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alcuni problemi del testo (e alcune soluzioni) - Giovanni Tonzig

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<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 1<br />

ALCUNI PROBLEMI DEL TESTO (E ALCUNE SOLUZIONI)<br />

• Vengono qui presentati, a scopo esemplificativo, <strong>alcuni</strong> dei <strong>problemi</strong> proposti<br />

dal <strong>testo</strong> Fondamenti di Meccanica classica.<br />

• I <strong>problemi</strong> contrassegnati da un asterisco sono, dal punto di vista concettuale<br />

e/o <strong>del</strong> calcolo, i più impegnativi.<br />

• Nel <strong>testo</strong> è data risposta a tutti i <strong>problemi</strong>: in questa sede solo a quelli contrassegnati<br />

con una «R».<br />

• Nella sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine dimostrative” <strong>del</strong> sito è offerto il quadro<br />

completo dei <strong>problemi</strong> dei capitoli 2 (Approssimazioni), 10 (Attrito), 12<br />

(Dinamica relativa) e 13 (Dinamica rotazionale). Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali<br />

<strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto in questa pagina.<br />

INDICE<br />

pag.2 Capitolo 1 - INTRODUZIONE ALLA FISICA<br />

pag.6 Capitolo 2 - APPROSSIMAZIONI<br />

pag.8 Capitolo 3 - CINEMATICA GENERALE (1)<br />

pag.16 Capitolo 4 - CINEMATICA GENERALE (2)<br />

pag.25 Capitolo 5 - CINEMATICA DEL CORPO RIGIDO<br />

pag.29 Capitolo 6 - STATICA DEL CORPO RIGIDO<br />

pag.33 Capitolo 7 - STATICA DEI FLUIDI<br />

pag.36 Capitolo 8 - I PRINCÌPI DI NEWTON<br />

pag.44 Capitolo 9 - LAVORO ED ENERGIA<br />

pag.52 Capitolo 10 - ATTRITO<br />

pag.59 Capitolo 11 - GRAVITAZIONE<br />

pag.65 Capitolo 12 - DINAMICA RELATIVA<br />

pag.69 Capitolo 13 - DINAMICA ROTAZIONALE<br />

pag.76 Capitolo 14 - URTI<br />

pag.79 Capitolo 15 - OSCILLAZIONI<br />

pag.81 Capitolo 16 – DINAMICA DEI FLUIDI


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 2<br />

CAPITOLO 1 − INTRODUZIONE ALLA FISICA<br />

DIMENSIONI<br />

8 Se due grandezze hanno uguali dimensioni, il loro rapporto<br />

(a) è uguale a 1 (b) è una grandezza <strong>del</strong>lo stesso tipo (c) .....<br />

9 [R] Lo studente A deve calcolare l’area <strong>del</strong> cerchio, ma non ricorda con sicurezza<br />

se occorre usare la formula π R 2 , oppure la formula 4π R 2 , oppure la formula<br />

(4/3)π R 3 . Si spieghi se l’analisi dimensionale lo può aiutare a individuare<br />

la formula giusta.<br />

13 Le grandezze x, y, z, k sono legate dalla relazione (x − 5z 3 )/9yk = 48 m 3 /s.<br />

Sapendo che z = 18 m e che y = 6 m/s, determinare le dimensioni di x e di k.<br />

15 Sapendo che la «capacità equivalente» di due condensatori in serie, rispettivamente<br />

di capacità C 1 e C 2 , è C e = C 1 C 2 /(C 1 +C 2 ), cioè il prodotto <strong>del</strong>le capacità<br />

diviso la somma, potremmo dedurne che se i condensatori sono tre la capacità<br />

equivalente è C e = C 1 C 2 C 3 /(C 1 +C 2 +C 3 ). Un semplice controllo dimensionale<br />

ci avvertirebbe però subito <strong>del</strong>l’errore: spiegare.<br />

17 [R] Uno studente ricorda che la velocità di propagazione <strong>del</strong>le onde trasversali<br />

su una corda elastica dipende dalla tensione <strong>del</strong>la corda, dalla sua massa e dalla<br />

sua lunghezza, ma non ricorda la formula. In che modo l’analisi dimensionale<br />

lo può aiutare?<br />

VETTORI [1]<br />

25 [R] Tre vettori a r , b r , c r di modulo uguale sono disposti in<br />

b r<br />

modo da formare un triangolo equilatero, come in fig.14.<br />

Si chiarisca quanto vale l’angolo formato da a r con b r , da<br />

b r con c r , da c r con a r c r<br />

.<br />

27 Le componenti cartesiane di un vettore p r sono p x = 5, p y<br />

= −2, p z = 9.<br />

(a) Determinare il modulo di p r .<br />

(b) Determinare gli angoli formati da p r con i tre assi cartesiani.<br />

31 [R] Sapendo che i vettori p r , q r e p<br />

r + q<br />

r hanno modulo uguale, determinare<br />

l’angolo tra p r e q r .<br />

33 Sapendo che p<br />

r + q<br />

r è perpendicolare a p r , e che r r<br />

q p q r<br />

= 2 + , determinare<br />

(a) il valore <strong>del</strong>l’angolo tra q r e p<br />

r + q<br />

r , (b) il valore <strong>del</strong>l’angolo tra p r e q r .<br />

1 Si tenga presente che nel <strong>testo</strong> il prodotto scalare viene indicato con un punto (es. p r ⋅ m<br />

r ) e il prodotto<br />

vettoriale con una V rovesciata (es. p c<br />

r<br />

)<br />

r ∧ .<br />

a r Fig. 14


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 3<br />

36 [R] Una barca a motore che in acqua ferma si muoverebbe con velocità v ' = 20<br />

km/h in direzione W 28°N, procede in realtà con velocità v = 25 km/h in direzione<br />

W 48°N per effetto <strong>del</strong>la corrente. Determinare la velocità (valore e direzione)<br />

<strong>del</strong>la corrente.<br />

41 [R] Un vettore AB , col primo estremo fisso nell’origine di un piano cartesiano<br />

x, y, ruota in tale piano in senso antiorario attorno all’estremo A. Detto ϕ<br />

l’angolo formato da AB con l’asse x, si esprimano in funzione di ϕ :<br />

(a) il versore u r<br />

tg tangente in B alla circonferenza descritta da B e diretto nel<br />

senso <strong>del</strong> moto, (b) il versore u r n diretto in senso opposto ad AB .<br />

48 Il vettore p r (modulo 6) è diretto verticalmente verso l’alto: determinare m r in<br />

modo che risulti p r ⋅m r = −12.<br />

(a) una e una sola soluzione (b) nessuna soluzione (c) infinite <strong>soluzioni</strong>.<br />

49 L’angolo tra p r (modulo 6) e q r (modulo 18) è 60°. Determinare m r in modo<br />

r r r<br />

che risulti m∧<br />

p = q.<br />

(a) una e una sola soluzione (b) nessuna soluzione (c) infinite <strong>soluzioni</strong>.<br />

54 Il vettore p r (modulo 6) è diretto orizzontalmente verso destra, il vettore q r<br />

(modulo 24) è diretto verticalmente verso il basso. Determinare c r in modo che<br />

risulti c r ⋅ p<br />

r = 0 e r r r<br />

p ∧ c = q .<br />

(a) una e una sola soluzione (b) infinite <strong>soluzioni</strong> (c) nessuna soluzione.<br />

r r r<br />

57 [R] Si dimostri che quando, nel doppio prodotto misto p ⋅ q ∧ k , due dei tre<br />

vettori sono uguali, il risultato è sempre zero.<br />

r r r r<br />

59 * [R] Determinare il valore <strong>del</strong>l’angolo tra il vettore p = 3 ux<br />

+ 2u<br />

y − uz<br />

e il<br />

vettore q r r r r<br />

= − u + u + u .<br />

5 x y z<br />

61 * Determinare un versore n r che risulti perpendicolare tanto al vettore p r quanto<br />

al vettore q r <strong>del</strong>la domanda 59.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 4<br />

SOLUZIONI<br />

9 La formula (4/3)π R 3 può riferirsi solo a una grandezza avente le dimensioni di<br />

una lunghezza al cubo (in effetti, esprime il volume <strong>del</strong>la sfera). Sotto l’aspetto<br />

dimensionale le altre due formule, che differiscono solo per un fattore numerico,<br />

sono entrambe valide: la prima esprime l’area <strong>del</strong> cerchio, la seconda l’area<br />

<strong>del</strong>la superficie <strong>del</strong>la sfera. In questo caso l’analisi dimensionale riduce il margine<br />

di incertezza, ma non lo elimina.<br />

17 Detta F la tensione <strong>del</strong>la corda, l la sua lunghezza, m la sua massa, deve essere<br />

v = kF x l y m z , dove k è un fattore numerico e x, y, z sono numeri da determinare.<br />

Le dimensioni <strong>del</strong>la grandezza kF x l y m z sono (MLT −2 ) x L y M z =<br />

= M x + z L x + y T −2x . Uguagliando con le dimensioni LT −1 <strong>del</strong>la velocità, si vede<br />

che deve essere x + z = 0, x + y = 1, −2x = −1, vale a dire x = 1/2, y = 1/2, z =<br />

= −1/2. Dunque, v = k Fl / m , dove il valore <strong>del</strong> numero k (che in realtà è<br />

uguale a 1) non può essere determinato con l’analisi dimensionale.<br />

25 L’angolo tra due vettori è l’angolo di cui uno dei due dovrebbe ruotare per portarsi<br />

per la via più breve ad assumere la direzione <strong>del</strong>l’altro. Dunque tra a r e b r<br />

ci sono 60°, tra b r e c r 120°, tra c r e a r 60°.<br />

p<br />

r r + q<br />

31 120°, si veda la fig.1 (attenzione, non 60°: se<br />

l’angolo tra p r e q r p r<br />

fosse 60°, il modulo di<br />

p<br />

r + q<br />

r sarebbe p r 3 , come si trova facilmente<br />

anche con metodi di geometria elementare).<br />

Fig. q r<br />

1<br />

36 La situazione è rappresentata in fig.5. Per il<br />

teorema di Carnot risulta<br />

2 2<br />

V = v ' + v − 2v'<br />

v cos20°<br />

=<br />

2<br />

2<br />

= 20 + 25 − 2×<br />

20×<br />

25×<br />

0, 940 km/h =<br />

= 9,22 km/h. Per il teorema dei seni è<br />

(senϕ) / v'<br />

= (sen 20° ) / V , dunque<br />

senϕ = (sen20°) v'/V = 0,342 × 20 / 9,22 =<br />

= 0,742, che significa ϕ = 47,9°. La direzione<br />

di V r (che si ottiene da quella di v r mediante<br />

rotazione oraria di 47,9°) è quindi<br />

W (28°+20°+ 47,9°) N = W 95,9° N = N 5,9° E.<br />

V r<br />

ϕ<br />

v r<br />

v r '<br />

20°<br />

28°<br />

Fig. 5<br />

N<br />

E


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 5<br />

41 (a) L’angolo tra u r<br />

tg e l’asse x è ϕ + 90° (fig.<br />

9). Essendo il modulo di u r<br />

tg uguale a 1, la<br />

sua componente x è uguale a cos (ϕ +90°) =<br />

= − senϕ , la sua componente y è uguale a<br />

sen (ϕ + 90°) = cosϕ . Risulta pertanto u r tg =<br />

=(−senϕ ) u r x +(cosϕ ) u r y . Si noti che, se<br />

u r r è un versore diretto come il raggio vettore<br />

AB , e avente quindi come componenti cosϕ<br />

e senϕ , risulta u r tg = du r<br />

r /dϕ<br />

.<br />

(b) L’angolo tra u r<br />

n e x è ϕ +180°. La componente x di u r n è cos (ϕ +180°) =<br />

= − cosϕ , la componente y è − senϕ . Dunque, u r n = (−cosϕ ) u r x − (senϕ ) u r y .<br />

Si noti che risulta u r n = du r<br />

tg /dϕ<br />

.<br />

r r r<br />

r r<br />

57 Un prodotto come p ⋅ q ∧ q è zero perché è zero il vettore q ∧ q . Un prodotto<br />

r r r<br />

come p ⋅ p ∧ q è zero perché rappresenta un prodotto scalare tra vettori ortogonali<br />

( p r e p<br />

r r<br />

r r r<br />

∧ q).<br />

Per la stessa ragione è zero il prodotto p ⋅ q ∧ p .<br />

59 Risulta cosϕ = p r q<br />

r r r<br />

⋅ / pq<br />

, dove p ⋅ q = p x q x + p y q y + p z q z , p =<br />

q =<br />

2<br />

x<br />

2<br />

y<br />

2<br />

z<br />

2<br />

x<br />

2<br />

y<br />

2<br />

z<br />

p + p + p ,<br />

q + q + q . Dunque p r ⋅ q<br />

r = 3 × (−5) + 2 × 1 + (−1) × 1 = −14, p =<br />

2<br />

2<br />

2<br />

= 3 + 2 + ( −1)<br />

= 3,74, q = ( − 5) + 1 + ( −1)<br />

= 5,20. Pertanto cosϕ =<br />

=(−14) / (3,74 × 5,20) = −0,720, e quindi ϕ = 136°.<br />

2<br />

2<br />

A<br />

2<br />

y<br />

u r<br />

n<br />

ϕ<br />

u r<br />

tg<br />

B<br />

Fig. 9<br />

x


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 6<br />

CAPITOLO 2 − APPROSSIMAZIONI<br />

I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />

dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />

di seguito.<br />

3 [R] Eliminare un numero di decimali via via più grande nel numero<br />

2,997 924 58, che moltiplicato per 10 8 dà il valore (esatto, per definizione) <strong>del</strong>la<br />

velocità <strong>del</strong>la luce nel vuoto in m/s.<br />

13 [R] Per il valore medio di una certa grandezza la calcolatrice ha fornito il valore<br />

823,637. Si mostri come tale valore dovrebbe venire espresso se l’incertezza<br />

fosse (a) 0,3 (b) 3 (c) 0,06 (d) 40 (e) 110 ( f ) 1,2 (g) 0,1.<br />

18 [R] Il peso di un secchio vuoto è (1,44 ± 0,03) kg, il peso <strong>del</strong>lo stesso secchio<br />

pieno d’acqua è (12,38 ± 0,06) kg. Qual è il peso <strong>del</strong>l’acqua posta nel secchio?<br />

25 [R] Sapendo che per il diametro di una sfera è stato trovato il valore (14,46 ±<br />

0,16) cm, se ne deduca la misura <strong>del</strong> volume.<br />

27 [R] Si esprima opportunamente in metri cubi il volume di 25000 l.<br />

30 [R] Si scriva il numero 32,9508 con tre sole cifre significative.<br />

36 [R] Nel Sistema Internazionale di unità di misura, la massa <strong>del</strong>l’elettrone è circa<br />

9,11 × 10 −31 . Si scriva tale valore nella forma decimale.<br />

43 [R] Quante sono le probabilità di azzeccare un terno secco al lotto?


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 7<br />

SOLUZIONI<br />

3 6,672 59 → 6,672 6 → 6,673 → 6,67 → 6,7 → 7.<br />

13 (a) 823,6 ± 0,3 (b) 824 ± 3 (c) 823,64 ± 0,06 (d) 820 ± 40 (e) 820 ± 110<br />

( f ) 823,6 ± 1,2 (g) 823,63 ± 0,1 (approssimando a 823,6 avremmo spostato il<br />

valore medio verso il basso di 3 centesimi, una quantità non abbastanza piccola<br />

rispetto all’incertezza).<br />

18 Il valore più probabile è (12,38 − 1,44) kg = 10,94 kg, l’incertezza è la somma<br />

<strong>del</strong>le incertezze: (0,03 + 0,06) kg = 0,09 kg. L’acqua contenuta nel secchio pesa<br />

quindi (10,94 ± 0,09) kg. Sommando le incertezze in quadratura (meglio)<br />

2 2<br />

avremmo ottenuto 0 ,03 + 0,06 = 0,07.<br />

25 Il volume è dato da 4π R 3 /3: ponendo R = (14,46 / 2) cm = 7,23 cm si trova che<br />

il valore più probabile <strong>del</strong> volume è 1583 cm 3 . L’incertezza assoluta sul raggio<br />

è (0,16 / 2) cm = 0,08 cm, l’incertezza percentuale è 100 × 0,08 / 7,23 = 1,11 %.<br />

L’incertezza percentuale sul cubo <strong>del</strong> raggio è il triplo: 3,33 %. Dividendo per<br />

100 e moltiplicando per il valore più probabile <strong>del</strong> raggio al cubo (7,23 3 ) si ottiene<br />

che l’incertezza assoluta su R 3 è 12,59 cm 3 . L’incertezza sul volume è allora<br />

(4π /3)× 12,59 cm 3 = 52,7 cm 3 , che diventa 50 cm 3 . La misura <strong>del</strong> volume<br />

è pertanto (1580 ± 50) cm 3 . Si noti che per trovare l’incertezza <strong>del</strong> volume abbiamo<br />

moltiplicato per tre (e quindi sommato tre volte) l’incertezza percentuale<br />

<strong>del</strong> raggio: non sarebbe stato corretto sommare le tre incertezze in quadratura,<br />

dato che evidentemente le tre incertezze in questione non possono considerarsi<br />

indipendenti l’una dall’altra.<br />

27 25,000 m 3 . Se avessimo scritto 25 m 3 avremmo dichiarato un’approssimazione<br />

a livello dei metri cubi, mentre nella misura originaria di 25 000 l viene dichiarata<br />

un’incertezza a livello dei litri, mille volte inferiore.<br />

30 33,0.<br />

36 0,000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 911 (trenta zeri dopo la virgola). Il<br />

vantaggio <strong>del</strong>la notazione scientifica sembra evidente...<br />

43 Siano A, B e C i numeri su cui si è puntato. Dato che vengono estratti 5 numeri<br />

su 90, la probabilità che A faccia parte <strong>del</strong>la cinquina è 5/90. Se A è stato<br />

estratto, la probabilità che B sia uno degli altri 4 numeri estratti sono 4/89. Se<br />

B è stato estratto, la probabilità che sia stato estratto anche C sono 3/88. Il prodotto<br />

<strong>del</strong>le tre probabilità è la probabilità di uscita <strong>del</strong> terno: 8,51×10 −5 (un po’<br />

meno di 1 su 10 000). [2]<br />

2 Con i concetti <strong>del</strong> calcolo combinatorio: i casi che con l’estrazione <strong>del</strong>la cinquina possono verificarsi<br />

sono tutte le N 5 combinazioni formate da 5 dei 90 numeri disponibili (N 5 è uguale al coefficiente<br />

binomiale 90 su 5, cioè a 90×89×88×87×86 / [1×2×3×4×5]); i casi favorevoli sono tutte le cinquine<br />

contenenti i tre numeri giocati, che sono tante quante sono le N 2 combinazioni formate da due qualsiasi<br />

degli altri 87 numeri (N 2 è uguale al coefficiente binomiale 87 su 2, cioè a 87×86 / [1×2]). La<br />

probabilità che esca il terno è il rapporto N 2 /N 5 tra casi favorevoli e casi possibili.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 8<br />

CAPITOLO 3 − CINEMATICA GENERALE (1)<br />

INTERDIPENDENZA TRA POSIZIONE E TEMPO<br />

9 [R] Con riferimento al diagramma di fig.1,<br />

(a) si discuta la seguente affermazione: «il<br />

diagramma indica che il punto mobile<br />

viaggia lungo una traiettoria rettilinea»;<br />

s (m)<br />

(b) si determini il valore di s all’istante zero,<br />

un minuto dopo l’istante zero, due mi-<br />

20<br />

1<br />

nuti dopo, due minuti prima, un minuto<br />

prima, tre minuti prima;<br />

(c) si chiarisca in quale istante il punto mobile<br />

t (min)<br />

Fig. 1<br />

viene a trovarsi nella posizione di rife-<br />

rimento;<br />

(d) si descriva la posizione <strong>del</strong> punto mobile all’istante zero;<br />

(e) si chiarisca se un minuto prima <strong>del</strong>l’istante zero il punto mobile sta procedendo<br />

in avanti oppure all’indietro;<br />

( f ) si determini la lunghezza <strong>del</strong>la parte di traiettoria compresa tra la posizione<br />

occupata dal punto mobile tre minuti prima <strong>del</strong>l’istante zero e la posizione occupata<br />

due minuti dopo l’istante zero.<br />

10 Si considerino le sei linee orarie <strong>del</strong>la figura<br />

a lato (fig. 2): per quale (o quali) di esse<br />

la lunghezza <strong>del</strong> percorso effettuato dal<br />

punto mobile è superiore alla lunghezza<br />

<strong>del</strong>l’arco di traiettoria compreso tra posizione<br />

iniziale e posizione finale?<br />

s<br />

Fig. 2<br />

t<br />

11 [R] Il diagramma orario <strong>del</strong>la figura a lato<br />

si riferisce alle modalità di percorrimento<br />

di una traiettoria aperta, a sua volta rappresentata<br />

in fig. 3: P' è la posizione all’istante<br />

t ', P" è la posizione all’istante t". Che cosa<br />

si può dire circa la posizione di riferimento?<br />

Com’è orientata la traiettoria?<br />

s<br />

t ' t "<br />

t<br />

P '<br />

Fig. 3<br />

P"<br />

12 In quale eventualità la grandezza s"− s' rappresenta sicuramente la lunghezza<br />

di tutto il percorso effettuato nell’intervallo di tempo tra t ' e t"?


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 9<br />

VELOCITÀ SCALARE – MOTO UNIFORME<br />

13 Un’automobile percorre prima un tratto AB con velocità media 60 km/h, poi<br />

un tratto BC di lunghezza uguale con velocità media 120 km/h. Determinare la<br />

velocità media tra A e C.<br />

16 [R] La fig.15 mostra una traiettoria orientata<br />

v<br />

aperta lungo la quale è in movimento<br />

A B<br />

un punto K la cui velocità dipende dal<br />

t<br />

tempo nel modo indicato dal diagramma.<br />

Si chiarisca se è possibile che A e B siano<br />

t ' t"<br />

rispettivamente la posizione di K all’istante<br />

Fig. 15<br />

t ' e all’istante t ".<br />

18 [R] In fig.17 la linea continua esprime la<br />

distanza s in funzione <strong>del</strong> tempo t, la linea a<br />

tratti esprime la velocità v in funzione <strong>del</strong><br />

tempo t. È possibile che le due linee si riferiscano<br />

al moto di uno stesso punto?<br />

20 In base all’esame <strong>del</strong> grafico di fig.18 è<br />

v<br />

possibile affermare che:<br />

(a) all’istante t ' il punto mobile si sta<br />

avvicinando alla posizione di riferimento<br />

t '<br />

(vero/falso/...);<br />

(b) all’istante t ' il punto mobile sta viaggiando<br />

nel senso stesso <strong>del</strong>la traiettoria<br />

(vero/falso/...);<br />

(c) all’istante t ' il punto mobile sta rallentando (vero/falso/...).<br />

Fig. 18<br />

25 Un punto si muove con equazione oraria s = At 3 – 3Bt 5 . Si esprima la velocità<br />

in funzione <strong>del</strong> tempo.<br />

26 [R] Un punto si muove con equazione oraria s = A cos (ωt +ϕ), con A, ω e ϕ<br />

costanti. Determinare il valore <strong>del</strong>la velocità all’istante zero.<br />

s,v<br />

s<br />

v<br />

t<br />

Fig. 17<br />

t


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 10<br />

ACCELERAZIONE SCALARE - MOTO UNIFORMEMENTE VARIO [3]<br />

27 È impossibile che il diagramma orario presenti angolosità [4] (vero/falso).<br />

29 [R] La velocità di un punto K è v = 6t − 4 (unità SI). Si esprima in funzione<br />

<strong>del</strong> tempo la distanza di K dalla posizione occupata all’istante zero.<br />

34 Un corpo lanciato verticalmente in assenza d’aria ha, a un dato istante, velocità<br />

6 m/s verso l’alto. Si descriva la sua velocità dopo 1 s.<br />

38 Dal punto di vista <strong>del</strong>la velocità di arrivo al suolo, lanciare un corpo verticalmente<br />

verso l’alto o verso il basso con una stessa velocità sarebbe, in assenza<br />

d’aria, esattamente lo stesso (vero/falso).<br />

39 [R] Con quale velocità occorre lanciare un sasso verso l’alto nel vuoto, se vogliamo<br />

che dopo 1 s si trovi a quota 100 m?<br />

40 Si vuole lanciare un sasso verticalmente verso l’alto in modo che la fase di salita<br />

duri cinque secondi. Quale dovrebbe essere la velocità di lancio in assenza<br />

d’aria?<br />

42 Un punto P è in movimento con legge oraria s = t 3 − 5t 2 (unità SI).<br />

(a) Si esprimano la velocità scalare e l’accelerazione scalare di P in funzione<br />

<strong>del</strong> tempo.<br />

(b) Si determini il valore medio <strong>del</strong>la velocità e <strong>del</strong>l’accelerazione scalare nell’intervallo<br />

di tempo tra t 1 = 3 s e t 2 = 9 s.<br />

44 * [R] Un punto P è in movimento con accelerazione a = 3 − 4s (unità SI). Sapendo<br />

che per s = 0 la velocità è v = 8 m/s, si esprima la velocità di P in funzione<br />

<strong>del</strong>la posizione.<br />

46 *Un sasso, lanciato verticalmente verso l’alto, si trova a un dato istante in una<br />

data posizione P, e 1 s più tardi nella stessa posizione: si determini il dislivello<br />

tra P e la posizione più elevata raggiunta dal sasso.<br />

47 *Un corpo K in moto uniformemente vario è stato fotografato ogni 2 s, e si è<br />

osservato che la distanza percorsa da K tra un fotogramma e il successivo aumenta<br />

di 10 cm ad ogni fotogramma. Determinare l’accelerazione di K.<br />

49 *[R] La velocità di un punto è v = v 0 e − kt (unità internazionali, con k = 1,2 s −1<br />

e v 0 = 3 m/s). Determinare la distanza percorsa da P nei tre secondi successivi<br />

all’istante t 1 = −5s.<br />

50 *L’accelerazione di un punto P è funzione lineare decrescente <strong>del</strong>la sua velocità.<br />

All’istante t = 0 è v = 0, a = 3 m/s 2 . Quando v = 20 m/s l’accelerazione<br />

è a = 2 m/s 2 . Quanto tempo occorre a P per raggiungere la velocità di 40 m/s?<br />

3 Nel <strong>testo</strong> è denominato uniformemente vario il moto nel quale la velocità scalare è funzione di primo<br />

grado <strong>del</strong> tempo, e uniformemente accelerato il moto in cui il vettore accelerazione è costante in<br />

valore e direzione lungo la traiettoria.<br />

4 Punti cioè in corrispondenza dei quali esistono due distinte tangenti alla curva.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 11<br />

ACCELERAZIONE VETTORIALE<br />

51 La fig. 32 mostra la traiettoria percorsa da un punto<br />

K. È possibile che i due vettori abbiano il significato<br />

suggerito in figura?<br />

52 È impossibile che, nel moto di un punto, il vettore<br />

velocità e il vettore accelerazione si mantengano<br />

costantemente perpendicolari l’uno all’altro<br />

(vero/falso).<br />

55 [R] Dire che l’accelerazione scalare è positiva equivale a dire che l’accelerazione<br />

tangenziale è diretta come la velocità (vero/falso).<br />

56 [R] (a) Il modulo <strong>del</strong> vettore a r<br />

y (componente y <strong>del</strong> vettore a r ) è dato dal valore<br />

assoluto <strong>del</strong>la pendenza <strong>del</strong> grafico che fornisce la componente y <strong>del</strong>la velocità<br />

in funzione <strong>del</strong> tempo (vero/falso).<br />

(b) * Il componente trasversale <strong>del</strong> vettore accelerazione misura la rapidità con<br />

cui è in variazione la componente <strong>del</strong> vettore velocità nella direzione <strong>del</strong>la<br />

normale alla traiettoria (vero/falso).<br />

(c) * Il componente tangenziale <strong>del</strong> vettore accelerazione misura la rapidità con<br />

cui è in variazione la componente <strong>del</strong> vettore velocità nella direzione <strong>del</strong>la tangente<br />

alla traiettoria (vero/falso).<br />

58 Si chiarisca se è possibile che nell’intervallo<br />

di tempo tra t ' e t"<br />

(diagramma orario di fig. 33/A) si<br />

verifichi per il punto P la situazione<br />

rappresentata in fig. 33/B.<br />

s<br />

Fig. 33/A<br />

t ' t"<br />

Fig. 32<br />

t<br />

a r ?<br />

K<br />

v r ?<br />

P<br />

Fig. 33 / B<br />

a r<br />

59 Si chiarisca se è possibile che all’istante<br />

t ' (fig. 34/A) si verifichi<br />

per il punto P la situazione mostrata<br />

in fig. 34/B.<br />

Fig. 34/A<br />

v<br />

t '<br />

t<br />

a r v r P<br />

Fig. 34 / B<br />

60 [R] Si chiarisca se è possibile che<br />

nell’intervallo di tempo tra t ' e t"<br />

(fig. 35/A) si verifichi per il punto<br />

P la situazione rappresentata in<br />

fig. 35/B.<br />

t'<br />

v<br />

Fig. 35/A<br />

t"<br />

t<br />

v r 90°<br />

Fig. 35 / B<br />

a r<br />

61 Stabilire se all’istante t 1 (fig. 36) l’angolo<br />

tra velocità e accelerazione è a-<br />

cuto oppure ottuso. E all’istante t 2 , al<br />

quale corrisponde un massimo nel valore<br />

<strong>del</strong>la distanza s? E all’istante t 3 ?<br />

t 1<br />

s<br />

t 2 t 3<br />

t<br />

Fig. 36


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 12<br />

64 *È possibile che il componente trasversale <strong>del</strong>l’accelerazione abbia direzione<br />

costante lungo la traiettoria?<br />

65 *[R] In corrispondenza <strong>del</strong>l’istante<br />

t ' (fig.37) il grafico presenta un<br />

punto di flesso. Che cosa si può dire<br />

circa l’angolo che il vettore velocità<br />

forma col vettore accelerazione<br />

in tale istante?<br />

66 Dato che l’accelerazione g r di gravità ha modulo 9,8 m/s 2 , l’accelerazione scalare<br />

di un punto materiale soggetto solo al proprio peso può valere solo ± 9,8<br />

m/s 2 (vero/falso).<br />

67 [R] Un punto si muove con equazione oraria s = 3 − 3 t 2 (unità CGS).<br />

(a) Si chiarisca se due secondi prima <strong>del</strong>l’istante zero l’angolo tra i vettori velocità<br />

e accelerazione è acuto, oppure retto, oppure ottuso.<br />

(b) Si determini il modulo <strong>del</strong> vettore accelerazione in tale istante, assumendo<br />

che il raggio di curvatura sia r = 18 cm.<br />

s<br />

t '<br />

Fig. 37<br />

t


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 13<br />

SOLUZIONI<br />

9 (a) Falso: il diagramma non fornisce indicazioni sulla forma <strong>del</strong>la traiettoria.<br />

(b) Per t = 0, s = 40 m. Un minuto dopo l’istante zero, s = 60 m. Due minuti<br />

dopo, s = 80 m. Due minuti prima <strong>del</strong>l’istante zero, s = 0. Un minuto prima, s<br />

= 20 m. Tre minuti prima, s = −20 m.<br />

(c) Due minuti prima <strong>del</strong>l’istante zero, quando s = 0.<br />

(d) Essendo in tale istante s = 40 m, a 40 m di distanza (misurati lungo la traiettoria<br />

e nel senso <strong>del</strong>la traiettoria) dalla posizione di riferimento.<br />

(e) In avanti, visto che la distanza s dal riferimento sta aumentando col passare<br />

<strong>del</strong> tempo.<br />

( f ) È la grandezza s" − s', riferita agli istanti t" = 2 min (a cui corrisponde s"<br />

= 80 m) e t ' = −3 min (a cui corrisponde s' = −20 m). La lunghezza richiesta è<br />

pertanto 100 m.<br />

11 Il fatto che (vedi diagramma orario) s' sia positiva ed s" negativa significa che<br />

P ' si trova sul ramo positivo <strong>del</strong>la traiettoria, e P" sul ramo negativo: quindi R<br />

è tra P ' e P" (più vicino a P", perché la distanza s" è in valore assoluto inferiore<br />

a s'). La traiettoria è orientata da P" verso P '.<br />

16 No: il diagramma mostra che in tutto l’intervallo di tempo considerato la velocità<br />

si mantiene a valori positivi, il che significa che K viaggia nel senso <strong>del</strong>la<br />

traiettoria. Perciò la posizione finale B non può, rispetto a tale senso, precedere<br />

la posizione iniziale.<br />

18 No, le due linee danno indicazioni <strong>del</strong> tutto contrastanti. Per esempio, nei due<br />

istanti in cui il grafico <strong>del</strong>le velocità dà un valore nullo, la pendenza <strong>del</strong> grafico<br />

<strong>del</strong>le distanze è diversa da zero; subito dopo il primo di tali istanti la velocità<br />

assume valori positivi, mentre la pendenza <strong>del</strong> grafico <strong>del</strong>le distanze è negativa;<br />

nell’istante in cui il grafico <strong>del</strong>le distanze ha<br />

pendenza zero il grafico <strong>del</strong>le velocità indica s,v<br />

un valore diverso da zero... e così via. Il grafico<br />

<strong>del</strong>le velocità potrebbe invece essere<br />

s<br />

t<br />

rappresentato da una retta a pendenza positiva<br />

(fig. 2), che interseca l’asse dei tempi<br />

v<br />

nell’istante in cui la distanza s assume il<br />

Fig. 2<br />

massimo valore negativo.<br />

26 Risulta v = ds/dt = −ωA sen(ωt + ϕ). Per t = 0, v = −ωA senϕ .<br />

29 La grandezza richiesta è s − s 0 . Essendo v funzione di primo grado di t, il moto<br />

è uniformemente vario, per cui s − s 0 = v 0 t + at 2 /2. La relazione tra v e t<br />

mostra che, in unità SI, il valore numerico di v 0 è − 4, e che quello di a è 6.<br />

Pertanto, la distanza di K dalla posizione occupata all’istante zero è s − s 0 =<br />

= − 4 t + 3 t 2 , come si ottiene <strong>del</strong> resto per integrazione <strong>del</strong>la funzione v = v (t).


