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Confindustria Arezzo Asemblea 2007 Trascrizione

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ASSEMBLEA GENERALE<br />

14 giugno <strong>2007</strong><br />

Imprese per Innovazione<br />

Vorrei che noi porgessimo un doveroso omaggio ai nostri colleghi scomparsi nel corso dell’anno,<br />

quindi vi prego… Pietro Barbetti - Cementerie Aldo Barbetti, Mauro Raniero Cantarelli - Cantarelli<br />

& C. SPA, Mario Chini della Fratelli Chini, il padre del Dott. Nucci - Imic, la madre della Dott.ssa<br />

Landi Zucchi – Costanter, Gino Pucci – Bicchi, Vasco Fabbroni – Eurocatene. Grazie.<br />

Moderatore: Oggi siamo chiamati ad eleggere il nuovo Presidente dell’Associazione e di 4<br />

vicepresidenti elettivi. Come già sapete, il Consiglio Direttivo, in base alla proposta formulata dalla<br />

commissione di designazione, ha deciso di proporvi l’elezione di Giovanni Inghirami. Giovanni<br />

Inghirami, a sua volta ha chiesto di assumere l’incarico di vicepresidenti a Laura Del Tongo, Dario<br />

Buonaguri, Albano Bragagni e Andrea Fabianelli, e la proposta è stata approvata dal direttivo. Vi<br />

ricordo che a questi 4 vicepresidenti elettivi si affiancano i due di diritto che sono il Presidente della<br />

Piccola Industria Marianna Calosci e il Presidente dei Giovani Industriali Giacomo Gellini, e che il<br />

direttivo sarà chiamato nella prima seduta utile ad eleggere un massimo di altri 3 componenti la<br />

Presidenza. Detto questo propongo di avviare le procedure di voto mentre continuano i nostri lavori,<br />

l’urna passerà a raccogliere le schede in modo da facilitare la votazione che si concluderà circa<br />

alle 16:15 – 16:30 per dar tempo agli scrutatori di procedere allo spoglio. Chiedo ai colleghi<br />

probiviri presenti di fungere da scrutatori. Cesare Conti, Maria Adalgisa Dallavo, Giovanni<br />

Manneschi. Voglio ringraziare la Commissione di designazione del Consiglio Direttivo per il lavoro<br />

svolto e i candidati per aver dato la loro disponibilità a ricoprire le cariche associative. Chimo al<br />

microfono il Presidente designato Giovanni Inghirami per tracciare le linee guida del suo<br />

programma prima della votazione, grazie. Prego Giovanni.<br />

Giovanni Inghirami: Buonasera a tutti, ringrazio e saluto tutti i presenti, nello stesso tempo,<br />

ovviamente, un saluto particolare va al Presidente Basagni e, soprattutto, un ringraziamento per<br />

tutto quello che ha fatto in questi 4 anni per l’Associazione Industriali. Sarò molto breve visti i tempi<br />

ristretti e quindi anche pensando successivamente a tutti gli interventi che ci saranno<br />

nell’assemblea pubblica per sintetizzare quelli che sono i punti fondamentali del programma che,<br />

insieme alla squadra che ho presentato, intenderei nel caso di elezione, portare avanti.<br />

Innanzitutto al primo punto del nostro programma abbiamo inserito l’apertura internazionale e la<br />

promozione del nostro sistema imprenditoriale potenziando le azioni di promozione e le iniziative di<br />

servizio e supporto all’estero alle nostre imprese, in particolare quelle di minori dimensioni. In<br />

questo punto, è evidente, si ricomprendono tutte le iniziative finalizzate, ovviamente, a sviluppare<br />

tutta una serie di rapporti internazionali che oggi sappiamo tutti essere alla base del successo di<br />

ogni impresa.<br />

Al secondo punto del nostro programma abbiamo evidenziato il rafforzamento dell’immagine del<br />

ruolo del sistema imprenditoriale. L’associazione di <strong>Arezzo</strong> e fuori <strong>Arezzo</strong> deve far riconoscere le<br />

nostre numerose eccellenze imprenditoriali e dare voce unitaria e autorevole alle esigenze delle<br />

imprese impegnate sulla via del successo proprio e del territorio che a loro fa capo e in cui sono<br />

radicate. E anche questo è un punto, secondo me, molto importante perché oggi è un mondo dove,<br />

purtroppo, o per fortuna, l’immagine, la comunicazione anche di quello che siamo è fondamentale<br />

a tutti i livelli, molte volte noi non siamo magari capaci, io dico tutti noi industriali,<br />

complessivamente, capaci di valorizzare anche quella che è la nostra storia, il nostro know how, le<br />

nostre capacità e invece questo è un messaggio, soprattutto per un territorio come questo che ha<br />

una storia, una tradizione che occorre portare avanti e soprattutto diffondere, divulgare e<br />

comunicare.<br />

Al terzo punto, ovviamente, non poteva mancare quello che è un aspetto a cui oggi si riferiscono<br />

tutte le imprese ed è un aspetto fondamentale che è quello della formazione. La formazione intesa<br />

in senso complessivo, come cultura manageriale, anche come preparazione professionale delle<br />

risorse umane, collaborando con tutti i soggetti proposti, preposti, comprese le Università. Ricordo<br />

che io come responsabile della sezione abbigliamento, nel corso di questi anni, ho organizzato un<br />

incontro col Polimoda per fare solo un esempio, ma insomma ritengo che oggi le possibilità per


arrivare a migliorare una situazione che vede complessivamente una necessità di puntare sulla<br />

formazione per tutte le imprese, sia uno dei punti fondamentali del nostro piano di sviluppo inteso<br />

in senso complessivo e globale. A questo vorrei aggiungere un aspetto che, secondo me, è<br />

fondamentale quando parliamo di formazione, è inutile parlare di un’informazione che deve<br />

competere con tutte le centinaia di migliaia di ingegneri che la Cina o l’India stanno sfornando in<br />

questo momento, noi, per quanti ne potremo sfornare, non arriveremo mai a quei numeri. La<br />

nostra formazione deve essere basata sull’unicità, sulla personalizzazione, su un rapporto stretto<br />

con l’impresa. Qui, secondo me, è l’aspetto innovativo del concetto di formazione. So che è difficile,<br />

so che poi quando si vanno a realizzare queste cose in termini pratici e oggettivi non sempre si<br />

riesce a farlo, però è altrettanto vero che tutti sappiamo che il nostro futuro, il nostro successo<br />

passa per la capacità e la possibilità che abbiamo di estendere il nostro know-how, la nostra<br />

preparazione, le nostre capacità, facendole conservare e sviluppare e attingendo a tutta una serie<br />

di risorse che oggi sono fondamentali in un concetto di economia globale.<br />

Il quarto punto del nostro programma è ovviamente, riferito agli associati anche perché<br />

l’associazione è fatta di associati e gli associati hanno, ovviamente, oggettivamente le loro<br />

necessità. Quindi, continuando quello che è stato iniziato nel corso delle passate presidenze,<br />

credo che sia fondamentale portare avanti un concetto di servizi di alta qualità per tutte le imprese<br />

che chiedono di avere e di attingere ai servizi dell’associazione perché questo comunque dà modo,<br />

attraverso anche il confronto, dà modo alle imprese, all’associazione stessa di crescere e di<br />

scendere su un terreno di concretezza e di realtà perché non dimentichiamo che oggi, alla fine di<br />

tutto, quello che interessa è comunque parlare un linguaggio che sia comprensibile, che non sia<br />

distante dalla realtà che viviamo e, soprattutto, un linguaggio che tenga conto del cambiamento,<br />

dei modelli che oggi, per certi aspetti, non sono più quelli ai quali eravamo abituati ma modelli ai<br />

quali, in qualche modo, noi dobbiamo riferirci magari cambiandoli, modificandoli e dando le<br />

risposte a tutti i nostri associati.<br />

Il quinto punto è la partecipazione, il contributo ai grandi progetti infrastrutture finalizzati allo<br />

sviluppo del territorio.<br />

Questi punti, insieme ovviamente, e poi nel caso che venissi eletto lo dirò magari successivamente,<br />

questi punti, uniti al rilancio delle attività produttive, perché secondo me uno dei punti fondamentali<br />

del nostro sistema è anche considerare che le attività produttive vanno comunque rilanciate, un<br />

sistema imprenditoriale come il nostro ha bisogno di poter contare certamente su uno sviluppo dei<br />

servizi che oggi rappresentano, per certi aspetti, anche il futuro, ma ha bisogno di contare anche<br />

su tutto un sistema produttivo che in questo momento sappiamo essere quello più indifeso perché<br />

sottoposto ad attacchi di tutti i paesi, ma proprio questo elemento che è apparentemente un<br />

elemento di debolezza, dobbiamo costruire un elemento di forza, poi magari successivamente<br />

potrò dire come.<br />

Ecco, questi sono sostanzialmente i punti fondamentali del nostro programma che ovviamente<br />

intenderemo portare avanti nella continuità della Presidenza che ha caratterizzato questi 4 anni e,<br />

soprattutto, io ho presentato una squadra di vicepresidenti, l’indicazione che fornirò al direttivo è,<br />

ovviamente, di integrare, se possibile, rispettando anche, non solo le aree geografiche che oggi<br />

non sono rappresentate, ma anche quei settori merceologici e produttivi che non sono al momento<br />

presenti.<br />

Questo è il nostro programma e spero che possa accogliere l’adesione dei più, ovviamente se<br />

qualche punto manca potrà comunque essere ripreso, io ho cercato anche di sintetizzare perché<br />

ritengo che, tutto sommato, bisogna affrontare i punti fondamentali e poi gli altri possono sempre<br />

essere oggetto di verifica e possono comunque, in ogni momento, essere ripresi. Grazie.<br />

Presidente: Grazie Giovanni, proseguo la relazione. Prima di lasciare la parola ai vicepresidenti<br />

per le relazioni delle attività svolte vorrei ricordare i principali impegni dell’anno 2006 in relazione<br />

agli obiettivi che avevo annunciato l’anno scorso e all’inizio del mio mandato. I 4 obiettivi<br />

pluriennali della presidenza sono stati al centro del nostro impegno anche nel 2006.<br />

Il primo: aumentare il coinvolgimento degli associati. Le riunioni dei gruppi e delle sessioni hanno<br />

registrato nell’anno appena trascorso una presenza media superiore al 27% degli aventi diritto. La<br />

media risulta elevata grazie, in particolare, ai gruppi territoriali e a due sezioni: quella degli orafi e<br />

degli edili ed alcune commissioni tecniche che hanno bene operato. Vi sono ancora notevoli spazi<br />

di incremento della partecipazione specie se tutti coloro i quali assumono una carica associativa si<br />

responsabilizzano di più e se sono ben supportati da funzionari. Non abbiamo realizzato l’indagine<br />

sulla soddisfazione degli associati al fine di verificare dove dobbiamo intervenire.


Secondo: sviluppo associativo, equità ed organizzazione del sistema contributivo. Anche nel corso<br />

dell’anno 2006 sono entrati a far parte dell’Associazione oltre 50 nuovi colleghi, ai quali do il<br />

benvenuto sperando che molti di loro siano presenti questa sera in sala. Come potete ben vedere<br />

dal bilancio abbiamo migliorato i flussi contributivi e proseguito nella sistemazione delle posizioni<br />

irregolari e dei ritardi nei versamenti. Il nuovo sistema contributivo è entrato in vigore e devo dire<br />

che i soci hanno reagito positivamente. Abbiamo sostituito gli accordi aziendali e le 18 delibere<br />

contributive basate sul monte salari con una sola e semplice regola che vale per tutti con un lungo<br />

periodo di adeguamento nelle diverse posizioni, con l’obiettivo di una sostanziale invarianza delle<br />

entrate contributive e un riequilibrio tra i contributi dei settori e delle imprese. Il nuovo sistema è<br />

ancora incentrato sul numero degli addetti ma, con grande semplicità potrà, a questo punto,<br />

essere individuato un criterio in parte sostitutivo basato su altri parametri come il fatturato o il<br />

valore aggiunto.<br />

Terzo: rafforzare e razionalizzare i servizi istituzionali e quelli delle società collegate. Negli ultimi<br />

anni abbiamo chiuso e liquidato alcune società e consorzi che avevano sostanzialmente perso<br />

slancio e interesse da parte delle imprese. Ricordo <strong>Arezzo</strong> Export, Sheva Multiutility e altre società<br />

costituite anche con altre organizzazioni di categoria ed Enti, come la scuola Plasis del Valdarno.<br />

Abbiamo partecipato alla regionalizzazione dei consorzi di garanzia collettiva FIDI. Abbiamo fatto<br />

in casa nostra quello che chiediamo di fare ai nostri amministratori pubblici: chiudere gli Enti che<br />

non servono più, accorpare quelli che sono possibili accorpare evitando dispendio di energie e di<br />

fondi pubblici. Su questo concetto ritornerò nel corso dell’assemblea pubblica. Abbiamo anche<br />

avviato nuove iniziative tra le quali ricordo il progetto di società di gestione dell’aeroporto di <strong>Arezzo</strong>,<br />

che spero a breve diventerà operativa, la società Genergy, con oltre 30 colleghi interessati ad<br />

investire nell’energia rinnovabile e che sta muovendo i primi passi. Ricordo che Azionato è e<br />

rimane aperto a tutti gli associati interessati. L’Associazione <strong>Arezzo</strong> Imprese e Sviluppo, costituita<br />

assieme al Confidi Toscana per assistere le piccole e medie imprese nel credito e nella finanza.<br />

Voglio infine ricordare che l’agenzia formativa supererà presto il milione di euro di volume d’affari e<br />

che solo 4 anni fa si attestava attorno a 200.000 euro e che Cedi, la società partecipata per la<br />

gestione del personale, sta crescendo con un buon ritmo.<br />

Quarto: potenziare l’informazione e la comunicazione verso gli associati e verso l’esterno<br />

realizzando un nuovo magazine dell’Associazione. Registriamo un deciso incremento dell’utilizzo<br />

da parte delle imprese del sito internet, con accesso immediato alle informazioni e al loro archivio,<br />

eliminando tempo e carta. È partito il preannunciato magazine di politica industriale “Industria e<br />

Progresso”, sono particolarmente soddisfatto della pubblicazione e ringrazio tutti coloro i quali<br />

hanno collaborato alla sua realizzazione in particolare il Dott. Padelli che si è molto impegnato su<br />

questa iniziativa.<br />

Venendo ai rapporti esterni non posso fare a meno di segnalare le difficili relazioni con le categorie<br />

dei commercianti in merito al rinnovo dei vertici della Camera di Commercio e non solo. Su questo<br />

tema abbiamo più volte esposto la nostra posizione ma i media locali sono apparsi, spesso, poco<br />

obiettivi. Chiarisco che il contrasto riguarda, di fondo, il ruolo delle attività manifatturiere nella<br />

nostra economia e di conseguenza l’asse della politica economica del territorio. Ma anche su<br />

questo tema ritornerò nel corso della nostra assemblea pubblica. Spero che chi verrà dopo di me<br />

riesca a ritornare ad una sana, trasparente e corretta dialettica interassociativa. Tornando a noi,<br />

nel corso dell’assemblea pubblica sentirete ancora una volta forti richiami alla concretezza, alla<br />

programmazione, all’alleggerimento della burocrazia, temi sui quali da sempre siamo impegnati<br />

con continui richiami alla politica ma quasi mai siamo veramente ascoltati. Per quanto riguarda la<br />

macchina organizzativa dell’Associazione, nel corso del mio mandato abbiamo cambiato in<br />

maniera significativa la struttura del personale e i volti nuovi e giovani sono veramente in molti.<br />

Abbiamo informatizzato fortemente anche la gestione dei rapporti con le imprese associate per<br />

essere in condizione di misurare i servizi utilizzati e la partecipazione delle imprese. Il sistema è<br />

integrato con la gestione dei servizi di comunicazione fax ed e-mail e a breve aggiungeremo un<br />

sistema di gestione documentale, archiviazione ottica di tutti i documenti. Abbiamo adottato un<br />

manuale delle norme e delle procedure interne dell’Associazione e il catalogo delle prestazioni di<br />

consulenza, assistenza e servizi collegati alle imprese. Siamo intervenuti sulla sede con una serie<br />

di lavori per migliorare la logistica e per ridare decoro.<br />

Prima di passare la parola ai vicepresidenti, ho l’obbligo di leggere due relazioni di due<br />

vicepresidenti non presenti, impossibilitati ad essere presenti questa sera.


Relazione del Presidente sull’attività del Comitato della Piccola Industria in sostituzione del<br />

vicepresidente Marianna Calosci:<br />

Il Comitato Piccole Industrie nel corso dell’anno si è focalizzato sul tema della semplificazione<br />

amministrativa. Abbiamo proposto un regolamento comunale per istituire il parere preventivo,<br />

l’obiettivo di questo istituto, altrove già utilizzato, è quello di ottenere un assenso preventivo e<br />

irrevocabile da parte dell’amministrazione prima di cominciare a spendere per professionisti<br />

acquisti di terreni ed altro. Ci hanno mosso in questa direzione molti casi di investimenti promossi<br />

da nostri colleghi e bocciati quando oramai erano state investite, in alcuni casi, anche ingenti<br />

risorse economiche. Magari dietro pressioni di comitati locali o gruppi ambientalistici. Nel prossimo<br />

Ottobre il Comitato Piccole Industrie organizzerà un convegno sulla semplificazione amministrativa,<br />

con la partecipazione del Presidenti di Piccola Industria e <strong>Confindustria</strong> Morandini.<br />

Vi leggo la relazione Infrastrutture ed edilizia:<br />

Abbiamo attivato, nell’anno 2005 uno specifico progetto per lo sviluppo delle infrastrutture in<br />

provincia di <strong>Arezzo</strong>, grazie alle quali nell’ultimo anno abbiamo aumentato la nostra capacità di<br />

fornire supporto tecnico all’azione degli imprenditori nel campo delle infrastrutture. Ricordo per<br />

sommi capi: il sopporto all’attività dei gruppi imprenditoriali zonali in materia di infrastrutture e<br />

pianificazione territoriale. Per il Valdarno è stato fornito supporto tecnico per progetti di<br />

realizzazione delle Varanti di Levane, della strada regionale 69 da Levane a S. Giovanni Valdarno,<br />

della strada provinciale 11 delle miniere. In Valtiberina abbiamo lavorato sul completamento della<br />

E78 e sulla messa in sicurezza della E45 grazie alla grande mobilitazione degli imprenditori, forse,<br />

ripeto, forse, entro l’anno avremo il tracciato definitivo della E78. Nel Casentino ci siamo occupati<br />

dell’adeguamento dello sbocco a nord con studi sull’adeguamento della strada regionale 71 tratto<br />

Soci-Bagni di Romagna e in merito all’ipotesi di nuovo collegamenti viari. Il primo tra Bibbiena e<br />

Valsavignone e il secondo tra Poppi e Pontassieve. In Valdichiana ci siamo occupati del progetto<br />

di piattaforma logistico al servizio del sistema produttivo dell’area dell’adeguamento della viabilità<br />

locale della E78, abbiamo infine, lavorato molto sul supporto allo sviluppo della finanza di progetto<br />

per realizzare delle infrastrutture ottenendo un atteggiamento molto più favorevole da parte delle<br />

amministrazioni locali. Su <strong>Arezzo</strong> abbiamo lavorato in particolare sul nodo dell’Olmo e sul<br />

completamento della circonvallazione opponendoci all’ipotesi di accantonamento del progetto più<br />

volte ventilata dall’attuale amministrazione. Siamo ora impegnati in un progetto complessivo per il<br />

rilancio del centro storico che vede molte nostre imprese coinvolte su diverse ipotesi di project<br />

financing collegate.<br />

L’ultima, Relazione Industriale gestione Risorse Umane:<br />

Il lavoro dell’area Relazione Industriale è stato, ancora una volta, molto intenso a causa soprattutto<br />

del difficile periodo che sta interessando, da alcuni anni, la nostra economia. Come preannunciato<br />

all’assemblea dello scorso anno è stato assunto, a tempo pieno, un terzo funzionario il Dott.<br />

Migliorini per rispondere più prontamente alle esigenze degli associati. Il gruppo Relazioni<br />

Industriali e Gestione delle Risorse Umane, costituito da imprenditori e responsabili del personale<br />

di aziende di piccola-media e grande dimensione, ha svolto un ottimo lavoro. Ricordo l’iniziativa<br />

con il Presidente dell’ordine dei medici, tesa ad affrontare il problema dell’assenteismo e della<br />

tendenza a rilasciare certificati di malattia con troppa leggerezza, causando un grave danno alle<br />

imprese. L’iniziativa si è conclusa con una lettera molto dura del Presidente dell’Ordine agli iscritti<br />

per sensibilizzarli sul problema. Segnalo anche che negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di<br />

constatare, in alcuni casi, un atteggiamento più imparziale da parte dei giudici supremi collegati nel<br />

caso di lavoro, speriamo che sia l’inizio di un nuovo ciclo. Grazie.<br />

Darei la parola a Maria Teresa Neri su Comunicazione e Marketing. Grazie.<br />

Maria Teresa Neri: Si grazie Presidente. In relazione alla delega affidatami, da ormai 3 anni è<br />

stata resa operativa l’area Comunicazione e Sviluppo Associativo con l’obiettivo di fare conoscere<br />

meglio agli associati, ma anche agli amministratori del territorio e alla pubblica opinione, che cosa<br />

fa e come pensa l’Associazione degli Industriali di <strong>Arezzo</strong>. Non solo, ma anche per dotare la nostra<br />

organizzazione di una funzione dedicata allo sviluppo associativo inteso come strumento volto al<br />

miglioramento della qualità dei servizi resi agli associati e al loro incremento numerico. Come già<br />

ha accennato il Presidente, nel corso del 2006, come dall’obiettivo prefissato dal Comitato di<br />

Presidenza, sono entrati a far parte della nostra associazione circa 50 nuove aziende, anche le<br />

convenzioni e gli accordi per l’accesso ai servizi, alle forniture di beni immateriali e materiali, hanno


avuto un apprezzabilissimo successo permettendo a molti associati importanti risparmi. È<br />

determinante che ognuno controlli e verifichi le offerte proposte dall’Associazione e le confronti con<br />

i fornitori abituali. Sotto il profilo della comunicazione l’area lavora per definire gli strumenti della<br />

stessa puntando ad eliminare il più possibile la carta a favore dello strumento informatico che è<br />

senz’altro oltre che meno oneroso anche più veloce e immediato. Tutti abbiamo sicuramente avuto<br />

modo di utilizzare il nuovo sito, leggere la newsletter settimanale e le altre notizie in continuo<br />

incremento, come la rassegna stampa, la gazzetta ufficiale on-line. Dallo scorso mese di Aprile le<br />

aziende ricevono “Industria e Progresso”, è il nuovo strumento mensile ufficiale di informazione di<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Arezzo</strong>. “Industria e Progresso” nasce per consentire alla nostra associazione di<br />

parlare ai propri associati e al territori senza intermediari, nel modo più diretto possibile,<br />

informando e documentando con completezza, correttezza e puntualità. Gli obiettivi da<br />

raggiungere sono: rafforzare il sistema delle relazioni, aprire confronti su opinioni e anche con le<br />

esperienze degli imprenditori. Il nuovo magazine nella parte centrale contiene una sezione tecnica<br />

che riprende sinteticamente informazioni per l’Industria la cui pubblicazione è cessata da Aprile. Le<br />

notizie sono comunque sempre reperibili on-line. Infine, per arricchire e migliorare la qualità della<br />

comunicazione sarebbero anche molto graditi e ascoltati tutte le eventuali idee e suggerimenti che<br />

gli imprenditori possono dare all’Associazione. Sul fronte della comunicazione ancora, dopo la<br />

prima, stiamo lavorando alla seconda edizione dell’annuario che abbiamo deciso di ripetere con<br />

aggiornamenti ed integrazioni, che sarà messo a disposizione come l’anno precedente, non solo<br />

delle imprese, delle amministrazioni locali, ma anche di Enti e Istituti come Ambasciate, Uffici ICE<br />

ecc.<br />

Anche la presenza sulla stampa e nelle televisioni è oggetto di monitoraggio. Nel corso dell’anno<br />

precedente sono stati numerosi i comunicati, le conferenze stampa e le apparizioni a programmi<br />

televisivi e l’ufficio stampa dell’Associazione è comunque a disposizione di tutti gli associati che<br />

vogliono comunicare con gli organi di informazione. È indispensabile far sentire la nostra presenza<br />

sui giornali, e sottolineare le azioni e le operazioni imprenditoriali importanti e non solo, esservi<br />

quando ci sono problemi e difficoltà. Al fine di rafforzare il ruolo e l’immagine della società aretina e<br />

promuovere la cultura del nostro territorio, l’Associazione è anche promotrice di iniziative come<br />

mostre d’arte e partecipazione e patrocinio di eventi culturali e sportivi. Abbiamo ospitato la mostra<br />

“Rilievi di luce e colore” della giovanissima Monica Gori, abbiamo partecipato alla quinta settimana<br />

della cultura di <strong>Confindustria</strong> con l’evento “Lavoro, macchine, automazione nelle espressioni<br />

artistiche del‘900”, abbiamo inaugurato la mostra di pittura e scultura “Nodi lunari” dell’artista<br />

Sandra Stocchi, e lunedì, e siete tutti invitati, avremo una serata jazz con un pittore musicista.<br />

Sul piano della solidarietà abbiamo erogato contributi e liberalità a diverse organizzazioni, tra i più<br />

importanti, in quanto a entità, ricordiamo il contributo al CALCIT, all’Università, ai Distretti<br />

Industriali e al Fondo Andreini.<br />

Per il futuro, oltre al proseguimento del’azione di sviluppo associativo, è in progetto un sistema per<br />

lo sviluppo qualitativo dell’Associazione nell’ottica del miglioramento continuo del processo di<br />

erogazione dei servizi e della rilevazione del gradimento degli associati. Anche la riorganizzazione<br />

della comunicazione interna ed esterna e la creazione di un’immagine coordinata dell’Associazione<br />

e delle strutture collegate, sono impegni in agenda.<br />

Infine desidero ringraziare il Comitato Impresa Donna, e non è interessato, e la sua Presidente<br />

Elena Tavanti Citarnesi per l’importantissimo ruolo che ha avuto e continua ad avere nell’ambito<br />

dello sviluppo associativo, come centro di coesione e propulsione di conoscenza e di amicizia tra<br />

gli imprenditori. Grazie.<br />

Presidente: Grazie Teresa, la parola Albano Bragagni sui Servizi Pubblici Locali.<br />

