2012-2013 IO VIVO QUI - Cittadini in erba - TSM
2012-2013 IO VIVO QUI - Cittadini in erba - TSM
2012-2013 IO VIVO QUI - Cittadini in erba - TSM
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
cittad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> <strong>erba</strong><br />
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong><br />
Territorio Paesaggio Comunità<br />
<strong>QUI</strong><br />
con sguardi e pensieri<br />
dei cittad<strong>in</strong>i di domani<br />
trent<strong>in</strong>o tesero dolomiti<br />
spiazzo rendena folgaria riva del garda<br />
telve levico terme predazzo<br />
rovereto roncegno terme vigolo vattaro<br />
brentonico vigolo vattaro levico terme<br />
perg<strong>in</strong>e valsugana spiazzo rendena tesero
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Indice<br />
step-Scuola per il governo del territorio<br />
e del paesaggio ...................................... 3<br />
<strong>IO</strong>_cittad<strong>in</strong>o ......................................... 5<br />
<strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>_con il territorio e il paesaggio .................. 7<br />
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>_territorio paesaggio comunità .............. 10<br />
generAZ<strong>IO</strong>NI_responsABILI un approccio metodologico<br />
al paesaggio ....................................... 14<br />
I progetti delle scuole<br />
Entra nella leggenda<br />
Scuola Media di Brentonico.......................... 22<br />
Tra sacro e profano<br />
Scuola Media di Folgaria ............................ 24<br />
In and out<br />
Scuola Media di Levico Terme ........................ 26<br />
I sensi di un viaggio<br />
Scuola Media di Levico Terme ........................ 28<br />
Natura e artificio<br />
Scuola Media di Perg<strong>in</strong>e 1 ........................... 30<br />
Riqualifichiamo il nostro cortile<br />
Scuola Media di Predazzo ........................... 32<br />
Antica viabilità<br />
Scuola Media “S. Sighele” di Riva del Garda ........... 34<br />
Così distanti… così vic<strong>in</strong>i<br />
Scuola Media di Roncegno .......................... 36<br />
L’altra città<br />
Scuola Media di Rovereto Sud ....................... 38<br />
Paesaggi lenti… paesaggi veloci<br />
Scuola Media di Spiazzo Rendena .................... 40<br />
Spiazzati<br />
Scuola Media di Telve ............................... 42<br />
Il paesaggio fuori e dentro l’aula<br />
Scuola Media di Tesero ............................. 44<br />
Il paese di Vigolo Vattaro<br />
Scuola Media di Vigolo Vattaro ....................... 46<br />
Memorie di comunità<br />
Scuola Media di Vigolo Vattaro ....................... 48<br />
visioni paesaggistiche ............................... 50<br />
paeSAGGI_orientamenti bibliografici ................... 51<br />
La piattaforma <strong>in</strong>terattiva Iovivoqui .................... 52<br />
testo a cura di Roberta Opassi<br />
Dipartimento della Conoscenza, Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento<br />
con la collaborazione di Stefania Grandi<br />
step-Scuola per il governo del territorio e del paesaggio<br />
disegni di Enrico Ferrari<br />
Il progetto<br />
Io Vivo Qui. Territorio-Paesaggio-Comunità<br />
è un’<strong>in</strong>iziativa promossa<br />
dalla Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento: <br />
Assessorato all’Urbanistica,<br />
enti locali e personale<br />
Assessorato all’Istruzione e sport<br />
Dipartimento della Conoscenza<br />
Dipartimento Territorio, ambiente e foreste<br />
attraverso la step-Scuola per il governo del<br />
territorio e del paesaggio<br />
step-Scuola per il governo del territorio<br />
e del paesaggio<br />
Le scelte fatte dalla Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento sulla base<br />
delle recenti riforme assegnano al paesaggio un ruolo centrale<br />
per il governo del territorio. Le riforme, <strong>in</strong> particolare quella<br />
istituzionale e quella urbanistica, si pongono l’obiettivo di<br />
valorizzare l’autonoma <strong>in</strong>iziativa dei cittad<strong>in</strong>i, di attuare il<br />
pr<strong>in</strong>cipio di sussidiarietà tra i diversi livelli istituzionali, di favorire<br />
l’<strong>in</strong>tegrazione dei s<strong>in</strong>goli territori, di garantire livelli m<strong>in</strong>imi di<br />
servizi per tutta la popolazione e la sostenibilità dello sviluppo.<br />
La centralità del paesaggio emerge nello stretto rapporto tra<br />
autonomia e responsabilità delle decisioni, nel collocare la<br />
pianificazione del territorio al livello istituzionale più vic<strong>in</strong>o ai<br />
problemi delle s<strong>in</strong>gole comunità, nella ricerca degli equilibri tra<br />
sistemi diversi (ambientale, sociale, culturale ed economico),<br />
nella valorizzazione delle risorse materiali e immateriali per<br />
lo sviluppo. Si tratta di scelte che aprono una sfida <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />
formativi ed educativi per sostenere la partecipazione dei<br />
cittad<strong>in</strong>i e delle comunità nella progettazione del proprio futuro.<br />
Per questo la Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento, all’<strong>in</strong>terno della<br />
tsm-Trent<strong>in</strong>o School of Management, ha istituito la step-Scuola<br />
per il governo del territorio e del paesaggio. Alla base della<br />
scelta di costituire la Scuola vi è la conv<strong>in</strong>zione che l’educazione<br />
e la formazione possono aiutare a fare quel salto di qualità,<br />
<strong>in</strong>nanzitutto culturale, necessario per immag<strong>in</strong>are nuove<br />
connessioni tra governo del territorio, sviluppo economico<br />
e coesione sociale che trovano nel paesaggio un elemento<br />
catalizzatore.<br />
3
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
La step-Scuola per il governo del territorio e del paesaggio<br />
articola oggi il suo impegno formativo attraverso tre tipologie<br />
di azioni. Le prime riguardano il supporto all’implementazione<br />
della Riforma Istituzionale e del Piano Urbanistico Prov<strong>in</strong>ciale: si<br />
tratta <strong>in</strong> particolare di azioni rivolte alla formazione di specifiche<br />
figure professionali quali ad esempio gli “esperti di paesaggio”.<br />
In secondo luogo vi sono azioni volte a promuovere una cultura<br />
che <strong>in</strong>dividua nel paesaggio un elemento cruciale per lo sviluppo<br />
economico, sociale e ambientale del territorio: si tratta di<br />
<strong>in</strong>iziative rivolte ad amm<strong>in</strong>istratori, tecnici, professionisti, scuole<br />
ed <strong>in</strong> alcuni casi estese a tutti i cittad<strong>in</strong>i. Vi sono, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, azioni<br />
messe <strong>in</strong> atto al f<strong>in</strong>e di costruire una visione comune sulla<br />
preferibilità e sulla sostenibilità del vivere <strong>in</strong> montagna ponendo<br />
particolare attenzione sul valore di cosa significa conservare,<br />
gestire e promuovere le Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO.<br />
In questo ambito, <strong>in</strong>fatti, la Scuola è impegnata all’<strong>in</strong>terno<br />
della “Fondazione Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis<br />
UNESCO” nella costruzione di una rete della formazione tra tutti<br />
i territori co<strong>in</strong>volti dall’accreditamento e f<strong>in</strong>alizzata al sostegno<br />
degli obiettivi di conservazione, gestione e valorizzazione delle<br />
Dolomiti.<br />
Dal punto di vista educativo, il riferimento al paesaggio può<br />
essere un’occasione elettiva per trattare temi estesi, trasversali,<br />
complessi che richiedono di essere affrontati con urgenza, ma<br />
nello stesso tempo necessitano di progettualità di ampio respiro.<br />
Si tratta di promuovere apprendimento e <strong>in</strong>novazione <strong>in</strong>torno<br />
a problemi che non ammettono soluzioni banali e l<strong>in</strong>eari e,<br />
soprattutto, che richiedono un <strong>in</strong>vestimento culturale dedicato.<br />
Promuovere un cambiamento sull’idea di paesaggio, e qu<strong>in</strong>di di<br />
vivibilità di un territorio, vuol dire mettere <strong>in</strong> discussione equilibri<br />
consolidati, <strong>in</strong>contrare resistenze e difese. L’idea di paesaggio<br />
come spazio di vita, deriva dal modo di pensare il rapporto<br />
uomo-natura e r<strong>in</strong>via alla capacità di mettere <strong>in</strong> atto pratiche,<br />
sia <strong>in</strong>dividuali che collettive, su alcune questioni centrali per<br />
vivere la contemporaneità: la qualità della vita e la vivibilità<br />
dell’ecosistema, la partecipazione e la responsabilità nelle scelte<br />
di trasformazione, la valorizzazione delle differenze attraverso<br />
la dialettica identità-alterità. L’educazione al paesaggio è perciò<br />
un campo di straord<strong>in</strong>ario <strong>in</strong>teresse che muovendo dal rapporto<br />
uomo-natura è capace di connettere temi rilevanti per rileggere<br />
il passato, vivere il presente e immag<strong>in</strong>are il futuro.<br />
<strong>IO</strong>_cittad<strong>in</strong>o<br />
Dimorare è il modo di essere della saggezza<br />
Si dimora creando un posto, scoprendo un luogo. Non si dimora<br />
da qualunque parte, ma presso o <strong>in</strong> un luogo determ<strong>in</strong>ato. Questo<br />
luogo è la terra, la casa o il cuore umano.<br />
Raimon Panikkar<br />
La dimora della saggezza<br />
Il progetto “<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>” fa proprio il concetto europeo di paesaggio<br />
come “elemento chiave del benessere <strong>in</strong>dividuale e sociale”, la<br />
cui “salvaguardia, gestione e pianificazione comportano diritti<br />
e responsabilità per ciascun <strong>in</strong>dividuo” (Convenzione Europea<br />
del Paesaggio, 2000), anche per gli studenti.<br />
Il Piano Urbanistico Prov<strong>in</strong>ciale nel sottol<strong>in</strong>eare il ruolo e la<br />
responsabilità dei cittad<strong>in</strong>i e delle istituzioni nella conservazione<br />
e nella valorizzazione del paesaggio, dell’ambiente e del territorio<br />
richiama l’importanza e l’impianto della Convenzione Europea<br />
del Paesaggio (CEP). Le scelte fatte dalla Prov<strong>in</strong>cia autonoma di<br />
Trento sulla base delle recenti riforme assegnano al paesaggio<br />
un ruolo centrale per il governo del territorio, <strong>in</strong>tendendo per<br />
esso uno spazio di vita, s<strong>in</strong>tesi di natura e sedimentazione<br />
storica, frutto del dialogo tra le generazioni.<br />
Dalla cornice concettuale tracciata dalla CEP e dal Piano<br />
Urbanistico Prov<strong>in</strong>ciale si rileva l’importanza dell’educazione al<br />
paesaggio, al territorio e all’ambiente che appare fortemente<br />
connessa con l’educazione alla cittad<strong>in</strong>anza attiva nella<br />
costruzione di persone consapevoli, riflessive e partecipi, capaci<br />
di sperimentare atteggiamenti, comportamenti e attività proprie<br />
del cittad<strong>in</strong>o, portatore di diritti così come di doveri. Si tratta<br />
di un’educazione-discipl<strong>in</strong>a che comprende varie componenti:<br />
la dimensione cognitiva (conoscere, pensare criticamente,<br />
concettualizzare, giudicare), la dimensione affettivo-esperenziale<br />
(provare, fare esperienza, attribuire significato, promuovere valori<br />
come la giustizia, la libertà, la solidarietà, essere capaci di<br />
decentramento ed empatia) e la dimensione volitiva (compiere<br />
scelte ed azioni, mettere <strong>in</strong> atto comportamenti adeguati<br />
e corrispondenti al proprio pensiero). Sono questi aspetti<br />
<strong>in</strong>terconnessi che quando si aprono al sapere, al saper fare e<br />
al saper essere delle persone <strong>in</strong> formazione, dentro uno spazio<br />
di azione pubblica, riescono ad attivare il “circolo virtuoso tra<br />
sapere e vita così necessario nel campo della cittad<strong>in</strong>anza”<br />
(Santer<strong>in</strong>i M., Educare alla cittad<strong>in</strong>anza, Carocci, Roma, 2001).<br />
4 5
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
L’educazione alla cittad<strong>in</strong>anza attiva è la via pr<strong>in</strong>cipale per<br />
far sentire le persone competenti <strong>in</strong> cultura civica, capaci di<br />
coltivare conoscenze, atteggiamenti, abilità di dialogo e di<br />
partecipazione nonché capacità di analisi responsabile. È<br />
qu<strong>in</strong>di il tiroc<strong>in</strong>io del dialogo, della discussione, della critica,<br />
della partecipazione e dell’impegno a mettere il cittad<strong>in</strong>o <strong>in</strong><br />
grado di esercitare le virtù civiche.<br />
Pensare l’educazione al paesaggio nell’ottica della cittad<strong>in</strong>anza<br />
attiva significa costruire progetti che sviluppano competenze<br />
cross-curricolari, che mirano più alla promozione degli<br />
atteggiamenti e dei comportamenti oltre che all’acquisizione<br />
delle conoscenze. Tali competenze sono: la riflessione critica,<br />
il senso di responsabilità, il rispetto degli impegni, la capacità<br />
di scambio <strong>in</strong>terpersonale, l’attitud<strong>in</strong>e a rispettare la diversità,<br />
le attività di cooperazione e la partecipazione. Non basta allora<br />
enunciare regole o contenuti: occorre, come <strong>in</strong>dicato dai Piani<br />
di studio prov<strong>in</strong>ciali per il primo ciclo di istruzione, def<strong>in</strong>endo<br />
il “Profilo globale” dello studente, praticare atteggiamenti,<br />
comportamenti e attività che promuovano e svilupp<strong>in</strong>o il<br />
