Donec formetur Christus in vobis
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64 DONEC FORMETUR CHRISTUS IN VOBIS<br />
tità occupa il primo posto tra le preoccupazioni di Don Alberione.<br />
117 Si verifica una stagione di abbondantissimi frutti per<br />
la nascente Pia Società San Paolo, 118 impegnata da Don Alberione<br />
<strong>in</strong> due obiettivi: “anno delle vocazioni” (1919) e<br />
“anno del consolidamento” della fondazione (1920).<br />
––––––––––<br />
<strong>in</strong>trattenimenti del caro Padre erano tali che per non riportarli <strong>in</strong> modo<br />
sbiadito sarebbe stato necessario fotografarli. Riferisce comunque le parole<br />
di Don Alberione: «Ma statemi bene attenti, aprite le orecchie e non<br />
dormite col cuore: siate svegli. In ogni sforzo dovete progredire per dieci.<br />
E perché questo? Perché il Signore vi chiama ad una santità altissima<br />
a cui non potete giungere con le sole vostre forze e con le grazie ord<strong>in</strong>arie.<br />
Quanta santità? [...] Voi siete ai piedi di una grande montagna, salitevi<br />
su, mirate il vostro orizzonte: è tutto il mondo: quando una palla è<br />
ben liscia e rotonda, poggia su un marmo ben levigato, tocca per un<br />
punto solo e tutte le parti della palla pesano su quel punto. Sulla vostra<br />
coscienza pesano un milione, tre milioni, dieci milioni di anime... ecco<br />
perché dovete essere molto santi e molto più santi dei sacerdoti ord<strong>in</strong>ari.<br />
Si tratta di salvare molte anime, di salvarne dieci milioni o di salvarne<br />
un milione solo. Ma il Teologo è matto a parlarci stasera di dieci milioni.<br />
Ed io vi dico che un buon giornalista ne salva di più. Alzate gli occhi,<br />
mirate <strong>in</strong> alto un grande albero di cui non si vede la cima: questa è<br />
la nostra Casa che è davvero un alberone, voi non siete che alle radici.<br />
La Casa attuale non è che la radice di questo grandissimo albero. Oh, se<br />
voi capiste mai il tesoro che è <strong>in</strong> voi, dove il Signore vi chiama, voi sareste<br />
tutti pieni di vita, non mi lascereste più stare, cioè non lascereste<br />
più stare il Signore, gli sareste sempre attorno a dirgli: “Ma io ho ancora<br />
bisogno di questo, ma io ho ancora bisogno di quello, ma fammi ancora<br />
questa grazia...”. Ma, voi direte, dove vuol portarci stasera il Teologo?<br />
Voglio portarvi sul monte della perfezione. Capite quanto dovete essere<br />
santi» (G. T. GIACCARDO, Diario..., 1919, o. c., pp. 254-255).<br />
117 «Gli unici fastidi sono questi: io non sono ancora abbastanza<br />
buono e voi non siete ancora abbastanza santi. Il resto mi importa tanto<br />
quanto vi sia una ciabatta nella fogna. Se pertanto mi volete bene, prendetevi<br />
anche voi questi fastidi, sentiteli, abbiatene pena, vogliate liberarne<br />
la Casa. Ci vuole più spirito di umiltà, di docilità, di slancio: tutto<br />
dipende dal vostro fervore, ci vuole l’unione perfetta di animo e di cuore<br />
con me. Fatelo, assumetevi questi fastidi, unici fastidi per amore del<br />
Cuore di Gesù e pregate tanto. In Paradiso vedremo quanto danno han<br />
portato all’opera i nostri peccati, vedremo come la santità era il solo, vero<br />
fastidio di quaggiù. Rideremo degli altri fastidi e ci stupiremo di non<br />
averci preso abbastanza questo» (G. T. GIACCARDO, Diario..., 15 febbraio<br />
1918, o. c., pp. 191-192).<br />
118 Nel 1919, a partire dal 13 aprile, si parla sempre di più della Società<br />
San Paolo. Cf anche 25 aprile 1919, 25 maggio 1919, 30 giugno<br />
1919, 17 agosto 1919 (cf G. T. GIACCARDO, Diario..., 1919, o. c., pp.<br />
263ss.).