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 14<br />

39 Occorre che nel primo secondo di volo la velocità media <strong>del</strong> sasso sia di 100<br />

m/s. Essendo il moto <strong>del</strong> sasso, in assenza d’aria, uniformemente vario, la sua<br />

velocità media è semplicemente la media aritmetica tra la velocità iniziale e la<br />

velocità finale. Dato che durante il primo secondo di volo la velocità <strong>del</strong> sasso<br />

è diminuita di 9,8 m/s, la velocità iniziale è (100 + ½ 9,8) m/s, la velocità finale<br />

(100 − ½ 9,8) m/s. Perciò la velocità di lancio è 104,9 m/s (mentre a 100 m<br />

d’altezza è v = 95,1 m/s). Lo stesso risultato si ottiene ovviamente ponendo<br />

y − y 0 = 100 m, t = 1 s e a = − 9,8 m/s 2 nella relazione y − y 0 = v 0 t − at 2 /2.<br />

44 Essendo a = dv /dt e v = ds /dt, dividendo membro a membro si ottiene a ds =<br />

s<br />

= v dv. Integrando, a d s<br />

∫<br />

vdv<br />

. Posto a = 3 − 4s si ottiene 3s − 2s 2 =<br />

= [ ] 2 2<br />

v<br />

v<br />

8<br />

∫<br />

= v<br />

0<br />

v ( s=<br />

0)<br />

/ = v 2 /2 − 32. Pertanto v = ± 6s − 4 s 64 (unità S.I.).<br />

49 Per definizione s(t) = s 0 +<br />

∫ t v d t , e nel nostro caso s(t) = s 0 +<br />

0<br />

2 +<br />

t<br />

∫<br />

v 0 0<br />

e<br />

− k t<br />

d<br />

= s 0 + (v 0 / k) (1− e − kt ).<br />

Con riferimento agli istanti t 1 = −5s e t 2 = (−5+3)s = −2 s risulta<br />

−k t2 −k<br />

t1<br />

1 ,2 2 1,2×<br />

5<br />

s 2 − s 1 =(v 0 / k) ( 1− e −1+<br />

e ) = [(3/1,2)(<br />

− e<br />

× + e )]m = 981 m.<br />

55 Falso: se l’accelerazione tangenziale è diretta come v r , la velocità (valore assoluto)<br />

è in aumento, mentre invece l’accelerazione scalare risulta positiva anche<br />

quando il punto mobile procede con velocità negativa e sta rallentando (pendenza<br />

positiva nel grafico v, t).<br />

56 (a) Vero, dato che il modulo di a r<br />

y misura la<br />

rapidità di variazione <strong>del</strong> componente y <strong>del</strong>la<br />

velocità.<br />

P<br />

(b) Vero. Si osservi la fig.9: la componente di<br />

v r nella direzione <strong>del</strong>la normale alla traiettoria<br />

n<br />

in una data posizione P è ovviamente zero<br />

quando il punto mobile è in P, ma, se la traiettoria<br />

non ha in P andamento rettilineo, è diversa<br />

da zero sia prima che dopo tale posizio-<br />

Fig. 9<br />

ne: se ad esempio supponiamo che la normale<br />

n sia orientata verso il centro di curvatura, la componente di v r in tale direzione<br />

è negativa prima di P, positiva dopo P. Pertanto in P, dove vale zero, è in variazione.<br />

(c) Vero, per ragioni analoghe a quelle esposte al punto (b). Supponiamo ad<br />

esempio che il moto sia uniforme: in un qualsiasi punto P l’accelerazione tangenziale<br />

è zero perché la componente di v r nella direzione <strong>del</strong>la tangente alla<br />

traiettoria in P è più grande che nelle posizioni precedenti e successive, il che<br />

significa che nel relativo diagramma temporale la pendenza è zero.<br />

t<br />

=


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 15<br />

60 Sì, ma solo nell’istante in cui la velocità raggiunge il massimo valore, e quindi<br />

è zero la pendenza <strong>del</strong> grafico v, t. La seconda figura indica infatti che, essendo<br />

a r e v r perpendicolari, non c’è accelerazione tangenziale (ed è quindi zero anche<br />

l’accelerazione scalare).<br />

65 All’istante t ' la pendenza (la velocità) è massima. Perciò nel grafico v, t la<br />

pendenza è zero, il che significa che in tale istante non c’è accelerazione tangenziale.<br />

Se il vettore accelerazione è diverso da zero (il che richiede che la<br />

traiettoria non abbia andamento rettilineo), è perpendicolare al vettore velocità.<br />

67 (a) Il moto è uniformemente vario, la relazione tra v e t è v = −6 t. Per t =<br />

= −2 s risulta v = 12 cm/s. Essendo positiva la velocità e negativa l’accelerazione<br />

(scalare), il valore di v sta diminuendo: dunque il componente tangenziale<br />

<strong>del</strong>l’accelerazione è diretto in senso opposto a v r , il che significa che<br />

l’angolo tra v r e a r è maggiore di 90°.<br />

(b) Il componente tangenziale di a r ha modulo costante 6 cm/s 2 . Il componente<br />

trasversale ha modulo v 2 /r = (12 2 cm 2 /s 2 ) / (18 cm) = 8 cm/s 2 . Per il teorema di<br />

2 2<br />

Pitagora, il modulo <strong>del</strong>l’accelerazione è a = a + a = 10 cm/s 2 .<br />

tg<br />

n


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 16<br />

CAPITOLO 4 − CINEMATICA GENERALE (2)<br />

GRANDEZZE CINEMATICHE ANGOLARI<br />

2 Trovare in che rapporto stanno, in un orologio, le velocità angolari <strong>del</strong>le lancette<br />

<strong>del</strong>le ore, dei minuti e dei secondi.<br />

5 [R] Tenuto conto che all’equatore il raggio terrestre è circa 6380 km, si determinino<br />

velocità e accelerazione di un punto A posto sulla superficie terrestre all’equatore,<br />

e di un punto B posto sulla superficie terrestre a 60° di latitudine.<br />

7 Un punto si muove di moto uniforme con velocità v lungo una circonferenza di<br />

raggio R. Determinare: (a) l’equazione oraria in termini angolari, (b) l’equazione<br />

analitica <strong>del</strong>la traiettoria, (c) l’equazione parametrica <strong>del</strong>la traiettoria,<br />

(d) l’espressione <strong>del</strong> raggio vettore in funzione <strong>del</strong> tempo, (e) l’espressione<br />

<strong>del</strong>l’accelerazione in funzione <strong>del</strong> tempo.<br />

10 [R] Un punto P è in movimento nel piano xy lungo una circonferenza di raggio<br />

R con centro nell’origine O degli assi. La posizione di P è definita dall’angolo<br />

ϕ = 3t + t 2 (unità SI) formato dal raggio vettore r = OP con l’asse <strong>del</strong>le x e<br />

misurato in senso antiorario. Determinare:<br />

(a) la legge oraria,<br />

(b) la velocità angolare r ω e l’accelerazione angolare r α in funzione di t,<br />

(c) la posizione r , la velocità v r , l’accelerazione normale a r n , l’accelerazione<br />

tangenziale a r t in funzione di t.<br />

11 Un punto P è in movimento nel piano xy con velocità angolare r ω = 10 u r<br />

z (unità<br />

SI) lungo una circonferenza centrata nell’origine O degli assi. A un dato<br />

r r r<br />

istante la posizione di P rispetto a O è definita da<br />

= 0 ,5 u x + 0,1 u y (unità<br />

SI): si calcolino i vettori velocità e accelerazione corrispondenti.<br />

12 *[R] (a) Calcolare la velocità media scalare e vettoriale tra t 1 = 0 e t 2 = 2 s per<br />

un punto P il cui moto è descritto dalle equazioni x = R cos kt 3 , y = R sen kt 3<br />

(con R = 0,1 m, k = π s −3 ).<br />

(b) * Determinare i vettori velocità e accelerazione all’istante t 2 .


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 17<br />

MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO<br />

13 Un sasso è stato lanciato in aria. Durante un intervallo di tempo di 1 s, lo spostamento<br />

orizzontale è stato di 15 m verso Est, lo spostamento verticale di 2 m<br />

verso l’alto. Supponendo ininfluente la presenza d’aria, determinare lo spostamento<br />

subìto dal sasso durante il secondo immediatamente precedente e durante<br />

il secondo immediatamente successivo.<br />

16 *[R] In quale direzione occorrerebbe mirare per colpire un bersaglio sospeso a<br />

un filo, sapendo che, all’istante stesso in cui parte il colpo, il filo viene tagliato?<br />

17 *Con riferimento al quesito precedente si discuta il seguente problema: in quale<br />

direzione occorre mirare sapendo che il bersaglio rimane immobile?<br />

MOTO ARMONICO<br />

20 [R] Un punto P oscilla di moto armonico tra A e B, con centro in O. Sia H il<br />

punto medio <strong>del</strong> segmento AO: senza utilizzare le equazioni <strong>del</strong> moto armonico,<br />

si trovi quale frazione <strong>del</strong> periodo T è necessaria a P per spostarsi da un e-<br />

stremo all’altro, da un estremo al centro O, da A ad H, da H ad O.<br />

23 Moto armonico: a 6 cm di distanza dal centro <strong>del</strong>l’oscillazione il modulo <strong>del</strong><br />

vettore accelerazione è 1,5 m/s 2 . Quanti secondi impiega il punto oscillante a<br />

passare da una posizione di massima velocità positiva alla posizione di massima<br />

accelerazione positiva immediatamente successiva?<br />

25 Moto armonico con periodo 24 s: se, a un dato istante, l’accelerazione ha il suo<br />

valore massimo, dopo quanto tempo il suo valore si è dimezzato?<br />

27 L’estremo A di un segmento di lunghezza L<br />

(fig.15) si muove di moto uniforme su una<br />

circonferenza di centro O e raggio L/3,<br />

mentre l’estremo B si muove su una retta<br />

passante per O, oscillando avanti e indietro.<br />

Si chiarisca se l’oscillazione di B può definirsi<br />

armonica.<br />

29 [R] Sull’asse x un punto P ' oscilla di moto armonico, sull’asse y il punto P"<br />

oscilla a sua volta di moto armonico con uguale ampiezza (5 cm) e uguale periodo<br />

(3,4 s), ma con un ritardo di fase pari a 85/100 di secondo. Stabilire se,<br />

componendo i due moti oscillatori, si ottiene un moto circolare uniforme.<br />

(a) Sì (determinare velocità e accelerazione <strong>del</strong> moto risultante, e stabilire se<br />

avviene in senso orario oppure antiorario).<br />

(b) No (spiegare).<br />

A<br />

B<br />

Fig. 15


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 18<br />

31 [R] Componendo un moto armonico in direzione y con un moto uniforme in<br />

direzione x (ortogonale alla precedente) si ottiene un moto uniforme su una traiettoria<br />

sinusoidale (vero/falso).<br />

33 [R] Si trovi in che modo nel moto armonico si corrispondono velocità e posizione.<br />

34 * [R] Un punto K oscilla di moto armonico con ampiezza R e frequenza f . Si<br />

determini quale frazione <strong>del</strong> periodo T deve passare come minimo tra un istante<br />

in cui l’elongazione è −R /2 con velocità negativa e un successivo istante in<br />

cui l’elongazione è R /3 con velocità positiva.<br />

35 * Un punto K oscilla di moto armonico con periodo T. Note l’elongazione x 0 e<br />

la velocità v 0 all’istante t = 0, si determini la velocità massima raggiunta da K<br />

durante il moto.<br />

36 * [R] Il punto P oscilla di moto armonico con periodo T : all’istante t 1 la velocità<br />

è v 1 , all’istante t 2 la velocità è v 2 . Si scriva l’equazione oraria.<br />

38 * Si chiarisca che cosa si ottiene dalla composizione di un moto armonico in<br />

direzione x con un moto armonico in direzione y (perpendicolare alla precedente)<br />

quando le due oscillazioni<br />

(a) hanno uguale ampiezza e sono in fase,<br />

(b) hanno uguale ampiezza ma sono sfasate di mezzo periodo,<br />

(c) hanno uguale ampiezza ma sono sfasate di un quarto di periodo,<br />

(d) hanno diversa ampiezza e sono sfasate di un quarto di periodo.<br />

CINEMATICA RELATIVA<br />

40 Supponiamo che nel riferimento K il moto <strong>del</strong> riferimento K ' risulti traslatorio,<br />

rettilineo e uniforme: in tal caso, se in K si considera rettilineo e uniforme il<br />

moto di un punto, anche in K ' si esprime lo stesso giudizio (vero/falso).<br />

41 L’intero sistema rappresentato in fig.16 (carrucola<br />

+ due blocchi collegati tramite un filo inestensibile<br />

che scivola nella gola <strong>del</strong>la carrucola) è<br />

in movimento in direzione verticale. Si dimostri<br />

che la velocità v r e l’accelerazione a r <strong>del</strong>la carrucola<br />

sono la media aritmetica <strong>del</strong>le velocità e <strong>del</strong>le<br />

accelerazioni dei due blocchi. Si chiarisca se lo<br />

stesso risultato vale anche per i moduli dei vettori<br />

velocità e accelerazione.<br />

42 In quale o quali eventualità l’accelerazione di Coriolis risulta uguale a zero?<br />

43 [R] Su un ascensore in caduta libera, un uomo lancia una pallina verso l’alto:<br />

che moto osserva prima e dopo l’urto contro il soffitto? Che moto osserverebbe<br />

se la direzione di lancio non fosse verticale?<br />

1<br />

2<br />

Fig. 16


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 19<br />

45 Una barca si sposta alla velocità di 4 km/h rispetto all’acqua. Supponiamo che<br />

la barca debba attraversare un fiume largo 4 km, con una corrente che viaggia<br />

alla velocità di 2 km/h.<br />

(a) In quale direzione occorrerà dirigere la barca se si vuole che raggiunga il<br />

punto opposto a quello di partenza?<br />

(b) Quanto tempo occorrerà in tal caso per l’attraversamento <strong>del</strong> fiume?<br />

(c) Se si volesse attraversare il fiume nel più breve tempo possibile, in quale<br />

direzione bisognerebbe dirigere la barca?<br />

(d) Quanto tempo sarebbe necessario per compiere un tragitto di 12 km nel<br />

senso <strong>del</strong>la corrente, per poi tornare al punto di partenza?<br />

47 [R] Si spieghi che giudizio dà un osservatore, posto su una ruota panoramica in<br />

rotazione con velocità angolare ω, sull’accelerazione di un corpo C soggetto<br />

solo alla forza peso.<br />

49 [R] Una pallina si stacca dalla sommità di un’asta verticale fissata a un carrello<br />

che procede in linea retta. Posto che la presenza di aria risulti ininfluente, si<br />

spieghi come viene valutato il moto <strong>del</strong>la pallina nel riferimento K ' <strong>del</strong> carrello<br />

e nel riferimento fisso K, considerando sia il caso di moto uniforme <strong>del</strong> carrello<br />

che il caso di moto uniformemente vario.<br />

51 Una piattaforma ruota attorno a un asse verticale z in senso antiorario con velocità<br />

angolare costante ω = 1,2 rad/s. Si spieghi quale giudizio viene dato nel<br />

riferimento <strong>del</strong>la piattaforma relativamente alla velocità e all’accelerazione di<br />

un sasso, lasciato cadere da un punto fisso P, nel momento in cui giunge<br />

all’altezza <strong>del</strong>la piattaforma. La distanza di P dall’asse z è d = 5 m, l’altezza di<br />

P sulla piattaforma è H = 11 m.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 20<br />

SOLUZIONI<br />

5 La velocità angolare <strong>del</strong>la Terra è 2π rad/d ≈ (2π / 86400) rad/s = 7,27 × 10 −5<br />

rad/s. All’equatore, la velocità è v = ωR = 7,27 × 10 −5 rad/s × 6,38 × 10 6 m =<br />

= 464 m/s, l’accelerazione è v 2 /R = (464 m/s) 2 / (6,38 × 10 6 m) = 0,0337 m/s 2 .<br />

Si noti che la velocità è largamente supersonica, poiché supera di circa il 34%<br />

la velocità <strong>del</strong> suono in aria (≈ 345 m/s a 20° C). A 60° di latitudine la distanza<br />

dall’asse di rotazione (il raggio <strong>del</strong>la circonferenza) è la metà, per cui, essendo<br />

ω la stessa, sono dimezzate sia la velocità ωR che l’accelerazione ω 2 R.<br />

10 (a) L’equazione oraria è s = ϕ R = (3t + t 2 )R.<br />

(b) La velocità angolare è<br />

r ω = ω u r<br />

z , con ω = dϕ /dt = 3+2t.<br />

L’accelerazione angolare è<br />

r α = α u r<br />

z , con α = dω /dt = 2(s − 2 ).<br />

r r<br />

(c) La posizione è<br />

= Rur<br />

, dove u r r è un versore (di componenti cartesiane<br />

cosϕ e senϕ) diretto come il vettore posizione: u r r = (cosϕ) u r<br />

x + (senϕ) u r y .<br />

La velocità è v r = ω R u<br />

r<br />

tg , dove ω = 3 + 2t, u r tg = du r<br />

r /dϕ<br />

[5] = (− senϕ) u r x +<br />

+(cosϕ) u r y , ϕ = 3 t + t 2 .<br />

L’accelerazione normale è a v<br />

n<br />

= ω 2 R u r n , con n<br />

− (senϕ) u r y . L’accelerazione tangenziale è a r tg = (d 2 s /dt 2 ) u r<br />

tg<br />

u r = du r [1]<br />

tg /dϕ<br />

= (− cosϕ) u r<br />

x −<br />

= 2R u r tg .<br />

r r r<br />

12 Dato che è = ( r cosϕ ) ux<br />

+ ( r senϕ)<br />

u y (con ϕ =<br />

∫ t ω dt<br />

+ ϕ 0 = ωt + ϕ 0 ), e<br />

dato che per ipotesi all’istante considerato r cosϕ = 0,5 m e r senϕ = 0,1 m,<br />

sarà v r = d r r<br />

r<br />

/ dt<br />

= ( − ωr<br />

senϕ)<br />

ux<br />

+ ( ω r cosϕ)<br />

u y , e all’istante considerato v r<br />

= (−10×0,1m/s) u r x + (10 × 0,5m/s) u r<br />

y = (−1m/s) u r x + (5 m/s) u r y . Dato poi che<br />

a r = dv r 2 r<br />

2 r<br />

/ dt<br />

= ( − ω r cosϕ)<br />

ux<br />

+ ( − ω r senϕ)<br />

u y , in tale istante risulta a r =<br />

=(−10 2 × 0,5 m/s 2 ) u r x + (−10 2 × 0,1 m/s 2 ) u r<br />

y = (−50 m/s 2 ) u r x + (−10 m/s 2 ) u r y .<br />

Agli stessi risultati si poteva pervenire in base alla considerazione che è<br />

r r r<br />

r r r<br />

v = ω ∧<br />

e in questo specifico caso (moto circolare uniforme) a = ω ∧ v , ed<br />

eseguendo i due prodotti vettoriali secondo le<br />

r<br />

note regole, tenuto conto che è ω x = ω y = 0,<br />

vt A<br />

0<br />

ω z = 10 s −1 , r x = 0,5 m, r y = 0,1 m, r z = 0.<br />

16 Esattamente in direzione <strong>del</strong> bersaglio. Sia<br />

infatti O (fig. 2) la posizione iniziale <strong>del</strong> proiettile,<br />

sia A la posizione iniziale <strong>del</strong> bersaglio,<br />

e imponiamo che il bersaglio e il proiettile si<br />

trovino a un dato istante in una stessa posizione<br />

P. Con riferimento al moto <strong>del</strong> pro-<br />

5 Si veda la risposta 41 <strong>del</strong> cap.1.<br />

O<br />

0<br />

Fig. 2<br />

v r<br />

0<br />

P<br />

r g t<br />

2<br />

2


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 21<br />

r<br />

r g 2<br />

iettile, la posizione di P rispetto a O è OP = v0t<br />

+<br />

2 t . Con riferimento al<br />

r<br />

g 2<br />

moto <strong>del</strong> bersaglio, la posizione di P rispetto a O è OP = OA +<br />

2 t . Per confronto<br />

tra le due espressioni di OP otteniamo v 0t<br />

= OA , il che significa che la<br />

r<br />

velocità iniziale v r<br />

0 <strong>del</strong> proiettile è diretta da O verso A. Si noti che in tal caso<br />

il bersaglio viene raggiunto per qualsiasi valore di v r OA<br />

0 (in un tempo t = inversamente<br />

proporzionale a v 0 , e a una distanza gt 2 /2, direttamente proporzio-<br />

v 0<br />

nale al quadrato di t e quindi inversamente proporzionale al quadrato di v 0 , dalla<br />

sua posizione iniziale A). Al variare di v r 0 varia naturalmente la forma <strong>del</strong>la<br />

parabola descritta dal proiettile (man mano che il valore di v r 0 diminuisce, diminuiscono<br />

anche la distanza verticale e la distanza orizzontale <strong>del</strong> vertice <strong>del</strong>la<br />

parabola dal punto di lancio).<br />

Altra soluzione. Poniamoci nel riferimento cartesiano<br />

per il quale il moto <strong>del</strong> sasso è descritto y<br />

dalla [A] e dalla [B] <strong>del</strong>la risposta 15. Durante<br />

v r<br />

H<br />

0<br />

il tempo T necessario al proiettile per coprire la<br />

ϕ<br />

distanza orizzontale d che lo separa dalla verticale<br />

passante per il bersaglio (fig. 3), la y <strong>del</strong><br />

d x<br />

bersaglio (inizialmente uguale ad H) diventa y '<br />

= H − (g/2)T 2 , mentre la y <strong>del</strong> proiettile (inizialmente<br />

nulla) diventa y" = (v 0 senϕ)T −<br />

− (g/2)T 2 . Il proiettile colpisce il bersaglio se<br />

Fig. 3<br />

y ' = y", se quindi H = (v 0 senϕ)T. Dato che è T<br />

= d /(v 0 cosϕ), la condizione perché il bersaglio venga colpito è d tgϕ = H, relazione<br />

che è verificata solo quando la velocità di lancio v r 0 è diretta verso il<br />

bersaglio.<br />

20 Da A a B (fig.7) mezzo periodo, da A a O un<br />

G<br />

F<br />

quarto di periodo, da A ad H un sesto di periodo<br />

(il punto immaginario rotante di moto uniforme,<br />

da cui P si può pensare ottenuto per<br />

proiezione, deve portarsi da A ad F, con uno<br />

spostamento angolare di 60°), da H a O un dodicesimo<br />

di periodo (il punto rotante deve su-<br />

A H O B<br />

Fig. 7<br />

bire uno spostamento angolare di 30°).<br />

29 Sì, perché 85/100 di secondo sono 1/4 <strong>del</strong> periodo. La velocità <strong>del</strong> moto risultante<br />

si può ottenere ad esempio moltiplicando la lunghezza C <strong>del</strong>la circonferenza<br />

(C = 2π R = 2π ×5 cm) per la frequenza f = 1/T = (1/3,4) Hz = 0,294 Hz.<br />

Si ottiene v = Cf = (2π × 5 × 0,294) cm/s = 9,23 cm/s.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 22<br />

L’accelerazione è a = v 2 /R = (9,23 cm/s) 2 / (5 cm) = 17,0 cm/s 2 . Dato che il<br />

massimo positivo <strong>del</strong>la velocità si verifica prima per P ' e poi, con un ritardo di<br />

1/4 di periodo, per P", il moto risultante è antiorario.<br />

31 Detta y 0 l’ordinata <strong>del</strong> centro <strong>del</strong>l’oscillazione<br />

su y (fig.10), l’equazione oraria su<br />

y<br />

K<br />

y è <strong>del</strong> tipo y = y 0 + A cosωt. L’equazione<br />

oraria sull’asse x è <strong>del</strong> tipo x = vt, da cui t<br />

x<br />

= x /v. Ponendo questo valore di t nell’equazione<br />

oraria che descrive il moto su<br />

Fig. 10<br />

y, si ottiene che y è funzione sinusoidale di<br />

x: la traiettoria è una sinusoide.<br />

Il moto risultante non è però uniforme perché il valore <strong>del</strong>la velocità risultante<br />

varia nel tempo: è infatti costante il suo componente x, ma non il componente y.<br />

La velocità <strong>del</strong> punto K che procede lungo la sinusoide è massima quando è<br />

massimo il valore <strong>del</strong> suo componente y, quindi sull’asse <strong>del</strong>la sinusoide. Ed è<br />

minima quando il suo componente y è nullo, quindi alla massima distanza<br />

dall’asse <strong>del</strong>la sinusoide.<br />

33 Facendo sistema <strong>del</strong>la v = dx /dt e <strong>del</strong>la a =<br />

=dv /dt si ottiene a dx = v dv. Ma nel moto<br />

armonico è a = −ω 2 x, perciò v dv = −ω 2 x dx.<br />

Integriamo ora tra x = R (elongazione massima,<br />

v = 0) e una generica x (dove la velocità è v):<br />

v<br />

x<br />

2<br />

vdv<br />

= − ω xdx<br />

. Otteniamo in tal modo<br />

∫<br />

0<br />

∫<br />

R<br />

v 2 = ω 2 (R 2 − x 2 ), e quindi v = ± ω R − x =<br />

= ± ω y, avendo indicato con y (fig.11) l’ordinata di un punto K che procede di<br />

moto uniforme su una circonferenza di raggio R e genera per proiezione su x il<br />

moto armonico considerato. La circonferenza stessa può quindi essere considerata<br />

il grafico che dà la velocità in funzione <strong>del</strong>la posizione, se nella scala <strong>del</strong>le<br />

ordinate una lunghezza y rappresenta una velocità ωy.<br />

34 L’equazione <strong>del</strong> moto è x = R cosωt, la velocità<br />

è v = dx /dt = −ωR senωt. All’istante t 1 è x 1 =<br />

R cosωt 1 = −R/2, dunque ωt 1 = 2π /3 oppure<br />

4π /3. Dovendo nello stesso istante essere negativa<br />

la velocità v 1 = −ωR senωt 1 , l’angolo ωt 1 è in<br />

realtà compreso tra 0 e π , per cui <strong>del</strong>le due <strong>soluzioni</strong><br />

trovate scegliamo la prima: ωt 1 = = 2π /3.<br />

All’istante t 2 è x 2 = R cosωt 2 = R/3, per cui ωt 2<br />

= 1,23 oppure 2π −1,23 = 5,05. La velocità v 2 =<br />

−ωR senωt 2 è però per ipotesi positiva, quindi<br />

ωt 2 è compreso tra π e 2π , perciò scegliamo ωt 2<br />

2<br />

2<br />

Fig. 11<br />

Fig. 12<br />

y<br />

y<br />

P 1<br />

α 1<br />

K<br />

α 2<br />

P 2<br />

x<br />

x


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 23<br />

= 5,05. Dunque, t 2 − t 1 = (ωt 2 − ωt 1 )/ω = (5,05 − 2π /3) /(2π /T) = 0,471 T. In<br />

fig.12 sono rappresentate le posizioni <strong>del</strong> punto oscillante ai due istanti<br />

derati, e le corrispondenti posizioni <strong>del</strong> punto rotante P da cui il moto armonico<br />

può essere desunto per proiezione.<br />

36 Occorre determinare il valore <strong>del</strong>l’ampiezza R e <strong>del</strong>la fase iniziale ϕ 0 nell’equazione<br />

x = R cos (ωt +ϕ 0 ), in cui ω = 2π /T. In base ai dati risulta<br />

[A] v 1 = −ω R sen (ωt 1 +ϕ 0 ), [B] v 2 = −ωR sen (ωt 2 +ϕ 0 ). Vale a dire:<br />

v 1 = −ωR (senωt 1 cosϕ 0 + cosωt 1 senϕ 0 )<br />

v 2 = −ωR (senωt 2 cosϕ 0 + cosωt 2 senϕ 0 ).<br />

Dividendo membro a membro e dividendo poi ancora per cosϕ 0 si ottiene<br />

[C ] ϕ 0 = arctg [(v 2 senωt 1 − v 1 senωt 2 ) / (v 1 cosωt 2 − v 2 cosωt 1 )].<br />

