esempio minore<br />
turnover con conseguente maggiore stabilità e<br />
continuità<br />
• migliorare l’articolazione dei turni di lavoro<br />
• ridurre lo stress psicologico della lavoratrice madre<br />
con conseguente miglioramento dei rapporti con colleghi<br />
ed utenti.<br />
Istituzione asilo nido aziendale<br />
Referente<br />
Giovanni Marini<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Collaboratori<br />
Stefania Zulpo<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Assunta Cailotto<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
M. Luisa Fracasso<br />
Assistente Sanitaria<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Ospedale<br />
Azioni<br />
• trovare gli spazi adeguati.<br />
Si possono ipotizzare le seguenti opzioni:<br />
- strutture già esistenti vicine agli ospedali con cui stipulare<br />
una convenzione che permetta delle agevolazioni<br />
per i dipendenti <strong>Ulss</strong><br />
- istituire all’interno dei due presidi ospedalieri maggiori<br />
(arzignano - valdagno) degli spazi al loro interno<br />
dedicati a tale funzione<br />
• definire gli orari di accoglienza dei bambini, tenendo<br />
presente che una buona percentuale di lavoratrici<br />
svolge un orario a turno.<br />
• definire eventuali agevolazioni in merito alla retta<br />
mensile<br />
• definire il numero e la qualifica degli operatori necessari<br />
in base alle normative di legge e al numero di<br />
bambini accolti.<br />
• definire le strategie di programmazione<br />
• definire le strategie di formazione degli operatori<br />
coinvolti.<br />
54<br />
55
Ospedale<br />
Ottimizzazione utilizzo risorse umane:<br />
revisione organizzazione assistenziale e dotazioni organiche<br />
Strutture Semplici e Complesse presidi ospedalieri per<br />
l’inserimento dell’operatore Socio Sanitario<br />
Referente<br />
Giovanni Marini<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Collaboratori<br />
Stefania Zulpo<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Assunta Cailotto<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Manifestazioni del problema<br />
Problema: carenza di risorse umane in particolare personale<br />
infermieristico rilevato dai seguenti indicatori pervenuti<br />
al servizio delle professioni sanitarie aziendale:<br />
• elevato monte ore straordinarie<br />
• elevato monte ferie<br />
• elevato numero di giorni di assenza per malattia o altre<br />
cause<br />
• elevato numero di domande di trasferimento<br />
• fuga di personale infermieristico verso altre realtà lavorative<br />
• elevato numero di proteste da parte dei lavoratori<br />
• necessità di razionalizzare meglio l’impiego del tempo<br />
infermieristico.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Il seguente problema in alcune uu. oo. ha determinato<br />
gravi difficoltà nella gestione della turnistica e a livello<br />
operativo nell’assicurare un’assistenza adeguata anche<br />
nel rispetto dei contingenti minimi assistenziali.<br />
Scarsa disponibilità sul mercato del lavoro di infermieri con<br />
disponibilità invece di altre figure professionali come gli<br />
operatori socio sanitari.<br />
Obiettivo<br />
Rivedere l’organizzazione e di conseguenza gli organici<br />
delle singole UU.OO./servizi al fine di:<br />
• inserire gli operatori socio sanitari<br />
• qualificare e razionalizzare il lavoro degli infermieri<br />
• garantire turni e carichi di lavoro adeguati<br />
• garantire una assistenza qualitativamente adeguata<br />
• attuare un risparmio economico conseguente all’inserimento<br />
di figure professionali di minor costo azioni<br />
Strategie e Interventi<br />
E ‘stata istituita una commissione tecnica rappresentata da:<br />
• il servizio delle professioni sanitarie aziendale<br />
• le rappresentanze sindacali aziendali<br />
• gli infermieri coordinatori.<br />
Sono inoltre stati coinvolti a seconda delle aree di competenza<br />
i direttori di dipartimento con i rispettivi coordinatori<br />
infermieristici.<br />
Per ogni presidio ospedaliero sono state considerate le<br />
seguenti aree:<br />
• area medica<br />
medicina, cardiologia, geriatria, neurologia<br />
• area riabilitativa<br />
lungodegenza, riabilitazione<br />
• area chirurgica<br />
ortopedia, chirurgia, ginecologia<br />
• area materno infantile<br />
assistenza neonatale, pediatria<br />
• area critica<br />
pronto soccorso, rianimazione, ucic<br />
• area dei servizi<br />
poliambulatorio, cad, cit e altri<br />
• area psichiatrica<br />
psichiatria.<br />
Di ogni struttura semplice/complessa sono stati considerati<br />
i seguenti indicatori:<br />
• posti letto previsti<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
• degenza media<br />
• tasso di occupazione<br />
• totale degenti anno<br />
• “case mix”<br />
• % provenienza dal pronto soccorso<br />
(ricoveri urgenti e ordinari)<br />
• indici operatori<br />
• grado di autosufficienza degli utenti<br />
• complessità assistenziale:<br />
alto, medio, basso livello assistenziale.<br />
Per ogni UU.OO./servizio è stata costruita una scheda<br />
operativa con gli indicatori individuati.<br />
Per le specialità es. blocco operatorio, pronto soccorso,<br />
anestesia, poliambulatori, la scheda operativa è stata integrata<br />
con altri indicatori specifici.<br />
Si è inviato ad ogni infermiere coordinatore una ulteriore<br />
scheda su cui rilevare le attività assistenziali, per avere<br />
precise indicazioni su chi le esegue e sul tempo impiegato<br />
per svolgerle.<br />
Per la compilazione della scheda analisi attività, i coordinatori<br />
hanno avuto mandato di coinvolgere un gruppo<br />
rappresentativo di infermieri e O.S.S. del proprio reparto.<br />
Sono state istituite delle sottocommissioni suddivise<br />
per area (area medica, chirurgica, emergenza) che, con<br />
