Storicamente le vicende di Aulla sono legate al suo ruolo di incrocio ...

Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” Aulla
Insieme per riflettere su testimonianze storiche e
artistiche della città di Aulla
Anno scolastico 2009/2010

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura
e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Articolo 9 della Costituzione
Scopo del presente lavoro è quello di comprendere e conoscere il valore artistico e
paesaggistico di Aulla, per salvaguardare beni culturali poco conosciuti, ma non per
questo meno importanti.
Partendo da ricerche e consultazioni di fonti documentali e bibliografiche,
avvalendoci anche della collaborazione degli enti territoriali, noi alunni della classe
3° B della scuola secondaria di 1° grado, guidati
dall’insegnante di Lettere Adriana Pietrini,
abbiamo ricercato e indagato su particolari
palazzi, monumenti, vie, piazze della nostra
piccola città per ricostruire processi del passato
ancora significativi per la realtà contemporanea,
consapevoli che i monumenti e le opere
artistiche devono essere salvaguardati dall’usura
del tempo, dai danni che possono essere arrecati
per le più diverse cause, dai vandalismi e dai
furti.
Con questo semplice lavoro desideriamo
comunicare che il rispetto dei beni ambientali e dei monumenti ereditati dal passato
serve alla formazione di quelle virtù civiche che rendono una cittadinanza più
consapevole del valore e delle ricchezze della propria memoria storica, più legata alla
propria terra e alle sue tradizioni.

Aulla mia!
Insieme per riflettere su testimonianze storiche e
artistiche della città di Aulla.
Hai una rosa sul tuo Gonfalone,
una Fortezza bruna e un’Abbazia.
Sosta da te il viandante d’ogni via,
ti fan cornice la Magra, l’Aulella, il Taverone.
Per sorte fosti uccisa da una guerra
e sei risorta come una Fenice.
Oggi sei grande, bella e più felice
Sebben tu giaccia in sì poca terra.
Tieni sul petto una medaglia d’oro,
l’han meritata i padri e noi ragazzi,
ch’abbiam patito senza far schiamazzi
premiando con il sorriso il lor lavoro.
Enrico Fregosi
Storicamente le vicende di Aulla sono legate al suo ruolo di incrocio di strade:
è documentata come una delle più antiche tappe
della via Francigena o Romea.
Aulla è anche una delle poche città italiane di cui
si conosce la data di fondazione: nell'anno 884
Adalberto, marchese di Toscana, fondò un'abbazia
nel luogo dove qualche anno prima, aveva
costruito un castello e un ospitale dove accogliere i
pellegrini. Per la sua importanza strategica subì
l'invasione di Giovanni dalle Bande Nere.
Dal XVI al XVIII secolo il Feudo di Aulla fu
governato dalla potente famiglia genovese dei Centurione che completò la fortezza e
ampliò il palazzo marchionale. Lo stemma della famiglia Centurione, una rosa di
macchia, diventò poi lo stemma del Comune di Aulla.
Durante la seconda guerra mondiale Aulla fu oggetto di ripetuti bombardamenti che
purtroppo distrussero gran parte dell’antico borgo. Le antiche vestigia scampate alla
distruzione sono documenti importanti per cogliere la vita del tempo passato.