senso del vivere <strong>in</strong>sieme e le abilità utili alla costruzione di<br />
competenze di cittad<strong>in</strong>anza.<br />
<strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>_con il territorio e il paesaggio<br />
La conoscenza è il nuovo motore della ricchezza<br />
che è meglio generato <strong>in</strong> contesti caratterizzati da elevata<br />
presenza di patrimonio culturale, qualità della vita e relazioni<br />
altamente collaborative, come le reti sociali e tecnologiche che<br />
travalicano i conf<strong>in</strong>i tradizionali, fatti di barriere geografiche,<br />
<strong>in</strong>dustriali e da appartenenze societarie.<br />
Alessandra Mottola Molf<strong>in</strong>o<br />
Paesaggio e Musei <strong>in</strong> Italia<br />
relazione al workshop ICOM di Mantova<br />
29 settembre <strong>2012</strong><br />
Le scelte fatte dalla Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento sulla base<br />
delle recenti riforme assegnano al paesaggio un ruolo centrale<br />
per il governo del territorio, nel segno della riconoscibilità di un<br />
contesto territoriale, di appartenenza a una comunità locale e<br />
di condivisione di valori comuni.<br />
Le riforme, <strong>in</strong> particolare quella istituzionale e quella urbanistica,<br />
si pongono l’obiettivo di valorizzare la partecipazione attiva dei<br />
cittad<strong>in</strong>i nel governo del loro territorio, di attuare il pr<strong>in</strong>cipio di<br />
sussidiarietà tra i diversi livelli istituzionali e di garantire livelli<br />
m<strong>in</strong>imi di servizi per tutta la popolazione e la sostenibilità<br />
dello sviluppo.<br />
La Riforma Istituzionale <strong>in</strong>troduce un nuovo impianto normativo<br />
per il governo dell’autonomia, ridef<strong>in</strong>endo la distribuzione<br />
dei poteri e delle funzioni tra i dist<strong>in</strong>ti livelli di governo: le<br />
Comunità di Valle nascono come ambiti di esercizio della<br />
cittad<strong>in</strong>anza e della gestione di funzioni importanti come la<br />
programmazione urbanistica, economica e sociale, attraverso<br />
processi partecipativi che co<strong>in</strong>volgano fortemente le comunità<br />
locali e che tengano conto della storia, delle tradizioni, delle<br />
vocazioni, delle potenzialità, come pure dei limiti da superare<br />
per garantire uno sviluppo durevole per il territorio e per chi<br />
lo abita. Così anche il Piano Urbanistico Prov<strong>in</strong>ciale promuove<br />
una nuova discipl<strong>in</strong>a della pianificazione <strong>in</strong>centrata sulla<br />
relazione tra territorio, paesaggio, vivibilità e sviluppo prestando<br />
particolare attenzione agli aspetti ambientali e alla qualità<br />
territoriale e paesaggistica. Il Piano prevede il decentramento<br />
del livello di decisione strategica favorendo la partecipazione<br />
e la responsabilità dei cittad<strong>in</strong>i e delle comunità locali. L’idea<br />
centrale è che la pianificazione e la gestione del territorio<br />
devono collocarsi a un livello prossimo alle comunità e alle loro<br />
esigenze aff<strong>in</strong>ché possano essere contestualmente efficaci.<br />
6 7
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Il Piano Urbanistico Prov<strong>in</strong>ciale, facendo propri gli obiettivi<br />
espressi dalla CEP, riconosce il paesaggio come “componente<br />
essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione<br />
della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale<br />
e fondamento della loro identità”.<br />
Non è il paesaggio <strong>in</strong> quanto entità che assume una valenza<br />
particolare o possiede un valore eccezionale ma è il paesaggio<br />
come bene della collettività, <strong>in</strong>dipendentemente dal suo valore<br />
concreto. Ne consegue che tutto il territorio è paesaggio, non<br />
solo le bellezze o le vedute perfette: tutto il territorio europeo<br />
ha una rilevanza paesaggistica.<br />
La CEP apre perciò ad una nuova visione e <strong>in</strong>terpretazione del<br />
paesaggio anche <strong>in</strong> considerazione dell’importanza che viene<br />
attribuita alla componente soggettiva: il “paesaggio designa<br />
una determ<strong>in</strong>ata parte di territorio, così come è percepita dalle<br />
popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali<br />
e/o umani e dalle loro <strong>in</strong>terrelazioni” (art.1 - def<strong>in</strong>izioni).<br />
Con questa def<strong>in</strong>izione muta l’idea stessa di paesaggio: non è<br />
una bella cartol<strong>in</strong>a, un abbagliante belvedere o uno spettacolare<br />
punto di vista, è un luogo <strong>in</strong> cui le dimensioni fisiche, ambientali,<br />
storiche, culturali ed anche estetiche formano un unicum<br />
<strong>in</strong>separabile.<br />
Anche il paesaggio dell’abbandono, del degrado, dell’<strong>in</strong>curia<br />
ha un valore educativo, pari a quello curato, culturalmente ed<br />
artisticamente rilevante. Paesaggio è dappertutto, sia che<br />
viviamo <strong>in</strong> campagna che <strong>in</strong> città o <strong>in</strong> montagna o al mare o <strong>in</strong><br />
coll<strong>in</strong>a, sia che abitiamo <strong>in</strong> un quartiere storico che <strong>in</strong> periferia.<br />
Siamo circondati dal paesaggio: è così vic<strong>in</strong>o da essere<br />
un’esperienza quotidiana, cont<strong>in</strong>ua e <strong>in</strong>evitabile della nostra<br />
vita. Anche se è necessario specificare che un paesaggio senza<br />
l’uomo e la sua <strong>in</strong>terazione con lo spazio naturale non è un<br />
paesaggio possibile; per questo è importante <strong>in</strong>serirlo nella<br />
prospettiva storica e antropologica per r<strong>in</strong>tracciare i segni del<br />
dialogo uomo-natura: solo così il paesaggio potrà essere anche<br />
“educante” (Tosco C., Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi<br />
di ricerca tra Medioevo ed Età Moderna, Laterza, Roma-Bari,<br />
2009), solo così si potrà comprendere quanto il paesaggio sia<br />
un organismo vivente, una realtà d<strong>in</strong>amica, <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua, seppur<br />
poco visibile, trasformazione.<br />
Elementi fondamentali per la qualità paesaggistica, nella visione<br />
espressa dalla CEP, sono la partecipazione dei cittad<strong>in</strong>i, così<br />
come la formazione e la sensibilizzazione. La qualità di un<br />
paesaggio non discende da un’idea astratta di bellezza, non<br />
si limita ad un monumento significativo o ad un panorama<br />
perfetto: la qualità è un sottile equilibrio tra bisogni sociali,<br />
attività economiche e stato dell’ambiente così come viene<br />
“sentito” dalle persone che vivono <strong>in</strong> quel territorio.<br />
La partecipazione dà ampio spazio alla comunità, che ha il<br />
compito sia di percepire il paesaggio <strong>in</strong> quanto espressione<br />
del profondo legame che la unisce al proprio territorio sia di<br />
conoscere e tramandare le tracce e le memorie storiche alle<br />
future generazioni.<br />
Indubbiamente la partecipazione della popolazione ai processi<br />
decisionali e alle politiche del paesaggio, non è facile:<br />
l’educazione e la formazione possono aiutare le comunità a<br />
costruire una sua visione collettiva, un significato profondo e<br />
condiviso del paesaggio.<br />
8 9
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>_territorio paesaggio comunità<br />
All’<strong>in</strong>terno della cornice istituzionale e concettuale del<strong>in</strong>eata si<br />
<strong>in</strong>serisce il progetto “<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>”. Individuare le componenti<br />
di un paesaggio, ricercare i suoi significati culturali, <strong>in</strong>dagare<br />
la storia di un luogo e le sue d<strong>in</strong>amiche, progettare l’utilizzo di<br />
uno spazio significa dare senso all’espressione “<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>”:<br />
io sono e abito qui, non importa per quanto tempo, <strong>in</strong> questo<br />
momento io risiedo <strong>in</strong> un paesaggio che, per sua <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca<br />
natura, è <strong>in</strong> perenne trasformazione che contiene <strong>in</strong> sé movimenti<br />
di persone, di cose, di <strong>in</strong>teressi culturali, di comportamenti e di<br />
atteggiamenti, di cui sono direttamente <strong>in</strong>teressato, perché il<br />
paesaggio è lo spazio di vita delle popolazioni ed espressione<br />
della loro identità culturale e storica (Convenzione Europea del<br />
Paesaggio, 2000).<br />
Così come pianificare e governare le trasformazioni del territorio<br />
e del paesaggio richiedono un approccio fortemente multidiscipl<strong>in</strong>are,<br />
così il progetto “<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>” richiede l’apporto<br />
di diverse discipl<strong>in</strong>e, <strong>in</strong>trecciando saperi e competenze: la<br />
letteratura, la poesia, l’arte, le scienze, la storia, la geografia,<br />
la matematica, l’<strong>in</strong>formatica, la tecnologia, le l<strong>in</strong>gue straniere,<br />
ciascuno a suo modo specifico, possono co-partecipare a leggere<br />
quegli “spazi emotivi” designati dai ragazzi, destrutturarli e<br />
ricostruirli nell’ottica critica e riflessiva della cittad<strong>in</strong>anza attiva.<br />
Il territorio, l’ambiente e il paesaggio dei ragazzi divengono<br />
testi e pretesti sui quali elaborare processi educativi volti allo<br />
sviluppo di competenze e di abilità specifiche dell’educazione<br />
alla cittad<strong>in</strong>anza attiva. Si tratta di progettare percorsi che dallo<br />
spazio, dal territorio e dal paesaggio, vissuti emotivamente e<br />
personalmente dai ragazzi, “traghett<strong>in</strong>o” a quegli “spazi civici”,<br />
connotati da caratteri di “civiltà” e di “comunità”, sviluppando<br />
atteggiamenti partecipativi, comportamenti responsabili,<br />
capacità critiche e argomentative, pensiero riflessivo, senso del<br />
rispetto degli impegni, la capacità di scambio <strong>in</strong>terpersonale<br />
e l’abitud<strong>in</strong>e alla cooperazione.<br />
Il progetto, nello specifico, mira a:<br />
• promuovere l’educazione alla cittad<strong>in</strong>anza che recupera il<br />
senso di partecipazione attiva e responsabile, partendo dalla<br />
dimensione personale e affettiva dei ragazzi e <strong>in</strong>tegrando i<br />
vari approcci e dimensioni: cognitiva, affettiva e progettuale;<br />
• sensibilizzare al tema del paesaggio come spazio di vita e<br />
alla presa di coscienza della sua importanza per il benessere<br />
dell’<strong>in</strong>dividuo e della comunità di riferimento attraverso il<br />
riconoscimento dei suoi valori e specificità locali;<br />
• promuovere azioni di conoscenza e di valorizzazione di<br />
aspetti naturali-culturali-storici-antropologici del paesaggio e<br />
del territorio di appartenenza;<br />
• progettare e realizzare attività educative volte a far crescere,<br />
valorizzare, promuovere <strong>in</strong>teresse e senso di responsabilità<br />
verso il territorio, il paesaggio e la comunità;<br />
• avviare procedure di partecipazione dei giovani cittad<strong>in</strong>i<br />
alla vita pubblica;<br />
• valorizzare il rapporto scuola e territorio, <strong>in</strong>teso nella<br />
duplice dimensione di contesto da <strong>in</strong>terrogare e di luogo <strong>in</strong><br />
cui presiedono le istituzioni amm<strong>in</strong>istrative e culturali;<br />
• promuovere azioni di aggiornamento della professionalità<br />
docente attraverso corsi di formazione e affiancamento<br />
procedurale.<br />
L’osservazione e lo studio del paesaggio possono aiutare a<br />
sviluppare abilità e competenze di ambiti diversi, possono favorire<br />
l’acquisizione di contenuti <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>ari e di metodologie di<br />
studio attive nonché far emergere componenti importanti<br />
nella formazione del cittad<strong>in</strong>o <strong>in</strong> forma di atteggiamenti e<br />
comportamenti, coniugando la dimensione della razionalità a<br />
quella della sensibilità nello specifico il progetto “<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>”<br />
si muove nelle seguenti aree di apprendimento e di promozione<br />
di competenze trasversali.<br />
Aree di apprendimento<br />
• italiano<br />
i percorsi progettuali possono favorire la padronanza della<br />
l<strong>in</strong>gua italiana a livello comunicativo e riflessivo, consolidare<br />
le quattro competenze previste dai piani di studio, consentire<br />
agli studenti di evidenziare talenti e capacità espressive.<br />
• storia con educazione alla cittad<strong>in</strong>anza, geografia<br />
queste discipl<strong>in</strong>e (ivi compresa la storia locale) sono<br />
direttamente <strong>in</strong>teressate al progetto, <strong>in</strong> quanto le tematiche<br />
e le competenze dell’area riguardano <strong>in</strong> modo specifico<br />
la relazione con il paesaggio, l’ambiente e il territorio. Ad<br />
esempio, i concetti di “paesaggio”, “territorio”, “sviluppo<br />
sostenibile” sono esplicitamente citati tra gli “assi” che<br />
strutturano il curricolo di geografia.<br />
• matematica, scienze, tecnologia<br />
se la matematica può <strong>in</strong>teragire con competenze di tipo<br />
trasversale, le discipl<strong>in</strong>e “scienze” e “tecnologia” – sia sul<br />
piano dei contenuti di sapere, sia sul piano delle metodologie<br />
laboratoriali – sono strutturalmente coerenti con il percorso<br />
progettuale proposto. In particolare le scienze, che saldano<br />