i rappresentanti del servizio delle professioni sanitarie<br />
aziendale, hanno effettuato una analisi e successiva sintesi<br />
della scheda attività.<br />
La sintesi delle attività e la scheda U.O. è quindi stata<br />
sottoposta allo studio della commissione tecnica che,<br />
dopo attenta valutazione, ha rivisto e proposto il n. dell’organico<br />
di personale assistenziale ritenuto appropriato.<br />
Sulla scorta di queste indicazioni, il servizio delle professioni<br />
sanitarie aziendale ha inviato la proposta di revisione<br />
della pianta organica.<br />
Ospedale<br />
Nel contempo in alcune realtà assistenziali (lungodegenza,<br />
medicina ospedale di lonigo, medicina, chirurgia,<br />
assistenza neonatale ospedale di arzignano, sala parto<br />
ospedale di valdagno) si stà procedendo alla sperimentazione<br />
con l’inserimento degli O.S.S. secondo le indicazioni<br />
individuate dalla commissione tecnica, e secondo<br />
la scheda inserimento personale O.S.S. elaborata.<br />
Indicatori di attività<br />
Riferiti alla strategia e agli interventi<br />
• n. di riunioni effettuate con la commissione tecnica e<br />
con i gruppi per aree omogenee<br />
• n. di partecipanti alle riunioni<br />
• n. di schede analisi attività restituite correttamente<br />
compilate<br />
• elaborato: scheda inserimento personale O.S.S. .<br />
Indicatori di risultato<br />
Riferiti all’obiettivo<br />
Sono stati individuati i seguenti indicatori di risultato:<br />
• n. ferie residue<br />
• n. ferie fruite<br />
• n. ore straordinarie prodotte<br />
• n. assenze<br />
• n. richieste di trasferimento<br />
• n. richieste di rientro in servizio da parte di personale<br />
dimesso<br />
• n. proteste e lamentele da parte dei lavoratori pervenute<br />
• costo inerente il personale.<br />
Allegato 79 pagine<br />
56<br />
57
Ospedale<br />
Ottimizzazione utilizzo risorse umane: riorganizzazione<br />
del blocco operatorio ospedale di arzignano presenza<br />
guardia attiva di personale infermieristico<br />
dalle ore 8.00 alle ore 20.00 tutti i giorni della settimana<br />
Referente<br />
Giovanni Marini<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Indicatori di attività<br />
• n. di riunioni effettuate<br />
• n. di partecipanti alle riunioni<br />
• n. elaborati prodotti<br />
• n. protocolli interni elaborati.<br />
Indicatori di risultato<br />
• n. reclami/denunce per presunta mal practice<br />
• n. chiamate in pronta disponibilità<br />
• n. ore straordinarie prodotte<br />
• n. richieste di trasferimento per altri servizi<br />
• n. richieste di trasferimento per la sala operatoria<br />
• n. assenze prodotte.<br />
Ospedale<br />
Collaboratori<br />
Stefania Zulpo<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Assunta Cailotto<br />
Caposala<br />
Direzione Medica Ospedaliera<br />
Massimo Tadiotto<br />
Coordinatore<br />
Blocco operatorio<br />
Arzignano<br />
Manifestazione del problema<br />
Rilevati i seguenti dati:<br />
• elevato numero di chiamate in pronta disponibilità<br />
• scarsa integrazione del personale infermieristico nelle<br />
tre specialità (chirurgia, urologia, ginecologia)<br />
• scarsa integrazione tra infermieri e O.S.S.<br />
• n. elevato di richieste di trasferimento per altri servizi/<br />
UU.OO.<br />
• scarse domande per la sala operatoria<br />
• n. elevato di assenze.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Garantire un alto livello di sicurezza ed una adeguata risposta<br />
assistenziale nell’attività programmata e soprattutto<br />
nelle situazioni di emergenza ostetrica e negli altri<br />
casi di urgenza.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
• stato di carenza numerica<br />
• turnover elevato<br />
• scarse richieste da parte sia di infermieri e di O.S.S.,<br />
per la sala operatoria<br />
• lavoro pesante e stressante.<br />
Obiettivi<br />
• migliorare la qualità assistenziale e professionale nel<br />
blocco operatorio dell’ospedale di arzignano<br />
• aumentare il livello di sicurezza operativa in seguito<br />
alla presenza sulle 12 ore di personale infermieristico<br />
soprattutto nelle situazioni di emergenza chirurgica e<br />
ostetrica<br />
• diminuire il numero delle chiamate in pronta disponibilità<br />
durante le ore diurne<br />
• diminuire la produzione di ore straordinarie<br />
• diminuire il numero totale di reperibilità<br />
• migliorare l’efficienza del servizio di sterilizzazione<br />
• maggiore facilità ad affrontare e risolvere criticità organizzative<br />
legate alla turnistica<br />
• diminuire i tempi morti durante il ripristino delle sale<br />
con conseguente aumento dell’efficienza operativa<br />
• diminuire i conflitti interni dovuti alla settorializzazione<br />
del personale<br />
• aumentare il grado di soddisfazione professionale e<br />
personale<br />
• aumentare le richieste per la sala operatoria.<br />
Strategie<br />
Introdurre un modello organizzativo che preveda:<br />
• la presenza giornaliera di professionisti ad alta specializzazione<br />
su due turni con copertura 8.00-20.00 su<br />
tutti i giorni della settimana<br />
• la rotazione interna del personale infermieristico fra le<br />
varie specialità in modo da creare un gruppo omogeneo<br />
e multidisciplinare<br />
• l’inserimento del personale di supporto nelle sale<br />
operatorie per coadiuvare il personale infermieristico<br />
58<br />
59
Ospedale<br />
Riorganizzazione archivio cartelle cliniche e<br />
documentazione sanitaria Ospedale di Valdagno<br />
Referente<br />
Maria Cristina Guasina<br />
Assistente amm.vo<br />
Direzione Medica Valdagno<br />
Ospedale<br />
La nuova rilevazione presenze<br />
Progetto premiato<br />
Collaboratori<br />
Laura Albiero<br />
Assistente amm.vo<br />
U.O.A. Ortopedia<br />
Valdagno<br />
Eva Gonzo<br />
Coadiutore amm.vo<br />
Esperto U.O.A. Chirurgia<br />
Valdagno<br />