Albano Bragagni: Non vi leggerò una relazione, tanto avete ascoltato abbastanza, comunque<br />

cercherò di essere brevissimo, di dire solamente due parole, innanzitutto di apprezzamento al<br />

Presidente perché la nostra azione è stata, dico la nostra perché mi sento pienamente coinvolto, in<br />

quello della semplificazione, semplificazione vuol dire strutture con minor costo, perché le imprese<br />

per andare avanti, prosperare, sopravvivere hanno bisogno di servizi efficienti e di costi inferiori, è<br />

questa la nostra azione che è stata sempre intesa sia in Camera di Commercio sia con gli Enti<br />

locali a far sì che certi servizi vengano migliorati, vedi l’interessamento che sto portando avanti per<br />

conto dell’Associazione anche di altri Enti all’interno per risolvere il problema dei rifiuti, dello<br />

smaltimento dei rifiuti in provincia di <strong>Arezzo</strong>, non è che andiamo male, ma diciamo che potrebbe<br />

essere migliorato, e soprattutto un monito ai costi dei servizi che, come avete visto, siamo stati


paladini e precursori di certi tipi di privatizzazione, che privatizzazioni non sono, il cui unico effetto<br />

è stato quello di quadruplicare i costi e di non migliorare i servizi. Viviamo in un’Italia in cui,<br />

passato l’Appennino vediamo l’ingrandirsi, continuamente, di multiutilities, di società di servizi,<br />

ricordo a tutti che a Milano l’acqua costa quattro volte meno che ad <strong>Arezzo</strong>, a Brescia lo stesso, e<br />

sono municipalità che prendono dai loro municipalizzati corposi dividendi per cui guadagnano due<br />

volte e non esportano il sudore della propria gente. Credo che tutte queste cose anche il governo<br />

locale le deve, il governo nazionale le debba assolutamente considerare perché prendere, facendo<br />

un esempio imprenditoriale, due aziende con tre persone dicendo: il servizio commerciale deve<br />

fare un terzo, vuol dire sicuramente che il terzo per farlo, forse, tutte e due lo fa a minor costo, però<br />

va a finire che queste imprese con 3 dipendenti pagano in aggiunta anche il servizio commerciale<br />

che gli fa un terzo, per fare l’esempio, e quindi hanno maggiori costi e non vedono diminuiti i propri<br />

costi, questo per dire che cosa? Che se si vuole andare verso accorpamenti di servizi anche a<br />

livello locale, e mi sembra che la nuova legge sia frutto di tanti ragionamenti, probabilmente la<br />

politica deve ripensare anche un’organizzazione generale di questo Paese, come dice qualche mio<br />

amico, se in provincia di <strong>Arezzo</strong> basta un Comune solo che sia un Comune solo, ma non che ci<br />

siano 38 Comuni con 38 servizi, più 38 società, 38 consorzi per cui all’ultimo tutti riscuotono e<br />

qualcuno deve pagare. E visto che adesso il borsellino, lo stampo non è più a Roma ma è a<br />

Francoforte con tutto questo tutti i noi dobbiamo fare i conti. Ecco, questa è stata l’azione che ho<br />

cercato di fare in affiancamento alla Presidenza nell’ultimo quadriennio e, mi sembra, che se<br />

saremmo confermati nel prossimo giro continuerò a farlo per i prossimi quattro. Vi ringrazio.<br />

Presidente: Grazie Albano, la parola a Pietro Carboni su Credito e Finanza<br />

Pietro Carboni Buonasera a tutti, un saluto a tutti gli intervenuti. Anche io cercherò di non leggere<br />

la relazione, l’avevo preparata però credo che questo sia un momento per raccontare quello che<br />

abbiamo fatto i durante l’anno e i punti sono tanti ma cercherò di sintetizzarli più possibile. È stato<br />

un anno abbastanza difficile, anche se l’ultimo periodo ha avuto molti lati positivi. Notiamo<br />

soprattutto difficoltà, per quanto riguarda l’economia, sul settore orafo, per il quale, chiaramente,<br />

c’è un’attenzione particolare delle banche e qui siamo intervenuti sia con gli Enti pubblici, sia col<br />

sistema bancario per cercare di ottenere delle operazioni che potessero essere finalizzate al<br />

settore stesso e in alcuni casi stiamo costruendolo attualmente. Sono stati aumentati gli Istituti<br />

Bancari con cui operare sia perché questo è frutto della fusione con Firenze, già avvenuta negli<br />

anni passati, sia perché quest’anno facendo parte del Confidi Toscana, ci siamo fusi anche con il<br />

consorzio della Confabi e questo ha portato sia nuove aziende che, chiaramente, nuovi Istituti<br />

Bancari. Anche Confidi Toscana è diventato Confidi Imprese Toscane. Mi preme ricordare come<br />

ad <strong>Arezzo</strong> ci sia l’unica sede distaccata del Confidi regionale stesso, grazie ai nostri funzionari che<br />

operano sul territorio, riusciamo ad avere un comitato tecnico decisionale all’interno della nostra<br />

provincia e io ritengo che questo sia molto importante per poter seguire gli andamenti a livello<br />

locale di tutte le economie. Sono stati fatti tanti interventi, sia di diffusione che di conoscenza delle<br />

opportunità dei vari bandi in tutte le opportunità sia nell’imprenditoria femminile, giovanile, di<br />

sostegno all’innovazione, la ricerca sviluppo, riorientamento tecnologico, ma è stato dedicato<br />

grande spazio anche al Basilea 2 che ormai diventerà operativa a fine anno e nello studio dei<br />

rating, perché chiaramente questo deve essere un’opportunità per l’aziende, non deve essere una<br />

cosa penalizzante e su questo stiamo lavorando. Sono stati fatti anche degli accordi a livello locale<br />

per poter meglio operare con le banche a livello locale oltre che con le grandi banche come Monte<br />

dei Paschi, Gruppi Intesa e altri. Un anno difficile ricco di opportunità e che proseguiremo nel<br />

cercare di realizzare al meglio nuove convenzioni per poter essere più funzionali e più puntuali. È<br />

un’occasione annuale, io devo ringraziare anche il personale tutto perché nel Comitato Tecnico il<br />

lavoro è abbastanza impegnativo, c’è stato il passaggio da una persona che è andata in pensione<br />

con l’intervento di altre persone che si sono dedicate allo studio delle pratiche stesse. Quindi un<br />

ringraziamento particolare e un saluto a tutti.<br />

Presidente: Grazie Pietro, direi di chiudere le votazioni, chiederei cortesemente di dare inizio allo<br />

scrutinio, grazie. La parola andrà ad Andrea… su Qualità, Sicurezza, Ambiente Energia e su<br />

Internazionalizzazione e Sviluppo Economico.<br />

Andrea…: Buonasera, il nuovo codice ambientale dell’Aprile 2006 e la vicenda della sua mancata,<br />

applicazione, voluta dal nuovo governo, è certamente l’evento più rilevante per la materia. Da


parte nostra sono state promosse iniziative informative e di approfondimento sulle nuove<br />

normative e prese di posizione sulla situazione di incertezza che l’alternarsi di regole e di<br />

sospensioni della loro efficacia hanno prodotto negli operatori economici e nelle amministrazioni<br />

competenti. Abbiamo estremamente bisogno, anche in tema di ambiente, di regole certe, chiare e<br />

semplici e nella loro applicazione e soprattutto di avere la certezza della loro applicabilità. In sede<br />

locale il confronto con le amministrazioni e le autorità di ambito in materia di gestione dei servizi, è<br />

stato molto intenso e fa rappresentare l’esigenza di contenere gli aumenti tariffari e di semplificare i<br />

procedimenti amministrativi per autorizzazioni. Siamo intervenuti in merito all’istituzione del<br />

Comprensorio delle Bonifiche del Valdarno e del Consorzio della Valdichiana che dovrebbero<br />

realizzare interventi per la difesa del suolo e la regimentazione delle acque. Abbiamo partecipato<br />

alle iniziative promosse dal Comune di <strong>Arezzo</strong> per l’adozione di misure ed interventi destinati a<br />

migliorare la qualità dell’aria nell’ambito urbano, dato che spesso si parla di inquinamento<br />

industriale ma mai di quello causato dal traffico urbano pubblico e privato.<br />

Sulla sicurezza del lavoro. I più recenti dati ufficiali confermano una costante tendenza alla<br />

riduzione degli infortuni nel settore industriale quale risultato dell’impegno della nostra prevenzione<br />

e tutela della salute effettuata dalle nostre imprese. Localmente l’attività dei Comitati istituiti presso<br />

le USL, le Prefetture, hanno fornito l’occasione per riconfermare la convinta e fattiva collaborazione<br />

della nostra organizzazione per l’attuazione di politiche di prevenzione, formazione e controllo nei<br />

luoghi di lavoro. È stato anche avviato un confronto con l’USL, l’INAIL e le organizzazioni sindacali<br />

per definire un progetto che, mutando i principi delle linee guida dell’INAIL, sperimenta<br />

l’applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro in un gruppo di imprese<br />

industriali delle nostra provincia.<br />

Politiche energetiche. Anche nel 2006 è proseguito l’impegno dell’Associazione sulla politica<br />

energetica le cui problematiche stanno assumendo, per certi aspetti, le caratteristiche di una vera<br />

e propria emergenza. Sul piano commerciale, tramite le nostre strutture, abbiamo consentito<br />

l’approvvigionamento di energia elettrica e di gas sul libero mercato ad oltre 130 aziende industriali<br />

che hanno registrato consumi annui di circa 93 GW di energia elettrica e di oltre 16 milioni di metri<br />

cubi di gas. Per le aziende interessate il risparmio complessivo annuo è valutabile nell’ordine di<br />

1.200.000 euro. Dal punto di vista strategico, l’attenzione degli industriali aretini per le politiche<br />

energetiche è testimoniata dalla forte partecipazione dei nostri associati a Genergy SPA, società di<br />

capitali promossa con l’obiettivo di realizzare impianti di energia elettrica da fonti rinnovabili. È<br />

proseguito inoltre il sostegno e il contributo operativo fornito alla realizzazione di <strong>Arezzo</strong> di un<br />

progetto pilota denominato “Idrogeno per <strong>Arezzo</strong>” come prima esperienza europea di sinergia<br />

nell’utilizzazione dell’idrogeno come vettore energetico per il settore industriale ed energetico<br />

nonché come potenziale ambito di sviluppo di nuove attività industriali diversificate.<br />

In ambito associativo abbiamo, infine, effettuato iniziative di monitoraggio sullo stato della qualità<br />

del servizio elettrico erogato nella nostra provincia e abbiamo promosso interventi e incontri con i<br />

gestori di servizio per discutere congiuntamente alle imprese la criticità riscontrata in questi ultimi<br />

approvvigionamenti elettrici.<br />

Sulla qualità e la certificazione. L’incrementazione dei sistemi di qualità industriali soprattutto nel<br />

settore ambientale di responsabilità sociale e le certificazioni di prodotto sono campi nei quali in<br />

futuro le imprese si troveranno impegnate in misura crescente. L’Associazione ha mantenuto<br />

anche nel 2006 un costante impegno nell’erogazione di servizi di informazione, assistenza e<br />

consulenza con l’obiettivo di accrescere la gamma di servizi e dei partner. Abbiamo promosso<br />

un’azione di aggiornamento del regolamento delle camere di commercio di <strong>Arezzo</strong>, tendente a<br />

sviluppare il riconoscimento del sostegno pubblico a modelli certificativi relativi a standard<br />

internazionali di settore.<br />

Internazionalizzazione. L’Associazione ha puntato, anche nel 2006, a rafforzare i propri servizi e le<br />

iniziative nell’ambito internazionale. Purtroppo, ancora una volta, è mancata una significata<br />

partecipazione delle aziende aretine alle azioni svolte da <strong>Confindustria</strong> nei grandi mercati e nelle<br />

aree strategiche del Mediterraneo. Comunque l’Associazione ha partecipato alle missioni in Cina<br />

nel Settembre 2006 e sta promuovendo la costituzione di una società fra le imprese associate per i<br />

servizi di penetrazione commerciale nel mercato cinese. Sono stati organizzati incontri con alcune<br />

delegazioni estere per favorire opportunità di business. Nel Giugno 2006 abbiamo accolto una<br />

delegazione dello Stato della Mongolia, guidata dal Ministro dell’Industria e del Commercio. A<br />

Novembre una delegazione cinese della provincia di Behi e abbiamo ricevuto numerose altre<br />

delegazioni di altri paesi in visita in Toscana. Sempre molto partecipati seminari formativi,<br />

informativi organizzati dall’associazione a conferma del ruolo di riferimento che ci viene


iconosciuto nel territorio, rafforzato anche dalla tradizionale presenza nell’ambito della consulenza<br />

di carattere legislativo, finanziario e legali sui vari mercati esteri in sinergia con gli Enti deputati sul<br />

territorio, Toscana Promozione, il Sistema Camerale, SACE e Simestor. Pur non avendo un ruolo<br />

di primo piano l’Associazione si è comunque impegnata a sostegno delle azioni del nostro<br />

manifatturiero, norme anti dumping, tutela di marchi, lotta alla contraffazione, marcatura di origine<br />

obbligatoria, dazi usi sull’oreficeria ed altro. Temi sui quali si è molto distinto il collega e amico<br />

Rossano Soldini. Grazie.<br />

Presidente: Grazie Andrea, la Parola a Giangiacomo Gellini su Giovani e Formazione.<br />

Giangiacomo Gellini: Grazie Presidente, buonasera a tutti. Vorrei cercare di fare alcune<br />

riflessioni molto brevi su un paio di argomenti: da una parte il mondo formazione, come ha appunto<br />

appena detto il Presidente, è quello di cui ci occupiamo, e poi anche un breve accenno alle attività<br />

del gruppo giovani che ho il piacere di rappresentare da circa un paio di mesi a questa parte. Per<br />

quanto riguarda la formazione, è un tema che, sicuramente, ho caro da sempre, e ho avuto questo<br />

onore di raccogliere il testimone del Presidente Basagni da circa un paio d’anni. Il mondo<br />

formazione da una parte, diciamo, si declina su quello che è l’orientamento nei confronti dei<br />

ragazzi delle scuole: scuole medie inferiori e scuole superiori, sicuramente fondamentale che<br />

abbiamo portato avanti attraverso eventi quali, ad esempio, Orienta Giovani, che sta riscuotendo<br />

successo in questi ultimi anni, in questo ultimo paio d’anni sta andando sicuramente molto bene,<br />

c’è entusiasmo da parte dei partecipanti, da parte dei docenti e che sicuramente a Settembre,<br />

quando le scuole ricominceranno, porteremo avanti anche in maniera differente, ovvero andando<br />

presso le scuole con testimonianze da parte di tutto il gruppo giovani per parlare più con questi<br />

ragazzi. Perché lo scopo dell’orientamento è duplice: da una parte c’è sì l’avvicinare il mondo<br />

dell’industria, il mondo della scuola, quindi di avere anche un rapporto costruttivo, un rapporto<br />

interattivo che dia competenze più pratiche, concrete e costruttive a quelli che sono i partecipanti<br />

al mondo scolastico, ma dall’altra parte, e io credo molto sicuramente anche in questa seconda<br />

parte, è il provare, tentare a trasferire persone più giovani, persone ancora nel mondo scolastico la<br />

passione per la vita aziendale, quello che vuol dire essere imprenditore. Perché non si può dire: sì,<br />

formazione presso le scuole soltanto per avere un rapporto costruttivo, un rapporto interattivo, per<br />

aver vantaggi noi come aziende, ma una cosa che darebbe, a me personalmente e sicuramente a<br />

tutto il gruppo nostro Giovani, è quello di riuscire a trasferire passione per la vita imprenditoriale. Si<br />

è parlato di passione per l’impresa stamattina durante il seminario, il workshop sull’innovazione<br />

con IBM e, tra l’altro i risultati saranno esposti nell’assemblea pubblica, un altro concetto che è<br />

emerso è: sì è vero, la passione è fondamentale per innovare, per avere successo, per costruire<br />

vantaggi competitivi, però, logicamente, non basta più la passione, l’istinto del vero imprenditore<br />

del dopoguerra, oggi è sempre più fondamentale accompagnarla con conoscenze, con formazione.<br />

Qui mi rilego volentierissimo all’intervento del Dott. Inghirami precedente, dove appunto<br />

sottolineava la forte importanza della formazione. Siamo sostenitori di questo concetto quindi,<br />

accanto alla passione che è innata e che, in qualche modo, si prova anche a trasferire, ci deve<br />

essere un bagaglio di know-how, un bagaglio di competenze tecniche, scientifiche che permettano<br />

poi di recepire anche in maniera differente progetti, come per esempio quelli che propone IBM, o<br />

anche altri. Quindi dobbiamo sostanzialmente provare a fertilizzare quello che è il campo delle<br />

nostre imprese, trasferire cultura, trasferire competenze, trasferire cultura manageriale da<br />

applicare alla vita imprenditoriale di tutti i giorni. E per questo è una soddisfazione personale e del<br />

gruppo parlare di quello che chiamiamo <strong>Arezzo</strong> Executive Education, ne ho parlato io<br />

personalmente l’anno scorso, quando con il Presidente Montezemolo, era qui presente, si parlava<br />

di formazione di cultura d’impresa era una qualcosa che era già nato. Sono queste iniziative che<br />

portiamo avanti, di trasferimento di cultura d’impresa riservata agli imprenditori, riservata a chi in<br />

impresa decide. È un argomento difficilissimo che però sta cominciando a prendere piede. Ripeto,<br />

se ne è parlato stamattina e la cosa è stata veramente apprezzata, il Dott. Inghirami l’ha citata<br />

prima, io spero veramente che sempre più nel tempo a venire queste iniziative di corsi riservati<br />

veramente… (Fine lato A)<br />

(Riprende lato B) …Non posso attendermi un ritorno in uscita dal corso, no è un investimento<br />

sicuramente, non è facile da trasmettere, però sicuramente ci riusciremo.<br />

A questo punto è stata un po’ una relazione su un consuntivo, vorrei, vi rubo altri due minuti e<br />

basta, esprimere invece qualcosa a priori, sui giovani. Come ho detto prima sono soltanto alcuni<br />

mesi, neanche tre che ho veramente questo piacere di rappresentare il gruppo Giovani di


<strong>Confindustria</strong> <strong>Arezzo</strong>, è una grandissima soddisfazione. Innanzitutto perché ci sono veramente,<br />

siamo veramente non tantissimi, siamo un gruppo, al momento diciamo piuttosto ristretto, neanche<br />

troppo rispetto anche alle altre Province della Toscana, però c’è veramente voglia di fare, sono<br />

convinto che anche se in pochi, ma con tanta voglia di fare, soprattutto convinti che qualunque<br />

cosa sia possibile realizzare, qualora ci si creda, si possono fare veramente delle bellissime cose.<br />

Quello che, anche parlando con il gruppo, ho già detto anche al direttivo, il direttivo Senior, nel<br />

corso dell’ultimo direttivo è questo: cioè il mio obiettivo, e spero il prossimo anno, quindi, potremo<br />

fare uno stato d’avanzamento lavori a un anno, è veramente di creare in questo arco temporale<br />

che ho davanti a me, un gruppo, cioè di riuscire a creare insieme a questo gruppo un qualcosa che<br />

attiri i giovani imprenditori di questa provincia, perché l’obiettivo concreto è quello di fare avere a<br />

un gruppo di giovani imprenditori il ruolo, il peso all’interno di un’associazione che è giusto che<br />

questo abbia, ma perché, soltanto perché all’interno di un gruppo giovani si parla di persone con<br />

un età compresa, diciamo entro i 40 anni. Quindi è normale che, è quella l’età in cui si ha<br />

veramente la passione, l’entusiasmo e quella voglia di veder crescere attorno a noi, diciamo quello<br />

a cui noi stessi, in alcuni casi, e in altri casi il nonno o il padre hanno dato l’incipit. E quindi è giusto<br />

che ogni imprenditore entro i 40 anni detto in parole povere venga fuori. E quindi io spero di<br />

riuscire veramente in questi anni a dare peso, forza, concretezza e vitalità a un gruppo giovani<br />

della nostra provincia. Chiudo, penso si sia capito il mio interesse, la mia passione per quella che è<br />

l’importanza delle persone all’interno del gruppo, quindi la persona al centro di tutto, a questo<br />

punto l’anello che chiude tutto, faccio un po’ di promozione, abbiamo parlato di cultura, abbiamo<br />

parlato di gruppo giovani come gruppo innovativo, che rompe, gruppo “riformista”, abbiamo parlato<br />

di <strong>Arezzo</strong>, perché siamo ad <strong>Arezzo</strong>, e abbiamo parlato di uomo. Tutti questi 4 concetti sono<br />

racchiusi in quello che l’artista che abbiamo la fortuna di ospitare ad <strong>Arezzo</strong>, Piero della Francesca,<br />

artista pre-rinascimentale ma che già vedeva nella potenza dell’uomo la chiave di tutto, ecco,<br />

come gruppo giovani, per farci conoscere, vi ricordo a chi non lo sapesse che abbiamo organizzato<br />

per domani questo bellissimo evento in cui si dibatterà di arte, di cultura, di impresa, e sono<br />

veramente contento, ringrazio tutti per l’altissimo numero di iscrizioni ricevute, siamo arrivati a 180<br />

iscrizioni ricevute, grazie di tutto e al prossimo anno.<br />

Presidente: Grazie Giangiacomo, l’ultimo intervento a Massimo Giaccherini su Aree Territoriali.<br />

Massimo Giaccherini: Grazie Presidente, buonasera a tutti. Come già accennato dal Presidente i<br />

gruppi territoriali, alcune sezioni si sono dimostrate all’altezza delle aspettative ed hanno<br />

effettivamente esercitato il ruolo di trasmissione tra la base e gli organi dirigenti di Associazione.<br />

Per quanto riguarda le sezioni, credo che sia da elogiare la sezione edilizia che è stata<br />

particolarmente attiva in merito agli strumenti di pianificazione territoriale locale, piani strutturali e<br />

regolamenti urbanistici comuni, e la sezione orafi e argentieri impegnata ad affrontare problemi del<br />

settore che maggiormente ha risentito della negativa congiuntura attraversata dal nostro Paese<br />

negli ultimi anni, e di numerosi altri problemi legati al costo materia prima, agli ostacoli doganali del<br />

commercio internazionale e molto altro ancora. Le altre sezioni, al contrario, non sono state<br />

particolarmente attive anche se i rispettivi presidenti non hanno mancato di organizzare incontri ed<br />

eventi di interesse, vorrei segnalare che hanno dato invece un buon contributo altri gruppi costituiti<br />

all’interno dell’associazione come il gruppo di lavoro Relazioni Industriali e gestione risorse Umane,<br />

il Club degli Innovatori, il gruppo di lavoro delle Public Utilities e altri gruppi ad hoc costituiti<br />

insieme al Consiglio Direttivo per approfondire specifiche tematiche. Venendo ai gruppi territoriali,<br />

sono state particolarmente intense ed importanti le attività e iniziative in Valdarno da sempre<br />

caratterizzato da una forte partecipazione da parte delle imprese alla vita associativa e da intensi<br />

rapporti con l’amministrazioni locali. Oltre ai numerosi interventi sulle infrastrutture e sui temi fiscali,<br />

sono da ricordare incontri organizzati con Sindaci, le amministrazioni locali, il sistema bancario e<br />

con il mondo della scuola. Alla sede territoriale nella quale l’attività è stata particolarmente intensa<br />

è la Valtiberina. Grazie all’impegno da parte degli imprenditori della nostra associazione ha inciso<br />

in maniera decisiva sulle questioni relative al nuovo piano strutturale di San Sepolcro e di altri<br />

Comuni della vallata. Sulle questioni legate alle aree industriali e alla sicurezza, sui problemi della<br />

vivibilità legati alla manutenzione dell’E45 e a un nuovo tracciato in via di progettazione<br />

sull’attraversamento dei due mari, infrastruttura che, ovviamente, non riguardano solo la zona ma<br />

tutta la nostra Provincia e ben oltre. Seppur di recente riorganizzazione anche il Casentino ha<br />

impostato il lavoro molto puntuale sul traffico e sulla viabilità che sono i due problemi certamente<br />

più rilevanti per le imprese della vallata, e si è impegnata a fondo sul tema della riorganizzazione


della pubblica amministrazione caratterizzata da un numero elevato di piccoli Comuni con territori<br />

molto estesi, operazione relativamente modesta e scarsa capacità di fornire servizi al cittadino e<br />

alle imprese. Grazie a un lavoro di back making sui bilanci dei Comuni della Comunità Montana, è<br />

stato possibile per gli imprenditori farsi veder a prescindere da come funziona la macchina<br />

amministrativa del Casentino, e di quante sinergie sarebbe possibile ottenere grazie a una<br />

razionalizzazione della macchina stessa. La Valdichiana è il gruppo territoriale più recente e anche<br />

qui l’impegno è concentrato su questioni infrastrutturali, il gruppo si è impegnato sulla viabilità, sui<br />

problemi connessi alla chiusura e alla riconversione dello stabilimento Sadam a produzione di<br />

energia, problemi ancora lontani dalla soluzione da noi auspicata. Altro tema oggetto d’attenzione<br />

alle imprese è stato quello della banda larga che in alcune zone non è in grado di garantire, come<br />

del resto in altre parti della provincia, un servizio adeguato ai bisogni crescenti delle nostre<br />

imprese. Per quanto riguarda <strong>Arezzo</strong> non è operativo un gruppo specifico sul modello delle vallate<br />

ma sono stato da tempo delegato dal Presidente Basagni a seguire le questioni nel capoluogo.<br />

L’associazione ha direttamente seguito le principali questioni sul lavoro come l’interporto, i cui<br />

lavori sono finalmente partiti, l’ampliamento del centro affari, l’iniziativa presa dall’associazione per<br />

la valorizzazione dell’aeroporto Molin Bianco, le iniziative intraprese dalle amministrazioni comunali<br />

per la valorizzazione del centro storico e che, speriamo a breve, porteranno alla sottoscrizione di<br />

un protocollo intenti che potenzialmente muoverà rilevanti investimenti. Grazie.<br />

Presidente: Grazie Massimo, grazie a tutti i vicepresidenti, chiamerei qui sul palco l’Arch. Pietro<br />

