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L'Italia del Recupero 2009_FISE UNIRE 10 Ed.pdf - Produzione ...

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SOMMARIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PREMESSA 7<br />

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

Sintesi 13<br />

La produzione dei rifiuti in Italia 24<br />

La gestione dei rifiuti urbani 32<br />

La rete dei recuperatori e dei riciclatori 42<br />

<strong>Recupero</strong> e riciclaggio dei rifiuti e mercato <strong>del</strong>le materie prime secondarie 61<br />

Elenco <strong>del</strong>le aziende che hanno partecipato all’indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />

sulle piattaforme di recupero 80<br />

12<br />

IMBALLAGGI<br />

CARTA 89<br />

Introduzione 90<br />

<strong>Produzione</strong> e consumo di carta e cartone 94<br />

La raccolta <strong>del</strong>la carta da macero 95<br />

Il riciclo 98<br />

Import / Export 99<br />

Il mercato <strong>del</strong> macero <strong>10</strong>3<br />

VETRO <strong>10</strong>6<br />

<strong>Produzione</strong> e riciclaggio <strong>10</strong>7<br />

Aspetti qualitativi <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong> vetro <strong>10</strong>8<br />

PLASTICA 113<br />

Introduzione 114<br />

Il riciclo <strong>del</strong>le materie plastiche in Italia 116<br />

Il riciclo degli imballaggi plastici 118<br />

Il processo di liberalizzazione <strong>del</strong> mercato 120<br />

Altre iniziative ASSORIMAP 121<br />

ACCIAIO 124<br />

Introduzione 125<br />

Il mercato <strong>del</strong>l’acciaio 126<br />

Scenario internazionale 136<br />

Scenario nazionale 141<br />

ALLUMINIO 155<br />

Introduzione 156<br />

Risultati e obiettivi conseguiti 159<br />

Attività di sviluppo e raccolta 160


SOMMARIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Diffusione <strong>del</strong>la raccolta e dati quantitativi 160<br />

Copertura territoriale 162<br />

Modalità operative 171<br />

Piattaforme di trattamento e conferimento 173<br />

Riciclo 175<br />

Obiettivi futuri 184<br />

LEGNO 186<br />

Introduzione 187<br />

Il consorzio Rilegno 188<br />

La situazione 2008 188<br />

Comuni e raccolta differenziata 189<br />

Gli interventi di Rilegno 190<br />

Il recupero <strong>del</strong> legno in Italia 191<br />

ALTRI MATERIALI PRODOTTI<br />

GOMMA 192<br />

Introduzione 193<br />

Europa e Italia: tra stabilità e recesso 195<br />

Il futuro degli “acquisti verdi” 200<br />

PFU e acquisti verdi: panoramica dei principali prodotti<br />

che possono essere realizzati con la gomma riciclata 202<br />

Censimento di settore 2008 205<br />

Elenco aziende che hanno partecipato<br />

al censimento ARGO 2008 208<br />

BATTERIE 2<strong>10</strong><br />

Introduzione 211<br />

Il consorzio COBAT 213<br />

Attività e servizi 218<br />

La raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste 220<br />

Accordi specifici 223<br />

Gestione <strong>del</strong>la raccolta: i raccoglitori incaricati 229<br />

Gestione <strong>del</strong>la raccolta: i raccoglitori verificati 230<br />

Indicatori <strong>del</strong>la raccolta 231<br />

Altre attività di rilevanza ambientale 232<br />

Il trasporto 233<br />

Il riciclo 234<br />

Indicatori <strong>del</strong> riciclo 240<br />

Confronto tra sistemi internazionali 244<br />

L’impegno <strong>del</strong> COBAT nella ricerca 246<br />

Strumenti di incentivazione e controllo 248


SOMMARIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

VEICOLI FUORI USO 250<br />

Introduzione 251<br />

Premessa metodologica 252<br />

Messa in sicurezza 254<br />

Promozione <strong>del</strong> riciclaggio 257<br />

Reimpiego 259<br />

<strong>Recupero</strong> 261<br />

Materiali prodotti 263<br />

Dati MUD <strong>2009</strong> 265<br />

Messa in sicurezza anni 2006-2008 266<br />

Riciclaggio anni 2006-2008 268<br />

Reimpiego anni 2006-2008 271<br />

<strong>Recupero</strong> anni 2006-2008 272<br />

Materiali prodotti nell’anno 2008 273<br />

Performance anni 2006-2008 274<br />

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE 275<br />

Introduzione 276<br />

Il settore <strong>del</strong>le apparecchiature elettriche ed elettroniche 279<br />

La raccolta dei RAEE domestici 285<br />

Criticità <strong>del</strong> sistema e prime ipotesi di soluzione 288<br />

L’accreditamento degli impianti di trattamento dei RAEE:<br />

la messa a regime <strong>del</strong>l’accordo 291<br />

Indagine sugli impianti di trattamento dei RAEE:<br />

analisi su un campione <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 293<br />

Elenco <strong>del</strong>le aziende RAEE che hanno partecipato all’indagine 2008 302<br />

ABITI USATI 304<br />

Introduzione 305<br />

Il quadro normativo 306<br />

La produzione nazionale di abiti dismessi di origine urbana 307<br />

I soggetti coinvolti nella raccolta 307<br />

Il ciclo di recupero degli indumenti usati 308<br />

Effetti ambientali <strong>del</strong> settore raccolta e riciclaggio 308<br />

Vantaggi sociali 308<br />

<strong>Produzione</strong> nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate 309<br />

Le province dove è presente CONAU 311<br />

RIFIUTI INERTI 312<br />

Introduzione 313<br />

Premessa metodologica 317<br />

La produzione di aggregati riciclati in Italia 320<br />

Le caratteristiche degli impianti ANPAR 328<br />

Conclusioni 331


PREMESSA


PREMESSA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Quest’anno ”L’Italia <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong>” compie <strong>10</strong> anni. La presente edizione,<br />

realizzata da <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> e dalle Associazioni e Consorzi aderenti al progetto,<br />

risulta ancora più ricca e completa <strong>del</strong>le precedenti. Accanto ai tradizionali<br />

settori, rappresentati da carta, plastica, acciaio, vetro, legno, alluminio, e ai<br />

prodotti per così dire “emergenti” ottenuti dal recupero dei rifiuti, quali il<br />

granulato di gomma e gli aggregati riciclati, viene illustrato come e quanto si<br />

recuperano prodotti a fine vita potenzialmente pericolosi per l’ambiente a causa<br />

<strong>del</strong>le sostanze in essi contenute, quali batterie esauste, veicoli fuori uso,<br />

apparecchiature elettriche ed elettroniche. Inoltre, una “new entry” è<br />

rappresentata dal settore degli “abiti ed accessori usati”, la cui raccolta si sta<br />

espandendo sempre più sul territorio nazionale.<br />

I vari capitoli “settoriali” sono preceduti da una disamina, a livello generale, <strong>del</strong>la<br />

produzione dei rifiuti nel nostro Paese, per settore produttivo, dei principali<br />

canali di gestione, sia pubblici che privati, <strong>del</strong>le quantità dei materiali riciclati<br />

utilizzati nei vari comparti <strong>del</strong>l’economia nazionale, e di come i mercati di tali<br />

materiali abbiano reagito ai recenti sommovimenti <strong>del</strong>l’economia. Completa<br />

l’analisi una specifica indagine sulle piattaforme di recupero condotta da <strong>FISE</strong><br />

<strong>UNIRE</strong> su un campione selezionato di aziende, che mostra alcuni elementi<br />

significativi utili alla comprensione <strong>del</strong>l’andamento <strong>del</strong> settore.<br />

Dall’analisi <strong>del</strong>la mole dei dati riportati in questo decimo Rapporto, l’industria <strong>del</strong><br />

recupero appare come un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio,<br />

fondamentale per molti settori produttivi <strong>del</strong> Paese e nel quale gli operatori<br />

privati svolgono un ruolo determinante.<br />

Grazie al positivo andamento <strong>del</strong>la domanda interna ed estera di materiali<br />

recuperati, e al progressivo ampliamento <strong>del</strong>le raccolte differenziate nazionali,<br />

questo settore ha potuto negli anni svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi posti<br />

nelle classifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.<br />

Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati <strong>del</strong>le materie prime ha<br />

avuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando i<br />

limiti <strong>del</strong>l’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo e<br />

di raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica <strong>del</strong>le esportazioni<br />

(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.<br />

In questo momento storico, anche nel mondo ambientale si respira aria di<br />

rinnovamento, tipica di ogni momento di crisi o post-crisi, voglia di capire perché<br />

le regole <strong>del</strong> gioco hanno fallito e da lì ricominciare su nuove basi. La direttiva<br />

quadro sui rifiuti in questo sembra aver precorso e anticipato l’unica soluzione<br />

possibile alla crisi globale che ha investito la finanza e l’economia, ovvero<br />

riconvertire in senso ecologico il sistema economico, rilanciando lo sviluppo ma<br />

con meno spreco di energia e risorse naturali.<br />

Più efficienza nell’uso <strong>del</strong>le risorse, dunque, più occupazione, più investimenti in<br />

tecnologie pulite, insieme ad una seria politica di prevenzione (sulla quale<br />

tuttavia la direttiva non pone l’enfasi sperata dagli europarlamentari). L’accento<br />

cade, in modo naturale, sul recupero: gli obiettivi sono ambiziosi, anche se<br />

8


PREMESSA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

lontani (al 2020), ed un serio impegno per il loro raggiungimento presuppone,<br />

già da questo momento, un’attenta programmazione <strong>del</strong>le politiche da adottare<br />

e <strong>del</strong>le azioni da intraprendere. La raccolta (una raccolta differenziata di qualità)<br />

rappresenta il presupposto, anche se non l’obiettivo principe, di una sana<br />

gestione dei rifiuti, che va rifocalizzata innanzitutto sul “risultato”, ovvero sulla<br />

capacità dei materiali ottenuti dai rifiuti di essere riassorbiti dallo stesso o da altri<br />

cicli produttivi, in una parola, sulla capacità di “stare sul mercato”.<br />

Il mercato, insieme alla capacità <strong>del</strong>lo stesso di fungere da “regolatore” <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo, è al centro di quasi ogni dibattito sulla congiuntura attuale e sulle<br />

prospettive future. La crisi ha mostrato a tutti una verità semplice e fondamentale,<br />

ovvero che anche settori come l’industria <strong>del</strong> recupero, che hanno visto una<br />

crescita costante negli anni a ritmi addirittura più elevati <strong>del</strong> PIL, potrebbero non<br />

farcela di fronte a strozzature prolungate <strong>del</strong>la domanda di materiali: a cascata,<br />

anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi. Qualora tale situazione<br />

dovesse perdurare, se si dovesse ridurre ulteriormente la richiesta di materiali<br />

dall’estero, nonché la domanda interna da parte dei comparti industriali (le<br />

cartiere, le vetrerie, le acciaierie, l’industria <strong>del</strong> legno…), la differenziata<br />

rischierebbe di rimanere sui piazzali, di finire addirittura in discarica. È pur vero che<br />

alcuni comparti <strong>del</strong> recupero, come quello cartario, hanno “retto” nonostante la<br />

crisi, ma ciò è avvenuto (ancora una volta) anche grazie alla Cina, che da sola<br />

rappresenta ormai circa la metà <strong>del</strong> macero esportato dall’Italia.<br />

I Consorzi, in tale contesto, dovrebbero svolgere una funzione sussidiaria<br />

rispetto al mercato. Da un’analisi <strong>del</strong> ruolo da essi sviluppato negli anni, lo stesso<br />

va giudicato in modo complessivamente positivo, in quanto ha contribuito a<br />

portare la raccolta dove non c’era e ad ammortizzare le oscillazioni troppo forti<br />

<strong>del</strong> mercato. Ma è proprio in contesti di crisi come l’attuale che emerge in tutta<br />

chiarezza quello che è il limite strutturale di tali organismi, rappresentato da due<br />

fatti incontrovertibili. Primo, i Consorzi imballaggi ad ora rappresentano<br />

strutturalmente (cioè, per loro stessa composizione, nonostante la norma<br />

disponga diversamente) solo, o in sostanza, gli interessi dei produttori di materie<br />

prime. Secondo, in un Paese caratterizzato dalla cronica dipendenza dall’estero<br />

per quanto riguarda il fabbisogno <strong>del</strong>le medesime materie prime, l’azione degli<br />

stessi Consorzi, soprattutto in un momento di difficoltà economica di interi<br />

comparti produttivi, non può che essere tanto più rivolta a garantire ai propri<br />

“azionisti” condizioni di approvvigionamento favorevoli <strong>del</strong>le materie prime<br />

secondarie, in considerazione <strong>del</strong>la valenza sostitutiva dalle stesse rappresentata,<br />

in particolare nelle filiere di tipo “chiuso”. Nelle filiere “aperte”, invece, dove le<br />

mps si pongono in diretta concorrenza con le materie prime vergini, l’interesse<br />

dei produttori <strong>del</strong> vergine sarà piuttosto, e ovviamente, quello di mantenere<br />

competitivi i propri prodotti.<br />

Se tutto ciò è comprensibile, ripeto, soprattutto in un momento di crisi, mi<br />

chiedo come tuttavia si concili, ad esempio, con le esigenze ambientali, e con le<br />

regole di trasparenza, equità e concorrenza imposte dall’ordinamento giuridico<br />

nazionale e/o europeo (sia per quanto riguarda le procedure di assegnazione dei<br />

materiali, sia per quanto riguarda la composizione ed il funzionamento degli<br />

organi interni, ecc.).<br />

9


PREMESSA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

C’è una norma, in particolare, posta dal legislatore a tutela <strong>del</strong>l’”equilibrio” <strong>del</strong><br />

sistema imballaggi nel suo complesso, che è stata dai Consorzi apertamente<br />

disattesa, occultandosi dietro i più vari appigli e cavilli giuridici: l’art. 223 <strong>del</strong><br />

Testo unico ambientale prevede che nei CdA dei Consorzi i componenti espressi<br />

dai recuperatori e riciclatori debba essere uguale a quello dei produttori di<br />

materie prime. Più di così, verrebbe da dire…<br />

Inutile ricordare ciò che al riguardo ha giustamente sottolineato l’Antitrust, e<br />

cioè che “una migliore rappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quelli<br />

dei recuperatori/riciclatori) può costituire una soluzione incentivante modalità<br />

organizzative più efficienti, eque e al contempo espressione di dinamiche<br />

genuinamente concorrenziali”.<br />

Certo, il percorso verso una maggiore trasparenza e liberalizzazione non può che<br />

essere graduale, riguardare tutto il territorio nazionale, usando specifica<br />

attenzione a quelle situazioni locali dove la raccolta differenziata stenta ad<br />

affermarsi, o dove vi è scarsità di impianti di recupero.<br />

Una <strong>del</strong>le linee guida <strong>del</strong>la politica dei Consorzi (non solo quelli relativi agli<br />

imballaggi) dovrebbe essere quella di promuovere un riciclo che assicuri il<br />

rispetto di standard ambientali elevati, evitando quindi, ad esempio, che i rifiuti<br />

vengano riciclati all’estero in impianti che non offrono le stesse garanzie dal<br />

punto di vista ecologico e <strong>del</strong>la sicurezza dei lavoratori, o ancora che, dopo la<br />

raccolta, i rifiuti finiscano in piattaforme che non assicurano requisiti adeguati da<br />

un punto di vista oggettivo. Un altro obiettivo fondamentale è quello di<br />

sviluppare la qualità <strong>del</strong>le raccolte e dei materiali recuperati in un contesto di<br />

sostenibilità per tutta la filiera: a questo riguardo, appare chiaro come la<br />

presenza dei recuperatori sarebbe stata fondamentale al tavolo <strong>del</strong>la definizione<br />

<strong>del</strong>l’Accordo ANCI-CONAI e dei relativi allegati tecnici, per poter individuare<br />

<strong>del</strong>le soluzioni che tenessero in evidenza, fin dall’inizio, tutte le esigenze.<br />

Regole più rigorose ed oggettive, quindi, a garanzia di un riciclo di qualità, nei<br />

confronti di tutti gli operatori, sia pubblici che privati, in modo da attivare un<br />

sistema virtuoso ed efficiente, anche dal punto di vista dei costi: sembra una<br />

ricetta da libro dei sogni, ma è l’unica possibile, non fosse altro perché l’Italia<br />

non è un sistema “chiuso”, e situazioni di monopolio o di protezione di<br />

particolari interessi (che, quantunque legittimi, rimangono interessi di alcuni e<br />

non di tutti) non potranno essere a lungo tollerate dall’Europa e neanche da chi,<br />

le direttive europee, le deve applicare.<br />

Si avverte in particolare l’esigenza di <strong>del</strong>imitare in modo più definito l’ambito<br />

<strong>del</strong>l’intervento pubblico nel mercato in oggetto, sia attraverso la definizione dei<br />

tanto attesi criteri per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani (in modo da<br />

tracciare i confini <strong>del</strong>la c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessità<br />

<strong>del</strong>l’utenza e <strong>del</strong> servizio, e non a quelle dei bilanci <strong>del</strong>le amministrazioni locali), sia<br />

per quanto riguarda il rispetto <strong>del</strong>le condizioni <strong>del</strong>l’affidamento “in house”. Tali<br />

questioni, ove non correttamente gestite, determinano ostacoli allo sviluppo <strong>del</strong>le<br />

aziende private <strong>del</strong> settore e al loro adeguamento anche dimensionale al contesto<br />

concorrenziale con cui devono confrontarsi anche in ambito internazionale.<br />

<strong>10</strong>


PREMESSA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

In questo quadro, i recuperatori continuano a rappresentare una “forza<br />

trainante” costituita per lo più da imprese medio-piccole, ma in grado di<br />

competere ai più alti livelli quanto a sofisticazione tecnologica (specie in alcuni<br />

settori) e a risultati in termini di riciclo - vorremmo aggiungere, nonostante la<br />

crisi. Un esercito silenzioso (ma neanche tanto) costituito dalle più variegate<br />

professionalità, che operano in tutte le fasi, dalla raccolta alla selezione, alla<br />

messa in sicurezza, al trattamento, alla frantumazione, alla trasformazione<br />

meccanica, per rendere “edibile” dai settori produttivi a valle quello che<br />

altrimenti si sarebbe dovuto smaltire con oneri a carico <strong>del</strong>la collettività e dei<br />

privati, oltre che <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

Un universo difficile da ricondurre ad unità, che presenta ancora “zone oscure”,<br />

anche di vasta entità, per le quali sarebbe auspicabile un maggiore sforzo di<br />

raccolta dei dati ed analisi dei flussi, da parte degli enti di monitoraggio e<br />

controllo, in quanto, come risulta anche dai precedenti rapporti redatti<br />

dall’Associazione (per esempio, quello sui movimenti trasfrontalieri dei rifiuti),<br />

mentre alcune realtà o tipologie di rifiuto (a prescindere dall’effettivo rischio da<br />

queste rappresentato) sono costantemente sotto la lente degli osservatori, per<br />

altre permane uno scarso livello di conoscenza e di verifica.<br />

Anche da parte <strong>del</strong>le pubbliche amministrazioni e degli enti appaltanti in genere<br />

presenti sul territorio si registrano livelli di sensibilità e di informazione<br />

diversissimi, ad esempio nelle gare pubbliche, rispetto all’utilizzo dei differenti<br />

materiali riciclati, segno questo che una vera politica di “green procurement” nel<br />

nostro Paese non è ancora partita, nonostante i proclami <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>l’ambiente e le leggi scritte (e mai applicate) sull’obbligo di acquisti verdi da<br />

parte <strong>del</strong>le pubbliche amministrazioni. Quando, in determinati non rari casi, al<br />

risparmio di risorse si affianca anche un risparmio di costi, è evidente che il<br />

problema è essenzialmente culturale, ed è soprattutto su questo che dovrebbe<br />

spingere un’efficace politica ambientale. Nell’attesa, non resta alle associazioni<br />

dei recuperatori, ai loro rappresentanti ed operatori, che attivarsi con i mezzi a<br />

disposizione per diffondere, pezzo dopo pezzo, iniziativa dopo iniziativa, quella<br />

“cultura <strong>del</strong> riciclo” tanto auspicata a parole.<br />

CORRADO SCAPINO<br />

Presidente <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />

11


SITUAZIONE STRUTTURALE<br />

E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE<br />

E DEL RICICLAGGIO


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

SINTESI<br />

L’industria <strong>del</strong> recupero nel contesto economico nazionale<br />

Il recupero dei rifiuti e il mercato <strong>del</strong>le materie riciclabili rivestono un importante<br />

ruolo nel sistema di gestione dei rifiuti. In Italia, negli ultimi anni, è cresciuta<br />

un’ampia rete di imprese che operano nella raccolta, nel trattamento e nel<br />

recupero dei rifiuti e degli scarti <strong>del</strong>la produzione, per trasformarli in materie<br />

prime secondarie da riprocessare nei cicli produttivi.<br />

L’industria <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio è diventata un importante settore<br />

<strong>del</strong>l’economia nazionale, caratterizzato, particolarmente in alcuni comparti, da<br />

una forte innovazione tecnologica, e rappresenta l’anello finale di un ciclo che<br />

garantisce l’effettivo riutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importanti<br />

risultati ambientali: sottrarre rifiuti alle forme di smaltimento in discarica e ridurre<br />

l’uso di materie vergini nei processi industriali, con minori consumi di energia e<br />

minore produzione di gas climalteranti.<br />

L’industria <strong>del</strong> riciclo ha mostrato nell’ultimo decennio una forte dinamicità in<br />

Italia e in Europa crescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria in<br />

generale.<br />

La disponibilità di materie prime secondarie è diventata basilare per diversi settori<br />

industriali. In molti comparti l’utilizzo <strong>del</strong>le materie prime secondarie rappresenta<br />

una quota preponderante in rapporto all’uso <strong>del</strong>le materie prime vergini. Per<br />

acciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzione è<br />

costituito da materie prime secondarie.<br />

Tuttavia, dopo un decennio in cui il settore <strong>del</strong> recupero aveva segnato una<br />

continua crescita, legata sia allo sviluppo produttivo generale sia alle politiche di<br />

incentivazione <strong>del</strong>la raccolta dei rifiuti, già a metà <strong>del</strong> 2008 la crisi economica e<br />

quindi produttiva ha cominciato a toccare tutte le fasi <strong>del</strong> ciclo, dalla raccolta, al<br />

recupero, al riciclaggio.<br />

<strong>Produzione</strong> dei rifiuti e criticità <strong>del</strong> sistema di gestione dei<br />

rifiuti in Italia<br />

Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato in circa 160 milioni<br />

di tonnellate. Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milioni<br />

di tonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiuti<br />

speciali pericolosi (dato ISPRA).<br />

La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi anni,<br />

da 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007. Per<br />

la prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al 2006.<br />

Nel 2008, con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settori<br />

industriali alla diminuzione <strong>del</strong>la produzione, è ipotizzabile anche una<br />

contrazione <strong>del</strong>la produzione dei rifiuti urbani.<br />

Degli oltre 32 milioni circa di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% viene<br />

prodotto direttamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodotta<br />

dal commercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,<br />

dall’artigianato e dall’industria.<br />

13


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimo<br />

decennio e nel 2007 su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il<br />

28% è stato raccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato o<br />

trasformato in CDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente come<br />

rifiuto tal quale o indirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è finito il<br />

55% dei rifiuti urbani prodotti.<br />

Le discariche continuano pertanto a rappresentare il principale sistema di<br />

smaltimento dei rifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiuti<br />

urbani conferita in discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8<br />

milioni di tonnellate.<br />

Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini di<br />

tendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non essere<br />

sufficiente, permanendo in alcune aree <strong>del</strong> territorio, in particolare al Sud,<br />

situazioni di latente, o effettiva, condizione emergenziale.<br />

Secondo il recente rapporto presentato da <strong>FISE</strong> Assoambiente su “Gli impianti<br />

per il trattamento dei rifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discariche<br />

distribuite sul territorio nazionale raggiungeranno, complessivamente, i limiti<br />

autorizzati e non potranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti <strong>del</strong>le<br />

capacità esistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti. È evidente che, per<br />

evitare situazioni di emergenza, diventa fondamentale la ricerca di soluzioni<br />

alternative, che vanno individuate e adottate tempestivamente.<br />

Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere in considerazione, ossia i<br />

tempi amministrativi e tecnici per realizzare non solo ulteriori discariche, ma<br />

eventualmente sistemi a tecnologia complessa, come ad esempio gli impianti di<br />

incenerimento, quale necessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemi<br />

di riciclo dei rifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori si<br />

aggira, in condizioni normali, da un minimo di quattro anni dall’approvazione<br />

<strong>del</strong> progetto ad un massimo di quasi sei anni, considerando che su queste<br />

procedure incide in maniera significativa anche il consenso locale alla<br />

realizzazione degli impianti. Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati,<br />

il Paese si trova già in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione<br />

di soluzioni alternative o di potenziamento <strong>del</strong>le attuali capacità di smaltimento.<br />

Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolo <strong>del</strong><br />

sistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che ne ostacolano<br />

un potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sono legati non solo alla<br />

necessità e alla possibilità di espandere e migliorare la qualità <strong>del</strong>le raccolte<br />

differenziate, che richiede investimenti sia in comunicazione che in più adeguati<br />

sistemi di raccolta, ma anche e soprattutto alle difficoltà relative alla creazione<br />

ed al potenziamento degli sbocchi di mercato per le materie prime secondarie.<br />

La crisi dei mercati, iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, ha<br />

provocato una contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi<br />

europei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le<br />

materie prime e seconde con effetti sulla stessa raccolta.<br />

La rete dei recuperatori e degli impianti per il trattamento<br />

Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione e<br />

demolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate di<br />

14


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

materiali, di cui 18 milioni di tonnellate di metalli, 6,3 milioni di tonnellate di<br />

carta e cartone, 3,9 milioni di tonnellate di legno, 1,6 milioni di tonnellate di<br />

vetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno 2007).<br />

Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,<br />

superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte con l’importazione<br />

netta di diversi materiali in particolare con 5,6 milioni di tonnellate di rottami<br />

ferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 mila tonnellate di legno, 385 mila<br />

tonnellate di plastica, 202 mila tonnellate di vetro. Il settore <strong>del</strong>la carta e cartone,<br />

la cui capacità di raccolta in Italia, ha superato la capacità di riciclaggio, è stato<br />

l’unico a presentare un'esportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.<br />

Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuito urbano si<br />

ricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milioni di organico e<br />

verde, 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone, 1 milione di tonnellate di vetro,<br />

400 mila tonnellate di legno, oltre 340 mila tonnellate di plastica.<br />

Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni di<br />

tonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellate sono<br />

imballaggi di cartone, 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi di legno, 395<br />

mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellate sono imballaggi in<br />

plastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 mila tonnellate in alluminio.<br />

Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milioni di<br />

tonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1 milioni di<br />

tonnellate di legno, 493 mila tonnellate di alluminio, 212 mila tonnellate di<br />

plastica, 242 mila tonnellate di vetro.<br />

Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quello dei<br />

materiali organici.<br />

Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1 milioni<br />

di tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti<br />

organici urbani, 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti da verde urbano e 1 milione di<br />

tonnellate di fanghi e altri materiali organici.<br />

Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che speciali vengono<br />

recuperati in forma di energia.<br />

Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nel<br />

settore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel 2007<br />

su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3 milioni di<br />

tonnellate erano rifiuti urbani indifferenziati, 319 mila tonnellate erano frazione<br />

secca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila tonnellate erano CDR, 39<br />

mila tonnellate rifiuti sanitari e 486 mila tonnellate rifiuti speciali.<br />

15


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Stima <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)<br />

CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA<br />

MATERIALI<br />

IMBALLAGGI<br />

DA RU<br />

RACCOLTI<br />

ALTRI MATERIALI<br />

DA RIFIUTI<br />

URBANI<br />

IMBALLAGGI<br />

COMMERCIALI E<br />

INDUSTRIALI<br />

RACCOLTA ALTRI RIFIUTI<br />

SPECIALI E SFRIDI DI<br />

PRODUZIONE DA C&D<br />

TOTALE<br />

RACCOLTA<br />

DI MATERIA<br />

IMP. NETTO +<br />

EXP. NETTO -<br />

RECUPERO<br />

RICICLAGGIO<br />

DI MATERIA<br />

Acciaio<br />

155<br />

241<br />

18.243<br />

18.639<br />

5.613<br />

24.252<br />

Alluminio<br />

6<br />

32<br />

493<br />

531<br />

417<br />

948<br />

Carta<br />

894<br />

1.548<br />

2.413<br />

1.460<br />

6.315<br />

-987<br />

5.328<br />

Legno<br />

153<br />

316<br />

1.366<br />

2.<strong>10</strong>5<br />

3.940<br />

560<br />

4.500<br />

Plastica (2007)<br />

306<br />

74<br />

366<br />

212<br />

958<br />

385<br />

1.343<br />

Vetro<br />

995<br />

395<br />

242<br />

1.632<br />

202<br />

1.834<br />

totale<br />

2.509<br />

1.938<br />

4.813<br />

22.755<br />

32.015<br />

6.190<br />

38.205<br />

Frazione organica<br />

selezionata (2007)<br />

1272<br />

Verde (2007)<br />

<strong>10</strong>96<br />

Fanghi e altro (2007)<br />

812<br />

Totale compostaggio<br />

3180<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali,<br />

comprendente acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei<br />

rifiuti organici, ha superato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71% dalla<br />

raccolta di rifiuti speciali e sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta di<br />

imballaggi industriali e commerciali e per il 14% dalla raccolta di rifiuti e<br />

imballaggi urbani.<br />

La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% <strong>del</strong><br />

totale dei materiali recuperati.<br />

Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore <strong>del</strong>l’acciaio, che<br />

rappresenta il 58% <strong>del</strong> totale dei materiali recuperati ed è gestito quasi<br />

interamente da recuperatori privati, allora la gestione <strong>del</strong> recupero totale dei<br />

materiali, considerando solo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende per<br />

il 68% dai recuperatori privati e per il 32% dai recuperatori pubblici e dai<br />

Consorzi.<br />

I Consorzi <strong>del</strong> sistema CONAI, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò su<br />

un recupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni di<br />

tonnellate di imballaggi domestici e 880 mila tonnellate di imballaggi industriali<br />

e commerciali.<br />

Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dai<br />

recuperatori privati presso i settori commerciali e industriali.<br />

16


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La rete dei recuperatori privati agisce su una raccolta totale di oltre 28,6 milioni<br />

di tonnellate di materiali di cui:<br />

- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate<br />

di carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno,<br />

366 mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.<br />

- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiuti<br />

speciali, degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni di<br />

tonnellate di metalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni di<br />

tonnellate di legno e 212 mila tonnellate di plastica.<br />

Da questi dati si evince l'importanza relativa che la rete dei recuperatori privati<br />

ha nel sistema totale <strong>del</strong> recupero di materie in Italia. La raccolta basata sui<br />

recuperatori privati avviene secondo le regole <strong>del</strong> mercato industriale e non<br />

richiede contributi pubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadro<br />

<strong>del</strong>la concorrenza <strong>del</strong> mercato.<br />

Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,<br />

legno, plastica, vetro, con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)<br />

25.000<br />

22.755<br />

20.000<br />

15.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

5.000<br />

2.509<br />

1.938<br />

4.813<br />

0<br />

raccolta<br />

imballaggi da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta altri<br />

materiali da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta<br />

imballaggi<br />

commerciali e<br />

industriali<br />

raccolta altri<br />

rifiuti speciali<br />

e sfridi di<br />

produzione<br />

da C&D<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

17


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali escluso acciaio - alluminio,<br />

carta, legno, plastica, vetro, con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)<br />

14.000<br />

13.376<br />

12.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

8.000<br />

6.000<br />

4.000<br />

4.572 4.512<br />

2.000<br />

2.354<br />

1.938<br />

0<br />

raccolta<br />

imballaggi da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta altri<br />

materiali da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta<br />

imballaggi<br />

commerciali e<br />

industriali<br />

raccolta<br />

altri rifiuti speciali<br />

e sfridi di<br />

produzione<br />

da C&D<br />

totale<br />

raccolta di<br />

materia<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

La capacità di riciclaggio <strong>del</strong>le industrie è la condizione fondamentale per<br />

implementare la raccolta differenziata e il recupero.<br />

Oltre alla rete dei raccoglitori in Italia è cresciuta una larga rete di impianti di<br />

trattamento e recupero dei rifiuti sia urbani sia speciali, diffusa in tutta Italia,<br />

anche se in modo disomogeneo.<br />

Secondo il citato Rapporto <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Gli impianti per il trattamento<br />

dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), gli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12), presenti<br />

in ambito nazionale agli inizi <strong>del</strong> 2008 erano 6.404, con una capacità di<br />

trattamento autorizzata annua di circa 150,8 milioni di tonnellate. Fra questi, gli<br />

impianti dedicati unicamente al recupero dei rifiuti non pericolosi rappresentano<br />

il 91% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le capacità autorizzate. Nel calcolo precedente sono state<br />

incluse le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impianti<br />

produttivi e quelle degli impianti che effettuano trattamenti intermedi. Pertanto<br />

il dato riscontrato in relazione alla capacità risulta con ogni probabilità<br />

sovrastimato rispetto alla possibilità di recupero effettivo e sicuramente superiore<br />

a quello relativo alle quantità realmente recuperate.<br />

18


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambito<br />

nazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al dato<br />

rilevato al Centro (18%) e al Sud (13%).<br />

Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge un’importante<br />

ruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materiali riciclabili quali<br />

carta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceve rifiuti in entrata dalla<br />

raccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.<br />

In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai consorzi di filiera <strong>del</strong> Sistema<br />

CONAI, si contavano 486 piattaforme di raccolta dei materiali da riciclare.<br />

Di queste, 272 erano piattaforme dedicate principalmente al recupero <strong>del</strong> legno,<br />

76 al recupero <strong>del</strong>la carta, 30 a quello <strong>del</strong> vetro, 12 a quello <strong>del</strong>la plastica e 41<br />

raccoglievano più materiali.<br />

L’indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> sulle piattaforme di recupero<br />

<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> ha condotto un’indagine su 168 piattaforme di recupero dei<br />

principali materiali derivati dai rifiuti.<br />

La maggior parte <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione trattano tutte le tipologie di<br />

materiale (carta e cartone, metalli,vetro e plastica), o quasi.<br />

Il fatturato medio per materiale in entrata è di <strong>10</strong>7 euro/tonnellata, e varia da<br />

111 euro/tonnallata al Nord a 91 euro/tonnellata al Sud, mentre il fatturato <strong>del</strong><br />

materiale in uscita varia da 135 euro/tonnellata e al Nord a <strong>10</strong>4 euro/tonnellata<br />

al Centro.<br />

In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni di<br />

tonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentavano il 43%, la<br />

plastica il 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il <strong>10</strong>%.<br />

Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine <strong>del</strong> 2008, un confronto<br />

<strong>del</strong>le quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> rispetto al<br />

primo trimestre 2008 ha mostrato andamenti diversi per i singoli materiali: la<br />

carta e cartone in entrata è cresciuta <strong>del</strong> 21% insieme al vetro (+26%), mentre<br />

sono diminuiti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).<br />

I canali di approvvigionamento <strong>del</strong>le piattaforme sono diversi ed in particolare i<br />

rifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% <strong>del</strong> totale dei<br />

materiali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria e grande<br />

distribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, da<br />

importazione il 3%.<br />

Complessivamente, dal totale <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione nel 2008 sono<br />

uscite oltre 3 milioni di tonnellate di materiali trattati come materie prime<br />

secondarie; di queste, il 54% erano costituite da materiali cartacei, il 27% da<br />

vetro, il <strong>10</strong>% da plastica, il 4% da legno e il 2% da metalli.<br />

19


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’utilizzo dei materiali recuperati nei diversi comparti<br />

produttivi; la dinamica import-export<br />

Il ciclo <strong>del</strong> recupero viene chiuso dagli impianti di riutilizzo <strong>del</strong>le materie prime<br />

secondarie.<br />

Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperati<br />

corrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.<br />

In Italia nel 2008 sono presenti 27 acciaierie, che riutilizzano rottami di ferro, di<br />

cui 24 collocate al Nord.<br />

Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.<br />

Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.<br />

Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.<br />

Gli impianti di produzione <strong>del</strong> pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.<br />

Gli impianti di utilizzo <strong>del</strong>le plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28 al Sud.<br />

Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e 30 al Sud.<br />

L’importanza <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato, nei processi produttivi finali, si può<br />

calcolare come peso relativo <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato (materie prime<br />

secondarie) rispetto all’uso <strong>del</strong>la materia prima.<br />

La materie prime secondarie, che nascono dalla raccolta differenziata di origine<br />

urbana e non, nonché dagli sfridi di produzione, hanno superato, in alcuni settori,<br />

l’uso <strong>del</strong>le materie prime vergini e la loro domanda risulta crescente negli anni.<br />

Nel settore <strong>del</strong>l’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperati rappresenta<br />

quasi il 64% <strong>del</strong>la produzione finale di metalli, nel settore <strong>del</strong>la carta e cartone<br />

oltre il 55% <strong>del</strong>la produzione di carta e cartone, nel vetro cavo oltre il 50%, nel<br />

settore <strong>del</strong>la plastica il 18%.<br />

Oltre alla domanda interna di materiali da parte <strong>del</strong>l’industria nazionale, un<br />

ruolo sempre più importante è giocato dalla domanda dall’estero.<br />

I flussi transfrontalieri <strong>del</strong>le materie recuperate rappresentano una realtà che<br />

riguarda tutti i principali settori <strong>del</strong> riciclaggio in Italia e che muove grandi<br />

quantità di materiali in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) e in uscita (oltre<br />

1,2 milioni di tonnellate).<br />

Al riguardo, va evidenziato che la dinamica import-export <strong>del</strong>le materie prime<br />

secondarie si sta profondamente trasformando.<br />

Il settore <strong>del</strong>la carta, ad esempio, ha saturato negli ultimi anni la capacità di<br />

riciclaggio da parte <strong>del</strong>l’industria cartaria nazionale dei materiali raccolti, tanto<br />

da portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero. La capacità di<br />

riciclaggio interno negli altri settori rimane comunque, al momento, superiore<br />

alla raccolta totale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione.<br />

Per il riciclaggio dei metalli si ha un import netto di 5,6 milioni di tonnellate, per<br />

l’alluminio di 317 mila tonnellate, per il legno di oltre 700 mila tonnellate, per la<br />

plastica di 385 mila tonnellate e per il vetro di 202 mila tonnellate.<br />

L’Italia perciò si conferma come importatrice netta di materiali di recupero<br />

(circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescita <strong>del</strong>le raccolte), come<br />

confermato anche dallo studio di <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Il movimento<br />

transfrontaliero dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), da cui emerge che il flusso di rifiuti speciali<br />

non pericolosi in entrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005)<br />

20


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

interessa principalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questa<br />

tipologia di rifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.<br />

I mercati <strong>del</strong>le materie prime secondarie e la crisi economica<br />

internazionale<br />

I mercati <strong>del</strong>le materie prime e <strong>del</strong>le materie prime secondarie sono mercati<br />

variabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui la<br />

materia seconda poteva essere più o meno conveniente rispetto alla materia<br />

vergine.<br />

In alcuni settori produttivi, quali quelli <strong>del</strong> cartone, vetro, metalli e pannelli<br />

truciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalente<br />

degli input di produzione.<br />

La domanda di queste materie prime secondarie è perciò correlata alla domanda<br />

finale degli specifici beni.<br />

In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovano<br />

maggiormente correlate ai prezzi <strong>del</strong>le materie vergini e sono più sensibili al<br />

variare dei loro prezzi.<br />

La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di una<br />

quota rilevante <strong>del</strong>la manifattura industriale destinata ai mercati europei e americani<br />

ha provocato una crescita strutturale <strong>del</strong>la domanda di materie prime e seconde.<br />

Con l’emergere <strong>del</strong>la Cina e dei Paesi asiatici quali l’India ma anche l’Indonesia<br />

e la Corea, sta cambiando il mercato <strong>del</strong>le materie prime e seconde.<br />

Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata una<br />

contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi europei, che<br />

ha provocato una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le materie prime e<br />

secondarie, causando in Italia uno stato di crisi in tutti i settori <strong>del</strong>la plastica,<br />

carta, legno, vetro, metalli.<br />

Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sulla<br />

rete di raccolta.<br />

Analizzando la situazione per settore merceologico, il mercato mondiale dei metalli<br />

ferrosi ha visto negli ultimi anni una forte crescita <strong>del</strong>la domanda dei Paesi asiatici<br />

che hanno portato a 20 milioni di tonnellate l’importazione netta, mentre l’Europa<br />

si è assestata su un’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord America<br />

ha invece accresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate. L’Italia<br />

presenta per i rottami di acciaio un’importazione netta di oltre 5,6 milioni di<br />

tonnellate. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione (36%<br />

<strong>del</strong> totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34% <strong>del</strong> totale<br />

raccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il 25/30% <strong>del</strong><br />

totale viene importato. La raccolta differenziata urbana degli imballaggi incide per<br />

una minima parte (374mila tonnellate).<br />

All’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong> il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,<br />

con un calo dei prezzi <strong>del</strong> rottame che ha indotto a una minore raccolta, con<br />

21


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

minore disponibilità di rottami sul mercato.<br />

La fase di profonda crisi <strong>del</strong> settore produttivo che ha contraddistinto anche il primo<br />

semestre <strong>2009</strong> continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni dei rottami<br />

ferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche nel primo semestre <strong>2009</strong>.<br />

Nel mercato mondiale <strong>del</strong>l’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione netta<br />

di rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventata<br />

esportatrice netta insieme al Nord America.<br />

I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio<br />

<strong>2009</strong> rispetto ai primi mesi <strong>del</strong> 2008, in correlazione alla diminuzione <strong>del</strong> prezzo<br />

<strong>del</strong>l’alluminio. Da febbraio però sono ricominciati a salire i prezzi dei principali<br />

listini, quali rottame da lattine per bevande e da imballaggi usati.<br />

Il mercato mondiale <strong>del</strong> macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescita<br />

<strong>del</strong>l’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20<br />

milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina. Nel 2008 l’Europa ha<br />

accresciuto l’esportazione netta di macero portandola a <strong>10</strong>,5 milioni di<br />

tonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo <strong>del</strong> macero in costante crescita negli<br />

ultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.<br />

Nella situazione di recessione mondiale i prezzi <strong>del</strong>la carta da macero hanno<br />

segnato un calo generalizzato nel 2008, sia per l’indebolimento <strong>del</strong>la domanda<br />

mondiale sia per la crescita <strong>del</strong>l’offerta <strong>del</strong>la raccolta. In Italia la raccolta<br />

differenziata urbana è continuata a crescere, la capacità di riciclaggio non ha<br />

coperto l’offerta completamente, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nette<br />

di macero in particolare verso la Cina e i Paesi <strong>del</strong> medio Oriente.<br />

Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente <strong>del</strong>la forte crisi di<br />

domanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti <strong>del</strong>la<br />

prosecuzione <strong>del</strong> processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerose<br />

soste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte e<br />

cartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli già in<br />

calo <strong>del</strong>lo scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi <strong>del</strong>l’anno la perdita produttiva<br />

rispetto all’analogo periodo 2008 sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domanda<br />

senza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati <strong>del</strong>l’indagine relativi agli<br />

ordini, continuano e risentire le quotazioni medie dei prodotti <strong>del</strong>le cartiere, in calo<br />

ormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto ai<br />

corrispondenti periodi 2008: per il fatturato complessivo <strong>del</strong> settore il calo<br />

tendenziale è collocabile intorno al 21% in questa prima metà <strong>del</strong>l’anno.<br />

Anche il mercato <strong>del</strong>la plastica recuperata ha visto una forte crescita<br />

<strong>del</strong>l’importazione netta dei Paesi asiatici, giunta ad oltre 4,5 milioni di tonnellate<br />

nel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,<br />

attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando la stesso<br />

Nord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 mila<br />

tonnellate.<br />

I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultima<br />

parte <strong>del</strong> 2008.<br />

Con la caduta <strong>del</strong>le quotazioni <strong>del</strong>le plastiche riciclate, il valore <strong>del</strong>le plastiche<br />

raccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong><br />

petrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo <strong>del</strong>la plastica<br />

22


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

riciclata e il settore <strong>del</strong> riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio la<br />

sostenibilità economica <strong>del</strong> sistema di recupero.<br />

Perciò, all’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, il forte calo <strong>del</strong>la domanda di materie plastiche<br />

riciclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisi<br />

sulla fase <strong>del</strong> recupero.<br />

In Italia la struttura <strong>del</strong> settore vetrario, molto concentrato e relativamente non aperto,<br />

ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi di fine 2008.<br />

I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio <strong>del</strong> 2008<br />

al <strong>2009</strong>.<br />

Considerazioni conclusive<br />

L’industria <strong>del</strong> recupero è un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio e<br />

fondamentale per molti comparti produttivi <strong>del</strong> Paese e nel quale gli operatori<br />

privati svolgono una parte determinante.<br />

Grazie al positivo andamento <strong>del</strong>la domanda interna e dall’estero di materiali<br />

recuperati, e al progressivo ampliamento <strong>del</strong>le raccolte differenziate nazionali,<br />

questo settore ha potuto svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi posti nelle<br />

classifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.<br />

Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati <strong>del</strong>le materie prime ha<br />

avuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando i<br />

limiti <strong>del</strong>l’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo e<br />

di raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica <strong>del</strong>le esportazioni<br />

(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.<br />

Dal quadro come sopra <strong>del</strong>ineato, risulta pertanto quanto segue:<br />

- è prevedibile che, nel medio-lungo termine, l’esportazione di materiali<br />

recuperati continui a crescere;<br />

- davanti a strozzature prolungate <strong>del</strong>la domanda interna di materiali, non<br />

compensate dalla capacità di assorbimento <strong>del</strong> mercato nazionale ed estero,<br />

anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi;<br />

- è pertanto necessario accrescere la capacità di utilizzo di alcuni materiali da<br />

parte <strong>del</strong>l’industria nazionale, rafforzando al contempo la domanda di<br />

materiali riciclati e di beni e manufatti da questi ottenuti, mediante interventi<br />

quali il “green public procurement”;<br />

- è altrettanto urgente individuare e promuovere nuovi sbocchi attraverso<br />

un’adeguata incentivazione di nuove applicazioni nei processi produttivi<br />

manifatturieri e nei “green products”;<br />

- sarebbe inoltre opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli dei<br />

prezzi <strong>del</strong>le materie prime secondarie, che quando tendono a ridursi rischiano<br />

di avere serie ripercussioni, anche in termini qualitativi, sul sistema di raccolta<br />

e recupero e quindi sull’esigenza di assicurare la stabilità dei flussi da raccolta<br />

differenziata.<br />

23


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LA PRODUZIONE DEI<br />

RIFIUTI IN ITALIA<br />

Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato a circa 160 milioni<br />

di tonnellate.<br />

Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milioni di tonnellate<br />

erano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiuti speciali<br />

pericolosi.<br />

Al Nord si produce il 56% <strong>del</strong> totale italiano dei rifiuti, con una popolazione che<br />

rappresenta il 45% <strong>del</strong> Paese; al Centro si produce il 19% <strong>del</strong> totale dei rifiuti<br />

con il 19% <strong>del</strong>la popolazione, mentre al Sud viene prodotto il 25% dei rifiuti con<br />

il 35% <strong>del</strong>la popolazione.<br />

TABELLA 1: La produzione totale dei rifiuti in Italia (ton)<br />

AREA GEOGRAFICA<br />

POPOLAZIONE<br />

2007<br />

PRODUZIONE RU<br />

ANNO 2007 (ton)<br />

RS NON PERICOLOSI<br />

ANNO 2006 (ton)<br />

RS PERICOLOSI<br />

ANNO 2006 (ton)<br />

TOTALE PRODUZIONE<br />

RIFIUTI (ton)<br />

NORD<br />

27.116.943<br />

14.616.674<br />

69.432.976<br />

5.095.751<br />

89.145.401<br />

CENTRO<br />

11.675.578<br />

7.352.259<br />

22.474.370<br />

859.929<br />

30.686.558<br />

SUD<br />

20.826.769<br />

<strong>10</strong>.578.6<strong>10</strong><br />

25.117.915<br />

3.279.727<br />

38.976.252<br />

ITALIA<br />

59.619.290<br />

32.547.543<br />

117.025.261<br />

9.235.407<br />

158.808.211<br />

Nord (kg/ab/anno)<br />

539<br />

2561<br />

188<br />

3287<br />

Centro (kg/ab/anno)<br />

630<br />

1925<br />

74<br />

2628<br />

Sud (kg/ab/anno)<br />

508<br />

1206<br />

157<br />

1871<br />

Italia (kg/ab/anno)<br />

546<br />

1963<br />

155<br />

2664<br />

Fonte: ISPRA (ex APAT)<br />

In particolare, al Nord viene prodotto il 59% dei rifiuti speciali non pericolosi e il<br />

55% dei rifiuti speciali pericolosi, mentre al Centro i valori sono più bassi <strong>del</strong>la<br />

percentuale <strong>del</strong>la popolazione, ad indicare una minore produzione relativa di<br />

rifiuti speciali.<br />

Il Sud presenta una quota relativa di rifiuti speciali pericolosi pari alla sua<br />

popolazione, mentre è inferiore la percentuale dei rifiuti speciali non pericolosi.<br />

Le percentuali dei rifiuti urbani prodotti rispecchiano sostanzialmente le<br />

percentuali <strong>del</strong>la popolazione, con una leggera maggior produzione per abitante<br />

al Centro e una leggera minor produzione al Sud.<br />

24


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 2: La produzione totale dei rifiuti in Italia - Percentuali relative, per macroaree e tipo di rifiuti<br />

REGIONE<br />

POPOLAZIONE<br />

2007<br />

PRODUZIONE RU<br />

ANNO 2007<br />

RS NON PERICOLOSI<br />

ANNO 2006<br />

RS PERICOLOSI<br />

ANNO 2006<br />

TOTALE PRODUZIONE<br />

RIFIUTI<br />

NORD<br />

45%<br />

45%<br />

59%<br />

55%<br />

56%<br />

CENTRO<br />

20%<br />

23%<br />

19%<br />

9%<br />

19%<br />

SUD<br />

35%<br />

33%<br />

21%<br />

36%<br />

25%<br />

ITALIA<br />

<strong>10</strong>0%<br />

<strong>10</strong>0%<br />

<strong>10</strong>0%<br />

<strong>10</strong>0%<br />

<strong>10</strong>0%<br />

Fonte: Elaborazione su dati ISPRA<br />

GRAFICO 1: <strong>Produzione</strong> per tipo di rifiuto e per macroaree (anno 2007 per RU e 2006 per RS) (000/ton)<br />

140<br />

120<br />

117.025<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

69.432<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

14.616<br />

32.547<br />

22.474<br />

25.117<br />

<strong>10</strong>.578<br />

5.095<br />

7.352<br />

859<br />

3.279<br />

Nord Centro Sud Italia<br />

9.235<br />

RU RS non pericolosi RS pericolosi<br />

Fonte: Elaborazione su dati ISPRA<br />

25


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 2: <strong>Produzione</strong> per macroaree, per tipo di rifiuto (kg/ab/anno)<br />

3.000<br />

2.500<br />

2.561<br />

2.000<br />

1.925<br />

1.963<br />

1.500<br />

1.206<br />

1.000<br />

500<br />

539<br />

630<br />

508<br />

546<br />

188<br />

74<br />

157<br />

0<br />

Nord Centro Sud Italia<br />

RU RS non pericolosi RS pericolosi<br />

Fonte: ISPRA<br />

155<br />

Rifiuti urbani<br />

La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi anni<br />

da 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007.<br />

Per la prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al<br />

2006. Nel 2008 con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settori<br />

industriali alla diminuzione <strong>del</strong>la produzione, si prevede una contrazione <strong>del</strong>la<br />

produzione dei rifiuti urbani.<br />

Degli oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% viene prodotto<br />

direttamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodotta dal<br />

commercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,<br />

dall’artigianato e dall’industria.<br />

La presenza di due grandi canali di produzione dei rifiuti urbani spiega perché la<br />

raccolta differenziata dei rifiuti urbani è gestita dal sistema pubblico con la<br />

raccolta stradale, nelle diverse forme “cassonetto” e “porta a porta”, mentre la<br />

raccolta presso imprese commerciali, terziario, artigianali e industriali è gestita in<br />

gran parte da imprese private di recupero, con esclusione <strong>del</strong>l’assimilato gestito<br />

dal sistema pubblico. Entrambi i sistemi raccolgono quantità considerevoli degli<br />

stessi materiali come carta, vetro, plastica.<br />

Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, la raccolta<br />

differenziata è stata di 8,9 milioni di tonnellate e la raccolta indifferenziata di<br />

23,6 milioni di tonnellate.<br />

Il recupero dei rifiuti urbani ha raggiunto nel 2007 il 27% <strong>del</strong> totale dei rifiuti urbani.<br />

26


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il Nord, con il 45% <strong>del</strong>la popolazione, produce il 45% dei rifiuti urbani, il Centro, con<br />

il 19% <strong>del</strong>la popolazione, produce il 23% dei rifiuti urbani e il Sud, con il 35% <strong>del</strong>la<br />

popolazione, produce il 32% dei rifiuti urbani.<br />

TABELLA 3: Serie storica produzione RU nelle diverse Regioni (ton/anno)<br />

REGIONE<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

Piemonte<br />

2.043.234<br />

2.081.942<br />

2.133.155<br />

2.131.638<br />

2.230.000<br />

2.228.730<br />

2.277.691<br />

2.269.881<br />

V. D’Aosta<br />

70.971<br />

69.427<br />

70.667<br />

77.173<br />

73.000<br />

73.646<br />

74.795<br />

75.755<br />

Lombardia<br />

4.447.891<br />

4.538.400<br />

4.579.831<br />

4.630.974<br />

4.791.000<br />

4.762.095<br />

4.943.512<br />

4.932.260<br />

Trentino A.A.<br />

528.666<br />

514.644<br />

478.894<br />

461.067<br />

478.000<br />

477.883<br />

492.253<br />

490.022<br />

Veneto<br />

2.132.706<br />

2.163.297<br />

2.177.344<br />

2.136.221<br />

2.185.000<br />

2.273.079<br />

2.379.467<br />

2.372.072<br />

Friuli V.G.<br />

594.744<br />

589.642<br />

603.432<br />

588.739<br />

590.000<br />

603.087<br />

596.778<br />

618.593<br />

Liguria<br />

924.071<br />

928.297<br />

954.302<br />

969.248<br />

953.000<br />

997.824<br />

978.416<br />

981.314<br />

E. Romagna<br />

2.533.392<br />

2.516.009<br />

2.634.690<br />

2.612.970<br />

2.729.000<br />

2.788.635<br />

2.858.942<br />

2.876.779<br />

NORD<br />

13.275.677<br />

13.401.657<br />

13.632.315<br />

13.608.570<br />

14.028.000<br />

14.204.979<br />

14.601.854<br />

14.616.674<br />

Toscana<br />

2.206.459<br />

2.283.601<br />

2.353.705<br />

2.391.784<br />

2.492.000<br />

2.523.261<br />

2.562.374<br />

2.552.561<br />

Umbria<br />

427.976<br />

453.563<br />

467.969<br />

471.975<br />

477.000<br />

493.560<br />

577.332<br />

565.033<br />

Marche<br />

757.149<br />

782.502<br />

794.386<br />

793.009<br />

824.000<br />

875.571<br />

868.374<br />

875.120<br />

Lazio<br />

2.822.060<br />

2.981.191<br />

2.978.285<br />

2.929.093<br />

3.147.000<br />

3.274.984<br />

3.355.898<br />

3.359.544<br />

CENTRO<br />

6.213.645<br />

6.500.858<br />

6.594.344<br />

6.585.860<br />

6.941.000<br />

7.167.376<br />

7.363.978<br />

7.352.259<br />

Abruzzo<br />

580.926<br />

598.716<br />

611.550<br />

631.694<br />

678.000<br />

694.088<br />

699.600<br />

697.112<br />

Molise<br />

133.481<br />

116.427<br />

117.097<br />

119.8<strong>10</strong><br />

123.000<br />

133.324<br />

129.496<br />

133.309<br />

Campania<br />

2.598.562<br />

2.762.878<br />

2.659.996<br />

2.681.884<br />

2.784.000<br />

2.806.113<br />

2.880.386<br />

2.852.735<br />

Puglia<br />

1.778.021<br />

1.753.487<br />

1.806.588<br />

1.846.169<br />

1.990.000<br />

1.977.734<br />

2.080.698<br />

2.148.328<br />

Basilicata<br />

215.403<br />

217.498<br />

228.676<br />

246.745<br />

237.000<br />

268.<strong>10</strong>0<br />

236.926<br />

244.655<br />

Calabria<br />

768.014<br />

811.320<br />

859.193<br />

889.083<br />

944.000<br />

935.620<br />

950.777<br />

943.205<br />

Sicilia<br />

2.603.582<br />

2.423.379<br />

2.520.782<br />

2.576.660<br />

2.544.000<br />

2.614.078<br />

2.717.967<br />

2.695.198<br />

Sardegna<br />

791.234<br />

822.652<br />

833.188<br />

851.697<br />

878.000<br />

875.206<br />

860.968<br />

864.068<br />

SUD<br />

9.469.224<br />

9.506.358<br />

9.637.069<br />

9.843.742<br />

<strong>10</strong>.181.000<br />

<strong>10</strong>.304.262<br />

<strong>10</strong>.556.818<br />

<strong>10</strong>.578.6<strong>10</strong><br />

ITALIA<br />

28.958.545<br />

29.408.873<br />

29.863.728<br />

30.038.172<br />

31.150.000<br />

31.676.617<br />

32.522.650<br />

32.547.543<br />

Fonte: ISPRA<br />

27


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 3: <strong>Produzione</strong> di rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)<br />

40.000<br />

35.000<br />

30.000<br />

28.958 29.408 29.863<br />

30.038<br />

31.150<br />

31.676<br />

32.522<br />

32.547<br />

25.000<br />

20.000<br />

15.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

5.000<br />

0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />

Fonte: ISPRA<br />

In Italia, nel 2006 (ultimo anno disponibile, secondo i dati ECOCERVED, per<br />

quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali), sono stati prodotti 127 milioni<br />

di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni di tonnellate erano rifiuti speciali<br />

non pericolosi e 11 milioni di tonnellate erano rifiuti pericolosi.<br />

Rifiuti speciali<br />

In Italia, nel 2006, secondo una valutazione di ISPRA, sono stati prodotti 117<br />

milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate di<br />

rifiuti speciali pericolosi.<br />

Secondo ECOCERVED, partendo da una elaborazione dei MUD, sono stati<br />

prodotti 127 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni 649 mila<br />

tonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi (dato simile alla valutazione ISPRA)<br />

e 11 milioni 339 mila tonnellate erano rifiuti pericolosi, mentre ISPRA valuta a 9<br />

milioni 324 mila i rifiuti speciali pericolosi prodotti.<br />

Per potere comunque offrire una rappresentazione cronologica <strong>del</strong>la produzione<br />

dei rifiuti speciali, abbiamo fatto riferimento ai dati ISPRA per la costruzione <strong>del</strong>le<br />

serie storiche presentate (Tabella 4 e Grafico 4).<br />

Sono stati invece utilizzati i dati ECOCERVED relativi al 2006 nella Tabella 5, in<br />

cui si confronta per l’anno 2004 e 2006 la produzione dei rifiuti speciali non<br />

pericolosi e pericolosi, secondo i settori di produzione dei rifiuti speciali.<br />

28


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il settore dei rifiuti speciali presenta tre grandi aree di produzione:<br />

- industria manifatturiera,<br />

- impianti di trattamento dei rifiuti e acque,<br />

- settore <strong>del</strong>le costruzioni e demolizioni.<br />

In termini quantitativi, il comparto che produce più rifiuti speciali è quello degli inerti<br />

(costruzioni e demolizioni, estrazioni e cave) che si stima superi i 48 milioni di<br />

tonnellate di rifiuti prodotti nel 2006.<br />

Altro grande comparto di produzione dei rifiuti speciali è l’industria manifatturiera,<br />

che nel 2006 ha prodotto oltre 36 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (il 28% <strong>del</strong><br />

totale dei rifiuti speciali), senza contare gli imballaggi industriali.<br />

Gli imballaggi industriali prodotti da commercio ed industria erano oltre 6 milioni<br />

di tonnellate nel 2006 (il 5% <strong>del</strong> totale dei rifiuti speciali).<br />

Nell’industria manifatturiera, invece, oltre 11 milioni di tonnellate di rifiuti<br />

nascono dai processi termici e siderurgici e <strong>del</strong>le produzioni di metalli, 4,5 milioni<br />

di tonnellate dalla produzione e lavorazione di superfici metalliche e plastiche,<br />

19 milioni dai comparti manifatturieri organici (rifiuti da agricoltura, industria<br />

agroalimentare, rifiuti <strong>del</strong>la lavorazione <strong>del</strong> legno e <strong>del</strong>la carta, rifiuti <strong>del</strong>la<br />

lavorazione di pelli e pellicce e industria tessile) e 8,5 milioni di tonnellate<br />

derivano da altri settori economici.<br />

Oltre ai due grandi comparti precedentemente descritti, alla formazione <strong>del</strong> totale<br />

<strong>del</strong>la produzione dei rifiuti speciali contribuisce per il 28% anche il settore di<br />

trattamento <strong>del</strong>le acque e di trattamento dei rifiuti con 35 milioni di tonnellate.<br />

Dagli impianti di trattamento acque sono usciti, nel 2006, oltre 4 milioni di<br />

tonnellate di rifiuti speciali, quali i fanghi.<br />

Gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani e speciali, per biostabilizzazione,<br />

produzione CDR, incenerimento, hanno prodotto oltre 26 milioni di tonnellate<br />

di rifiuti speciali, conferiti in gran parte in discarica.<br />

Un peso comunque notevole lo esprime il settore di trattamento <strong>del</strong> percolato<br />

da discarica con 4 milioni di tonnellate.<br />

I rifiuti speciali pericolosi nel 2006 sono stati calcolati in 11 milioni di tonnellate.<br />

Di questi, 6,7 milioni di tonnellate sono state prodotte dal settore manifatturiero,<br />

1 milione di tonnellate da costruzioni e demolizioni e 3,2 milioni di tonnellate<br />

dagli impianti di trattamento rifiuti.<br />

La produzione dei rifiuti speciali è concentrata principalmente al Nord (63% dei<br />

rifiuti speciali non pericolosi, 74% dei rifiuti speciali pericolosi e 62% dei rifiuti<br />

da costruzioni e demolizioni), mentre per i rifiuti urbani vi è una distribuzione<br />

territoriale equipollente alla percentuale <strong>del</strong>la popolazione.<br />

Il Centro e il Sud presentano complessivamente una produzione di rifiuti speciali<br />

più bassa (17% al Centro e 20% al Sud di rifiuti speciali non pericolosi e 11%<br />

al Centro e 15% al Sud di rifiuti speciali pericolosi).<br />

29


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Nel quadro regionale, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna<br />

producono il 55% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 64% dei rifiuti speciali<br />

pericolosi.<br />

La Lombardia da sola produce il 20% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 30%<br />

di quelli pericolosi.<br />

I tre grandi canali presentano problematiche diverse, per tipo di produzione di<br />

rifiuto, per modalità di gestione e per sistemi di recupero. Nei comparti dei rifiuti<br />

speciali <strong>del</strong>l’industria manifatturiera e <strong>del</strong>le costruzioni e demolizioni operano<br />

principalmente imprese private di recupero, mentre nel comparto <strong>del</strong> trattamento<br />

dei rifiuti operano soprattutto i soggetti pubblici di gestione dei rifiuti.<br />

TABELLA 4: Trend produzione rifiuti speciali in Italia differenziati per tipologia - Serie storica (000/ton)<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

RS non<br />

pericolosi<br />

43.919<br />

44.845<br />

51.847<br />

54.973<br />

50.178<br />

52.366<br />

55.294<br />

55.647<br />

74.227<br />

RS<br />

pericolosi<br />

4.058<br />

3.811<br />

3.911<br />

4.279<br />

4.990<br />

5.419<br />

5.348<br />

7.936<br />

9.325<br />

C&D<br />

21.286<br />

23.880<br />

27.291<br />

30.954<br />

37.345<br />

42.548<br />

46.458<br />

45.851<br />

52.082<br />

Totale<br />

69.263<br />

72.536<br />

83.049<br />

90.206<br />

92.513<br />

<strong>10</strong>0.333<br />

<strong>10</strong>8.262<br />

<strong>10</strong>9.556<br />

134.727<br />

Fonte: ISPRA<br />

GRAFICO 4: Trend di produzione dei rifiuti speciali in Italia (000/ton)<br />

80.000<br />

70.000<br />

60.000<br />

50.000<br />

40.000<br />

30.000<br />

20.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

0<br />

1998<br />

RS non pericolosi<br />

Fonte: ISPRA<br />

1999<br />

RS pericolosi<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

C&D<br />

30


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 5: <strong>Produzione</strong> dei rifiuti speciali – Confronto Italia 2004/2006<br />

RS NON PERICOLOSI RS PERICOLOSI TOTALE RIFIUTI SPECIALI<br />

2004<br />

2006<br />

%<br />

2004<br />

2006<br />

%<br />

2004<br />

2006<br />

%<br />

1A)manifatturiero organico<br />

(fam.02,03,04 agroalimentare,<br />

legno, carta, tessile)<br />

8.028.679<br />

7.396.294<br />

-8%<br />

25.650<br />

9.686<br />

-62%<br />

8.054.329<br />

7.405.980<br />

-8%<br />

1B) manifatturiero non organico<br />

(fam.05-14 16 e 18 comprensivo<br />

di chimica organica)<br />

21.540.728<br />

22.623.944<br />

5%<br />

4.485.616<br />

6.794.122<br />

51%<br />

26.026.344<br />

29.418.066<br />

13%<br />

1) Industria manifatturiera<br />

(fam. 02-18)<br />

29.569.407<br />

30.020.238<br />

2%<br />

4.511.267<br />

6.803.808<br />

51%<br />

34.080.674<br />

36.824.046<br />

8%<br />

2) Imballaggi industria (fam.15)<br />

5.258.799<br />

6.216.252<br />

18%<br />

72.595<br />

93.750<br />

29%<br />

5.331.394<br />

6.3<strong>10</strong>.002<br />

18%<br />

3) C&D, estraz. cave (fam. 01+17)<br />

38.180.751<br />

48.541.402<br />

27%<br />

614.136<br />

1.<strong>10</strong>3.255<br />

80%<br />

38.794.887<br />

49.644.657<br />

28%<br />

4A)da trattamento acque<br />

4.751.933<br />

4.175.824<br />

-12%<br />

37.556<br />

73.494<br />

96%<br />

4.789.489<br />

4.249.318<br />

-11%<br />

4B) da trattamento rifiuti soldi<br />

15.807.506<br />

23.647.868<br />

50%<br />

2.263.914<br />

3.260.598<br />

44%<br />

18.071.420<br />

26.908.466<br />

49%<br />

4C) percolato di discarica<br />

4.189.950<br />

4.048.082<br />

-3%<br />

4.600<br />

4.281<br />

-7%<br />

4.194.550<br />

4.052.364<br />

-3%<br />

4) Fanghi e tratt. rifiuti (fam. 19)<br />

24.749.389<br />

31.871.774<br />

29%<br />

2.306.070<br />

3.338.374<br />

45%<br />

27.055.459<br />

35.2<strong>10</strong>.148<br />

30%<br />

Totale RS (1+2+3+4)<br />

97.758.346<br />

116.649.666<br />

19%<br />

7.504.068<br />

11.339.187<br />

51%<br />

<strong>10</strong>5.262.414<br />

127.988.853<br />

22%<br />

Fonte: ECOCERVED<br />

31


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LA GESTIONE DEI<br />

RIFIUTI URBANI<br />

Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimo<br />

decennio.<br />

Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il 28% è stato<br />

raccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato o trasformato in<br />

CDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente come rifiuto tal quale o<br />

indirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è stato smaltito il 55% dei<br />

rifiuti urbani prodotti.<br />

TABELLA 6: La gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007<br />

ATTIVITÀ<br />

QUANTITÀ (TON)<br />

INCIDENZA TIPO DI GESTIONE SU<br />

TOTALE PRODUZIONE %<br />

<strong>Produzione</strong><br />

Raccolta differenziata / recupero<br />

Compostaggio<br />

Biostabilizzazione e produzione cdr<br />

Incenerimento<br />

Discarica<br />

32.547.543<br />

8.958.206<br />

2.368.302<br />

8.757.152<br />

2.975.127<br />

17.866.917<br />

<strong>10</strong>0%<br />

28%<br />

7%<br />

27%<br />

9%<br />

55%<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati ISPRA<br />

GRAFICO 5:<br />

Gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007 (000/ton)<br />

21.000.000<br />

17.000.000<br />

17.866.917<br />

13.000.000<br />

9.000.000<br />

8.958.206<br />

8.757.152<br />

5.000.000<br />

2.978.127<br />

1.000.000<br />

raccolta<br />

differenziata<br />

biostabilizzazione<br />

e produzione cdr<br />

incenerimento<br />

discarica<br />

Fonte: ISPRA<br />

32


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’analisi dei dati relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani dal 2000 al 2007<br />

evidenzia che la quantità di materiale raccolto è raddoppiata passando da 5,1<br />

milioni di tonnellate a 8,9 milioni di tonnellate, di cui 2,9 milioni di tonnellate sono<br />

frazione umida e verde, 2,6 milioni di tonnellate carta e cartone, 1,2 milioni di<br />

tonnellate vetro, 500 mila tonnellate plastica, 642 mila tonnellate legno, 116 mila<br />

tonnellate RAEE e 361 mila tonnellate metalli.<br />

Non tutti questi materiali raccolti vengono gestiti dai Consorzi di recupero degli<br />

imballaggi, una quota consistente di essi passa attraverso il sistema di recupero <strong>del</strong>le<br />

piattaforme private e dei cosiddetti operatori indipendenti.<br />

TABELLA 7: La raccolta differenziata dei rifiuti urbani nelle Regioni italiane - Serie storica (ton)<br />

REGIONE<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

Piemonte<br />

450.536<br />

523.914<br />

596.497<br />

732.188<br />

829.879<br />

929.736<br />

1.016.156<br />

V. D’Aosta<br />

11.720<br />

14.630<br />

18.232<br />

18.612<br />

20.914<br />

23.440<br />

27.348<br />

Lombardia<br />

1.639.560<br />

1.668.326<br />

1.845.454<br />

1.960.050<br />

2.021.737<br />

2.154.201<br />

2.196.008<br />

Trent. A.A.<br />

121.027<br />

132.518<br />

54.150<br />

180.708<br />

211.096<br />

241.831<br />

261.716<br />

Veneto<br />

745.326<br />

851.418<br />

899.692<br />

960.016<br />

1.083.900<br />

1.159.791<br />

1.220.290<br />

Friuli V.G.<br />

126.814<br />

145.630<br />

158.003<br />

152.242<br />

183.097<br />

198.699<br />

233.383<br />

Liguria<br />

116.778<br />

135.702<br />

158.286<br />

158.378<br />

182.314<br />

163.272<br />

186.030<br />

E. Romagna<br />

621.862<br />

693.672<br />

734.077<br />

811.761<br />

875.202<br />

954.137<br />

1.063.507<br />

NORD<br />

3.833.600<br />

4.165.8<strong>10</strong><br />

4.564.391<br />

4.973.956<br />

5.408.139<br />

5.825.<strong>10</strong>7<br />

6.204.437<br />

Toscana<br />

558.239<br />

608.887<br />

688.883<br />

769.841<br />

775.426<br />

790.682<br />

799.680<br />

Umbria<br />

57.602<br />

72.950<br />

84.732<br />

96.579<br />

119.424<br />

141.660<br />

141.330<br />

Marche<br />

92.730<br />

119.005<br />

118.030<br />

133.618<br />

154.426<br />

169.263<br />

183.392<br />

Lazio<br />

126.512<br />

152.227<br />

237.666<br />

269.744<br />

338.972<br />

372.608<br />

405.533<br />

CENTRO<br />

835.083<br />

953.069<br />

1.129.312<br />

1.269.782<br />

1.388.248<br />

1.474.213<br />

1.529.935<br />

Abruzzo<br />

53.001<br />

58.095<br />

71.169<br />

95.813<br />

<strong>10</strong>8.136<br />

117.900<br />

129.839<br />

Molise<br />

3.316<br />

3.683<br />

4.398<br />

4.393<br />

6.965<br />

6.478<br />

6.350<br />

Campania<br />

167.824<br />

193.793<br />

216.765<br />

294.035<br />

298.750<br />

326.181<br />

385.120<br />

Puglia<br />

88.140<br />

115.578<br />

192.508<br />

144.857<br />

162.061<br />

183.619<br />

191.<strong>10</strong>0<br />

Basilicata<br />

<strong>10</strong>.698<br />

12.468<br />

14.226<br />

13.599<br />

14.765<br />

18.411<br />

19.856<br />

Calabria<br />

26.205<br />

60.266<br />

77.0<strong>10</strong><br />

85.222<br />

80.422<br />

76.345<br />

86.293<br />

Sicilia<br />

79.650<br />

<strong>10</strong>7.935<br />

148.062<br />

138.266<br />

143.133<br />

179.004<br />

164.806<br />

Sardegna<br />

17.414<br />

23.202<br />

32.148<br />

46.862<br />

86.720<br />

170.318<br />

240.470<br />

SUD<br />

446.248<br />

575.022<br />

756.285<br />

823.047<br />

900.952<br />

1.078.256<br />

1.223.834<br />

ITALIA<br />

5.114.954<br />

5.693.900<br />

6.449.987<br />

7.066.784<br />

7.697.339<br />

8.377.575<br />

8.958.206<br />

Fonte: ISPRA<br />

33


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 6:<br />

Raccolta differenziata rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)<br />