Ruggero Visonà<br />
Coadiutore<br />
amm.vo<br />
Direzione Medica<br />
Valdagno<br />
Tiziano Albiero<br />
Operatore Tecnico<br />
Direzione Medica<br />
Valdagno<br />
Referente<br />
Marco Randon<br />
Coadiutore amm.vo<br />
centro di responsabilità Direzione Medica Valdagno<br />
Manifestazione del problema<br />
Attualmente le cartelle cliniche ed altra documentazione<br />
sanitaria sono archiviate in tre locali ubicati nel vecchio<br />
ospedale di Valdagno. Il loro riordino e sistemazione<br />
non vengono costantemente seguiti, rendendo quindi<br />
problematica la ricerca, che avviene giornalmente, di<br />
cartelle o documentazione sanitaria relative a ricoveri di<br />
anni precedenti (per consulto in caso di ricovero successivo<br />
o per fotocopiatura).<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
E’ necessario il riordino dell’archivio per permettere:<br />
• diminuzione dell’attuale dispendio di tempo nella loro<br />
ricerca<br />
• inserimento delle cartelle nel giusto contenitore, considerato<br />
che attualmente alcuni raccoglitori hanno etichette<br />
esterne indicanti il reparto, l’anno e la lettera<br />
alfabetica illeggibili o ne sono sprovvisti<br />
• recupero di spazio dove si può prevedere di collocare<br />
le cartelle degli anni successivi.<br />
Obiettivi<br />
• riorganizzazione dell’archiviazione delle cartelle<br />
• riordino dei registri usati negli anni precedenti (dove<br />
venivano riportati i ricoveri) indispensabili per la ricerca<br />
di cartelle relative a ricoveri antecedenti l’anno<br />
1990, in quanto non vi è la possibilità di una ricerca<br />
informatica<br />
• permettere una agevole e veloce ricerca.<br />
Interventi<br />
• sostituzione dei contenitori che si presentano notevolmente<br />
usurati<br />
• stampa di etichette che indichino il contenuto dello<br />
scatolone<br />
• inserimento corretto delle cartelle negli scatoloni e<br />
loro riordino<br />
• riordino dei registri.<br />
Collaboratori<br />
Laura Gonzati<br />
Coadiutore amm.vo<br />
centro di responsabilità Direzione<br />
Medica Arzignano<br />
Cristina Carollo<br />
Coadiutore amm.vo<br />
Centro di responsabilità<br />
Direzione Medica<br />
Montecchio Maggiore<br />
Daniele Ferron<br />
Centro di Responsabilità<br />
Direzione Medica di Lonigo<br />
60 61
Ospedale<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Ospedale<br />
Aspetti, forme, segni attraverso i quali il problema<br />
appare all’osservazione<br />
• il problema nasce da una motivazione di tipo organizzativa<br />
e burocratica<br />
• gestione<br />
• archiviazione<br />
• controllo.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
• migliore gestione del personale ex: con controllo continuo<br />
e pianificato degli operatori nelle singole aree di<br />
appartenenza.<br />
• minor dispendio di risorse economiche (eliminando le<br />
richieste in triplice copia, firme e buste).<br />
• iter burocratico più snello in quanto vengono eliminati<br />
vari passaggi.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
• supervisione del lavoro di ogni dipendente sia del<br />
comparto e della dirigenza controllando così l’orario<br />
mensile dovuto.<br />
Obiettivo<br />
• per snellire il lavoro<br />
• disciplinare<br />
• etico.<br />
Strategia<br />
• eliminare le richieste cartacee<br />
• assenze si individuano dal turno provvisorio e poi definitivo<br />
del mensile<br />
• permessi retribuiti vanno consegnati con relativa documentazione<br />
• permessi brevi pari al teorico giornaliero vanno tenuti<br />
e controfirmati.<br />
Interventi<br />
• consegna turni entro termini stabiliti<br />
• ufficio professioni sanitarie<br />
• ufficio rilevazioni presenze.<br />
Allegato 4 pagine<br />
Gestione informatizzata dell’ambulatorio<br />
per il controllo pacemaker:<br />
un esempio di razionalizzazione<br />
del Follow-up<br />
Progetto premiato<br />
Referente<br />
Perrone Cosimo<br />
Dirigente Medico di 1° livello<br />
Unità semplice elettrofisiologia ed elettrostimolazione<br />
Collaboratori<br />
Alessandro Mecenero<br />
Dirigente medico di 1° livello<br />
Unità semplice elettrofisiologia<br />
ed elettrostimolazione<br />
Andrea Ugolin<br />
Infermiere<br />
Servizio cardiologia<br />
ospedale di Arzignano<br />
62<br />
63
Ospedale<br />
Problema<br />
L’attività d’impianto di pacemaker per le bradiaritmie<br />
sintomatiche e di defibrillatori automatici per la profilassi<br />
delle tachiaritmie ventricolari minacciose, presenta un<br />
incremento progressivo delle procedure e conseguentemente<br />
dei controlli dei pazienti sottoposti ad impianto.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Il servizio ambulatoriale di controllo dei pacemaker ha<br />
mostrato un aspetto di criticità correlato al sistema secondo<br />
il quale veniva assegnato approssimativamente<br />
il periodo del successivo appuntamento, imponendo al<br />
paziente o chi per esso l’onere di telefonare e di attendere<br />
l’assegnazione della data.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Il sistema di prenotazione antecedente al presente progetto<br />
presentava problemi correlati al disagio arrecato<br />
ai pazienti di telefonare continuamente per fissare una<br />
data per il controllo:<br />
b) al personale del servizio di cardiologia, impegnato a<br />
rispondere a tale richiesta con una notevole difficoltà di<br />
programmazione per i casi con priorità clinica.<br />
Obiettivo<br />
• organizzazione di un sistema di prenotazione automatico<br />
per il follow-up di portatori di dispositivi di elettrostimolazione<br />
permanente mediante programmazione<br />
fino a 18 mesi. Il sistema prevede la consegna al termine<br />
del controllo di una lettera consultabile anche dal<br />
medico di base sull’esito dell’esame e la data (anno,<br />