Carboni Pugi, grazie.<br />

Pietro…: Buonasera a tutti, cercherò di non annoiarvi con i numeri ma sarà una cosa abbastanza<br />

difficile perché tali sono… Comunque cercherò di sintetizzarlo per mastri, quindi chiaramente non<br />

andrò nel dettaglio che poi avete avuto già tutti dentro la cartella. Situazione patrimoniale al<br />

31/12/2006: ATTIVITA’ – Cassa 3.355, Banche 333.077, Titoli 58.205 euro, Partecipazioni<br />

1.813.437 euro, Crediti 462.421, Depositi Cauzionali 3.706 euro, Immobilizzazioni Tecniche<br />

160.708, Ratei e Risconti dell’attivo 16.939, credo che il bilancio l’avete avuto tutti no? Se<br />

eventualmente qualcuno non ce l’ha basta che alzi la mano, una ragazza ve lo consegna, così lo<br />

potete seguire anche nel dettaglio, io leggo i mastri. PASSIVITA’ – Debiti 248.790, Fondi TFR e<br />

Rischi 283.942 euro, Fondi Ammortamento 113.161 euro, Patrimonio Netto 2.203.789, Ratei i<br />

Risconti del passivo 0. Il totale delle passività è 2.849.682 euro, l’avanzo di gestione è pari a 2.166<br />

euro, il totale a pareggio è 2.851.848.<br />

Vi leggerò ora il Conto Economico, sempre al 31/12/2006. GESTIONE CARATTERISTICA -<br />

RICAVI Contributi Associativi 1.352.353 euro, Altri Contributi 4.464 euro, totale ricavo gestione<br />

caratteristica 1.356.917 euro. I COSTI, i Costi per il Personale sono stati 607.059 euro,<br />

Consulenze e Collaborazioni esterne 180.072 euro, Conduzioni Sedi e Uffici di Zona 157.070,<br />

Servizi ed acquisti 99.776 euro, Contributi a sistema confederale 219.175, Contributi e Liberalità<br />

diverse 56.818, Iniziative Associative diverse 17.467, Accantonamenti per Rischi 0, Ammortamenti<br />

20.345, Altri Oneri 68, il totale dei costi gestione caratteristica è costituito da 1.357.850 euro, il<br />

risultato operativo è negativo per 933 euro. GESTIONE EXTRA CARATTERISTICA: Gestione<br />

Finanziaria i proventi finanziari sono 10.849 euro, Oneri Finanziari 1.641 euro, il risultato della<br />

gestione finanziaria è pari a 9.208 euro. GESTIONE STRAORDINARIA: Proventi straordinari<br />

16.968 euro, Oneri straordinari 2.912, risultato della gestione straordinaria 14.056 euro, risultato<br />

della gestione extra caratteristica 23.264 euro, risultato prima delle imposte 22.231 euro, Oneri<br />

Tributari pari a 20.165 euro, risultato netto di esercizio 2.166 euro. Continuo a leggervi anche il<br />

preventivo economico <strong>2007</strong>. Voce: Gestione caratteristica sono previsti Ricavi per Contributi<br />

Associativi pari a 1.400.437 euro, Altri Contributi 0, il totale dei ricavi della gestione caratteristica<br />

del preventivo risultano 1.400.437 euro. Costi per il Personale 665.360 euro, Consulenze e<br />

Collaborazioni esterne 106.588 euro, Conduzioni Sedi e Uffici di Zona 169.236 euro, Servizi ed<br />

Acquisti 103.784 euro, Contributi al Sistema Confederale 228.433 euro, Contributi e Liberalità<br />

Diverse 46.365, Iniziative Associative Diverse 23.000, Accantonamento per Rischi 0,<br />

Ammortamenti 21.953 euro, Altri Oneri 200, per un totale dei costi gestione caratteristica di<br />

1.364.919 euro, il risultato operativo è parti a 35.517 euro. Sono previsti, inoltre, per la gestione<br />

extracaratteristica, riguardante la gestione finanziaria Proventi Finanziari per 4.500 euro, Oneri<br />

Finanziari per 1.500 euro, che portano risultato alla gestione finanziaria di 3.000 euro. La gestione<br />

straordinaria: sono previsti 0 Proventi Straordinari, 0 Oneri Straordinari, quindi per un risultato della


Gestione Straordinaria pari a 0, il risultato prima delle imposte previsto è dato da 38.517 euro,<br />

Oneri Tributari 21.250 euro, per un risultato netto di esercizio di 17.267 euro.<br />

C’è una relazione del Consiglio Direttivo in riferimento al bilancio e al budget. La SITUAZIONE<br />

PATRIMONIALE al 31/12/2006 denota un buon livello di equilibrio finanziario. Il rapporto fra<br />

liquidità immediata differita e passività correnti è pari a 1,61 contro l’1,59 del 2005 e l’1,52 del 2004,<br />

questo evidenzia una crescita costante della capacità dell’associazione di fare fronte alle passività<br />

correnti con le proprie disponibilità. Si sottolinea, in rispetto all’anno 2005, una riduzione per crediti<br />

da contributi da riscuotere. Da ricondurre all’azione di recupero svolta nel corso dell’esercizio,<br />

tuttavia si segnala una permanente situazione di difficoltà da parte degli associati nel rispetto degli<br />

obblighi contributivi, fra le voci dell’attivo si rileva un incremento delle immobilizzazioni tecniche<br />

legato agli investimenti effettuati in arredo e impianti per l’ammodernamento della struttura che<br />

sicuramente tutti avrete visto perché, insomma, sono visibili a tutti. La rivalutazione operata al<br />

valore partecipazione ai titoli in portafoglio di proprietà dell’associazione. Fra le passività si<br />

evidenzia un incremento del patrimonio netto per effetto del risultato positivo conseguito nel 2005,<br />

va altresì segnalata la riduzione dei debiti a breve termine che, rispetto all’esercizio precedente,<br />

diminuiscono del 20,93%. Il CONTO ECONOMICO: il consultivo economico del periodo 1<br />

Gennaio-31 Dicembre 2006 evidenzia un risultato finale positivo pari a euro 2.166. La gestione<br />

caratteristica: l’intensa politica di marketing svolta dall’incremento del numero di soci e dalla<br />

fidelizzazione dei vecchi associati ha prodotto un aumento dei ricavi della gestione caratteristica<br />

rispetto al 2005 pari al 2,13, per un ammontare complessivo pari a euro 1.356.917 rispetto a<br />

1.328.642 dell’anno precedente. I costi della gestione caratteristica fanno segnare un incremento<br />

pari all’8,79% rispetto all’esercizio precedente. Tale aumento, in parte previsto, è da ricondurre ai<br />

maggiori costi sostenuti per le collaborazioni esterne. + 38,18%, servizi ed acquisti 18,33,<br />

Contributi e Liberalità 67,70%, Contributi al Sistema Confederale +5,51% e gli Ammortamenti per<br />

35,15%. La gestione extra caratteristica finanziaria e straordinaria è influenzata positivamente<br />

dalle rivalutazioni operate dal valore delle partecipazioni e dai titoli posseduti e dai dividendi<br />

incassati. Chiude con uN risultato positivo di 23.263 euro, permettendo di conseguire un risultato<br />

finale positivo e al netto degli oneri fiscali di 2.166 euro.<br />

Il Budget <strong>2007</strong>: le stime effettuate per la disposizione del preventivo economico <strong>2007</strong> tengono<br />

conto dei costi e dei ricavi ragionevolmente previsti in funzione anche al raggiungimento di alcuni<br />

obiettivi prestabiliti per la realizzazione del programma dell’attività <strong>2007</strong>. Dall’esercizio <strong>2007</strong> ci si<br />

attende un possibile incremento dei ricavi della gestione caratteristica rispetto al consuntivo 2006<br />

dovuti all’applicazione del nuovo sistema contributivo in vigore dal 1 Gennaio <strong>2007</strong>. I costi della<br />

gestione ordinaria, rispetto al 2006, dovrebbero seguire un incremento dello 0,52%, il risultato<br />

operativo previsto è positivo per euro 35.517. la gestione finanziaria prevede, rispetto al consuntivo<br />

2006 una diminuzione di proventi legati al rendimento dei titoli in portafoglio e delle partecipazioni<br />

possedute che prudenzialmente abbiamo stimato in solo 3.000 euro. Non sono stati inseriti Oneri<br />

O Proventi di natura straordinaria al budget stesso. Il risultato finale atteso è positivo, tuttavia<br />

l’entrata a regime del nuovo sistema contributivo potrebbe produrre effetti positivi o negativi in<br />

attesa. Deve essere verificato il primo anno, quindi, chiaramente i budget si basano sempre sulle<br />

attività dell’anno precedente, quindi questo è il primo anno in cui verrà testato. Grazie.<br />

Presidente: Grazie Pietro, la parola a Carlo Pugi per la relazione dei Sindaci Revisori.<br />

Carlo Pugi: Signori associati, il bilancio consuntivo dell’anno 2006 è stato redatto con i criteri già<br />

seguiti nei precedenti anni ed evidenzia un risultato positivo di 2.166 euro, importo che tiene conto<br />

del risultato altrettanto positivo di 14.056 euro, della gestione extracaratteristica, degli<br />

ammortamenti e delle immobilizzazioni materiali e immateriali di 20.345 euro e delle imposte di<br />

20.165 euro. Il risultato va ad aggiungersi all’importo del patrimonio netto di 2.203.790 euro pari<br />

alla differenza tra le attività e le passività che presentano, in sintesi, i seguenti valori: Attività<br />

2.851.848 euro, Passività e Fondi 645.893, Riserva Attività Istituzionali 2.203.789, Risultato<br />

Positivo 2.166, Patrimonio Netto Totale 2.205.955. Tutte le voci dello Stato Patrimoniale, nonché<br />

quelle del Conto Economico sono appostate nelle rispettive sezioni con i criteri che si richiamano a<br />

quelli indicati nel codice civile per la formazione di bilanci delle società commerciali, per quanto<br />

possibile, seguendo le indicazioni contenute nella relazione che ha illustrato ora il Presidente.<br />

Abbiamo verificato periodicamente, e in sede di controllo sul bilancio, le scritture contabili che<br />

l’associazione tiene con sistematicità, senza rilevare eccezioni, da che riteniamo che tutte le posti<br />

che costituiscono il documento presentato siano correttamente esposte e rappresentano la


situazione effettiva patrimoniale ed economica dell’associazione. Abbiamo rilevato in particolare<br />

che le disponibilità finanziarie corrispondono ai valori depositati nei vari conti bancari, postali ed in<br />

cassa e le altre attività finanziarie sono indicate secondo corretti principi contabili e civilistici, così<br />

come i crediti, in particolare quelli verso gli associati, per contributi da riscuotere la cui valutazione<br />

è assolutamente prudenziale nella continuità dei comportamenti tenuti nel tempo per la redazione<br />

dei bilanci annuali. I debiti corrispondono a quanto risulta effettivamente dovuto ai singoli creditori<br />

a vario titolo. Per quanto sopra esprimiamo il nostro parere favorevole all’approvazione del bilancio<br />

dell’anno 2006 come presentatovi dal consiglio direttivo. Grazie.<br />

Moderatore: Grazie Carlo. Chiederei all’assemblea se ci sono commenti o domande sul bilancio o<br />

sul preventivo. Se non ci sono commenti passerei alla votazione. La prima votazione sul bilancio<br />

consuntivo. Chi è favorevole, per cortesia alzi la mano, i contrari, gli astenuti. Quindi, il bilancio<br />

consuntivo è approvato unanime. Preventivo <strong>2007</strong>: favorevoli, contrari, astenuti. Il preventivo <strong>2007</strong><br />

è approvato in forma unanime. Vi leggo il risultato delle votazioni. Alla presenza della Sig.ra<br />

Dallavo Maria Adalgisa, dell’Ing. Maneschi Giovanni, del Sig Gemini Simone il risultato dello<br />

scrutinio ha prodotto i seguenti risultati: favorevoli 990, contrari nessuno, schede nulle nessuna,<br />

schede bianche 21. Ai sensi dell’art. 12 del comma 5 dello statuto dell’associazione la proposta è<br />

approvata.<br />

Grazie, chiamerei il Presidente dell’Associazione Industriali di <strong>Arezzo</strong>, Giovanni Inghirami, prego<br />

presidente.<br />

Giovanni Inghirami: Sono veramente emozionato e, nello stesso tempo, onorato. Io voglio di<br />

nuovo ringraziare il Presidente Basagni perché in questi 4 anni ci ha dato una testimonianza<br />

secondo me, molte volte anche senza farla vedere in modo così evidente, ma ci ha dato una<br />

testimonianza di come si può condurre con rigore, con serietà, con passione un’Associazione<br />

Industriali e soprattutto come si possa portare avanti l’interesse degli associati nel rispetto dei<br />

singoli e cercando, alla fine, di arrivare a un obiettivo comune. Questo modo leale, e questo modo<br />

di fare associazione da parte del Presidente sarà continuato per quanto io posso dare, posso fare<br />

con il massimo impegno anche da me e dalla mia squadra. Grazie di nuovo a tutti.<br />

Moderatore: Chiudiamo la nostra assemblea privata, 5 minuti iniziamo la pubblica. Ok? Grazie.<br />

CASSETTA 2<br />

Presidente: Colleghe e colleghi, vi ringrazio per essere oggi all’appuntamento annuale con gli<br />

Industriali della Provincia di <strong>Arezzo</strong>. Come sapete oggi si conclude la mia esperienza alla guida di<br />

questa importante organizzazione, solido punto di riferimento per la nostra economia. Vorrei quindi,<br />

in primo luogo, ringraziare tutti gli interlocutori presenti e passati con i quali ho avuta il piacere di<br />

collaborare e di confrontarmi in questi anni. Per quanto riguarda i colleghi presenti, posso<br />

augurarmi che non siate pentiti di avermi eletto 4 anni fa questo consenso. Volete comprendermi<br />

se sento il bisogno di ricordare con particolare affetto l’amico Mauro Raniero Cantarelli, non fosse<br />

altro perché proprio nei mesi precedenti la sua scomparsa aveva deciso di rientrare in campo dopo<br />

una lunga assenza dalla scena confindustriale. Nel corso delle ultime assemblee della nostra<br />

Associazione abbiamo parlato di nuovi modelli di sviluppo che caratterizzeranno il futuro della<br />

nostra industria e di come l’approvvigionamento, il risparmio energetico cambieranno, nel giro di<br />

pochi lustri, le nostre abitudini di vita, le nostre imprese. La tappa odierna del nostro viaggio è<br />

dedicata al tema dell’innovazione. Sono certo che assieme ai nostri ospiti costateremo che si tratta<br />

di un argomento sul quale ognuno di noi potrebbe, o meglio, a mio parere, deve, impegnarsi<br />

attivamente e non di una questione riservata alla aziende tecnologiche, ai laboratori di ricerca e<br />

sviluppo agli scienziati. A mio avviso una definizione, ripeto, tra le altre, generale del termine valida,<br />

per tutti i contesti aziendali pubblici, culturali e artistici e via dicendo, potrebbe così riassumersi:<br />

innovare significa cambiare con discontinuità rispetto allo stato dell’arte apportando significativi<br />

miglioramenti riguardanti la tecnologia, i prodotti, i materiali, i servizi, l’organizzazione del lavoro, i<br />

modelli di business e il mercato e via dicendo. Parleremo, quindi, di innovazione a 360° con il<br />

Presidente della Provincia, con il Vicepresidente di <strong>Confindustria</strong> Pasquale Pistorio e con il<br />

Presidente di IBM Italia Andrea Pontremoli. L’obiettivo è quello di ricevere stimoli, elaborare idee<br />

per le nostre imprese, per la Pubblica Amministrazione, per le società pubbliche e per i rapporti fra


pubblico e privato. Faremo anche un punto della situazione sull’innovazione nelle imprese in<br />

provincia di <strong>Arezzo</strong>, grazie all’indagine che abbiamo svolto nelle scorse settimane con SDA<br />

Bocconi e IBM Italia, indagine che questa mattina è già stata oggetto di analisi e commenti<br />

assieme a un qualificato e ristretto panier di imprenditori che ringrazio della collaborazione. Come<br />

già fatto nel corso della nostra assemblea 2006, vorrei citare una frase di Michael Porter che trovo<br />

particolarmente significativa e adatta: “Non esistono settori a basso tasso di innovazione, ma solo<br />

imprenditori con minor propensione al cambiamento”. Aggiungo quest’anno, parafrasando Porter,<br />

che non esistono settori della Pubblica Amministrazione a basso tasso di innovazione, ma solo<br />

amministratori con minor propensione al cambiamento. Detto questo dovrei tracciare un breve<br />

bilancio di questo mio mandato e dell’ultimo anno, cercherò di farlo attraverso alcune riflessioni di<br />

fondo, in prospettiva, ricordando alcuni temi tra cui le sfide sulle quali ci siamo impegnati io,<br />

Vicepresidente e il Direttivo e degli altri organi dell’Associazioni e sulle quali lascio idealmente il<br />

testimone all’amico Giovanni Inghirami e alla sua squadra. Sono temi sui quali, assieme ai nostri<br />

amministratori, alle altre associazioni di categoria, ai sindacati, a tutti gli altri attori della società<br />

aretina, dobbiamo rapidamente fare un grande sforzo con discontinuità apportando significativi<br />

miglioramenti rispetto allo stato dell’arte. Sono temi sui quali, cioè, dobbiamo fare tutti un bel po’ di<br />

innovazione.<br />

Partiamo dal rapporto imprenditori-politica. È un tema di grande attualità sia a livello nazionale, sia<br />

a livello locale, specie dopo i risultati del sondaggio condotto da La Nazione sulla mappa del<br />

potere aretino. L’idea che, ad oggi, ho maturato, è che anche il sondaggio conferma che a livello<br />

locale gli imprenditori sono considerati attori importanti della società civile. Il mio pensiero è che<br />

attraverso l’associazionismo, tutti gli imprenditori possono diventare direttamente soggetti politici,<br />

considerando, comunque la politica, un intervento e non un mercato da conquistare, conferma<br />

sempre più, come uno degli appuntamenti portanti della nostra comunità, credo che il motivo<br />

risieda nel fatto che ogni volta che usciamo da qui con nuovi stimoli, nuove idee, nuove sfide da<br />

riportare, dal giorno dopo nella nostra attività quotidiana, noi, con le nostre imprese, i nostri<br />

amministratori nelle loro stanze, i politici nelle loro sedi, consci tutti del fatto che dobbiamo<br />

condividere alcuni obiettivi di fondo e di lungo periodo che però possiamo raggiungere solo con<br />

azioni quotidiane e coerenti. Mai come in questi incerto e complicato periodo della nostra storia<br />

imprenditoriale dobbiamo ribadire attraverso la nostra Associazione, rispettando i ruoli del nostro<br />

impegno sociale e politico. Solo attraverso la partecipazione, il confronto e la condivisione degli<br />

obiettivi, siamo e saremo in grado di continuare ad essere elemento di stimolo, di critica costruttiva,<br />

di proposta nei confronti dei nostri interlocutori. Cari colleghi, in questi anni ho visitato parecchie<br />

delle vostre aziende e mi sono sempre sforzato di capire i vostri problemi e di coinvolgere il<br />

maggior numero di voi nei nostri processi decisionali, di far capire che tutti possono contribuire,<br />

che per alcuni versi tutti hanno il dovere di contribuire alla crescita e al progresso della nostra<br />

società. Chi ritiene che il tempo speso in Associazione sia tempo sprecato, tempo sottratto a cose<br />

più utili non ha, a mio avviso, consapevolezza del suo ruolo sociale, chi ritiene di non aver nulla da<br />

dire o, magari, non si sente all’altezza di un impegno associativo, a mio parere, si sottovaluta. Tutti<br />

i giorni noi che facciamo gli imprenditori prendiamo decisioni di politica aziendale, ci assumiamo<br />

delle responsabilità, ma se vogliamo incidere su fattori esterni alle nostre imprese possiamo farlo<br />

solo impegnandoci insieme nella nostra associazione. Questo impegno si traduce in idee e<br />

proposte di politica industriale, politica dello sviluppo economico, politica del benessere, politica del<br />

fare, politica del merito. Certamente la partecipazione alla vita associativa impone l’assunzione di<br />

comportamenti differenti rispetto a quelli che utilizziamo nelle imprese, ma la visione e la passione<br />

di fondo è la stessa e non potrebbe essere altrimenti. E partecipare alla vita associativa offre<br />

sempre stimoli, conoscenze e l’opportunità di aprirci ad iniziative di collaborazione di rete, di<br />

business condivisi con altri. Noi che facciamo impresa siamo, volenti o nolenti, importanti soggetti<br />

della politica del territorio a cui apparteniamo. Se abbiamo successo con le nostre attività teniamo<br />

fede alle aspettative che la società ha verso di noi e rendiamo un servizio alla collettività, mettendo<br />

a disposizione risorse attraverso le imposte, dando lavoro direttamente o indirettamente a diverse<br />

decine di migliaia di persone, facendo profitti che si trasformano in risparmi, consumi, nuovi<br />

investimenti, liberalità di un’azione nel sociale, nella cultura, che con discrezione vengono date<br />

dalle imprese e dagli imprenditori alla nostra comunità. Ad ogni buon conto, quello che chiediamo<br />

in cambio a chi ci amministra è di aiutarci a fare meglio il nostro mestiere lo chiediamo sempre con<br />

un approccio propositivo, in modo pacato, pronti ad alzare i toni solo se chi ci sta di fronte si<br />

dimostra sordo o più attento ad ascoltare la voce di quelli che sono sempre contro tutto e tutti,<br />

quelli che sono rimasti legati all’idea che gli imprenditori pensano soltanto a fare soldi e che il


profitto sia un male necessario, magari, ma comunque un male, e via dicendo. Chiediamo di<br />

essere aiutati non dentro le nostre fabbriche, ma fuori, fuori con reti stradali adeguate, con reti<br />

informatiche, con servizi pubblici razionalizzati di qualità superiore e a costi ragionevoli, con una<br />

burocrazia accettabile e rapida, amica dell’impresa e del cittadino. Chiediamo insomma che chi ci<br />

amministra faccia bene il suo lavoro, che non ci metta mesi o anni a rilasciarsi le autorizzazioni per<br />

costruire o ampliare le nostre aziende, che non blocchi i nostri progetti di investimento dopo anni e<br />

anni che li abbiamo avviati, quando abbiamo già comprato i terreni, pagato progetti e consulenti.<br />

Questi fatti nel tempo, sfortunatamente, sono accaduti. Chi si propone agli elettori per assumere<br />

un incarico amministrativo, nel momento in cui è eletto, non risponde più solo ai suoi elettori o al<br />

suo partito, ma a tutta la collettività che da lui attende un’azione di modernizzazione e non la<br />

gestione del solo consenso, così come pretende il rispetto delle leggi che emana, deve rispettare il<br />

cittadino e pretendere che la macchina amministrativa, che da lui dipende, abbia lo stesso rispetto<br />

del cittadino dal dirigente all’ultimo degli impiegati. Così come c’è una scadenza precisa e<br />

definitiva per le entrate in vigore di una norma o per il pagamento di un tributo, deve esservi una<br />

scadenza precisa e definitiva per le decisioni amministrative, per i documenti, per i permessi da<br />

rilasciare. Parliamo ad esempio delle energie rinnovabili, settore nel quale fare e lasciar fare<br />

investimenti è non solo una priorità ma una vera e propria emergenza nazionale ed internazionale,<br />

anche ai fini di tutela dell’ambiente, ma ogni iniziativa trova sempre o comunque l’opposizione di<br />

qualcuno, rallentamenti, incertezze, ostacoli che si tratti di termo-valorizzazione, di eolico od altro.<br />

Negli ultimi mesi in Toscana si sono svolti due referendum popolari riguardanti la realizzazione dei<br />

parchi eolici, in entrambi i casi ha vinto il sì e di larga misura, a Montescudaio con il 67,8% a<br />

Monteverdi Marittimo con l’89%. I cittadini, a nostro parere, in questi Comuni si sono dimostrati più<br />

coscienti e costruttivi di alcuni loro rappresentati e dei soliti comitati locali contro, che in questi casi<br />

non mancano mai, hanno capito bene che è meglio, forse, nel territorio, qualche pala eolica che<br />

non un’atmosfera invivibile e inquinata. Vorrei fare riferimento anche, mi sembra che oggi sui<br />

quotidiani veniva confermato il progetto della TAV, l’alto giorno abbiamo letto che da Parigi a<br />

Francoforte ci si impiega 3 ore e 10, noi siamo ancora a pensare, a progettare, gli altri sono avanti<br />

qualche lustro su questo fronte, sono questi gli elementi della competitività che noi chiediamo,<br />

un’accelerazione nei tempi per raggiungere ormai delle distanze con altri Paesi, parlo europei,<br />

effettivamente, in questo momento quasi impossibili. Dalle nostre amministrazioni attendiamo<br />

certezze e decisioni, certezza non significa sempre sì, significa sì o no motivati, rapidi e definitivi<br />

con lo sguardo rivolto all’interesse generale, con una visione complessiva dello sviluppo<br />

economico, del progresso, dei doveri e della responsabilità della comunità locale. Dal nostro<br />

territorio, cittadini e imprenditori attendiamo sostegno e supporto perché fuori dal nostro territorio,<br />

dove andiamo a vendere i nostri prodotti e dove competiamo non abbiamo alleati ma solo<br />

concorrenti, quasi sempre concorrenti fortemente supportati dalle rispettive autorità locali. Spesso<br />

ho richiamato la necessità di dotare il nostro territorio, mi ricordo già nella prima relazione che ho<br />

fatto, di una cabina di regia, di un luogo di confronto sui grandi temi dello sviluppo del nostro<br />

territorio. Questa cabina non è mai nata, lasciamo posto a troppe discussioni su troppi diversi tavoli.<br />

Non rinuncio nemmeno oggi a richiamarne la necessità.<br />

In questa logica, parlo dell’associazionismo concertazione e nuovi investimenti per lo sviluppo del<br />

territorio, assieme alle categorie della produzione e in particolare gli artigiani abbiamo intrapreso<br />

un percorso che si prefigge l’obiettivo di semplificare e di sintetizzare o come ho già detto in<br />

passato, di concentrare la concertazione. Da quasi 2 anni cerchiamo di muoverci in sintonia sui<br />

temi a noi comuni, di presentarci con posizioni univoche dando così ai nostri amministratori la<br />

possibilità di agire più rapidamente e incisivamente, sottraendo loro il compito della sintesi tra<br />

diverse posizioni o la buona ragione per rinviare le decisioni. Non si tratta di un patto segreto, non<br />

abbiamo mai firmato un solo foglio di carta, semplicemente ci confrontiamo e cerchiamo la sintesi<br />

nell’interesse dell’economia, consci ognuno di noi, del nostro peso e della nostra rappresentatività.<br />

