alcuni problemi del testo (e alcune soluzioni) - Giovanni Tonzig
alcuni problemi del testo (e alcune soluzioni) - Giovanni Tonzig
alcuni problemi del testo (e alcune soluzioni) - Giovanni Tonzig
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 1<br />
ALCUNI PROBLEMI DEL TESTO (E ALCUNE SOLUZIONI)<br />
• Vengono qui presentati, a scopo esemplificativo, <strong>alcuni</strong> dei <strong>problemi</strong> proposti<br />
dal <strong>testo</strong> Fondamenti di Meccanica classica.<br />
• I <strong>problemi</strong> contrassegnati da un asterisco sono, dal punto di vista concettuale<br />
e/o <strong>del</strong> calcolo, i più impegnativi.<br />
• Nel <strong>testo</strong> è data risposta a tutti i <strong>problemi</strong>: in questa sede solo a quelli contrassegnati<br />
con una «R».<br />
• Nella sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine dimostrative” <strong>del</strong> sito è offerto il quadro<br />
completo dei <strong>problemi</strong> dei capitoli 2 (Approssimazioni), 10 (Attrito), 12<br />
(Dinamica relativa) e 13 (Dinamica rotazionale). Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali<br />
<strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto in questa pagina.<br />
INDICE<br />
pag.2 Capitolo 1 - INTRODUZIONE ALLA FISICA<br />
pag.6 Capitolo 2 - APPROSSIMAZIONI<br />
pag.8 Capitolo 3 - CINEMATICA GENERALE (1)<br />
pag.16 Capitolo 4 - CINEMATICA GENERALE (2)<br />
pag.25 Capitolo 5 - CINEMATICA DEL CORPO RIGIDO<br />
pag.29 Capitolo 6 - STATICA DEL CORPO RIGIDO<br />
pag.33 Capitolo 7 - STATICA DEI FLUIDI<br />
pag.36 Capitolo 8 - I PRINCÌPI DI NEWTON<br />
pag.44 Capitolo 9 - LAVORO ED ENERGIA<br />
pag.52 Capitolo 10 - ATTRITO<br />
pag.59 Capitolo 11 - GRAVITAZIONE<br />
pag.65 Capitolo 12 - DINAMICA RELATIVA<br />
pag.69 Capitolo 13 - DINAMICA ROTAZIONALE<br />
pag.76 Capitolo 14 - URTI<br />
pag.79 Capitolo 15 - OSCILLAZIONI<br />
pag.81 Capitolo 16 – DINAMICA DEI FLUIDI
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 2<br />
CAPITOLO 1 − INTRODUZIONE ALLA FISICA<br />
DIMENSIONI<br />
8 Se due grandezze hanno uguali dimensioni, il loro rapporto<br />
(a) è uguale a 1 (b) è una grandezza <strong>del</strong>lo stesso tipo (c) .....<br />
9 [R] Lo studente A deve calcolare l’area <strong>del</strong> cerchio, ma non ricorda con sicurezza<br />
se occorre usare la formula π R 2 , oppure la formula 4π R 2 , oppure la formula<br />
(4/3)π R 3 . Si spieghi se l’analisi dimensionale lo può aiutare a individuare<br />
la formula giusta.<br />
13 Le grandezze x, y, z, k sono legate dalla relazione (x − 5z 3 )/9yk = 48 m 3 /s.<br />
Sapendo che z = 18 m e che y = 6 m/s, determinare le dimensioni di x e di k.<br />
15 Sapendo che la «capacità equivalente» di due condensatori in serie, rispettivamente<br />
di capacità C 1 e C 2 , è C e = C 1 C 2 /(C 1 +C 2 ), cioè il prodotto <strong>del</strong>le capacità<br />
diviso la somma, potremmo dedurne che se i condensatori sono tre la capacità<br />
equivalente è C e = C 1 C 2 C 3 /(C 1 +C 2 +C 3 ). Un semplice controllo dimensionale<br />
ci avvertirebbe però subito <strong>del</strong>l’errore: spiegare.<br />
17 [R] Uno studente ricorda che la velocità di propagazione <strong>del</strong>le onde trasversali<br />
su una corda elastica dipende dalla tensione <strong>del</strong>la corda, dalla sua massa e dalla<br />
sua lunghezza, ma non ricorda la formula. In che modo l’analisi dimensionale<br />
lo può aiutare?<br />
VETTORI [1]<br />
25 [R] Tre vettori a r , b r , c r di modulo uguale sono disposti in<br />
b r<br />
modo da formare un triangolo equilatero, come in fig.14.<br />
Si chiarisca quanto vale l’angolo formato da a r con b r , da<br />
b r con c r , da c r con a r c r<br />
.<br />
27 Le componenti cartesiane di un vettore p r sono p x = 5, p y<br />
= −2, p z = 9.<br />
(a) Determinare il modulo di p r .<br />
(b) Determinare gli angoli formati da p r con i tre assi cartesiani.<br />
31 [R] Sapendo che i vettori p r , q r e p<br />
r + q<br />
r hanno modulo uguale, determinare<br />
l’angolo tra p r e q r .<br />
33 Sapendo che p<br />
r + q<br />
r è perpendicolare a p r , e che r r<br />
q p q r<br />
= 2 + , determinare<br />
(a) il valore <strong>del</strong>l’angolo tra q r e p<br />
r + q<br />
r , (b) il valore <strong>del</strong>l’angolo tra p r e q r .<br />
1 Si tenga presente che nel <strong>testo</strong> il prodotto scalare viene indicato con un punto (es. p r ⋅ m<br />
r ) e il prodotto<br />
vettoriale con una V rovesciata (es. p c<br />
r<br />
)<br />
r ∧ .<br />
a r Fig. 14
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 3<br />
36 [R] Una barca a motore che in acqua ferma si muoverebbe con velocità v ' = 20<br />
km/h in direzione W 28°N, procede in realtà con velocità v = 25 km/h in direzione<br />
W 48°N per effetto <strong>del</strong>la corrente. Determinare la velocità (valore e direzione)<br />
<strong>del</strong>la corrente.<br />
41 [R] Un vettore AB , col primo estremo fisso nell’origine di un piano cartesiano<br />
x, y, ruota in tale piano in senso antiorario attorno all’estremo A. Detto ϕ<br />
l’angolo formato da AB con l’asse x, si esprimano in funzione di ϕ :<br />
(a) il versore u r<br />
tg tangente in B alla circonferenza descritta da B e diretto nel<br />
senso <strong>del</strong> moto, (b) il versore u r n diretto in senso opposto ad AB .<br />
48 Il vettore p r (modulo 6) è diretto verticalmente verso l’alto: determinare m r in<br />
modo che risulti p r ⋅m r = −12.<br />
(a) una e una sola soluzione (b) nessuna soluzione (c) infinite <strong>soluzioni</strong>.<br />
49 L’angolo tra p r (modulo 6) e q r (modulo 18) è 60°. Determinare m r in modo<br />
r r r<br />
che risulti m∧<br />
p = q.<br />
(a) una e una sola soluzione (b) nessuna soluzione (c) infinite <strong>soluzioni</strong>.<br />
54 Il vettore p r (modulo 6) è diretto orizzontalmente verso destra, il vettore q r<br />
(modulo 24) è diretto verticalmente verso il basso. Determinare c r in modo che<br />
risulti c r ⋅ p<br />
r = 0 e r r r<br />
p ∧ c = q .<br />
(a) una e una sola soluzione (b) infinite <strong>soluzioni</strong> (c) nessuna soluzione.<br />
r r r<br />
57 [R] Si dimostri che quando, nel doppio prodotto misto p ⋅ q ∧ k , due dei tre<br />
vettori sono uguali, il risultato è sempre zero.<br />
r r r r<br />
59 * [R] Determinare il valore <strong>del</strong>l’angolo tra il vettore p = 3 ux<br />
+ 2u<br />
y − uz<br />
e il<br />
vettore q r r r r<br />
= − u + u + u .<br />
5 x y z<br />
61 * Determinare un versore n r che risulti perpendicolare tanto al vettore p r quanto<br />
al vettore q r <strong>del</strong>la domanda 59.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 4<br />
SOLUZIONI<br />
9 La formula (4/3)π R 3 può riferirsi solo a una grandezza avente le dimensioni di<br />
una lunghezza al cubo (in effetti, esprime il volume <strong>del</strong>la sfera). Sotto l’aspetto<br />
dimensionale le altre due formule, che differiscono solo per un fattore numerico,<br />
sono entrambe valide: la prima esprime l’area <strong>del</strong> cerchio, la seconda l’area<br />
<strong>del</strong>la superficie <strong>del</strong>la sfera. In questo caso l’analisi dimensionale riduce il margine<br />
di incertezza, ma non lo elimina.<br />
17 Detta F la tensione <strong>del</strong>la corda, l la sua lunghezza, m la sua massa, deve essere<br />
v = kF x l y m z , dove k è un fattore numerico e x, y, z sono numeri da determinare.<br />
Le dimensioni <strong>del</strong>la grandezza kF x l y m z sono (MLT −2 ) x L y M z =<br />
= M x + z L x + y T −2x . Uguagliando con le dimensioni LT −1 <strong>del</strong>la velocità, si vede<br />
che deve essere x + z = 0, x + y = 1, −2x = −1, vale a dire x = 1/2, y = 1/2, z =<br />
= −1/2. Dunque, v = k Fl / m , dove il valore <strong>del</strong> numero k (che in realtà è<br />
uguale a 1) non può essere determinato con l’analisi dimensionale.<br />
25 L’angolo tra due vettori è l’angolo di cui uno dei due dovrebbe ruotare per portarsi<br />
per la via più breve ad assumere la direzione <strong>del</strong>l’altro. Dunque tra a r e b r<br />
ci sono 60°, tra b r e c r 120°, tra c r e a r 60°.<br />
p<br />
r r + q<br />
31 120°, si veda la fig.1 (attenzione, non 60°: se<br />
l’angolo tra p r e q r p r<br />
fosse 60°, il modulo di<br />
p<br />
r + q<br />
r sarebbe p r 3 , come si trova facilmente<br />
anche con metodi di geometria elementare).<br />
Fig. q r<br />
1<br />
36 La situazione è rappresentata in fig.5. Per il<br />
teorema di Carnot risulta<br />
2 2<br />
V = v ' + v − 2v'<br />
v cos20°<br />
=<br />
2<br />
2<br />
= 20 + 25 − 2×<br />
20×<br />
25×<br />
0, 940 km/h =<br />
= 9,22 km/h. Per il teorema dei seni è<br />
(senϕ) / v'<br />
= (sen 20° ) / V , dunque<br />
senϕ = (sen20°) v'/V = 0,342 × 20 / 9,22 =<br />
= 0,742, che significa ϕ = 47,9°. La direzione<br />
di V r (che si ottiene da quella di v r mediante<br />
rotazione oraria di 47,9°) è quindi<br />
W (28°+20°+ 47,9°) N = W 95,9° N = N 5,9° E.<br />
V r<br />
ϕ<br />
v r<br />
v r '<br />
20°<br />
28°<br />
Fig. 5<br />
N<br />
E
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 5<br />
41 (a) L’angolo tra u r<br />
tg e l’asse x è ϕ + 90° (fig.<br />
9). Essendo il modulo di u r<br />
tg uguale a 1, la<br />
sua componente x è uguale a cos (ϕ +90°) =<br />
= − senϕ , la sua componente y è uguale a<br />
sen (ϕ + 90°) = cosϕ . Risulta pertanto u r tg =<br />
=(−senϕ ) u r x +(cosϕ ) u r y . Si noti che, se<br />
u r r è un versore diretto come il raggio vettore<br />
AB , e avente quindi come componenti cosϕ<br />
e senϕ , risulta u r tg = du r<br />
r /dϕ<br />
.<br />
(b) L’angolo tra u r<br />
n e x è ϕ +180°. La componente x di u r n è cos (ϕ +180°) =<br />
= − cosϕ , la componente y è − senϕ . Dunque, u r n = (−cosϕ ) u r x − (senϕ ) u r y .<br />
Si noti che risulta u r n = du r<br />
tg /dϕ<br />
.<br />
r r r<br />
r r<br />
57 Un prodotto come p ⋅ q ∧ q è zero perché è zero il vettore q ∧ q . Un prodotto<br />
r r r<br />
come p ⋅ p ∧ q è zero perché rappresenta un prodotto scalare tra vettori ortogonali<br />
( p r e p<br />
r r<br />
r r r<br />
∧ q).<br />
Per la stessa ragione è zero il prodotto p ⋅ q ∧ p .<br />
59 Risulta cosϕ = p r q<br />
r r r<br />
⋅ / pq<br />
, dove p ⋅ q = p x q x + p y q y + p z q z , p =<br />
q =<br />
2<br />
x<br />
2<br />
y<br />
2<br />
z<br />
2<br />
x<br />
2<br />
y<br />
2<br />
z<br />
p + p + p ,<br />
q + q + q . Dunque p r ⋅ q<br />
r = 3 × (−5) + 2 × 1 + (−1) × 1 = −14, p =<br />
2<br />
2<br />
2<br />
= 3 + 2 + ( −1)<br />
= 3,74, q = ( − 5) + 1 + ( −1)<br />
= 5,20. Pertanto cosϕ =<br />
=(−14) / (3,74 × 5,20) = −0,720, e quindi ϕ = 136°.<br />
2<br />
2<br />
A<br />
2<br />
y<br />
u r<br />
n<br />
ϕ<br />
u r<br />
tg<br />
B<br />
Fig. 9<br />
x
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 6<br />
CAPITOLO 2 − APPROSSIMAZIONI<br />
I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />
dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />
di seguito.<br />
3 [R] Eliminare un numero di decimali via via più grande nel numero<br />
2,997 924 58, che moltiplicato per 10 8 dà il valore (esatto, per definizione) <strong>del</strong>la<br />
velocità <strong>del</strong>la luce nel vuoto in m/s.<br />
13 [R] Per il valore medio di una certa grandezza la calcolatrice ha fornito il valore<br />
823,637. Si mostri come tale valore dovrebbe venire espresso se l’incertezza<br />
fosse (a) 0,3 (b) 3 (c) 0,06 (d) 40 (e) 110 ( f ) 1,2 (g) 0,1.<br />
18 [R] Il peso di un secchio vuoto è (1,44 ± 0,03) kg, il peso <strong>del</strong>lo stesso secchio<br />
pieno d’acqua è (12,38 ± 0,06) kg. Qual è il peso <strong>del</strong>l’acqua posta nel secchio?<br />
25 [R] Sapendo che per il diametro di una sfera è stato trovato il valore (14,46 ±<br />
0,16) cm, se ne deduca la misura <strong>del</strong> volume.<br />
27 [R] Si esprima opportunamente in metri cubi il volume di 25000 l.<br />
30 [R] Si scriva il numero 32,9508 con tre sole cifre significative.<br />
36 [R] Nel Sistema Internazionale di unità di misura, la massa <strong>del</strong>l’elettrone è circa<br />
9,11 × 10 −31 . Si scriva tale valore nella forma decimale.<br />
43 [R] Quante sono le probabilità di azzeccare un terno secco al lotto?
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 7<br />
SOLUZIONI<br />
3 6,672 59 → 6,672 6 → 6,673 → 6,67 → 6,7 → 7.<br />
13 (a) 823,6 ± 0,3 (b) 824 ± 3 (c) 823,64 ± 0,06 (d) 820 ± 40 (e) 820 ± 110<br />
( f ) 823,6 ± 1,2 (g) 823,63 ± 0,1 (approssimando a 823,6 avremmo spostato il<br />
valore medio verso il basso di 3 centesimi, una quantità non abbastanza piccola<br />
rispetto all’incertezza).<br />
18 Il valore più probabile è (12,38 − 1,44) kg = 10,94 kg, l’incertezza è la somma<br />
<strong>del</strong>le incertezze: (0,03 + 0,06) kg = 0,09 kg. L’acqua contenuta nel secchio pesa<br />
quindi (10,94 ± 0,09) kg. Sommando le incertezze in quadratura (meglio)<br />
2 2<br />
avremmo ottenuto 0 ,03 + 0,06 = 0,07.<br />
25 Il volume è dato da 4π R 3 /3: ponendo R = (14,46 / 2) cm = 7,23 cm si trova che<br />
il valore più probabile <strong>del</strong> volume è 1583 cm 3 . L’incertezza assoluta sul raggio<br />
è (0,16 / 2) cm = 0,08 cm, l’incertezza percentuale è 100 × 0,08 / 7,23 = 1,11 %.<br />
L’incertezza percentuale sul cubo <strong>del</strong> raggio è il triplo: 3,33 %. Dividendo per<br />
100 e moltiplicando per il valore più probabile <strong>del</strong> raggio al cubo (7,23 3 ) si ottiene<br />
che l’incertezza assoluta su R 3 è 12,59 cm 3 . L’incertezza sul volume è allora<br />
(4π /3)× 12,59 cm 3 = 52,7 cm 3 , che diventa 50 cm 3 . La misura <strong>del</strong> volume<br />
è pertanto (1580 ± 50) cm 3 . Si noti che per trovare l’incertezza <strong>del</strong> volume abbiamo<br />
moltiplicato per tre (e quindi sommato tre volte) l’incertezza percentuale<br />
<strong>del</strong> raggio: non sarebbe stato corretto sommare le tre incertezze in quadratura,<br />
dato che evidentemente le tre incertezze in questione non possono considerarsi<br />
indipendenti l’una dall’altra.<br />
27 25,000 m 3 . Se avessimo scritto 25 m 3 avremmo dichiarato un’approssimazione<br />
a livello dei metri cubi, mentre nella misura originaria di 25 000 l viene dichiarata<br />
un’incertezza a livello dei litri, mille volte inferiore.<br />
30 33,0.<br />
36 0,000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 911 (trenta zeri dopo la virgola). Il<br />
vantaggio <strong>del</strong>la notazione scientifica sembra evidente...<br />
43 Siano A, B e C i numeri su cui si è puntato. Dato che vengono estratti 5 numeri<br />
su 90, la probabilità che A faccia parte <strong>del</strong>la cinquina è 5/90. Se A è stato<br />
estratto, la probabilità che B sia uno degli altri 4 numeri estratti sono 4/89. Se<br />
B è stato estratto, la probabilità che sia stato estratto anche C sono 3/88. Il prodotto<br />
<strong>del</strong>le tre probabilità è la probabilità di uscita <strong>del</strong> terno: 8,51×10 −5 (un po’<br />
meno di 1 su 10 000). [2]<br />
2 Con i concetti <strong>del</strong> calcolo combinatorio: i casi che con l’estrazione <strong>del</strong>la cinquina possono verificarsi<br />
sono tutte le N 5 combinazioni formate da 5 dei 90 numeri disponibili (N 5 è uguale al coefficiente<br />
binomiale 90 su 5, cioè a 90×89×88×87×86 / [1×2×3×4×5]); i casi favorevoli sono tutte le cinquine<br />
contenenti i tre numeri giocati, che sono tante quante sono le N 2 combinazioni formate da due qualsiasi<br />
degli altri 87 numeri (N 2 è uguale al coefficiente binomiale 87 su 2, cioè a 87×86 / [1×2]). La<br />
probabilità che esca il terno è il rapporto N 2 /N 5 tra casi favorevoli e casi possibili.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 8<br />
CAPITOLO 3 − CINEMATICA GENERALE (1)<br />
INTERDIPENDENZA TRA POSIZIONE E TEMPO<br />
9 [R] Con riferimento al diagramma di fig.1,<br />
(a) si discuta la seguente affermazione: «il<br />
diagramma indica che il punto mobile<br />
viaggia lungo una traiettoria rettilinea»;<br />
s (m)<br />
(b) si determini il valore di s all’istante zero,<br />
un minuto dopo l’istante zero, due mi-<br />
20<br />
1<br />
nuti dopo, due minuti prima, un minuto<br />
prima, tre minuti prima;<br />
(c) si chiarisca in quale istante il punto mobile<br />
t (min)<br />
Fig. 1<br />
viene a trovarsi nella posizione di rife-<br />
rimento;<br />
(d) si descriva la posizione <strong>del</strong> punto mobile all’istante zero;<br />
(e) si chiarisca se un minuto prima <strong>del</strong>l’istante zero il punto mobile sta procedendo<br />
in avanti oppure all’indietro;<br />
( f ) si determini la lunghezza <strong>del</strong>la parte di traiettoria compresa tra la posizione<br />
occupata dal punto mobile tre minuti prima <strong>del</strong>l’istante zero e la posizione occupata<br />
due minuti dopo l’istante zero.<br />
10 Si considerino le sei linee orarie <strong>del</strong>la figura<br />
a lato (fig. 2): per quale (o quali) di esse<br />
la lunghezza <strong>del</strong> percorso effettuato dal<br />
punto mobile è superiore alla lunghezza<br />
<strong>del</strong>l’arco di traiettoria compreso tra posizione<br />
iniziale e posizione finale?<br />
s<br />
Fig. 2<br />
t<br />
11 [R] Il diagramma orario <strong>del</strong>la figura a lato<br />
si riferisce alle modalità di percorrimento<br />
di una traiettoria aperta, a sua volta rappresentata<br />
in fig. 3: P' è la posizione all’istante<br />
t ', P" è la posizione all’istante t". Che cosa<br />
si può dire circa la posizione di riferimento?<br />
Com’è orientata la traiettoria?<br />
s<br />
t ' t "<br />
t<br />
P '<br />
Fig. 3<br />
P"<br />
12 In quale eventualità la grandezza s"− s' rappresenta sicuramente la lunghezza<br />
di tutto il percorso effettuato nell’intervallo di tempo tra t ' e t"?
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 9<br />
VELOCITÀ SCALARE – MOTO UNIFORME<br />
13 Un’automobile percorre prima un tratto AB con velocità media 60 km/h, poi<br />
un tratto BC di lunghezza uguale con velocità media 120 km/h. Determinare la<br />
velocità media tra A e C.<br />
16 [R] La fig.15 mostra una traiettoria orientata<br />
v<br />
aperta lungo la quale è in movimento<br />
A B<br />
un punto K la cui velocità dipende dal<br />
t<br />
tempo nel modo indicato dal diagramma.<br />
Si chiarisca se è possibile che A e B siano<br />
t ' t"<br />
rispettivamente la posizione di K all’istante<br />
Fig. 15<br />
t ' e all’istante t ".<br />
18 [R] In fig.17 la linea continua esprime la<br />
distanza s in funzione <strong>del</strong> tempo t, la linea a<br />
tratti esprime la velocità v in funzione <strong>del</strong><br />
tempo t. È possibile che le due linee si riferiscano<br />
al moto di uno stesso punto?<br />
20 In base all’esame <strong>del</strong> grafico di fig.18 è<br />
v<br />
possibile affermare che:<br />
(a) all’istante t ' il punto mobile si sta<br />
avvicinando alla posizione di riferimento<br />
t '<br />
(vero/falso/...);<br />
(b) all’istante t ' il punto mobile sta viaggiando<br />
nel senso stesso <strong>del</strong>la traiettoria<br />
(vero/falso/...);<br />
(c) all’istante t ' il punto mobile sta rallentando (vero/falso/...).<br />
Fig. 18<br />
25 Un punto si muove con equazione oraria s = At 3 – 3Bt 5 . Si esprima la velocità<br />
in funzione <strong>del</strong> tempo.<br />
26 [R] Un punto si muove con equazione oraria s = A cos (ωt +ϕ), con A, ω e ϕ<br />
costanti. Determinare il valore <strong>del</strong>la velocità all’istante zero.<br />
s,v<br />
s<br />
v<br />
t<br />
Fig. 17<br />
t
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 10<br />
ACCELERAZIONE SCALARE - MOTO UNIFORMEMENTE VARIO [3]<br />
27 È impossibile che il diagramma orario presenti angolosità [4] (vero/falso).<br />
29 [R] La velocità di un punto K è v = 6t − 4 (unità SI). Si esprima in funzione<br />
<strong>del</strong> tempo la distanza di K dalla posizione occupata all’istante zero.<br />
34 Un corpo lanciato verticalmente in assenza d’aria ha, a un dato istante, velocità<br />
6 m/s verso l’alto. Si descriva la sua velocità dopo 1 s.<br />
38 Dal punto di vista <strong>del</strong>la velocità di arrivo al suolo, lanciare un corpo verticalmente<br />
verso l’alto o verso il basso con una stessa velocità sarebbe, in assenza<br />
d’aria, esattamente lo stesso (vero/falso).<br />
39 [R] Con quale velocità occorre lanciare un sasso verso l’alto nel vuoto, se vogliamo<br />
che dopo 1 s si trovi a quota 100 m?<br />
40 Si vuole lanciare un sasso verticalmente verso l’alto in modo che la fase di salita<br />
duri cinque secondi. Quale dovrebbe essere la velocità di lancio in assenza<br />
d’aria?<br />
42 Un punto P è in movimento con legge oraria s = t 3 − 5t 2 (unità SI).<br />
(a) Si esprimano la velocità scalare e l’accelerazione scalare di P in funzione<br />
<strong>del</strong> tempo.<br />
(b) Si determini il valore medio <strong>del</strong>la velocità e <strong>del</strong>l’accelerazione scalare nell’intervallo<br />
di tempo tra t 1 = 3 s e t 2 = 9 s.<br />
44 * [R] Un punto P è in movimento con accelerazione a = 3 − 4s (unità SI). Sapendo<br />
che per s = 0 la velocità è v = 8 m/s, si esprima la velocità di P in funzione<br />
<strong>del</strong>la posizione.<br />
46 *Un sasso, lanciato verticalmente verso l’alto, si trova a un dato istante in una<br />
data posizione P, e 1 s più tardi nella stessa posizione: si determini il dislivello<br />
tra P e la posizione più elevata raggiunta dal sasso.<br />
47 *Un corpo K in moto uniformemente vario è stato fotografato ogni 2 s, e si è<br />
osservato che la distanza percorsa da K tra un fotogramma e il successivo aumenta<br />
di 10 cm ad ogni fotogramma. Determinare l’accelerazione di K.<br />
49 *[R] La velocità di un punto è v = v 0 e − kt (unità internazionali, con k = 1,2 s −1<br />
e v 0 = 3 m/s). Determinare la distanza percorsa da P nei tre secondi successivi<br />
all’istante t 1 = −5s.<br />
50 *L’accelerazione di un punto P è funzione lineare decrescente <strong>del</strong>la sua velocità.<br />
All’istante t = 0 è v = 0, a = 3 m/s 2 . Quando v = 20 m/s l’accelerazione<br />
è a = 2 m/s 2 . Quanto tempo occorre a P per raggiungere la velocità di 40 m/s?<br />
3 Nel <strong>testo</strong> è denominato uniformemente vario il moto nel quale la velocità scalare è funzione di primo<br />
grado <strong>del</strong> tempo, e uniformemente accelerato il moto in cui il vettore accelerazione è costante in<br />
valore e direzione lungo la traiettoria.<br />
4 Punti cioè in corrispondenza dei quali esistono due distinte tangenti alla curva.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 11<br />
ACCELERAZIONE VETTORIALE<br />
51 La fig. 32 mostra la traiettoria percorsa da un punto<br />
K. È possibile che i due vettori abbiano il significato<br />
suggerito in figura?<br />
52 È impossibile che, nel moto di un punto, il vettore<br />
velocità e il vettore accelerazione si mantengano<br />
costantemente perpendicolari l’uno all’altro<br />
(vero/falso).<br />
55 [R] Dire che l’accelerazione scalare è positiva equivale a dire che l’accelerazione<br />
tangenziale è diretta come la velocità (vero/falso).<br />
56 [R] (a) Il modulo <strong>del</strong> vettore a r<br />
y (componente y <strong>del</strong> vettore a r ) è dato dal valore<br />
assoluto <strong>del</strong>la pendenza <strong>del</strong> grafico che fornisce la componente y <strong>del</strong>la velocità<br />
in funzione <strong>del</strong> tempo (vero/falso).<br />
(b) * Il componente trasversale <strong>del</strong> vettore accelerazione misura la rapidità con<br />
cui è in variazione la componente <strong>del</strong> vettore velocità nella direzione <strong>del</strong>la<br />
normale alla traiettoria (vero/falso).<br />
(c) * Il componente tangenziale <strong>del</strong> vettore accelerazione misura la rapidità con<br />
cui è in variazione la componente <strong>del</strong> vettore velocità nella direzione <strong>del</strong>la tangente<br />
alla traiettoria (vero/falso).<br />
58 Si chiarisca se è possibile che nell’intervallo<br />
di tempo tra t ' e t"<br />
(diagramma orario di fig. 33/A) si<br />
verifichi per il punto P la situazione<br />
rappresentata in fig. 33/B.<br />
s<br />
Fig. 33/A<br />
t ' t"<br />
Fig. 32<br />
t<br />
a r ?<br />
K<br />
v r ?<br />
P<br />
Fig. 33 / B<br />
a r<br />
59 Si chiarisca se è possibile che all’istante<br />
t ' (fig. 34/A) si verifichi<br />
per il punto P la situazione mostrata<br />
in fig. 34/B.<br />
Fig. 34/A<br />
v<br />
t '<br />
t<br />
a r v r P<br />
Fig. 34 / B<br />
60 [R] Si chiarisca se è possibile che<br />
nell’intervallo di tempo tra t ' e t"<br />
(fig. 35/A) si verifichi per il punto<br />
P la situazione rappresentata in<br />
fig. 35/B.<br />
t'<br />
v<br />
Fig. 35/A<br />
t"<br />
t<br />
v r 90°<br />
Fig. 35 / B<br />
a r<br />
61 Stabilire se all’istante t 1 (fig. 36) l’angolo<br />
tra velocità e accelerazione è a-<br />
cuto oppure ottuso. E all’istante t 2 , al<br />
quale corrisponde un massimo nel valore<br />
<strong>del</strong>la distanza s? E all’istante t 3 ?<br />
t 1<br />
s<br />
t 2 t 3<br />
t<br />
Fig. 36
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 12<br />
64 *È possibile che il componente trasversale <strong>del</strong>l’accelerazione abbia direzione<br />
costante lungo la traiettoria?<br />
65 *[R] In corrispondenza <strong>del</strong>l’istante<br />
t ' (fig.37) il grafico presenta un<br />
punto di flesso. Che cosa si può dire<br />
circa l’angolo che il vettore velocità<br />
forma col vettore accelerazione<br />
in tale istante?<br />
66 Dato che l’accelerazione g r di gravità ha modulo 9,8 m/s 2 , l’accelerazione scalare<br />
di un punto materiale soggetto solo al proprio peso può valere solo ± 9,8<br />
m/s 2 (vero/falso).<br />
67 [R] Un punto si muove con equazione oraria s = 3 − 3 t 2 (unità CGS).<br />
(a) Si chiarisca se due secondi prima <strong>del</strong>l’istante zero l’angolo tra i vettori velocità<br />
e accelerazione è acuto, oppure retto, oppure ottuso.<br />
(b) Si determini il modulo <strong>del</strong> vettore accelerazione in tale istante, assumendo<br />
che il raggio di curvatura sia r = 18 cm.<br />
s<br />
t '<br />
Fig. 37<br />
t
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 13<br />
SOLUZIONI<br />
9 (a) Falso: il diagramma non fornisce indicazioni sulla forma <strong>del</strong>la traiettoria.<br />
(b) Per t = 0, s = 40 m. Un minuto dopo l’istante zero, s = 60 m. Due minuti<br />
dopo, s = 80 m. Due minuti prima <strong>del</strong>l’istante zero, s = 0. Un minuto prima, s<br />
= 20 m. Tre minuti prima, s = −20 m.<br />
(c) Due minuti prima <strong>del</strong>l’istante zero, quando s = 0.<br />
(d) Essendo in tale istante s = 40 m, a 40 m di distanza (misurati lungo la traiettoria<br />
e nel senso <strong>del</strong>la traiettoria) dalla posizione di riferimento.<br />
(e) In avanti, visto che la distanza s dal riferimento sta aumentando col passare<br />
<strong>del</strong> tempo.<br />
( f ) È la grandezza s" − s', riferita agli istanti t" = 2 min (a cui corrisponde s"<br />
= 80 m) e t ' = −3 min (a cui corrisponde s' = −20 m). La lunghezza richiesta è<br />
pertanto 100 m.<br />
11 Il fatto che (vedi diagramma orario) s' sia positiva ed s" negativa significa che<br />
P ' si trova sul ramo positivo <strong>del</strong>la traiettoria, e P" sul ramo negativo: quindi R<br />
è tra P ' e P" (più vicino a P", perché la distanza s" è in valore assoluto inferiore<br />
a s'). La traiettoria è orientata da P" verso P '.<br />
16 No: il diagramma mostra che in tutto l’intervallo di tempo considerato la velocità<br />
si mantiene a valori positivi, il che significa che K viaggia nel senso <strong>del</strong>la<br />
traiettoria. Perciò la posizione finale B non può, rispetto a tale senso, precedere<br />
la posizione iniziale.<br />
18 No, le due linee danno indicazioni <strong>del</strong> tutto contrastanti. Per esempio, nei due<br />
istanti in cui il grafico <strong>del</strong>le velocità dà un valore nullo, la pendenza <strong>del</strong> grafico<br />
<strong>del</strong>le distanze è diversa da zero; subito dopo il primo di tali istanti la velocità<br />
assume valori positivi, mentre la pendenza <strong>del</strong> grafico <strong>del</strong>le distanze è negativa;<br />
nell’istante in cui il grafico <strong>del</strong>le distanze ha<br />
pendenza zero il grafico <strong>del</strong>le velocità indica s,v<br />
un valore diverso da zero... e così via. Il grafico<br />
<strong>del</strong>le velocità potrebbe invece essere<br />
s<br />
t<br />
rappresentato da una retta a pendenza positiva<br />
(fig. 2), che interseca l’asse dei tempi<br />
v<br />
nell’istante in cui la distanza s assume il<br />
Fig. 2<br />
massimo valore negativo.<br />
26 Risulta v = ds/dt = −ωA sen(ωt + ϕ). Per t = 0, v = −ωA senϕ .<br />
29 La grandezza richiesta è s − s 0 . Essendo v funzione di primo grado di t, il moto<br />
è uniformemente vario, per cui s − s 0 = v 0 t + at 2 /2. La relazione tra v e t<br />
mostra che, in unità SI, il valore numerico di v 0 è − 4, e che quello di a è 6.<br />
Pertanto, la distanza di K dalla posizione occupata all’istante zero è s − s 0 =<br />
= − 4 t + 3 t 2 , come si ottiene <strong>del</strong> resto per integrazione <strong>del</strong>la funzione v = v (t).