<strong>10</strong>.000<br />

8.000<br />

6.000<br />

5.114<br />

5.693<br />

6.449<br />

7.066<br />

7.697<br />

8.377<br />

8.958<br />

4.000<br />

4.181<br />

2.000<br />

0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />

Fonte: ISPRA<br />

34


35<br />

SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Fonte: ISPRA<br />

TABELLA 8: Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per materiale e per Regione 2007 (ton)<br />

REGIONE<br />

Piemonte<br />

V.D'Aosta<br />

Lombardia<br />

Trent A.A.<br />

Veneto<br />

Friuli V.G.<br />

Liguria<br />

E. Romag.<br />

NORD<br />

Toscana<br />

Umbria<br />

Marche<br />

Lazio<br />

CENTRO<br />

Abruzzo<br />

Molise<br />

Campania<br />

Puglia<br />

Basilicata<br />

Calabria<br />

Sicilia<br />

Sardegna<br />

SUD<br />

ITALIA<br />

ORGANICO<br />

199.090<br />

382.656<br />

61.984<br />

299.316<br />

24.895<br />

3.901<br />

112.044<br />

1.083.885<br />

136.733<br />

25.148<br />

26.373<br />

43.113<br />

231.367<br />

37.712<br />

419<br />

118.315<br />

5.062<br />

14.012<br />

23.051<br />

<strong>10</strong>0.869<br />

299.440<br />

1.614.692<br />

SFALCI E<br />

POTATURE<br />

121.470<br />

4.598<br />

377.524<br />

27.243<br />

230.452<br />

47.734<br />

24.630<br />

250.530<br />

1.084.179<br />

<strong>10</strong>1.695<br />

15.061<br />

15.202<br />

12.139<br />

144.096<br />

5.072<br />

84<br />

8.498<br />

6.504<br />

226<br />

7.417<br />

7.247<br />

31.586<br />

66.633<br />

1.294.909<br />

CARTA<br />

333.793<br />

8.066<br />

576.058<br />

78.630<br />

261.313<br />

57.437<br />

60.803<br />

287.021<br />

1.663.121<br />

292.440<br />

42.959<br />

67.607<br />

226.147<br />

629.152<br />

36.408<br />

2.514<br />

112.613<br />

<strong>10</strong>3.689<br />

9.<strong>10</strong>8<br />

32.012<br />

64.367<br />

44.046<br />

404.758<br />

2.697.031<br />

PLASTICA<br />

65.787<br />

2.383<br />

140.980<br />

11.213<br />

62.155<br />

15.866<br />

8.530<br />

51.625<br />

358.539<br />

34.637<br />

6.255<br />

15.220<br />

14.915<br />

71.027<br />

6.618<br />

533<br />

15.063<br />

18.727<br />

1.664<br />

3.467<br />

14.239<br />

<strong>10</strong>.238<br />

70.548<br />

500.113<br />

VETRO<br />

135.678<br />

5.367<br />

352.389<br />

45.209<br />

193.058<br />

41.530<br />

35.669<br />

113.294<br />

922.194<br />

71.853<br />

16.820<br />

23.924<br />

54.913<br />

167.5<strong>10</strong><br />

20.822<br />

1.805<br />

73.736<br />

32.666<br />

5.533<br />

16.959<br />

23.313<br />

32.189<br />

207.024<br />

1.296.729<br />

LEGNO<br />

92.632<br />

4.151<br />

156.679<br />

13.078<br />

47.997<br />

13.955<br />

25.269<br />

125.600<br />

479.361<br />

85.236<br />

9.563<br />

12.216<br />

12.332<br />

119.348<br />

7.590<br />

48<br />

22.358<br />

529<br />

455<br />

1.438<br />

7.897<br />

3.506<br />

43.819<br />

642.528<br />

METALLI<br />

28.443<br />

2.369<br />

82.284<br />

12.260<br />

60.253<br />

9.177<br />

<strong>10</strong>.257<br />

33.869<br />

238.911<br />

47.357<br />

15.704<br />

6.961<br />

5.557<br />

75.579<br />

6.585<br />

539<br />

8.128<br />

5.312<br />

969<br />

9.292<br />

6.605<br />

9.896<br />

47.324<br />

361.814<br />

TESSILI<br />

6.252<br />

25.943<br />

1.456<br />

9.191<br />

839<br />

2.145<br />

7.1<strong>10</strong><br />

52.934<br />

7.056<br />

1.256<br />

1.628<br />

1.797<br />

11.736<br />

1.078<br />

38<br />

3.546<br />

1.801<br />

239<br />

437<br />

981<br />

605<br />

8.726<br />

73.396<br />

RAEE<br />

7.282<br />

255<br />

27.306<br />

3.<strong>10</strong>0<br />

14.821<br />

4.552<br />

3.191<br />

13.158<br />

73.664<br />

11.734<br />

1.221<br />

3.207<br />

2.747<br />

18.909<br />

2.190<br />

223<br />

4.030<br />

4.086<br />

811<br />

949<br />

6.376<br />

4.954<br />

23.620<br />

116.193<br />

INGOM. A<br />

RECUPERO<br />

18.941<br />

51.772<br />

28.588<br />

2.152<br />

<strong>10</strong>.517<br />

22.264<br />

134.235<br />

6.844<br />

2.374<br />

30.338<br />

39.556<br />

4.616<br />

18.573<br />

2<br />

19<br />

2.407<br />

1.879<br />

27.496<br />

201.287<br />

RACCOLTA<br />

SELETTIVA<br />

2.384<br />

<strong>10</strong>4<br />

<strong>10</strong>.170<br />

1.864<br />

3.907<br />

984<br />

521<br />

4.705<br />

24.639<br />

2.309<br />

499<br />

636<br />

627<br />

4.070<br />

253<br />

14<br />

232<br />

419<br />

33<br />

18<br />

230<br />

544<br />

1.743<br />

30.453<br />

ALTRO<br />

4.404<br />

56<br />

12.247<br />

5.680<br />

9.241<br />

14.261<br />

596<br />

42.288<br />

88.773<br />

8.630<br />

8.037<br />

909<br />

17.575<br />

894<br />

130<br />

28<br />

12.305<br />

819<br />

273<br />

8.093<br />

157<br />

22.700<br />

129.048<br />

TOTALE<br />

RD<br />

1.016.156<br />

27.348<br />

2.196.008<br />

261.715<br />

1.220.290<br />

233.381<br />

186.030<br />

1.063.507<br />

6.204.435<br />

799.680<br />

141.330<br />

183.383<br />

405.533<br />

1.529.926<br />

129.838<br />

6.348<br />

385.120<br />

191.<strong>10</strong>0<br />

19.856<br />

86.293<br />

164.806<br />

240.470<br />

1.223.831<br />

8.958.192


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 7: Raccolta differenziata per materiali (I) - Serie storica (000/ton)<br />

3.000<br />

2.500<br />

2.000<br />

1.500<br />

1.000<br />

500<br />

0<br />

1.567<br />

1.688 1.942<br />

874<br />

870<br />

926<br />

985<br />

580<br />

399<br />

240 340<br />

230<br />

314<br />

336 457<br />

208<br />

343<br />

191<br />

280<br />

337<br />

2<strong>10</strong> 164 220 131<br />

205<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

2.151<br />

2.311<br />

1.083<br />

2.529<br />

1.240<br />

2.697<br />

1.296<br />

642<br />

500<br />

361<br />

2007<br />

carta<br />

vetro<br />

legno<br />

Fonte: ISPRA<br />

plastica<br />

metalli<br />

GRAFICO 8: Raccolta differenziata per materiale (II) - Serie storica (ton)<br />

1.800.000<br />

1.600.000<br />

1.400.000<br />

1.200.000<br />

1.000.000<br />

800.000<br />

600.000<br />

400.000<br />

200.000<br />

0<br />

826.350<br />

217.887<br />

150.982<br />

47.111<br />

0<br />

775.311<br />

79.418<br />

950.059<br />

881.416<br />

978.583<br />

455.616 481.222<br />

124.255 158.716<br />

936.624<br />

66.737<br />

1,125.162<br />

1.090.866<br />

676.884<br />

1.281.792<br />

1.148.345<br />

586.1536<br />

128.145 140.806<br />

74.126 <strong>10</strong>1.436<br />

1.408.707<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

1.293.839<br />

1.614.692<br />

2007<br />

1.294.909<br />

156.254 201.287<br />

163242 129048<br />

<strong>10</strong>7.850 116.193<br />

54.007 49.914 56.501 63.764 70.451 73.396<br />

organico<br />

RAEE<br />

sfalci e potature<br />

altro<br />

tessili<br />

ingombranti a recupero<br />

Fonte: ISPRA<br />

36


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

I quantitativi trattati negli impianti di incenerimento per rifiuti urbani sono<br />

passati da 2,3 milioni di tonnellate nel 2000 a 4,4 milioni di tonnellate nel<br />

2007.<br />

TABELLA 9: Incenerimento di rifiuti urbani - Serie storica (ton)<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

Piemonte<br />

96.243<br />

96.768<br />

84.271<br />

81.093<br />

79.729<br />

<strong>10</strong>0.125<br />

<strong>10</strong>0.252<br />

<strong>10</strong>0.985<br />

Lombardia<br />

917.221<br />

1.220.721<br />

1.342.315<br />

1.336.165<br />

1.524.955<br />

1.612.508<br />

1.773.376<br />

2.322.356<br />

Trent..A.A.<br />

75.421<br />

61.519<br />

79.938<br />

78.978<br />

81.000<br />

76.809<br />

64.999<br />

67.475<br />

Veneto<br />

172.955<br />

138.761<br />

141.025<br />

198.455<br />

180.630<br />

147.764<br />

159.463<br />

189.028<br />

F.-V.Giulia<br />

132.403<br />

131.478<br />

121.345<br />

117.467<br />

118.565<br />

137.918<br />

127.589<br />

140.243<br />

E.Romagna<br />

547.903<br />

566.035<br />

567.796<br />

583.892<br />

587.094<br />

598.446<br />

588.970<br />

736.527<br />

NORD<br />

1.942.146<br />

2.215.282<br />

2.336.690<br />

2.396.050<br />

2.571.973<br />

2.673.570<br />

2.814.649<br />

3.556.614<br />

Toscana<br />

142.089<br />

152.428<br />

141.476<br />

184.465<br />

202.368<br />

195.398<br />

188.591<br />

244.668<br />

Umbria<br />

31.994<br />

29.360<br />

24.317<br />

23.365<br />

25.600<br />

23.956<br />

23.622<br />

20.149<br />

Marche<br />

21.000<br />

18.000<br />

20.500<br />

20.000<br />

18.983<br />

19.207<br />

21.085<br />

19.500<br />

Lazio<br />

-<br />

0<br />

-<br />

184.285<br />

CENTRO<br />

195.083<br />

199.788<br />

186.293<br />

227.830<br />

246.951<br />

238.561<br />

233.298<br />

468.602<br />

Puglia<br />

66.647<br />

48.700<br />

63.5<strong>10</strong><br />

14.151<br />

64.996<br />

Basilicata<br />

12.983<br />

25.000<br />

28.677<br />

27.391<br />

63.198<br />

Calabria<br />

0<br />

-<br />

116.260<br />

Sicilia<br />

16.149<br />

16.624<br />

22.196<br />

20.517<br />

20.506<br />

20.341<br />

17.026<br />

17.943<br />

Sardegna<br />

168.271<br />

162.749<br />

116.575<br />

121.728<br />

166.511<br />

188.098<br />

157.528<br />

192.325<br />

SUD<br />

184.419<br />

179.373<br />

138.774<br />

221.875<br />

260.717<br />

300.626<br />

216.096<br />

454.722<br />

ITALIA<br />

2.321.648<br />

2.594.443<br />

2.661.727<br />

2.845.755<br />

3.079.641<br />

3.212.757<br />

3.264.043<br />

4.479.938<br />

Fonte: ISPRA<br />

37


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 9: Capacità di incenerimento per Regione 2007<br />

Basilicata 1% Calabria 3%<br />

Puglia 2%<br />

Lazio 4%<br />

Marche 0%<br />

Sicilia 0%<br />

Sardegna 4%<br />

Piemonte 2%<br />

Umbria 1%<br />

Toscana 6%<br />

E. Romagna 16%<br />

Lombardia 52%<br />

Friuli-Venezia Giulia 3%<br />

Trentino-Alto Adige 2%<br />

Veneto 4%<br />

Fonte: ISPRA<br />

Le discariche continuano a rappresentare il principale sistema di smaltimento dei<br />

rifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiuti urbani conferita<br />

in discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8 milioni di tonnellate.<br />

Negli stessi anni il numero <strong>del</strong>le discariche di prima categoria (per rifiuti urbani)<br />

si è più che dimezzato passando da 657 a 269, con le progressive chiusure non<br />

compensate da nuove discariche.<br />

La maggiore diminuzione <strong>del</strong> numero di discariche si è registrato al Sud, che è<br />

passato da 456 discariche nel 2000 a 120 discariche nel 2007 (-71%), mentre al<br />

Nord le discariche sono diminuite da 133 a <strong>10</strong>1 (-24%) e al Centro da 68 a 48<br />

(-29%).<br />

Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini di<br />

tendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non essere<br />

sufficiente, permanendo in alcune aree, in particolare al Sud, situazioni di<br />

latente, o effettiva, condizione emergenziale. Secondo il recente Rapporto<br />

presentato da <strong>FISE</strong> Assoambiente su “Gli impianti per il trattamento dei<br />

rifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discariche distribuite sul territorio<br />

nazionale raggiungeranno, complessivamente, i limiti autorizzati e non<br />

potranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti <strong>del</strong>le capacità<br />

esistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti.<br />

38


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

È evidente che, per evitare situazioni di emergenza, diventa fondamentale<br />

la ricerca di soluzioni alternative, che vanno individuate e progettate<br />

tempestivamente. Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere in<br />

considerazione e riguarda i tempi amministrativi e tecnici per realizzare<br />

non solo ulteriori discariche, ma eventualmente sistemi a tecnologia<br />

complessa, come ad esempio gli impianti di incenerimento, quale<br />

necessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemi di riciclo dei<br />

rifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori prevede da<br />

un minimo di quattro anni dall’approvazione <strong>del</strong> progetto, ad un massimo<br />

di quasi sei anni, considerando che su queste procedure incide in maniera<br />

significativa anche il consenso locale alla realizzazione degli impianti.<br />

Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati, il Paese si trova già<br />

in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione di soluzioni<br />

alternative o di potenziamento <strong>del</strong>le attuali capacità di smaltimento.<br />

Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolo<br />

<strong>del</strong> sistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che ne<br />

ostacolano un potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sono<br />

legati non solo alla necessità e alla possibilità di espandere e migliorare la<br />

qualità <strong>del</strong>le raccolte differenziate, che richiede investimenti sia in<br />

comunicazione che in più adeguati sistemi di raccolta, ma anche e<br />

soprattutto alle difficoltà relative alla creazione ed al potenziamento degli<br />

sbocchi di mercato per le materie prime secondarie. La crisi dei mercati,<br />

iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, come risulta evidente<br />

nell’ultima parte di questo Studio, dedicata ai mercati, ha provocato una<br />

contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi<br />

europei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo<br />

<strong>del</strong>le materie prime e seconde. Questo ha aggiunto nuovi ostacoli alla<br />

creazione ed al potenziamento degli sbocchi di mercato per i materiali<br />

ottenuti dal riciclo, che in qualche caso (v. plastica) sono direttamente<br />

concorrenziali alle materie prime vergini, le cui quotazioni si sono<br />

anch’esse ridotte, rendendo le stesse più competitive.<br />

39


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA <strong>10</strong>: Quantità di rifiuti in discariche di I categoria (per rifiuti urbani) - Serie storica<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />

N. IMPIANTI QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />

SMALTITA T/A<br />

QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />

SMALTITA T/A<br />

QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />

SMALTITA T/A<br />

QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />

SMALTITA T/A<br />

QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />

SMALTITA T/A<br />

QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />

SMALTITA T/A<br />

QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />

SMALTITA T/A<br />

Piemonte<br />

22 1.883.523<br />

22 1.647.132<br />

22 1.562.233<br />

26 1.323.767<br />

24 1.259.623<br />

22 1.244.092<br />

19 1.156.887<br />

V. d'Aosta<br />

1<br />

60.354<br />

1<br />

57.706<br />

1<br />

56.036<br />

1<br />

59.480<br />

1<br />

55.877<br />

1<br />

50.000<br />

1<br />

48.959<br />

Lombardia<br />

11 1.716.689<br />

<strong>10</strong> 1.503.737<br />

9 1.156.978<br />

7 1.086.407<br />

7 936.777<br />

6 731.719<br />

6 576.034<br />

Tre. A. A.<br />

17 314.870<br />

15 272.282<br />

14 229.478<br />

14 207.786<br />

14 208.800<br />

14 193.644<br />

14 192.839<br />

Veneto<br />

22 1.299.861<br />

21 1.166.733<br />

20 1.019.819<br />

19 779.9<strong>10</strong><br />

20 801.273<br />

17 830.897<br />

17 847.992<br />

Friuli V. G.<br />

13 250.508<br />

12 236.753<br />

12 2<strong>10</strong>.358<br />

11 182.3<strong>10</strong><br />

9 312.437<br />

9 233.685<br />

8 223.381<br />

Liguria<br />

16 976.294<br />

16 871.359<br />

16 817.886<br />

15 806.836<br />

15 781.128<br />

15 759.488<br />

15 879.927<br />

Emi. Rom.<br />

31 1.873.818<br />

29 1.690.238<br />

29 1.413.011<br />

29 1.418.512<br />

27 1.123.661<br />

26 1.194.701<br />

27 1.093.343<br />

NORD<br />

133 8.375.919<br />

126 7.445.940<br />

123 6.465.799<br />

122 5.865.008<br />

117 5.479.576<br />

1<strong>10</strong> 5.238.226<br />

<strong>10</strong>7 5.019.362<br />

<strong>10</strong>1<br />

Toscana<br />

30 1.269.936<br />

31 1.087.963<br />

28 951.673<br />

25 817.201<br />

20 1.118.942<br />

22 1.164.247<br />

21 1.286.501<br />

Umbria<br />

7 366.184<br />

7 391.957<br />

6 306.334<br />

6 344.008<br />

6 259.830<br />

6 317.175<br />

6 335.999<br />

Marche<br />

20 679.246<br />

19 571.162<br />

17 632.<strong>10</strong>6<br />

16 660.618<br />

16 632.489<br />

16 571.347<br />

15 569.699<br />

Lazio<br />

11 2.392.246<br />

11 2.620.620<br />

<strong>10</strong> 2.791.308<br />

<strong>10</strong> 2.718.895<br />

<strong>10</strong> 2.803.438<br />

<strong>10</strong> 2.694.250<br />

11 2.855.022<br />

CENTRO<br />

68 4.707.612<br />

68 4.671.702<br />

61 4.681.421<br />

57 4.540.722<br />

52 4.814.699<br />

54 4.747.019<br />

53 5.047.221<br />

48<br />

Abruzzo<br />

52 461.945<br />

58 504.312<br />

51 484.163<br />

41 531.776<br />

33 525.499<br />

27 519.490<br />

24 565.116<br />

Molise<br />

46 <strong>10</strong>1.992<br />

40 131.451<br />

34 <strong>10</strong>3.076<br />

29<br />

86.704<br />

26<br />

93.990<br />

14 127.268<br />

15 119.806<br />

Campania<br />

62 2.598.206<br />

56 1.655.569<br />

44 1.558.239<br />

27 1.343.014<br />

5 1.060.412<br />

3 801.056<br />

3 758.513<br />

Puglia<br />

27 1.727.148<br />

22 1.724.564<br />

23 1.673.451<br />

20 1.696.578<br />

19 1.823.243<br />

18 1.843.688<br />

17 1.892.556<br />

Basilicata<br />

26 161.658<br />

28 179.447<br />

31 185.907<br />

30 194.505<br />

15 177.713<br />

12 140.337<br />

14 141.081<br />

Calabria<br />

61 698.448<br />

48 731.497<br />

41 769.923<br />

38 706.731<br />

29 705.126<br />

25 791.961<br />

18 634.757<br />

Sicilia<br />

164 2.440.129<br />

156 2.244.087<br />

130 2.319.792<br />

<strong>10</strong>9 2.317.677<br />

93 2.428.497<br />

66 2.372.797<br />

43 2.545.688<br />

Sardegna<br />

18 644.362<br />

17 714.291<br />

14 606.054<br />

14 713.613<br />

12 632.979<br />

11 643.885<br />

9 561.954<br />

SUD<br />

456 8.833.888<br />

425 7.885.218<br />

368 7.700.605<br />

308 7.590.598<br />

232 7.447.459<br />

176 7.240.482<br />

143 7.219.471<br />

120<br />

Italia<br />

657 21.917.419<br />

619 20.002.860<br />

552 18.847.825<br />

487 17.996.328<br />

401 17.741.734<br />

340 17.225.727<br />

303 17.286.054<br />

269<br />

Fonte: ISPRA<br />

QUANTITÀ<br />

SMALTITA T/A<br />

1.029.<strong>10</strong>8<br />

48.426<br />

479.444<br />

156.207<br />

688.705<br />

173.021<br />

900.572<br />

1.081.152<br />

4.556.635<br />

1.291.877<br />

322.041<br />

547.280<br />

2.790.357<br />

4.951.555<br />

551.905<br />

127.271<br />

1.082.812<br />

1.957.237<br />

177.668<br />

515.574<br />

2.695.015<br />

502.245<br />

7.403.727<br />

16.912.917<br />

40


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO <strong>10</strong>: Numero di discariche per macroaree - Serie storica<br />

700<br />

657<br />

619<br />

600<br />

552<br />

500<br />

487<br />

456<br />

425<br />

401<br />

400<br />

368<br />

340<br />

308<br />

303<br />

300<br />

269<br />

232<br />

200<br />

176<br />

133<br />

143<br />

126 123 122 117 1<strong>10</strong> <strong>10</strong>7 120<br />

<strong>10</strong>1<br />

<strong>10</strong>0 68<br />

68 61 57 52 54 53 48<br />

0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

2007<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud<br />

Italia<br />

Fonte: ISPRA<br />

GRAFICO 11: Quantità di rifiuti in discarica per Regione (000/ton)<br />

3.000<br />

2.790<br />

2.695<br />

1.957<br />

2.500<br />

2.000<br />

1.500<br />

1.291<br />

1.000<br />

1.082 1.081 1.029 900<br />

688<br />

500<br />

551 547 515 502 479<br />

322<br />

0<br />

Fonte: ISPRA<br />

Lazio<br />

Sicilia<br />

Puglia<br />

Toscana<br />

Campania<br />

Emilia Romagna<br />

Piemonte<br />

Liguria<br />

Veneto<br />

Abruzzo<br />

Marche<br />

Calabria<br />

Sardegna<br />

Lombardia<br />

Umbria<br />

177 173 156 127<br />

Basilicata<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Trentino Alto Adige<br />

Molise<br />

48<br />

Veneto<br />

41


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LA RETE DEI<br />

RECUPERATORI E DEI<br />

RICICLATORI<br />

Nel ciclo <strong>del</strong> recupero agiscono diversi soggetti per la raccolta, il trattamento e il<br />

conferimento alle industrie di riciclaggio e quindi la trasformazione industriale.<br />

La rete <strong>del</strong> recupero è molto ampia e comprende, oltre agli operatori <strong>del</strong>la<br />

raccolta dei rifiuti e dei materiali, un’ampia rete di piattaforme di trattamento e<br />

recupero dei materiali.<br />

La rete <strong>del</strong>le piattaforme prepara i materiali e li conferisce alle industrie di<br />

riprocesso dei materiali.<br />

Gli impianti di recupero<br />

Gli impianti di recupero e trattamento dei rifiuti rappresentano una rete diffusa<br />

in tutta Italia.<br />

A seguito <strong>del</strong> citato Censimento presentato da <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Gli impianti<br />

per il trattamento dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), è stato possibile mappare la presenza e<br />

distribuzione anche degli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12),<br />

presenti in ambito nazionale agli inizi <strong>del</strong> 2008: il numero di tali impianti risulta<br />

pari a 6.404, con una capacità di trattamento autorizzata annua di circa 150,8<br />

milioni di tonnellate (che include però anche quella presso le industrie<br />

produttive). Fra questi, gli impianti dedicati unicamente al recupero dei rifiuti<br />

non pericolosi rappresentano il 91% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le capacità autorizzate.<br />

La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambito<br />

nazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al dato<br />

riscontrato al Centro (18%) e al Sud (13%).<br />

Per una visione complessiva degli impianti di recupero è necessario comunque<br />

includere anche il numero e la capacità degli impianti autorizzati come R13, in cui<br />

viene effettuata la messa in riserva (associata o meno ad altri trattamenti) prima<br />

<strong>del</strong>l’avvio ad una <strong>del</strong>le operazioni di recupero identificate con le voci da R1 a R12.<br />

Dal censimento sopra richiamato di <strong>FISE</strong> Assoambiente, emerge che, anche in<br />

questo caso, su una capacità autorizzata totale pari a circa 21 milioni di tonnellate<br />

(relativa agli impianti autorizzati unicamente come R13 e non effettuano altri<br />

trattamenti), il 76% <strong>del</strong>le capacità è concentrato al Nord <strong>del</strong> Paese.<br />

In ogni caso, va tenuto presente che nel calcolo precedente sono stati inclusi<br />

(oltre che le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impianti<br />

produttivi) anche quegli impianti che effettuano trattamenti intermedi, e che<br />

questo potrebbe comportare una duplicazione <strong>del</strong> dato, che non può essere<br />

epurato. Inoltre, la capacità autorizzata va intesa come capacità massima<br />

utilizzabile, ed è solitamente più elevata di quella realmente utilizzata nel<br />

normale funzionamento di un impianto il quale difficilmente, per diversi motivi,<br />

viene sfruttato sempre a pieno regime.<br />

Da tutto ciò emerge che il dato riscontrato (150 milioni di tonnellate di capacità<br />

autorizzata) risulta con ogni probabilità sovrastimato rispetto alla possibilità di<br />

recupero effettivo e sicuramente superiore a quello relativo alle quantità<br />

realmente recuperate.<br />

42


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 11: Impianti di recupero dei rifiuti - inizio 2008<br />

IMPIANTI DI RECUPERO<br />

DI RIFIUTI NON PERICOLOSI<br />

IMPIANTI DI RECUPERO<br />

NON PERICOLOSI E PERICOLOSI<br />

IMPIANTI RECUPERO<br />

RIFIUTI PERICOLOSI<br />

TOTALE<br />

N<br />

CAPAC. AUT.<br />

N<br />

CAPAC. AUT.<br />

N<br />

CAPAC. AUT.<br />

N<br />

CAPAC. AUT.<br />

TOTALE ITALIA<br />

5.884<br />

137.637.940<br />

439<br />

12.496.023<br />

81<br />

7<strong>10</strong>.753<br />

6.404<br />

150.844.716<br />

NORD<br />

4.<strong>10</strong>2<br />

76.956.709<br />

292<br />

7.001.440<br />

38<br />

604.642<br />

4.432<br />

84.562.791<br />

CENTRO<br />

1.005<br />

39.266.447<br />

99<br />

4.881.512<br />

19<br />

35.513<br />

1.123<br />

44.183.472<br />

SUD<br />

777<br />

21.414.784<br />

48<br />

586.071<br />

24<br />

70.598<br />

849<br />

22.071.453<br />

IMPIANTI R13<br />

1958<br />

15.759.590<br />

255<br />

4.963.044<br />

39<br />

19.020<br />

2.252<br />

20.741.654<br />

IMPIANTI R13 CON<br />

ALTRE OPERAZIONI<br />

1770<br />

<strong>10</strong>5.085.012<br />

220<br />

4.190.202<br />

12<br />

481.669<br />

2.002<br />

<strong>10</strong>9.756.883<br />

DI RECUPERO<br />

NORD (SOLO R13)<br />

1165<br />

9.098.590<br />

2<strong>10</strong><br />

4.390.984<br />

17<br />

6.920<br />

1.392<br />

13.496.494<br />

NORD (ANCHE R13)<br />

1152<br />

25.255.012<br />

162<br />

3.889.532<br />

3<br />

176.331<br />

1.317<br />

29.320.875<br />

CENTRO (SOLO R13)<br />

491<br />

3.763.000<br />

34<br />

477.060<br />

11<br />

1.600<br />

536<br />

4.241.660<br />

CENTRO (ANCHE R13)<br />

212<br />

69.570.000<br />

47<br />

196.670<br />

7<br />

303.338<br />

266<br />

70.070.008<br />

SUD (SOLO R13)<br />

302<br />

2.898.000<br />

11<br />

95.000<br />

11<br />

<strong>10</strong>.500<br />

324<br />

3.003.500<br />

SUD (ANCHE R13)<br />

406<br />

<strong>10</strong>.260.000<br />

11<br />

<strong>10</strong>4.000<br />

2<br />

2.000<br />

419<br />

<strong>10</strong>.366.000<br />

Fonte: <strong>FISE</strong> Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia”, <strong>2009</strong><br />

43


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 12: Impianti di recupero dei rifiuti per macroaree<br />

7.000<br />

6.000<br />

5.884<br />

6.404<br />

5.000<br />

4.000<br />

4.<strong>10</strong>2<br />

4.432<br />

3.000<br />

2.000<br />

1.000<br />

0<br />

1.005 777<br />

impianti rifiuti<br />

non pericolosi<br />

439<br />

292<br />

impianti rifiuti<br />

non pericolosi e pericolosi<br />

99 48 81 38 19 24<br />

impianti rifiuti<br />

pericolosi<br />

totale<br />

1.123 849<br />

Totale Italia<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud<br />

Fonte: Fise Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia <strong>2009</strong>”<br />

Nell’ultimo decennio sono progressivamente cresciuti il trattamento meccanicobiologico<br />

e la produzione di CDR dai rifiuti urbani.<br />

Gli impianti specifici per il trattamento meccanico-biologico e produzione CDR<br />

dai rifiuti urbani risultano 133 nel 2007 e si stima che abbiano trattato oltre 9,5<br />

milioni di rifiuti urbani con una consistente crescita rispetto al 2003 (+28%).<br />

44


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Tabella 12:<br />

Trattamento meccanico-biologico e produzione CDR dai rifiuti urbani<br />

indifferenziati per Regione - Serie storica (ton)<br />

2003 2004 2005 2006 2007<br />

NUMERO<br />

IMPIANTI 2007<br />

Piemonte 258.191 370.686 388.750 418.134 517.318 15<br />

Lombardia 646.729 677.638 742.330 847.895 807.420 12<br />

Trentino 3.928 3.263 3.377 15.<strong>10</strong>0 12.811 1<br />

Veneto 570.703 620.509 591.194 520.309 538.367 <strong>10</strong><br />

Friuli 206.819 183.292 198.525 240.999 236.581 4<br />

Liguria 97.049 194.381 204.649 143.145 3<br />

Emilia 518.414 581.366 700.390 887.896 798.398 12<br />

NORD 2.204.784 2.533.802 2.818.947 3.134.982 3.054.040 57<br />

Toscana 900.577 931.663 1.034.081 988.514 1.055.922 17<br />

Umbria 301.785 306.901 313.167 320.489 423.584 4<br />

Marche 152.526 166.212 182.197 2<strong>10</strong>.412 192.969 5<br />

Lazio 499.787 394.695 454.6<strong>10</strong> 576.593 835.091 <strong>10</strong><br />

CENTRO 1.854.975 1.799.470 1.984.055 2.096.008 2.507.566 36<br />

Abruzzo 120.871 149.845 126.891 114.861 335.889 9<br />

Molise 47.700 57.796 50.914 53.089 52.327 1<br />

Campania 2.705.478 2.258.727 2.522.408 2.407.454 2.200.707 7<br />

Basilicata 5.795 12.152 289.143 302.041 3<br />

Puglia 161.000 148.795 229.506 28.640 55.349 5<br />

Calabria 205.450 266.562 392.747 456.763 553.027 7<br />

Sicilia 59.721 47.021 <strong>10</strong>0.000 118.895 115.736 2<br />

Sardegna 121.211 159.424 220.621 346.677 395.438 6<br />

SUD 3.421.431 3.093.965 3.655.239 3.815.522 4.0<strong>10</strong>.514 40<br />

Italia 7.480.890 7.427.237 8.458.241 9.046.512 9.572.120 133<br />

Fonte: ISPRA<br />

45


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 13: Quantità di rifiuti biostabilizzati o trasformati in CDR per Regione (000/ton)<br />

2.400<br />

2.200<br />

2.000<br />

1.600<br />

1.200<br />

1.055<br />

800<br />

835 807 798<br />

400<br />

553 538 517<br />

423 395 335<br />

302 236<br />

192<br />

0<br />

Campania<br />

Toscana<br />

Lazio<br />

Lombardia<br />

Emilia Romagna<br />

Calabria<br />

Veneto<br />

Piemonte<br />

Umbria<br />

Sardegna<br />

Abruzzo<br />

Basilicata<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Marche<br />

143 115<br />

55 52<br />

Liguria<br />

Sicilia<br />

Puglia<br />

Molise<br />

12<br />

Trentino Alto Adige<br />

Fonte: ISPRA<br />

Le piattaforme di recupero dei materiali<br />

Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge un<br />

importante ruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materiali<br />

riciclabili quali carta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceve<br />

rifiuti in entrata dalla raccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.<br />

In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai Consorzi di filiera <strong>del</strong><br />

Sistema Conai, si contano 486 piattaforme di raccolta dei materiali da<br />

riciclare.<br />

Di queste, 272 sono piattaforme dedicate principalmente al recupero <strong>del</strong><br />

legno, 76 al recupero <strong>del</strong>la carta, 30 a quello <strong>del</strong> vetro, 12 a quello <strong>del</strong>la<br />

plastica e 41 raccolgono più materiali.<br />

46


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 13: Piattaforme di raccolta per tipo di materiale 2008<br />

CARTA LEGNO CARTA CARTA PIATTAFORME CON<br />

REGIONI CARTA LEGNO LEGNO PLASTICA PLASTICA PLASTICA LEGNO VETRO TOTALE SELETT.AUTOM.<br />

PLASTICA<br />

ALLUMINIO<br />

Piemonte 6 2 38 1 2 2 1 52 5<br />

Valle d' Aosta 1 1 -<br />

Lombardia 17 4 38 3 2 2 1 8 75 12<br />

Trentino A. A. 4 <strong>10</strong> 14 1<br />

Veneto 6 9 30 1 2 5 53 <strong>10</strong><br />

Friuli V. G. 1 6 1 8 3<br />

Liguria 1 1 7 1 1 11 1 23 4<br />

Emilia Romagna 12 5 37 4 1 1 1 2 63 4<br />

NORD 46 23 166 7 6 6 18 17 289 39<br />

Toscana 1 1 20 1 2 2 27 4<br />

Umbria 2 1 1 1 5 2<br />

Marche 1 14 1 1 17 -<br />

Lazio 8 3 23 1 2 37 5<br />

CENTRO <strong>10</strong> 6 58 2 2 1 2 5 86 11<br />

Abruzzo 2 13 1 16 1<br />

Molise 1 1 2 -<br />

Campania 12 8 12 2 3 37 12<br />

Puglia 2 4 11 1 3 21 8<br />

Basilicata 1 3 4 -<br />

Calabria 5 5 1 1 12 4<br />

Sicilia 3 6 16 1 1 2 29 2<br />

Sardegna 3 2 5 9<br />

SUD 20 26 48 2 4 2 1 8 111 36<br />

ITALIA 76 55 272 11 12 9 21 30 486 86<br />

Fonte: Consorzi di filiera CONAI<br />

47


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 14: Numero di piattaforme per la raccolta di materiali e per macroaree 2008<br />