mese, giorno ed orario) del successivo appuntamento<br />
qià prestabilito e registrato dal Servizio di Cardiologia.<br />
Strategie e relativi Interventi<br />
• allestimento di un calendario per appuntamenti biennale<br />
• allestimento di un programma informatico che sviluppi<br />
una lettera particolareggiata al tipo di controllo effettuato<br />
e data successiva<br />
• incremento dell’aggiornamento clinico-strumentale<br />
degli infermieri deputati al controllo pacemakers.<br />
Da renderli indipendenti nella gestione della telemetria<br />
e dell’interpretazione dei principali parametri di<br />
stimolazione, con la supervisione del medico di turno.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Interventi<br />
• corsi interni per il personale infermieristico per l’apprendimento<br />
sulle funzioni dei programmatori di pacemakers<br />
e defibrillatori.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
• agevolazione delle attività del personale infermieristico<br />
ed amministrativo nella gestione degli appuntamenti<br />
per il controllo dei pacemakers<br />
• agevolazione degli accessi dei pazienti candidati a<br />
controllo.<br />
Indicatori di attività<br />
• riduzione dei tempi di attività da parte del personale<br />
impiegato<br />
• riduzione dei tempi di attesa dei pazienti<br />
• gradimento della gestione da parte dei medici di<br />
base.<br />
Indicatori di risultato<br />
• aumento del numero di controlli<br />
• riduzione del disagio arrecato ai pazienti per la prenotazione<br />
• riduzione di eventuali errori o incomprensioni nella<br />
gestione della prenotazione.<br />
Risultati<br />
• considerando i controlli effettuati come attività di<br />
post-dimissione, si ha un incremento mensile di n.<br />
tredici controlli pacemakers nel primo semestre 2005<br />
rispetto al medesimo del 2004, per un totale di settantotto<br />
controlli annuali<br />
• recupero del personale impiegato per gli appuntamenti<br />
telefonici.<br />
Manifestazioni del problema<br />
Il Servizio di Farmacia Ospedaliera ha riscontrato delle<br />
difficoltà nel “valorizzare”, nel corso degli anni, il proprio<br />
ruolo all’interno dell’<strong>Ulss</strong>, mettendo nella giusta<br />
evidenza l’efficienza dei propri processi e l’efficacia dei<br />
propri servizi.<br />
La nuova Carta dei Servizi aiuterà a mettere in evidenza<br />
cosa facciamo, come la facciamo e quanto facciamo.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Necessità di passare dalla logica dell’autoreferenzialità<br />
a quella della misurabilità e della trasparenza.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
L’attuale Carta dei Servizi della Farmacia Ospedaliera<br />
fornisce solo informazioni sulle attività e sui servizi svolti,<br />
non individua il livello di servizio che la Farmacia è in<br />
grado di garantire ai propri utenti.<br />
Nella nuova Carta dei Servizi dovranno essere descritti<br />
i servizi offerti ma anche i risultati garantiti, il livello di<br />
performance garantito.<br />
Per realizzare questo abbiamo pensato di impostare un<br />
semplice ma efficace panel di indicatori in grado di monitorare<br />
le prestazioni del Servizio di Farmacia Ospedaliera.<br />
Gli indicatori daranno il valore attuale, ma anche quello<br />
ottimale ipotizzato per la nostra F.O. e il valore di riferimento.<br />
Carta dei servizi e standard di prodotto<br />
del servizio di farmacia ospedaliera<br />
Pietro Borga<br />
Farmacista<br />
Dirigente Resp. Struttura Complessa<br />
Struttura Complessa di Farmacia Ospedaliera<br />
Anna Schiatti<br />
Farmacista Dir. Iº livello<br />
Struttura Complessa di Farmacia Ospedaliera<br />
Obiettivo<br />
Pubblicare entro il mese di aprile 2006, sul sito intranet<br />
aziendale, la nuova Carta dei Servizi della Farmacia<br />
Ospedaliera con inseriti anche gli indicatori di performance.<br />
Strategia<br />
La nuova Carta dei Servizi della Farmacia Ospedaliera<br />
non sarà un elenco di “buoni propositi”, ma , per tutelare<br />
maggiormente il nostro utente, riporterà gli indicatori<br />
“chiave” selezionati negli audit interni e poi condivisi tra<br />
molti soggetti simili (altre Farmacie Ospedaliere).<br />
Interventi<br />
• effettuare audit interni con i colleghi Farmacisti e tutti<br />
gli operatori del Servizio di Farmacia per arrivare alla<br />
definizione degli indicatori dei nostri processi principali<br />
e dei loro valori<br />
(3 mesi)<br />
• benchmarking con altre Farmacie Ospedaliere del Veneto<br />
o di altre Regioni per la definizione del valore di<br />
riferimento<br />
(4 mesi)<br />
• valutare le modalità e i tempi di monitoraggio per<br />
mantenere aggiornati gli indicatori identificati.<br />
Scrivere la Carta dei Servizi della F.O. nel sito internet<br />
aziendale<br />
(1 mese).<br />
Allegato 2 pagine<br />
Ospedale<br />
Referente<br />
Anna Radin<br />
Farmacista<br />
Dirigente Resp. Struttura Semplice<br />
Collaboratori<br />
64<br />
65
Ospedale<br />
Gestione di un dispositivo medico<br />
di uso comune in ambito sanitario:<br />
termometro clinico per la misurazione<br />
della temperatura corporea<br />
Referente<br />
Anna Schiatti<br />
Farmacista Dirigente I° livello<br />
centro di responsabilità Struttura Complessa di Farmacia Ospedaliera<br />
Collaboratori<br />
Lorena Burtini<br />
Caposala<br />
Centro di responsabilità<br />
U.O.C Chirurgia Generale<br />
Arzignano<br />
Maurizio Scotuzzi<br />
O.S.S. Centro di responsabilità<br />
U.O.C Chirurgia Generale<br />
Arzignano<br />
Problema e sua analisi<br />
Nel testo del D.L.vo 24 Febbraio 1997 n. 46, che rappresenta<br />
il recepimento delle Normative Comunitarie<br />
nell’ordinamento giuridico nazionale in materia di Dispositivi<br />
Medici, l’articolo 24 comma 2 recita ”...fino al 30<br />
Giugno 2004 sono consentite l’immissione in commercio<br />