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 14<br />
39 Occorre che nel primo secondo di volo la velocità media <strong>del</strong> sasso sia di 100<br />
m/s. Essendo il moto <strong>del</strong> sasso, in assenza d’aria, uniformemente vario, la sua<br />
velocità media è semplicemente la media aritmetica tra la velocità iniziale e la<br />
velocità finale. Dato che durante il primo secondo di volo la velocità <strong>del</strong> sasso<br />
è diminuita di 9,8 m/s, la velocità iniziale è (100 + ½ 9,8) m/s, la velocità finale<br />
(100 − ½ 9,8) m/s. Perciò la velocità di lancio è 104,9 m/s (mentre a 100 m<br />
d’altezza è v = 95,1 m/s). Lo stesso risultato si ottiene ovviamente ponendo<br />
y − y 0 = 100 m, t = 1 s e a = − 9,8 m/s 2 nella relazione y − y 0 = v 0 t − at 2 /2.<br />
44 Essendo a = dv /dt e v = ds /dt, dividendo membro a membro si ottiene a ds =<br />
s<br />
= v dv. Integrando, a d s<br />
∫<br />
vdv<br />
. Posto a = 3 − 4s si ottiene 3s − 2s 2 =<br />
= [ ] 2 2<br />
v<br />
v<br />
8<br />
∫<br />
= v<br />
0<br />
v ( s=<br />
0)<br />
/ = v 2 /2 − 32. Pertanto v = ± 6s − 4 s 64 (unità S.I.).<br />
49 Per definizione s(t) = s 0 +<br />
∫ t v d t , e nel nostro caso s(t) = s 0 +<br />
0<br />
2 +<br />
t<br />
∫<br />
v 0 0<br />
e<br />
− k t<br />
d<br />
= s 0 + (v 0 / k) (1− e − kt ).<br />
Con riferimento agli istanti t 1 = −5s e t 2 = (−5+3)s = −2 s risulta<br />
−k t2 −k<br />
t1<br />
1 ,2 2 1,2×<br />
5<br />
s 2 − s 1 =(v 0 / k) ( 1− e −1+<br />
e ) = [(3/1,2)(<br />
− e<br />
× + e )]m = 981 m.<br />
55 Falso: se l’accelerazione tangenziale è diretta come v r , la velocità (valore assoluto)<br />
è in aumento, mentre invece l’accelerazione scalare risulta positiva anche<br />
quando il punto mobile procede con velocità negativa e sta rallentando (pendenza<br />
positiva nel grafico v, t).<br />
56 (a) Vero, dato che il modulo di a r<br />
y misura la<br />
rapidità di variazione <strong>del</strong> componente y <strong>del</strong>la<br />
velocità.<br />
P<br />
(b) Vero. Si osservi la fig.9: la componente di<br />
v r nella direzione <strong>del</strong>la normale alla traiettoria<br />
n<br />
in una data posizione P è ovviamente zero<br />
quando il punto mobile è in P, ma, se la traiettoria<br />
non ha in P andamento rettilineo, è diversa<br />
da zero sia prima che dopo tale posizio-<br />
Fig. 9<br />
ne: se ad esempio supponiamo che la normale<br />
n sia orientata verso il centro di curvatura, la componente di v r in tale direzione<br />
è negativa prima di P, positiva dopo P. Pertanto in P, dove vale zero, è in variazione.<br />
(c) Vero, per ragioni analoghe a quelle esposte al punto (b). Supponiamo ad<br />
esempio che il moto sia uniforme: in un qualsiasi punto P l’accelerazione tangenziale<br />
è zero perché la componente di v r nella direzione <strong>del</strong>la tangente alla<br />
traiettoria in P è più grande che nelle posizioni precedenti e successive, il che<br />
significa che nel relativo diagramma temporale la pendenza è zero.<br />
t<br />
=
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 15<br />
60 Sì, ma solo nell’istante in cui la velocità raggiunge il massimo valore, e quindi<br />
è zero la pendenza <strong>del</strong> grafico v, t. La seconda figura indica infatti che, essendo<br />
a r e v r perpendicolari, non c’è accelerazione tangenziale (ed è quindi zero anche<br />
l’accelerazione scalare).<br />
65 All’istante t ' la pendenza (la velocità) è massima. Perciò nel grafico v, t la<br />
pendenza è zero, il che significa che in tale istante non c’è accelerazione tangenziale.<br />
Se il vettore accelerazione è diverso da zero (il che richiede che la<br />
traiettoria non abbia andamento rettilineo), è perpendicolare al vettore velocità.<br />
67 (a) Il moto è uniformemente vario, la relazione tra v e t è v = −6 t. Per t =<br />
= −2 s risulta v = 12 cm/s. Essendo positiva la velocità e negativa l’accelerazione<br />
(scalare), il valore di v sta diminuendo: dunque il componente tangenziale<br />
<strong>del</strong>l’accelerazione è diretto in senso opposto a v r , il che significa che<br />
l’angolo tra v r e a r è maggiore di 90°.<br />
(b) Il componente tangenziale di a r ha modulo costante 6 cm/s 2 . Il componente<br />
trasversale ha modulo v 2 /r = (12 2 cm 2 /s 2 ) / (18 cm) = 8 cm/s 2 . Per il teorema di<br />
2 2<br />
Pitagora, il modulo <strong>del</strong>l’accelerazione è a = a + a = 10 cm/s 2 .<br />
tg<br />
n
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 16<br />
CAPITOLO 4 − CINEMATICA GENERALE (2)<br />
GRANDEZZE CINEMATICHE ANGOLARI<br />
2 Trovare in che rapporto stanno, in un orologio, le velocità angolari <strong>del</strong>le lancette<br />
<strong>del</strong>le ore, dei minuti e dei secondi.<br />
5 [R] Tenuto conto che all’equatore il raggio terrestre è circa 6380 km, si determinino<br />
velocità e accelerazione di un punto A posto sulla superficie terrestre all’equatore,<br />
e di un punto B posto sulla superficie terrestre a 60° di latitudine.<br />
7 Un punto si muove di moto uniforme con velocità v lungo una circonferenza di<br />
raggio R. Determinare: (a) l’equazione oraria in termini angolari, (b) l’equazione<br />
analitica <strong>del</strong>la traiettoria, (c) l’equazione parametrica <strong>del</strong>la traiettoria,<br />
(d) l’espressione <strong>del</strong> raggio vettore in funzione <strong>del</strong> tempo, (e) l’espressione<br />
<strong>del</strong>l’accelerazione in funzione <strong>del</strong> tempo.<br />
10 [R] Un punto P è in movimento nel piano xy lungo una circonferenza di raggio<br />
R con centro nell’origine O degli assi. La posizione di P è definita dall’angolo<br />
ϕ = 3t + t 2 (unità SI) formato dal raggio vettore r = OP con l’asse <strong>del</strong>le x e<br />
misurato in senso antiorario. Determinare:<br />
(a) la legge oraria,<br />
(b) la velocità angolare r ω e l’accelerazione angolare r α in funzione di t,<br />
(c) la posizione r , la velocità v r , l’accelerazione normale a r n , l’accelerazione<br />
tangenziale a r t in funzione di t.<br />
11 Un punto P è in movimento nel piano xy con velocità angolare r ω = 10 u r<br />
z (unità<br />
SI) lungo una circonferenza centrata nell’origine O degli assi. A un dato<br />
r r r<br />
istante la posizione di P rispetto a O è definita da<br />
= 0 ,5 u x + 0,1 u y (unità<br />
SI): si calcolino i vettori velocità e accelerazione corrispondenti.<br />
12 *[R] (a) Calcolare la velocità media scalare e vettoriale tra t 1 = 0 e t 2 = 2 s per<br />
un punto P il cui moto è descritto dalle equazioni x = R cos kt 3 , y = R sen kt 3<br />
(con R = 0,1 m, k = π s −3 ).<br />
(b) * Determinare i vettori velocità e accelerazione all’istante t 2 .
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 17<br />
MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO<br />
13 Un sasso è stato lanciato in aria. Durante un intervallo di tempo di 1 s, lo spostamento<br />
orizzontale è stato di 15 m verso Est, lo spostamento verticale di 2 m<br />
verso l’alto. Supponendo ininfluente la presenza d’aria, determinare lo spostamento<br />
subìto dal sasso durante il secondo immediatamente precedente e durante<br />
il secondo immediatamente successivo.<br />
16 *[R] In quale direzione occorrerebbe mirare per colpire un bersaglio sospeso a<br />
un filo, sapendo che, all’istante stesso in cui parte il colpo, il filo viene tagliato?<br />
17 *Con riferimento al quesito precedente si discuta il seguente problema: in quale<br />
direzione occorre mirare sapendo che il bersaglio rimane immobile?<br />
MOTO ARMONICO<br />
20 [R] Un punto P oscilla di moto armonico tra A e B, con centro in O. Sia H il<br />
punto medio <strong>del</strong> segmento AO: senza utilizzare le equazioni <strong>del</strong> moto armonico,<br />
si trovi quale frazione <strong>del</strong> periodo T è necessaria a P per spostarsi da un e-<br />
stremo all’altro, da un estremo al centro O, da A ad H, da H ad O.<br />
23 Moto armonico: a 6 cm di distanza dal centro <strong>del</strong>l’oscillazione il modulo <strong>del</strong><br />
vettore accelerazione è 1,5 m/s 2 . Quanti secondi impiega il punto oscillante a<br />
passare da una posizione di massima velocità positiva alla posizione di massima<br />
accelerazione positiva immediatamente successiva?<br />
25 Moto armonico con periodo 24 s: se, a un dato istante, l’accelerazione ha il suo<br />
valore massimo, dopo quanto tempo il suo valore si è dimezzato?<br />
27 L’estremo A di un segmento di lunghezza L<br />
(fig.15) si muove di moto uniforme su una<br />
circonferenza di centro O e raggio L/3,<br />
mentre l’estremo B si muove su una retta<br />
passante per O, oscillando avanti e indietro.<br />
Si chiarisca se l’oscillazione di B può definirsi<br />
armonica.<br />
29 [R] Sull’asse x un punto P ' oscilla di moto armonico, sull’asse y il punto P"<br />
oscilla a sua volta di moto armonico con uguale ampiezza (5 cm) e uguale periodo<br />
(3,4 s), ma con un ritardo di fase pari a 85/100 di secondo. Stabilire se,<br />
componendo i due moti oscillatori, si ottiene un moto circolare uniforme.<br />
(a) Sì (determinare velocità e accelerazione <strong>del</strong> moto risultante, e stabilire se<br />
avviene in senso orario oppure antiorario).<br />
(b) No (spiegare).<br />
A<br />
B<br />
Fig. 15
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 18<br />
31 [R] Componendo un moto armonico in direzione y con un moto uniforme in<br />
direzione x (ortogonale alla precedente) si ottiene un moto uniforme su una traiettoria<br />
sinusoidale (vero/falso).<br />
33 [R] Si trovi in che modo nel moto armonico si corrispondono velocità e posizione.<br />
34 * [R] Un punto K oscilla di moto armonico con ampiezza R e frequenza f . Si<br />
determini quale frazione <strong>del</strong> periodo T deve passare come minimo tra un istante<br />
in cui l’elongazione è −R /2 con velocità negativa e un successivo istante in<br />
cui l’elongazione è R /3 con velocità positiva.<br />
35 * Un punto K oscilla di moto armonico con periodo T. Note l’elongazione x 0 e<br />
la velocità v 0 all’istante t = 0, si determini la velocità massima raggiunta da K<br />
durante il moto.<br />
36 * [R] Il punto P oscilla di moto armonico con periodo T : all’istante t 1 la velocità<br />
è v 1 , all’istante t 2 la velocità è v 2 . Si scriva l’equazione oraria.<br />
38 * Si chiarisca che cosa si ottiene dalla composizione di un moto armonico in<br />
direzione x con un moto armonico in direzione y (perpendicolare alla precedente)<br />
quando le due oscillazioni<br />
(a) hanno uguale ampiezza e sono in fase,<br />
(b) hanno uguale ampiezza ma sono sfasate di mezzo periodo,<br />
(c) hanno uguale ampiezza ma sono sfasate di un quarto di periodo,<br />
(d) hanno diversa ampiezza e sono sfasate di un quarto di periodo.<br />
CINEMATICA RELATIVA<br />
40 Supponiamo che nel riferimento K il moto <strong>del</strong> riferimento K ' risulti traslatorio,<br />
rettilineo e uniforme: in tal caso, se in K si considera rettilineo e uniforme il<br />
moto di un punto, anche in K ' si esprime lo stesso giudizio (vero/falso).<br />
41 L’intero sistema rappresentato in fig.16 (carrucola<br />
+ due blocchi collegati tramite un filo inestensibile<br />
che scivola nella gola <strong>del</strong>la carrucola) è<br />
in movimento in direzione verticale. Si dimostri<br />
che la velocità v r e l’accelerazione a r <strong>del</strong>la carrucola<br />
sono la media aritmetica <strong>del</strong>le velocità e <strong>del</strong>le<br />
accelerazioni dei due blocchi. Si chiarisca se lo<br />
stesso risultato vale anche per i moduli dei vettori<br />
velocità e accelerazione.<br />
42 In quale o quali eventualità l’accelerazione di Coriolis risulta uguale a zero?<br />
43 [R] Su un ascensore in caduta libera, un uomo lancia una pallina verso l’alto:<br />
che moto osserva prima e dopo l’urto contro il soffitto? Che moto osserverebbe<br />
se la direzione di lancio non fosse verticale?<br />
1<br />
2<br />
Fig. 16
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 19<br />
45 Una barca si sposta alla velocità di 4 km/h rispetto all’acqua. Supponiamo che<br />
la barca debba attraversare un fiume largo 4 km, con una corrente che viaggia<br />
alla velocità di 2 km/h.<br />
(a) In quale direzione occorrerà dirigere la barca se si vuole che raggiunga il<br />
punto opposto a quello di partenza?<br />
(b) Quanto tempo occorrerà in tal caso per l’attraversamento <strong>del</strong> fiume?<br />
(c) Se si volesse attraversare il fiume nel più breve tempo possibile, in quale<br />
direzione bisognerebbe dirigere la barca?<br />
(d) Quanto tempo sarebbe necessario per compiere un tragitto di 12 km nel<br />
senso <strong>del</strong>la corrente, per poi tornare al punto di partenza?<br />
47 [R] Si spieghi che giudizio dà un osservatore, posto su una ruota panoramica in<br />
rotazione con velocità angolare ω, sull’accelerazione di un corpo C soggetto<br />
solo alla forza peso.<br />
49 [R] Una pallina si stacca dalla sommità di un’asta verticale fissata a un carrello<br />
che procede in linea retta. Posto che la presenza di aria risulti ininfluente, si<br />
spieghi come viene valutato il moto <strong>del</strong>la pallina nel riferimento K ' <strong>del</strong> carrello<br />
e nel riferimento fisso K, considerando sia il caso di moto uniforme <strong>del</strong> carrello<br />
che il caso di moto uniformemente vario.<br />
51 Una piattaforma ruota attorno a un asse verticale z in senso antiorario con velocità<br />
angolare costante ω = 1,2 rad/s. Si spieghi quale giudizio viene dato nel<br />
riferimento <strong>del</strong>la piattaforma relativamente alla velocità e all’accelerazione di<br />
un sasso, lasciato cadere da un punto fisso P, nel momento in cui giunge<br />
all’altezza <strong>del</strong>la piattaforma. La distanza di P dall’asse z è d = 5 m, l’altezza di<br />
P sulla piattaforma è H = 11 m.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 20<br />
SOLUZIONI<br />
5 La velocità angolare <strong>del</strong>la Terra è 2π rad/d ≈ (2π / 86400) rad/s = 7,27 × 10 −5<br />
rad/s. All’equatore, la velocità è v = ωR = 7,27 × 10 −5 rad/s × 6,38 × 10 6 m =<br />
= 464 m/s, l’accelerazione è v 2 /R = (464 m/s) 2 / (6,38 × 10 6 m) = 0,0337 m/s 2 .<br />
Si noti che la velocità è largamente supersonica, poiché supera di circa il 34%<br />
la velocità <strong>del</strong> suono in aria (≈ 345 m/s a 20° C). A 60° di latitudine la distanza<br />
dall’asse di rotazione (il raggio <strong>del</strong>la circonferenza) è la metà, per cui, essendo<br />
ω la stessa, sono dimezzate sia la velocità ωR che l’accelerazione ω 2 R.<br />
10 (a) L’equazione oraria è s = ϕ R = (3t + t 2 )R.<br />
(b) La velocità angolare è<br />
r ω = ω u r<br />
z , con ω = dϕ /dt = 3+2t.<br />
L’accelerazione angolare è<br />
r α = α u r<br />
z , con α = dω /dt = 2(s − 2 ).<br />
r r<br />
(c) La posizione è<br />
= Rur<br />
, dove u r r è un versore (di componenti cartesiane<br />
cosϕ e senϕ) diretto come il vettore posizione: u r r = (cosϕ) u r<br />
x + (senϕ) u r y .<br />
La velocità è v r = ω R u<br />
r<br />
tg , dove ω = 3 + 2t, u r tg = du r<br />
r /dϕ<br />
[5] = (− senϕ) u r x +<br />
+(cosϕ) u r y , ϕ = 3 t + t 2 .<br />
L’accelerazione normale è a v<br />
n<br />
= ω 2 R u r n , con n<br />
− (senϕ) u r y . L’accelerazione tangenziale è a r tg = (d 2 s /dt 2 ) u r<br />
tg<br />
u r = du r [1]<br />
tg /dϕ<br />
= (− cosϕ) u r<br />
x −<br />
= 2R u r tg .<br />
r r r<br />
12 Dato che è = ( r cosϕ ) ux<br />
+ ( r senϕ)<br />
u y (con ϕ =<br />
∫ t ω dt<br />
+ ϕ 0 = ωt + ϕ 0 ), e<br />
dato che per ipotesi all’istante considerato r cosϕ = 0,5 m e r senϕ = 0,1 m,<br />
sarà v r = d r r<br />
r<br />
/ dt<br />
= ( − ωr<br />
senϕ)<br />
ux<br />
+ ( ω r cosϕ)<br />
u y , e all’istante considerato v r<br />
= (−10×0,1m/s) u r x + (10 × 0,5m/s) u r<br />
y = (−1m/s) u r x + (5 m/s) u r y . Dato poi che<br />
a r = dv r 2 r<br />
2 r<br />
/ dt<br />
= ( − ω r cosϕ)<br />
ux<br />
+ ( − ω r senϕ)<br />
u y , in tale istante risulta a r =<br />
=(−10 2 × 0,5 m/s 2 ) u r x + (−10 2 × 0,1 m/s 2 ) u r<br />
y = (−50 m/s 2 ) u r x + (−10 m/s 2 ) u r y .<br />
Agli stessi risultati si poteva pervenire in base alla considerazione che è<br />
r r r<br />
r r r<br />
v = ω ∧<br />
e in questo specifico caso (moto circolare uniforme) a = ω ∧ v , ed<br />
eseguendo i due prodotti vettoriali secondo le<br />
r<br />
note regole, tenuto conto che è ω x = ω y = 0,<br />
vt A<br />
0<br />
ω z = 10 s −1 , r x = 0,5 m, r y = 0,1 m, r z = 0.<br />
16 Esattamente in direzione <strong>del</strong> bersaglio. Sia<br />
infatti O (fig. 2) la posizione iniziale <strong>del</strong> proiettile,<br />
sia A la posizione iniziale <strong>del</strong> bersaglio,<br />
e imponiamo che il bersaglio e il proiettile si<br />
trovino a un dato istante in una stessa posizione<br />
P. Con riferimento al moto <strong>del</strong> pro-<br />
5 Si veda la risposta 41 <strong>del</strong> cap.1.<br />
O<br />
0<br />
Fig. 2<br />
v r<br />
0<br />
P<br />
r g t<br />
2<br />
2
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 21<br />
r<br />
r g 2<br />
iettile, la posizione di P rispetto a O è OP = v0t<br />
+<br />
2 t . Con riferimento al<br />
r<br />
g 2<br />
moto <strong>del</strong> bersaglio, la posizione di P rispetto a O è OP = OA +<br />
2 t . Per confronto<br />
tra le due espressioni di OP otteniamo v 0t<br />
= OA , il che significa che la<br />
r<br />
velocità iniziale v r<br />
0 <strong>del</strong> proiettile è diretta da O verso A. Si noti che in tal caso<br />
il bersaglio viene raggiunto per qualsiasi valore di v r OA<br />
0 (in un tempo t = inversamente<br />
proporzionale a v 0 , e a una distanza gt 2 /2, direttamente proporzio-<br />
v 0<br />
nale al quadrato di t e quindi inversamente proporzionale al quadrato di v 0 , dalla<br />
sua posizione iniziale A). Al variare di v r 0 varia naturalmente la forma <strong>del</strong>la<br />
parabola descritta dal proiettile (man mano che il valore di v r 0 diminuisce, diminuiscono<br />
anche la distanza verticale e la distanza orizzontale <strong>del</strong> vertice <strong>del</strong>la<br />
parabola dal punto di lancio).<br />
Altra soluzione. Poniamoci nel riferimento cartesiano<br />
per il quale il moto <strong>del</strong> sasso è descritto y<br />
dalla [A] e dalla [B] <strong>del</strong>la risposta 15. Durante<br />
v r<br />
H<br />
0<br />
il tempo T necessario al proiettile per coprire la<br />
ϕ<br />
distanza orizzontale d che lo separa dalla verticale<br />
passante per il bersaglio (fig. 3), la y <strong>del</strong><br />
d x<br />
bersaglio (inizialmente uguale ad H) diventa y '<br />
= H − (g/2)T 2 , mentre la y <strong>del</strong> proiettile (inizialmente<br />
nulla) diventa y" = (v 0 senϕ)T −<br />
− (g/2)T 2 . Il proiettile colpisce il bersaglio se<br />
Fig. 3<br />
y ' = y", se quindi H = (v 0 senϕ)T. Dato che è T<br />
= d /(v 0 cosϕ), la condizione perché il bersaglio venga colpito è d tgϕ = H, relazione<br />
che è verificata solo quando la velocità di lancio v r 0 è diretta verso il<br />
bersaglio.<br />
20 Da A a B (fig.7) mezzo periodo, da A a O un<br />
G<br />
F<br />
quarto di periodo, da A ad H un sesto di periodo<br />
(il punto immaginario rotante di moto uniforme,<br />
da cui P si può pensare ottenuto per<br />
proiezione, deve portarsi da A ad F, con uno<br />
spostamento angolare di 60°), da H a O un dodicesimo<br />
di periodo (il punto rotante deve su-<br />
A H O B<br />
Fig. 7<br />
bire uno spostamento angolare di 30°).<br />
29 Sì, perché 85/100 di secondo sono 1/4 <strong>del</strong> periodo. La velocità <strong>del</strong> moto risultante<br />
si può ottenere ad esempio moltiplicando la lunghezza C <strong>del</strong>la circonferenza<br />
(C = 2π R = 2π ×5 cm) per la frequenza f = 1/T = (1/3,4) Hz = 0,294 Hz.<br />
Si ottiene v = Cf = (2π × 5 × 0,294) cm/s = 9,23 cm/s.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 22<br />
L’accelerazione è a = v 2 /R = (9,23 cm/s) 2 / (5 cm) = 17,0 cm/s 2 . Dato che il<br />
massimo positivo <strong>del</strong>la velocità si verifica prima per P ' e poi, con un ritardo di<br />
1/4 di periodo, per P", il moto risultante è antiorario.<br />
31 Detta y 0 l’ordinata <strong>del</strong> centro <strong>del</strong>l’oscillazione<br />
su y (fig.10), l’equazione oraria su<br />
y<br />
K<br />
y è <strong>del</strong> tipo y = y 0 + A cosωt. L’equazione<br />
oraria sull’asse x è <strong>del</strong> tipo x = vt, da cui t<br />
x<br />
= x /v. Ponendo questo valore di t nell’equazione<br />
oraria che descrive il moto su<br />
Fig. 10<br />
y, si ottiene che y è funzione sinusoidale di<br />
x: la traiettoria è una sinusoide.<br />
Il moto risultante non è però uniforme perché il valore <strong>del</strong>la velocità risultante<br />
varia nel tempo: è infatti costante il suo componente x, ma non il componente y.<br />
La velocità <strong>del</strong> punto K che procede lungo la sinusoide è massima quando è<br />
massimo il valore <strong>del</strong> suo componente y, quindi sull’asse <strong>del</strong>la sinusoide. Ed è<br />
minima quando il suo componente y è nullo, quindi alla massima distanza<br />
dall’asse <strong>del</strong>la sinusoide.<br />
33 Facendo sistema <strong>del</strong>la v = dx /dt e <strong>del</strong>la a =<br />
=dv /dt si ottiene a dx = v dv. Ma nel moto<br />
armonico è a = −ω 2 x, perciò v dv = −ω 2 x dx.<br />
Integriamo ora tra x = R (elongazione massima,<br />
v = 0) e una generica x (dove la velocità è v):<br />
v<br />
x<br />
2<br />
vdv<br />
= − ω xdx<br />
. Otteniamo in tal modo<br />
∫<br />
0<br />
∫<br />
R<br />
v 2 = ω 2 (R 2 − x 2 ), e quindi v = ± ω R − x =<br />
= ± ω y, avendo indicato con y (fig.11) l’ordinata di un punto K che procede di<br />
moto uniforme su una circonferenza di raggio R e genera per proiezione su x il<br />
moto armonico considerato. La circonferenza stessa può quindi essere considerata<br />
il grafico che dà la velocità in funzione <strong>del</strong>la posizione, se nella scala <strong>del</strong>le<br />
ordinate una lunghezza y rappresenta una velocità ωy.<br />
34 L’equazione <strong>del</strong> moto è x = R cosωt, la velocità<br />
è v = dx /dt = −ωR senωt. All’istante t 1 è x 1 =<br />
R cosωt 1 = −R/2, dunque ωt 1 = 2π /3 oppure<br />
4π /3. Dovendo nello stesso istante essere negativa<br />
la velocità v 1 = −ωR senωt 1 , l’angolo ωt 1 è in<br />
realtà compreso tra 0 e π , per cui <strong>del</strong>le due <strong>soluzioni</strong><br />
trovate scegliamo la prima: ωt 1 = = 2π /3.<br />
All’istante t 2 è x 2 = R cosωt 2 = R/3, per cui ωt 2<br />
= 1,23 oppure 2π −1,23 = 5,05. La velocità v 2 =<br />
−ωR senωt 2 è però per ipotesi positiva, quindi<br />
ωt 2 è compreso tra π e 2π , perciò scegliamo ωt 2<br />
2<br />
2<br />
Fig. 11<br />
Fig. 12<br />
y<br />
y<br />
P 1<br />
α 1<br />
K<br />
α 2<br />
P 2<br />
x<br />
x
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 23<br />
= 5,05. Dunque, t 2 − t 1 = (ωt 2 − ωt 1 )/ω = (5,05 − 2π /3) /(2π /T) = 0,471 T. In<br />
fig.12 sono rappresentate le posizioni <strong>del</strong> punto oscillante ai due istanti<br />