la conoscenza degli ecosistemi con la comprensione delle<br />
problematiche scientifiche e con l’assunzione di comportamenti<br />
responsabili nei confronti dell’ambiente.<br />
10 11
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
• musica, arte e immag<strong>in</strong>e, scienze motorie e sportive<br />
tali discipl<strong>in</strong>e, legate alle fondamentali dimensioni del<br />
soggettivo, dell’immag<strong>in</strong>ativo, dell’emozionale, partecipano<br />
a pieno titolo a percorsi progettuali che danno spazio<br />
all’espressività degli alunni, alla loro creatività e fisicità.<br />
Consentono <strong>in</strong>oltre di saldare <strong>in</strong> modo orig<strong>in</strong>ale f<strong>in</strong>alità di<br />
tipo cognitivo e educativo con f<strong>in</strong>alità più mirate allo sviluppo<br />
<strong>in</strong>tegrale della persona.<br />
Competenze<br />
• cognitive<br />
problem solv<strong>in</strong>g, mappe concettuali, selezione e strutturazione<br />
di dati, esercizio del giudizio critico<br />
• comunicative<br />
l<strong>in</strong>guaggi delle aree di apprendimento e pluralità di l<strong>in</strong>guaggi<br />
non v<strong>erba</strong>li<br />
• metodologiche<br />
pianificare e gestire di progetti, attuare modalità di tipo<br />
operativo e trovare soluzioni, eseguire operazioni, elaborare<br />
e valutare prodotti<br />
• digitali<br />
padroneggiare le tecnologie e gli strumenti dell’<strong>in</strong>formazione<br />
e della comunicazione<br />
• personali e sociali<br />
sapersi relazionare con gli altri, agire con autonomia e<br />
consapevolezza, rispettare le persone e l’ambiente, collaborare<br />
<strong>in</strong> un gruppo<br />
Gli attori del progetto<br />
• Scuole Secondarie di I grado degli Istituti Comprensivi della<br />
Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento<br />
• Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento:<br />
--<br />
Assessorato all’Istruzione e sport<br />
--<br />
Assessorato all’Urbanistica, enti locali e personale<br />
--<br />
Dipartimento della Conoscenza<br />
--<br />
Dipartimento Territorio, ambiente e foreste<br />
• step-Scuola per il governo del territorio e del paesaggio<br />
• Esperti <strong>in</strong> educazione al patrimonio culturale e paesaggistico<br />
Le fasi del progetto<br />
1. progettazione, condivisione, avvio 2010- <strong>in</strong>izio 2011<br />
I promotori (Assessorato all’Urbanistica, enti locali e personale;<br />
Assessorato all’Istruzione e sport; Dipartimento Territorio,<br />
ambiente e foreste, Dipartimento della Conoscenza, step-<br />
Scuola per il governo del territorio e del paesaggio) condividono<br />
le f<strong>in</strong>alità e la struttura generale del progetto, dettagliandone<br />
le fasi, le attese e gli strumenti operativi e f<strong>in</strong>anziari; stesura<br />
della scheda di progetto; <strong>in</strong>contro con i Dirigenti Scolastici<br />
per la presentazione e condivisione delle f<strong>in</strong>alità educative e<br />
culturali del progetto.<br />
2. sperimentazione I anno a.s. 2011-<strong>2012</strong><br />
Incontro con i referenti delle scuole per presentare il progetto<br />
e il percorso sperimentale. Con alcune scuole pilota, che<br />
aderiscono al progetto, si co-progettano e sperimentano percorsi<br />
educativi al f<strong>in</strong>e di verificarne la correttezza, l’efficacia e la<br />
fattibilità sul territorio prov<strong>in</strong>ciale. Azione formativa per docenti<br />
sui temi del territorio, del paesaggio, della cittad<strong>in</strong>anza, del<br />
rapporto tra identità e territorio <strong>in</strong>teressati a realizzare progetti<br />
sull’educazione alla cittad<strong>in</strong>anza attiva <strong>in</strong> rapporto alla gestione<br />
del territorio e del paesaggio. Presentazione delle L<strong>in</strong>ee Guida e<br />
<strong>in</strong>dividuazione delle scuole “pilota”. Avvio progetti sperimentali<br />
e realizzazione delle azioni di accompagnamento: formazione di<br />
gruppo e consulenza di processo. Presentazione dei progetti.<br />
3. sperimentazione II anno a.s. <strong>2012</strong>-<strong>2013</strong><br />
Predisposizione di un sito <strong>in</strong>ternet e di un geoblog nel quale<br />
confluiscono tutti i materiali realizzati dalle scuole partecipanti<br />
alla fase sperimentale (materiali verificati e validati) nella loro<br />
trasferibilità ed efficacia educativa.<br />
Incontro con i referenti delle scuole per riprendere il lavoro<br />
avviato nell’anno precedente e per presentare il progetto<br />
alle scuole che <strong>in</strong>tendono partecipare alla nuova annualità.<br />
Avvio dei progetti sperimentali e realizzazione delle azioni di<br />
accompagnamento: formazione di gruppo e consulenza di<br />
processo. Presentazione dei progetti.<br />
4. valutazione a.s. 2011-<strong>2013</strong><br />
Il progetto è caratterizzato da momenti di verifica e di valutazione<br />
<strong>in</strong> it<strong>in</strong>ere ed ex post e da azioni di diffusione dei pr<strong>in</strong>cipali<br />
risultati raggiunti.<br />
12 13
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
generAZ<strong>IO</strong>NI_responsABILI<br />
un approccio metodologico al paesaggio<br />
I progetti che hanno partecipato all’<strong>in</strong>iziativa “<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong>”<br />
hanno sperimentato come l’educazione “al” e “attraverso” il<br />
paesaggio possa diventare educazione “per” il paesaggio: “azioni<br />
sociali”, della comunità scolastica, per favorire comportamenti<br />
attenti alla cura dei luoghi.<br />
Tutte le classi sono partite dallo strato più superficiale del<br />
paesaggio locale, quello immediatamente visibile e percepibile<br />
alla vista, guardando e osservando le specificità del luogo; da<br />
questa prospettiva hanno proceduto a vari gradi ed estensioni<br />
di non immediata visibilità, <strong>in</strong>dagando i livelli di ord<strong>in</strong>e naturale,<br />
culturale, storico, economico o simbolico. Dal punto di vista<br />
metodologico, tutti sono passati da uno sguardo d’<strong>in</strong>sieme<br />
ampio e generico ma emotivamente sentito a degli sguardi o<br />
punti di vista più particolareggiati, mirati ad approfondire uno o<br />
diversi aspetti della realtà paesaggistica che caratterizza la loro<br />
“dimensione di vita”. Il successivo processo di rielaborazione<br />
è passato attraverso una lettura più profonda: l’analisi storica<br />
o naturale del luogo ha portato a scavare le trasformazioni e le<br />
d<strong>in</strong>amiche, <strong>in</strong> un arco di tempo stabilito. Si è andati alla ricerca<br />
delle “radici sapienti” che, sedimentandosi <strong>in</strong> un luogo, ne hanno<br />
costruito l’identità storica e locale specifica (Magnaghi A., Il<br />
progetto locale, Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri, Tor<strong>in</strong>o, 2010). L’approccio<br />
analitico e la rielaborazione cognitiva hanno implicato l’agire:<br />
quasi una “presa <strong>in</strong> carico” del luogo, uno co-responsabilizzazione<br />
nei suoi confronti, che si è articolata, a seconda dei progetti, <strong>in</strong><br />
attività di riqualificazione, di promozione culturale della memoria<br />
storica o di sensibilizzazione e valorizzazione del paesaggio.<br />
Dalla rilettura dei progetti realizzati dalle classi, si propone il<br />
seguente schema concettuale, considerando che è importante,<br />
per gli <strong>in</strong>segnanti, possedere un’approfondita conoscenza del<br />
paesaggio locale, delle sue peculiarità e qualità, così come<br />
cercare di attivare collaborazioni cross-curricolari per andare<br />
oltre la logica della discipl<strong>in</strong>a.<br />
conoscenza<br />
educazione<br />
partecipazione<br />
1)<br />
FASE DELLA SCELTA<br />
DEL LUOGO E DELLA<br />
SUA SCOPERTA<br />
riconoscimento ed identificazione<br />
2) FASE DELL’ANALISI<br />
E DELLA COGNIZ<strong>IO</strong>NE<br />
E DELLA SUA SCOPERTA<br />
riappropriazione affettiva<br />
e cognitiva / <strong>in</strong>terpretazione<br />
3) FASE DELLA RIFLESS<strong>IO</strong>NE,<br />
DELLA DISCUSS<strong>IO</strong>NE<br />
E DEL GIUDIZ<strong>IO</strong><br />
presa di consapevolezza<br />
4) FASE DELL’AZ<strong>IO</strong>NE<br />
PUBBLICA<br />
assunzione di responsabilità<br />
dimensione<br />
temporale<br />
Una prima fase è dedicata alla scoperta e alla sperimentazione<br />
della dimensione sia sensoriale che visiva dei luoghi scelti. È il<br />
momento <strong>in</strong> cui i ragazzi misurano l’<strong>in</strong>tensità della loro percezione<br />
e <strong>in</strong> cui com<strong>in</strong>ciano a stabilire v<strong>in</strong>coli emozionali con la realtà.<br />
Si guarda, si osserva, si esplora, si raccolgono <strong>in</strong>formazioni e<br />
dati ambientali significativi sia per il s<strong>in</strong>golo alunno che per la<br />
classe. L’<strong>in</strong>contro degli studenti con il paesaggio non deve essere<br />
casuale e soprattutto non solo verso “i paesaggi cartol<strong>in</strong>a”,<br />
ma anche verso quelli più marg<strong>in</strong>ali, periferici, problematici,<br />
ossia verso i paesaggi della vita quotidiana. L’obiettivo delle<br />
prime esplorazioni è registrare gli elementi visibili, appariscenti,<br />
del paesaggio e anche di far emergere quegli aspetti che si<br />
ritengono di buona, mediocre o cattiva qualità, <strong>in</strong> maniera<br />
da <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciare a costruire un bagaglio di <strong>in</strong>formazioni che<br />
saranno riprese nelle fasi successive. Gli “attraversamenti<br />
del paesaggio” si possono condurre con tutti gli strumenti utili<br />
ad un efficace monitoraggio del luogo (macch<strong>in</strong>e fotografiche,<br />
registratori, block notes per appunti, fogli da disegno).<br />
presente<br />
passato<br />
presente<br />
futuro<br />
attuale<br />
dimensione<br />
educativa<br />
guardare<br />
conoscere<br />
riflettere<br />
agire<br />
dimensione<br />
spaziale<br />
vic<strong>in</strong>o<br />
lontano<br />
vic<strong>in</strong>o/<br />
lontano<br />
prossimo<br />
Se i dati raccolti e osservati hanno suscitato <strong>in</strong>teresse e<br />
desiderio di approfondire, si procede alla seconda fase,<br />
caratterizzata da un allontanamento temporale e spaziale: si<br />
va <strong>in</strong>dietro per <strong>in</strong>dagare le azioni delle generazioni passate<br />
con le conseguenze e le trasformazioni apportate agli spazi<br />
territoriali. L’obiettivo è cogliere, <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>tegrata, la<br />
complessità del concetto di paesaggio. È il momento <strong>in</strong> cui si<br />
14 15
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
costruisce una base concettuale solida sulla quale <strong>in</strong>dirizzare<br />
l’articolazione successiva del percorso. Senza abbandonare<br />
il piano della percezione visiva, che viene aff<strong>in</strong>ata, stimolata,<br />
problematizzata, <strong>in</strong>tegrata dalla conoscenze di ord<strong>in</strong>e naturale,<br />
culturale, antropologico, storico e simbolico, a seconda dei<br />
vari progetti, le classi “attraversano” il paesaggio <strong>in</strong> senso<br />
verticale: dalla superficialità degli aspetti visivi, della prima<br />
fase di lavoro, alla profondità di significati per <strong>in</strong>dagare ciò<br />
che il paesaggio sedimenta e custodisce. È una dimensione<br />
operativa che comporta un lavoro di scavo, di vera esplorazione<br />
ed estrazione: una conquista lenta, a tratti faticosa, che va<br />
sapientemente guidata e registicamente organizzata dagli<br />
<strong>in</strong>segnanti per <strong>in</strong>dividuare strumenti, metodi operativi e attività<br />
più idonee al contesto classe e allo spazio paesaggistico<br />
prescelto. Operativamente, è necessario costruire un archivio<br />
di documenti e fonti che offrono la possibilità di leggere<br />
e analizzare <strong>in</strong> maniera “densa e profonda” il paesaggio.<br />
Cartografie, assetti viari, immag<strong>in</strong>i artistiche, fotografie, testi<br />
descrittivi, mappe catastali ecc. diventano gli strumenti di lavoro<br />
per comparare presente-passato, vic<strong>in</strong>o-lontano. L’<strong>in</strong>segnante<br />
deve saper selezionare e organizzare <strong>in</strong> sequenza i documenti<br />
e i materiali da sottoporre alla classe aff<strong>in</strong>ché, nel loro <strong>in</strong>sieme,<br />
questi consentano di evidenziare le correlazioni, le <strong>in</strong>terazioni<br />
natura-uomo, facendo cogliere i nessi tra comportamento umano<br />
e d<strong>in</strong>amiche territoriali. Questa è la fase che “traghetta” dalla<br />
soggettività ad una dimensione sempre più oggettiva, basata<br />
sulla conoscenza e <strong>in</strong>terpretazione dei dati. È il momento dove<br />
l’apertura agli ambiti discipl<strong>in</strong>ari e <strong>in</strong> particolare alla storia locale<br />
è fondamentale, così come la frequentazione di tutti quegli spazi<br />
specialistici: biblioteche, archivi, musei, associazioni culturali,<br />
capaci di restituire i “saperi territoriali” specifici.<br />
Raggiunta una certa “conoscenza paesaggistica”, si procede<br />
verso la terza fase del percorso che unisce riflessione e<br />
valutazione, conoscenza e giudizio. A questo punto emergono<br />
soprattutto gli atteggiamenti rivolti alla dimensione cognitiva e<br />
affettiva. L’<strong>in</strong>segnante deve cercare di stimolare l’<strong>in</strong>telligenza<br />
critica dei ragazzi, guidarli a riconoscere quelle che loro ritengono<br />
essere le “qualità paesaggistiche” e formularne un giudizio, che<br />