e la messa in servizio dei termometri clinici di vetro<br />
a mercurio del tipo a massima che hanno già ottenuto<br />
all’entrata in vigore del presente decreto, un approvazione<br />
CE di modello...”. Questa norma è stata inizialmente<br />
interpretata come divieto alla produzione, commercializzazione<br />
e uso dei termometri clinici contenente<br />
mercurio, ponendo il problema di una loro sostituzione.<br />
In realtà la norma vietava solamente la produzione e l’utilizzo<br />
di quei termometri a mercurio senza marcatura CE.<br />
Rimangono comunque presenti tutte le problematiche<br />
legate alla gestione di un dispositivo di vetro contenente<br />
mercurio, rendendo necessaria l’opportunità di valutare<br />
possibili alternative valide.<br />
Gli operatori sanitari infatti sono insoddisfatti dell’utilizzo<br />
di un termometro clinico in vetro a mercurio perché<br />
può causare problemi di sicurezza al personale sanitario<br />
e al paziente, per la rottura del vetro e per la tossicità del<br />
metallo (il mercurio è una sostanza tossica velenosa per<br />
inalazione, in caso di contatto prolungato con la cute, e<br />
per ingestione).<br />
La raccolta e lo smaltimento del metallo (rifiuto pericoloso)<br />
deve avvenire rispettando la normativa vigente.<br />
Con la rottura del termometro inoltre esiste il pericolo<br />
di inquinamento dovuto allo spandimento esterno del<br />
mercurio.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
L’Unione Europea ha deciso di bloccare entro il 2011<br />
l’esportazioni europee di mercurio, ed entro il 2020 di<br />
sostituire tutti gli strumenti contenenti il metallo.<br />
Il Commissario dell’Ambiente della UE ha annunciato<br />
inoltre, entro la fine dell’anno 2005, un provvedimento<br />
per bandire, secondo una tempistica precisa, i termometri<br />
e i barometri contenenti mercurio.<br />
A questo si aggiungono problemi di:<br />
• sicurezza per il paziente e per l’operatore sanitario<br />
(rottura del vetro e fuoriuscita del metallo tossico).<br />
• smaltimento rifiuti<br />
Il mercurio, rappresenta un rifiuto tossico-nocivo pericoloso<br />
viene equiparato come tipologia di rifiuto ai rifiuti<br />
di amalgama, utilizzata negli interventi odontoiatrici,<br />
classificato con CER (codice europeo) 18.01.10, ai<br />
sensi dell’art. 1 della Decisione europea 2001/118/CE,<br />
di conseguenza smaltito come rifiuto pericoloso (aumento<br />
dei costi di smaltimento).<br />
Il termometro clinico di mercurio è un dispositivo medico<br />
di largo consumo in tutta l’<strong>Ulss</strong>, il suo utilizzo riguarda<br />
quasi tutte le Unità Operative Ospedaliere, Distrettuali,<br />
Ambulatori, etc....<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Il consumo complessivo dei termometri clinici di vetro<br />
contenente mercurio è di circa 3500 pezzi all’anno.<br />
La richiesta è elevata poiché il termometro è di vetro e<br />
si rompe con facilità.<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Criticità per il personale infermieristico<br />
1. In caso di rottura del termometro:<br />
• tempo richiesto per la raccolta dei suoi componenti<br />
• smaltimento corretto<br />
• sicurezza personale sanitario.<br />
2. Disinfezione del dispositivo<br />
• tempo impiegato<br />
• procedura diversa a seconda del tipo di misurazione<br />
(ascellare, orale, rettale) .<br />
3. Tempo impiegato per la rilevazione e trascrizione delle<br />
temperature<br />
Criticità per il paziente<br />
1. Sicurezza.<br />
2. In caso di pazienti non collaboranti (pediatrici, psichiatrici,<br />
affetti da patologie degenerative etc...) è<br />
necessaria la presenza di un operatore sanitario o<br />
famigliare a lui dedicato, per garantire una corretta<br />
misurazione.<br />
3. Compliance del paziente.<br />
Obiettivo<br />
Avere una alternativa al termometro di mercurio con<br />
prestazioni analoghe e possibilmente migliori:<br />
• precisione nella rilevazione della temperatura<br />
• riduzione dei tempi di rilevazione<br />
• sicurezza paziente/operatore<br />
• disinfezione efficace<br />
• costo/qualità adeguato<br />
• miglior compliance del paziente<br />
• miglior maneggevolezza dello strumento.<br />
Per il raggiungimento dell’obiettivo si stima una durata<br />
del progetto di 6 mesi circa.<br />
Se la sperimentazione si estendesse ad altri reparti e tipologie<br />
di termometro (es. infrarossi) qui non inclusi, la<br />
durata del progetto è di circa un anno.<br />
Strategia<br />
1. Indagine di mercato da parte del Servizio di Farmacia.<br />
2. Analisi dei consumi, per reparto, del termometro di<br />
vetro a mercurio.<br />
3. Predisposizione di una tabella comparativa tra i prodotti<br />
disponibili sul mercato.<br />
4. Sperimentazione dei dispositivi medici proposti,<br />
presso l’Unità Operativa Autonoma di Chirurgia in<br />
due periodi diversi:<br />
a) I periodo da Marzo a Aprile 2005: misurazione della<br />
temperatura con termometro digitale verso termometro<br />
di mercurio (riferimento standard)<br />
b) II periodo da Novembre a Dicembre 2005: misurazione<br />
della temperatura con termometro auricolare<br />
verso termometro di mercurio (riferimento<br />
standard).<br />
5. Formazione del personale (O.S.S.) sulla procedura da<br />
eseguire per una corretta misurazione della temperatura.<br />
Ospedale<br />
6. Predisposizione di una griglia di raccolta di dati:<br />
a) dati di misurazione delle temperature rilevate nei<br />
pazienti<br />
b) dati descrittivi osservati durante le misurazioni<br />
7. Informativa al paziente.<br />
Interventi<br />
Servizio di Farmacia (un mese):<br />
• ricerca dispositivi medici disponibili<br />
• analisi schede tecniche<br />
• valutazione offerte economiche<br />
• tabella comparativa dei prodotti offerti<br />
• raccolta di adeguata campionatura: termometro digitale,<br />