Dalla [A] otteniamo infine<br />

[D] R = −v 1 / ω sen (ωt 1 +ϕ 0 ).<br />

La [C ] non determina per ϕ 0 un unico valore, ma due valori la cui differenza è<br />

π. L’ambiguità si supera considerando che a secondo membro <strong>del</strong>la [D] dobbiamo<br />

avere un valore positivo. Pertanto, se v 1 (dato <strong>del</strong> problema) è > 0 deve<br />

essere sen (ωt 1 +ϕ 0 ) < 0, il che significa che ωt 1 +ϕ 0 deve essere compreso tra<br />

π e 2π. Se invece è v 1 < 0, ωt 1 +ϕ 0 deve essere compreso tra 0 e π.<br />

43 L’accelerazione di Coriolis è zero: pertanto anche l’accelerazione relativa (differenza<br />

tra accelerazione assoluta e accelerazione di trascinamento, in questo<br />

caso uguali entrambe a g r ) è zero. Tutto va, nel riferimento <strong>del</strong>l’ascensore, come<br />

se la pallina fosse priva di peso: indipendentemente dalla direzione di lancio,<br />

il moto osservato è rettilineo e uniforme, sia prima che dopo l’urto contro<br />

il soffitto <strong>del</strong>l’ascensore.<br />

47 Rispetto all’osservatore fisso, la «navetta» in cui si trova K ' si muove di moto<br />

traslatorio (non rotatorio!), dato che si mantiene sempre parallela a sé stessa:<br />

pertanto, niente accelerazione di Coriolis. La velocità angolare r ω <strong>del</strong>la ruota<br />

v r<br />

tr<br />

K '<br />

v r K '<br />

C<br />

g r<br />

a r<br />

tr<br />

a r K '<br />

g r '<br />

Fig. 18<br />

v r<br />

v r '


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 24<br />

r r<br />

interviene a determinare l’accelerazione a tr = aK<br />

' di trascinamento <strong>del</strong> corpo<br />

C: il modulo di a r<br />

tr è ω 2 r, dove r è il raggio <strong>del</strong>la circonferenza (tratteggiata<br />

in fig. 18, pag. seguente) che C percorrerebbe se, nella posizione in cui si trova,<br />

fosse rigidamente collegato con K '. La direzione di a r<br />

tr è da C verso il centro<br />

r r r<br />

di tale circonferenza. Risulta g ' = g − a .<br />

49 Moto uniforme: sia V la velocità <strong>del</strong> carrello (e cioè la velocità di trascinamento).<br />

Nel riferimento fisso K la velocità <strong>del</strong>la pallina è v x = V, v y = gt (asse y diretto<br />

verso il basso), perciò, posto che inizialmente sia per la pallina x = y = 0,<br />

risulta x = Vt, y = gt 2 /2 = gx 2 /2V 2 (parabola ad asse verticale). Nel riferimento<br />

<strong>del</strong> carrello è invece v' x = v x − V = 0, v' y = v y = gt (traiettoria verticale).<br />

Moto uniformemente vario: sia V + at la velocità <strong>del</strong> carrello (e quindi la velocità<br />

di trascinamento). Nel riferimento K tutto va come nel caso precedente (v x<br />

= V, v y = gt, vedi fig. 21, pag. seguente). Rispetto invece a K ' è v' x =<br />

= v x − (V + at) = − at, v' y = v y = gt. Dunque, v y / v x = − g/a (la traiettoria è rettilinea,<br />

la componente x <strong>del</strong>la velocità è negativa quando l’accelerazione scalare<br />

a <strong>del</strong> carrello è positiva, come in fig. 21 e 22).<br />

tr<br />

x<br />

y<br />

vr<br />

a r<br />

vr<br />

a r<br />

Fig. 21 – Che cosa si osserva<br />

nel riferimento <strong>del</strong> laboratorio.<br />

Fig. 22 – Che cosa si osserva<br />

nel riferimento <strong>del</strong> carrello.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 25<br />

CAPITOLO 5 − CINEMATICA DEL CORPO RIGIDO<br />

1 [R] Sapendo che i punti P e Q appartengono a uno stesso corpo rigido, sarebbe<br />

possibile assegnare ad arbitrio il valore e la direzione <strong>del</strong>le rispettive velocità?<br />

8 Un cilindro rotola senza strisciare su una<br />

superficie d’appoggio a sua volta cilindrica<br />

(fig. 13). Si chiarisca se tale movimento<br />

può essere descritto come rototraslatorio.<br />

10 [R] Un disco appoggia di taglio su un<br />

piano orizzontale, lungo il quale può ruotare<br />

senza scivolare. Se appoggiamo sul<br />

disco (fig.14) una tavola di lunghezza L e<br />

la facciamo scorrere in senso orizzontale<br />

in modo che mantenga il contatto col disco<br />

senza mai scivolare, di quanto, al<br />

massimo, riusciamo a far avanzare la tavola?<br />

Dobbiamo aspettarci che la risposta<br />

dipenda dal raggio <strong>del</strong> disco?<br />

11 Una tavola, appoggiata a una parete in<br />

condizioni di equilibrio precario (fig.15),<br />

a un tratto comincia a scivolare. Si determini<br />

l’inclinazione <strong>del</strong>la tavola nell’istante<br />

in cui il suo estremo inferiore B<br />

ha una velocità tre volte più grande di<br />

quella <strong>del</strong>l’estremo superiore A.<br />

12 La figura a lato (fig. 16) mostra la sezione<br />

trasversale di un cilindro il cui asse geometrico<br />

sta traslando con velocità v r C .<br />

Sapendo che la velocità <strong>del</strong> punto A è<br />

r r<br />

v A = 1,5 v C , si determini la velocità <strong>del</strong><br />

punto B.<br />

13 [R] Con riferimento alla figura a lato<br />

(fig. 17), che mostra un triangolo in due<br />

diverse posizioni su uno stesso piano, si<br />

individui la posizione <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong>lo spostamento<br />

rotatorio che porta il triangolo<br />

da una posizione all’altra.<br />

Fig. 16<br />

A<br />

C<br />

v r A<br />

B<br />

A<br />

v r C<br />

C<br />

B<br />

B'<br />

Fig. 13<br />

C'<br />

Fig. 14<br />

Fig. 15<br />

A'<br />

Fig. 17


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 26<br />

15 * [R] Un disco omogeneo di raggio R (fig.18)<br />

rotola senza strisciare giù per un piano avente<br />

inclinazione ϕ sull’orizzontale, soggetto solo<br />

al peso e alla reazione <strong>del</strong> piano d’appoggio.<br />

Tenuto conto che l’accelerazione <strong>del</strong> centro <strong>del</strong><br />

disco è (2/3) g senϕ , si spieghi come si potrebbe<br />

determinare l’accelerazione <strong>del</strong> punto di<br />

contatto C e di un generico punto A.<br />

16 Un cono di vertice V e apertura ϕ (fig.19) rotola<br />

senza strisciare lungo un piano orizzontale<br />

ruotando con velocità angolare ω attorno al<br />

proprio asse geometrico e con velocità angolare<br />

Ω attorno alla verticale z condotta per V. Si<br />

trovi in che rapporto stanno le due velocità angolari,<br />

e si determinino in funzione dei dati velocità<br />

e accelerazione <strong>del</strong> punto A <strong>del</strong> cono più<br />

lontano dal piano d’appoggio.<br />

A<br />

C<br />

A<br />

ϕ<br />

Fig. 19<br />

Fig. 18<br />

z<br />

V


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 27<br />

SOLUZIONI<br />

1 No. Dovendo mantenersi costante la distanza<br />

tra P e Q (fig.1), occorre che le due velocità<br />

siano identiche nella direzione <strong>del</strong>la retta PQ<br />

(le due velocità devono cioè avere identici<br />

componenti in tale direzione).<br />

v r<br />

P<br />

Fig. 1<br />

Q<br />

P<br />

vr Q<br />

10 Dato che le velocità dei punti <strong>del</strong> disco sono quelle di un moto di rotazione attorno<br />

alla linea di contatto col terreno, i punti a contatto con la tavola, e quindi<br />

anche i punti <strong>del</strong>la la tavola, hanno velocità doppia rispetto all’asse <strong>del</strong> disco:<br />

in uno stesso intervallo di tempo la tavola subisce pertanto uno spostamento<br />

doppio rispetto al disco. Se la tavola si sposta verso destra in misura pari alla<br />

sua lunghezza L (fig.3), il disco si sposta<br />

di L/2 e viene quindi a trovarsi al centro<br />

<strong>del</strong>la tavola. Se la tavola si sposta ancora<br />

di L, il disco si sposta di L/2 e viene con<br />

ciò a trovarsi all’estremità di sinistra <strong>del</strong>la<br />

tavola. Dunque, il massimo spostamento<br />

che può subire la tavola è il doppio<br />

<strong>del</strong>la sua lunghezza, indipendentemente<br />

dal raggio <strong>del</strong><br />

Fig. 3<br />

disco.<br />

13 In fig.7, il punto O, intersezione <strong>del</strong>l’asse<br />

geometrico <strong>del</strong> segmento AA' con l’asse<br />

geometrico <strong>del</strong> segmento BB', risulta equidistante<br />

dalle posizioni iniziale e finale di<br />

qualsiasi altro punto <strong>del</strong> triangolo, ad e-<br />

sempio da C e da C'. Si può dunque portare<br />

il triangolo dalla posizione iniziale a quella<br />

finale mediante una rotazione attorno a un<br />

asse ortogonale al piano <strong>del</strong> triangolo e passante<br />

da O.<br />

Fig. 7<br />

15 A differenza <strong>del</strong>la velocità, l’accelerazione non può essere calcolata assumendo<br />

che il disco stia ruotando attorno al punto di contatto C : a un dato<br />

istante, le velocità dei diversi punti sono in effetti quelle stesse che corrispondono<br />

a un ipotetico moto di rotazione attorno a C, ma immediatamente<br />

prima e immediatamente dopo sono diverse (ad esempio, nel moto di rotolamento<br />

il punto <strong>del</strong> disco a contatto <strong>del</strong> piano d’appoggio ha velocità zero<br />

all’istante <strong>del</strong> contatto, ma diversa da zero prima e dopo, mentre in un moto<br />

di rotazione attorno a C avrebbe velocità costantemente nulla). Perciò<br />

l’accelerazione, che dipende da come varia la velocità, è diversa nei due casi.<br />

In un riferimento K ' che trasla parallelamente al piano inclinato con la ve-<br />

A<br />

C<br />

O<br />

B<br />

B'<br />

C'<br />

A'


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 28<br />

locità v = v 0 + (2/3)(g senϕ) t = ωR <strong>del</strong> centro <strong>del</strong> disco, i punti posti a distanza<br />

R dal centro hanno tutti in uno stesso istante la stessa velocità ωR (la<br />

velocità <strong>del</strong> centro <strong>del</strong> disco nel riferimento fisso K), hanno quindi tutti<br />

un’accelerazione tangenziale (2/3)g senϕ (l’accelerazione <strong>del</strong> centro <strong>del</strong> disco<br />

nel riferimento fisso) e un’acceerazione<br />

centripeta ω 2 R. Nel riferimento<br />

fisso compare in più<br />

un’accelerazione di trascinamento<br />

(2/3)g senϕ<br />

ω 2 R<br />

2<br />

uguale in valore ( g senϕ<br />

) e direzione<br />

all’accelerazione <strong>del</strong> riferi-<br />

3<br />

(2/3)g senϕ<br />

ω<br />

mento mobile K '. L’accelerazione<br />

2 R<br />

di Coriolis è invece nulla perché il<br />

moto di K ' rispetto a K è traslatorio.<br />

Ne risulta in definitiva la si-<br />

(2/3)g senϕ<br />

C<br />

(2/3)g senϕ<br />

tuazione rappresentata in fig.11.<br />

Fig. 11


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 29<br />

CAPITOLO 6 − STATICA DEL CORPO RIGIDO<br />

1 [R] Il blocco rigido rappresentato in<br />

fig.7 è in equilibrio sotto l’azione di un<br />

certo numero di forze, tra cui la F r<br />

' e la<br />

F r<br />

", che hanno uguale valore. Si chiarisca<br />

se il blocco resterebbe in equilibrio<br />

qualora, a parità di ogni altra circostanza,<br />

la F r ' e la F r<br />

" venissero rispettivamente<br />

applicate nel vertice 1 e nel vertice 2.<br />

3 È impossibile che un corpo rigido sul quale agiscono solo quattro forze di valore<br />

3, 8, 9, 22 N risulti in equilibrio<br />

(vero/falso).<br />

7 [R] Il triangolo rigido ABC è in equilibrio<br />

sotto l’azione di tre forze, due <strong>del</strong>le<br />

quali sono rappresentate in fig.10. Si<br />

chiarisca se è possibile che la terza forza<br />

sia applicata nel punto medio <strong>del</strong>l’ipotenusa<br />

AC.<br />

9 Si mostri che per l’asta rigida mostrata in<br />

fig.11, di peso trascurabile e in equilibrio<br />

su tre appoggi, il problema <strong>del</strong>la determinazione<br />

<strong>del</strong>le reazioni vincolari A r , B r<br />

e C r è indeterminato.<br />

11 In quale eventualità il baricentro <strong>del</strong> sistema di tre punti materiali A, B, C non<br />

allineati è il baricentro geometrico <strong>del</strong> triangolo ABC (il punto cioè di incontro<br />

<strong>del</strong>le mediane)?<br />

12 [R] Il baricentro <strong>del</strong> sistema costituito da tre punti materiali è sicuramente più<br />

vicino al punto più pesante dei tre (vero/falso).<br />

14 Si utilizzi la proprietà distributiva <strong>del</strong> baricentro per determinare con metodo<br />

grafico la posizione <strong>del</strong> baricentro di una generico quadrilatero omogeneo.<br />

15 I blocchi A e B, di massa identica, devono<br />

essere separati con l’aiuto di una<br />

leva, come mostrato in fig.12. Se la forza<br />

F r applicata alla leva viene fatta crescere<br />

lentamente, quale dei due blocchi<br />

si sposterà per primo? Si assuma che la<br />

forza d’attrito tra ciascuno dei blocchi e<br />

il piano d’appoggio sia la stessa.<br />

F r 1<br />

'<br />

2<br />

F r<br />

"<br />

Fig. 7<br />

A<br />

3 N<br />

3 N<br />

B<br />

C<br />

Fig. 10<br />

F r<br />

A r B r C r<br />

L L L<br />

Fig. 11<br />

F r<br />

A<br />

Fig. 12<br />

B


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 30<br />

20 Il triangolo rigido ABC è in equilibrio<br />

sotto l’azione <strong>del</strong>le due forze di valore<br />

noto mostrate in fig.13 e di una terza<br />

forza non rappresentata. Si chiarisca se<br />

è possibile determinare il valore, la direzione,<br />

la retta d’azione e il punto<br />

d’applicazione <strong>del</strong>la terza forza. E se<br />

invece la forza verticale fosse diretta<br />

verso il basso?<br />

21 [R] Si chiarisca se è possibile che il<br />

segmento rigido AB (fig.14) sia in equilibrio<br />

sotto l’azione di quattro forze:<br />

quelle rappresentate in figura più una<br />

quarta forza.<br />

22 Si trovi la posizione <strong>del</strong> baricentro <strong>del</strong>le<br />

due lastre omogenee mostrate in fig.15.<br />

La prima <strong>del</strong>le due è stata ottenuta effettuando<br />

un taglio lungo le diagonali di<br />

un quadrato di lato 36 cm. La seconda è<br />

stata ottenuta ritagliando da un disco di<br />

raggio R un disco di raggio R/2.<br />

23 *Alcuni mattoni identici, di lunghezza L<br />

= 24 cm (fig.16), sono posti uno sull’altro<br />

in modo che ognuno sporga nel<br />

senso <strong>del</strong>la lunghezza dal sottostante.<br />

Come occorre disporli, se si vuole rendere<br />

massimo lo spostamento <strong>del</strong> mattone<br />

più in alto rispetto al mattone più in basso?<br />

Aumentando convenientemente il<br />

numero dei mattoni, è possibile ottenere<br />

che la proiezione sul piano d’appoggio<br />

<strong>del</strong> mattone più in alto sia totalmente al<br />

di fuori <strong>del</strong>l’area di appoggio?<br />

25 *[R] Una fune d’acciaio di peso P è sospesa a due punti fissi posti alla stessa<br />

altezza. Fatta l’ipotesi che la fune sia perfettamente flessibile, si determinino:<br />

(a) le reazioni vincolari ai due estremi <strong>del</strong>la fune,<br />

(b) la tensione <strong>del</strong>la fune nel punto centrale.<br />

Si chiarisca inoltre:<br />

(c) se è possibile, aumentando convenientemente la forza con cui la fune è tirata<br />

ai due estremi, fare in modo che la fune si disponga lungo una retta orizzontale;<br />

(d) a quale <strong>del</strong>le due estremità la fune sarebbe maggiormente sollecitata se i<br />

due punti di sospensione non si trovassero allo stesso livello.<br />

A<br />

B<br />

2 N<br />

Fig. 14<br />

F r '<br />

F r<br />

"<br />

Fig. 13<br />

Fig. 15<br />

Fig. 16<br />

3 cm C 5 cm<br />

3 N<br />

B<br />

C<br />

1 N


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 31<br />

26 *Un’asta rigida di lunghezza L e peso P è in<br />

equilibrio, appoggiata come in fig.17 su due<br />

piani ortogonali a e b. Fatta l’ipotesi che gli<br />

attriti siano trascurabili,<br />

(a) si descrivano attraverso il valore <strong>del</strong>l’angolo<br />

β le posizioni di equilibrio assunte dall’asta<br />

al variare <strong>del</strong>l’angolo α ;<br />

(b) si trovi quale valore assumono le reazioni<br />

vincolari in caso di equilibrio.<br />

a<br />

Fig. 17<br />

β<br />

α<br />

b<br />

SOLUZIONI<br />

1 Sì: una coppia di forze verrebbe sostituita da una coppia di uguale momento, e<br />

quindi <strong>del</strong> tutto equivalente agli effetti <strong>del</strong>l’equilibrio di un corpo rigido.<br />

7 Impossibile. Dovendo essere zero la somma dei tre momenti rispetto a B, anche<br />

la retta d’azione <strong>del</strong>la terza forza passa necessariamente, come le altre due, da<br />

B. Dato che la terza forza ha componente orizzontale 3 N verso destra e componente<br />

verticale 3 N verso l’alto, la sua retta d’azione è la bisettrice <strong>del</strong>l’angolo<br />

B, e quindi non incontra l’ipotenusa AC nel suo punto medio.<br />

12 Falso. Supponiamo ad esempio che il peso <strong>del</strong><br />

punto meno pesante (A) sia 1/3 di quello degli<br />

A<br />

altri due (B e C), e supponiamo (fig.7) che A si<br />

trovi sull’asse <strong>del</strong> segmento BC. Il baricentro<br />

<strong>del</strong> sistema B + C è il punto medio <strong>del</strong> segmento<br />

B G<br />

C<br />

BC, quindi (proprietà distributiva) il bari-<br />

Fig. 7<br />

centro G <strong>del</strong> sistema A +B +C si trova sul<br />

segmento MA, sei volte più vicino a M che ad A (dato che A pesa sei volte di<br />

meno che il resto <strong>del</strong> sistema). Così stando le cose, il fatto che rispetto agli altri<br />

due punti A sia più lontano o più vicino a G dipende unicamente da quanto è<br />

lungo il segmento MA in rapporto al segmento BC.<br />

21 No. La forza numero quattro dovrebbe avere un componente orizzontale di 1 N<br />

diretto verso destra e un componente verticale di 1 N diretto verso il basso: in<br />

tal modo sarebbe zero la somma <strong>del</strong>le forze applicate. Per l’equilibrio alla rotazione<br />

(somma dei momenti <strong>del</strong>le forze rispetto a un polo qualsiasi uguale a zero)<br />

la forza numero quattro dovrebbe però essere applicata 1 cm a destra di B,<br />

quindi fuori dal segmento AB (la verifica è immediata se ad esempio si sceglie<br />

come polo il punto C).


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 32<br />

25 (a) Il fatto che la fune sia perfettamente flessibile significa che in condizioni di<br />

equilibrio la fune è sollecitata ai suoi due estremi (fig.19) da forze dirette tangenzialmente<br />

alla fune (forze trasversali determinerebbero la flessione <strong>del</strong>la<br />

fune). Pur non essendo la fune un corpo rigido, in condizioni di equilibrio le<br />

forze applicate (il peso e le due reazioni vincolari) realizzano necessariamente<br />

anche le condizioni di equilibrio <strong>del</strong> corpo rigido: in particolare, deve essere<br />

zero la somma <strong>del</strong>le tre forze. Se quindi è nota la geometria <strong>del</strong> sistema (in particolare,<br />

l’angolo ϕ che la tangente alla fune forma col piano orizzontale nei<br />

due estremi) le reazioni vincolari V r 1 e V r 2 hanno entrambe inclinazione ϕ sul<br />

piano orizzontale e hanno entrambe modulo V = (P/2)/senϕ (fig. 20).<br />

V r 1<br />

Fig. 19<br />

V r V r<br />

2<br />

1<br />

P r<br />

P r<br />

2<br />

Fig. 20<br />

ϕ<br />

V r<br />

(b) Per l’equilibrio <strong>del</strong> tratto di fune<br />

compreso tra il punto centrale e<br />

l’estremo di sinistra, deve essere zero la<br />

somma <strong>del</strong> peso (di mezza fune), <strong>del</strong>la<br />

reazione vincolare V r<br />

2 e <strong>del</strong>la tensione<br />

T r , diretta in questo caso orizzontalmente<br />

(fig. 21). Pertanto, la tensione<br />

<strong>del</strong>la fune nel punto centrale è<br />

T = (P/2)/tgϕ .<br />

(c) La fig.21 chiarisce subito che per ϕ<br />

tendente a zero la reazione vincolare e la<br />

tensione <strong>del</strong>la fune tendono a infinito.<br />

(d) L’estremo posto più in alto, come<br />

mostra il diagramma vettoriale <strong>del</strong>le<br />

forze (fig. 22): in corrispondenza di tale<br />

estremo sarebbe questa volta più grande<br />

che nell’altro l’inclinazione <strong>del</strong>la fune<br />

sul piano orizzontale.<br />

P r<br />

2<br />

V r V r<br />

1<br />

2<br />

V r V r<br />

2<br />

1<br />

P r<br />

Fig. 22<br />

Fig. 21<br />

V r 2<br />

ϕ<br />

T r


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 33<br />

CAPITOLO 7 − STATICA DEI FLUIDI<br />

2 [R] I recipienti <strong>del</strong>la fig. 22 hanno la<br />

stessa area di base. Se uno stesso quantitativo<br />

d’acqua viene introdotto in essi,<br />

(a) la pressione esercitata dal liquido<br />

sulla base <strong>del</strong> recipiente sarà uguale nei<br />

tre casi (vero/falso);<br />

(b) la forza esercitata dal liquido sulla<br />

base <strong>del</strong> recipiente sarà uguale nei tre<br />

casi (vero/falso);<br />

A B C<br />

Fig. 22<br />

(c) la forza esercitata dal liquido sul recipiente sarà uguale nei tre casi (vero/falso);<br />

(d) la forza esercitata dal recipiente sul piano d’appoggio sarà uguale nei tre<br />

casi (vero/falso).<br />

3 Se nei due recipienti <strong>del</strong>la fig. 23, che hanno<br />

la stessa area di base, lo stesso tipo di liquido<br />

raggiunge la stessa altezza al di sopra<br />

<strong>del</strong> pistone mobile, la forza che, in condizioni<br />

di equilibrio, il pistone esercita sulla<br />

molla sottostante è esattamente la stessa<br />

(vero/falso).<br />

Fig. 23<br />

7 Una sfera d’acciaio posta in acqua va a fondo, perché il ferro ha peso specifico<br />

superiore a quello <strong>del</strong>l’acqua. Come mai allora una nave d’acciaio galleggia<br />

sull’acqua <strong>del</strong> mare?<br />

8 [R] Se la pressione atmosferica si annullasse, la frazione visibile <strong>del</strong> volume di<br />

un iceberg aumenterebbe (vero/falso).<br />

9 Un cubetto di ghiaccio galleggia su acqua in un bicchiere. Che accade <strong>del</strong> livello<br />

<strong>del</strong>l’acqua, man mano che il ghiaccio fonde?<br />

10 Si consideri un pezzo di ghiaccio che galleggia su acqua: è giusto affermare<br />

che il ghiaccio riceve dall’acqua una spinta verso l’alto pari al peso <strong>del</strong>l’acqua<br />

spostata?<br />

13 [R] Un mattone viene sottoposto a pesatura. Si chiarisca se la presenza di aria<br />

tra il mattone e il piatto <strong>del</strong>la bilancia influenza il risultato <strong>del</strong>la misura.<br />

15 Un bambino si lascia sfuggire di mano il palloncino nuovo, che subito sale fino<br />

al soffitto e lì si ferma <strong>alcune</strong> ore: fino a che, essendosi ormai sgonfiato, ritorna<br />

giù. A questo punto il bambino propone di rigonfiarlo usando la pompa a pedale<br />

<strong>del</strong> canottino di gomma. È una buona idea?


