la situazione e le prospettive di sviluppo - enerbio

L’energia da fonti rinnovabili e le biotecnologie alimentari 

nella Provincia Autonoma della Vojvodina: 

la situazione e le prospettive di sviluppo 

Indice 

1 - Il quadro economico della Vojvodina pag. 3 

2 - Il sistema energetico pag. 12 

3 - Le energie rinnovabili 

3.1 – Il quadro normativo di riferimento pag. 17 

3.2 – L’energia idroelettrica pag. 20 

3.3 – L’energia eolica pag. 24 

3.4 – L’energia fotovoltaica pag. 28 

3.5 – L’energia geotermica pag. 30 

3.6 – L’energia da biomasse e biogas pag. 35 

3.7 – I rifiuti solidi urbani pag. 40 

3.8 - Conclusioni pag. 42 

1 

4 – Gli alimenti funzionali 

4.1 - Introduzione pag. 46 

4.2 – Le abitudini alimentari e la salute della popolazione pag. 51 

4.4 – Il contributo della telemedicina pag. 55 

Allegato n. 1 – Decreto della Rep. di Serbia sugli incentivi per la 

produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili 

pag. 60 

Allegato n. 2 – Estratto delle Legge sull’Energia della Rep. di Serbia pag. 65 

Allegato n. 3 – Le fonti rinnovabili in Italia e nel Friuli Venezia Giulia pag. 70 

Allegato n. 4 – Le biotecnologie verdi in Italia e nel Friuli Venezia Giulia pag. 78 

Bibliografia pag. 82

Introduzione metodologica 

Nell’ambito del Progetto “Energie rinnovabili e Biotecnologie tra il Friuli Venezia 

Giulia e la Vojvodina – ENERBIO” il Centro di Servizi e Documentazione per la Cooperazione 

Internazionale – INFORMEST di Gorizia è stato incaricato di realizzare uno studio settoriale 

sull’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili, delle biotecnologie (green biotech) legate al 

functional food e del possibile contributo della telemedicina nella Provincia Autonoma 

della Vojvodina. In breve, lo studio si concentra sull’analisi della situazione attuale della 

produzione di energia elettrica e calore, identificando le potenzialità per ogni singola fonte 

energetica alternativa (dall’eolica alla geotermica) e gli attori pubblici e privati più 

significativi, nonché le prospettive di sviluppo nel breve-medio termine. Lo stesso 

approccio è stato adottato anche riguardo il settore dell’alimentazione funzionale e della 

telemedicina. Le fonti utilizzate sono state prevalentemente nazionali (Ufficio Statistico 

della Repubblica di Serbia, Ministero delle Infrastrutture e dell’Energia, Segretariato 

Provinciale per l’Energia e le Risorse Naturali, Università di Novi Sad, Centri di ricerca, 

principali utilities serbe) e solo in parte occidentali in quanto solo recentemente i maggiori 

developers di impianti alimentati a fonti alternative si sono affacciati sul mercato serbo e 

della Vojvodina in particolare. 

2

1 - Il quadro economico della Vojvodina 

SUDDIVISIONE AMMINISTRATIVA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DELLA VOJVODINA 

3

La Vojvodina in cifre 

Denominazione ufficiale: 

Autonomna Pokrajina Vojvodina – Provincia Autonoma della Vojvodina 

Superficie (al 1° gennaio 2011) 

Popolazione 

(dati preliminari censimento 2011) 

Suddivisione amministrativa 

Principali centri urbani 

(dati preliminari censimento 2011) 

Mercato del lavoro (dati 2010) 

Sistema delle imprese (dati 2009) 

21.588 km² (Serbia: 88.407 km²) 

Superfice agricola: 82,9% (2009) 

Numero: 1.916.889 ab. (Serbia: 7.120.666 ab.) 

Densità: 88,8 ab./km² (Serbia: 80,5 ab./km²) 

Principali etnie: serba (65,0%), ungherese (14,3%), slovacca 

(2,8%), croata (2,8%), romena (1,5%) 

7 Distretti, 6 Città, 39 Municipalità e 415 villaggi 

Novi Sad (Capoluogo provinciale: 335.701 ab.), Subotica 

(140.358 ab.),Zrenjanin (122.714 ab.), Pančevo (122.252 

ab.), Sombor (85.569 ab.), Sremska Mitrovica (79.773 ab.), 

Kikinda (59.329 ab.) 

Popolazione attiva: 748.886 

di cui occupata: 595.961 

di cui disoccupata: 152.922 (tasso di disoccupazione: 20,4%) 

Imprese attive 

Fatturato 

N. Quota % Mln. € Quota % 

TOTALE 21.149 100,0 15.146 100 

Commercio e riparazioni 9.263 43,8 5.317 35,1 

Ind. manifatturiera 4.478 21,2 6.250 41,3 

Attività professionali, 

scientifiche e tecniche 

1.957 9,2 262 1,7 

Costruzioni 1,778 8,4 678 4,5 

Trasporti e comunicazioni 1.389 6,6 1.389 9,2 

ICT 753 3,6 149 1,0 

Altro 3.307 7,2 1.101 7,1 

4 

La Provincia Autonoma della Vojvodina (di seguito PAV) si estende nel nord della Repubblica 

di Serbia su una superficie di 21.588 km² pari al 24,4% del territorio complessivo della 

Serbia, fra Bosnia-Erzegovina (Republika Srpska) e Croazia a Ovest, Ungheria a Nord e Romania a 

Est. La Vojvodina si estende su parte del bassopiano della Pannonia che comprende i rilievi 

montuosi della Fruška Gora (cima più alta: Crveni čot di 539 m.) e le alture di Vršac (cima più 

alta: Grdelički vrh di 641 m.) dove si registrano buone condizioni di irraggiamento solare e di 

ventosità. Le caratteristiche geomorfologiche della Vojvodina la rendono particolarmente adatta 

all’agricoltura ed ai comparti complementari: infatti, ben 1,78 mln. di ettari, corrispondenti al 

35% circa dei terreni agricoli di tutta la Serbia sono dedicati a questa attività. Inoltre, la PAV è 

attraversata da 3 grandi fiumi (Danubio, Tisa e Sava), dal sistema idrico Danubio-Tisa-Danubio e 

da un fitta rete di canali artificiali. In altri termini, queste peculiarità fanno sì che la Vojvodina 

disponga di un buon potenziale per lo sfruttamento dell’energia da fonti rinnovabili, a

prescindere dal tipo di fonte, nonché di molteplici prodotti agricoli di base per la preparazione 

di alimenti funzionali. 

La Vojvodina gode di uno status di relativa autonomia finanziaria e amministrativa, 

confermata ed estesa con la nuova Costituzione della Repubblica di Serbia del 2006, ed ha 

un'istituzione di rappresentanza elettiva propria (Assemblea) e un Consiglio Esecutivo, 

assimilabile ad una giunta regionale in Italia. Sia l'Assemblea che il Consiglio Esecutivo hanno 

propri presidenti. Il Consiglio Esecutivo è costituito da 17 Segretariati (assessorati), che 

dispongono di personale amministrativo proprio. A seguito di una recente riforma degli 

autogoverni locali il numero di enti locali in Vojvodina, dotati dello status e dei poteri di città, è 

passato da uno (la sola Novi Sad) a sei (Subotica, Sombor, Zrenjanin, Novi Sad, Sremska 

Mitrovica, Pančevo). 

Secondo i risultati preliminari del censimento condotto nel 2011 dall’Ufficio Statistico 

della Repubblica di Serbia, in Vojvodina vivono 1,92 mln. di persone (2,03 mln. secondo il 

censimento del 2002), concentrate per il 56,7% nelle aree urbane (35,5% nelle città di Novi Sad, 

Subotica, Zrenjanin e Pančevo) e per il rimanente 43,3% in quelle rurali. Come nella Serbia in 

generale, anche in Vojvodina si assiste ad un costante calo della popolazione dovuto, sia al saldo 

naturale negativo, sia al fenomeno dell’emigrazione. Da sottolineare che tra il 2002 ed il 2011 in 

tutti i principali insediamenti urbani della Provincia si è registrato un calo del numero dei 

residenti con la sola eccezione di Novi Sad che invece ha visto crescere la sua popolazione del 

10,8% (da 299.294 abitanti nel 2002 a 335.701 nel 2011), confermandosi come polo d’attrazione 

dell’economia provinciale. 

Nel 2010 la forza lavoro occupata ammontava a 595.961 persone di cui il 20,1% impiegato 

nell’industria manifatturiera, il 18,5% nell’agricoltura, il 14,8% nella piccola e grande distribuzione 

e nella riparazione di veicoli a motore ed il 12,9% nella Pubblica Amministrazione 

(istruzione, servizi sociali e sanitari). Nello stesso anno il salario medio mensile in Vojvodina era 

pari a 50.186 Dinari serbi - RSD (472,76 € al tasso di cambio ufficiale della Banca Nazionale della 

Serbia 1 ), solo leggermente inferiore rispetto a quello erogato in media in Serbia (490,01 €), ma 

di molto inferiore a quello della regione di Belgrado 598,87 €). Tuttavia, anche all’interno della 

sola Vojvodina emergono delle evidenti disparità a livello territoriale: infatti, a Novi Sad, a Vršac 

ed a Pančevo il salario medio mensile (374,44 €) è quasi doppio rispetto a quello erogato nelle 

Municipalità ad Alibunar, Plandiste e Odzaci (242,12 €). 

Per quanto concerne il peso economico all’interno della Repubblica di Serbia, emerge che 

nel 2009 (ultimo dato disponibile) la Vojvodina, con un volume di 720,3 Mld. RSD (pari a circa 7,5 

Mld. €) ha contribuito per il 25,6% alla generazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) del paese. 

5 

1 Di seguito tutti i dati espressi in Euro sono stati calcolati sulla base dei tassi di cambio della Banca 

Centrale per il periodo di riferimento.

Nel 2009 in Vojvodina il PIL pro capite ammontava a 366mila RSD (3.816,95 €), anche in questo 

caso, molto più contenuto rispetto a quello della Regione di Belgrado (7.195,89 €). 

TAB. 1 – IL PRODOTTO INTERNO LORDO IN VOJVODINA E IN SERBIA 

PIL 

PIL pro capite 

(mln. RSD) Quota % (.000 RSD) Indice (Serbia=100) 

Repubblica di Serbia 2.815.000 100,0 385 100,0 

PA Vojvodina 720.301 25,6 366 95,2 

Regione di Belgrado 1.124.565 39,9 690 179,4 

Šumadija e Serbia Occidentale 563.734 20,0 275 71,4 

Serbia Meridionale ed Orientale 406.400 14,4 243 63,3 

Kosovo e Metohija - - - - 

FONTE: UFFICIO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI SERBIA 

L’apparato produttivo della Provincia è concentrato sull’attività agricola e sull’industria 

agroalimentare, tuttavia anche l’estrazione di coke, i derivati del petrolio, la chimica 

(fertilizzanti) e l’automotive ricoprono un ruolo di rilievo. In particolare, il comparto 

agroalimentare genera il 36% del totale della produzione manifatturiera della Vojvodina e copre 

il 53% del totale di quella della Repubblica di Serbia. Inoltre, il complesso del sistema 

agroalimentare della Provincia può definirsi “autosostenibile” in quanto è costituito da: 

6 

o 

o 

o 

Industria alimentare: 50 mulini, 6 stabilimenti di produzione di pasta, 33 impianti di macellazione, 

18 caseifici, 21 stabilimenti per la trasformazione di frutta e verdura, 11 zuccherifici, 6 stabilimenti 

di produzione d’olio di semi vari e 5 stabilimenti di produzione di prodotti dolciari; 

Industria di supporto: chimica (fertilizzanti e pesticidi), prodotti veterinari, articoli per 

l’imballaggio e conservazione di prodotti alimentari; 

Produzioni biologiche: cereali, piante industriali fra le quali soia, mais, barbabietole, nonché frutta 

e ortaggi (si veda anche il capitolo n. 4 sugli alimenti funzionali). 

Per quanto concerne i ruolo di altri settori nell’economia provinciale emerge che la quasi 

totalità dell’industria petrolchimica, della produzione di coke, della raffinazione di prodotti 

petroliferi e della chimica di tutta la Serbia è concentrata in Vojvodina. Al contrario, la 

fabbricazione di mezzi di trasporto su strada, la produzione e la fornitura di elettricità, gas e 

acqua e l’industria estrattiva (carbone, lignite e torba) sono concentrate nel resto della Serbia. 

Negli ultimi anni anche il settore terziario (grande distribuzione, bancario e servizi finanziari e 

ICT) ha registrato interessanti tassi di crescita, soprattutto a Novi Sad. Il settore è in continuo 

sviluppo ed attrae anche cospicui investimenti dall’estero; infatti, si segnalano le recenti le

acquisizioni della Panonska Banka da parte del gruppo italiano San Paolo-Imi e la presenza di 

Crédit Agricole, Erste Bank e Nova Ljubljanska Banka. 

TAB. 2 – CONCENTRAZIONE DI ALCUNI SETTORI INDUSTRIALI IN VOJVODINA Quota % 

Vojvodina/Serbia 

Settori Industriali ad alta concentrazione 

Estrazione di petrolio greggio e gas naturale 98,50 

Produzione di coke e prodotti petroliferi raffinati 97,90 

Chimica di base e prodotti della chimica 70,19 

Trattamento/lavorazione del cuoio/pelle, produzione di accessori per 

l’abbigliamento in cuoio/pelle, calzature 

57,91 

Produzione di filati tessili e tessuti 54,27 

Prodotti alimentari e bevande 53,36 

Settori Industriali a bassa concentrazione 

Produzione di veicoli a motore, rimorchi e semi-rimorchi 4,8% 

Fornitura di elettricità, gas, vapore e acqua calda 2,38 

Estrazione di carbone, lignite e torba 0,71 

FONTE: CENTRO PER GLI STUDI ECONOMICI STRATEGICI “VOJVODINA-CESS". 

A Novi Sad si concentrano inoltre le attività amministrative pubbliche, i servizi per le 

aziende, l’ICT, 

la grande distribuzione, le costruzioni e l’immobiliare (residenziale e 

commerciale). Infine, non va trascurato il potenziale del settore turistico che può contare su 

7 

risorse naturali (oasi naturalistiche, agriturismi, turismo fluviale, ecc.), storico-artistiche (centri 

di soggiorno dell’epoca austro-ungarica) e curative (centri termali, spa-wellness), oltre che sulla 

facile accessibilità da parte di aree ad alto reddito con elevata propensione alla spesa turistica 

(Austria, Slovenia, Nord-Est italiano). 

Considerando invece l’interscambio con l’estero, nel 2010 la Vojvodina, con un volume di 

circa 270 Mld. RSD (circa 2,6 Mld. €), ha coperto il 35,4% del totale delle esportazioni della 

Repubblica di Serbia e ha assorbito il 28,3% delle sue importazioni totali (volume di 368 Mld. 

RSD, pari a circa 3,4 Mld. €). Riguardo la struttura del commercio estero emerge che le 

principali voci merceologiche 2 esportate dalla Provincia sono le macchine e gli apparecchi 

elettrici rotativi (motori e generatori) e loro parti , olii di petrolio e olii da minerali bituminosi, 

polimeri di etilene in forme primarie e loro derivati, farmaci (anche veterinari), prodotti della 

plastica, olii e grassi vegetali, accessori in tessuto per l’abbigliamento. In totale questi prodotti 

costituiscono quasi il 40% del totale delle esportazioni della Vojvodina. Analizzando invece il 

flusso di merci in entrata emerge che i principali prodotti importati sono gli olii di petrolio e olii 

da minerali bituminosi, gas naturale (incluso il GPL), veicoli per il trasporto di persone e di 

2 Classificazione merceologica SITC - Standard International Trade Classification, Rev.3 -.

merci, macchinari per l’industria. In base a questo quadro, dalla struttura dell’interscambio si 

evince che la maggior parte delle esportazioni della Provincia sono del tipo low tech e labour 

invensive con la sola eccezione dei prodotti avanzati della farmaceutica. In altri termini, viene 

confermata la forte dipendenza dell’economia della Vojvodina da settori tradizionali e il 

conseguente ricorso alle importazioni di produzioni ad alto contenuto tecnologico. 

Riguardo invece l’afflusso in Vojvodina di Investimenti Diretti Esteri (IDE) secondo i dati 

del Fondo di Promozione degli Investimenti - VIP, dal 2001, oltre 200 aziende estere hanno 

effettuato investimenti in Vojvodina per un totale di 4,6 Mld. €, creando oltre 73mila posti di 

lavoro. I maggiori investitori sono provenuti dall’Austria, dalla Germania, dall’Italia e dalla 

Slovenia, principalmente nei settori della lavorazione dei metalli, nella meccanica, 

nell’edilizia/immobiliare, nell’agroalimentare e nell’automotive. In particolare, secondo i dati 

forniti dal Fondo VIP, le aziende italiane presenti in Vojvodina sono le seguenti: 

TAB. 3 – INVESTIMENTI ITALIANI IN VOJVODINA 

Azienda Settore Località 

Bernardi 

Grande e piccola 

distribuzione 

Tipo di 

acquisizione 

Investimento 

(in mln.€) 

Pecinci Greenfield 300 (*) 

Fondiaria SAI Servizi assicurativi Novi Sad Privatizzazione 264 

San Paolo IMI 

STG 

Gruppo SFIR 

Servizi bancari 

Produzione elementi 

in acciaio 

Zuccherificio 

Tutti i maggiori 

centri urbani 

Sremska 

Mitrovica 

Senta, Nova 

Crnja 

Acquisto 140 

Impresa mista 50 

Privatizzazione 25 

Pompea Abbigliamento intimo Zrenjanin Greenfield 15,5 

Martini Calcestruzzi Inđija Greenfield 12 

Calzedonia Abbigliamento intimo Sombor Greenfield 12 

RW Panel Pannelli termoisolanti Novi Sad Impresa mista 10 

Fulgar Polimeri Zrenjanin Greenfield 8,5 

Farmina Alimenti per animali domestici Inđija Greenfield 8 

Ferrariplast Plastica in forme primarie Sombor Greenfield 7,5 

Calzificio Real Calze Backa Palanka Impresa mista 7 

Azienda Settore Località 

Tegola 

Canadese 

Zaneti 

Tipo di 

acquisizione 

Investimento 

(in mln.€) 

Coperture per tetti Kanjiza Privatizzazione 5 

Packaging per industria 

farmaceutica 

Vrsac Brownfield 4,2 

8

GR s.r.l. 

Sistemi automatici per aperture Zrenjanin Greenfield 2,5 

Italsvenska Prodotti in legno Apatin Privatizzazione 2,2 

Corrado 

Baratti 

Abbigliamento intimo Novo Milosevo Greenfield 2 

SMA Produzione serbatoi Vrsac Acquisto 1,2 

Applicazioni 

elettriche 

Generali s.r.l. 

Produzione e riparazione 

apparecchi elettrici 

Subotica Privatizzazione 0.7 

Nova Italia n.d. Backa Palanka Acquisto 0,44 

Euro-in Calzature Kula Brownfield 0,15 

PG Lorenzetti Pelle e calzature Kula Privatizzazione 0,08 

Timior Collant Calze Kikinda Impresa mista n.d. 

Gama Utensileria Vrsac n.d. n.d. 

Abele Martina Rifiniture tessili Novi Becej Greenfield n.d. 

FONTE: VIP - FONDO PER LA PROMOZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN VOJVODINA 

Riguardo il comparto agroalimentare si segnala che oltre 45 imprese estere hanno 

investito circa 1,6 Mld. € creando quasi 14mila posti di lavoro. Tra queste figurano anche alcune 

tra le più grandi multinazionali del settore (Carlsberg, Nestlé, Hellenic Sugar, Salford, Efes 

Breweries International, Lactalis, Pepsi, Heineken, Japan Tobacco International, the Coca-Cola 

Company, Groupe Soufflet, Jokey Plastic, Thrace Plastics ecc.). 

9 

Per quanto concerne il regime agevolativo per gli investimenti il quadro di riferimento 

fondamentale è costituito dal “Decreto sulle condizioni e i modi per attrarre gli investimenti 

diretti” adottato nel 2010 e valido per tutto il 2012, nonché da altre fonti di diritto ordinario. In 

particolare, il Decreto stabilisce che all’interno del Budget della Repubblica di Serbia sono 

previsti fondi per l’attrazione degli investimenti diretti (di seguito “i Fondi”) che possono essere 

utilizzati per il finanziamento di progetti d’investimento nel settore della produzione 

industriale, nel settore dei servizi (sono esclusi i settori dell’agricoltura, della ristorazione, 

commercio di prodotti, e della produzione di filati sintetici e di carbone). L’importo complessivo 

dei Fondi viene definito in base al numero di nuovi posti di lavoro creati, e in dipendenza dal 

tipo d’investimento, dalla località dell’investimento e dall’adempimento delle seguenti 

condizioni: 

1) per gli investimenti nel settore della produzione, per ogni nuovo posto di lavoro creato negli importi 

come segue: 

a) da 4.000 € a 10.000 € per gli investimenti nelle regioni depresse e regioni d’interesse speciale;

) da 5.000 € a 10.000 € per gli investimenti del settore automotive, elettronico o settore delle 

tecnologie informatiche o telecomunicazioni nelle regioni d’interesse speciale; 

c) da 2.000 € a 5.000 € per gli investimenti in altre regioni della Repubblica di Serbia. 

2) per gli investimenti nel settore dei servizi che possono essere oggetto di commercio internazionale da 

2.000 € a 10.000 € per ogni nuovo posto di lavoro creato; 

3) per gli investimenti nei progetti strategici nel settore del turismo da 2.000 € a 10.000 € per ogni nuovo 

posto di lavoro creato. 

Oltre alle disposizioni del suddetto Decreto, il diritto ordinario serbo prevede le seguenti 

ulteriori agevolazioni: 

1) Esenzione dall'imposta sugli utili aziendali: Le aziende sono esenti dalla tassa sugli utili per un periodo 

di 10 anni a partire dal primo anno in cui dichiarano un utile imponibile d'esercizio, nel caso in cui 

l’investimento nelle immobilizzazioni materiali sia superiore a 8 mln. € e se durante il periodo 

dell'investimento vengono assunti almeno 100 nuovi ulteriori dipendenti. 

2) Credito d'imposta sugli utili: l'importo delle tasse può essere ridotto dal 20% all'80% dell'importo degli 

investimenti nelle immobilizzazioni realizzati nell'anno d'esercizio. Tale riduzione, però, non può 

superare il 50% del debito fiscale totale per un solo anno d'esercizio. Se non viene utilizzato 

interamente nel corso di un anno, tale credito d'imposta può essere riportato per un periodo massimo 

di 5 anni. 

3) Esenzione temporanea dall'imposta gli utili per le concessioni: per gli investimenti nelle concessioni, 

vengono garantiti 5 anni senza pagare l'imposta sull'utile d'esercizio a partire dal giorno in cui 

l'investimento è stato portato a termine. Nessuna imposta è dovuta se il reddito è stato creato prima 

del completamento del progetto d'investimento in concessione. 

4) Riporto delle perdite: la perdita fiscale dichiarata può essere riportata e compensata con l'utile futuro 

durante il periodo massimo di 5 anni. 

5) Esenzione dal pagamento dell'imposta sugli stipendi e sui contributi a carico del datore di lavoro: il 

datore di lavoro che assume alcune categorie di lavoratori a tempo indeterminato è esente dalle tasse 

sugli stipendi durante il periodo di 3 o 2 anni. Il datore di lavoro ha il diritto all'esenzione dal 

pagamento dei contributi a proprio carico per un periodo di 3 o 2 anni, a seconda della categoria a cui 

appartiene l'impiegato. 

6) Deduzione dell'imposta sui redditi annuali: per i cittadini non-serbi il reddito annuale è soggetto a 

tassazione solo se eccede l'ammontare della soglia media dei salari in Serbia. L'aliquota dell'imposta è 

del 10% per il reddito annuo inferiore di 6 volte allo stipendio annuo medio. Mentre per i redditi 

annuali che superano di 6 volte lo stipendio medio annuo nella Repubblica di Serbia l'aliquota di 

imposta è del 15%. Il reddito imponibile è ulteriormente ridotto del 40% dello stipendio medio annuo 

per il singolo contribuente e, ancora, del 15% dello stipendio medio annuo per ciascun membro della 

famiglia non percettore di reddito. L'importo totale delle detrazioni non può superare il 50% del 

reddito imponibile. 