termometro auricolare, termometro Infrarosso<br />
U.O.A. Chirurgia (due mesi):<br />
• formazione del personale O.S.S. ad ogni cambio turno,<br />
in modo da ottenere che venisse preparato tutto il<br />
personale addetto<br />
• reclutamento campione per la costituzione di due<br />
gruppi di pazienti<br />
• numerosità del campione: 10 pazienti per gruppo<br />
• selezione dei pazienti: a random<br />
• tipo di termometro utilizzato per la rilevazione della<br />
misura<br />
• una misurazione al giorno per paziente nel primo pomeriggio<br />
• consenso informato orale del paziente ad ogni misurazione<br />
• raccolta dati utilizzando la griglia predisposta.<br />
Servizio di Farmacia e U.O.A. Chirurgia (un mese):<br />
• Valutazione finale.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
1. Verifica taratura termometro di mercurio, mediante<br />
immersione in bagno termostatato.<br />
2. Griglia di raccolta dei dati di misurazione delle temperature.<br />
3. Tabella comparativa dei prodotti disponibili.<br />
4. Raccolta commenti operatori.<br />
Indicatori di attività<br />
Numero di rilevazioni temperatura/die, per numero di<br />
pazienti arruolati (2 gruppi di 10 persone ciascuno).<br />
Indicatori di risultato<br />
• rappresentazione grafica temperature.<br />
• media Pesata caratteristiche prodotti.<br />
• media Pesata commenti operatori.<br />
66<br />
67
Ospedale<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Ospedale<br />
Progetto premiato<br />
Condivisione medico infermieristica della termografica<br />
nel Dipartimento di Area Medica di Valdagno.<br />
Una modalità nuova ed efficace<br />
per il controllo della terapia<br />
Referente<br />
Fabio Armellini<br />
Direttore<br />
Geriatria<br />
Collaboratori<br />
Massimo Casaril<br />
Direttore<br />
Medicina<br />
Doriana Scandola<br />
Caposala<br />
Geriatria<br />
Marisa Lovato<br />
Caposala<br />
Medicina<br />
Problema e sua analisi<br />
La termografica è lo strumento sul quale usualmente<br />
medici e infermieri registrano i principali parametri, vitali<br />
e non, e sul quale i medici effettuano le prescrizioni<br />
terapeutiche.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
E’ prassi che a quest’ultima procedura faccia seguito la<br />
trascrizione da parte del caposala, o suo delegato, di<br />
ogni nuova prescrizione o sua modifica su un ulteriore<br />
documento, usualmente chiamato.<br />
Le conseguenze di tale insoddisfacente modalità operativa<br />
sono le seguenti:<br />
1. Perdita di tempo per la doppia trascrizione.<br />
2. Doppia trascrizione significa doppia possibilità di errore.<br />
3. Una modifica terapeutica effettuata in un momento<br />
diverso dal giro medico può, per motivi diversi, sfuggire<br />
alla trascrizione sul quaderno della terapia.<br />
4. Il medico non ha la certezza che al paziente sia stata<br />
somministrata la terapia prescritta.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Il problema descritto costituisce una potenziale situazione<br />
di rischio:<br />
1. Di errore di somministrazione della terapia prescritta<br />
2. Di mancata somministrazione della terapia prescritta<br />
3. Di proseguimento incongruo di un trattamento sospeso<br />
dal medico.<br />
Obiettivo<br />
Obiettivo primario del progetto è quello di disporre di<br />
uno strumento<br />
• che riduca le possibilità di errore di somministrazione<br />
della terapia<br />
• che ottimizzi l’utilizzazione delle ore lavorative.<br />
Questo strumento deve essere utilizzato<br />
• per la prescrizione della terapia<br />
• per la somministrazione della terapia<br />
• per la verifica dell’effettuazione della terapia.<br />
Deve inoltre avere le seguenti caratteristiche:<br />
• essere lo stesso strumento utilizzato da medici ed infermieri<br />
• essere l’unico strumento adottato per prescrizione,<br />
controllo e verifica.<br />
Obiettivi secondari sono:<br />
• uniformazione delle modalità di gestione della terapia<br />
nel dipartimento<br />
• affiatamento fra personale medico ed infermieristico<br />
impegnati nello stesso progetto<br />
• sicurezza nel rispetto della privacy, essendo la grafica<br />
custodita insieme alle cartelle cliniche e non ai piedi<br />
del letto<br />
• semplificazione del lavoro non essendo necessario recarsi<br />
ai piedi del letto per qualsiasi necessità di consultazione<br />
• abituare il personale, soprattutto medico, a non considerare<br />
la cartella clinica e la termografica due documenti<br />
distinti.<br />
Strategia<br />
a. proporre un documento non preconfezionato, ma<br />
solo abbozzato dal referente e successivamente plasmato<br />
in stretta collaborazione con gli addetti ai lavori<br />
b. convincere il personale che la nuova termografica<br />
contribuisce sostanzialmente a migliorare la qualità<br />
del lavoro.<br />
Interventi<br />
• preparazione della bozza della termografica<br />
• sperimentazione dello strumento<br />
• stampa della termografica<br />
• miglioramento continuo delle modalità di compilazione<br />
• coinvolgimento successivo delle Unità Operative<br />
• eventuali ulteriori modifiche<br />
• sorvegliare sull’uniformità nelle modalità di compilazione.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
Il processo per il cambiamento è stato gestito inizialmente<br />
con il personale della Geriatria e della Lungodegenza,<br />
a questo si è poi aggiunto quello della Medicina.<br />
E’ in fase di reclutamento il personale della Cardiologia.<br />
Il metodo di lavoro è quello del confronto libero durante<br />
le riunioni periodiche con il Direttore del Dipartimento.<br />
Ogni proposta di modifica viene discussa ed eventualmente<br />
adottata.<br />
Indicatori di attività<br />
• puntuale e corretta utilizzazione dello strumento<br />
• discussione su punti specifici all’ordine del giorno in<br />