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 34<br />

18 Si consideri la situazione mostrata in fig. 25: sarà<br />

possibile, tramite il sifone, riempire completamente<br />

il secchio?<br />

24 [R] Una sfera d’acciaio galleggia su mercurio.<br />

Che cosa accade <strong>del</strong>la posizione <strong>del</strong>la sfera, se si<br />

versa acqua sul mercurio?<br />

25 Una zattera carica di ghiaia galleggia sull’acqua<br />

contenuta in una grande vasca. Che accadrebbe<br />

<strong>del</strong> livello <strong>del</strong>l’acqua, se la ghiaia venisse scaricata<br />

in acqua?<br />

27 * Un cilindro omogeneo ad asse orizzontale è disposto<br />

lungo la parete piana e verticale di un recipiente,<br />

in modo che esattamente mezzo cilindro<br />

sporga verso l’interno <strong>del</strong> recipiente (fig.29).<br />

Supponiamo che il cilindro possa ruotare attorno<br />

al proprio asse geometrico, e che il recipiente<br />

venga riempito d’acqua: possiamo aspettarci che,<br />

per effetto <strong>del</strong>la spinta idrostatica esercitata sul<br />

cilindro dall’acqua, il cilindro entri in rotazione?<br />

Se la risposta è sì, abbiamo inventato il moto perpetuo.<br />

Fig. 29<br />

Fig. 25<br />

28 * [R] La densità ρ di un liquido in quiete varia con la profondità y secondo la<br />

relazione ρ = ρ 0 e y /2 . Si esprima la pressione in funzione <strong>del</strong>la profondità.<br />

SOLUZIONI<br />

2 (a) Falso. La pressione sul fondo è tanto più grande quanto maggiore è l’altezza<br />

raggiunta dal liquido nel recipiente: è quindi massima nel caso C e minima<br />

nel caso A.<br />

(b) Falso: la forza è uguale al prodotto <strong>del</strong>l’area di base (la stessa per i tre recipienti)<br />

per la pressione (diversa per ogni recipiente).<br />

(c) Falso. In ogni recipiente il liquido è in equilibrio sotto l’azione di tre forze:<br />

il peso (uguale per ipotesi nei tre casi), la forza verso il basso dovuta alla pressione<br />

atmosferica (maggiore nel caso A, data la maggior estensione <strong>del</strong>la superficie<br />

libera), e la forza verso l’alto proveniente dal recipiente. Tale forza dovrà<br />

essere maggiore nel caso A, e quindi reciprocamente (legge di azione e reazione)<br />

nel caso A sarà maggiore la forza <strong>del</strong> liquido sul recipiente.<br />

(d) Vero. Il sistema recipiente + liquido è in equilibrio sotto l’azione <strong>del</strong> peso,<br />

<strong>del</strong>la spinta di Archimede e <strong>del</strong>la forza proveniente dal piano d’appoggio. Se<br />

assumiamo che i tre contenitori spostino lo stesso volume d’aria e abbiano lo<br />

stesso peso, le prime due forze, e conseguentemente la terza, sono uguali, e se è


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 35<br />

uguale nei tre casi la forza esercitata dal piano d’appoggio è anche uguale (legge<br />

di azione e reazione) la forza ad esso applicata.<br />

8 Falso, diminuirebbe. La pressione atmosferica a livello <strong>del</strong>l’acqua è un po’ più<br />

grande <strong>del</strong>la pressione sulla superficie <strong>del</strong> ghiaccio che si trova a quote superiori.<br />

Se si annullasse la pressione sul ghiaccio, la pressione sulla superficie<br />

<strong>del</strong>l’acqua (e, per la legge di Stevino, a tutti i livelli inferiori) subirebbe una<br />

diminuzione più grande, e quindi la spinta sul blocco di ghiaccio verso l’alto<br />

diminuirebbe più <strong>del</strong>la spinta verso il basso. Del resto, in condizioni normali il<br />

blocco di ghiaccio sposta acqua e aria, se non ci fosse atmosfera il ghiaccio<br />

sposterebbe solo acqua, e dunque il peso <strong>del</strong> fluido complessivamente spostato<br />

sarebbe, a pari posizione <strong>del</strong> blocco, inferiore: il che determinerebbe un suo<br />

maggiore affondamento.<br />

13 No. Il sottile film d’aria che separa i due corpi (tranne che nei pochi punti di<br />

contatto diretto effettivo) esercita la stessa pressione sul piatto (verso il basso)<br />

e sulla base <strong>del</strong> mattone (verso l’alto). Se non ci fosse aria, ci sarebbe una forza<br />

verso il basso in meno sul piatto, ma anche una forza di uguale valore verso<br />

l’alto in meno sul mattone: la forza complessiva sul sistema piatto + mattone<br />

non è modificata dalla presenza di aria tra i due, perciò non è modificata la posizione<br />

di equilibrio <strong>del</strong> sistema e l’indicazione <strong>del</strong>la bilancia.<br />

24 Prima la sfera spostava mercurio + aria, adesso sposta mercurio + acqua + aria.<br />

Dovendo, in condizioni di equilibrio, restare identico il peso <strong>del</strong> liquido complessivamente<br />

spostato dalla sfera, deve diminuire il volume <strong>del</strong>la parte di sfera<br />

immersa nel mercurio. La sfera si sposta quindi verso l’alto.<br />

28 Secondo la legge di Stevino, in un liquido omogeneo in quiete la differenza di<br />

pressione tra due livelli generici y 1 e y 2 (asse y diretto verticalmente verso il<br />

basso) è p 2 − p 1 = ρ g (y 2 − y 1 ). Per una differenza di livello infinitesima dy la<br />

differenza di pressione sarà allora dp = ρ g dy,<br />

dove la densità ρ potrà in generale variare in<br />

funzione <strong>del</strong>la profondità y. Nel nostro caso è<br />

ρ = ρ 0 e y /2 , perciò dp = ρ 0 e y /2 g dy. Integrando<br />

tra y = 0 (dove la pressione è p 0 ) e y<br />

p<br />

(dove la pressione è p) otteniamo<br />

y / 2<br />

p − p 0 = [ ] y<br />

2ρ , vale a dire<br />

0 g e<br />

0<br />

y / 2<br />

0 g (e − 1<br />

p = p 0 + 2ρ ) .<br />

La pressione (fig. 6) cresce dunque esponenzialmente<br />

con la profondità y a partire dal valore<br />

iniziale p 0 .<br />

Fig. 6<br />

y


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 36<br />

CAPITOLO 8 − I PRINCÌPI DI NEWTON<br />

I TRE PRINCÌPI<br />

6 Come si comporterebbe la pallina di un pendolo se improvvisamente la forza di<br />

gravità cessasse di agire?<br />

8 Nel piano cartesiano x, y un punto A di massa 5 g ha coordinate (x e y rispettivamente,<br />

espresse in cm) −5 e 16, un punto B di massa 2 g ha coordinate 0 e 8,<br />

un punto C di massa 11 g ha coordinate 3 e 0. Dove si trova il centro di massa<br />

<strong>del</strong> sistema dei tre punti?<br />

11 [R] Un corpo rigido K sta oscillando a mo’<br />

di pendolo, in assenza di aria e di attriti, attorno<br />

a un asse orizzontale (fig. 12). È corretto<br />

affermare che le due forze applicate a<br />

K (il peso P e la reazione <strong>del</strong> vincolo) costituiscono<br />

una coppia?<br />

Fig. 12<br />

13 In un moderno, autorevole <strong>testo</strong> universitario si possono leggere a un certo<br />

punto le seguenti parole: «Se vogliamo mantenere la molla deformata... la nostra<br />

mano deve applicare alla molla una forza uguale ed opposta alla forza che<br />

la molla esercita sulla mano». Commentare.<br />

14 [R] Se un blocco di peso 30 kg è in quiete sul pavimento, soggetto solo al peso<br />

e alla reazione <strong>del</strong> vincolo, la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento è 30 kg.<br />

(a) vero, per il principio di azione e reazione (b) vero, ma per una diversa ragione<br />

(c) falso.<br />

15 Se il cavallo tira il carretto con una forza di 100 kg, il carretto tira il cavallo in<br />

senso opposto, per reazione, con una forza di 100 kg. Come mai allora, quando<br />

il cavallo comincia a tirare, il sistema cavallo + carretto entra in movimento?<br />

18 [R] Un blocco A di massa 10 kg, posto su<br />

un piano orizzontale, è collegato mediante<br />

A<br />

un filo a un blocco B di massa 30 kg. Il filo,<br />

privo di massa e inestensibile, può scivolare<br />

senza attrito nella gola di una puleggia,<br />

il blocco B è sospeso al filo<br />

B<br />

Fig. 15<br />

(fig.15).<br />

(a) Si determini la tensione <strong>del</strong> filo e la forza che il filo esercita sulla puleggia<br />

sia quando il blocco A non ha possibilità di movimento, sia quando il blocco A<br />

può scivolare senza incontrare resistenza alcuna.<br />

(b) Possiamo affermare che nel secondo caso la velocità dei due blocchi è sicuramente<br />

in aumento?<br />

P r


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 37<br />

22 Una pallina è fissata mediante un filo al soffitto di un vagone: sulla pallina agiscono<br />

solo il peso e la reazione <strong>del</strong> vincolo. Che cosa si può dire <strong>del</strong> moto <strong>del</strong><br />

vagone, sapendo che il filo forma un angolo ϕ costante con la verticale?<br />

23 Un corpo K di peso 60 kg si trova all’interno di un ascensore. Si determini la<br />

forza che K esercita sul pavimento su cui appoggia quando l’ascensore<br />

(a) sale con velocità costante 9,81 m/s,<br />

(b) scende perdendo (9,81/12) m/s di velocità<br />

ad ogni secondo.<br />

27 *[R] (a) Nel sistema di carrucole rappresentato<br />

in fig.20 si determini la tensione nei fili supponendo<br />

che siano nulli gli attriti e considerando<br />

diverse da zero solo le masse dei blocchi<br />

sospesi.<br />

*[R] (b) Posto in particolare che sia m 2 = 2 kg<br />

e m 3 = 6 kg, per quale valore di m 1 sarebbe<br />

possibile l’equilibrio <strong>del</strong> blocco 1?<br />

Fig. 20<br />

m 1<br />

m 2<br />

m 2<br />

m 3<br />

30 Il sistema qui a lato rappresentato (fig.21) è<br />

composto da due dischi, di massa m 1 quello<br />

superiore ed m 2 l’altro, collegati da una molla<br />

di massa trascurabile. Il tutto è sostenuto da un<br />

piano d’appoggio, che a un dato istante viene<br />

bruscamente rimosso: determinare l’accelerazione<br />

dei due dischi in tale istante.<br />

Fig. 21<br />

LA FORZA CENTRIPETA<br />

31 [R] Un corpo K scivola in assenza di aria e di attrito lungo un piano inclinato.<br />

Siamo autorizzati ad affermare che la forza <strong>del</strong> piano su K è uguale e contraria<br />

al componente P n <strong>del</strong> peso di K sulla perpendicolare al piano?<br />

(a) Sì, per la terza legge di Newton (b) sì, per una diversa ragione (c) no.<br />

32 Un punto materiale K che viaggia in direzione orizzontale verso Est è soggetto<br />

a una forza F r 1 di valore 12 N diretta orizzontalmente verso Ovest, a una forza<br />

F r 2 di valore 20 N diretta verticalmente verso l’alto, a una forza F r 3 di valore<br />

8 N diretta verticalmente verso il basso, a una forza F r 4 di valore 9 N diretta<br />

orizzontalmente verso Sud. Sapendo che non agiscono altre forze, si calcoli il<br />

valore <strong>del</strong>la forza centripeta.<br />

34 Il punto materiale K è vincolato a muoversi in un piano verticale lungo una linea<br />

curva L: agiscono solo il peso e la reazione V r <strong>del</strong> vincolo, perpendicolare<br />

alla velocità di K per l’assenza di attrito. Considerando sia il caso di concavità


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 38<br />

verso l’alto che il caso di concavità verso il basso, si chiarisca in quale dei due<br />

sensi possibili è diretta la reazione <strong>del</strong> vincolo.<br />

37 * [R] Una pallina, appesa a un filo di lunghezza L fissato superiormente a un<br />

punto P, viene spostata dalla posizione di equilibrio O e poi lanciata in direzione<br />

orizzontale in modo tale da realizzare un pendolo conico: la pallina si<br />

muove cioè di moto uniforme in un piano orizzontale lungo una circonferenza,<br />

il filo si sposta lungo la superficie di un cono ad asse verticale avente come<br />

vertice il punto di sospensione P.<br />

(a) Si determini in funzione di ϕ , angolo formato dal filo con la verticale, la<br />

velocità con cui deve essere lanciata la pallina.<br />

(b) Si verifichi entro quali limiti può variare la velocità angolare, e conseguentemente<br />

il periodo di rotazione.<br />

(c) * Quanti giri al minuto deve fare, come minimo, un pendolo conico di lunghezza<br />

1 m?<br />

LA FORZA ELASTICA<br />

41 * Due dischetti, appoggiati di piatto su un piano orizzontale, sono collegati da<br />

una molla di costante k, massa trascurabile, lunghezza a riposo zero. Si chiarisca<br />

quali condizioni devono essere verificate all’istante iniziale, in assenza di<br />

qualsiasi forma di attrito, affinché in seguito il centro di massa resti immobile e<br />

la distanza L <strong>del</strong>le due particelle resti costante.<br />

42 * [R] Si vuole che un blocco di massa M, appoggiato<br />

come in fig.26 su un piatto di massa<br />

m sostenuto da una molla di massa trascurabile<br />

e di rigidezza k, oscilli verticalmente senza<br />

mai staccarsi dal piatto. Quale valore massimo<br />

può assumere l’ampiezza di oscillazione?<br />

43 Un blocco di massa m può oscillare senza attrito<br />

su un piano orizzontale sotto l’azione di due<br />

molle, come in fig.27. La distanza tra le due<br />

pareti fisse è L, il blocco ha massa m e larghezza<br />

d, le molle hanno rigidezza k 1 e k 2 e<br />

lunghezza a riposo L 1 ed L 2 . Si determini:<br />

(a) la posizione di equilibrio <strong>del</strong> blocco,<br />

(b) la frequenza di oscillazione.<br />

Fig. 26<br />

d<br />

k 1 k 2<br />

L<br />

Fig. 27


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 39<br />

QUANTITÀ DI MOTO E IMPULSO<br />

47 Nel calcolo <strong>del</strong>la quantità di moto è sempre possibile fingere che tutta la massa<br />

<strong>del</strong> sistema fisico considerato sia concentrata nel centro di massa (vero/falso).<br />

48 [R] Una pallina d’acciaio di massa m cade su una molla ideale che la rilancia<br />

esattamente alla stessa altezza. Un’altra pallina identica cade invece dalla stessa<br />

altezza su un mucchio di segatura. Quali <strong>del</strong>le due ha esercitato un più grande<br />

impulso nella fase di impatto?<br />

51 A una particella K di massa 12 g viene applicata una forza di valore costante<br />

0,15 N che agisce verticalmente verso l’alto per 3 s, poi orizzontalmente verso<br />

Est per 5 s, infine orizzontalmente verso Nord per 1 s.<br />

(a) Si determini il modulo <strong>del</strong>l’incremento Δ v r <strong>del</strong>la velocità di K.<br />

(b) Si chiarisca se il risultato ottenuto rappresenta l’incremento subìto dal modulo<br />

<strong>del</strong>la velocità.<br />

52 [R] Un sistema K è assoggettato a un insieme di forze esterne. Si spieghi se è<br />

corretto affermare che l’impulso complessivo di tali forze è uguale alla massa<br />

di K per l’incremento Δ v r <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong> suo centro di massa.<br />

CM<br />

53 Tra il blocco A e il blocco B è interposta una piccola molla compressa di massa<br />

trascurabile, ma i due blocchi non si separano perché tenuti assieme da un filo.<br />

Mentre il sistema scivola con velocità V senza incontrare attrito lungo un piano<br />

orizzontale in direzione A → B, a un tratto il filo cede e i due blocchi, spinti<br />

dalla molla, si separano. Sapendo che, mentre il blocco B prosegue con velocità<br />

3V, il blocco A rimane immobile, determinare il valore <strong>del</strong> rapporto m A /m B .<br />

56 Una pallottola di massa m = 20 g arriva con velocità 300 m/s, inclinata verso<br />

il basso di 15° rispetto al piano orizzontale, su un blocco di massa M = 10 kg,<br />

fermo su un piano orizzontale lungo il quale il blocco può scivolare senza attrito.<br />

Quale velocità acquista il blocco se la pallottola si conficca in esso? Quale<br />

velocità acquisterebbe invece se la pallottola lo attraversasse senza cambiare<br />

direzione e uscendone con velocità 100 m/s?<br />

r r r 2 r<br />

57 [R] La forza F = 3 ux<br />

+ 5t<br />

u y + 6 t uz<br />

(unità SI) è applicata a una sfera omogenea<br />

di massa 3 kg sulla quale non agiscono altre forze. Tenuto conto che all’istante<br />

zero la velocità <strong>del</strong> centro C <strong>del</strong>la sfera è zero, si trovi quale valore assume<br />

la velocità di C tre secondi più tardi.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 40<br />

SOLUZIONI<br />

11 No: una coppia di forza ha risultante zero, e quando la forza risultante è zero il<br />

CM si muove necessariamente di moto rettilineo uniforme. Chiaramente, nel<br />

nostro caso il moto <strong>del</strong> CM non è né rettilineo né uniforme.<br />

14 Risposta (b). In forza <strong>del</strong> principio di azione e reazione possiamo infatti affermare<br />

che il peso <strong>del</strong> blocco (la forza con cui la Terra attira il blocco) ha lo stesso<br />

valore <strong>del</strong>la forza con cui il blocco attira la Terra, oppure che hanno lo stesso<br />

valore la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento e la forza <strong>del</strong> pavimento sul blocco:<br />

ma non che hanno lo stesso valore la forza <strong>del</strong>la Terra sul blocco e la forza <strong>del</strong><br />

blocco... sul pavimento. La ragione per cui la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento è<br />

uguale al peso <strong>del</strong> blocco sta nel fatto che il blocco è in equilibrio, per cui la<br />

forza V r <strong>del</strong> pavimento sul blocco deve neutralizzarne il peso. A questo punto<br />

interviene il principio di azione e reazione: se la forza <strong>del</strong> pavimento sul blocco<br />

è 30 kg, anche la forza <strong>del</strong> blocco sul pavimento deve valere 30 kg.<br />

18 (a) Quando tutto è immobile, la forza risultante su ogni blocco è zero. In particolare,<br />

il blocco B, che pesa 30 kg, riceve dal filo una forza di 30 kg verso l’alto,<br />

e quindi tira il filo verso il basso con una forza di 30 kg. Dato che nella gola<br />

<strong>del</strong>la puleggia non c’è attrito, l’equilibrio <strong>del</strong> filo richiede che il filo sia tirato<br />

all’altra estremità con una forza uguale, 30 kg: la tensione <strong>del</strong> filo è 30 kg lungo<br />

tutta la lunghezza (tratto orizzontale e tratto verticale). Essendo il filo immobile,<br />

la forza risultante sul filo è certamente zero. La puleggia esercita quindi<br />

sul filo una forza F r tale da neutralizzare le forze che agiscono alle due estremità:<br />

F r avrà quindi un componente orizzontale di valore 30 kg diretto verso<br />

destra, e un componente verticale di valore 30 kg diretto verso l’alto. La forza<br />

<strong>del</strong> filo sulla puleggia sarà uguale in valore e opposta in direzione a F r .<br />

Quando A viene liberato, non essendoci attrito la sola forza che può influire<br />

sulla velocità <strong>del</strong> sistema (e ne determina l’accelerazione) è il peso di B. La<br />

massa accelerata è la massa di B più la massa di A, dunque l’accelerazione <strong>del</strong><br />

mB<br />

g 30 g 3<br />

sistema è a = = = g . Ne consegue che la forza risultante<br />

mA<br />

+ mB<br />

10 + 30 4<br />

su ciascun blocco corrisponde a 3/4 <strong>del</strong> rispettivo peso. Il blocco A è tirato verso<br />

destra da una forza di (3/4)10 kg = 7,5 kg, il blocco B è sottoposto a una forza<br />

complessiva di valore (3/4)30 kg = 22,5 kg, il che significa che il filo esercita<br />

su B una forza di 7,5 kg verso l’alto. In definitiva, il filo è tirato verso sinistra<br />

da A con una forza di 7,5 kg e verso il basso da B con una forza di uguale valore:<br />

ciò era prevedibile a priori, in considerazione <strong>del</strong> fatto che il filo ha massa<br />

zero, e quindi per il filo è zero il prodotto massa per accelerazione scalare, il<br />

che richiede che sia zero la somma <strong>del</strong>le forze capaci di modificare il valore<br />

<strong>del</strong>la sua velocità. In definitiva, la tensione <strong>del</strong> filo è 7,5 kg, la forza <strong>del</strong> filo<br />

sulla puleggia ha un componente orizzontale verso sinistra di valore 7,5 kg, e<br />

un componente verticale verso il basso di uguale valore.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 41<br />

(b) No: la velocità <strong>del</strong> sistema sarebbe in diminuzione nel caso la direzione <strong>del</strong>la<br />

velocità fosse verso sinistra per il blocco A e verso l’alto per il blocco B<br />

(possiamo ad esempio immaginare che in precedenza il blocco A fosse tirato<br />

verso sinistra con un filo che poi si è strappato).<br />

27 Per le ragioni già chiarite in precedenza<br />

2T<br />

(problema 24), il blocco 2 e il blocco 3 esercitano<br />

sul filo che li sostiene una uguale forza<br />

T, mentre alle due estremità <strong>del</strong>l’altro filo<br />

T<br />

è applicata una forza 2T (fig.6) Le accelerazioni<br />

dei blocchi verso il basso sono pertanto: m 1 g<br />

T<br />

[A] a 1 = g –2T / m 1<br />

m<br />

a 2 = g – T /m 3 g<br />

2<br />

a 3 = g – T /m 3 .<br />

Fig. 6 m 2 g<br />

La quarta equazione necessaria a risolvere il sistema <strong>del</strong>la quattro incognite (le<br />

tre accelerazioni + la tensione T ) è quella che stabilisce che l’accelerazione<br />

<strong>del</strong>la carrucola mobile (uguale in valore assoluto e opposta in segno all’accelerazione<br />

a 1 <strong>del</strong> blocco 1) è la media aritmetica di quelle <strong>del</strong> blocco 2 e <strong>del</strong><br />

blocco 3 (cfr. domanda 41, pag. 95):<br />

[B] – a 1 = (a 2 + a 3 )/2.<br />

Se in quest’ultima relazione poniamo le tre espressioni [A], otteniamo<br />

4 g m1<br />

m2<br />

m3<br />

[C] T =<br />

.<br />

m1m2<br />

+ m1m3<br />

+ 4m2m3<br />

Osservazione importante. Sarebbe stato <strong>del</strong> tutto erroneo cercare di risolvere il<br />

problema riunendo i blocchi 2 e 3 in un unico blocco, per riportarsi così al<br />

semplice problema <strong>del</strong>le due masse sospese (problema 19, pag.153). In tal modo<br />

infatti si attribuisce arbitrariamente al centro di massa <strong>del</strong> sistema 2 + 3 la<br />

stessa accelerazione <strong>del</strong>la carrucola mobile: accelerazione che vale (a 2 + a 3 )/2,<br />

mentre quella <strong>del</strong> CM <strong>del</strong> sistema vale (a 2 m 2 + a 3 m 3 )/(m 2 + m 3 ), ed è quindi<br />

uguale alla precedente solo quando m 2 = m 3 . E se cambiamo l’accelerazione <strong>del</strong><br />

CM <strong>del</strong> sistema 2 + 3, cambiamo la risultante <strong>del</strong>le forze esterne sul sistema<br />

stesso, e cambiamo quindi il valore <strong>del</strong>la forza 2T con cui la carrucola mobile è<br />

sostenuta dal filo.<br />

(b) Se il blocco 1 è in equilibrio, è in equilibrio anche la carrucola mobile, e i<br />

blocchi 2 e 3 hanno rispettivamente accelerazione g/2 verso l’alto e g/2 verso<br />

il basso. Allora deve essere T = 3 kg, e la forza 2T che sostiene la carrucola<br />

mobile, che per ipotesi è in equilibrio, è 6 kg. L’equilibrio <strong>del</strong> blocco 1, a sua<br />

volta sostenuto da una forza 2T = 6 kg, richiede allora che il suo peso sia 6 kg<br />

(non 5!), e quindi la sua massa 6 kg.<br />

31 Sì, ma la terza legge di Newton non c’entra: in base ad essa possiamo solo dire<br />

che la forza <strong>del</strong> corpo K sul piano e la forza <strong>del</strong> piano sul corpo K sono uguali<br />

in valore e opposte in direzione, oppure che sono uguali in valore e opposte in<br />

direzione la forza attrattiva <strong>del</strong>la Terra su K (il peso di K) e la forza attrattiva di


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 42<br />

K sulla Terra. La forza <strong>del</strong> piano su K è invece uguale al componente trasversale<br />

<strong>del</strong> peso di K per il fatto che il centro di massa di K si muove di moto rettilineo:<br />

il che richiede che la forza risultante su K abbia componente zero perpendicolarmente<br />

alla velocità <strong>del</strong> centro di massa.<br />

37 (a) La forza centripeta F r<br />

cp è data qui dal componente<br />

orizzontale <strong>del</strong>la reazione <strong>del</strong> vincolo<br />

ϕ L<br />

(fig. 9): V senϕ = mv 2 /R, con R = L senϕ . Da H<br />

2 ϕ<br />

V L sen<br />

cui, v =<br />

. Rispetto alla direzione<br />

m<br />

verticale la velocità <strong>del</strong>la pallina si mantiene<br />

uguale a zero: niente accelerazione, quindi la<br />

somma dei componenti verticali <strong>del</strong>le forze è<br />

zero: V cosϕ = mg. Sostituendo nella relazione<br />

precedente otteniamo v =<br />

g L senϕ tgϕ<br />

.<br />

Essendo poi ω = v /R = v /(L senϕ ), risulta ω =<br />

g<br />

=<br />

Lcosϕ<br />

g<br />

H<br />

, avendo indicato<br />

con H l’altezza <strong>del</strong> cono: la velocità angolare e il periodo sono uguali<br />

per tutti i pendoli conici aventi la stessa altezza, il periodo è uguale a quello<br />

<strong>del</strong>le piccole oscillazioni di un normale pendolo semplice di lunghezza H.<br />

(b) Dato che H deve essere inferiore a L (altrimenti l’apertura <strong>del</strong> cono è zero)<br />

il valore di ω deve essere superiore a g/ L , e il valore <strong>del</strong> periodo T è inferiore<br />

a 2 π L/ g (periodo <strong>del</strong>le piccole oscillazioni di un pendolo semplice di<br />

lunghezza L). Si noti che, quando l’apertura ϕ <strong>del</strong> cono tende a zero, il valore<br />

<strong>del</strong>la velocità angolare tende a g/ L , ma la velocità lineare tende a zero, dato<br />

che tende a zero il raggio <strong>del</strong>la circonferenza percorsa dalla pallina.<br />

(c) La velocità angolare deve essere superiore (vedi punto precedente) alla pulsazione<br />

<strong>del</strong>le piccole oscillazioni di un pendolo semplice di uguale lunghezza:<br />

ω > g / L = ω min . La frequenza minima è quindi f min = [ω min /(2π )] giri/s. Posto<br />

g = 9,81 m/s 2 e L = 1 m, si ottiene che la frequenza minima è<br />

f min = 0,498 giri /s = 29,9 giri /min.<br />

42 L’oscillazione avviene in ogni caso attorno alla posizione di equilibrio, la posizione<br />

in corrispondenza <strong>del</strong>la quale il peso (m +M) g <strong>del</strong> sistema è esattamente<br />

compensato dalla forza ky 0 <strong>del</strong>la molla (che ha subìto lo schiacciamento y 0 ).<br />

Detta infatti y la deformazione <strong>del</strong>la molla (l’accorciamento rispetto alla lunghezza<br />

di riposo), la forza complessiva sul sistema oscillante, misurata verso il<br />

basso, è (m +M) g − ky. La forza è zero (posizione di equilibrio) per (m +M) g −<br />

− ky = 0, e cioè per y = (m +M) g/k = y 0 . La forza applicata al sistema può<br />

dunque essere espressa come k (y 0 − y), il che mostra che per y < y 0 (al di sopra<br />

quindi <strong>del</strong>la posizione di equilibrio) la forza è positiva e cioè diretta verso il<br />

R<br />

Fig. 9<br />

F r<br />

cp<br />

V r<br />

P r


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 43<br />

basso, mentre al di sotto <strong>del</strong>la posizione di equilibrio è diretta verso l’alto. Si<br />

tratta insomma di una forza di richiamo verso y = y 0 , con una intensità proporzionale<br />

alla distanza da tale posizione: il centro di massa <strong>del</strong> sistema oscilla in<br />

ogni caso (anche se il blocco si stacca dal piatto) di moto armonico.<br />

Se vogliamo che, durante l’oscillazione, il blocco si mantenga a contatto <strong>del</strong><br />

piatto, occorre che la lunghezza <strong>del</strong>la molla risulti in ogni istante non superiore<br />

alla lunghezza di riposo: il che equivale a dire che l’ampiezza di oscillazione<br />

non può essere più grande <strong>del</strong>la deformazione di equilibrio y 0 . Quando infatti la<br />

molla risultasse deformata in allungamento, sul sistema piatto + blocco agirebbe,<br />

oltre al peso, anche una forza elastica diretta verso il basso, quindi il centro<br />

di massa <strong>del</strong> sistema avrebbe un’accelerazione verso il basso superiore a g:<br />

mentre, per il fatto che il blocco è semplicemente appoggiato sul piatto, è chiaro<br />

che la sua accelerazione verso il basso non può in nessun caso essere superiore<br />

a g. Non appena, nel corso <strong>del</strong>l’oscillazione, la lunghezza <strong>del</strong>la molla superasse<br />

il valore di riposo, il blocco perderebbe velocità meno rapidamente <strong>del</strong><br />

piatto, il che significa che si verificherebbe il distacco.<br />

48 La prima, che è rimbalzata verso l’alto con una velocità v identica in modulo<br />

alla velocità di impatto, cioè con una quantità di moto uguale in modulo e opposta<br />

in direzione: cosicché l’incremento p r r − 2 p <strong>del</strong>la quantità di moto 1<br />

(uguale<br />

all’impulso subìto e quindi, a parte la direzione, all’impulso esercitato) vale<br />

2mv. Per la seconda pallina invece al momento <strong>del</strong>l’impatto al suolo la quantità<br />

di moto va a zero, e quindi l’incremento <strong>del</strong>la quantità di moto e l’impulso valgono<br />

solo mv.<br />

52 Sì, per il fatto che, essendo zero l’impulso <strong>del</strong>le forze interne al sistema, l’impulso<br />

<strong>del</strong>le forze applicate dall’esterno corrisponde all’incremento <strong>del</strong>la quantità<br />

di moto di K, la quale può essere notoriamente espressa come prodotto <strong>del</strong>la<br />

massa di K per la velocità <strong>del</strong> suo centro di massa.<br />

57 L’impulso <strong>del</strong>la forza è I r =<br />

∫ t = 3 s r<br />

3<br />

F dt<br />

, vale perciò 3 N [ t ] s<br />

0<br />

0<br />

= 9 N⋅s in direzione<br />

x, (5 N/s) [ t ] 2 3<br />

/ 2<br />

s<br />

= 22,5 N⋅s in direzione y, (6 N/s 2 ) [ t ] 3 3<br />

/ 3<br />

s<br />

= 54 N⋅s in<br />

0<br />

direzione z. Il modulo <strong>del</strong>l’impulso è quindi I = 9 + 22,5 + 54 N⋅s =<br />

= 59,2 N⋅s. Tale valore rappresenta anche il modulo <strong>del</strong>la variazione Δ p r <strong>del</strong>la<br />

quantità di moto <strong>del</strong>la sfera, e quindi il prodotto M Δ v<br />

r <strong>del</strong>la massa <strong>del</strong>la sfera<br />

per il modulo <strong>del</strong>l’incremento di velocità <strong>del</strong> suo centro (che, per il fatto che la<br />

sfera è omogenea, ne rappresenta il centro di massa). Tenuto che la velocità<br />

iniziale è zero, il rapporto tra il modulo <strong>del</strong>l’impulso e la massa <strong>del</strong>la sfera fornisce<br />

senz’altro il valore finale <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong> CM, che è pertanto<br />

v = I /M = (59,2 N⋅s) / ( 3 kg) = 19,7 m/s.<br />

2<br />

2<br />

0<br />

2


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 44<br />

CAPITOLO 9 − LAVORO ED ENERGIA<br />

2 [R] Una ipotetica forza avente direzione sempre uguale a quella <strong>del</strong>la velocità<br />

<strong>del</strong> punto su cui agisce non sarebbe conservativa (vero/falso).<br />

4 Una pallina P di massa 40 g procede con velocità costante 150 cm/s in un piano<br />

verticale lungo una circonferenza di centro O. Si determini con quale rapidità<br />

il peso <strong>del</strong>la pallina compie lavoro:<br />

(a) nell’istante in cui il vettore OP è diretto verticalmente verso l’alto,<br />