Su alcuni grandi temi abbiamo cercato e trovato ampia e convergente, anche con le altre<br />

associazioni di categoria del territorio, a dimostrazione del fatto che quando si ragiona di iniziative<br />

e progetti la soluzione si trova. Penso all’avvio dell’interporto di <strong>Arezzo</strong> destinato a contribuire a<br />

medio termine ad una profonda evoluzione del nostro tessuto economico. Penso alla società di<br />

valorizzazione dell’aeroporto di <strong>Arezzo</strong> che nei nostri auspici vedrà come protagonisti soggetti di<br />

riferimento dell’economia e del sistema bancario, oltre 40 imprenditori e le associazioni di<br />

categoria. Penso alla due mari per il completamento della quale abbiamo ricevuto garanzie da<br />

parte del Ministero, delle Regioni e delle altre amministrazioni interessate che entro fine <strong>2007</strong><br />

avremo il tracciato definitivo, grazie anche all’infaticabile Renzo Conti che si è impegnato assieme


agli altri colleghi su questo tema. Penso all’ampliamento del centro affari i cui lavori dovrebbero<br />

iniziare entro pochi mesi, anche se dopo una gestazione non poco travagliata. Penso all’idea di<br />

rinnovare profondamente il centro storico di <strong>Arezzo</strong> attraverso una forte collaborazione pubblicoprivato.<br />

Ma penso anche alla mostra di Piero della Francesca che segna una svolta in inversione di<br />

tendenza, un’innovazione importante che noi industriali da tempo auspicavamo, organizzare pochi<br />

grandi eventi di richiamo sui quali concentrare le energie e gli sforzi di tutti. Su questa iniziativa va<br />

detto che tutti riconoscono un ruolo importante del Presidente della provincia Ceccarelli.<br />

Ma in questi anni ci siamo dedicati anche alla chiusura di iniziative che non avevano più ragione di<br />

essere, è un lavoro che noi industriali abbiamo fatto a cominciare da casa nostra, chiudendo<br />

consorzi e società che non funzionavano più. In alcuni casi abbiamo cercato le economie di scala<br />

in un livello territoriale superiore come è accaduto con la regionalizzazione del consorzio Fidi e del<br />

gruppo d’acquisto per l’energia elettrica. In altri casi abbiamo dato vita a nuove iniziative come nel<br />

caso della società Genergy indirizzata alla produzione di energia da fonti rinnovabili e ci siamo<br />

riproposti l’obiettivo di sostenere più attivamente nuove iniziative imprenditoriali nate dalle nostre<br />

imprese più innovative con il progetto <strong>Arezzo</strong> Best Performers che stiamo portando avanti assieme<br />

a Camera di Commercio, Banca Etruria, Istituzioni e Distretti Industriali, Università. Abbiamo<br />

fortemente potenziato l’attività della nostra agenzia formativa, ma da soli noi ed altri che si<br />

impegnano in questo gruppo non possiamo fare ciò che è necessario fare. Organizzare e<br />

coordinare un sistema formativo complesso che parte dalla scuola e arriva fino a delle<br />

specializzazioni post-laurea, dando grande attenzione allo sviluppo della formazione tecnica e<br />

professionale per gli stage aziendali e la formazione continua. Riteniamo il tema dell’education un<br />

tema centrale, è stato accennato prima anche nella privata, dal Presidente Inghirami, riteniamo da<br />

sempre ormai nell’Associazione Industriali, il tema fondamentalmente un momento e un ruolo di<br />

concentrazione sul territorio dell’education strategico per lo sviluppo dello stesso territorio.<br />

Rimango infatti perplesso quando vedo fiorire nuove iniziative sicuramente nobili e politicamente<br />

corrette come il Master sull’etica di impresa o sulla sicurezza, sapendo che manca nei giovani la<br />

minima conoscenza dell’elemento di base sul quale etica e sicurezza si applicano, cioè l’impresa e<br />

la sua gestione manageriale, e forse senza aver valutato attentamente gli sbocchi occupazionali di<br />

questi profili.<br />

Andando oltre, a quanto mi risulta, il processo di riorganizzazione è in corso anche all’interno di<br />

altre Associazioni, seppur con più difficoltà e lentezza anche l’amministrazione ha capito che la<br />

ricerca di maggiore efficienza e la lotta agli sprechi del sistema è una delle strade per riconquistare<br />

un profilo alto della politica, una delle priorità irrinunciabili che ha ancora molta, molta strada da<br />

compiere per passare dal dire al fare. In ogni caso, nelle cose realizzate come in quelle eliminate,<br />

l’unione tra le categorie interessate, le amministrazioni componenti ha fatto, e potrà fare ancora, la<br />

forza, la rapidità, il decisionismo, la divisione e la debolezza, la lentezza e l’indecisionismo. A titolo<br />

di esempio vi è oggi un ampio consenso sull’idea di concentrare sul Centro Promozione e Servizi<br />

la promozione internazionale delle imprese del territorio, la gestione del settore fieristico e<br />

congressuale, la valorizzazione dei prodotti tipici. Per fare ciò non basta affidarne la guida ai soli<br />

imprenditori,, occorre anche rafforzarne la struttura operativa. Come già ebbi modo di dire lo<br />

scorso anno, senza un management adeguato le società non camminano, le iniziative non partano<br />

e quando partano non vanno alla giusta velocità. Essere uniti tra categorie e amministrazioni locali<br />

significa evitare che accada di nuovo, come è accaduto in passato, che si perda lo spirito<br />

collaborativo e che le singole categorie ritengano di poter perseguire obiettivi di interesse generale<br />

con iniziative individuali ma finanziate dal pubblico.<br />

Il rinnovo degli organi camerali, Consiglio, Giunta e Presidenza è stata occasione di divisione e di<br />

conflitto tra le categorie economiche. Se l’idea era quella di accreditare le associazioni del<br />

commercio come le uniche rappresentanti dell’economia dei servizi, in contrapposizione<br />

all’economia del manifatturiero, se questo era un tassello di un processo finalizzato ad affermare la<br />

leadership di un’associazione su altre e asportare l’asse della politica economica del territorio, noi<br />

consideriamo sbagliati quest’idea e questo processo. A questa visione io, il Comitato di Presidenza,<br />

il Consiglio Direttivo della nostra Associazione non ci siamo prestati e abbiamo proposto, assieme<br />

ai colleghi dell’artigianato e a importanti componenti dell’agricoltura e della cooperazione e di altre<br />

associazioni del sindacato, una visione diversa basata sulla diversificazione e l’evoluzione delle<br />

attività produttive e sullo sviluppo di un terziario forte ma sinergico con l’industria, sulla<br />

modernizzazione della distribuzione, sul turismo che non sostituisce ma completa il percorso di<br />

crescita e di diversificazione dell’economia. Questa è la visione della nostra economia e del nostro<br />

futuro sulla quale stiamo lavorando. Il variegato mondo del terziario e dei servizi alle imprese è


oggi il secondo gruppo merceologico della nostra associazione dopo la metalmeccanica, secondo<br />

il sondaggio de La nazione, già citato, Opinion Leaders aretini riconoscono in Angelo Landi uno<br />

degli industriali più importanti del territorio assieme a Patrizio Bertelli e Giovanni Inghirami, ma<br />

l’amico Angelo opera nel settore delle assicurazioni, delle telecomunicazioni dell’informatica, e non<br />

so cos’altro perché è un po’ difficile stargli dietro. Questa è la realtà del sistema dalla<br />

rappresentanza ad <strong>Arezzo</strong> in Italia, comunque sia lascio con dispiacere un clima non sereno fra i<br />

rapporti delle categorie della produzione e del commercio. Voglio solo aggiungere che è una<br />

questione che le categorie devono risolvere e risolveranno fra loro e che si può concludere o con<br />

l’accettazione della realtà senza compromessi o aggiustamenti artificiosi, o in base all’esito dei<br />

ricorsi che, lo ricordo, noi industriali abbiamo subìto e non certo voluto. Vorrei però tranquillizzare<br />

tutti coloro i quali si sono sentiti in dovere di auspicare a una soluzione paventando rischi di<br />

immobilismo, ritardo od altro, La Giunta Camerale è in pieno delle sue funzioni così come lo sono<br />

gli organi amministrativi delle società controllate e partecipate ed ha assunto decisioni anche nelle<br />

ultime settimane, anche con voto unanime di tutte le categorie presenti all’interno della Giunta.<br />

Devo dire che le maggiori preoccupazioni sul rinnovo del Consiglio Camerale sono venute più dai<br />

nostri politici, amministratori, dalla stampa e dai medi piuttosto che da noi colleghi imprenditori,<br />

impegnati ad affrontare e superare uno dei passaggi congiunturali più difficile dal dopoguerra nel<br />

corso del quale abbiamo registrato una velocità diversa rispetto a quella delle altre imprese, della<br />

nostra Regione, del nostro Paese.<br />

Alcuni dati sulla congiuntura. Il quadro dell’esportazione e i dati dell’andamento delle imprese<br />

danno la misura del cambiamento in atto. Partiamo dall’export. Tra 2003 e 2006 l’export<br />

provinciale è cresciuto in valore del 25%, poco più della media regionale (18%) e nazionale (23%).<br />

Le importazioni sono aumentate a un ritmo inferiore (20%) in linea con la media regionale e sotto il<br />

dato italiano (32%). Nel decennio ’93-’03 il tasso di crescita era stato quasi doppio, senza<br />

considerare l’insorzioni di elevati derivanti dalla corsa al rialzo dei prezzi delle materie prime e dei<br />

metalli in particolare. La ricomposizione delle esportazioni tra settori e mercati è stata molto<br />

marcata, moda e oreficeria non sono cresciute, alimentari, legno e, soprattutto, gomma e minerali<br />

non metalliferi sono arretrati, mentre hanno registrato buone performances la chimica, la<br />

meccanica e l’elettronica. L’Europa dell’est e l’Asia hanno aumentato il loro peso relativo mentre<br />

hanno perso quote l’Europa Occidentale e soprattutto gli Stati Uniti con un meno 7,5 punti<br />

percentuali nel quadriennio. Le produzioni che più hanno sofferto la competizione del Far East e<br />

l’andamento sfavorevole di alcune variabili, a cominciare dal cambio, sono quelle a minor valore<br />

aggiunto e a basso contenuto tecnologico, quelli ancora al mercato interno e a quello Europeo<br />

Occidentale, quelle che faticano ad internazionalizzarsi o a riposizionarsi su prodotti e mercati ad<br />

alta crescita della domanda. Quelle con difficoltà a spingere a fondo sulla leva dell’innovazione per<br />

puntare su qualità e differenziazione, o per dirla in formula, sulla differenziazione di qualità. Queste<br />

criticità ci indicano la via da percorrere oggi che si avvistano qui nella nostra realtà, i primi segnali<br />

concreti di ripresa. Per fortuna negli ultimi 3 mesi del 2006 la produzione industriale è tornata a<br />

crescere a ritmi importanti, +4,4% tendenziale, un po’ in tutti i settori fatturati e ordinativi hanno<br />

anche essi registrato performances interessanti . Le stime relative al primo trimestre <strong>2007</strong><br />

confermerebbero la tendenza positiva in atto, l’incremento della produzione dovrebbe attestarsi tra<br />

il 3 e il 4% spalmandosi per lunga parte nei comparti produttivi mentre la crescita del fatturato<br />

potrebbe superare il 4% con buona intonazione della domanda sia interna che estera. L’auspicio è<br />

quindi che il <strong>2007</strong> segni l’aggancio, con un ritardo di 6-9 mesi, dell’industria aretina, al trend della<br />

ripresa regionale e nazionale premiando gli imprenditori che hanno tenacemente portato avanti<br />

una politica di investimenti anche nella fasi congiunturali più buie. L’importante è che questo<br />

miglioramento del quadro congiunturale non ci distolga dal tenere alta l’attenzione sull’oreficeria,<br />

uno dei consolidati pilastri dello sviluppo e dell’occupazione del nostro territorio, che sta<br />

affrontando una difficile transizione. Il settore dell’oreficeria oggi è fatto di aziende leader e che con<br />

tenacia si stanno rafforzando investono e crescono e di moltissime aziende che si dibattono in<br />

piccole e in grandi difficoltà, che vanno sostenute con idonee azioni da parte di tutto il sistema<br />

associazioni, Enti locali, banche e via dicendo.<br />

Ho un’ultima riflessione sui giovani. Grazie alle quote rosa oggi si aprono nuovi, maggiori spazi,<br />

secondo me, dovuti, alle donne ai vertici delle amministrazioni e sta crescendo un’analoga<br />

sensibilità anche nelle imprese e più in generale nelle società. A mio avviso, mancano ancora<br />

fortemente degli strumenti che possano favorire o accelerare questo processo. Sono<br />

personalmente convinto che queste elezione rosa, ci farà sicuramente molto bene. Secondo me<br />

l’avviamento c’è già stato, c’è una progressione importante, ma nel nostro Paese c’è ancora molto


da fare. Credo che dovremmo adottare un criterio simile alle quote rosa anche per i giovani. Non<br />

dobbiamo dimenticarci che la società ha un debito nei loro confronti che consiste nel non essere<br />

stati, in parte, capaci di tramandare loro valori, ideali, spirito di sacrificio e di dar loro spazi nei<br />

centri decisionali.<br />

Io prima di concludere la mia relazione volevo ringraziare tutti coloro che hanno diviso questi anni.<br />

Io esco, a parte emozionato, esco veramente rafforzato da un punto di vista di questa esperienza<br />

che mi ha certamente arricchito, ha portato sicuramente dei valori importanti, ha portato, secondo<br />

me, sono stato onorato di questi 4 anni, con orgoglio e, penso, con passione, in servizio<br />

all’Associazione. Quindi ringrazio tutti i Vicepresidenti, il Comitato di Presidenza, la squadra, il<br />

Direttivo, tutti gli associati che si sono voluti impegnare in questo quadriennio, ringrazio in modo<br />

particolare il mio amico Bragagni perché è stato veramente eccezionale, è stato non invadente e<br />

ha avuto veramente la sensibilità di collaborare, sapete che sono molto sincero, non sono uno da<br />

piaggerie quindi sono diretto su queste cose, però le cose vanno fortemente riconosciute. Quindi<br />

ringrazio tutto il personale, ci siamo visti l’altra sera quindi abbiamo avuto l’opportunità di<br />

scambiarsi le nostre impressioni e riflessioni. Ringrazio il Direttore, che sicuramente, c’è stato un<br />

momento che le nostre mogli hanno dubitato, perché eravamo molto assieme al telefono e di<br />

presenza. Quindi ringrazio anche la mia azienda che mi ha dato l’opportunità di poter dedicare<br />

tempo a questi quattro anni e alla mia famiglia. Grazie a tutti e passo la parola a Giovanni. Grazie.<br />

Mi fate commuovere, grazie, siete troppo gentili. Passo la parola a Presidente Giovanni Inghirami<br />

Giovanni Inghirami: Premetto che dopo una standing ovation come questa è difficile prendere la<br />

parola. Innanzitutto vorrei salutare tutti i presenti, le autorità, i colleghi e le colleghe, i personaggi<br />

importanti e famosi che sono qui oggi. Nello stesso tempo vorrei, sicuramente è doveroso da parte<br />

mia, ringraziare nuovamente, l’ho fatto nell’assemblea privata, ma lo voglio fare anche ora,<br />

ringraziare Giovanni Basagni per il lavoro che ha portato avanti, ha svolto in questi quattro anni, un<br />

lavoro fatto, non solo con passione, ma anche con la determinazione di volerlo fare bene, di volere<br />

lasciare un’Associazione moderna, al passo con i tempi, di volere coinvolgere tutti gli associati e<br />

portare avanti l’Associazione nell’interesse dei medesimi. Io credo che questa standing ovation se<br />

la sia veramente meritata e, forse, se era un cantante avrebbe potuto cantare nuovamente, ma io<br />

gli dico, tra 4 anni, sicuramente, puoi fare di nuovo il Presidente, perché mio pare che lo Statuto lo<br />

consenta.<br />

Sarò molto breve vista l’importanza dei personaggi che devono parlare subito dopo, quindi non vi<br />

voglio annoiare, voglio solo ringraziare tutti quelli che hanno dato fiducia a me e alla mia squadra e<br />

ci hanno eletto, quindi io sono veramente onorato e mi accingo ad affrontare questo incarico con<br />

entusiasmo e passione, convinto che lavorando per le imprese e insieme ad esse in stretta<br />

collaborazione con esse, potremmo portare un valore aggiunto al sistema, viste oggi si sta<br />

parlando molto anche di questo, anche strade e percorsi innovativi. Io penso che in questo<br />

momento siamo di fronte a grandi cambiamenti e ognuno di noi forse cerca dentro di sé, o fuori di<br />

sé, magari, strade diverse rispetto a quelle che abbiamo percorso negli anni passati. Certamente<br />

in questi cambiamenti è coinvolta anche l’Associazione Industriali, perché l’Associazione deve<br />

rimanere al passo coi tempi e deve essere un’Associazione in grado di recepire un mondo che<br />

cambia. Io confido, con il contributo del Direttore e, ovviamente, di tutti gli associati ma anche di<br />

tutti i dipendenti dell’associazione, di riuscire a mantenere l’Associazione, negli anni nei quali sarò<br />

Presidente, al passo con i tempi, perché considero questo un aspetto molto importante, proprio<br />

perché l’Associazione, alla fine è come se fosse un’impresa ad azionariato diffuso, un’impresa che<br />

deve, in un certo senso, dare ai propri associati, non solo delle risposte ben precise sui servizi e<br />

sulle necessità che gli associati hanno, ma deve essere anche un’impresa che costruisce servizi e<br />

anche solidarietà tra le imprese stesse finalizzando il tutto alla valorizzazione del territorio, perché<br />

poi vedremo che questo è uno dei punti che mi sta particolarmente a cuore. Il programma mio e<br />

della mia squadra è un programma che si articola su pochi ed essenziali punti, io ritengo però che,<br />

sinteticamente, sia opportuno anche ripeterli. I punti sui quali si estrinseca partono, innanzitutto,<br />

dalla necessità di aiutare questo sistema produttivo e imprenditoriale, soprattutto riferito alle<br />

imprese meno in grado di poterlo fare, di internazionalizzarsi, perché oggi noi dobbiamo essere<br />

consapevoli che la competizione è globale e il mercato è il mondo e non sempre tante aziende<br />

sono in grado di esprimere le loro potenzialità perché magari, non solo non hanno i mezzi, ma non<br />

conoscono a volte nemmeno le strade, e non conoscono nemmeno i modi e le metodologie per<br />

poter affrontare certi mercati. Credo che nel compito di un’Associazione Industriali questo sia uno<br />

dei punti fondamentali di un programma, come l’altro punto fondamentale del programma, di contro,


è proprio la valorizzazione di quelle eccellenze che abbiamo. Perché noi, nella nostra area di<br />

<strong>Arezzo</strong>, abbiamo tante eccellenze, il compito dell’Associazione Industriali è valorizzare le<br />

eccellenze, non che ne abbiano bisogno, ma valorizzarle nel comunicarlo perché se noi partiamo<br />

dalle nostre eccellenze, dai nostri prodotti d’eccellenza, comunichiamo un valore di tutto il territorio,<br />

di tutto il sistema e quindi questo è un altro aspetto, secondo me, dove l’Associazione deve<br />

contribuire a dare un’immagine dentro e fuori <strong>Arezzo</strong>, noi bisogna essere presenti considerando<br />

che le nostre eccellenze sono eccellenze internazionali.<br />

Il terzo punto che mi sta molto a cuore è quello della formazione, che oggi probabilmente altri<br />

affronteranno in maniera molto più precisa e innovativa e approfondita di me, però io credo che<br />

oggi il ruolo di un’Associazione è anche quello di contribuire alla formazione delle risorse umane.<br />

La sfida del futuro si fa sicuramente con la capacità che noi avremo di formare le future classi<br />

dirigenti e, soprattutto, tenendo conto però di una specificità. A mio avviso nessuno di noi deve<br />

poter pensare di competere in numero o quantità con la Cina, l’India o gli altri Paesi emergenti,<br />

perché se noi volessimo competere con questi Paesi e pensare di arrivare al loro numero di<br />

ingegneri, tecnici sarebbe un errore imperdonabile. Noi bisogna combattere questa serialità della<br />

formazione costruendo un’unicità che parte anche dalla personalizzazione che viene fatta<br />

attraverso un affiancamento dell’impresa in questo percorso di formazione. Perché la nostra<br />

formazione, ritengo non possa prescindere da quelli che sono i nostri valori e nostri contenuti, che<br />

gli altri non hanno e che noi invece dobbiamo evidenziare perché costituiscono un punto<br />

importante sicuramente del nostro sistema.<br />

Il quarto punto, che mi sta molto a cuore, è ovviamente anche quello riferito a tutti i nostri associati<br />

e ai servizi che spero possano essere sempre più di alta qualità e di livello che noi associazione<br />

dovremmo essere in grado di dare agli associati, servizi che oggi, ovviamente, spaziano anche su<br />

campi informazioni e assistenza che magari fino a qualche tempo fa erano impensabili. Però il<br />

mondo sta cambiando e anche noi ce ne dobbiamo, non solo accorgere, ma dobbiamo prendere<br />

quelle direzioni che contribuiscono alla crescita di tutte le nostre aziende, di tutti gli associati.<br />

L’altro punto che è molto importante è il punto della partecipazione ai contributi dell’Associazione<br />

ai grandi progetti delle infrastrutture finalizzati allo sviluppo del territorio. Anche questo credo che<br />

se si parla di progetti noi bisogna essere presenti come stimolo, e direi anche soggetto critico di<br />

spinta però, nello stesso tempo, dobbiamo fare in modo che ci sia uno sviluppo di questo Paese,<br />

della nostra area che più ci sta a cuore, proprio perché le imprese senza questo, senza<br />

infrastrutture, senza tutte quelle che sono tecnologie che oggi appartengono agli altri nostri<br />

competitor, lasciamo stare India e Cina ma parliamo almeno di quelli europei, ecco noi ci<br />

dobbiamo confrontare ad armi pari, dobbiamo partire non da una partenza dove siamo già 100<br />

metri indietro, dobbiamo partire perlomeno insieme agli altri, poi magari sono sicuro che al<br />

traguardo ci possiamo arrivare anche per primi.<br />

E infine, l’ultima cosa che mi sta a cuore, che però è un po’ l’elemento fondamentale del nostro<br />

programma, è quello del rilancio delle attività produttive. Dando un valore alla produzione che in<br />

parte noi ci siamo dimenticati pensando che magari tutto possa ormai arrivare e venire da altri<br />

Paesi, non è proprio così, io credo che il vero valore che noi abbiamo è legare questo mondo<br />

produttivo il concetto del Made in Italy non sono dove i prodotti vengono fabbricati, ma dando a<br />

questo concetto un valore molto più ampio, un valore che è relativo al territorio, all’arte,<br />

all’ambiente, a tutto un insieme di valori che ci appartengono, che sono quelli che fanno parte della<br />

nostra storia, del nostro DNA. Io sono sicuro che proprio questo concetto più ampio del Made in<br />

Italy sia un concetto che possa portare alla valorizzazione dei nostri prodotti e delle nostre imprese<br />

attraverso una cooperazione intelligente, leale con gli altri soggetti economici e non solo, e mi<br />

riferisco quindi anche ai soggetti politici, anche con i soggetti relativi all’Università o tutti quelli che<br />

sono preposti alla formazione, quindi credo che proprio su questo si svolga la nostra sfida del<br />

futuro, si svolge nella valorizzazione di tutto quello che abbiamo che costituisce un punto di<br />

partenza per una sfida più ampia, una sfida che ci deve vedere protagonisti a livello globale e nello<br />

stesso tempo se noi sapremo dare un valore vero a questo Made in Italy inteso in un senso molto<br />

più ampio daremo un valore a tutto quello che noi faremo o andremo a fare. Ovviamente io ritengo<br />

anche che recuperare i nostri valori, la nostra cultura, la nostra arte, la nostra storia, proiettarli nel<br />

futuro attraverso anche quelle che sono le sfide tecnologiche dell’innovazione, sia uno di quei punti,<br />

elementi che fanno la differenza. Noi dobbiamo costruire un nuovo Made in Italy, e costruirlo di<br />

successo, e vedrete che questo sistema sarà poi un esempio per tutti. Grazie.