7) Esenzioni dall'IVA per le Zone Franche: l'esenzione dell'IVA e agevolazioni fiscali varie sono disponibili 

per le società operanti nelle Zone Franche. Ci sono sei zone franche attualmente attive nel paese: 

Subotica, Novi Sad, Zrenjanin, Šabac, Kragujevac, e Pirot. Ulteriori tre zone si stanno preparando 

nella città di Niš, Smederevo e Užice. Questo permette alle imprese straniere di stabilirsi nelle Zone 

Franche in conformità al regolamento governativo. 

8) Importazioni esenti dal dazio doganale per le materie prime ed i semilavorati: gli investitori stranieri 

in Serbia possono godere del beneficio di libera importazione di materie prime e di semilavorati per la 

produzione destinata all'esportazione. Questo beneficio può essere utilizzato operando in una delle 

zone franche in Serbia, oppure ottenendo il permesso dalla Direzione delle Dogane serbe per la 

trasformazione di beni destinati all'esportazione. In entrambi i casi i prodotti finiti devono essere al 

100% destinati all'estero. 

9) Importazioni di macchinari ed attrezzature senza il pagamento del dazio doganale: gli investitori 

stranieri sono esenti dal pagamento di dazi doganali sulle importazioni di attrezzature e macchinari, i 

10

quali vengono apportati in conto capitale della società. 

La Vojvodina dispone inoltre di proprie istituzioni pubbliche di sostegno allo sviluppo 

economico: il già citato Fondo di Promozione degli Investimenti VIP che svolge attività di 

assistenza a potenziali investitori stranieri; il Fondo di Garanzia che attiva meccanismi di 

garanzia dei crediti; il Fondo di Sviluppo della Vojvodina e il Fondo di Sviluppo Agricolo della 

Vojvodina che operano invece come fondi di rotazione, che erogano a bando contributi a tassi 

agevolati per piccole imprese. 

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2 - Il sistema energetico della Provincia Autonoma della Vojvodina 

Nel 2009 la produzione totale di energia primaria in Vojvodina era pari a 0,963 mln. 

tonnellate di petrolio equivalente - Tpe (circa 11,2 TWh). La fonte energetica più rilevante è 

stata il petrolio che, con 0,622 mln. Tpe, ha coperto il 64,6% della produzione, seguita da gas 

naturale e dal carbone (rispettivamente con volumi di 0,200 e 0,068 mln. Tpe e con quote del 

20,8 e del 7,1%). La quota generata da fonti energetiche rinnovabili è stata invece del 7,6% con 

circa 0,073 mln. Tpe con un forte incremento rispetto agli anni precedenti in quanto sono 

entrati in funzione impianti a biomasse in alcuni stabilimenti industriali. 

Come in altri paesi dei Balcani occidentali, anche in Serbia la maggior parte della 

produzione di energia elettrica viene generata da centrali termoelettriche a carbone/lignite 

(5.171 MW, pari al 62% della capacità produttiva installata) e, in misura minore, 

dall’idroelettrico di grandi dimensioni (2.217 MW totali, quota del 34% - esclusi impianti ad 

accumulazione con pompaggio). Il resto della produzione fa capo alle centrali alimentate con 

idrocarburi e a centrali a cogenerazione elettricità/calore situate in Vojvodina (353 MW, quota 

del 4%). Tuttavia, il volume della produzione non è in grado di coprire il fabbisogno nazionale di 

energia elettrica, di conseguenza il 32,5% dell’energia consumata nel paese viene importata 

dall’estero, in particolare dall’Ungheria (38,5% dell’import), dalla Romania (30,9%) e dalla 

Bulgaria (22,5%). Infatti, sul deficit elettrico serbo pesa il fatto che le unità produttive e la rete 

di trasmissione dell’Ex Repubblica Federativa Socialista di Iugoslavia ponevano la Serbia al 

centro del “sistema-elettricità” della Federazione e che, di conseguenza, anche dopo 

l’indipendenza il paese ha dovuto e deve tuttora continuare ad esportare elettricità in tutti i 

paesi confinanti appartenenti all’ex Iugoslavia (Bosnia ed Erzegovina/Republika Srpska – 28,9% 

del totale -, Macedonia – 28,5% -, Croazia – 20,7% - e Montenegro 18,6%). 

La seconda causa del deficit è dovuta all’obsolescenza della rete di distribuzione che fa sì 

che le perdite nel network siano del 22,3% del totale dell’energia disponibile per il consumo 

finale. In tal senso, va sottolineato che la maggior parte delle centrali e della rete di 

trasmissione della Serbia sono state costruite negli anni ’50-’60 e che negli ultimi 2 decenni non 

sono stati eseguiti lavori di ammodernamento di rilievo. Inoltre, non vanno trascurate le 

conseguenze dei bombardamenti della NATO (marzo-aprile 1999) che hanno seriamente 

danneggiato il già fragile apparato energetico serbo e ridotto le forniture verso la Vojvodina. 

12

TAB. 4 – LA BILANCIA DELL’ENERGIA ELETTRICA IN SERBIA 

(Dati in GWh) 2005 2007 2009 2010 

Produzione 36.474 36.523 38.342 38.103 

Centrali idroelettriche 12.032 10.037 11.144 12.571 

Centrali termoelettriche e a cogenerazione 24.254 26.316 27.018 25.246 

Autoproduttori (termoelettrico) 188 170 180 286 

Importazioni 6.751 9.106 5.184 5.620 

Esportazioni 8.694 9.192 6.609 5.917 

Consumi nelle stazioni di pompaggio 962 864 903 1.049 

Perdite nella rete di distribuzione 5.349 5.763 5.971 6.094 

Consumo finale di elettricità (di cui:) 25.663 26.519 26.810 27.556 

Industria 5.757 6.536 6.462 7.114 

Costruzioni 297 214 310 160 

Trasporti 246 255 502 224 

Famiglie 14.191 13.933 14.442 14.645 

Agricoltura 216 212 296 456 

Altri consumatori 4.956 5.369 4.828 4.957 


13 

In Serbia la produzione e la distribuzione di energia elettrica fanno capo all’azienda di 

proprietà statale Elektroprivreda Srbije – EPS, istituita nel 2005 come subentrante dell’ex JP 

Elektroprivreda Srbije, a sua volta creata nel 1991. Il gruppo EPS è organizzato verticalmente in 

11 sussidiarie (Associazioni Economiche), di cui 4 responsabili delle centrali termoelettriche a 

carbone-lignite, 2 responsabili dei complessi idroelettrici e 5 della rete di distribuzione. 

o 

o 

Produzione idroelettrica: 

Associazione economica che gestisce i complessi di Đerdap (centrali Đerdap I e II, Pirot e Vlasina) 

con una capacità produttiva di 1.537 MW. 

Associazione economica che gestisce i complessi di Drinsko Limske (centrali di Bajina Basta, 

Limske, Zvornik ed Elektromorava) con una capacità produttiva di 1.294 MW. 

In particolare, in Vojvodina la produzione di energia elettrica fa capo all’Associazione 

d’imprese Panonske termoelektrane-toplane d.o.o. di Novi Sad che opera sotto l’egida di EPS e 

che comprende 3 rami d’azienda, ovvero i 3 impianti di cogenerazione di calore e di elettricità 

situati a Novi Sad (zona industriale a 5 km a nord della città), Zrenjanin e Sremska Mitrovica.

DISTRIBUZIONE DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE DEL GRUPPO EPS IN SERBIA E VOJVODINA 

14 

FONTE: ELEKTROPRIVREDA SRBIJE – EPS, 2011

Nel complesso le tre centrali della Vojvodina hanno una capacità installata netta di 353 

MW ed una produzione di 222 GWh/anno di energia elettrica. In particolare il complesso di Novi 

Sad, alimentato a gas naturale e olio combustibile, produce 209 GWh/anno di energia elettrica e 

332 MWt di calore. La centrale è collegata al sistema distrettuale del riscaldamento con una 

condotta di 3,2 km che fornisce calore a circa 50mila unità residenziali e non residenziali (circa 

il 60% dei consumatori finali). L’impianto produce anche 320 tonn./ora di vapore per uso 

industriale. La centrale di Zrenjanin, situata a 4 km dal centro cittadino, ha invece una capacità 

nominale di 110 MW di energia elettrica, 140 MWt di calore e 310 tonn./ora di vapore, mentre 

quella di Sremska Mitrovica, sulla sponda del fiume Sava a 4 km dalla città, detiene 32 MW 

nominali di energia elettrica, 33 MWt di calore e 150 tonn./ora di vapore. 

Nel comparto della distribuzione di energia elettrica EPS si avvale di 5 sussidiarie che 

operano a livello territoriale: 

o Elektrovojvodina d.o.o. – rete della Vojvodina (8.799 GWh acquisiti dalla rete di trasmissione – 

quota del 27,5%) 

o Elektrodistribucija Beograd d.o.o. – rete dell’area di Belgrado (7.963 GWh – quota del 24,9%) 

o Elektrosrbija d.o.o. – rete dell’area di Kraljevo (7.387 GWh – quota del 23,1%) 

o ED Jugoistok d.o.o. – rete dell’area di Niš (4.889 GWh – quota del 15,3%) 

o ED Centar d.o.o. – rete dell’area di Kragujevac (2.985 GWh – quota del 9,3%) 

15 

TAB. 5 – LA RETE DI DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA IN VOJVODINA 

110 kV 35 kV 20 kV 10 kV 0.4 kV TOTALE 

Elektrodistribucija "Novi Sad" 11,40 275,28 1.512,97 338,11 3.211,58 5.349,34 

Elektrodistribucija "Subotica" 0 227,69 1.489,84 193,96 2.857,20 4.768,69 

Elektrodistribucija "Pančevo" 0 247,90 1.100,44 258,10 2.298,00 3.904,44 

Elektrodistribucija "Sombor" 0 228,59 1.533,66 0 1.623,48 3.385,73 

Elektrodistribucija "Zrenjanin" 0 262,64 1.393,41 204,94 1.875,55 3.736,54 

Elektrodistribucija "Ruma" 0 100,95 842,08 62,95 1.426,1 2.432,08 

Elektrodistribucija "Sremska Mitrovica" 0 59,67 485,47 42,34 521,15 1.108,63 

TOTALE 11,4 1.402,72 8.357,87 1100,4 13.813,06 24.685,45 

FONTE: ELEKTROVOJVODINA D.O.O. 

Еlektrovojvodina, fondata nel 1958 in seguito alla fusione di diverse aziende di 

distribuzione di piccole dimensioni, dal 1992 ha operato all’interno del gruppo EPS, mentre dal 

1° gennaio 2006 ha ottenuto lo status di sussidiaria del gruppo stesso. Еlektrovojvodina, tramite

i suoi 7 centri distrettuali, gestisce una rete di quasi 25mila km di linee elettriche, di cui il 56% 

costituito da linee a bassa tensione (0,4 kV). 

La rete di trasmissione è invece gestita dall’azienda a controllo statale totalitario 

Elektromreza Srbije – EMS attraverso i suoi 6 centri regionali. In particolare, il territorio della 

Vojvodina è servito dal centro regionale “Novi Sad” (2.116 km di linee, di cui 1.324 da 110 kV e 

6 sottostazioni di trasformazione) e in parte dal centro regionale “Beograd” che, oltre a coprire 

Belgrado, il suo hinterland e la Serbia Centrale, copre anche il Distretto del Banato Meridionale. 

LA RETE DI DISTRIBUZIONE IN SERBIA E VOJVODINA 

16 

FONTE: Elektromreža Srbije - EMS

3 - Le energie rinnovabili 

3.1 – Il quadro normativo di riferimento 

Il 25 ottobre 2005 la Serbia ha ratificato il “Trattato che istituisce della Comunità 

dell’Energia” il cui obiettivo è la creazione di un mercato interno dell'energia elettrica e del gas 

naturale che raggruppa i 27 Stati membri dell'UE e i 7 Stati e territori europei dei Balcani 3 . In 

particolare, il Trattato, entrato in vigore il 1° luglio 2006 con una durata decennale, si prefigge 

di: 

o 

o 

o 

o 

o 

creare un quadro giuridico e commerciale stabile favorevole agli investimenti per consentire un 

approvvigionamento di energia stabile e permanente; 

creare uno spazio normativo unico per gli scambi di energia di rete; 

potenziare la sicurezza degli approvvigionamenti nello spazio normativo unico e sviluppare le 

relazioni con i paesi vicini; 

migliorare l'efficienza energetica e la situazione ambientale in questo settore e promuovere il 

ricorso alle energie rinnovabili; 

sviluppare la concorrenza sul mercato dell'energia di rete. 

Ai sensi dell’articolo 20 del Trattato ogni Paese firmatario era obbligato ad adottare un 

piano di attuazione della Direttiva 2001/77 del 27 settembre 2001 sulla “promozione dell'energia 

elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili” e della Direttiva 2003/30/CE dell'8 maggio 

2003 sulla “promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei 

trasporti” 4 . Per quanto concerne l’elettricità generata da fonti alternative, la Serbia aveva già 

recepito nel proprio ordinamento le linee-guida della Direttiva del 2001, adottando la Legge 

sull’Energia (Legge n. 84/2004 del 24 luglio 2004). In breve, questa Legge sottolineava la 

necessità di “creare le condizioni per stimolare l’uso dell’energia da fondi rinnovabili e della 

cogenerazione di elettricità/calore”, istituiva l’Agenzia per l’Energia, incaricata della 

determinazione delle tariffe da essere approvate dal Governo nazionale e delegava alla 

“Strategia di Sviluppo Energetico” la definizione degli obiettivi di sviluppo energetico a lungotermine. 

La “Strategia di Sviluppo energetico della Repubblica di Serbia fino al 2015” è stata 

elaborata nel maggio 2005, stabilendo le seguenti priorità: 

17 

3 Oltre alla Serbia, l'Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, il 

Montenegro e la Missione di amministrazione temporanea delle Nazioni Unite nel Kosovo, in applicazione 

della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Successivamente hanno aderito al 

Trattato anche la Moldavia (maggio 2010) e l’Ucraina (febbraio 2011), mentre la Georgia, la Turchia e la 

Norvegia hanno lo status di “Paesi osservatori”. 

4 Si vedano in particolare, GU L 283 del 27.10.2001, pagg. 33–40 e GU L 123 del 17.5.2003, pagg. 42–46.

o 

o 

o 

o 

o 

Priorità n. 1 – Viene considerata la priorità di base e consiste nel continuo ammodernamento 

tecnologico delle infrastrutture di produzione, di trasmissione e di distribuzione esistenti a 

prescindere dal tipo di fonte; 

Priorità n. 2 – consiste nell’uso di prodotti energetici di qualità al fine di aumentare l’efficienza 

energetica dalla produzione fino al consumo finale: 

Priorità n. 3 – comprende l’uso delle nuove fonti di energia rinnovabile con tecnologie a basso 

impatto ambientale e mirate all’efficienza energetica. 

Priorità n. 4 – viene considerata una priorità secondaria e consiste negli investimenti urgenti o 

straordinari in nuove centrali a ciclo combinato gas-vapore. 

Priorità n. 5 - consiste nello sviluppo a lungo termine di una strategia regionale per la costruzione di 

nuove infrastrutture sul territorio nazionale nell’ambito del sistema energetico pan-europeo. 

Per quanto concerne realizzazione della terza priorità la Strategia proponeva la 

preparazione di un “Programma per l’uso selettivo delle nuove fonti di energia rinnovabile” che 

stabilisse le linee-guida per aumentare l’impiego di queste fonti fino al 2015. In particolare, la 

Strategia riconosceva che al momento in Serbia l’energia alternativa era poco sfruttata, 

nonostante il buon potenziale di risorse e che sarebbe stato auspicabile un maggiore 

coinvolgimento delle imprese nazionali ed estere per la realizzazione di investimenti 

nell’energia pulita. 

Più precisamente, la Strategia ipotizzava 2 scenari per quantificare il futuro peso 

dell’energia pulita sui consumi finali, ovvero un scenario di crescita economica lenta ed uno di 

crescita più dinamica 5 , una riduzione del consumo di combustibili fossili liquidi, (dal 37% nel 

2005 al 35% nel 2015), un incremento del consumo di gas naturale (dal 20% al 24% nel 2015) e un 

consumo stabile dei combustibili fossili solidi (12%). Tenendo conto di queste ed altre variabili la 

Strategia valutava che nell’ipotesi di una crescita contenuta la percentuale di energia verde sui 

consumi finali nel 2015 sarebbe stata dello 0,8% circa, ma che sarebbe salita al 2% nell’ipotesi 

di una crescita più sostenuta. 

Nel 2009 la Commissione Ue ha adottato la nuova Direttiva 2009/28 del 23 aprile 2009 

“sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili” (si veda GU L 140 del 6 giugno 2009), 

la quale stabilisce che nel 2020 il 20% dei consumi di energia elettrica in Europa dovrà essere 

garantito da fonti rinnovabili. 

Nel luglio 2011 l’Assemblea Nazionale serba ha invece adottato la nuova Legge 

sull’Energia che segna l’apertura del mercato energetico serbo, rafforza il ruolo dell’Agenzia per 

l’Energia, aumenta la sicurezza delle forniture, semplifica le procedure per i progetti 

d’investimento e favorisce l’efficienza energetica e gli investimenti in energia da fonti 

rinnovabili. A partire dal 1° ottobre 2012 l’Agenzia per l’Energia si sostituirà al Governo nella 

determinazione dei prezzi dell’energia elettrica e del gas. La liberalizzazione del mercato 

18 

5 Senza entrare nel dettaglio metodologico, la Strategia considerava alcuni parametri tra i quali: crescita 

più o mendo accentuata del PIL, della produzione industriale, dei consumi energetici, ecc.

scatterà il 1° gennaio 2013 con la concessione del diritto per la fornitura pubblica solo ai 

consumatori già connessi alla rete di distribuzione e, a partire dal 1°gennaio 2015, con l’opzione 

per i piccoli consumatori di scegliere il loro fornitore (2012 per i grandi consumatori). La Legge 

introduce la figura dei “produttori privilegiati” di energia generata dalle biomasse, dal vento, 

dall’acqua, dal sole e dalla geotermia. Lo status provvisorio di produttori privilegiati di 

elettricità viene introdotto per l’energia eolica e fotovoltaica con la durata di 3 anni prorogabile 

di un 1 anno. Le condizioni per ottenere questa posizione sono l’ottenimento dei permessi di 

costruzione civili ed energetici e una garanzia bancaria pari al 2% del valore del progetto 

complessivo. 

Per quanto concerne invece il caso della Vojvodina, va sottolineato che l’art. 6 della 

Legge sull’Energia della Rep. di Serbia stabilisce che l’autorità competente della Provincia 

Autonoma può proporre una parte del Programma di attuazione della Strategia di sviluppo del 

settore energetico in conformità con il Piano di Sviluppo Provinciale che, a sua volta, può 

diventare parte integrante del Programma previsto a livello nazionale. In tal senso, il 

Segretariato Provinciale per l’energia e le risorse naturali di Novi Sad ha predisposto un proprio 

“Programma di attuazione della strategia di sviluppo energetico della Repubblica di Serbia nella 

Provincia Autonoma della Vojvodina 2007-2012” (aggiornato nel settembre 2009). In particolare, 

per quanto concerne l’energia da fonti rinnovabili il Programma della PAV individua in via 

teorica nelle biomasse agricole e forestali la principale fonte alternativa con un potenziale 

energetico di circa 500mila Tpe all’anno di biomasse solide e di 4mila Tpe di biogas. Riguardo il 

potenziale dell’eolico, secondo il Programma potrebbero essere installati parchi eolici per un 

totale di 250 MW di capacità installata ed una produzione di 450 GWh/anno di energia elettrica, 

mentre per gli altri tipi di fonte il potenziale è molto più contenuto (si vedano in particolare le 

sezioni successive. 

19

3.2 – L’energia idroelettrica 

Nonostante la buona dotazione di risorse idriche, in 

Vojvodina non sono presenti dislivelli di rilievo lungo i 

suoi corsi d’acqua in quanto la maggior parte del suo 

territorio si estende su un’area pianeggiante, inoltre il 

volume delle precipitazioni piovose è inferiore rispetto 

ad altre regioni della Serbia e della penisola Balcanica 

in generale. In particolare, il territorio della Vojvodina 

non supera gli 80 m. di altitudine media dal livello del 

mare, con la sola eccezione dei rilievi montuosi della 

Fruška Gora e di poche altre zone, peraltro di modesta 

estensione, del Banato Meridionale. Per questo motivo 

la Vojvodina è rimasta esclusa dagli imponenti 

programmi di costruzione di centrali idroelettriche 

attuati nei decenni scorsi e che hanno interessato 

unicamente la Serbia Centrale. Tuttavia, se lo 

sfruttamento delle risorse idriche non costituisce una fonte di energia verde di primaria 

importanza, in Vojvodina ci sono comunque delle potenzialità per la costruzione di centrali 

idroelettriche lungo il sistema Danubio-Tisa-Danubio, la Sava e alcuni dei loro affluenti, nonché 

lungo la rete di canali artificiali. In particolare, il potenziale tecnicamente fruibile di energia 

idrica in Vojvodina può essere suddiviso in 3 categorie: 

20 

o 

o 

Grandi centrali (> 15 MW): sono incluse le possibili centrali lungo il Danubio e la Sava, 

considerando che nell’arco dei prossimi anni verranno completate nuove opere di canalizzazione 

anche con altre destinazioni d’uso. I siti dove sono presenti i dislivelli più rilevanti sono quello di 

Begeč sul Danubio a 15 km ad ovest di Novi Sad (130 MW di potenziale capacità produttiva) e 

quello di Obrež lungo la Sava nella Municipalità di Pećinci (Distretto di Srem, con 70 MW 

potenziali). Per queste 2 centrali sono già stati effettuati gli studi preliminari di fattibilità. 

Piccole centrali (0,1-15 MW): sono comprese le centrali che potrebbero essere costruite lungo le 

scale d’acqua del sistema idrico “Danubio-Tisa-Danubio” e che potrebbero essere ampliate ai 

canali artificiali contigui. In questo caso, l’utilizzo del potenziale idroelettrico avrebbe comunque 

una funzione secondaria all’interno del sistema a vantaggio di altre finalità (fornitura locale 

dell’acqua, irrigazione, protezione dalle alluvioni, navigazione fluviale, ecc.). In questa categoria 

rientrano anche gli eventuali impianti lungo il corso dei fiumi Karaš e Nera (Sud-est della

Vojvodina) lungo i quali potrebbero essere installate centrali per una capacità produttiva 

complessiva stimata di 1,85 MW ed una produzione media annua di 7,86 GWh. 

o 

Micro centrali (< 100 kW): si tratta di impianti che potrebbero essere costruiti lungo i rilievi della 

Vojvodina dove sono già presenti diversi bacini di accumulo per la fornitura d’acqua e per la 

protezione da inondazioni, inclusi i relativi rami di evacuazione delle acque. In breve, ci si 

riferisce alle pendici della catena montuosa della Fruška Gora (10 bacini già esistenti), del Vršački 

Breg (Banato Meridionale al confine con la Romania, con 2 bacini) e della località di Telečka 

(Municipalità di Sombor, con 10 bacini). 

Sulla base di questi presupposti, secondo il “Catasto delle piccole centrali idroelettriche 

nella PAV” elaborato dall’azienda di servizi di consulenza Hidroinvest DTD di Novi Sad nel 1989 e 

tenendo conto delle nuove tecnologie che permettono l’installazione di piccole e mini-centrali 

anche con dislivelli molto contenuti (1-2 m.), in Vojvodina potrebbero essere costruite 13 

centrali idroelettriche con una capacità produttiva complessiva di circa 25,5 MW ed una 

produzione media annua di circa 95 GWh, corrispondente all’1,2% del consumo attuale di energia 

elettrica 6 . Un interessante vantaggio in termini tecnici e di costi progettuali è che la maggior 

parte di queste centrali potrebbero essere costruite su canali di deviazione già esistenti e dalle 

caratteristiche simili, per cui si potrebbero adottare soluzioni progettuali standard. 