(b) quando il vettore OP è ruotato di 30°,<br />

(c) quando il vettore OP è ruotato di altri 60°.<br />

r<br />

2 r r<br />

5 * La forza F = y ux<br />

+ 5xu<br />

y (unità SI) agisce su<br />

y<br />

una particella K mobile nel piano cartesiano xy.<br />

B (6;3)<br />

A<br />

(a) Si chiarisca se tale forza è conservativa.<br />

(b) Considerati (fig. 8) i punti A (0;3), B (6;3) e<br />

x<br />

C (6;0), si calcoli il lavoro compiuto dalla forza<br />

in questione quando K si sposta da O a B lungo il<br />

Fig. 8<br />

percorso OAB, il percorso OCB, il percorso OB.<br />

6 *[R] (a) Si calcoli il lavoro che viene compiuto<br />

r<br />

2 r<br />

dalla forza F = (5y<br />

+ x ) ux<br />

− xu<br />

r<br />

y<br />

9 y (unità SI)<br />

A 2<br />

quando la particella su cui agisce si sposta nel piano<br />

cartesiano xy (fig. 9) dal punto A (0;3) al<br />

1<br />

punto B (3;0) lungo una traiettoria di equazione<br />

y = 3 − x (linea 1 in figura).<br />

O<br />

x<br />

*(b) Come sopra, considerando però un percorso<br />

B<br />

di equazione y = 3 − x 2 /3 (linea 2 in figura).<br />

Fig. 9<br />

8 Due recipienti identici poggiano su uno stesso piano orizzontale: il recipiente A<br />

contiene 12 kg d’acqua, il recipiente B contiene 4 kg d’acqua. Se i due recipienti<br />

venissero messi in comunicazione, si verificherebbe ovviamente uno<br />

spostamento di liquido da A verso B fino al raggiungimento di una nuova situazione<br />

di equilibrio: quale sarebbe, in tale eventualità, il lavoro complessivamente<br />

compiuto dalla forza peso? Si ipotizzi che il collegamento venga realizzato<br />

tramite un condotto di volume trascurabile.<br />

13 Un corpo soggetto esclusivamente al peso cade da fermo da un livello 1 a un<br />

livello 2 acquistando una velocità di 10 m/s. Se ne può dedurre (vero/falso)<br />

che se la velocità iniziale fosse stata 10 m/s la velocità finale sarebbe stata<br />

20 m/s, e più in generale che se la velocità iniziale fosse v 0 la velocità finale<br />

sarebbe v 0 +10m/s.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 45<br />

14 Quando le forze applicate a un certo punto materiale P compiono un lavoro L 0<br />

la velocità di P passa da 0 a 10 km/h. Quale lavoro è perciò necessario perché<br />

la velocità di P passi da 100 a 110 km/h?<br />

17 Un blocco C di massa m scivola senza attrito con<br />

v r<br />

velocità v lungo un piano orizzontale (fig. 13),<br />

k<br />

m<br />

soggetto solo al peso e alla reazione <strong>del</strong> vincolo.<br />

La corsa di C viene poi arrestata da una molla di<br />

Fig. 13<br />

rigidezza k, che rilancia C in direzione opposta.<br />

Quale deformazione ha subìto la molla?<br />

18 [R] Un blocco C di massa m è sospeso a un filo:<br />

immediatamente al disotto di C (fig.14) c’è un<br />

m<br />

piatto orizzontale di massa trascurabile sostenuto<br />

da una molla di costante elastica k. Di quanto si<br />

k<br />

comprime la molla se si taglia il filo?<br />

Fig. 14<br />

21 Due fionde sono costruite con elastici aventi diversa costante k di elasticità.<br />

Quale <strong>del</strong>le due conviene usare se ciò che interessa è lanciare il sasso alla maggior<br />

distanza possibile?<br />

23 Un pendolo è costituito da una sferetta di massa m fissata a un’asta rigida di<br />

lunghezza L e massa trascurabile. Determinare a quale sforzo massimo l’asta<br />

deve resistere, considerando ampiezze angolari di oscillazione di 60°, 90°,<br />

120°, 180°.<br />

24 * [R] Problema «<strong>del</strong> giro <strong>del</strong>la morte» (fig. 15).<br />

K<br />

C<br />

Da quale altezza minima deve partire (da fermo)<br />

il blocchetto K, soggetto solo al peso e alla reazione<br />

<strong>del</strong> vincolo, per riuscire a effettuare l’intero<br />

percorso senza mai staccarsi dalla guida su<br />

cui scivola? Si consideri nullo l’attrito, ma si<br />

chiarisca qualitativamente in che modo il risultato<br />

verrebbe modificato dalla presenza di attrito.<br />

Fig. 15<br />

26 * [R] Un blocchetto K, inizialmente in quiete<br />

v r 0<br />

sulla sommità di una semisfera di raggio R<br />

(fig. 16), subisce un urto che gli conferisce una<br />

velocità orizzontale v r 0 . Si spieghi in che modo,<br />

in assenza di ogni di attrito, la posizione di distacco<br />

di K dalla superficie d’appoggio dipende<br />

dal valore di v r Fig. 16<br />

0 .<br />

29 Una fune, che appoggia senza attrito su un sostegno<br />

sagomato come in fig. 18, inizia a un<br />

A<br />

tratto a scivolare verso il basso. Sapendo che<br />

ϕ<br />

la lunghezza complessiva è L e che la lunghezza<br />

<strong>del</strong> tratto inizialmente posto sul piano<br />

Fig. 18<br />

inclinato è d, si determini la velocità con cui


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 46<br />

l’estremo A raggiunge l’inizio <strong>del</strong>la discesa.<br />

32 Un cilindro omogeneo di raggio R e massa M rotola senza strisciare.<br />

(a) Si esprima la sua energia cinetica in funzione <strong>del</strong>la velocità angolare ω.<br />

(b) Si verifichi che lo stesso risultato si ottiene sommando l’energia cinetica che<br />

il cilindro avrebbe nel caso traslasse con la velocità v 0 <strong>del</strong> suo asse geometrico<br />

con l’energia cinetica che il cilindro avrebbe se il suo asse geometrico fosse<br />

immobile e il cilindro ruotasse attorno ad esso con velocità angolare ω.<br />

33 * [R] Si chiarisca da quali elementi dipende il tempo impiegato da un cilindro<br />

omogeneo a percorrere, con partenza da fermo, un piano inclinato di lunghezza<br />

L, supponendo che l’attrito sia abbastanza grande da impedire al cilindro di<br />

scivolare. Si confronti il risultato con quello che si sarebbe ottenuto nel caso di<br />

attrito zero. Si descrivano valore e direzione <strong>del</strong>la reazione <strong>del</strong> vincolo.<br />

38 Le due locuzioni «energia potenziale in A rispetto a B» e «differenza di energia<br />

potenziale tra A e B» sono <strong>del</strong> tutto equivalenti (vero/falso).<br />

39 [R] Moto armonico tra A e B, con centro A<br />

M H K B<br />

in M (fig. 20). Detto H il punto intermedio<br />

tra M e B, detto K il punto intermedio tra Fig. 20<br />

H e B, e tenuto conto che durante l’oscillazione<br />

l’energia cinetica massima è 80 J, si determini l’energia potenziale elastica<br />

<strong>del</strong> punto oscillante in A rispetto a M, in A rispetto a K, in K rispetto a B,<br />

in H rispetto a K.<br />

41 Punto materiale in movimento, soggetto solo al peso e a forze elettrostatiche.<br />

Nella posizione A l’energia cinetica vale 520 J, l’energia potenziale gravitazionale<br />

−18 J, l’energia potenziale elettrostatica 0. Trovare il valore <strong>del</strong>l’energia<br />

cinetica e <strong>del</strong>le energie potenziali nella posizione B, posta esattamente allo<br />

stesso livello di A, sapendo che nel passaggio da A a B il lavoro <strong>del</strong>le forze elettrostatiche<br />

è − 400 J.<br />

42 Un punto Q è soggetto al peso, a una forza elastica, a forze di attrito. Nella posizione<br />

A l’energia cinetica di Q vale 30 J, l’energia potenziale gravitazionale<br />

−20 J, l’energia potenziale elastica 100 J. Nella posizione B i rispettivi valori<br />

sono invece 40 J, −10 J, −20 J. Determinare il lavoro compiuto dalle forze di<br />

attrito tra A e B.<br />

43 [R] Un punto materiale K, mobile in un campo di forza conservativo, possiede<br />

l’energia potenziale EP = 5 xy 2 − yz 3 (unità SI). Si trovi il valore <strong>del</strong>la forza a<br />

cui K è soggetto nella posizione x = 1, y = 2, z = 3.<br />

45 * [R] Un punto K di massa m = 20 g, vincolato a muoversi sull’asse x e soggetto<br />

solo una a forza conservativa F r , si trova inizialmente nell’origine degli assi<br />

con velocità v 0 = 5 m/s. L’energia potenziale di K dipende dalla posizione secondo<br />

l’equazione EP = F 0 |x|, con F 0 = 20 N. Dimostrare che il moto di K è<br />

periodico, e determinare periodo e ampiezza di oscillazione. Si consideri nullo<br />

il valore <strong>del</strong>la forza nell’origine.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 47<br />

47 * Un punto di massa m, soggetto esclusivamente a forze conservative, ha energia<br />

potenziale<br />

EP = k (x 2 − a 2 ) per |x| < a<br />

EP = 0 per |x| ≥ a<br />

con a e k costanti positive. Supponendo che il moto possa avvenire solo in direzione<br />

x, discutere il tipo di moto in funzione <strong>del</strong>l’energia totale. Determinare<br />

la massima velocità compatibile con un moto periodico e, per tale valore <strong>del</strong>la<br />

velocità, determinare il periodo <strong>del</strong> moto.<br />

48 [R] Il punto materiale K, di massa m, è in quiete nella posizione O. Si determini<br />

quanta energia occorre somministrare a K affinché oscilli di moto armonico<br />

attorno ad O con ampiezza A e frequenza f.<br />

SOLUZIONI<br />

2 Vero: essendo sempre e solo positivo, il lavoro di tale forza non potrebbe essere<br />

zero su un percorso chiuso.<br />

2<br />

6 (a) Il lavoro <strong>del</strong> componente x <strong>del</strong>la forza è L x =<br />

∫<br />

F x dx<br />

∫<br />

(5y<br />

+ x )dx<br />

.<br />

3<br />

0<br />

= 3 0<br />

Essendo, lungo il percorso 1, y = 3 − x, si ottiene L x =<br />

∫<br />

[ 5(3 − x ) + x ] dx<br />

=<br />

3<br />

=<br />

∫<br />

( 15−<br />

5 + x ) dx<br />

0<br />

2<br />

x = [ x x + ] 3 0<br />

2<br />

15 − 5 / 2 x / 3 = 31,5 J.<br />

Il lavoro <strong>del</strong> componente y <strong>del</strong>la forza è L y =<br />

3<br />

∫<br />

0<br />

F y<br />

3<br />

dy<br />

=<br />

3<br />

0<br />

−<br />

∫<br />

0<br />

3<br />

9 x dy<br />

. Essendo,<br />

lungo il percorso 1, y = 3 − x, è x = 3 − y e quindi L y =<br />

∫<br />

9 (3 − y ) dy<br />

=<br />

3<br />

=<br />

∫<br />

( 27 − 9 ) dy<br />

0<br />

2 / 2<br />

y = [ ] 3 0<br />

27y − 9y<br />

= 40,5 J. Il lavoro complessivo <strong>del</strong>la forza<br />

è L = L x + L y = 31,5 J + 40,5 J = 72,0 J.<br />

− 0 3<br />

(b) Il lavoro <strong>del</strong> componente x <strong>del</strong>la forza è L x =<br />

∫<br />

( 5y + x ) x , con y =<br />

3<br />

=3− x 2 /3. Dunque L x =<br />

∫<br />

[ 5(3 − x / 3) + x ] dx<br />

=<br />

∫<br />

( 15 − 2x / 3) dx<br />

= 27 J.<br />

0<br />

2<br />

Il lavoro <strong>del</strong> componente y è L y = −∫<br />

0 9x dy<br />

. Essendo y = 3 − x 2 /3, è dy =<br />

3<br />

= − (2/3)x dx. Perciò, tenuto conto che i limiti di integrazione per x sono 0 e 3,<br />

2<br />

3<br />

0<br />

3<br />

0<br />

2<br />

2 d<br />

2


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 48<br />

possiamo scrivere L y = −∫ 3 9x ( −2/3)<br />

x dx<br />

=<br />

0 ∫ 3 6 x 2 dx<br />

= 54 J. Il lavoro complessivo<br />

è L = L x + L y = 27 J + 54 J = 81 J.<br />

0<br />

18 Se il blocco subisce lo spostamento y r , il lavoro <strong>del</strong>la forza elastica è −½ ky 2 , il<br />

lavoro <strong>del</strong>la forza peso è mgy. L’energia cinetica di C è zero sia nell’istante i-<br />

niziale che nell’istante finale (massima compressione <strong>del</strong>la molla). Dunque, il<br />

lavoro complessivo deve essere a sua volta zero: mgy − ½ ky 2 = 0, da cui<br />

26 È chiaro che, se il peso mg di K non è abbastanza grande in rapporto alla velocità v 0<br />

conferitagli dall’urto, si verifica il distacco immediato dalla superficie d’appoggio. Precisamente,<br />

ciò si verifica se è mg < mv 2 0 /R, se cioè il peso è inferiore alla forza centripeta<br />

necessaria perché nella posizione iniziale la traiettoria abbia raggio di curvatura R.<br />

Se invece mg ≥ mv 2 0 /R (se cioè v 0 ≤ gR ) il blocchetto parte scivolando sulla super-<br />

24 Mentre K percorre l’anello (fig.6), la reazione<br />

V <strong>del</strong> vincolo, misurata in senso cen-<br />

C<br />

tripeto, è V = mgcosϕ + mv 2 /R. Il primo<br />

termine a secondo membro diventa negativo<br />

per ϕ > 90°: in tal caso, se il valore <strong>del</strong> secondo<br />

termine non è sufficientemente grande,<br />

ϕ<br />

il valore di V risulta negativo, il che sta ad<br />

indicare che la reazione dovrebbe essere diretta<br />

in senso centrifugo, con modulo sempre<br />

mg cosϕ<br />

mg<br />

più grande man mano che ϕ aumenta. In realtà,<br />

un vincolo di puro appoggio come<br />

Fig. 6<br />

l’anello da noi considerato non è in grado di<br />

esercitare forze dirette in senso centrifugo:<br />

ciò significa che l’ultimo punto di contatto per K è quello che corrisponde a V<br />

= 0, immediatamente dopo la forza centripeta risulta (per la mancanza di una<br />

reazione centrifuga) più grande di quella che corrisponde al raggio di curvatura<br />

R: perciò il raggio di curvatura <strong>del</strong>la traiettoria risulta minore di R, il che corrisponde<br />

a dire che K si stacca dalla guida.<br />

La risposta al quesito proposto si ottiene imponendo che l’ultimo punto di<br />

contatto sia l’estremo superiore C <strong>del</strong> diametro verticale <strong>del</strong>l’anello:<br />

V = mgcos180° + mv 2 /R = 0, da cui [A] v 2 = gR. Se h è l’altezza <strong>del</strong> punto di<br />

partenza su C, sarà mv 2 /2 = mgh (teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica), e quindi [B] v 2<br />

= 2gh. Dal confronto tra le relazioni [A] e [B] si ottiene h = R/2. Per non perdere<br />

mai il contatto con la guida K deve partire da una posizione sopraelevata di<br />

almeno R/2 rispetto a C.<br />

In caso di attrito, occorrerà che il blocchetto parta da una posizione più elevata<br />

(h ' > R/2), in modo che il maggior lavoro <strong>del</strong>la forza peso compensi il lavoro<br />

negativo compiuto dalla forza d’attrito, e la velocità di passaggio in C rimanga,<br />

nonostante l’attrito, la stessa di prima: la minima che il blocchetto può avere in<br />

C quando compie l’intero giro senza staccarsi.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 49<br />

ficie d’appoggio. Quando la distanza angolare dalla<br />

zione iniziale è ϕ (fig. 7), la forza centripeta è mv 2 /R =<br />

= mgcosϕ − V, avendo attribuito alla reazione <strong>del</strong> vincolo<br />

una direzione centrifuga. Dunque è V = mg cosϕ −<br />

− mv 2 /R. Al crescere di ϕ il primo termine a secondo<br />

membro è sempre più piccolo, il secondo termine è sempre<br />

più grande, V è sempre più piccolo. In corrispondenza <strong>del</strong>l’ultimo<br />

punto di contatto V = 0, e quindi<br />

[A] v 2 = gR cosϕ<br />

(immediatamente dopo V risulterebbe negativo, il che corrisponderebbe<br />

a una reazione vincolare diretta in senso centripeto, cosa impossibile per<br />

un vincolo di semplice appoggio). Peraltro, dal teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica si ottiene<br />

[B] v 2 = v 2 0 + 2 gR (1 − cosϕ ).<br />

Facendo sistema <strong>del</strong>la [A] e <strong>del</strong>la [B] si ottiene che l’ultima posizione di contatto è definita<br />

da cosϕ = 2/3 + v 2 0 /3gR. Per v 0 = 0, cosϕ = 2/3, e il blocchetto si stacca ad altezza<br />

(2/3)R sulla base <strong>del</strong>la semisfera. Se v 0 tende a g R , cosϕ tende a 1, cioè ϕ a<br />

zero. Se v 0 = gR , l’ultimo punto di contatto è il punto iniziale, dove la traiettoria ha<br />

raggio di curvatura R. Se infine v 0 > gR l’ultimo punto di contatto è ovviamente ancora<br />

il punto iniziale, ma questa volta il raggio di curvatura iniziale è > R.<br />

33 L’asse di rotazione coincide con la linea di contatto: l’accelerazione <strong>del</strong>l’asse<br />

<strong>del</strong> cilindro è quella che nel quesito viene indicata come «accelerazione <strong>del</strong> cilindro».<br />

Se l’asse di rotazione <strong>del</strong> cilindro ha subìto uno spostamento x, il lavoro<br />

compiuto dalla forza peso è L g = Mgxsenϕ . Dato che la reazione <strong>del</strong> vincolo<br />

non lavora, sarà Mgxsenϕ = EC = (3/4)Mv 2 (vedi risposta precedente),<br />

vale a dire v 2 = (4/3) gxsenϕ , il che significa che l’asse <strong>del</strong> cilindro si muove<br />

di moto uniformemente vario con accelerazione (2/3)g senϕ [6] . L’accelerazione<br />

<strong>del</strong> cilindro dipende dunque esclusivamente dall’inclinazione <strong>del</strong> piano. Tutti i<br />

cilindri omogenei lasciati rotolare da una stessa altezza lungo uno stesso piano<br />

inclinato impiegano lo stesso tempo [7] per arrivare in fondo:<br />

2L<br />

3L<br />

T =<br />

= .<br />

(2/3) g senϕ g senϕ<br />

La massa, il volume, l’altezza, il raggio non hanno alcuna influenza.<br />

In assenza di attrito il cilindro sarebbe sceso scivolando senza ruotare con accelerazione<br />

g senϕ , superiore per un fattore 3/2, e avrebbe quindi percorso lo<br />

scivolo in un tempo T = 2L / ( g senϕ)<br />

, inferiore per un fattore 3 / 2 = 1,22.<br />

La reazione <strong>del</strong> vincolo consta di un componente perpendicolare al piano d’ap-<br />

ϕ<br />

Fig. 7<br />

V r<br />

mg<br />

r<br />

6 Nel moto uniformemente vario è v = v + a ( s − s ) .<br />

2<br />

2<br />

0<br />

2 0<br />

7 Nel moto uniformemente vario la posizione è definita da s = s 0 + v 0 t + at 2 /2, quindi il tempo necessario<br />

per percorrere una distanza s − s 0 = L con partenza da fermo è t = 2L<br />

/ a.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 50<br />

poggio, uguale e contrario al componente trasversale P cosϕ <strong>del</strong> peso (così la<br />

forza trasversale complessiva è zero, come deve essere per il fatto che il moto<br />

<strong>del</strong> centro di massa è rettilineo), e in più, se c’è attrito, di un componente parallelo<br />

al piano, diretto in senso opposto al componente tangenziale <strong>del</strong> peso. Se<br />

c’è abbastanza attrito da produrre un moto di puro rotolamento, la forza<br />

d’attrito ha valore (P senϕ)/3 [come richiesto dal fatto che in questo caso<br />

l’accelerazione <strong>del</strong> centro di massa <strong>del</strong> cilindro è a = (2/3)g senϕ , e che l’accelerazione<br />

prodotta dal solo peso è g senϕ ].<br />

36 Dato che in A l’energia cinetica è zero e in M è 80 J, tra A ed M il lavoro <strong>del</strong>la<br />

forza elastica applicata al punto oscillante è 80 J: dunque l’energia potenziale<br />

in A rispetto a M è 80 J. Gli altri valori <strong>del</strong>l’energia potenziale si possono calcolare<br />

come lavoro <strong>del</strong>la forza elastica, sapendo che, quando la distanza da M<br />

varia da x ' a x", il lavoro <strong>del</strong>la forza elastica è L = ½ k (x ' 2 − x" 2 ), e tenuto conto<br />

che, in base ai dati, quando x ' = R (ampiezza di oscillazione) e x" = 0 il lavoro è<br />

80 J, il che significa che è k /2 = (80 J)/R 2 .<br />

L’energia potenziale in A rispetto a K è EP A(K) = L A→K = (k /2) [R 2 − (3R/4) 2 ] =<br />

(k /2) (7R 2 /16). Ponendo k /2 = (80 J) /R 2 si ottiene EP A(K) = (7/16) × 80 J = 35 J.<br />

In B l’energia cinetica è zero come in A, perciò il lavoro da A a K e quello da K<br />

a B sono uguali a meno <strong>del</strong> segno: EP K(B) = −EP A(K) = −35 J.<br />

Infine, EP H(K) = L H→K = (k /2) [(R/2) 2 − (3R/4) 2 ] = (k /2) (−5R 2 /16). Essendo<br />

k /2 = (80 J) /R 2 , si ottiene EP H(K) = −25 J.<br />

43 Risulta F x = − ∂EP/ ∂x<br />

= −5y 2 , F y = − ∂EP/ ∂ y = −10 xy+ z 3 , F z = − ∂EP/ ∂z<br />

=<br />

=3yz 2 . Nella posizione considerata è pertanto F x = −20 N, F y =17N, F z =<br />

= 54 N, cosicché il modulo <strong>del</strong>la forza è<br />

2<br />

x<br />

2<br />

y<br />

2<br />

z<br />

F = F + F + F =<br />

2<br />

2<br />

( −20)<br />

+ 17 + 54 N = 60,0 N.<br />

45 Il fatto che, al crescere <strong>del</strong> valore assoluto di x,<br />

E<br />

cresca anche EP (fig. 12) significa che quando EP E<br />

K si allontana da x = 0 si verifica un lavoro resistente:<br />

la forza ha quindi il carattere di forza<br />

tot<br />

EP<br />

di richiamo verso x = 0. Il fatto poi che sia EP<br />

v r x<br />

0<br />

= = F 0 |x| significa che la componente x <strong>del</strong>la Fig. 12<br />

forza (= −∂EP/∂x) è F 0 per x 0. L’energia totale E tot è chiaramente costante<br />

(forza conservativa), il suo valore corrisponde a quello <strong>del</strong>l’energia cinetica<br />

in x = 0 (dove EP = 0): E tot = mv 0 / 2 . Ogniqualvolta, al crescere di x, EP<br />

2<br />

raggiunge il valore di E tot , l’energia cinetica si riduce a zero e il punto mobile<br />

viene riportato indietro dalla forza di richiamo: il moto è dunque periodico.<br />

L’ampiezza è data dal valore x max di x definito da EP max = E tot = F 0 |x max | =<br />

2<br />

= mv 0 / 2, vale a dire 20 N |x max | = (2× 10 −2 kg) × (5 m/s) 2 /2, da cui |x max | =<br />

= 1,25 cm. Tra l’origine e il punto di inversione di marcia l’accelerazione sca-<br />

2


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 51<br />

lare è costante, con valore assoluto a = F 0 /m = 20 N / (2 × 10 −2 kg) = 1000 m/s 2 .<br />

Il tempo necessario perché la velocità v 0 si annulli è allora<br />

v 0 /a = (5 m/s) / (1000 m/s 2 ) = 5 × 10 −3 s. Si tratta ovviamente di ¼ <strong>del</strong> periodo<br />

<strong>del</strong> moto, per cui in definitiva risulta T = 2 × 10 −2 s.<br />

Osservazione. La posizione x = 0 rappresenta per K una possibile posizione di<br />

equilibrio: tale equilibrio avrebbe la caratteristica <strong>del</strong>la stabilità (minimo <strong>del</strong>l’energia<br />

potenziale, lavoro resistente <strong>del</strong>la forza applicata per spostamenti di<br />

allontanamento).<br />

48 Assumiamo la posizione iniziale O come riferimento <strong>del</strong>l’energia potenziale<br />

elastica. Allora l’energia complessiva (cinetica + potenziale) di K quando è<br />

immobile in O è zero. Quando invece K oscilla con ampiezza A e frequenza f,<br />

nella posizione O la sua energia potenziale è ancora zero ma l’energia cinetica<br />

è mv 2 max /2, con v max = ωA = 2π fA. Pertanto in O (e, per la conservazione <strong>del</strong>l’energia,<br />

in ogni altra posizione) l’energia totale di K è adesso mω 2 A 2 / 2. Questa<br />

«energia in più» è l’energia che occorre somministrare a K perché<br />

oscilli di moto armonico.<br />

Osservazione. Se, come sarebbe stato <strong>del</strong> tutto legittimo, avessimo scelto diversamente<br />

il riferimento <strong>del</strong>l’energia potenziale, nella posizione centrale O<br />

l’energia potenziale di K non sarebbe stata nulla, e avremmo quindi ottenuto<br />

per l’energia <strong>del</strong> punto oscillante un diverso valore: ciò significa che il valore<br />

<strong>del</strong>l’energia totale di un punto di massa assegnata che oscilla di moto armonico<br />

con ampiezza e frequenza assegnate è indeterminato. Quello che invece è sempre<br />

univocamente determinato è il supplemento di energia di cui, per poter<br />

oscillare, il punto in questione ha bisogno.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 52<br />

CAPITOLO 10 − ATTRITO<br />

I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />

dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />

di seguito.<br />

1 [R] L’attrito radente si manifesta quando un corpo striscia, l’attrito volvente<br />

quando un corpo rotola (vero/falso).<br />

2 [R] Una pallina scende rotolando senza strisciare lungo un piano inclinato.<br />

L’attrito che produce il rotolamento deve considerarsi statico o dinamico?<br />

8 *[R](a) In che direzione agisce sulle ruote la forza d’attrito radente alla partenza<br />

di un’automobile? (b) In che direzione, se l’automobilista toglie gas? (c) In<br />

che direzione, se l’automobilista frena? (d) Per quale ragione in una frenata a<br />

ruote bloccate lo spazio d’arresto può risultare più grande?<br />

9 [R] Una sfera è costituita per metà di sughero, per metà d’ottone. Supponiamo<br />

di tenere in equilibrio la sfera su un piano orizzontale in modo che il piano di<br />

separazione <strong>del</strong>le due semisfere risulti verticale. Se lasciamo andare la sfera,<br />

come si muoverebbe il suo baricentro in assenza di attrito?<br />

10 [R] Dovendo calcolare la forza d’attrito dinamico<br />

su un corpo di peso P che scivola su una superficie<br />

concava (fig.7), uno studente ha moltiplicato<br />

il componente P n <strong>del</strong> peso sulla normale alla superficie<br />

d’appoggio per il coefficiente d’attrito radente<br />

dinamico. Quale errore ha commesso?<br />

Fig. 7<br />

11 [R] Le forze d’attrito possono compiere solo lavoro resistente (vero/falso).<br />

14 [R] Un blocco K di 20 kg è immobile su un piano orizzontale, soggetto al peso<br />

e alla reazione <strong>del</strong> piano d’appoggio: il coefficiente d’attrito statico tra le superfici<br />

a contatto è μ 0 = 0,4.<br />

(a) Se al blocco viene applicata una forza F r inclinata rispetto al piano orizzontale<br />

di 30° verso il basso, qual è il massimo valore che, senza pregiudizio <strong>del</strong>l’equilibrio,<br />

può assumere F r ?<br />

(b) * Qual è il minimo valore <strong>del</strong>la forza capace di mettere il blocco in movimento?<br />

19 [R] Dopo aver percorso ruotando senza strisciare un tratto orizzontale, una pallina<br />

inizia la risalita di un piano inclinato. Arriverà più in alto in assenza oppure<br />

in presenza di attrito radente? Nel secondo caso, si faccia l’ipotesi che<br />

l’attrito sia abbastanza grande da impedire ogni strisciamento.<br />

21 * [R] Un uomo sta salendo su una scala a pioli appoggiata al muro. Supponendo<br />

che la scala abbia peso trascurabile e che il coefficiente d’attrito tra scala e<br />

parete sia lo stesso che tra scala e pavimento, si determini la massima altezza a<br />

cui può giungere l’uomo senza che la scala scivoli.<br />

P r<br />

P r<br />

n


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 53<br />

23 * [R] Un blocchetto K è a contatto di un cuneo<br />

C che può scivolare in direzione orizzontale (fig.<br />

10). Considerando sia il caso di assenza di attrito<br />

che il caso contrario, si chiarisca come deve<br />

muoversi C se vogliamo che K (che è soggetto<br />

solo al peso e alla forza proveniente da C)<br />

si mantenga immobile rispetto a C.<br />

25 * [R] Cilindro (o sfera) su piano inclinato: determinare la massima pendenza<br />

compatibile con un moto di puro rotolamento (con partenza da fermo).<br />

26 * [R] Si consideri un’automobile di massa 1200 kg. Posto che il coefficiente<br />

d’attrito radente statico tra ruote e terreno sia μ 0 = 1, che il coefficiente d’attrito<br />

volvente sia μ v = 15 mm e che il raggio <strong>del</strong>le ruote sia R = 30 cm, si determini<br />

quale forza occorrerebbe applicare alla macchina per metterla in movimento:<br />

(a) a ruote bloccate, in presenza di attrito radente,<br />

(b) a ruote libere, in presenza di attrito volvente ma non di attrito radente,<br />