occasione degli incontri periodici<br />
• disponibilità continua, ma condivisa, a modificare ulteriormente<br />
la termografica.<br />
Indicatori di risultato<br />
• riduzione del rischio di errore nella somministrazione<br />
della terapia<br />
• migliore utilizzazione del lavoro del personale<br />
• maggiore collaborazione fra medici e infermieri<br />
• riduzione del rischio di contrasti fra personale e familiari<br />
dei degenti.<br />
Risultati<br />
• nel dipartimento la nuova termografica viene correntemente<br />
usata in Geriatria, Medicina e Lungodegenza<br />
• è in fase di elaborazione da parte di un gruppo di lavoro<br />
ristretto il manuale per l’utilizzazione e la compilazione<br />
della termografica.<br />
Allegato 8 pagine<br />
68<br />
69
Ospedale<br />
L‘assistenza alle puerpere:<br />
dal disagio al benessere<br />
Referente<br />
Maria Teresa Ipponi<br />
Caposala<br />
Centro di responsabilità Ginecologia/Ostetricia<br />
Collaboratori<br />
Margherita Franceschin<br />
Ostetrica Coordinatrice<br />
Centro di responsabilità Sala Parto<br />
Stefania Sella<br />
Infermiere Professionale<br />
Centro di responsabilità<br />
Ostetricia/Ginecologia<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
• organizzazione dei suddetti incontri che si svolgeranno<br />
nelle ore pomeridiane (della durata di 1h circa)<br />
• utilizzo di una delle due Infermiere pomeridiane per<br />
gli incontri qualora le esigenze di reparto lo consentano,<br />
in caso contrario, mediante rientro.<br />
Modalità di controllo, verifica e valutazione<br />
• verifica mensile tra operatori da realizzare durante<br />
la gestione del processo di cambiamento attraverso<br />
specifici incontri (serve prevalentemente per verificare<br />
l’efficacia degli incontri ed eventualmente apportarne<br />
modifiche)<br />
• valutazione finale attraverso i risultati annuali dei questionari<br />
sull’indagine della qualità dell’<strong>Ulss</strong> 5.<br />
Ospedale<br />
Indicatori di attività<br />
• verifica sullo svolgimento delle lezioni impartite e valutazione<br />
sull’applicazione pratica<br />
• verifica sull’idoneita del locale scelto e valutazione se<br />
apportare eventuali modifiche.<br />
Indicatori di risultato<br />
• stato di coinvolgimento e di benessere psicofisico<br />
raggiunto dalle pazienti<br />
• soddisfazione del personale<br />
• questionario sulla qualità dei servizi offerti <strong>Ulss</strong> 5 e riscontri<br />
oggettivi dati da segnalazioni positive da parte<br />
delle pazienti.<br />
Problema<br />
• stato di preoccupazione ed ansia verso la nuova situazione<br />
(maternità) a causa della scarsa informazione riferita.<br />
• disagi delle puerpere dovuti ad insicurezza e/o incertezza<br />
sulle modalità di approccio verso il nuovo nato.<br />
• visione risultati sulla “Rilevazione indagine sulla qualità<br />
dei servizi offerti”<br />
• insoddisfazione del personale.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
• cambiamento della situazione attuale riguardo le problematiche<br />
delle pazienti del reparto ostetricia.<br />
• Conseguenze:<br />
a. il perdurare dello stato di disagio delle pazienti.<br />
b. Il personale non si sente gratificato a causa dell’impossibilità<br />
di operare in un adeguato contesto spaziale<br />
e temporale.<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
1. La puerpera si ferma in ospedale per un breve periodo<br />
di tempo. Si tratta praticamente di un“passaggio”<br />
del quale tuttavia serberà un grosso ricordo.<br />
Durante questi pochi giorni di permanenza in reparto,<br />
la paziente, che si trova proiettata in una nuova<br />
realtà (maternità), deve essere in grado di realizzare<br />
questa nuova dimensione, che riguarda sia l’aspetto<br />
corporeo che le variazioni psicologiche.<br />
Questo può awenire serenamente attraverso I’acquisizione<br />
di informazioni e di particolari attenzioni. Per<br />
questo non deve sentirsi trascurata, né deve provare<br />
sensazioni di abbandono. E’ necessario uno spazio<br />
per comunicare e per confrontarsi con le altre mamme.<br />
2. In seguito all’unificazione del reparto di Ostetricia e<br />
Ginecologia, il personale infermieristico si è dovuto<br />
uniformare in fretta alla nuova situazione con non poche<br />
difficoltà rispetto alle diverse realtà operative dei<br />
singoli reparti, ora unificati. IL personale avverte tuttavia<br />
la carenza di una adeguata preparazione. Da qui<br />
l’esigenza di una formazione al fine di poter erogare<br />
un’assistenza più adeguata e consapevole.<br />
Obiettivo<br />
1. Raggiungimento stato di benessere delle puerpere.<br />
2. Soddisfazione e/o motivazione del personale.<br />
3. Miglioramento qualitativo/quantitativo del servizio.<br />
Strategie e relativi Interventi<br />
• formare il personale sull’assistenza durante il puerperio.<br />
• creare uno spazio per dialogo tra operatori e paziente.<br />
• richiesta di collaborazione infermiere nido su eventuali<br />
domande che possono riguardare I’allattamento.<br />
• richiesta di collaborazione ostetrica su particolari problematiche<br />
ostetriche.<br />
Interventi<br />
• lezioni specifiche sulla puerpera svolte dal personale<br />
ostetrico della durata di 4 lezioni (su 2 turnazioni)<br />
• utilizzo stanza soggiorno (lato ostetricia) per incontri<br />
tra personale e pazienti, previo applicazione di semplice<br />
porta a soffietto per la salvaguardia della privacy<br />
e della quiete<br />
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Ospedale<br />
Controllo automatico di carico-scarico<br />
e ordinazioni per i prodotti del Laboratorio Analisi<br />
Referente<br />
Giovanni Piacentin<br />
Ausiliario<br />
Laboratorio Analisi Arzignano<br />
Ospedale<br />
Tariffario esami di laboratorio analisi<br />
Progetto premiato<br />