Per quanto concerne i possibili costi per la costruzione di queste centrali occorre tenere 

conto di diverse variabili (tipologia e potenza nominale della turbina, entità degli eventuali 

lavori per pertinenze infrastrutturali), tuttavia, considerando che secondo le maggiori utilities 

europee dell’energia elettrica il prezzo medio di una mini centrale idroelettrica d’avanguardia è 

21 

6 Per quanto riguarda invece la Serbia il “Catasto delle piccole centrali idroelettriche nella Repubblica di 

Serbia”, redatto nel 1987 da Energoprojekt – Hidroinženjering e dall’Istituto Jaroslav Cerni, sul totale del 

territorio sarebbero stati individuati 856 siti idonei all’installazione di centrali con una capacità nominale 

stimata di 500 MW e una produzione media di 1.590 GWh/anno. 

CAPACITÀ DELLE POTENZIALI MINI-CENTRALI IN SERBIA 

Capacità Numero Capacità Numero 

> 100 kW 22 500 – 600 kW 46 

100 – 200 kW 273 600 – 800 kW 48 

200 – 300 kW 173 800 – 1.000 kW 39 

300 – 400 kW 104 1 – 2 MW 50 

400 – 500 kW 72 2 – 5 MW 31 

5 – 10 MW 9 

Fonte: Ministero dell’Industria estrattiva e dell’energia 

Al momento in Serbia sono attive solo 31 piccole centrali con una potenza nominale di 34,6 MW e una 

produzione di circa 150 GWh. Altre 38 centrali già esistenti non sono in funzione, ma potrebbero esserlo 

con adeguati lavori di ammodernamento.

di 2,5 mln. € per MW installato, si può ipotizzare che il costo delle 13 centrali idroelettriche in 

Vojvodina avrebbe un costo complessivo di 63,5 mln. €. 

TAB. 6 – DISTRIBUZIONE DELLE POTENZIALI CENTRALI IDROELETTRICHE IN VOJVODINA 

Centrale 

Portata 

(m³/s) 

Altezza cascate 

Min. 

Max. 

Capacità 

nominale 

(kW) 

Produzione 

annua 

(MWh) 

Bezdan (Sombor – Bačka Occidentale) 40 1,5 5,0 1.650 2.200 

Novi Sad (Bačka Meridionale) 60 1,5 7,0 3.000 13.700 

Kucura (Vrbas – Bačka Meridionale) 20 1,5 2,1 250 1.800 

Vrbas ( Bačka Meridionale) 18 4,0 5,8 850 4.700 

Bečej (Banato Centrale) 20 1,5 4,2 620 2.270 

Itebej (Žitište – Banato Centrale) 30 1,5 2,5 600 2.600 

Klek (Zrenjanin – Banato Centrale) 30 1,5 3,6 850 3.400 

Stajićevo (Zrenjanin – Banato Centrale) 30 1,5 3,6 850 2.600 

Tomaševac (Zrenjanin – Banato Centrale) 10 1,5 2,5 240 750 

Opovo (Banato Meridionale) 10 2,0 3,5 280 900 

Straža (Vršac - Banato Meridionale) 6,6 1,5 4,8 240 1.220 

Kajtasovo (Bela Crvka - Banato Meridionale) 40 3,0 4,0 1.220 8.190 

Novi Bečej (Banato Centrale) 525 1,5 6,5 14.800 50.700 

TOTALE 25.450 95.030 

22 

FONTE: FACOLTÀ DI SCIENZE TECNICHE DELL’UNIVERSITÀ DI NOVI SAD. 

In conclusione, sebbene la Vojvodina abbia una buona dotazione di risorse idriche, la loro 

configurazione, ovvero la scarsità di scale d’acqua rende i costi di realizzazione di un impianto 

idroelettrico piuttosto elevati con il rischio di non raggiungere un margine di redditività. In altri 

termini, lo sfruttamento del patrimonio idrico della Provincia sembrerebbe al momento limitato 

ai 13 suddetti impianti per una capacità produttiva nominale di circa 25 MW, tuttavia se si 

considera l’esistenza della fitta rete di canali artificiali, bacini di accumulo e rami di 

evacuazione, e se si tiene conto che le nuove tecnologie permettono l’installazione di turbine 

anche su corsi d’acqua con scarsa portata e con bassi dislivelli, il potenziale per il microidroelettrico 

(< 100 kW) in Vojvodina può diventare interessante.

3.3 – L’energia eolica 

Come già anticipato, al momento in Vojvodina non sono operativi impianti eolici, 

tuttavia, secondo le rilevazioni effettuate da alcune istituzioni scientifiche nazionali, nella 

Provincia Autonoma (ed in Serbia in generale) ci sono dei presupposti climatici e morfologici per 

l’installazione di parchi eolici, anche se meno rilevanti rispetto agli altri Paesi dei Balcani 

Occidentali 7 . In particolare, gli studi delle Facoltà di Agraria e di Ingegneria Elettronica 

dell’Università di Belgrado, evidenziano per tutto il territorio della Serbia un livello di ventosità 

che varia dai 4 ai 6 m./sec. e che potrebbe garantire 

10-11.000 MW di capacità produttiva installata. Le 

aree del paese con il migliore potenziale per 

l’installazione di parchi eolici sono state individuate in 

alcune zone della Serbia Centro-orientale (località di 

Stara Planina, Ozren, Vlasina, Rtanj, Deli Jovan, Crni 

Vrh, ecc.) dove la ventosità è stimata a circa 6 

m./sec. Con un potenziale di 300 W/m² e il tratto del 

bassopiano della Pannonia in Vojvodina (a nord del 

Danubio) che potrebbe ospitare parchi eolici per una 

capacità teorica compresa tra i 1.500 ed i 2.000 MW. 

Seguendo la metodologia adoperata per la stesura 

dell’European Wind Atlas che considera la misurazione 

del vento a scadenza di 10 minuti e ad un’altezza di 

50 m. dal suolo, su tutto il territorio della Vojvodina la 

velocità del vento sarebbe compresa tra i 3,5 – 4,5 

m/s con picchi di 5,0 – 5,5 m/s sul versante settentrionale dei rilievi montuosi della Fruška Gora 

(circa 80 km di lunghezza, nel Distretto di Srem) e nel Banato Meridionale. In particolare, sulla 

base delle best practices dell’Europa Occidentale, sul territorio della Vojvodina le aree con un 

livello di ventosità di 5 m/s e oltre, ovvero quelle che superano la soglia di redditività di un 

impianto eolico, sarebbero state individuate sui versanti del Vršački Breg (nel Banato 

Meridionale con ventosità di 6,27 m/s per un potenziale di 300 W/m² ed oltre) e sul versante 

settentrionale dei rilievi della Fruška Gora (5 m/s per potenziali 200-300 W/m²). L’area in grado 

24 

7 Nel caso della Vojvodina, nel dicembre del 2008 la Facoltà di Scienze Tecniche dell’Università di Novi 

Sad ha effettuato per conto del Segretariato Provinciale dell’Energia e delle Risorse Minerarie lo “Studio 

sull’Atlante dei Venti nella PAV”. Questo studio va tuttavia considerato solo la base per un’analisi più 

approfondita e più disaggregata a livello territoriale allo scopo di valutare le concrete opportunità offerte 

dall’energia eolica e di elaborare un quadro normativo adeguato per il suo sviluppo (ad esempio, il rilascio 

delle concessioni, poteri delle municipalità).

di ospitare parchi eolici sarebbe di quasi 6 km² di estensione con una capacità produttiva 

stimata di 82,5 MW ed una produzione media annua di 144 GWh di energia elettrica che 

corrisponderebbe all’1,7% dell’energia consumata dagli utenti di Elektrovojvodina. 

Per quanto concerne i costi di realizzazione va premesso che il prezzo dell’energia 

elettrica generata da una turbina eolica è più alto rispetto a quella prodotta da fonti 

convenzionali o altre fonti alternative. Inoltre, va tenuto conto del fatto che anche l’impatto 

ambientale di un impianto eolico è elevato. In tal senso, considerando che, a seconda delle 

dimensioni della torre eolica e dell’entità dei lavori infrastrutturali preliminari, il costo medio 

per singolo kW installato è compreso tra gli 800 ed i 1.200 €, l’installazione di 82,5 MW eolici in 

Vojvodina implicherebbe un investimento totale di 80-120 mln. €. 

Ventosità 

(m/s) 

TAB. 7 – CAPACITÀ PRODUTTIVA POTENZIALE DEI PARCHI EOLICI IN VOJVODINA 

Area disponibile 

(km²) 

N. di turbine 

Capacità 

installata 

Produzione di energia 

elettrica (MWh/anno) 

≥ 5,0 - < 6,0 5,00 47 70,5 123.516 

≥ 6,0 0,75 8 12,0 21.024 

TOTALE 5,75 55 82,5 144.540 


25 

Tuttavia, al momento le Autorità locali non hanno ancora allestito un vero e proprio 

piano per lo sfruttamento dell’energia eolica e le recenti, seppure sporadiche, iniziative 

progettuali fanno capo a progetti privati, principalmente esteri 8 . Tra queste va segnalata quella 

del gruppo statunitense Green Star Alternative Energy Inc. (GSAE) che costituisce il developer 

estero più attivo in Vojvodina e in diverse aree della Serbia. In particolare, già nell’agosto 2008 

il gruppo GSAE aveva rilevato le aziende serbe Notos (progettazione di impianti eolici) e Sirius 

Regulus (titolare di diritti di concessione di terreni) per lo sviluppo e la realizzazione, entro il 

2013, di un parco eolico da 300 MW nella località di Belo Blato (Municipalità di Zrenjanin nel 

Distretto del Banato Centrale). L’impianto si estenderà su un’area di circa 90 ettari e sarà in 

grado di fornire energia elettrica a circa 6mila abitazioni. Nell’aprile 2009, la neocostituta 

impresa mista GSAE-Notos ha siglato un ulteriore accordo con la municipalità di Titel (Bačka 

meridionale) per la valutazione della redditività economica di un parco eolico. Anche il gruppo 

8 A conferma di questa situazione, si ricorda che solo nell’ottobre 2010 è stata istituita l’Associazione 

Serba dell’Energia Eolica (Srpsko Udruženje za Energiju Vetra) che si prefigge di cooperare con i decision 

makers locali per sviluppare un quadro legale adeguato allo sviluppo dell’energia eolica nel paese. 

L’Associazione raggruppa alcuni developers occidentali e serbi - MK Group/Energogreen (Italia), 

Energowind (Serbia), Continental Wind (USA-Serbia), Kelag (Austria) - che intendono investire 1,5 Mld. € 

nei prossimi 4 anni in parchi eolici per un totale di 1.000 MW di capacità nominale in alcune Municipalità 

della Vojvodina (Kula, Plandište, Alibunar, Indjia, Vršac, Pančevo e Kovin).

elga Electrawinds, tramite la sua consociata Energo Zelena con sede a Belgrado ha annunciato 

il suo interesse per la costruzione di un parco eolico con 21 turbine per una capacità produttiva 

di 48,3 MW nella Municipalità di Alibunar (Banato Meridionale). 

Altri progetti per i quali sono già state espletate le prime procedure amministrative 

(accordi preliminari di cooperazione e di concessione dei terreni con le Municipalità) interessano 

diverse aree del Banato Meridionale (Veliko Gradiste, Plandište, Bela Crvka, e Inđija - si vedano 

la tabella e la mappa che seguono). 

TAB. 8 - I PROGETTI DI PARCHI EOLICI IN VOJVODINA 

Azienda Parco eolico Località 

VPBC Vetar d.o.o. – Bela Crkva 

“Vracev gaj” 

187,5 MW 

Bela Crkva – Vracev gaj 

Comune di Kovin (frazioni 

Wellbury Wind Energy d.o.o. - 

“Bavanistansko polje” 

di Bavaniste, Deliblato, 

Beograd 

188 MW 

Mramorak e Dolovo) 

Windtim d.o.o. - Beograd 

“Susara” 

Comune di Vršac 

60 MW 

e di Bela Crvka 

Energowind d.o.o. - Vršac 

Vetroelektrane Balkana d.o.o. - 

Beograd 

Zad MK – Fintel Wind a.d. - Beograd 

Zad MK – Fintel Wind a.d. - Beograd 

Vetropark Indjia d.o.o. - Indjia 

“Vršac – Alibunar – 

Plandiste” 

400 MW 

“Cibuk” 

300 MW 

“Kosava” 

117 MW 

“La Piccolina” 

5 MW 

“Indjia” 

20 MW 

Comuni di Vršac, Alibunar 

e Plandiste 

Comune di Kovin (frazione 

di Bavaniste) 

Comune di Vršac (frazioni 

di Uljma, Izbiste, Zagajica 

e Parta) 

Comune di Vršac 

Comune di Indjia 

26 

FONTE: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELL’ENERGIA 

Inoltre, in altre aree della PAV sono state installate torri anemometriche di diverse 

altezze, tuttavia, considerati i lunghi tempi di rilevamento della ventosità, occorrerà attendere 

fino anche a 3 anni per valutare se i rilievi effettuati possano giustificare l’eventuale 

investimento per l’installazione di turbine eoliche, anche se di potenza contenuta. Infine, non va 

dimenticato un uso seppure secondario dell’energia del vento, ovvero il pompaggio per 

l’irrigazione dei terreni agricoli. Infatti, in Vojvodina solo una parte della superficie coltivate è 

irrigata artificialmente e il ricorso al mini-eolico potrebbe costituire un’interessante fonte 

alternativa.

3.4 – L’energia fotovoltaica 

In Vojvodina, nonostante i discreti prerequisiti di irraggiamento, lo sfruttamento dell’energia 

solare è relegato all’uso prevalentemente privato di 

collettori termici per la sola produzione di calore (acqua 

sanitaria) ad uso domestico e, ma si tratta di casi isolati 

o ancora in fase di studio, per il riscaldamento 

centralizzato di edifici pubblici e di strutture per la 

collettività. L’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la 

produzione di energia elettrica è ancora meno diffuso e 

fa capo anche in questo caso a singole iniziative private. 

Più precisamente, secondo le stime nazionali nella PAV 

l’irraggiamento solare potenziale è di circa 3,6 kWh/m² 

al giorno, anche se si registrano notevoli sbalzi stagionali 

(da un minimo di 1,0 – 1,2 kWh/m² al giorno nei mesi di 

dicembre e gennaio ad un massimo di 6,3 - 6,8 kWh/m² 

al giorno nei mesi di luglio e agosto) 9 . In base a questi 

indici si stima che, se solo il 10% delle famiglie 

installasse degli impianti fotovoltaici di 30-35 m² sulle coperture delle proprie abitazioni, la 

conversione dei raggi solari in energia elettrica potrebbe generare circa 565 GWh/anno (pari al 

6,8% dell’attuale consumo di energia elettrica). Tuttavia, gli alti costi per le apparecchiature e 

la loro installazione risultano al momento poco sostenibili per i singoli privati, e diventano 

eccessivi se si considerano le installazioni di grandi parchi fotovoltaici per la produzione di 

energia elettrica installati sul suolo, rendendo questa fonte energetica alternativa 

economicamente poco redditizia. In altri termini, in Vojvodina lo sfruttamento dell’energia del 

sole andrebbe indirizzato verso altri impieghi, ovvero al riscaldamento degli spazi, di acqua 

sanitaria e industriale e, considerata la vocazione agricola del territorio, all’essiccamento di 

cereali e di biomasse. 

28 

9 Nelle aree sud-orientali della Serbia si registrano invece indici di irraggiamento più alti: ad esempio nella 

regione di Niš i valori sono compresi tra 1,50 kWh/m² nel mese di dicembre e 6,35 kWh/m² a luglio, con 

una media annua di 4,20 kWh/m² al giorno.

(Dati in kWh/m²) 

TAB. 9 – IRRAGGIAMENTO SOLARE GIORNALIERO IN VOJVODINA 

Valore min. 

Mese 

Valore max. 

Totale anno 

Media giornaliera 

Novi Sad 1,20 (Dicembre) 6,35 (Luglio) 1.392,65 3,82 

Vršac 1,00 (Dicembre) 6,85 (Agosto) 1.424,75 3,90 

Palić 1,15 (Dicembre) 6,35 (Luglio) 1.407,40 3,80 

FONTE: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELL’ENERGIA 

1.400,00 

(Media Serbia) 

3,80 

(Media Serbia) 

Sulla base di questi presupposti, al momento in Vojvodina non sono previsti progetti 

d’investimento nel fotovoltaico di grandi dimensioni, con la sola eccezione della recente 

iniziativa (settembre 2011) della Municipalità di Kikinda che ha annunciato la fase avanzata 

dell’accordo con l’azienda CHD Power Plant Operation, sussidiaria del gruppo China Huadian 

Corporation per la costruzione di un impianto fotovoltaico da 30 MW per un investimento 

complessivo di circa 100 mln. €. 

Anche sul resto del territorio della Serbia al momento non sono operativi impianti 

fotovoltaici di grandi dimensioni, tuttavia nell’ultimo anno sono stati avviati interessanti 

progetti. Infatti, nell’ottobre 2010 la municipalità di Leskovac aveva annunciato l’avvio dei 

lavori per la costruzione di un impianto da 950 kW su un’area di 6,5 ettari della località di Velika 

Biljanica per un investimento di 3,5 mln. € in partenariato tra l’azienda serba Solarne Elektrane 

Srbije e un consorzio di investitori esteri. Nel settembre 2011 EPS ha annunciato l’avvio dei 

lavori entro la fine di quest’anno per la costruzione di un impianto da 5 MW a Čajetina, a 6 km 

da Zlatibor (Serbia occidentale). Nello stesso mese il gruppo statunitense Euro Solar Parks Inc 

(ESLP) ha firmato un accordo preliminare con la Municipalità di Vranje (Serbia Meridionale al 

confine con il Kosovo) per la costruzione su 30 ettari di terreno di un impianto di 10 MW iniziali 

con un’espansione a 150 MW nei prossimi 5 anni. 

29

3.5 – L’energia geotermica: 

Il territorio della Vojvodina, in quanto parte del 

Bassopiano Pannonico, rientra in un’estesa area 

caratterizzata da condizioni favorevoli per le ispezioni 

e lo sfruttamento in campo geotermico. In particolare, 

sono presenti 4 sistemi idrogeologici caratterizzati da 

diverse composizioni litologiche, sistemi di 

stratificazione, temperature e proprietà chimiche 

dell’acqua, le quali, almeno sul piano teorico, 

sarebbero idonei allo sfruttamento delle falde 

acquifere. Per questo motivo, tra il 1969 ed il 1996 

l’ex azienda statale Naftagas 10 aveva effettuato 73 

trivellazioni idrotermali per un totale di 62,7 km di 

profondità. Le operazioni si sono concentrate negli 

anni ’80 con 45 perforazioni per circa 34,8 km (65% del 

totale), tuttavia, nonostante diversi siti siano stati 

dotati di sistemi idrotermali di sfruttamento solo 15 di essi sono operativi 11 . Tra questi solo 

alcuni hanno una temperatura dell’acqua superiore ai 60°C ad una profondità di circa 1.000 m. e 

solo 3 con temperature comprese tra i 70 e gli 82°C. In altri termini, si tratta comunque di 

temperature inferiori ai 90°C che costituiscono la soglia minima per l’utilizzo nella produzione di 

energia elettrica, per cui le caratteristiche geotermali della acque della PAV fanno sì che l’unica 

possibilità di utilizzo sia la trasformazione in energia termica per riscaldamento di edifici a 

temperature normalmente inferiori ai 60°C e a carattere prettamente stagionale. 

Al momento, l’utilizzo di energia geotermica per tutto l’anno solare fa capo alle stazioni 

termali Banja Junaković nei pressi di Apatin (Bačka Occidentale con una capacità di circa 

150mila m³/anno di acque termali a temperatura di 60°C) e di Banja Kanjiža (Banato 

Settentrionale a 40 km a est di Subotica con circa 110mila m³/anno a 51, 64 e 72°C). L’uso 

stagionale concerne invece alcuni centri polisportivi e strutture alberghiero/curative dell’area di 

30 

10 Istituita nel 1953, Naftagas è stata l’azienda nazionale per le ispezioni e la produzione di petrolio 

greggio, successivamente ha incorporato le raffinerie di Pančevo e Novi Sad, l’impianto di produzione di 

fertilizzanti di Pančevo e le compagnie di distribuzione Jugopetrol di Belgrado e Novi Sad. Nel 1991 è 

stata trasformata in Naftna Industrija Srbije a.d. Novi Sad - NIS a.d, incorporando anche la fabbrica di 

produzione di lubrificanti di Kruševac. Nel 2009 il 51% delle sue quote è stato acquistato dal gruppo russo 

Gazprom Neft. 

11 Va ricordato che durante le due Guerre Mondiali erano già stati scavati 591 pozzi (384 nel Banato, 153 

nella Bačka e 54 nello Srem). Tuttavia, lo scopo di queste perforazioni era la ricerca di acqua potabile 

anche se poi usata acqua per usi termali/balneari.

Bečej (Bačka Meridionale) che consumano nell’insieme circa 100mila m³ nel periodo invernale 12 . 

In questa categoria di consumatori rientrano anche centri natatori di Temerin, Vrbas, e Palić. La 

terza categoria di consumatori include principalmente alcune aziende agricole e allevamenti che 

usano acque termali per il riscaldamento stagionale delle serre o delle stalle. 

TAB. 10 – PRINCIPALI PROPRIETÀ DELLE ACQUE GEOTERMALI IN VOJVODINA 

Auto-profusione dell’acqua 

10 - 20 l./sec. 

Temperatura dell’acqua in uscita 40 - 60 °C 

Gradienti geotermali 

4,5 – 7,5°C/100 m 

Principale sostanza gassosa presente nell’acqua 

Metano 

Quantità di sostanze minerali presente nell’acqua 0,42 – 13,94 g./l. 

Perforazioni totali: 73 Perforazioni positive: 65 

Profondità max. 2.520 m. Vrbica, Banat 82°C a 1.749 - 1854 m. 

Profondità min. 305,5 m. Novi Sad 25°C 


TAB.11 - GLI IMPIANTI GEOTERMICI IN SERBIA 

Capacità installata 

(in MWt) 

Produzione di calore 

(TJ/anno) 

Aree residenziali e commerciali 18,5 575 

Spa e centri ricreativi 36,0 1.150 

Processi di essiccamento 0,7 22 

Serre 8,4 256 

Itticoltura e allevamento bovini 6,4 211 

Processi industriali 3,9 121 

Riscaldamento (pompe di calore) 12,0 80 

TOTALE 86,0 2.393 

31 

FONTE: MINISTERO DELL’ENERGIA E DELL’ATTIVITÀ MINERARIA – MARZO 2009 

Nonostante queste premesse sembrino dare poche possibilità allo sfruttamento delle fonti 

geotermiche per la produzione di energia elettrica o per quella di calore ad uso di medio-grandi 

collettività, nella PAV sono stati avviati di recente nuovi progetti di esplorazione del suolo, 

grazie soprattutto alle nuove tecnologie di ispezione adottate da alcuni importanti developer 

occidentali. In particolare, nel febbraio 2010 il gruppo canadese Reservoir Capital Corp. tramite 

la sua controllata al 100% Southern European Exploration d.o.o. ha ottenuto le licenze per 

12 In particolare, a Bečej ci sono 2 pozzi di acque termali: il primo (non operativo) ha una temperatura 

dell’acqua di 33°C, il secondo (operativo dal 1988) di 63-65,3°C.

l’esplorazione geotermica in tre aree della Vojvodina (oltre che in altre aree della Serbia), 

selezionate sulla base degli esiti delle trivellazioni effettuate nei decenni passati. La prima 

ispezione interessa la località di Kupusina (Municipalità di Apatin, nel Distretto del Bačka 

Occidentale) in un’area di 26,5 Km² nella quale tra il 1978 e il 1987 sono già state effettuate 7 

trivellazioni a profondità comprese tra i 57 e i 1.382 m. e dove si ritiene che la temperatura 

delle falde acquifere più profonde sia di 80°C con picchi di 160°C. 

Le altre esplorazioni verranno effettuate nelle frazioni di Adorijan e Vrbica 

(rispettivamente nelle Municipalità di Novi Kneževac e di Čoka, entrambe nel Banato 

Settentrionale al confine con l’Ungheria) su aree di 22,5 e 48,0 km² dove negli anni ’70 e ’80 

sono già state effettuale 24 trivellazioni geotermali, petrolifere e gassose a profondità comprese 

tra i 420 e i 1.854 m. e dove si ritiene che la temperatura delle falde acquifere più profonde sia 

di 90°C con possibili picchi di 200°C in quelle adiacenti le perforazioni petrolifere e gassose. 

Tab. 12 - Lista dei pozzi geotermali in Vojvodina (proprietà: NAFTAGAS) 

a) - Pozzi idrotermali in funzione 

Località 

Anno 

Trivellazione In attività 

Profondità 

(in m.) 