derati, e le corrispondenti posizioni <strong>del</strong> punto rotante P da cui il moto armonico<br />
può essere desunto per proiezione.<br />
36 Occorre determinare il valore <strong>del</strong>l’ampiezza R e <strong>del</strong>la fase iniziale ϕ 0 nell’equazione<br />
x = R cos (ωt +ϕ 0 ), in cui ω = 2π /T. In base ai dati risulta<br />
[A] v 1 = −ω R sen (ωt 1 +ϕ 0 ), [B] v 2 = −ωR sen (ωt 2 +ϕ 0 ). Vale a dire:<br />
v 1 = −ωR (senωt 1 cosϕ 0 + cosωt 1 senϕ 0 )<br />
v 2 = −ωR (senωt 2 cosϕ 0 + cosωt 2 senϕ 0 ).<br />
Dividendo membro a membro e dividendo poi ancora per cosϕ 0 si ottiene<br />
[C ] ϕ 0 = arctg [(v 2 senωt 1 − v 1 senωt 2 ) / (v 1 cosωt 2 − v 2 cosωt 1 )].<br />
Dalla [A] otteniamo infine<br />
[D] R = −v 1 / ω sen (ωt 1 +ϕ 0 ).<br />
La [C ] non determina per ϕ 0 un unico valore, ma due valori la cui differenza è<br />
π. L’ambiguità si supera considerando che a secondo membro <strong>del</strong>la [D] dobbiamo<br />
avere un valore positivo. Pertanto, se v 1 (dato <strong>del</strong> problema) è > 0 deve<br />
essere sen (ωt 1 +ϕ 0 ) < 0, il che significa che ωt 1 +ϕ 0 deve essere compreso tra<br />
π e 2π. Se invece è v 1 < 0, ωt 1 +ϕ 0 deve essere compreso tra 0 e π.<br />
43 L’accelerazione di Coriolis è zero: pertanto anche l’accelerazione relativa (differenza<br />
tra accelerazione assoluta e accelerazione di trascinamento, in questo<br />
caso uguali entrambe a g r ) è zero. Tutto va, nel riferimento <strong>del</strong>l’ascensore, come<br />
se la pallina fosse priva di peso: indipendentemente dalla direzione di lancio,<br />
il moto osservato è rettilineo e uniforme, sia prima che dopo l’urto contro<br />
il soffitto <strong>del</strong>l’ascensore.<br />
47 Rispetto all’osservatore fisso, la «navetta» in cui si trova K ' si muove di moto<br />
traslatorio (non rotatorio!), dato che si mantiene sempre parallela a sé stessa:<br />
pertanto, niente accelerazione di Coriolis. La velocità angolare r ω <strong>del</strong>la ruota<br />
v r<br />
tr<br />
K '<br />
v r K '<br />
C<br />
g r<br />
a r<br />
tr<br />
a r K '<br />
g r '<br />
Fig. 18<br />
v r<br />
v r '
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 24<br />
r r<br />
interviene a determinare l’accelerazione a tr = aK<br />
' di trascinamento <strong>del</strong> corpo<br />
C: il modulo di a r<br />
tr è ω 2 r, dove r è il raggio <strong>del</strong>la circonferenza (tratteggiata<br />
in fig. 18, pag. seguente) che C percorrerebbe se, nella posizione in cui si trova,<br />
fosse rigidamente collegato con K '. La direzione di a r<br />
tr è da C verso il centro<br />
r r r<br />
di tale circonferenza. Risulta g ' = g − a .<br />
49 Moto uniforme: sia V la velocità <strong>del</strong> carrello (e cioè la velocità di trascinamento).<br />
Nel riferimento fisso K la velocità <strong>del</strong>la pallina è v x = V, v y = gt (asse y diretto<br />
verso il basso), perciò, posto che inizialmente sia per la pallina x = y = 0,<br />
risulta x = Vt, y = gt 2 /2 = gx 2 /2V 2 (parabola ad asse verticale). Nel riferimento<br />
<strong>del</strong> carrello è invece v' x = v x − V = 0, v' y = v y = gt (traiettoria verticale).<br />
Moto uniformemente vario: sia V + at la velocità <strong>del</strong> carrello (e quindi la velocità<br />
di trascinamento). Nel riferimento K tutto va come nel caso precedente (v x<br />
= V, v y = gt, vedi fig. 21, pag. seguente). Rispetto invece a K ' è v' x =<br />
= v x − (V + at) = − at, v' y = v y = gt. Dunque, v y / v x = − g/a (la traiettoria è rettilinea,<br />
la componente x <strong>del</strong>la velocità è negativa quando l’accelerazione scalare<br />
a <strong>del</strong> carrello è positiva, come in fig. 21 e 22).<br />
tr<br />
x<br />
y<br />
vr<br />
a r<br />
vr<br />
a r<br />
Fig. 21 – Che cosa si osserva<br />
nel riferimento <strong>del</strong> laboratorio.<br />
Fig. 22 – Che cosa si osserva<br />
nel riferimento <strong>del</strong> carrello.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 25<br />
CAPITOLO 5 − CINEMATICA DEL CORPO RIGIDO<br />
1 [R] Sapendo che i punti P e Q appartengono a uno stesso corpo rigido, sarebbe<br />
possibile assegnare ad arbitrio il valore e la direzione <strong>del</strong>le rispettive velocità?<br />
8 Un cilindro rotola senza strisciare su una<br />
superficie d’appoggio a sua volta cilindrica<br />
(fig. 13). Si chiarisca se tale movimento<br />
può essere descritto come rototraslatorio.<br />
10 [R] Un disco appoggia di taglio su un<br />
piano orizzontale, lungo il quale può ruotare<br />
senza scivolare. Se appoggiamo sul<br />
disco (fig.14) una tavola di lunghezza L e<br />
la facciamo scorrere in senso orizzontale<br />
in modo che mantenga il contatto col disco<br />
senza mai scivolare, di quanto, al<br />
massimo, riusciamo a far avanzare la tavola?<br />
Dobbiamo aspettarci che la risposta<br />
dipenda dal raggio <strong>del</strong> disco?<br />
11 Una tavola, appoggiata a una parete in<br />
condizioni di equilibrio precario (fig.15),<br />
a un tratto comincia a scivolare. Si determini<br />
l’inclinazione <strong>del</strong>la tavola nell’istante<br />
in cui il suo estremo inferiore B<br />
ha una velocità tre volte più grande di<br />
quella <strong>del</strong>l’estremo superiore A.<br />
12 La figura a lato (fig. 16) mostra la sezione<br />
trasversale di un cilindro il cui asse geometrico<br />
sta traslando con velocità v r C .<br />
Sapendo che la velocità <strong>del</strong> punto A è<br />
r r<br />
v A = 1,5 v C , si determini la velocità <strong>del</strong><br />
punto B.<br />
13 [R] Con riferimento alla figura a lato<br />
(fig. 17), che mostra un triangolo in due<br />
diverse posizioni su uno stesso piano, si<br />
individui la posizione <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong>lo spostamento<br />
rotatorio che porta il triangolo<br />
da una posizione all’altra.<br />
Fig. 16<br />
A<br />
C<br />
v r A<br />
B<br />
A<br />
v r C<br />
C<br />
B<br />
B'<br />
Fig. 13<br />
C'<br />
Fig. 14<br />
Fig. 15<br />
A'<br />
Fig. 17
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 26<br />
15 * [R] Un disco omogeneo di raggio R (fig.18)<br />
rotola senza strisciare giù per un piano avente<br />
inclinazione ϕ sull’orizzontale, soggetto solo<br />
al peso e alla reazione <strong>del</strong> piano d’appoggio.<br />
Tenuto conto che l’accelerazione <strong>del</strong> centro <strong>del</strong><br />
disco è (2/3) g senϕ , si spieghi come si potrebbe<br />
determinare l’accelerazione <strong>del</strong> punto di<br />
contatto C e di un generico punto A.<br />
16 Un cono di vertice V e apertura ϕ (fig.19) rotola<br />
senza strisciare lungo un piano orizzontale<br />
ruotando con velocità angolare ω attorno al<br />
proprio asse geometrico e con velocità angolare<br />
Ω attorno alla verticale z condotta per V. Si<br />
trovi in che rapporto stanno le due velocità angolari,<br />
e si determinino in funzione dei dati velocità<br />
e accelerazione <strong>del</strong> punto A <strong>del</strong> cono più<br />
lontano dal piano d’appoggio.<br />
A<br />
C<br />
A<br />
ϕ<br />
Fig. 19<br />
Fig. 18<br />
z<br />
V
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 27<br />
SOLUZIONI<br />
1 No. Dovendo mantenersi costante la distanza<br />
tra P e Q (fig.1), occorre che le due velocità<br />
siano identiche nella direzione <strong>del</strong>la retta PQ<br />
(le due velocità devono cioè avere identici<br />
componenti in tale direzione).<br />
v r<br />
P<br />
Fig. 1<br />
Q<br />
P<br />
vr Q<br />
10 Dato che le velocità dei punti <strong>del</strong> disco sono quelle di un moto di rotazione attorno<br />
alla linea di contatto col terreno, i punti a contatto con la tavola, e quindi<br />
anche i punti <strong>del</strong>la la tavola, hanno velocità doppia rispetto all’asse <strong>del</strong> disco:<br />
in uno stesso intervallo di tempo la tavola subisce pertanto uno spostamento<br />
doppio rispetto al disco. Se la tavola si sposta verso destra in misura pari alla<br />
sua lunghezza L (fig.3), il disco si sposta<br />
di L/2 e viene quindi a trovarsi al centro<br />
<strong>del</strong>la tavola. Se la tavola si sposta ancora<br />
di L, il disco si sposta di L/2 e viene con<br />
ciò a trovarsi all’estremità di sinistra <strong>del</strong>la<br />
tavola. Dunque, il massimo spostamento<br />
che può subire la tavola è il doppio<br />
<strong>del</strong>la sua lunghezza, indipendentemente<br />
dal raggio <strong>del</strong><br />
Fig. 3<br />
disco.<br />
13 In fig.7, il punto O, intersezione <strong>del</strong>l’asse<br />
geometrico <strong>del</strong> segmento AA' con l’asse<br />
geometrico <strong>del</strong> segmento BB', risulta equidistante<br />
dalle posizioni iniziale e finale di<br />
qualsiasi altro punto <strong>del</strong> triangolo, ad e-<br />
sempio da C e da C'. Si può dunque portare<br />
il triangolo dalla posizione iniziale a quella<br />
finale mediante una rotazione attorno a un<br />
asse ortogonale al piano <strong>del</strong> triangolo e passante<br />
da O.<br />
Fig. 7<br />
15 A differenza <strong>del</strong>la velocità, l’accelerazione non può essere calcolata assumendo<br />
che il disco stia ruotando attorno al punto di contatto C : a un dato<br />
istante, le velocità dei diversi punti sono in effetti quelle stesse che corrispondono<br />
a un ipotetico moto di rotazione attorno a C, ma immediatamente<br />
prima e immediatamente dopo sono diverse (ad esempio, nel moto di rotolamento<br />
il punto <strong>del</strong> disco a contatto <strong>del</strong> piano d’appoggio ha velocità zero<br />
all’istante <strong>del</strong> contatto, ma diversa da zero prima e dopo, mentre in un moto<br />
di rotazione attorno a C avrebbe velocità costantemente nulla). Perciò<br />
l’accelerazione, che dipende da come varia la velocità, è diversa nei due casi.<br />
In un riferimento K ' che trasla parallelamente al piano inclinato con la ve-<br />
A<br />
C<br />
O<br />
B<br />
B'<br />
C'<br />
A'
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 28<br />
locità v = v 0 + (2/3)(g senϕ) t = ωR <strong>del</strong> centro <strong>del</strong> disco, i punti posti a distanza<br />
R dal centro hanno tutti in uno stesso istante la stessa velocità ωR (la<br />
velocità <strong>del</strong> centro <strong>del</strong> disco nel riferimento fisso K), hanno quindi tutti<br />
un’accelerazione tangenziale (2/3)g senϕ (l’accelerazione <strong>del</strong> centro <strong>del</strong> disco<br />
nel riferimento fisso) e un’acceerazione<br />
centripeta ω 2 R. Nel riferimento<br />
fisso compare in più<br />
un’accelerazione di trascinamento<br />
(2/3)g senϕ<br />
ω 2 R<br />
2<br />
uguale in valore ( g senϕ<br />
) e direzione<br />
all’accelerazione <strong>del</strong> riferi-<br />
3<br />
(2/3)g senϕ<br />
ω<br />
mento mobile K '. L’accelerazione<br />
2 R<br />
di Coriolis è invece nulla perché il<br />
moto di K ' rispetto a K è traslatorio.<br />
Ne risulta in definitiva la si-<br />
(2/3)g senϕ<br />
C<br />
(2/3)g senϕ<br />
tuazione rappresentata in fig.11.<br />
Fig. 11
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 29<br />
CAPITOLO 6 − STATICA DEL CORPO RIGIDO<br />
1 [R] Il blocco rigido rappresentato in<br />
fig.7 è in equilibrio sotto l’azione di un<br />
certo numero di forze, tra cui la F r<br />
' e la<br />
F r<br />
", che hanno uguale valore. Si chiarisca<br />
se il blocco resterebbe in equilibrio<br />
qualora, a parità di ogni altra circostanza,<br />
la F r ' e la F r<br />
" venissero rispettivamente<br />
applicate nel vertice 1 e nel vertice 2.<br />
3 È impossibile che un corpo rigido sul quale agiscono solo quattro forze di valore<br />
3, 8, 9, 22 N risulti in equilibrio<br />
(vero/falso).<br />
7 [R] Il triangolo rigido ABC è in equilibrio<br />
sotto l’azione di tre forze, due <strong>del</strong>le<br />
quali sono rappresentate in fig.10. Si<br />
chiarisca se è possibile che la terza forza<br />
sia applicata nel punto medio <strong>del</strong>l’ipotenusa<br />
AC.<br />
9 Si mostri che per l’asta rigida mostrata in<br />
fig.11, di peso trascurabile e in equilibrio<br />
su tre appoggi, il problema <strong>del</strong>la determinazione<br />
<strong>del</strong>le reazioni vincolari A r , B r<br />
e C r è indeterminato.<br />
11 In quale eventualità il baricentro <strong>del</strong> sistema di tre punti materiali A, B, C non<br />
allineati è il baricentro geometrico <strong>del</strong> triangolo ABC (il punto cioè di incontro<br />
<strong>del</strong>le mediane)?<br />
12 [R] Il baricentro <strong>del</strong> sistema costituito da tre punti materiali è sicuramente più<br />
vicino al punto più pesante dei tre (vero/falso).<br />
14 Si utilizzi la proprietà distributiva <strong>del</strong> baricentro per determinare con metodo<br />
grafico la posizione <strong>del</strong> baricentro di una generico quadrilatero omogeneo.<br />
15 I blocchi A e B, di massa identica, devono<br />
essere separati con l’aiuto di una<br />
leva, come mostrato in fig.12. Se la forza<br />
F r applicata alla leva viene fatta crescere<br />
lentamente, quale dei due blocchi<br />
si sposterà per primo? Si assuma che la<br />
forza d’attrito tra ciascuno dei blocchi e<br />
il piano d’appoggio sia la stessa.<br />
F r 1<br />
'<br />
2<br />
F r<br />
"<br />
Fig. 7<br />
A<br />
3 N<br />
3 N<br />
B<br />
C<br />
Fig. 10<br />
F r<br />
A r B r C r<br />
L L L<br />
Fig. 11<br />
F r<br />
A<br />
Fig. 12<br />
B
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 30<br />
20 Il triangolo rigido ABC è in equilibrio<br />
sotto l’azione <strong>del</strong>le due forze di valore<br />
noto mostrate in fig.13 e di una terza<br />
forza non rappresentata. Si chiarisca se<br />
è possibile determinare il valore, la direzione,<br />
la retta d’azione e il punto<br />
d’applicazione <strong>del</strong>la terza forza. E se<br />
invece la forza verticale fosse diretta<br />
verso il basso?<br />
21 [R] Si chiarisca se è possibile che il<br />
segmento rigido AB (fig.14) sia in equilibrio<br />
sotto l’azione di quattro forze:<br />
quelle rappresentate in figura più una<br />
quarta forza.<br />
22 Si trovi la posizione <strong>del</strong> baricentro <strong>del</strong>le<br />
due lastre omogenee mostrate in fig.15.<br />
La prima <strong>del</strong>le due è stata ottenuta effettuando<br />
un taglio lungo le diagonali di<br />
un quadrato di lato 36 cm. La seconda è<br />
stata ottenuta ritagliando da un disco di<br />
raggio R un disco di raggio R/2.<br />
23 *Alcuni mattoni identici, di lunghezza L<br />
= 24 cm (fig.16), sono posti uno sull’altro<br />
in modo che ognuno sporga nel<br />
senso <strong>del</strong>la lunghezza dal sottostante.<br />
Come occorre disporli, se si vuole rendere<br />
massimo lo spostamento <strong>del</strong> mattone<br />
più in alto rispetto al mattone più in basso?<br />
Aumentando convenientemente il<br />
numero dei mattoni, è possibile ottenere<br />
che la proiezione sul piano d’appoggio<br />
<strong>del</strong> mattone più in alto sia totalmente al<br />
di fuori <strong>del</strong>l’area di appoggio?<br />
25 *[R] Una fune d’acciaio di peso P è sospesa a due punti fissi posti alla stessa<br />
altezza. Fatta l’ipotesi che la fune sia perfettamente flessibile, si determinino:<br />
(a) le reazioni vincolari ai due estremi <strong>del</strong>la fune,<br />
(b) la tensione <strong>del</strong>la fune nel punto centrale.<br />
Si chiarisca inoltre:<br />
(c) se è possibile, aumentando convenientemente la forza con cui la fune è tirata<br />
ai due estremi, fare in modo che la fune si disponga lungo una retta orizzontale;<br />
(d) a quale <strong>del</strong>le due estremità la fune sarebbe maggiormente sollecitata se i<br />
due punti di sospensione non si trovassero allo stesso livello.<br />
A<br />
B<br />
2 N<br />
Fig. 14<br />
F r '<br />
F r<br />
"<br />
Fig. 13<br />
Fig. 15<br />
Fig. 16<br />
3 cm C 5 cm<br />
3 N<br />
B<br />
C<br />
1 N
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 31<br />
26 *Un’asta rigida di lunghezza L e peso P è in<br />
equilibrio, appoggiata come in fig.17 su due<br />
piani ortogonali a e b. Fatta l’ipotesi che gli<br />
attriti siano trascurabili,<br />
(a) si descrivano attraverso il valore <strong>del</strong>l’angolo<br />
β le posizioni di equilibrio assunte dall’asta<br />
al variare <strong>del</strong>l’angolo α ;<br />
(b) si trovi quale valore assumono le reazioni<br />
vincolari in caso di equilibrio.<br />
a<br />
Fig. 17<br />
β<br />
α<br />
b<br />
SOLUZIONI<br />
1 Sì: una coppia di forze verrebbe sostituita da una coppia di uguale momento, e<br />
quindi <strong>del</strong> tutto equivalente agli effetti <strong>del</strong>l’equilibrio di un corpo rigido.<br />
7 Impossibile. Dovendo essere zero la somma dei tre momenti rispetto a B, anche<br />
la retta d’azione <strong>del</strong>la terza forza passa necessariamente, come le altre due, da<br />
B. Dato che la terza forza ha componente orizzontale 3 N verso destra e componente<br />
verticale 3 N verso l’alto, la sua retta d’azione è la bisettrice <strong>del</strong>l’angolo<br />
B, e quindi non incontra l’ipotenusa AC nel suo punto medio.<br />
12 Falso. Supponiamo ad esempio che il peso <strong>del</strong><br />
punto meno pesante (A) sia 1/3 di quello degli<br />
A<br />
altri due (B e C), e supponiamo (fig.7) che A si<br />
trovi sull’asse <strong>del</strong> segmento BC. Il baricentro<br />
<strong>del</strong> sistema B + C è il punto medio <strong>del</strong> segmento<br />
B G<br />
C<br />
BC, quindi (proprietà distributiva) il bari-<br />
Fig. 7<br />
centro G <strong>del</strong> sistema A +B +C si trova sul<br />
segmento MA, sei volte più vicino a M che ad A (dato che A pesa sei volte di<br />
meno che il resto <strong>del</strong> sistema). Così stando le cose, il fatto che rispetto agli altri<br />
due punti A sia più lontano o più vicino a G dipende unicamente da quanto è<br />
lungo il segmento MA in rapporto al segmento BC.<br />
21 No. La forza numero quattro dovrebbe avere un componente orizzontale di 1 N<br />
diretto verso destra e un componente verticale di 1 N diretto verso il basso: in<br />
tal modo sarebbe zero la somma <strong>del</strong>le forze applicate. Per l’equilibrio alla rotazione<br />
(somma dei momenti <strong>del</strong>le forze rispetto a un polo qualsiasi uguale a zero)<br />
la forza numero quattro dovrebbe però essere applicata 1 cm a destra di B,<br />
quindi fuori dal segmento AB (la verifica è immediata se ad esempio si sceglie<br />
come polo il punto C).
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 32<br />
25 (a) Il fatto che la fune sia perfettamente flessibile significa che in condizioni di<br />
equilibrio la fune è sollecitata ai suoi due estremi (fig.19) da forze dirette tangenzialmente<br />
alla fune (forze trasversali determinerebbero la flessione <strong>del</strong>la<br />
fune). Pur non essendo la fune un corpo rigido, in condizioni di equilibrio le<br />
forze applicate (il peso e le due reazioni vincolari) realizzano necessariamente<br />
anche le condizioni di equilibrio <strong>del</strong> corpo rigido: in particolare, deve essere<br />
zero la somma <strong>del</strong>le tre forze. Se quindi è nota la geometria <strong>del</strong> sistema (in particolare,<br />
l’angolo ϕ che la tangente alla fune forma col piano orizzontale nei<br />
due estremi) le reazioni vincolari V r 1 e V r 2 hanno entrambe inclinazione ϕ sul<br />
piano orizzontale e hanno entrambe modulo V = (P/2)/senϕ (fig. 20).<br />
V r 1<br />
Fig. 19<br />
V r V r<br />
2<br />
1<br />
P r<br />
P r<br />
2<br />
Fig. 20<br />
ϕ<br />
V r<br />
(b) Per l’equilibrio <strong>del</strong> tratto di fune<br />
compreso tra il punto centrale e<br />
l’estremo di sinistra, deve essere zero la<br />
somma <strong>del</strong> peso (di mezza fune), <strong>del</strong>la<br />
reazione vincolare V r<br />
2 e <strong>del</strong>la tensione<br />
T r , diretta in questo caso orizzontalmente<br />
(fig. 21). Pertanto, la tensione<br />
<strong>del</strong>la fune nel punto centrale è<br />
T = (P/2)/tgϕ .<br />
(c) La fig.21 chiarisce subito che per ϕ<br />
tendente a zero la reazione vincolare e la<br />
tensione <strong>del</strong>la fune tendono a infinito.<br />
(d) L’estremo posto più in alto, come<br />
mostra il diagramma vettoriale <strong>del</strong>le<br />
forze (fig. 22): in corrispondenza di tale<br />
estremo sarebbe questa volta più grande<br />
che nell’altro l’inclinazione <strong>del</strong>la fune<br />
sul piano orizzontale.<br />
P r<br />
2<br />
V r V r<br />
1<br />
2<br />
V r V r<br />
2<br />
1<br />
P r<br />
Fig. 22<br />
Fig. 21<br />
V r 2<br />
ϕ<br />
T r
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 33<br />
CAPITOLO 7 − STATICA DEI FLUIDI<br />
2 [R] I recipienti <strong>del</strong>la fig. 22 hanno la<br />
stessa area di base. Se uno stesso quantitativo<br />
d’acqua viene introdotto in essi,<br />
(a) la pressione esercitata dal liquido<br />
sulla base <strong>del</strong> recipiente sarà uguale nei<br />
tre casi (vero/falso);<br />
(b) la forza esercitata dal liquido sulla<br />
base <strong>del</strong> recipiente sarà uguale nei tre<br />
casi (vero/falso);<br />
A B C<br />
Fig. 22<br />
(c) la forza esercitata dal liquido sul recipiente sarà uguale nei tre casi (vero/falso);<br />
(d) la forza esercitata dal recipiente sul piano d’appoggio sarà uguale nei tre<br />
casi (vero/falso).<br />
3 Se nei due recipienti <strong>del</strong>la fig. 23, che hanno<br />
la stessa area di base, lo stesso tipo di liquido<br />
raggiunge la stessa altezza al di sopra<br />
<strong>del</strong> pistone mobile, la forza che, in condizioni<br />
di equilibrio, il pistone esercita sulla<br />
molla sottostante è esattamente la stessa<br />
(vero/falso).<br />
Fig. 23<br />
7 Una sfera d’acciaio posta in acqua va a fondo, perché il ferro ha peso specifico<br />
superiore a quello <strong>del</strong>l’acqua. Come mai allora una nave d’acciaio galleggia<br />
sull’acqua <strong>del</strong> mare?<br />
8 [R] Se la pressione atmosferica si annullasse, la frazione visibile <strong>del</strong> volume di<br />
un iceberg aumenterebbe (vero/falso).<br />
9 Un cubetto di ghiaccio galleggia su acqua in un bicchiere. Che accade <strong>del</strong> livello<br />
<strong>del</strong>l’acqua, man mano che il ghiaccio fonde?<br />
10 Si consideri un pezzo di ghiaccio che galleggia su acqua: è giusto affermare<br />
che il ghiaccio riceve dall’acqua una spinta verso l’alto pari al peso <strong>del</strong>l’acqua<br />
spostata?<br />
13 [R] Un mattone viene sottoposto a pesatura. Si chiarisca se la presenza di aria<br />
tra il mattone e il piatto <strong>del</strong>la bilancia influenza il risultato <strong>del</strong>la misura.<br />
15 Un bambino si lascia sfuggire di mano il palloncino nuovo, che subito sale fino<br />
al soffitto e lì si ferma <strong>alcune</strong> ore: fino a che, essendosi ormai sgonfiato, ritorna<br />
giù. A questo punto il bambino propone di rigonfiarlo usando la pompa a pedale<br />
<strong>del</strong> canottino di gomma. È una buona idea?