Presidente: Elena Tavanti Citarnesi per il premio annuale che il Comitato Donne assegna a<br />

un’impresa della nostra Associazione. Prego.<br />

Elena Tavanti Citarnesi: Autorità, gentili ospiti, cari colleghi e amici, prima di procedere<br />

all’assegnazione del riconoscimento che il Comitato Impresa Donna ogni anno assegna a<br />

un’azienda del territorio, desidero oggi ufficialmente e pubblicamenteringraziare il Presidente<br />

Giovanni Basagni non solo per lo splendido quadriennio che ha dedicato alla nostra associazione<br />

ma anche per l’attenzione che ha riservato al nostro Comitato consentendogli di avere ancora più<br />

ruolo e visibilità all’interno della nostra Associazione. A Giovanni Basagni quindi un grazie di cuore<br />

da parte mia e di tutto il mio Comitato e un grande augurio per l’importante incarico che ha avuto in<br />

<strong>Confindustria</strong> Toscana, incarico che è un riconoscimento delle sue grandi, indiscutibili capacità<br />

imprenditoriali e manageriali, e del suo carisma di leader. Al Presidente eletto Giovanni Inghirami<br />

va l’augurio più sincero e affettuoso di tutto il nostro Comitato, per un quadriennio altrettanto<br />

proficuo e importante.<br />

Il nostro Comitato quest’anno ha deciso di dare un riconoscimento alla ditta Fratelli Munichi. La<br />

ditta Fratelli Munichi s.p.a. nasce come falegnameria Fratelli Munichi nel lontano Gennaio 1953, in<br />

un piccolo laboratorio artigianale situato nel centro storico di <strong>Arezzo</strong>, dedicato alla fabbricazione di<br />

mobili per cucina. Superati felicemente i primi 50 anni di attività, ancora oggi collaborano<br />

nell’azienda i fondatori Munichi Giovanbattista e Munichi Giuseppe anche se la responsabilità della<br />

gestione è stata affidata ai rispettivi figli: Vittorio e Giorgio. L’azienda si è nel frattempo sviluppata<br />

in maniera brillante, oggi l’attività di produzione viene svolta nel nuovo e moderno stabilimento<br />

tecnologicamente all’avanguardia situato nella zona industriale di <strong>Arezzo</strong>, dopo aver operato per<br />

quasi un quarantennio nel vecchio fabbricato di via Trento e Trieste, sempre ad <strong>Arezzo</strong>. La<br />

superficie coperta è di quasi 20.000 m² su cui sono impegnate attualmente 120 persone tra<br />

impiegati ed operai, con un prodotto destinato al mercato nazionale e non solo. La storia di<br />

un’azienda preparata ad affrontare le sfide future dell’economia per avere fondato il proprio<br />

successo nella correttezza, serietà, competenza ed impegno.<br />

Ritira il premio Vittorio Munichi.<br />

Presidente: Vittorio congratulazioni. Facciamo un cambio di programma per motivi tecnici, quindi<br />

darei la parola al Presidente Pasquale Pistorio. Prima di dare la parola vorrei fare proprio 30<br />

secondi di presentazione. Pasquale Pistorio penso molti di voi non lo conoscono, io appena è<br />

arrivato gli ho dichiarato la mia ammirazione per lui, non lo conosco ci siamo incontrati a maggio in<br />

<strong>Confindustria</strong>, chiedendogli la conferma della presenza stasera qui, però ho letto molte cose su di<br />

lui e la cosa veramente mi ha creato interesse all’inizio e sicuramente molta, molta attenzione.<br />

Personaggio di poche parole, umile, di grosso contenuto. Pasquale Pistorio, siciliano, la cosa che<br />

mi ha colpito è che a Catania è venuta fuori una delle realtà di eccellenza, è una meraviglia,<br />

secondo me, condivisa e confortata da tutta una serie di elementi. Laurea in ingegneria elettronica,<br />

6 lauree a honoris causa, Presidente onorario della ST Microelettronica, Presidente di Telecom<br />

Italia, Vicepresidente di <strong>Confindustria</strong> per l’innovazione e la ricerca. Del curriculum di Pistorio<br />

vorrei ricordare che è stato ricordato Presidente… (fine lato A)<br />

(Lato B)… del Consiglio Strategico Francese delle Tecnologie e dell’Informazione, collabora<br />

attualmente con il nostro Ministero dello Sviluppo Economico sui temi legati all’innovazione e<br />

all’efficienza energetica. Chiudo ricordando, non a caso, che Pistorio guida una fondazione senza<br />

scopo di lucro che si occupa di assistenza ai bambini per la salute, la nutrizione e l’educazione<br />

nelle regioni meno avvantaggiate e colpite da guerra e da disastri naturali. Scusate se è poco!<br />

Voglio dire, questo signore non ha visibilità ma veramente il curriculum lo dimostra, è veramente<br />

una persona di grosso spessore, grazie Pistorio.<br />

Pasquale Pistorio: Molte grazie a leggere il curriculum sembro uno che abbia fatto qualcosa,<br />

insomma, avendo 71 anni ed essendo sempre stato molto attivo nella mia vita, qualcosa è venuto<br />

fuori, ma comunque grazie molte. E signora, siamo siciliani ma quello che voleva dire il presidente<br />

è questo: dicevano che in campo giornalistico non fa notizia quando un cane morde un uomo, fa<br />

notizia quando un uomo morde un cane. Ora, l’Etna Valley a Catania fa notizia perché Catania non<br />

è certamente nota come una grande area tecnologica, è in questo senso che non era prevedibile<br />

creare un centro tecnologico avanzato a Catania, e in questo senso, effettivamente, è stata un po’<br />

un’esperienza importante.


Autorità, signore e signori grazie moltissimo, e grazie soprattutto al Presidente Basagni per avermi<br />

invitato a questo importantissimo evento nella vita <strong>Confindustria</strong>le della nostra Associazione qui ad<br />

<strong>Arezzo</strong>. Sono particolarmente lieto di esserci in quanto il tema principale, o il tema di cui mi<br />

occuperò, di cui si occuperà anche l’amico e collega Andrea Pontremoli quando mi seguirà, è il<br />

tema dell’innovazione, un tema che ormai è entrato a far parte nella profonda convinzione di tutto il<br />

sistema imprenditoriale italiano, perché ormai è chiaro quello che è avvenuto nel mondo, viviamo<br />

in un’economia globale, è un dato di fatto, non è discutibile se è un bene o un male, secondo e è<br />

un bene, va gestito, ma è un bene, e in questa economia globale i paesi avanzati come l’Italia non<br />

hanno altra scelta per competere se non puntare sull’innovazione. I fattori di costo sono talmente a<br />

vantaggio dei paesi emergenti, non solo Cina e India ma tutti i paesi emergenti, per cui soltanto<br />

con un’innovazione spinta i paesi avanzati possono competere. E questa è la sfida di tutti i paesi<br />

avanzati in particolare dell’Italia. Intendiamo anzitutto che cosa vuol dire innovazione. Ha fatto<br />

molto bene prima il Presidente a precisare questa discontinuità in tutti i settori, dai prodotti alle<br />

attività innovative delle imprese nella loro organizzazione. Noi in <strong>Confindustria</strong>, in un modo,<br />

diciamo così, rappresentativo, figurativo abbiamo detto che l’innovazione a 360° e come due facce<br />

della stessa medaglia. Da una parte abbiamo l’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi,<br />

dall’altra parte abbiamo l’innovazione dei processi operativi dell’impresa. Entrambe sono<br />

fondamentali, entrambe devono essere oggetto di costante impegno e attenzione delle imprese<br />

per poter competere. Innovazione di prodotti e di processi produttivi, aumenta il valore aggiunto e<br />

aumenta la produttività della produzione ma dall’altro lato l’innovazione dei processi operativi, apre,<br />

l’impresa a tutto il mondo nuovo in cui l’impresa si deve confrontare, e aumenta la sua produttività.<br />

Entrambe vanno fatte, c’è comunque una differenza tra i due aspetti da un lato l’innovazione di<br />

prodotto e di attività e di processi produttivi, va fatta dall’impresa ma si inquadra molto più<br />

profondamente in una attività di sistema paese. Tutti i grandi sistemi industriali avanzati ormai<br />

lavorano come sistema paese. Tutti i paesi avanzati cercano di creare le condizioni per attirare<br />

cervelli e capitali e sono quindi capaci di fare sistema con le proprie imprese, cosa che ancora,<br />

purtroppo, non avviene in Italia. E infatti l’Italia sta male, se andiamo a vedere come spesa di<br />

Ricerca e Innovazione siamo tra i paesi in ritardo, spendiamo solo l’1,1% del nostro PIL in Ricerca<br />

e Innovazione, la media europea è del 2% perché la tiriamo giù noi e la Spagna che sta<br />

riprendendosi, e la Grecia, il Portogallo, ma la Svezia è sopra il 4, i Paesi Scandinavi sono tutti tra<br />

il 3 e il 4, i grandi Paesi dell’Europa centrale sono tra il 2,5 e il 3, gli Stati Uniti sono al 2,6 il<br />

Giappone al 3,2% del PIL, la Cina, attenzione, è all’1,4% del loro PIL, e se consideriamo la<br />

dimensione della Cina, il costo dei ricercatori cinesi, attenzione che fra non molto la Cina non sarà<br />

soltanto un forte competitor dal punto di vista dei fattori di costo ma anche dalla capacità di<br />

innovazione. Quindi noi siamo in ritardo e se non sblocchiamo questo elemento fondamentale, non<br />

riusciremo a rimanere un Paese di punta. È chiaro che bisogna risolvere anche molti altri problemi,<br />

problemi che <strong>Confindustria</strong> denuncia sempre, problemi di sistema, che non toccherò stasera, li ha<br />

citati più di qualcuno, il Presidente nella sua relazione, dalle infrastrutture che sono carenti, dalla<br />

burocrazia che è ancora molto pesante, i tempi di risposta del nostro sistema, la flessibilità dei<br />

fattori del lavoro. Ci sono tanti problemi che vanno ancora risolti, ma se tutti questi fossero risolti e<br />

non si toccasse questo nodo fondamentale del sistema paese nella ricerca e innovazione non<br />

potremmo competere nel mondo globale di oggi. Quindi è fondamentale. Perché? Perché non c’è<br />

stata coscienza da parte dei governi, negli ultimi 30 anni, non c’è stata sufficiente coscienza da<br />

parte delle imprese che hanno vissuto, in qualche modo, anche in un’economia sotto certi aspetti<br />

protetta e sotto altri aspetti che riprendeva competitività con il meccanismo della svalutazione<br />

competitiva. Quando questa è cessata le imprese poi hanno cominciato a reagire e sono diventate<br />

virtuose perché la reazione c’è stata. Perché in Italia si spende così poco? Spendono poco sia il<br />

pubblico che il privato, quell’1,1%, alcuni politici dicono cercando, francamente non di mentire, ma<br />

dicendo una cosa che è vera ma che è deviante, lo Stato spende, sono i privati che non spendono,<br />

perché più della metà, più del 50%, il 55% di quella quota è pubblico, mentre il 45% è privato,<br />

mentre in tutti gli altri Paesi è l’opposto, è la spesa privata che è di più. Ma queste sono percentuali<br />

di una quota piccola, comunque, ma in fatti assoluti il pubblico spende poco, stiamo attenti a<br />

questo, e la qualità della spesa, cosa ci mettono dentro? Cosa compone la spesa pubblica? Il<br />

100% della spesa di tutti gli Istituti pubblici di ricerca, ma và, scherziamo, qual è la parte<br />

amministrativa di questo? E il 50% di tutta la spesa Universitaria. Ma scherziamo? Ma quale<br />

università spende il 50% in ricerca. Quindi è fuorviante, ma anche se così fosse, i valori assoluti<br />

sono molto poco, soprattutto è poco il trasferimento verso le imprese. Questo è un dato molto<br />

carente. Dal 1980 al 2002, dati dell’OCSE, danno questi numeri che sono per me impressionanti e


molto chiari. Se noi guardiamo in tutto questo periodo ’80-2002, date in cui sono disponibili, i<br />

trasferimenti totali dei vari governi alle imprese, misurati a parità di potere d’acquisto e a cambio<br />

costante, sono stati di 24 miliardi di euro in Italia, dal Governo alle imprese italiane. Nello stesso<br />

periodo sono stati 56 miliardi di euro in Inghilterra, 62 miliardi di euro in Francia, 63 miliardi di euro<br />

in Germania, questa è la spesa pubblica. Quindi, l’Inghilterra più del doppio, Francia e Germania<br />

quasi il triplo. Quindi lo Stato non si è impegnato con i suoi trasferimenti a incentivare le imprese e<br />

noi sappiamo, sono gli strumenti, che ogni volta che lo Stato da un euro alle imprese, le imprese<br />

ne investono circa 2, quindi questo enorme effetto di trascinamento è mancato in Italia. Ma<br />

spendono poco anche i privati.<br />

Un’altra cosa che vorrei dire a proposito dell’Università, nell’Università c’è ancora, e nei centri<br />

pubblici di ricerca, c’è ancora un grande problema che Confindustra denuncia sempre, la<br />

mancanza di meritocrazia a sufficienza. Abbiamo dei centri di eccellenza splendidi, abbiamo dei<br />

ricercatori geniali, ma il sistema è molto frenato dalla mancanza di forti misure di meritocrazia e di<br />

produttività, il sistema è bloccato. Anche il trasferimento dello Stato alle Università è basato sulla<br />

quantità e non sulla qualità, il nostro collega di <strong>Confindustria</strong>, Gian Felice Rocca ha presentato un<br />

progetto in cui si chiede che almeno il 20% dei trasferimenti all’Università sia basato sul merito e<br />

non sulla quantità, oggi è meno del 3%, tutto il resto è sulla base del numero di studenti, sulla base<br />

del numero quantitativo e non di qualità, questo è un grande difetto del sistema universitario<br />

italiano, un sistema del merito è dappertutto in Italia, nella Pubblica Amministrazione è<br />

pesantissimo e lo è anche nell’istruzione.<br />

Andiamo ora al pubblico, perché il sistema pubblico spende poco. Se noi guardiamo, è uno studio<br />

fatto da Mediobanca, fatto anche a livello europeo, se noi guardiamo le grandi imprese italiane,<br />

spendono in percentuale del fatturato né più né meno come le grandi imprese europee dello<br />

stesso settore. E d’altra parte non potrebbero fare diversamente perché sennò non potrebbero<br />

competere. Le medie imprese italiane spendono un po’ meno, ma non molto meno, delle medie<br />

imprese europee. Le piccole imprese italiane spendono pochissimo come le piccole imprese di<br />

qualsiasi Paese europeo, il problema è che noi abbiamo un peso enorme delle piccole imprese,<br />

quindi la spesa totale del sistema industriale italiano è abbassata da questa distribuzione<br />

dimensionale del sistema imprenditoriale italiano. Quindi noi abbiamo due grandi problemi, perché<br />

la spesa industriale privata è bassa: La struttura dimensionale con troppe piccole imprese, poche<br />

medie, e pochissime grandi, e quindi c’è una necessità di fare crescere questo sistema, necessità<br />

che noi imprenditori abbiamo, necessità che il sistema politico ha e deve avere dando incentivi,<br />

oggi ci sono stati disincentivi alla crescita, bisogna che ci siano incentivi alla crescita delle imprese<br />

anziché disincentivi e dall’altro lato quell’effetto di trascinamento che dicevo prima che è mancato,<br />

non essendoci trasferimenti da parte dello Stato vengono ridotte le capacità delle imprese stesse a<br />

investire. E poi anche per mancanza di incentivi e molto basso il rapporto di collaborazione tra<br />

pubblico e privato, tra le imprese private e in centri pubblici di ricerca e Università. Cosa abbiamo<br />

fatto noi di <strong>Confindustria</strong> per correggere questo sistema. Abbiamo cercato di rimettere al centro<br />

della politica industriale del Paese la ricerca e l’innovazione. Da quando ho ricevuto questo<br />

incarico, da quando il Presidente Montezemolo ha cercato di spingere il concetto dell’innovazione<br />

a 360°, noi abbiamo proposto al Governo sistematica mente, ormai dal 2004 lo propongo, un<br />

pacchetto simile alla fine sono 3 criteri, 2 strumenti, 4 proposte, erano 5 una è stata concessa 2-3<br />

anni fa, che era l’esonero dall’IRAP dei ricercatori, le altre sono rimaste costanti. La nostra<br />

proposta dice: bisogna che ci siano tre criteri, un orizzonte temporale lungo di almeno 10 anni, non<br />

si fa una politica di ricerca con un arco temporale di un anno, tipo Tecno Tremonti, un anno è<br />

troppo poco. Secondo: strumenti che siano il più possibile automatici, per evitare l’incertezza del<br />

beneficio e la lunghezza burocratica, quindi la leva fiscale. E terzo: strumenti che siano incentivanti<br />

per la collaborazione a pubblico o a privato. Questi 3 criteri. 2 gli strumenti: uno automatico<br />

orizzontale, soprattutto la leva fiscale; e uno verticale amministrato focalizzato su alcuni temi<br />

specifici e su grandi filoni. Abbiamo fatto 4 proposte, escludendo quella quindi, appunto, che è<br />

stata già concessa nella finanziaria 2005 delle esenzione IRAP sui ricercatori. Le quattro proposte<br />

erano: 1) Un credito automatico di imposta del 10% su tutte le spese di ricerca che un’impresa fa,<br />

e non abbiamo inventato niente, abbiamo guardato alle best practices dei nostri Paesi concorrenti<br />

e le abbiamo adottate: Francia, Canada, Germania, Inghilterra, abbiamo cercato di copiare quello<br />

che fanno gli altri, quindi 10% di credito d’imposta automatico; 2) 50% di credito d’imposta<br />

automatico in ogni commessa che un’impresa privata dà a un Istituto Pubblico di ricerca o<br />

un’Università, estremamente importante per le piccole imprese che hanno meno capacità di ricerca<br />

all’interno; 3) il lancio di grandi filoni strategici, di grandi processi programmi innovativi su alcuni


settori strategici in cui concentrare alcune attività particolari che siano strategici per il Paese; 4)<br />

l’esonero dagli oneri sociali, per un certo numero di anni, copiandolo dalla Francia, per gli start up<br />

innovativi. Ebbene devo dire che queste proposte sono state inascoltate per parecchi anni,<br />

finalmente nella finanziaria <strong>2007</strong> tre, che sono le tre più importanti, sono state recepite, quindi un<br />

atto positivo di questo Governo nel riguardo alla ricerca e innovazione, di cui <strong>Confindustria</strong> ha dato<br />

atto, perché tutte e tre le proposte, in termini qualitativi, anche se non nella stessa dimensione<br />

quantitativa che era stata chiesta da noi, sono state recepite: il credito d’imposta al 10% è stato<br />

recepito, il credito d’imposta nelle commesse privato-pubblico è stato recepito, ma col 15%, non<br />

col 50%, così come è stato recepito i grandi filoni, i grandi programmi strategici che poi<br />

rappresentano quello che è industria 2015 del Ministro Bersani con 5 grandi filoni prioritari che<br />

sono stati definiti e che stanno partendo in questo momento. Quindi un fatto positivo, finalmente, la<br />

quantità non era quella da noi richiesta, noi chiedevamo un miliardo e mezzo di euro di<br />

trasferimento alle imprese, si tratta solo di un miliardo, ma un miliardo è molto di più dei 60-70 che<br />

c’erano prima, quindi è un salto di qualità. Devo dire, purtroppo, accanto a questo fatto positivo,<br />

che ancora oggi, a metà di Giugno, non sono stati emessi tutti i decreti attuativi per cui c’è nella<br />

Finanziaria, ma in pratica non ci sono e questo è un fatto di contrarietà da parte nostra, che noi<br />

facciamo presente continuamente ai Ministri interessati e che speriamo si sblocchino presto<br />

perché altrimenti ci sono sulla carta ma ancora non sono operativi per le imprese che, mi auguro, a<br />

partire da subito si possano sbloccare e partire. Inoltre a sentire la sensibilità dei Ministri coi quali<br />

parliamo, le misure nella forma integrale, come quantità dovrebbero essere recepite nella nuova<br />

finanziaria. Se così fosse si avvia un processo virtuoso, ma ripeto ancora ci resta la bocca amara<br />

che ad oggi la lentezza burocratica amministrativa fa sì che ci sono sulla carta ma non sono partiti.<br />

Ebbene, se questo è quello che bisogna fare a livello governativo, e se questo è quello che le<br />

imprese devono fare per rinnovarsi e c’è uno spiraglio perché si migliori, dall’altra faccia della<br />

medaglia, e cioè quello che riguarda l’innovazione dei processi operativi delle imprese, le imprese<br />

non hanno bisogno di nessuno, lo devono fare tutto da sé, non dipende dai governi, dipende tutto<br />

da sé. E qui gli imprenditori devono dimostrare il coraggio di cambiare. Bellissima quella citazione<br />

di Michel Porter che non ci sono imprese innovative ma imprenditori che hanno il coraggio del<br />

cambiamento e altri che non ce l’hanno. Credo che, specialmente quando si parla di processi<br />

innovativi, operativi dell’imprese, la responsabilità è tutta nell’imprenditore piccola o grande che sia<br />

l’impresa non importa, l’imprenditore si deve confrontare con questo. E ancora una volta noi di<br />

<strong>Confindustria</strong> abbiamo identificato 4 pilastri fondamentali dell’innovazione dei processi operativi:<br />

l’informatizzazione, la qualità totale, l’ambiente come risorsa, l’internazionalizzazione. Sono questi<br />

4 pilastri fondamentali che noi andiamo predicando nei nostri programmi, un programma che<br />

abbiamo lanciato proprio per diffondere la cultura dell’innovazione è lì vorrei dire che <strong>Confindustria</strong><br />

locale, territoriale, in tutto il territorio, è stata di un entusiasmo e di un supporto notevole a questo<br />

programma, che è stato lanciato da <strong>Confindustria</strong> centrale ma che viene svolto sul territorio in<br />

collaborazione con le organizzazioni territoriali, nei 18 mesi in cui questo programma è in atto<br />

abbiamo svolto oltre 60 incontri sul territorio toccando 40 città, 20 regioni, 6.500 imprenditori,<br />

abbiamo generato dei booklet che chiamiamo dei toolkit per aiutare l’imprenditore, rivolto alle<br />

piccole imprese, perché le medie e grandi imprese non hanno bisogno di questi programmi di<br />

sensibilizzazione ma le piccole imprese credo di sì, e soprattutto sono importanti perché stimolano<br />

il confronto, creano il club degli innovatori che stiamo creando, abbiamo un sito molto avanzato per<br />

cui credo che è un programma estremamente costruttivo che sta avendo un ottimo successo, e ne<br />

sono già programmati 100 da qui a quando scade il mio mandato, a Maggio dell’anno scorso, per<br />

cui supereremo i 10.000 imprenditori che partecipano, che ci eravamo dati all’inizio del progetto e<br />

ora contiamo che saranno circa 12.000. Questo dimostra che l’impresa ha capito che bisogna<br />

innovare, ha capito che bisogna farlo.<br />

Ricordo molto velocemente che cosa intendiamo per questi 4 pilastri, non mi soffermo<br />

sull’informatizzazione perché c’è un vero esperto non solo di mestiere, di professione, di cultura di<br />

estrazione e Andrea potrà parlare molto meglio di me su questo tema, voglio solo dire che<br />

l’informatizzazione non si parla soltanto della gestione del magazzino, la gestione della contabilità,<br />

è il modo di porsi dell’impresa nella relazione con i clienti, con i fornitori, col mondo esterno,<br />

allargare l’impresa ed aprirla con strumenti che ne aumentino immensamente la produttività ma<br />

che ne aumentino anche la capacità di raggiungere il mercato globale in cui l’impresa opera e di<br />

gestirlo. La qualità totale, invece, è uno stato mentale, è una questione culturale, si basa su 2<br />

elementi fondamentali: la responsabilizzazione di tutti i dipendenti che diventino attori e non fattori<br />

del processo produttivo e il concetto del miglioramento continuo e dell’eliminazione degli sprechi,


caccia agli sprechi, qualunque cosa non è perfetta è migliorabile, qualunque cosa non aggiunge<br />

valore va eliminata, questo può essere fatto dalle piccole, medie, grandi imprese, da tutti, è uno<br />

stato mentale di un processo di continuo miglioramento che porta dei risultati eccezionali, ovunque<br />

venga fatto, porta dei risultati eccezionali, tutti lo possono fare, tutti lo devono fare. Il terzo pilastro<br />

è l’ambiente. L’ambiente è un costo, ovviamente, perché ci sono delle regole da rispettare però,<br />

attenzione, le imprese che sono più sensibili, specialmente per quello che riguarda il consumo<br />

energetico, che oggi è una sfida importantissima, come ricordava il presidente prima, le imprese<br />

che sono capaci di affrontarlo, lo possono volgere a proprio favore, perché è logico che un’impresa<br />

che per i sui processi produttivi, per la sua vita operativa, usi meno energia e meno materie prime,<br />

alla fine non può che essere più competitiva, sembra talmente intuitivo, certo c’è da fare degli<br />

investimenti specialmente culturali all’inizio, ma poi il ritorno è estremamente buono. Nella mia<br />

esperienza in ST che citava prima il Presidente è stata una lunga esperienza, siamo stati<br />

estremamente impegnati sia sul fronte della qualità totale, sia sul fronte ambientale, i risultati sono<br />

stati enormi, in 10 anni abbiamo risparmiato 900 milioni di dollari, di risparmio energetico e di<br />

materie prime, risparmio puro, non si trovano sotto il tappeto. E abbiamo investito, ovviamente, il<br />

pay back 2 anni e mezzo, un pay back, nel nostro settore, estremamente buono. Quindi io dico che<br />

tutti dobbiamo cercare di fare queste cose specialmente nell’energia, oggi c’è una spinta del<br />

Governo, uno dei grandi progetti innovativi che citavo prima di Bersani è proprio sull’energia, sono<br />

5 i grandi filoni, uno sull’energia è lì che mi ha chiamato per dare una mano a lanciare questi<br />

progetti, è stato lanciato, è stata lanciata anche la mobilità intelligente ed eco-compatibile, tutte le<br />

imprese possono partecipare a nuovi progetti di ricerca che saranno finanziati e ci sono lì<br />

abbastanza soldi, ci sono un miliardo di euro su tre anni, che coi fondi strutturali possono arrivare a<br />

2 miliardi di euro, quindi c’è veramente un sacco di fondi per tutti i progetti, non solo l’energia.<br />

L’energia da sola ne ha 350 milioni su tre anni stanziati, pura ricerca, quindi veramente importante.<br />

Quindi questo è un atteggiamento che l’imprenditore deve avere: culturale, prima ancora che di<br />

investimento. Il quarto ed ultimo filone è l’internazionalizzazione. E qui credo che le imprese si<br />

stanno muovendo con una rapidità impressionante. Nei giri che vado facendo vedo che c’è una<br />

risposta notevole, su tutti questo 4 pilastri, ma in particolare sull’internazionalizzazione. Che cosa<br />

vuol dire? Internazionalizzazione vuol dire capire che il mondo non è più l’Italia, non è più l’Europa,<br />

è il mondo. E bisogna andare sul mondo per due ragioni: una per i mercati che sono enormi, le<br />

opportunità diventano i nostri prodotti, i nostri servizi, sono enormi, secondo anche per mediare i<br />

costi in quelle attività manifatturiere in cui l’Italia non ce la fa più a competere perché tutto è stato<br />

spremuto, si delocalizza ed è un bene virtuoso nella mia esperienza di 25 anni in ST, ho<br />

delocalizzato un sacco ma ho creato più posti di lavoro in Italia, in 25 anni abbiamo creato posti di<br />

lavoro in Italia e fuori Italia in parallelo, siamo cresciuti in parallelo perché rendendo produttive<br />

attività che sarebbero morte in Italia si reinvestono i settori più avanzati, in ricerca o in produzioni<br />

di punta e si creano posti di lavoro in entrambi quindi è bene per il Paese e gli imprenditori hanno<br />

l’obbligo morale di delocalizzare quelle attività che non sono più competitive, fa bene all’impresa se<br />

l’impresa è profitable. Ma la cosa più importante sono i mercati. L’Europa oggi ha 450 milioni di<br />

persone, l’India e la Cina che hanno 2.400.000.000 di persone tra queste ce ne sono 250 milioni in<br />