Profusione 

dell’acqua 

(in l./sec.) 

Temperatura 

dell’acqua 

(in °C) 

Capacità 

nominale 

(in MWt) 

1 - Alibunar 1978 1986 600,0 7,4 24 n.d. 

Gestione 

Turistička organizacija 

(Devojački Bunar) 

32 

2 - Bačko 

Karađorđevo 

1974 1978 1.059,0 2,17 34 n.d. Vojska Srbije i Crne Gore 

3 - Banatsko 

Veliko Selo 

1986 1987 925,0 11,2 43 0.75 DP “Kozara” 

4 - Bečej 1985 1988 1.020,0 17,2 65 4.50 

OSC “Mladost” 

DZ P. “Hadnađev” 

Hotel “Bela Lađa” 

5 - Bački Petrovac 1984 1987 800,0 6,5 64 0,94 Institut za hmelj 

6 - Kanjiža 1977 1981 1.147,0 1,8 41 0,19 “Banja Kanjiža” 

7 - Kanjiža 1983 1986 1.123,0 9,3 65 1.95 “Banja Kanjiža” 


9 - Kula 1982 1984 787,4 5,6 53 0,85 Fabrika kože “Eterna” 

10 - Melenci 1978 1985 1.300,0 6,9 33 0.34 “Banja Rusanda” 

11 - Mokrin 1983 1984 950,0 7,0 51 1,46 DP “Mokrin” 

12 - Palić 1978 1984 701,0 5,5 48 1,17 JP “Palić – Ludoš” 

13 - Palić 1986 1989 750,0 6,3 48 0,53 “Elitte – Palić” 

14 - Prigrevica 1981 1984 701,7 11,8 53 2,26 “Banja Junaković” 

15 - Temerin 1984 1987 914,0 14,9 40 1,34 JP “Komunalac”

) - Pozzi idrotermali dotati di impianti di funzionamento ma non operativi 

Località 

Anno 

Trivellazione In attività 


(in m.) 

Profusione 

dell’acqua 

(in l./sec.) 

Temperatura 

dell’acqua 

(in °C) 

Capacità 

Nominale 

(in MWt) 

Gestione 

1 - Banatsko 

Veliko Selo 

1987 1988 895,0 6,67 45 1,01 IPP “Banat” 

2 - Čelarevo 1989 1996 1.134,0 5,00 31 0,56 TK “Dunav” 

3 - Kikinda 1974 1984 950,0 6,17 50 0,70 KRO “6. Oktobar” 

4 - Kikinda 1984 1985 1.200,0 10,10 51 1,82 

5 - Kula 1980 1981 750,0 9,50 50 0,99 

Svinjogojska farma 

“Jedinstvo” 

Centar za 

Fizičku Kulturu 

6 - Kula 1982 1984 602,0 8,33 53 0,18 Fabrika kože “Eterna” 

7 - Kula 1983 1985 820,0 8,50 51 1,03 FVT “Sloboda” 

8 - Srbobran 1981 1984 1.207,0 11,67 63 1,56 “Elan” staklena bašta 

9 - Subotica 1983 1984 650,0 4,83 35 0,20 

10 - Vrbas 1979 1986 1.033,0 3,50 39 0,25 

11 - Vrbas 1981 1986 932,0 4,33 51 0,65 

Zavod za 


Zavod za 


Zavod za 



c) - Pozzi idrotermali mai entrati in produzione, ma ritenuti promettenti 

33 

Località 

Anno 

trivellazione 


(in m.) 

Profusione 

dell’acqua 

(in l./sec.) 

Temperatura 

dell’acqua 

(in °C) 

1 - Bečej 1981 503,0 10,65 33 

2 - Bački Petrovac 1979 803,0 16,65 46 

3 - Bačka Topola 1990 541,0 10,67 37 

4 - Srpska Crnja 1970 2.052,0 18,30 75 

5 - Bačko Dobro Polje 1980 1.659,0 14,66 57 

6 - Kupusina 1987 1.600,0 3,30 72 

7 - Novi Sad 1980 809,9 2,70 35 

8 - Novi Sad 1982 823,9 6,83 38 

9 - Novi Sad 1984 300,5 17,06 23 

10 - Prigrevica banja 1987 711,7 14,00 53 

11 - Prigrevica 1978 590,0 2,70 43 

12 - Sonta 1985 923,0 2,50 43 

13 – Srbobran 1982 950,2 5,50 54 

14 – Vrbas 1986 947,0 13,00 54 

15 – Zobnatica 1993 543,0 3,30 36 

16 – Banatski Karlovac 1984 509,7 15,70 27 

17 – Janošik 1984 742,0 9,56 35

Località 

Anno 

trivellazione 


(in m.) 

Profusione 

dell’acqua 

(in l./sec.) 

Temperatura 

dell’acqua 

(in °C) 

18 – Kikinda 1987 1.203,0 4,70 57 

19 – Vrbica 1980 2.520,0 

16,70 

4,30 

4,80 

82 

68 

54 

20 – Žitište 1981 1.002,0 3,30 44 

21 – Zrenjanin 1988 870,0 4,00 45 

22 – Inđija 1988 975,0 13,33 56 

23 - Kupinovo 1982 644,0 42,84 51 

24 – Kupinovo 1985 663,0 15,00 46 

25 - Šajkaš 2001 801,0 6,00 39 

I dati sono forniti dai registri del gruppo NIS pubblicati dal Segretariato dell’energia 

e delle Risorse Minerarie della Provincia Autonoma della Vojvodina 

34

3.6 - Biomasse e biogas 

La Vojvodina, grazie alla particolare configurazione 

morfologica e climatica del Bassopiano Pannonico, gode di 

condizioni ottimali per l’attività agricola e l’allevamento: 

infatti, come già evidenziato precedentemente, 

l’economia della Provincia è concentrata sull’attività 

agricola, sull’industria agroalimentare, e, seppure con un 

peso minore, sulla silvicoltura e la lavorazione del legno. 

Data questa caratteristica, negli ultimi anni sono stati 

effettuati diversi studi per valutare il potenziale dei 

residui naturali di queste attività per la produzione di 

energia elettrica e calore. In particolare, secondo l’analisi 

svolta dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Novi 

Sad 13 , tra il 2003 ed il 2007 in Vojvodina ci sarebbe stata 

la disponibilità di circa 6 mln. tonn. all’anno di biomasse 

da residui delle colture a semina, 95mila tonn. da quelli 

di frutteti e vigneti, 3,9 mln. tonn. dall’allevamento (letame per la produzione di biogas) e 

352mila tonn. dalla silvicoltura e dalle attività connesse. Per quanto concerne l’attività di 

coltivazione, nel 2010 circa 1,75 mln. di ettari, corrispondenti al 35% circa dei terreni agricoli di 

tutta la Serbia, erano destinati a questo impiego. In particolare, quasi il 65% del totale delle 

superfici a semina era dedicato alla coltivazione di cereali e il 26% alle colture industriali 

(principalmente alle colture oleaginose – granoturco, girasole, soia – e alle barbabietole da 

zucchero). Il raffronto con la Serbia fa emergere che in Vojvodina è situato il 53,3% del totale 

dei terreni del paese adibiti alla coltura dei cereali ed il 92,3% di quelli per le colture industriali. 

Anche in termini di resa per ettaro la Vojvodina supera la Serbia: infatti, se nella Provincia il 

raccolto di granoturco (maggiore specie coltivata con circa 4,7 mln. tonn. nel 2010, 

corrispondente al 65,1% del totale del raccolto nazionale) ha un rendimento medio di 6,7 

tonn./ettaro, nel resto della Serbia la resa è di 5,9 tonn./ettaro, mentre quella del frumento 

(seconda specie coltivata con circa 904mila tonn. corrispondenti al 55,4% del totale nazionale) è 

di 3,7 tonn./ettaro in Vojvodina e di 3,3 tonn./ettaro nel resto della Serbia. Anche se si 

considerano le cifre sulle struttura degli investimenti in capitale fisso emerge che nel 2009 su un 

totale di circa 13,8 mln. € spesi in tutta la Serbia nel settore agricolo, oltre 9,4 mln. sono stati 

35 

13 Miladin Brkić, Todor Janić: “Nova procena vrsta i količina biomasa Vojvodine za porizvodnju energije”, 

Poljoprivredni fakultet, Novi Sad - 2010.

spesi nella sola Vojvodina. Tuttavia il livello di investimenti corrisponde a circa la metà di quello 

della media dell’UE-27. 

TAB. 13 – DESTINAZIONE D’USO DEI TERRENI AGRICOLI IN VOJVODINA 

(Dati in .000 ha) 

Terreni seminativi (di cui): 

o Granoturco 

o Frumento 

2008 2009 2010 

1.556 

720 

244 

1.563 

678 

302 

1.559 

699 

243 

Quota % 2010 

su tot. Serbia 

47,9 

56,9 

50,2 

Frutteti 19 18 18 7,5 

Vigneti 10 10 10 17,5 

Campi a foraggio 41 41 42 6,7 

Pascoli 106 101 102 12,2 

TOTALE (inclusi altri terreni) 1.749 1.747 1.750 34,6 

FONTE: FONTE: UFFICIO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI SERBIA – ANNUARIO 2011 

In altri termini, anche se si considera il volume dei raccolti di altre specie, in Vojvodina il 

potenziale dell’utilizzo dei “prodotti secondari” e degli scarti delle coltivazioni è senza dubbio 

interessante. In tal senso, secondo le conclusioni dello studio della Facoltà di Agraria 

dell’Università di Novi Sad, nel periodo 2003-2007 sarebbero stati disponibili in media oltre 6 

mln. tonn. all’anno di residui dalle colture a semina di cui quasi 3,3 mln. dal granoturco, 1,1 

mln. dal frumento, 681mila dal girasole e 620mila dalla soia. 

36 

TAB. 14 - PRODUZIONE DI BIOMASSE DA SEMINATIVI IN VOJVODINA (MEDIA ANNUA 2003-2007) 

Sup. Coltivata 

(ha) 

Raccolto 

(tonn./ha) 

Rapporto 

Raccolto/Residui 

Residui 

(tonn./ha) 

Residui 

(tonn./anno) 

Granoturco 636.728 5,165 1:1 5,165 3.288.447 

Frumento 297.403 3,766 1:1 3,766 1.120.074 

Girasole 171.489 1,985 1:2 3,970 680.714 

Soia 127.856 2,426 1:2 4,852 620.358 

Orzo 47.921 3,234 1:1 3,234 154.964 

Avena 5.179 2,344 1:1 2,344 12.140 

Tabacco 4.221 1,475 1:0,35 0,516 2.230 

Colza 4.204 2,090 1:2 4,180 17.572 

Segala 1.474 2,547 1:1,2 3,056 4.505 

TOTALE residui (incluse altre specie) 6.003.112 

FONTE: FACOLTÀ DI AGRARIA, UNIVERSITÀ DI NOVI SAD - 2010 

Per quanto riguarda invece i residui dei frutteti e dei vigneti, va premesso che queste 

colture, ad eccezione dei rilievi della Fruška Gora e dell’area di Vršac, costituiscono delle 

produzioni secondarie nel panorama agricolo della Vojvodina. Inoltre, il loro rapporto 

Raccolto/Residui è sensibilmente inferiore rispetto a quello dei cereali e delle colture

industriali. Di conseguenza, nel periodo di riferimento i residui della coltivazione/lavorazione di 

queste specie sarebbero ammontanti in media a circa 95mila tonn. all’anno. 

TAB. 15 - PRODUZIONE DI BIOMASSE DA FRUTTETI E VIGNETI IN VOJVODINA (MEDIA ANNUA 2003-2007) 

Sup. Coltivata 

(ha) 

Raccolto 

(tonn./ha) 

Rapporto 

Raccolto/Residui 

Residui 

(tonn./ha) 

Residui 

(tonn./anno) 

Alberi da frutto 18.402 10,450 1:0,325 3,399 62.548 

Vigne 10.793 6,556 1:0,457 3,020 32.595 

TOTALE residui 95.143 


Considerando invece il biogas e le biomasse dai residui dell’allevamento, emerge un buon 

potenziale in quanto il parco-bestiame della PAV è di assoluto rilievo. Infatti, al 1° dicembre 

2010 erano registrati 225mila capi di bovini (quota del 24,0% sul totale di tutta la Serbia) e 1,39 

mln. di suini (quota del 39,8%). In particolare, secondo l’Università di Novi Sad nel periodo 2003- 

2007 sarebbero stati disponibili in media quasi 4 mln. di tonn. di stallatico all’anno di cui quasi 

la metà proveniente dagli allevamenti di bovini. 

TAB. 16 - PRODUZIONE DI BIOMASSE DA ALLEVAMENTO IN VOJVODINA (MEDIA ANNUA 2003-2007) 

N. di capi 

Massa capi 

(Kg/capo) 

N. di capi 

corretto (*) 

Massa di letame 

(kg/capo-giorno) 

Rapporto Massa di 

di massa letame 

(kg/kg) (tonn/anno) 

Bovini 266.500 389 207.337 26 1:18,98 1.967.628 

Suini 1.581.000 59,2 187.190 22 1:16,06 1.503.136 

Ovini 224.500 38 17.062 26 1:18,98 161.918 

Caprini 49.000 35 3.420 26 1:18,98 32.551 

Equini 7.500 400 6.000 26 1:18,98 56.940 

Pollame 6.424.500 1,5 192.735 26 1:18,98 182.906 

TOTALE residui 3.905.079 

37 

(*) 1 CAPO= 500 KG 


Tuttavia, solo una parte di questo volume potrebbe essere utilizzata per la produzione di 

biogas per la conversione in energia elettrica e/o calore, in quanto la maggior parte del 

bestiame viene allevata in strutture di piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare, che 

difficilmente possono produrre adeguate quantità di residui o organizzarsi adeguatamente per la 

raccolta dello stallatico e che soprattutto avrebbero difficoltà per assumersi le spese per la 

costruzione di un impianto anche per il solo autoconsumo di energia.

Riguardo l’utilizzo delle biomasse forestali la Vojvodina si 

colloca invece in una posizione di secondo piano rispetto 

al contesto serbo in quanto la sua superficie boschiva 

(circa 175mila ettari) corrisponde al solo 5,3% del totale 

di quella nazionale. Inoltre, va ricordato che solo in 

alcune aree i tagli boschivi hanno volumetrie di un certo 

rilievo (Municipalità di Šid - Distretto di Srem, 

Municipalità di Apatin – Bačka Occidentale – e Novi Sad), 

che circa 22mila ettari di boschi fanno parte del Parco 

Nazionale della Fruška Gora 14 e che oltre 2mila ettari sono 

costituiti da servitù militari, per cui il parco boschivo 

disponibile va ridimensionato. L’azienda pubblica 

Vojvodinašume gestisce circa 136mila ettari di boschi nei 

quali le specie più diffuse sono la quercia, il pioppo, il 

salice, il frassino e l’acacia. Nel corso del 2010 in Vojvodina sono stati abbattuti 589mila m³ di 

foreste, il 58% dei quali costituito da legname destinato alla lavorazione industriale ed il 31% da 

legna da ardere. Per quanto riguarda invece il volume degli scarti utilizzabili a scopi energetici 

l’Università di Novi Sad ha stimato che nel periodo 2003-2007 siano state disponibili in media 

352mila tonn. all’anno derivanti sia di 743mila m³ di residui da taglio e prima lavorazione. 

38 

TAB.17 - PRODUZIONE DI BIOMASSE DA SILVICOLTURA IN VOJVODINA (MEDIA ANNUA 2003-2007) 

Superficie 

boschiva 

(ha) 

Tagli forestali 

Residui forestali 

Residui da 

lavorazione 

Residui da 

taglio/lavorazione 

(m³) (tonn.) (*) (m³) (tonn.) (**) (m³) (tonn.) (**) (m³) (tonn.) 

Latifoglie 156.120 455.356 341.517 - - - - - - 

Conifere 6.830 40.481 30.361 - - - - - - 

Miste 112 5.604 4.203 - - - - - - 

TOTALE 163.062 501.441 376.081 585.980 292.900 157.488 59.058 743.468 352.048 

(*) 1 M³=750 KG (**) 1 M³=375 KG 


Tuttavia, allo stato attuale le biomasse non vengono utilizzate per la generazione di 

energia elettrica, bensì unicamente per quella di calore, principalmente per il riscaldamento 

domestico, peraltro tramite impianti inefficienti ed obsoleti. L’eventuale sviluppo dello 

14 In particolare, il Parco Nazionale della Fruška Gora, istituito nel 1960, si estende nella Municipalità di 

Bačka Palanka, Beočin, Inđija, Irig, Novi Sad, Sremski Karlovci, Sremska Mitrovica e Šid.

sfruttamento delle biomasse deve però tenere conto degli alti costi per l’installazione di un 

impianto e dell’eccessiva frammentazione delle aziende agricole o forestali. Tra gli impianti in 

fase progettuale si segnala l’accordo siglato tra l’azienda serba Energo Zelena (sussidiaria del 

gruppo belga Electrawinds) e la municipalità di Inđija per la costruzione di un impianto a 

biomasse (costo complessivo di 22 mln. €) che utilizzerà gli scarti di macellazione e che 

dovrebbe entrare in funzione a partire dalla seconda metà del 2012. L’azienda Victoria Bio 

Energy di Novi Sad sta invece progettando 3 impianti a biomasse (residui di cereali e di specie 

oleaginose) con capacità nominale di 9,9 MW da installare a Bečej, Sabac e Šid. In quest’ultima 

località sono già iniziati i lavori di costruzione. Nella frazione di Doroslovo (Municipalità di 

Sombor) è stato invece siglato un accordo tra il gruppo ceco Bridge Power Investments e la più 

grossa azienda agricola locale per la produzione di pellets dagli scarti della coltivazione del 

granoturco. L’impianto sorgerà nell’area con la maggiore resa di raccolto (13-18 tonn./ettaro) 

nei pressi di un canale di accesso al Danubio dotato di un terminal cargo. L’investimento 

previsto ammonta a circa 7 mln. € e l’impianto dovrebbe entrare in funzione entro la prima 

metà del 2012 con un volume produttivo iniziale stimato a 100mila tonn./anno di pellets 

biologici, per arrivare a 400mila tonn. con futuri ampliamenti ed a 1 mln. di tonn. con la 

costruzione di altri impianti nel resto della Provincia. 

39

3.7 - Rifiuti solidi urbani 

Per quanto concerne il potenziale offerto dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani, nel 2001 

l’Istituto per l’Energia e le Tecniche Produttive della Facoltà di Scienze Tecniche dell’Università 

di Novi Sad ha condotto uno studio sulla quantità e la composizione dei rifiuti generati dalla 

Città di Novi Sad e da 14 frazioni circostanti i cui risultati sono presentati nella tabella seguente: 

TAB. 18 – MEDIA GIORNALIERA E ANNUA DEI RIFIUTI URBANI A NOVI SAD 

Componente 

Quantità media in tonn. 

Giornaliera Annua 

Quota % 

Carta 36,5 13.323 13,5 

Vetro 4,0 1.469 1,5 

Materie plastiche 32,1 11.714 11,5 

Metalli 5,3 1.935 1,9 

Pneumatici 1,7 621 0,6 

Materie tessili 5,9 2.154 2,2 

Rifiuti organici 178,4 65.116 65,8 

Altro 8,1 2.957 3,0 

TOTALE 272,0 99.280 100,0 

40 

FONTE: UNIVERSITÀ DI NOVI SAD – FACOLTÀ DI SCIENZE TECNICHE 

Lo stesso studio ha esteso l’analisi sul territorio compreso nel raggio tra i 48 e i 58 km dal 

centro cittadino (limite per la redditività della raccolta dei rifiuti) dove sono situate le seguenti 

Municipalità il cui numero complessivo di abitanti è praticamente uguale a quello del Capoluogo, 

ovvero: Bačka Palanka, Bački Petrovac, Vrbas, Srbobran, Temerin, Žabalj, Inđija, Irig, Ruma e 

Sremski Karlovci. Considerando che l’insieme di queste località genera l’83% dei rifiuti prodotti 

nell’area di Novi Sad, nel complesso dell’area monitorata si stima che vengano prodotte circa 

182mila tonn. di rifiuti all’anno, corrispondenti a 286,5 kg pro capite. Se si estendessero queste 

cifre a tutto il territorio della Provincia Autonoma si arriverebbe invece a 573mila tonn. annue di 

rifiuti prodotti per un totale di potenziali 6.647 GJ/anno di calore. 

L’utilizzo di questo potenziale dipende però da una scelta di fondo, ovvero la 

convenienza tra il riciclo dei componenti o il loro uso per produzione di combustibili. Inoltre, 

occorre tenere presente che in generale il potere calorico dei rifiuti solidi è inferiore rispetto ai 

combustibili tradizionali (ad esempio, il potere calorico della carta/cartone equivale al 27,8% di 

quello del gas naturale) e che i processi di trasformazione dei rifiuti comportano anche problemi 

di inquinamento atmosferico, in particolare se viene scelto il processo di combustione diretta 

dei rifiuti.

3.8 – Conclusioni 

Da quanto emerso nei capitoli precedenti si può concludere che il potenziale per lo 

sfruttamento delle fonti energetiche alternative in Vojvodina è dato principalmente dalle 

biomasse, in misura minore dagli altri tipi di fonte e principalmente per la produzione di calore 

rispetto a quella di energia elettrica. Riassumendo, è emerso che la configurazione delle risorse 

idriche della Vojvodina, ovvero la scarsità di scale d’acqua rende i costi di realizzazione di un 

impianto idroelettrico piuttosto elevati con il rischio di non raggiungere un margine di 

redditività. In altri termini, lo sfruttamento del patrimonio idrico sembrerebbe al momento 

limitato a piccoli impianti per una capacità produttiva nominale complessiva di circa 25 MW e 

sarebbe necessario aggiornare il relativo catasto compilato nel 1987. Tuttavia, se si considera 

poi l’esistenza della fitta rete di canali artificiali, bacini di accumulo e rami di evacuazione, e se 

si tiene conto che le nuove tecnologie permettono l’installazione di turbine anche su corsi 

d’acqua con scarsa portata e con bassi dislivelli, il potenziale per il micro-idroelettrico (< 100 

kW) potrebbe diventare interessante, anche se limitatamente ad un livello produttivo limitato al 

consumo strettamente locale e stagionale. 

Riguardo l’energia eolica è risultato che al momento in Vojvodina il potenziale 

sfruttamento di questa fonte è relegato a singole iniziative che fanno capo a progetti privati, sia 

nazionali sia esteri e che manca una vero e proprio piano di sviluppo dell’eolico. Infatti, per 

diversi progetti sono già state espletate le prime procedure amministrative (accordi preliminari 

di cooperazione e di concessione dei terreni con le Municipalità) in alcune aree del Banato 

Meridionale, mentre in altre aree della PAV sono state installate torri anemometriche per il 

rilevamento della ventosità. Tuttavia, è ancora prematuro valutare se i rilievi effettuati possano 

giustificare l’eventuale investimento per l’installazione di turbine eoliche, anche se di potenza 

contenuta. 

Conclusioni analoghe valgono anche per il fotovoltaico, in quanto, nonostante i discreti 

prerequisiti di irraggiamento, lo sfruttamento dell’energia solare è relegato all’uso 

prevalentemente privato di collettori termici per la sola produzione di calore ad uso domestico 

(acqua sanitaria), mentre l’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica 

è ancora meno diffuso e fa capo anche in questo caso a singole iniziative private che non 

includono l’allacciamento alla rete di distribuzione. 

Considerando l’energia geotermica è emerso che in Vojvodina le temperature delle falde 

acquifere sono inferiori alla soglia minima per l’utilizzo nella produzione di energia elettrica, 

per cui le caratteristiche geotermali delle acque fanno sì che l’unica possibilità di utilizzo sia la 

41

trasformazione in energia termica per riscaldamento di edifici a carattere prettamente 

stagionale. 

Data la vocazione agricola della Provincia le biomasse hanno invece un potenziale 

migliore, tuttavia allo stato attuale le biomasse non vengono utilizzate per la generazione di 

energia elettrica, bensì unicamente per quella di calore, principalmente per il riscaldamento 

domestico, peraltro tramite impianti inefficienti ed obsoleti. L’eventuale sviluppo dello 

sfruttamento delle biomasse deve però tenere conto degli alti costi per l’installazione di un 

impianto e dell’eccessiva frammentazione delle aziende agricole o forestali. 