Il nostro percorso, che volutamente tralascia due testimonianze significative,
l’Abbazia e la Fortezza della Brunella, inizia da via Mastro Andrea.
Palazzo Centurione, denominato Palazzo Nazionale, passato dal demanio estense a
quello del Regno d’Italia, divenne nuova sede del Municipio, con contratto di
compravendita per atto del Notaio Ultimo Carlo Pieroni il 24 luglio 1865.
Palazzo Centurione è stato
costruito sulla struttura
dell’antica Porta Sud della cinta
muraria.
La porta, dotata di ponte
levatoio, immetteva sul ponte
distrutto dall’alluvione del 1451
(secondo le testimonianze del
cronista quattrocentesco
bagnonese Antonio da Faie) e
sostituito fino alla metà del 1800
da un traghetto con barca.
Da questa porta passavano i
mercanti e i pellegrini della via
Francigena, la più importante
arteria medievale italiana.
L’antica porta conserva il portale quattrocentesco, il corpo di guardia, la parte
ampliata nel XVIII sec. con parte del meccanismo del ponte levatoio.
La parte più antica del palazzo fu costruita dalla famiglia Centurione di Genova, che
acquistò il feudo di Aulla, nel 1543, per 1200 scudi d’oro, dal marchese Girolamo
Malaspina di Lusuolo, assieme a Brina, Burcione, Bibola, Vecchietto, Gorasco e
Montedivalli. Non appena il Centurione ebbe fatto l’acquisto, chiese ed ottenne
dall’imperatore Carlo V l’approvazione e l’investitura del feudo. Di questo confermò
le leggi, la magistratura , i regolamenti che erano gli statuti del 1301.
I Centurioni, ricchi banchieri, noti soprattutto per essere stati i finanziatori di Carlo V
di Spagna tennero il feudo fino ai primi anni del 1700, quando Aulla tornò sotto il
Marchesato dei Malaspina di Podenzana. Del dominio malaspiniano resta uno
splendido stemma di marmo, che, nascosto sotto il pavimento per sottrarlo ai
danneggiamenti delle truppe napoleoniche, fu ritrovato nel 1970, durante i lavori di
restauro. Nello stemma dei Malaspina compaiono il leone rampante, bianco e
coronato, il quale fu concesso quale riconoscimento per gli aiuti prestati in terra
d’Egitto ai tempi delle crociate (1248 – 54), da Corrado capostipite dei Malaspina,
dal re di Francia Luigi IX.
Il privilegio della famiglia di fregiarsi dell’aquila bicipite in segno di riconoscimento
della protezione imperiale, venne concesso nel 1355 quando i Malaspina ottennero
l’accomandigia dall’imperatore Carlo V.

Nella prima metà dell’800 fino all’Unità
d’Italia del 1861, Aulla fu soggetta al Duca
di Modena, che nel Palazzo ospitò i suoi
amministratori.
Francesco IV di Modena il 7 maggio 1816
scriveva:
“…Da Fivizzano partimmo a cavallo cogli
stessi cavalli e sono 8 miglia fin Aulla, 5 fino
al confine dei feudi di Lunigiana, che trovasi
dopo il villaggio di Rometta. Si scende da
Fivizzano e poi tutta la strada è piana,
comincia larga, bellissima, tutta fatta per
mezzo miglio, poi si passa un bel ponte di
sasso sul Rosaro e seguita la strada a destra del fiume, che sotto Soliera si chiama
Aulella essendosi unito ivi al Gragnolo e Lucido congiunti. I contorni sono bellissimi:
colline a vigne, uliveti, a grani, alberati i campi e prati, niente incolto, né negletto,
tutto in bell’aspetto; poi belle pianure fertili, un clima eccellente che non ha quasi mai
neve. La strada costeggia il fiume…
…La strada è piana, ma solo cavalcabile, non troppo buona. Dopo Pallerone si
ripassa il fiume a guado e alle 71/4 arrivammo ad Aulla. Ivi alloggiai nel palazzo
dell’Abbate Malaspina, ove risiede il delegato del Governo, che è un palazzo
vasto assai ha due piani e almeno 10 stanze e una sola abbasso e 12 e più stanze
sopra, ma quelle sopra non finite in rovina perfetta, ma adattabili con poco.
Vi sono in casa bellissimi fondachi (magazzini – depositi), cantine, camere a pian
terreno, magazzini, cucina stalla, un orto o giardinetto. Guarda al confluente di
Aulella e Magra, che si fa in Aulla; qui ha l’esposizione di mezzodì e
comperandolo vi si può mettere il Delegato di Governo, il Giusdicente, le carceri,
magazzini. Aulla conta solo 560 anime circa. Fa una parrocchia, ha un
Giusdicente e il Delegato di Governo di Lunigiana; la giusdicenza e la chiesa
cattedrale annesse, la chiesa quasi annessa. Ha una fortezza diroccata sul monte,
donde e dal Castel di Bibola su un monte vicino si fecero fuochi e spararono
mortaretti. Aulla fu illuminata la sera. Cenammo alle 91/2 ore fra noi e a letto”.
Mercoledì 8 Maggio 1816. “La mattina, alle ore 9, andai con formalità alla chiesa
parrocchiale, a udir messa e vi fu Te Deum e benedizione, poi
visitai la giusdicenza che è angusta e non ben alloggiata,
mancante di alcuni comodi, ha una entrata in cattivo stato e due
stanze, visitai le prigioni che sono nel vecchio castello piuttosto in
cattivo stato, varie umide inservibili: vi alloggia anche il custode.
Vi sono 4 prigioni: due abbasso umidissime, quasi inservibili e
due sopra migliori, ma in cattivo stato. Visitai l’alloggio dei Dragoni che sono 8
in Aulla stazionati ed è un bellissimo alloggio, grande, di ottima aria. V’è la
camera separata del Brigadiere, una d’ ufficio, poi la cucina, due camere piccole
per due Dragoni per una, proprie ben custodite ed una camera grande per 4