Cina e 150 milioni in India che hanno lo stesso potere di acquisto misurato a parità di potere<br />

d’acquisto dell’Europa, quindi abbiamo un’Europa dentro India e Cina più un altro cinquantina di<br />

milioni sono nella Sean e questi però, ogni anno, sono decine di milioni di persone che si<br />

aggiungono a queste capacità. L’Asia è un fenomeno straordinario, è un’opportunità straordinaria<br />

per i nostri prodotti, per la nostra qualità, per il nostro valore aggiunto, per il Made in Italy,<br />

dobbiamo andare in questi mercati, dobbiamo andare nell’est europeo, dove c’è anche lì una<br />

crescita notevole, dobbiamo andare nei Paesi dell’America Latina, nei Paesi della sponda Sud del<br />

Mediterraneo, ma dobbiamo internazionalizzarsi e, ripeto, le imprese lo stanno capendo.<br />

Montezemolo ha organizzato una trentina di missioni all’estero, ci sono stati migliaia e migliaia di<br />

imprenditori che hanno partecipato in tutti i Paesi in cui siamo stati l’export italiano ha subito<br />

un’accelerazione. È un fenomeno importantissimo, del resto i dati che diceva il Presidente su come<br />

è cambiato nella comunità industriale della Provincia di <strong>Arezzo</strong>, il mix dell’export nella<br />

composizione della sua natura e anche verso i Paesi, è un segno che le imprese ci sono. In<br />

sostanza, in conclusione io credo che l’innovazione a 360° è l’unica arma per poter competere.<br />

Credo che il Paese lo sta capendo, un po’ più lentamente le imprese l’hanno capito e stanno<br />

reagendo più velocemente, se riusciamo a sincronizzare questi due elementi, se riusciamo a far sì<br />

che il Paese veramente si metta in sintonia puntando sull’innovazione a 360° e gli imprenditori<br />

continuino questo sforzo accelerandolo pure, io sono ottimista per natura penso che l’Italia possa


avere un secondo miracolo economico perché abbiamo delle competenze, della voglia, degli<br />

imprenditori capaci di fare. Auguri e buon lavoro.<br />

Presidente: Grazie Presidente Pistorio, riprenderemo i lavori come da ordine del giorno. Prima di<br />

passare la parola al Presidente Ceccarelli volevo leggervi due righe di tre lettere che ci sono<br />

arrivate, una del vescovo il quale scrive: Illustrissimo Presidente, la ringrazio di avermi invitato a<br />

partecipare all’assemblea annuale del 14 Giugno, sono molto dispiaciuto di non poter essere<br />

presente di persona avendo già altri impegni che non mi è possibile rimandare, auspicando la<br />

buona riuscita dei lavori così che ne possa trarre beneficio anche tutta la nostra società, mi è<br />

gradito porgergli cordiali saluti. Gualtiero Bassetti, vescovo di <strong>Arezzo</strong>.<br />

Poi abbiamo il Presidente Ceccusi di <strong>Confindustria</strong> Toscana che ha scritto queste righe dicendo:<br />

Caro Giovanni, desidero innanzitutto ringraziarti per il contributo di idee e di supporto che mi hai<br />

dato durante il tuo incarico di Presidente all’Associazione aretina, un caldo forte augurio di buon<br />

lavoro al nuovo Presidente Inghirami che saluto anche a nome tutti dei colleghi toscani.<br />

E l’ultima quella del Sindaco di <strong>Arezzo</strong>: Caro Presidente, ti ringrazio per l’invito rivoltomi a<br />

partecipare all’assemblea annuale dell’Associazione degli Industriali, purtroppo il 14 sono a Roma<br />

per impegni istituzionali che non potrò rinviare, ritengo di non poter essere in grado di rientrare per<br />

il 17, sarà presente il Vicesindaco al il quale porterà il saluto dell’amministrazione comunale e il<br />

mio personale. Ti prego di portare a tutti i partecipanti dell’assemblea le mie sentite scuse, i miei<br />

saluti e un augurio a voi tutti proficuo.<br />

Darei la parola a Vincenzo Ceccarelli, Presidente della Provincia di <strong>Arezzo</strong>.<br />

Vincenzo Ceccarelli: Buonasera a tutti alle autorità, a tutti gli intervenuti, al nuovo Presidente, io<br />

vorrei innanzitutto, portando il saluto, ringraziare il Presidente Basagni ma, direi, l’amico Basagni<br />

che ha terminato questa sua esperienza alla guida di <strong>Confindustria</strong> di <strong>Arezzo</strong>, gli auguro di avere<br />

nuovi e importanti incarichi, anche a livello associativo, sicuramente continueremo ad avere in lui<br />

un interlocutore serio, esigente, capace di dare un forte contributo alla concertazione, insomma<br />

quello che definiremmo in senso comune un punto di riferimento. La relazione, poi, che ha letto,<br />

l’intervento del Dott. Pistorio, anche l’intervento del nuovo Presidente, sicuramente danno tanti,<br />

forse troppi stimoli su cui uno potrebbe riflettere e potrebbe anche intervenire dicendo la propria. Io<br />

vorrei partire e cogliere l’assunto che sta alla base delle relazione di Basagni e cioè, se non ho<br />

capito male, se le imprese e le istituzioni non scommettono in modo sempre più forte in<br />

innovazione la sfida della competitività del sistema <strong>Arezzo</strong>, parlo di <strong>Arezzo</strong> per quanto ci riguarda,<br />

non sarà vinta. Io sono totalmente d’accordo con lui su questo punto e credo che i più attenti<br />

osservatori avranno anche potuto vedere, cogliere, come l’Ente che ho l’onore di presiedere ha<br />

lavorato e sta lavorando in questi anni per andare in questa direzione. Io più che interloquire o<br />

dissertare sulle cose che riguardano l’innovazione in senso teorico che sono state dette molto<br />

bene, molte sono condivisibili, vorrei cogliere questa occasione che voi mi date, così come faccio<br />

tutti gli anni per poter anche informare su quello che noi stiamo facendo e che facciamo e poi<br />

ognuno di voi potrà riflettere se questo va nella giusta direzione oppure no. Vorrei concedermi solo<br />

una schematica riflessione relativamente alle cose che ha affrontato anche il Presidente Pistorio.<br />

Certo, in un mondo e in un’economia globalizzata, dove i concorrenti beneficiano di bassi costi ad<br />

iniziare da quelli del lavoro, di una tecnologia oramai avanzata, perché la tecnologia avanzata<br />

iniziano ad averla tutti quanti, l’unica soluzione, e questo deve diventare, sono d’accordissimo, un<br />

elemento di carattere culturale che entra in tutte le nostre teste e il nostro agire, l’innovazione<br />

innestata nella tradizione. Potrebbe sembrare un controsenso, non è così, l’innovazione e cioè che<br />

iniziano ad avere e che hanno tutti, la tradizione come abbiamo noi non ce l’hanno, quando parlo<br />

di tradizione intendo la nostra storia, il nostro territorio, la creatività di cui sono capaci i nostri<br />

designer o i nostri artigiani, intendo insomma tutti quei fattori che fanno quel Made in Italy che<br />

dobbiamo sapere anche rinnovare ma che, sicuramente, è l’unico elemento, l’unico fattore che ci<br />

distingue dagli altri e che gli altri non sono in grado di attaccare.<br />

Ritornando invece più modestamente a noi, vi dicevo che come Amministrazione Provinciale non<br />

vi sarà sfuggito, nel nostro piccolo, la scelta dell’innovazione abbiamo cercato di praticarla da<br />

tempo, vorrei qui richiamare la scelta, in fin dei conti rischiosa, che mentre per un’impresa è<br />

necessaria, soprattutto in riferimento a Basilea, per un Ente locale no, ma noi abbiamo fatto già da<br />

anni la scelta di sottoporci alla richiesta dei rating. Va da sé che il rating poi è positivo, ma è<br />

comunque una scelta volta all’innovazione, così come quella della certificazione di qualità dei<br />

nostri servizi, come quella dell’apertura di nuovi sportelli integrati sul territorio che stiamo facendo


in questo periodo, due sono già aperti, in Valdarno e in Valtiberina, altri due li apriremo quest’anno<br />

e so che sono sportelli molto utilizzati anche dalle imprese con un minor dispendio di tempo. E poi<br />

cose che già conoscete però. La spinta alla creazione dell’IRI o il Centro per l’Innovazione si è<br />

innestata, pensata e vuole spingere in quella direzione. Diceva l’Assessore Cutini che proprio ieri,<br />

ieri l’altro, è stato presentato questo progetto, questa analisi, e previsioni di lungo termine sulla<br />

moda, fra l’altro erano presenti interlocutori, non in grande numero, ma interlocutori molto<br />

qualificati, però questi strumenti ci sono anche serviti per andare verso lo stringere dei rapporti più<br />

solidi che poi permettono di confrontarsi e di crescere anche con altri distretti soprattutto del nord<br />

Italia.<br />

E poi vorrei ricordare qui l’incubatore di impresa che a Settembre inaugureremo, non è una grande<br />

novità, è vero, ma è una novità per questo territorio e comunque la novità sta nella scelta che noi<br />

facciamo, è quella di dare la proprietà, nel bando che andremo ad approvare, a imprese che<br />

vogliono nascere utilizzando nuove tecnologie, soprattutto nel campo delle energie rinnovabili, che<br />

si impegnano a richiedere la certificazione di responsabilità sociale. Mi sembra che anche<br />

culturalmente questa ultima che ho detto è davvero una importante novità.<br />

E poi i nostri centri per l’impiego stanno dimostrando di funzionare.<br />

Io vorrei dire che mi ha fatto molto piacere sentire parlare anche in questa situazione di quote rosa,<br />

io sono uno di quelli che questa scelta la ha praticata, sono molto soddisfatto e quando parliamo di<br />

quote rosa va da sé che ci deve essere, bisogna coniugare questo con la qualità, ma vi garantisco<br />

che anche nell’altra parte del cielo ce ne è più di quanto riusciamo anche ad esprimere noi<br />

maschietti.<br />

Il concetto con il quale noi stiamo cercando di lavorare, anche qui proprio con l’Assessore Cecchi,<br />

so che ha partecipato ad alcuni incontri e confronti con voi, è quello di abbinare il concetto<br />

dell’innovazione alla semplificazione, quindi un progetto politico che concepisca un unico<br />

pacchetto e anche la regione Toscana con il nuovo piano regionale di sviluppo e con le ultime<br />

scelte di settore ha iniziato a tenere assieme questi due temi. Per quanto ci riguarda ci siamo<br />

mossi con la creazione e il funzionamento di un coordinamento provinciale per la semplificazione<br />

delle procedure attinenti alle attività economiche, abbiamo dato un impulso alla creazione di una<br />

rete provinciale dei SUAP, aperto una sorta di postazione di consulenza on-line per gli Enti locali e<br />

le imprese in questo senso, fornito software a tutti i Comuni, parlo di applicativi che vanno nella<br />

direzione di una migliore gestione di questi sportelli che, qualcuno mi può dire, non sempre quando<br />

sono nati hanno prodotto una semplificazione, anzi a volte ho sentito qualcuno che ha detto, ma<br />

menomale che si doveva semplificare! Mi sembra beh, certamente se le cose non entrano a<br />

regime può succedere anche quello. E stiamo facendo un attento lavoro di sfoltimento di<br />

regolamenti e di procedure.<br />

L’altro aspetto che voglio ricordare, e poi non voglio continuare in questo elenco, è questo progetto<br />

sulla banda larga. Tra breve uscirà un bando ad opera della Regione Toscana in accordo con le<br />

Province, noi siamo una di quelle, investiremo come cofinanziamento, mi sembra che la Regione<br />

Toscana metta a disposizione qualcosa più di 20 milioni di euro, noi comparteciperemo per il<br />

nostro territorio con un milione di euro, l’obiettivo è quello di coprire tutto il territorio con la banda<br />

larga e credo che questo sia importante anche e soprattutto, forse, per le imprese, perché la<br />

velocità nell’utilizzo dell’informatica e di internet, io ho un amico che ha un’impresa tessile, è<br />

disperato perché deve scaricare di notte, sperando che niente si inceppi, programmi che il telaio il<br />

giorno dopo deve utilizzare per fare il proprio lavoro.<br />

E poi vorrei ricordare un’ultima cosa, la dico con soddisfazione perché è nata anche da un<br />

confronto e da una sollecitazione avvenuta in questa sede, siamo finalmente arrivati a definire e ad<br />

avere l’elenco delle imprese di fiducia per quanto riguarda le opere pubbliche nella nostra provincia.<br />

È stato un lavoro non semplice abbiamo dovuto anche rispondere all’authority, oggi abbiamo noi<br />

due elenchi una di 120 ditte per la licitazione, 190 per la trattativa privata, sono comunque imprese<br />

al 70-75% del nostro territorio, credo che da questo punto di vista noi potremo guadagnare sia in<br />

affidabilità sia in celerità.<br />

Voglio ricordare, questo sul versante della concertazione, il 26 in Camera di Commercio firmeremo<br />

il Patto per lo Sviluppo con il Presidente della Regione Martini e là dentro, come sapete, stanno<br />

150 progetti che sono stati condivisi da tutto il sistema locale.<br />

Io credo che queste cose sono il frutto di un corretto rapporto tra gli imprenditori e gli<br />

amministratori. Io penso che il corretto rapporto sia quello dove le Istituzioni coordinano, danno<br />

input, fanno migliorare il quadro dello sviluppo, poi le aziende sono le protagoniste. Non è possibile<br />

fare altrimenti.


Per quanto riguarda questo quadro vorrei anche informarvi relativamente alla situazione delle<br />

infrastrutture che ogni anno, giustamente, viene citato, qui l’attenzione non cala, certo non è<br />

possibile superare il gap infrastrutturale da un’assemblea a un’altra, cioè da una legislatura a<br />

un’altra però oggi posso dirvi che la Variante di Levane a settembre sarà inaugurata, che il lavori<br />

per la Variante di Bibbiena sono iniziati, che la variante di Camucia saranno consegnati a lavori i<br />

primi di settembre, che per la nuova 69 la gara è nella fase terminale, che per Calbenzano, ahimè<br />

stiamo ripubblicando il nuovo bando, ma comunque non ci siamo fermati neanche in questa fase<br />

facendo con urgenza alcuni interventi che mi sembravano necessari anche ben riusciti. Si tratta<br />

comunque di oltre 100 milioni di investimenti. Purtroppo una notizia non positiva, come ha avuto<br />

modo anche di comunicare pubblicamente, arriva sulla E78 dove la scelta per quanto riguarda i<br />

tracciati sta andando avanti, mi sembra, come così stabilito negli accordi fra le Regioni, la notizia<br />

che abbiamo appreso è quella che il nodo di Olmo, seppur proposto all’ANAS non è stato recepito<br />

fra le proposte che andranno al CIPE nelle commissioni parlamentari, credo che dovremo fare tutto<br />

il possibile perché ci sia il rinserimento, perché a me non convince la risposta che il direttore della<br />

progettazione ANAS mi ha dato, quello è un tracciato sul quale stiamo studiando il project<br />

financing, intanto quando uno studia una cosa non sarà se poi sarà praticabile e comunque noi<br />

abbiamo fin dall’inizio detto per quell’infrastruttura fondamentale per la città di <strong>Arezzo</strong>, devono<br />

esserci fondi ordinari, perché comunque fondi ordinari sono quelli che possono rendere più<br />

praticabile poi il project, se dovesse poi essere quella la soluzione.<br />

Le ultime due questioni. È stata toccato il tema importante dell’energia, ho sentito, Pistorio che,<br />

giustamente, diceva, parlava di energia a minor costo, ma anche di minor consumo di energia.<br />

Naturalmente quando oggi parliamo di energia, quasi automaticamente, ci riferiamo alle energie<br />

rinnovabili proprio in questi giorni la Giunta Regionale dovrebbe approvare il PIR ne raccoglieremo<br />

tutti gli spunti, perché andranno a colpire anche i vuoti lasciati dalla legge 39 in tema di efficienza<br />

energetica, per quanto riguarda l’eolico, le biomasse, tra l’altro stiamo affrontando a Castiglion<br />

Fiorentino un tema che riguarda tutto il territorio: la riconversione dell’ex zuccherificio, io dico<br />

anche qui come ho detto altrove, per quanto ci riguarda quello è un tema ambientale ma anche di<br />

sostenibilità territoriale, non si può parlare lì soltanto di una creazione di un impianto a biomasse,<br />

ma di un impianto che sia coerente con quello che la filiera agricola può conferirgli e questo ritengo<br />

debba entrare nella testa dei vari interlocutori.<br />

Siamo invece all’avanguardia sul solare termico e fotovoltaico, credo che da questo punto di vista<br />

siamo in grado di garantire correttezza, velocità, trasparenza delle procedure, ho visto prima il Dott.<br />

Landi ne sa qualcosa perché loro sono i titolari del più grande impianto che si realizzerà in questo<br />

territorio. Così come stiamo ragionando su come rivedere una delibera per quanto riguarda le<br />

concessioni a livello idraulico. Certo, in molti di questi casi, soprattutto quando si parla dell’eolico,<br />

dobbiamo fare i conti con la sindrome del giardino accanto, vale a dire che tutti quanti dicono: bello<br />

l’eolico, vanno bene le biomasse, servono determinati impianti, però poi quando si va a localizzarli<br />

dovrebbero essere sempre localizzati nel giardino accanto e mai vicino. Questo è un tema che per<br />

certi aspetti dobbiamo tenere in considerazione che questo territorio è bello, ha un grande valore,<br />

anche economico però è chiaro che poi le cose indispensabili dobbiamo metterci nelle condizioni<br />

di farle, forse su questo la politica deve avere anche un maggior coraggio.<br />

Io vorrei ringraziare per l’apprezzamento sulla mostra di Piero, mi sono segnato “svolta”,<br />

“inversione di tendenza”, “un’innovazione importante”, io credo che questa scelta, che questo<br />

grande evento sia il frutto del sistema <strong>Arezzo</strong>, cioè sicuramente da condividere con le istituzioni<br />

coinvolte ad iniziare dai Comuni, con la lungimiranza della Banca Popolare dell’Etruria per quanto<br />

la riguarda ha continuato ad investire su Piero della Francesca, non è che ha iniziato, visto il<br />

restauro degli affreschi di Piero. Io vorrei sperare che questa sia un’inversione di tendenza, proprio<br />

dal punto di vista delle modalità per diffondere la conoscenza del nostro patrimonio artistico come<br />

CASSETTA 3<br />

vetrina per questo territorio e per tutto quello che ci sta dentro, non lasciamolo cadere.<br />

L’ultimissima riflessione, relativamente al sistema locale e alla Camera di Commercio. Io sono uno<br />

di quelli che finora ha parlato poco anzi, non ha parlato, però ho visto che sulla relazione c’era e<br />

non mi voglio comunque sottrarre a dire come la penso. Io vorrei che mi fosse dato atto di aver<br />

tenuto un profilo, non dico distaccato, sono stato molto attento, ma sono stato molto rispettoso<br />

dell’autonomia delle associazioni e così voglio continuare a fare. Certo è una vicenda che è<br />

apparsa, ed è confusa, che ha prodotto delle divisioni nel mondo economico, che ha avuto e


ischia di avere ripercussioni sul sistema nel suo complesso perché questo è innegabile, si<br />

percepisce il disagio tra i vari interlocutori e tra i vari attori, sono scelte che coinvolgono le<br />

istituzioni pubbliche e che coinvolgono poi anche quella che è la rappresentanza delle imprese e<br />

naturalmente tutto questo non è che può funzionare nella maniera più fluida stando in questa<br />

situazione. Io però ho tenuto questo atteggiamento perché sono convinto che la politica non deve<br />

tentare interventi impropri nell’economia, se lo fa dimostra di essere una politica debole, ma dico<br />

anche, con altrettanta schiettezza e forza, che l’economia altrettanto non deve ricercare e<br />

richiedere interventi impropri alla politica perché le cose possono avvenire o forse sono avvenute<br />

nei due sensi. Nessuno insomma deve tentare di scegliere gli interlocutori privilegiati nell’altro<br />

campo, gli interlocutori se li scelgono per quanto riguarda il Sindaco, il Presidente della Provincia, i<br />

Parlamentari, se li scelgono i cittadini e quindi anche imprenditori che si esprimono da cittadini,<br />

dall’altra parte le scelte le devono fare le imprese e naturalmente nelle imprese ci sono anche<br />

imprenditori che poi hanno una loro convinzione politica. Ha ragione Basagni quando dice<br />

comunque niente è fermo, nel senso che la Camera di Commercio sta funzionando, credo che<br />

andiamo a Bordeaux con il Presidente domenica, la cosa funziona, io spero però che la<br />

composizione e la soluzione sia la più rapida e possa rafforzarsi la collaborazione tra la Camera di<br />

Commercio, la Provincia, le Istituzioni in genere. Credo anche che è difficile pensare ad una<br />

Camera di Commercio che funzioni come un Consiglio Comunale, Provinciale o Regionale dove ci<br />

sono le maggioranze o le minoranze, io inviterei tutti gli interlocutori con pacatezza, con lucidità,<br />

con lungimiranza a concentrarsi di più sulla piattaforma programmatica che dovrà stare alla base<br />

del nuovo Governo della Camera di Commercio e, naturalmente, anche in questo caso i rapporti<br />

poi di forza che le varie aggregazioni esprimono, non è che poi possano essere considerate cose<br />

secondarie. Quindi da questo punto di vista auguri, siamo in attesa, la cosa è molto importante e<br />

credo che noi partiamo, almeno per quanto mi riguarda, da un buon lavoro che ha svolto la<br />

Camera di Commercio, anche in questo mandato, e lo dico non perché anche lì siamo arrivati in<br />

fondo, perché c’è qui il Presidente davanti, io parlo dei programmi di promozione che ci vedono<br />

stabilire assieme le priorità, che ci vedono mettere assieme le risorse, che ci fanno essere punto di<br />

riferimento per la Regione Toscana, penso al sostegno e alla progettazione delle infrastrutture,<br />

penso al nuovo Centro Affari, penso alla stessa mostra di Piero, quindi la Camera di Commercio è<br />

un interlocutore importante, importante sarà soprattutto la piattaforma di Governo e i rapporti che i<br />

nuovi assetti sapranno intrattenere.<br />

Finisco con gli auguri perché ci sarebbe un altro tema ma mi porterebbe lontano, è quello dei costi<br />

della politica, i costi delle imprese però qui, forse, come dire, a una sollecitazione, in 3 secondi, del<br />

Presidente Pistorio vorrei rispondere, perché lui ha detto: pochi trasferimenti alle imprese e molti di<br />

voi stanno leggendo in questi giorni, ormai da tempo, troppi costi della politica. Sicuramente sarà<br />

vero l’una e l’altra però poi Pistorio ha detto un’altra cosa importante, la questione del merito.<br />

Allora io vorrei proprio inserire la responsabilità nel senso che i costi della politica vanno scissi in<br />

quelli della democrazia e della politica, andrebbero verificati per quello che la politica è in grado di<br />

produrre, in termini di funzionamento e di impulso al sistema, questo vale anche per quanto<br />

riguarda le imprese. Perché i giornali sono pieni sia dei costi della politica ingiustificati, se andate a<br />

vedere il penultimo numero dell’Espresso, ci sono i famosi 5 milioni dati all’imprese… Allora il<br />

problema è dell’efficienza, cioè io credo che i costi vanno coniugati con quella che è l’efficienza.<br />

Caro nuovo Presidente tanti auguri di buon lavoro, credo che, io auguro che i programmi che lei si<br />

è dato possano essere realizzati, possiamo beneficiare, almeno sembra, in via teorica, di una<br />

ripresa dei consumi che è partita. Prometeia ci dice che anche il sistema <strong>Arezzo</strong> non ha solo nubi<br />

oscure di fronte, Nomisma sul rapporto che gli ha chiesto, l’Istituzione dei Distretti pure, quindi<br />

quanto meno, speriamo che il suo lavoro, perlomeno per quanto mi riguarda, avrà tutta la<br />

collaborazione e l’interlocuzione, possa innestarsi in un periodo più semplice rispetto alla<br />

congiuntura che è toccata a Giovanni Basagni e a tutti noi. Buon lavoro.<br />

Presidente: Grazie, la parola al Vicesindaco di <strong>Arezzo</strong> Donella Mattesini.<br />

Donella Mattesini: Buonasera a tutte e a tutti. Io vi porto, in primo luogo, i saluti del sindaco<br />

Fanfani che, come avete sentito dal suo intervento, per impegni istituzionali non può essere qui.<br />

Insieme ai suoi saluti vi porto anche l’impegno sincero di collaborazione da parte<br />

dell’Amministrazione Comunale. Devo, come Amministrazione e anche personalmente, ringraziare<br />

Basagni per questo importante lavoro svolto, un lavoro accompagnato da uno stile importante fatto<br />

di ascolto, di confronto, capacità d’innovazione, non è un caso che ha concluso il suo intervento


facendo riferimento alle quote rosa e ai giovani. A me piace, qui in questa occasione, ricordare<br />

un’esperienza importante fatta allora da Assessore alle Pari Opportunità proprio con l’Associazione<br />

Industriali, relativamente alle politiche di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, una<br />

grande innovazione questa, perché là dove si parla di sviluppo economico, il tema del benessere<br />

dei lavoratori sappiamo quanto è un elemento importante anche nella qualità stessa del prodotto.<br />

Altresì faccio gli auguri e le congratulazioni al Dott. Inghirami e per le cose che ci ha detto, per lo<br />

slancio delle proposte dei suoi interventi sicuramente saranno anni positivi.<br />

Nelle relazioni che ci sono state emerge in modo chiaro lo stato, questo quadro composito<br />

dell’economia aretina, un’economia fatta sicuramente di aziende in crisi, uno stato di<br />

preoccupazione ma anche una situazione che ci dimostra la vitalità e quante eccellenze, e non<br />

soltanto di nicchia, ci sono nel nostro territorio, quante aziende aretine hanno, anche negli ultimi<br />

anni, sviluppato una grande capacità, una grande innovazione e hanno conquistato fette importanti<br />

di mercato. E in questo senso penso che noi dobbiamo lavorare insieme per far sì che questo<br />

livello, questa capacità di innovazione possa effettivamente trasformarsi in qualcosa di stabile.<br />