(c) a ruote libere, in presenza di attrito radente ma non di attrito volvente,<br />

(d) a ruote libere, in presenza di attrito sia radente che volvente.<br />

28 [R] Con riferimento alla fig.11 (forza motrice<br />

applicata ad altezza R), si spieghi se<br />

la presenza di attrito volvente aumenta o<br />

diminuisce il rischio di slittamento <strong>del</strong>la<br />

ruota sul terreno.<br />

29 [R] Si consideri una ruota (ad esempio, la<br />

ruota posteriore <strong>del</strong>la bicicletta) a cui viene<br />

applicata una coppia motrice di momento<br />

τ, e si spieghi se la presenza di attrito<br />

volvente aumenta o diminuisce il rischio<br />

di slittamento <strong>del</strong>la ruota sul terreno.<br />

C<br />

K<br />

K<br />

Fig. 11 – Ruota sottoposta<br />

a forza motrice.<br />

Fig. 10<br />

F r


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 54<br />

SOLUZIONI<br />

1 Falso: quando un corpo rotola c’è sempre attrito volvente<br />

(salvo il caso teorico di corpi rigidi o di corpi<br />

perfettamente elastici), ma c’è anche attrito radente se A r vr<br />

questo serve a contrastare lo strisciamento di una superficie<br />

sull’altra. Ad esempio, se una pallina viene<br />

posta su un piano inclinato e poi abbandonata a sé<br />

stessa (fig.1), in assenza di attrito radente scivolerebbe<br />

verso il basso senza ruotare (il peso e la reazione Fig. 1<br />

<strong>del</strong> vincolo, perpendicolare al piano per l’assenza di<br />

attrito, avrebbero entrambi momento zero rispetto al<br />

centro <strong>del</strong>la sfera): il rotolamento con velocità angolare via via più grande è<br />

prodotto dalla forza A r d’attrito radente (e contrastato dall’eventuale attrito volvente).<br />

Altro esempio: se una palla da biliardo viene colpita a mezza altezza,<br />

per effetto <strong>del</strong>l’attrito radente che ne contrasta il moto di scivolamento incomincia<br />

a rotolare perdendo velocità. Quando la velocità v di avanzamento è<br />

diminuita e la velocità ω di rotazione aumentata fino a che la relazione ω =<br />

= v/R è soddisfatta, non c’è più alcuno strisciamento da contrastare, e l’attrito<br />

radente non agisce più.<br />

2 Il rotolamento è prodotto dall’attrito radente, e dato che non si verificano strisciamenti<br />

si tratta di attrito statico: la forza d’attrito è applicata a punti che<br />

hanno velocità zero.<br />

8 (a) In assenza di attrito sul terreno, le ruote motrici (collegate al motore) girerebbero<br />

a vuoto, mentre le ruote d’appoggio resterebbero immobili. L’attrito<br />

contrasta lo strisciamento <strong>del</strong>le ruote motrici agendo in avanti (di qui l’accelerazione<br />

in avanti <strong>del</strong>la macchina), e lo strisciamento <strong>del</strong>le ruote d’appoggio<br />

agendo su di esse all’indietro (il che ne determina il rotolamento).<br />

(b) Quando l’automobilista toglie gas la macchina rallenta: in assenza di attrito<br />

le ruote d’appoggio tenderebbero a conservare la propria velocità di rotazione,<br />

mentre la velocità di rotazione <strong>del</strong>le ruote motrici diminuirebbe bruscamente<br />

insieme alla velocità di rotazione <strong>del</strong> motore. Le une e le altre quindi striscerebbero<br />

sul terreno: la forza d’attrito agisce in avanti sulle ruote d’appoggio costringendole<br />

a girare meno rapidamente, e all’indietro sulle ruote motrici costringendole<br />

a girare più rapidamente.<br />

(c) In assenza di attrito tra gomme e terreno, i freni bloccherebbero le quattro<br />

ruote azzerandone bruscamente il moto di rotazione, e la macchina scivolerebbe<br />

senza venire in alcun modo rallentata. Le forze d’attrito tra gomme e terreno<br />

contrastano tale scivolamento, agendo in direzione opposta alla direzione di<br />

marcia: tendono cioè a far girare le ruote in avanti mantenendone il moto di rotazione.<br />

(d) Se la frenata non è troppo violenta in rapporto alle condizioni <strong>del</strong>le gomme<br />

e <strong>del</strong> terreno, le forze d’attrito sono abbastanza grandi da impedire <strong>del</strong> tutto lo


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 55<br />

scivolamento, costringendo le ruote a girare con la velocità angolare (ω = v/R,<br />

dove v è la velocità <strong>del</strong>la macchina) di un moto di puro rotolamento: in tal caso<br />

la macchina è rallentata dalle forze d’attrito statico che, al limite, possono raggiungere<br />

il proprio valore massimo μ 0 N. Se però la frenata è troppo brusca, le<br />

forze d’attrito non sono abbastanza grandi da riuscire a impedire <strong>del</strong> tutto lo<br />

scivolamento: le ruote quindi girano ma insieme scivolano (e al limite si bloccano<br />

e scivolano senza più girare), cosicché in questo caso sono le forze d’attrito<br />

dinamico − di valore inferiore al valore massimo <strong>del</strong>le forze d’attrito statico<br />

− a decelerare la macchina.<br />

9 Per la mancanza di attrito, la forza proveniente dal<br />

piano d’appoggio sarebbe verticale come il peso<br />

<strong>del</strong>la sfera (fig. 2): essendo perciò verticale la forza<br />

risultante sulla sfera, il baricentro G cadrebbe verso<br />

il basso lungo una retta verticale e la sfera ruoterebbe<br />

attorno a G scivolando fino ad avere il punto<br />

d’appoggio al di sotto <strong>del</strong> baricentro (possibile posizione<br />

di equilibrio stabile). Il moto proseguirebbe<br />

poi per inerzia − come quello di un pendolo − verso<br />

la posizione simmetrica di quella iniziale, e in<br />

definitiva il baricentro oscillerebbe su e giù sulla<br />

verticale condotta per la sua posizione iniziale.<br />

10 Il coefficiente d’attrito deve essere moltiplicato non per la forza P n , ma per la<br />

forza con cui le due superfici a contatto premono l’una sull’altra. Tale forza è<br />

in questo caso uguale a P n + mv 2 /R, dove m è la massa <strong>del</strong> blocchetto, v la sua<br />

velocità, R il raggio di curvatura <strong>del</strong>la superficie d’appoggio nel punto in cui si<br />

trova il blocchetto.<br />

11 Falso: le forze d’attrito radente contrastano sempre il moto relativo di scivolamento<br />

di una superficie sull’altra, e proprio per questo possono anche compiere<br />

lavoro positivo. Se, ad esempio, solleviamo dal tavolo una bottiglia, la forza<br />

d’attrito esercitata verso l’alto dalla mano sul vetro è applicata a punti che si<br />

spostano verso l’alto, e compie pertanto un lavoro positivo.<br />

14 (a) Al limite <strong>del</strong>l’equilibrio (fig. 4), risulta<br />

F cos30° = A 0/max = μ 0 (F sen30°+ P), da cui,<br />

essendo μ 0 = 0,4, deriva F ≤ 0,601 P.<br />

(b) Il limite che deve essere superato è dato<br />

dalla più piccola tra tutte le forze che sommate<br />

al peso P r <strong>del</strong> blocco danno una forza risultante<br />

inclinata di θ max = arctgμ 0 = 21,8° sulla normale.<br />

Come la fig.5 chiarisce, tale forza limite è a<br />

sua volta inclinata verso l’alto di θ max = 21,8°,<br />

P r<br />

Fig. 4<br />

Fig. 2<br />

F r 30°<br />

Rr<br />

θ max<br />

sughero<br />

P r<br />

G<br />

P r<br />

Fig. 5<br />

F r min<br />

R r<br />

θ max


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 56<br />

e il suo valore è quindi P senθ max = 20 kg × sen 21,8° = 7,43 kg. [8]<br />

19 In assenza di attrito la velocità angolare non può cambiare (le forze applicate,<br />

peso e reazione <strong>del</strong> vincolo, hanno momento zero rispetto al centro di massa):<br />

perciò durante la risalita il lavoro resistente <strong>del</strong> peso deve azzerare solo l’energia<br />

cinetica di traslazione ½ Mv 2 . In presenza invece di sufficiente attrito (puro<br />

rotolamento) viene annullata tutta l’energia cinetica, pari a 0,75 Mv 2 (vedi risp.<br />

30 a pag.386). Durante la risalita il peso compie quindi un lavoro resistente<br />

<strong>del</strong> 50 % superiore a prima, il che significa che in presenza di attrito l’altezza<br />

raggiunta dalla pallina è <strong>del</strong> 50% superiore.<br />

21 Schematicamente, la scala è soggetta a tre<br />

B<br />

forze: quella proveniente dal pavimento,<br />

quella proveniente dalla parete e quella proveniente<br />

dall’uomo (uguale, finché c’è equi-<br />

A<br />

librio, al peso <strong>del</strong>l’uomo [9] D 2α<br />

). Delle prime due<br />

sappiamo che possono avere una certa inclinazione<br />

massima α (con tgα uguale al coef-<br />

C<br />

ficiente d’attrito statico μ 0 ) rispetto alla normale<br />

alla superficie, e che quindi agiscono<br />

2α<br />

P<br />

lungo una retta compresa entro un angolo 2α.<br />

Perciò le rette d’azione di tali forze si incontreranno<br />

(fig.8) in un punto posto entro l’area<br />

ABCD. L’equilibrio <strong>del</strong>la scala richiede che Fig. 8<br />

per tale punto passi anche la retta d’azione<br />

<strong>del</strong>la terza forza, e quindi <strong>del</strong> peso <strong>del</strong>l’uomo<br />

[10] : pertanto, la posizione limite per l’uomo sulla scala è la posizione P posta<br />

al di sotto <strong>del</strong> punto A. Se la scala è tangente al cono d’attrito uscente dal<br />

punto d’appoggio inferiore, l’uomo può salire fino in cima (e a maggior ragione<br />

questo è possibile se l’inclinazione <strong>del</strong>la scala sulla verticale è inferiore).<br />

Nota: se l’uomo si ferma in una posizione K che precede la posizione limite,<br />

qualunque punto posto all’interno <strong>del</strong> trapezio ABCD sulla verticale per K può<br />

essere il punto di convergenza <strong>del</strong>le due reazioni vincolari, le quali restano pertanto<br />

indeterminate in direzione e valore: il problema non può essere risolto<br />

con la statica <strong>del</strong> corpo rigido.<br />

8 Si poteva anche procedere per via matematica, tenendo presente che al limite <strong>del</strong>l’equilibrio è<br />

F cosθ<br />

= A0 / max = μ0<br />

( P + Fsenθ<br />

) , annullando la derivata prima di F rispetto a θ e verificando che<br />

per tgθ = −μ 0 la derivata seconda di F è positiva.<br />

9 Se l’uomo è in equilibrio (e solo in tal caso), la forza <strong>del</strong>la scala sull’uomo (uguale in modulo<br />

alla forza <strong>del</strong>l’uomo sulla scala) è uguale e contraria all’altra forza agente sull’uomo, il suo peso.<br />

10 La somma dei momenti <strong>del</strong>le tre forze rispetto a un punto qualsiasi (in particolare, rispetto al<br />

punto d’intersezione <strong>del</strong>le due reazioni vincolari) deve infatti essere zero.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 57<br />

23 (a) Assenza di attrito. Su K agisce una forza<br />

verticale (il peso P r ) e una forza (la reazione<br />

<strong>del</strong> vincolo V r ) ortogonale alla superficie<br />

d’appoggio (fig.10). Avendo le due forze direzione<br />

diversa, la risultante è sicuramente<br />

diversa da zero, il che significa che il moto<br />

rettilineo orizzontale che vogliamo osservare<br />

per K non può essere uniforme. D’altra parte,<br />

se K si mantiene immobile rispetto a C la sua<br />

velocità verticale è costantemente zero, quindi è zero il componente verticale<br />

<strong>del</strong>la forza risultante, cioè V cosϕ = mg. Ma allora la forza orizzontale è<br />

V senϕ = (mg/cosϕ)senϕ = mg tgϕ (con direzione verso destra) e quindi K ha<br />

(come il cuneo, rispetto al quale è immobile) accelerazione orizzontale a r diretta<br />

verso destra di valore g tgϕ. La velocità <strong>del</strong> cuneo potrebbe essere diretta<br />

sia verso destra, con valori in aumento, che verso sinistra, con valori in diminuzione.<br />

Chiaramente, nella condizioni di accelerazione ora precisate la velocità<br />

verticale di K potrebbe anche mantenere un valore costante diverso da zero:<br />

rispetto al cuneo il blocco potrebbe cioè muoversi di moto uniforme, nel senso<br />

<strong>del</strong>la salita come nel senso <strong>del</strong>la discesa (si veda<br />

anche il problema 7 a pag.232 <strong>del</strong> <strong>testo</strong>).<br />

(b) Presenza di attrito. La reazione V r <strong>del</strong> vincolo<br />

può formare con la normale al piano inclinato un<br />

angolo massimo θ max definito da tgθ max = μ 0 .<br />

Come sopra, se la velocità verticale di K è zero la<br />

forza risultante sul blocco ma<br />

r = P r +V r è orizzontale.<br />

La fig.11 chiarisce che l’accelerazione dei<br />

due corpi a contatto può variare da<br />

a min = g tg (ϕ−θ max ) fino a<br />

a max = g tg (ϕ + θ max ).<br />

25 Sia ϕ l’angolo tra piano inclinato e piano orizzontale. In precedenza si è trovato<br />

che per un cilindro omogeneo la forza d’attrito radente necessaria per un moto<br />

di puro rotolamento è (1/3) P senϕ , tanto più grande quanto maggiore è la<br />

pendenza. D’altra parte, la forza d’attrito può tutt’al più raggiungere il valore<br />

μ 0 Pcosϕ , tanto più piccolo quanto maggiore è la pendenza. Chiaramente, il<br />

moto di rotolamento è possibile se la forza d’attrito necessaria non supera il<br />

massimo valore <strong>del</strong>la forza d’attrito disponibile: (P/3)senϕ ≤ μ 0 P cosϕ , il che<br />

significa ϕ max = arctg 3μ 0 .<br />

Per una sfera la forza d’attrito necessaria a un moto di puro rotolamento risultava<br />

(risp. 34, pag. 387 <strong>del</strong> <strong>testo</strong>) un po’ minore: (2/7)P senϕ . Dovendo evidentemente<br />

essere (2/7)P senϕ ≤ μ 0 P cosϕ , si deduce che è ϕ max = arctg 3,5μ 0 .<br />

Supponiamo ad esempio che sia μ 0 = 1 (gomma su asfalto asciutto). In tale<br />

ϕ<br />

ma<br />

r<br />

n<br />

V r<br />

ϕ<br />

P r Fig. 10<br />

P r<br />

ϕ<br />

ma r<br />

min<br />

θ max<br />

n<br />

ma r<br />

max<br />

Fig. 11


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 58<br />

specifico caso: (a) per evitare un moto traslatorio di scivolamento (si pensi a<br />

un’automobile a ruote bloccate) su un piano avente inclinazione ϕ occorre che<br />

sia tgϕ ≤ μ 0 = 1 (ϕ ≤ 45°); (b) per evitare che un cilindro scivoli mentre rotola<br />

occorre che sia tg ϕ ≤ 3μ 0 = 3 (ϕ ≤ 71,6°); (c) per evitare che una sfera<br />

scivoli mentre rotola occorre che sia tg ϕ ≤ 3,5μ 0 = 3,5 (ϕ ≤ 74,1°).<br />

26 (a) Una forza superiore alla massima possibile forza di attrito radente statico<br />

A 0/ max = μ 0 P = 1×1200 kg = 1200 kg.<br />

(b) Qualsiasi forza: le ruote traslerebbero senza incontrare alcuna resistenza.<br />

L’attrito volvente non avrebbe modo di manifestarsi.<br />

(c) Qualsiasi forza: il rotolamento <strong>del</strong>le ruote (determinato dal fatto che l’attrito<br />

radente impedisce lo strisciamento <strong>del</strong>le gomme sul terreno) non incontrerebbe<br />

alcuna resistenza.<br />

(d) Supponiamo, per semplicità, che il peso P e la forza F si ripartiscano equamente<br />

sulle quattro ruote. In tal caso la risposta è: qualsiasi forza F per cui risulti<br />

(F/4)R > μ v (P/4), vale a dire<br />

F > μ v P/R = (15×10 −3 m) × (1200 kg) / (30×10 −2 m) = 60 kg.<br />

Si noti che il valore limite così ottenuto è 20 volte inferiore a quello ottenuto<br />

alla risposta (a): il vantaggio che può essere offerto dalla ruota è palese.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 59<br />

CAPITOLO 11 − GRAVITAZIONE<br />

2 Due oggetti A e B identici si trovano il primo sulla superficie <strong>del</strong>la Terra, il secondo<br />

sulla verticale <strong>del</strong> primo, a un’altezza pari al raggio terrestre R T . Quanto<br />

distano il baricentro <strong>del</strong> sistema A+B e il centro di massa?<br />

3 L’attrazione gravitazionale tra due corpi può essere sempre calcolata con l’artificio<br />

di collocare le due masse nei rispettivi centri di massa (vero/falso).<br />

7 Nel moto attorno alla Terra, l’accelerazione <strong>del</strong>la Luna (distante dalla Terra<br />

circa 384 000 km) è 2,73 mm/s 2 . Nel moto attorno al Sole, l’accelerazione <strong>del</strong>la<br />

Luna (distante dal Sole circa 150 milioni di km) è circa 6 mm/s 2 . In che rapporto<br />

stanno le forze esercitate sulla Luna dal Sole e dalla Terra?<br />

8 In che rapporto stanno, a parità di velocità iniziale, le altezze raggiunte sulla<br />

Terra e sulla Luna con un lancio verticale?<br />

10 [R] Quanto impiega a fare il giro <strong>del</strong>la Terra un satellite distante 300 km dalla<br />

superficie terrestre?<br />

12 Un satellite geostazionario si mantiene necessariamente nel piano equatoriale<br />

(vero/falso).<br />

14 I satelliti <strong>del</strong>la Terra hanno tutti, per la seconda legge di Keplero, la stessa velocità<br />

areale (vero/falso).<br />

15 [R] Si determini la velocità areale di un pianeta facendo l’ipotesi che l’orbita<br />

sia circolare con raggio R.<br />

17 Con riferimento a pianeti su orbite circolari, si dimostri che il rapporto T 2 /R 3<br />

tra il quadrato <strong>del</strong> periodo di rivoluzione e il cubo <strong>del</strong> raggio <strong>del</strong>la circonferenza<br />

percorsa è necessariamente costante al variare di R.<br />

19 Che cosa si ottiene moltiplicando il peso di un satellite per la sua distanza dal<br />

centro <strong>del</strong>la Terra?<br />

20 * [R] Campo gravitazionale prodotto da un guscio<br />

semisferico omogeneo disposto come in<br />

fig.8: si dimostri che, in tutti i punti <strong>del</strong> cerchio<br />

orizzontale che chiude superiormente la cavità,<br />

il campo g r è verticale.<br />

Fig. 8<br />

21 Si determini l’andamento <strong>del</strong>l’accelerazione di gravità nel campo prodotto da<br />

una massa M distribuita in modo uniforme entro un volume sferico.<br />

22 Si dimostri che un corpo K, lasciato cadere dentro un pozzo rettilineo che attraversa<br />

tutta la Terra da un qualsiasi punto A a un qualsiasi altro punto B,<br />

oscillerebbe all’infinito, in assenza di attriti, tra A e B; e che, se la Terra fosse<br />

una sfera omogenea, il moto sarebbe armonico con un periodo uguale a quello<br />

che avrebbe un satellite su orbita bassa in assenza di atmosfera.<br />

g r


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 60<br />

24 [R] Un oggetto A di massa m subisce un breve spostamento verticale h in prossimità<br />

<strong>del</strong>la superficie terrestre. Un oggetto B di massa uguale, posto sulla verticale<br />

per A e distante da A un raggio terrestre, subisce a sua volta lo stesso spostamento<br />

verticale. È possibile calcolare il lavoro complessivo <strong>del</strong>le forze gravitazionali<br />

concentrando la massa <strong>del</strong> sistema A + B nel centro di massa? È possibile<br />

calcolarlo concentrando la massa nel baricentro?<br />

25 * Si calcoli il valore <strong>del</strong> rapporto T 2 /R 3 tra il quadrato <strong>del</strong> periodo di rivoluzione<br />

di un pianeta e il cubo <strong>del</strong> semiasse maggiore <strong>del</strong>la sua orbita.<br />

28 * [R] Si consideri il sistema isolato costituito da due stelle che ruotano assieme<br />

attorno al centro di massa <strong>del</strong> sistema: fatta l’ipotesi che la distanza tra le due<br />

stelle si mantenga costante, si determini il comune periodo di rotazione.<br />

29 Si calcoli l’energia totale di un satellite <strong>del</strong>la Terra, sapendo che la distanza<br />

minima dal centro <strong>del</strong>la Terra è r P e che la distanza massima è r A .<br />

30 Si determini il lavoro che occorre compiere per spostare un satellite da un’orbita<br />

circolare di raggio R 1 a un’orbita circolare di raggio R 2 .<br />

31 Si determini quanta energia è strettamente necessario spendere per porre in orbita<br />

un satellite di massa m lungo una traiettoria avente distanza minima dalla<br />

Terra r P = R 0 e distanza massima r A = 5R 0 (dove R 0 è il raggio terrestre).<br />

32 * [R] Una capsula spaziale di massa m = 10 4 kg, che percorre un’orbita circolare<br />

mantenendosi 500 km al di sopra <strong>del</strong>la superficie terrestre, deve essere<br />

spostata su un’orbita circolare più ampia, in modo che si mantenga a 1500 km<br />

dalla superficie terrestre. Il risultato viene ottenuto accendendo brevemente i<br />

motori, che producono una spinta costante di 1,25×10 5 N parallelamente alla<br />

direzione <strong>del</strong> moto, una prima volta per immettere la capsula su un’orbita di<br />

trasferimento, una seconda volta, raggiunta la distanza di 1500 km, per immetterla<br />

nell’orbita finale. Assumendo che la Terra sia una sfera di raggio R T =<br />

= 6370 km e massa M = 5,983 × 10 24 kg,<br />

(a) calcolare l’energia cinetica <strong>del</strong>la capsula nelle due orbite circolari;<br />

(b) descrivere le caratteristiche geometriche <strong>del</strong>l’orbita di trasferimento;<br />

(c) calcolare quale valore di energia cinetica deve essere raggiunto con la prima<br />

accensione se vogliamo che la capsula si sposti poi fino a una distanza massima<br />

di 1500 km;<br />

(d) determinare quanto deve durare la prima accensione;<br />

(e) chiarire la direzione di spinta dei motori in corrispondenza <strong>del</strong>la seconda<br />

accensione, e determinare quanto deve durare la seconda accensione;<br />

( f ) calcolare il tempo impiegato dalla capsula a percorrere l’orbita di trasferimento.<br />

[11]<br />

11 Problema proposto alla gara nazionale studentesca <strong>del</strong> 1993 per le Olimpiadi di Fisica.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 61<br />

33 [R] (a) Si vuole che la velocità di un corpo tenda alla velocità di fuga quando<br />

la distanza dalla Terra tende a infinito. Con quale velocità occorrerebbe lanciarlo<br />

in assenza di atmosfera?<br />

(b) Con quale velocità «giunge all’infinito» un corpo lanciato con velocità<br />

doppia rispetto a quella di fuga?<br />

(c) A quale distanza dal centro <strong>del</strong>la Terra la velocità è uguale alla metà <strong>del</strong>la<br />

velocità di fuga, quando la velocità di lancio è uguale alla velocità di fuga?<br />

35 Si consideri un sistema isolato costituito da due stelle che orbitano attorno al<br />

centro di massa (CM) <strong>del</strong> sistema, e ci si ponga in un riferimento inerziale in<br />

cui il punto CM è immobile.<br />

a) La situazione può essere schematizzata come in fig.9 (vero / falso).<br />

b) La situazione può essere schematizzata come in fig.10 (vero / falso).<br />

CM<br />

CM<br />

Fig. 9 Fig. 10<br />

ALCUNE SOLUZIONI<br />

10 Per la terza legge di Keplero, il rapporto T 2 /R 3 deve avere lo stesso valore sia<br />

che venga riferito al satellite sia che venga riferito alla Luna: perciò T S =<br />

3<br />

= T L ( R S / R L ) . Posto che la distanza <strong>del</strong> satellite dal centro <strong>del</strong>la Terra sia<br />

circa (6400 + 300) km = 6700 km, e circa 384 000 km la distanza <strong>del</strong>la Luna, si<br />

ottiene T S ≈ T L 2,3×10 –3 ≈ (27,3 d)(86400 s/d) 2,3×10 –3 = 5425 s ≈ 90 min.<br />

Allo stesso risultato si arriva dividendo la lunghezza <strong>del</strong>la circonferenza percorsa<br />

dal satellite (2π R ≈ 2π × 6700 km) per la velocità <strong>del</strong> satellite. Quest’ultima<br />

si ottiene subito considerando che la forza gravitazionale mg agente<br />

sul satellite rappresenta in questo specifico caso (traiettoria circolare, forza<br />

perpendicolare alla velocità) la forza centripe\ta mv 2 /R. Perciò v = gR , ed<br />

essendo, per la legge di Newton, la grandezza gR 2 = GM costante al variare di<br />

R, sarà in particolare gR 2 2<br />

= g 0R T (dove g 0 , accelerazione di gravità a livello<br />

<strong>del</strong>la superficie terrestre, ha il ben noto valore 9,81 m/s 2 ). Possiamo quindi


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 62<br />

2<br />

scrivere v = g 0 R0<br />

/ R = 9,8 m/s<br />

2 2<br />

× (6400 / 6700) km = 7,74 km/s. Pertanto<br />

T = 2π R/v ≈ (2π × 6700 km) / (7,74 km/s) ≈ 90 min.<br />

24 Risposta negativa a entrambe le domande. A distanza R dal centro <strong>del</strong>la Terra<br />

l’accelerazione di gravità è g 0 , a distanza 2R è g 0 /4 = 0,25 g 0 . Il lavoro effettivo<br />

è quindi L = m (g 0 + 0,25 g 0 )h = 1,25 mg 0 h.<br />

Concentrando la massa nel CM (posto a distanza 1,5 R dal centro <strong>del</strong>la Terra,<br />

dove g = g 0 /1,5 2 = 0,444 g 0 ) otteniamo L' = 2m (0,444 g 0 ) h = 0,888 mg 0 h<br />

= 0,888 L, un valore quindi inferiore a quello vero.<br />

Il baricentro si trova invece a distanza R/5 sopra la superficie terrestre, dove<br />

l’accelerazione di gravità è g 0 /1,2 2 = 0,694 g 0 . Se localizziamo la massa <strong>del</strong><br />

sistema nel baricentro otteniamo L" = 2m (0,694 g 0 ) h = 1,39 mg 0 h = 1,39 L,<br />

un valore questa volta superiore al valore vero. Quando la massa è distribuita in<br />

uno spazio entro al quale il campo gravitazionale non può considerarsi unifor-<br />

15 L’area A spazzata dal segmento Sole - pianeta in un periodo è π R 2 . Il periodo T<br />

è la lunghezza 2πR diviso la velocità (v = gR = GM / R ). Perciò la velocità<br />

areale è v* = A/T = π R 2 / ( 2πR / gM/<br />

R)<br />

= G M R / 4 .<br />

Si poteva arrivare al risultato anche<br />

in altro modo: dato che nel tempuscolo<br />

dt lo spostamento <strong>del</strong> pianeta<br />

dA v dt<br />

R +dR<br />

(fig. 2) è ds = vdt, l’area descritta in<br />

R<br />

dt dal segmento Sole - pianeta è, a<br />

Fig. 2<br />

meno di infinitesimi di ordine superiore,<br />

dA = ½ Rvdt. Perciò la velocità<br />

areale dA/dt è<br />

½ Rv = ½R G M/ R = G M R / 4 .<br />

Per il calcolo <strong>del</strong>la velocità areale lungo un’orbita ellittica si veda la risposta<br />

25.<br />

20 Si consideri un punto P sul cerchio che <strong>del</strong>imita<br />

la cavità. Sovrapponiamo al nostro guscio S un<br />

guscio S ' che sia l’immagine speculare di S rispetto<br />

al piano orizzontale per P, in modo da<br />

formare un unico guscio sferico (fig.3). È chiaro<br />

che il secondo guscio produce in P un campo g r '<br />

che è a sua volta l’immagine speculare <strong>del</strong> campo<br />

g r prodotto in P da S. Dovendo essere zero il<br />

campo complessivamente prodotto dai due gusci,<br />

r r<br />

deve risultare g = − g ' , il che è possibile solo se,<br />

contrariamente a quanto mostra il disegno, g r è<br />

diretto verticalmente.<br />

Fig. 3<br />

g r '<br />

P<br />

g r<br />

S '<br />

S


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 63<br />

me, nel calcolo <strong>del</strong> lavoro <strong>del</strong>le forze gravitazionali la massa deve essere lasciata<br />

dove effettivamente si trova.<br />

28 Essendo costante la distanza d tra le due stelle,<br />

m"<br />

è anche costante la distanza di ogni stella dal<br />

r"<br />

centro di massa <strong>del</strong> sistema: ciò significa che,<br />

nel riferimento inerziale in cui il CM risulta<br />

immobile, le due stelle percorrono orbite circolari<br />

centrate nel CM, impiegando uno stesso<br />

r' CM<br />

tempo T per fare un giro completo. Se la stella<br />

m'<br />

di massa m' si trova a distanza r ' dal CM<br />

(fig. 9), la sua accelerazione sarà [A] ω 2 r ' =<br />

= F/m' = Gm"/d 2 . Analogamente, l’accelerazione<br />

<strong>del</strong>la stella di massa m" sarà [B] ω 2 r" =<br />

Fig. 9<br />

= F/m" = Gm'/d 2 . Sommando membro a<br />

membro la [A] e la [B] otteniamo ω 2 (r '+r")<br />

= G(m'+m")/d 2 , e quindi, essendo r '+r" = d, ω 2 = G (m'+m")/d 3 , da cui<br />