300<br />

289<br />

250<br />

200<br />

150<br />

166<br />

<strong>10</strong>0<br />

86<br />

111<br />

50<br />

0<br />

Nord<br />

46<br />

<strong>10</strong><br />

carta<br />

20<br />

23<br />

6<br />

carta/legno<br />

Centro<br />

26<br />

68<br />

48<br />

legno<br />

Sud<br />

7<br />

legno/plastica<br />

2 2<br />

6<br />

2<br />

plastica<br />

4<br />

18<br />

6 1 2 2 1<br />

carta/plastica<br />

carta legno plastica<br />

17<br />

vetro<br />

5<br />

8<br />

totale<br />

Fonte: Consorzi di filiera CONAI<br />

Gli impianti di riprocesso industriale dei materiali<br />

Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperati<br />

corrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.<br />

In Italia sono presenti 27 acciaierie, di cui 24 collocate al Nord, che riutilizzano<br />

rottami di ferro.<br />

Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.<br />

Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.<br />

Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.<br />

Gli impianti di produzione <strong>del</strong> pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.<br />

Gli impianti di utilizzo <strong>del</strong>le plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28<br />

al Sud.<br />

Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e<br />

30 al Sud.<br />

48


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA14: Impianti di riprocesso industriale dei diversi materiali 2008<br />

REGIONI ACCIAIERIE VETRERIE CARTIERE ALLUMINIO LEGNO PLASTICA TOTALE<br />

Piemonte 1 1 5 2 1 9 11<br />

Valle d' Aosta 0 0 0 0 0 1 0<br />

Lombardia 16 6 15 7 6 23 66<br />

Trentino A. A. 1 2 1 0 0 1 5<br />

Veneto 3 6 <strong>10</strong> 4 0 18 26<br />

Friuli V. G. 2 2 2 0 2 2 <strong>10</strong><br />

Liguria 0 3 1 0 0 0 4<br />

Emilia Romagna 1 2 5 2 4 8 15<br />

NORD 24 22 39 15 13 62 137<br />

Toscana 0 2 12 0 1 3 15<br />

Umbria 0 2 1 0 0 2 3<br />

Marche 0 0 2 1 0 1 3<br />

Lazio 0 1 8 0 0 1 9<br />

CENTRO 0 5 23 1 1 7 30<br />

Abruzzo 0 1 0 1 0 2 2<br />

Molise 0 0 0 1 0 0 1<br />

Campania 0 1 4 5 1 9 11<br />

Puglia 1 3 0 1 0 5 6<br />

Basilicata 1 0 0 0 0 1 2<br />

Calabria 0 0 1 0 0 0 1<br />

Sicilia 1 1 1 0 7 4<br />

Sardegna 0 0 3 0 0 4 3<br />

SUD 3 6 8 9 1 28 30<br />

ITALIA 27 33 70 25 15 97 197<br />

Fonte: Consorzi di Filiera CONAI<br />

49


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 15: Impianti industriali di riprocesso dei materiali recuperati 2008<br />

200<br />

197<br />

160<br />

137<br />

120<br />

97<br />

80<br />

70<br />

62<br />

40<br />

0<br />

24<br />

0<br />

39<br />

27<br />

33<br />

22<br />

23<br />

3 5 6<br />

28 30 30<br />

25<br />

15<br />

15<br />

8<br />

9 13<br />

7<br />

1<br />

1 1<br />

acciaierie vetrerie cartiere alluminio legno plastica totale<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud<br />

Italia<br />

Fonte: Consorzi di filiera CONAI<br />

Indagine sulle piattaforme di recupero dei rifiuti<br />

<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> ha condotto un’indagine sulle piattaforme di recupero dei principali<br />

materiali derivati dai rifiuti.<br />

Il campione è composto da 168 casi, di cui <strong>10</strong>5 al Nord, 18 al Centro e 45 al Sud<br />

ed è stato determinato in base alle risposte pervenute a un questionario<br />

distribuito a tutte le imprese iscritte a <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong>.<br />

Il campione così costruito rappresenta il 34% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le piattaforme di<br />

recupero italiane che, secondo i dati forniti da CONAI e dai Consorzi di filiera<br />

risultano 486 (Tabella 17).<br />

La distribuzione territoriale <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione rispecchia<br />

sostanzialmente, in percentuale, la distribuzione territoriale <strong>del</strong>l’universo: il 59%<br />

<strong>del</strong>le aziende intervistate (<strong>10</strong>1 casi) è localizzato al Nord (62% le aziende<br />

<strong>del</strong>l’universo localizzate al Nord), il 18% è localizzato al Centro (11% l’universo)<br />

e il 23% al Sud (27% l’universo).<br />

La maggior parte <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione trattano tutte le tipologie di<br />

materiali (carta e cartone, metalli, vetro e plastica) o le principali di esse.<br />

Il 68% <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione operano in autorizzazione ordinaria,<br />

mentre il 32% in autorizzazione semplificata.<br />

50


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 16:<br />

Regime autorizzativo<br />

autorizzazione semplificata 32%<br />

autorizzazione ordinaria 68%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

Il dato sul fatturato è stato fornito solo da 113 piattaforme che,<br />

complessivamente, fatturano oltre 312 milioni di euro.<br />

Mediamente ogni piattaforma fattura 2,7 milioni di euro, con le piattaforme al<br />

Nord che presentano un fatturato medio di 3 milioni di euro, al Centro di 2,5<br />

milioni di euro e al Sud 1,6 milioni di euro.<br />

Questi valori diversificati indicano che al Nord le piattaforme sono mediamente<br />

più grandi rispetto al Centro e al Sud.<br />

I valori si riavvicinano se misurati per fatturato, per tonnellate di rifiuto in<br />

ingresso e per materiale in uscita.<br />

Il fatturato medio per materiale in entrata è di <strong>10</strong>7 euro/tonnellata, e varia da<br />

111euro/ton al Nord a 91 euro al Sud, mentre il fatturato <strong>del</strong> materiale in uscita<br />

varia da 135 euro/tonnellata al Nord a <strong>10</strong>4 euro/tonnellata al Centro.<br />

TABELLA 15: Materiale in entrata e in uscita dalle piattaforme<br />

PIATTAFORME<br />

NUMERO CAMPIONE<br />

N. COMUNI<br />

SERVITI<br />

MATERIALE IN ENTRATA<br />

(ton)<br />

MATERIALI IN USCITA<br />

(ton)<br />

NORD<br />

081<br />

1.708<br />

2.2<strong>10</strong>.659<br />

1.816.778<br />

CENTRO<br />

015<br />

0.351<br />

0.384.996<br />

0.372.294<br />

SUD<br />

017<br />

00.39<br />

0.317.547<br />

0.229.148<br />

ITALIA<br />

113<br />

2.098<br />

2.913.202<br />

2.418.219<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

51


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 16: Fatturato <strong>del</strong>le piattaforme di recupero<br />

FATTURATO MEDIO<br />

PIATTAFORMA<br />

(EURO)<br />

FATTURATO MEDIO<br />

PER COMUNE<br />

(EURO)<br />

FATTURATO MEDIO<br />

PER MATERIALE IN<br />

ENTRATA<br />

(EURO/TON)<br />

FATTURATO MEDIO<br />

PER MATERIALE IN<br />

USCITA<br />

(EURO/TON)<br />

FATTURATO<br />

ATTIVITÀ DI<br />

RECUPERO 2008<br />

(EURO)<br />

NORD<br />

3.026.942<br />

143.549<br />

111<br />

135<br />

245.182.289<br />

CENTRO<br />

2.569.308<br />

<strong>10</strong>9.799<br />

<strong>10</strong>0<br />

<strong>10</strong>4<br />

038.539.618<br />

SUD<br />

1.691.011<br />

737.<strong>10</strong>7<br />

091<br />

125<br />

028.747.179<br />

ITALIA<br />

2.765.213<br />

148.937<br />

<strong>10</strong>7<br />

129<br />

312.469.086<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni di<br />

tonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentano il 43%, la plastica<br />

il 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il <strong>10</strong>%.<br />

In particolare, la frazione <strong>del</strong>la carta e cartone è composta per il 53% da cartone,<br />

per il 43% da cartaccia mista e per il 4% da altre carte.<br />

Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine <strong>del</strong> 2008, un confronto<br />

<strong>del</strong>le quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> rispetto al<br />

primo trimestre 2008 mostra andamenti diversi per i singoli materiali: la carta e<br />

cartone in entrata sono cresciuti <strong>del</strong> 21% insieme al vetro (+26%), mentre sono<br />

decresciuti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).<br />

TABELLA 17: Rifiuti in ingresso (ton)<br />

ton.<br />

complessive<br />

carta e<br />

cartone<br />

di cui<br />

cartaccia<br />

mista<br />

di cui<br />

cartone<br />

di cui<br />

altro<br />

macero<br />

plastica<br />

vetro<br />

metalli<br />

rifiuti<br />

elettrici ed<br />

elettronici<br />

legno<br />

multimateriale<br />

ALTRO<br />

TOTALE<br />

tutti<br />

materiali<br />

NORD<br />

1.116.570<br />

447.489<br />

ca440.356<br />

182.156<br />

216.311<br />

0.774.247<br />

318.980<br />

2.258<br />

42.531<br />

231.157<br />

190.335<br />

2.487.786<br />

CENTRO<br />

0.248.125<br />

<strong>10</strong>4.020<br />

0047.734<br />

0025.588<br />

023.301<br />

0.069.257 00.12.864<br />

01.908<br />

12.229<br />

136.832<br />

020.356<br />

0.446.966<br />

SUD<br />

0.309.482<br />

116.361<br />

179.148<br />

0011.848<br />

050.339<br />

0.136.014 0.018.827<br />

07.997<br />

16.461<br />

055.799<br />

034.555<br />

0.617.978<br />

TOTALE ITALIA 1.674.178<br />

667.871<br />

667.239<br />

219.592<br />

289.952<br />

9.795.185 3.506.733<br />

12.164<br />

71.221<br />

423.789<br />

245.246<br />

3.552.731<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

52


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 18: Rifiuti in ingresso - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre <strong>2009</strong><br />

CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO MULTIMATERIALE<br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

NORD<br />

0.255.994 0.249.409<br />

<strong>10</strong>4.096<br />

112.246<br />

053.033<br />

55.047<br />

926.082<br />

673.867<br />

76.868<br />

68.789<br />

43.052<br />

46.933<br />

CENTRO<br />

0.054.819 0.046.191<br />

009.050<br />

09.0<strong>10</strong><br />

006.601<br />

05.212<br />

003.<strong>10</strong>3<br />

001.9<strong>10</strong><br />

05.645<br />

06.286<br />

39.735<br />

30.044<br />

SUD<br />

1.0<strong>10</strong>.405 1.308.612<br />

027.282<br />

055.999<br />

0041.191<br />

<strong>10</strong>.156<br />

0014.583<br />

011.164<br />

03.581<br />

04.652<br />

06.293<br />

09.077<br />

TOTALE ITALIA<br />

1.321.218 1.604.212<br />

140.428<br />

177.255<br />

<strong>10</strong>0.825<br />

70.415<br />

943.768<br />

686.942<br />

86.094<br />

79.727<br />

89.080<br />

86.053<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

GRAFICO 17:<br />

Tipologia dei rifiuti in ingresso<br />

multimateriale <strong>10</strong>%<br />

altro 6%<br />

legno 2%<br />

RAEE 0%<br />

metalli 8%<br />

carta 43%<br />

vetro 24%<br />

plastica 7%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

53


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 18: Tipologia <strong>del</strong>la carta e cartone in ingresso<br />

cartone 53,67%<br />

altro macero 3,46%<br />

cartaccia 42,87%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

I canali di approvvigionamento <strong>del</strong>le piattaforme sono diversi: in particolare, i<br />

rifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% <strong>del</strong> totale dei<br />

materiali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria, e grande<br />

distribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, da<br />

importazione il 3%.<br />

Dei rifiuti urbani e assimilati il 75% sono raccolti in convenzione CONAI/Consorzi<br />

e il 25% non in convenzione.<br />

GRAFICO 19:<br />

Fonti di approvvigionamento <strong>del</strong>le piattaforme di recupero<br />

import 3%<br />

industrie, commercio e<br />

grande distribuzione 30%<br />

altro 5%<br />

raccolta differenziati<br />

(urbani e assimilati) 53%<br />

intermediari o<br />

altri recuperatori 8%<br />

servizi ed uffici 1%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

54


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 20:<br />

Principali tipologie di rifiuto in entrata e circuito di provenienza dei rifiuti<br />

urbani<br />

speciali 33%<br />

urbani e assimilati<br />

67%<br />

circuito CONAI<br />

consorzi 75%<br />

non in<br />

convenzione<br />

25%<br />

Fonte : Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

Complessivamente i rifiuti in uscita nel 2008 dal totale <strong>del</strong>le piattaforme<br />

intervistate sono pari ad altre 3 milioni di tonnellate.<br />

Di queste, il 54% sono materiali cartacei, il 27% vetro e il <strong>10</strong>% plastica, il 4%<br />

legno e il 2% metalli.<br />

Nel confronto tra primo trimestre 2008 e primo trimestre <strong>2009</strong>, si registra un<br />

aumento <strong>del</strong>la carta e cartone (+7%) e <strong>del</strong> legno in uscita (+13%) e una<br />

diminuzione per il vetro (-7%), per la plastica (-18%) e per i metalli (-31%).<br />

TABELLA 19: Materiali in uscita dalle piattaforme per area geografica (ton)<br />

CARTA<br />

VETRO<br />

PLASTICA<br />

METALLI<br />

LEGNO<br />

ALTRO<br />

TOTALE<br />

NORD<br />

1.238.594<br />

535.753<br />

221.801<br />

36.275<br />

074.486<br />

42.751<br />

2.149.661<br />

CENTRO<br />

0.199.297<br />

123.007<br />

035.446<br />

12.781<br />

020.884<br />

20.524<br />

0.411.939<br />

SUD<br />

0.198.879<br />

149.163<br />

052.839<br />

17.426<br />

018.708<br />

17.422<br />

0.454.437<br />

ITALIA<br />

1.636.770<br />

807.923<br />

3<strong>10</strong>.085<br />

66.483<br />

114.078<br />

80.697<br />

3.016.037<br />

Fonte: Indagine piattaforme <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

55


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 20: Materiali in uscita - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre <strong>2009</strong> (ton)<br />

CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO<br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

I° trimestre<br />

2008<br />

I° trimestre<br />

<strong>2009</strong><br />

NORD<br />

198.752<br />

206.345<br />

56.132<br />

60.<strong>10</strong>5<br />

16.757<br />

15.848<br />

13.335<br />

6.930<br />

5.664<br />

8.289<br />

CENTRO<br />

35.016<br />

27.765<br />

22.4<strong>10</strong><br />

19.008<br />

<strong>10</strong>.355<br />

6.483<br />

2.974<br />

2.142<br />

6.839<br />

5.051<br />

SUD<br />

873.012<br />

954.558<br />

34.634<br />

26.505<br />

29.696<br />

24.354<br />

16.208<br />

13.094<br />

4.247<br />

5.652<br />

TOTALE ITALIA<br />

1.<strong>10</strong>6.781<br />

1.188.669<br />

113.177<br />

<strong>10</strong>5.618<br />

56.808<br />

46.685<br />

32.516<br />

22.165<br />

16.750<br />

18.992<br />

Fonte : Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

GRAFICO 21:<br />

Tipologia di MPS in uscita in % sul totale<br />

metalli 4%<br />

plastica <strong>10</strong>%<br />

legno 4%<br />

altro 3%<br />

vetro 27%<br />

carta 54%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

In particolare, il materiale cartaceo in uscita è composto prevalentemente da<br />

cartaccia mista (33%), cartone ondulato (43%), riviste e quotidiani (<strong>10</strong>%) e<br />

frazioni minori di high grades, kraft e special grades.<br />

56


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 22:<br />

Tipologia di carta e cartone MPS in uscita<br />

high grades 2%<br />

medium grades 3%<br />

quotidiani 3%<br />

kraft grades 1%<br />

special grades 1%<br />

de-inking 5%<br />

riviste 7%<br />

cartaccia mista 33%<br />

cartone ondulato 43%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

Il vetro in uscita è composto per il 63% da vetro verde misto, per il 23% da vetro<br />

mezzo bianco, per il <strong>10</strong>% da vetro giallo e per il 4% da vetro bianco.<br />

GRAFICO 23:<br />

Tipologia di vetro MPS in uscita<br />

vetro giallo <strong>10</strong>%<br />

vetro mezzo bianco 23%<br />

vetro bianco 4%<br />

vetro verde misto 63%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

57


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il materiale in uscita è stato destinato per la maggior parte (71%) alle industrie<br />

di trasformazione, per il 19% ad intermediari e recuperatori e per il <strong>10</strong>%<br />

all’esportazione.<br />

La destinazione geografica <strong>del</strong> materiale è prevalentemente l’Italia (92%), l’UE<br />

per il 2%, e i Paesi extra Ue per il 6%.<br />

TABELLA 21: Materiali in uscita dalle piattaforme per destinazioni (ton)<br />

TOTALE<br />

INDUSTRIE<br />

INTERMEDIARI<br />

RECUPERATORI<br />

EXPORT<br />

NORD<br />

0920.986<br />

464.245<br />

281.935<br />

174.806<br />

CENTRO<br />

159.770<br />

136.001<br />

16.897<br />

6.872<br />

SUD<br />

288.717<br />

191.768<br />

83.172<br />

13.777<br />

ITALIA<br />

1.369.473<br />

792.014<br />

382.004<br />

195.455<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

GRAFICO 24:<br />

Destinazione dei materiali in uscita<br />

export <strong>10</strong>%<br />

industrie di trasformazione 71%<br />

intermediari ed altri<br />

recuperatori 19%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

58


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 25:<br />

Destinazione geografica dei materiali in uscita<br />

Paesi UE 2%<br />

Paesi extra-UE 6%<br />

Italia 92%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

Gli scarti in uscita dalle piattaforme nel 2008 sono pari complessivamente ad<br />

oltre 500 mila tonnellate e sono stati avviati per il 68% in discarica, per il 16%<br />

ad incenerimento e per il 16% ad altre forme di smaltimento.<br />

TABELLA 22:<br />

Scarti avviati a smaltimento (ton)<br />

DISCARICA<br />

INCENERIMENTO<br />

ALTRO<br />

TOTALE<br />

296.661<br />

077.063<br />

83.409<br />

45.7132<br />

52.223<br />

9.985<br />

6.833<br />

69.040<br />

43.293<br />

2.348<br />

2.025<br />

47.666<br />

392.177<br />

89.395<br />

92.267<br />

573.839<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

59


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 26:<br />

Destinazione degli scarti (% sul totale)<br />

altro 16%<br />

incenerimento 16%<br />

discarica 68%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

60


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

RECUPERO E<br />

RICICLAGGIO DEI<br />

RIFIUTI E MERCATO<br />

DELLE MATERIE<br />

PRIME SECONDARIE<br />

Negli ultimi dieci anni, in Europa e in Italia, il recupero dei rifiuti è diventato<br />

un importante settore economico che coinvolge operatori e imprese nella<br />

fase di raccolta, di recupero e trattamento, nonchè di riciclo e riprocesso dei<br />

materiali recuperati.<br />

L’industria <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio costituisce anche un importante<br />

settore <strong>del</strong>l’economia nazionale, caratterizzato da una forte innovazione<br />

tecnologica e rappresenta l’anello finale di un ciclo che garantisce l’effettivo<br />

riutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importanti risultati<br />

ambientali: da una parte togliendo rifiuti alle forme di smaltimento in<br />

discarica e mediante incenerimento, e dall’altra riducendo così l’uso di<br />

materie vergini nei processi industriali.<br />

Il settore <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti non ha solo un importante<br />

aspetto economico ma anche ambientale, non solo per la crescita di rifiuti<br />

che vengono sottratti allo smaltimento, ma anche per altri motivi.<br />

Le operazioni di riciclo comportano, come effetto <strong>del</strong> reimpiego industriale<br />

dei materiali e quindi <strong>del</strong>la sostituzione di cicli produttivi basati su materie<br />

prime, producono benefici ambientali quali:<br />

- riduzione <strong>del</strong>l’estrazione di materie prime;<br />

- riduzione dei consumi energetici e di emissioni di CO2 climalteranti;<br />

- riduzione <strong>del</strong>le emissioni atmosferiche direttamente o indirettamente<br />

connesse ai cicli produttivi;<br />

- riduzione dei consumi idrici e <strong>del</strong>le emissioni idriche.<br />

Nella fase <strong>del</strong>la raccolta dei rifiuti urbani e speciali sono cresciuti nuovi<br />

sistemi di raccolta differenziata, che conferiscono alla rete dei centri di<br />

recupero, e piattaforme che trattano i materiali raccolti prima di portarli<br />

come materie prime secondarie agli impianti industriali di produzione di<br />

carta e cartone, vetro, plastica, acciaio, alluminio, pannelli in legno e<br />

materiali da costruzioni.<br />

La raccolta differenziata dei diversi materiali è perciò funzione <strong>del</strong> sistema<br />

di riciclo e <strong>del</strong>la richiesta <strong>del</strong>le materie prime secondarie da parte <strong>del</strong><br />

mercato e la crescita <strong>del</strong> settore <strong>del</strong> recupero è strettamente legata ai settori<br />

produttivi e al mercato che riutilizzano le materie secondarie, quali cartiere,<br />

vetrerie, acciaierie, lavorazione polimeri, produzione truciolati.<br />

L’industria <strong>del</strong> riciclo, anche sotto la spinta <strong>del</strong> recupero crescente dei rifiuti,<br />

ha mostrato in questo decennio una forte dinamicità in Italia e in Europa<br />

crescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria nel suo<br />

complesso.<br />

La disponibilità di materie prime secondarie è perciò diventata basilare per<br />

diversi settori industriali.<br />

In molti comparti l’utilizzo <strong>del</strong>le materie prime secondarie rappresenta una<br />

quota preponderante in rapporto all’uso <strong>del</strong>le materie prime e <strong>del</strong>le materie<br />

vergini.<br />

61


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Per acciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzione<br />

è costituito da materie secondarie.<br />

Il settore <strong>del</strong> recupero dipende da un ampio sistema di raccolta <strong>del</strong>le<br />

materie provenienti da diversi canali di consumo: dai rifiuti urbani e dal<br />

consumo <strong>del</strong>le famiglie, dai rifiuti speciali, che nascono dalle attività<br />

produttive, commerciali e terziarie, dagli sfridi di produzione dei processi<br />

produttivi industriali e dalla dismissione dei beni di largo consumo quali<br />

auto, apparecchi elettronici, nonché dall’ampio settore <strong>del</strong>le costruzioni e<br />

demolizioni.<br />

Nella fase <strong>del</strong>la raccolta e recupero operano due grandi reti: quella<br />

pubblica, attiva principalmente nella raccolta di imballaggi dai rifiuti urbani,<br />

e quella privata, attiva principalmente nella raccolta dei rifiuti speciali e per<br />

una parte minore dei rifiuti urbani.<br />

Dopo la prima fase <strong>del</strong>la raccolta, il sistema <strong>del</strong> recupero attraverso le<br />

piattaforme interviene con attività di selezione e pretrattamento dei<br />

materiali per poter conferire le materie ottenute alle imprese di riciclaggio<br />

(vetrerie, cartiere, acciaierie, produttori di truciolati, etc.).<br />

Va considerato inoltre come il ciclo <strong>del</strong> recupero, composto da raccolta,<br />

selezione, trattamento e riciclaggio veda una presenza diversa di soggetti e<br />

imprese nei diversi settori dei materiali.<br />

La presenza di componenti diverse nelle filiere di ciascun materiale conduce<br />

a situazioni di gestione <strong>del</strong> ciclo di recupero in cui i diversi operatori<br />

possono avere interessi convergenti ma anche diversi dal punto di vista<br />

economico e organizzativo.<br />

L’importanza <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato nei processi produttivi finali<br />

si può calcolare come peso relativo <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato<br />

(materie prime secondarie) rispetto all’uso <strong>del</strong>la materia prima.<br />

La materie prime secondarie, che nascono dalla valorizzazione <strong>del</strong>la raccolta<br />

differenziata di origine urbana e non, nonché degli sfridi di produzione,<br />

hanno superato, in alcuni settori, l’uso <strong>del</strong>le materie prime vergini e la loro<br />

domanda risulta crescente negli anni.<br />

Nel settore <strong>del</strong>l’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperati<br />

rappresenta quasi il 64% <strong>del</strong>la produzione finale di metalli, nel settore <strong>del</strong>la<br />

carta e cartone oltre il 55% <strong>del</strong>la produzione di carta e cartone, nel vetro<br />

cavo oltre il 50%, nel settore <strong>del</strong>la plastica il 18%.<br />

Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione e<br />

demolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate di<br />

materiali, di cui 18 milioni di metalli, 6,3 milioni di carta e cartone, 3,9<br />

milioni di legno, 1,6 milioni di vetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno<br />

2007).<br />

Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,<br />

superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte con<br />

l’importazione netta di diversi materiali, in particolare con 5,6 milioni di<br />

62


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

tonnellate di rottami ferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 mila<br />

tonnellate di legno, 385 mila tonnellate di plastica, 202 mila tonnellate di<br />

vetro. Il settore <strong>del</strong>la carta e cartone, la cui capacità di raccolta in Italia, ha<br />

superato la capacità di riciclaggio, è stato l’unico a presentare una<br />

esportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.<br />

Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuito<br />

urbano si ricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milioni<br />

di organico e verde; 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone; 1 milione<br />

di tonnellate di vetro; 400 mila tonnellate di legno; oltre 340 mila<br />

tonnellate di plastica.<br />

Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni di<br />

tonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellate<br />

sono imballaggi di cartone; 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi di<br />

legno, 395 mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellate<br />

sono imballaggi in plastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 mila<br />

tonnellate in alluminio.<br />

Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milioni<br />

di tonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1<br />

milioni di tonnellate di legno, 493 mila di alluminio, 212 mila di plastica,<br />

242 mila di vetro.<br />

Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quello<br />

dei materiali organici.<br />

Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1<br />

milioni di tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milione di<br />

tonnellate di rifiuti organici urbani, 1,1 milione di tonnellate di rifiuti da<br />

verde urbano, e 1 milione di tonnellate di fanghi e altri materiali organici.<br />

Più complessa è la valutazione dei materiali inerti recuperati e riciclati dal settore<br />

<strong>del</strong>le costruzioni e demolizioni, da cui si stima che vengano recuperati circa 3,1<br />

milioni di tonnellate di ferro e 872 mila tonnellate di legno.<br />

Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti<br />

2008”, in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni di<br />

tonnellate di rifiuti inerti all’anno.<br />

Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, nell’anno<br />

2008, quasi il <strong>10</strong>0% <strong>del</strong> materiale conferito appartiene alla famiglia dei<br />

codici CER 17.XX.XX (Rifiuti <strong>del</strong>le operazioni di costruzione e demolizione -<br />

compreso il terreno proveniente da siti contaminati).<br />

Riguardo agli aspetti quantitativi, da uno studio ANPAR <strong>del</strong> <strong>2009</strong> ogni anno in<br />

Europa risulta che sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti da C&D.<br />

Essi rappresentano il 31% <strong>del</strong>la produzione totale di rifiuti in Europa.<br />

In base allo studio in Italia si riscontra una situazione di arretratezza <strong>del</strong><br />

recupero di detti rifiuti, soprattutto se si confrontano i dati nazionali con<br />

quelli di altri Stati europei.<br />

63


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

I dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trend positivo <strong>del</strong>la<br />

produzione di rifiuti inerti, ma secondo lo studio ANPAR gli impianti di<br />

frantumazione registrano un trend negativo dei conferimenti, con una<br />

diminuzione <strong>del</strong> trattamento nel 2008 rispetto al 2007.<br />

Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che speciali<br />

vengono recuperati in forma di energia.<br />

Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nel<br />

settore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel<br />

2007 su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3<br />

milioni di tonnellate erano rifuti urbani indifferenziati, 319 mila erano<br />

frazione secca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila erano CDR,<br />

39 mila rifiuti sanitari e 486 mila rifiuti speciali.<br />

TABELLA 23: Stima <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)<br />

CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA<br />

MATERIALI<br />

IMBALLAGGI<br />

DA RU<br />

RACCOLTI<br />

ALTRI MATERIALI<br />

DA RIFIUTI<br />

URBANI<br />

IMBALLAGGI<br />

COMMERCIALI E<br />

INDUSTRIALI<br />

RACCOLTA ALTRI RIFIUTI<br />

SPECIALI E SFRIDI DI<br />

PRODUZIONE DA C&D<br />

TOTALE<br />

RACCOLTA<br />

DI MATERIA<br />

IMP. NETTO +<br />

EXP. NETTO -<br />

RECUPERO<br />

RICICLAGGIO<br />

DI MATERIA<br />

Acciaio<br />

155<br />

241<br />

18.243<br />

18.639<br />

5.613<br />

24.252<br />

Alluminio<br />

6<br />

32<br />

493<br />

531<br />

417<br />

948<br />

Carta<br />

894<br />

1.548<br />

2.413<br />

1.460<br />

6.315<br />

-987<br />

5.328<br />

Legno<br />

153<br />

316<br />

1.366<br />

2.<strong>10</strong>5<br />

3.940<br />

560<br />

4.500<br />

Plastica (2007)<br />

306<br />

74<br />

366<br />

212<br />

958<br />

385<br />

1.343<br />

Vetro<br />

995<br />

395<br />

242<br />

1.632<br />

202<br />

1.834<br />

totale<br />

2.509<br />

1.938<br />

4.813<br />

22.755<br />

32.015<br />

6.190<br />

38.205<br />

Frazione organica<br />

selezionata (2007)<br />

1272<br />

Verde (2007)<br />

<strong>10</strong>96<br />

Fanghi e altro (2007)<br />

812<br />

Totale compostaggio<br />

3180<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali, comprendente<br />

acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici, ha<br />

superato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71%, dalla raccolta di rifiuti speciali<br />

e sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta di imballaggi industriali e commerciali<br />

e per il 14% dalla raccolta di rifiuti e imballaggi urbani.<br />

La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% <strong>del</strong> totale<br />

dei materiali recuperati.<br />

Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore <strong>del</strong>l’acciaio, che rappresenta<br />

il 58% <strong>del</strong> totale dei materiali recuperati ed è gestito quasi interamente da<br />

64


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

recuperatori privati, allora la gestione <strong>del</strong> recupero totale dei materiali, considerando<br />

solo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende per il 68% dai recuperatori<br />

privati e per il 32% dai recuperatori pubblici e dai Consorzi.<br />

I Consorzi <strong>del</strong> sistema Conai, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò su un<br />

recupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni di tonnellate<br />

di imballaggi domestici e 880 mila imballaggi industriali e commerciali.<br />

Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dai recuperatori<br />

privati presso i settori commerciali e industriali.<br />

La rete dei recuperatori privati agisce pertanto su una raccolta totale di oltre 28,6<br />

milioni di tonnellate di materiali, di cui:<br />

- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate di<br />

carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno, 366<br />

mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.<br />

- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiuti speciali,<br />

degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni di tonnellate di<br />

metalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni di tonnellate di legno<br />

e 212 mila tonnellate di plastica.<br />

Da questi dati si può vedere l’importanza relativa che la rete dei recuperatori privati ha<br />

nel sistema totale <strong>del</strong> recupero di materie in Italia. La raccolta basata sui recuperatori<br />

privati avviene secondo le regole <strong>del</strong> mercato industriale e non richiede contributi<br />

pubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadro <strong>del</strong>la concorrenza <strong>del</strong><br />

mercato.<br />

GRAFICO 27: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio,<br />

carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - % sul totale<br />

recupero)<br />

Raccolta<br />

imballaggi da RU 8%<br />

Raccolta altri materiali<br />

da rifiuti urbani 6%<br />

Raccolta altri rifiuti<br />

speciali e sfridi<br />

di produzione<br />

da C&D 71%<br />

Raccolta imballaggi<br />

commerciali<br />

e industriali 15%<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

65


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 28: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,<br />

legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)<br />

25.000<br />

22.755<br />

20.000<br />

15.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

5.000<br />

2.509<br />

1.938<br />

4.813<br />

0<br />

raccolta<br />

imballaggi da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta altri<br />

materiali da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta<br />

imballaggi<br />

commerciali e<br />

industriali<br />

raccolta altri<br />

rifiuti speciali<br />

e sfridi di<br />

produzione<br />

da C&D<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

GRAFICO 29: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,<br />

plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (% sul totale recupero)<br />

Raccolta imballaggi<br />

da RU 18%<br />

Raccolta altri rifiuti<br />

speciali e sfridi<br />

di produzione<br />

da C&D 34%<br />

Raccolta<br />

altri materiali da<br />

rifiuti urbani 14%<br />

Raccolta imballaggi<br />

commerciali<br />

e industriali 34%<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

66


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 30: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,<br />

plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)<br />

14.000<br />

13.376<br />

12.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

8.000<br />

6.000<br />

4.000<br />

4.572 4.512<br />

2.000<br />

2.354<br />

1.938<br />

0<br />

raccolta<br />

imballaggi da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta altri<br />

materiali da<br />

rifiuti urbani<br />

raccolta<br />

imballaggi<br />

commerciali e<br />

industriali<br />

raccolta<br />

altri rifiuti speciali<br />

e sfridi di<br />

produzione<br />

da C&D<br />

totale<br />

raccolta di<br />

materia<br />

Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />

Da quanto sopra si evince come i sistemi di raccolta di quasi tutti i materiali<br />

siano intrecciati e come la raccolta dipenda sia dai rifiuti urbani, sia dai rifiuti<br />

speciali.<br />

La capacità di riciclaggio <strong>del</strong>le industrie è la condizione fondamentale per<br />

implementare la raccolta differenziata e il recupero.<br />

Il commercio internazionale <strong>del</strong>le materie prime secondarie ha subito un<br />

notevole cambiamento nell’ultimo decennio in Italia.<br />

67


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il settore <strong>del</strong>la carta, ad esempio, ha raggiunto negli ultimi anni la capacità<br />

massima di riciclaggio dei materiali raccolti da parte <strong>del</strong>l’industria cartaria<br />

nazionale, tanto da portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero.<br />

In tutti gli altri settori l’Italia invece si conferma come importatrice netta di<br />

materiali di recupero, circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescita<br />

<strong>del</strong>le raccolte.<br />

La capacità di riciclaggio interno in alcuni settori rimane superiore alla raccolta<br />

totale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione. Per questo<br />

l’Italia è importatrice netta di materie prime secondarie riciclabili, come<br />

confermato anche dal recente studio di <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Il movimento<br />

transfrontaliero dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), da cui emerge che, considerando i dati <strong>del</strong>le<br />

dichiarazioni MUD relativi al 2005, il flusso di rifiuti speciali non pericolosi in<br />

entrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005), interessa<br />

principalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questa tipologia di<br />

rifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.<br />

Pertanto, con l’esclusione <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la carta, in cui da qualche anno vi è<br />

un’esportazione netta <strong>del</strong> macero raccolto in Italia, per quanto riguarda gli altri<br />

materiali recuperabili si registra un import netto di: 5,6 milioni di tonnellate<br />