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 34<br />
18 Si consideri la situazione mostrata in fig. 25: sarà<br />
possibile, tramite il sifone, riempire completamente<br />
il secchio?<br />
24 [R] Una sfera d’acciaio galleggia su mercurio.<br />
Che cosa accade <strong>del</strong>la posizione <strong>del</strong>la sfera, se si<br />
versa acqua sul mercurio?<br />
25 Una zattera carica di ghiaia galleggia sull’acqua<br />
contenuta in una grande vasca. Che accadrebbe<br />
<strong>del</strong> livello <strong>del</strong>l’acqua, se la ghiaia venisse scaricata<br />
in acqua?<br />
27 * Un cilindro omogeneo ad asse orizzontale è disposto<br />
lungo la parete piana e verticale di un recipiente,<br />
in modo che esattamente mezzo cilindro<br />
sporga verso l’interno <strong>del</strong> recipiente (fig.29).<br />
Supponiamo che il cilindro possa ruotare attorno<br />
al proprio asse geometrico, e che il recipiente<br />
venga riempito d’acqua: possiamo aspettarci che,<br />
per effetto <strong>del</strong>la spinta idrostatica esercitata sul<br />
cilindro dall’acqua, il cilindro entri in rotazione?<br />
Se la risposta è sì, abbiamo inventato il moto perpetuo.<br />
Fig. 29<br />
Fig. 25<br />
28 * [R] La densità ρ di un liquido in quiete varia con la profondità y secondo la<br />
relazione ρ = ρ 0 e y /2 . Si esprima la pressione in funzione <strong>del</strong>la profondità.<br />
SOLUZIONI<br />
2 (a) Falso. La pressione sul fondo è tanto più grande quanto maggiore è l’altezza<br />
raggiunta dal liquido nel recipiente: è quindi massima nel caso C e minima<br />
nel caso A.<br />
(b) Falso: la forza è uguale al prodotto <strong>del</strong>l’area di base (la stessa per i tre recipienti)<br />
per la pressione (diversa per ogni recipiente).<br />
(c) Falso. In ogni recipiente il liquido è in equilibrio sotto l’azione di tre forze:<br />
il peso (uguale per ipotesi nei tre casi), la forza verso il basso dovuta alla pressione<br />
atmosferica (maggiore nel caso A, data la maggior estensione <strong>del</strong>la superficie<br />
libera), e la forza verso l’alto proveniente dal recipiente. Tale forza dovrà<br />
essere maggiore nel caso A, e quindi reciprocamente (legge di azione e reazione)<br />
nel caso A sarà maggiore la forza <strong>del</strong> liquido sul recipiente.<br />
(d) Vero. Il sistema recipiente + liquido è in equilibrio sotto l’azione <strong>del</strong> peso,<br />
<strong>del</strong>la spinta di Archimede e <strong>del</strong>la forza proveniente dal piano d’appoggio. Se<br />
assumiamo che i tre contenitori spostino lo stesso volume d’aria e abbiano lo<br />
stesso peso, le prime due forze, e conseguentemente la terza, sono uguali, e se è
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 35<br />
uguale nei tre casi la forza esercitata dal piano d’appoggio è anche uguale (legge<br />
di azione e reazione) la forza ad esso applicata.<br />
8 Falso, diminuirebbe. La pressione atmosferica a livello <strong>del</strong>l’acqua è un po’ più<br />
grande <strong>del</strong>la pressione sulla superficie <strong>del</strong> ghiaccio che si trova a quote superiori.<br />
Se si annullasse la pressione sul ghiaccio, la pressione sulla superficie<br />
<strong>del</strong>l’acqua (e, per la legge di Stevino, a tutti i livelli inferiori) subirebbe una<br />
diminuzione più grande, e quindi la spinta sul blocco di ghiaccio verso l’alto<br />
diminuirebbe più <strong>del</strong>la spinta verso il basso. Del resto, in condizioni normali il<br />
blocco di ghiaccio sposta acqua e aria, se non ci fosse atmosfera il ghiaccio<br />
sposterebbe solo acqua, e dunque il peso <strong>del</strong> fluido complessivamente spostato<br />
sarebbe, a pari posizione <strong>del</strong> blocco, inferiore: il che determinerebbe un suo<br />
maggiore affondamento.<br />
13 No. Il sottile film d’aria che separa i due corpi (tranne che nei pochi punti di<br />
contatto diretto effettivo) esercita la stessa pressione sul piatto (verso il basso)<br />
e sulla base <strong>del</strong> mattone (verso l’alto). Se non ci fosse aria, ci sarebbe una forza<br />
verso il basso in meno sul piatto, ma anche una forza di uguale valore verso<br />
l’alto in meno sul mattone: la forza complessiva sul sistema piatto + mattone<br />
non è modificata dalla presenza di aria tra i due, perciò non è modificata la posizione<br />
di equilibrio <strong>del</strong> sistema e l’indicazione <strong>del</strong>la bilancia.<br />
24 Prima la sfera spostava mercurio + aria, adesso sposta mercurio + acqua + aria.<br />
Dovendo, in condizioni di equilibrio, restare identico il peso <strong>del</strong> liquido complessivamente<br />
spostato dalla sfera, deve diminuire il volume <strong>del</strong>la parte di sfera<br />
immersa nel mercurio. La sfera si sposta quindi verso l’alto.<br />
28 Secondo la legge di Stevino, in un liquido omogeneo in quiete la differenza di<br />
pressione tra due livelli generici y 1 e y 2 (asse y diretto verticalmente verso il<br />
basso) è p 2 − p 1 = ρ g (y 2 − y 1 ). Per una differenza di livello infinitesima dy la<br />
differenza di pressione sarà allora dp = ρ g dy,<br />
dove la densità ρ potrà in generale variare in<br />
funzione <strong>del</strong>la profondità y. Nel nostro caso è<br />
ρ = ρ 0 e y /2 , perciò dp = ρ 0 e y /2 g dy. Integrando<br />
tra y = 0 (dove la pressione è p 0 ) e y<br />
p<br />
(dove la pressione è p) otteniamo<br />
y / 2<br />
p − p 0 = [ ] y<br />
2ρ , vale a dire<br />
0 g e<br />
0<br />
y / 2<br />
0 g (e − 1<br />
p = p 0 + 2ρ ) .<br />
La pressione (fig. 6) cresce dunque esponenzialmente<br />
con la profondità y a partire dal valore<br />
iniziale p 0 .<br />
Fig. 6<br />
y
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 36<br />
CAPITOLO 8 − I PRINCÌPI DI NEWTON<br />
I TRE PRINCÌPI<br />
6 Come si comporterebbe la pallina di un pendolo se improvvisamente la forza di<br />
gravità cessasse di agire?<br />
8 Nel piano cartesiano x, y un punto A di massa 5 g ha coordinate (x e y rispettivamente,<br />
espresse in cm) −5 e 16, un punto B di massa 2 g ha coordinate 0 e 8,<br />
un punto C di massa 11 g ha coordinate 3 e 0. Dove si trova il centro di massa<br />
<strong>del</strong> sistema dei tre punti?<br />
11 [R] Un corpo rigido K sta oscillando a mo’<br />
di pendolo, in assenza di aria e di attriti, attorno<br />
a un asse orizzontale (fig. 12). È corretto<br />
affermare che le due forze applicate a<br />
K (il peso P e la reazione <strong>del</strong> vincolo) costituiscono<br />
una coppia?<br />
Fig. 12<br />
13 In un moderno, autorevole <strong>testo</strong> universitario si possono leggere a un certo<br />
punto le seguenti parole: «Se vogliamo mantenere la molla deformata... la nostra<br />
mano deve applicare alla molla una forza uguale ed opposta alla forza che<br />
la molla esercita sulla mano». Commentare.<br />
14 [R] Se un blocco di peso 30 kg è in quiete sul pavimento, soggetto solo al peso<br />
e alla reazione <strong>del</strong> vincolo, la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento è 30 kg.<br />
(a) vero, per il principio di azione e reazione (b) vero, ma per una diversa ragione<br />
(c) falso.<br />
15 Se il cavallo tira il carretto con una forza di 100 kg, il carretto tira il cavallo in<br />
senso opposto, per reazione, con una forza di 100 kg. Come mai allora, quando<br />
il cavallo comincia a tirare, il sistema cavallo + carretto entra in movimento?<br />
18 [R] Un blocco A di massa 10 kg, posto su<br />
un piano orizzontale, è collegato mediante<br />
A<br />
un filo a un blocco B di massa 30 kg. Il filo,<br />
privo di massa e inestensibile, può scivolare<br />
senza attrito nella gola di una puleggia,<br />
il blocco B è sospeso al filo<br />
B<br />
Fig. 15<br />
(fig.15).<br />
(a) Si determini la tensione <strong>del</strong> filo e la forza che il filo esercita sulla puleggia<br />
sia quando il blocco A non ha possibilità di movimento, sia quando il blocco A<br />
può scivolare senza incontrare resistenza alcuna.<br />
(b) Possiamo affermare che nel secondo caso la velocità dei due blocchi è sicuramente<br />
in aumento?<br />
P r
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 37<br />
22 Una pallina è fissata mediante un filo al soffitto di un vagone: sulla pallina agiscono<br />
solo il peso e la reazione <strong>del</strong> vincolo. Che cosa si può dire <strong>del</strong> moto <strong>del</strong><br />
vagone, sapendo che il filo forma un angolo ϕ costante con la verticale?<br />
23 Un corpo K di peso 60 kg si trova all’interno di un ascensore. Si determini la<br />
forza che K esercita sul pavimento su cui appoggia quando l’ascensore<br />
(a) sale con velocità costante 9,81 m/s,<br />
(b) scende perdendo (9,81/12) m/s di velocità<br />
ad ogni secondo.<br />
27 *[R] (a) Nel sistema di carrucole rappresentato<br />
in fig.20 si determini la tensione nei fili supponendo<br />
che siano nulli gli attriti e considerando<br />
diverse da zero solo le masse dei blocchi<br />
sospesi.<br />
*[R] (b) Posto in particolare che sia m 2 = 2 kg<br />
e m 3 = 6 kg, per quale valore di m 1 sarebbe<br />
possibile l’equilibrio <strong>del</strong> blocco 1?<br />
Fig. 20<br />
m 1<br />
m 2<br />
m 2<br />
m 3<br />
30 Il sistema qui a lato rappresentato (fig.21) è<br />
composto da due dischi, di massa m 1 quello<br />
superiore ed m 2 l’altro, collegati da una molla<br />
di massa trascurabile. Il tutto è sostenuto da un<br />
piano d’appoggio, che a un dato istante viene<br />
bruscamente rimosso: determinare l’accelerazione<br />
dei due dischi in tale istante.<br />
Fig. 21<br />
LA FORZA CENTRIPETA<br />
31 [R] Un corpo K scivola in assenza di aria e di attrito lungo un piano inclinato.<br />
Siamo autorizzati ad affermare che la forza <strong>del</strong> piano su K è uguale e contraria<br />
al componente P n <strong>del</strong> peso di K sulla perpendicolare al piano?<br />
(a) Sì, per la terza legge di Newton (b) sì, per una diversa ragione (c) no.<br />
32 Un punto materiale K che viaggia in direzione orizzontale verso Est è soggetto<br />
a una forza F r 1 di valore 12 N diretta orizzontalmente verso Ovest, a una forza<br />
F r 2 di valore 20 N diretta verticalmente verso l’alto, a una forza F r 3 di valore<br />
8 N diretta verticalmente verso il basso, a una forza F r 4 di valore 9 N diretta<br />
orizzontalmente verso Sud. Sapendo che non agiscono altre forze, si calcoli il<br />
valore <strong>del</strong>la forza centripeta.<br />
34 Il punto materiale K è vincolato a muoversi in un piano verticale lungo una linea<br />
curva L: agiscono solo il peso e la reazione V r <strong>del</strong> vincolo, perpendicolare<br />
alla velocità di K per l’assenza di attrito. Considerando sia il caso di concavità
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 38<br />
verso l’alto che il caso di concavità verso il basso, si chiarisca in quale dei due<br />
sensi possibili è diretta la reazione <strong>del</strong> vincolo.<br />
37 * [R] Una pallina, appesa a un filo di lunghezza L fissato superiormente a un<br />
punto P, viene spostata dalla posizione di equilibrio O e poi lanciata in direzione<br />
orizzontale in modo tale da realizzare un pendolo conico: la pallina si<br />
muove cioè di moto uniforme in un piano orizzontale lungo una circonferenza,<br />
il filo si sposta lungo la superficie di un cono ad asse verticale avente come<br />
vertice il punto di sospensione P.<br />
(a) Si determini in funzione di ϕ , angolo formato dal filo con la verticale, la<br />
velocità con cui deve essere lanciata la pallina.<br />
(b) Si verifichi entro quali limiti può variare la velocità angolare, e conseguentemente<br />
il periodo di rotazione.<br />
(c) * Quanti giri al minuto deve fare, come minimo, un pendolo conico di lunghezza<br />
1 m?<br />
LA FORZA ELASTICA<br />
41 * Due dischetti, appoggiati di piatto su un piano orizzontale, sono collegati da<br />
una molla di costante k, massa trascurabile, lunghezza a riposo zero. Si chiarisca<br />
quali condizioni devono essere verificate all’istante iniziale, in assenza di<br />
qualsiasi forma di attrito, affinché in seguito il centro di massa resti immobile e<br />
la distanza L <strong>del</strong>le due particelle resti costante.<br />
42 * [R] Si vuole che un blocco di massa M, appoggiato<br />
come in fig.26 su un piatto di massa<br />
m sostenuto da una molla di massa trascurabile<br />
e di rigidezza k, oscilli verticalmente senza<br />
mai staccarsi dal piatto. Quale valore massimo<br />
può assumere l’ampiezza di oscillazione?<br />
43 Un blocco di massa m può oscillare senza attrito<br />
su un piano orizzontale sotto l’azione di due<br />
molle, come in fig.27. La distanza tra le due<br />
pareti fisse è L, il blocco ha massa m e larghezza<br />
d, le molle hanno rigidezza k 1 e k 2 e<br />
lunghezza a riposo L 1 ed L 2 . Si determini:<br />
(a) la posizione di equilibrio <strong>del</strong> blocco,<br />
(b) la frequenza di oscillazione.<br />
Fig. 26<br />
d<br />
k 1 k 2<br />
L<br />
Fig. 27
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 39<br />
QUANTITÀ DI MOTO E IMPULSO<br />
47 Nel calcolo <strong>del</strong>la quantità di moto è sempre possibile fingere che tutta la massa<br />
<strong>del</strong> sistema fisico considerato sia concentrata nel centro di massa (vero/falso).<br />
48 [R] Una pallina d’acciaio di massa m cade su una molla ideale che la rilancia<br />
esattamente alla stessa altezza. Un’altra pallina identica cade invece dalla stessa<br />
altezza su un mucchio di segatura. Quali <strong>del</strong>le due ha esercitato un più grande<br />
impulso nella fase di impatto?<br />
51 A una particella K di massa 12 g viene applicata una forza di valore costante<br />
0,15 N che agisce verticalmente verso l’alto per 3 s, poi orizzontalmente verso<br />
Est per 5 s, infine orizzontalmente verso Nord per 1 s.<br />
(a) Si determini il modulo <strong>del</strong>l’incremento Δ v r <strong>del</strong>la velocità di K.<br />
(b) Si chiarisca se il risultato ottenuto rappresenta l’incremento subìto dal modulo<br />
<strong>del</strong>la velocità.<br />
52 [R] Un sistema K è assoggettato a un insieme di forze esterne. Si spieghi se è<br />
corretto affermare che l’impulso complessivo di tali forze è uguale alla massa<br />
di K per l’incremento Δ v r <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong> suo centro di massa.<br />
CM<br />
53 Tra il blocco A e il blocco B è interposta una piccola molla compressa di massa<br />
trascurabile, ma i due blocchi non si separano perché tenuti assieme da un filo.<br />
Mentre il sistema scivola con velocità V senza incontrare attrito lungo un piano<br />
orizzontale in direzione A → B, a un tratto il filo cede e i due blocchi, spinti<br />
dalla molla, si separano. Sapendo che, mentre il blocco B prosegue con velocità<br />
3V, il blocco A rimane immobile, determinare il valore <strong>del</strong> rapporto m A /m B .<br />
56 Una pallottola di massa m = 20 g arriva con velocità 300 m/s, inclinata verso<br />
il basso di 15° rispetto al piano orizzontale, su un blocco di massa M = 10 kg,<br />
fermo su un piano orizzontale lungo il quale il blocco può scivolare senza attrito.<br />
Quale velocità acquista il blocco se la pallottola si conficca in esso? Quale<br />
velocità acquisterebbe invece se la pallottola lo attraversasse senza cambiare<br />
direzione e uscendone con velocità 100 m/s?<br />
r r r 2 r<br />
57 [R] La forza F = 3 ux<br />
+ 5t<br />
u y + 6 t uz<br />
(unità SI) è applicata a una sfera omogenea<br />
di massa 3 kg sulla quale non agiscono altre forze. Tenuto conto che all’istante<br />
zero la velocità <strong>del</strong> centro C <strong>del</strong>la sfera è zero, si trovi quale valore assume<br />
la velocità di C tre secondi più tardi.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 40<br />
SOLUZIONI<br />
11 No: una coppia di forza ha risultante zero, e quando la forza risultante è zero il<br />
CM si muove necessariamente di moto rettilineo uniforme. Chiaramente, nel<br />
nostro caso il moto <strong>del</strong> CM non è né rettilineo né uniforme.<br />
14 Risposta (b). In forza <strong>del</strong> principio di azione e reazione possiamo infatti affermare<br />
che il peso <strong>del</strong> blocco (la forza con cui la Terra attira il blocco) ha lo stesso<br />
valore <strong>del</strong>la forza con cui il blocco attira la Terra, oppure che hanno lo stesso<br />
valore la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento e la forza <strong>del</strong> pavimento sul blocco:<br />
ma non che hanno lo stesso valore la forza <strong>del</strong>la Terra sul blocco e la forza <strong>del</strong><br />
blocco... sul pavimento. La ragione per cui la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento è<br />
uguale al peso <strong>del</strong> blocco sta nel fatto che il blocco è in equilibrio, per cui la<br />
forza V r <strong>del</strong> pavimento sul blocco deve neutralizzarne il peso. A questo punto<br />
interviene il principio di azione e reazione: se la forza <strong>del</strong> pavimento sul blocco<br />
è 30 kg, anche la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento deve valere 30 kg.<br />
18 (a) Quando tutto è immobile, la forza risultante su ogni blocco è zero. In particolare,<br />
il blocco B, che pesa 30 kg, riceve dal filo una forza di 30 kg verso l’alto,<br />
e quindi tira il filo verso il basso con una forza di 30 kg. Dato che nella gola<br />
<strong>del</strong>la puleggia non c’è attrito, l’equilibrio <strong>del</strong> filo richiede che il filo sia tirato<br />
all’altra estremità con una forza uguale, 30 kg: la tensione <strong>del</strong> filo è 30 kg lungo<br />
tutta la lunghezza (tratto orizzontale e tratto verticale). Essendo il filo immobile,<br />
la forza risultante sul filo è certamente zero. La puleggia esercita quindi<br />
sul filo una forza F r tale da neutralizzare le forze che agiscono alle due estremità:<br />
F r avrà quindi un componente orizzontale di valore 30 kg diretto verso<br />
destra, e un componente verticale di valore 30 kg diretto verso l’alto. La forza<br />
<strong>del</strong> filo sulla puleggia sarà uguale in valore e opposta in direzione a F r .<br />
Quando A viene liberato, non essendoci attrito la sola forza che può influire<br />
sulla velocità <strong>del</strong> sistema (e ne determina l’accelerazione) è il peso di B. La<br />
massa accelerata è la massa di B più la massa di A, dunque l’accelerazione <strong>del</strong><br />
mB<br />
g 30 g 3<br />
sistema è a = = = g . Ne consegue che la forza risultante<br />
mA<br />
+ mB<br />
10 + 30 4<br />
su ciascun blocco corrisponde a 3/4 <strong>del</strong> rispettivo peso. Il blocco A è tirato verso<br />
destra da una forza di (3/4)10 kg = 7,5 kg, il blocco B è sottoposto a una forza<br />
complessiva di valore (3/4)30 kg = 22,5 kg, il che significa che il filo esercita<br />
su B una forza di 7,5 kg verso l’alto. In definitiva, il filo è tirato verso sinistra<br />
da A con una forza di 7,5 kg e verso il basso da B con una forza di uguale valore:<br />
ciò era prevedibile a priori, in considerazione <strong>del</strong> fatto che il filo ha massa<br />
zero, e quindi per il filo è zero il prodotto massa per accelerazione scalare, il<br />
che richiede che sia zero la somma <strong>del</strong>le forze capaci di modificare il valore<br />
<strong>del</strong>la sua velocità. In definitiva, la tensione <strong>del</strong> filo è 7,5 kg, la forza <strong>del</strong> filo<br />
sulla puleggia ha un componente orizzontale verso sinistra di valore 7,5 kg, e<br />
un componente verticale verso il basso di uguale valore.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 41<br />
(b) No: la velocità <strong>del</strong> sistema sarebbe in diminuzione nel caso la direzione <strong>del</strong>la<br />
velocità fosse verso sinistra per il blocco A e verso l’alto per il blocco B<br />
(possiamo ad esempio immaginare che in precedenza il blocco A fosse tirato<br />
verso sinistra con un filo che poi si è strappato).<br />
27 Per le ragioni già chiarite in precedenza<br />
2T<br />
(problema 24), il blocco 2 e il blocco 3 esercitano<br />
sul filo che li sostiene una uguale forza<br />
T, mentre alle due estremità <strong>del</strong>l’altro filo<br />
T<br />
è applicata una forza 2T (fig.6) Le accelerazioni<br />
dei blocchi verso il basso sono pertanto: m 1 g<br />
T<br />
[A] a 1 = g –2T / m 1<br />
m<br />
a 2 = g – T /m 3 g<br />
2<br />
a 3 = g – T /m 3 .<br />
Fig. 6 m 2 g<br />
La quarta equazione necessaria a risolvere il sistema <strong>del</strong>la quattro incognite (le<br />
tre accelerazioni + la tensione T ) è quella che stabilisce che l’accelerazione<br />
<strong>del</strong>la carrucola mobile (uguale in valore assoluto e opposta in segno all’accelerazione<br />
a 1 <strong>del</strong> blocco 1) è la media aritmetica di quelle <strong>del</strong> blocco 2 e <strong>del</strong><br />
blocco 3 (cfr. domanda 41, pag. 95):<br />
[B] – a 1 = (a 2 + a 3 )/2.<br />
Se in quest’ultima relazione poniamo le tre espressioni [A], otteniamo<br />
4 g m1<br />
m2<br />
m3<br />
[C] T =<br />
.<br />
m1m2<br />
+ m1m3<br />
+ 4m2m3<br />
Osservazione importante. Sarebbe stato <strong>del</strong> tutto erroneo cercare di risolvere il<br />
problema riunendo i blocchi 2 e 3 in un unico blocco, per riportarsi così al<br />
semplice problema <strong>del</strong>le due masse sospese (problema 19, pag.153). In tal modo<br />
infatti si attribuisce arbitrariamente al centro di massa <strong>del</strong> sistema 2 + 3 la<br />
stessa accelerazione <strong>del</strong>la carrucola mobile: accelerazione che vale (a 2 + a 3 )/2,<br />
mentre quella <strong>del</strong> CM <strong>del</strong> sistema vale (a 2 m 2 + a 3 m 3 )/(m 2 + m 3 ), ed è quindi<br />
uguale alla precedente solo quando m 2 = m 3 . E se cambiamo l’accelerazione <strong>del</strong><br />
CM <strong>del</strong> sistema 2 + 3, cambiamo la risultante <strong>del</strong>le forze esterne sul sistema<br />
stesso, e cambiamo quindi il valore <strong>del</strong>la forza 2T con cui la carrucola mobile è<br />
sostenuta dal filo.<br />
(b) Se il blocco 1 è in equilibrio, è in equilibrio anche la carrucola mobile, e i<br />
blocchi 2 e 3 hanno rispettivamente accelerazione g/2 verso l’alto e g/2 verso<br />
il basso. Allora deve essere T = 3 kg, e la forza 2T che sostiene la carrucola<br />
mobile, che per ipotesi è in equilibrio, è 6 kg. L’equilibrio <strong>del</strong> blocco 1, a sua<br />
volta sostenuto da una forza 2T = 6 kg, richiede allora che il suo peso sia 6 kg<br />
(non 5!), e quindi la sua massa 6 kg.<br />
31 Sì, ma la terza legge di Newton non c’entra: in base ad essa possiamo solo dire<br />
che la forza <strong>del</strong> corpo K sul piano e la forza <strong>del</strong> piano sul corpo K sono uguali<br />
in valore e opposte in direzione, oppure che sono uguali in valore e opposte in<br />
direzione la forza attrattiva <strong>del</strong>la Terra su K (il peso di K) e la forza attrattiva di
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 42<br />
K sulla Terra. La forza <strong>del</strong> piano su K è invece uguale al componente trasversale<br />
<strong>del</strong> peso di K per il fatto che il centro di massa di K si muove di moto rettilineo:<br />
il che richiede che la forza risultante su K abbia componente zero perpendicolarmente<br />
alla velocità <strong>del</strong> centro di massa.<br />
37 (a) La forza centripeta F r<br />
cp è data qui dal componente<br />
orizzontale <strong>del</strong>la reazione <strong>del</strong> vincolo<br />
ϕ L<br />
(fig. 9): V senϕ = mv 2 /R, con R = L senϕ . Da H<br />
2 ϕ<br />
V L sen<br />
cui, v =<br />
. Rispetto alla direzione<br />
m<br />
verticale la velocità <strong>del</strong>la pallina si mantiene<br />
uguale a zero: niente accelerazione, quindi la<br />
somma dei componenti verticali <strong>del</strong>le forze è<br />
zero: V cosϕ = mg. Sostituendo nella relazione<br />
precedente otteniamo v =<br />
g L senϕ tgϕ<br />
.<br />
Essendo poi ω = v /R = v /(L senϕ ), risulta ω =<br />
g<br />
=<br />
Lcosϕ<br />
g<br />
H<br />
, avendo indicato<br />
con H l’altezza <strong>del</strong> cono: la velocità angolare e il periodo sono uguali<br />
per tutti i pendoli conici aventi la stessa altezza, il periodo è uguale a quello<br />
<strong>del</strong>le piccole oscillazioni di un normale pendolo semplice di lunghezza H.<br />
(b) Dato che H deve essere inferiore a L (altrimenti l’apertura <strong>del</strong> cono è zero)<br />
il valore di ω deve essere superiore a g/ L , e il valore <strong>del</strong> periodo T è inferiore<br />
a 2 π L/ g (periodo <strong>del</strong>le piccole oscillazioni di un pendolo semplice di<br />
lunghezza L). Si noti che, quando l’apertura ϕ <strong>del</strong> cono tende a zero, il valore<br />
<strong>del</strong>la velocità angolare tende a g/ L , ma la velocità lineare tende a zero, dato<br />
che tende a zero il raggio <strong>del</strong>la circonferenza percorsa dalla pallina.<br />
(c) La velocità angolare deve essere superiore (vedi punto precedente) alla pulsazione<br />
<strong>del</strong>le piccole oscillazioni di un pendolo semplice di uguale lunghezza:<br />
ω > g / L = ω min . La frequenza minima è quindi f min = [ω min /(2π )] giri/s. Posto<br />
g = 9,81 m/s 2 e L = 1 m, si ottiene che la frequenza minima è<br />
f min = 0,498 giri /s = 29,9 giri /min.<br />
42 L’oscillazione avviene in ogni caso attorno alla posizione di equilibrio, la posizione<br />
in corrispondenza <strong>del</strong>la quale il peso (m +M) g <strong>del</strong> sistema è esattamente<br />
compensato dalla forza ky 0 <strong>del</strong>la molla (che ha subìto lo schiacciamento y 0 ).<br />
Detta infatti y la deformazione <strong>del</strong>la molla (l’accorciamento rispetto alla lunghezza<br />
di riposo), la forza complessiva sul sistema oscillante, misurata verso il<br />
basso, è (m +M) g − ky. La forza è zero (posizione di equilibrio) per (m +M) g −<br />
− ky = 0, e cioè per y = (m +M) g/k = y 0 . La forza applicata al sistema può<br />
dunque essere espressa come k (y 0 − y), il che mostra che per y < y 0 (al di sopra<br />
quindi <strong>del</strong>la posizione di equilibrio) la forza è positiva e cioè diretta verso il<br />
R<br />
Fig. 9<br />
F r<br />
cp<br />
V r<br />
P r
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 43<br />
basso, mentre al di sotto <strong>del</strong>la posizione di equilibrio è diretta verso l’alto. Si<br />
tratta insomma di una forza di richiamo verso y = y 0 , con una intensità proporzionale<br />
alla distanza da tale posizione: il centro di massa <strong>del</strong> sistema oscilla in<br />
ogni caso (anche se il blocco si stacca dal piatto) di moto armonico.<br />
Se vogliamo che, durante l’oscillazione, il blocco si mantenga a contatto <strong>del</strong><br />
piatto, occorre che la lunghezza <strong>del</strong>la molla risulti in ogni istante non superiore<br />
alla lunghezza di riposo: il che equivale a dire che l’ampiezza di oscillazione<br />
non può essere più grande <strong>del</strong>la deformazione di equilibrio y 0 . Quando infatti la<br />
molla risultasse deformata in allungamento, sul sistema piatto + blocco agirebbe,<br />
oltre al peso, anche una forza elastica diretta verso il basso, quindi il centro<br />
di massa <strong>del</strong> sistema avrebbe un’accelerazione verso il basso superiore a g:<br />
mentre, per il fatto che il blocco è semplicemente appoggiato sul piatto, è chiaro<br />
che la sua accelerazione verso il basso non può in nessun caso essere superiore<br />
a g. Non appena, nel corso <strong>del</strong>l’oscillazione, la lunghezza <strong>del</strong>la molla superasse<br />
il valore di riposo, il blocco perderebbe velocità meno rapidamente <strong>del</strong><br />
piatto, il che significa che si verificherebbe il distacco.<br />
48 La prima, che è rimbalzata verso l’alto con una velocità v identica in modulo<br />
alla velocità di impatto, cioè con una quantità di moto uguale in modulo e opposta<br />
in direzione: cosicché l’incremento p r r − 2 p <strong>del</strong>la quantità di moto 1<br />
(uguale<br />
all’impulso subìto e quindi, a parte la direzione, all’impulso esercitato) vale<br />
2mv. Per la seconda pallina invece al momento <strong>del</strong>l’impatto al suolo la quantità<br />
di moto va a zero, e quindi l’incremento <strong>del</strong>la quantità di moto e l’impulso valgono<br />
solo mv.<br />
52 Sì, per il fatto che, essendo zero l’impulso <strong>del</strong>le forze interne al sistema, l’impulso<br />
<strong>del</strong>le forze applicate dall’esterno corrisponde all’incremento <strong>del</strong>la quantità<br />
di moto di K, la quale può essere notoriamente espressa come prodotto <strong>del</strong>la<br />
massa di K per la velocità <strong>del</strong> suo centro di massa.<br />
57 L’impulso <strong>del</strong>la forza è I r =<br />
∫ t = 3 s r<br />
3<br />
F dt<br />
, vale perciò 3 N [ t ] s<br />
0<br />
0<br />
= 9 N⋅s in direzione<br />
x, (5 N/s) [ t ] 2 3<br />
/ 2<br />
s<br />
= 22,5 N⋅s in direzione y, (6 N/s 2 ) [ t ] 3 3<br />
/ 3<br />
s<br />
= 54 N⋅s in<br />
0<br />
direzione z. Il modulo <strong>del</strong>l’impulso è quindi I = 9 + 22,5 + 54 N⋅s =<br />
= 59,2 N⋅s. Tale valore rappresenta anche il modulo <strong>del</strong>la variazione Δ p r <strong>del</strong>la<br />
quantità di moto <strong>del</strong>la sfera, e quindi il prodotto M Δ v<br />
