Ezio Fornero, Un paradosso di Zenone. Achille e la ... - SuperZeko
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In questo caso, l’infinito implica <strong>la</strong> seguente domanda: come può <strong>Achille</strong> raggiungere <strong>la</strong> Tartaruga,<br />
se è costretto a passare attraverso infiniti punti? La nostra mente si concentra sull’infinito e si perde<br />
in se stessa immaginando che <strong>Achille</strong> debba attraversare infinite posizioni per raggiungere <strong>la</strong><br />
Tartaruga ... come se dovesse eseguire una procedura, in cui ogni passo ha bisogno <strong>di</strong> tempo.<br />
<strong>Achille</strong> non costruisce lo spazio o il tempo - i punti x n e gli istanti t n già esistono e nessuno deve<br />
costruirli, i singoli termini del<strong>la</strong> successione <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> non sono passi <strong>di</strong> una procedura eseguibile.<br />
L'unica cosa che dobbiamo verificare è se una somma <strong>di</strong> infiniti termini può essere finita.<br />
Si pensi ad una serie <strong>di</strong> segmenti consecutivi sul<strong>la</strong> stessa linea, in modo tale che ogni segmento sia<br />
<strong>la</strong> metà dell’imme<strong>di</strong>ato predecessore. La somma <strong>di</strong> tutti i segmenti non può essere superiore al<br />
doppio del primo. In Matematica si <strong>di</strong>mostra facilmente che nel caso <strong>di</strong> una serie infinita <strong>la</strong> somma<br />
<strong>di</strong> tutti i segmenti è solo il doppio del primo, facendo uso del<strong>la</strong> nozione <strong>di</strong> limite, dato che<br />
1<br />
lim ∑ n<br />
n→+∞<br />
n<br />
0 2<br />
= 2. La nozione <strong>di</strong> limite è implicita anche nell'idea <strong>di</strong> una quantità sempre più<br />
picco<strong>la</strong>, cioè tendente a zero, come i matematici <strong>di</strong>cono; infatti, impiegando i limiti tutte le<br />
successioni e le serie che abbiamo sopra considerato convergono a limiti finiti, in modo da<br />
concludere <strong>la</strong> questione. Ma è chiaro che, se <strong>la</strong> somma <strong>di</strong> un numero finito <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze δ x n percorse<br />
da <strong>Achille</strong> è in ogni caso inferiore al doppio del<strong>la</strong> prima, <strong>la</strong> somma <strong>di</strong> tutte le <strong>di</strong>stanze (che sono una<br />
infinità) non può essere infinita.<br />
Tuttavia, anche <strong>di</strong> recente qualcuno ha cercato <strong>di</strong> risolvere il <strong>paradosso</strong>, proponendo soluzioni<br />
originali. <strong>Un</strong>a <strong>di</strong> queste consiste nel <strong>di</strong>scutere <strong>la</strong> struttura dello spazio su sca<strong>la</strong> estremamente ridotta.<br />
La <strong>di</strong>fficoltà potrebbero sorgere nel momento in cui si ammette che lo spazio è indefinitamente<br />
<strong>di</strong>visibile, perché ciò dovrebbe implicare l’infinito, ma in realtà lo spazio non è un continuum, e noi<br />
non avremmo bisogno <strong>di</strong> risolvere il <strong>paradosso</strong>. Ora, è ragionevole supporre che su <strong>di</strong>mensioni<br />
estremamente piccole le proprietà dello spazio siano <strong>di</strong>verse dagli assiomi che i matematici e i fisici<br />
comunemente usano, ma non è questo il nucleo del<strong>la</strong> questione, dal momento che <strong>la</strong> <strong>di</strong>visibilità<br />
indefinita dello spazio non implica le conclusioni <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong>, mentre, al contrario, l’argomentazione<br />
<strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> esige <strong>la</strong> <strong>di</strong>visibilità indefinita dello spazio.<br />
Tuttavia, può essere che il significato <strong>di</strong> questo pseudo-<strong>paradosso</strong> sia alquanto <strong>di</strong>verso<br />
dall’interpretazione tra<strong>di</strong>zionale. Se l'infinito è il problema e dato che l'infinito è implicato dal<strong>la</strong><br />
<strong>di</strong>visione indefinita dello spazio, allora può essere che gli argomenti <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> contro il movimento<br />
avessero anche lo scopo <strong>di</strong> opporsi al<strong>la</strong> nozione <strong>di</strong> <strong>di</strong>visibilità indefinita. In realtà, gli antichi<br />
matematici greci evitavano <strong>di</strong> introdurre l’infinito, per quanto possibile. E' molto probabile che i<br />
paradossi <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> avessero uno stretto rapporto con <strong>la</strong> scoperta degli incommensurabili dovuta ai<br />
Pitagorici, e - da questo punto <strong>di</strong> vista – avrebbero avuto una funzione niente affatto trascurabile in<br />
Matematica.<br />
Perché i Greci evitavano <strong>di</strong> impiegare l’infinito? La risposta più probabile è nel carattere<br />
costruttivo dei loro meto<strong>di</strong>. La Geometria ebbe origini pratiche; pur considerando che <strong>la</strong> nascita del<br />
pensiero astratto e del<strong>la</strong> <strong>di</strong>mostrazione è re<strong>la</strong>tivamente antica, per molti secoli i Greci furono legati<br />
al<strong>la</strong> rappresentazione visiva delle figure e i loro meto<strong>di</strong> consistevano prevalentemente in costruzioni<br />
geometriche. Ora, una costruzione consiste sempre <strong>di</strong> un numero finito <strong>di</strong> passi, anche se è possibile<br />
in linea <strong>di</strong> principio ripetere un passo tante volte quante vogliamo: così, possiamo operativamente<br />
<strong>di</strong>videre un segmento in due parti, e bisecare entrambe n volte, ma non possiamo farlo infinite volte.<br />
Tuttavia, nul<strong>la</strong> vieta <strong>di</strong> immaginare che un segmento sia composto da una serie infinita, il primo<br />
segmento del<strong>la</strong> quale è <strong>la</strong> metà dell’intero segmento, il secondo metà del primo, ... l’ n-esimo <strong>la</strong><br />
metà del suo predecessore. Così l'intero segmento è idealmente <strong>di</strong>viso in parti infinite, ma<br />
ovviamente è impossibile realizzare materialmente una tale costruzione. Vi è una forte somiglianza<br />
<strong>Ezio</strong> <strong>Fornero</strong> – <strong>Un</strong> <strong>paradosso</strong> <strong>di</strong> <strong>Zenone</strong> – 3/6<br />
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