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SIG SAUER P 250 DCc<br />
Sig Sauer, nome<br />
importante nel modo<br />
delle armi, propone<br />
una pistola compatta<br />
dedicata alla difesa e al<br />
porto occulto. Questa<br />
variante della serie P250<br />
è identificata dalla sigla<br />
DCc che sta per “defense<br />
concept compact”. Le<br />
caratteristiche della<br />
pistola hanno dimostrato<br />
durante la prova che il<br />
prodotto è a dir poco<br />
interessante<br />
Testo e foto di Bruno Ardovini<br />
Non vogliamo parlare<br />
dell’azienda Sig Sauer,<br />
tutti la conoscono e molto<br />
è stato scritto. Parliamo<br />
delle due filosofie verso le quali sembrano<br />
ormai indirizzarsi i costruttori<br />
di armi corte che, in alcuni casi, sembrano<br />
voler dotare le loro pistole di<br />
più sicure possibili. Alcuni di questi<br />
congegni sono sicuramente indispensabili<br />
come le sicure automatiche al<br />
percussore. Diverse organizzazioni<br />
meccaniche si avvalgono di sicure<br />
manuali che abbattono il cane, aumentando<br />
la sicurezza durante la<br />
manipolazione. Altri congegni, come<br />
le sicure al caricatore o i chiavistelli<br />
di ultima generazione, sono quantomeno<br />
discutibili.<br />
I modelli che, a nostro avviso, sono<br />
più performanti a livello tattico sono<br />
però le armi prive di qualsiasi sicura<br />
manuale, che non richiedono il ragionamento<br />
dell’operatore, specialmente<br />
quando lo stesso è sottoposto a stress.<br />
La Sig Sauer P250 DDc fa parte di<br />
questa geniale categoria. La semplicità<br />
teutonica in questo caso detta<br />
legge. Quello che non c’è non si rompe,<br />
quello che non c’è non deve essere<br />
usato. La P250 DCc non ha sicure di<br />
sorta, spara solo in doppia azione, è<br />
come avere un revolver con un’auto-<br />
<strong>Diana</strong> <strong>Armi</strong>|25