tenga conto del rapporto uomo-natura-cultura emerso dalla fase<br />
precedente. È un momento complesso nel quale dall’<strong>in</strong>dividuale<br />
si passa a ri-costruire un’immag<strong>in</strong>e “sociale” e condivisa dal<br />
gruppo classe. Si abbandonano le divisioni discipl<strong>in</strong>ari per<br />
lavorare sul riconoscimento e la presa di coscienza dei valori<br />
del paesaggio. Si riflette su concetti quali salvaguardia, gestione<br />
e pianificazione per comprendere quale di queste categorie<br />
siano importanti per l’area prescelta. I ragazzi discutono e<br />
dialogano tra di loro per avviare un processo di partecipazione<br />
alle scelte future.<br />
Nella quarta fase si decidono le attività operative per la<br />
valorizzazione del luogo considerato. Si passa dalla riflessione<br />
alla fase operativa, all’azione vera e propria, aff<strong>in</strong>ché l’educazione<br />
al paesaggio non rimanga solo percezione e conoscenza ma<br />
attivi progettualità, operatività e assunzione di responsabilità.<br />
Metodologicamente significa assumere i valori paesaggistici<br />
come guida: salvaguardia, gestione e pianificazione <strong>in</strong> equilibrio<br />
con la storia e la natura <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca di un luogo; anche se non<br />
si parla di salvaguardia, gestione e pianificazione formale ma<br />
di attivazione di un processo di partecipazione, attraverso il<br />
proprio contributo, alla discussione sul “proprio” paesaggio. È<br />
il momento <strong>in</strong> cui emergono i comportamenti, gli aspetti volitivi<br />
dell’educazione alla cittad<strong>in</strong>anza attiva. È l’ora di andare dalle<br />
pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni o dai diretti referenti dei luoghi<br />
esam<strong>in</strong>ati e sottoporre la propria “percezione” del paesaggio<br />
che, a questo punto, non sarà più solo sensoriale ma culturale<br />
nel senso più ampio del term<strong>in</strong>e.<br />
In questi due anni di sperimentazione si rileva che il paesaggio,<br />
l’ambiente e il territorio offrono alla comunità scolastica aree<br />
privilegiate di azione per attivare processi educativi complessi,<br />
articolati, <strong>in</strong>ter e multidiscipl<strong>in</strong>ari. La scuola che lavora “con” e<br />
“attraverso” il paesaggio si propone come un’agenzia formativa<br />
non prettamente discipl<strong>in</strong>are ma che ha il coraggio di compiere<br />
sconf<strong>in</strong>amenti discipl<strong>in</strong>ari, di fare sistema tra i vari saperi e<br />
spostarsi nell’ottica degli atteggiamenti, dei comportamenti,<br />
dei valori della cittad<strong>in</strong>anza attiva. Il paesaggio è un sapere<br />
epistemologico denso, <strong>in</strong>tegrato, centrifugo. Gli <strong>in</strong>segnanti che<br />
hanno accettato la sfida di fare educazione al paesaggio, <strong>in</strong> una<br />
scuola dove questo ambito d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e non esiste, hanno lavorato<br />
relazionandosi tra loro e facendo <strong>in</strong>teragire <strong>in</strong> maniera d<strong>in</strong>amica<br />
e creativa i saperi. L’educazione al paesaggio è complessa,<br />
non si può negare, ma una volta che ci si è addentrati nelle<br />
sue maglie, diventa una “buona compagna di lavoro” che dà<br />
senso ad un approccio educativo ed identitario ai luoghi di vita<br />
e alle sfide del presente.<br />
16 17
I progetti delle scuole
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
premessa<br />
Negli anni scolastici 2011-<strong>2012</strong> e <strong>2012</strong>-<strong>2013</strong>, dieci istituti<br />
comprensivi del territorio prov<strong>in</strong>ciale, per un totale di ventotto<br />
classi, hanno sperimentato l’applicazione dell’educazione al<br />
paesaggio nella loro programmazione. Sono stati realizzati<br />
progetti annuali e biennali, che hanno affrontato tematiche e<br />
sistemi paesaggistici differenti sapendo tutti unire la dimensione<br />
affettiva e sensoriale della conoscenza a quella cognitiva e<br />
riflessiva. In quasi tutti i casi si è arrivato anche ad un confronto<br />
con le pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni per esprimere le proprie<br />
conclusioni o per proporre azioni nei riguardi del contesto<br />
territoriale osservato.<br />
Da un’analisi complessiva è possibile <strong>in</strong>dividuare i valori, gli<br />
atteggiamenti e i comportamenti che l’<strong>in</strong>iziativa ha promosso:<br />
• Valori: assunzione di responsabilità nella sensibilizzazione<br />
di aspetti, per lo più naturali e storico-culturali del territorio<br />
di appartenenza, riconoscere e promuovere la responsabilità<br />
di fare qualcosa per migliorare aspetti di vita del proprio<br />
territorio; riconoscere il valore del dialogo, del pensiero<br />
critico e del confronto; considerare aspetti che riguardano<br />
l’<strong>in</strong>tera comunità e non il s<strong>in</strong>golo <strong>in</strong>dividuo e gruppo ristretto;<br />
assumersi la responsabilità della propria op<strong>in</strong>ione riguardo<br />
a tematiche paesaggistiche.<br />
• Atteggiamenti e comportamenti: acquisire graduale<br />
consapevolezza di essere un cittad<strong>in</strong>o nella propria realtà<br />
locale e nazionale; maturare idee e conv<strong>in</strong>zioni su tematiche<br />
importanti che riguardano la comunità non solo locale;<br />
acquisire la progressiva consapevolezza su temi relativi<br />
alla salvaguardia, gestione e pianificazione del paesaggio;<br />
maturare conv<strong>in</strong>zioni personali rispetto al proprio contesto<br />
di vita; prendere coscienza dell’importanza di partecipare<br />
alla vita civica e culturale della propria comunità; prendere<br />
consapevolezza dell’importanza di procedere con metodi di<br />
ricerca discipl<strong>in</strong>are per approfondire specifiche tematiche;<br />
acquisire spirito di <strong>in</strong>iziativa ed esercitare la creatività così<br />
come il problem solv<strong>in</strong>g.<br />
Nelle pag<strong>in</strong>e che seguono sono descritti i s<strong>in</strong>goli progetti svolti<br />
dalle scuole.<br />
Si segnala che ogni progetto è fatto risalire ad un sistema<br />
complesso di paesaggio <strong>in</strong> analogia a quelli <strong>in</strong>dividuati dalla<br />
Carta del paesaggio del Piano Urbanistico Prov<strong>in</strong>ciale: paesaggio<br />
di <strong>in</strong>teresse edificato tradizionale e centri storici, paesaggio di<br />
<strong>in</strong>teresse rurale, paesaggio forestale, paesaggio di <strong>in</strong>teresse<br />
alp<strong>in</strong>o, paesaggio di <strong>in</strong>teresse fluviale. Il sistema complesso<br />
di paesaggio è <strong>in</strong>dicato attraverso un disegno esemplificativo<br />
<strong>in</strong> alto e a destra di ogni scheda.<br />
paesaggio di <strong>in</strong>teresse edificato<br />
tradizionale e centri storici<br />
sistema che comprende tutto ciò che nel<br />
corso dei secoli l’uomo ha realizzato per<br />
abitare e per produrre adattandosi, di<br />
volta <strong>in</strong> volta, alle situazioni più diverse.<br />
paesaggio di <strong>in</strong>teresse rurale<br />
sistema che comprende tutto ciò che<br />
afferisce la campagna <strong>in</strong>tesa come<br />
territorio aperto, non edificato e che<br />
<strong>in</strong> Trent<strong>in</strong>o rappresenta una piccola<br />
porzione (10% ca).<br />
paesaggio di <strong>in</strong>teresse forestale<br />
sistema più esteso <strong>in</strong> Trent<strong>in</strong>o, che varia<br />
con la stagione, con la quota, secondo il<br />
tipo, seconda la disposizione, la densità,<br />
l’estensione...<br />
paesaggio di <strong>in</strong>teresse alp<strong>in</strong>o<br />
sistema che comprende tutte le aree<br />
montuose del territorio, modellate dalle<br />
forze della natura nel corso di milioni<br />
di anni, e dove si trovano anche tracce<br />
dell’uomo: tr<strong>in</strong>cee, piste, malghe...<br />
paesaggio di <strong>in</strong>teresse fluviale<br />
sistema che comprende una delle<br />
ricchezze del territorio trent<strong>in</strong>o: la<br />
presenza di ghiacciai, di nevai, di torrenti,<br />
di laghi e di fiumi hanno caratterizzato<br />
fortemente l’ambiente<br />
20 21
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
BRENTONICO<br />
Entra nella leggenda<br />
La ricchezza narrativa delle frazioni di Brentonico<br />
Istituto Comprensivo Brentonico<br />
Scuola Media di Brentonico<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Gabriella Pezzato, geografia<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa Mima Passer<strong>in</strong>i, italiano/storia/geografia<br />
Prof. Gianpaolo Campus, <strong>in</strong>glese<br />
Prof. Giuseppe Cerbone, tecnologia<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Una classe seconda<br />
Area di riferimento<br />
L’altopiano di Brentonico<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico <strong>2012</strong>/<strong>2013</strong><br />
Alcuni <strong>in</strong>segnanti decidono di proporre ai ragazzi la scoperta<br />
del territorio e del paesaggio nel quale vivono effettuando dei<br />
percorsi pedonali nelle diverse frazioni del paese. Tali it<strong>in</strong>erari,<br />
di non così facile accessibilità e percorrenza e che perciò<br />
mettono alla prova le capacità di resistenza degli studenti,<br />
diventano gli “scenari paesaggistici” di alcune leggende del<br />
luogo. Il progetto <strong>in</strong>izia cercando i testi di leggende che hanno<br />
att<strong>in</strong>enza con il territorio. La ricerca non è così semplice:<br />
vengono co<strong>in</strong>volti anche i genitori, i nonni e i parenti per essere<br />
<strong>in</strong>tervistati e raccogliere più <strong>in</strong>formazioni possibili. Sulla base<br />
della documentazione selezionata e registrata al computer, con<br />
ulteriori sopralluoghi i ragazzi verificano le descrizioni dei luoghi<br />
riportate nelle leggende e def<strong>in</strong>iscono possibili scenari nonché<br />
i percorsi che conducono da uno scenario all’altro, cioè da un<br />
luogo rappresentativo dell’ambientazione di una leggenda ad<br />
un altro. I tracciati prescelti, oltre a collegare gli scenari delle<br />
leggende, ripercorrono <strong>in</strong> molti casi gli antichi percorsi che<br />
univano le diverse frazioni di Brentonico. Sono sentieri nei quali<br />
si ritrovano anche significativi aspetti naturalistici, botanici,<br />
geologici e faunistici nonché riferimenti storici. Il Comune di<br />
Brentonico collabora al progetto fornendo le mappe (1:10.000)<br />
sulle quali i ragazzi tracciano i vari percorsi da svolgere. Con<br />
l’<strong>in</strong>segnante di educazione tecnica, si misurano i dislivelli tra<br />
i vari tracciati <strong>in</strong> maniera da poter programmare al meglio le<br />
escursioni. Il lavoro cartografico consente di comprendere più<br />
<strong>in</strong> profondità l’organizzazione spaziale dei sentieri, prevedere<br />
le difficoltà dei percorsi e <strong>in</strong>sieme abitua a trasporre la<br />
realtà tridimensionale <strong>in</strong> bidimensionale associandola ad una<br />
simbologia specifica; <strong>in</strong>oltre attiva abilità di orientamento<br />
e di misurazione delle distanze e dei sentieri. I percorsi<br />
vengono trasferiti, oltre che sulle mappe cartografiche anche<br />
su quelle fotografiche digitali, usando lo strumento Google<br />
Earth. Nel momento delle uscite, i ragazzi sono co<strong>in</strong>volti sia<br />
nell’osservazione degli aspetti naturalistici, che nella “cattura”<br />
degli scenari paesaggistici utilizzando riprese fotografiche e<br />
video. In alcune riprese video, gli stessi ragazzi narrano le<br />
leggende ambientandole così nei reali paesaggi delle frazioni<br />
di Brentonico. Contemporaneamente, l’<strong>in</strong>segnante di storia<br />
lavora con la classe sul contesto storico che fa da ulteriore<br />
sfondo ai racconti: ci sono leggende ambientate nel periodo<br />
preistorico, quelle di epoca medievale f<strong>in</strong>o a quelle della Prima<br />
Guerra Mondiale.<br />
Assieme all’<strong>in</strong>segnante di <strong>in</strong>glese, la classe registra il “paesaggio<br />
sonoro” di Brentonico per rilevare non solo l’aspetto visivo ma<br />
anche rumori e silenzi dei luoghi a cui si riferiscono i racconti. I<br />
testi delle leggende, le fotografie, i video e le cartografie sono<br />
raccolti <strong>in</strong> una presentazione f<strong>in</strong>ale che restituisce gli “scenari<br />
paesaggistici” del lavoro <strong>in</strong>trapreso dai ragazzi sui testi.<br />
22<br />
I progetti delle scuole - 23
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Folgaria<br />
Tra sacro e profano<br />
I misteri della Magnifica Comunità di Folgaria<br />
Istituto Comprensivo Folgaria, Lavarone, Luserna<br />
Scuola Media di Folgaria<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Sonia Sartori, educazione alla cittad<strong>in</strong>anza<br />
Il progetto nasce dalla proposta del parroco di Folgaria di<br />
valorizzare la piccola chiesa di San Valent<strong>in</strong>o, prossima al paese,<br />
attraverso la realizzazione di attività e <strong>in</strong>iziative che possano<br />
offrire alla comunità la possibilità di conoscere meglio un bene<br />
culturale da poco restaurato. La disponibilità di un esperto di<br />
storia locale a guidare i ragazzi nell’osservazione e nell’analisi<br />
del paesaggio e del territorio che circonda l’edificio li aiuta a<br />
<strong>in</strong>dividuare la presenza del cosiddetto ”sentiero dei morti“, un<br />
antico tracciato che dal paese doveva condurre al cimitero di<br />