Dragoni, tutte in ottimo stato. Il Comandante di Piazza e l’ufficiale dei Dragoni
sono alloggiati in case particolari. Il quartiere de’ Dragoni è in una casa del
Comune e nella stessa casa vi è la residenza della Comune, la casa è nella
piazza. Il sindaco attuale d’Aulla pare un uomo assai freddo, indifferente, che
forse lascia fare e si lascia guidare. Il Giusdicente, avvocato Chiocca, è un
vecchio che pare non manchi di abilità (del resto non so che uomo sia). Vi
saranno già da 140 e più cause civili, poche criminali e per furti e piccoli
delitti…
…Dopo pranzo andammo a veder la casa che ha delle belle cantine, fondaci, un
giardinetto, una stalla, tutti comodi, ma tutto in uno stato d’ abbandono.
Dopo le tre andammo a cavallo a Villafranca, distante 5 in 6 miglia, a mezza
strada e sulla strada di Pontremoli .
La strada a principio è bella, poi si passa a guado il fiume Taverone, che è un
torrente che viene dai monti di Linari e sbocca in Magra. Lo passammo a un
piccolo miglio da Aulla ed ivi a destra lungo il Taverone all’insù va la strada a
Licciana e Varano”.
Martedì 5 agosto 1823 “ … Giunto ad
Aulla nel Palazzo vi trovai il delegato di
Governo, conte Volo, con sua moglie e
due figli; ivi alloggiai nell’appartamento
vicino ora accomodato, ripulito,
mobiliato e che è decentissimo ed ha la
bella vista del confluente dell’Aulella
colla Magra e per la vallata di Magra
viene l’aria di mare e le brezze di mare,
sebbene il mare non si veda, ma le
montagne e i fiumi hanno un
bell’aspetto. Pranzammo colli coniugi e
col Marchese Tommaso Malaspina. Il
mio cuoco da Gragnola andò all’Aulla
innanzi a preparar pranzo e dopo pranzo
girai la casa e l’annesso orto ora
acquistato colla parte Centurione di
Palazzo. Nella metà del palazzo, già mia, vi sono 10 stanze nel piano nobile e
altrettante sopra, ora quasi tutte accomodate di nuovo e sotto a pian terreno vi può
farvi una buona cucina, camera del cuoco, dispensa. Si è fatto, da cima a fondo, una
scaletta di disimpegno ben fatta chiara, larga e si rifarà ora lo scalone che porta al
solo piano nobile. Dallo stesso scalone si potrà entrar nella parte ora rustica del
palazzo Centurione, facilmente riducibile all’uso di un seminario per 12 seminaristi e
sarebbe non attaccato, ma poco lontano dalla chiesa.
Le camere in continuazione della facciata verso l’orto, che erano occupate dal fattore
possono servire per scuole e a un bisogno d’una mia venuta sono separabili e unibili
alla mia parte di palazzo, di cui fanno una infilata stessa di stanze. L’orto che comprai