Vedete io ritengo, anche per il tipo di delega che ho alle politiche sociali, che sempre di più,<br />

purtroppo, le difficoltà delle imprese, un’economia debole si trasforma comunque in difficoltà nel<br />

sistema sociale perché i problemi occupazionali trascinano con sé altri problemi, perché c’è una<br />

diffusione enorme di vecchie e nuove povertà, pensate ad <strong>Arezzo</strong> quanti sfratti per morosità ci<br />

sono, e siamo sul filo di lana, anche quelle famiglie che sono, in qualche modo, oggi incluse<br />

socialmente, basta che abbiamo una malattia di lunga durata o un aumento dell’affitto o un<br />

licenziamento e c’è il precipizio. Quindi è proprio vero che le difficoltà economiche si riflettono<br />

anche sui sistemi degli Enti locali e sui servizi essenziali al cittadino. E anche per questo occorre<br />

lavorare insieme. Allora la dico così, in questo quadro di stretta connessione tra tutti gli elementi,<br />

due sono le priorità: che ognuno di noi operi al meglio delle sue capacità e della sua creatività e<br />

che tutti noi decidiamo di collaborare lealmente, insieme per il bene comune, per la crescita della<br />

nostra collettività. Ritengo che lo sviluppo della concertazione debba essere il punto fondamentale,<br />

concertare elevando tale questione a metodo, metodo permanente. Occorre lavorare insieme e<br />

credo che la ripresa dell’economia aretina, questo aggancio alla ripresa toscana, in nuovo boom<br />

che ci auspicava prima l’intervento, si può stabilizzare solo se saremo capaci di attuare politiche<br />

integrate di sviluppo, perché la crescita economica, la coesione sociale e la tutela ambientale<br />

devono andare di pari passo, questa è la nuova sfida, e questa è responsabilità sociale<br />

dell’impresa, bisogna ottenere queste cose insieme. Ritengo che questo sia l’altro elemento<br />

essenziale che sta caratterizzando e caratterizzerà il lavoro comune. Basagni nella sua relazione<br />

parlava della necessità di una cabina di regia, io sono totalmente d’accordo, il sindaco Fanfani ha<br />

già proposto alla Giunta questo ragionamento, noi dobbiamo attivare un tavolo permanente di<br />

concertazione tra Enti locali e il mondo economico, il mondo finanziario, i Sindacati, e dobbiamo<br />

ragionare insieme sullo sviluppo del nostro territorio, sulle sue infrastrutture e non solo, senza<br />

paure, senza preoccupazioni, in modo leale ognuno con le sue prerogative ma, ripeto, senza<br />

pregiudizi, dovremo parlare in modo libero di infrastrutture viarie, di aeroporto, di infrastrutture<br />

economiche, e rapidamente, su questo avete assolutamente ragione, quali sono le azioni che il<br />

Comune sta facendo e quelle che insieme possiamo ulteriormente sviluppare. Voi sapete che si è<br />

concluso la fase delle osservazioni al Piano Strutturale, che entro luglio dovrebbe approvare, il<br />

Consiglio Comunale, in modo definitivo, il Piano Strutturale e subito dopo dar via al regolamento<br />

urbanistico. Quindi si stanno riaprendo importanti possibilità di rilancio di un settore, dopo una<br />

lunga pausa dovuta alle note vicende.<br />

Altrettanto importante è il piano delle opere pubbliche, il piano triennale prevede interventi<br />

annualmente importanti compresi tra gli 11 e i 12 milioni di euro, e ci sono azioni importanti per la<br />

qualificazione del centro storico. A proposito di questo io devo un ringraziamento sentito alla vostra<br />

organizzazione per la proposta del tavolo di concertazione che avete fatto, accolta anche poi da<br />

altre associazioni, per quanto riguarda la riorganizzazione e la riqualificazione del centro storico,<br />

davvero grazie perché è un fatto assolutamente importante. Altrettanto importante è la<br />

ristrutturazione della Fortezza delle mura medicee e anche tutte quelle attività che possono<br />

ulteriormente riqualificare la nostra città e quindi essere portatrice, accanto anche ai grandi eventi,<br />

proprio della possibilità di essere sempre più attrattori di turismo. In questo senso anche il lavoro<br />

importante che sta facendo per poter rilanciare la fiera antiquaria.<br />

L’altra questione che io voglio sottolineare è la scelta importante, approvata qualche settimana va<br />

dal Consiglio Comunale, della variante per poter, appunto, dar via finalmente ai lavori per quanto<br />

riguarda il centro intermodale di Olmo.


L’ultima cosa perché non voglio rubare troppo tempo, ritengo anch’io fondamentale la questione<br />

delle risorse umane e quindi la questione della formazione in quanto tale, una formazione che<br />

appartiene a tanti soggetti, perché sicuramente appartiene in primo luogo alle aziende, appartiene<br />

alla Provincia attraverso la formazione professionale, per quanto riguarda il Comune, il Comune ha<br />

un grande competenza, quella di essere un soggetto che mette insieme le attività di life long<br />

learning, cioè tutta l’educazione degli adulti, l’educazione permanente, e questo è un altro<br />

elemento sul quale stiamo lavorando e che vogliamo ulteriormente sviluppare e così come tra<br />

pochi mesi, c’è qui l’Assessori Ducci, nascerà anche ad <strong>Arezzo</strong> lo Sportello Unico, perché credo<br />

che questa sia una sfida sulla quale noi abbiamo già messo mano e che vinceremo.<br />

L’ultima cosa, anch’io credo che proprio perché serve un tavolo, una cabina di regia, perché serve<br />

una concertazione, una capacità di fare coesione, di fare sistema, non in modo occasionale ma in<br />

modo permanente auspico anch’io che la soluzione della Camera di Commercio nel pieno rispetto<br />

delle autonomie, delle varie associazioni, debba e possa concludersi in odo unitario proprio perché<br />

abbiamo di fronte sfide non impossibili ma molto difficili e solo se saremo capaci di trovare insieme<br />

ragioni comuni sicuramente anche il sistema <strong>Arezzo</strong> potrà rafforzarsi ulteriormente ed essere<br />

capace di vincere le sfide.<br />

Presidente: Grazie al Vicesindaco, vi ringrazio per la resistenza, siamo mezzora in ritardo rispetto<br />

al programma però la parte, abbiamo una parte particolarmente interessante che gradirei che<br />

l’attenzione, sappiamo che dopo un’ora, un’ora e mezzo, c’è il famoso calo classico, quindi<br />

rivitalizzatevi per cortesia. Quindi io passerei la parola per la presentazione dell’indagine<br />

sull’innovazione SDA Bocconi - IBM, viene presentata dal Dott. Giorgio Merli. Questa<br />

presentazione riassume l’indagine che è stata fatta all’interno della nostra Associazione e del<br />

lavoro che è stato fatto stamani con 20 imprese, prego.<br />

Giorgio Merli: Bene grazie. Questa mattina ci siamo riuniti con una ventina di imprese, con gli<br />

imprenditori e con dirigenti per realizzare un seminario workshop che ha avuto 3 momenti. In un<br />

primo momento abbiamo esaminato insieme quali sono quelle leve di innovazione che come<br />

singole imprese si possono attivare per recuperare competitività, al di là di quelle più di sistema a<br />

cui accennava l’Ing. Pistorio. Quindi, io piccola impresa piuttosto che grande, che cosa posso fare<br />

domani mattina per scaricare a terra capacità innovativa che mi dia differenziazione e vantaggio<br />

competitivo. E questo è stato un primo momento.<br />

Un secondo momento è stato quello, invece, di valutare, esaminare l’esito di questo check up sulla<br />

capacità di innovazione di aziende del territorio, comparate con un campione più ampio nazionale.<br />

Un terzo momento, che abbiamo gestito insieme anche al Dott. Musmeci, è stato quello di<br />

raccogliere, invece, in brain storming, alcuni messaggi o considerazioni che tale gruppo vuole<br />

riportare qui in assemblea, dicendovi, raccontandovi che cosa si è detto. Per inciso buona parte<br />

dei partecipanti al lavoro di questa mattina li vedo qui presenti, quindi spero di dire la verità e di<br />

rappresentare quanto volevano raccontarvi.<br />

Vi dicevo che abbiamo proceduto, da prima, ad analizzare cosa si potrebbe fare per scaricare a<br />

terra da domani la capacità competitiva, abbiamo parlato su che cosa si può fare per l’innovazione<br />

prodotto, sull’innovazione del servizio, anzi nella combinazione possibilmente di prodotto-servizio,<br />

cosa si può fare nel modo di operare dell’impresa, cioè sul suo modello di business, cosa si può<br />

fare sui suoi processi, cosa nel modo di gestire, nella cultura aziendale, cosa ci possiamo<br />

aspettare dal sistema che ci circonda politicamente e socialmente, cosa ci può dare la tecnologia<br />

vuoi come spunto diretto di innovazione, vuoi come supporto per tutto il resto. Infatti, e non ho il<br />

tempo per raccontarvelo, abbiamo parlato di cosa vuol dire innovare prodotto sul mercato oggi, in<br />

un mercato in cui sempre più i bisogni si stanno polarizzando, in cui il servizio è sempre più<br />

importante, non necessariamente che dobbiamo innovare contenuto di prodotto, sicuramente<br />

possiamo enfatizzare ciò che è caratteristica del Made in Italy da una parte, dall’altra decidere<br />

come lavorare nell’area dei prezzi bassi se e come delocalizzare e come affrontarlo, piuttosto che,<br />

come aggiungere una dimensione servizio ai nostri prodotti, cosa che può fare la differenza,<br />

specialmente se visti in ottica contrasto della sfida del Far East, dei “cinesi”. Abbiamo dibattuto<br />

molto questi temi e li abbiamo approfonditi, abbiamo anche approfondito come una azienda può e<br />

deve affrontare il tema della sua decisione, del cosa approfondire, cosa investire e dove, per<br />

prendere quelle decisioni fondamentali del tipo cosa è bene che delocalizzi, cosa invece è bene<br />

che sia potenziato, che cosa mi differenzia, come faccio a liberare risorse da attività che non fanno<br />

la differenza per concentrarle, investirle su attività che fanno la differenza, per realizzare quanto


l’Ing. Pistorio diceva, cioè io vado a investire in ciò che faccio qua perché sono più bravo, liberando<br />

risorse da attività che posso invece decentrare o fare altrove e mi costa anche meno, e quei soldi<br />

che libero li investo su ciò che fa la differenza. Come analizzare il proprio business? Vuoi come<br />

singola impresa, vuoi all’interno di un sistema, ne abbiamo parlato questa mattina anche facendo<br />

esempi e presentando metodologie che, a riguardo ha sviluppato l’IBM, su come aiutare gli<br />

imprenditori a fare queste scelte.<br />

E qui vedete scorrere alcune delle cose di cui abbiamo dibattuto questa mattina, per andare ad<br />

individuare quel 13,28% che statisticamente rappresenta ciò fa la differenza in un’impresa rispetto<br />

al totale delle cose che fa, il problema è come individuare quel 13,28% che fa la differenza. Il<br />

problema è capire se ciò che fa la differenza oggi è sostenibile nel tempo, capire tra tre anni se<br />

dovrò sviluppare, potenziare quella competenza, o cercarne altre, altrimenti rischio di chiudere<br />

perché non sono sostenibili. Questi sono i temi che abbiamo dibattuto. Abbiamo poi visto come<br />

buona parte degli spunti, sia per realizzare nuovi processi di servizio, sia per potenziare<br />

propositions che derivano dal mondo della tecnologia, abbiamo visto che anche ciò che non deriva<br />

dal mondo della tecnologia in modo diretto, deriva in modo indiretto in quanto tutto questo modo<br />

nuovo di fare business veloce, globalizzato, con processi sempre più flessibili, può essere fatto<br />

solo se esiste un infrastruttura ECD che consenta di farlo, quindi laddove la tecnologia non è fonte<br />

di vantaggio competitivo come contenuto di prodotto, lo è come abilitante in tutte le cose che<br />

posso fare per rendermi più competitivo. Abbiamo parlato di questo.<br />

Vi risparmio, per motivi di tempo, le constatazioni che abbiamo fatto, ma sono emersi alcuni aspetti<br />

sicuramente interessanti ed esempi anche vostri.<br />

Secondo momento, ci siamo concentrati sull’esito dell’analisi del check up dell’innovazione che<br />

abbiamo fatto sul territorio, confrontato con dati di un’analisi che abbiamo fatto su scala più grande<br />

a livello nazionale. Che cos’è questa indagine? È un’indagine che abbiamo fatto e chiamato check<br />

up aziendale sull’innovazione, realizzato congiuntamente da SDA Bocconi insieme a IBM Italia,<br />

fatto su web il più possibile con un’auto diagnosi, quanto le aziende italiane hanno propensione a<br />

capacità all’innovazione del loro business, e quindi del loro prodotto, del loro modo di operare,<br />

quanto queste aziende sanno trarre vantaggio dalle opportunità, che la tecnologia e la IT mettono<br />

a disposizione. E qui ci sono dati di confronto che sono stati articolati facendo analisi su questi, qui<br />

vedete tutti i DQ di questa indagine, quindi quanti sono orientati all’innovazione aziendale, quanto<br />

sono orientati a utilizzare l’IT a riguardo, il processo di innovazione aziendale, quanto so attingere<br />

dal mercato, da partner o dal sistema, o da opportunità, input tecnologici che posso sfruttare,<br />

quanto sono pronto a innovare il mio processo tecnologico, quanto sono capace a utilizzare ciò<br />

che la tecnologia mi mette a disposizione. Qui vedete, sulla destra, gli esiti del risultato a livello<br />

nazionale, dove vedete rappresentati in rosso quelli che sono risultati i termini relativi le aree più<br />

deboli, come sistema Italia, in auto diagnosi, emergono, vedete chiaramente, la capacità di<br />

implementazione, cioè di tradurre l’idea in fatto concreto, in capacità di fatturazione a riguardo,<br />

dall’invenzione all’innovazione che diventa realmente business, la capacità di lancio veloce di<br />

questa innovazione, l’utilizzo della risorsa umana nelle sue componenti, vuoi nel concepire<br />

l’innovazione, vuoi poi nello scaricarlo a terra, il mix delle tecnologie e degli skill, come mettere<br />

insieme, come reperire sul mercato skill e tecnologie adeguate per supportare quest’innovazione,<br />

guardate che più del 70% dell’innovazione che le aziende fanno, viene da partner, da collaboratori,<br />

da altri, difficilmente viene tutto dall’interno, se non l’idea geniale a volte, che poi deve essere<br />

industrializzata. Come sono pronte le aziende a utilizzare il mix budget della IT, come spendono le<br />

risorse IT fra ciò che è maintenance, manutenzione di ciò che esiste piuttosto, che investimento e<br />

sviluppo in cose nuove, piuttosto IT intelligence, cioè capacità di cogliere sul mercato le<br />

opportunità che ci sono dal punto di vista IT e usare i partner che possono darle. Se queste sono a<br />

livello nazionale le cose emerse come maggiormente critiche, sicuramente il vostro campione non<br />

è molto lontano da questo baricentro, qui vedete chi è il vostro campione: sono 21 aziende,<br />

confrontate con queste 700, leggendo per eccezioni il grosso rappresenta una realtà tra i 50 e i<br />

250 dipendenti, dove l’industria manifatturiera è rappresentata al 57%, lì vedete le altre percentuali,<br />

dove notate i fatturati, dove il grosso è fra i 10 e i 50 milioni di euro, dove chi ha risposto, al 71%, è<br />

stato l’imprenditore o il top manager, quindi questi sono i dati che rappresentano il vostro<br />

campione. Bene, cosa è emerso. Qui notate, proprio in estrema sintesi, dove si colloca il campione<br />

nazionale della grande impresa, dove si colloca il campione nazionale della piccola e media<br />

impresa, dove si colloca il campione <strong>Arezzo</strong>. Relativamente a cosa? Ai due assi che vi ho appena<br />

citato che sono capacità di fare innovazione di business, capacità di usare la tecnologia per<br />

l’innovazione. Notate che sia il campione nazionale che il campione locale di collocano sulla


diagonale, sono abbastanza bilanciate le due cose, come dire che forse una è figlia dell’altra<br />

piuttosto che vanno di pari passo, per cui la collocazione del campione nazionale è un po’ lì<br />

nell’incrocio di tutte le possibili realtà che possiamo trovare come rappresentative le aziende che<br />

sono ferme, in stasi, che non stanno facendo molto, le aziende che stanno esplorando in modo<br />

molto pionieristico, in alto a sinistra, le possibilità di business ma non sanno supportarlo<br />

tecnologicamente, le aziende in basso a destra, invece, che sanno cercare e trovare molta<br />

tecnologia ma non sanno come finalizzarla e tradurla in business sul campo, a destra invece in alto,<br />

le aziende che sanno mixare bene queste cose, dove, ovviamente, la posizione ottimale è quella<br />

più in alto a destra possibile. Come vedete, rispetto al campione nazionale, il campione <strong>Arezzo</strong> si<br />

colloca abbastanza bene, tutto è relativo, bisognerebbe andare a vedere i vari settori, confrontarsi<br />

per settore, però sicuramente non siete inferiori alla media nazionale, anzi siete un po’ meglio, più<br />

o meno il 10% meglio nella capacità di fare innovazione, in auto diagnosi, e in rispetto al campione<br />

italiano. Se andiamo a vedere anche come vi collocate con le singole aziende, qui vedete le<br />

singole aziende posizionate, si nota anche una certa concentrazione nel quadrante in alto a destra,<br />

ci sono alcune aziende, in effetti 5 su 21 sono un 25% che forse un pochino, ancora, non dico che<br />

brancolano nel buio ma hanno qualche difficoltà a capire bene come andare nella strada<br />

dell’innovazione bene alimentata dalla tecnologia.<br />

Si sono evidenziate anche criticità specifiche, ad esempio, l’ho messo solo in grassetto, quelle che<br />

sono state più citate o perlomeno che appaiono più evidenti, che sono la capacità di<br />

implementazione dell’innovazione, e questo è in comune col campione nazionale, e la capacità,<br />

qui rappresentata col bollino rosso, più critico, che in realtà vuole esprimere il fatto che forse non è<br />

così capace, questo campione di imprese nel territorio di <strong>Arezzo</strong>, a sfruttare la tecnologia o i<br />

partner o gli input nel modo in cui potrebbe. Come dire, ci sono tante opportunità tecnologiche che<br />

potrebbero aiutare l’innovazione, che non sono monitorate adeguatamente, o comunque non<br />

raccolte adeguatamente, questo, in realtà, anche confrontato col campione nazionale, che come<br />

vedete, vede <strong>Arezzo</strong> un pochino più a sinistra rispetto alla media nazionale. Però, in termini<br />

assoluti, vi posizionate decisamente bene, su questo punto siete un po’ meno bravi della media<br />

nazionale, anche se i piccoli numeri statisticamente hanno dei limiti. Ecco, la singola azienda, cosa<br />

che non possiamo ovviamente, qui dare in pasto a tutti, la singola azienda invece trae forti<br />

indicazioni da dove è lei rispetto al resto, quindi sicuramente per la singola azienda questa può<br />

essere una bella analisi. In generale facciamo solo considerazioni qualitative. Bene, questo era<br />

come è emerso il sistema <strong>Arezzo</strong>, quindi ben posizionato, forse non così ben capace a sfruttare<br />

tutte le opportunità tecnologiche o i partner per meglio finalizzare il suo business.<br />

C’è stato poi un brain storming sul: ma allora cosa possiamo dire o chiedere all’Assemblea di oggi,<br />

come gruppo di lavoro di questa mattina? Prima di tutto, tutti sono stati, buona parte è stata<br />

concorde nel dire che c’è un prerequisito, occorre la passione dell’imprenditore o del top<br />

management altrimenti il resto è tutto velleitario. Premesso che occorre una forte passione e<br />

magari, l’Italia o noi in particolare, ma diciamo pure al livello di Italia, questa passione non<br />

l’abbiamo avuta così alimentata forte negli ultimi decenni, rispetto ad altri Paesi, sicuramente, qui<br />

c’è un po’di leva culturale, di passione imprenditoriale che deve essere riattivata altrimenti non<br />

arriveremo a tenere il ritmo della Spagna o di altri Paesi che stanno sicuramente crescendo in<br />

modo molto più veloce. La passione viene considerato un prerequisito, fattore fondamentale. Detto<br />

ciò, si dice anche che forse non è così condivisa, diffusa la cognizione dell’importanza<br />

dell’innovazione come fattore di competitività, gli argomenti che citava l’Ing. Pistorio, piuttosto che<br />

bisognerebbe fare più formazione culturale e tecnologica, a livello di territorio e anche,<br />

occorrerebbe forse, e qui possiamo farlo insieme come sistema, si diceva, un supporto<br />

metodologico per l’individuazione e l’aiuto alle imprese di quali sono le sue specifiche opportunità<br />

di cambiamento che non sta valutando adeguatamente in ottica innovazione. A tal riguardo, ad<br />

esempio noi con IBM, giusto per fare un esempio, ripeto, stiamo aiutando alcune altre realtà più o<br />

meno geografico-distrettuali, ad individuare le loro opportunità di innovazione con strumenti che<br />

consentano di individuare quali sono i loro punti di forza e le loro opportunità su cui investire, e<br />

magari capire anche come fare a perseguirle.<br />

Ricerca di stimoli a 360° è stata l’altra cosa che è stata detta perché spesso lo stimolo viene da<br />

altri settori, altre aziende, anche se settori completamente diversi. E sostegni finanziari per la<br />

piccola e media impresa, del tipo piccoli automatici, pare aiutare quelle opportunità di innovazione<br />

che emergono, che non sono magari legate a possibilità dell’impresa di tradurle subito in business<br />

e quindi andrebbero sostenute. Questo è quanto è stato dibattuto questa mattina, grazie<br />

dell’attenzione.


Presidente: La presentazione, ringrazio il Dott. Merli è funzionale all’intervento dell’Ing. Pontremoli.<br />

Due righe proprio di citazione sul curriculum di Andrea Pontremoli. Ingegnere elettronico nato nei<br />

pressi di Boston ma parmigiano di origine e d’azione. È Presidente ed amministratore delegato di<br />

IBM Italia, componente della Giunta di <strong>Confindustria</strong> ricopre anche altri numerosi incarichi di rilievo<br />

nazionale e internazionale. Nel 2006 è stato insignito dell’onoreficienza di Cavaliere all’ordine, al<br />

merito della Repubblica italiana, la sua carriera inizia in IBM a 23 anni, nel settore del marketing, a<br />

40 è Vicepresidente per i servizi tecnologici integrati, a 42 è chiamato da IBM a Parigi per<br />

assumere, via via impegni maggiori fino alla responsabilità di General Manager di IBM Global<br />

Service per Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Turchia, Israele. Io ho sentito 2 o 3 volte l’Ing.<br />

Pontemoli in qualche testimonianza, direi che vale la pena ascoltarlo con attenzione perché<br />

sicuramente ci può dare un grosso contributo. Grazie Ingegnere.<br />

Andrea Pontremoli: Grazie, allora buonasera, per me è un onore, ringrazio tutti di essere stati<br />

resistenti fino adesso. Vi prometto che taglio a metà la mia presentazione, questo è già un bel<br />

vantaggio, e ringrazio anche della bella presentazione, in effetti quando uno sente il curriculum di<br />

IBM, marketing ecc, allora io ho iniziato in IBM che facevo il tecnico e riparavo i computer in giro<br />

per Milano con la mia valigetta e da lì son partito, son figlio di un mugnaio e abito nei mondi di<br />

Parma e continuo ad abitarci. Quindi quando sentivo prima le presentazioni ecc, questo spirito,<br />

questa passione, questa consapevolezza che la differenza la facciamo noi con la nostra cultura,<br />

con la nostra capacità, ve la ritroverete alla fine della mia presentazione, perché se voi volete fare<br />

il cambio, lo dovete fare voi. Perché, come diceva un vecchio, niente cambia se niente cambia.<br />

Quindi quando vedete tutte queste parole, dobbiamo fare, dobbiamo investire, e quando parliamo<br />

di formazione vuol dire metterci la testa e non fermarsi al titolo. Provate a usare, io c’ho tutte le mie<br />

metodologie, stasera ve ne dico qualcuna e sono molto semplici, provate a usare il sistema dei 5<br />

perché. Io metto il Wi-Fi, perché? Perché col Wi-Fi mi collego, perché? Ecco, fate questa domanda<br />

5 volte e forse arrivate a capire che non abbiamo capito bene. Di tecnologia oggi ne abbiamo<br />

troppa rispetto alla nostra capacità di usarla, non è che mettendo altra tecnologia, altra informatica,<br />

voi renderete le vostre aziende più competitive e più innovative, anzi, voi vi dovete fare la<br />

domanda, lo vedevate prima quando l’Ing Merli faceva vedere, c’era una frase che diceva: che<br />

cosa ti rende speciale? Questa è la domanda che vi dovete fare. Nella vostra azienda, o voi come<br />

persone, vi dovete chiedere cosa avete di speciale, di diverso, che vi permetterà di essere<br />

competitivi nel mondo. Poi ci metterete l’informatica e tutte queste cose qui, ma quello è un fattore<br />

abilitante, è tanto come un trattore per il contadino. Se non sai seminare il frumento e ti compri un<br />

trattore ci vai al bar, non è che migliora, anzi, vi dirò di più: se voi avete un modello di business che<br />

porta al fallimento, se mettete l’informatica vi dà velocità, quindi fallite prima! State fermi, non fate<br />

niente e guadagnate tempo. Io vi farò vedere alcune carte di riflessione di come sta andando il<br />

mondo e non impressionatevi, perché sono impressionanti.<br />

Allora parto con la prima carta. C’è stato<br />

un famoso libro che si chiama The<br />

World is flat, Il mondo è piatto, che fa<br />

vedere questi cambiamenti economici e<br />

demografici. Signori, non abbiamo<br />

ancora visto niente, perché la rete<br />

informatica, internet, che collega tutti<br />

con tutto per qualsiasi cosa ci creerà dei<br />

cambiamenti enormi. Noi oggi abbiamo<br />

circa 1 miliardo di persone collegate in<br />

rete, diventeranno 3 miliardi in meno di<br />

3 anni. Cioè siamo a uno, ci sembra già<br />

un casino, nel prossimi 3 anni triplica<br />

questo casino.<br />

Andiamo avanti, c’è una tecnologia<br />

rivoluzionaria, è internet, che cosa ha di<br />

rivoluzionario? Ha pochissimo di<br />

Il senso dell’innovazione: una visione d’insieme<br />

<strong>Arezzo</strong>, 14 giugno <strong>2007</strong><br />

Associazione degli Industriali<br />

Andrea Pontremoli<br />

Presidente e Amministratore Delegato IBM Italia<br />

rivoluzionario dal punto di vista tecnologico però permette ad me, che uso una tecnologia, di<br />

comunicare con un altro che ha un’altra tecnologia, e non me ne frega niente che tecnologia ha, e


quello mi capisce. Questo collegare tutti cambia veramente il campo di gioco, che si è livellato e<br />

accelerano quindi i processi di innovazione, quindi se io invento una cosa qui, il tappo automatico,<br />

il tempo di uso di questo tappo nel mondo diventa molto più veloce rispetto al passato.<br />