Volano. La scoperta <strong>in</strong>curiosisce la classe che avvia un d<strong>in</strong>amico<br />
percorso di conoscenza. Ricerche bibliografiche, <strong>in</strong>terviste ai<br />
nonni e agli abitanti del paese, raccolta di <strong>in</strong>formazioni storiche<br />
presso la Canonica e la Biblioteca Comunale, guidano anche ad<br />
altri ”sentieri“, come quelli che dall’altipiano arrivano <strong>in</strong> valle,<br />
passando per Castel Beseno: antichi camm<strong>in</strong>i medievali, a cui<br />
è legata la storia sofferta dei rapporti tra i feudatari di Castel<br />
Beseno e gli abitanti della Magnifica Comunità di Folgaria e<br />
che i ragazzi scoprono da poco riprist<strong>in</strong>ato dalla Prov<strong>in</strong>cia<br />
autonoma di Trento. Il progetto <strong>in</strong>iziale, qu<strong>in</strong>di, si arricchisce<br />
di nuovi <strong>in</strong>teressi e la classe ipotizza e progetta, con l’attenta<br />
regia dei suoi <strong>in</strong>segnanti, di creare delle animazioni durante<br />
una tradizionale giornata di festa che, dal 1734, si tiene ogni<br />
anno la terza domenica di maggio, la cosiddetta ”Kirck Baight<br />
Togg Ka St.Valent<strong>in</strong>“, dall’antico Cimbro, altrimenti conosciuta<br />
anche come Sagra delle Fave, perché ad ognuno si regalava una<br />
“misura di m<strong>in</strong>estra di fave” Durante questa festività i ragazzi<br />
<strong>in</strong>tendono far conoscere alle persone il ricco patrimonio di antichi<br />
sentieri e piccoli edifici sacri che segnano ancora il territorio;<br />
<strong>in</strong> un momento successivo dedicano un’<strong>in</strong>tera giornata ai loro<br />
compagni, organizzando un percorso animato che da scuola li<br />
conduce f<strong>in</strong>o a Castel Beseno e da qui, ripercorrendo l’antica<br />
viabilità che risaliva la destra orografica del Rio Rosspach, li<br />
riporta nuovamente a scuola.<br />
Gruppo di lavoro<br />
Don Giorgio Broilo, religione<br />
Prof.ssa Emanuela Dughetti, educazione artistica<br />
Prof. Adolfo Pernecher, educazione musicale<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Una classe seconda<br />
Area di riferimento<br />
L’area della chiesetta di San Valent<strong>in</strong>o (Carpeneda) e i sentieri<br />
storici che collegano Castel Beseno a Folgaria<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
24<br />
I progetti delle scuole - 25
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
LEVICO TERME<br />
In and out<br />
Sguardi sul Parco storico di Levico Terme<br />
Istituto Comprensivo Levico Terme<br />
Scuola Media di Levico Terme<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Daniela Cobbe, italiano/storia/geografia<br />
La Scuola Media di Levico Terme è adiacente a un parco di rara<br />
bellezza: si tratta di un polmone verde che emerge dal borgo<br />
per la sua attrattiva naturalistica e storica, caratterizzando<br />
Levico, f<strong>in</strong> dalla f<strong>in</strong>e dell’Ottocento, come luogo di villeggiatura<br />
turistica. Oggi il Parco storico ha una struttura arborea alternata<br />
da maestosi alberi secolari e spazi aperti erbosi con aiole fiorite<br />
che ne consentono utilizzi diversificati. Proprio le manifestazioni<br />
e gli attuali usi di quest’area verde del paese sono il centro<br />
di attenzione del progetto, che f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio ha coniugato<br />
aspetti emotivi e attenzione allo “sguardo sensibile” della<br />
vista, dell’udito e degli odori a quello più razionale dello studio<br />
storico e diacronico del luogo.<br />
Esplorazioni del parco dal punto di vista percettivo e sensoriale,<br />
con l’utilizzo di macch<strong>in</strong>e fotografiche, registratori, matite e<br />
fogli, <strong>in</strong>terviste (anche video) ai turisti (outsider) che nel periodo<br />
<strong>in</strong>vernale frequentano il Parco per gli ormai tradizionali Mercat<strong>in</strong>i<br />
di Natale, oppure agli abitanti del paese e alle famiglie dei<br />
ragazzi (<strong>in</strong>sider) sono gli strumenti per conoscere chi frequenta<br />
quest’area e <strong>in</strong> che modo. Una seconda fase del progetto è<br />
dedicata allo studio e alla riflessione sulle trasformazioni del<br />
Parco dalla f<strong>in</strong>e dell’Ottocento ad oggi: fotografie d’archivio,<br />
cartol<strong>in</strong>e d’epoca, narrazioni sono stati i testi e pretesti per<br />
lavorare sulla conoscenza del luogo, diversificando tra le classi<br />
gli approfondimenti e trovando momenti plenari di condivisione<br />
degli apprendimenti. Durante la ricerca emerge che i ragazzi<br />
frequentano e vivono molto poco quest’area verde del loro<br />
paese: si ipotizza, pertanto, di strutturare un concorso di idee<br />
per realizzare un piano di attività, di eventi o di ideazione di spazi<br />
dest<strong>in</strong>ati ai giovani cittad<strong>in</strong>i. L’<strong>in</strong>tento è presentare agli uffici<br />
competenti le idee per promuovere un diverso avvic<strong>in</strong>amento dei<br />
giovani al Parco storico di Levico per progettare un cambiamento<br />
di visuale e di “visibilità” di questo paesaggio oggi così poco<br />
percepito proprio dai ragazzi.<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa Lucia Montanaro, italiano/storia/geografia<br />
Prof.ssa Maria Antonietta Menc<strong>in</strong>i, italiano/storia/geografia<br />
Prof.ssa Orietta Ingala, italiano/storia/geografia<br />
Prof.ssa Alberta Angel<strong>in</strong>i, educazione artistica<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Una classe prima, una classe seconda e una classe terza<br />
Area di riferimento<br />
Il Parco storico di Levico Terme<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
26<br />
I progetti delle scuole - 27
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
LEVICO TERME<br />
I sensi di un viaggio<br />
La Valsugana vista dall’alto (dei luoghi culturali)<br />
Istituto Comprensivo Levico Terme<br />
Scuola Media di Levico Terme<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Orietta Ingala, italiano/storia/geografia<br />
Gruppo di lavoro<br />
Don V<strong>in</strong>cenzo Lupoli, religione<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Una classe prima<br />
Area di riferimento<br />
Il territorio del paese di Levico e la Val di Sella<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico <strong>2012</strong>/<strong>2013</strong><br />
Il progetto nasce dalla volontà di realizzare un percorso verticale<br />
che co<strong>in</strong>volga la classe, dalla prima alla terza media, nella<br />
dimensione conoscitiva dell’Unione Europea attraverso il tema<br />
multidimensionale del “viaggio”. L’idea è quella di attivare un<br />
progetto Comenius <strong>in</strong> partenariato con un’altra scuola dell’Unione<br />
Europea, da svolgersi nel corso della seconda media, che metta<br />
al centro la conoscenza e l’esperienza della Via Francigena o<br />
di Compostela. Data la tematica generale, l’<strong>in</strong>segnante delle<br />
materie umanistiche pensa di <strong>in</strong>iziare il percorso da questo anno<br />
scolastico, affrontando la tematica del viaggio dei pellegr<strong>in</strong>i <strong>in</strong><br />
epoca medievale. Alcuni beni culturali, vic<strong>in</strong>i all’argomento del<br />
viaggio e <strong>in</strong> particolare a quello dei pellegr<strong>in</strong>i, si ritrovano anche <strong>in</strong><br />
Valsugana caratterizzandone il paesaggio come luoghi simbolici:<br />
Castel Selva e la Chiesa di San Biagio a Levico, la Chiesa di<br />
San Rocco a Borgo Valsugana e la Chiesa di Sant’Ippolito a<br />
Castel Tes<strong>in</strong>o ne sono alcuni esempi. Oltre all’<strong>in</strong>troduzione<br />
ad alcune tematiche legate all’organizzazione amm<strong>in</strong>istrativa<br />
dell’UE, il progetto, nella sua prima annualità, si avvic<strong>in</strong>a alla<br />
conoscenza di questi beni culturali e li mette <strong>in</strong> relazione con<br />
un articolo della Convenzione Europea del paesaggio: “ogni<br />
parte si impegna ad accrescere la sensibilizzazione della società<br />
civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche al<br />
valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione”. Le<br />
caratteristiche dei beni e i differenti stati conservativi vengono<br />
presi <strong>in</strong> analisi per sensibilizzare la comunità nei loro riguardi.<br />
La prima fase del progetto si concentra sulla volontà di aff<strong>in</strong>are<br />
le capacità percettive e visive dei ragazzi: percorrendo e<br />
ripercorrendo una delle vie del loro paese, gli alunni imparano<br />
a prendere confidenza con la capacità di osservare la realtà<br />
attraverso i sensi dell’udito, registrando i rumori della via – prima<br />
<strong>in</strong> silenzio e poi <strong>in</strong> una normale camm<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> compagnia – e della<br />
vista con l’aiuto della fotografia, scattando un’unica immag<strong>in</strong>e<br />
a ciò che li colpisce. La restituzione di questa “immersione<br />
percettiva” nel paesaggio visivo e sonoro è fornita attraverso la<br />
realizzazione di un plastico. A questo punto <strong>in</strong>izia il vero “viaggio”<br />
di classe, percorrendo a piedi il sentiero che dalla scuola<br />
conduce a Castel Selva. Le cattive condizioni di conservazione<br />
del rudere sono documentate attraverso schizzi, fotografie e<br />
brevi descrizioni: il tutto, anche <strong>in</strong> questo caso, è riportato <strong>in</strong><br />
un plastico. Contemporaneamente <strong>in</strong>izia l’approfondimento sul<br />
tema del viaggio dei pellegr<strong>in</strong>i <strong>in</strong> epoca medievale studiando<br />
documenti dell’epoca e immergendosi con l’immag<strong>in</strong>ario <strong>in</strong><br />
alcune fonti iconografiche. L’uscita all’eremo di San Biagio,<br />
poco fuori l’abitato di Levico, rende l’idea di come questi luoghi<br />
sono isolati e contemporaneamente accessibili perché costruiti<br />
<strong>in</strong> posizioni dom<strong>in</strong>anti e strategiche per la vista sulla valle.<br />
La lettura degli affreschi che decorano l’<strong>in</strong>terno identifica il<br />
luogo come “paesaggio culturale a valore simbolico”. La visita<br />
della Chiesa di San Rocco a Borgo Valsugana e quella di San<br />
Ippolito a Castel Tes<strong>in</strong>o rappresentano due tappe importanti<br />
per la conoscenza del viaggio <strong>in</strong> epoca medievale: sulle pareti<br />
affrescate degli edifici sacri i ragazzi osservano come ci si<br />
vestiva, quale era il paesaggio che percorrevano i pellegr<strong>in</strong>i e chi<br />
potevano <strong>in</strong>contrare durante il percorso. Conosciuti e osservati<br />
questi beni culturali, i ragazzi si confrontano sull’articolo della<br />
Convenzione Europea del paesaggio e con quanto conosciuto<br />
del loro territorio e decidono di costruire un plastico del loro<br />
paesaggio identificando i punti critici.<br />
28<br />
I progetti delle scuole - 29
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
PERGINE valsugana<br />
Natura e artificio<br />
Uno sguardo artistico sul paesaggio di Perg<strong>in</strong>e<br />
Istituto Comprensivo Perg<strong>in</strong>e 1<br />
Scuola Media di Perg<strong>in</strong>e 1<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Virg<strong>in</strong>ia Andelmi<br />
Il paese di Perg<strong>in</strong>e Valsugana è caratterizzato tendenzialmente,<br />
eccetto il centro città, da piccole case unifamiliari, ciascuna con<br />
il proprio giard<strong>in</strong>o: questo aspetto e l’<strong>in</strong>tervento dell’antropologo<br />
Annibale Salsa <strong>in</strong> un momento formativo per docenti a riguardo<br />
della biodiversità dei prati, ha stimolato l’<strong>in</strong>segnante di<br />
educazione artistica a lavorare sul tema delle piccole aree a<br />
verde che circondano le case di abitazione nel paese.<br />
Il progetto, completamente laboratoriale è concentrato <strong>in</strong> un<br />
tempo ristretto, durante il mese di maggio, il periodo di r<strong>in</strong>ascita<br />
della natura e dello sbocciare dei primi fiori. Ai ragazzi è data la<br />
consegnata di fotografare un prato o del loro giard<strong>in</strong>o o di quelli<br />
che vedono <strong>in</strong> paese; il successivo confronto sulle immag<strong>in</strong>i rileva<br />
differenze e somiglianze e si procede elencando nel dettaglio<br />
gli elementi che costituiscono questi spazi verdi, pubblici o<br />
privati. Si decide di concentrarsi su un’unica fotografia e perciò<br />
su un unico prato: <strong>in</strong>grandendo l’immag<strong>in</strong>e si analizzano più<br />
<strong>in</strong> dettaglio i tipi di piante e fiori presenti. Un’uscita nella zona<br />
corrispondente a quella fotografica, è f<strong>in</strong>alizzata alla raccolta<br />
di tutti gli elementi: questi vengono classificati secondo la<br />
loro forma e il loro colore. A questo punto <strong>in</strong>izia il laboratorio<br />
artistico che prevede la creazione di fiori e di piante con foglie<br />
di diverse forme. Ogni composizione floreale viene <strong>in</strong>collata<br />
su un cartonc<strong>in</strong>o.<br />
Il mezzo dell’espressione artistica diventa così il modo sia<br />
per guardare criticamente al proprio ambiente di vita che uno<br />
strumento di crescita della propria creatività.<br />
L’attività laboratoriale, molto semplificata, viene proposta dalla<br />
classe a tutti i ragazzi che partecipazione alla presentazione<br />
conclusiva dei progetti. L’idea è quella di realizzare, <strong>in</strong>vece di<br />
un grande prato, il “nostro paesaggio”: una summa collettiva di<br />