(metalli), 317 mila tonnellate (alluminio), 734 mila tonnellate (legno), 385 mila<br />

tonnellate (plastica) e di 202 mila tonnellate (vetro).<br />

Tabella 24:<br />

Importazioni ed esportazioni dei materiali riciclabili (ton)<br />

IMPORT EXPORT EXP - IMP<br />

Metalli (2007) 6.141.000 528.000 -5.613.000<br />

Alluminio (2006) 366.623 50.024 -316.599<br />

Carta (2008) 520.000 1.507.000 +987000<br />

Legno (2005) 734.000 5.000 -729.000<br />

Plastica (2006) -385.000<br />

Vetro (2008) -202.000<br />

Fonte: ASSOCARTA, ECOCERVED, UNIONPLAST, COREVE, CIAL<br />

68


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

I flussi transfrontalieri <strong>del</strong>le materie recuperate rappresentano una realtà che<br />

riguarda tutti i principali settori <strong>del</strong> riciclaggio in Italia e muove grandi quantità<br />

di materiali sia in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) che in uscita (oltre 1,2<br />

milioni di tonnellate).<br />

Da Paese tradizionalmente “importatore” di materie prime secondarie l’Italia sta<br />

diventando un Paese esportatore, con potenziali ripercussioni sull’intero ciclo di<br />

raccolta e recupero dei rifiuti sia urbani che speciali.<br />

In questo quadro è:<br />

- prevedibile che cresca l’esportazione e il trading internazionale di materie<br />

recuperate e di materiale riciclato;<br />

- necessario accrescere la capacità di riciclaggio di alcuni materiali come carta e<br />

plastica, rafforzando la domanda di materiale riciclato, con interventi di<br />

sostegno <strong>del</strong>lo stesso, come il “green public procurement”;<br />

- urgente individuare nuovi sbocchi <strong>del</strong> materiale raccolto;<br />

- opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli dei prezzi <strong>del</strong>le<br />

materie prime secondarie che, come in quest’ultimo anno, quando tendono a<br />

ridursi possono avere ripercussioni sul sistema di raccolta e recupero.<br />

I mercati <strong>del</strong>le materie prime e <strong>del</strong>le materie prime secondarie sono mercati<br />

variabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui la<br />

materia seconda poteva essere o meno conveniente rispetto alla materia vergine.<br />

In alcuni settori produttivi, quali quelli <strong>del</strong> cartone, vetro, metalli e pannelli<br />

truciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalente<br />

degli input di produzione. La domanda di queste materie prime secondarie è<br />

perciò correlata alla domanda finale degli specifici beni.<br />

In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovano<br />

maggiormente correlate ai prezzi <strong>del</strong>le materie vergini e sono più sensibili al<br />

variare dei loro prezzi.<br />

La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di una<br />

quota rilevante <strong>del</strong>la manifattura industriale destinata ai mercati europei e americani<br />

ha provocato una crescita strutturale <strong>del</strong>la domanda di materie prime e seconde.<br />

Con l’emergere <strong>del</strong>la Cina e dei Paesi asiatici quali l’India, ma anche l’Indonesia<br />

e la Corea, sta cambiando il mercato <strong>del</strong>le materie prime e seconde.<br />

Per valutare l’importanza dei Paesi asiatici basti pensare che in Cina le<br />

importazioni di carta da macero sono passate dal 1997 al 2006 da 1,6 a 19,6<br />

milioni di tonnellate, quelle <strong>del</strong>la plastica da 0,5 a 5,9 milioni di tonnellate, quelle<br />

dei rottami ferrosi da 1,8 a <strong>10</strong>,1 milioni di tonnellate. In maniera comunque<br />

significativa la crescita di importazioni di materie prime secondarie ha interessato<br />

la gran parte <strong>del</strong>le economie emergenti.<br />

69


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La crescita costante <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> recupero a livello nazionale e internazionale<br />

ha portato a una crescita dei prezzi che hanno trainato sia il settore <strong>del</strong> recupero<br />

che quello <strong>del</strong>la raccolta.<br />

Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata una<br />

contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi europei, che<br />

ha provocato una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le materie prime e<br />

secondarie, causando in Italia uno stato di crisi nei settori <strong>del</strong>la plastica, <strong>del</strong>la<br />

carta, <strong>del</strong> legno, <strong>del</strong> vetro, dei metalli.<br />

Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sulla<br />

rete di raccolta.<br />

In Italia la caduta dei prezzi <strong>del</strong> materiale recuperato è stata in parte assorbita<br />

dal sistema CONAI per la raccolta degli imballaggi.<br />

GRAFICO 31: Indice dei prezzi <strong>del</strong>le materie prime<br />

230<br />

2<strong>10</strong><br />

190<br />

170<br />

150<br />

130<br />

1<strong>10</strong><br />

90<br />

70<br />

giu-08<br />

lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 gen-09 feb-09 mar-09 apr-09 mag-09 giu-09<br />

non alimentari<br />

varie industria<br />

fibre<br />

metalli<br />

Fonte: CCIAA Milano<br />

70


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il perdurare <strong>del</strong>la crisi ha portato una contrazione <strong>del</strong> prodotto interno lordo (PIL)<br />

pari a -4,6%, nel primo trimestre <strong>2009</strong> rispetto al 2008, confermata dalla<br />

diminuzione <strong>del</strong> PIL pari a -6% nel secondo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> rispetto allo<br />

stesso periodo <strong>del</strong> 2008 e comunque in riduzione <strong>del</strong>lo 0,5% rispetto al<br />

trimestre precedente.<br />

Non vi sono elementi per prevedere una ripresa nel breve periodo anche se<br />

diverse valutazioni economiche propongono una lieve ripresa nel 20<strong>10</strong>.<br />

A giugno <strong>2009</strong>, secondo l’ISTAT l'indice <strong>del</strong>la produzione industriale<br />

destagionalizzato ha segnato una diminuzione <strong>del</strong>l'1,2% rispetto a maggio<br />

mentre la variazione congiunturale <strong>del</strong>la media degli ultimi tre mesi, a confronto<br />

con quella dei tre mesi precedenti, è pari a -3,9%. Il risultato grezzo, rispetto allo<br />

stesso mese <strong>del</strong> 2008, registra un calo <strong>del</strong> 19,7%. Sempre nel confronto su base<br />

annua, l'indice grezzo relativo al primo semestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> risulta in diminuzione<br />

<strong>del</strong> 22,2%.<br />

Nel mese di luglio <strong>2009</strong>, sempre secondo l’ISTAT, l'indice <strong>del</strong>la produzione<br />

industriale destagionalizzato ha segnato un aumento <strong>del</strong>l’1% rispetto a giugno<br />

<strong>2009</strong>; ma la variazione congiunturale <strong>del</strong>la media degli ultimi tre mesi rispetto<br />

a quella dei tre mesi immediatamente precedenti è pari a -0,8%. L'indice <strong>del</strong>la<br />

produzione ha registrato a luglio una diminuzione tendenziale <strong>del</strong> 18,2%<br />

mentre nei primi sette mesi la variazione, rispetto allo stesso periodo <strong>del</strong> 2008,<br />

è stata di -21%.<br />

La situazione <strong>del</strong> mercato varia comunque tra i diversi materiali, anche se tutti<br />

stanno risentendo <strong>del</strong>l’attuale crisi economica.<br />

Metalli<br />

Il mercato mondiale dei metalli ferrosi ha registrato negli ultimi anni una forte<br />

crescita <strong>del</strong>la domanda dei Paesi asiatici che hanno portato a 20 milioni di<br />

tonnellate l’importazione netta, mentre l’Europa si è assestata su<br />

un’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord America ha invece<br />

accresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate.<br />

TABELLA 25: Trend mercato mondiale dei materiali ferrosi recuperati<br />

ASIA<br />

EXP<br />

IMP<br />

EU 15<br />

EXP<br />

IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP<br />

IMP<br />

ASIA<br />

EXP-IMP<br />

EU 15<br />

EXP-IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP-IMP<br />

1995<br />

2.440.396<br />

20.354.022<br />

22.390.088<br />

23.168.234<br />

12.573.478<br />

3.690.905<br />

-17.913.626<br />

-778.146<br />

12.573.478<br />

2000<br />

8.228.151<br />

25.602.917<br />

23.892.552<br />

26.988.215<br />

7.699.507<br />

4.641.965<br />

-17.374.766<br />

-3.095.663<br />

7.699.507<br />

2005<br />

15.161.948<br />

44.130.323<br />

30.547.120<br />

33.368.702<br />

16.083.834<br />

5.448.928<br />

-28.968.375<br />

-2.821.582<br />

16.083.834<br />

2006<br />

14.862.317<br />

35.443.748<br />

34.786.398<br />

37.469.857<br />

18.829.432<br />

6.321.778<br />

-20.581.431<br />

-2.683.459<br />

18.829.432<br />

Fonte: Banca Contrade ONU<br />

71


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’Italia presenta un’importazione netta di oltre 5,6 milioni di tonnellate rottami<br />

di acciaio. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione<br />

(36% <strong>del</strong> totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34%<br />

<strong>del</strong> totale raccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il<br />

25-30% <strong>del</strong> totale viene importato. La raccolta differenziata urbana degli<br />

imballaggi incide per una minima parte (374 mila tonnellate).<br />

All’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong> il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,<br />

con un calo dei prezzi <strong>del</strong> rottame che ha indotto a una minore raccolta, con<br />

minore disponibilità di rottami sul mercato. I prezzi dei rottami <strong>del</strong>le lattine<br />

ferrose, da raccolta differenziata, pur in calo nei primi mesi <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, si sono<br />

riallineati ai prezzi iniziali <strong>del</strong> 2008, mentre i prezzi dei rottami vecchi sono<br />

decisamente diminuiti, nel primo semestre <strong>2009</strong>, rispetto ai prezzi dei primi mesi<br />

2008.<br />

La fase di profonda crisi <strong>del</strong> settore produttivo, che ha contraddistinto anche il<br />

primo semestre <strong>2009</strong>, continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni<br />

dei rottami ferrosi, che hanno proseguito la loro discesa anche nel primo<br />

semestre <strong>2009</strong>, come evidenziato nel Grafico 32.<br />

GRAFICO 32: Prezzi all’ingrosso metalli 2008 - <strong>2009</strong><br />

1.400<br />

1.200<br />

1.236<br />

1.181<br />

1.000<br />

930<br />

800<br />

600<br />

400<br />

665<br />

720<br />

620<br />

565<br />

730<br />

675<br />

786<br />

731<br />

875<br />

647<br />

592<br />

200<br />

0<br />

01-set<br />

01-ott<br />

01-nov<br />

01-dic<br />

01-gen<br />

01-feb<br />

01-mar<br />

01-apr<br />

01-mag<br />

01-giu<br />

01-lug<br />

01-ago<br />

01-set<br />

01-ott<br />

01-nov<br />

01-dic<br />

prezzo max<br />

prezzo min<br />

Fonte: CCIAA di Milano<br />

72


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Alluminio<br />

Nel mercato mondiale <strong>del</strong>l’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione netta<br />

di rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventata<br />

esportatrice netta insieme al Nord America.<br />

Tabella 26: Trend mercato mondiale <strong>del</strong>l’alluminio materia prima secondaria<br />

ASIA<br />

EXP<br />

IMP<br />

EU 15<br />

EXP<br />

IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP<br />

IMP<br />

ASIA<br />

EXP-IMP<br />

EU 15<br />

EXP-IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP-IMP<br />

1995<br />

343.042<br />

861.345<br />

1.094.190<br />

1.281.761<br />

593.299<br />

453.908<br />

-518.303<br />

-187.571<br />

139.391<br />

2000<br />

394.612<br />

1.244.840<br />

1.536.<strong>10</strong>0<br />

1.752.934<br />

725.684<br />

611.426<br />

-850.228<br />

-216.834<br />

114.258<br />

2005<br />

539.471<br />

4.067.153<br />

2.230.467<br />

1.927.332<br />

1.431.676<br />

609.201<br />

-3.527.682<br />

303.135<br />

822.475<br />

2006<br />

666.745<br />

2.975.143<br />

2.408.316<br />

2.300.250<br />

1.860.238<br />

635.306<br />

-2.308.398<br />

<strong>10</strong>8.066<br />

1.224.932<br />

Fonte: Banca Contrade ONU<br />

I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio<br />

<strong>2009</strong> rispetto ai primi mesi <strong>del</strong> 2008, in correlazione alla diminuzione <strong>del</strong> prezzo<br />

<strong>del</strong>l’alluminio. Dal mese di febbraio i prezzi dei principali listini, quali rottame da<br />

lattine per bevande e da imballaggi usati, hanno ricominciato ad aumentare.<br />

Carta e cartone<br />

Il mercato mondiale <strong>del</strong> macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescita<br />

<strong>del</strong>l’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20<br />

milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina.<br />

Tabella 27: Trend mercato mondiale <strong>del</strong> macero<br />

ASIA<br />

EXP<br />

IMP<br />

EU 15<br />

EXP<br />

IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP<br />

IMP<br />

ASIA<br />

EXP-IMP<br />

EU 15<br />

EXP-IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP-IMP<br />

1995<br />

1.050.039<br />

4.982.569<br />

7.506.884<br />

7.407.155<br />

<strong>10</strong>.005.575<br />

2.577.930<br />

-3.932.530<br />

99.729<br />

7.427.645<br />

2000<br />

1.714.464<br />

11.188.121<br />

<strong>10</strong>.236.481<br />

8.547.767<br />

<strong>10</strong>.914.575<br />

3.328.724<br />

-9.473.657<br />

1.688.714<br />

7.585.851<br />

2005<br />

5.679.798<br />

24.218.662<br />

16.991.393<br />

<strong>10</strong>.713.084<br />

15.779.991<br />

2.706.623<br />

-18.538.864<br />

6.278.309<br />

13.073.368<br />

2006<br />

5.907.009<br />

26.601.195<br />

18.619.302<br />

11.831.075<br />

16.939.214<br />

2.483.812<br />

-20.694.186<br />

6.788.227<br />

14.455.402<br />

Fonte: Banca Contrade ONU<br />

73


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 33: Prezzi <strong>del</strong> macero per tipologie 2007-<strong>2009</strong> (€)<br />

Nel 2008 L’Europa ha accresciuto l’esportazione netta di macero portandola a<br />

<strong>10</strong>,5 milioni di tonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo <strong>del</strong> macero in costante<br />

crescita negli ultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.<br />

Nella situazione di recessione mondiale i prezzi <strong>del</strong>la carta da macero hanno<br />

segnato un calo generalizzato nel 2008, sia per il calo <strong>del</strong>la domanda mondiale<br />

sia per la crescita <strong>del</strong>l’offerta <strong>del</strong>la raccolta. In Italia la raccolta differenziata<br />

urbana risulta in aumento, la capacità di riciclaggio non ha coperto<br />

completamente l’offerta, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nette di<br />

macero in particolare verso la Cina e i Paesi <strong>del</strong> Medio Oriente.<br />

Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente <strong>del</strong>la forte crisi di<br />

domanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti <strong>del</strong>la<br />

prosecuzione <strong>del</strong> processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerose<br />

soste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte e<br />

cartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli, già in<br />

calo, <strong>del</strong>lo scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi <strong>del</strong>l’anno la perdita produttiva,<br />

rispetto all’analogo periodo 2008, sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domanda<br />

senza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati <strong>del</strong>l’indagine relativi agli<br />

ordini, continuano a risentire le quotazioni medie dei prodotti <strong>del</strong>le cartiere, in calo<br />

ormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto ai corrispondenti<br />

periodi 2008: per il fatturato complessivo <strong>del</strong> settore il calo tendenziale è collocabile<br />

intorno al 21% in questa prima metà <strong>del</strong>l’anno.<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

<strong>10</strong>0<br />

50<br />

0<br />

255<br />

2<strong>10</strong><br />

<strong>10</strong>5<br />

87<br />

54<br />

32<br />

07-mar<br />

07-mag<br />

07-lug<br />

07-set<br />

260<br />

218<br />

120<br />

<strong>10</strong>3<br />

70<br />

47<br />

07-nov<br />

270<br />

218<br />

135<br />

92<br />

60<br />

35<br />

08-gen<br />

08-mar<br />

270<br />

218<br />

140<br />

94<br />

55<br />

35<br />

08-mag<br />

08-lug<br />

08-set<br />

250<br />

203<br />

130<br />

77<br />

20<br />

5<br />

08-nov<br />

09-gen<br />

200<br />

165<br />

<strong>10</strong>0<br />

09-mar<br />

195<br />

160<br />

95<br />

09-mag<br />

09-lug<br />

09-set<br />

215<br />

170<br />

<strong>10</strong>5<br />

40 40<br />

35<br />

0 <strong>10</strong><br />

35<br />

0<br />

8<br />

refili bianchi carta da giornale bianca refili misti colorati<br />

giornali invenduti carta e cartoni misti selezionati carta e cartoni misti<br />

Fonte: Paperweb<br />

74


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Plastiche<br />

Anche il mercato <strong>del</strong>la plastica recuperata ha visto un forte aumento<br />

<strong>del</strong>l’importazione netta dei Paesi asiatici arrivata ad oltre 4,5 milioni di tonnellate<br />

nel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,<br />

attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando lo stesso<br />

Nord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 mila<br />

tonnellate.<br />

Tabella 28: Trend mercato mondiale <strong>del</strong>la plastica materia prima secondaria<br />

ASIA<br />

EXP<br />

IMP<br />

EU 15<br />

EXP<br />

IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP<br />

IMP<br />

ASIA<br />

EXP-IMP<br />

EU 15<br />

EXP-IMP<br />

NORD AMERICA<br />

EXP-IMP<br />

1995<br />

1.368.903<br />

2.022.440<br />

636.611<br />

528.229<br />

395.668<br />

300.778<br />

-653.537<br />

<strong>10</strong>8.382<br />

94.890<br />

2000<br />

2.150.225<br />

4.049.631<br />

1.077.936<br />

731.930<br />

601.468<br />

482.308<br />

-1.899.406<br />

346.006<br />

119.160<br />

2005<br />

5.028.418<br />

8.796.150<br />

2.453.563<br />

1.070.797<br />

1.071.775<br />

682.577<br />

-3.767.732<br />

1.382.766<br />

389.198<br />

2006<br />

5.975.039<br />

<strong>10</strong>.543.466<br />

2.854.990<br />

1.308.031<br />

1.284.309<br />

767.335<br />

-4.568.427<br />

1.546.959<br />

516.974<br />

Fonte: Banca Contrade ONU<br />

I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultima<br />

parte <strong>del</strong> 2008, con -50%, dei principali polimeri.<br />

Con la caduta <strong>del</strong>le quotazioni <strong>del</strong>le plastiche riciclate, il valore <strong>del</strong>le plastiche<br />

raccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong><br />

petrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo <strong>del</strong>la plastica<br />

riciclata e il settore <strong>del</strong> riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio la<br />

sostenibilità economica <strong>del</strong> sistema di recupero.<br />

Perciò, all’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, il forte calo <strong>del</strong>la domanda di materie plastiche<br />

riciclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisi<br />

sulla fase <strong>del</strong> recupero.<br />

La complessità <strong>del</strong> riciclaggio meccanico e chimico dei polimeri raccolti sta<br />

portando a valutare nuovi metodi di recupero quali il feed-stock recycling, via<br />

percorsa da tempo in Germania (nel feed-stock con idrogenazione,<br />

gassificazione e pirolisi, si trasformano le plastiche in oli e gas da usare come<br />

additivi nelle acciaierie).<br />

75


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 34: Prezzi all’ingrosso plastiche, resine 2008/<strong>2009</strong><br />

1.600<br />

1.400<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

1.390<br />

1.340<br />

1.250<br />

1.200<br />

850 850<br />

800<br />

800<br />

930<br />

880<br />

950<br />

900<br />

1.070<br />

1.020<br />

400<br />

200<br />

0<br />

01-set<br />

01-ott<br />

01-nov<br />

01-dic<br />

01-gen<br />

01-feb<br />

01-mar<br />

01-apr<br />

01-mag<br />

01-giu<br />

01-lug<br />

01-ago<br />

01-set<br />

Serie 1 Serie 2<br />

Fonte: CCIAA Milano<br />

76


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Vetro<br />

A livello europeo, dall’inizio <strong>del</strong>la crisi <strong>del</strong> 2008 il settore <strong>del</strong> vetro ha registrato<br />

una reazione immediata con un calo <strong>del</strong>la produzione che ha creato una<br />

situazione molto critica nel comparto.<br />

Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo <strong>2009</strong> la domanda di prodotti di vetro è<br />

crollata improvvisamente, e non solo per i contenitori ma anche per il vetro<br />

piano, legato al settore edile e automobilistico.I produttori di vetro hanno ridotto<br />

la loro produzione in alcuni Paesi <strong>del</strong> 15% fino al 40%.<br />

In Italia la produzione di vetro rimane in costante crescita dal 1998. Anche il<br />

2008 ha registrato una leggera crescita rispetto al 2007<br />

TABELLA 29:<br />

<strong>Produzione</strong> di vetro nei principali Paesi europei (000/ton)<br />

1998 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Francia 3.785 3.731 3.784 3.828 3.743 3.572<br />

Germania 4.323 4.<strong>10</strong>5 3.895 3.885 4.080 4.141<br />

Italia 3.046 3.582 3.543 3.549 3.620 3.673<br />

Polonia 8<strong>10</strong> 1.041 1.088 1.119 1.230 1.230<br />

Portogallo 762 1.015 1.024 1.095 1.231 1.252<br />

Spagna 1.816 2.070 2.143 2.148 2.222 2.145<br />

Regno Unito 1.852 1.977 2.081 2.159 2.244 2.161<br />

Totale 16.394 17.521 17.558 17.783 18.370 18.174<br />

Fonte: FEVE<br />

77


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 35: <strong>Produzione</strong> di vetro nei principali Paesi Europei (000/ton)<br />

5.000<br />

4.500<br />

4.000<br />

3.500<br />

3.000<br />

2.500<br />

2.000<br />

1.500<br />

1.000<br />

500<br />

0<br />

1998 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Germania Francia Italia Spagna Regno Unito Polonia<br />

Portogallo<br />

Fonte: FEVE<br />

La crisi internazionale ha prodotto una crisi nel settore <strong>del</strong> riciclaggio <strong>del</strong> vetro, ed<br />

essendo la raccolta <strong>del</strong> vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formati<br />

degli extra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi <strong>del</strong>la<br />

domanda.<br />

Nel 2008 in Italia il riciclo ha raggiunto 1,8 milioni di tonnellate, di cui 1,39 milioni<br />

provenivano dalla raccolta differenziata <strong>del</strong>le bottiglie. Le importazioni di contenitori<br />

recuperati sono state di 202 mila tonnellate, e di 242mila tonnellate di vetro piano<br />

recuperato. Le importazioni tendono comunque a diminuire negli anni.<br />

In Italia la struttura <strong>del</strong> settore vetrario, molto concentrato e relativamente non<br />

aperto, ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi di<br />

fine 2008.<br />

I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio <strong>del</strong> 2008<br />

al <strong>2009</strong>.<br />

78


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 36:<br />

Prezzi dei rottami di vetro in Italia 2008 - <strong>2009</strong> (€/ton)<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

08-gen<br />

08-mar<br />

08-mag<br />

08-lug<br />

08-set<br />

08-nov<br />

09-gen<br />

09-mar<br />

rottame bianco pronto forno<br />

rottame colore misto pronto forno<br />

rottame vetro misto<br />

Fonte: CCIAA MILANO<br />

79


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ELENCO DELLE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINE<br />

<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> SULLE PIATTAFORME DI RECUPERO<br />

A.C.E.M. AZIENDA CONSORTILE ECOLOGICA MONREGALESE<br />

Località Beinale, 12060 MAGLIANO ALPI (CN) Piemonte<br />

acem@mtrade.com - Tel. 0174/47140 - Fax 0174/40187<br />

ACOVIS S.r.l.<br />

Via L. Galvani, 85 - 36066 SANDRIGO (VI) Veneto<br />

acovis.srl@telemar.it<br />

amministrazione@soraris.it - Tel. 0444/658864 - Fax 0444/75<strong>10</strong>09<br />

AKRON (EX CIR SECCO S.p.a.)<br />

Via Traversagno, 30 - 48022 LUGO (RA) Emilia Romagna<br />

Tel. 0545/40512 - Fax 0545/42072<br />

AKRON (GIÀ SELECTA S.p.a.)<br />

Via Raibano, 32 - 47853 CORIANO (RN) Emilia Romagna<br />

selecta.rn@virgilio.it - Tel. 0541/657480 - Fax 0541/657818<br />

AKRON S.p.a. (MODENA)<br />

Via Caruso, 11- 41<strong>10</strong>0 MODENA (MO) Emilia Romagna<br />

roberto.bonvicini@akron-ambiente.it - Tel. 059/2515554 - Fax 059/254838<br />

AKRON S.p.a. (EX DIRAMA S.r.l.)<br />

(MORDANO) Via Molino Rosso, 8 - 40026 IMOLA (BO) Emilia Romagna<br />

selecta@cirambiente.it - Tel. 0542/621411 - Fax 0542/621453<br />

ALFA EDILE S.r.l. - IN LIQUIDAZIONE<br />

Via Nobel, 16 - 72<strong>10</strong>0 BRINDISI (BR) Puglia<br />

alfaedile@llibero.it - Tel. 0831/575057 - Tel. 0831/575037<br />

ANCA PLASTICA<br />

Via Cannola al Trivio, 24/26 - 80141 NAPOLI (NA) Campania<br />

ancaplastica@virgilio.it - Tel. 081/7806680 - Fax 081/7800967<br />

ANDREONI MARCELLO S.a.s.<br />

Via Mendosio, 32 - 20081 ABBIATEGRASSO (MI) Lombardia<br />

andreoni.sas@libero.it -Tel. 02/9462128 - Fax 02/94960190<br />

ARGECO S.r.l.<br />

Via N. Copernico, 17/A - 44011 ARGENTA (FE) Emilia Romagna<br />

paoloroi@argeco.it - www.argeco.it - Tel. 0532/804507 - Fax 0532/319392<br />

ASSA S.p.a.<br />

Via Cavallari, 18 - 28<strong>10</strong>0 NOVARA (NO) Piemonte<br />

assa@assa.it www.assa.it - Tel. 0321/48381 - Fax 0321/483852<br />

AVE ROTTAMIX S.r.l.<br />

Zona Artigianale Pillhof, 83 - 39057 APPIANO SULLA STRADA DEL VINO - EPPAN AN DER WEINSTRASSE (BZ) Trentino Alto Adige<br />

info@rottamix.it - Tel. 0471/631235 - Fax 0471/633991<br />

B.N.G. S.a.s.<br />

S.S. 407 Basentana, Km 75 - C.da Pantaniello 75013 FERRANDINA (MT) Basilicata<br />

bng.iula@virgilio.it - Tel. 0835/757012 - Fax 0835/755607<br />

80


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

BENFANTE S.r.l.<br />

Via Braia, 57 - 16019 RONCO SCRIVIA (GE) Liguria<br />

www.benfante.it - Tel. 0<strong>10</strong>/9640401 - Fax 0<strong>10</strong>/9640565<br />

BENFANTE S.r.l.<br />

Strada Savonesa, 8 - 15050 TORROTA (AL) Liguria<br />

www.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913<br />

BENFANTE S.r.l.<br />

Via Voghera, 59 - 15052 CASALNOCETO (AL) Liguria<br />

www.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913<br />

BERGADANO DI BERGADANO CANDIDO & C. S.a.s.<br />

Via <strong>del</strong> Mosso, 14 - 13894 - GAGLIANICO (BI) Piemonte<br />

c.bergadano@tiscali.it - Tel. 015/542469 - Fax. 015/542469<br />

BO ANTONIO<br />

Strada <strong>del</strong>la Pronda, 37 - <strong>10</strong>142 TORINO (TO) Piemonte<br />

Tel. 011/706676 - Fax 011/7708875<br />

BUFFA GUGLIELMA<br />

Via di Ponte, snc - 19038 SARZANA (SP) Liguria<br />

Tel. 0187/621337 - Fax 0187/621503<br />

C.B.R.C. S.r.l.<br />

Via <strong>del</strong>l'industria, 38 - 40131 BOLOGNA (BO) Emilia Romagna<br />

info@cbrc.it / g.forni@cbrc.it - www.cbrc.it - Tel. 051/6012368 - Fax 051/60<strong>10</strong>408<br />

C.D.C. S.n.c.<br />

Zona Industriale di San Salvo 66050 SAN SALVO (CH) Abruzzo<br />

cadiclem@tin.it - Tel. 0873/547924 - Tel. 0873/549386<br />

C.E.R.M.E.C.<br />

Viale Eugenio Chiesa, 2 - 54<strong>10</strong>0 MASSA-CARRARA (MS) Toscana<br />

umbertoballoni@cermec.it - Tel. 0585/489176 - Fax 0585/488635<br />

C.M.T S.p.a.<br />

Strada Castello di Mirafiori, 320 - <strong>10</strong>135 TORINO (TO) Piemonte<br />

info@cmtspa.it - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264<br />

C.M.T S.p.a.<br />

Via Don Bosco, 42 - <strong>10</strong>144 TORINO (TO) Piemonte<br />

info@cmtspa.it - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264<br />

CALABRA MACERI E SERVIZI S.p.a.<br />

Contrada Cutura 87036 - RENDE (CS) Calabria<br />

info@calabramaceri.it - www.calabramaceri.it - Tel. 0984/446267 - Fax 0984/446287<br />

CALCINA INIZIATIVE AMBIENTALI S.r.l.<br />

Via Caboto, 23 - 34147 TRIESTE (TS) Friuli Venezia Giulia<br />

Giulia info@calcina.com - Tel. 040/822224 - Fax 040/381376<br />

CAMILOT ERMINIO S.a.s.<br />

Corso Italia, 98 - 33050 RONCHIS (UD) Friuli Venezia Giulia<br />

camilot@inwind.it - Tel. 0431/56022 - Tel. 0431/567914<br />

81


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

CARPLAST S.r.l.<br />

Via Trieste, 24 - 27029 VIGEVANO (PV) Lombardia<br />

carplast.2003@libero.it - Tel. 0381/78815 - Fax 0381/694001<br />

CARTAFIN<br />

Via Valle Po, 92 - 12<strong>10</strong>0 CUNEO (CN) Piemonte<br />

cartafin@libero.it - Tel. 0171/411791 - Fax 0171/411791<br />

CARTAMACERO S.a.s.<br />

Strada <strong>del</strong> Fortino, 12 <strong>10</strong><strong>10</strong>0 TORINO (TO) Piemonte<br />

cartamacero@eutelia.com - Tel. 011/4362696 - Fax 011/4364715<br />

CARTONFER S.n.c. DI S.& R.<br />

CASAGRANDE Via Piemonte, 5 - 3<strong>10</strong>29 VITTORIO VENETO (TV) Veneto<br />

carton180@cartonfer.191.it - Tel. 0438/500352 - Fax 0438/500294<br />

CARUTER COSTRUZIONI S.a.s. DI CARUSO GIUSEPPINA & C.<br />

Via Trento, 159 - 98061 BROLO (ME) Sicilia<br />

caruter.ambiente@libero.it - www.caruter.com - Tel. 0941/561284 - Fax 0941/561284<br />

CASINELLI UGO<br />

Via Newton, snc - Zona Industriale 3036 - AVEZZANO (AQ) Abruzzo<br />

info@centroriciclo.it - www.centroriciclo.it - Tel. 0863/509294 - Fax 0863/489504<br />

CENTRO RACCOLTA RECUPERO VETRO<br />

Via Papa Giovanni XXVIII, 24 - 70059 TRANI (BA) Puglia<br />

www.centroraccoltavetro.it - Tel. 0883/580301 - Fax 0883/580241<br />

CENTRO RECUPERO TREVIGIANO S.n.c.<br />

Via Pizzocchera, 35 - 3<strong>10</strong>40 CAMPODIPIETRA SALGAREDA (TV) Veneto<br />

crtbonora@libero.it - Tel. 0422/804128 - Fax 0422/804138<br />

CERRONI DINO & FIGLI S.n.c.<br />

Località Casa Nuova - Pantaneto, 97/a - 52035 MONTERCHI (AR) Toscana<br />

info@cerronisnc.it - www.cerronisnc.it - Tel. 0575/70797 - Fax 0575/70193<br />

CON.SER.V.C.O.<br />

Via Per Gravellona Toce - Località Prato Michelaccio 28802 MERGOZZO (VB) Piemonte<br />

ufficioacquisti@conservco.it - danielepasquali@conservco.it - www.conservco.it - Tel. 0323/518711 - Fax 0323/556347<br />

COSMARI<br />

Località Piane di Chienti 62029 - TOLENTINO (MC) Marche<br />

cosmari@cosmari.sinp.net - www.cosmari.sinp.net - Tel. 0733/203504 - Fax 0733/204014<br />

D'ANGELO VINCENZO S.r.l.<br />

S.S. 113 Km. 331 - 9<strong>10</strong>11 CONTRADA VIRGINI (TP) Sicilia<br />

info@dangelovincenzo.it - www.dangelovincenzo.it - Tel. 0924/501723 - Fax 0924/507777<br />

DBP S.r.l.<br />

Via <strong>del</strong> Fosso Di Santo Spirito, 92 - 00135 ROMA (RM) Lazio<br />

gi.persi@inwind.it - Tel. 06/30998167 - Fax 06/30995455<br />

DIFE<br />

Via Vecchia Provinciale Lucchese, 53 - 5<strong>10</strong>30 SERRAVALLE PISTOIESE (PT) Toscana<br />

info@dife.it - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520<br />

82


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

DIFE<br />

Via Alfieri, 90/92 - 5<strong>10</strong>37 MONTALE (PT) Toscana<br />

info@dife.it - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520<br />

DITTA MATTEO SPAGNUOLO S.n.c.<br />

Via Arpi, 6 - 7<strong>10</strong>43 MANFREDONIA (FG) Puglia<br />

spagnuolo.ecologia@tiscali.it - Tel. 0884/543382 - Fax 0884/549714<br />

DTV DELLA TORRE & VENEZIANO<br />

Vicolo Pian Due Torri, 60 - 00146 ROMA (RM) Lazio<br />

info@dtv.it - www.dtv.it - Tel. 06/5501313 - Fax 06/55280865<br />

E.C.O.L.FER S.n.c.<br />

Via Lino Zecchetto, 8 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) Veneto<br />

info@ecolfer.com - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645<br />

E.C.O.L.FER S.n.c.<br />

Via Lino Zecchetto, 29/31 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) Veneto<br />

info@ecolfer.com - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645<br />

ECO ELPIDIENSE S.r.l.<br />

Strada Prov.le Sant'Elpidio, 28 - 63018 PORTO S. ELPIDIO (AP) Marche<br />

info@ecoelpidiense.it - www.ecoelpidiense.it - Tel. 0734/900126 - Fax 0734/900126<br />

ECOLIT S.r.l.<br />

Zona Artigianale - Località Cugno - Capannone "0" 95040 - CAMPOROTONDO ETNEO (CT) Sicilia<br />

info@ecolit.it - amministrazione@ecolit.it - www.ecolit.it - Tel. 095/7132047 - Fax 095/7132047<br />

ECOLOGIA OGGI S.r.l.<br />

Località Mastrobruno LAMEZIA TERME (CZ) Calabria<br />

info@ecologiaoggi.it - Tel. 0968/442032 - Fax 0968/201472<br />

ECOSYSTEM S.p.a.<br />

Via <strong>del</strong>la Solforata Km <strong>10</strong>,750 - 00040 POMEZIA (RM) Lazio<br />

info@ecosystemspa.com - www.ecosystemspa.com - Tel. 06/9<strong>10</strong>0638 - Fax 06/9<strong>10</strong>0643<br />

ELITE AMBIENTE S.r.l. (SOCIO CO.RE.VI.)<br />

Via Pigafetta, 38 - 36040 GRISIGNANO DI ZOCCO (VI) Veneto<br />

info@eliteambiente.it - www.eliteambiente.it - Tel. 0444/415230 - Fax 0444/414976<br />

EMILIANA ROTTAMI S.p.a.<br />

Via Verdi, 26 - 4<strong>10</strong>18 SAN CESARIO SUL PANARO (MO) Emilia Romagna<br />

info@emiliana-rottami.it - Tel. 059/930402 - Fax 059/930009<br />

ERASMI PIETRO & C. S.n.c.<br />

Via Papa Giovanni XVIII, 24 - 22040 ALZATE BRIANZA (CO) Lombardia<br />

brunoerasmi@yahoo.it - Tel. 031/632335 - Fax 031/6348091<br />

EREDI DI MASTROIANNI BENITO & C. S.n.c.<br />

Via Rio Galletto, 17 - 17<strong>10</strong>0 - SAVONA (SV) Liguria<br />

recupmastro@libero.it - Tel. 019/862194 - Fax 019/862529<br />

EUROVETRO<br />

Via I Maggio, 12 - 2<strong>10</strong>40 ORIGGIO (VA) Lombardia<br />

info@eurovetro.com - Tel. 02/96731512 - Fax 02/96731283<br />

83


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

F.LLI GARGIULO S.a.s.<br />

Via Boggia, 13 - 28013 BORGO MANERO (NO) Piemonte<br />

antonio.gargiulo@jumpy.it - www.flligargiulo.it - Tel. 0322/880545 - Fax 0322/838049<br />