colla parte Centurione del palazzo per pochissimo potrebbe servir pel seminario e ora
lo lasciai ad uso del conte Volo.
Attacco al palazzo Centurione vi è una casetta che la comune vuol comperar per
l’archivio e al caso di un ufficio ipoteche, se vi si mettesse in Aulla e poi a conto è la
giusdicenza, poi la chiesa.
Girai il palazzo, l’orto, poi parlai la sera con il Conte Volo, del quale sono contento, è
di buone maniere, attento, zelante, molto ben pensante, tiene anche fermo nelle cose
essenziali, ma senza urtare, ha fatto dei buoni regolamenti per l’intera amministrazione
delle comuni e per regolare i loro boschi, ma è un poco amante di
amplificare gli affari di ufficio scritture… più del bisogno, ma tiene buon ordine e
buon padre di famiglia. Teme un poco il Divino e il cavalcare, quindi gira poco.
Il paese è buono, contento, giojale, attaccato al sovrano, quieto, non vi sono delitti,
fuorché qualcuno di carne e qualcuno di furti o ingiurie, introdotto ora. E’ paese
fertile, ma povero perché ha possessi molto suddivisi e prodotti di dubbia riuscita,
come le ulive, vino e castagne: nasce grano ma non abbastanza per il consumo. I dazi
forti dei Paesi circonvicini impediscono l’uscita dei prodotti. V’è abbastanza di legno,
bestiame, grosso poco, piuttosto pecore sui monti. In certe stagioni gli abitanti
emigrano per andare a lavorare più nel Mantovano e Veronese alle foglie dei gelsi e
alle risaje, che non nelle Maremme toscane. I signori sono ben educati, piccoli
possessori. Non vi è molta istruzione, ma talento e buona maniera naturale. Il clima
nelle valli e al piano è buono. I preti ve ne sono molti ignoranti, alcuni ma non molti
cattivi; generalmente vi è religione, ma poca istruzione. Non vi pervennero le Sette
rivoluzionarie, lo spirito pubblico è quieto e buono: a Fosdinovo, solo, vi è qualche
male. Aulla è un misero paesotto che ora s’ abbellisce un poco, ha case molto piccole,
spesso di due o tre padroni ognuna. Manca medico e chirurgo, v’è una spezieria
buona. Vi è un prevosto Beverinotti, bravo stimabile sacerdote, che istruisce bene la
gioventù. La sera io andai a letto alle 11ore”.
Le sale del Palazzo conservano oggi stucchi ed affreschi dei sec. XVIII e XIX e due
splendidi camini di marmo di Carrara.

Dall’Unità d’Italia al 1975 il Palazzo fu sede del Municipio di Aulla.
Un’altra importante costruzione fu il ponte
sull’Aulella, opera fondamentale per l’arteria che
collegava Sarzana con Pontremoli e con il Nord.
Quando la Giunta nel giugno del 1861 apprese la
formale notizia dell’inizio dei lavori, fece la
richiesta che il ponte fosse costruito di rimpetto al
Palazzo Nazionale, come quello del 1481.
Domenica 16 giugno 1863 fu collocata la prima
pietra nel letto dell’Aulella, non dove la giunta di
Aulla avrebbe desiderato, ma dove tuttora si trova
il ponte stradale e il ponte ferroviario ora in
disuso.
L’importanza di questa costruzione era fondamentale, se si pensa che fino a quel
momento il fiume veniva attraversato a guado.
A questo proposito è interessante la scritta rinvenuta sopra una pietra in prossimità
del guado, che riporta le tariffe praticate per il passo della barca sopra il fiume.
Ecco le tariffe:
“All’aqua grossa
bestia carica soldi otto
bestia vota soldi dico sei
passeggiere soldi cinque
All’aqua torbida piena
bestia carica soldi cinque
bestia vota soldi tre
passeggiere soldi due
All’aqua naturale
bestia carica soldi due
bestia vota soldo uno
passeggiere soldi due”.

Piazza Cavour.
Ecco il FONTANONE ottocentesco.
Prima dell’anno 884, sul perimetro di questa piazza, sorsero le
prime case di Aulla, volute da Adalberto I, conte e marchesedi
Toscana. Qui sorgeva un castello (inteso come cinta muraria
con torre e ponte) la cui torre o casserto corrispondeva
all’attuale Bar Sport.
A fianco della torre sorgeva la “Porta di Sopra,” distrutta dai
bombardamenti dell’ultima guerra.
Il Fontanone.
Sei bello, alto e slanciato
nella tua figura ben formato.
La base quadra il corpo rotondo,
sul tuo davanti un bel faccion giocondo.
Hai sul frontone inciso, in chiar parlar latino:
“COMUNITAS EREXIT”, in tempo non vicino
per far bere agli aullesi, più acqua e meno vino
Enrico Fregosi.
Il Fontanone, realizzato nel 1862, fu costruito su progetto dell’ingegnere Gaetano
Sansoni di Fivizzano; la direzione dei
lavori, che dovettero essere eseguiti in
economia, sotto la sorveglianza dei
consiglieri del capoluogo, fu affidata al
bagnonese Antonio Querni. Oltre a
fruire delle sorgenti che già
alimentavano la vecchia fonte, si
acquisirono le acque che scaturivano
dal vicino terreno di proprietà di
Giannini.
Per la costruzione della nuova fonte,
fu necessario provvedere
all’abbassamento del fondo stradale e nel complesso le spese furono assai alte, tanto
che si pensò di recuperare qualcosa cedendo a pagamento l’acqua di rifiuto.