Andiamo avanti. Un altro fatto che è importate è che minori costi di trasporto e di comunicazione.<br />

Questo è un altro fatto fondamentale. Quando leggevo prima, e vi ringrazio del vostro tempo<br />

perché per noi è un’occasione importantissima per capire come possiamo aiutarvi. E noi non<br />

vogliamo aiutarvi perché siamo buoni e basta, ma perché se non riesco a rendere l’Italia<br />

competitiva ed innovativa io l’informatica non ce la vendo. Però sto guardando in aventi, e siccome<br />

l’informatica, come dicevo prima, è un fattore abilitante, io non sono bravo perché non vi sto<br />

spiegando come questo fattore abilitante vi possa abilitare ad avere successo. Questi costi di<br />

trasporto sono una cosa impressionante. Tre settimane fa sono andato a New York al mattino e<br />

sono tornato il pomeriggio, mi ricordo che prima quando andavi in America ti preparavi 6 mesi<br />

prima. Ci sono aziende, non so, la Gillette, il rasoio usa e getta, costa 1 $ viene fatto in 12 diversi<br />

Paesi del mondo, ma non che fanno in 12 Paesi 12 rasoi, uno fa le lamette, quell’altro fa il manico,<br />

uno fa il sapone e poi ce ne è uno che li mette assieme. Quindi il costo di trasporto è così basso<br />

che ti permette di spostare e di localizzare le cose alla velocità della luce, e come sposti le cose,<br />

sposti anche le persone, e quindi vi dico una frase, tenetevela in mente: il valore va dove c’è il<br />

valore. Quindi se il valore è il basso costo di produzione, si va tutto ad aggregare dove c’è il basso<br />

costo di produzione che col collegamento internet diventa velocissimo. Se il valore è saper<br />

disegnare le margherite il valore va dove ci sono quelli che sanno disegnare le margherite. E<br />

questo, seconda frase: capitali e talenti si spostano al tempo di un click. Quando leggo sui giornali<br />

le famose polemiche, l’Alitalia rimane italiana, la Telecom, ma cosa vuol dire? Se io prendo la mia<br />

azienda la IBM, ma mica lo so chi è il proprietario della IBM, il più grosso azionista ha il 3 % e poi<br />

ha un Fondo Pensione, fatto da qualche milione di persone. E io posso comprare azioni di una<br />

azienda in Cina, le posso vendere, posso comprare negli Stati Uniti al tempo di un click. Quindi i<br />

capitali si spostano, anche loro, alla velocità della luce dove c’è il valore. E la stessa cosa vale per<br />

le persone, perché, non ho nemmeno più bisogno di spostarle le persone, le aggrego nella rete.<br />

Questi sono cambiamenti che è bene che quando noi guardiamo come facciamo il nostro business,<br />

il nostro lavoro, ci facciamo questa domanda eh? Mai io sono un’azienda globale? Un’azienda<br />

globale è fatta da 3 cose, scusate la mia semplicità non ho nessuna laurea di economia, l’azienda<br />

è fatta da 3 cose: dai suoi clienti, che è la cosa più importante, dai suoi dipendenti e dai suoi<br />

fornitori. Un’azienda globale è un’azienda che pensa che i propri clienti stanno nel mondo, i propri<br />

dipendenti stanno nel mondo e che i propri fornitori stanno nel mondo. Li tiene insieme<br />

l’informatica e quando sento dire che ho delocalizzato in Romania è una grande stupidata, solo se<br />

andate su Marte state delocalizzando perché il vostro mondo è il mondo, il nostro mondo è il<br />

mondo, che ci piaccia o no. E quindi come diceva, giustamente, l’amico Pasquale Pistorio, la<br />

somma è sempre positiva nel momento in cui si sposta dove c’è il valore e questo è un concetto<br />

molto importante secondo me.<br />

Andiamo avanti, poi ho preso un altro libro. Quello di prima diceva che il mondo è piatto, questo<br />

dice: il mondo è a punte.<br />

Qui vedete la distribuzione della<br />

popolazione mondiale. Più è alta la torre,<br />

più è un rosso cupo, più persone ci sono.<br />

Fa impressione. Guardate un po’ dove<br />

sono tutte le persone. Tutte là, Cina e<br />

India, in Europa abbiamo un po’ di<br />

concentrazione sparpagliata, in Africa<br />

sono vicini alle coste, Stati Uniti sono sulle<br />

due coste, America Latina i bordi, questa<br />

è la distribuzione della forza lavoro del<br />

mondo che grazie alle tecnologie oggi noi<br />

vediamo un sesto di questa forza lavoro<br />

perché è di 1 miliardo e la popolazione è<br />

di 6 miliardi. E se è vero quello che dicevo<br />

prima, che il valore si sposta dove è il<br />

valore, io mi devo chiedere quale è il<br />

Le forze della globalizzazione<br />

Equilibri Tecnologia Mobilità eco-demografici<br />

Da una tecnologia rivoluzionaria è nata una piattaforma<br />

globale per gli scambi commerciali.<br />

Il campo di gioco si è livellato.<br />

Accelerano i processi di innovazione e<br />

commoditizzazione.<br />

Enormi cambiamenti economici e demografici.<br />

3 miliardi di persone entrano nell’economia<br />

mondiale.<br />

Minori costi di trasporto e di comunicazione.<br />

Capitali, talenti e lavoro si spostano sempre più<br />

velocemente.


valore che ho in Italia.<br />

Prossima carta invece vi fa vedere un’altra<br />

cosa, è sempre la stessa fotografia del<br />

mondo, e tiene conto di quanto c’è<br />

fermento di business del mondo ed è stata<br />

fatto un assunzione: io assumo che se c’è<br />

la luce anche di notte, vuol dire che in<br />

quel posto lì c’è fermento. E quindi è stata<br />

presa dal satellite l’emissione di luce. E la<br />

fotografia di prima cambia molto.<br />

Guardate dove c’è il fermento: Stati Uniti,<br />

Cina e India sono spariti, c’è un po’ in<br />

Europa<br />

Crescita esplosiva della popolazione nelle<br />

aree urbane<br />

Source: Atlantic Monthly, October 2005<br />

Le metropoli contengono metà della<br />

popolazione mondiale e sono in<br />

continua crescita.<br />

Emissione di luce – l’attività economica globale<br />

Source: Atlantic Monthly, October 2005<br />

L’attività economica è concentrata.<br />

Molte città, nonostante l’elevato<br />

numero di abitanti, partecipano in<br />

misura marginale.<br />

Prossima carta, dov’è che viene fatto il<br />

know-how e per fare il know-how il numero<br />

di brevetti fatti. E qui la fotografia cambia<br />

ancora. E forse non siamo proprio così<br />

indietro. L’Europa c’ha il suo bel, i suoi bei<br />

picchetti. Gli Stati Uniti, chiaramente, e<br />

adesso voi non lo vedete, ma se vi<br />

ingrandissi l’Italia sapete dove c’è il picco?<br />

In Sicilia, a Catania. E questo è grazie a<br />

Pasquale Pistorio. Pasquale Pistorio 25<br />

anni fa ha preso un’azienda che faceva<br />

100 milioni di fatturato e aveva 150 milioni<br />

di costi. I grandi matematici dicono che<br />

perdi 50 milioni l’anno. E più vai avanti e<br />

peggio è. Questo signore cosa ha fatto in<br />

Scilla, quale è stata la sua grande idea?<br />

Che l’ha portato a un risultato, dopo 25 anni, che è 10 miliardi di euro di fatturato, da 100 milioni a<br />

10 miliardi e con un profitto di 2 miliardi di euro, ma dove è stata la roba magica, cioè i siciliani<br />

sono sempre siciliani, l’azienda c’era già anche prima, l’elemento chiave è stato vedere<br />

l’ecosistema. Un territorio sta in piedi perché ha 3 cose, anche qui il mio 3 ve lo sentirete ripetere.<br />

Prima cosa, un ecosistema è fatto dal suo sistema formativo, dalla sua scuola, dalla sua<br />

educazione, dalla testa delle sue persone, quindi il sistema educativo deve formare il sapere.<br />

Seconda cosa sono le Istituzioni che devono fare una cosa semplicissima, devono mettere le<br />

regole dette leggi. Poi ci sono le imprese, le imprese prendono quel sapere lo mettono insieme,<br />

creano un valore da portare nel mondo. Ma se noi creiamo il sapere che va di qua. Le leggi che<br />

van di là, ma come pensate che si possa mettere tutto insieme e creare valore da portare nel<br />

mondo? Il grande merito di Pistorio è stato di arrivare lì, che era già un casino ha chiamato le<br />

Istituzioni, il sistema formativo e ha detto: adesso ragazzi ci mettiamo insieme, tu fai queste leggi e<br />

quindi incentivi queste cose, dai dei soldi a chi fa ingegneria, a chi fa fisica, matematica,<br />

all’Università ha detto: te adesso i corsi di laurea me li fai fatti così… (fine lato A)<br />

(Lato B)… hanno bisogno di chimici e la vostra Università sforna avvocati, c’è qualcosa che non<br />

funziona, guardate, l’Italia, diciamo che vogliamo diventare società della conoscenza e tutte ‘ste<br />

belle robe qua, solo il 23% dei laureati italiani è in materie scientifiche. Abbiamo tutti avvocati e<br />

markettari, comunicatori, con tutto il rispetto di queste professioni, c’è gente che difende e che


comunica, ma non abbiamo niente da difendere e niente da comunicare, facciamo tutto da soli, e<br />

allora, a questo punto, facciamo gli scandali, ci difendiamo fra di noi ma il mondo va avanti e noi<br />

continuiamo a girare in casa nostra. Adesso scusate se sono un po’… però vi dico come lo vedo io<br />

questo mondo. Però vedo anche una grande possibilità e allora qui ora è il momento delle<br />

decisioni, e le decisioni devono essere decisioni, non devono essere finte decisioni. Se voi<br />

prendete il vostro modello di business, o prendete la situazione, non so se la state notando, io<br />

faccio sempre questo esempio, ci sono due curve che stanno divaricando: le cose che costano<br />

molto poco, e continuano a costare sempre meno, e le cose che costano moltissimo e continuano<br />

a costare sempre di più. Per cui trovate scarpe a 10 euro e scarpe a 6.000 euro, trovate una<br />

maglietta a 3 euro e una maglietta a 1.000 euro, un telefonino a 40 euro e lo trovate a 12.000 euro,<br />

trovate la moto a 100 euro e trovate la moto, la Ducati, a 70.000 euro. E queste due curve si<br />

stanno divaricando, non c’è più la via di mezzo. Lo vedete al supermercato? Provate ad andare a<br />

comprare una bottiglia di vino, che qua ce l’avete anche buono. Trovate vino a 1 euro, meno<br />

dell’acqua minerale, sa Dio quello che ci mettono dentro, almeno prima ci mettevano l’acqua, e poi<br />

trovate dei reparti enoteche ecc con vino a 50 euro, 80 euro, 200 euro. IL buon vino, da 7-8.000<br />

Lire a litro non c’è più. Quindi chi ha un’azienda che sta in mezzo ha un problema. Deve decidere<br />

se si posiziona drasticamente verso il basso o drasticamente verso l’alto. Quali sono le condizioni<br />

per stare in basso o per stare in alto? Guardate che stare in basso non vuol dire non fare profitto,<br />

anzi, si fa un sacco di profitto però ci vogliono due condizioni: la prima è produzione a basso costo,<br />

la seconda è economie di scala, grandi volumi, noi signori in Italia abbiamo un grandissimo<br />

vantaggio, non c’abbiamo nessuna di queste due cose e non abbiamo neanche il problema di<br />

decidere. Possiamo solo stare sull’alto, e sull’alto cosa ci vuole? 3 cose: innovazione, e<br />

innovazione come la declino io, è un po’ semplice il mio sistema, un’azienda di successo c’ha i due<br />

parametri, l’eccellenza e l’innovazione. L’eccellenza vuol dire fare quello che fanno tutti un po’<br />

meglio, questo microfono è eccellente, io faccio il microfono un po’ meglio di quell’altro e sono<br />

eccellente. L’innovazione vuol dire abbinare qualcosa che gli altri non fanno, ce l’ho solo io. E se<br />

vuoi vedete, e provate a tradurlo così semplicemente nelle vostre aziende, non è così, è semplice<br />

da dire ma difficile da trovare. Faccio sempre questo esempio qui: la Toyota Yaris, che mi è<br />

rimasto impresso, l’anno scorso faceva la pubblicità, di questa bellissima automobile, Toyota è un<br />

marchio eccellente, perché adesso è diventato il numero 1 al mondo, fa delle buone automobili,<br />

ma la sua pubblicità non era che noi facciamo delle belle automobili, la sua pubblicità è: la Toyota<br />

Yaris c’è il bluetooth, cos’è ‘sto bluetooth, semplicemente che tu vai sulla macchina col tuo<br />

telefonino e parli con l’autoradio. E quindi hai il vivavoce usando l’autoradio. Il bluetoth signori<br />

costa 10 euro, loro con 10 euro ti vendono 10.000 euro di macchina, hanno abbinato innovazione<br />

ed eccellenza. E, come faceva vedere Giorgio Merli, se voi prendete la catena del valore di<br />

qualsiasi cosa voi facciate, il vero differenziale, il vostro bluetooth del momento non è mai<br />

superiore al 14-15%. Anzi, le aziende di grande successo sono 5. Però quell’elemento è quello per<br />

cui voi comprate. E quindi l’innovazione è il primo elemento per stare sull’alto. Secondo, è il<br />

marchio, deve avere un marchio a questo punto io quando vedo quel marchio lì ho già in testa che<br />

cosa rappresenta; Ferrari – automobile che vince il campionato del mondo, velocissima, Ducati –<br />

uguale, il mio amico Renzo Rosso della Diesel fa i jeans, fa i jeans? No, non fa i jeans, quel<br />

signore i jeans li fa in Cina, 5 euro al paio, li vende a 200 euro al paio, perché? Perché non ti<br />

vende un paio di jeans, ti vende uno stile di vita, perché quel jeans lo porta Bono degli U2, lo porta<br />

Madonna e lo porta Britney Spears. I ragazzi con 200 euro dicono: sono quasi uguale a quelli lì. E<br />

ne compri un paio all’anno ma su tanti milioni nel mondo tu diventi ricco. Quindi il marchio è<br />

fondamentale perché abbina con il marchio quello che è nella testa della gente. La terza cosa è il<br />

marketing. Se io ce l’ho questa innovazione la devo far sapere, perché se la so da solo, voi potete<br />

scrivere il miglior libro del mondo ma se lo mettete solo in casa vostra non ve lo comprerà nessuno.<br />

Allora ragionare su questi elementi qua è veramente fantastico, però ci vuole una metodologia per<br />

farlo. E quello che abbiamo cercato di fare, ed è il motivo per cui siamo qua e stiamo portando<br />

avanti, e voi, tra l’altro siete la prima <strong>Confindustria</strong> territoriale sulla quale stiamo sperimentando<br />

questo modello, e adesso stiamo tarandoci anche, perché quel discorso che avete fatto, le 21<br />

aziende che hanno cominciato a lavorare ecc, questo è il frutto di una riflessione che abbiamo fatto<br />

con Luca di Montezemolo e con proprio Pasquale Pistorio, noi abbiamo fatto tutti questi convegni,<br />

una trentina insieme con l’amico Pasquale, ormai lui sa cosa dico io e io so cosa dice lui, ma tutte<br />

le volte ci attacchiamo un pezzo, noi facciamo questi convegni sull’innovazione, sono venuti 4.000<br />

imprenditori, vengono lì, gli fai vedere il mondo, sono contenti ecc, escono e piangono, perché<br />

dicono: e adesso cosa faccio? Ti rendi conto che sei più coglione di prima. Ed è vero anche in


azienda eh? Parlo della mia azienda che è ritenuta super innovativa ecc, questo è il 14° anno che<br />

siamo la numero 1 al mondo per numero di brevetti fatti, 14 anni consecutivi, 5 premi Nobel<br />

dipendenti e stiamo dicendo: non siamo abbastanza innovativi. Fai le riunioni e non capisci cosa<br />

devi fare il giorno dopo. Allora ci siamo inventati questo check up dell’innovazione, per dire:<br />

proviamo a dare un metodo, uno strumento per aiutare la piccola e media impresa, che non si può<br />

permettere di fare una consulenza del super guru che quando è entrato dalla porta vanno via<br />

100.000 euro solo per dire Buongiorno, ma proviamo a dare uno strumento, un metodo che ti aiuti<br />

a capire, il giorno dopo, dove comincio. E ho fatto un esercizio bellissimo, proprio in maniera<br />

semplificata, e tra l’altro, lo vado a fare con le aziende più innovative, ad esempio il mio amico Neri<br />

Alessandri di Techno Gym, anche lui innovativissimo ecc, e abbiamo preso quella mappa che vi ha<br />

fatto vedere Merli prima, questa metodologia che si chiama CBM, Component Business Model,<br />

che avete visto, ne abbiamo circa 70 di queste mappe, per tipologia di industria, tu puoi essere una<br />

banca, telecomunicazioni, trasporto merci e per ciascuno sono elencati, in un foglio solo, i processi<br />

chiave, che vanno dalla fatturazione alla gestione dei camionisti, piuttosto che alla vendita, tutti<br />

questi processi. E poi facevo un lavoro semplicissimo, chiamo l’amministratore delegato, questo<br />

anche perché imparo molto, con tutti i suoi riporti quindi direttore vendite, direttore finanziario ecc e<br />

gli do due post it per uno, e gli dico: voi adesso avete due post it, abbiamo capito che noi siamo<br />

differenti se siamo differenti, non se lo diciamo, secondo voi, mettete i due foglietti gialli sui due<br />

processi su cui ritenete di essere differenzianti, speciali, su cui siete più competitivi degli altri. E<br />

questi qua partono con i due foglietti. Dove attacca il foglietto uno non l’attacca nessun altro. E<br />

viene tutta una roba variopinta, e dico: e voi siete la direzione aziendale, che messaggio andate a<br />

dare a quelli sotto?. Il direttore finanziari gli va a dire: guarda, la cosa più importante dei processi è<br />

la fatturazione, ai suoi, Poi quell’altro gli va a dire: no no, la gestione della flotta è la roba più<br />

importante. Allora dovete fare chiarezza prima nella testa su quali sono gli elementi differenzianti e<br />

poi andiamo ad agire e allora si fa questo bel processo dove viene fuori che alla fine si vede subito<br />

dove c’è il padrone e dove non c’è. Se è un’azienda padronale in un quarto d’ora dice: guarda i<br />

due processi sono quelli lì, finita lì e tutti dicono che era vero. Invece se è un’azienda manageriale<br />

ci mettono 2 ore, però poi arrivano ai due processi. A questo punto prendiamo l’informatica, l’uomo<br />

che segue più o meno l’informatica, a lui gli do tutti i post it che vuole, e gli dico: su ogni post it<br />

scrivi il nome dell’applicazione, del programma. E allora c’è il programma contabilità, c’è il<br />

programma paghe e stipendi, il programma gestione della linea di produzione, e attacca i tuoi<br />

foglietti nei processi, sempre dello stesso foglietto. E lì vedete che viene una macchia gialla in post<br />

it dove quelli lì dicono che non glie ne frega assolutamente niente. Quindi vuol dire che<br />

l’informatica non è usata come elemento abilitante, ma è usata solo per ridurre i costi. Che va bene,<br />

ma non vi renderà mai competitivi, perché ci siamo detti prima che se vuoi stare sulla curva bassa<br />

devi aver i costi bassi ma uguali a quelli dei cinesi e degli indiani. Quindi a questo punto comincia a<br />

fare il ragionamento di dove vado a investire, noi aiutiamo i nostri clienti a ridurre quel costo,<br />

perché poi deve essere a somma zero, quindi quel costo lo riduci, quell’informatica non ti serve e<br />

vai a investire su quello che invece ti serve. Questo è il processo che aiuta poi a fare quelle<br />

considerazioni che dicevo prima. E siccome è tardi e non vi voglio tediare ulteriormente, vi voglio<br />

lasciare però un messaggio: voi avete un grande vantaggio, siete un territorio unito, vi conoscete,<br />

siete una comunità e questo, guardate bene, è un valore, è un grande valore, usatelo! Per fare<br />

quei 3 elementi che dicevo prima insieme. E, vi racconto un altro aneddoto: nel mio paese c’era un<br />

matto che si tirava dietro una corda, passava davanti al bar, non c’era attaccato niente alla corda,<br />

e gli hanno detto “vedi che sei matto, ti tiri dietro una corda!” e lui gli ha detto “tu che sei più<br />

intelligente prova a spingerla!”. Ecco, non provate a spingere la corda, voi dovete tirare, siete gli<br />

imprenditori, siete gli innovatori, voi dovete essere quelli che tirano il sistema e magicamente se tu<br />

tiri pian piano si aggregano e magicamente, lo vedrete anche nelle vostre aziende, le vostre<br />

aziende hanno avuto successo quando avete cominciato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, quando<br />

siete stati capaci di creare un sogno. Allora magicamente i vostri dipendenti ci giocano e ci<br />

mettono il cuore, la passione, l’ecosistema vi segue o per invidia o per emulazione, comunque vi<br />

segue, e a questo punto si comincia a tirare il sistema. Vi lascio con 3 cose, che cosa vuol dire fare<br />

innovazione? 3 cose semplicissime: 1) Innovazione è grande fatica, non pensate che vi viene<br />

l’idea brillante e automaticamente sei diventato grande. 2) Per fare innovazione ci vuole coraggio,<br />

bisogna aver il coraggio di decidere dove tu giochi e dove non giochi. 3) Forse la cosa più<br />

importante, non sono le aziende che innovano ma sono le persone. Quindi un’azienda deve curare<br />

particolarmente le proprie persone, e questo magari dice anche perché l’IBM è la numero 1<br />

dell’informatica da ormai 90 anni, siamo in Italia dal 80 anni, forse perché il nostro fondatore diceva:


l’IBM è un’azienda straordinaria perché è fatta da persone straordinarie, e voi qui di persone<br />

straordinarie ne avete tante, e quindi forse è un diritto che avete ma è anche un dovere fare in<br />

modo che queste persone straordinarie, sfruttando questa opportunità della globalizzazione<br />

riescano a portare valore nel mondo. Grazie.<br />

Presidente: Grazie all’Ing. Pontremoli, direi che valeva la pena resistere. Lo dico in maniera<br />

proprio diretta e si nota dall’attenzione che c’è stata nel suo intervento, quindi questo è l’elemento<br />

di misurazione. Rapidissimamente Gellini voleva la parola e abbiamo finito, un minuto mi ha<br />

chiesto.<br />

Gellini: Buonasera a tutti, sarò brevissimo perché l’ora è tarda e molti di voi mi hanno sopportato<br />

abbastanza nella parte privata. Innanzitutto i miei complimenti più sinceri all’Ing. Pontremoli per gli<br />

argomenti assolutamente interessanti di cui stamattina anche in Associazione abbiamo discusso in<br />

maniera animata, viva, con l’Ing. Merli. A me l’onore e l’onere di chiudere questa assemblea<br />

bellissima in cui abbiamo assistito al passaggio di testimone da un grandissimo Presidente come<br />

Giovanni Basagni a una persona altrettanto speciale sicuramente come Giovanni Inghirami.<br />

Sicuramente a nome di tutta l’Associazione avremo sempre come punto di riferimento Giovanni<br />

Basagni in quanto, ricordo ancora, che è stato recentemente nominato come rappresentante per la<br />

Toscana in Giunta Centrale di <strong>Confindustria</strong> a Roma. Quindi a nome del Comitato di Presidenza,<br />

sicuro di interpretare anche il pensiero di tutti coloro i quali hanno collaborato nei Consigli, nei<br />

Gruppi e nelle Sezioni, ho il compito di esprimerti un sincero ringraziamento per quanto hai fatto in<br />

questi 4 anni di presidenza. Abbiamo tutti apprezzato il grande impegno che hai personalmente<br />

profuso, il tempo che hai dedicato alla nostra Associazione, sicuramente questo tempo è stato<br />

moltissimo e lo abbiamo visto, così come se ne percepiscono, assolutamente, gli effetti. Hai<br />

lavorato sodo e lo hai fatto così come si deve fare, cioè in maniera disinteressata e avendo<br />

presente che l’azione della nostra Associazione non può essere unicamente rivolta a favorire gli<br />

associati o una singola categoria, bensì deve essere quella di migliorare la collettività alla quale noi<br />

apparteniamo come imprenditori, ma soprattutto come cittadini. Grazie di cuore.<br />

Gli ultimi 20 secondi. Io ho avuto la fortuna circa un paio di anni fa di entrare in Associazione, e ho<br />

conosciuto subito Giovanni Basagni in quanto si occupava di formazione. Io ho sempre avuto<br />

questa passione sfrenata per la formazione e mi ha passato, nel tempo, questo testimone, e quindi<br />

ho veramente apprezzato questo suo modo di operare e mi ha veramente trasmesso questo<br />

entusiasmo, questa passione che metto nell’attività confindustriale. Da alcuni mesi ho questo<br />

onore di rappresentare il gruppo giovani e a nome di tutto il gruppo giovani, siccome abbiamo<br />

vissuto la sua Presidenza, abbiamo vissuto veramente il suo impegno, il modo in cui ha interagito<br />

con noi e soprattutto grandissime capacità, è veramente con grandissima stima e soprattutto con<br />

amicizia che ti vogliamo dare un ricordo a nome di tutto il gruppo giovani.<br />

Presidente: Scusate io sono quasi meravigliato. Chiudiamo la nostra Assemblea ci spostiamo a<br />

cena al circolo artistico come tutti gli anni, di nuovo grazie a tutti, veramente un grazie di cuore.

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