r <strong>del</strong>la massa <strong>del</strong>la sfera<br />
per il modulo <strong>del</strong>l’incremento di velocità <strong>del</strong> suo centro (che, per il fatto che la<br />
sfera è omogenea, ne rappresenta il centro di massa). Tenuto che la velocità<br />
iniziale è zero, il rapporto tra il modulo <strong>del</strong>l’impulso e la massa <strong>del</strong>la sfera fornisce<br />
senz’altro il valore finale <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong> CM, che è pertanto<br />
v = I /M = (59,2 N⋅s) / ( 3 kg) = 19,7 m/s.<br />
2<br />
2<br />
0<br />
2
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 44<br />
CAPITOLO 9 − LAVORO ED ENERGIA<br />
2 [R] Una ipotetica forza avente direzione sempre uguale a quella <strong>del</strong>la velocità<br />
<strong>del</strong> punto su cui agisce non sarebbe conservativa (vero/falso).<br />
4 Una pallina P di massa 40 g procede con velocità costante 150 cm/s in un piano<br />
verticale lungo una circonferenza di centro O. Si determini con quale rapidità<br />
il peso <strong>del</strong>la pallina compie lavoro:<br />
(a) nell’istante in cui il vettore OP è diretto verticalmente verso l’alto,<br />
(b) quando il vettore OP è ruotato di 30°,<br />
(c) quando il vettore OP è ruotato di altri 60°.<br />
r<br />
2 r r<br />
5 * La forza F = y ux<br />
+ 5xu<br />
y (unità SI) agisce su<br />
y<br />
una particella K mobile nel piano cartesiano xy.<br />
B (6;3)<br />
A<br />
(a) Si chiarisca se tale forza è conservativa.<br />
(b) Considerati (fig. 8) i punti A (0;3), B (6;3) e<br />
x<br />
C (6;0), si calcoli il lavoro compiuto dalla forza<br />
in questione quando K si sposta da O a B lungo il<br />
Fig. 8<br />
percorso OAB, il percorso OCB, il percorso OB.<br />
6 *[R] (a) Si calcoli il lavoro che viene compiuto<br />
r<br />
2 r<br />
dalla forza F = (5y<br />
+ x ) ux<br />
− xu<br />
r<br />
y<br />
9 y (unità SI)<br />
A 2<br />
quando la particella su cui agisce si sposta nel piano<br />
cartesiano xy (fig. 9) dal punto A (0;3) al<br />
1<br />
punto B (3;0) lungo una traiettoria di equazione<br />
y = 3 − x (linea 1 in figura).<br />
O<br />
x<br />
*(b) Come sopra, considerando però un percorso<br />
B<br />
di equazione y = 3 − x 2 /3 (linea 2 in figura).<br />
Fig. 9<br />
8 Due recipienti identici poggiano su uno stesso piano orizzontale: il recipiente A<br />
contiene 12 kg d’acqua, il recipiente B contiene 4 kg d’acqua. Se i due recipienti<br />
venissero messi in comunicazione, si verificherebbe ovviamente uno<br />
spostamento di liquido da A verso B fino al raggiungimento di una nuova situazione<br />
di equilibrio: quale sarebbe, in tale eventualità, il lavoro complessivamente<br />
compiuto dalla forza peso? Si ipotizzi che il collegamento venga realizzato<br />
tramite un condotto di volume trascurabile.<br />
13 Un corpo soggetto esclusivamente al peso cade da fermo da un livello 1 a un<br />
livello 2 acquistando una velocità di 10 m/s. Se ne può dedurre (vero/falso)<br />
che se la velocità iniziale fosse stata 10 m/s la velocità finale sarebbe stata<br />
20 m/s, e più in generale che se la velocità iniziale fosse v 0 la velocità finale<br />
sarebbe v 0 +10m/s.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 45<br />
14 Quando le forze applicate a un certo punto materiale P compiono un lavoro L 0<br />
la velocità di P passa da 0 a 10 km/h. Quale lavoro è perciò necessario perché<br />
la velocità di P passi da 100 a 110 km/h?<br />
17 Un blocco C di massa m scivola senza attrito con<br />
v r<br />
velocità v lungo un piano orizzontale (fig. 13),<br />
k<br />
m<br />
soggetto solo al peso e alla reazione <strong>del</strong> vincolo.<br />
La corsa di C viene poi arrestata da una molla di<br />
Fig. 13<br />
rigidezza k, che rilancia C in direzione opposta.<br />
Quale deformazione ha subìto la molla?<br />
18 [R] Un blocco C di massa m è sospeso a un filo:<br />
immediatamente al disotto di C (fig.14) c’è un<br />
m<br />
piatto orizzontale di massa trascurabile sostenuto<br />
da una molla di costante elastica k. Di quanto si<br />
k<br />
comprime la molla se si taglia il filo?<br />
Fig. 14<br />
21 Due fionde sono costruite con elastici aventi diversa costante k di elasticità.<br />
Quale <strong>del</strong>le due conviene usare se ciò che interessa è lanciare il sasso alla maggior<br />
distanza possibile?<br />
23 Un pendolo è costituito da una sferetta di massa m fissata a un’asta rigida di<br />
lunghezza L e massa trascurabile. Determinare a quale sforzo massimo l’asta<br />
deve resistere, considerando ampiezze angolari di oscillazione di 60°, 90°,<br />
120°, 180°.<br />
24 * [R] Problema «<strong>del</strong> giro <strong>del</strong>la morte» (fig. 15).<br />
K<br />
C<br />
Da quale altezza minima deve partire (da fermo)<br />
il blocchetto K, soggetto solo al peso e alla reazione<br />
<strong>del</strong> vincolo, per riuscire a effettuare l’intero<br />
percorso senza mai staccarsi dalla guida su<br />
cui scivola? Si consideri nullo l’attrito, ma si<br />
chiarisca qualitativamente in che modo il risultato<br />
verrebbe modificato dalla presenza di attrito.<br />
Fig. 15<br />
26 * [R] Un blocchetto K, inizialmente in quiete<br />
v r 0<br />
sulla sommità di una semisfera di raggio R<br />
(fig. 16), subisce un urto che gli conferisce una<br />
velocità orizzontale v r 0 . Si spieghi in che modo,<br />
in assenza di ogni di attrito, la posizione di distacco<br />
di K dalla superficie d’appoggio dipende<br />
dal valore di v r Fig. 16<br />
0 .<br />
29 Una fune, che appoggia senza attrito su un sostegno<br />
sagomato come in fig. 18, inizia a un<br />
A<br />
tratto a scivolare verso il basso. Sapendo che<br />
ϕ<br />
la lunghezza complessiva è L e che la lunghezza<br />
<strong>del</strong> tratto inizialmente posto sul piano<br />
Fig. 18<br />
inclinato è d, si determini la velocità con cui
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 46<br />
l’estremo A raggiunge l’inizio <strong>del</strong>la discesa.<br />
32 Un cilindro omogeneo di raggio R e massa M rotola senza strisciare.<br />
(a) Si esprima la sua energia cinetica in funzione <strong>del</strong>la velocità angolare ω.<br />
(b) Si verifichi che lo stesso risultato si ottiene sommando l’energia cinetica che<br />
il cilindro avrebbe nel caso traslasse con la velocità v 0 <strong>del</strong> suo asse geometrico<br />
con l’energia cinetica che il cilindro avrebbe se il suo asse geometrico fosse<br />
immobile e il cilindro ruotasse attorno ad esso con velocità angolare ω.<br />
33 * [R] Si chiarisca da quali elementi dipende il tempo impiegato da un cilindro<br />
omogeneo a percorrere, con partenza da fermo, un piano inclinato di lunghezza<br />
L, supponendo che l’attrito sia abbastanza grande da impedire al cilindro di<br />
scivolare. Si confronti il risultato con quello che si sarebbe ottenuto nel caso di<br />
attrito zero. Si descrivano valore e direzione <strong>del</strong>la reazione <strong>del</strong> vincolo.<br />
38 Le due locuzioni «energia potenziale in A rispetto a B» e «differenza di energia<br />
potenziale tra A e B» sono <strong>del</strong> tutto equivalenti (vero/falso).<br />
39 [R] Moto armonico tra A e B, con centro A<br />
M H K B<br />
in M (fig. 20). Detto H il punto intermedio<br />
tra M e B, detto K il punto intermedio tra Fig. 20<br />
H e B, e tenuto conto che durante l’oscillazione<br />
l’energia cinetica massima è 80 J, si determini l’energia potenziale elastica<br />
<strong>del</strong> punto oscillante in A rispetto a M, in A rispetto a K, in K rispetto a B,<br />
in H rispetto a K.<br />
41 Punto materiale in movimento, soggetto solo al peso e a forze elettrostatiche.<br />
Nella posizione A l’energia cinetica vale 520 J, l’energia potenziale gravitazionale<br />
−18 J, l’energia potenziale elettrostatica 0. Trovare il valore <strong>del</strong>l’energia<br />
cinetica e <strong>del</strong>le energie potenziali nella posizione B, posta esattamente allo<br />
stesso livello di A, sapendo che nel passaggio da A a B il lavoro <strong>del</strong>le forze elettrostatiche<br />
è − 400 J.<br />
42 Un punto Q è soggetto al peso, a una forza elastica, a forze di attrito. Nella posizione<br />
A l’energia cinetica di Q vale 30 J, l’energia potenziale gravitazionale<br />
−20 J, l’energia potenziale elastica 100 J. Nella posizione B i rispettivi valori<br />
sono invece 40 J, −10 J, −20 J. Determinare il lavoro compiuto dalle forze di<br />
attrito tra A e B.<br />
43 [R] Un punto materiale K, mobile in un campo di forza conservativo, possiede<br />
l’energia potenziale EP = 5 xy 2 − yz 3 (unità SI). Si trovi il valore <strong>del</strong>la forza a<br />
cui K è soggetto nella posizione x = 1, y = 2, z = 3.<br />
45 * [R] Un punto K di massa m = 20 g, vincolato a muoversi sull’asse x e soggetto<br />
solo una a forza conservativa F r , si trova inizialmente nell’origine degli assi<br />
con velocità v 0 = 5 m/s. L’energia potenziale di K dipende dalla posizione secondo<br />
l’equazione EP = F 0 |x|, con F 0 = 20 N. Dimostrare che il moto di K è<br />
periodico, e determinare periodo e ampiezza di oscillazione. Si consideri nullo<br />
il valore <strong>del</strong>la forza nell’origine.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 47<br />
47 * Un punto di massa m, soggetto esclusivamente a forze conservative, ha energia<br />
potenziale<br />
EP = k (x 2 − a 2 ) per |x| < a<br />
EP = 0 per |x| ≥ a<br />
con a e k costanti positive. Supponendo che il moto possa avvenire solo in direzione<br />
x, discutere il tipo di moto in funzione <strong>del</strong>l’energia totale. Determinare<br />
la massima velocità compatibile con un moto periodico e, per tale valore <strong>del</strong>la<br />
velocità, determinare il periodo <strong>del</strong> moto.<br />
48 [R] Il punto materiale K, di massa m, è in quiete nella posizione O. Si determini<br />
quanta energia occorre somministrare a K affinché oscilli di moto armonico<br />
attorno ad O con ampiezza A e frequenza f.<br />
SOLUZIONI<br />
2 Vero: essendo sempre e solo positivo, il lavoro di tale forza non potrebbe essere<br />
zero su un percorso chiuso.<br />
2<br />
6 (a) Il lavoro <strong>del</strong> componente x <strong>del</strong>la forza è L x =<br />
∫<br />
F x dx<br />
∫<br />
(5y<br />
+ x )dx<br />
.<br />
3<br />
0<br />
= 3 0<br />
Essendo, lungo il percorso 1, y = 3 − x, si ottiene L x =<br />
∫<br />
[ 5(3 − x ) + x ] dx<br />
=<br />
3<br />
=<br />
∫<br />
( 15−<br />
5 + x ) dx<br />
0<br />
2<br />
x = [ x x + ] 3 0<br />
2<br />
15 − 5 / 2 x / 3 = 31,5 J.<br />
Il lavoro <strong>del</strong> componente y <strong>del</strong>la forza è L y =<br />
3<br />
∫<br />
0<br />
F y<br />
3<br />
dy<br />
=<br />
3<br />
0<br />
−<br />
∫<br />
0<br />
3<br />
9 x dy<br />
. Essendo,<br />
lungo il percorso 1, y = 3 − x, è x = 3 − y e quindi L y =<br />
∫<br />
9 (3 − y ) dy<br />
=<br />
3<br />
=<br />
∫<br />
( 27 − 9 ) dy<br />
0<br />
2 / 2<br />
y = [ ] 3 0<br />
27y − 9y<br />
= 40,5 J. Il lavoro complessivo <strong>del</strong>la forza<br />
è L = L x + L y = 31,5 J + 40,5 J = 72,0 J.<br />
− 0 3<br />
(b) Il lavoro <strong>del</strong> componente x <strong>del</strong>la forza è L x =<br />
∫<br />
( 5y + x ) x , con y =<br />
3<br />
=3− x 2 /3. Dunque L x =<br />
∫<br />
[ 5(3 − x / 3) + x ] dx<br />
=<br />
∫<br />
( 15 − 2x / 3) dx<br />
= 27 J.<br />
0<br />
2<br />
Il lavoro <strong>del</strong> componente y è L y = −∫<br />
0 9x dy<br />
. Essendo y = 3 − x 2 /3, è dy =<br />
3<br />
= − (2/3)x dx. Perciò, tenuto conto che i limiti di integrazione per x sono 0 e 3,<br />
2<br />
3<br />
0<br />
3<br />
0<br />
2<br />
2 d<br />
2
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 48<br />
possiamo scrivere L y = −∫ 3 9x ( −2/3)<br />
x dx<br />
=<br />
0 ∫ 3 6 x 2 dx<br />
= 54 J. Il lavoro complessivo<br />
è L = L x + L y = 27 J + 54 J = 81 J.<br />
0<br />
18 Se il blocco subisce lo spostamento y r , il lavoro <strong>del</strong>la forza elastica è −½ ky 2 , il<br />
lavoro <strong>del</strong>la forza peso è mgy. L’energia cinetica di C è zero sia nell’istante i-<br />
niziale che nell’istante finale (massima compressione <strong>del</strong>la molla). Dunque, il<br />
lavoro complessivo deve essere a sua volta zero: mgy − ½ ky 2 = 0, da cui<br />
26 È chiaro che, se il peso mg di K non è abbastanza grande in rapporto alla velocità v 0<br />
conferitagli dall’urto, si verifica il distacco immediato dalla superficie d’appoggio. Precisamente,<br />
ciò si verifica se è mg < mv 2 0 /R, se cioè il peso è inferiore alla forza centripeta<br />
necessaria perché nella posizione iniziale la traiettoria abbia raggio di curvatura R.<br />
Se invece mg ≥ mv 2 0 /R (se cioè v 0 ≤ gR ) il blocchetto parte scivolando sulla super-<br />
24 Mentre K percorre l’anello (fig.6), la reazione<br />
V <strong>del</strong> vincolo, misurata in senso cen-<br />
C<br />
tripeto, è V = mgcosϕ + mv 2 /R. Il primo<br />
termine a secondo membro diventa negativo<br />
per ϕ > 90°: in tal caso, se il valore <strong>del</strong> secondo<br />
termine non è sufficientemente grande,<br />
ϕ<br />
il valore di V risulta negativo, il che sta ad<br />
indicare che la reazione dovrebbe essere diretta<br />
in senso centrifugo, con modulo sempre<br />
mg cosϕ<br />
mg<br />
più grande man mano che ϕ aumenta. In realtà,<br />
un vincolo di puro appoggio come<br />
Fig. 6<br />
l’anello da noi considerato non è in grado di<br />
esercitare forze dirette in senso centrifugo:<br />
ciò significa che l’ultimo punto di contatto per K è quello che corrisponde a V<br />
= 0, immediatamente dopo la forza centripeta risulta (per la mancanza di una<br />
reazione centrifuga) più grande di quella che corrisponde al raggio di curvatura<br />
R: perciò il raggio di curvatura <strong>del</strong>la traiettoria risulta minore di R, il che corrisponde<br />
a dire che K si stacca dalla guida.<br />
La risposta al quesito proposto si ottiene imponendo che l’ultimo punto di<br />
contatto sia l’estremo superiore C <strong>del</strong> diametro verticale <strong>del</strong>l’anello:<br />
V = mgcos180° + mv 2 /R = 0, da cui [A] v 2 = gR. Se h è l’altezza <strong>del</strong> punto di<br />
partenza su C, sarà mv 2 /2 = mgh (teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica), e quindi [B] v 2<br />
= 2gh. Dal confronto tra le relazioni [A] e [B] si ottiene h = R/2. Per non perdere<br />
mai il contatto con la guida K deve partire da una posizione sopraelevata di<br />
almeno R/2 rispetto a C.<br />
In caso di attrito, occorrerà che il blocchetto parta da una posizione più elevata<br />
(h ' > R/2), in modo che il maggior lavoro <strong>del</strong>la forza peso compensi il lavoro<br />
negativo compiuto dalla forza d’attrito, e la velocità di passaggio in C rimanga,<br />
nonostante l’attrito, la stessa di prima: la minima che il blocchetto può avere in<br />
C quando compie l’intero giro senza staccarsi.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 49<br />
ficie d’appoggio. Quando la distanza angolare dalla<br />
zione iniziale è ϕ (fig. 7), la forza centripeta è mv 2 /R =<br />
= mgcosϕ − V, avendo attribuito alla reazione <strong>del</strong> vincolo<br />
una direzione centrifuga. Dunque è V = mg cosϕ −<br />
− mv 2 /R. Al crescere di ϕ il primo termine a secondo<br />
membro è sempre più piccolo, il secondo termine è sempre<br />
più grande, V è sempre più piccolo. In corrispondenza <strong>del</strong>l’ultimo<br />
punto di contatto V = 0, e quindi<br />
[A] v 2 = gR cosϕ<br />
(immediatamente dopo V risulterebbe negativo, il che corrisponderebbe<br />
a una reazione vincolare diretta in senso centripeto, cosa impossibile per<br />
un vincolo di semplice appoggio). Peraltro, dal teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica si ottiene<br />
[B] v 2 = v 2 0 + 2 gR (1 − cosϕ ).<br />
Facendo sistema <strong>del</strong>la [A] e <strong>del</strong>la [B] si ottiene che l’ultima posizione di contatto è definita<br />
da cosϕ = 2/3 + v 2 0 /3gR. Per v 0 = 0, cosϕ = 2/3, e il blocchetto si stacca ad altezza<br />
(2/3)R sulla base <strong>del</strong>la semisfera. Se v 0 tende a g R , cosϕ tende a 1, cioè ϕ a<br />
zero. Se v 0 = gR , l’ultimo punto di contatto è il punto iniziale, dove la traiettoria ha<br />
raggio di curvatura R. Se infine v 0 > gR l’ultimo punto di contatto è ovviamente ancora<br />
il punto iniziale, ma questa volta il raggio di curvatura iniziale è > R.<br />
33 L’asse di rotazione coincide con la linea di contatto: l’accelerazione <strong>del</strong>l’asse<br />
<strong>del</strong> cilindro è quella che nel quesito viene indicata come «accelerazione <strong>del</strong> cilindro».<br />
Se l’asse di rotazione <strong>del</strong> cilindro ha subìto uno spostamento x, il lavoro<br />
compiuto dalla forza peso è L g = Mgxsenϕ . Dato che la reazione <strong>del</strong> vincolo<br />
non lavora, sarà Mgxsenϕ = EC = (3/4)Mv 2 (vedi risposta precedente),<br />
vale a dire v 2 = (4/3) gxsenϕ , il che significa che l’asse <strong>del</strong> cilindro si muove<br />
di moto uniformemente vario con accelerazione (2/3)g senϕ [6] . L’accelerazione<br />
<strong>del</strong> cilindro dipende dunque esclusivamente dall’inclinazione <strong>del</strong> piano. Tutti i<br />
cilindri omogenei lasciati rotolare da una stessa altezza lungo uno stesso piano<br />
inclinato impiegano lo stesso tempo [7] per arrivare in fondo:<br />
2L<br />
3L<br />
T =<br />
= .<br />
(2/3) g senϕ g senϕ<br />
La massa, il volume, l’altezza, il raggio non hanno alcuna influenza.<br />
In assenza di attrito il cilindro sarebbe sceso scivolando senza ruotare con accelerazione<br />
g senϕ , superiore per un fattore 3/2, e avrebbe quindi percorso lo<br />
scivolo in un tempo T = 2L / ( g senϕ)<br />
, inferiore per un fattore 3 / 2 = 1,22.<br />
La reazione <strong>del</strong> vincolo consta di un componente perpendicolare al piano d’ap-<br />
ϕ<br />
Fig. 7<br />
V r<br />
mg<br />
r<br />
6 Nel moto uniformemente vario è v = v + a ( s − s ) .<br />
2<br />
2<br />
0<br />
2 0<br />
7 Nel moto uniformemente vario la posizione è definita da s = s 0 + v 0 t + at 2 /2, quindi il tempo necessario<br />
per percorrere una distanza s − s 0 = L con partenza da fermo è t = 2L<br />
/ a.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 50<br />
poggio, uguale e contrario al componente trasversale P cosϕ <strong>del</strong> peso (così la<br />
forza trasversale complessiva è zero, come deve essere per il fatto che il moto<br />
<strong>del</strong> centro di massa è rettilineo), e in più, se c’è attrito, di un componente parallelo<br />
al piano, diretto in senso opposto al componente tangenziale <strong>del</strong> peso. Se<br />
c’è abbastanza attrito da produrre un moto di puro rotolamento, la forza<br />
d’attrito ha valore (P senϕ)/3 [come richiesto dal fatto che in questo caso<br />
l’accelerazione <strong>del</strong> centro di massa <strong>del</strong> cilindro è a = (2/3)g senϕ , e che l’accelerazione<br />
prodotta dal solo peso è g senϕ ].<br />
36 Dato che in A l’energia cinetica è zero e in M è 80 J, tra A ed M il lavoro <strong>del</strong>la<br />
forza elastica applicata al punto oscillante è 80 J: dunque l’energia potenziale<br />
in A rispetto a M è 80 J. Gli altri valori <strong>del</strong>l’energia potenziale si possono calcolare<br />
come lavoro <strong>del</strong>la forza elastica, sapendo che, quando la distanza da M<br />
varia da x ' a x", il lavoro <strong>del</strong>la forza elastica è L = ½ k (x ' 2 − x" 2 ), e tenuto conto<br />
che, in base ai dati, quando x ' = R (ampiezza di oscillazione) e x" = 0 il lavoro è<br />
80 J, il che significa che è k /2 = (80 J)/R 2 .<br />
L’energia potenziale in A rispetto a K è EP A(K) = L A→K = (k /2) [R 2 − (3R/4) 2 ] =<br />
(k /2) (7R 2 /16). Ponendo k /2 = (80 J) /R 2 si ottiene EP A(K) = (7/16) × 80 J = 35 J.<br />
In B l’energia cinetica è zero come in A, perciò il lavoro da A a K e quello da K<br />
a B sono uguali a meno <strong>del</strong> segno: EP K(B) = −EP A(K) = −35 J.<br />
Infine, EP H(K) = L H→K = (k /2) [(R/2) 2 − (3R/4) 2 ] = (k /2) (−5R 2 /16). Essendo<br />
k /2 = (80 J) /R 2 , si ottiene EP H(K) = −25 J.<br />
43 Risulta F x = − ∂EP/ ∂x<br />
= −5y 2 , F y = − ∂EP/ ∂ y = −10 xy+ z 3 , F z = − ∂EP/ ∂z<br />
=<br />
=3yz 2 . Nella posizione considerata è pertanto F x = −20 N, F y =17N, F z =<br />
= 54 N, cosicché il modulo <strong>del</strong>la forza è<br />
2<br />
x<br />
2<br />
y<br />
2<br />
z<br />
F = F + F + F =<br />
2<br />
2<br />
( −20)<br />
+ 17 + 54 N = 60,0 N.<br />
45 Il fatto che, al crescere <strong>del</strong> valore assoluto di x,<br />
E<br />
cresca anche EP (fig. 12) significa che quando EP E<br />
K si allontana da x = 0 si verifica un lavoro resistente:<br />
la forza ha quindi il carattere di forza<br />
tot<br />
EP<br />
di richiamo verso x = 0. Il fatto poi che sia EP<br />
v r x<br />
0<br />
= = F 0 |x| significa che la componente x <strong>del</strong>la Fig. 12<br />
forza (= −∂EP/∂x) è F 0 per x 0. L’energia totale E tot è chiaramente costante<br />
(forza conservativa), il suo valore corrisponde a quello <strong>del</strong>l’energia cinetica<br />
in x = 0 (dove EP = 0): E tot = mv 0 / 2 . Ogniqualvolta, al crescere di x, EP<br />
2<br />
raggiunge il valore di E tot , l’energia cinetica si riduce a zero e il punto mobile<br />
viene riportato indietro dalla forza di richiamo: il moto è dunque periodico.<br />
L’ampiezza è data dal valore x max di x definito da EP max = E tot = F 0 |x max | =<br />
2<br />
= mv 0 / 2, vale a dire 20 N |x max | = (2× 10 −2 kg) × (5 m/s) 2 /2, da cui |x max | =<br />
= 1,25 cm. Tra l’origine e il punto di inversione di marcia l’accelerazione sca-<br />
2
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 51<br />
lare è costante, con valore assoluto a = F 0 /m = 20 N / (2 × 10 −2 kg) = 1000 m/s 2 .<br />
Il tempo necessario perché la velocità v 0 si annulli è allora<br />
v 0 /a = (5 m/s) / (1000 m/s 2 ) = 5 × 10 −3 s. Si tratta ovviamente di ¼ <strong>del</strong> periodo<br />
<strong>del</strong> moto, per cui in definitiva risulta T = 2 × 10 −2 s.<br />
Osservazione. La posizione x = 0 rappresenta per K una possibile posizione di<br />
equilibrio: tale equilibrio avrebbe la caratteristica <strong>del</strong>la stabilità (minimo <strong>del</strong>l’energia<br />
potenziale, lavoro resistente <strong>del</strong>la forza applicata per spostamenti di<br />
allontanamento).<br />
48 Assumiamo la posizione iniziale O come riferimento <strong>del</strong>l’energia potenziale<br />
elastica. Allora l’energia complessiva (cinetica + potenziale) di K quando è<br />
immobile in O è zero. Quando invece K oscilla con ampiezza A e frequenza f,<br />
nella posizione O la sua energia potenziale è ancora zero ma l’energia cinetica<br />
è mv 2 max /2, con v max = ωA = 2π fA. Pertanto in O (e, per la conservazione <strong>del</strong>l’energia,<br />
in ogni altra posizione) l’energia totale di K è adesso mω 2 A 2 / 2. Questa<br />
«energia in più» è l’energia che occorre somministrare a K perché<br />
oscilli di moto armonico.<br />
Osservazione. Se, come sarebbe stato <strong>del</strong> tutto legittimo, avessimo scelto diversamente<br />
il riferimento <strong>del</strong>l’energia potenziale, nella posizione centrale O<br />
l’energia potenziale di K non sarebbe stata nulla, e avremmo quindi ottenuto<br />
per l’energia <strong>del</strong> punto oscillante un diverso valore: ciò significa che il valore<br />
<strong>del</strong>l’energia totale di un punto di massa assegnata che oscilla di moto armonico<br />
con ampiezza e frequenza assegnate è indeterminato. Quello che invece è sempre<br />
univocamente determinato è il supplemento di energia di cui, per poter<br />
oscillare, il punto in questione ha bisogno.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 52<br />
CAPITOLO 10 − ATTRITO<br />
I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />
dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />
di seguito.<br />
1 [R] L’attrito radente si manifesta quando un corpo striscia, l’attrito volvente<br />
quando un corpo rotola (vero/falso).<br />
2 [R] Una pallina scende rotolando senza strisciare lungo un piano inclinato.<br />
L’attrito che produce il rotolamento deve considerarsi statico o dinamico?<br />
8 *[R](a) In che direzione agisce sulle ruote la forza d’attrito radente alla partenza<br />
di un’automobile? (b) In che direzione, se l’automobilista toglie gas? (c) In<br />
che direzione, se l’automobilista frena? (d) Per quale ragione in una frenata a<br />
ruote bloccate lo spazio d’arresto può risultare più grande?<br />
9 [R] Una sfera è costituita per metà di sughero, per metà d’ottone. Supponiamo<br />
di tenere in equilibrio la sfera su un piano orizzontale in modo che il piano di<br />
separazione <strong>del</strong>le due semisfere risulti verticale. Se lasciamo andare la sfera,<br />
come si muoverebbe il suo baricentro in assenza di attrito?<br />
10 [R] Dovendo calcolare la forza d’attrito dinamico<br />
su un corpo di peso P che scivola su una superficie<br />
concava (fig.7), uno studente ha moltiplicato<br />
il componente P n <strong>del</strong> peso sulla normale alla superficie<br />
d’appoggio per il coefficiente d’attrito radente<br />
dinamico. Quale errore ha commesso?<br />
Fig. 7<br />
11 [R] Le forze d’attrito possono compiere solo lavoro resistente (vero/falso).<br />
14 [R] Un blocco K di 20 kg è immobile su un piano orizzontale, soggetto al peso<br />
e alla reazione <strong>del</strong> piano d’appoggio: il coefficiente d’attrito statico tra le superfici<br />
a contatto è μ 0 = 0,4.<br />
(a) Se al blocco viene applicata una forza F r inclinata rispetto al piano orizzontale<br />
di 30° verso il basso, qual è il massimo valore che, senza pregiudizio <strong>del</strong>l’equilibrio,<br />
può assumere F r ?<br />
(b) * Qual è il minimo valore <strong>del</strong>la forza capace di mettere il blocco in movimento?<br />
19 [R] Dopo aver percorso ruotando senza strisciare un tratto orizzontale, una pallina<br />
inizia la risalita di un piano inclinato. Arriverà più in alto in assenza oppure<br />
in presenza di attrito radente? Nel secondo caso, si faccia l’ipotesi che<br />
l’attrito sia abbastanza grande da impedire ogni strisciamento.<br />
21 * [R] Un uomo sta salendo su una scala a pioli appoggiata al muro. Supponendo<br />
che la scala abbia peso trascurabile e che il coefficiente d’attrito tra scala e<br />
parete sia lo stesso che tra scala e pavimento, si determini la massima altezza a<br />
cui può giungere l’uomo senza che la scala scivoli.<br />
P r<br />
P r<br />
n
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 53<br />
23 * [R] Un blocchetto K è a contatto di un cuneo<br />
C che può scivolare in direzione orizzontale (fig.<br />
10). Considerando sia il caso di assenza di attrito<br />
che il caso contrario, si chiarisca come deve<br />
muoversi C se vogliamo che K (che è soggetto<br />
solo al peso e alla forza proveniente da C)<br />
si mantenga immobile rispetto a C.<br />
25 * [R] Cilindro (o sfera) su piano inclinato: determinare la massima pendenza<br />
compatibile con un moto di puro rotolamento (con partenza da fermo).<br />
26 * [R] Si consideri un’automobile di massa 1200 kg. Posto che il coefficiente<br />
d’attrito radente statico tra ruote e terreno sia μ 0 = 1, che il coefficiente d’attrito<br />
volvente sia μ v = 15 mm e che il raggio <strong>del</strong>le ruote sia R = 30 cm, si determini<br />
quale forza occorrerebbe applicare alla macchina per metterla in movimento:<br />
(a) a ruote bloccate, in presenza di attrito radente,<br />
(b) a ruote libere, in presenza di attrito volvente ma non di attrito radente,<br />
(c) a ruote libere, in presenza di attrito radente ma non di attrito volvente,<br />
(d) a ruote libere, in presenza di attrito sia radente che volvente.<br />
28 [R] Con riferimento alla fig.11 (forza motrice<br />
applicata ad altezza R), si spieghi se<br />
la presenza di attrito volvente aumenta o<br />
diminuisce il rischio di slittamento <strong>del</strong>la<br />
ruota sul terreno.<br />
29 [R] Si consideri una ruota (ad esempio, la<br />
ruota posteriore <strong>del</strong>la bicicletta) a cui viene<br />
applicata una coppia motrice di momento<br />
τ, e si spieghi se la presenza di attrito<br />
volvente aumenta o diminuisce il rischio<br />
di slittamento <strong>del</strong>la ruota sul terreno.<br />
C<br />
K<br />
K<br />
Fig. 11 – Ruota sottoposta<br />
a forza motrice.<br />
Fig. 10<br />
F r
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 54<br />
SOLUZIONI<br />
1 Falso: quando un corpo rotola c’è sempre attrito volvente<br />
(salvo il caso teorico di corpi rigidi o di corpi<br />
perfettamente elastici), ma c’è anche attrito radente se A r vr<br />
questo serve a contrastare lo strisciamento di una superficie<br />
sull’altra. Ad esempio, se una pallina viene<br />
posta su un piano inclinato e poi abbandonata a sé<br />
stessa (fig.1), in assenza di attrito radente scivolerebbe<br />
verso il basso senza ruotare (il peso e la reazione Fig. 1<br />
<strong>del</strong> vincolo, perpendicolare al piano per l’assenza di<br />
attrito, avrebbero entrambi momento zero rispetto al<br />
centro <strong>del</strong>la sfera): il rotolamento con velocità angolare via via più grande è<br />
prodotto dalla forza A r d’attrito radente (e contrastato dall’eventuale attrito volvente).<br />