3<br />

d<br />

T =2π /ω = 2π<br />

, vale a dire T 2 / d 3 = 4π 2 / G(m'+m").<br />

G ( m'<br />

+ m")<br />

Chiaramente, tale relazione rappresenta una generalizzazione di quella trovata<br />

alla risposta 26 (alla quale si riconduce quando una <strong>del</strong>le due masse è molto più<br />

grande <strong>del</strong>l’altra, nel qual caso la massa complessiva m'+m" è praticamente<br />

uguale alla più grande <strong>del</strong>le due).<br />

32 (a) L’energia cinetica su un’orbita circolare è<br />

½ GmM /r. Con i dati <strong>del</strong> problema si ottiene<br />

EC 1 = 2,905 ×10 11 J, EC 2 = 2,536 × 10 11 J.<br />

(b) L’orbita di trasferimento (linea a tratteggio<br />

in fig.11) viene percorsa sotto l’azione <strong>del</strong>le<br />

sole forze gravitazionali: si tratta quindi di<br />

un’ellisse (che verrà percorsa solo per metà)<br />

con un fuoco nel centro <strong>del</strong>la Terra, tangente<br />

all’orbita circolare iniziale e all’orbita circolare<br />

P<br />

Fig. 11<br />

A<br />

finale. La spinta dei motori viene data al perigeo P (500 km dalla superficie terrestre),<br />

l’inserimento nella nuova orbita si verifica all’apogeo A (1500 km dalla<br />

superficie terrestre).<br />

(c) Dal momento <strong>del</strong> primo spegnimento dei motori (al perigeo <strong>del</strong>l’ellisse) fino<br />

alla riaccensione (all’apogeo) l’energia totale resta costante: EC P + EP P =<br />

= EC A + EP A . Tenuto conto che a distanza r 1 l’energia potenziale (rispetto all’infinito)<br />

è − GmM/r 1 , e che lungo l’orbita di trasferimento l’energia totale è<br />

GmM r2<br />

− GmM /(r 1 + r 2 ), si ottiene EC P =<br />

r + r<br />

= 3,102 × 10 11 J.<br />

1 2 r1


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 64<br />

(d) Dato che la spinta dei motori è parallela alla velocità <strong>del</strong>la capsula, e potendosi<br />

il moto considerare rettilineo durante la breve fase di accensione dei motori,<br />

il teorema <strong>del</strong>l’impulso dà F Δt = m Δv = m(v P − v 1 ). Le velocità si deducono<br />

dai valori già calcolati <strong>del</strong>l’energia cinetica, ottenendo<br />

v 1 = 7,622 ×10 3 m/s e v P = 7,877 ×10 3 m/s. Tenuto conto <strong>del</strong> valore numerico<br />

<strong>del</strong>la forza F e <strong>del</strong>la massa m si ottiene Δt = 20,3 s.<br />

(e) All’apogeo <strong>del</strong>l’ellisse la velocità deve passare da v A = v P r P /r A = 6,876<br />

×10 3 2 EC<br />

m/s a v 2 =<br />

2<br />

= 7,122 ×10 3 m/s. La spinta deve essere quindi effettuata<br />

nella direzione stessa <strong>del</strong> moto e, come si trova col teorema <strong>del</strong>l’im-<br />

m<br />

pulso, deve durare 19,7 s.<br />

( f ) È la metà <strong>del</strong> tempo T di percorrimento <strong>del</strong>l’intera ellisse. Per la terza legge<br />

2<br />

2<br />

T T1<br />

di Keplero, = , dove T<br />

3<br />

1 ed r 1 si riferiscono all’orbita circolare<br />

r1<br />

+ r2<br />

3<br />

( )<br />

r1<br />

2<br />

iniziale. Essendo T 1 = 2π r 1 /v 1 = 5663 s, si trova T = 6292 s. Il tempo di trasferimento<br />

è quindi (6292 /2) s = 3146 s (52,4 min).<br />

33 (a) Nel passaggio dalla Terra all’infinito c’è una perdita di energia cinetica pari<br />

all’energia cinetica di fuga: perciò l’energia cinetica iniziale dev’essere il doppio<br />

<strong>del</strong>l’energia cinetica di fuga, il che significa che la velocità di lancio è<br />

v = 2 v F = 1,41 v F .<br />

(b) L’energia cinetica di lancio è per ipotesi il quadruplo <strong>del</strong>l’energia cinetica<br />

di fuga. L’energia cinetica all’infinito è allora il triplo <strong>del</strong>l’energia cinetica di<br />

fuga, il che significa che la velocità all’infinito è v = 3 v F = 1,73 v F .<br />

2<br />

m vF<br />

2 mvF<br />

1 1<br />

(c) Teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica: ( ) = + GmM ( − ) , da cui<br />

2 2 2<br />

r RT<br />

2<br />

(tenuto conto che v F = 2GM/R T ) si ottiene r = 4R T .


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 65<br />

CAPITOLO 12 − DINAMICA RELATIVA<br />

I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />

dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />

di seguito.<br />

1 [R] (a) Si spieghi quale peso viene attribuito da una bilancia, internamente a un<br />

montacarichi che viaggia verso il basso con velocità costante 3 m/s, a un blocco<br />

di massa 72 kg.<br />

(b) Che cosa segnerebbe la bilancia se il montacarichi avesse accelerazione<br />

(1/8) m/s 2 verso l’alto?<br />

(c) E se l’accelerazione avesse lo stesso valore ma fosse diretta verso il basso?<br />

(d) In quale eventualità la bilancia segnerebbe 96 kg?<br />

(e) In quale eventualità la bilancia segnerebbe zero?<br />

( f ) Come si comporterebbe in quest’ultimo caso la pallina di un pendolo?<br />

(g) È teoricamente possibile che nel riferimento <strong>del</strong> montacarichi il peso risulti<br />

diretto verso l’alto?<br />

3 * [R] La fig. 17 vuole rappresentare una vaschetta<br />

piena d’acqua che scivola senza incontrare attrito<br />

lungo un piano inclinato. Si chiarisca se, per<br />

quanto riguarda la superficie libera <strong>del</strong> liquido, la<br />

situazione è stata rappresentata in modo corretto.<br />

7 * [R] Il blocchetto K, di massa m, appoggia<br />

senza attrito sul cuneo C (fig. 18). Sapendo<br />

che C è animato da moto rettilineo uniformemente<br />

vario in direzione orizzontale, si<br />

descriva il moto di K, e si chiarisca se la forza<br />

orizzontale F r applicata al cuneo C è costante.<br />

Fig. 17<br />

8 * [R] Come sopra, ma si supponga questa volta che il cuneo C, di massa M,<br />

possa scivolare senza attrito sul piano orizzontale, e che le uniche forze esterne<br />

applicate al sistema cuneo + blocchetto siano le forze gravitazionali e la reazione<br />

<strong>del</strong> piano d’appoggio. Posto che entrambi i corpi abbiano inizialmente<br />

velocità zero, determinare la velocità <strong>del</strong> cuneo in funzione <strong>del</strong>lo spostamento<br />

verticale <strong>del</strong> blocchetto.<br />

K<br />

F r C<br />

Fig. 18


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 66<br />

SOLUZIONI<br />

1 (a) 72 kg. Le forze apparenti sono entrambe zero, il peso indicato dalla bilancia<br />

coincide col peso effettivo. Dal punto di vista <strong>del</strong>l’osservatore fisso (inerziale)<br />

la somma <strong>del</strong>le forze sul blocco deve essere zero: 72 kg verso il basso (il peso),<br />

72 kg verso l’alto (la reazione proveniente dalla bilancia).<br />

(b) La forza apparente di trascinamento ( − ma<br />

r ) sarebbe (72/8) kg = 9 kg verso<br />

il basso, il peso apparente sarebbe (72 + 9) kg = 81 kg. Dal punto di vista<br />

<strong>del</strong>l’osservatore fisso, 81 kg verso l’alto sono la forza che occorre venga esercitata<br />

sul blocco dalla bilancia affinché il blocco sia complessivamente soggetto<br />

a una forza pari a 1/8 <strong>del</strong> peso, diretta verso l’alto.<br />

(c) La somma <strong>del</strong> peso effettivo e <strong>del</strong>la forza apparente di trascinamento (9 kg<br />

verso l’alto) dà 63 kg: è l’indicazione <strong>del</strong>la bilancia (peso apparente).<br />

(d) Quando la forza apparente di trascinamento fosse 24 kg (un terzo <strong>del</strong> peso)<br />

verso il basso, e cioè l’accelerazione <strong>del</strong> montacarichi (e <strong>del</strong> blocco) fosse g/3<br />

verso l’alto. Sul blocco agirebbe in tal caso una forza complessiva pari a un<br />

terzo <strong>del</strong> peso (24 kg) verso l’alto.<br />

(e) Quando la forza di trascinamento fosse uguale e contraria al peso, quando<br />

cioè il montacarichi avesse accelerazione g verso il basso (caduta libera).<br />

( f ) Come se la gravità fosse annullata: resterebbe solo la forza proveniente dal<br />

filo, perpendicolare alla velocità <strong>del</strong>la pallina. La velocità <strong>del</strong>la pallina manterrebbe<br />

sempre lo stesso valore, e la pallina si muoverebbe nel piano originario<br />

di oscillazione mantenendosi sempre alla stessa distanza dal punto di sospensione:<br />

moto circolare uniforme.<br />

(g) Il peso apparente è diretto verso l’alto quando la forza di trascinamento è<br />

diretta verso l’alto ed è più grande <strong>del</strong> peso: questo accade se l’accelerazione<br />

<strong>del</strong> montacarichi è diretta verso il basso con valore superiore a g.<br />

3 Sì, la figura è corretta. La vaschetta scivola con accelerazione<br />

g senϕ diretta parallelamente al piano<br />

d’appoggio verso il basso. La superficie libera <strong>del</strong><br />

liquido (che ha massa m) si dispone perpendicolarmente<br />

al peso apparente mg r ' = mg<br />

r − ma<br />

r , dove a r<br />

(accelerazione di trascinamento) è l’accelerazione<br />

<strong>del</strong>la vaschetta. Il fatto che sia a = g senϕ significa<br />

(fig.1) che il peso apparente mg<br />

r ' è perpendicolare<br />

al piano inclinato: il quale risulta dunque<br />

parallelo alla superficie <strong>del</strong> liquido.<br />

Se ci fosse attrito, l’accelerazione <strong>del</strong>la vaschetta<br />

sarebbe a'


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 67<br />

7 Le forze agenti su K sono il peso P r e la reazione<br />

<strong>del</strong> vincolo V r , <strong>del</strong>la quale sappiamo a<br />

priori che, per l’assenza di attrito, è perpendicolare<br />

al piano inclinato. L’accelerazione di<br />

K nel riferimento fisso è allora<br />

[A] a r r r r<br />

P + V r V<br />

= = g + .<br />

m m<br />

Sappiamo però anche che, se A r<br />

è l’accelerazione<br />

<strong>del</strong> cuneo (accelerazione di trascinamento)<br />

e a r ' l’accelerazione di K rispetto<br />

al cuneo, è<br />

[B] a r = A r + a r '<br />

dove di a r ' si sa a priori che è parallela al piano<br />

inclinato. Come la fig. 5 chiarisce, l’insieme<br />

<strong>del</strong>la [A] e <strong>del</strong>la [B] determina in modo univoco sia<br />

A r<br />

a r ' n<br />

ϕ<br />

a r r<br />

V / m<br />

ϕ<br />

ϕ<br />

g r<br />

Fig. 5<br />

a r ' , sia a r , sia<br />

r<br />

V / m<br />

(e quindi la reazione <strong>del</strong> vincolo). L’accelerazione relativa è a' = g senϕ −<br />

− A cosϕ , l’accelerazione assoluta ha componente orizzontale a x = A + a'cosϕ<br />

e componente verticale a y = = a'senϕ . Tutti i valori trovati sono costanti nel<br />

tempo. Il moto relativo, in cui la velocità è parallela all’accelerazione, è quindi<br />

rettilineo uniformemente vario (la velocità varia linearmente nel tempo); il moto<br />

assoluto è uniformemente accelerato (vettore a r costante) con traiettoria parabolica<br />

e asse <strong>del</strong>la parabola parallelo ad a r (se però, nel momento in cui il<br />

cuneo comincia ad accelerare, la velocità assoluta di K è zero o è parallela ad<br />

a r , il moto assoluto di K è rettilineo e uniformemente vario). Essendo costante<br />

in valore e direzione la forza − V r<br />

<strong>del</strong> blocchetto sul cuneo, il moto di quest’ultimo<br />

(uniformemente vario per ipotesi) richiede che anche la forza orizzontale<br />

esterna ad esso applicata sia costante.<br />

Casi particolari. Se, a partire dalla situazione rappresentata in fig. 5, l’accelerazione<br />

A r <strong>del</strong> cuneo aumenta, a' diminuisce gradualmente fino ad annullarsi<br />

(moto relativo uniforme) per A = g tgϕ , mentre la reazione V r diventa via via<br />

più grande. Se A r continua a crescere, a un certo punto a r ' cambia direzione<br />

(l’espressione g senϕ − A cosϕ di a' diventa negativa) e diventa a sua volta<br />

(come V r<br />

/m)<br />

sempre più grande. Se A r si annulla, a r ha valore g senϕ e coincide<br />

con a r ' (il cuneo si muove di moto traslatorio, rettilineo e uniforme rispetto<br />

al riferimento fisso, quindi nei due riferimenti l’accelerazione è la stessa). Se<br />

A r cambia direzione e diventa sempre più grande, a r ' è diretta nel senso <strong>del</strong>la<br />

discesa e diventa a sua volta sempre più grande, mentre la direzione di a r si<br />

approssima alla verticale e la reazione V r diventa sempre più piccola. Per A =


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 68<br />

= g/tgϕ la reazione V r si annulla e a r coincide con l’accelerazione di gravità.<br />

Se A r cresce ulteriormente V r dovrebbe assumere il carattere di una forza di richiamo<br />

verso il piano inclinato: ma se il blocchetto è semplicemente appoggiato<br />

ciò che in realtà si verifica è il suo distacco dal cuneo, e quindi la sua caduta<br />

con accelerazione g r .<br />

8 Dato che, per l’assenza di attrito tra cuneo e piano d’appoggio, nessuna forza<br />

esterna agisce sul sistema in direzione orizzontale, il centro di massa <strong>del</strong> sistema<br />

non subisce spostamenti orizzontali: il cuneo si sposta perciò verso sinistra<br />

con velocità V r e il blocchetto verso destra con velocità v r<br />

x tale che<br />

[A] MV = mv x . Se v r è la velocità <strong>del</strong> blocchetto e h il suo spostamento verticale,<br />

per il teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica risulta<br />

2 2<br />

MV mv<br />

[B] + = mgh. Il lavoro complessivo <strong>del</strong>le forze interne è zero: la<br />

2 2<br />

forza <strong>del</strong> blocchetto sul cuneo, perpendicolare al piano inclinato per l’assenza<br />

di attrito, compie il lavoro positivo che produce l’energia cinetica acquisita dal<br />

cuneo (lo spostamento <strong>del</strong> cuneo nella direzione <strong>del</strong>la normale al piano inclinato<br />

è equiverso alla forza); la forza <strong>del</strong> cuneo sul blocchetto compie un lavoro<br />

uguale e contrario (sottraendo al blocchetto parte <strong>del</strong>l’energia cinetica prodotta<br />

dal lavoro <strong>del</strong> peso) perché, mantenendosi il blocchetto a contatto <strong>del</strong> cuneo, il<br />

suo spostamento nella direzione <strong>del</strong>la perpendicolare al piano inclinato è identico<br />

a quello <strong>del</strong> cuneo.<br />

La velocità v r <strong>del</strong> blocchetto (fig. 6) può<br />

esprimersi sia come v r r + x v , sia anche<br />

x<br />

MV<br />

2<br />

2<br />

2<br />

y<br />

2<br />

2<br />

mv mv<br />

x y MV m ⎛ MV ⎞ m<br />

2<br />

⎜ ⎟ vx<br />

V mgh,<br />

2 2 2 2 ⎝ m ⎠ 2<br />

come somma <strong>del</strong> velocità v r ' relativa con<br />

la velocità V r v r v r<br />

y<br />

v r '<br />

di trascinamento:<br />

r r r r r<br />

[C] v = vx<br />

+ vy<br />

= v' + V . Essendo v r<br />

v r V r ϕ<br />

x<br />

'<br />

Fig. 6<br />

parallela al piano inclinato, risulta<br />

vy<br />

[D] = tgϕ<br />

. Tenuto conto <strong>del</strong>la [A], <strong>del</strong>la [C] e <strong>del</strong>la [D], la [B] diven-<br />

v + V<br />

ta + + = + + [(<br />

+ ) tgϕ] =<br />

da cui V<br />

2<br />

2m<br />

ghcos<br />

ϕ<br />

= .<br />

2<br />

( m + M ) ( M + m sen ϕ)<br />

2<br />

2


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 69<br />

CAPITOLO 13 − DINAMICA ROTAZIONALE<br />

I <strong>problemi</strong> di questo capitolo sono tutti riportati nel sito alla sezione “Indice <strong>del</strong> libro e pagine<br />

dimostrative”. Il <strong>testo</strong> di <strong>alcuni</strong> di tali <strong>problemi</strong>, corredato di risposta, è riproposto qui<br />

di seguito.<br />

3 Un punto K di massa m si muove di moto circolare uniforme con velocità v<br />

attorno al punto O. Se, per effetto di una forza F r sempre diretta verso O, il<br />

raggio <strong>del</strong>la circonferenza viene dimezzato, come varia il periodo <strong>del</strong> moto?<br />

quale lavoro ha compiuto F r ?<br />

6 Supponiamo che a un dato istante la forza con la quale il Sole attira un pianeta<br />

cessi di agire. Che accadrebbe da tale istante <strong>del</strong>la velocità areale <strong>del</strong> pianeta<br />

rispetto al Sole? Si assuma che sul pianeta non agisca più alcuna forza.<br />

7 Il punto materiale K viene lanciato con velocità<br />

orizzontale v r 0 lungo la parete interna di un contenitore<br />

emisferico di centro O e raggio R (fig.5),<br />

O<br />

in assenza di ogni attrito. Sapendo che inizialmente<br />

il vettore OK forma con la verticale un<br />

ϕ 0 R<br />

angolo ϕ 0 ,<br />

K<br />

(a) si trovi per quale valore <strong>del</strong>la velocità iniziale<br />

Fig. 5<br />

K si manterrebbe indefinitamente alla stessa altezza;<br />

(b) si determini quale valore minimo è necessario per la velocità iniziale se si<br />

vuole che K possa raggiungere il livello di O.<br />

11 [R] Che differenza c’è, dal punto di vista <strong>del</strong><br />

momento angolare rispetto all’asse di rotazione,<br />

tra le due situazioni illustrate nella figura<br />

a lato (fig. 10)? In A un cilindro omogeneo<br />

di raggio R sta ruotando con velocità an-<br />

Z<br />

Situazione A Situazione B<br />

golare ω costante attorno a un asse z fisso<br />

Fig. 10<br />

(rappresentato in figura dal punto Z), cosicché<br />

ogni punto <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong> cilindro si muove<br />

di moto circolare uniforme con velocità<br />

ωR attorno a z. In B un cilindro uguale al precedente sta rotolando senza strisciare,<br />

con velocità angolare ω, lungo un piano orizzontale, quindi l’asse z di<br />

rotazione (che è la linea di contatto) continua a cambiare posizione.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 70<br />

12 Un sistema rigido, costituito da due sfere identiche collegate con un’asta sottile,<br />

ruota attorno a un asse z. Sia P il punto di intersezione tra z e l’asta di collegamento:<br />

si spieghi se per qualcuna <strong>del</strong>le quattro situazioni illustrate in fig.11 il<br />

momento angolare assiale L r z coincide col momento angolare rispetto a P.<br />

z<br />

z<br />

z<br />

z<br />

A<br />

B<br />

C<br />

Fig. 11<br />

D<br />

16 * [R]Quando la velocità <strong>del</strong> centro di massa è zero, il momento angolare di un sistema<br />

è uguale rispetto a qualsiasi polo, ma il momento complessivo <strong>del</strong>le forze è<br />

in generale diverso a seconda <strong>del</strong> polo prescelto [12] . Come mai allora, quando è<br />

r<br />

v CM = 0, la L r τ = d / dt<br />

può essere applicata scegliendo come polo un punto qualsiasi?<br />

18 * Le tabelle seguenti danno, in termini di componenti cartesiane ortogonali, le<br />

posizioni e le velocità di due particelle A e B all’istante 1 e all’istante 2. Si<br />

chiarisca se sulla base di questi dati è possibile escludere che il sistema <strong>del</strong>le<br />

due particelle sia isolato, e se è lecito ipotizzare che le forze interne siano conservative.<br />

t (s) x A (cm) y A (cm) z A (cm) v Ax (cm/s) v Ay (cm/s) v Az (cm/s)<br />

1 0 0 0 0 10 0<br />

2 1 1 0 10 −20 0<br />

t (s) x B (cm) y B (cm) z B (cm) v Bx (cm/s) v By (cm/s) v Bz (cm/s)<br />

1 5 0 0 0 −40 0<br />

2 1 −4 0 −40 80 0<br />

23 * [R] Si applichi il teorema <strong>del</strong> momento angolare<br />

per calcolare l’accelerazione dei blocchi<br />

<strong>del</strong> sistema mostrato in fig. 34. Si assuma che<br />

non ci siano attriti e che sia trascurabile la<br />

massa dei fili e <strong>del</strong>le carrucole. Il problema era<br />

già stato risolto al capitolo 9 (domanda 26,<br />

pag.154) in applicazione <strong>del</strong>le leggi di Newton.<br />

m '<br />

Fig. 34<br />

m"<br />

12 Pro memoria: il momento di un sistema di forze è uguale per qualsiasi polo solo quando la somma<br />

<strong>del</strong>le forze è zero, nel qual caso è necessariamente zero anche l’accelerazione (non la velocità)<br />

<strong>del</strong> centro di massa.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 71<br />

27 Il cilindro omogeneo 1 (fig. 36), che può girare<br />

senza attrito attorno al proprio asse geometrico,<br />

è inizialmente immobile. Un cilindro omogeneo<br />

coassiale 2, che ruota senza attrito per inerzia<br />

con velocità angolare ω, cade a un certo momento<br />

sul disco 1 e, per effetto <strong>del</strong>l’attrito tra le<br />

due superfici a contatto, lo trascina in rotazione.<br />

Si trovi la velocità angolare finale <strong>del</strong> sistema.<br />

29 [R] Con riferimento alla domanda precedente, si<br />

supponga ora che tra cilindro e piano inclinato<br />

non ci sia alcun attrito. Applicando la τ = Jα all’asse<br />

<strong>del</strong> cilindro, rispetto al quale (fig. 37) sia il<br />

peso che la reazione <strong>del</strong> vincolo hanno momento<br />

V r<br />

P r<br />

zero, si ottiene α = 0, il che corrisponde a un<br />

Fig. 37<br />

moto di discesa con velocità angolare sempre<br />

uguale (se il cilindro è inizialmente immobile,<br />

con velocità angolare sempre uguale a zero). Se però applichiamo la τ = Jα alla<br />

retta di contatto, si ottiene α ≠ 0, perché rispetto a tale retta il peso ha momento<br />

diverso da zero. Per quale ragione dobbiamo accettare il primo risultato (α = 0)<br />

e non invece il secondo (α ≠ 0)?<br />

34 Il blocco A (fig.38) scivola senza attrito su<br />

un piano orizzontale, trascinato da un filo che<br />

scorre nella gola di una puleggia e sostiene<br />

all’altra estremità il blocco B. Fatta l’ipotesi<br />

che l’attrito impedisca al filo di scivolare sulla<br />

puleggia, la quale quindi è costretta a ruotare,<br />

si calcoli con quale forza il blocco B tira<br />

il filo verso il basso. Si assuma che la carrucola<br />

sia schematizzabile come disco omogeneo<br />

e che il suo moto di rotazione non sia<br />

contrastato da alcun attrito.<br />

37 * [R] La fig. 39 rappresenta un cilindro omogeneo<br />

di raggio R sul quale è avvolto in senso<br />

orario un nastro. Il cilindro è posto su un<br />

piano orizzontale, e il nastro viene tirato da<br />

una forza orizzontale F r come in figura. Considerando<br />

sia il caso di completa assenza di<br />

attrito che il caso di attrito abbastanza grande<br />

da determinare un moto di puro rotolamento,<br />

si individui la posizione <strong>del</strong>l’asse di rotazione<br />

e si determini l’accelerazione <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong><br />

cilindro.<br />

A<br />

Fig. 38<br />

Fig. 36<br />

Fig. 39<br />

2<br />

1<br />

B<br />

F r


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 72<br />

42 Sulle due carrucole − una fissa, l’altra libera − rappresentate<br />

in fig. 42, entrambe schematizzabili come<br />

dischi omogenei di massa M e raggio R, è avvolta<br />

una corda di massa trascurabile. Determinare<br />

quale forza sostiene la carrucola superiore.<br />

Fig. 42<br />

45 [R] Un carrello e una sfera vengono lasciati scendere<br />

lungo un piano inclinato: chi dei due impiegherà<br />

meno tempo ad arrivare in fondo? Si supponga che la sfera e le ruote <strong>del</strong><br />

carrello rotolino senza strisciare. Si schematizzino le ruote <strong>del</strong> carrello sia come<br />

dischi omogenei di massa m e raggio R sia, in alternativa, come anelli di raggio<br />

R in cui la massa m si trova tutta a distanza R dal centro.<br />

SOLUZIONI<br />

11 Nessuna differenza: in entrambi i casi il momento angolare rispetto all’asse di<br />

rotazione è L z = J z ω, con lo stesso momento d’inerzia e con la stessa velocità<br />

angolare. Si noti: la situazione A e la B sono <strong>del</strong> tutto equivalenti per quanto riguarda<br />

le velocità dei singoli punti <strong>del</strong> sistema all’istante considerato, ma non<br />

immediatamente prima o immediatamente dopo. Conseguentemente, dal punto<br />

di vista <strong>del</strong>le accelerazioni la situazione A è ben diversa dalla situazione B (vedi<br />

risposta 15, pag. 348).<br />

16 Se la velocità <strong>del</strong> CM è zero all’istante che si considera, ma è diversa da zero<br />

subito prima e subito dopo, il momento angolare è uguale per qualsiasi polo all’istante<br />

che si considera, ma non prima e non dopo, perciò è diversa da zero la<br />

sua evoluzione nel tempo, e quindi la sua derivata temporale. Se invece la velocità<br />

<strong>del</strong> CM è uguale a zero anche subito prima e subito dopo l’istante considerato,<br />

è indipendente dal polo sia il momento angolare che la sua derivata<br />

temporale: all’istante considerato risulta però uguale a zero anche l’accelerazione<br />

<strong>del</strong> CM, il che significa che è zero la somma <strong>del</strong>le forze, per cui anche il<br />

momento complessivo <strong>del</strong>le forze risulta uguale per qualsiasi polo.<br />

23 Si consideri la fig. 8: se assumiamo come «sistema»<br />

l’insieme blocchi + fili + carrucole, le<br />

forze esterne sono la trazione verticale T <strong>del</strong> terreno<br />

sul filo, i pesi m'g ed m"g dei due blocchi,<br />

la reazione <strong>del</strong> piano su cui appoggia m', la reazione<br />

<strong>del</strong> perno sulla carrucola fissa. Tenuto presente<br />

che la velocità e l’accelerazione <strong>del</strong> blocco<br />

sospeso sono il doppio <strong>del</strong>la velocità v e <strong>del</strong>l’accelerazione<br />

a <strong>del</strong>l’altro blocco (vedi risposta 26<br />

a pag.365), e assunto come polo il centro <strong>del</strong>la<br />

carrucola fissa, per il teorema <strong>del</strong> momento an-<br />

v<br />

m '<br />

Fig. 8<br />

2T<br />

T<br />

2T<br />

T<br />

m"<br />

2v


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 73<br />

golare sarà – (R 2 – R 1 ) + m"g (R 1 + R 2 ) = [m'vR 1 + m2v (R 1 +R 2 )]/dt. Tenuto<br />

conto che è 2T = m'a, si ottiene a = 2m"g /(4m"+m').<br />

29 (a) La τ = Jα vale esclusivamente per rotazioni attorno ad assi a direzione fissa<br />

(e solo se il momento d’inerzia rispetto all’asse di rotazione è costante), e<br />

può sempre essere riferita, oltre che all’asse di rotazione, anche a un asse parallelo<br />

passante dal centro di massa, ma non ad altri assi: nel nostro caso, può essere<br />

senz’altro riferita all’asse <strong>del</strong> cilindro, che passa dal CM ed è sicuramente<br />

parallelo all’asse di un’eventuale moto di rotazione. Il fatto che in tal modo si<br />

ottenga α = 0, chiarisce che, se il cilindro è inizialmente immobile, il suo moto<br />

di discesa è un moto di pura traslazione (che potremmo descrivere come una<br />

rotazione attorno a un asse posto a distanza infinita dal cilindro nel piano contenente<br />

l’asse <strong>del</strong> cilindro e la retta di contatto). La τ = Jα non può quindi essere<br />

riferita alla retta di contatto.<br />

Un altro modo di rendersi conto che deve effettivamente essere α = 0 è quello<br />

r<br />

di considerare che la dL r τ = / dt<br />

può sempre essere riferita al centro di massa<br />

<strong>del</strong> sistema: dato che, nel nostro caso, rispetto a tale punto il momento <strong>del</strong>le<br />

forze esterne è zero, il momento angolare rispetto al CM non può subire variazioni,<br />

e quindi non può subire variazioni la velocità angolare <strong>del</strong> cilindro.<br />

37 Se non c’è attrito, l’accelerazione <strong>del</strong> CM <strong>del</strong> disco (e quindi <strong>del</strong> suo asse geometrico)<br />