Referente<br />
Patrizia Draghicchio<br />
Dirigente sanitario<br />
Laboratorio Analisi<br />
Manifestazioni del problema<br />
Nel reparto dove sto lavorando ci sono macchinari di<br />
vario genere per le analisi del sangue.<br />
Queste macchine non sono di proprietà dell’ospedale<br />
ma in comodato d’uso il cui costo viene riversato non in<br />
una cifra d’affitto ma nel costo degli stessi prodotti chimici<br />
che vengono usati nell’uso di queste macchine.<br />
Per questo motivo questi prodotti hanno un costo decisamente<br />
elevato anche se commercialmente questi stessi<br />
non hanno un grande valore. Non vi voglio spiegare<br />
come funziona il laboratorio dato che forse lo saprete<br />
meglio di me, ma vi scrivo solo quello che giornalmente<br />
vedo.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Ho notato che gli ordini seguono ancora una metodologia<br />
manuale, cosa che non ritengo né razionale tanto<br />
meno economica.<br />
Obiettivo<br />
1. Abbattimento dei costi d’investimento a breve termine<br />
2. Prodotti sempre freschi.<br />
3. Annullamento dei potenziali fuori data (scadenza) dei<br />
prodotti.<br />
4. Un controllo interattivo dei materiali in magazzino,<br />
anche dei materiali consumabili di altro uso.<br />
5. Diminuzione degli spazi di stoccaggio (dato che di<br />
spazio non ne abbiamo molto).<br />
6. Ordinazione automatica dei prodotti.<br />
Strategia<br />
Si potrebbe mediante I’uso di un programma specifico<br />
installato nei computer gestire l’entrata dei prodotti<br />
(quando vengono spuntati) con un carico a magazzino<br />
e nello stesso tempo la creazione di etichette con codici<br />
a barre destinate ad essere applicate sulle confezioni di<br />
ogni prodotto.<br />
Questo porterebbe a un controllo del magazzino in<br />
tempo reale e con semplici penne ottiche (senza filo)*<br />
le confezioni ogni volta che si prelevano per I’uso andrebbero<br />
scaricate mantenendo così nello stesso tempo<br />
l’aggiornamento delle quantità in giacenza.<br />
Applicando poi ad ogni articolo una scorta minima di<br />
tolleranza (legata al tempo di consegna) si potrebbe generare<br />
una segnalazione ogni volta che questa va sotto<br />
la scorta indicata, emettendo in automatico gli ordini,<br />
modificabili a scelta, ai fornitori.<br />
*i dati delle penne si scaricano in rete tramite opportuni blocchi con<br />
il semplice appoggio.<br />
Collaboratori<br />
Elena Sandri<br />
Assistente amm.vo<br />
Michela Preto Martini<br />
Assistente amm.vo<br />
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Ospedale<br />
Progetto<br />
E’ in distribuzione in questi giorni un opuscolo che racchiude<br />
le tariffe delle Analisi eseguite dai laboratori di<br />
questa azienda.<br />
Frutto di un lungo periodo di lavoro, è nato per soddisfare<br />
le richieste degli utenti che in un’epoca di spese<br />
sempre più pesanti, si trovano a volte nella situazione di<br />
voler sapere in anticipo quanto verrà loro a costare un<br />
controllo dello stato di salute.<br />
A questo documento s’intende dare un’ampia diffusione<br />
e sarà reperibile in tutta l’<strong>Ulss</strong> presso: medici di base,<br />
pediatri di libera scelta, farmacie, punti salute, ospedali,<br />
case di riposo, comuni e biblioteche.<br />
Questo strumento serve anche per raggiungere la popolazione<br />
con più informazioni possibili per quanto riguarda<br />
gli esami di laboratorio: indirizzi, giorni ed orari<br />
di tutti i punti dove sono eseguiti i prelievi, nomi, tipologie<br />
e tariffe delle analisi e l’elenco delle analisi che richiedono<br />
appuntamento.<br />
Vi sono istruzioni per il pagamento ed il ritiro dei referti,<br />
modalità per eseguire analisi in libera professione (con<br />
la sola prescrizione del medico specialista).<br />
<strong>1˚</strong> <strong>Concorso</strong> <strong>Qualità</strong> <strong>Azienda</strong> <strong>Ulss</strong> 5<br />
Interventi<br />
Studio tariffario regionale e tariffario in uso presso il<br />
laboratorio analisi. Estrapolazione dati con particolare<br />
cura per la comprensibilità delle denominazioni delle<br />
analisi. Ricerca di una veste grafica attraente.<br />
Teleassistenza per esami di laboratorio<br />
Referente<br />
Patrizia Draghicchio<br />
Dirigente Sanitario<br />
Collaboratori<br />
Alessandro Fascina<br />
Collaboratore Tecnico Professionale<br />
Servizio Informatico<br />
Ospedale<br />
Problema<br />
Segnalazione di problemi riguardanti la richiesta esami,<br />
la stampa etichette, la visione dei referti o la stampa degli<br />
stessi in orari notturni o festivi.<br />
Motivazioni della scelta del problema<br />
Eliminare le possibili cause di ritardi o disservizi per<br />
quanto riguarda richiesta/refertazione esami di laboratorio.<br />
Liberare il personale tecnico di laboratorio da<br />
richieste di prestazioni non di sua competenza: prenotazione<br />
esami, produzione copie referti, ecc...<br />
Analisi del problema e delle sue cause<br />
Carenza di personale con conoscenza approfondita dei<br />
programmi utilizzati per richiedere e stampare esami di<br />
laboratorio. Poca familiarità con le stampanti dedicate.<br />
Obiettivo<br />
Fornire una copertura di assistenza più vasta possibile<br />
in termini geografici e di tempo, per quanto riguarda la<br />
richiesta di esami di laboratorio, stampa etichette, visione<br />
e stampa referti.<br />
Azioni<br />
Valutare la quantità di macchine alle quali si intende<br />
dare assistenza e la loro distribuzione sul territorio di<br />
competenza <strong>Ulss</strong>.<br />
Interventi<br />
• installazione programma di collegamento<br />
• configurazione PC di assistenza<br />
• configurazione con password per l’assistenza del PC<br />
da assistere.<br />
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