Infine, anche considerando lo sfruttamento dei rifiuti solidi urbani vanno considerati a 

priori gli alti costi per la costruzione degli impianti, quelli di gestione e quelli per la raccolta dei 

rifiuti. 

TAB. 19 – SCHEMA RIASSUNTIVO DEL POTENZIALE DELL’ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI IN VOJVODINA 

Capacità 

produttiva 

(MW) 

Energia termica 

Prezzo 

energia 

(€/kW) 

Costo 

complessivo 

(Mln. €) 

Capacità 

produttiva 

(MW) 

Energia elettrica 

Prezzo 

energia 

(€/kW) 

Costo 

complessivo 

(Mln. €) 

Biomasse 1.399 100 139,9 - - - 

Biogas 64 2.500 13,6 - - - 

Idrico - - - 25,4 2.500 63,5 

Eolico - - - 82,5 1.000 82,5 

Geotermico 194 150 29,0 - - - 

Rifiuti urbani 171 1.000 170,8 - - - 

TOTALE 1.769 - 353 107,9 - 146 

42 

FONTE: UNIVERSITÀ DI NOVI SAD – FACOLTÀ DI SCIENZE TECNICHE 

Tuttavia, al di là dell’esistenza di problemi tecnici legati alla realizzazione di impianti ad 

energia verde che rischiano di comprometterne la loro redditività, in Vojvodina (ed in Serbia in 

generale) ci sono altri ostacoli agli investimenti di natura non-tecnica. Infatti, al di là del fatto 

che in questo paese permane la dipendenza dall’energia elettrica prodotta dalle termocentrali e 

dall’idroelettrico di grandi dimensioni, a tutt’oggi in Serbia manca ancora un primo set di 

progetti realizzati che dovrebbe fungere da volano per lo studio e la realizzazione di impianti 

alimentati da fonti rinnovabili, a prescindere dal tipo di fonte. Di conseguenza manca anche il 

background di esperienza sia da parte pubblica che privata. Inoltre, molti stabilimenti industriali 

sono ancora in fase di transizione e questa situazione ostacola la presa di decisioni da parte 

delle loro dirigenze ad avviare progetti per migliorare l’efficienza energetica.

Dal punto di finanziario esiste invece la mancanza di liquidità generalizzata (sia da parte 

dei privati che delle imprese) e la difficoltà ad ottenere finanziamenti a lungo termine per la 

realizzazione di impianti anche di capacità produttive contenute, inoltre, in Serbia i prezzi 

dell’energia elettrica sono più bassi rispetto a quelli praticati in altri paesi con la conseguenza 

che la redditività di un impianto alimentato da risorse rinnovabili, già di per sé oneroso, risulta 

parzialmente compromessa. Anche la questione dei costi della connessione alla rete può 

costituire un serio ostacolo a seconda della localizzazione del sito in cui dovrebbe sorgere un 

impianto ad energia pulita. 

Solo negli ultimi anni è stata adottata la normativa che regola il settore delle energie 

rinnovabili, anche se in maniera indiretta in quanto inclusa genericamente nella Legge 

sull’Energia; infatti, questa risulta ancora carente in quanto si limita a fissare obiettivi generici 

a lungo termine senza indicare le modalità del loro conseguimento. 

43

TAB. 20 - ANALISI SWOT 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

o 

Punti di forza (Strengths) 

Buona dotazione di risorse energetiche 

rinnovabili (soprattutto biomasse) 

Rete di distribuzione abbastanza sviluppata, 

ma da modernizzare 

Disponibilità di risorse tecniche e umane 

Attività economica ed industriale 

soddisfacente 

Graduale liberalizzazione del mercato 

dell’elettricità 

Introduzione di un sistema tariffario 

favorevole per l’energia da fonti rinnovabili 

Opportunità (Opportunities) 

Punti di debolezza (Weaknesses) 

o Settore dell’energia alternativa ancora poco 

sviluppato 

o Mancanza di una strategia di sviluppo 

energetico 

o Mancanza di crediti agevolati e generale 

difficoltà di accesso al credito 

o Mancanza di agevolazioni fiscali e prezzi 

garantiti per l’energia verde 

o Difficoltà nella disponibilità dei terreni 

(registri catastali non aggiornati) 

Minacce (Threats) 

o 

Mobilità di specialisti qualificati 

o 

o 

Sviluppo del know-how, della produzione e 

dei servizi di mercato per le nuove 

tecnologie 

Introduzione di normative locali per lo 

sviluppo del settore energetico 

o 

o 

o 

Peso della burocrazia 

Resistenza ai cambiamenti 

Disinformazione del pubblico 

44 

o 

o 

Creazione di un fondo provinciale per 

l’efficienza energetica e l’energia da fonti 

rinnovabili 

Insediamento di developers esteri in loco 

o 

o 

Instabilità politica e conseguente lentezza 

nella realizzazione delle riforme 

Scarsa professionalità nel settore 

energetico “verde” 

o 

Sviluppo delle capacità di produzione di 

macchinari ed apparecchi

4 – Gli alimenti funzionali 

4.1 - Introduzione 

Con questo termine si definiscono gli alimenti con un potenziale effetto addizionale 

positivo sul mantenimento della salute e/o sulla prevenzione della salute dell’essere umano in 

generale o anche solo gruppi di popolazione (donne in gravidanza, persone anziane ecc.). Gli 

effetti positivi sono da ricondursi alla presenza di componenti che interagiscono con le funzioni 

fisiologiche dell’organismo (ad esempio, isoflavoni – estrogeni presenti nella soia -, polifenoli – 

antiossidanti presenti nell’uva, bioflavonoidi – antiossidanti presenti in diversi tipi di frutta e 

verdura -, ecc.). In breve, un alimento può diventare “funzionale” attraverso l’applicazione di 

tecnologie o biotecnologie che consentono di aumentarne la biodisponibilità o la 

concentrazione, rimuovere o modificare un componente dalle caratteristiche funzionali. 

Solo alcuni Paesi (ad es. il Giappone e gli Stati Uniti 15 ) si sono dotati di una precisa 

legislazione riguardo la definizione, l’etichettatura e la commercializzazione degli alimenti 

funzionali, mentre al momento nell'Unione Europea manca una legislazione specifica su questa 

tipologia alimentare per cui ogni nazione è libera di autoregolamentarsi 16 . La Commissione UE ha 

comunque realizzato un’Azione Concertata sulla Functional Food Science in Europe – FUFOSE, 

ovvero un programma coordinato dall’International Life Sciences Institute (ILSI) Europe, con 

l’obiettivo di stabilire e sviluppare un approccio scientificamente fondato sulle evidenze 

richieste a sostegno dello sviluppo di prodotti alimentari che possono avere effetti benefici su 

una specifica funzione biologica, migliorando lo stato di salute e il benessere di una persona e/o 

riducendo il rischio di malattia. In particolare, la FUFOSE ha suddiviso gli alimenti funzionali in 

2 principali categorie: 

45 

o 

Tipo A: alimenti che migliorano una specifica funzione fisiologica al di là del loro specifico ruolo 

nella crescita corporea e nello sviluppo. Questo tipo di alimenti non hanno funzioni in relazione a 

malattie o stati patologici . 

15 In Giappone gli alimenti funzionali sono commercializzati e riconosciuti con la sigla FOSHU (Food for 

Specific Health Use). Negli Stati Uniti la FDA (Food & Drug Administration) fornisce la certificazione di 

HealthClaims a cibi commercializzati che dimostrino di contribuire alla prevenzione di alcune malattie. 

16 A livello comunitario esistono comunque alcuni Regolamenti e Direttive che codificano alcuni aspetti 

legati alla modifica degli alimenti, alla loro sicurezza ed etichettatura, ovvero: Reg. CE 1925/2006 del 20 

dicembre 2006, sull’aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti; Reg. CE 

1924/2006 del 20 dicembre 2006, relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti 

alimentari; Dir. 2008/100/CE del 28 ottobre 2008, relativa all’etichettatura nutrizionale dei prodotti 

alimentari per quanto riguarda le razioni giornaliere raccomandate, i coefficienti di conversione per il 

calcolo del valore energetico e le definizioni; Dir. 2000/13/CE, relativo al ravvicinamento delle 

disposizioni degli Stati membri in materia di etichettatura e presentazione degli alimenti.

o Tipo B: alimenti che contribuiscono a ridurre il rischio di contrarre una malattia. 

Considerando invece le loro composizioni microbiologiche gli alimenti funzionali si 

dividono in alimenti probiotici, prebiotici e simbiotici. 

o 

o 

o 

Probiotici: sono microrganismi vivi che ingeriti in quantità elevate hanno un effetto equilibratore 

sulla flora intestinale. Tra i functional food più diffusi in commercio ci sono i diversi tipi di yogurt, 

formaggi e determinate formulazioni per l’infanzia (succhi di frutta, omogeneizzati e varie tipologie 

di latte). 

Prebiotici: questi alimenti sono costituiti da componenti alimentari non digeribili (fruttooligosaccaridi 

e galatto-oligosaccaridi, inulina, lattulosio e polioli) in grado di stimolare 

selettivamente la crescita di alcune specie batteriche saprofite dell’intestino, modificando 

favorevolmente la flora batterica (aumento dell’assorbimento di minerali ed oligoelementi, 

riduzione di colesterolo e trigliceridi, regolazione della funzione intestinale). 

Simbiotici: sono alimenti caratterizzati dalla presenza sia di probiotici che di prebiotici che agiscono 

sinergicamente. 

Da quanto premesso sopra, nel capitolo n. 1 (Quadro economico) e nella sezione 3.6 

dedicata alle biomasse agricole, è emerso che il comparto agricolo della Vojvodina comprende 

diverse tipologie produttive che costituiscono i componenti di base per la realizzazione di 

alimenti funzionali (dai cereali alle barbabietole, dalla frutta ai derivati del latte). Tuttavia, 

nonostante l’evidente dotazione di risorse, il concreto sviluppo della biotecnologia alimentare in 

Vojvodina è stato rallentato da una serie di fattori negativi. Innanzitutto negli anni della crisi 

che ha colpito tutti i settori dell’economia della Provincia (e della Serbia in generale) la 

manutenzione ed il miglioramento dei terreni agricoli e delle serre è stata scarsa, inoltre il 

problema della carenza dei sistemi di irrigazione si è accentuato rispetto agli anni precedenti. A 

monte di questi problemi, va ricordato che nella maggior parte dei casi il produttore non è 

proprietario dei fondi e, di conseguenza, manca lo stimolo e migliorare la qualità del suolo. 

Uno altro fattore di debolezza va ricercato nel debole legame tra la produzione agricola 

primaria e l’industria di trasformazione. La mancanza di una classificazione e di una valutazione 

dei prodotti primari basata sulla qualità fa sì che i produttori non sono motivati a prendere le 

misure necessarie per ottenere prodotti di qualità. Inoltre, al di là del basso livello di 

automazione dei cicli produttivi, i macchinari in uso nel settore agroalimentare sono 

generalmente obsoleti in quanto spesso importati già usati da paesi più sviluppati. Il basso 

volume degli investimenti è a sua volta dovuto alla loro bassa redditività e agli elevati costi dei 

finanziamenti. Nell’industria di trasformazione si registra invece un generale sottoutilizzo dei 

macchinari con una media del 30% rispetto alle reali capacità produttive. 

46

TAB. 21 – DISTRIBUZIONE DELLE IMPRESE DELL’AGROALIMENTARE IN VOJVODINA 

Anno 2009 

N. 

Imprese 

N. Addetti 

N. 

Imprese 

N. Addetti 

Vojvodina 535 22.249 

Banato Meridionale 

(Pančevo, Vršac) 

70 

(27,13) 

1.289 

(739,266) 

Bačka Settentrionale 

(Subotica) 

59 

(44) 

3.382 

(2.162) 

Bačka Occidentale 

(Sombor, Kula) 

57 

(25,19) 

2.035 

(1.060, 856) 

Banato Centrale 

(Zrenjanin, Novi Bečej) 

50 

(25,12) 

2.332 

(1.862, 179) 

Bačka Meridionale 

(Novi Sad, Bačka Palanka) 

182 

(92,17) 

8.260 

(3.456, 752) 

Banato Settentrionale 

(Kikinda, Kanjiža) 

40 

(7,11) 

2.058 

(764, 342) 

Srem 

(S. Mitrovica, S. Pazova) 

77 

(22,18) 

2.893 

(763, 646) 

FONTE: CENTRO PER GLI STUDI ECONOMICI STRATEGICI “VOJVODINA-CESS”. 

Nonostante queste carenze strutturali, in Vojvodina il comparto della ricerca nelle 

biotecnologie alimentari è comunque garantito dalla presenza di varie Facoltà o Istituti che 

fanno parte del polo universitario di Novi Sad e, in parte, di quello di Belgrado. 

o Facoltà di agraria, Novi Sad 

o Facoltà di tecnologia, Novi Sad 

o Facoltà di agraria, Zemun 

o Università di Belgrado 

o Facoltà di agricoltura biologica, Bačka Topola 

o Istituto veterinario, Novi Sad 

o Istituto per lórticoltura e la produzione delle 

piante, Novi Sad 

o Istituto per il mais, Zemun Polje 

o Istituto per lállevamento del bestiame, Belgrado 

o Istituto per lígiene e la tecnologia della carne, 

Belgrado 

47 

Inoltre, negli ultimi anni sono stati 

istituiti dei cluster/associazioni di 

produttori, che danno particolare 

attenzione all’innovazione nel settore 

agricolo. Si tratta del distretto POLUX 

(Associazione dei produttori serbi di alimenti), istituito nel marzo 2010 con sede a Kikinda che si 

prefigge di creare una politica di marketing e una rete di vendita congiunta, nonché di stimolare 

lo scambio di buone pratiche e l’innovazione tra i 

suoi associati. Il distretto riunisce 20 aziende che 

impiegano complessivamente circa 1.100 addetti 

e che fatturano circa 33 mln. €, ovvero la metà 

del settore agroalimentare del Banato 

Settentrionale. Inoltre, esso è supportato da 7 istituti di ricerca e di consulenza. Istituito nel 

marzo 2010, il cluster Agroindustrija con sede a Subotica riunisce invece 18 produttori e aziende

di prima trasformazione del Distretto della Backa Settentrionale con un totale di 209 addetti e 

un fatturato di 3,3 mln. €. Agroindustrija si prefigge di migliorare la competitività e la 

sostenibilità produttiva dei suoi associati, nonché di diversificare la produzione agricola anche 

per la produzione di biomasse. Inoltre, si ricorda che presso il polo universitario di Novi Sad 

include è attivo anche l’Istituto della Tecnologia Alimentare (Institut za prehrambene 

tehnologije – FINS) che svolge analisi chimiche, fisiche e microbiologiche sugli alimenti e svolge 

attività di ricerca nei processi di trasformazione dei 

prodotti agricoli vegetali ed animali. I laboratori, 

dotati di apparecchiature d’avanguardia, sono 

specializzati nella ricerca di nuovi processi per la 

produzione di alimenti funzionali a base di cereali, 

frutta, verdura e carne. Infine a Novi Sad dal 1938 è attivo l’Istituto delle colture vegetali, un 

centro di ricerca che opera all’interno del Ministero e dello sviluppo tecnologico con oltre 100 

ricercatori per lo studio e lo sviluppo delle sementi. In particolare, l’attività comprende lo 

sviluppo di ibridi di semenze che vengono 

commercializzati in oltre 30 paesi (dai Paesi dell’ex 

Iugoslavia, a quelli dell’UE fino alla Cina e all’India), 

grazie ad un centro di 8mila m² per la conservazione e 

la distribuzione con una capacità di 8.500 tonn. di 

sementi, situato a Rimski Šančevi (Novi Sad). 

Tuttavia, nonostante la presenza di questi enti, nel rapporto tra ricerca e industria agroalimentare 

si registra la stessa carenza di legami evidenziata nel rapporto tra azienda agricola e 

industria di trasformazione. Infatti, ad eccezione di alcuni centri di eccellenza che hanno potuto 

beneficiare di finanziamenti e know-how nell’ambito di progetti di cooperazione scientifica 

finanziati dalle maggiori istituzioni internazionali, il settore della ricerca nella biotecnologia 

alimentare della Vojvodina soffre di una generale obsolescenza delle apparecchiature e 

strumenti di analisi, peraltro a disposizione di ristretti team di ricercatori, dell’uso insufficiente 

delle tecnologie occidentali d’avanguardia, della scarsa applicazione pratica dei risultati 

ottenuti in laboratorio e della carenza di personale qualificato nell’agro-industria in grado di 

applicare nuove conoscenze nei cicli produttivi. 

48

In conclusione, per uno sviluppo concreto degli alimenti funzionali in Vojvodina sarebbe 

auspicabile che a monte della filiera ci sia un processo di ammodernamento che parta 

dall’azienda agricola, che includa l’industria di trasformazione e che si ponga come obiettivo 

primario la diversificazione della produzione ed il miglioramento della sua qualità. In questo 

processo il ruolo dei vari enti attivi in Vojvodina nel settore delle biotecnologie, affiancato e 

quello delle maggiori multinazionali già presenti sul mercato della Provincia appare 

fondamentale. 

49

4.2 – Le abitudini alimentari e la salute della popolazione 

Per quanto concerne la situazione nutrizionale e sanitaria della popolazione, va premesso 

che i grandi cambiamenti nei sistemi politici, economici e sociali che hanno riguardato i Paesi 

dell’Europa Centrale ed Orientale all’inizio degli anni ’90 hanno coinvolto la Serbia solo nel 

decennio successivo. Inoltre, oltre alla crisi legata alla transizione, la Serbia ha subìto conflitti 

armati, sanzioni della comunità internazionale e ulteriori rallentamenti delle riforme che hanno 

portato al collasso di tutti i segmenti della società, inclusi i loro stili di vita e la loro situazione 

sanitaria. In particolare, negli anni immediatamente successivi alla dissoluzione della Repubblica 

Socialista Federale di Iugoslavia (1992) la dieta media della popolazione non era qualitativamente 

soddisfacente (deficit di micronutrienti – vitamine, calcio fosforo, ferro, ecc.- e macronutrienti 

– proteine, lipidi e carboidrati) e costituiva un fattore di rischio per contrarre malattie 

croniche non contagiose. Nell’ultimo decennio invece le abitudini nutrizionali della popolazione 

hanno cominciato a mutare a causa del diverso stile di vita (aumento del reddito disponibile, 

maggiore disponibilità di prodotti alimentari importati, riduzione della fornitura di pasti 

collettivi, ecc.). In particolare, secondo le rilevazioni dell’Istituto della Sanità Pubblica “Dr. 

Milan Jovano-vic Batut” di Belgrado nel 2006, il 56,6% della popolazione adulta faceva 

regolarmente tre pasti al giorno rispetto al 71,9% rilevato nel 2000. Nello stesso anno il 57,2% 

degli adulti si nutriva di pane bianco, mentre il 14,8% di pane integrale, di pane di segala e altri 

tipi similari di pane. L’uso di grassi animali per la preparazione degli alimenti era sceso al 33,6% 

rispetto al 40,5% del 2000, mentre la verdura fresca faceva parte della dieta quotidiana per il 

54,8% della popolazione rispetto al 42,5% del 2000. 

50 

TAB. 22 – LA NUTRIZIONE IN SERBIA 

Adulti 

2000 2006 

Bambini e 

adolescenti 

Adulti 

Bambini e 

adolescenti 

Tre pasti principali al giorno 71,9 85,6 56,6 74,4 

Consumo prevalente di pane bianco 43,4 58,6 57,2 74,6 

Uso di grassi animali 40,5 41,1 33,8 31,6 

Consumo di pesce < 1 volta/settimana 63,7 61,5 48,7 52,8 

Consumo quotidiano di verdura fresca 42,5 46,3 54,8 48,9 

Consumo quotidiano di frutta fresca 34,4 46,2 44,0 51,6 

FONTE: ISTITUTO DELLA SANITÀ PUBBLICA DI SERBIA 

Negli anni successivi si è registrato un ulteriore miglioramento della dieta della 

popolazione che, oltre ai fattori già citati, non va però imputato all’evoluzione qualitativa e alla

diversificazione della produzione alimentare nazionale, bensì all’accresciuta disponibilità sul 

mercato di alimenti importati dall’estero o prodotti nel paese da grandi gruppi occidentali del 

settore agroalimentare. Infatti, nella sezione n. 4.1 si è potuto constatare che in Vojvodina, a 

fronte di una stallo dal punto quantitativo e qualitativo della produzione agroalimentare, si è 

assistito al progressivo ingresso nel mercato dei maggiori attori occidentali del settore. 

TAB. 23 – I CONSUMI DI ALIMENTARI E BEVANDE 

2006 2010 

(Unità di misura/anno) Rep. di Serbia Vojvodina Rep. di Serbia Vojvodina 

Pane e cereali (kg.) 319,8 303,6 307,9 307,4 

Prodotti farinacei, pasta (kg.) 21,6 19,9 27,3 24,6 

Riso (kg.) 11,8 7,6 12,3 11,2 

Carne bovina (fresca e surgelata in kg.) 13,8 9,5 10,5 9,0 

Carne suina (fresca e surgelata in kg.) 54,9 66,8 49,5 51,9 

Carne di pollame (fresca e surgelata in kg.) 51,4 74,7 52,0 68,4 

Pesce (fresco e surgelato in kg.) 15,1 12,0 13,0 11,4 

Latte (fresco e pastorizzato in litri) 190,3 188,0 167,4 164,7 

Yogurt (litri) 70,2 49,6 79,9 64,2 

Formaggio bianco (litri) 31,6 16,3 30,2 17,5 

Mele (kg.) 38,2 41,5 40,4 44,1 

Uva (kg.) 6,2 6,2 6,5 6,2 

Altri tipi di frutta fresca (kg.) 65,4 58,4 56,0 46,8 

Carote, prezzemolo e sedano (kg.) 18,3 17,6 24,1 31,3 

Cipolla, aglio e porro (kg.) 33,6 37,0 36,3 33,4 

Altri tipi di verdura fresca (kg.) 58,5 52,3 69,7 61,3 

Miele (kg.) 2,5 2,3 2,7 2,2 

Cioccolato (kg.) 3,6 3,2 3,9 3,3 

Caffè (kg.) 11,5 10,5 10,8 9,9 

Acqua minerale (litri) 96,6 109,2 116,0 161,7 

Succo di frutta (litri) 43,9 35,7 59,5 57,2 

Altre bevande analcoliche (litri) 77,0 81,1 73,8 78,3 

51 


Purtroppo, non sono disponibili dati sul consumo di alimenti funzionali in Serbia ed in 

Vojvodina, tuttavia dalla tabella n. 23 viene la conferma che in Vojvodina le abitudini alimentari 

della popolazione siano migliorate di più rispetto a quelle della Serbia in generale. Senza entrare 

nel dettaglio basta notare che tra il 2006 ed il 2010 se in Serbia il consumo medio annuo di carne 

suina è calato del 9,8% in Vojvodina è invece diminuito del 22,3%, mentre il consumo di yogurt in

Serbia è cresciuto del 13,8%, mentre in Vojvodina del 29,4%. Analoghe considerazioni sono valide 

anche per alcuni tipi di bevande non alcoliche come i succhi di frutta e l’acqua minerale. 

Come noto, la salute umana dipende in gran parte dall’alimentazione, che contribuisce a 

al buon funzionamento dell’organismo. Infatti, con un’alimentazione scorretta aumenta il 

rischio di contrarre malattie cardiovascolari, diabete e tumori. 

In tal senso, per quanto concerne la morbidità e le cause di mortalità della popolazione 

della Vojvodina e della Serbia nel 2009 (ultimi dati disponibili) non si riscontrano differenze 

sostanziali rispetto alla media dei Paesi dell’Europa Occidentale in quanto il 75% circa dei 

decessi è causato dalle malattie del sistema circolatorio e dalle neoplasie. Se però si raffronta il 

dato del 2009 con quello del 2007 emerge che in Serbia i decessi sono aumentati dell’1,5%, 

mentre in Vojvodina sono diminuiti dello 0,9%. Il dato disaggregato per patologia fa poi 

emergere che in Serbia i decessi causati da malattie del sistema circolatorio sono calati 

dell’1,2% mentre in Vojvodina del 5,1%, parallelamente quelli causati da tumori sono aumentati 

del 3,1% in Serbia, mentre sono diminuiti dell’1,2% in Vojvodina. 