Altro esempio: se una palla da biliardo viene colpita a mezza altezza,<br />
per effetto <strong>del</strong>l’attrito radente che ne contrasta il moto di scivolamento incomincia<br />
a rotolare perdendo velocità. Quando la velocità v di avanzamento è<br />
diminuita e la velocità ω di rotazione aumentata fino a che la relazione ω =<br />
= v/R è soddisfatta, non c’è più alcuno strisciamento da contrastare, e l’attrito<br />
radente non agisce più.<br />
2 Il rotolamento è prodotto dall’attrito radente, e dato che non si verificano strisciamenti<br />
si tratta di attrito statico: la forza d’attrito è applicata a punti che<br />
hanno velocità zero.<br />
8 (a) In assenza di attrito sul terreno, le ruote motrici (collegate al motore) girerebbero<br />
a vuoto, mentre le ruote d’appoggio resterebbero immobili. L’attrito<br />
contrasta lo strisciamento <strong>del</strong>le ruote motrici agendo in avanti (di qui l’accelerazione<br />
in avanti <strong>del</strong>la macchina), e lo strisciamento <strong>del</strong>le ruote d’appoggio<br />
agendo su di esse all’indietro (il che ne determina il rotolamento).<br />
(b) Quando l’automobilista toglie gas la macchina rallenta: in assenza di attrito<br />
le ruote d’appoggio tenderebbero a conservare la propria velocità di rotazione,<br />
mentre la velocità di rotazione <strong>del</strong>le ruote motrici diminuirebbe bruscamente<br />
insieme alla velocità di rotazione <strong>del</strong> motore. Le une e le altre quindi striscerebbero<br />
sul terreno: la forza d’attrito agisce in avanti sulle ruote d’appoggio costringendole<br />
a girare meno rapidamente, e all’indietro sulle ruote motrici costringendole<br />
a girare più rapidamente.<br />
(c) In assenza di attrito tra gomme e terreno, i freni bloccherebbero le quattro<br />
ruote azzerandone bruscamente il moto di rotazione, e la macchina scivolerebbe<br />
senza venire in alcun modo rallentata. Le forze d’attrito tra gomme e terreno<br />
contrastano tale scivolamento, agendo in direzione opposta alla direzione di<br />
marcia: tendono cioè a far girare le ruote in avanti mantenendone il moto di rotazione.<br />
(d) Se la frenata non è troppo violenta in rapporto alle condizioni <strong>del</strong>le gomme<br />
e <strong>del</strong> terreno, le forze d’attrito sono abbastanza grandi da impedire <strong>del</strong> tutto lo
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 55<br />
scivolamento, costringendo le ruote a girare con la velocità angolare (ω = v/R,<br />
dove v è la velocità <strong>del</strong>la macchina) di un moto di puro rotolamento: in tal caso<br />
la macchina è rallentata dalle forze d’attrito statico che, al limite, possono raggiungere<br />
il proprio valore massimo μ 0 N. Se però la frenata è troppo brusca, le<br />
forze d’attrito non sono abbastanza grandi da riuscire a impedire <strong>del</strong> tutto lo<br />
scivolamento: le ruote quindi girano ma insieme scivolano (e al limite si bloccano<br />
e scivolano senza più girare), cosicché in questo caso sono le forze d’attrito<br />
dinamico − di valore inferiore al valore massimo <strong>del</strong>le forze d’attrito statico<br />
− a decelerare la macchina.<br />
9 Per la mancanza di attrito, la forza proveniente dal<br />
piano d’appoggio sarebbe verticale come il peso<br />
<strong>del</strong>la sfera (fig. 2): essendo perciò verticale la forza<br />
risultante sulla sfera, il baricentro G cadrebbe verso<br />
il basso lungo una retta verticale e la sfera ruoterebbe<br />
attorno a G scivolando fino ad avere il punto<br />
d’appoggio al di sotto <strong>del</strong> baricentro (possibile posizione<br />
di equilibrio stabile). Il moto proseguirebbe<br />
poi per inerzia − come quello di un pendolo − verso<br />
la posizione simmetrica di quella iniziale, e in<br />
definitiva il baricentro oscillerebbe su e giù sulla<br />
verticale condotta per la sua posizione iniziale.<br />
10 Il coefficiente d’attrito deve essere moltiplicato non per la forza P n , ma per la<br />
forza con cui le due superfici a contatto premono l’una sull’altra. Tale forza è<br />
in questo caso uguale a P n + mv 2 /R, dove m è la massa <strong>del</strong> blocchetto, v la sua<br />
velocità, R il raggio di curvatura <strong>del</strong>la superficie d’appoggio nel punto in cui si<br />
trova il blocchetto.<br />
11 Falso: le forze d’attrito radente contrastano sempre il moto relativo di scivolamento<br />
di una superficie sull’altra, e proprio per questo possono anche compiere<br />
lavoro positivo. Se, ad esempio, solleviamo dal tavolo una bottiglia, la forza<br />
d’attrito esercitata verso l’alto dalla mano sul vetro è applicata a punti che si<br />
spostano verso l’alto, e compie pertanto un lavoro positivo.<br />
14 (a) Al limite <strong>del</strong>l’equilibrio (fig. 4), risulta<br />
F cos30° = A 0/max = μ 0 (F sen30°+ P), da cui,<br />
essendo μ 0 = 0,4, deriva F ≤ 0,601 P.<br />
(b) Il limite che deve essere superato è dato<br />
dalla più piccola tra tutte le forze che sommate<br />
al peso P r <strong>del</strong> blocco danno una forza risultante<br />
inclinata di θ max = arctgμ 0 = 21,8° sulla normale.<br />
Come la fig.5 chiarisce, tale forza limite è a<br />
sua volta inclinata verso l’alto di θ max = 21,8°,<br />
P r<br />
Fig. 4<br />
Fig. 2<br />
F r 30°<br />
Rr<br />
θ max<br />
sughero<br />
P r<br />
G<br />
P r<br />
Fig. 5<br />
F r min<br />
R r<br />
θ max
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 56<br />
e il suo valore è quindi P senθ max = 20 kg × sen 21,8° = 7,43 kg. [8]<br />
19 In assenza di attrito la velocità angolare non può cambiare (le forze applicate,<br />
peso e reazione <strong>del</strong> vincolo, hanno momento zero rispetto al centro di massa):<br />
perciò durante la risalita il lavoro resistente <strong>del</strong> peso deve azzerare solo l’energia<br />
cinetica di traslazione ½ Mv 2 . In presenza invece di sufficiente attrito (puro<br />
rotolamento) viene annullata tutta l’energia cinetica, pari a 0,75 Mv 2 (vedi risp.<br />
30 a pag.386). Durante la risalita il peso compie quindi un lavoro resistente<br />
<strong>del</strong> 50 % superiore a prima, il che significa che in presenza di attrito l’altezza<br />
raggiunta dalla pallina è <strong>del</strong> 50% superiore.<br />
21 Schematicamente, la scala è soggetta a tre<br />
B<br />
forze: quella proveniente dal pavimento,<br />
quella proveniente dalla parete e quella proveniente<br />
dall’uomo (uguale, finché c’è equi-<br />
A<br />
librio, al peso <strong>del</strong>l’uomo [9] D 2α<br />
). Delle prime due<br />
sappiamo che possono avere una certa inclinazione<br />
massima α (con tgα uguale al coef-<br />
C<br />
ficiente d’attrito statico μ 0 ) rispetto alla normale<br />
alla superficie, e che quindi agiscono<br />
2α<br />
P<br />
lungo una retta compresa entro un angolo 2α.<br />
Perciò le rette d’azione di tali forze si incontreranno<br />
(fig.8) in un punto posto entro l’area<br />
ABCD. L’equilibrio <strong>del</strong>la scala richiede che Fig. 8<br />
per tale punto passi anche la retta d’azione<br />
<strong>del</strong>la terza forza, e quindi <strong>del</strong> peso <strong>del</strong>l’uomo<br />
[10] : pertanto, la posizione limite per l’uomo sulla scala è la posizione P posta<br />
al di sotto <strong>del</strong> punto A. Se la scala è tangente al cono d’attrito uscente dal<br />
punto d’appoggio inferiore, l’uomo può salire fino in cima (e a maggior ragione<br />
questo è possibile se l’inclinazione <strong>del</strong>la scala sulla verticale è inferiore).<br />
Nota: se l’uomo si ferma in una posizione K che precede la posizione limite,<br />
qualunque punto posto all’interno <strong>del</strong> trapezio ABCD sulla verticale per K può<br />
essere il punto di convergenza <strong>del</strong>le due reazioni vincolari, le quali restano pertanto<br />
indeterminate in direzione e valore: il problema non può essere risolto<br />
con la statica <strong>del</strong> corpo rigido.<br />
8 Si poteva anche procedere per via matematica, tenendo presente che al limite <strong>del</strong>l’equilibrio è<br />
F cosθ<br />
= A0 / max = μ0<br />
( P + Fsenθ<br />
) , annullando la derivata prima di F rispetto a θ e verificando che<br />
per tgθ = −μ 0 la derivata seconda di F è positiva.<br />
9 Se l’uomo è in equilibrio (e solo in tal caso), la forza <strong>del</strong>la scala sull’uomo (uguale in modulo<br />
alla forza <strong>del</strong>l’uomo sulla scala) è uguale e contraria all’altra forza agente sull’uomo, il suo peso.<br />
10 La somma dei momenti <strong>del</strong>le tre forze rispetto a un punto qualsiasi (in particolare, rispetto al<br />
punto d’intersezione <strong>del</strong>le due reazioni vincolari) deve infatti essere zero.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 57<br />
23 (a) Assenza di attrito. Su K agisce una forza<br />
verticale (il peso P r ) e una forza (la reazione<br />
<strong>del</strong> vincolo V r ) ortogonale alla superficie<br />
d’appoggio (fig.10). Avendo le due forze direzione<br />
diversa, la risultante è sicuramente<br />
diversa da zero, il che significa che il moto<br />
rettilineo orizzontale che vogliamo osservare<br />
per K non può essere uniforme. D’altra parte,<br />
se K si mantiene immobile rispetto a C la sua<br />
velocità verticale è costantemente zero, quindi è zero il componente verticale<br />
<strong>del</strong>la forza risultante, cioè V cosϕ = mg. Ma allora la forza orizzontale è<br />
V senϕ = (mg/cosϕ)senϕ = mg tgϕ (con direzione verso destra) e quindi K ha<br />
(come il cuneo, rispetto al quale è immobile) accelerazione orizzontale a r diretta<br />
verso destra di valore g tgϕ. La velocità <strong>del</strong> cuneo potrebbe essere diretta<br />
sia verso destra, con valori in aumento, che verso sinistra, con valori in diminuzione.<br />
Chiaramente, nella condizioni di accelerazione ora precisate la velocità<br />
verticale di K potrebbe anche mantenere un valore costante diverso da zero:<br />
rispetto al cuneo il blocco potrebbe cioè muoversi di moto uniforme, nel senso<br />
<strong>del</strong>la salita come nel senso <strong>del</strong>la discesa (si veda<br />
anche il problema 7 a pag.232 <strong>del</strong> <strong>testo</strong>).<br />
(b) Presenza di attrito. La reazione V r <strong>del</strong> vincolo<br />
può formare con la normale al piano inclinato un<br />
angolo massimo θ max definito da tgθ max = μ 0 .<br />
Come sopra, se la velocità verticale di K è zero la<br />
forza risultante sul blocco ma<br />
r = P r +V r è orizzontale.<br />
La fig.11 chiarisce che l’accelerazione dei<br />
due corpi a contatto può variare da<br />
a min = g tg (ϕ−θ max ) fino a<br />
a max = g tg (ϕ + θ max ).<br />
25 Sia ϕ l’angolo tra piano inclinato e piano orizzontale. In precedenza si è trovato<br />
che per un cilindro omogeneo la forza d’attrito radente necessaria per un moto<br />
di puro rotolamento è (1/3) P senϕ , tanto più grande quanto maggiore è la<br />
pendenza. D’altra parte, la forza d’attrito può tutt’al più raggiungere il valore<br />
μ 0 Pcosϕ , tanto più piccolo quanto maggiore è la pendenza. Chiaramente, il<br />
moto di rotolamento è possibile se la forza d’attrito necessaria non supera il<br />
massimo valore <strong>del</strong>la forza d’attrito disponibile: (P/3)senϕ ≤ μ 0 P cosϕ , il che<br />
significa ϕ max = arctg 3μ 0 .<br />
Per una sfera la forza d’attrito necessaria a un moto di puro rotolamento risultava<br />
(risp. 34, pag. 387 <strong>del</strong> <strong>testo</strong>) un po’ minore: (2/7)P senϕ . Dovendo evidentemente<br />
essere (2/7)P senϕ ≤ μ 0 P cosϕ , si deduce che è ϕ max = arctg 3,5μ 0 .<br />
Supponiamo ad esempio che sia μ 0 = 1 (gomma su asfalto asciutto). In tale<br />
ϕ<br />
ma<br />
r<br />
n<br />
V r<br />
ϕ<br />
P r Fig. 10<br />
P r<br />
ϕ<br />
ma r<br />
min<br />
θ max<br />
n<br />
ma r<br />
max<br />
Fig. 11
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 58<br />
specifico caso: (a) per evitare un moto traslatorio di scivolamento (si pensi a<br />
un’automobile a ruote bloccate) su un piano avente inclinazione ϕ occorre che<br />
sia tgϕ ≤ μ 0 = 1 (ϕ ≤ 45°); (b) per evitare che un cilindro scivoli mentre rotola<br />
occorre che sia tg ϕ ≤ 3μ 0 = 3 (ϕ ≤ 71,6°); (c) per evitare che una sfera<br />
scivoli mentre rotola occorre che sia tg ϕ ≤ 3,5μ 0 = 3,5 (ϕ ≤ 74,1°).<br />
26 (a) Una forza superiore alla massima possibile forza di attrito radente statico<br />
A 0/ max = μ 0 P = 1×1200 kg = 1200 kg.<br />
(b) Qualsiasi forza: le ruote traslerebbero senza incontrare alcuna resistenza.<br />
L’attrito volvente non avrebbe modo di manifestarsi.<br />
(c) Qualsiasi forza: il rotolamento <strong>del</strong>le ruote (determinato dal fatto che l’attrito<br />
radente impedisce lo strisciamento <strong>del</strong>le gomme sul terreno) non incontrerebbe<br />
alcuna resistenza.<br />
(d) Supponiamo, per semplicità, che il peso P e la forza F si ripartiscano equamente<br />
sulle quattro ruote. In tal caso la risposta è: qualsiasi forza F per cui risulti<br />
(F/4)R > μ v (P/4), vale a dire<br />
F > μ v P/R = (15×10 −3 m) × (1200 kg) / (30×10 −2 m) = 60 kg.<br />
Si noti che il valore limite così ottenuto è 20 volte inferiore a quello ottenuto<br />
alla risposta (a): il vantaggio che può essere offerto dalla ruota è palese.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 59<br />
CAPITOLO 11 − GRAVITAZIONE<br />
2 Due oggetti A e B identici si trovano il primo sulla superficie <strong>del</strong>la Terra, il secondo<br />
sulla verticale <strong>del</strong> primo, a un’altezza pari al raggio terrestre R T . Quanto<br />
distano il baricentro <strong>del</strong> sistema A+B e il centro di massa?<br />
3 L’attrazione gravitazionale tra due corpi può essere sempre calcolata con l’artificio<br />
di collocare le due masse nei rispettivi centri di massa (vero/falso).<br />
7 Nel moto attorno alla Terra, l’accelerazione <strong>del</strong>la Luna (distante dalla Terra<br />
circa 384 000 km) è 2,73 mm/s 2 . Nel moto attorno al Sole, l’accelerazione <strong>del</strong>la<br />
Luna (distante dal Sole circa 150 milioni di km) è circa 6 mm/s 2 . In che rapporto<br />
stanno le forze esercitate sulla Luna dal Sole e dalla Terra?<br />
8 In che rapporto stanno, a parità di velocità iniziale, le altezze raggiunte sulla<br />
Terra e sulla Luna con un lancio verticale?<br />
10 [R] Quanto impiega a fare il giro <strong>del</strong>la Terra un satellite distante 300 km dalla<br />
superficie terrestre?<br />
12 Un satellite geostazionario si mantiene necessariamente nel piano equatoriale<br />
(vero/falso).<br />
14 I satelliti <strong>del</strong>la Terra hanno tutti, per la seconda legge di Keplero, la stessa velocità<br />
areale (vero/falso).<br />
15 [R] Si determini la velocità areale di un pianeta facendo l’ipotesi che l’orbita<br />
sia circolare con raggio R.<br />
17 Con riferimento a pianeti su orbite circolari, si dimostri che il rapporto T 2 /R 3<br />
tra il quadrato <strong>del</strong> periodo di rivoluzione e il cubo <strong>del</strong> raggio <strong>del</strong>la circonferenza<br />
percorsa è necessariamente costante al variare di R.<br />
19 Che cosa si ottiene moltiplicando il peso di un satellite per la sua distanza dal<br />
centro <strong>del</strong>la Terra?<br />
20 * [R] Campo gravitazionale prodotto da un guscio<br />
semisferico omogeneo disposto come in<br />
fig.8: si dimostri che, in tutti i punti <strong>del</strong> cerchio<br />
orizzontale che chiude superiormente la cavità,<br />
il campo g r è verticale.<br />
Fig. 8<br />
21 Si determini l’andamento <strong>del</strong>l’accelerazione di gravità nel campo prodotto da<br />
una massa M distribuita in modo uniforme entro un volume sferico.<br />
22 Si dimostri che un corpo K, lasciato cadere dentro un pozzo rettilineo che attraversa<br />
tutta la Terra da un qualsiasi punto A a un qualsiasi altro punto B,<br />
oscillerebbe all’infinito, in assenza di attriti, tra A e B; e che, se la Terra fosse<br />
una sfera omogenea, il moto sarebbe armonico con un periodo uguale a quello<br />
che avrebbe un satellite su orbita bassa in assenza di atmosfera.<br />
g r
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 60<br />
24 [R] Un oggetto A di massa m subisce un breve spostamento verticale h in prossimità<br />
<strong>del</strong>la superficie terrestre. Un oggetto B di massa uguale, posto sulla verticale<br />
per A e distante da A un raggio terrestre, subisce a sua volta lo stesso spostamento<br />
verticale. È possibile calcolare il lavoro complessivo <strong>del</strong>le forze gravitazionali<br />
concentrando la massa <strong>del</strong> sistema A + B nel centro di massa? È possibile<br />
calcolarlo concentrando la massa nel baricentro?<br />
25 * Si calcoli il valore <strong>del</strong> rapporto T 2 /R 3 tra il quadrato <strong>del</strong> periodo di rivoluzione<br />
di un pianeta e il cubo <strong>del</strong> semiasse maggiore <strong>del</strong>la sua orbita.<br />
28 * [R] Si consideri il sistema isolato costituito da due stelle che ruotano assieme<br />
attorno al centro di massa <strong>del</strong> sistema: fatta l’ipotesi che la distanza tra le due<br />
stelle si mantenga costante, si determini il comune periodo di rotazione.<br />
29 Si calcoli l’energia totale di un satellite <strong>del</strong>la Terra, sapendo che la distanza<br />
minima dal centro <strong>del</strong>la Terra è r P e che la distanza massima è r A .<br />
30 Si determini il lavoro che occorre compiere per spostare un satellite da un’orbita<br />
circolare di raggio R 1 a un’orbita circolare di raggio R 2 .<br />
31 Si determini quanta energia è strettamente necessario spendere per porre in orbita<br />
un satellite di massa m lungo una traiettoria avente distanza minima dalla<br />
Terra r P = R 0 e distanza massima r A = 5R 0 (dove R 0 è il raggio terrestre).<br />
32 * [R] Una capsula spaziale di massa m = 10 4 kg, che percorre un’orbita circolare<br />
mantenendosi 500 km al di sopra <strong>del</strong>la superficie terrestre, deve essere<br />
spostata su un’orbita circolare più ampia, in modo che si mantenga a 1500 km<br />
dalla superficie terrestre. Il risultato viene ottenuto accendendo brevemente i<br />
motori, che producono una spinta costante di 1,25×10 5 N parallelamente alla<br />
direzione <strong>del</strong> moto, una prima volta per immettere la capsula su un’orbita di<br />
trasferimento, una seconda volta, raggiunta la distanza di 1500 km, per immetterla<br />
nell’orbita finale. Assumendo che la Terra sia una sfera di raggio R T =<br />
= 6370 km e massa M = 5,983 × 10 24 kg,<br />
(a) calcolare l’energia cinetica <strong>del</strong>la capsula nelle due orbite circolari;<br />
(b) descrivere le caratteristiche geometriche <strong>del</strong>l’orbita di trasferimento;<br />
(c) calcolare quale valore di energia cinetica deve essere raggiunto con la prima<br />
accensione se vogliamo che la capsula si sposti poi fino a una distanza massima<br />
di 1500 km;<br />
(d) determinare quanto deve durare la prima accensione;<br />
(e) chiarire la direzione di spinta dei motori in corrispondenza <strong>del</strong>la seconda<br />
accensione, e determinare quanto deve durare la seconda accensione;<br />
( f ) calcolare il tempo impiegato dalla capsula a percorrere l’orbita di trasferimento.<br />
[11]<br />
11 Problema proposto alla gara nazionale studentesca <strong>del</strong> 1993 per le Olimpiadi di Fisica.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 61<br />
33 [R] (a) Si vuole che la velocità di un corpo tenda alla velocità di fuga quando<br />
la distanza dalla Terra tende a infinito. Con quale velocità occorrerebbe lanciarlo<br />
in assenza di atmosfera?<br />
(b) Con quale velocità «giunge all’infinito» un corpo lanciato con velocità<br />
doppia rispetto a quella di fuga?<br />
(c) A quale distanza dal centro <strong>del</strong>la Terra la velocità è uguale alla metà <strong>del</strong>la<br />
velocità di fuga, quando la velocità di lancio è uguale alla velocità di fuga?<br />
35 Si consideri un sistema isolato costituito da due stelle che orbitano attorno al<br />
centro di massa (CM) <strong>del</strong> sistema, e ci si ponga in un riferimento inerziale in<br />
cui il punto CM è immobile.<br />
a) La situazione può essere schematizzata come in fig.9 (vero / falso).<br />
b) La situazione può essere schematizzata come in fig.10 (vero / falso).<br />
CM<br />
CM<br />
Fig. 9 Fig. 10<br />
ALCUNE SOLUZIONI<br />
10 Per la terza legge di Keplero, il rapporto T 2 /R 3 deve avere lo stesso valore sia<br />
che venga riferito al satellite sia che venga riferito alla Luna: perciò T S =<br />
3<br />
= T L ( R S / R L ) . Posto che la distanza <strong>del</strong> satellite dal centro <strong>del</strong>la Terra sia<br />
circa (6400 + 300) km = 6700 km, e circa 384 000 km la distanza <strong>del</strong>la Luna, si<br />
ottiene T S ≈ T L 2,3×10 –3 ≈ (27,3 d)(86400 s/d) 2,3×10 –3 = 5425 s ≈ 90 min.<br />
Allo stesso risultato si arriva dividendo la lunghezza <strong>del</strong>la circonferenza percorsa<br />
dal satellite (2π R ≈ 2π × 6700 km) per la velocità <strong>del</strong> satellite. Quest’ultima<br />
si ottiene subito considerando che la forza gravitazionale mg agente<br />
sul satellite rappresenta in questo specifico caso (traiettoria circolare, forza<br />
perpendicolare alla velocità) la forza centripe\ta mv 2 /R. Perciò v = gR , ed<br />
essendo, per la legge di Newton, la grandezza gR 2 = GM costante al variare di<br />
R, sarà in particolare gR 2 2<br />
= g 0R T (dove g 0 , accelerazione di gravità a livello<br />
<strong>del</strong>la superficie terrestre, ha il ben noto valore 9,81 m/s 2 ). Possiamo quindi
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 62<br />
2<br />
scrivere v = g 0 R0<br />
/ R = 9,8 m/s<br />
2 2<br />
× (6400 / 6700) km = 7,74 km/s. Pertanto<br />
T = 2π R/v ≈ (2π × 6700 km) / (7,74 km/s) ≈ 90 min.<br />
24 Risposta negativa a entrambe le domande. A distanza R dal centro <strong>del</strong>la Terra<br />
l’accelerazione di gravità è g 0 , a distanza 2R è g 0 /4 = 0,25 g 0 . Il lavoro effettivo<br />
è quindi L = m (g 0 + 0,25 g 0 )h = 1,25 mg 0 h.<br />
Concentrando la massa nel CM (posto a distanza 1,5 R dal centro <strong>del</strong>la Terra,<br />
dove g = g 0 /1,5 2 = 0,444 g 0 ) otteniamo L' = 2m (0,444 g 0 ) h = 0,888 mg 0 h<br />
= 0,888 L, un valore quindi inferiore a quello vero.<br />
Il baricentro si trova invece a distanza R/5 sopra la superficie terrestre, dove<br />
l’accelerazione di gravità è g 0 /1,2 2 = 0,694 g 0 . Se localizziamo la massa <strong>del</strong><br />
sistema nel baricentro otteniamo L" = 2m (0,694 g 0 ) h = 1,39 mg 0 h = 1,39 L,<br />
un valore questa volta superiore al valore vero. Quando la massa è distribuita in<br />
uno spazio entro al quale il campo gravitazionale non può considerarsi unifor-<br />
15 L’area A spazzata dal segmento Sole - pianeta in un periodo è π R 2 . Il periodo T<br />
è la lunghezza 2πR diviso la velocità (v = gR = GM / R ). Perciò la velocità<br />
areale è v* = A/T = π R 2 / ( 2πR / gM/<br />
R)<br />
= G M R / 4 .<br />
Si poteva arrivare al risultato anche<br />
in altro modo: dato che nel tempuscolo<br />
dt lo spostamento <strong>del</strong> pianeta<br />
dA v dt<br />
R +dR<br />
(fig. 2) è ds = vdt, l’area descritta in<br />
R<br />
dt dal segmento Sole - pianeta è, a<br />
Fig. 2<br />
meno di infinitesimi di ordine superiore,<br />
dA = ½ Rvdt. Perciò la velocità<br />
areale dA/dt è<br />
½ Rv = ½R G M/ R = G M R / 4 .<br />
Per il calcolo <strong>del</strong>la velocità areale lungo un’orbita ellittica si veda la risposta<br />
25.<br />
20 Si consideri un punto P sul cerchio che <strong>del</strong>imita<br />
la cavità. Sovrapponiamo al nostro guscio S un<br />
guscio S ' che sia l’immagine speculare di S rispetto<br />
al piano orizzontale per P, in modo da<br />
formare un unico guscio sferico (fig.3). È chiaro<br />
che il secondo guscio produce in P un campo g r '<br />
che è a sua volta l’immagine speculare <strong>del</strong> campo<br />
g r prodotto in P da S. Dovendo essere zero il<br />
campo complessivamente prodotto dai due gusci,<br />
r r<br />
deve risultare g = − g ' , il che è possibile solo se,<br />
contrariamente a quanto mostra il disegno, g r è<br />
diretto verticalmente.<br />
Fig. 3<br />
g r '<br />
P<br />
g r<br />
S '<br />
S
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 63<br />
me, nel calcolo <strong>del</strong> lavoro <strong>del</strong>le forze gravitazionali la massa deve essere lasciata<br />
dove effettivamente si trova.<br />
28 Essendo costante la distanza d tra le due stelle,<br />
m"<br />
è anche costante la distanza di ogni stella dal<br />
r"<br />
centro di massa <strong>del</strong> sistema: ciò significa che,<br />
nel riferimento inerziale in cui il CM risulta<br />
immobile, le due stelle percorrono orbite circolari<br />
centrate nel CM, impiegando uno stesso<br />
r' CM<br />
tempo T per fare un giro completo. Se la stella<br />
m'<br />
di massa m' si trova a distanza r ' dal CM<br />
(fig. 9), la sua accelerazione sarà [A] ω 2 r ' =<br />
= F/m' = Gm"/d 2 . Analogamente, l’accelerazione<br />
<strong>del</strong>la stella di massa m" sarà [B] ω 2 r" =<br />
Fig. 9<br />
= F/m" = Gm'/d 2 . Sommando membro a<br />
membro la [A] e la [B] otteniamo ω 2 (r '+r")<br />
= G(m'+m")/d 2 , e quindi, essendo r '+r" = d, ω 2 = G (m'+m")/d 3 , da cui<br />
3<br />
d<br />
T =2π /ω = 2π<br />
, vale a dire T 2 / d 3 = 4π 2 / G(m'+m").<br />
G ( m'<br />
+ m")<br />
Chiaramente, tale relazione rappresenta una generalizzazione di quella trovata<br />
alla risposta 26 (alla quale si riconduce quando una <strong>del</strong>le due masse è molto più<br />
grande <strong>del</strong>l’altra, nel qual caso la massa complessiva m'+m" è praticamente<br />
uguale alla più grande <strong>del</strong>le due).<br />
32 (a) L’energia cinetica su un’orbita circolare è<br />
½ GmM /r. Con i dati <strong>del</strong> problema si ottiene<br />
EC 1 = 2,905 ×10 11 J, EC 2 = 2,536 × 10 11 J.<br />
(b) L’orbita di trasferimento (linea a tratteggio<br />
in fig.11) viene percorsa sotto l’azione <strong>del</strong>le<br />
sole forze gravitazionali: si tratta quindi di<br />
un’ellisse (che verrà percorsa solo per metà)<br />
con un fuoco nel centro <strong>del</strong>la Terra, tangente<br />
all’orbita circolare iniziale e all’orbita circolare<br />
P<br />
Fig. 11<br />
A<br />
finale. La spinta dei motori viene data al perigeo P (500 km dalla superficie terrestre),<br />
l’inserimento nella nuova orbita si verifica all’apogeo A (1500 km dalla<br />
superficie terrestre).<br />
(c) Dal momento <strong>del</strong> primo spegnimento dei motori (al perigeo <strong>del</strong>l’ellisse) fino<br />
alla riaccensione (all’apogeo) l’energia totale resta costante: EC P + EP P =<br />
= EC A + EP A . Tenuto conto che a distanza r 1 l’energia potenziale (rispetto all’infinito)<br />
è − GmM/r 1 , e che lungo l’orbita di trasferimento l’energia totale è<br />
GmM r2<br />
− GmM /(r 1 + r 2 ), si ottiene EC P =<br />
r + r<br />
= 3,102 × 10 11 J.<br />
1 2 r1
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 64<br />
(d) Dato che la spinta dei motori è parallela alla velocità <strong>del</strong>la capsula, e potendosi<br />
il moto considerare rettilineo durante la breve fase di accensione dei motori,<br />
il teorema <strong>del</strong>l’impulso dà F Δt = m Δv = m(v P − v 1 ). Le velocità si deducono<br />
dai valori già calcolati <strong>del</strong>l’energia cinetica, ottenendo<br />
v 1 = 7,622 ×10 3 m/s e v P = 7,877 ×10 3 m/s. Tenuto conto <strong>del</strong> valore numerico<br />
<strong>del</strong>la forza F e <strong>del</strong>la massa m si ottiene Δt = 20,3 s.<br />
(e) All’apogeo <strong>del</strong>l’ellisse la velocità deve passare da v A = v P r P /r A = 6,876<br />
×10 3 2 EC<br />
m/s a v 2 =<br />
2<br />
= 7,122 ×10 3 m/s. La spinta deve essere quindi effettuata<br />
nella direzione stessa <strong>del</strong> moto e, come si trova col teorema <strong>del</strong>l’im-<br />
m<br />
pulso, deve durare 19,7 s.<br />
( f ) È la metà <strong>del</strong> tempo T di percorrimento <strong>del</strong>l’intera ellisse. Per la terza legge<br />
2<br />
2<br />
T T1<br />
di Keplero, = , dove T<br />
3<br />
1 ed r 1 si riferiscono all’orbita circolare<br />
r1<br />
+ r2<br />
3<br />
( )<br />
r1<br />
2<br />
iniziale. Essendo T 1 = 2π r 1 /v 1 = 5663 s, si trova T = 6292 s. Il tempo di trasferimento<br />
è quindi (6292 /2) s = 3146 s (52,4 min).<br />
33 (a) Nel passaggio dalla Terra all’infinito c’è una perdita di energia cinetica pari<br />
all’energia cinetica di fuga: perciò l’energia cinetica iniziale dev’essere il doppio<br />
<strong>del</strong>l’energia cinetica di fuga, il che significa che la velocità di lancio è<br />
v = 2 v F = 1,41 v F .<br />
(b) L’energia cinetica di lancio è per ipotesi il quadruplo <strong>del</strong>l’energia cinetica<br />
di fuga. L’energia cinetica all’infinito è allora il triplo <strong>del</strong>l’energia cinetica di<br />
fuga, il che significa che la velocità all’infinito è v = 3 v F = 1,73 v F .<br />
2<br />
m vF<br />
2 mvF<br />
1 1<br />
(c) Teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica: ( ) = + GmM ( − ) , da cui<br />
2 2 2<br />
r RT<br />
2<br />
(tenuto conto che v F = 2GM/R T ) si ottiene r = 4R T .