F.LLI LONGO S.r.l. (SOCIO CO-RE)<br />

Via Rosa Luxemburg, 4 - 420<strong>10</strong> RIO SALICETO (RE) Emilia Romagna<br />

amministrazione@fratelli.longo.it - www.fratellilongo.it - Tel. 0522/648194 - Fax 0522/699925<br />

F.LLI TRIVELLATO S.n.c.<br />

Via Guizze, 5 - 35012 CAMPOSAMPIERO (PD) Veneto<br />

trivellatoflli@virgilio.it - Tel. 049/9301928 - Fax 049/9301411<br />

FG RICICLAGGI<br />

Via Stalingrado - Fraz. Bragno 17014 - CAIRO MONTENOTTE (SV) Liguria<br />

Tel. 019/505518 - Fax 019/5090001<br />

FG RICICLAGGI<br />

Regione Enesi, 4 – Fraz. Bastia 17031 ALBENGA (SV) Liguria<br />

Tel. 0182/20536 - Fax 0182/21687<br />

FG RICICLAGGI<br />

Via Caravaggio, 4 - 17<strong>10</strong>0 SAVONA (SV) Liguria<br />

Tel. 019/2302274 - Fax 019/2303861<br />

FINCOM ITALIA<br />

Via A. Vespucci, 7 - 46030 MANTOVA (MN) Lombardia<br />

info@fincomecologia.it - Tel. 0376/302470 - Fax 0376/302670<br />

FINI S.n.c. DI TONIONI ANITA & C.<br />

Via 2 Giugno, 9 - 40011 ANZOLA DELL'EMILIA (BO) Emilia Romagna<br />

fini_snc@fastwebnet.it - Tel. 051/734003 - Fax 051/734003<br />

FLLI PALMIERI S.r.l.<br />

Viale Brianza, 95 - <strong>2009</strong>3 COLOGNO MONZESE (M) Lombardia<br />

Lombardia palmieri@fratellipalmieri.it - www.fratellipalmieri.it - Tel. 02/2541523 - Fax 02/27300654<br />

FUTURA RECUPERI S.r.l.<br />

Via Canove, 4 - 350<strong>10</strong> TREBASELEGHE (PD) Veneto<br />

futura.recuperi@libero.it - Tel. 049/9378083 - Fax 049/9375077<br />

G.A.I.A. S.p.a.<br />

Polo di Trattamento Dei Rifiuti - Fraz. Quarto Inferiore 273/b 14<strong>10</strong>0 ASTI (AT) Piemonte<br />

info@gaia.at.it - Tel. 0141/476703 - Fax 0141/470368<br />

G.E.O.S. S.r.l.<br />

Salita Trieste, <strong>10</strong> - 75018 STIGLIANO (MT) Basilicata<br />

Tel. 0835/568428 - Fax 0835/568428<br />

GALATEA MACERO<br />

Zona Industriale - 73044 GALATONE (LE) Puglia<br />

cartadamacerogalatea@libero.it - Tel. 0833/832175 - Fax 0833/832175<br />

GE.S.ECO. SNC DI VIVENTI L. & C.<br />

Fraz. Osteria <strong>del</strong> Gatto - 6022 FOSSATO DI VICO (PG) Umbria<br />

viventi@tiscali.it - Tel. 075/919196 - Fax 075/9190168<br />

84


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GHIRARDI S.r.l.<br />

Strada Martinella, 76/a 430<strong>10</strong> LOC. ALBERI - PARMA (PR) Emilia Romagna<br />

info@ghirardicarta.it - www.ghirardicarta.it - Tel. 0521/251393 - Fax 0521-924459<br />

GV MACERO S.p.a.<br />

Via G. Garibaldi, 261/a - 24066 PEDRENGO (BG) Lombardia<br />

info@gvmacero.it - www.gvmacero.it - Tel. 035/661116 - Fax 035/655693<br />

HIDRO ECOLOGIC LINE S.a.s.<br />

Villa San Giovanni - Zona Industriale 89018 - REGGIO CALABRIA (RC) Calabria<br />

hidro1961@libero.it - Tel. 0965/797895 - Fax. 0965/797895<br />

ITALMACERI S.r.l.<br />

Via Caduti Sul Lavoro, 16 - 60131 ANCONA (AN) MARCHE<br />

info@italmacero.it - Tel. 071/2861617 - Fax 071/2861789<br />

ITALMACERI S.r.l.<br />

Strada Lanzo, 237 - <strong>10</strong>148 TORINO (TO) Piemonte<br />

info@italmaceri.it - Tel. 011/2282911 - Fax 011/2260890<br />

ITALMACERI S.r.l.<br />

Via Torricelli, 12/14/16 - 20089 ROZZANO (TO) Piemonte<br />

Tel. 02/8922091<br />

LA CAMPANIA MACERO S.n.c.<br />

S.S. Sannitica, 87 - Km.8+540 - 80026 CASORIA (NA) Campania<br />

giuseppemoffa@libero.it - lacampaniamacero@alice.it - Tel. 081/7583015 - Fax 081/7570644<br />

LA VETRI S.r.l.<br />

Via Roma Nord, 207 - 46020 VILLA POMA (MI) Lombardia<br />

lavetri@lavetri.it - www.lavetri.it - Tel. 0386/864<strong>10</strong>1 - Fax 0386/864093<br />

LA VETRO SUD S.a.s.<br />

Contrada Canne Masche, snc - 90018 PALERMO (PA) Sicilia<br />

lvs@lvs.it - www.lvs.it - Tel. 091/8140918 - Fax 091/8140766<br />

LANGELLA MARIO S.r.l.<br />

Via Palazziello, 70 - 80040 VOLLA (NA) Campania<br />

langmar@tin.it - www.langellamario.it - Tel. 081/7742825 - Fax 081/7742235<br />

LAZIO MACERI S.r.l.<br />

Via Silicella, 152 - 00169 ROMA (RM) Lazio<br />

info@laziomaceri.it - laziomaceri@libero.it - www.laziomaceri.it - Tel. 06/261<strong>10</strong>4 - Fax 06/2674040<br />

M.ECO.RI.S. S.r.l.<br />

Via Asi, 4 - 03<strong>10</strong>0 FROSINONE (FR) Lazio<br />

www.mecoris.it - Tel. 0775/84<strong>10</strong>54 - Fax 0775/837674<br />

MAINARDO S.r.l.<br />

Via IX Agosto, 15 - 34170 GORIZIA (GO) Friuli Venezia Giulia<br />

mainardosrl@gmail.com - Tel. 0481/538004 Fax 0481/538031<br />

MANTINI S.r.l.<br />

Via Aterno, 1 - 66013 CHIETI SCALO (CH) Abruzzo<br />

mantinicarta@tin.it - www.mantinisrl.it - Tel. 0871/574201 - Fax 0871/564381<br />

85


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

MAURI EMILIO S.r.l.<br />

Via Per Velasca, Località San Carlo 20040 - USMATE VELATE (MI) Lombardia<br />

mauriemi@mauriemiliosrl.191.it - Tel. 039/6889148 - Fax 039/6754937<br />

MINCIONI AMBIENTE S.r.l.<br />

Via L. Dari, 31 64018 - TORTORETO (TE) Abruzzo<br />

info@mincioniambiente.it - www.mincioniambiente.it - Tel. 0861/788375 - Fax 0861/788375<br />

MONTELLO S.p.a.<br />

Via Fabio Filzi, 5 - 24060 MONTELLO (BG) Lombardia<br />

segreteria@montello-spa.it - Tel 035/689215 - Fax 035/681366<br />

MORANZONI S.n.c.<br />

Via Dei Prati, 20 - 21<strong>10</strong>0 SCHIRANNA (VA) Lombardia<br />

moranzoni@moranzoni.it - www.moranzoni.it - Tel. 0332/329885 - Fax 0332/329326<br />

MOSER MARINO & FIGLI S.r.l.<br />

Via Galileo Galilei, 37/1- 38015 LAVIS (TN) Trentino<br />

amministrazione@mosermacero.it - www.mosermacero.it - Tel. 0461/245264 - Fax 0461/240219<br />

NAPPI SUD S.p.a.<br />

Via Variante S.S. 18, 55 84091 BATTIPAGLIA (SA) Campania<br />

info@nappisud.com - www.nappisud.com - Tel. 0828/673487 - Fax 0828/673487<br />

NUOVA METALCARTA S.r.l.<br />

Viale Etruria, 5 - 50142 FIRENZE (FI) Toscana<br />

metalcarta1@libero.it - Tel. 055/7321713 - Fax 055/7321551<br />

PEDEMONTANA SOC. COOP. SOCIALE<br />

Via Battisti C/O Studio Pisani - Pal. Della Paolera - 8<strong>10</strong>16 PIEDIMONTE MATESE (CE) Campania<br />

pedemontanascarl@gmail.com - efycar@tin.it - Tel. 0823/914317 - Fax 0823/784869<br />

PELLICANO VERDE Soc. Coop. a r.l.<br />

Via Appia - 85054 MURO LUCANO (PZ) Calabria<br />

Basilicata segreteria@pellicanoverde.it - Tel. 097/671745 - Fax 0976/723119<br />

PORCARELLI GINO<br />

Via Rocca Cencia, 301 - 00132 ROMA (RM) Lazio<br />

info@porcarelli.net - www.porcarelli.net - Tel. 06/220241 - Fax 06/2262462<br />

R.C.M. DI CESARETTI & C. S.n.c.<br />

S.S. 326 Est, 181 - 53040 ACQUAVIVA DI MONTEPULCIANO (SI) Toscana<br />

Tel. 337/269397 - Fax 0578/767758<br />

RECUPERI GENERALI MEDITERRANEI S.r.l.<br />

Zona Industriale Camponeta - 07030 MUROS (SS) Sardegna<br />

rgm@email.it - Tel. 079/3402061- Fax 079/3402254<br />

RECUPERI PUGLIESI<br />

Contrada Gammarola, 3 - 70026 MODUGNO (BA) Puglia<br />

annamariaschino@recuperipugliesi.it - www.recuperipugliesi.it - Tel. 080/5354906 - Fax 080/5321785<br />

RECUPERI SUD<br />

Viale Emilia, 96/a 88060 SANTA MARIA DI CATANZARO (CZ) Calabria<br />

Calabria recuperisudcz@libero.it - Tel. 0961/764065 - Fax 0961/764065<br />

86


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

REVET S.p.a.<br />

Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 - EMPOLI (FI) Toscana<br />

info@revet.com - entipubblici@revet.com - Tel. 0587/271201 - Fax 0587/294314<br />

REVET VETRI S.r.l.<br />

Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 EMPOLI (FI) Toscana<br />

info@revet.com - Tel. 0571/944155 - Fax 0571/8<strong>10</strong>51<br />

RIECO S.r.l.<br />

Via Stephenson, <strong>10</strong>0 - 20157 MILANO (MI) Lombardia<br />

info@ri-eco.com - www.ri-eco.com - Tel. 02/3320301 - Fax 02/33203040<br />

ROMANA MACERI S.p.a.<br />

Via Lucrezia Romana, 85 - 00043 CIAMPINO (RM) Lazio<br />

info@romamaceri.it - www.romamaceri.it - Tel. 06/7932841 - Fax 06/7916613<br />

ROVERE<br />

Via <strong>del</strong>le Cosmee, 211/213 - Zona Industriale Santa Palomba - 00040 ROMA (RM) Lazio<br />

rovere.srl@libero.it - Tel. 06/39732965 - Fax 06/39733013<br />

S.E.A.P. S.r.l.<br />

Zona Industriale Area A.S.I. - 92<strong>10</strong>0 AGRIGENTO (AG) Sicilia<br />

seap@seapgroup.it - www.seapgroup.it - Tel. 0922/441491- Fax 0922/441492<br />

S.K.M. DI SIVIERO KATIA & C. S.n.c.<br />

Via E. Fermi, 16 28<strong>10</strong>0 NOVARA (NO) Piemonte<br />

skmsnc@libero.it - Tel. 0321/391479 - Fax 0321/390712<br />

SAIANI GIACOMO<br />

Via Giorgio La Pira, 18 - 25020 FLERO (BS) Lombardia<br />

amministrazione@saiani.com - www.saiani.com - Tel. 030/2640528 - Fax 030/2540014<br />

SI.RE.IN. DI CITARDA MARIA ROSARIA<br />

Via Buzzanca, 90 - 90<strong>10</strong>0 PALERMO (PA) Sicilia<br />

sirein2@libero.it - Tel. 091/202292 - Fax 091/202292<br />

SICULA CICLAT Soc. Coop. a r.l.<br />

Zona Industriale San Cataldo Scalo - 93<strong>10</strong>0 SAN CATALDO (CL) Sicilia<br />

g.riggi@siculaciclat.it - www.siculaciclat.it - Tel. 0934/569739 - Fax 0934/569763<br />

SPECIAL TRASPORTI S.r.l.<br />

Via Labriola, 6 - 400<strong>10</strong> SALA BOLOGNESE (BO) Emilia Romagna<br />

beta@betambiente.it - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873700 - Fax 051/6814744<br />

SPECIALTRASPORTI S.r.l.<br />

Via <strong>del</strong> Lavoro, 8 - 40061 MINERBIO (BO) Emilia Romagna<br />

beta@betambiente.it - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873790 - Fax 051/6873796<br />

T.E.O.R.E.M.A. S.p.a.<br />

Via per Sammichele - Z.I. 70021 ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA) Puglia<br />

info@teoremaspa.it - www.teoremaspa.it - Tel. 080/769958 - Fax 080/762980<br />

TECNO RECUPERI S.r.l.<br />

Via Brescia, snc - 25020 DELLO (BS) Lombardia<br />

info@tecnorecuperi.com - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648272<br />

87


SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />

DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TECNO RECUPERI S.r.l.<br />

Via Dei Campazzi, snc 2<strong>10</strong>40 GERENZANO (VA) Lombardia<br />

info@tecnorecuperi.com - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648271 - Fax 02/9689234<br />

TERRANOVA AMBIENTE S.r.l.<br />

Zona Industriale - 4° Strada 93012 GELA (CL) Sicilia<br />

terran3b@terranovambiente.191.it - Tel. 0933/927681 - Fax 0933/921656<br />

TRANSECO S.r.l.<br />

Via Ronchesana, 56 - 37059 ZEVIO (VR) Veneto<br />

info@transecosrl.com - www.transecosrl.com - Tel. 045/7875330 - Fax 045/7875331<br />

TRED SUD S.r.l.<br />

Zona Industriale Contrada Vicenne - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) Molise<br />

info@tredsud.it - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007<br />

USVARDI GINO & C. S.n.c.<br />

Via dei Bursi 21 Località Ca Degli Oppi 37050 OPPEANO (VR) Veneto<br />

usvardi@usvardi.it - Tel. 045/7130721 - Fax 045/7130881<br />

VALCART S.n.c. DEI F.LLI ALBERTINELLI & C.<br />

Via V. Veneto, 14 - 24060 ROGNO (BG) Lombardia<br />

info@valcart.com - www.valcart.com - Tel. 035/967216 - Fax 035/967461<br />

VEDETTO RECUPERI S.r.l.<br />

Località Polo Nord, 11/D 26030 GABBIONETA-BINANUOVA (CR) Lombardia<br />

vedettorecuperisrl@libero.it - Tel. 0372/844482 - Fax 0372/843170<br />

WEM S.r.l.<br />

Blocco Giancata - Zona Industriale 95<strong>10</strong>0 CATANIA CT Sicilia<br />

wem@wemgroup.it - Tel. 095/291146 - Fax 095/3<strong>10</strong>194<br />

88


CARTA


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

La nuova “Direttiva quadro” europea ha posto particolare attenzione ai rifiuti in<br />

base ad un approccio integrato e basato sull’identità “rifiuto = risorsa”,<br />

intendendo quindi privilegiare il recupero come modalità di gestione da preferire<br />

allo smaltimento, e in particolare il recupero che permette di ottenere dai rifiuti<br />

<strong>del</strong>le materie prime (secondarie).<br />

Nel contesto economico nazionale, questa priorità assume un significato<br />

particolare, considerato che l’Italia è un Paese povero di materie prime, le quali,<br />

pertanto, devono essere per la gran parte importate ovvero sostituite con<br />

materiali corrispondenti, provenienti dalle raccolte differenziate dei rifiuti di<br />

origine urbana oppure degli scarti e dei rifiuti da attività produttive e di servizio.<br />

Di conseguenza, anche per quanto riguarda il settore cartario, si è posta<br />

l’esigenza, negli anni, di ricorrere in modo crescente al “giacimento” interno<br />

rappresentato dalla raccolta differenziata. La raccolta differenziata urbana di<br />

carta e cartone è pertanto aumentata da 1,2 milioni di tonnellate nel 1997 a<br />

quasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccolta presso industrie,<br />

commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel 2006, per poi<br />

diminuire leggermente nei successivi due anni.<br />

Complessivamente, dalle serie storiche a nostra disposizione, è possibile<br />

osservare che, sul totale <strong>del</strong> macero avviato a riciclo, la quota di macero raccolto<br />

proveniente dalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più <strong>del</strong> 20%<br />

nel 1999 al 46% <strong>del</strong> 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio e<br />

industria (esclusi gli sfridi di produzione <strong>del</strong>le industrie grafiche e cartotecniche)<br />

è passata da circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. Poiché, in termini assoluti,<br />

la raccolta di macero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3<br />

milioni di tonnellate nel 2008 e il consumo apparente di carta e cartone non si<br />

è ridotto, ma è rimasto pressochè stabile, viene in luce che, a fronte di un<br />

quantitativo costante di carta e cartone immesso al consumo e (si presume) di<br />

rifiuti cellulosici conseguentemente prodotti, la raccolta di macero, aumentando<br />

notevolmente nel suo complesso, si è al contempo modificata nella<br />

composizione. Infatti, la quota proveniente dal circuito pubblico, che ha visto un<br />

forte incremento sia in termini assoluti che percentuali, ha progressivamente<br />

eroso la quota <strong>del</strong>la raccolta presso le utenze industriali e commerciali<br />

(storicamente svolta dai privati anche prima <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> sistema CONAI): ciò<br />

è in gran parte spiegabile, su scala globale, con il noto fenomeno<br />

<strong>del</strong>l’assimilazione.<br />

È da notare come, con la crisi dei mercati e <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong> 2008, sia calata<br />

la raccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da commercio<br />

e industria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistema<br />

consortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita <strong>del</strong> 9% nel 2008<br />

rispetto all’anno precedente. Con il recupero degli sfridi <strong>del</strong>la produzione e<br />

trasformazione cartaria e <strong>del</strong>le rese dei giornali nel 2008 l’offerta complessiva di<br />

macero per l’industria cartaria è balzata a circa 6,3 milioni di tonnellate.<br />

Il settore cartario ha progressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, la<br />

capacità di riciclaggio <strong>del</strong>la carta e cartone raccolti sul territorio italiano avendo<br />

90


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

raggiunto punte d’eccellenza nell’uso <strong>del</strong> macero in alcuni comparti (produzione<br />

cartone per imballi), pur rimanendo consistenti spazi per ampliare tale uso in<br />

altre applicazioni, compatibilmente con i limiti dettati dalla tecnologia e dai<br />

processi. Dal 2004, però, la raccolta totale di macero in Italia ha superato la<br />

capacità di riciclaggio <strong>del</strong>l’industria cartaria italiana. Nel 2008, l’esportazione ha<br />

superato 1,5 milioni di tonnellate di macero, con un saldo import/export<br />

(positivo per quest’ultimo) pari a circa 1 milione di tonnellate. Rimane infatti la<br />

necessità di importare circa 500 tonnellate di macero dall’estero (uno “zoccolo<br />

duro” che non è stato intaccato, in questi ultimi anni, neanche dall’aumento<br />

<strong>del</strong>la raccolta interna) per coprire il fabbisogno <strong>del</strong>l’industria relativo soprattutto<br />

a determinate qualità di macero.<br />

La crescita <strong>del</strong>l’esportazione netta di macero è avvenuta per quasi tutte le<br />

frazioni merceologiche componenti il macero. La domanda di macero italiano è<br />

cresciuta soprattutto nei Paesi asiatici, Cina in testa, che nonostante la crisi ha<br />

visto raddoppiare i quantitativi importati dall’Italia (la Cina attrae da sola più <strong>del</strong><br />

50% <strong>del</strong>le esportazioni di macero nazionali), mentre Germania e Austria hanno<br />

diminuito le importazioni dal nostro Paese. L’esportazione di macero, insieme<br />

alla crescita <strong>del</strong>la domanda di macero da parte <strong>del</strong> settore cartario nazionale, ha<br />

permesso di dare sbocco ai materiali raccolti, rafforzando il circuito <strong>del</strong>la raccolta<br />

differenziata <strong>del</strong>la carta e cartone: essa è perciò divenuta un fattore cruciale per<br />

mantenere in equilibrio raccolta e recupero.<br />

Con la crisi economica verificatasi a partire dal 2008, si è assistito ad una forte<br />

contrazione <strong>del</strong>la domanda interna e un drastico calo dei prezzi <strong>del</strong> macero. A<br />

fronte <strong>del</strong> calo <strong>del</strong>la domanda, la qualità <strong>del</strong> macero selezionato è divenuto uno<br />

dei fattori trainanti per il mantenimento dei correnti elevati tassi di raccolta e di<br />

riciclo. L’intensificarsi dei controlli sul territorio, sia sul fronte interno che su<br />

quello estero, relativi alla verifica <strong>del</strong> tenore di impurezze presenti nel macero (in<br />

conformità a quanto richiesto dalla normativa), da una parte, e la maggiore<br />

richiesta da parte degli utilizzatori finali di un macero di qualità sempre più<br />

elevata, dall’altra, hanno spostato il centro <strong>del</strong>l’attenzione dalla fase <strong>del</strong>la<br />

raccolta (ferma restando l’esigenza di assicurare, anche a monte, una raccolta di<br />

qualità) a quello <strong>del</strong>la valorizzazione effettuata in piattaforma.<br />

In tale contesto, le piattaforme <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>la carta hanno spesso svolto un<br />

ruolo di compensazione, rispetto al calo <strong>del</strong> mercato, assicurando comunque alle<br />

cartiere livelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attività<br />

di recupero inevitabilmente comportano e nonostante il “complicato” confronto<br />

concorrenziale con il pubblico. Ciò ha determinato una contrazione dei margini<br />

economici non a lungo sostenibile, considerata anche la dimensione <strong>del</strong>la<br />

maggior parte di queste imprese, viziate da un diffuso “nanismo”, ed ha<br />

condotto al rischio di chiusura di alcune aziende, fenomeno peraltro non limitato<br />

al solo comparto <strong>del</strong> macero.<br />

La crisi ha evidenziato un elemento di novità, prima non da tutti<br />

immediatamente percepibile: ovvero, che gli obiettivi di recupero non sono, né<br />

possono, essere garantiti solo ed esclusivamente dal settore cartario nazionale e<br />

grazie al valore (più che positivo, negli anni precedenti all’ultimo) <strong>del</strong> macero sul<br />

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CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

mercato internazionale. Pertanto adesso l’interrogativo è il seguente: come<br />

conciliare mantenimento degli obiettivi di recupero e di raccolta, libero mercato<br />

e sistema consortile?<br />

E ancora: nel caso in cui momenti di congiuntura negativa, tipo l’attuale,<br />

debbano protrarsi oltre la durata <strong>del</strong>le fasi cicliche fisiologiche per un settore<br />

come quello <strong>del</strong>la carta, chi garantirà che il sistema non si inceppi e che i suoi<br />

risultati non vengano compromessi? In poche parole, chi sosterrà i costi <strong>del</strong>la<br />

crisi? I consumatori, attraverso il CAC? Oppure occorrerà ripensare (in parte) il<br />

sistema? Accanto a queste domande dalla risposta non banale, se ne pone una<br />

terza, che pure interessa da vicino tutto il settore privato <strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong><br />

recupero: perché in Italia, a differenza che nelle economie più avanzate, il settore<br />

pubblico invece di arretrare guadagna quote <strong>del</strong> mercato dei servizi, magari in<br />

modo surrettizio (con la quotazione <strong>del</strong>le società pubbliche in borsa), più spesso<br />

con il ricorso sistematico e illegittimo ad affidamenti in house, sperpero di risorse<br />

pubbliche e concorrenza sleale nei confronti <strong>del</strong>le aziende private esistenti?<br />

Va da sé che, in un contesto in cui esportazioni, qualità e ruolo <strong>del</strong>le piattaforme<br />

al fine <strong>del</strong>la valorizzazione divengono sempre più centrali, a tutto ciò debba<br />

coerentemente corrispondere un maggior riconoscimento e presenza degli<br />

operatori <strong>del</strong> recupero nelle organizzazioni consortili, come peraltro<br />

esplicitamente previsto dalla legge (e rimasto inattuato). Siamo invece al<br />

paradosso in cui le regole <strong>del</strong> gioco (leggi: Accordo ANCI-CONAI) vengono<br />

decise senza il concorso <strong>del</strong>le rappresentanze dei recuperatori e senza tener<br />

conto di esigenze oggettive che renderanno, da ultimo, inapplicabili le soluzioni<br />

individuate a monte. A fronte di ciò, la richiesta <strong>del</strong>la rappresentanza <strong>del</strong>le<br />

imprese di recupero presenti in Unionmaceri non può che essere quella di<br />

attribuire il giusto peso a tutte le componenti <strong>del</strong>la filiera, insieme a quella di un<br />

passaggio graduale ma inesorabile a procedure di assegnazione <strong>del</strong> macero più<br />

aperte e trasparenti a vantaggio <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong> sistema, così come auspicato<br />

dall’Autorità Antitrust.<br />

Inoltre, occorre stabilire in modo più chiaro e uniforme le regole <strong>del</strong>l’intervento<br />

pubblico nel mercato in oggetto, attraverso (ad esempio) la definizione dei criteri<br />

per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, al fine di disegnare i confini<br />

<strong>del</strong>la c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessità <strong>del</strong>l’utenza, e non<br />

in funzione <strong>del</strong>le esigenze di cassa <strong>del</strong>le singole amministrazioni locali.<br />

Analogamente, il corrispettivo che si paga al Comune per il servizio d’igiene<br />

urbana deve essere agganciato ad un saldo principio di “pay as you throw”, in<br />

modo da evitare una tassazione estesa a macchia d’olio e finalizzata a<br />

mascherare inefficienze o voci di costo estranee al servizio specifico.<br />

Infine, è da tempo che il settore sottolinea l’assoluta necessità di un contesto di<br />

regole più preciso e definito, specie per quanto riguarda le esportazioni, grazie<br />

al quale sia possibile contrastare efficacemente i traffici illeciti di rifiuti (anche<br />

attraverso dei meccanismi di “tracciabilità” dei rifiuti stessi), rafforzare e<br />

sviluppare le attività in regola con le normative, aumentare la qualità <strong>del</strong> macero<br />

raccolto, selezionato e conferito in cartiera.<br />

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CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

A tal fine, UNIONMACERI, insieme ad ASSOCARTA, ha promosso l’attuazione di<br />

uno specifico “Accordo di settore sulla qualità e la tracciabilità <strong>del</strong> macero<br />

derivante da raccolta differenziata e da altre fonti di approvvigionamento,<br />

nonché sulla gestione degli scarti”, da sottoporre all’avallo <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente, affinchè esso diventi una guida di riferimento per gli operatori<br />

<strong>del</strong>la catena <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>la carta, in piena conformità e applicazione <strong>del</strong>la<br />

normativa nazionale e comunitaria.<br />

CORRADO SCAPINO<br />

Presidente Unionmaceri<br />

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CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PRODUZIONE<br />

E CONSUMO DI<br />

CARTA E CARTONE<br />

Il settore <strong>del</strong>la carta e cartone è tradizionalmente uno dei settori dove si<br />

realizzano i più alti tassi di recupero. Si tratta infatti di una catena “chiusa”,<br />

dove cioè il macero recuperato viene impiegato per usi identici, o analoghi,<br />

a quelli <strong>del</strong> materiale vergine di partenza.<br />

È quindi importante esaminare innanzitutto i dati sulla produzione<br />

nazionale e sul consumo apparente di carta. La produzione di carta e<br />

cartone nazionale, pari a 9,4 milioni di tonnellate nel 2008, è calata <strong>del</strong> 7%<br />

rispetto al 2007. Analogamente, il consumo apparente ha visto un<br />

decremento <strong>del</strong> 7% nel 2008, rispetto al 2007, attestandosi su oltre 11<br />

milioni di tonnellate.<br />

Per far fronte al proprio consumo interno, comunque l’Italia si conferma<br />

importatrice netta di carta e cartone per 1,6 milioni di tonnellate, in<br />

particolare di prodotti cartacei intermedi quali carte per usi grafici e cartone<br />

ondulato.<br />

TABELLA 1: Consumo, produzione, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Consumo apparente carta e cartone 11.087 <strong>10</strong>.773 11.139 11.252 11.465 11.733 11.768 11.894 11.084<br />

Import carta e cartone 4.544 4.464 4.664 4.677 5.047 5.192 5.262 5.297 4.967<br />

Export carta e cartone 2.599 2.617 2.842 2.916 3.248 3.459 3.502 3.514 3.350<br />

<strong>Produzione</strong> carta e cartone 9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 <strong>10</strong>.008 <strong>10</strong>.112 9.467<br />

Fonte : Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT<br />

94


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 1: <strong>Produzione</strong>, consumo, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)<br />

14.000<br />

12.000<br />

11.087 <strong>10</strong>.773<br />

11.139 11.252<br />

11.465 11.733 11.768 11.894<br />

11.084<br />

<strong>10</strong>.000<br />

8.000<br />

9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 <strong>10</strong>.008 <strong>10</strong>.112<br />

9.467<br />

6.000<br />

4.544 4.464<br />

4.664 4.677<br />

5.047 5.192 5.262 5.297<br />

4.967<br />

4.000<br />

2.000<br />

2.599 2.617 2.842 2.916<br />

3.248 3.459 3.502 3.514 3.350<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Consumo carta e cartone<br />

Export carta e cartone<br />

Import carta e cartone<br />

<strong>Produzione</strong> carta e cartone<br />

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT<br />

LA RACCOLTA DELLA<br />

CARTA DA MACERO<br />

Nel 2008 la raccolta differenziata <strong>del</strong>la carta e cartone da suolo pubblico ha<br />

raggiunto 2,9 milioni di tonnellate, mentre quella da superfici private da uffici,<br />

commercio e industria ha raggiunto 1,9 milioni di tonnellate.<br />

Complessivamente sono state raccolte oltre 6,3 milioni di tonnellate di macero,<br />

assommando la raccolta degli sfridi da produzione (1.460 mila tonnellate nel<br />

2008, contro 1.560 mila nel 2007).<br />

TABELLA 2: Raccolta e recupero <strong>del</strong>la carta da macero (000/ton)<br />

2004 2005 2006 2007 2008<br />

Macero recuperato 4.092 4.292 4.455 4.606 4.856<br />

di cui da RD (Comieco Rapp.) 2.154 2.352 2.420 2.700 2.943<br />

di cui da recuperatori (da uffici, commercio, industria) 1.938 1.940 2.035 1.906 1.913<br />

Sfridi e rese 1.485 1.500 1.550 1.560 1.460<br />

Raccolta totale di macero 5.577 5.592 6.005 6.166 6.315<br />

Export netto di macero -<strong>10</strong>4 -304 -422 -586 -987<br />

di cui import 497 445 467 493 520<br />

di cui export 601 749 894 <strong>10</strong>79 1507<br />

Utilizzo di carta da macero nell’industria cartaria 5.473 5.488 5.578 5.580 5329<br />

Fonte: ASSOCARTA su dati ISTAT<br />

95


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La raccolta differenziata urbana <strong>del</strong>la carta e cartone è aumentata da 1,2 milioni<br />

di tonnellate nel 1997 a quasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccolta<br />

presso industrie, commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel<br />

2006, per poi diminuire leggermente nei successivi due anni.<br />

Complessivamente, dalle serie storiche a disposizione, è possibile osservare che,<br />

sul totale <strong>del</strong> macero avviato a riciclo, la quota di macero raccolto proveniente<br />

dalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più <strong>del</strong> 20% nel 1999 al<br />

46% <strong>del</strong> 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio e industria<br />

(esclusi gli sfridi di produzione <strong>del</strong>le industrie grafiche e cartotecniche) è passata<br />

da circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. In termini assoluti, la raccolta di<br />

macero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3 milioni di<br />

tonnellate nel 2008. A fronte di un quantitativo costante di carta e cartone<br />

immesso al consumo e (si presume) di rifiuti cellulosici conseguentemente<br />

prodotti, la raccolta di macero, pur aumentando nel suo complesso, si è al<br />

contempo modificata nella composizione, con un progressivo incremento <strong>del</strong>la<br />

quota di raccolta pubblica a svantaggio di quella effettuata dai privati<br />

(storicamente esistente anche prima <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> sistema CONAI).<br />

È da notare come con la crisi di produzione cartaria <strong>del</strong> 2008, sia calata la<br />

raccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da terziario e<br />

industria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistema<br />

consortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita <strong>del</strong> 9% nel 2008<br />

rispetto all’anno precedente.<br />

Al contempo, nel 2008 la quota in convenzione COMIECO rispetto al totale <strong>del</strong>la<br />

raccolta differenziata comunale di carta e cartone si è complessivamente ridotta.<br />

La contrazione più consistente <strong>del</strong>la quota di ricorso a COMIECO si è registrata<br />

al Nord, mentre al Centro si è avuta una leggera crescita e al Sud è diminuita.<br />

Nel complesso le quantità di carta e cartone che i soggetti convenzionati hanno<br />

deciso di avviare a riciclo al di fuori <strong>del</strong> rapporto con COMIECO ammontano a<br />

quasi 320 mila tonnellate (+47% rispetto al 2007). Il 90% di queste quantità<br />

deriva da flussi di raccolta congiunta. Questa tendenza è stata tuttavia<br />

controbilanciata dalla crisi dei prezzi <strong>del</strong> macero verificatasi soprattutto a partire<br />

dagli ultimi mesi <strong>del</strong> 2008, per cui numerosi Comuni hanno fatto richiesta di<br />

rientrare nel sistema.<br />

L’avvio a riciclo <strong>del</strong>la carta e <strong>del</strong> cartone coordinato da COMIECO è assicurato da<br />

una rete consolidata e diffusa su tutto il territorio nazionale di operatori (322<br />

piattaforme di lavorazione e 71 cartiere cui si aggiungono 151 piattaforme per<br />

ritiro imballaggi secondari e terziari).<br />

La raccolta differenziata urbana di carta e cartone è cresciuta dal 1998 al 2008<br />

in tutte le aree <strong>del</strong> Paese: al Nord da 756.000 tonnellate nel 1998 è cresciuta a<br />

1,7 milioni di tonnellate nel 2008 (+ 130%), al Centro da 193.000 a 675.000<br />

tonnellate (+ 250%), mentre al Sud è cresciuta di quasi <strong>10</strong> volte passando da<br />

50.000 tonnellate a 513.000 tonnellate.<br />

Rimangono ancora forti spazi di crescita <strong>del</strong>la raccolta al Sud, che nel 2008 è<br />

cresciuta <strong>del</strong> 17% rispetto al 2007, mentre al Centro il tasso di crescita è stato<br />

più basso (+ 6%).<br />

Il Nord, che realizza oltre il 60% di tutta la raccolta differenziata <strong>del</strong>la carta in<br />

Italia, continua a presentare una buona crescita <strong>del</strong>la raccolta medesima<br />

(+13% nel 2008 rispetto al 2007).<br />

96


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 3:<br />

Raccolta differenziata urbana <strong>del</strong>la carta - Situazione territoriale - Serie<br />

storica (ton)<br />

Anni NORD CENTRO SUD ITALIA<br />

1998 756.813 193.958 50.222 1.000.993<br />

1999 933.687 242.497 70.587 1.246.771<br />

2000 981.687 278.472 88.794 1.348.953<br />

2001 1.056.582 290.074 153.985 1.500.641<br />

2002 1.041.535 325.625 222.390 1.589.550<br />

2003 1.174.418 427.490 266.729 1.868.637<br />

2004 1.256.786 535.827 312.979 2.<strong>10</strong>5.592<br />

2005 1.427.627 569.772 360.695 2.358.094<br />

2006 1.522.649 596.573 413.663 2.532.885<br />

2007 1.554.087 638.223 437.209 2.629.519<br />

2008 1.754.745 675.888 513.181 2.943.815<br />

Fonte: ISPRA (ex APAT)<br />

GRAFICO 2: Raccolta carta e cartone da RU per macroaree - Serie storica (ton)<br />