TAB. 24 – LE CAUSE DI MORTALITÀ IN VOJVODINA 

Anno 2009 

Totale 

Decessi (*) 

Malattie 

sistema 

circolatorio 

Tumori 


sistema 

respiratorio 

Malattie sistema 

digestivo 


endocrine e 

metaboliche 

Rep. di Serbia 104.400 56.951 21.415 4.203 3.621 3.175 

Vojvodina 28.562 15.192 6.105 1.222 940 919 


(Subotica) 


(Zrenjanin) 


(Kikinda) 


(Pančevo) 


(Sombor) 


(Novi Sad) 

Srem 

(S. Mitrovica) 

3.032 

(2.226) 

3.099 

(1.888) 

2.570 

(976) 

4.384 

(1.617) 

2.995 

(1.335) 

7.762 

(3.653) 

4.410 

(1.134) 

1.641 

(1.167) 

1.778 

(1.051) 

1.336 

(480) 

2.637 

(897) 

1.529 

(607) 

3.944 

(1.769) 

2.327 

(661) 

718 

(552) 

571 

(344) 

582 

(229) 

887 

(373) 

598 

(247) 

1.818 

(914) 

931 

(250) 

87 

(65) 

100 

(60) 

108 

(52) 

164 

(67) 

147 

(60) 

432 

(214) 

184 

(35) 

109 

(88) 

92 

(57) 

100 

(36) 

121 

(44) 

95 

(48) 

280 

(136) 

143 

(28) 

92 

(70) 

132 

(83) 

115 

(48) 

68 

(34) 

61 

(26) 

298 

141) 

163 

(39) 

52 

(*) – INCLUSE TUTTE LE MALATTIE E LE CAUSE ESTERNE 

FONTE: ISTITUTO DELLA SANITÀ PUBBLICA DI SERBIA

Oltre all’alimentazione scorretta questi dati sono influenzati anche da altri fattori di 

rischio come il consumo di alcolici e di tabacco o l’ipertensione, i cui effetti sono difficili da 

quantificare se non con indagini specifiche a campione. Inoltre ci sono diverse abitudini 

alimentari tra la popolazione delle aree urbane e quella delle aree rurali e non bisogna 

trascurare anche il grado di accesso della popolazione alle strutture sanitarie riguardo sia la 

prevenzione che la cura delle patologie. 

53

4.4 – Il contributo della telemedicina 

La telemedicina è un insieme di tecniche informatiche e mediche che semplifica l'accesso 

al servizio sanitario da parte dei cittadini e la trasmissione in tempo reale di informazioni a 

carattere scientifico tra medico e cittadino o tra addetti ai lavori. I suoi campi di applicazione 

sono molteplici e in continua evoluzione, dalla cardiologia (trasmissione di tracciati 

elettrocardiografici) alla radiologia (immagini radiografiche e computerizzate), dalla 

dermatologia (foto digitali di lesioni cutanee) alla ginecologia (monitoraggio in gravidanza), ecc. 

A livello comunitario la definizione più esaustiva della telemedicina è quella concordata 

da una Commissione di esperti che ha redatto un documento sulle prospettive di sviluppo della 

telemedicina in Europa (Advanced Informatics in Medicine - AIM 1990) e che ha definito la 

telemedicina come “l’integrazione, monitoraggio e gestione dei pazienti, nonché l’educazione 

dei pazienti e del personale, usando sistemi che consentano un pronto accesso alla consulenza 

di esperti ed alle informazioni del paziente, indipendentemente da dove il paziente o le 

informazioni risiedano”. Infatti, l’applicazione della telematica in ambito medico implica la 

risposta tempestiva alle esigenze diagnostiche (telediagnosi) e terapeutiche (teleassistenza) di 

cittadini distanti dalle strutture sanitarie o comunque impossibilitati a muoversi dal domicilio; 

fornire una risposta valida ed efficace in caso di malati cronici o anziani e un supporto 

indispensabile nelle urgenze (telesoccorso); favorire l’aggiornamento scientifico (teledidattica) e 

il collegamento interattivo tra medici (videoteleconsulto). Ne consegue una concreta 

interrelazione tra le strutture minori o più deboli e quelle maggiori o specialistiche, 

particolarmente interessanti per paesi e regioni come la Serbia e la Vojvodina. Oltre ad avere 

utilità in campo strettamente clinico/didattico, la telemedicina può contribuire all’ottimizzazione 

della gestione del sistema sanitario, mediante vaste applicazioni di tipo 

amministrativo 17 . Non ultimo, nell’ottica di una riorganizzazione dei sistemi sanitari, l’utilizzo 

delle tecnologie informatiche, snellendo le procedure e migliorando i servizi offerti, contribuisce 

a garantire anche un contenimento della spesa sanitaria. 

Nel caso della Serbia e della Vojvodina, lo sviluppo della telemedicina consentirebbe di 

ridurre almeno in parte alcune carenze strutturali del loro sistema sanitario, soprattutto nelle 

aree più periferiche. Infatti, si ricorda che fino all’inizio di questo decennio il sistema sanitario 

era troppo centralizzato, inefficiente ed oneroso e la mancanza di una riforma sanitaria 

associata agli effetti delle sanzioni della comunità internazionale hanno accentuato le carenze 

strutturali della sanità pubblica serba (scarsa disponibilità di farmaci e di apparecchiature 

54 

17 Infatti, attraverso la creazione di una rete telematica di strutture sanitarie è possibile ottenere 

informazioni sulla disponibilità dei posti letto, sull’accesso alle liste di prenotazione, sulla gestione delle 

cartelle cliniche, dei referti medici ecc.

medicali d’avanguardia). Negli anni successivi il paese ha ricevuto ingenti aiuti umanitari, 

assistenza tecnica e prestiti agevolati per l’ammodernamento delle strutture ed apparecchiature 

sanitarie e sono state create le prime strutture private. Parallelamente, è iniziato il processo di 

decentramento e di potenziamento delle strutture e del personale sanitario locali. Tuttavia, se 

nel complesso queste azioni hanno dato dei buoni risultati, a livello territoriale le disparità non 

sono state ancora del tutto colmate. 

Infatti, se si considerano i dati dell’Istituto della Sanità Pubblica emerge che nel 2009 in 

Vojvodina era concentrato il 23,1% del totale dei medici di tutta la Serbia (31,3% dei medici 

generici e il 20,8% di medici specializzati), con una percentuale di medici specializzati inferiore 

rispetto al totale (73,5% in Serbia, 66,3% in Vojvodina). Anche considerando il numero di abitanti 

per singolo medico risulta che, se in Serbia il rapporto era di 352/1, in Vojvodina questo 

rapporto saliva a 410/1. Le stesse considerazioni valgono anche se si considera la distribuzione 

sul territorio dei farmacisti. 

Tab. 25 – Numero e distribuzione di medici in Vojvodina 

Medici 

(Dati 2009) Totale Generici Specializzandi Specializzati 

N. abitanti 

per 1 medico 

Farmacisti 

Rep. di Serbia 20.825 3.425 2.087 15.313 352 2.034 

Città di Belgrado 6.004 693 401 4.910 272 664 

Vojvodina 4.804 1.073 546 3.185 410 451 


(Subotica) 


(Zrenjanin) 


(Kikinda) 


(Pančevo) 


(Sombor) 


(Novi Sad) 

Srem 


394 

(332) 

425 

(340) 

338 

(141) 

725 

(350) 

441 

(287) 

1.911 

(1.484) 

570 

(237) 

91 

(71) 

103 

(54) 

98 

(39) 

170 

(58) 

109 

(43) 

334 

(160) 

168 

(32) 

58 

(52) 

41 

(26) 

42 

(8) 

90 

(36) 

50 

(39) 

190 

(147) 

75 

(45) 

245 

(209) 

281 

(250) 

198 

(94) 

465 

(256) 

282 

(205) 

1.387 

(1.177) 

327 

(160) 

488 

(435) 

454 

(369) 

455 

(438) 

415 

(355) 

443 

(311) 

318 

(220) 

571 

(344) 

47 

(41) 

68 

(58) 

29 

(16) 

74 

(45) 

41 

(31) 

135 

(97) 

57 

(28) 

55 

FONTE: ISTITUTO DELLA SANITÀ PUBBLICA DI SERBIA 

Inoltre, all’interno della Provincia Autonoma si rilevano sostanziali differenze territoriali 

sulla disponibilità di medici: infatti, nel Distretto della Bačka Meridionale c’è 1 medico ogni 318 

abitanti (220 abitanti nel capoluogo Novi Sad, 272 nella capitale Belgrado), mentre nei Distretti

della Bačka Settentrionale e del Banato Settentrionale questo indice sale rispettivamente a 488 

e 455 (435 e 438 nei capoluoghi Subotica e Kikinda). 

Per quanto riguarda da dotazione di centri di assistenza sanitaria di base e di strutture 

ospedaliere la Vojvodina, grazie all’attuazione della nuova Legge sulla sanità del 2005 che ha 

trasferito alle municipalità i servizi dell’assistenza sanitaria di base, dispone di una rete 

decentralizzata e ben distribuita sul territorio sia nei capoluoghi dei suoi 7 Distretti, sia nelle 

località minori. Infatti, se si considera la densità di strutture sanitarie sul territorio emerge che 

il rapporto tra numero di centri di assistenza sanitaria di base per 100mila abitanti della 

Vojvodina (2,24) è molto superiore rispetto a quello del resto della Serbia e a quello di Belgrado 

(rispettivamente 1,82 e 0,98). All’interno della Provincia Autonoma il Distretto con la maggiore 

dotazione è il Banato Settentrionale con un rapporto di 3,90, mentre quello più svantaggiato è 

quello della Bačka Settentrionale (1,56). Se si considera invece la distribuzione delle strutture 

ospedaliere (ospedali generali e ospedali specializzati) il rapporto in Vojvodina è invece inferiore 

rispetto a quella del resto del paese (rispettivamente 1,02 e 1,23). Anche in questo caso il 

Banato Settentrionale detiene il rapporto più alto (2,60), mentre la Bačka Meridionale quello più 

basso (0,33). 

Tab. 26 – Numero e distribuzione di strutture sanitarie in Vojvodina 

Anno 2009 

Centri assistenza 

sanitaria di base 

Ospedali generali Ospedali specializzati 

Rep. di Serbia 157 40 37 

Città di Belgrado 16 - 7 

Vojvodina 44 9 11 


(Subotica) 


(Zrenjanin) 


(Kikinda) 


(Pančevo) 


(Sombor) 


(Novi Sad) 

Srem 


3 

(1) 

5 

(1) 

6 

(1) 

8 

(1) 

4 

(1) 

11 

(1) 

7 

(1) 

1 

(-) 

1 

(1) 

2 

(1) 

2 

(1) 

1 

(1) 

1 

(1) 

1 

(1) 

1 

(-) 

2 

(2) 

2 

(-) 

3 

(-) 

1 

(-) 

1 

(1) 

2 

(-) 

56 

FONTE: ISTITUTO DELLA SANITÀ PUBBLICA DI SERBIA

Per quanto concerne il livello di accessibilità alle cure dei pazienti di alcune aree della 

Serbia e della Vojvodina, uno studio svolto nel 2010 su base campionaria dall’Ufficio Regionale 

per l’Europa dell’OMS e dall’Istituto della Sanità Pubblica offre un quadro abbastanza 

esaustivo 18 . In particolare, emerge che nelle aree selezionale della Vojvodina l’80% degli 

intervistati impiega fino a 20 minuti di tempo per raggiungere il proprio medico curante, mentre 

il 17% dichiara di impiegare dai 20 ai 40 minuti di tempo. A Belgrado invece solo il 67% dichiara 

fino a 20 minuti di percorrenza ed il 23% tra i 20 ed i 40 minuti. Se si considera invece il tempo 

di percorrenza per raggiungere una struttura ospedaliera non ci sono sensibili differenze tra le 

aree della Vojvodina ed il resto della Serbia. Anche i dati concernenti la percezione da parte del 

paziente sulla qualità del servizio sanitario sono interessanti in quanto, oltre alle risposte di 

carattere generico (comodità degli orari di apertura, tempi di attesa, ecc.), in Vojvodina il 30% 

degli intervistati dichiara che il proprio centro di assistenza dispone di un sito web (26% nel resto 

della Serbia) e il 64% dichiara che il centro di riferimento dispone di una casella di posta 

elettronica per comunicare eventuali problemi di salute, chiedere informazioni, ecc. 

Per quanto riguarda invece l’accesso della popolazione all’informatica, si ricorda che a 

partire dal 2006, seguendo la metodologia di EUROSTAT, l’Ufficio Statistico ha iniziato ad 

effettuare delle indagini annuali sulla diffusione dell’ICT presso le famiglie (e le imprese) del 

paese, particolarmente utili per capire quale potrebbe essere il potenziale della diffusione della 

telemedicina presso le famiglie della Vojvodina. In particolare, secondo l’ultima indagine 

relativa al 2010 in linea generale in Vojvodina si registrano percentuali più o meno simili, a 

seconda della variabile considerata, rispetto al resto della Serbia. 

Tuttavia, se la situazione della Vojvodina e della Serbia viene confrontata con quella dei 

Paesi dell’Unione Europea emerge un certo ritardo nella diffusione dell’ICT: a titolo di esempio, 

se in Vojvodina il 41,8% delle famiglie ha la possibilità di accedere a Internet dal proprio 

domicilio, in media nei Paesi dell’Ue questa percentuale sale al 70,0% (73,0% in Austria, 59,0% in 

Italia, 60,0% in Ungheria). 

57 

Tab. 26 – Accesso della popolazione all’ICT 

(Quote % del n. di famiglie) Vojvodina Serbia Centrale Belgrado 

Dispositivi a domicilio 

Telefono cellulare 81,4 77,7 92,0 

Personal Computer 52,9 44,4 60,1 

TV via cavo 43,4 32,0 71,0 

Computer portatile (Laptop) 12,0 6,5 20,5 

18 Lo studio è concentrato su 1.655 interviste a residenti delle seguenti Municipalità: Novi Sad, Sombor e 

Indija per la Vojvodina (totale di 549 interviste), Stari Grad (Città vecchia) e Voždovac per Belgrado (580 

interviste) e Niš, Doljevac e Smederevo per la Serbia Centrale (526).

Accesso a Internet a domicilio 

Possibilità di accesso (di cui per mezzo di:) 41,8 31,7 51,3 

Personal Computer 92,2 91,2 90,1 

Telefono cellulare (GPRS) 11,2 26,1 26,6 

Computer portatile (Laptop) 19,4 11,7 29,4 

Tipo di connessione a Internet 

ADSL 41,6 50,1 49,2 

Internet via cavo 25,5 16,6 34,1 

Modem 17,2 21,9 11,8 

WIFI 16,4 9,9 9,6 

Ragioni per il mancato accesso a Internet 

Non si ritiene necessario 39,4 28,9 46,8 

Costo elevato dei dispositivi 11,7 17,5 17,3 

Costo elevato della connessione/servizio 7,0 9,1 11,6 

Mancanza di preparazione 4,1 4,8 5,7 


In conclusione, da quanto sopra si può affermare che in Vojvodina lo sviluppo della 

telemedicina ha un buon potenziale in quanto, nonostante alcune carenze strutturali non siano 

state del tutto colmate, negli ultimi anni il sistema sanitario della Provincia ha conosciuto una 

fase di rinnovamento che ha permesso una discreta capillarità nella dotazione di strutture e 

personale sanitario. Parallelamente, la diffusione dell’ICT nelle famiglie, seppure inferiore a 

quella dell’Europa Occidentale, continua a crescere. Tuttavia, per ottenere sviluppi per i servizi 

di telemedicina su vasta scala in Vojvodina bisogna tenere conto di alcuni problemi peraltro 

presenti anche in Italia e negli altri Paesi dell’UE, ovvero: 

58 

o 

o 

o 

o 

costi ancora elevati e tecnologie complesse; 

creazione di standards uniformi per lo scambio di informazioni cliniche, anche per evitare la 

frammentarietà dei progetti; 

privacy e sicurezza dei dati in rete; 

connettività con possibilità di utilizzare piattaforme trasmissive a banda stretta o wireless per 

consentire una diffusione capillare sul territorio dei servizi di telemedicina a costo contenuto.

Allegato n. 1 – Decreto sugli incentivi per la produzione 

di energia elettrica da fonti rinnovabili 

(fa fede il testo in lingua serba – traduzione in lingua inglese non ufficiale) 

Pursuant to Article 123, paragraph 3 of the Constitution of the Republic of Serbia, in regard with the 

Energy Law (“Official Gazette RS”, number 84/04), the Government passes the 

DECREE 

ON INCENTIVE MEASURES FOR ELECTRICITY GENERATION USING RENEWABLE ENERGY SOURCES 

AND FOR COMBINED HEAT AND POWER (CHP) GENERATION 

Article 1 

This Decree prescribes in details encouraging measures for electricity generation using renewable energy 

resources and for purchase of produced energy ‐the Feed‐in Tariff, balancing and reading (further on 

referred to as: the incentives), identifies power plants producing electricity using renewable energy 

sources, defines the content of the incentives’ based power purchase agreement as well as the 

remuneration of expenses to the buyer of such energy. 


The terms used in this Decree shall have the following meanings: 

1) Renewable energy sources are energy sources in the nature that can be completely or partially 

renewed, especially the energy of water flows, wind, un-accumulated solar energy, biomass, 

geothermal energy, bio-fuels, biogas, synthetic gas, gas from landfills and gas from sewage 

treatment plants and from waste waters of food and wood-processing industries containing no 

hazardous substances; 

2) Hydroelectric power plants on existing infrastructure are those hydro power plants that use an 

already existing dam run by a public utility and ones situated on water pipelines intended to 

feed raw water to water processing (purification) factories; 

3) Biogas power plants are power plants that use gas originating from the remnants of farm 

production (liquid manure and excrements from cattle and poultry farms) from biomass, from 

residues of biomass produced by primary processing of agricultural products, which do not 

contain harmful substances, remains and parts of animals; 

4) Landfill gas power plants are power plants which use gas that originates from city dump sites 

or waste water treatment facilities; 

5) Combined production power plants on existing infrastructure are revitalised old fossil fuel fired 

power plants with combined heat and power generation, which were in operation for at least 25 

years before revitalisation and fossil fuel fired reconstructed old power plants with combined heat 

and power generation that were out of operation for at least five years before the reconstruction, 

regardless of the previous period in operation mode; 

6) Privileged producer is a producer performing the activity of electricity generation, who obtained 

the status of a privileged producer under the legal act issued by the responsible authority; 

7) Buyer of electrical energy is a public enterprise for power generation, distribution and trade; 

8) Energy entity that performs reading of the electrical energy is a legal entity registered for power 

generation, distribution and trade or for power transmission and control of the transmission 

system. 

59


A power plant, in terms of this Decree, is a facility for electricity generation or for combined heat and 

power generation, with one or more production units, as follows: 

1) Hydro power plants with installed capacities up to 10 MW; 

2) Power plants with installed capacities up to 10 MW using only biomass or biomass combined with 

some additional fossil fuel in its generation process, if the energy value of used biomass amounts 

to at least 80% of the total primary energy per annum; 

3) Power plants producing electrical power by using renewable energy sources except biomass, if the 

energy value of used renewable energy sources annually adds up to at least 90% of the total 

primary energy, with additional fuel being some kind of fossil fuel, biomass or waste; 

4) CHP plants with installed electrical capacities up to 10 MW, using renewable energy sources, fossil 

fuels or fossil fuels combined with some renewable energy sources; 

5) Power plants with installed capacities up to 10 MW using separated biodegradable fraction of 

communal waste (further on referred to as: waste). 


In terms of this Decree, encouraging measures encompass the feed‐in tariffs specified in the Decree 

according to the type of power plant producing electricity from renewable energy sources and the capacity 

installed (P), stated in MW. The type of a power plant and its installed capacity are defined in the act on 

acquiring the status of privileged power producer. Feed‐in tariffs referred to in paragraph 1 of this Article, 

expressed in euro‐cents per kilowatt hour (c€/kWh), are as follows: 

Item Type of Power Plant Installed capacity (MW) Encouraging measures: 

Feed In Tariff (c€/kWh) 

1. Hydro power plants 

1.1 up to 0,5 MW 9,7 

1.2 from 0,5 MW to 2 MW 10.316-1.233*P 

1.3 from 2 MW to 10 MW 7.85 

1.4 On existing infrastructure up to 2 MW 7,35 

1.5 On existing infrastructure from 2 MW to 10 MW 5,9 

2. Biomass power plants 

2.1 up to 0,5 MW 13.6 

2.2 from 0,5 MW to 5 MW 13.845-0.489*P 

2.3 from 5 MW to 10 MW 11.4 

3. Biogas power plants 

3.1 up to 0,2 MW 16.0 

3.2 from 0,2 MW to 2 MW 16.444-2.222*P 

3.3 over 2 MW 12.0 

4. Landfill and sewage gas 

power plants 

5. Wind power plants 9.5 

6. Solar power plants 23.0 

7. Geothermal power plants 7.5 

8. Fossil fuel fired CHP plants 

6,7 

60

8.1 up to 0,2 MW C₀=10.4 

8.2 from 0,2 MW to 2 MW C₀=10.667-1.333*P 

8.3 from 2 MW to 10 MW C₀=8.2 

8.4 On existing infrastructure up to 10 MW C₀=7.6 

9. Waste fired power plants 

9.1 up to 1 MW 9.2 

9.2 from 1 MW to 10 MW 8.5 

Correction of purchase price for 

natural gas 

fired CHP plants 

C=Co*(0.7*G/27.83+0.3) 

C – new purchase price of electricity 

Co – reference purchase price of 27.83 dinar/m³, specified for enterprises 

performing retail activities for tariff costumers, which does not include 

expenses for use of transportation system of PU “Srbijagas” Novi Sad, 

according to the tariff element “energy carrier”, 

G (dinar/m³) – new natural gas price specified for enterprises performing 

retail activities for tariff costumers, which does not include expenses for use 

of transportation system of PU “Srbijagas” Novi Sad, according to the tariff 

element “energy carrier”. 

The feed in tariff for natural gas fired CHP plants shall be updated with each change of natural gas price 

for enterprises performing retail activities for tariff customers, which does not include expenses for use of 

transportation system of PU ’’Srbijagas’’ Novi Sad, according to the tariff element ’’energy carrier’’. 

The update of the feed-in tariff for natural gas fired CHP plants, referred to in paragraph 3 of this Article, 

shall be applied from the first day of the month following the month during which there was a change in 

price of natural gas for enterprises performing retail activities for tariff customers, which does not include 

expenses for use of transportation system of PU ’’Srbijagas’’ Novi Sad, according to the tariff element 

’’energy carrier’’. 

61 


The right to incentives, referred to in this Decree, for electrical energy produced in power plants using 

non accumulated solar energy, is limited to the sum of installed capacities in all such power plants of 5 

MW. 

The right to incentives, referred to in this Decree, for electrical energy produced in power plants using 

wind energy, is limited to the sum of installed capacities in all such power plants of 450 MW. 

Apart from the privileged power producers who obtain their right to incentives in accordance with 

paragraph 2 of this Article, the right to incentives, referred to in this Decree, can also obtain privileged 

power producers for electrical energy produced in wind power plants with the sum of installed capacities 

which equates to 10 % of the sum of new generating capacities built by a public enterprise for power 

generation, distribution and trade in the period while this Decree is in force. 

A subsidized producer is entitled to the feed-in tariff valid at the moment of submission of the request for 

the privileged power producer status acquiring or renewal. 


The Buyer shall purchase electrical energy from a privileged power producer, who meets the conditions 

specified in this Decree, at prices defined in Article 4 of this Decree, in dinar equivalents at mid‐exchange 

rates of the National Bank of Serbia on the day of invoicing. 

Rights and obligations of the buyer and a privileged power producer shall be defined in a written power 

purchase agreement, for the period of 12 years and in accordance with the Energy Law, Law of 

Obligations, General conditions of electrical energy supply, distribution i.e. transmission grid code, Decree

on conditions for acquiring the status of privileged power producer and criteria for evaluation of their 

fulfillment as well as with this Decree. 

Along with the request for the conclusion of the power purchase agreement, a privileged power producer 

shell submit to the Buyer the Decision of the Ministry of Mining and Energy on acquisition of the privileged 

producer status. 

If conditions referred to in this Decree are met, the Buyer shall be obliged to conclude the power 

purchase agreement with the privileged power producer within 30 days after the submission of the written 

request, as per paragraph 3 of this Article. 