tutte quelle che sono le rappresentazioni visive ed emotive sul<br />
paesaggio che i giovani cittad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> formazione hanno elaborato<br />
<strong>in</strong> questi due anni.<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Una classe prima<br />
Area di riferimento<br />
Alcuni prati del paese di Perg<strong>in</strong>e Valsugana<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico <strong>2012</strong>/<strong>2013</strong><br />
30<br />
I progetti delle scuole - 31
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
PREDAZZO<br />
Riqualifichiamo il nostro cortile<br />
La scuola si apre al territorio<br />
Istituto Comprensivo di Predazzo – Tesero – Panchià – Ziano<br />
Scuola Media di Predazzo<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Francesca Guadagn<strong>in</strong>i, italiano/storia/geografia<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa Crist<strong>in</strong>a Scagliotti, italiano/storia/geografia<br />
Prof. Giuliano Zorzi, educazione tecnica<br />
Prof.ssa Anna Vida, matematica e scienze<br />
Prof.ssa Mariangela Losciale, matematica e scienze<br />
Prof. Marzio Macuglia, educazione artistica<br />
Prof.ssa Fiorella Cenati, sostegno<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Tre classi seconde (2011/<strong>2012</strong>)<br />
Tre classi terze (<strong>2012</strong>/<strong>2013</strong>)<br />
Area di riferimento<br />
L’abitato di Predazzo e il cortile della scuola<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
Anno scolastico <strong>2012</strong>/<strong>2013</strong><br />
L’idea progettuale nasce durante l’anno scolastico 2010/2011<br />
quando il Comune stabilisce la necessità di riqualificare il<br />
piazzale della Scuola media di Predazzo. Gli <strong>in</strong>segnanti e gli<br />
allievi delle allora classi prime decidono di diventare protagonisti<br />
attivi di un progetto di riqualificazione del cortile scolastico.<br />
La prima fase (anno scolastico 2011-<strong>2012</strong>) del progetto si<br />
caratterizza per una serie di attività didattiche e di laboratori<br />
che riguardano l’analisi dell’abitato e del territorio circostante<br />
il paese di Predazzo. Il punto di partenza sono c<strong>in</strong>que scatti<br />
fotografici che i ragazzi dedicano a c<strong>in</strong>que luoghi significativi<br />
del paese. Il momento successivo, condotto dagli <strong>in</strong>segnanti di<br />
italiano, storia, geografia e matematica, si sofferma sullo studio<br />
degli aspetti naturalistici, storici, culturali e anche su quelli<br />
architettonici che caratterizzano il paesaggio del luogo, mettendo<br />
<strong>in</strong> campo aspetti emotivi, sensoriali e di lettura consapevole<br />
del contesto. In questa fase i ragazzi realizzano dei disegni con<br />
gli scorci del loro paese per poi mettere a confronto, attraverso<br />
l’uso di materiale fotografico, il paese di Predazzo come era<br />
ieri e come appare oggi. Nella seconda fase del progetto gli<br />
studenti, accompagnati dall’<strong>in</strong>segnante di educazione tecnica,<br />
si cimentano <strong>in</strong> rigorosi lavori di rilievo e di misurazione del<br />
piazzale, per poi prendere contatto con i tecnici comunali e<br />
realizzare le planimetrie dello spazio. Term<strong>in</strong>ato il compito, il<br />
Comune verifica il lavoro delle classi e approva i metodi e i dati<br />
della misurazione attuata. Nel corso del secondo anno di attività<br />
(<strong>2012</strong>-<strong>2013</strong>), i ragazzi realizzano la planimetria del piazzale e<br />
<strong>in</strong>seriscono <strong>in</strong> scala tutte le misure rilevate. A questo punto,<br />
segue una fase di progettazione delle proposte di riqualificazione<br />
del cortile coerenti con il paesaggio e il territorio che circondano<br />
l’Istituto. Con l’<strong>in</strong>segnante di educazione artistica, la classe è<br />
stimolata a riflettere su cosa si potrebbe fare, come e dove e<br />
si decide di seguire un approccio che punti sulla decorazione<br />
modulare. I ragazzi ipotizzano dei giochi, dei piani di appoggio<br />
che possono essere accostati alla palestra, prospiciente il<br />
cortile, pensano a come sviluppare l’area delle aiuole che<br />
perimetra l’area di svago e anche la risistemazione del cordolo<br />
delle aiuole; <strong>in</strong> quest’ultimo caso considerano che potrebbe<br />
essere importante riprendere, come materiale di costruzione,<br />
le pietre che caratterizzano il territorio di Predazzo. Il progetto<br />
si conclude con la consegna all’Amm<strong>in</strong>istrazione Comunale<br />
delle migliori proposte progettuali realizzate dagli allievi e con<br />
una mostra per la cittad<strong>in</strong>anza sul processo di scoperta del<br />
territorio, seguito dai ragazzi.<br />
32<br />
I progetti delle scuole - 33
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Riva del Garda<br />
Antica viabilità<br />
Il sentiero che univa Riva del Garda con il Bresciano<br />
Istituto Comprensivo Riva 2 “Luigi Pizz<strong>in</strong>i”<br />
Scuola Media “S. Sighele” di Riva del Garda<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Alessandra Righi, matematica e scienze<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa Enrica Peroni, educazione fisica<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Alunni delle seconde classi frequentanti le ore opzionali<br />
Area di riferimento<br />
La P<strong>in</strong>za: la via ai monti di Riva<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
Il progetto è il frutto di una felice collaborazione tra il Museo<br />
Alto Garda e la Sat-sezione di Riva del Garda. Il primo compito<br />
dei ragazzi è stato quello di raccogliere <strong>in</strong>formazioni, di tipo<br />
naturalistico e storico, sul sentiero che da Riva del Garda,<br />
conduce a Campi, passando per San Giovanni e la P<strong>in</strong>za,<br />
un’antica via di comunicazione tra la sponda settentrionale del<br />
Lago, le Giudicarie e la Lombardia. Questo percorso era una<br />
via di comunicazione attraversata da commercianti, artigiani,<br />
pellegr<strong>in</strong>i e viandanti che ha permesso per secoli il contatto<br />
e lo scambio di merci e idee tra persone di territori diversi..<br />
F<strong>in</strong> dalla prima lezione, le attività si sono svolte fuori dall’aula,<br />
con la classe immersa nel paesaggio, per osservare “da lontano<br />
e da vic<strong>in</strong>o” i luoghi d’<strong>in</strong>teresse del progetto. Guidati da una<br />
esperta <strong>in</strong> botanica, i ragazzi hanno imparato a riconoscere il tipo<br />
di vegetazione presente sul versante della montagna su cui si<br />
<strong>in</strong>erpica il sentiero, basandosi sulle macchie di colore rilevabili.<br />
Ai sopralluoghi, sono seguiti dei momenti di approfondimento<br />
sugli aspetti naturalistici attraverso l’osservazione dei campioni<br />
raccolti e la strutturazione di schede per l’identificazione delle<br />
pr<strong>in</strong>cipali essenze botaniche.<br />
Un momento importante del progetto è stato la visita al Museo<br />
Alto Garda per osservare un grande dip<strong>in</strong>to raffigurante la<br />
partenza del generale francese Vendome da Riva del Garda<br />
nel 1705: questa è stata l’occasione per ricostruire alcuni<br />
aspetti della storia del territorio scoprendo come il paesaggio<br />
e l’ambiente siano cambiati lungo la storia.<br />
La curiosità di ripercorrere quei luoghi appena osservati nella<br />
rappresentazione pittorica ha condotto la classe sul sentiero<br />
della P<strong>in</strong>za, dove con macch<strong>in</strong>e fotografiche e block notes<br />
alla mano sono stati <strong>in</strong>dagati sia gli aspetti naturali che<br />
storici. Rimanevano però ancora degli <strong>in</strong>terrogativi riguardanti<br />
soprattutto alcune opere dell’uomo che, secondo i ragazzi,<br />
racchiudevano antichi significati. La conoscenza e la disponibilità<br />
di un archeologo ha offerto <strong>in</strong>teressanti chiavi di lettura sulla<br />
storia antica del sentiero. La parte conclusiva del progetto<br />
è stata dedicata alla riscoperta delle antiche tradizioni del<br />
territorio: una speciale guida ha immerso la classe nei “luoghi<br />
dei nonni e bisnonni”, facendo conoscere gli antichi ritmi di vita<br />
scanditi dall’alternarsi delle stagioni, dai cicli delle fioriture e<br />
delle nascite degli animali e dal lavoro nei campi. Passeggiando<br />
nei cortili dei “casoni”, addentrandosi nelle cant<strong>in</strong>e colme di<br />
antichi arnesi da lavoro e nei portici a volta delle case rurali,<br />
i ragazzi hanno potuto avvic<strong>in</strong>arsi alle tradizionali usanze del<br />
loro territorio.<br />
Come chiusura del progetto, la classe ha esposto ai partecipanti<br />
di una escursione organizzata dalla Sat di Riva del Garda le<br />
conoscenze raccolte richiamando l’attenzione di un gruppo di<br />
persone sulle bellezze naturali e sui piccoli tesori che il territorio<br />
gardesano conserva con molta cura.<br />
34<br />
I progetti delle scuole - 35
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Roncegno TERME<br />
Così distanti… così vic<strong>in</strong>i<br />
Il paese e la stazione ferroviaria di Roncegno Terme<br />
Istituto Comprensivo Centro Valsugana<br />
Scuola Media di Roncegno<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Maria Grazia Bombasaro, italiano/storia/geografia<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa Maria Luisa Demattè, italiano/storia/geografia<br />
Prof.ssa Adeliana Magazzeni, italiano/storia/geografia<br />
Prof. Mario Oliveri, educazione artistica<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Due classi terze<br />
Area di riferimento<br />
L’area della stazione ferroviaria di Rocegno Terme e il paese<br />
di Roncegno<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
L’orig<strong>in</strong>e e l’idea del progetto risale all’anno scolastico precedente,<br />
quando le classi hanno affrontato lo studio di alcune significative<br />
abitazioni <strong>in</strong> stile liberty che contraddist<strong>in</strong>guono Roncegno Terme.<br />
Un altro elemento caratterizzante il luogo è la presenza della<br />
stazione ferroviaria <strong>in</strong> una posizione particolarmente distante<br />
dal centro del paese: la prima <strong>in</strong> fondo valle, mentre il centro<br />
del paese è posto a un dislivello di quasi 150 metri; distanza<br />
che provoca negli abitanti del territorio difficoltà a <strong>in</strong>contrarsi<br />
nonché diverse percezioni dell’ambiente di vita.<br />
Da questi presupposti il progetto parte con un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e: quante<br />
persone del nucleo familiare degli alunni si spostano dal paese<br />
per lavoro o attività varie, con quale mezzo di trasporto e quali<br />
conseguenze si possono dedurre <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e di<br />
costi? L’analisi dei dati e la riflessione sulle conclusioni conduce<br />
la classe a lavorare sullo studio della viabilità locale e dei<br />
trasporti pubblici, affrontando l’aspetto dell’<strong>in</strong>consueta posizione<br />
della stazione ferroviaria rispetto alla zona abitata e vissuta<br />
del paese. L’attività didattica consiste nella problematizzazione<br />
della situazione rilevata e nella valutazione delle possibili<br />
spiegazioni così come possibili “soluzioni”.<br />
Un sopralluogo con l’osservazione e l’analisi di aspetti<br />
naturalistici, urbanistici e storico-sociali del percorso che<br />
dalla scuola conduce alla stazione ferrovia, con relativa<br />
documentazione fotografica del tragitto e successiva mappatura<br />
(passaggio dalla lettura/analisi fotografica alla lettura/analisi<br />
cartografica del territorio), permette di approfondire altri<br />
aspetti specifici del territorio anche attraverso il passaggio<br />
dall’emozionale all’oggettivo, dal sensibile al razionale. Una<br />
ulteriore visita alla stazione di Roncegno permette l’osservazione<br />
nel dettaglio attraverso la ricerca di tracce che possano fornire<br />
<strong>in</strong>formazioni sulla sua storia e la successiva analisi di documenti<br />
iconografici che aprono la fase di studio e di ricostruzione<br />
storica del luogo. I ragazzi hanno ricevuto molte <strong>in</strong>formazioni<br />
anche dagli anziani della Casa di riposo di Roncegno, ai quali<br />
si sono rivolti per <strong>in</strong>dagare la mobilità tra la prima e la seconda<br />
metà del Novecento. Per problematizzare e riflettere sugli attuali<br />
servizi offerti dalla mobilità su rotaie (orari, norme di viaggio,<br />
ecc.) e sul passeggero-tipo di oggi, si propongono una serie<br />
di attività che conducono anche all’elaborazione di proposte<br />
di miglioramento del servizio.<br />
Il progetto si conclude con una riflessione attorno alla metafora<br />
della stazione. La stazione è <strong>in</strong>terpretata come un luogo di<br />
partenza per l’“altrove”: con i ragazzi si cerca di “<strong>in</strong>vestigare”<br />
cosa immag<strong>in</strong>ano del loro futuro, della loro vita dopo la scuola<br />
dell’obbligo: se la stazione, per loro, è <strong>in</strong>terpretata come luogo<br />
di partenza o <strong>in</strong>vece come spazio poco frequentato <strong>in</strong> quanto<br />
si ritiene che il proprio “futuro” sarà <strong>in</strong> paese.<br />
36<br />
I progetti delle scuole - 37
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Rovereto<br />
L’altra città<br />
La zona <strong>in</strong>dustriale di Rovereto<br />
Istituto Comprensivo Rovereto Sud<br />
Scuola Media di Rovereto Sud<br />
Insegnanti referenti<br />
Prof.ssa Annalisa Maule, italiano/storia/geografia<br />