1.800.000<br />

1.600.000<br />

1.400.000<br />

1.200.000<br />

1.000.000<br />

800.000<br />

600.000<br />

400.000<br />

200.000<br />

0<br />

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Nord Centro Sud<br />

Fonte: ISPRA<br />

97


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL RICICLO<br />

Il settore cartario è un forte utilizzatore di macero recuperato ed ha<br />

progressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, la capacità di riciclaggio<br />

<strong>del</strong>la carta e cartone raccolti sul territorio italiano.<br />

Su una produzione interna di 9,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, nel<br />

2008, sono state impiegate 5,3 milioni di tonnellate di macero da recupero di<br />

carta e cartone, proveniente dalla raccolta differenziata degli urbani, dalla<br />

raccolta di imballaggi da terziario ed industria e da sfridi <strong>del</strong>le lavorazioni.<br />

Va inoltre sottolineato come la quasi totalità <strong>del</strong> macero raccolto venga<br />

trasformato nel comparto <strong>del</strong> cartone ondulato, che utilizza per la maggior parte<br />

come materia di base il macero.<br />

La capacità di utilizzo <strong>del</strong> macero in Italia è perciò sostanzialmente satura e<br />

dipende dal settore <strong>del</strong> cartone ondulato. Negli altri comparti cartari, quali carta<br />

per usi grafici, domestici ed igienico-sanitari, l’utilizzo <strong>del</strong> macero per la<br />

produzione è ancora molto basso. Pertanto, pur essendosi raggiunte punte<br />

d’eccellenza nell’uso <strong>del</strong> macero nel comparto <strong>del</strong> cartone ondulato, rimangono<br />

consistenti possibilità di accrescere l’uso <strong>del</strong> macero in altri comparti, laddove<br />

questo sia compatibile con i processi tecnologici.<br />

Nella Tabella 4, si può vedere che mentre il tasso di recupero <strong>del</strong> macero in Italia<br />

è crescente passando dal 41 % (anno 2000) al 57% (nel 2008), il tasso di utilizzo<br />

<strong>del</strong> macero e il tasso di riciclaggio rimangono costanti dal 2000 al 2008. Questi<br />

dati confermano che in Italia la capacità di riciclaggio di carta e cartone è oramai<br />

satura, a meno che non intervengano tecnologie che consentano l’utilizzo <strong>del</strong><br />

macero in comparti diversi dall’ondulato.<br />

TABELLA 4: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio di macero in Italia - Serie storica (%)<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Tasso di utilizzo 55 57 56 56 57 55 56 55 56<br />

Tasso di recupero 41 43 45 46 49 49 51 52 57<br />

Tasso di riciclaggio 46 47 47 47 48 47 47 47 48<br />

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA<br />

98


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 3: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio <strong>del</strong> macero in Italia - Serie storica (%)<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Tasso di utilizzo Tasso di riciclaggio Tasso recupero<br />

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA<br />

IMPORT/EXPORT<br />

La capacità di riciclaggio <strong>del</strong>l’industria italiana è stata una condizione necessaria<br />

per far crescere, soprattutto all’inizio, la raccolta differenziata <strong>del</strong>la carta e <strong>del</strong><br />

cartone, ma da qualche anno a tale fattore di sviluppo si è necessariamente<br />

aggiunta, quale elemento trainante, anche la domanda di macero dall’estero.<br />

Infatti, a partire dal 2004, il superamento <strong>del</strong>l’offerta di macero recuperato<br />

rispetto alla capacità di assorbimento <strong>del</strong> macero da parte <strong>del</strong>l’industria cartaria<br />

italiana ha portato all’esportazione netta di macero a diversi Paesi terzi.<br />

Nel 2008, a fronte di un fabbisogno nazionale di 5,3 milioni di tonnellate di<br />

macero, contro una raccolta di 6,3 milioni di tonnellate, oltre 1,5 milioni di<br />

tonnellate di macero sono state esportate all’estero, con un export netto di quasi<br />

un milione di tonnellate, considerando l’importazione di macero.<br />

L’esportazione totale di macero è cresciuta da 218.000 tonnellate nel 2000 a<br />

oltre 1,5 milioni di tonnellate nel 2008.<br />

Viceversa, l’importazione di carta da macero è diminuita da 741.000 tonnellate<br />

nel 2000 a 520.000 tonnellate nel 2008; tale cifra rappresenta uno “zoccolo<br />

duro” che è rimasto pressochè inalterato negli ultimi 5 anni e non è stato<br />

intaccato neanche dall’aumento <strong>del</strong>la raccolta interna.<br />

99


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 5: Raccolta, riciclaggio, export, import di carta da macero in Italia – Serie storica (000/ton)<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Riciclaggio 5.057 5.098 5.257 5.288 5.474 5.488 5.578 5.581 5.329<br />

Raccolta 4.534 4.682 4.995 5.227 5.592 5.793 6.005 6.166 6.316<br />

Import 741 674 681 589 500 447 467 493 520<br />

Eeport 218 258 419 528 619 751 895 1.079 1.506<br />

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT<br />

GRAFICO 4: Raccolta, riciclaggio, import ed export di macero Italia – Serie storica (000/ton)<br />

7.000<br />

6.000<br />

5.000<br />

4.000<br />

3.000<br />

2.000<br />

1.000<br />

0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Riciclaggio<br />

Raccolta<br />

Import<br />

Export<br />

Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT<br />

<strong>10</strong>0


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’offerta complessiva di macero raccolto ha trovato uno sbocco importante con<br />

l’esportazione di macero in diversi Paesi europei e in alcuni Paesi asiatici.<br />

Nonostante la crisi produttiva mondiale, la Cina è diventato il primo importatore di<br />

macero italiano con una forte crescita nel 2008 rispetto al 2007 (746.000 tonnellate<br />

nel 2008, valore quasi doppio rispetto a quello <strong>del</strong> 2007), mentre la Germania,<br />

secondo importatore, ha diminuito l’importazione di macero nel 2008 (206.000<br />

tonnellate) <strong>del</strong> 15% rispetto al 2007 e l’Austria <strong>del</strong> 30 % (<strong>10</strong>6.000 tonnellate<br />

nel 2008). La Cina importa perciò oltre il 50% di tutto il macero esportato<br />

dall’Italia.<br />

Eventuali limiti allo sbocco <strong>del</strong>l’esportazione potrebbero portare a limitare la<br />

crescita prevedibile <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>la carta o a cercare altre soluzioni, quali il<br />

recupero energetico.<br />

TABELLA 6:<br />

Esportazione di macero dall'Italia per Paese (000/ton)<br />

Paese 2007 2008 % per Paese % incremento 08/07<br />

CINA 386 746 53,1% 93,3%<br />

GERMANIA 243 206 14,7% -15,2%<br />

AUSTRIA 154 <strong>10</strong>6 7,5% -31,2%<br />

SLOVENIA 93 79 5,6% -15,1%<br />

INDONESIA 23 66 4,7% 187,0%<br />

FRANCIA 61 62 4,4% 1,6%<br />

TAIWAN 17 46 3,3% 170,6%<br />

Tot. 7 977 1.311 93,3% 34,2%<br />

ALTRI 38 94 6,7% 147,4%<br />

Totale 1.015 1.405 <strong>10</strong>0,0% 38,4%<br />

Fonte: YTD<br />

L’importazione di macero è cresciuta comunque nel 2008 rispetto al 2007 da<br />

460.000 tonnellate a 489.000 tonnellate.<br />

La Germania rimane il primo esportatore in Italia (96.000 tonnellate), seguita da<br />

Stati Uniti e Francia.<br />

La crescita <strong>del</strong>l’esportazione di macero dall’Italia segue una tendenza europea.<br />

Dal 2000 al 2008 l’esportazione netta di macero nei Paesi CEPI è cresciuta da<br />

2,8 milioni di tonnellate a <strong>10</strong>,4 milioni di tonnellate.<br />

Nel 2008 si è registrata una crescita <strong>del</strong>l’esportazione netta di oltre 2 milioni di<br />

tonnellate rispetto al 2007.<br />

La raccolta <strong>del</strong> macero nei Paesi CEPI è cresciuta da 44 milioni di tonnellate nel<br />

2000 a quasi 60 milioni nel 2008, e mostra una tendenza comune a tutti i Paesi<br />

<strong>del</strong>l’Unione Europea: la forte crescita <strong>del</strong>la raccolta di macero ha superato la<br />

capacità di riciclaggio europea e sta trovando per ora sbocco nell’esportazione<br />

netta verso i Paesi asiatici.<br />

L’esportazione netta di macero all’estero, insieme alla crescita <strong>del</strong>la domanda di<br />

macero da parte <strong>del</strong> settore cartario nazionale, sta perciò diventando cruciale per<br />

mantenere in equilibrio raccolta e recupero.<br />

<strong>10</strong>1


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 7:<br />

Importazione di macero in Italia per principali Paesi (000/ton)<br />

PAESI 2007 2008 % per paese % incremento 08/07<br />

GERMANIA 96 96 19,6% 0,0%<br />

USA 76 77 15,7% 1,3%<br />

FRANCIA 87 71 14,5% -18,4%<br />

SVIZZERA 43 49 <strong>10</strong>,0% 14,0%<br />

GRECIA 35 41 8,4% 17,1%<br />

OLANDA 27 35 7,2% 29,6%<br />

SLOVENIA <strong>10</strong> 31 6,3% 2<strong>10</strong>,0%<br />

Totale 7 374 400 81,8% 7,0%<br />

ALTRI 86 89 18,2% 3,5%<br />

TOTALE 460 489 <strong>10</strong>0,0% 6,3%<br />

Fonte: YTD<br />

TABELLA 8:<br />

<strong>Recupero</strong> di carta e cartone ed esportazione nei Paesi CEPI<br />

1991 2000 2005 2007 2008<br />

Numero industrie <strong>10</strong>38 937 838 791 756<br />

Raccolta macero (mln ton) 25,8 44,6 54,0 58,2 58,9<br />

Utilizzo macero (mln ton) 25,7 41,8 47,3 49,9 48,6<br />

Export macero (mln ton) 3,5 7,6 9,5 11,5<br />

Import macero (mln ton) 0,7 0,8 1,1 1,1<br />

Export netto (mln ton) 2,8 6,8 8,4 <strong>10</strong>,4<br />

Tasso riciclaggio (%) 40,8 51,6 61,6 63,9 66,6<br />

Fonte: CEPI<br />

<strong>10</strong>2


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL MERCATO<br />

DEL MACERO<br />

Nell’ultimo anno, si è invertita una tendenza dei prezzi <strong>del</strong> macero che durava<br />

dal 2002.<br />

I prezzi <strong>del</strong> macero sono stati in forte crescita in questi anni per quasi tutte le<br />

tipologie di carta.<br />

La carta mista non selezionata ha visto quasi raddoppiare il proprio prezzo dal<br />

2002 al 2007, la carta mista selezionata è aumentata <strong>del</strong> 77%, mentre il cartone<br />

ondulato è aumentato <strong>del</strong> 21%.<br />

Nel 2007, rispetto al 2006, si è registrata una crescita dei prezzi più alta per tutte<br />

le tipologie di carta.<br />

Nel 2008 invece, con la crisi sui mercati mondiali, si è registrato un forte calo dei<br />

prezzi: il prezzo <strong>del</strong> cartone e cartoncino è calato da 60/80 euro a tonnellata a<br />

<strong>10</strong>/20 euro a tonnellata, la carta da giornale da 80/<strong>10</strong>0 a 50/60 euro a<br />

tonnellata. La caduta <strong>del</strong>la domanda per la produzione potrebbe portare ad una<br />

possibile crisi di sbocco <strong>del</strong>le raccolte <strong>del</strong> macero. Se dovesse perdurare la<br />

situazione di crisi essa potrebbe avere effetti sulla stessa raccolta.<br />

In particolare, mentre la raccolta da superfici pubbliche, che dipende dai<br />

contratti con il Consorzio <strong>del</strong>la carta, potrebbe comunque continuare a crescere,<br />

la raccolta da superfici private potrebbe essere più sensibile ai prezzi <strong>del</strong> macero<br />

e quindi stabilizzarsi o diminuire. Qui si impone una riflessione sul mercato<br />

libero, giacchè è quanto meno singolare che il flusso di maggior qualità (quello<br />

proveniente da uffici, industrie, ecc.) rischi di non venire più raccolto.<br />

TABELLA 9: Prezzi di vendita dei maceri cartari. Medie annue (€/ton)<br />

Carta (1.01) misti da<br />

Rd, non selezionati<br />

Carta (1.02) misti<br />

selezionati<br />

Carta<br />

Refili stampati misti<br />

Carta cartone ondulato<br />

kraft 2ª qualità<br />

2002 15 39 123 81<br />

2006 11 33 88 72<br />

2007 37 58 114 98<br />

2007/2002 151% 49% -7% 21%<br />

2007/2006 224% 77% 29% 36%<br />

Fonte: Listini Camera Commercio<br />

<strong>10</strong>3


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 5: Prezzi macero, cartone e cartoncino - Supermarket Italia<br />

120<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

gen-08<br />

feb-08<br />

mar-08<br />

apr-08<br />

mag-08<br />

giu-08<br />

lug-08<br />

ago-08<br />

set-08<br />

ott-08<br />

nov-08<br />

dic-08<br />

gen-09<br />

feb-09<br />

Fonte: FEAD<br />

Livello dei prezzi minori<br />

Livello dei prezzi maggiori<br />

GRAFICO 6: Prezzi macero carta da giornale - Italia<br />

140<br />

120<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

gen-08<br />

feb-08<br />

mar-08<br />

apr-08<br />

mag-08<br />

giu-08<br />

lug-08<br />

ago-08<br />

set-08<br />

ott-08<br />

nov-08<br />

dic-08<br />

gen-09<br />

feb-09<br />

Livello dei prezzi minori<br />

Livello dei prezzi maggiori<br />

Fonte: FEAD<br />

<strong>10</strong>4


CARTA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

A fronte <strong>del</strong> calo dei prezzi e <strong>del</strong>la domanda interna, la qualità <strong>del</strong> macero<br />

selezionato è divenuto uno dei fattori trainanti per il mantenimento dei correnti<br />

elevati tassi di raccolta e di riciclo.<br />

Infatti, sia sul fronte interno (cartiere nazionali) che su quello estero<br />

(esportazioni), da una parte l’intensificarsi dei controlli sul territorio connessi alla<br />

verifica <strong>del</strong> tenore di impurezze presenti nel macero (conformemente agli<br />

standard fissati dalla normativa), dall’altra la maggiore richiesta da parte degli<br />

utilizzatori finali di un macero di qualità sempre più elevata, hanno spostato il<br />

centro <strong>del</strong>l’attenzione dalla fase <strong>del</strong>la raccolta (ferma restando l’esigenza di<br />

assicurare standard qualitativi crescenti) a quella <strong>del</strong>la valorizzazione effettuata<br />

in piattaforma.<br />

Le piattaforme <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>la carta hanno spesso svolto un ruolo di<br />

compensazione rispetto al calo <strong>del</strong> mercato, assicurando comunque alle cartiere<br />

livelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attività di<br />

recupero inevitabilmente comportano.<br />

<strong>10</strong>5


VETRO


VETRO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PRODUZIONE E<br />

RICICLAGGIO<br />

In Europa nel 2008 sono state prodotte oltre 22 milioni di tonnellate di vetro,<br />

con un calo rispetto al 2007 <strong>del</strong>lo 0,7%. L’Italia ha mantenuto un tasso di<br />

crescita anche nel 2008 (+1,5%) come la Germania.<br />

Altri Paesi come Francia, Spagna, e Inghilterra hanno avuto invece una caduta<br />

<strong>del</strong>la produzione tra il 3 e il 4%.<br />

Dal 1998 al 2008 in Italia la produzione di vetro è aumentata <strong>del</strong> 20%, mentre<br />

in Germania e in Francia è diminuita <strong>del</strong> 4-5 %.<br />

Il tasso di riciclaggio <strong>del</strong> vetro è in Europa mediamente <strong>del</strong> 62%, l’Italia si colloca<br />

nella media con il 60%.<br />

Paesi come Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda hanno superato<br />

l’80% di riciclaggio <strong>del</strong> vetro prodotto. Alcuni Paesi, come Svezia e Svizzera,<br />

hanno superato il 90%.<br />

Il primo problema che emerge nell’ambito <strong>del</strong>la lettura dei dati esposti è di natura<br />

metodologica: troppo spesso il tasso di riciclaggio (cfr. Tabella 2) viene calcolato non<br />

sul reale consumo di materia prima secondaria, bensì sulle quantità raccolte: questo<br />

falsa la realtà <strong>del</strong> recupero effettivo e, soprattutto, rende impossibili i paragoni tra i<br />

Paesi, soprattutto a livello comunitario dove vige la direttiva imballaggi che, come si<br />

vedrà più avanti, viene applicata in maniera assolutamente disomogenea.<br />

A livello europeo, dall’inizio <strong>del</strong>la crisi <strong>del</strong> 2008, il settore <strong>del</strong> vetro ha registrato<br />

una crisi immediata con un calo <strong>del</strong>la produzione che ha creato una situazione<br />

molto critica in tutto il settore.<br />

Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo <strong>2009</strong>, la domanda di prodotti di vetro è<br />

crollata improvvisamente, non solo per i contenitori ma anche per il vetro piano,<br />

utilizzato nel settore edile e automobilistico.<br />

I produttori di vetro hanno ridotto la loro produzione in alcuni Paesi <strong>del</strong> 15% fino<br />

al 40%.<br />

Questo ha prodotto una crisi nel settore <strong>del</strong> riciclaggio <strong>del</strong> vetro, ed essendo la<br />

raccolta <strong>del</strong> vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formati degli<br />

extra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi <strong>del</strong>la<br />

domanda. Infine, si sono registrate pressioni sui prezzi non dipendenti solo dal<br />

calo <strong>del</strong>la domanda ma dalla forte diminuzione dei prezzi in alcuni Paesi, che<br />

hanno avuto riflessi sulla competizione internazionale.<br />

Perciò, complessivamente, il settore <strong>del</strong> recupero, a livello europeo, è rimasto<br />

schiacciato tra domanda e prezzi calanti <strong>del</strong> prodotto finito e costi crescenti,<br />

causati dall’accumulo di materiali presso gli impianti di produzione <strong>del</strong>le MPS<br />

(materie prime secondarie).<br />

Un aspetto particolarmente problematico per il mercato italiano ha riguardato la<br />

diversità <strong>del</strong>l’implementazione <strong>del</strong>la direttiva imballaggi nei vari Paesi europei,<br />

condizione che ha portato ad un dumping di mercato ed a convenienze di<br />

trasferimento dei materiali da un Paese all’altro, a volte dovuto alle migliori<br />

qualità <strong>del</strong>le raccolte differenziate e, in altri casi, ai maggiori contributi<br />

riconosciuti ai vari sistemi da ogni singolo Paese aderente.<br />

In Italia nel 2008 sono state riciclate complessivamente 1,83 milioni di tonnellate<br />

di vetro di cui 1,39 milioni di tonnellate costituite da imballaggi, 242 mila<br />

tonnellate da vetro piano.<br />

Le importazioni di vetro sono state pari a 202 mila tonnellate, l’11% <strong>del</strong> totale.<br />

<strong>10</strong>7


VETRO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ASPETTI QUALITATIVI<br />

DELLA RACCOLTA<br />

E DEL RECUPERO<br />

DEL VETRO<br />

A tutte le difficoltà sopra descritte, si deve aggiungere per l’Italia, la problematica<br />

relativa alla qualità <strong>del</strong> rottame di vetro raccolto, che è peggiorata sempre più con<br />

l’estendersi <strong>del</strong>le raccolte domiciliari (soprattutto per la maggiore presenza di<br />

ceramica, vetroceramica e organico, per la frammentazione <strong>del</strong> vetro e la forte<br />

presenza di frazione fine difficilmente riciclabile).<br />

Ciò ha causato un incremento dei costi di recupero e smaltimento dei relativi<br />

sovvalli, una diminuzione <strong>del</strong>la resa effettiva (oggi mediamente scesa all’80-85%) e<br />

una disparità con i concorrenti esteri che possono beneficiare di un rottame di vetro<br />

di qualità molto superiore.<br />

La difficile situazione di mercato e le relative conseguenze, però, non possono<br />

incentivare quegli investimenti per migliorare le tecnologie che invece sarebbero<br />

necessarie anche in virtù <strong>del</strong> sopra citato mutamento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> rottame, per<br />

meglio utilizzare le diverse tipologie <strong>del</strong> vetro raccolto e incrementare il tasso di<br />

riciclaggio.<br />

Paradossalmente, infatti, l’industria vetraria ha la necessità di aumentare la<br />

percentuale di rottame di vetro nel processo produttivo, in quanto tale utilizzo<br />

permette una riduzione dei costi energetici generali: il risparmio energetico è<br />

quantificabile in una riduzione <strong>del</strong> 2,5% <strong>del</strong> combustibile impiegato per ogni <strong>10</strong>%<br />

di rottame usato. Un impiego <strong>del</strong>l’80% di frammenti vetrosi porta quindi a<br />

un’economia energetica <strong>del</strong> 20%. Inoltre, con l’inserimento dei cocci di vetro nella<br />

miscela vetrificabile, si riducono anche le emissioni in atmosfera connesse all’attività<br />

produttiva. Le minori temperature di fusione <strong>del</strong> rottame vitreo implicano la<br />

riduzione <strong>del</strong> volume dei fumi di combustione, le emissioni di ossidi di azoto, polveri<br />

e anidride carbonica.<br />

Il recente Accordo ANCI-CONAI, e nello specifico l’Allegato tecnico ANCI-COREVE,<br />

sono stati definiti avendo quale scopo primario la necessità di migliorare gli aspetti<br />

qualitativi <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong> vetro.<br />

Dovrebbe quindi essere ancor più primario il ruolo <strong>del</strong> recuperatore, non solo quale<br />

filtro sostanziale nel rapporto con la pubblica amministrazione e il sistema urbano<br />

<strong>del</strong>le raccolte differenziate, bensì nell’obiettivo di incrementare il tasso di recupero<br />

e di riciclo, laddove è difficile ipotizzare che gli attuali sistemi di raccolta possano,<br />

nel breve-medio periodo, permettere il raggiungimento degli standard di qualità<br />

richiesti dall’industria vetraria. Soprattutto in un contesto, anche di natura politicosociale,<br />

ove gli aspetti quantitativi <strong>del</strong>le raccolte differenziate vengono privilegiati<br />

rispetto a quelli qualitativi più legati alla possibilità effettiva di riciclo.<br />

Ciò vale soprattutto ove si tenga conto <strong>del</strong> fatto che a breve dovranno avviarsi le<br />

raccolte differenziate al Sud, anche se permangono criticità quali la disponibilità in<br />

loco di impianti di stoccaggio e selezione.<br />

Inoltre, secondo valutazioni <strong>del</strong> COREVE, l’attuale condizione di mercato <strong>del</strong> settore<br />

non permette di ipotizzare investimenti al Sud, non solo per la carenza di utilizzo<br />

finale <strong>del</strong> vetro in tale area, ma anche per le autonome scelte gestionali di alcune<br />

vetrerie che, nonostante l’attuale condizione di ampia disponibilità nazionale di<br />

rottame, ne importano notevoli quantità.<br />

<strong>10</strong>8


VETRO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

In un tale contesto di difficoltà globale e nazionale, è auspicabile che il rapporto tra<br />

operatori <strong>del</strong> recupero e industria vetraria compia un passaggio di maturità reale e<br />

sostanziale: a prescindere dagli aspetti economici dei prezzi, comunque condizionati<br />

dalla forte concentrazione <strong>del</strong>l’industria vetraria, occorre rivedere il sistema<br />

organizzativo dando maggiore risalto agli aspetti collaborativi e organizzativi. Senza<br />

dimenticare, infatti, che la riciclabilità <strong>del</strong> rottame di vetro viene oggi, come ieri,<br />

garantita dall’industria <strong>del</strong> recupero.<br />

TABELLA 1: <strong>Produzione</strong> di vetro in Europa (ton)<br />

Paesi 1998 2004 2005 % 2006 % 2007 [1] % 2008 % %<br />

05/04 06/05 07/06 08/07 08/98<br />

Francia [2] 3.785.142 3.731.735 3.784.280 1,4 3.828.086 1,2 3.743.925 -2,2 3.572.592 -4,6 -5,6<br />

Germania 4.323.180 4.<strong>10</strong>5.193 3.895.151 -5,1 3.885.600 -0,2 4.080.300 5,0 4.141.800 1,5 -4,2<br />

Italia [2] 3.046.948 3.582.777 3.543.333 -1,1 3.549.041 0,2 3.620.522 2,0 3.673.671 1,5 20,6<br />

Polonia [3] 8<strong>10</strong>.655 1.041.269 1.088.151 4,5 1.119.531 2,9 1.230.019 9,9 1.230.000 0,0 51,7<br />

Portogallo 762.977 1.015.437 1.024.395 0,9 1.095.835 7,0 1.231.335 12,4 1.252.342 1,7 64,1<br />

Spagna 1.816.151 2.070.444 2.143.971 3,6 2.148.<strong>10</strong>7 0,2 2.222.361 3,5 2.145.835 -3,4 18,2<br />

Inghilterra 1.852.<strong>10</strong>0 1.977.612 2.081.000 5,2 2.159.804 3,8 2.244.441 3,9 2.161.769 -3,7 16,7<br />

Altri EU Nord<br />

& Centrale [4] 2.005.823 2.148.834 7,1 2.113.587 -1,6<br />

Altri EU<br />

Sud Est [5] 1.148.677 1.202.653 4,7 1.206.382 0,3<br />

Turchia 455.861 500.000 535.<strong>10</strong>0 7,0 597.000 11,6 705.000 18,1 768.320 9,0 68,5<br />

TOTALE 21.346.326 21.537.504 0,9 22.429.390 4,1 22.266.298 -0,7<br />

Fonte: FEVE (Federazione europea vetro cavo e piano)<br />

1 I dati sono stati aggiornati per alcuni Paesi<br />

2 Il dato 2008 è provvisorio<br />

3 Polonia - dati 2007<br />

4 Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia, Svizzera, Norvegia.<br />

5 Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Romania, Slovacchia<br />

<strong>10</strong>9


VETRO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 2: Tassi di riciclaggio <strong>del</strong> vetro in Europa 2007<br />

Paesi Consumo Raccolta Tasso di<br />

nazionale (000/ton) (000/ton) riciclo %<br />

AUSTRIA 276 221 80<br />

BELGIO 314 289 92<br />

BULGARIA 150 48 32<br />

Rep.CECA 264 133 50<br />

DANIMARCA 143 121 84<br />

ESTONIA 25 12 47<br />

FINLANDIA 88 54 61<br />

FRANCIA 3.200 1.950 61<br />

GERMANIA 3.033 2.635 87<br />

GRECIA 200 26 13<br />

UNGHERIA 170 34 20<br />

IRLANDA 170 124 73<br />

ITALIA 2.157 1.303 60<br />

OLANDA 572 461 81<br />

POLONIA 1.<strong>10</strong>0 290 26<br />

PORTOGALLO 405 186 46<br />

ROMANIA 176 15 9<br />

SLOVACCHIA 128 43 34<br />

SPAGNA 1.672 936 56<br />

SVEZIA 181 171 94<br />

SVIZZERA 336 320 95<br />

TURCHIA 425 81 19<br />

INGHILTERRA 2.650 1.520 57<br />

TOTALE 17.835 <strong>10</strong>.973 62<br />

Fonte: FEVE<br />

TABELLA 3: <strong>Recupero</strong>, riciclaggio e importazioni <strong>del</strong> vetro in Italia (000/ton)<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

<strong>Recupero</strong>/riciclo imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390<br />

importazioni vetro 174 224 173 221 259 300 246 220 202<br />

vetro piano 229 248 244 213 184 208 340 320 242<br />

Riciclo totale vetro 1.323 1.432 1.454 1.556 1.646 1.719 1.842 1.830 1.834<br />

Fonte: COREVE<br />

1<strong>10</strong>


VETRO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 1: <strong>Recupero</strong> e riciclo per tipologie di vetro in Italia (000/ton)<br />

2.000<br />

1.800<br />

1.600<br />

1.400<br />

1.200<br />

1.000<br />

1.323<br />

920<br />

1.432<br />

960<br />

1.454<br />

1.037<br />

1.556<br />

1.122<br />

1.656<br />

1.203<br />

1.719<br />

1.211<br />

1.842<br />

1.256<br />

1.830 1.834<br />

1.290<br />

1.390<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

229<br />

255<br />

248<br />

224<br />

244<br />

173<br />

221<br />

213<br />

259<br />

184<br />

340<br />

300 320<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

242<br />

246<br />

208 220 202<br />

importazioni vetro<br />

vetro piano<br />

riciclo imballaggi<br />

riciclo totale vetro<br />

Fonte: COREVE<br />

TABELLA 4: Raccolta e riciclaggio degli imballaggi in vetro (000/ton)<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Raccolta rifiuti da<br />

imballaggio vetro 977 1.<strong>10</strong>0 1.205 1.3<strong>10</strong> 1.356 1.372 1.385 1.385 1.390<br />

Immesso al consumo<br />

imballaggi 1.963 1.993 1.970 2.<strong>10</strong>7 2.141 2.117 2.133 2.157 2.159<br />

riciclo<br />

imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390<br />

tasso riciclo<br />

imballaggi in vetro (%) 47% 48% 53% 53% 56% 57% 59% 60% 64%<br />

Fonte: COREVE<br />

111


VETRO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 2: Immesso al consumo e raccolta di imballaggi in vetro - tendenza (000/ton)<br />

2.500<br />

2.000<br />

1.963<br />

1.993<br />

1.970<br />

2.<strong>10</strong>7<br />

2.141<br />

2.117 2.133 2.157 2.159<br />

1.500<br />

1.000<br />

977<br />

1.<strong>10</strong>0<br />

1.205<br />

1.3<strong>10</strong><br />

1.356<br />

1.372 1.385 1.385 1.390<br />

500<br />

0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

raccolta rifiuti da imballaggio vetro<br />

immesso al consumo imballaggi<br />

Fonte: COREVE<br />

TABELLA 5:<br />

Prezzi di vendita dei rottami di vetro e di rifiuti inerti - Medie annue (€/ton)<br />

Anni Vetro: Vetro: rottame misto Vetro: rottame<br />

rottame misto ´pronto al forno´ bianco ´pronto al forno´<br />

2002 9,3 46 70<br />

2006 9,8 51 75<br />

2007 9,8 51 76<br />

Incremento 07 su 02 5% 11% 9%<br />

Incremento 07 su 06 0% 1% 1%<br />

Fonte: Listini CCIAA<br />

112


PLASTICA


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

ASSORIMAP - Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di Materie<br />

Plastiche - nasce nel 1978 e rappresenta le aziende che rigenerano materie<br />

plastiche pre-consumo e post-consumo. L'Associazione aderisce alla<br />

Federazione Europea dei Riciclatori di Materie Plastiche EuPR - European<br />

Plastic Recyclers - ed è tra i fondatori di <strong>UNIRE</strong> - Unione Nazionale Imprese<br />

<strong>Recupero</strong> - aderente a <strong>FISE</strong>.<br />

Il riciclo meccanico <strong>del</strong>le materie plastiche, considerata l’unica vera forma di<br />

riciclo, comporta vantaggi evidenti per la riduzione dei costi di<br />

approvvigionamento di materie plastiche, risparmio energetico e minor<br />

impatto sull'ambiente, sia in termini di minori emissioni sia di minori<br />

quantitativi destinati allo smaltimento in discarica, con oneri e costi ridotti<br />

per tutti: dai trasformatori di materie plastiche agli utenti di manufatti e ai<br />

cittadini.<br />

Come nelle precedenti edizioni de "<strong>L'Italia</strong> <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong>" si analizza in<br />

queste pagine solo il recupero post-consumo di plastica, pur tenendo<br />

presente che il riciclo di materie plastiche è anche un'importante fase <strong>del</strong><br />

ciclo produttivo industriale, nel corso <strong>del</strong> quale si recuperano soprattutto<br />

scarti e sfridi di lavorazione pre-consumo.<br />

Il comparto industriale italiano dedito al riciclaggio e alla rigenerazione di<br />

materie plastiche si stima sia costituito da quasi 200 imprese con circa<br />

2.000 addetti e occupa il secondo posto in Europa, dopo l'industria<br />

tedesca.<br />

L'insieme di queste imprese costituisce l'essenziale ponte funzionale<br />

affinché le materie plastiche provenienti dalle raccolte differenziate possano<br />

essere sottoposte a riciclo meccanico ed essere reinserite nei cicli produttivi<br />

<strong>del</strong>le industrie che utilizzano la plastica come materia prima per la<br />

realizzazione dei propri prodotti.<br />

Una semplice, ma fondamentale, considerazione che emerge dai dati<br />

presentati è che non ha senso porre enfasi solo sulla "fase <strong>del</strong>la raccolta dei<br />

rifiuti" trascurando, in modo più o meno marcato, la "fase industriale" e la<br />

"fase di mercato" dei rifiuti riciclabili. È, infatti, troppo chiaro che non può<br />

esservi raccolta senza riciclo, né riciclo senza trasformazione e riutilizzo<br />

finale.<br />

Vantare quindi a vario titolo il raggiungimento di buoni livelli di raccolta,<br />

ancorché migliorabili, ancorché realizzati con il grande contributo degli<br />

operatori indipendenti, ancorché da realizzare in tutte le aree <strong>del</strong> Paese,<br />

potrebbe di per sé valere poco senza avere la certezza di avviare<br />

effettivamente a riciclo le frazioni raccolte e di conseguenza di aver<br />

effettivamente trasformato un rifiuto in nuova materia prima.<br />

In questo senso, ASSORIMAP ha richiesto al Consorzio COREPLA di<br />

condividere una corretta validazione dei flussi, sia per sviluppare una<br />

maggiore sensibilità dei produttori di imballaggi tesi a migliorare la<br />

114


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

riciclabilità degli stessi, sia per individuare e approfondire possibili soluzioni<br />

gestionali con riguardo a specifiche tipologie di rifiuti plastici riciclabili sia,<br />

infine, per contribuire alla qualificazione tecnica <strong>del</strong>le materie prime<br />

secondarie ottenute dal recupero dei rifiuti.<br />

Tali diverse iniziative confermano che tra i principali obiettivi di ASSORIMAP<br />

si pongono l'approfondimento dei diritti/doveri <strong>del</strong>la categoria dei riciclatori<br />

di materie plastiche e, soprattutto, il riconoscimento ai materiali plastici<br />

riciclati di concreti e appropriati mercati di sbocco per evitare che quanto<br />

descritto da leggi, decreti e regolamenti resti una teoria senza risvolti pratici<br />

(valga, a titolo d'esempio, la finora incompiuta applicazione <strong>del</strong> DM<br />

203/03).<br />

CORRADO DENTIS<br />

Presidente ASSORIMAP<br />

115


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL RICICLO DELLE<br />

MATERIE PLASTICHE<br />

IN ITALIA<br />

In base ai dati resi disponibili dalle imprese operanti nella produzione di materie<br />

plastiche e ad una ricerca commissionata dalle Federazioni europee <strong>del</strong> settore a<br />

una società di consulenza tedesca, in Italia nel 2008 sono stati prodotti 3,44<br />

milioni di tonnellate di manufatti in materie plastiche di cui 2,2 milioni di<br />

tonnellate di imballaggi e 1,2 milioni di tonnellate di prodotti per costruzioni,<br />

auto, elettrici, oggettistica, agricoltura ecc...<br />

TABELLA 1: <strong>Produzione</strong>, recupero e smaltimento <strong>del</strong>le materie plastiche, per principale tipologia - Italia 2008<br />