A privileged power producer has the right to terminate the power purchase agreement before it expires 

and shall inform the buyer in writing. The contract shall be considered terminated 30 days after the buyer 

receives written notification. 

The power purchase agreement terminated in accordance with paragraph 5 of this Article, by the 

privileged producer who produces electrical energy in power plants as per Article 3 of this Decree, cannot 

be concluded again. 

A template of the power purchase agreement, referred to in paragraph 2 of this Article, shall be prepared 

by the Buyer and delivered to the Ministry responsible for energy sector activities for its approval. 


A privileged power producer, who concluded the power purchase agreement with the Buyer, as per 

paragraph 2, Article 5 of this Decree, belongs to the Buyer’s balancing group but does not pay 

remuneration for balancing services to the Buyer. 

An energy company that perform electricity reading, depending on the grid the power plant is connected 

to shell perform electricity reading, without remuneration, for the privileged power producer, referred to 

in paragraph 1 of this Article who produces electrical energy in power plants as per article 3 of this 

Decree, on the first day of each month and shall deliver read data for the previous month to the privileged 

power producer and buyer before the 5th of each month. 

Before the power purchase agreement is concluded between the privileged power producer and buyer, the 

energy company performing electricity reading is obliged to perform the initial reading of the meter 

within 3 days upon receipt of the request from the privileged producer or buyer and to deliver them the 

read data. 

62 


The Buyer is entitled to remuneration of expenses for electricity purchase from privileged power 

producers and for balancing of operation of privileged power producers who use incentives in accordance 

with this Decree. 

The amount of expenses, referred to in paragraph 1 of this Article, shall be defined according to energy 

values which are specified in the Energy Balance of the Republic of Serbia. 

The Buyer’s remuneration for electricity purchase from privileged power producers in the following year, 

shall be defined as the sum of products of the total planned generations from various types of power 

plants and associated feed in tariffs, referred to in Article 4 of this Decree, reduced by the average 

electricity sale price of an energy entity performing electricity trade for the needs of tariff customers, set 

in accordance with the methodology for calculation of prices of tariff elements, proscribed by the Energy 

Agency, where the calculation of the average price doesn’t include the privileged power producers’ 

generation. 

The amount of funds necessary to cover costs due to balancing of privileged power producers’ operation 

shall be determined as the product of Buyer’s annual expenses for providing system services and the 

quotient of the expected total installed capacity of all privileged power producers who use incentives and 

the total installed generation capacity under the actual control of the Buyer. 

The Buyer shall calculate the total planned remuneration for the next year as a sum of funds referred to 

in paragraphs 3 and 4 of this Article, which should be adjusted by the difference of the sum of the actual 

Buyer’s expenses for electricity purchasing from privileged power producers and actual expenses of their

alancing and the sum of the collected remuneration revenues for electricity purchasing from privileged 

power producers and for their balancing during the previous year, and shall express these values 

separately in the annual business program. 

Expenses made by the buyer for purchase of electrical energy from privileged power producers and for 

balancing of their operation are indemnified through electricity sale to tariff customers. 

Until the end of October each year the Buyer is obliged to submit a report to the Ministry responsible for 

energy activities and to the Energy Agency, containing revenues from remuneration and from sale of 

electricity purchased from privileged power producers, as well as actual expenses due to purchasing of 

electricity from privileged power producers and balancing of their operation, during the current year. 


The Buyer shall prepare the template of the power purchase agreement, referred to in paragraph 7, 

Article 6 of this Decree, and submit it to the Ministry responsible for energy activities, within 60 days after 

the Decree has taken effect. 


This Decree comes into effect 8 days upon its publishing in the “Official Gazette of the Republic of Serbia” 

and shall be applied in the period from January 1st, 2010 to December 31st, 2012. 

63

Allegato n. 2 – Estratto delle Legge sull’Energia 

(fa fede il testo in lingua serba – traduzione in lingua inglese non ufficiale) 

VI - ENERGY FROM RENEWABLE ENERGY SOURCES AND INCENTIVE MEASURES 

1. National objectives and the plan for use of renewable sources 


The use of energy from renewable sources is in the interest of the Republic of Serbia. At the Ministry’s 

proposal, the Government shall adopt the National Action Plan that determines the objectives of use of 

renewable energy sources for the period of minimum 10 years. The objectives referred to in paragraph 2 

of this Article shall be established based on energy needs, economic potential and obligations of the 

Republic of Serbia undertaken by ratified international agreements. The National Action Plan for the use 

of renewable energy sources, referred to in para. 2 of this Article, shall contain the following: 

1) share of energy from renewable energy sources in total gross final energy consumption; 

2) share of energy from renewable energy sources in total electricity consumption; 

3) share of energy from renewable energy sources in total energy consumed for heating and cooling; 

4) share of energy from renewable energy sources in total energy consumed in all means of transport; 

5) timeline for reaching the shares referred to in paras. 1, 2, 3 and 4 of this Article by years; 

6) measures and estimated financial means required for reaching the target shares of energy from 

renewable energy sources; 

7) carriers of activities and deadlines for implementation of planned activities. 

64 

National Action Plan must be harmonised with regulations governing energy efficiency and reduction 

emission of gasses causing greenhouse effect. The Ministry shall monitor implementation of the National 

Action Plan and submit an annual report on its implementation to the Government. 

2. Guarantee of origin 


A guarantee of origin is issued by the transmission system operator at the request of producers of 

electricity from renewable energy sources, producers of heating and cooling energy from renewable 

energy sources and producers of electricity and heat from combined generation with high level of use of 

primary energy, based on data from the operation to whose system the producer's facility is connected, 

public supplier and statement of the applicant on use of investment support. 

The guarantee of origin shall be issued for the standardized quantity of produced energy of 1 MWh. 

The guarantee of origin shall not be issued more than once in the given period for the same quantity of 

produced energy. 

Guarantee of origin shall be a document in electronic form. 

The validity period of the guarantee of origin shall be one year from the issue date. 

The guarantee of origin is a transferable document. 


The guarantee of origin for the energy produced from renewable energy sources shall contain the 

following:

1) the identity, location, type and capacity of the installation where energy was produced; 

2) the date on which the installation became operational; 

3) information on whether the guarantee of origin is issued for electricity or heating and cooling energy 

4) dates of the beginning and end of the production of energy for which guarantee of origin is issued, 

5) ; 

6) ; 

7) data from applicant's written statement on whether investment support from national funds was used in 

construction of the production facility and the type of such support,; 

8) ; 

9) the date and country of issuing and a unique identification number. 

In addition to the data referred to in paragraph 1 of this Article, the guarantee of origin for energy 

produced in the facilities for combined electricity and heat generation with high level of use of primary 

energy shall also contain the following: 

1) lower calorific value (LCV) of the fuel used for generation of the electricity for which the guarantee of 

origin is issued; 

2) purpose of the heat produced in a co-generation plant that produces heat and electricity for which the 

guarantee of origin is issued; 

3) primary energy savings in the process of generation of electricity for which the guarantee of origin is 

issued. 

The register of issued guarantees of origin shall be kept by the transmission system operator. The Ministry 

shall stipulate in more detail the contents of the guarantee of origin, the procedure of its issuance, 

transferring and expiration of the guarantee of origin, as well as the manner in which to submit the data 

on the produced electricity measured at the point of entry to a transmission system, that is, distribution 

system. 

65 


Guarantees of origin issued in other countries shall also be valid in the Republic of Serbia under 

reciprocity conditions and in line with the ratified international agreement. 

The registry referred to in Article 54 paragraph 3 hereof shall also include guarantees of origin issued 

pursuant to paragraph 1 of this Article, with a note on being issued in a foreign country. 

3. Privileged electricity producers 


Energy entities may, in accordance with this law, acquire the status of a privileged producer of electricity 

(hereinafter: privileged producer) upon meeting the following conditions: 

1) using renewable energy sources in the process of electricity generation in an individual power plant 

other than the hydroelectric power plant the installed power of which exceeds 30MW; 

2) simultaneously generating electricity and heat in an individual co-generation plant with high level of 

efficiency of primary energy in an individual production facility the installed power of which is does not 

exceed 10 MW; 

3) being connected to an electricity transmission system, that is, electricity distribution system;

4) having a special measuring point separated from the measuring points at which the quantity of 

electricity produced in other technological processes is measured; 

5) concluding an agreement on the sale of electricity or heat (for combined heat and electricity 

generation plants), unless they use heat energy for own purposes; 

6) in regards to power plants using wind and solar energy the installed power is lower than the free 

capacity, that is, provided the request to acquire the status of privileged producer was filed for the part 

of installed power which is smaller then or equal to free capacity. 

Free capacity referred to in paragraph 1 of item 6 of this Article represents the difference between the 

maximum power for which the incentive measures referred to in Article 59 thereof is determined and the 

sum of installed powers for the same type of power plants of energy entities who have acquired the 

temporary status, that is, the status of a privileged producer. 

The status of a privileged producer is determined by the Ministry’s decision, which shall be promulgated 

within 30 days from the day of filing the request, provided all conditions stipulated by this law and 

regulations promulgated on the basis hereof have been met. 

Before acquiring the status of a privileged producer, an energy entity may be granted, by the Ministry’s 

decision, the temporary status of a privileged producer if it has obtained a building permit, meets the 

conditions referred to in paragraph 1 of items 1, 2 and 6 of this Article have been met, and provided it 

had obtained pecuniary deposit or bank guarantee amounting to 2% of value of the investment. 

Temporary status of a privileged producer referred to in paragraph 4 of this Article is determined at 

energy entity's request and may last for three years from the day the ruling is passed at the longest.. 

If an energy entity acquires the status of a privileged producer within three years, it may file a request for 

extension of the temporary status for one year at the longest if it provides evidence of having filed a 

complete request for technical inspection of the facility. 

If the energy entity acquires the status of privileged producer in the time limit referred to in paragraphs 5 

and 6 of this Article, it shall be entitled to incentive measures that were valid on the day of promulgation 

of the decision determining the temporary status of a privileged producer. 

An appeal against the decision referred to in paragraphs 3 and 4 of this Article may be submitted to the 

Government within 15 days from the day of service of the decision. 

The Government’s act shall stipulate in more detail the contents of the request for the privileged 

producer status acquisition, types of evidence on meeting the conditions for acquiring this status, 

minimum value of the level of use of primary energy in combined heat and electricity generation plants, 

as well as maximum power for which the incentive for wind and solar power plants is determined. 

66 

4. Privileged heat producers 


Privileged heat producers are producers that use renewable energy sources in the heat generation process 

and meet the energy efficiency requirements in the process. 

A competent body of the local self-government unit, town, that is, the City of Belgrade, shall prescribe 

conditions for granting the privileged heat producer status, criteria for meeting those conditions, and 

specify the method and procedure for acquiring that status. 


A competent body of the local self-government unit shall keep the registry of privileged heat producers, 

which shall particularly include the following data: data on heat generation facilities, their locations, 

installed power of the heat plant, projected exploitation time, terms of construction and exploitation for 

that facility, type of the primary source used and entities performing the energy activity of heat 

production in these facilities.

5. Incentive measures for use of renewable energy sources in electricity generation 


Incentive measures, in accordance with this law, shall include the obligation to purchase electricity from a 

privileged producer and feed-in tariffs for purchasing that energy and the period of validity of the 

obligation to purchase electric energy and taking over balance liability. . 

Public supplier shall be obliged to purchase electricity from a privileged producer based on a contract on 

purchase of electric energy in accordance with this Law and regulations passed on the basis of this Law. 

At the request of an energy entity that acquired the status of a privileged producer, public supplier shall 

be under the obligation to conclude a pre-contract on purchase of electric energy. 

Public supplier shall not be under the obligation to conclude a contract on purchase of electric energy 

from a privileged producer in accordance with the pre-contract referred to in paragraph 3 of this Article if 

the energy entity does not acquire the status of a privileged producer in accordance with this Law. 

At the Ministry’s proposal, the Government shall prescribe incentive measures for electricity generation 

from renewable energy sources and purchase of that energy, depending on the type and power of a plant, 

prices for purchase of electricity from privileged producers and their validity period, obligations related to 

balance responsibility, contents and duration of power purchase agreements, manner of calculating the 

incentive fee, and distribution of funds on that basis. 

Upon the proposal of the Ministry, at the latest until December of the current year for the following one, 

the Government shall adopt a document stipulating the level of the fee referred to in Article 3 hereof. 


A privileged producer is entitled to the following: 

1) incentive measures referred to in Article 59 hereof; 

67 

2) priority in injection of the total produced electricity into a transmission or distribution system, except 

when the safety of operations of these systems is endangered; 

3) other rights in line with this law and the act regulating the acquisition of the privileged producer status 

and other laws and regulations on taxes, customs and other duties, that is, subsidies and other incentive 

measures, environment protection and energy efficiency. 


An energy entity shall lose the status of a privileged producer in the following cases: 

1) if the decision on the status acquisition has been reached based on untrue data; 

2) if it is determined that the characteristics of the facility have changed due to lack of maintenance of 

technical-technological properties; 

3) if the privileged producer fails to fulfill his obligations toward the public supplier purchasing electric 

energy from the privileged producer and towards the transmission or distribution system operator; if the 

producer’s license has expired in cases stipulated by this law; 

4) if the producer produces energy contrary to the conditions under which it has acquired the privileged 

producer status. 

The Ministry shall promulgate the decision on the loss of the privileged producer status. The Ministry shall 

keep the registry of privileged producers, which shall also contain the data on the producers with the 

temporary status of a privileged producer and the data on privileged producers who have lost that status.

6. Incentive measures for use of renewable energy sources in heat generation 


Privileged heat producers, i.e. producers of energy for heating and cooling purposes shall be entitled to 

incentive purchase price and other incentive measures. 

An act of the relevant body of the local self-government unit shall stipulate in more detail incentive 

measures for heat production using renewable energy sources. 

Privileged heat producers shall be entitled to subsidies, tax, customs and other reliefs, pursuant to the 

law and other regulations on taxes, customs and other duties. 

7. Incentive measures for biofuel production 


Government shall prescribe the mandatory share of biofuel in transport sector and the measures for 

achieving such share. 

Government shall prescribe incentive measures for production of biofuel. 

Upon the proposal of the Ministry and the ministry competent for environment, the Government shall 

establish criteria for sustainable production of biofuel. 

68

Allegato n. 3 – Le fonti rinnovabili in Italia e nel Friuli Venezia Giulia 

Sul tema dello sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili, l’orientamento della 

Commissione UE è ben chiaro: infatti, l’adozione della nuova Direttiva 2009/28 del 23 aprile 

2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e la Comunicazione della 

Commissione del 31 gennaio 2011 sui progressi compiuti per il raggiungimento dell’obiettivo 

2020 19 confermano l’impegno da parte di Bruxelles affinché entro quella data il 20% dell’energia 

elettrica consumata nell’UE sia generata da fonti rinnovabili. 

TAB. 1- QUOTA % DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI SUL CONSUMO FINALE DI ENERGIA 

2005 2020 2005 2020 

Belgio 2,2 13,0 Lussemburgo 0,9 11,0 

Bulgaria 9,4 16.0 Ungheria 4,3 13,0 

Repubblica Ceca 6,1 13,0 Malta 0,0 10,0 

Danimarca 17,0 30,0 Paesi Bassi 2,4 14,0 

Germania 5,8 18,0 Austria 23,3 34,0 

Estonia 18,0 25,0 Polonia 7,2 15,0 

Irlanda 3,1 16,0 Portogallo 20,5 31,0 

Grecia 6,9 18,0 Romania 17,8 24,0 

Spagna 8,7 20,0 Slovenia 16,0 25,0 

Francia 10,3 23,0 Slovacchia 6,7 14,0 

Italia 5,2 17,0 Finlandia 28,5 38,0 

Cipro 2,9 13,0 Svezia 39,8 49,0 

Lettonia 32,6 40,0 Regno Unito 1,3 15,0 

Lituania 15,0 23,0 TOTALE UE-27 11,3 20,3 

69 

FONTE: DIR. 2009/28 DEL 23 APRILE 2009 

Come noto, si tratta di un obiettivo molto ambizioso in quanto al momento non tutti gli 

Stati membri dell’UE sembrano in grado di attuare entro il 2020 la diversificazione produttiva di 

energia elettrica dalle fonti tradizionali (termoelettrico, idroelettrico > 10 MW) a quelle 

alternative. 

In particolare, ai sensi dell’art. 4 della Direttiva dell’aprile 2009, gli Stati membri 

dovevano adottare un piano di azione per le energie rinnovabili che fissasse gli obiettivi 

nazionali per la quota di consumo di energia generata da fonti rinnovabili. Di conseguenza nel 

giugno 2010 il Governo italiano ha adottato il primo Piano di Azione Nazionale per le Energie 

19 Si vedano in particolare GU L 140 del 5 giugno 2009 e COM (2011) 31 finale.

Rinnovabili (PAN), notificandolo alla Commissione europea. Tale Piano di azione, redatto sulla 

base del modello adottato dalla Commissione europea con decisione del 30 giugno 2009, 

contiene le linee strategiche di sviluppo del sistema energetico nazionale e definisce gli obiettivi 

per le diverse fonti energetiche rinnovabili che l’Italia si è posta per il raggiungimento del target 

comunitario, ripartendolo opportunamente nei 3 macro-settori previsti dalla direttiva 

2009/28/CE: elettricità, riscaldamento e raffreddamento, trasporti. 

TAB. 2 – OBIETTIVI DEL PAN PER IL SETTORE ELETTRICO AL 2020 

Potenza 


(MW) 

2005 2020 

Produzione 

lorda (GWh) 

% su tot. 

elettrico 

Potenza 


(MW) 

Produzione 

lorda (GWh) 

% su tot. 

elettrico 

Maree e moto ondoso - - 0,00 - - 0,00 

Idroelettrica: 

o < 1MW 

o 1-10 MW 

o 10 MW 

13.890: 

409 

1.944 

11.357 

43.762: 

1.851 

7.390 

34.521 

12,65: 

0,53 

2,14 

9,98 

15.732: 

771 

3.711 

11.250 

42.000: 

2.554 

11.434 

28.012 

11,49: 

0,70 

3,13 

7,66 

Geotermica 671 5.324 1,54 1.000 7.500 2,05 

Eolica: 

o onshore 

o offshore 

Biomasse: 

o solide 

o biogas 

o bioliquidi 

1.635: 

1.635 

- 

1.990: 

1.706 

284 

- 

2.558: 

2.558 

- 

4.674: 

3.476 

1.198 

- 

0,74: 

0,74 

- 

1,35: 

1,01 

0,35 

- 

16.000: 

15.000 

1.000 

4.650: 

3.000 

750 

900 

24.095: 

21.600 

2.495 

21.000: 

11.500 

3.200 

6.300 

6,59: 

5,91 

0,68 

5,74: 

3,14 

0,87 

1,72 

TOTALE 18.220 56.349 16,29 45.882 105.945 28,97 

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico 

70 

In breve, il PAN prevede una riduzione della produzione di elettricità da grandi centrali 

idroelettriche (> 10 MW) e il contemporaneo aumento di quella prodotta dal cosiddetto “miniidroelettrico” 

( 0-10 MW), un maggiore ricorso all’energia geotermica, eolica (inclusa quella da 

parchi eolici “offshore”) e alle biomasse. 

A livello europeo negli ultimi anni il ricorso all’energia verde ha registrato dei notevoli 

impulsi. Infatti, se nel 1995 la capacità produttiva installata di nuovi impianti ammontava a soli 

1,3 GW (14% del totale della capacità dell’UE15, incluse fonti tradizionali), essa raggiungeva i 

13,3 GW (57%) nel 2008, 17,3 GW nell’anno successivo e i 22,7 GW nel 2010. Le nuove 

installazioni di impianti hanno interessato principalmente il fotovoltaico (12 GW, pari al 21,7% 

del totale) e l’eolico (9,3 GW e quota del 16,7%), mentre le biomasse(573 MW e quota 

dell’1,0%), il mini-idroelettrico e il geotermico hanno dato dei contributi di rilevo marginale 

(entrambi 25 MW).

Nel contesto europeo, l’Italia si colloca in una discreta posizione (10° posto) nell’uso 

dell’energia da fonti rinnovabili. Infatti, secondo i dati EUROSTAT relativi il 2009, nel nostro 

paese il 9,5% dell’energia elettrica consumata era generata da fonti alternative (9,0% la media 

UE-27, al 1° posto la Lettonia con il 36,2%, all’ultimo posto il Belgio con il 3,8%). 

Alla fine del 2010 gli impianti alimentati a fonti rinnovabili in Italia hanno raggiunto una 

potenza installata complessiva pari a 29.761 MW (+12,2% rispetto all’anno precedente). Il 

contributo maggiore della potenza installata deriva dalla fonte idrica (17,8 GW, quasi il 60% del 

totale), tuttavia, tenuto conto che solo le centrali con potenza installata < 10 MW vengono 

considerate impianti “verdi” la potenza installata scende a circa 2,6 GW (in particolare 465 MW 

per centrali da 0-1 MW e circa 2,2 GW per centrali da 1-10 MW). La fonte eolica (5.850 MW) ha 

coperto invece il 19,7% della capacità installata con 952 MW addizionali nel solo 2010, seguita 

dal fotovoltaico (2.910 MW) che garantisce il 9,8% della capacità, con una crescita del 155% circa 

rispetto al 2009. 

TAB. 3 – POTENZA EFFICIENTE LORDA DEGLI IMPIANTI A FONTE RINNOVABILI IN ITALIA 

2009 2010 ∆% 

MW Quota % MW Quota % 2010/2009 

Produzione idrica da apporti naturali 17.721 66,8 17.839 59,9 + 0,7 

Produzione termica da biocombustibili 2.019 7,6 2.407 8,1 + 19,2 

Produzione geotermica 737 2,8 755 2,5 + 2,4 

Produzione eolica 4.898 18,5 5.850 19,7 + 19,4 

Produzione fotovoltaica 1.142 4,3 2.910 9,8 + 154,8 

Totale 26.517 100 29.761 100 + 12,2 

71 

FONTE: TERNA S.P.A. 

TAB. 4 – PRODUZIONE NETTA DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI IN ITALIA 

2009 2010 ∆% 

2010/2009 

GWh Quota % GWh Quota % 

Produzione idrica da apporti naturali 48.586 71,5 50.015 67,8 + 2,9 

Produzione termica da bio combustibili 7.171 10,6 8.700 11,8 + 21,3 

Produzione geotermica 5.016 7,4 5.031 6,8 + 0,3 

Produzione eolica 6.485 9,5 8.374 11,4 + 29,1 

Produzione fotovoltaica 676 1,0 1.600 2,2 + 136,5 

Totale 67.934 100 73.720 100 + 8,6% 

FONTE: TERNA S.P.A.

Premesso che l’andamento della produzione netta da fonte rinnovabile in Italia è 

influenzato dalla variabilità della produzione idroelettrica che rappresenta infatti la sua 

principale componente (67,8%), l’evoluzione mostra come nell’ultimo decennio anche le altre 

fonti abbiano dato un contributo sempre maggiore alla produzione “rinnovabile” che ha 

raggiunto nel 2010 il valore massimo di 73.720 GWh. Infatti, il contributo della produzione 

rinnovabile alla produzione totale di energia elettrica nel 2010 è salito al 24,7% (18,2% nel 2008, 

16,1% nel 2006). 

La distribuzione della potenza installata a livello regionale varia di molto a causa della 

diversità geomorfologica dei territori delle singole regioni. In linea generale, al 31 dicembre 

2009 la regione Lombardia è risultata la prima regione italiana per dotazione di potenza 

installata con 5.538 MW (di cui l’89,4% costituito dall’idroelettrico), seguita dal Trentino Alto 

Adige (circa 3.206 MW totali, di cui il 97,1% di idroelettrico) e dal Piemonte (circa 2624 MW 

totali, di cui il 93,6% di idroelettrico). 4 regioni del Meridione (nell’ordine Puglia, Campania, 

Sicilia e Calabria), con una capacità complessiva di 5.609 MW derivante dall’estesa diffusione del 

fotovoltaico, occupano invece le posizioni successive. 