Oltre alla manodopera ordinaria, fu necessario ricorrere a specialisti: al fabbro
Silvestro Bassi, nonno del futuro sindaco e podestà; allo scultore massese Ferdinando
Pellegrini per le opere in marmo e al falegname Pietro Garbuglia.
Per innalzare le colonne della fontana fu necessario un canapo reperito a La Spezia.
Altre spese riguarderebbero la fornitura della sabbia, della ghiaia e della calce.
Vico della Dovana.
Nella seconda metà del secolo XVI e nei primi decenni del XVII Aulla il borgo venne
ampliato con la costruzione di alcune dimore signorili, come il Palazzo della Loggia,
di fronte al Castello, all’inizio del Vico della Dovana.
Nella Casa o Palazzo della Loggia, tuttora esistente, anche se trasformato in alcune
sue parti, si provvedeva ogni anno alla elezione degli ufficiali della Comunità e
all’incanto dei beni ai migliori
offerenti, con “sigurtà” di altra
persona solvibile.
Il vicolo della Dovana costeggia i
resti delle antiche mura cittadine,
con feritoie ancora visibili, e passa
sotto la galleria della dovana.
Il toponimo richiama al dazio, che
lì veniva pagato per il sale e deriva
dalla parola araba diwan, indicante
l’ufficio di controllo delle merci,
poi diventata dovana o doana e
oggi dogana. Il vicolo è
caratteristico per le sue volte in
pietra.
Recentemente è stato al centro di
una ricerca degli alunni della scuola
media “Dante Alighieri”, che lo
hanno poi abbellito con significative formelle in ceramica, che riproducono le
contrade di Aulla.
L’idea di decorare l’antico Vico della Dogana, nasce nell’ambito del progetto
didattico “Il nome della rosa” che , nell’anno 2002/03, la professoressa Stefania
Filosa aveva elaborato e coordinato per gli alunni della classe 2° D a tempo pieno.
Il progetto utilizzò il laboratorio di ceramica, coordinato dalle professoresse Mirca
Crocini e Gabriella Boschi e con il contributo di Riccarda Ferrari per abbellire con
formelle di ceramica decorate a rilievo lo storico camminamento, che venne
inaugurato alla presenza delle autorità il 24 maggio 2003.

Bibliografia
• Epigrafe 1781 conservata presso il Museo etnografico di Villafranca in
Lunigiana.
• Enrico Fregosi “Aulla mia!”, nei volti e nei racconti, la storia della nostra
gente, Fondazione Cassa di risparmio della Spezia 2006 .
• Francesco IV d’Austria D’Este “Giornale dei viaggi I”, Antiche Porte, Reggio
Emilia, 2005.
• Francesco IV d’Austria D’Este “Giornale dei viaggi III”, Antiche Porte,
Reggio Emilia, 2007.
• Giulivo Ricci, “Celebrazione dei millecento anni di Aulla” Aulla, 1984.
• Giulivo Ricci, “ Aulla e il suo territorio attraverso i secoli” vol. IV, Aulla,
1992.
• P. Jedlowski, “Storie comuni. La narrazione nella vita quotidiana”
Mondatori, Milano 2000
Gli alunni della classe 3^ B
Giacomo Berti
Kevin Le Van
Ylenia Brigida
Luca Maneschi
Carlotta Carossa
Mario Matano
Marco Cefaliello
Marco Mazzini
Rachele Farina
Alice Poli
Greta Forciniti
Giulia Poli
Martina Gerini
Damiano Polloni
Alex Giorgi
Eleonora Rao
Irene Grazia
Lucy Ruiu
Marco Giudotti
Gaia Vannucci
Francesco Lannia
Coordinatrice l’insegnante Adriana Pietrini
Si ringrazia l’insegnante Maria Luigia Mazzali per la preziosa
collaborazione.