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Ezio Fornero, Un paradosso di Zenone. Achille e la ... - SuperZeko

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mai <strong>la</strong> Tartaruga. Non è sufficiente che i punti e gli istanti <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> (definiti come sopra) siano<br />

infiniti. Questo è un punto solitamente trascurato.<br />

Nel considerare questo <strong>paradosso</strong>, <strong>di</strong> solito si concentra l'attenzione sul<strong>la</strong> serie infinita <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze<br />

che <strong>Achille</strong> deve coprire rincorrendo <strong>la</strong> Tartaruga. Le serie <strong>di</strong> posizioni, <strong>di</strong>stanze, istanti e intervalli<br />

<strong>di</strong> tempo che possiamo prendere in considerazione sono banali: è ovvio che ciascuna <strong>di</strong> queste serie<br />

è composta da infiniti termini, perché qualsiasi <strong>di</strong>stanza o intervallo <strong>di</strong> tempo contiene infiniti punti,<br />

o, rispettivamente, istanti. Questo è vero anche per l'intero segmento che <strong>Achille</strong> deve percorrere<br />

prima <strong>di</strong> superare <strong>la</strong> Tartaruga. Questo <strong>paradosso</strong> non è più paradossale che coprire qualsiasi<br />

<strong>di</strong>stanza, passando attraverso infiniti punti [privi <strong>di</strong> estensione].<br />

Ancora più banale è che il punto in cui <strong>Achille</strong> raggiunge <strong>la</strong> Tartaruga non può appartenere al<strong>la</strong><br />

successione <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong>: questa contiene solo i punti che <strong>la</strong> Tartaruga ha già superato precedendo<br />

<strong>Achille</strong> ed è chiaro che <strong>Achille</strong> non raggiunge <strong>la</strong> Tartaruga se si considerano solo questi: l'assurda<br />

conclusione <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> è già implicita nel<strong>la</strong> scelta <strong>di</strong> una serie adeguata <strong>di</strong> punti. Così, il <strong>paradosso</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> ha una natura <strong>di</strong>alettica: esso appartiene al<strong>la</strong> retorica. Nel contesto storico del<strong>la</strong> Grecia<br />

antica non vi era una chiara <strong>di</strong>stinzione tra logica [formale] e <strong>di</strong>alettica, e <strong>la</strong> <strong>di</strong>scussione fra le parti<br />

procedeva solitamente come nei <strong>di</strong>aloghi <strong>di</strong> P<strong>la</strong>tone, dove un punto <strong>di</strong> vista (quello <strong>di</strong> Socrate,<br />

ovviamente) vince sull’altro, mostrando che quest’ultimo conduce ad una contrad<strong>di</strong>zione. La<br />

definizione <strong>di</strong> una chiara <strong>di</strong>stinzione sistematica tra ragionamento corretto e sofisma è evidente in<br />

Aristotele; prima, <strong>di</strong>alettica e ragionamento deduttivo convivono mesco<strong>la</strong>ndosi assieme.<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista, i paradossi contro il movimento sembrano avere anche un carattere<br />

psicologico. Il <strong>paradosso</strong> è uno strumento fondamentale del metodo <strong>di</strong>alettico. 1<br />

Tuttavia, vi è anche un aspetto matematico che implica <strong>di</strong> per sé qualcosa <strong>di</strong> paradossale, perché<br />

l'argomento <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> coinvolge somme <strong>di</strong> infiniti termini tendenti a zero.<br />

Al fine <strong>di</strong> chiarire tale questione, pren<strong>di</strong>amo in considerazione il problema da un punto <strong>di</strong> vista<br />

matematico. Abbiamo iniziato prendendo in esame <strong>la</strong> successione <strong>di</strong> punti tale che il suo primo<br />

punto è <strong>la</strong> posizione da cui <strong>la</strong> Tartaruga parte, il secondo quel<strong>la</strong> che <strong>la</strong> Tartaruga raggiunge quando<br />

<strong>Achille</strong> arriva al<strong>la</strong> precedente, e così via. Sia x n <strong>la</strong> posizione del<strong>la</strong> tartaruga nel momento in cui<br />

<strong>Achille</strong> raggiunge x n-1 , quin<strong>di</strong> per tutti i termini abbiamo x n > x n-1 . Ci sono infiniti termini x n , e<br />

questo è l'unico risultato dell’argomentazione <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong>, e sembra terribilmente banale. Come si è<br />

visto prima, per provare <strong>la</strong> sua conclusione paradossale deve essere lim x n = ∞ , che non si può<br />

n→+∞<br />

ottenere solo sapendo che <strong>Achille</strong> deve superare infiniti punti per raggiungere <strong>la</strong> tartaruga.<br />

Ogni punto x n corrisponde ad un certo istante t n , così abbiamo anche una successione (intendendo<br />

con successione un insieme infinito in corrispondenza biunivoca con i naturali) <strong>di</strong> termine generale<br />

t n . Inoltre, abbiamo anche una successione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze consecutive δx n con δx n = x n +1 - x n e una<br />

successione <strong>di</strong> intervalli <strong>di</strong> tempo consecutivi δt n = t n+1 – t n. . Se <strong>Achille</strong> non può superare <strong>la</strong><br />

Tartaruga, come <strong>Zenone</strong> afferma, allora <strong>la</strong> somma <strong>di</strong> tutti i termini <strong>di</strong> entrambe le successioni deve<br />

essere infinita (<strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza che <strong>Achille</strong> copre prima <strong>di</strong> raggiungere <strong>la</strong> Tartaruga sarebbe infinita),<br />

altrimenti entrambe le somme devono essere finite. Per provare <strong>la</strong> conclusione <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong>, il che<br />

sarebbe effettivamente un <strong>paradosso</strong>, bisogna che si verifichi il primo caso. Qui sembra esservi<br />

effettivamente una <strong>di</strong>fficoltà matematica, perché può apparire strano che una somma <strong>di</strong> infiniti<br />

termini possa essere finita, anche quando <strong>la</strong> successione <strong>di</strong> questi termini è decrescente. In realtà,<br />

anche questo problema è facilmente risolvibile (a proposito: c’è una tendenza molto comune ad<br />

impiegare <strong>la</strong> nozione <strong>di</strong> limite <strong>di</strong> una serie numerica per risolvere i paradossi <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong>. Non vi è<br />

alcuna reale necessità <strong>di</strong> procedere in questo modo, ma in molti casi l'infinito implica paradossi<br />

effettivi, quin<strong>di</strong> può essere utile avvalersi <strong>di</strong> nozioni avanzate in modo da eliminare qualsiasi<br />

dubbio).<br />

<strong>Ezio</strong> <strong>Fornero</strong> – <strong>Un</strong> <strong>paradosso</strong> <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> – 2/6<br />

http://www.superzeko.net – Per espressa volontà dell’autore, questo testo è liberamente utilizzabile per fini personali o <strong>di</strong>dattici.<br />

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