Prof.ssa Lucia Petragallo, tecnologia e laboratorio del fare<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof. Graziano Azzol<strong>in</strong>i, tecnologia e laboratorio del fare<br />
Prof.ssa Morena Lazzara, matematica/scienze<br />
Prof. Mauro Maraner, matematica/scienze<br />
Prof.ssa Antonella Rao, italiano/storia/geografia<br />
Prof. Alessio Trent<strong>in</strong>i, tecnologia e laboratorio del fare<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Tre classi terze<br />
Area di riferimento<br />
La zona <strong>in</strong>dustriale di Rovereto Sud (Lizzana)<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
L’edificio che ospita la scuola si trova a ridosso dell’area<br />
<strong>in</strong>dustriale di Rovereto, <strong>in</strong> direzione sud verso il paese di Lizzana.<br />
La sua collocazione ha suggerito un lavoro di approfondimento<br />
su alcuni aspetti legati alla vivibilità di una zona prevalentemente<br />
<strong>in</strong>dustriale.<br />
Il progetto <strong>in</strong>izia con un sopralluogo per osservare l’area<br />
<strong>in</strong>dustriale dall’alto: macch<strong>in</strong>e fotografiche, l’aiuto di un genitore<br />
(fotografo professionista), registratori e fogli per gli appunti e<br />
disegni sono gli strumenti che <strong>in</strong>vitano i ragazzi ad esplorare con<br />
occhi nuovi il paesaggio che circonda quotidianamente la loro<br />
vita, privata e scolastica. La lettura emotiva e partecipata del<br />
paesaggio si coniuga a una successiva rielaborazione attraverso<br />
l’uso di mappe e di cartografie, avviando una fase di analisi<br />
scientifica e storico-culturale del territorio. Contemporaneamente<br />
nel “Laboratorio del fare” alcuni ragazzi <strong>in</strong>iziano a costruire<br />
alcuni plastici che accompagneranno il lavoro successivo delle<br />
diverse classi.<br />
Agli studenti vengono proposte fonti iconografiche storiche<br />
e mappe catastali che restituiscono un’immag<strong>in</strong>e diversa<br />
dell’area e sollecitano i ragazzi a confrontare il passato con<br />
il presente: un nuovo sopralluogo, questa volta un percorso<br />
all’<strong>in</strong>terno delle strade che segnano l’area <strong>in</strong>dustriale, serve<br />
per documentare con macch<strong>in</strong>e fotografiche, schizzi grafici<br />
e testi descrittivi l’aspetto attuale del luogo. La riflessione<br />
collettiva sulle osservazioni raccolte dai ragazzi evidenzia<br />
che alcune zone sono completamente abbandonate, mentre<br />
altre possiedono delle specificità di produzione energetica e<br />
di riscaldamento che hanno ripercussioni su tutta la città di<br />
Rovereto. Per approfondire gli argomenti legati all’energia, alle<br />
fonti alternative e al riciclo dei materiali una delegazione di<br />
alunni ha strutturato un questionario da sottoporre al personale<br />
dell’azienda Metalsistem di Rovereto che si è reso disponibile<br />
ad <strong>in</strong>contrarli. Nel frattempo una classe di prima media ha<br />
deciso di <strong>in</strong>iziare un percorso di osservazione della zona<br />
<strong>in</strong>dustriale con l’<strong>in</strong>tento di proseguire il progetto nel prossimo<br />
anno scolastico.<br />
Proprio le aree abbandonate e degradate diventano il testo<br />
sul quale tracciare un progetto di riqualificazione urbana del<br />
territorio, simulando un vero e proprio concorso di idee a cui i<br />
ragazzi partecipano con le loro proposte. Tabelloni esplicativi,<br />
testi e fotografie sono il materiale da proporre a una giuria<br />
che valuta i progetti maggiormente rispondenti ai requisiti del<br />
bando di concorso. L’<strong>in</strong>tenzione è anche quella di presentare<br />
gli elaborati agli amm<strong>in</strong>istratori che hanno la responsabilità<br />
della futura trasformazione dell’area.<br />
38<br />
I progetti delle scuole - 39
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
SPIAZZO RENDENA<br />
Paesaggi lenti… paesaggi veloci<br />
La percezione del territorio <strong>in</strong>torno a Spiazzo Rendena<br />
Istituto Comprensivo Val Rendena-P<strong>in</strong>zolo<br />
Scuola Media di Spiazzo Rendena<br />
Insegnante referente<br />
Prof. Rudi Corradi, arte e immag<strong>in</strong>e<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof. Federico Antol<strong>in</strong>i, educazione tecnica<br />
Ins. Claudio Com<strong>in</strong>otti, collaboratore del Dirigente ed esperto<br />
del territorio<br />
Prof. Matteo Manfr<strong>in</strong>i, educazione musicale e sostegno<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Una classe prima (2011/<strong>2012</strong>)<br />
Una classe seconda (<strong>2012</strong>/<strong>2013</strong>)<br />
Area di riferimento<br />
La valle <strong>in</strong>torno al paese di Spiazzo Rendena<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
Anno scolastico <strong>2012</strong>/<strong>2013</strong><br />
La percezione che si ha del paesaggio varia a seconda dei diversi<br />
mezzi di trasporto che utilizziamo, delle loro caratteristiche e<br />
della loro velocità. Il progetto <strong>in</strong>izia organizzando un’escursione<br />
nella quale i ragazzi utilizzano il pullman e la cab<strong>in</strong>ovia come<br />
mezzi di trasporto da un luogo all’altro del territorio per poi<br />
ritornare a scuola camm<strong>in</strong>ando lungo il sentiero. Durante il<br />
percorso la classe riflette su come cambia la “percezione” del<br />
paesaggio a seconda del mezzo utilizzato e della sua velocità.<br />
L’it<strong>in</strong>erario, le sensazioni e le riflessioni sono riportate sulle<br />
carte topografiche del territorio, valutando la praticabilità della<br />
viabilità della valle a seconda delle stagioni e della pianificazione<br />
urbanistica. Sulla cartografia sono evidenziate le strade, i<br />
sentieri, le piste sciistiche e quelle ciclabili del territorio <strong>in</strong>torno<br />
al paese. Per completare l’approfondimento sulla percezione<br />
lenta o veloce del paesaggio, vengono co<strong>in</strong>volti i genitori ad<br />
accompagnare i ragazzi <strong>in</strong> brevi tragitti <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a. Guardando<br />
dal f<strong>in</strong>estr<strong>in</strong>o si annotano elementi del paesaggio, sensazioni,<br />
nodi problematici e si trascrivono come brevi note. Alla fase<br />
esplorativa segue quella di problematizzazione dell’urbanistica<br />
del territorio, valutando positività, criticità, possibili miglioramenti<br />
o soluzioni a situazioni ritenute preoccupanti. La prima annualità<br />
(2011-<strong>2012</strong>) term<strong>in</strong>a con la realizzazione di un video nel quale<br />
lasciar traccia delle sensazioni, emozioni, scoperte e conoscenze<br />
emerse dal percorso.<br />
Durante il secondo anno (<strong>2012</strong>-<strong>2013</strong>) di lavoro, la classe<br />
sposta la propria attenzione al tema delle ciclabili: il territorio<br />
è caratterizzato da una forte presenza di tali tragitti ma, <strong>in</strong> molti<br />
casi, sono <strong>in</strong>terrotti o mal raccordati tra loro e, <strong>in</strong>oltre, molti<br />
studenti non li utilizzano e nemmeno li riconoscono come utili<br />
alla loro vita quotidiana. Il progetto perciò valorizza la possibilità<br />
di conoscere una via alternativa e sicura per muoversi dai<br />
rispettivi paesi e arrivare ai parchi o ai luoghi di ritrovo dei<br />
giovani. L’attività <strong>in</strong>izia con un’escursione: all’arrivo della<br />
primavera, i ragazzi partono con le loro biciclette lungo la ciclabile<br />
che collega Tione a P<strong>in</strong>zolo, percorrendo anche un tratto fuori<br />
pista lungo il fiume Sarca. Un gruppo di alunni si occupa della<br />
segnaletica (rilevandone adeguatezza, esaustività, correttezza,<br />
ecc.) e del percorso ciclabile (analizzando eventuali punti critici:<br />
tratti mancanti o di maggiore pericolosità, <strong>in</strong>croci tra ciclabile e<br />
strada carrabile, ecc.); un altro gruppo si sofferma nella ricerca<br />
di punti significativi e <strong>in</strong>teressanti, come una spiaggetta lungo<br />
il fiume, uno spiazzo libero da attrezzare a sosta con rampe<br />
skate e panche, punti naturalistici rilevanti ecc.; il gruppo dei<br />
più sportivi annota tempi di percorrenza, chilometri, frequenza<br />
cardiaca avendo <strong>in</strong> dotazione un cardiofrequenzimetro. Al rientro<br />
a scuola, si traspongono tutte le annotazioni e riflessioni su<br />
una cart<strong>in</strong>a nella quale vengono <strong>in</strong>dicati i punti di <strong>in</strong>teresse<br />
naturalistico così come le criticità rilevate nell’escursione<br />
(paletti non allucchettati per lasciare <strong>in</strong> sicurezza la bicicletta,<br />
segnaletica con <strong>in</strong>dicazioni chilometri errate, <strong>in</strong>dicazioni di<br />
direzione mancanti ecc.). Una volta rendicontato tutto, la classe<br />
è condotta a riflettere su quali possono essere le modifiche<br />
attuabili per rendere più correttamente agibili questi percorsi.<br />
Le riflessioni e tutto il percorso vengono riportate <strong>in</strong> un video<br />
realizzato dai ragazzi.<br />
40<br />
I progetti delle scuole - 41
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Telve<br />
Spiazzati<br />
Le due piazze più animate di Telve<br />
Istituto Comprensivo Centro Valsugana<br />
Scuola Media di Telve<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Elisabetta Lanzuolo, italiano/storia/geografia<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa Alessandra Mosna, educazione artistica<br />
Prof. Danilo Wolf, matematica e scienze<br />
Prof.ssa Manuela Moranduzzo, tecnologia<br />
Prof.ssa Vanda Casagrande, assistente educatore<br />
Prof.ssa Paola Zuech, italiano/storia/geografia<br />
Profssa C<strong>in</strong>zia Tomaselli, matematica e scienze<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Tre classi terze<br />
Area di riferimento<br />
Le piazze del paese di Telve<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
Il progetto, condiviso da un ampio gruppo di <strong>in</strong>segnanti di tre<br />
classi terze, prende <strong>in</strong> considerazione alcuni aspetti del territorio<br />
nel quale i ragazzi vivono: gli alunni, opportunamente sollecitati,<br />
hanno guardato il loro paese attraverso la lente dell’emotività<br />
scoprendo quei luoghi e spazi di Telve che più “li colpivano<br />
nell’anima” L’esplorazione del paese con macch<strong>in</strong>e fotografiche,<br />
registratori e block notes è servita per “immergere” la classe nel<br />
paesaggio utilizzando prospettive diversificate di osservazione<br />
e di selezione degli elementi particolari L’approccio si è rivelato<br />
altamente co<strong>in</strong>volgente tanto da far dichiarare agli alunni quanto<br />
fosse “bello scoprire il territorio passeggiando come turisti”.<br />
I diversi <strong>in</strong>teressi e sguardi dei ragazzi hanno portato alla<br />
successiva diversificazione dei lavori: una classe si è occupata<br />
delle strutture fortificate che caratterizzano il territorio, studiando<br />
nel dettaglio il castello di Castellalto con le sue vicende storiche;<br />
un’altra classe ha focalizzato la sua attenzione sulle strade che<br />
caratterizzano la borgata concentrandosi sulle abitazioni e sugli<br />
aspetti architettonici quali i portali che tanto contraddist<strong>in</strong>guono<br />
il paese di Telve; l’ultimo gruppo si è concentrato sulle piazze,<br />
analizzandone il ruolo e il significato che dal punto di vista<br />
sociale hanno avuto nel tempo.<br />
In tutti i progetti, i ragazzi sono stati <strong>in</strong>vitati ad approfondire<br />
i vari temi attraverso attività di ricerca di <strong>in</strong>formazioni e di<br />
documenti di diversa tipologia, anche svolgendo <strong>in</strong>terviste ai<br />
nonni, ai parenti o alle persone del luogo.<br />
Ogni classe si è poi dedicata ad una rielaborazione artistica<br />
delle conoscenze apprese: i ragazzi che si sono occupati di<br />
Castellalto hanno realizzato un depliant messo poi a disposizione<br />
delle classi prime che hanno visitato il castello utilizzando una<br />
“guida speciale”; la classe che si è dedicata all’osservazione<br />
delle vie del paese ha creato dei totem con le peculiarità<br />
architettoniche di Telve; gli altri alunni hanno realizzato dei<br />
“quadernoni” nei quali hanno riportato il percorso svolto sul<br />
ruolo e sul significato delle piazze.<br />
Una mostra conclusiva del progetto viene allestita nella<br />
Biblioteca comunale del paese per rendere visibile a tutta la<br />
comunità le scoperte e i pensieri dei ragazzi.<br />
42<br />
I progetti delle scuole - 43
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Tesero<br />
Il paesaggio fuori e dentro l’aula<br />
La scuola di Tesero verso la località di Barco<br />
Istituto Comprensivo Predazzo – Tesero – Panchià – Ziano<br />
Scuola Media di Tesero<br />
Insegnante referente<br />
Prof.ssa Stefania Deflorian, collaboratrice Vicaria<br />
Prof. Giampiero Sigona, lettere<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa C<strong>in</strong>zia Calabrese, lettere<br />
Prof. Flavio Matordes, tecnologia<br />
Prof.ssa Fiorella Patti, matematica e scienze<br />
Prof.ssa Silvana Varesco, matematica e scienze<br />
Prof.ssa Claudia Dellantonio, arte e immag<strong>in</strong>e<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Due classi seconde (2011/<strong>2012</strong>)<br />
Due classi terze (<strong>2012</strong>/<strong>2013</strong>)<br />
Area di riferimento<br />
La località di Barco<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
Anno scolastico <strong>2012</strong>/<strong>2013</strong><br />