è a = = F/M, ma è anche a = αR, dove<br />

l’accelerazione angolare α può essere calco-<br />

B<br />

F r<br />

lata come rapporto τ /J tra momento <strong>del</strong>le forze<br />

e momento d’inerzia <strong>del</strong> disco, entrambi valutati<br />

C<br />

rispetto all’asse geometrico (dato che passa dal<br />

h<br />

CM ed è parallelo all’asse di rotazione, il quale<br />

si sposta mantenendo una direzione costante).<br />

L’asse di rotazione è sicuramente nel piano verticale<br />

che contiene l’asse geometrico, dato che la<br />

Fig. 16<br />

velocità di un qualsiasi punto P <strong>del</strong> disco posto<br />

in tale piano è orizzontale. Essendo poi il moto<br />

<strong>del</strong> disco descrivibile come una traslazione orizzontale con la velocità <strong>del</strong>l’asse<br />

geometrico + una rotazione oraria attorno all’asse geometrico, è chiaro che la<br />

velocità di un punto come B (fig. 16) è superiore alla velocità <strong>del</strong> centro C, il<br />

che (potendosi esprimere la velocità di qualsiasi punto <strong>del</strong> cilindro come prodotto<br />

<strong>del</strong>la velocità angolare ω per la distanza dall’asse di rotazione) significa<br />

che B è più lontano di C dall’asse di rotazione: dunque, l’asse di rotazione si<br />

trova al di sotto <strong>del</strong>l’asse geometrico. Sia h la distanza tra i due assi. Allora rispetto<br />

all’asse geometrico il momento <strong>del</strong>le forze è τ = FR, e il momento<br />

d’inerzia <strong>del</strong> disco è mR 2 /2. Pertanto<br />

F τ F R 2F h<br />

a = = α h = h = h =<br />

2<br />

M J M R / 2 M R<br />

da cui segue subito h = R/2.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 74<br />

I punti <strong>del</strong> disco che a un dato istante si trovano nel piano verticale contenente<br />

l’asse geometrico hanno quindi velocità verso destra se distano dal piano d’appoggio<br />

più di R/2, altrimenti hanno velocità verso sinistra.<br />

In caso invece di rotolamento senza strisciamento l’asse di rotazione è la linea<br />

di contatto. L’accelerazione <strong>del</strong> CM <strong>del</strong> disco è a = (F + A)/M, essendo A il<br />

modulo <strong>del</strong>la forza d’attrito radente A r , la quale è sicuramente equiversa a F r<br />

per il fatto che contrasta lo scivolamento all’indietro (verso sinistra) dei punti<br />

<strong>del</strong> disco che toccano il piano d’appoggio. La presenza di attrito determina<br />

quindi, in questo specifico caso, una maggiore accelerazione <strong>del</strong> CM. Il modulo<br />

A si ricava tenendo presente che l’accelerazione a = (F + A)/M <strong>del</strong> CM è<br />

anche espressa da α R, con α = τ /J = (F − A)R /(MR 2 /2) (momento <strong>del</strong>le<br />

forze e momento d’inerzia sono stati riferiti all’asse <strong>del</strong> cilindro). Allora a =<br />

=(F + A)/M = α R = 2(F −A)/M, da cui A = F/3.<br />

45 L’accelerazione <strong>del</strong>la sfera ci è già nota: a = (5/7) g senϕ (vedi risposta 34,<br />

pag. 387), dove ϕ è l’angolo formato dal piano inclinato col piano orizzontale.<br />

Per trovare l’accelerazione <strong>del</strong> carrello applichiamo il teorema <strong>del</strong>l’energia cinetica:<br />

se M è la massa di tutto il carrello, ruote comprese, e m la massa di una<br />

ruota, per uno spostamento L <strong>del</strong> carrello dalla posizione iniziale il lavoro <strong>del</strong>le<br />

forze gravitazionali (le sole che lavorano) è W = MgLsenϕ. La velocità <strong>del</strong><br />

carrello passa nel frattempo da zero a v, e l’energia cinetica da zero a Mv 2 /2 +<br />

+4(J 0 ω 2 /2): il primo termine contiene tutta l’energia cinetica di traslazione,<br />

ruote incluse, il secondo termine (nel quale J 0 = mR 2 /2 è il momento d’inerzia<br />

di una ruota rispetto al suo asse geometrico) è l’energia cinetica associata alla<br />

rotazione <strong>del</strong>le quattro ruote. Tenuto conto che ω 2 R 2 = v 2 si ottiene che<br />

l’energia cinetica è (M +2m) v 2 /2. Uguagliando l’energia cinetica acquisita al<br />

lavoro W si ricava v = 2 M<br />

g senϕ<br />

M + 2m<br />

L . Dato che l’unica variabile sotto<br />

radice è la lunghezza <strong>del</strong> percorso effettuato, riconosciamo qui che la velocità è<br />

legata alla posizione nel modo tipico <strong>del</strong> moto uniformemente vario (accelerazione<br />

scalare costante), nel quale è v = 2a L , dove L è la distanza percorsa a<br />

partire dalla posizione in cui è v = 0. L’accelerazione <strong>del</strong> carrello è quindi<br />

a = Mgsenϕ /(M +2m),<br />

più grande o più piccola <strong>del</strong>l’accelerazione (5/7) g senϕ <strong>del</strong>la sfera a seconda<br />

<strong>del</strong> valore <strong>del</strong> rapporto tra massa m di una ruota e massa complessiva M. Chiaramente<br />

la massa m di una ruota ha come limite inferiore zero, e come limite<br />

superiore M /4. Quando M /(M +2m) = 5/7 (m = M/5), le due accelerazioni<br />

sono uguali. Se m diminuisce e tende a zero, l’accelerazione <strong>del</strong> carrello aumenta<br />

e tende a g senϕ, che è l’accelerazione di un blocco che scivola senza attrito.<br />

Se invece m aumenta e tende a M /4, l’accelerazione <strong>del</strong> carrello diminuisce<br />

rispetto a quella <strong>del</strong>la sfera e tende a (2/3) g senϕ, che è l’accelerazione di<br />

un disco omogeneo che rotola senza strisciare. Si noti che i due valori limite


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 75<br />

<strong>del</strong>l’accelerazione <strong>del</strong> carrello potevano essere previsti a priori, senza dover<br />

passare attraverso l’espressione generale <strong>del</strong>l’accelerazione.<br />

Schematizzando invece le ruote come anelli (J 0 = mR 2 ) si trova<br />

a = Mgsenϕ / (M +4m).<br />

Quando m varia da zero a M /4 l’accelerazione diminuisce da g senϕ a<br />

0,5 g senϕ . Per m = 0,1 M l’accelerazione è uguale a quella <strong>del</strong>la sfera.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 76<br />

CAPITOLO 14 − URTI<br />

1 In caso di urto tra due corpi, la quantità di moto si conserva solo se il sistema<br />

dei due corpi è isolato, e cioè non è soggetto a forza esterne (vero / falso).<br />

3 Un blocco, fermo sul pavimento, viene colpito da una pietra la cui velocità ha<br />

sia un componente orizzontale che un componente verticale diretto verso il<br />

basso. Possiamo ritenere che, in totale assenza di attrito tra blocco e pavimento,<br />

la quantità di moto <strong>del</strong> sistema pietra + blocco si conservi nell’urto?<br />

8 [R] In un’esperienza di laboratorio, due carrelli sono stati lanciati nella stessa<br />

direzione sullo stesso binario: prima il carrello A, subito dopo, con velocità superiore,<br />

il carrello B, che dopo aver raggiunto A dovrebbe, nel programma <strong>del</strong>l’esperienza,<br />

restare agganciato ad esso. Sapendo che i due carrelli hanno uguale<br />

massa m = 2,00 kg, che immediatamente prima <strong>del</strong>l’urto le velocità sono rispettivamente<br />

v A = 0,30 m/s e v B = 1,00 m/s, e che subito dopo l’urto l’energia<br />

cinetica complessiva <strong>del</strong> sistema è 0,950 J, stabilire se i due carrelli sono effettivamente<br />

rimasti attaccati l’uno all’altro. Si consideri ininfluente, ai fini <strong>del</strong>la<br />

risposta, l’attrito radente sulle ruote dei carrelli.<br />

9 * [R] Si dimostri che, in caso di urto elastico di due corpi che costituiscono un<br />

sistema isolato, la velocità con cui un corpo si avvicina al centro di massa <strong>del</strong><br />

sistema prima <strong>del</strong>l’urto è uguale alla velocità con cui se ne allontana dopo<br />

l’urto.<br />

10 * In un parco giochi, una piattaforma girevole di raggio R si trova inizialmente<br />

in quiete. A un tratto, un bambino che corre lungo una retta tangente alla piattaforma<br />

salta sul suo bordo, cosicché piattaforma e bambino entrano assieme in<br />

rotazione. Posto che nessun attrito contrasti tale movimento di rotazione, si<br />

chiarisca:<br />

(a) in quanto tempo il sistema compie un giro completo in assenza di attriti,<br />

(b) che cosa accade, con l’urto, <strong>del</strong>la quantità di moto <strong>del</strong> sistema,<br />

(c) che cosa accade <strong>del</strong>l’energia,<br />

(d) a quale forza è sottoposta, durante la rotazione, la sbarra verticale su cui la<br />

piattaforma è imperniata.<br />

12 * [R] Si consideri una massa gassosa confinata entro un<br />

recipiente cilindrico chiuso superiormente da un pistone<br />

mobile, e si studi come varia la velocità di una molecola<br />

P<br />

a seguito di un urto elastico contro il pistone.<br />

13 *Una sferetta di massa M è fissata, come in fig.5,<br />

v r<br />

all’estremo inferiore di un’asta rigida verticale, di lunghezza<br />

L e massa trascurabile, vincolata all’altro estre-<br />

m<br />

mo a un perno P attorno al quale può ruotare senza attrito.<br />

Si calcoli con quale ampiezza angolare il sistema o-<br />

M<br />

scilla dopo che l’asta, inizialmente immobile, viene urtata<br />

in modo totalmente anelastico a metà <strong>del</strong>la sua al-<br />

Fig. 5


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 77<br />

tezza da un corpo puntiforme K di massa m = M /2 in moto con velocità orizzontale<br />

v r . Si chiarisca inoltre se rispetto al CM il momento angolare si conserva,<br />

e si valuti in che modo l’urto influisce sull’energia cinetica e sulla quantità<br />

di moto <strong>del</strong> sistema.<br />

SOLUZIONI<br />

8 Se i carrelli restassero uniti, procederebbero dopo l’urto con la velocità V <strong>del</strong><br />

centro di massa <strong>del</strong> sistema, che (nell’ipotesi di poter trascurare l’attrito radente,<br />

che interviene a modificare la velocità di rotazione <strong>del</strong>le ruote) sarebbe rimasta<br />

invariata nell’urto e sarebbe quindi uguale a (mv A + mv B )/2m = 0,65 m/s.<br />

L’energia cinetica <strong>del</strong> sistema sarebbe in tal caso 2mV 2 /2 = 0,845 J, inferiore<br />

a quella effettiva: l’urto pertanto è solo parzialmente anelastico, dopo l’urto i<br />

due carrelli si allontanano uno dall’altro (cosicché, oltre all’energia cinetica associata<br />

al moto <strong>del</strong> centro di massa, il sistema possiede energia cinetica anche<br />

nel riferimento <strong>del</strong> CM).<br />

9 Il sistema dei due corpi A e B che si urtano è per ipotesi isolato, quindi il centro<br />

di massa si muove rispetto ad ogni osservatore inerziale di moto rettilineo uniforme,<br />

e il riferimento <strong>del</strong> CM è inerziale. In tale riferimento la quantità di moto<br />

<strong>del</strong> sistema è zero sia prima che dopo l’urto: p r r r r<br />

+ A p = B p' A + p' B = 0. Ciò<br />

sta ad indicare che, nel riferimento <strong>del</strong> CM, sia prima che dopo l’urto la quantità<br />

di moto di A è uguale in modulo a quella di B: p A = p B , p' A = p' B . Ma l’urto è<br />

elastico, quindi l’energia cinetica finale ha lo stesso valore di quella iniziale:<br />

essendo EC = mv 2 /2 = m 2 v 2 /2m = p 2 /2m, possiamo scrivere<br />

2 2<br />

pA<br />

pB<br />

2 1 1<br />

EC in = + = pA<br />

( + ) = EC fin =<br />

2mA<br />

2mB<br />

2mA<br />

2m<br />

p 1 1<br />

' 2<br />

A ( )<br />

B<br />

2m<br />

+ A 2m<br />

.<br />

B<br />

Ciò significa che p r<br />

A e p' A hanno modulo uguale, e che quindi, come si voleva<br />

dimostrare, nel riferimento <strong>del</strong> CM hanno modulo uguale v r A e v r ' A .<br />

12 Il fatto che la massa <strong>del</strong>la molecola sia trascurabile rispetto a quella <strong>del</strong> pistone<br />

si traduce nel fatto che il centro di massa <strong>del</strong> sistema molecola + pistone si<br />

identifica in pratica col centro di massa <strong>del</strong> pistone, e che la velocità <strong>del</strong> pistone<br />

non viene in pratica modificata dall’urto.<br />

Supponiamo dapprima che il pistone sia immobile: in<br />

tal caso la conservazione <strong>del</strong>l’energia cinetica (urto<br />

elastico) implica che la molecola rimbalzi indietro con<br />

velocità di uguale valore. Se la velocità iniziale <strong>del</strong>la<br />

molecola ha un componente orizzontale, dato che nessuna<br />

forza orizzontale agisce nell’urto sulla molecola<br />

tale componente deve rimanere invariato, quindi la<br />

velocità finale v r ' <strong>del</strong>la molecola (fig. 2) forma con la<br />

verticale un angolo uguale a quello formato dalla ve-<br />

v r<br />

Fig. 2<br />

v r '


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 78<br />

locità iniziale v r .<br />

Supponiamo poi che il pistone abbia velocità V r verso l’alto, e che la molecola<br />

abbia inizialmente velocità verticale v r y . Dato che la velocità v r y − V r di avvicinamento<br />

<strong>del</strong>la molecola al pistone prima <strong>del</strong>l’urto e la velocità v r ' y − V r di allontanamento<br />

dopo l’urto hanno modulo uguale (vedi<br />

risposta 9), risulta v r y − V r = − ( v r ' y − V r ), vale a dire<br />

v r y + v r ' y = 2 V r , relazione illustrata, con riferimento sia<br />

al caso v y < 2V che al caso v y > 2V, in fig.3. Si noti<br />

che il modulo di v r ' y è sempre minore di quello di v r y :<br />

urtando contro una parete che viaggia nella stessa direzione,<br />

la molecola perde sempre velocità (come <strong>del</strong><br />

tutto ovvio se si considera che durante l’urto la forza<br />

che il pistone esercita sulla molecola compie lavoro<br />

resistente), anche se non è detto che la velocità cambi<br />

direzione. Il componente orizzontale <strong>del</strong>la velocità resta<br />

invece invariato come nel caso precedente, il che<br />

implica che dopo l’urto è più grande (fig. 4) l’angolo<br />

formato dalla velocità <strong>del</strong>la molecola con la normale<br />

(al limite, se fosse v r y = 2V r risulterebbe | v r ' y | = 0, e<br />

quindi <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong>la molecola resterebbe solo il<br />

componente orizzontale v r ' x = v r x ).<br />

Supponiamo infine che il pistone abbia velocità V r verso il basso. In questo caso<br />

la molecola acquista velocità sia che viaggi verso l’alto, sia che viaggi verso<br />

il basso (con velocità ovviamente inferiore a quella <strong>del</strong> pistone, altrimenti non<br />

c’è urto), come richiesto, oltre che dal fatto che è positivo il lavoro <strong>del</strong>la forza<br />

proveniente dal pistone, anche dalla relazione v r y + v r ' y = 2V r , e come mostrato<br />

in fig.5. Anche in questo caso il componente orizzontale <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong>la<br />

molecola resta invariato, perciò la molecola si allontana dal pistone (fig.6) con<br />

una velocità che forma questa volta con la normale un angolo inferiore all’angolo<br />

di impatto.<br />

2 V r<br />

V r<br />

vr<br />

r<br />

v' y<br />

v r y<br />

Fig. 3<br />

v r '<br />

Fig. 4<br />

v r y<br />

r<br />

v' y<br />

V r<br />

v r y<br />

V r<br />

v r y<br />

v r<br />

V r<br />

r r<br />

2 V r v' y<br />

v' y<br />

Fig. 5 Fig. 6<br />

v r '


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 79<br />

CAPITOLO 14 − OSCILLAZIONI<br />

1 Si vuole far oscillare liberamente, in assenza di attrito, una massa m = 50 g con<br />

frequenza 3 Hz tramite una molla ideale. Quale valore deve avere la costante<br />

elastica k <strong>del</strong>la molla?<br />

2 Qual è, nel Sistema Internazionale, l’unità di misura per la costante b di proporzionalità<br />

tra forza di attrito e velocità?<br />

3 Nel diagramma orario di un’oscillazione armonica smorzata (fig. 2), tra due<br />

zeri consecutivi <strong>del</strong>la distanza x la curva è un arco di sinusoide (vero / falso).<br />

4 [R] In caso di oscillazione smorzata, è costante il rapporto tra le ampiezze di<br />

due oscillazioni successive (vero / falso).<br />

5 [R] Una massa di 400 g oscilla sotto l’azione di una forza elastica di costante k<br />

= = 300 N/m e di una forza di attrito proporzionale alla velocità.<br />

(a) Posto che la costante di proporzionalità b abbia valore 5 kg/s, si determini<br />

la frequenza di oscillazione.<br />

(b) Si trovi quale valore assume la costante b in caso di smorzamento critico.<br />

6 [R] Per aumentare l’ampiezza di oscillazione di un’altalena occorre imprimere<br />

una successione di impulsi in sincronismo col movimento <strong>del</strong>l’altalena. Perché<br />

gli impulsi non possono avere una frequenza diversa? Non dovrebbe, un sistema<br />

oscillante, assumere la frequenza <strong>del</strong>la forza impressa?


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 80<br />

SOLUZIONI<br />

4 Vero. Supponiamo che all’istante t ' si verifichi un massimo <strong>del</strong>la distanza x, e<br />

quindi dopo un tempo pari al periodo T si verifichi il massimo successivo. Le<br />

rispettive ampiezze sono Ae − (b /2m) t ' e Ae − (b /2m)(t '+ T ) . Il rapporto tra la prima<br />

e la seconda ampiezza è uguale a e (b /2m) T , costante nel tempo.<br />

5 (a) È f ' = ω'/2π, con ω ' =<br />

k<br />

m<br />

2<br />

⎛ b ⎞<br />

− ⎜ ⎟<br />

⎝ 2m<br />

⎠<br />

. Pertanto<br />

1 300 ⎛ 5 ⎞<br />

f ' = − ⎜ ⎟ Hz = 4,24 Hz .<br />

2π 0,4 ⎝ 2×<br />

0,4 ⎠<br />

(b) Per b = 2 km<br />

= 2 300× 0, 4 kg/s = 21,9 kg/s.<br />

2<br />

6 La discussione <strong>del</strong> paragrafo 15.3 fa riferimento al caso particolare di un oscillatore<br />

armonico eccitato da una forza sinusoidale. Il pendolo (l’altalena) è un<br />

oscillatore armonico solo per piccolissime ampiezze di oscillazione. Soprattutto,<br />

una successione di impulsi staccati l’uno dall’altro è cosa molto diversa dall’impulso<br />

di una forza sinusoidale.


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 81<br />

CAPITOLO 16 − DINAMICA DEI FLUIDI<br />

6 Un tubo di diametro 1,6 cm è completamente pieno d’acqua che scorre alla velocità<br />

di circa 50 cm/s. Sapendo che la temperatura <strong>del</strong>l’acqua si aggira sui<br />

20 °C, e che a tale temperatura il suo coefficiente di viscosità è di circa 1 cP,<br />

possiamo aspettarci che il moto sia regolare?<br />

8 [R] Un condotto cilindrico orizzontale è pieno di un fluido ideale che scorre<br />

con velocità 2 m/s. Che variazione subisce la pressione lungo l’asse <strong>del</strong> condotto<br />

se a un certo punto il diametro <strong>del</strong>la sezione trasversale si riduce per un<br />

fattore 1,4? Si consideri regolare il moto <strong>del</strong> fluido.<br />

10 Esiste una stretta correlazione tra viscosità e tensione superficiale: più un fluido<br />

è viscoso, più grande è la sua tensione superficiale (vero/falso).<br />

12 [R] Dovendo innaffiare il giardino, possiamo scegliere tra due tubi di gomma.<br />

Sapendo che il tubo A possiede, rispetto al tubo B, lunghezza doppia e diametro<br />

doppio, si spieghi quale dei due conviene scegliere se ciò che interessa è erogare<br />

una stessa quantità d’acqua nel minor tempo possibile.<br />

14 * [R] Nel condotto mostrato in fig.14 il diametro<br />

<strong>del</strong>la sezione trasversale più grande è<br />

6 cm, quello <strong>del</strong>la sezione più piccola è 3 cm.<br />

Sapendo che il condotto è pieno di acqua che<br />

fluisce con una portata di 1,6 l/s, si determini<br />

la differenza di altezza tra le due colonne<br />

di mercurio contenute nel tubo a U.<br />

15 Una fila verticale di fori è stata predisposta lungo tutta la parete laterale di un<br />

serbatoio. Supponiamo che il serbatoio contenga liquido fino a un’altezza H, e<br />

che i fori vengano aperti tutti contemporaneamente: da quale di essi fuoriesce<br />

lo zampillo che cadrà sul terreno a maggior distanza dal serbatoio?<br />

17 [R] (a) Quale sarebbe la risposta al precedente<br />

quesito se, prima di sgorgare all’aperto,<br />

l’acqua dovesse percorrere (vedi fig. 15) un<br />

tubicino orizzontale fissato al serbatoio, <strong>del</strong>lo<br />

stesso diametro <strong>del</strong> foro? Si schematizzi l’acqua<br />

come liquido ideale.<br />

(b) * Se, per un dato livello h nel serbatoio,<br />

la velocità di uscita dal tubicino ha, nell’ipotesi<br />

di viscosità zero, un certo valore, quale<br />

livello h' dovrebbe esserci per avere la stessa<br />

velocità di uscita nonostante la viscosità?<br />

h 1<br />

h 2<br />

Fig. 15<br />

mercurio<br />

Fig. 14<br />

19 A quale valore si stabilizza, in base alla legge di Stokes, la velocità di un bolla<br />

d’aria che risale verso la superficie in acqua a 20 °C ?


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 82<br />

20 * [R] Si trovi un’espressione per la distribuzione di velocità nella sezione di un<br />

condotto cilindrico orizzontale pieno di un liquido in moto stazionario.<br />

SOLUZIONI<br />

8 Per il teorema di Bernoulli si mantiene costante lungo ogni linea di corrente la<br />

somma <strong>del</strong>l’altezza geometrica y, <strong>del</strong>l’altezza piezometrica p/γ e <strong>del</strong>l’altezza<br />

cinetica v 2 /2g. L’altezza geometrica y resta per ipotesi invariata. Riducendo il<br />

diametro per un fattore 1,4 diventa 1,4 2 = 1,96 volte più piccola l’area <strong>del</strong>la sezione<br />

trasversale, perciò deve aumentare di 1,96 volte la velocità. Se quindi<br />

denotiamo col pedice 1 la sezione originaria e col pedice 2 la sezione ridotta,<br />

2 2<br />

per il teorema di Bernoulli possiamo scrivere (p 1 − p 2 )/γ = ( v2 − v1<br />

)/2g =<br />

= [(1,96 v 1 ) 2 − v 2 1 ]/2g = 2,84 v 2 1 /2g. Allora risulta p 1 − p 2 = 2,84γ v 2 1 /2g =<br />

=2,84× (9,81×10 3 N/m 3 ) × (2 m/s) 2 /(2× 9,81 m/s 2 ) = 5680 Pa (diminuzione<br />

subita dalla pressione).<br />

12 La formula di Poiseuille per la portata di un tubo di sezione circolare è q =<br />

= πR 4 Δp /8ηL (dove R è il raggio, Δp la differenza di pressione tra i due<br />

estremi <strong>del</strong> tubo, η la viscosità <strong>del</strong> liquido, L la lunghezza <strong>del</strong> tubo. Nel nostro<br />

caso, le variabili sono solo R ed L (la pressione nel punto d’attacco è in entrambi<br />

i casi quella fornita dall’impianto idraulico, la pressione all’uscita <strong>del</strong><br />

tubo è la pressione atmosferica). Col tubo A otteniamo una portata otto volte<br />

superiore.<br />

14 Denotiamo con 1 la sezione più grande e con 2 la sezione più piccola. Essendo<br />

R 2 la metà di R 1 , l’area A 2 è 1/4 <strong>del</strong>l’area A 1 , e quindi, per la costanza <strong>del</strong>la<br />

portata, la velocità v 2 è quattro volte più grande <strong>del</strong>la velocità v 1 . Sarà inoltre<br />

2<br />

v 1 = q/A 1 = q/πR 1 = (1,6 ×10 3 cm 3 /s) / π(3 2 cm 2 ) = 56,6 cm/s, e quindi v 2 =<br />

=4v 1 = 226 cm/s. Dall’equazione di Bernoulli (riferita all’asse <strong>del</strong> condotto)<br />

2 2<br />

ρ ( v1 − v2<br />

)<br />

risulta p 1 − p 2 =<br />

= ½[1g/cm 3 × (226 2 − 56,6 2 ) cm 2 /s 2 ] =<br />

2<br />

=2,39×10 4 dyn/cm 2 . Scriviamo ora che, come richiesto dall’equilibrio <strong>del</strong><br />

mercurio, all’altezza raggiunta dal mercurio nel tubo a sinistra la pressione nei<br />

due tubi è la stessa: se indichiamo con h 1 e h 2 la distanza <strong>del</strong> mercurio, nelle<br />

due colonne, dall’asse <strong>del</strong> condotto (dove la pressione vale rispettivamente p 1 e<br />

p 2 ), e con ρ e ρ m la densità <strong>del</strong>l’acqua (1 g/cm 3 ) e <strong>del</strong> mercurio (13,6 g/cm 3 ),<br />

deve essere p 1 + ρ gh 1 = p 2 + ρ gh 2 + ρ m g (h 1 − h 2 ), da cui<br />

4<br />

2<br />

p1<br />

− p2<br />

2,39 × 10 dyn /cm<br />

h 1 − h 2 =<br />

= = 1,94 cm.<br />

2<br />

3<br />

g ρ − ρ)<br />

981cm/s × (13,6 −1)g/cm<br />

( m<br />

17 (a) Per l’assenza di viscosità, vale in modo rigoroso l’equazione di Bernoulli e<br />

quindi non c’è differenza di pressione tra sezione di ingresso e sezione d’uscita<br />

<strong>del</strong> tubicino: perciò, per la velocità con la quale l’acqua esce dal serbatoio si ot-


<strong>Tonzig</strong> − Fondamenti di Meccanica classica 83<br />

tiene lo stesso valore sia in presenza che in assenza <strong>del</strong> tubicino. La risposta è<br />

quindi uguale a quella <strong>del</strong> problema precedente.<br />

(b) Per avere nel tubicino una velocità v, in assenza di viscosità il livello nel<br />

serbatoio deve essere h = v 2 /2g. Per avere la stessa velocità in presenza di viscosità,<br />

occorre (formula di Poiseuille) che nel tubicino la pressione iniziale<br />

q8η L<br />

superi la pressione finale (che è la pressione atmosferica p 0 ) di Δp = =<br />

4<br />

πR<br />

Av8η L<br />

=<br />

4 . Se ora applichiamo l’equazione di Bernoulli tra la superficie libera<br />

πR<br />

e la sezione d’ingresso <strong>del</strong> tubicino, otteniamo p 0 + ρ gh' = (p 0 + Δp)+ρ v 2 /2,<br />

da cui, tenuto conto che v = 2 gh , segue<br />

h<br />

2<br />

2<br />

' π r<br />

8 2 h / g<br />

= =<br />

= h +<br />

= h +<br />

4<br />

v Δp<br />

+<br />

2g<br />

ρ g<br />

Av 8η<br />

L<br />

h +<br />

4<br />

ρ gπR<br />

2gh<br />

8η<br />

L<br />

4<br />

ρ gπR<br />

ρ R<br />

2<br />

r η L<br />

.<br />

Com’era da aspettarsi, la differenza tra h' e h tende a zero sia quando tende a<br />

zero la viscosità η, sia quando tende a zero la lunghezza L <strong>del</strong> tubicino.<br />

20 Consideriamo un elemento cilindrico di liquido, coassiale al tubo, di raggio r e<br />

lunghezza L, <strong>del</strong>imitato dalle sezioni 1 e 2 (il liquido scorre da 1 verso 2). Poiché<br />

il liquido contenuto nel cilindro non viene accelerato, la forza orizzontale<br />

complessiva su di esso deve essere zero. La forza dovuta alla differenza <strong>del</strong>la<br />

pressione media sulle due basi <strong>del</strong> cilindro agisce nella direzione stessa <strong>del</strong>la<br />

corrente e ha modulo F p = (p 1 − p 2 )π r 2 .<br />

La forza dovuta alla viscosità tra superficie laterale <strong>del</strong> cilindro e liquido circostante<br />

agisce in direzione opposta e, in base alla definizione di coefficiente di<br />

viscosità, ha modulo F η = − 2π rLη dv /dr, dove dv è l’incremento (negativo)<br />

che subisce la velocità quando la distanza dall’asse <strong>del</strong> tubo subisce l’incremento<br />

dr. Non essendoci altre forze orizzontali, le due forze considerate devono<br />

avere uguale modulo: uguagliando allora le due espressioni trovate si trova<br />

− dv = (p 1 − p 2 ) r dr /2Lη.<br />

Integrando a primo membro tra v e zero e a secondo membro<br />

tra zero ed R si ottiene infine v = ( R − r ) ,<br />

p1 − p2<br />

2 2<br />

4η<br />

L<br />

relazione che esprime la velocità <strong>del</strong> liquido in funzione<br />

<strong>del</strong>la distanza r dall’asse <strong>del</strong> tubo. Si ritrova qui la distribuzione<br />

parabolica (fig.1) caratteristica <strong>del</strong> moto regolare<br />

di un liquido viscoso. Osservazione: nel caso di moto turbolento<br />

la distribuzione <strong>del</strong>le velocità (medie) ha un andamento<br />

all’incirca analogo, ma la velocità a ridosso <strong>del</strong>le<br />

Fig. 1<br />

pareti non può più essere posta uguale a zero.

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