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 65<br />
CAPITOLO 12 − DINAMICA RELATIVA<br />
I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />
dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />
di seguito.<br />
1 [R] (a) Si spieghi quale peso viene attribuito da una bilancia, internamente a un<br />
montacarichi che viaggia verso il basso con velocità costante 3 m/s, a un blocco<br />
di massa 72 kg.<br />
(b) Che cosa segnerebbe la bilancia se il montacarichi avesse accelerazione<br />
(1/8) m/s 2 verso l’alto?<br />
(c) E se l’accelerazione avesse lo stesso valore ma fosse diretta verso il basso?<br />
(d) In quale eventualità la bilancia segnerebbe 96 kg?<br />
(e) In quale eventualità la bilancia segnerebbe zero?<br />
( f ) Come si comporterebbe in quest’ultimo caso la pallina di un pendolo?<br />
(g) È teoricamente possibile che nel riferimento <strong>del</strong> montacarichi il peso risulti<br />
diretto verso l’alto?<br />
3 * [R] La fig. 17 vuole rappresentare una vaschetta<br />
piena d’acqua che scivola senza incontrare attrito<br />
lungo un piano inclinato. Si chiarisca se, per<br />
quanto riguarda la superficie libera <strong>del</strong> liquido, la<br />
situazione è stata rappresentata in modo corretto.<br />
7 * [R] Il blocchetto K, di massa m, appoggia<br />
senza attrito sul cuneo C (fig. 18). Sapendo<br />
che C è animato da moto rettilineo uniformemente<br />
vario in direzione orizzontale, si<br />
descriva il moto di K, e si chiarisca se la forza<br />
orizzontale F r applicata al cuneo C è costante.<br />
Fig. 17<br />
8 * [R] Come sopra, ma si supponga questa volta che il cuneo C, di massa M,<br />
possa scivolare senza attrito sul piano orizzontale, e che le uniche forze esterne<br />
applicate al sistema cuneo + blocchetto siano le forze gravitazionali e la reazione<br />
<strong>del</strong> piano d’appoggio. Posto che entrambi i corpi abbiano inizialmente<br />
velocità zero, determinare la velocità <strong>del</strong> cuneo in funzione <strong>del</strong>lo spostamento<br />
verticale <strong>del</strong> blocchetto.<br />
K<br />
F r C<br />
Fig. 18
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 66<br />
SOLUZIONI<br />
1 (a) 72 kg. Le forze apparenti sono entrambe zero, il peso indicato dalla bilancia<br />
coincide col peso effettivo. Dal punto di vista <strong>del</strong>l’osservatore fisso (inerziale)<br />
la somma <strong>del</strong>le forze sul blocco deve essere zero: 72 kg verso il basso (il peso),<br />
72 kg verso l’alto (la reazione proveniente dalla bilancia).<br />
(b) La forza apparente di trascinamento ( − ma<br />
r ) sarebbe (72/8) kg = 9 kg verso<br />
il basso, il peso apparente sarebbe (72 + 9) kg = 81 kg. Dal punto di vista<br />
<strong>del</strong>l’osservatore fisso, 81 kg verso l’alto sono la forza che occorre venga esercitata<br />
sul blocco dalla bilancia affinché il blocco sia complessivamente soggetto<br />
a una forza pari a 1/8 <strong>del</strong> peso, diretta verso l’alto.<br />
(c) La somma <strong>del</strong> peso effettivo e <strong>del</strong>la forza apparente di trascinamento (9 kg<br />
verso l’alto) dà 63 kg: è l’indicazione <strong>del</strong>la bilancia (peso apparente).<br />
(d) Quando la forza apparente di trascinamento fosse 24 kg (un terzo <strong>del</strong> peso)<br />
verso il basso, e cioè l’accelerazione <strong>del</strong> montacarichi (e <strong>del</strong> blocco) fosse g/3<br />
verso l’alto. Sul blocco agirebbe in tal caso una forza complessiva pari a un<br />
terzo <strong>del</strong> peso (24 kg) verso l’alto.<br />
(e) Quando la forza di trascinamento fosse uguale e contraria al peso, quando<br />
cioè il montacarichi avesse accelerazione g verso il basso (caduta libera).<br />
( f ) Come se la gravità fosse annullata: resterebbe solo la forza proveniente dal<br />
filo, perpendicolare alla velocità <strong>del</strong>la pallina. La velocità <strong>del</strong>la pallina manterrebbe<br />
sempre lo stesso valore, e la pallina si muoverebbe nel piano originario<br />
di oscillazione mantenendosi sempre alla stessa distanza dal punto di sospensione:<br />
moto circolare uniforme.<br />
(g) Il peso apparente è diretto verso l’alto quando la forza di trascinamento è<br />
diretta verso l’alto ed è più grande <strong>del</strong> peso: questo accade se l’accelerazione<br />
<strong>del</strong> montacarichi è diretta verso il basso con valore superiore a g.<br />
3 Sì, la figura è corretta. La vaschetta scivola con accelerazione<br />
g senϕ diretta parallelamente al piano<br />
d’appoggio verso il basso. La superficie libera <strong>del</strong><br />
liquido (che ha massa m) si dispone perpendicolarmente<br />
al peso apparente mg r ' = mg<br />
r − ma<br />
r , dove a r<br />
(accelerazione di trascinamento) è l’accelerazione<br />
<strong>del</strong>la vaschetta. Il fatto che sia a = g senϕ significa<br />
(fig.1) che il peso apparente mg<br />
r ' è perpendicolare<br />
al piano inclinato: il quale risulta dunque<br />
parallelo alla superficie <strong>del</strong> liquido.<br />
Se ci fosse attrito, l’accelerazione <strong>del</strong>la vaschetta<br />
sarebbe a'
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 67<br />
7 Le forze agenti su K sono il peso P r e la reazione<br />
<strong>del</strong> vincolo V r , <strong>del</strong>la quale sappiamo a<br />
priori che, per l’assenza di attrito, è perpendicolare<br />
al piano inclinato. L’accelerazione di<br />
K nel riferimento fisso è allora<br />
[A] a r r r r<br />
P + V r V<br />
= = g + .<br />
m m<br />
Sappiamo però anche che, se A r<br />
è l’accelerazione<br />
<strong>del</strong> cuneo (accelerazione di trascinamento)<br />
e a r ' l’accelerazione di K rispetto<br />
al cuneo, è<br />
[B] a r = A r + a r '<br />
dove di a r ' si sa a priori che è parallela al piano<br />
inclinato. Come la fig. 5 chiarisce, l’insieme<br />
<strong>del</strong>la [A] e <strong>del</strong>la [B] determina in modo univoco sia<br />
A r<br />
a r ' n<br />
ϕ<br />
a r r<br />
V / m<br />
ϕ<br />
ϕ<br />
g r<br />
Fig. 5<br />
a r ' , sia a r , sia<br />
r<br />
V / m<br />
(e quindi la reazione <strong>del</strong> vincolo). L’accelerazione relativa è a' = g senϕ −<br />
− A cosϕ , l’accelerazione assoluta ha componente orizzontale a x = A + a'cosϕ<br />
e componente verticale a y = = a'senϕ . Tutti i valori trovati sono costanti nel<br />
tempo. Il moto relativo, in cui la velocità è parallela all’accelerazione, è quindi<br />
rettilineo uniformemente vario (la velocità varia linearmente nel tempo); il moto<br />
assoluto è uniformemente accelerato (vettore a r costante) con traiettoria parabolica<br />
e asse <strong>del</strong>la parabola parallelo ad a r (se però, nel momento in cui il<br />
cuneo comincia ad accelerare, la velocità assoluta di K è zero o è parallela ad<br />
a r , il moto assoluto di K è rettilineo e uniformemente vario). Essendo costante<br />
in valore e direzione la forza − V r<br />
<strong>del</strong> blocchetto sul cuneo, il moto di quest’ultimo<br />
(uniformemente vario per ipotesi) richiede che anche la forza orizzontale<br />
esterna ad esso applicata sia costante.<br />
Casi particolari. Se, a partire dalla situazione rappresentata in fig. 5, l’accelerazione<br />
A r <strong>del</strong> cuneo aumenta, a' diminuisce gradualmente fino ad annullarsi<br />
(moto relativo uniforme) per A = g tgϕ , mentre la reazione V r diventa via via<br />
più grande. Se A r continua a crescere, a un certo punto a r ' cambia direzione<br />
(l’espressione g senϕ − A cosϕ di a' diventa negativa) e diventa a sua volta<br />
(come V r<br />
/m)<br />
sempre più grande. Se A r si annulla, a r ha valore g senϕ e coincide<br />
con a r ' (il cuneo si muove di moto traslatorio, rettilineo e uniforme rispetto<br />
al riferimento fisso, quindi nei due riferimenti l’accelerazione è la stessa). Se<br />
A r cambia direzione e diventa sempre più grande, a r ' è diretta nel senso <strong>del</strong>la<br />
discesa e diventa a sua volta sempre più grande, mentre la direzione di a r si<br />
approssima alla verticale e la reazione V r diventa sempre più piccola. Per A =
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 68<br />
= g/tgϕ la reazione V r si annulla e a r coincide con l’accelerazione di gravità.<br />
Se A r cresce ulteriormente V r dovrebbe assumere il carattere di una forza di richiamo<br />
verso il piano inclinato: ma se il blocchetto è semplicemente appoggiato<br />
ciò che in realtà si verifica è il suo distacco dal cuneo, e quindi la sua caduta<br />
con accelerazione g r .<br />
8 Dato che, per l’assenza di attrito tra cuneo e piano d’appoggio, nessuna forza<br />
esterna agisce sul sistema in direzione orizzontale, il centro di massa <strong>del</strong> sistema<br />
non subisce spostamenti orizzontali: il cuneo si sposta perciò verso sinistra<br />
con velocità V r e il blocchetto verso destra con velocità v r<br />
x tale che<br />
[A] MV = mv x . Se v r è la velocità <strong>del</strong> blocchetto e h il suo spostamento verticale,<br />
per il teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica risulta<br />
2 2<br />
MV mv<br />
[B] + = mgh. Il lavoro complessivo <strong>del</strong>le forze interne è zero: la<br />
2 2<br />
forza <strong>del</strong> blocchetto sul cuneo, perpendicolare al piano inclinato per l’assenza<br />
di attrito, compie il lavoro positivo che produce l’energia cinetica acquisita dal<br />
cuneo (lo spostamento <strong>del</strong> cuneo nella direzione <strong>del</strong>la normale al piano inclinato<br />
è equiverso alla forza); la forza <strong>del</strong> cuneo sul blocchetto compie un lavoro<br />
uguale e contrario (sottraendo al blocchetto parte <strong>del</strong>l’energia cinetica prodotta<br />
dal lavoro <strong>del</strong> peso) perché, mantenendosi il blocchetto a contatto <strong>del</strong> cuneo, il<br />
suo spostamento nella direzione <strong>del</strong>la perpendicolare al piano inclinato è identico<br />
a quello <strong>del</strong> cuneo.<br />
La velocità v r <strong>del</strong> blocchetto (fig. 6) può<br />
esprimersi sia come v r r + x v , sia anche<br />
x<br />
MV<br />
2<br />
2<br />
2<br />
y<br />
2<br />
2<br />
mv mv<br />
x y MV m ⎛ MV ⎞ m<br />
2<br />
⎜ ⎟ vx<br />
V mgh,<br />
2 2 2 2 ⎝ m ⎠ 2<br />
come somma <strong>del</strong> velocità v r ' relativa con<br />
la velocità V r v r v r<br />
y<br />
v r '<br />
di trascinamento:<br />
r r r r r<br />
[C] v = vx<br />
+ vy<br />
= v' + V . Essendo v r<br />
v r V r ϕ<br />
x<br />
'<br />
Fig. 6<br />
parallela al piano inclinato, risulta<br />
vy<br />
[D] = tgϕ<br />
. Tenuto conto <strong>del</strong>la [A], <strong>del</strong>la [C] e <strong>del</strong>la [D], la [B] diven-<br />
v + V<br />
ta + + = + + [(<br />
+ ) tgϕ] =<br />
da cui V<br />
2<br />
2m<br />
ghcos<br />
ϕ<br />
= .<br />
2<br />
( m + M ) ( M + m sen ϕ)<br />
2<br />
2
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 69<br />
CAPITOLO 13 − DINAMICA ROTAZIONALE<br />
I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />
dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />
di seguito.<br />
3 Un punto K di massa m si muove di moto circolare uniforme con velocità v<br />
attorno al punto O. Se, per effetto di una forza F r sempre diretta verso O, il<br />
raggio <strong>del</strong>la circonferenza viene dimezzato, come varia il periodo <strong>del</strong> moto?<br />
quale lavoro ha compiuto F r ?<br />
6 Supponiamo che a un dato istante la forza con la quale il Sole attira un pianeta<br />
cessi di agire. Che accadrebbe da tale istante <strong>del</strong>la velocità areale <strong>del</strong> pianeta<br />
rispetto al Sole? Si assuma che sul pianeta non agisca più alcuna forza.<br />
7 Il punto materiale K viene lanciato con velocità<br />
orizzontale v r 0 lungo la parete interna di un contenitore<br />
emisferico di centro O e raggio R (fig.5),<br />
O<br />
in assenza di ogni attrito. Sapendo che inizialmente<br />
il vettore OK forma con la verticale un<br />
ϕ 0 R<br />
angolo ϕ 0 ,<br />
K<br />
(a) si trovi per quale valore <strong>del</strong>la velocità iniziale<br />
Fig. 5<br />
K si manterrebbe indefinitamente alla stessa altezza;<br />
(b) si determini quale valore minimo è necessario per la velocità iniziale se si<br />
vuole che K possa raggiungere il livello di O.<br />
11 [R] Che differenza c’è, dal punto di vista <strong>del</strong><br />
momento angolare rispetto all’asse di rotazione,<br />
tra le due situazioni illustrate nella figura<br />
a lato (fig. 10)? In A un cilindro omogeneo<br />
di raggio R sta ruotando con velocità an-<br />
Z<br />
Situazione A Situazione B<br />
golare ω costante attorno a un asse z fisso<br />
Fig. 10<br />
(rappresentato in figura dal punto Z), cosicché<br />
ogni punto <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong> cilindro si muove<br />
di moto circolare uniforme con velocità<br />
ωR attorno a z. In B un cilindro uguale al precedente sta rotolando senza strisciare,<br />
con velocità angolare ω, lungo un piano orizzontale, quindi l’asse z di<br />
rotazione (che è la linea di contatto) continua a cambiare posizione.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 70<br />
12 Un sistema rigido, costituito da due sfere identiche collegate con un’asta sottile,<br />
ruota attorno a un asse z. Sia P il punto di intersezione tra z e l’asta di collegamento:<br />
si spieghi se per qualcuna <strong>del</strong>le quattro situazioni illustrate in fig.11 il<br />
momento angolare assiale L r z coincide col momento angolare rispetto a P.<br />
z<br />
z<br />
z<br />
z<br />
A<br />
B<br />
C<br />
Fig. 11<br />
D<br />
16 * [R]Quando la velocità <strong>del</strong> centro di massa è zero, il momento angolare di un sistema<br />
è uguale rispetto a qualsiasi polo, ma il momento complessivo <strong>del</strong>le forze è<br />
in generale diverso a seconda <strong>del</strong> polo prescelto [12] . Come mai allora, quando è<br />
r<br />
v CM = 0, la L r τ = d / dt<br />
può essere applicata scegliendo come polo un punto qualsiasi?<br />
18 * Le tabelle seguenti danno, in termini di componenti cartesiane ortogonali, le<br />
posizioni e le velocità di due particelle A e B all’istante 1 e all’istante 2. Si<br />
chiarisca se sulla base di questi dati è possibile escludere che il sistema <strong>del</strong>le<br />
due particelle sia isolato, e se è lecito ipotizzare che le forze interne siano conservative.<br />
t (s) x A (cm) y A (cm) z A (cm) v Ax (cm/s) v Ay (cm/s) v Az (cm/s)<br />
1 0 0 0 0 10 0<br />
2 1 1 0 10 −20 0<br />
t (s) x B (cm) y B (cm) z B (cm) v Bx (cm/s) v By (cm/s) v Bz (cm/s)<br />
1 5 0 0 0 −40 0<br />
2 1 −4 0 −40 80 0<br />
23 * [R] Si applichi il teorema <strong>del</strong> momento angolare<br />
per calcolare l’accelerazione dei blocchi<br />
<strong>del</strong> sistema mostrato in fig. 34. Si assuma che<br />
non ci siano attriti e che sia trascurabile la<br />
massa dei fili e <strong>del</strong>le carrucole. Il problema era<br />
già stato risolto al capitolo 9 (domanda 26,<br />
pag.154) in applicazione <strong>del</strong>le leggi di Newton.<br />
m '<br />
Fig. 34<br />
m"<br />
12 Pro memoria: il momento di un sistema di forze è uguale per qualsiasi polo solo quando la somma<br />
<strong>del</strong>le forze è zero, nel qual caso è necessariamente zero anche l’accelerazione (non la velocità)<br />
<strong>del</strong> centro di massa.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 71<br />
27 Il cilindro omogeneo 1 (fig. 36), che può girare<br />
senza attrito attorno al proprio asse geometrico,<br />
è inizialmente immobile. Un cilindro omogeneo<br />
coassiale 2, che ruota senza attrito per inerzia<br />
con velocità angolare ω, cade a un certo momento<br />
sul disco 1 e, per effetto <strong>del</strong>l’attrito tra le<br />
due superfici a contatto, lo trascina in rotazione.<br />
Si trovi la velocità angolare finale <strong>del</strong> sistema.<br />
29 [R] Con riferimento alla domanda precedente, si<br />
supponga ora che tra cilindro e piano inclinato<br />
non ci sia alcun attrito. Applicando la τ = Jα all’asse<br />
<strong>del</strong> cilindro, rispetto al quale (fig. 37) sia il<br />
peso che la reazione <strong>del</strong> vincolo hanno momento<br />
V r<br />
P r<br />
zero, si ottiene α = 0, il che corrisponde a un<br />
Fig. 37<br />
moto di discesa con velocità angolare sempre<br />
uguale (se il cilindro è inizialmente immobile,<br />
con velocità angolare sempre uguale a zero). Se però applichiamo la τ = Jα alla<br />
retta di contatto, si ottiene α ≠ 0, perché rispetto a tale retta il peso ha momento<br />
diverso da zero. Per quale ragione dobbiamo accettare il primo risultato (α = 0)<br />
e non invece il secondo (α ≠ 0)?<br />
34 Il blocco A (fig.38) scivola senza attrito su<br />
un piano orizzontale, trascinato da un filo che<br />
scorre nella gola di una puleggia e sostiene<br />
all’altra estremità il blocco B. Fatta l’ipotesi<br />
che l’attrito impedisca al filo di scivolare sulla<br />
puleggia, la quale quindi è costretta a ruotare,<br />
si calcoli con quale forza il blocco B tira<br />
il filo verso il basso. Si assuma che la carrucola<br />
sia schematizzabile come disco omogeneo<br />
e che il suo moto di rotazione non sia<br />
contrastato da alcun attrito.<br />
37 * [R] La fig. 39 rappresenta un cilindro omogeneo<br />
di raggio R sul quale è avvolto in senso<br />
orario un nastro. Il cilindro è posto su un<br />
piano orizzontale, e il nastro viene tirato da<br />
una forza orizzontale F r come in figura. Considerando<br />
sia il caso di completa assenza di<br />
attrito che il caso di attrito abbastanza grande<br />
da determinare un moto di puro rotolamento,<br />
si individui la posizione <strong>del</strong>l’asse di rotazione<br />
e si determini l’accelerazione <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong><br />
cilindro.<br />
A<br />
Fig. 38<br />
Fig. 36<br />
Fig. 39<br />
2<br />
1<br />
B<br />
F r
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 72<br />
42 Sulle due carrucole − una fissa, l’altra libera − rappresentate<br />
in fig. 42, entrambe schematizzabili come<br />
dischi omogenei di massa M e raggio R, è avvolta<br />
una corda di massa trascurabile. Determinare<br />
quale forza sostiene la carrucola superiore.<br />
Fig. 42<br />
45 [R] Un carrello e una sfera vengono lasciati scendere<br />
lungo un piano inclinato: chi dei due impiegherà<br />
meno tempo ad arrivare in fondo? Si supponga che la sfera e le ruote <strong>del</strong><br />
carrello rotolino senza strisciare. Si schematizzino le ruote <strong>del</strong> carrello sia come<br />
dischi omogenei di massa m e raggio R sia, in alternativa, come anelli di raggio<br />
R in cui la massa m si trova tutta a distanza R dal centro.<br />
SOLUZIONI<br />
11 Nessuna differenza: in entrambi i casi il momento angolare rispetto all’asse di<br />
rotazione è L z = J z ω, con lo stesso momento d’inerzia e con la stessa velocità<br />
angolare. Si noti: la situazione A e la B sono <strong>del</strong> tutto equivalenti per quanto riguarda<br />
le velocità dei singoli punti <strong>del</strong> sistema all’istante considerato, ma non<br />
immediatamente prima o immediatamente dopo. Conseguentemente, dal punto<br />
di vista <strong>del</strong>le accelerazioni la situazione A è ben diversa dalla situazione B (vedi<br />
risposta 15, pag. 348).<br />
16 Se la velocità <strong>del</strong> CM è zero all’istante che si considera, ma è diversa da zero<br />
subito prima e subito dopo, il momento angolare è uguale per qualsiasi polo all’istante<br />
che si considera, ma non prima e non dopo, perciò è diversa da zero la<br />
sua evoluzione nel tempo, e quindi la sua derivata temporale. Se invece la velocità<br />
<strong>del</strong> CM è uguale a zero anche subito prima e subito dopo l’istante considerato,<br />
è indipendente dal polo sia il momento angolare che la sua derivata<br />
temporale: all’istante considerato risulta però uguale a zero anche l’accelerazione<br />
<strong>del</strong> CM, il che significa che è zero la somma <strong>del</strong>le forze, per cui anche il<br />
momento complessivo <strong>del</strong>le forze risulta uguale per qualsiasi polo.<br />
23 Si consideri la fig. 8: se assumiamo come «sistema»<br />
l’insieme blocchi + fili + carrucole, le<br />
forze esterne sono la trazione verticale T <strong>del</strong> terreno<br />
sul filo, i pesi m'g ed m"g dei due blocchi,<br />
la reazione <strong>del</strong> piano su cui appoggia m', la reazione<br />
<strong>del</strong> perno sulla carrucola fissa. Tenuto presente<br />
che la velocità e l’accelerazione <strong>del</strong> blocco<br />
sospeso sono il doppio <strong>del</strong>la velocità v e <strong>del</strong>l’accelerazione<br />
a <strong>del</strong>l’altro blocco (vedi risposta 26<br />
a pag.365), e assunto come polo il centro <strong>del</strong>la<br />
carrucola fissa, per il teorema <strong>del</strong> momento an-<br />
v<br />
m '<br />
Fig. 8<br />
2T<br />
T<br />
2T<br />
T<br />
m"<br />
2v
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 73<br />
golare sarà – (R 2 – R 1 ) + m"g (R 1 + R 2 ) = [m'vR 1 + m2v (R 1 +R 2 )]/dt. Tenuto<br />
conto che è 2T = m'a, si ottiene a = 2m"g /(4m"+m').<br />
29 (a) La τ = Jα vale esclusivamente per rotazioni attorno ad assi a direzione fissa<br />
(e solo se il momento d’inerzia rispetto all’asse di rotazione è costante), e<br />
può sempre essere riferita, oltre che all’asse di rotazione, anche a un asse parallelo<br />
passante dal centro di massa, ma non ad altri assi: nel nostro caso, può essere<br />
senz’altro riferita all’asse <strong>del</strong> cilindro, che passa dal CM ed è sicuramente<br />
parallelo all’asse di un’eventuale moto di rotazione. Il fatto che in tal modo si<br />
ottenga α = 0, chiarisce che, se il cilindro è inizialmente immobile, il suo moto<br />
di discesa è un moto di pura traslazione (che potremmo descrivere come una<br />
rotazione attorno a un asse posto a distanza infinita dal cilindro nel piano contenente<br />
l’asse <strong>del</strong> cilindro e la retta di contatto). La τ = Jα non può quindi essere<br />
riferita alla retta di contatto.<br />
Un altro modo di rendersi conto che deve effettivamente essere α = 0 è quello<br />
r<br />
di considerare che la dL r τ = / dt<br />
può sempre essere riferita al centro di massa<br />
<strong>del</strong> sistema: dato che, nel nostro caso, rispetto a tale punto il momento <strong>del</strong>le<br />
forze esterne è zero, il momento angolare rispetto al CM non può subire variazioni,<br />
e quindi non può subire variazioni la velocità angolare <strong>del</strong> cilindro.<br />
37 Se non c’è attrito, l’accelerazione <strong>del</strong> CM <strong>del</strong> disco (e quindi <strong>del</strong> suo asse geometrico)<br />
è a = = F/M, ma è anche a = αR, dove<br />
l’accelerazione angolare α può essere calco-<br />
B<br />
F r<br />
lata come rapporto τ /J tra momento <strong>del</strong>le forze<br />
e momento d’inerzia <strong>del</strong> disco, entrambi valutati<br />
C<br />
rispetto all’asse geometrico (dato che passa dal<br />
h<br />
CM ed è parallelo all’asse di rotazione, il quale<br />
si sposta mantenendo una direzione costante).<br />
L’asse di rotazione è sicuramente nel piano verticale<br />
che contiene l’asse geometrico, dato che la<br />
Fig. 16<br />
velocità di un qualsiasi punto P <strong>del</strong> disco posto<br />
in tale piano è orizzontale. Essendo poi il moto<br />
<strong>del</strong> disco descrivibile come una traslazione orizzontale con la velocità <strong>del</strong>l’asse<br />
geometrico + una rotazione oraria attorno all’asse geometrico, è chiaro che la<br />
velocità di un punto come B (fig. 16) è superiore alla velocità <strong>del</strong> centro C, il<br />
che (potendosi esprimere la velocità di qualsiasi punto <strong>del</strong> cilindro come prodotto<br />
<strong>del</strong>la velocità angolare ω per la distanza dall’asse di rotazione) significa<br />
che B è più lontano di C dall’asse di rotazione: dunque, l’asse di rotazione si<br />
trova al di sotto <strong>del</strong>l’asse geometrico. Sia h la distanza tra i due assi. Allora rispetto<br />
all’asse geometrico il momento <strong>del</strong>le forze è τ = FR, e il momento<br />
d’inerzia <strong>del</strong> disco è mR 2 /2. Pertanto<br />
F τ F R 2F h<br />
a = = α h = h = h =<br />
2<br />
M J M R / 2 M R<br />
da cui segue subito h = R/2.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 74<br />
I punti <strong>del</strong> disco che a un dato istante si trovano nel piano verticale contenente<br />
l’asse geometrico hanno quindi velocità verso destra se distano dal piano d’appoggio<br />
più di R/2, altrimenti hanno velocità verso sinistra.<br />
In caso invece di rotolamento senza strisciamento l’asse di rotazione è la linea<br />