La Scuola Media di Tesero viene co<strong>in</strong>volta dalla pubblica<br />
amm<strong>in</strong>istrazione locale nella valorizzazione di una baita, da<br />
poco ristrutturata dalla Prov<strong>in</strong>cia autonoma di Trento, <strong>in</strong> località<br />
Barco. L’idea è quella di approfondire la conoscenza del territorio<br />
di Barco, poco frequentato dai ragazzi, e delle sue specificità<br />
paesaggistiche per collaborare con l’amm<strong>in</strong>istrazione comunale<br />
all’allestimento e all’animazione di un’ “aula del paesaggio” che<br />
si <strong>in</strong>tende realizzare all’<strong>in</strong>terno della baita. Nell’anno scolastico<br />
2011-<strong>2012</strong>, per avvic<strong>in</strong>are i ragazzi alla tematica del progetto si<br />
organizza un sopralluogo, nel quale viene messo <strong>in</strong> gioco non<br />
solo il senso della vista ma anche quello dell’udito e del tatto.<br />
In un momento successivo i ragazzi sono <strong>in</strong>vitati a riflettere<br />
su cosa piacerebbe a loro realizzare per allestire la baita e<br />
rendere fruibile il paesaggio circostante. Si avvia qu<strong>in</strong>di una<br />
fase di studio e di analisi del territorio dal punto di vista della<br />
fauna e della flora, degli aspetti folkloristici e storici del luogo,<br />
lavorando nelle due classi seconde per argomenti differenti.<br />
La modalità scelta per scambiarsi i contenuti appresi è la<br />
progettazione e la realizzazioni di giochi, di diversa tipologia,<br />
che vengono scambiati nelle classi. I giochi vengono realizzati<br />
anche con l’obiettivo di costruire delle attività didattiche per<br />
avvic<strong>in</strong>are le scuole primarie alla conoscenza di questa località.<br />
Nel secondo anno di svolgimento del progetto (<strong>2012</strong>-<strong>2013</strong>), le<br />
classi affrontano la sfida di produrre dei servizi a partire dalle<br />
conoscenze apprese: gli alunni sono messi nella situazione<br />
di ideare e animare attività laboratoriali sull’educazione al<br />
paesaggio rivolte ai bamb<strong>in</strong>i di c<strong>in</strong>que e sei anni della scuola<br />
d’<strong>in</strong>fanzia di Tesero. La richiesta è arrivata direttamente dalle<br />
maestre che sono venute a conoscenza del progetto ed erano<br />
<strong>in</strong>teressate, con i loro bamb<strong>in</strong>i, a farne parte come “pubblico<br />
speciale”. In una prima fase, i ragazzi rivisitano le conoscenze<br />
e il contesto naturalistico di riferimento, che avevano affrontato<br />
l’anno precedente, per poi dedicarsi all’ideazione del percorso di<br />
scoperta da realizzare con i bamb<strong>in</strong>i. Le due classi costruiscono<br />
due storie diverse che sono il filo conduttore del percorso<br />
all’<strong>in</strong>terno del bosco: i due racconti si <strong>in</strong>terrompono <strong>in</strong> quattro<br />
tappe nelle quali i ragazzi delle scuole medie conducono delle<br />
piccole e brevi attività didattiche con i bamb<strong>in</strong>i più piccoli. Ad<br />
ogni tappa, i bamb<strong>in</strong>i conquistano qualcosa che, all’arrivo alla<br />
baita, andrà a comporre un’immag<strong>in</strong>e f<strong>in</strong>ale. I vari giochi ideati dai<br />
ragazzi fanno risaltare i loro <strong>in</strong>teressi di ambito extrascolastico:<br />
c’è chi realizza giochi di magia, chi propone i versi degli animali<br />
con la voce o l’utilizzo di strumenti da caccia, chi costruisce<br />
con il legno un “gioco del tatto”, chi suona. Una caratteristica<br />
<strong>in</strong>fatti dei percorsi è la presenza della musica realizzata dai<br />
ragazzi (tamburi, chitarra classica, flauto traverso, flauto dolce,<br />
saxofono) <strong>in</strong> ogni tappa del gioco e alla chiusura dell’attività<br />
una volta raggiunta la baita. Tutto questo secondo anno del<br />
progetto è stato dedicato proprio all’ideazione, creazione e<br />
gestione del percorso di scoperta alla baita.<br />
44<br />
I progetti delle scuole - 45
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Vigolo Vattaro<br />
Il paese di Vigolo Vattaro<br />
Le trasformazioni del paesaggio urbano nel corso<br />
del Novecento<br />
Istituto Comprensivo Vigolo Vattaro<br />
Scuola Media di Vigolo Vattaro<br />
Da un <strong>in</strong>contro con lo staff della biblioteca comunale di Vigolo<br />
Vattaro e dalla visione di alcune immag<strong>in</strong>i fotografiche che<br />
ritraggono il paese all’<strong>in</strong>izio del Novecento è nata l’idea di<br />
un progetto che co<strong>in</strong>volgesse i ragazzi nella conoscenza del<br />
territorio di appartenenza attraverso il confronto tra presente<br />
e passato. La Biblioteca, <strong>in</strong>oltre, è stato anche il luogo che,<br />
fuori dalla scuola, è stato utilizzato per svolgere laboratori e<br />
momenti di lettura e osservazione dei documenti storici con<br />
l’aiuto di esperti di storia locale.<br />
Sopralluoghi e successive attività di rielaborazione e di<br />
riflessione hanno costituito l’ossatura metodologica del progetto:<br />
l’osservazione delle fotografie storiche <strong>in</strong> primis, il successivo<br />
riconoscimento dei luoghi del paese rappresentati nei documenti<br />
e l’esplorazione sul campo hanno sollecitato i ragazzi alla<br />
comprensione che il proprio territorio subisce dei cont<strong>in</strong>ui<br />
cambiamenti e che questi possono dipendere da molteplici<br />
fattori: sociali, economici, urbanistici e politici. L’esplorazione sul<br />
campo unita allo studio ha permesso di riconoscere le diverse<br />
caratteristiche urbanistiche, architettoniche e paesaggistiche<br />
tipiche di un’epoca e a prendere coscienza del fatto che a<br />
periodi storici diversi corrispondono stili che rispecchiano<br />
diverse motivazioni, bisogni ed esigenze Ogni mutamento<br />
presuppone la volontà delle persone o di una comunità di<br />
realizzare “qualcosa di altro” con f<strong>in</strong>alità e scopi ben precisi<br />
per quel contesto storico e culturale: la ricerca e lo studio di<br />
queste motivazioni ha caratterizzato una parte significativa del<br />
percorso educativo, abituando gli alunni a problematizzare il<br />
contesto paesaggistico.<br />
Il progetto si conclude con la realizzazione di una mostra allestita<br />
presso la Biblioteca di Vigolo Vattaro che illustra mutamenti e<br />
permanenze dell’abitato attraverso le descrizioni, i disegni e<br />
le attività sperimentate dagli allievi.<br />
Insegnante referente<br />
Prof. Luca Avanc<strong>in</strong>i, italiano/storia/geografia<br />
Gruppo di lavoro<br />
Prof.ssa Elena Cosser, matematica/scienze<br />
Prof. Gianfranco Pachera, educazione artistica<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Due classi seconde<br />
Area di riferimento<br />
Il paese di Vigolo Vattaro<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico 2011/<strong>2012</strong><br />
46<br />
I progetti delle scuole - 47
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
Il percorso svolto dalla classe ha due focus di attenzione: la<br />
memoria delle generazioni passate sul territorio dell’altopiano<br />
e la trasformazione del paesaggio agricolo nel corso dei secoli.<br />
Le due azioni vengono svolte con due diversi metodi di analisi: il<br />
primo attraverso l’uso del documentario c<strong>in</strong>ematografico, grazie<br />
alla presenza di un professionista, messo a disposizione del<br />
Piano Giovani di Levico Terme, il secondo attraverso l’analisi<br />
dettagliata -storico e archivistica- di una mappa del XIX secolo<br />
nella quale si ritrovano le tracce delle coltivazioni che un tempo<br />
caratterizzano l’altipiano di Vigolo Vattaro. Per ripercorre la<br />
memoria del luogo, i ragazzi, accompagnati dall’esperto,<br />
<strong>in</strong>tervistano alcuni testimoni privilegiati raccogliendo le<br />
<strong>in</strong>formazioni con la tecnica del documentario; per analizzare<br />
<strong>in</strong>vece le trasformazioni del paesaggio agricolo del loro<br />
territorio, la classe è aiutata dalle competenze e conoscenze<br />
della bibliotecaria del paese. Tutto il progetto ha come filo<br />
conduttore il senso delle trasformazioni di un luogo e le cause<br />
che possono averle determ<strong>in</strong>ate.<br />
VIGOLO VATTARO<br />
Memorie di comunità<br />
Vigolo Vattaro e l’Altopiano della Vigolana<br />
Istituto Comprensivo Vigolo Vattaro<br />
Scuola Media di Vigolo Vattaro<br />
Insegnante referente<br />
Prof. Luca Avanc<strong>in</strong>i, italiano/storia/geografia<br />
Dest<strong>in</strong>atari<br />
Una classe seconda<br />
Area di riferimento<br />
L’altopiano di Vigolo Vattaro<br />
Anno di riferimento<br />
Anno scolastico <strong>2012</strong>/<strong>2013</strong><br />
48<br />
I progetti delle scuole - 49
<strong>IO</strong> <strong>VIVO</strong> <strong>QUI</strong><br />
visioni paesaggistiche<br />
Questa pubblicazione spera di poter <strong>in</strong>nescare un circolo<br />
virtuoso di conoscenza del paesaggio e di voglia di riflettere e<br />
di sperimentare l’educazione al/per/attraverso il paesaggio. Lo<br />
sguardo della scuola è importante <strong>in</strong> quanto soggetto sociale<br />
<strong>in</strong> cui <strong>in</strong>vestire: “è dalla scuola che può avviarsi il processo<br />
che potrà portare al più sano governo di quel supremo bene<br />
che è il territorio, sempre più assunto come riferimento della<br />
nostra identità” (Turri E., Il paesaggio come teatro, Marsilio,<br />
Venezia, 1998).<br />
I progetti proposti vogliono essere solo esemplificativi di alcune<br />
pratiche, ma moltissime altre possono nascere dall’osservazione<br />
dei nostri paesaggi. Nelle varietà delle proposte che si<br />
possono attuare, una sola cosa le accomuna: la volontà di<br />
strutturare azioni educative volte alla creazione di una coscienza<br />
paesaggistica sempre più diffusa e profonda <strong>in</strong> tutti gli strati<br />
della popolazione e <strong>in</strong> tutti i luoghi possibili del nostro territorio.<br />
L’art. 9 della Costituzione italiana dice: “La Repubblica promuove<br />
lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela<br />
il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.<br />
Il riconoscimento costituzionale del paesaggio è dest<strong>in</strong>ato a<br />
rimanere lettera morta se i suoi valori non entrano nella cultura<br />
e nella sensibilità profonda delle popolazioni <strong>in</strong>sediate <strong>in</strong> un<br />
territorio.<br />
paeSAGGI_orientamenti bibliografici<br />
Bonesio Luisa, Paesaggio, identità e comunità tra locale e<br />
globale, Diabasis, Reggio Emilia, 2007.<br />
Bonesio Luisa, Paesaggio: l’anima dei luoghi, Diabasis, Reggio<br />
Emilia, 2008.<br />
Bussi Francesco (a c. di) Ritrovare i segni, r<strong>in</strong>novare i significati,<br />
Quaderni del Dipartimento di Geografia, Università di Padova,<br />
2010.<br />
Castelnovi Paolo, Il senso del paesaggio, IRES, Tor<strong>in</strong>o, 2010.<br />
Castiglioni Benedetta, Educare al Paesaggio, Museo di Storia<br />
Naturale e Archeologia, Montebelluna, 2010.<br />
Franco Far<strong>in</strong>elli, L’<strong>in</strong>venzione della Terra, Sellerio, Palermo, 2007.<br />
Magnaghi Alberto, Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo,<br />
Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri, Tor<strong>in</strong>o, 2010.<br />
Mar<strong>in</strong>o Angelo (a cura di) Tutela e valorizzazione del territorio<br />
come patrimonio culturale e identitario, AEF, Treviso, Marzo 2009.<br />
Santer<strong>in</strong>i Milena, Educare alla cittad<strong>in</strong>anza, Carocci, Roma, 2001.<br />
Settis Salvatore, Paesaggio Costituzione cemento. La lunga<br />
battaglia per l’ambiente contro il degrado civile, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o,<br />
2011.<br />
Tosco Carlo, Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi di ricerca<br />
tra Medioevo ed Età Moderna, Laterza, Roma-Bari, 2009.<br />
Turri Eugenio, Il paesaggio come teatro, Marsilio, Venezia, 1998.<br />
Turri Eugenio, La megalopoli padana, Marsilio, Venezia, 2000.<br />
50 51
La piattaforma <strong>in</strong>terattiva Iovivoqui<br />
http://iovivoqui.tsm.tn.it<br />
La piattaforma <strong>in</strong>terattiva iovivoqui presenta i progetti sviluppati<br />
dalle scuole che hanno partecipato all’<strong>in</strong>iziativa negli anni<br />
scolastici 2011-<strong>2012</strong> / <strong>2012</strong>-<strong>2013</strong>.<br />
La piattaforma ha lo scopo di raccontare e condividere le s<strong>in</strong>gole<br />
esperienze: accessibile da una mappa georeferenziata, per ogni<br />
progetto, è possibile trovare <strong>in</strong>formazioni e materiale di vario<br />
tipo (foto, video, oggetti) e scambiare osservazioni, op<strong>in</strong>ioni e<br />
commenti sui temi sviluppati dall’<strong>in</strong>iziativa.<br />
Essa è stata arricchita di anno <strong>in</strong> anno, con i progetti delle nuove<br />
scuole che hanno aderito all’<strong>in</strong>iziativa al f<strong>in</strong>e di creare una banca<br />
di esperienze. Ulteriori <strong>in</strong>formazioni sul progetto sono disponibili<br />
al sito www.tsm.tn.it.<br />
tsm-Trent<strong>in</strong>o School of Management<br />
Società Consortile a responsabilità limitata<br />
per la formazione permanente del personale<br />
Sede Amm<strong>in</strong>istrativa<br />
Via Giusti, 40<br />
38122 Trento – Italy<br />
T. +39.0461. 020 020<br />
F. +39.0461. 020 010<br />
E. <strong>in</strong>fo@tsm.tn.it<br />
step-Scuola per il governo del territorio e del paesaggio<br />
Via Diaz, 15<br />
38122 Trento – Italy<br />
T. +39.0461. 020 060<br />
F. +39.0461. 020 010<br />
E. step@tsm.tn.it<br />
www.tsm.tn.it