Per quanto concerne il quadro delle singole fonti, la distribuzione regionale degli impianti 

fotovoltaici mostra che oltre il 42% della potenza è installata al Nord, il 37% al Sud/Isole ed il 

21% al Centro. In particolare è la Puglia, con il 18,8%, ad avere la massima potenza installata, 

seguita dalla Lombardia (11,1%) e dall’Emilia-Romagna (8,3%). Per quanto riguarda la tipologia di 

sito dove l’impianto è situato emerge che gli impianti fotovoltaici installati in aziende 

agricole/allevamenti hanno il maggiore peso nelle Marche (22% del totale). Nelle “attività 

manifatturiere, estrattive ed altre” la potenza percentuale più elevata è nel Lazio (48%), mentre 

la classe comprendente “commercio e servizi” raggiunge il 19% in Umbria. Gli impianti installati 

a terra caratterizzano la composizione del parco fotovoltaico delle Regioni del Sud, con in testa 

la Regione Puglia (68%). Le ultime due classi (abitazioni e pubblica amministrazione) interessano 

tutti gli impianti installati su edifici abitativi dove spicca il Friuli Venezia Giulia (51%) e quelli 

installati dalle Pubbliche Amministrazioni con il Molise in testa (35%). 

La distribuzione della potenza installata degli impianti eolici evidenzia che nell’Italia 

settentrionale le torri eoliche sono poco numerose e di potenza molto limitata rispetto al totale 

nazionale, con le sole Province di Bologna, Savona e Cuneo che detengono valori significativi. La 

Puglia detiene il primato nazionale con il 23,5% della capacità installata, seguita dalla Sicilia con 

23,4%. Le Regioni meridionali rappresentano oltre il 98% del totale italiano, con una crescita 

della Calabria che rispetto al 2008 ha più che raddoppiato la potenza installata. Per quanto 

riguarda le Isole, Sicilia e Sardegna assieme costituiscono circa il 36% del totale nazionale. 

72

Il quadro si inverte se si considera la potenza installata degli impianti idroelettrici: 

infatti, il 75% della capacità produttiva installata è situata al Nord. La sola Lombardia 

rappresenta il 27,9% della potenza installata sul territorio nazionale, seguita dal Trentino Alto 

Adige con il 17,6% e dal Piemonte con il 13,9%. Tra le Regioni centrali, l’Umbria ha la più elevata 

concentrazione di potenza pari al 2,9% insieme al Lazio con il 2,3%. Nell’Italia meridionale si 

distingue l’Abruzzo dove la potenza installata è pari al 5,7% del totale Italia, seguito dalla 

Calabria con il 4,1%. 

La Regione con maggior numero di impianti alimentati a biomasse 20 risulta essere la 

Lombardia (90 impianti pari al 21,7% del totale dell’Italia),seguita dall’Emilia Romagna (quota 

del 15,2%) e dal Veneto (11,2%). La distribuzione regionale della potenza evidenzia che la 

Lombardia (460,5 MW) e l’Emilia Romagna(370,8 MW), come per la numerosità, sono le Regioni 

con maggior potenza istallata, pari al 41,2% del dato nazionale. La Toscana (118,9 MW) detiene 

il primato nell’Italia centrale con il 5,9% mentre nel Sud Italia Campania, Puglia e Calabria 

raggiungono insieme il 25% del totale Italia. In termini di produzione il Nord Italia presenta 

sempre le Regioni con i valori più alti: Emilia Romagna (1.469 GWh e quota del 19,3%), 

Lombardia (1.419 GWh, quota del 18,6%) ed seguono poi la Puglia (11,9%) e la Calabria (10,2%). 

Tutte le altre Regioni presentano un contributo variabile dal 5,5% del Piemonte alo 0,1% della 

Valle d’Aosta. 

La Toscana è invece l’unica Regione italiana dove sono presenti impianti geotermici ad 

alta entalpia 21 . Il primato spetta alla Provincia di Pisa nella quale è situato il 47% degli impianti 

con una potenza istallata di 442,4 MW. Le Province di Siena e Grosseto ospitano impianti con una 

potenza di 232,5 MW e di 180 MW. Gli impianti geotermici a bassa entalpia 22 hanno invece una 

potenza complessiva di 69,7 MW dislocata principalmente nel Nord del paese (Lombardia e 

Veneto) 

Per quanto concerne la situazione delle singole Regioni del Nord-Est emerge, in linea 

generale, un quadro molto simile a quello di tutte le altre regioni del Settentrione. Infatti, il 

Veneto (8° posto del ranking delle regioni italiane) dispone di una capacità installata di 1.301,8 

MW, principalmente da fonte idrica (84,5%), così come il Friuli Venezia Giulia (522 MW circa di 

cui il 90,8% costituito dall’idroelettrico). Solo l’Emilia-Romagna costituisce un caso a sé stante in 

quanto su una capacità installata di 778,5 MW, il 47,6% è costituito da impianti a biomasse ed il 

38,1% da centrali idroelettriche. Il quadro non cambia di molto se si considerano le cifre sulla 

73 

20 Biomasse solide, rifiuti solidi urbani biodegradabili, biogas e bioliquidi. 

21 Si tratta della geotermia classica che sfrutta le anomalie geologiche o vulcanologiche e riguarda la 

produzione di energia elettrica e di acque termali utilizzate a fini di riscaldamento. 

22 La geotermia a bassa entalpia sfrutta il sottosuolo come serbatoio termico dal quale estrarre calore 

durante la stagione invernale ed al quale cederne durante la stagione estiva.

produzione, in quanto la Lombardia, il Trentino Alto Adige ed il Piemonte sono le maggiori 

regioni produttrici con un livello complessivo di oltre 30.122 GWh (43,4% della produzione 

nazionale di energia elettrica). Il Veneto occupa invece il 5° posto della graduatoria con 4.933 

GWh prodotti, l’Emilia Romagna il 9° posto (2.604,8 GWh) ed il Friuli Venezia Giulia l’11° posto 

(2.307,3 GWh). 

Dai dati forniti da TERNA S.p.A. presentati nella sezione precedente, è emerso che la 

produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Friuli Venezia Giulia nel 2009 è ammontata 

a oltre 2.307 GWh e che la principale fonte di generazione è stata quella idrica (91,4% del totale 

“rinnovabile”). L’apporto delle altre fonti alternative è stato invece piuttosto modesto, tuttavia, 

nell’ultimo quinquennio c’è stato un contributo crescente, anche se non costante, da parte delle 

biomasse (180 GWh nel 2009) e, in misura minore, del fotovoltaico (circa 18 GWh). 

TAB. 5 – PRODUZIONE LORDA DEGLI IMPIANTI DA FONTI RINNOVABILI IN FRIULI VENEZIA GIULIA 

(in GWh) Idrica Eolica Fotovoltaica Geotermica Biomasse Totale 

2005 1.285,0 - - - 117,3 1.402,3 

2006 1.254,4 - - - 261,4 1.151,8 

2007 1.304,6 - 2,0 - 266,6 1.573,1 

2008 1.761,1 - 5,6 - 213,2 1.979,9 

2009 2.109,1 - 18,1 - 180,0 2.307,3 

74 

FONTE: TERNA S.P.A. 

Per quanto concerne il 2010 dai dati dell’ENEL, che rilevano i nuovi allacciamenti di 

impianti “verdi” alla rete di distribuzione, emerge che alla fine dell’anno passato in Friuli 

Venezia Giulia ENEL sono stati allacciati alla rete 4.872 nuovi impianti per la produzione di 

energia elettrica da fonti rinnovabili (3.259 quelli già connessi fino al 2009), in grado di coprire il 

fabbisogno di oltre 83.000 famiglie. In particolare, Udine si conferma provincia “verde” con 

4.860 impianti installati ed una potenza complessiva di 83 MW. 

TAB. 6 – FRIULI VENEZIA GIULIA – N. DI IMPIANTI CONNESSI ALLA RETE E CAPACITÀ PRODUTTIVA 

fino al 2009 2010 Totale 

N. impianti MW N. impianti MW N. impianti MW 

Gorizia 402 110 600 5 1.002 115 

Pordenone 846 13 1.423 16 2.269 29 

Udine 2.011 50 2.849 33 4.860 83 

Friuli Venezia Giulia 3.259 173 4.872 54 8.131 227 

FONTE: ENEL

TAB. 7 – FRIULI VENEZIA GIULIA – N. DI IMPIANTI CONNESSI ALLA RETE, DIVISI PER FONTE 

(Situazione a fine 2010) Solare Idraulica Eolica Biogas Biomasse 

Gorizia 993 5 0 3 1 

Pordenone 2.252 12 0 3 2 

Udine 4.816 36 1 3 4 

Friuli Venezia Giulia 8.061 53 1 9 7 

FONTE: ENEL 

Il maggior tasso di crescita fa capo invece a Pordenone che con 2.269 impianti per 

complessivi 29 MW fa segnare un aumento rispettivamente del 270% e del 223% rispetto al 2009. 

La provincia di Gorizia ospita invece gli impianti di potenza maggiore: a fronte di soli 1.002 

impianti la potenza totale, pari a 115 MW, è superiore a quella complessiva delle altre due 

province. Purtroppo non sono disponibili dati per la Provincia di Trieste. 

Grazie agli incentivi per le nuove installazioni, il fotovoltaico sta vivendo una crescita 

esponenziale: infatti, ad oggi sono in funzione 8.061 impianti fotovoltaici, corrispondenti al 

99,1% circa di tutti gli impianti da fonte rinnovabile. E’ comunque significativo il contributo 

fornito in Friuli Venezia Giulia dalle altre fonti rinnovabili: 53 centrali idroelettriche, 1 mini 

eolico, 9 centrali a biogas e 7 impianti a biomasse. L’idroelettrico si concentra tradizionalmente 

nelle valli alpine dove si distinguono i 36 impianti dell’udinese ed i 12 della Provincia di 

Pordenone. Biogas e biomasse, fonti che nella maggior parte dei casi si integrano con altri cicli 

produttivi, sono diffusi prevalentemente nelle Province che mantengono una forte vocazione 

agricola con ampia disponibilità di combustibile (Udine e Pordenone). Il quadro relativo il 1° 

quadrimestre è ancora più confortante in quanto in questo periodo sono stati connessi alla rete 

3.696 nuovi impianti (+72% rispetto ai primi 4 mesi del 2010) per oltre 64 MW di capacità 

produttiva in grado di soddisfare il fabbisogno di quasi 21.500 ulteriori nuclei familiari (non sono 

ancora disponibili le cifre disaggregate per fonti). 

Un’ulteriore e interessante fonte informativa è data dal rapporto “Comuni Rinnovabili”, 

curato dall’Ufficio Energia e Clima di Legambiente, che svolge un monitoraggio sull’uso delle 

singole tipologie di fonti rinnovabili da parte dei Comuni italiani 23 . Per quanto riguarda i Comuni 

del Friuli Venezia Giulia, secondo il rapporto 2011 nel ranking dei primi 50 Comuni italiani del 

fotovoltaico, figurano al 15° posto il Comune di Monrupino-Repentabor (Provincia di Trieste) con 

75 

23 In breve, dal 2006 Legambiente elabora i dati ottenuti da un questionario inviato ai Comuni e 

incrociando le risposte con gli studi del GSE, i rapporti di Enea, Itabia, Fiper, ANEV e le informazioni 

provenienti da Regioni, Province e aziende. Secondo il rapporto 2011 all’inizio di quest’anno in 7.661 

Comuni era installato almeno un impianto (6.993 nel 2010, 5.580 nel 2009).

una densità di 2.312 kW di potenza installata per 1.000 abitanti e al 21° posto il Comune di 

Manzano (provincia di Udine) con una densità di circa 1.698 kW per 1.000 abitanti. 

Considerando invece la fonte idrica 24 , emerge che, su 946 Comuni italiani che nel 2010 

disponevano sul proprio territorio di almeno un impianto idroelettrico con potenza fino a 3 MW, 

il Comune di Chiusaforte (Provincia di Udine) occupava 26° posto con 3,71 MW installati, mentre 

il Comune di Pontebba (Provincia di Udine) il 37° posto con 3,11 MW installati). 

76 

24 Legambiente prende in considerazione solo gli impianti con potenza ≤ 3 MW, ossia quelli che vengono 

definiti impianti mini-idroelettrici (micro idro sono quelli < 100 kW). Il motivo sta nel fatto che in questo 

ambito vi sono le vere opportunità di aumento della potenza installata e diffusione di nuovi interventi 

anche grazie a nuove tecnologie a risparmio energetico.

Allegato n. 4 – Le biotecnologie verdi in Italia e nel Friuli Venezia Giulia 

Le biotecnologie agroalimentari (biotecnologia verdi – green biotech 25 ) in Italia sono un 

settore particolarmente dinamico ed in continua evoluzione in quanto il nostro paese può 

contare su condizioni uniche e competitive, per la varietà di microclimi e le biodiversità del suo 

territorio. Infatti, secondo l’ultimo “Rapporto sulle biotecnologie in Italia” curato da 

Assobiotec 26 e Ernst & Young le imprese del settore green biotech censite in Italia nel 2010 sono 

state 94 (55 nel 2009). In particolare, delle 39 nuove imprese, 3 si sono sviluppate nel corso 

dell’ultimo biennio, 20 erano già attive in questo settore, ma sono emerse soltanto grazie ad 

un’analisi più approfondita del mercato delle biotecnologie, e 18 erano già presenti nel 2009 ma 

hanno esteso le loro attività al green biotech soltanto nel corso del 2010. Nel contempo, nello 

stesso anno 2 imprese che nel 2009 avevano segnalato di operare nel green biotech si sono 

riposizionate nel red biotech 27 . Il gruppo delle imprese green biotech è quindi il secondo, per 

numero, dopo le red biotech, e comprende 49 green biotech dedicate e 45 imprese multi core 

che operano anche in diversi settori di applicazione delle biotecnologie 28 . Il numero di multi 

core è in forte crescita, con un 45% del totale delle imprese green rispetto al 24% del 2009. La 

maggioranza delle imprese è costituita da pure biotech 29 italiane (64%), tuttavia, le 

multinazionali, pur essendo poco rilevanti sotto il profilo numerico (7%), contribuiscano per il 

55% alla generazione del fatturato green biotech. Anche considerando il solo fatturato generato 

dalle green dedicate, l’impatto rimane rilevante e si attesta sul 49%. Delle 7 multinazionali 

presenti nel campione, 4 hanno sviluppato le attività green biotech provenendo dal settore 

farmaceutico: ciò denota un forte interesse delle imprese nei confronti di prodotti terapeutici di 

origine animale e vegetale, oltre che dai nutraceutici. 

In termini di dimensione, il settore green si caratterizza per la presenza predominante di 

imprese micro e piccole che rappresentano l’80% del campione rispetto al 91% per il white 

77 

25 Green biotech: è il settore applicato ai processi agricoli. Tra le applicazioni, figura la modificazione di 

organismi per renderli in grado di crescere in determinate condizioni ambientali o nutrizionali. 

26 Costituita nel 1986 all’interno di Federchimica, Assobiotec è l'Associazione nazionale per lo sviluppo 

delle biotecnologie, che rappresenta oltre 100 imprese e parchi tecnologici e scientifici che operano in 

Italia nei diversi settori delle scienze della vita. 

27 Red biotech: è il settore applicato ai processi biomedici e farmaceutici (ad esempio, individuazione di 

organismi in grado di sintetizzare farmaci o antibiotici, e sviluppo di tecnologie di ingegneria genetica per 

la cura di patologie). 

28 Imprese multi core che operano in almeno due dei quattro settori di applicazione in cui il biotech viene 

segmentato. 

29 Pure biotech: si tratta di imprese che hanno come core business attività legate esclusivamente alle 

biotecnologie.

iotech 30 , e al 71% per il red. Quanto alla loro origine, la maggioranza delle imprese green 

deriva da startup (32%), il 28% da uno spin-off accademico, il 9% da uno spin-off o spin-out 

industriale, mentre l’8% è rappresentato da multinazionali con sede in Italia. Un altro elemento 

che ha giocato un ruolo rilevante nello sviluppo di nuove imprese green è stato la presenza di 

parchi scientifici e incubatori. Di fatto, le 3 imprese nate nell’ultimo biennio sono tutte 

localizzate presso queste realtà e tra il 2009 e il 2010 il numero delle imprese che si sono 

insediate presso parchi scientifici e incubatori è passato dal 42% al 48%. Si stima che le imprese 

operanti nel green biotech impieghino complessivamente quasi 10mila addetti, dei quali 820 

impegnati in attività di ricerca e sviluppo. Le imprese pure biotech dedicate al green 

costituiscono una parte rilevante del campione, contribuendo al 19% del totale addetti e al 41% 

degli addetti in ricerca e sviluppo. Considerando il fatturato del settore green biotech, esso è 

stimato per il 2009 in 144 mln € con una crescita che risente del gran numero di imprese già 

consolidate nel biotech che si sono espanse nel settore green nel corso dell’anno. Sempre per il 

2009, si stima che le imprese operanti nel green biotech abbiano complessivamente investito in 

ricerca e sviluppo circa 139 mln. € - dei quali il 24% in ricerche commissionate. La parte più 

rilevante di tale investimento (74%) è sostenuta dalle multinazionali con sede in Italia, e 

soprattutto da quelle 4 multinazionali che hanno esteso le loro attività anche nel green. Infatti, 

il valore degli investimenti in ricerca e sviluppo comprende sia quelli per il green biotech, sia 

quelli in altri settori di applicazione. Quanto alle imprese dedicate solo al green, a fronte di un 

fatturato di 32 mln. € - rispetto ai 23 mln. del 2009 - esse hanno investito in ricerca e sviluppo 

circa €11 milioni, ovvero il 34% del fatturato. 

Un ulteriore contributo per la valutazione della situazione della biotecnologia alimentare 

in Italia è data dall’Osservatorio Unioncamere Brevetti e Marchi sugli alimenti funzionali che 

rileva il posizionamento della ricerca e dei brevetti italiani nel contesto internazionale. In 

particolare, nel periodo 1999-2008 le pubblicazioni scientifiche internazionali sugli alimenti 

funzionali risultavano essere 85.910. I Paesi del G12 31 si attestano su di una quota di 

pubblicazioni pari al 49,0%, mentre altri Paesi stanno emergendo su queste tematiche, fra cui la 

Cina, l’India e la Corea del Sud. Gli USA detengono il primato delle pubblicazioni scientifiche 

sugli alimenti funzionali con una quota pari al 14,0%. Al 2°posto si colloca la Cina con il 6,1% ed 

al 3° il Giappone con il 5,4%. Nello stesso periodo gli autori italiani hanno pubblicato 3.981 

articoli scientifici sugli alimenti funzionali, posizionando l’Italia al 3° posto fra i Paesi del G12 

78 

30 White biotech: è il ramo che si occupa dei processi biotecnologici di interesse industriale (ad esempio, 

la costituzione di microrganismi in grado di produrre sostanze chimiche). 

31 In realtà, il G12 conta 13membri e la denominazione G12 deriva dal numero dei membri originari: 

Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Olanda, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, 

Svezia e Svizzera (dal 1984).

con una quota pari al 4,6% ed al 4° posto considerando anche la Cina. Il tasso di crescita delle 

pubblicazioni scientifiche italiane è del 5,3%, valore superiore a quello medio del G12 (pari al 

3,9%). Se si considera invece la specializzazione scientifica delle pubblicazioni internazionali 

con autore italiano che trattano di alimenti funzionali emerge che il maggior numero di 

pubblicazioni si riscontra nella filiera degli alimenti di origine vegetale, con una particolare 

specializzazione nell’estrazione, la lavorazione e l’addizione di principi attivi vegetali. I principi 

attivi ed i probiotici sono le categorie tecnologiche con il più elevato numero di pubblicazioni 

scientifiche. Il tema dei probiotici è particolarmente significativo nelle pubblicazioni della filiera 

degli alimenti di origine animale; questo è dovuto soprattutto alla presenza del latte e relativi 

derivati. 

Per quanto concerne invece l’aspetto dei brevetti, nel periodo 1999-2008 le domande di 

brevetto pubblicate dall’Ufficio Brevetti Europeo (EPO) in tema di alimenti funzionali sono state 

6.457, con una variazione media annua in costante aumento del 6,5%. Sempre nel periodo 1999- 

2008 i Paesi del G12 si attestano su di una quota di domande di brevetto pari al 89,6%. Gli USA 

detengono il primato delle domande di brevetto sugli alimenti funzionali con una quota pari al 

23,6%. Al secondo posto si trova il Giappone – con una quota del 16,5% - ed al terzo posto 

l’Olanda con il 11,5%. Nel periodo 1999-2008 l’Ufficio Brevetti Europeo (EPO) ha pubblicato 185 

domande di brevetto con richiedente italiano che trattano di alimenti funzionali; questo porta 

l’Italia a posizionarsi a metà classifica fra i Paesi del G12+Cina+Russia. Il tasso di crescita delle 

domande di brevetto dell’Italia (+8,3%) è comunque superiore a quello di altri Paesi europei che 

la precedono in classifica, in particolare: Germania, Francia e Gran Bretagna. 

79 

Considerando invece distribuzione territoriale in Italia emerge che il Nord-Ovest è la 

macro-area in cui sono presenti il maggior numero dei brevetti EPO con titolare italiano sugli 

alimenti funzionali - con una quota del 46,5% - seguita dal Centro con una quota del 35,3%, 

mentre lo sviluppo tecnologico degli alimenti funzionali nel Nord-Est è significativamente 

inferiore. La Lombardia, il Lazio ed il Piemonte sono le prime 3 regioni in termini di sviluppo 

tecnologico sugli alimenti funzionali, con una quota di domande di brevetto EPO con richiedente 

italiano pari rispettivamente a 34,9%, 26,7% e 10,3%. Ci sono 8 regioni italiane (incluso il Friuli 

Venezia Giulia) che non hanno richiedenti di domande di brevetto EPO sul tema degli alimenti 

funzionali nel periodo 1999-2008. La filiera degli alimenti di origine vegetale possiede il numero 

maggiore di domande di brevetto EPO con richiedente italiano per il periodo 1999-2008. La 

distribuzione delle domande di brevetto EPO è abbastanza omogenea, in quanto nessuna delle 

filiere produttive spicca in maniera netta rispetto alle altre. Nelle rivendicazioni delle domande 

di brevetto sono poco utilizzati i concetti di alimento funzionale e bevanda funzionale; si

conferma invece come nel caso delle pubblicazioni scientifiche, la prevalenza dei termini 

relativi ai principi attivi ed ai probiotici. 

Riguardo l’aspetto dei marchi nel periodo 1999-2008 sono stati depositati presso l’Ufficio 

per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI) 306 domande di marchio comunitario con 

richiedente italiano che possono essere messe in relazione con alimenti funzionali. Come per i 

brevetti, il Nord-Ovest è la macro-area in cui è presente il maggior numero di domande di 

marchio UAMI con richiedente italiano sugli alimenti funzionali - con una quota del 55,4% - 

seguita dal Nord-Est con una quota del 31,4%. A livello di singole regioni, la Lombardia, l’Emilia 

Romagna ed il Piemonte sono le prime 3 regioni che tutelano gli alimenti funzionali attraverso il 

marchio comunitario, con una quota di domande pari rispettivamente al 38,4%, al 21,6% ed al 

15,4%, mentre solo il 3,3% delle domande fanno capo al Friuli Venezia Giulia. 

Per quanto riguarda il caso particolare della Regione Friuli Venezia Giulia dai dati forniti 

da Ernst & Young relativi ad un’analisi di campione su 16 aziende di questa regione, 

TAB. – CAMPIONE DELLE IMPRESE BIOTECH IN FRIULI VENEZIA GIULIA 

TOTALE Green Red White GPTA (*) Multi core 

N. di imprese 16 4 9 1 1 1 

80 

N. di imprese pure biotech 10 2 5 1 1 1 

N. di addetti 196 28 107 20 3 38 

N. di addetti in ricerca e sviluppo 80 8 58 2 2 11 

Volume del fatturato (mln. €) 41 8 32 n.d. 0,5 0,5 

Volume degli investimenti (mln. €) (**) 2,5 0,5 1 n.d. 0,5 0,5 

(*) - GENOMICA, PROTEOMICA E TECNOLOGIE ABILITANTI 

(**) – STIME 

FONTE: ERNST & YOUNG

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Pokrejinski Sekretarijat za Energetiku I Mineralne Sirovine, Novi Sad 2007. 

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o http://www.vojvodina-cess.org, Centar za strateško ekonomska istraživanja “Vojvodina- 

CESS“ - Centro per gli Studi Economici Strategici “Vojvodina-CESS". 

o http://webrzs.stat.gov.rs/WebSite/Default.aspx, Republički zavod za statistiku – Ufficio 

Statistico della Repubblica di Serbia. 

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la situazione e le prospettive di sviluppo - enerbio

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