di contatto. L’accelerazione <strong>del</strong> CM <strong>del</strong> disco è a = (F + A)/M, essendo A il<br />
modulo <strong>del</strong>la forza d’attrito radente A r , la quale è sicuramente equiversa a F r<br />
per il fatto che contrasta lo scivolamento all’indietro (verso sinistra) dei punti<br />
<strong>del</strong> disco che toccano il piano d’appoggio. La presenza di attrito determina<br />
quindi, in questo specifico caso, una maggiore accelerazione <strong>del</strong> CM. Il modulo<br />
A si ricava tenendo presente che l’accelerazione a = (F + A)/M <strong>del</strong> CM è<br />
anche espressa da α R, con α = τ /J = (F − A)R /(MR 2 /2) (momento <strong>del</strong>le<br />
forze e momento d’inerzia sono stati riferiti all’asse <strong>del</strong> cilindro). Allora a =<br />
=(F + A)/M = α R = 2(F −A)/M, da cui A = F/3.<br />
45 L’accelerazione <strong>del</strong>la sfera ci è già nota: a = (5/7) g senϕ (vedi risposta 34,<br />
pag. 387), dove ϕ è l’angolo formato dal piano inclinato col piano orizzontale.<br />
Per trovare l’accelerazione <strong>del</strong> carrello applichiamo il teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica:<br />
se M è la massa di tutto il carrello, ruote comprese, e m la massa di una<br />
ruota, per uno spostamento L <strong>del</strong> carrello dalla posizione iniziale il lavoro <strong>del</strong>le<br />
forze gravitazionali (le sole che lavorano) è W = MgLsenϕ. La velocità <strong>del</strong><br />
carrello passa nel frattempo da zero a v, e l’energia cinetica da zero a Mv 2 /2 +<br />
+4(J 0 ω 2 /2): il primo termine contiene tutta l’energia cinetica di traslazione,<br />
ruote incluse, il secondo termine (nel quale J 0 = mR 2 /2 è il momento d’inerzia<br />
di una ruota rispetto al suo asse geometrico) è l’energia cinetica associata alla<br />
rotazione <strong>del</strong>le quattro ruote. Tenuto conto che ω 2 R 2 = v 2 si ottiene che<br />
l’energia cinetica è (M +2m) v 2 /2. Uguagliando l’energia cinetica acquisita al<br />
lavoro W si ricava v = 2 M<br />
g senϕ<br />
M + 2m<br />
L . Dato che l’unica variabile sotto<br />
radice è la lunghezza <strong>del</strong> percorso effettuato, riconosciamo qui che la velocità è<br />
legata alla posizione nel modo tipico <strong>del</strong> moto uniformemente vario (accelerazione<br />
scalare costante), nel quale è v = 2a L , dove L è la distanza percorsa a<br />
partire dalla posizione in cui è v = 0. L’accelerazione <strong>del</strong> carrello è quindi<br />
a = Mgsenϕ /(M +2m),<br />
più grande o più piccola <strong>del</strong>l’accelerazione (5/7) g senϕ <strong>del</strong>la sfera a seconda<br />
<strong>del</strong> valore <strong>del</strong> rapporto tra massa m di una ruota e massa complessiva M. Chiaramente<br />
la massa m di una ruota ha come limite inferiore zero, e come limite<br />
superiore M /4. Quando M /(M +2m) = 5/7 (m = M/5), le due accelerazioni<br />
sono uguali. Se m diminuisce e tende a zero, l’accelerazione <strong>del</strong> carrello aumenta<br />
e tende a g senϕ, che è l’accelerazione di un blocco che scivola senza attrito.<br />
Se invece m aumenta e tende a M /4, l’accelerazione <strong>del</strong> carrello diminuisce<br />
rispetto a quella <strong>del</strong>la sfera e tende a (2/3) g senϕ, che è l’accelerazione di<br />
un disco omogeneo che rotola senza strisciare. Si noti che i due valori limite
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 75<br />
<strong>del</strong>l’accelerazione <strong>del</strong> carrello potevano essere previsti a priori, senza dover<br />
passare attraverso l’espressione generale <strong>del</strong>l’accelerazione.<br />
Schematizzando invece le ruote come anelli (J 0 = mR 2 ) si trova<br />
a = Mgsenϕ / (M +4m).<br />
Quando m varia da zero a M /4 l’accelerazione diminuisce da g senϕ a<br />
0,5 g senϕ . Per m = 0,1 M l’accelerazione è uguale a quella <strong>del</strong>la sfera.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 76<br />
CAPITOLO 14 − URTI<br />
1 In caso di urto tra due corpi, la quantità di moto si conserva solo se il sistema<br />
dei due corpi è isolato, e cioè non è soggetto a forza esterne (vero / falso).<br />
3 Un blocco, fermo sul pavimento, viene colpito da una pietra la cui velocità ha<br />
sia un componente orizzontale che un componente verticale diretto verso il<br />
basso. Possiamo ritenere che, in totale assenza di attrito tra blocco e pavimento,<br />
la quantità di moto <strong>del</strong> sistema pietra + blocco si conservi nell’urto?<br />
8 [R] In un’esperienza di laboratorio, due carrelli sono stati lanciati nella stessa<br />
direzione sullo stesso binario: prima il carrello A, subito dopo, con velocità superiore,<br />
il carrello B, che dopo aver raggiunto A dovrebbe, nel programma <strong>del</strong>l’esperienza,<br />
restare agganciato ad esso. Sapendo che i due carrelli hanno uguale<br />
massa m = 2,00 kg, che immediatamente prima <strong>del</strong>l’urto le velocità sono rispettivamente<br />
v A = 0,30 m/s e v B = 1,00 m/s, e che subito dopo l’urto l’energia<br />
cinetica complessiva <strong>del</strong> sistema è 0,950 J, stabilire se i due carrelli sono effettivamente<br />
rimasti attaccati l’uno all’altro. Si consideri ininfluente, ai fini <strong>del</strong>la<br />
risposta, l’attrito radente sulle ruote dei carrelli.<br />
9 * [R] Si dimostri che, in caso di urto elastico di due corpi che costituiscono un<br />
sistema isolato, la velocità con cui un corpo si avvicina al centro di massa <strong>del</strong><br />
sistema prima <strong>del</strong>l’urto è uguale alla velocità con cui se ne allontana dopo<br />
l’urto.<br />
10 * In un parco giochi, una piattaforma girevole di raggio R si trova inizialmente<br />
in quiete. A un tratto, un bambino che corre lungo una retta tangente alla piattaforma<br />
salta sul suo bordo, cosicché piattaforma e bambino entrano assieme in<br />
rotazione. Posto che nessun attrito contrasti tale movimento di rotazione, si<br />
chiarisca:<br />
(a) in quanto tempo il sistema compie un giro completo in assenza di attriti,<br />
(b) che cosa accade, con l’urto, <strong>del</strong>la quantità di moto <strong>del</strong> sistema,<br />
(c) che cosa accade <strong>del</strong>l’energia,<br />
(d) a quale forza è sottoposta, durante la rotazione, la sbarra verticale su cui la<br />
piattaforma è imperniata.<br />
12 * [R] Si consideri una massa gassosa confinata entro un<br />
recipiente cilindrico chiuso superiormente da un pistone<br />
mobile, e si studi come varia la velocità di una molecola<br />
P<br />
a seguito di un urto elastico contro il pistone.<br />
13 *Una sferetta di massa M è fissata, come in fig.5,<br />
v r<br />
all’estremo inferiore di un’asta rigida verticale, di lunghezza<br />
L e massa trascurabile, vincolata all’altro estre-<br />
m<br />
mo a un perno P attorno al quale può ruotare senza attrito.<br />
Si calcoli con quale ampiezza angolare il sistema o-<br />
M<br />
scilla dopo che l’asta, inizialmente immobile, viene urtata<br />
in modo totalmente anelastico a metà <strong>del</strong>la sua al-<br />
Fig. 5
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 77<br />
tezza da un corpo puntiforme K di massa m = M /2 in moto con velocità orizzontale<br />
v r . Si chiarisca inoltre se rispetto al CM il momento angolare si conserva,<br />
e si valuti in che modo l’urto influisce sull’energia cinetica e sulla quantità<br />
di moto <strong>del</strong> sistema.<br />
SOLUZIONI<br />
8 Se i carrelli restassero uniti, procederebbero dopo l’urto con la velocità V <strong>del</strong><br />
centro di massa <strong>del</strong> sistema, che (nell’ipotesi di poter trascurare l’attrito radente,<br />
che interviene a modificare la velocità di rotazione <strong>del</strong>le ruote) sarebbe rimasta<br />
invariata nell’urto e sarebbe quindi uguale a (mv A + mv B )/2m = 0,65 m/s.<br />
L’energia cinetica <strong>del</strong> sistema sarebbe in tal caso 2mV 2 /2 = 0,845 J, inferiore<br />
a quella effettiva: l’urto pertanto è solo parzialmente anelastico, dopo l’urto i<br />
due carrelli si allontanano uno dall’altro (cosicché, oltre all’energia cinetica associata<br />
al moto <strong>del</strong> centro di massa, il sistema possiede energia cinetica anche<br />
nel riferimento <strong>del</strong> CM).<br />
9 Il sistema dei due corpi A e B che si urtano è per ipotesi isolato, quindi il centro<br />
di massa si muove rispetto ad ogni osservatore inerziale di moto rettilineo uniforme,<br />
e il riferimento <strong>del</strong> CM è inerziale. In tale riferimento la quantità di moto<br />
<strong>del</strong> sistema è zero sia prima che dopo l’urto: p r r r r<br />
+ A p = B p' A + p' B = 0. Ciò<br />
sta ad indicare che, nel riferimento <strong>del</strong> CM, sia prima che dopo l’urto la quantità<br />
di moto di A è uguale in modulo a quella di B: p A = p B , p' A = p' B . Ma l’urto è<br />
elastico, quindi l’energia cinetica finale ha lo stesso valore di quella iniziale:<br />
essendo EC = mv 2 /2 = m 2 v 2 /2m = p 2 /2m, possiamo scrivere<br />
2 2<br />
pA<br />
pB<br />
2 1 1<br />
EC in = + = pA<br />
( + ) = EC fin =<br />
2mA<br />
2mB<br />
2mA<br />
2m<br />
p 1 1<br />
' 2<br />
A ( )<br />
B<br />
2m<br />
+ A 2m<br />
.<br />
B<br />
Ciò significa che p r<br />
A e p' A hanno modulo uguale, e che quindi, come si voleva<br />
dimostrare, nel riferimento <strong>del</strong> CM hanno modulo uguale v r A e v r ' A .<br />
12 Il fatto che la massa <strong>del</strong>la molecola sia trascurabile rispetto a quella <strong>del</strong> pistone<br />
si traduce nel fatto che il centro di massa <strong>del</strong> sistema molecola + pistone si<br />
identifica in pratica col centro di massa <strong>del</strong> pistone, e che la velocità <strong>del</strong> pistone<br />
non viene in pratica modificata dall’urto.<br />
Supponiamo dapprima che il pistone sia immobile: in<br />
tal caso la conservazione <strong>del</strong>l’energia cinetica (urto<br />
elastico) implica che la molecola rimbalzi indietro con<br />
velocità di uguale valore. Se la velocità iniziale <strong>del</strong>la<br />
molecola ha un componente orizzontale, dato che nessuna<br />
forza orizzontale agisce nell’urto sulla molecola<br />
tale componente deve rimanere invariato, quindi la<br />
velocità finale v r ' <strong>del</strong>la molecola (fig. 2) forma con la<br />
verticale un angolo uguale a quello formato dalla ve-<br />
v r<br />
Fig. 2<br />
v r '
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 78<br />
locità iniziale v r .<br />
Supponiamo poi che il pistone abbia velocità V r verso l’alto, e che la molecola<br />
abbia inizialmente velocità verticale v r y . Dato che la velocità v r y − V r di avvicinamento<br />
<strong>del</strong>la molecola al pistone prima <strong>del</strong>l’urto e la velocità v r ' y − V r di allontanamento<br />
dopo l’urto hanno modulo uguale (vedi<br />
risposta 9), risulta v r y − V r = − ( v r ' y − V r ), vale a dire<br />
v r y + v r ' y = 2 V r , relazione illustrata, con riferimento sia<br />
al caso v y < 2V che al caso v y > 2V, in fig.3. Si noti<br />
che il modulo di v r ' y è sempre minore di quello di v r y :<br />
urtando contro una parete che viaggia nella stessa direzione,<br />
la molecola perde sempre velocità (come <strong>del</strong><br />
tutto ovvio se si considera che durante l’urto la forza<br />
che il pistone esercita sulla molecola compie lavoro<br />
resistente), anche se non è detto che la velocità cambi<br />
direzione. Il componente orizzontale <strong>del</strong>la velocità resta<br />
invece invariato come nel caso precedente, il che<br />
implica che dopo l’urto è più grande (fig. 4) l’angolo<br />
formato dalla velocità <strong>del</strong>la molecola con la normale<br />
(al limite, se fosse v r y = 2V r risulterebbe | v r ' y | = 0, e<br />
quindi <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong>la molecola resterebbe solo il<br />
componente orizzontale v r ' x = v r x ).<br />
Supponiamo infine che il pistone abbia velocità V r verso il basso. In questo caso<br />
la molecola acquista velocità sia che viaggi verso l’alto, sia che viaggi verso<br />
il basso (con velocità ovviamente inferiore a quella <strong>del</strong> pistone, altrimenti non<br />
c’è urto), come richiesto, oltre che dal fatto che è positivo il lavoro <strong>del</strong>la forza<br />
proveniente dal pistone, anche dalla relazione v r y + v r ' y = 2V r , e come mostrato<br />
in fig.5. Anche in questo caso il componente orizzontale <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong>la<br />
molecola resta invariato, perciò la molecola si allontana dal pistone (fig.6) con<br />
una velocità che forma questa volta con la normale un angolo inferiore all’angolo<br />
di impatto.<br />
2 V r<br />
V r<br />
vr<br />
r<br />
v' y<br />
v r y<br />
Fig. 3<br />
v r '<br />
Fig. 4<br />
v r y<br />
r<br />
v' y<br />
V r<br />
v r y<br />
V r<br />
v r y<br />
v r<br />
V r<br />
r r<br />
2 V r v' y<br />
v' y<br />
Fig. 5 Fig. 6<br />
v r '
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 79<br />
CAPITOLO 14 − OSCILLAZIONI<br />
1 Si vuole far oscillare liberamente, in assenza di attrito, una massa m = 50 g con<br />
frequenza 3 Hz tramite una molla ideale. Quale valore deve avere la costante<br />
elastica k <strong>del</strong>la molla?<br />
2 Qual è, nel Sistema Internazionale, l’unità di misura per la costante b di proporzionalità<br />
tra forza di attrito e velocità?<br />
3 Nel diagramma orario di un’oscillazione armonica smorzata (fig. 2), tra due<br />
zeri consecutivi <strong>del</strong>la distanza x la curva è un arco di sinusoide (vero / falso).<br />
4 [R] In caso di oscillazione smorzata, è costante il rapporto tra le ampiezze di<br />
due oscillazioni successive (vero / falso).<br />
5 [R] Una massa di 400 g oscilla sotto l’azione di una forza elastica di costante k<br />
= = 300 N/m e di una forza di attrito proporzionale alla velocità.<br />
(a) Posto che la costante di proporzionalità b abbia valore 5 kg/s, si determini<br />
la frequenza di oscillazione.<br />
(b) Si trovi quale valore assume la costante b in caso di smorzamento critico.<br />
6 [R] Per aumentare l’ampiezza di oscillazione di un’altalena occorre imprimere<br />
una successione di impulsi in sincronismo col movimento <strong>del</strong>l’altalena. Perché<br />
gli impulsi non possono avere una frequenza diversa? Non dovrebbe, un sistema<br />
oscillante, assumere la frequenza <strong>del</strong>la forza impressa?
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 80<br />
SOLUZIONI<br />
4 Vero. Supponiamo che all’istante t ' si verifichi un massimo <strong>del</strong>la distanza x, e<br />
quindi dopo un tempo pari al periodo T si verifichi il massimo successivo. Le<br />
rispettive ampiezze sono Ae − (b /2m) t ' e Ae − (b /2m)(t '+ T ) . Il rapporto tra la prima<br />
e la seconda ampiezza è uguale a e (b /2m) T , costante nel tempo.<br />
5 (a) È f ' = ω'/2π, con ω ' =<br />
k<br />
m<br />
2<br />
⎛ b ⎞<br />
− ⎜ ⎟<br />
⎝ 2m<br />
⎠<br />
. Pertanto<br />
1 300 ⎛ 5 ⎞<br />
f ' = − ⎜ ⎟ Hz = 4,24 Hz .<br />
2π 0,4 ⎝ 2×<br />
0,4 ⎠<br />
(b) Per b = 2 km<br />
= 2 300× 0, 4 kg/s = 21,9 kg/s.<br />
2<br />
6 La discussione <strong>del</strong> paragrafo 15.3 fa riferimento al caso particolare di un oscillatore<br />
armonico eccitato da una forza sinusoidale. Il pendolo (l’altalena) è un<br />
oscillatore armonico solo per piccolissime ampiezze di oscillazione. Soprattutto,<br />
una successione di impulsi staccati l’uno dall’altro è cosa molto diversa dall’impulso<br />
di una forza sinusoidale.
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 81<br />
CAPITOLO 16 − DINAMICA DEI FLUIDI<br />
6 Un tubo di diametro 1,6 cm è completamente pieno d’acqua che scorre alla velocità<br />
di circa 50 cm/s. Sapendo che la temperatura <strong>del</strong>l’acqua si aggira sui<br />
20 °C, e che a tale temperatura il suo coefficiente di viscosità è di circa 1 cP,<br />
possiamo aspettarci che il moto sia regolare?<br />
8 [R] Un condotto cilindrico orizzontale è pieno di un fluido ideale che scorre<br />
con velocità 2 m/s. Che variazione subisce la pressione lungo l’asse <strong>del</strong> condotto<br />
se a un certo punto il diametro <strong>del</strong>la sezione trasversale si riduce per un<br />
fattore 1,4? Si consideri regolare il moto <strong>del</strong> fluido.<br />
10 Esiste una stretta correlazione tra viscosità e tensione superficiale: più un fluido<br />
è viscoso, più grande è la sua tensione superficiale (vero/falso).<br />
12 [R] Dovendo innaffiare il giardino, possiamo scegliere tra due tubi di gomma.<br />
Sapendo che il tubo A possiede, rispetto al tubo B, lunghezza doppia e diametro<br />
doppio, si spieghi quale dei due conviene scegliere se ciò che interessa è erogare<br />
una stessa quantità d’acqua nel minor tempo possibile.<br />
14 * [R] Nel condotto mostrato in fig.14 il diametro<br />
<strong>del</strong>la sezione trasversale più grande è<br />
6 cm, quello <strong>del</strong>la sezione più piccola è 3 cm.<br />
Sapendo che il condotto è pieno di acqua che<br />
fluisce con una portata di 1,6 l/s, si determini<br />
la differenza di altezza tra le due colonne<br />
di mercurio contenute nel tubo a U.<br />
15 Una fila verticale di fori è stata predisposta lungo tutta la parete laterale di un<br />
serbatoio. Supponiamo che il serbatoio contenga liquido fino a un’altezza H, e<br />
che i fori vengano aperti tutti contemporaneamente: da quale di essi fuoriesce<br />
lo zampillo che cadrà sul terreno a maggior distanza dal serbatoio?<br />
17 [R] (a) Quale sarebbe la risposta al precedente<br />
quesito se, prima di sgorgare all’aperto,<br />
l’acqua dovesse percorrere (vedi fig. 15) un<br />
tubicino orizzontale fissato al serbatoio, <strong>del</strong>lo<br />
stesso diametro <strong>del</strong> foro? Si schematizzi l’acqua<br />
come liquido ideale.<br />
(b) * Se, per un dato livello h nel serbatoio,<br />
la velocità di uscita dal tubicino ha, nell’ipotesi<br />
di viscosità zero, un certo valore, quale<br />
livello h' dovrebbe esserci per avere la stessa<br />
velocità di uscita nonostante la viscosità?<br />
h 1<br />
h 2<br />
Fig. 15<br />
mercurio<br />
Fig. 14<br />
19 A quale valore si stabilizza, in base alla legge di Stokes, la velocità di un bolla<br />
d’aria che risale verso la superficie in acqua a 20 °C ?
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 82<br />
20 * [R] Si trovi un’espressione per la distribuzione di velocità nella sezione di un<br />
condotto cilindrico orizzontale pieno di un liquido in moto stazionario.<br />
SOLUZIONI<br />
8 Per il teorema di Bernoulli si mantiene costante lungo ogni linea di corrente la<br />
somma <strong>del</strong>l’altezza geometrica y, <strong>del</strong>l’altezza piezometrica p/γ e <strong>del</strong>l’altezza<br />
cinetica v 2 /2g. L’altezza geometrica y resta per ipotesi invariata. Riducendo il<br />
diametro per un fattore 1,4 diventa 1,4 2 = 1,96 volte più piccola l’area <strong>del</strong>la sezione<br />
trasversale, perciò deve aumentare di 1,96 volte la velocità. Se quindi<br />
denotiamo col pedice 1 la sezione originaria e col pedice 2 la sezione ridotta,<br />
2 2<br />
per il teorema di Bernoulli possiamo scrivere (p 1 − p 2 )/γ = ( v2 − v1<br />
)/2g =<br />
= [(1,96 v 1 ) 2 − v 2 1 ]/2g = 2,84 v 2 1 /2g. Allora risulta p 1 − p 2 = 2,84γ v 2 1 /2g =<br />
=2,84× (9,81×10 3 N/m 3 ) × (2 m/s) 2 /(2× 9,81 m/s 2 ) = 5680 Pa (diminuzione<br />
subita dalla pressione).<br />
12 La formula di Poiseuille per la portata di un tubo di sezione circolare è q =<br />
= πR 4 Δp /8ηL (dove R è il raggio, Δp la differenza di pressione tra i due<br />
estremi <strong>del</strong> tubo, η la viscosità <strong>del</strong> liquido, L la lunghezza <strong>del</strong> tubo. Nel nostro<br />
caso, le variabili sono solo R ed L (la pressione nel punto d’attacco è in entrambi<br />
i casi quella fornita dall’impianto idraulico, la pressione all’uscita <strong>del</strong><br />
tubo è la pressione atmosferica). Col tubo A otteniamo una portata otto volte<br />
superiore.<br />
14 Denotiamo con 1 la sezione più grande e con 2 la sezione più piccola. Essendo<br />
R 2 la metà di R 1 , l’area A 2 è 1/4 <strong>del</strong>l’area A 1 , e quindi, per la costanza <strong>del</strong>la<br />
portata, la velocità v 2 è quattro volte più grande <strong>del</strong>la velocità v 1 . Sarà inoltre<br />
2<br />
v 1 = q/A 1 = q/πR 1 = (1,6 ×10 3 cm 3 /s) / π(3 2 cm 2 ) = 56,6 cm/s, e quindi v 2 =<br />
=4v 1 = 226 cm/s. Dall’equazione di Bernoulli (riferita all’asse <strong>del</strong> condotto)<br />
2 2<br />
ρ ( v1 − v2<br />
)<br />
risulta p 1 − p 2 =<br />
= ½[1g/cm 3 × (226 2 − 56,6 2 ) cm 2 /s 2 ] =<br />
2<br />
=2,39×10 4 dyn/cm 2 . Scriviamo ora che, come richiesto dall’equilibrio <strong>del</strong><br />
mercurio, all’altezza raggiunta dal mercurio nel tubo a sinistra la pressione nei<br />
due tubi è la stessa: se indichiamo con h 1 e h 2 la distanza <strong>del</strong> mercurio, nelle<br />
due colonne, dall’asse <strong>del</strong> condotto (dove la pressione vale rispettivamente p 1 e<br />
p 2 ), e con ρ e ρ m la densità <strong>del</strong>l’acqua (1 g/cm 3 ) e <strong>del</strong> mercurio (13,6 g/cm 3 ),<br />
deve essere p 1 + ρ gh 1 = p 2 + ρ gh 2 + ρ m g (h 1 − h 2 ), da cui<br />
4<br />
2<br />
p1<br />
− p2<br />
2,39 × 10 dyn /cm<br />
h 1 − h 2 =<br />
= = 1,94 cm.<br />
2<br />
3<br />
g ρ − ρ)<br />
981cm/s × (13,6 −1)g/cm<br />
( m<br />
17 (a) Per l’assenza di viscosità, vale in modo rigoroso l’equazione di Bernoulli e<br />
quindi non c’è differenza di pressione tra sezione di ingresso e sezione d’uscita<br />
<strong>del</strong> tubicino: perciò, per la velocità con la quale l’acqua esce dal serbatoio si ot-
<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 83<br />
tiene lo stesso valore sia in presenza che in assenza <strong>del</strong> tubicino. La risposta è<br />
quindi uguale a quella <strong>del</strong> problema precedente.<br />
(b) Per avere nel tubicino una velocità v, in assenza di viscosità il livello nel<br />
serbatoio deve essere h = v 2 /2g. Per avere la stessa velocità in presenza di viscosità,<br />
occorre (formula di Poiseuille) che nel tubicino la pressione iniziale<br />
q8η L<br />
superi la pressione finale (che è la pressione atmosferica p 0 ) di Δp = =<br />
4<br />
πR<br />
Av8η L<br />
=<br />
4 . Se ora applichiamo l’equazione di Bernoulli tra la superficie libera<br />
πR<br />
e la sezione d’ingresso <strong>del</strong> tubicino, otteniamo p 0 + ρ gh' = (p 0 + Δp)+ρ v 2 /2,<br />
da cui, tenuto conto che v = 2 gh , segue<br />
h<br />
2<br />
2<br />
' π r<br />
8 2 h / g<br />
= =<br />
= h +<br />
= h +<br />
4<br />
v Δp<br />
+<br />
2g<br />
ρ g<br />
Av 8η<br />
L<br />
h +<br />
4<br />
ρ gπR<br />
2gh<br />
8η<br />
L<br />
4<br />
ρ gπR<br />
ρ R<br />
2<br />
r η L<br />
.<br />
Com’era da aspettarsi, la differenza tra h' e h tende a zero sia quando tende a<br />
zero la viscosità η, sia quando tende a zero la lunghezza L <strong>del</strong> tubicino.<br />
20 Consideriamo un elemento cilindrico di liquido, coassiale al tubo, di raggio r e<br />
lunghezza L, <strong>del</strong>imitato dalle sezioni 1 e 2 (il liquido scorre da 1 verso 2). Poiché<br />
il liquido contenuto nel cilindro non viene accelerato, la forza orizzontale<br />
complessiva su di esso deve essere zero. La forza dovuta alla differenza <strong>del</strong>la<br />
pressione media sulle due basi <strong>del</strong> cilindro agisce nella direzione stessa <strong>del</strong>la<br />
corrente e ha modulo F p = (p 1 − p 2 )π r 2 .<br />
La forza dovuta alla viscosità tra superficie laterale <strong>del</strong> cilindro e liquido circostante<br />
agisce in direzione opposta e, in base alla definizione di coefficiente di<br />
viscosità, ha modulo F η = − 2π rLη dv /dr, dove dv è l’incremento (negativo)<br />
che subisce la velocità quando la distanza dall’asse <strong>del</strong> tubo subisce l’incremento<br />
dr. Non essendoci altre forze orizzontali, le due forze considerate devono<br />
avere uguale modulo: uguagliando allora le due espressioni trovate si trova<br />
− dv = (p 1 − p 2 ) r dr /2Lη.<br />
Integrando a primo membro tra v e zero e a secondo membro<br />
tra zero ed R si ottiene infine v = ( R − r ) ,<br />
p1 − p2<br />
2 2<br />
4η<br />
L<br />
relazione che esprime la velocità <strong>del</strong> liquido in funzione<br />
<strong>del</strong>la distanza r dall’asse <strong>del</strong> tubo. Si ritrova qui la distribuzione<br />
parabolica (fig.1) caratteristica <strong>del</strong> moto regolare<br />
di un liquido viscoso. Osservazione: nel caso di moto turbolento<br />
la distribuzione <strong>del</strong>le velocità (medie) ha un andamento<br />
all’incirca analogo, ma la velocità a ridosso <strong>del</strong>le<br />
Fig. 1<br />
pareti non può più essere posta uguale a zero.