MANUFATTI DI<br />

MATERIE PLASTICHE<br />

PRODUZIONE RACCOLTA RICICLO MECCANICO RECUPERO ENERGETICO DISCARICA<br />

000/ton % 000/ton % 000/ton % 000/ton % 000/ton %<br />

Imballaggio<br />

2.205<br />

64,0<br />

1.336<br />

87,3<br />

672<br />

90,1<br />

664<br />

84,7<br />

869<br />

45,3<br />

Imballaggio domestico<br />

1431<br />

41,5<br />

694<br />

45,4<br />

306<br />

41,0<br />

388<br />

49,5<br />

737<br />

38,4<br />

Imballaggio industriale<br />

774<br />

22,4<br />

642<br />

42,0<br />

366<br />

49,1<br />

276<br />

35,2<br />

135<br />

7,0<br />

Costruzioni<br />

137<br />

4,0<br />

22<br />

1,4<br />

17<br />

2,3<br />

5<br />

0,6<br />

115<br />

6,0<br />

Auto<br />

192<br />

5,6<br />

15<br />

1,0<br />

12<br />

1,6<br />

3<br />

0,4<br />

177<br />

9,2<br />

Elettrici<br />

122<br />

3,5<br />

18<br />

1,2<br />

6<br />

0,8<br />

12<br />

1,5<br />

<strong>10</strong>4<br />

5,4<br />

Oggettistica casa, sport<br />

113<br />

3,3<br />

17<br />

1,1<br />

0<br />

0,0<br />

17<br />

2,2<br />

96<br />

5,0<br />

Agricoltura<br />

206<br />

6,0<br />

59<br />

3,9<br />

39<br />

5,2<br />

20<br />

2,6<br />

147<br />

7,7<br />

Altri<br />

473<br />

13,7<br />

63<br />

4,1<br />

0<br />

0,0<br />

63<br />

8,0<br />

4<strong>10</strong><br />

21,4<br />

Totale<br />

3.448<br />

<strong>10</strong>0,0<br />

1.530<br />

<strong>10</strong>0,0<br />

746<br />

<strong>10</strong>0,0<br />

784<br />

<strong>10</strong>0,0<br />

1.918<br />

<strong>10</strong>0,0<br />

Fonte: CONSULTIC GMBH - Studio sulle attività di riciclo <strong>del</strong>le materie plastiche in Europa, <strong>2009</strong><br />

In base a un censimento di ASSORIMAP, il settore <strong>del</strong> riciclaggio post-consumo<br />

<strong>del</strong>le materie plastiche ha mostrato, negli ultimi anni, pur con minor impulso<br />

rispetto al periodo precedente, un trend in crescita, dai 143 siti censiti nel 2003<br />

ai 157 <strong>del</strong> 2008.<br />

In proposito, però, va rimarcato che, dal secondo semestre <strong>del</strong> 2008, il comparto<br />

<strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>la plastica ha dovuto affrontare una congiuntura negativa in<br />

relazione non soltanto alla crisi internazionale generale ma anche alla forte<br />

caduta <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le principali materie plastiche vergini, le cui quotazioni si<br />

sono talmente abbassate da rendere poco competitivo il prezzo <strong>del</strong>le materie<br />

prime secondarie.<br />

116


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 2:<br />

Impianti di riciclaggio <strong>del</strong>la plastica in Italia<br />

Piemonte<br />

Valle d’Aosta<br />

Lombardia<br />

Trentino Alto Adige<br />

Veneto<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Liguria<br />

Emilia Romagna<br />

NORD<br />

Toscana<br />

Umbria<br />

Marche<br />

Lazio<br />

CENTRO<br />

Abruzzo<br />

Molise<br />

Campania<br />

Puglia<br />

Basilicata<br />

Calabria<br />

Sicilia<br />

Sardegna<br />

SUD<br />

ITALIA<br />

2003<br />

13<br />

0<br />

46<br />

1<br />

18<br />

3<br />

2<br />

12<br />

95<br />

<strong>10</strong><br />

4<br />

3<br />

5<br />

22<br />

3<br />

0<br />

9<br />

8<br />

0<br />

0<br />

4<br />

2<br />

26<br />

143<br />

2008<br />

18<br />

0<br />

56<br />

1<br />

23<br />

0<br />

2<br />

<strong>10</strong><br />

1<strong>10</strong><br />

7<br />

3<br />

2<br />

6<br />

18<br />

3<br />

0<br />

11<br />

8<br />

0<br />

0<br />

6<br />

1<br />

29<br />

157<br />

Fonte: Censimento ASSORIMAP<br />

117


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL RICICLO DEGLI<br />

IMBALLAGGI PLASTICI<br />

Dall'analisi dei dati riportati nella Tabella 1, relativi ai materiali di origine per le<br />

attività di riciclo in Italia, risulta molto evidente la prevalenza degli imballaggi<br />

(circa l'87%), a cui segue il recupero di film e altri manufatti da usi agricoli (circa<br />

il 4%). Agli imballaggi post-consumo viene fatto riferimento con i dati in Tabella<br />

3, ricavati dal Piano Specifico di Prevenzione 2008-20<strong>10</strong> <strong>del</strong> Consorzio di filiera<br />

COREPLA e che costituiscono una <strong>del</strong>le fonti dei dati riportati in Tabella 1.<br />

TABELLA 3: Immissione al consumo e avvio al riciclo di imballaggi in materie plastiche<br />

2008 <strong>2009</strong> 20<strong>10</strong><br />

000/TON<br />

%<br />

000/TON<br />

%<br />

000/TON<br />

%<br />

Quantità immessa al consumo (1)<br />

2.345<br />

+3,3%<br />

2.400<br />

+2,3%<br />

2.450<br />

+2,1%<br />

Totale RD (2)<br />

490<br />

20,9%<br />

540<br />

22,5%<br />

593<br />

24,2%<br />

- di cui Area Nord (3)<br />

342<br />

69,8%<br />

360<br />

66,7%<br />

377<br />

63,6%<br />

- di cui Area Centro (3)<br />

68<br />

13,9%<br />

82<br />

15,2%<br />

99<br />

16,7%<br />

- di cui Area Sud (3)<br />

80<br />

16,3%<br />

98<br />

18,1%<br />

117<br />

19,7%<br />

Conferiti a riciclo da superficie pubblica (4)<br />

490<br />

<strong>10</strong>0%<br />

540<br />

<strong>10</strong>0%<br />

593<br />

<strong>10</strong>0%<br />

- di cui di gestione consortile<br />

490<br />

<strong>10</strong>0%<br />

540<br />

<strong>10</strong>0%<br />

593<br />

<strong>10</strong>0%<br />

Riciclo da superficie pubblica (5)<br />

339<br />

14,5%<br />

372<br />

15,5%<br />

409<br />

16,7%<br />

- di cui di gestione consortile<br />

339<br />

<strong>10</strong>0%<br />

372<br />

<strong>10</strong>0%<br />

409<br />

<strong>10</strong>0%<br />

Riciclo da superficie privata (6)<br />

377<br />

16,1%<br />

384<br />

16,0%<br />

396<br />

16,2%<br />

- di cui di gestione consortile<br />

3<br />

0,8%<br />

4<br />

1,0%<br />

4<br />

1,0%<br />

- di cui da "Operatori indipendenti" (7)<br />

374<br />

99,2%<br />

380<br />

99,0%<br />

392<br />

99,0%<br />

Totale riciclo (8)<br />

716<br />

30,5%<br />

756<br />

31,5%<br />

805<br />

32,9%<br />

- di cui di gestione consortile (9)<br />

342<br />

47,8%<br />

376<br />

49,8%<br />

413<br />

51,3%<br />

Fonte: COREPLA<br />

(1) Imballaggi in plastica immessi al consumo complessivamente (primari, secondari e terziari) e relativa variazione percentuale rispetto all'anno<br />

precedente, comprensivi <strong>del</strong>le cassette in plastica per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.<br />

(2) Raccolta differenziata di rifiuti di imballaggi in plastica da superficie pubblica (RD) complessiva e relativa incidenza percentuale rispetto<br />

all'immesso al consumo.<br />

(3) Suddivisione <strong>del</strong>la raccolta differenziata per aree geografiche e relativa incidenza percentuale sul totale raccolta;<br />

(4) Quantitativi da RD avviati a riciclo e relativa incidenza percentuale rispetto al totale raccolta.<br />

(5) Riciclo complessivo derivante da RD conferita a riciclo, al netto degli scarti, e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo<br />

(per il 2008 è compresa una quota di 4,0 kton a feedstock recycling).<br />

(6) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica provenienti da superfici private ("Commercio & Industria") e relativa incidenza<br />

percentuale rispetto all'immesso al consumo.<br />

(7) I quantitativi avviati a riciclo da parte degli "Operatori indipendenti" sono ottenuti da analisi dei dati MUD effettuata per conto di COREPLA<br />

da Ecocerved per gli anni sino al 2004 e dalla Camera di Commercio di Milano per il 2005 (ultimo anno disponibile). Per gli anni successivi<br />

2006, 2007 e 2008, in attesa di disporre dei dati definitivi desumibili dai MUD, i quantitativi sono stimati per conto di COREPLA dalla società<br />

di analisi e ricerca economica AGICI, sulla base <strong>del</strong>le serie storiche dei MUD degli anni precedenti e di previsioni sia macroeconomiche che<br />

di settore. Per i successivi anni <strong>2009</strong> e 20<strong>10</strong>, i dati sono invece puramente indicativi, essendo ricavati per differenza dalla proiezione<br />

aritmetica <strong>del</strong> riciclo complessivo cui è stato detratta quella <strong>del</strong> riciclo COREPLA. Per tutti gli anni, in ogni caso, i dati sono comprensivi <strong>del</strong>le<br />

cassette per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.<br />

(8) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo.<br />

(9) Quota complessiva di rifiuti d'imballaggio in plastica riciclati in gestione diretta di COREPLA e relativa incidenza percentuale rispetto al riciclo<br />

complessivo.<br />

118


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

A prescindere dall'effettiva riscontrabilità dei dati riportati nelle Tabelle 1 e 3 -<br />

che non sono condivisi dall'Associazione dei riciclatori - ma considerandoli,<br />

comunque, riferimenti non <strong>del</strong> tutto estranei alla realtà, va evidenziata la<br />

rilevante incidenza (attorno al 50%) <strong>del</strong>l'attività di riciclo dei cosiddetti operatori<br />

indipendenti, senza il cui apporto sarebbe impossibile considerare come<br />

raggiunti nel nostro Paese gli obiettivi di recupero.<br />

Comunque, va sottolineato che nel primo semestre <strong>2009</strong>, anche su richiesta di<br />

ASSORIMAP, è stato avviato da COREPLA un complesso lavoro di verifica dei<br />

flussi e di validazione dei dati raccolti, per evitare estrapolazioni (più o meno<br />

fantasiose) e giungere così, finalmente, a una statistica chiara, trasparente e<br />

condivisa dalle parti, compresi i riciclatori rappresentati dalla loro Associazione<br />

nazionale di categoria.<br />

Come già accennato, a prescindere dalla riscontrabilità dei dati concernenti<br />

l'avvio <strong>del</strong> riciclo di imballaggi post-consumo a cui si è fatto cenno, occorre tener<br />

presenti le segnalazioni documentate che sono state riferite anche in sede<br />

politica da ASSORIMAP a proposito <strong>del</strong>la crescente percentuale di scarti (dal 15<br />

al 20% <strong>del</strong> quantitativo conferito alle imprese riciclatrici) che a fine ciclo,<br />

purtroppo, vengono destinati a discarica, nonostante la sofisticazione e il<br />

continuo aggiornamento degli impianti di selezione e di riciclo.<br />

Principale motivazione di tale sorprendente percentuale di scarto è il progressivo<br />

e continuo deterioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la raccolta differenziata che si è<br />

andato evidenziando di anno in anno a causa di due fenomeni principali:<br />

l'eccesso di "assimilazione" perseguito da molti Comuni italiani, nonché la<br />

mancata "prevenzione" da parte dei progettisti e dei produttori di imballaggi<br />

per i quali l'obiettivo aziendale di marketing prevale largamente su quello<br />

ambientale e di interesse generale per la comunità.<br />

Da qui l'aspettativa più volte richiamata da ASSORIMAP per un'attività,<br />

soprattutto da parte <strong>del</strong> sistema consortile CONAI-COREPLA, di informazione e<br />

formazione di chi progetta, produce e immette sul mercato imballaggi in<br />

plastica, per far comprendere quali materiali e loro accoppiamenti, a parità di<br />

caratteristiche applicative e di protezione dei prodotti, possono rendere più<br />

economicamente e ambientalmente praticabile il recupero e riciclaggio postconsumo.<br />

Si tratterebbe di una serie di iniziative specifiche, già ampiamente praticate in<br />

altri Paesi europei, in Giappone, ecc., che, almeno fino ad oggi, non hanno<br />

trovato riscontro in Italia.<br />

119


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL PROCESSO DI<br />

LIBERALIZZAZIONE<br />

DEL MERCATO<br />

Anche in relazione alla prossima azione di revisione <strong>del</strong> Codice ambientale<br />

(D.Lgs. 152/06), l’Associazione dei riciclatori ha messo in luce alcuni aspetti<br />

relativi al mercato <strong>del</strong> settore, su cui è opportuno approfondire la riflessione<br />

avviata dall’Antitrust nella propria indagine conoscitiva sul comparto degli<br />

imballaggi.<br />

Le principali conclusioni a cui, in proposito, nell'estate 2008 è pervenuta<br />

l’Antitrust al termine <strong>del</strong>l'indagine conoscitiva IC 26, possono essere riassunte<br />

come segue.<br />

1 In merito alla gestione dei consorzi di filiera: "come una migliore<br />

rappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quelli dei<br />

recuperatori/riciclatori) nell'ambito <strong>del</strong>le strutture direttive consortili possa<br />

costituire una soluzione incentivante modalità organizzative più efficienti,<br />

eque e al contempo espressione di dinamiche genuinamente concorrenziali".<br />

Da anni ASSORIMAP ribadisce la necessità di prevedere una significativa<br />

rappresentatività dei riciclatori, a garanzia di una politica che consideri il riciclo<br />

un elemento essenziale <strong>del</strong>l’economia di ogni filiera.<br />

2 Inoltre: "al fine di ristabilire una maggior omogeneità <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong>l'avvio<br />

al recupero dei rifiuti da imballaggio (…) l'Autorità ritiene auspicabile un<br />

intervento volto a stabilire soglie di raccolta distinte per aree diverse <strong>del</strong> paese<br />

e da raggiungersi obbligatoriamente, la cui somma vada a determinare<br />

l'ottemperamento complessivo a livello nazionale. Ciò al fine di consentire un<br />

più equilibrato rapporto con le capacità installate sul territorio nazionale in<br />

un'ottica di ulteriore sviluppo industriale e concorrenziale <strong>del</strong> settore".<br />

3 A proposito <strong>del</strong>l'ipotesi di pluralità di operatori nell'ambito di una filiera:<br />

"l'Autorità ha altresì auspicato la possibilità di istituire diversi consorzi anche<br />

su circuiti regionali o macroregionali, opportunamente omologati operanti in<br />

una medesima filiera suscettibili di introdurre dinamiche concorrenziali<br />

nell'attività in oggetto senza con ciò snaturare gli obiettivi di tutela ambientale<br />

avuti a mente dal legislatore (…), purché in presenza di opportune garanzie di<br />

controllo sul buon funzionamento (per esempio, rispetto tracciabilità dei rifiuti<br />

e certificazione dei dati relativi alla raccolta), nonché di una chiara definizione<br />

degli obblighi relativi al versamento dei contributi ambientali.<br />

Al riguardo, il comparto ha accolto con favore la decisione di fine giugno <strong>2009</strong><br />

<strong>del</strong>l'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti, che ha attestato il corretto funzionamento<br />

<strong>del</strong> Progetto PARI (Piano per la gestione Autonoma dei Rifiuti da Imballaggio),<br />

autorizzando di fatto il primo sistema di gestione autonoma nel settore degli<br />

imballaggi flessibili in LDPE, poiché esso risulta applicativo di un'analisi che, già<br />

a fine 2006, ASSORIMAP commissionò al Centro Studi <strong>Ed</strong>izioni Ambiente, sul<br />

"Riciclo degli imballaggi in plastica di provenienza industriale e commerciale", in<br />

cui si evidenziavano esplicitamente mo<strong>del</strong>li di esperienze-pilota, sia per gestioni<br />

integrate locali, sia per organizzazioni parallele a dimensione nazionale.<br />

ASSORIMAP, d’altra parte, ha più volte richiamato l’attenzione <strong>del</strong>le autorità e<br />

dei Consorzi nazionali stessi anche a tale riguardo, invitandoli ad un confronto e<br />

120


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

un approccio sistemico, poiché la "liberalizzazione" nella gestione <strong>del</strong>la raccolta<br />

e <strong>del</strong> recupero dei materiali introduce un fattore di concorrenza di per sé positivo<br />

ma che va rigorosamente programmato e concertato con tutti gli operatori per<br />

evitare che da una situazione monopolistica, che nel settore <strong>del</strong>le materie<br />

plastiche ha mostrato i suoi limiti, il sistema subisca gli effetti di una deregulation<br />

incontrollata e incapace di garantire il raggiungimento degli obiettivi di riciclo<br />

complessivo, a difesa <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

ALTRE INIZIATIVE<br />

ASSORIMAP<br />

Le proposte evidenziate dallo Studio commissionato da ASSORIMAP sopra<br />

menzionato - ripreso integralmente a fine 2007 dalla Commissione VIII<br />

(ambiente, territorio e lavori pubblici) <strong>del</strong>la Camera dei Deputati, nell'ambito <strong>del</strong><br />

documento conclusivo <strong>del</strong>la sua indagine sull'industria <strong>del</strong> riciclo - prevede fra<br />

l'altro che le imprese si dotino di un sistema di controllo e certificazione che<br />

garantisca ai terzi (e, in particolare, alle autorità competenti) la validità e la<br />

tracciabilità gestionale dei rifiuti riciclati.<br />

In tale logica, ASSORIMAP ha promosso un progetto finanziato dalla<br />

Commissione Europea per una certificazione (di azienda e di processo) che sia<br />

riconosciuta in tutti i Paesi aderenti per le imprese che operano nel settore <strong>del</strong><br />

riciclo <strong>del</strong>le materie plastiche, in maniera tale che tali imprese non debbano<br />

essere sottoposte a verifiche multiple, una per ciascuno dei Paesi dai quali si<br />

approvvigionano di rifiuti plastici da riciclare.<br />

Inoltre, l'Associazione, per contribuire ad accrescere in Italia e in Europa il<br />

quantitativo dei rifiuti plastici da riciclare, ha segnalato alle autorità europee che<br />

alcuni circuiti nazionali di raccolta sembrano favorire - direttamente o<br />

indirettamente - le esportazioni verso l'estremo Oriente, ritenendo che la pratica<br />

di esportare rifiuti oltreoceano è alquanto discutibile sotto il profilo ambientale,<br />

sociale ed economico: riciclare rifiuti a migliaia di chilometri di distanza (e in<br />

condizioni non sempre eco-compatibili) per produrre nuovi articoli che in parte<br />

sono destinati proprio a ritornare in Europa appare contro ogni logica<br />

ambientale.<br />

A tal proposito, ASSORIMAP ha più volte ribadito che molti cittadini europei<br />

pagando, sotto forma di contributi ambientali, tasse che sostengono i sistemi di<br />

raccolta nazionali, favoriscono indirettamente i riciclatori asiatici, che già oggi<br />

operano con costi nettamente più bassi rispetto ai colleghi europei.<br />

Inoltre, secondo l'Associazione, al riguardo si pone anche un problema in termini<br />

socio-ambientali in quanto non è accettabile che i rifiuti europei possano essere<br />

trattati da aziende che non applicano gli standard comunitari in termini di<br />

sicurezza <strong>del</strong> lavoro, sfruttamento <strong>del</strong> lavoro minorile, protezione sociale dei<br />

lavoratori e tutela <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

Un altro ambito di potenziale sviluppo <strong>del</strong> campo di applicazione di plastica<br />

riciclata è quello a contatto con gli alimenti. In tale settore, l'Associazione sta<br />

121


PLASTICA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

fornendo alle imprese un'assistenza preliminare all'avvio <strong>del</strong>le procedure<br />

autorizzative che dipendono dall'Agenzia europea EFSA.<br />

La medesima assistenza alle imprese <strong>del</strong> settore viene fornita per il riciclo di<br />

apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) offrendo un supporto tecnico<br />

ai Consorzi che gestiscono tali rifiuti e ai riciclatori che devono cercare di<br />

valorizzarli per risolvere i problemi tecnici di compatibilità <strong>del</strong>le diverse frazioni di<br />

materie plastiche.<br />

Inoltre, con riferimento alla Direttiva europea 2000/53 e <strong>del</strong>la normativa<br />

96/2002 sul recupero dei RAEE che prevedono specifici obiettivi di riciclo e<br />

recupero ASSORIMAP ha avviato con le filiere di recupero interessate (ASSODEM<br />

e ASSORAEE) approfondimenti per sinergia che agevolino il riciclo <strong>del</strong>le frazioni<br />

di materie plastiche da detti rifiuti.<br />

Infine, ASSORIMAP da qualche mese ha contribuito alla riattivazione<br />

<strong>del</strong>l'apposita sotto-commissione <strong>del</strong>l'UNIPLAST, per un aggiornamento <strong>del</strong>le<br />

norme <strong>del</strong>la serie <strong>10</strong>667, richiamate anche dai regolamenti attuativi <strong>del</strong> Codice<br />

Ambientale (D.Lgs 152/06), per la qualificazione tecnica <strong>del</strong>le materie prime<br />

secondarie e <strong>del</strong>le MPS fin dall'origine.<br />

Il tutto, come rimarcato in precedenza, per ribadire il ruolo di rilievo <strong>del</strong>l'industria<br />

<strong>del</strong> riciclo meccanico <strong>del</strong>le materie plastiche, essenziale in un sistema "aperto",<br />

in cui gli imballaggi e altri manufatti post-consumo, raccolti e riciclati, tornano<br />

all'origine di un nuovo ciclo produttivo - con limiti tecnici e ambiti economici ben<br />

definiti - quale alternativa alle materie vergini.<br />

122


ACCIAIO


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel 2008 i quantitativi di rifiuti di imballaggio in acciaio raccolti, dopo alcuni anni<br />

di continuo aumento, vedono una diminuzione e si attestano sulle 396.000<br />

tonnellate complessive con un avvio al riciclo di 374.000 tonnellate.<br />

Questa diminuzione è da imputarsi principalmente ad una sensibile riduzione<br />

<strong>del</strong>l’immesso al consumo che passa dalle 563.000 tonnellate <strong>del</strong> 2007 alle<br />

537.000 tonnellate <strong>del</strong> 2008.<br />

L’Associazione SARA ha collaborato, in qualità di braccio operativo <strong>del</strong> CNA, al<br />

conseguimento di questi risultati in misura determinante nel settore <strong>del</strong><br />

materiale generato su superfici pubbliche (domestico), avviandone al riciclo<br />

126.000 tonnellate su un totale di 155.000 tonnellate (in percentuale oltre<br />

l’80%).<br />

Il nostro apporto nella raccolta dei materiali generati su superfici private<br />

(industriali), invece, si è limitato a 9.000 tonnellate su un totale di 241.000<br />

tonnellate.<br />

Come di consueto, ci siamo focalizzati sul materiale di origine domestica perché<br />

è in questo settore che è particolarmente necessaria l’azione <strong>del</strong>l’operatore.<br />

Nonostante i buoni risultati ottenuti ci proponiamo, in futuro, di moltiplicare i<br />

nostri sforzi, naturalmente in piena armonia con il CNA, per sviluppare<br />

ulteriormente la raccolta degli imballaggi di acciaio di origine domestica: quelli<br />

che maggiormente rischiano di finire in discarica.<br />

A questo proposito è purtroppo da segnalare che l’Accordo ANCI-CONAI e il<br />

relativo Allegato tecnico ANCI CNA, recentemente sottoscritto, non ha<br />

sviluppato alcuni istituti, peculiari <strong>del</strong> nostro settore, che avrebbero favorito<br />

l’incremento <strong>del</strong>la raccolta su superficie pubblica.<br />

Mi riferisco, in particolare al materiale ferroso, separato, tramite attrazione<br />

magnetica dai rifiuti urbani, pre o post combustione, ed alla presenza di<br />

imballaggi assieme a FMS (frazioni merceologiche similari) nei c.d. ingombranti.<br />

Probabilmente questa scarsa attenzione è stata motivata dal peso relativamente<br />

basso che i rifiuti di imballaggio in acciaio hanno rispetto alla totalità dei rifiuti<br />

di imballaggio ed anche dal “dogma” <strong>del</strong>la raccolta differenziata.<br />

Prima di chiudere questa breve nota è opportuno accennare all’interessante<br />

attività che la nostra Associazione ha svolto nel campo dei RAEE, che si è<br />

recentemente affiancata a quella storica di operatore <strong>del</strong> CNA.<br />

Nel campo dei RAEE la SARA si è specializzata nel settore <strong>del</strong> grande bianco non<br />

pericoloso seguendo la via, per il suo trattamento, <strong>del</strong>le sinergie con le attività<br />

industriali già esistenti.<br />

Ciò costituisce un approccio, in un certo senso, innovativo che evita diseconomie<br />

logistiche e duplicazioni di strutture.<br />

GIORGIO MANUNTA<br />

Presidente SARA<br />

125


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL MERCATO<br />

DELL’ACCIAIO<br />

La produzione <strong>del</strong>l’acciaio<br />

L’acciaio, grazie alle sue doti di alta resistenza (a pressione, temperatura, agenti<br />

atmosferici, agenti corrosivi, etc.) e duttilità (ossia la capacita di subire una<br />

deformazione “plastica” prima di arrivare alla rottura), è un materiale<br />

fondamentale nella nostra vita di tutti i giorni.<br />

Pochi altri materiali sono in grado di essere plasmati nelle forme più diverse<br />

senza perdere la loro caratteristica di elevata resistenza alle sollecitazioni esterne,<br />

e, per questo motivo, l’acciaio viene utilizzato nella produzione di un’infinità di<br />

oggetti nei campi più disparati: trasporti (aerei, treni, automobili, motocicli e<br />

biciclette), costruzioni (civili ed industriali) macchinari per ogni tipo di produzione<br />

(sia industriale sia agricola) reti per la distribuzione di energia (elettricità e gas).<br />

L’acciaio può essere prodotto essenzialmente tramite due procedimenti:<br />

• altoforno o ciclo integrale: l’acciaio è ricavato mediante la fusione di minerale<br />

di ferro con carbone con l’aggiunta anche di una piccola quantità di rottame<br />

ferroso (35% circa <strong>del</strong>la produzione in Italia);<br />

• forno elettrico: l’acciaio viene prodotto tramite la fusione unicamente di<br />

rottami ferrosi selezionati (65% circa <strong>del</strong>la produzione in Italia).<br />

Nella Tabella 1 riportiamo alcuni dati relativi alla produzione mondiale di acciaio<br />

degli ultimi quattro anni.<br />

TABELLA 1:<br />

<strong>Produzione</strong> mondiale di acciaio (milioni di tonnellate)<br />

2005 2006 2007 2008<br />

UNIONE EUROPEA 195,6 207,0 209,7 198,0<br />

ALTRI EUROPA 25,0 28,2 30,6 31,8<br />

CSI 113,2 119,9 124,2 114,1<br />

NORD AMERICA 127,6 131,8 132,6 124,5<br />

SUD AMERICA 45,3 45,3 48,2 47,5<br />

AFRICA E MEDIO ORIENTE 33,3 34,2 35,2 33,7<br />

ASIA 598,1 676,2 761,9 768,1<br />

OCEANIA 8,6 8,7 8,8 8,4<br />

TOTALE 1.146,7 1.251,3 1.351,2 1.326,1<br />

Fonte: FEDERACCIAI - Relazione Annuale 2008<br />

La contrazione <strong>del</strong>la domanda globale registrata a seguito <strong>del</strong>la crisi finanziaria<br />

ed economica verificatasi nella seconda parte <strong>del</strong> 2008 ha causato una riduzione<br />

<strong>del</strong>la produzione mondiale di circa l’1,9% rispetto al 2007, ed ha arrestato il<br />

trend di continua crescita che ormai durava da dieci anni.<br />

126


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Nei grafici 1 e 2 viene invece analizzata la ripartizione geografica <strong>del</strong>la<br />

produzione mondiale di acciaio nel 2008.<br />

GRAFICO 1: Ripartizione produzione mondiale acciaio 2008<br />

Oceania 8,4<br />

1%<br />

Un. Europea 198,0<br />

15%<br />

Asia 768,1<br />

57%<br />

Altri Europa 31,8<br />

2%<br />

CIS 114,1<br />

9%<br />

Nord America 124,5<br />

9%<br />

Africa e Medio Oriente 33,7<br />

3%<br />

Sud America 47,5<br />

4%<br />

Fonte: FEDERACCIAI – Relazione annuale 2008<br />

GRAFICO 2: Principali produttori mondiali di acciaio 2008 (+ di 30 milioni di tonnellate)<br />

600<br />

500<br />

502,0<br />

400<br />

300<br />

200<br />

<strong>10</strong>0<br />

118,7<br />

91,5<br />

68,5 55,1 53,5 45,8<br />

37,1 33,7 30,5<br />

0<br />

Cina<br />

Giappone<br />

Stati Uniti<br />

Russia<br />

India<br />

Sud Corea<br />

Germania<br />

Ucraina<br />

Brasile<br />

Italia<br />

Fonte: World Steel Association<br />

127


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

450.000<br />

400.000<br />

350.000<br />

300.000<br />

250.000<br />

200.000<br />

150.000<br />

<strong>10</strong>0.000<br />

50.000<br />

Guardando al primo semestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, la situazione di crisi nel mercato siderurgico<br />

mondiale non si può dire migliorata e il declino nella produzione di acciaio, iniziato<br />

nella seconda parte <strong>del</strong> 2008, non ha ancora trovato il suo punto di arresto.<br />

La World Steel Association riporta che nei primi sei mesi <strong>del</strong> <strong>2009</strong> la produzione<br />

mondiale è in calo, rispetto al 2008, <strong>del</strong> 21,4%.<br />

TABELLA 2: <strong>Produzione</strong> mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre <strong>2009</strong><br />

gen/giu - 2008 gen/giu - <strong>2009</strong> differenza - %<br />

UNIONE EUROPEA <strong>10</strong>9.552 62.187 -43,2%<br />

ALTRI EUROPA 16.725 13.178 -21,2%<br />

CIS 66.134 44.<strong>10</strong>2 -33,3%<br />

NORD AMERICA 69.541 35.823 -48,5%<br />

SUD AMERICA 24.493 15.896 -35,1%<br />

AFRICA E MEDIO ORIENTE 17.476 15.511 -11,2%<br />

ASIA 390.867 360.261 -7,8%<br />

OCEANIA 4.408 2.304 -47,7%<br />

TOTALE 699.196 549.262 -21,4%<br />

Fonte: World Steel Association<br />

L’Asia, primo produttore mondiale in assoluto (57% circa <strong>del</strong>la produzione<br />

mondiale nel 2008), è in calo <strong>del</strong> 7,8%, l’Europa, secondo produttore mondiale,<br />

registra invece un crollo <strong>del</strong> 43,2%, il Nord America, terzo produttore mondiale,<br />

ha visto praticamente dimezzare il suo output con una riduzione <strong>del</strong> 48,5%.<br />

GRAFICO 3: <strong>Produzione</strong> mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre <strong>2009</strong><br />

0<br />

Unione Europea<br />

Altri Europa<br />

gen / giu 2008 gen / giu <strong>2009</strong><br />

CIS<br />

Nord America<br />

Sud America<br />

Africa e M.O<br />

Asia<br />

Oceania<br />

Fonte: World Steel Association<br />

128


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La raccolta dei rottami ferrosi<br />

TABELLA 3: Andamento degli acquisti di rottame<br />

Alla fine <strong>del</strong> suo ciclo di vita qualsiasi prodotto in acciaio può essere totalmente<br />

riciclato e quindi riutilizzato per un numero virtualmente illimitato di volte.<br />

La facilità di intercettazione in mezzo agli altri rifiuti tramite una semplice<br />

separazione magnetica, la scarsità dei rottami ferrosi rispetto al fabbisogno <strong>del</strong>le<br />

industrie, ed infine il fatto che possa essere riciclato infinite volte hanno fatto<br />

<strong>del</strong>l’acciaio uno dei materiali da sempre più raccolti e riciclati.<br />

Inoltre il risparmio energetico (fino al 65%) garantito dall’utilizzo <strong>del</strong> rottame<br />

ferroso al posto <strong>del</strong> minerale di ferro e <strong>del</strong> coke nelle produzioni siderurgiche,<br />

sommato alla riduzione <strong>del</strong>le relative emissioni di CO2, rende il riciclo <strong>del</strong>l’acciaio<br />

estremamente vantaggioso anche dal punto di vista ambientale.<br />

Il rottame ferroso proviene essenzialmente da tre flussi:<br />

• demolizioni: rottami ferrosi provenienti dalle demolizioni industriali, civili,<br />

ferroviarie e navali;<br />

• cascami di lavorazione: rottami ferrosi costituiti da scarti di produzione<br />

(ritagli, lamiere, lamierini, torniture) derivanti dalle lavorazioni effettuate<br />

presso industrie ed officine meccaniche;<br />

• raccolta: rottami ferrosi derivanti dalle raccolte effettuate su suolo pubblico e<br />

privato o consegnati direttamente presso centri autorizzati;<br />

Circa il 50% <strong>del</strong>la produzione mondiale di acciaio è alimentata dai rottami ferrosi<br />

e la domanda per questo tipo di materiale, da sempre superiore all’offerta, è<br />

negli ultimi anni in continua crescita, trainata dall’espansione dei Paesi in via di<br />

sviluppo quali India e Cina. L’Italia in particolare è un Paese che storicamente è<br />

più legato di altri all’approvvigionamento di rottame in quanto non possiede<br />

miniere di ferro e la sua produzione si basa principalmente su impianti a forno<br />

elettrico. Non essendo disponibile sul mercato nazionale rottame sufficiente a<br />

soddisfare la domanda <strong>del</strong>le acciaierie, è necessario rivolgersi alle importazioni di<br />

rottami da Paesi terzi, e nella Tabella 3 viene presentato l’andamento degli<br />

acquisti degli ultimi cinque anni.<br />

TOTALE ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI TOTALE ACQUISTI<br />

ACQUISTI IITALIA FRANCIA GERMANIA ALTRI CE ACQUISTI CE EXTRA CEE<br />

000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton % 000/ton %<br />

2004 19.669 13.556 1.520 1.555 428 17.059 87% 2.6<strong>10</strong> 13%<br />

2005 19.651 13.370 1.269 1.588 452 16.679 85% 2.972 15%<br />

2006 21.252 15.451 1.421 1.528 325 18.725 88% 2.527 12%<br />

2007 21.357 15.223 1.215 1.364 942 18.744 88% 2.613 12%<br />

2008 21.099 15.071 1.171 1.418 935 18.595 88% 2.504 12%<br />

Fonte: ASSOFERMET<br />

129


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Durante lo scorso anno si è assistito ad oscillazioni senza precedenti nelle<br />

quotazioni dei rottami ferrosi, come di tutte le altre materie prime, legate sia a<br />

reali dinamiche <strong>del</strong>la domanda a livello mondiale sia all’effetto <strong>del</strong>le manovre<br />

speculative nei mercati finanziari.<br />

Dopo una fase iniziale di crescita folle dei prezzi, che ha contraddistinto la prima<br />

parte <strong>del</strong>l’anno fino al mese di luglio, si è avuto una pausa, <strong>del</strong> resto consueta<br />

nel mese di agosto caratterizzato dalle fermate produttive, per poi vedere un<br />

rapido declino che ha segnato una momentanea inversione di tendenza solo alla<br />

fine <strong>del</strong>l’anno.<br />

A titolo esemplificativo nei Grafici 4 e 5 vengono riportate le quotazioni medie<br />

mensili registrate durante il 2008 dal listino <strong>del</strong>la Camera di Commercio di<br />

Milano che mostrano l’andamento assolutamente schizofrenico dei prezzi di<br />

alcune <strong>del</strong>le categorie di rottami ferrosi più significative.<br />

GRAFICO 4: Rilevazione CCIAA di Milano 2008 Cat. 01 - Demolizione industriale (€/ton)<br />

400<br />

350<br />

300<br />

368<br />

358 358<br />

250<br />

208 208 238<br />

200<br />

189<br />

150<br />

<strong>10</strong>0<br />

133<br />

98<br />

140<br />

50<br />

0<br />

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre<br />

ottobre novembre dicembre<br />

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />

130


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 5: Rilevazione CCIAA di Milano anno 2008 Cat. 50 - Lamierino (€/ton)<br />

500<br />

450<br />

400<br />

433<br />

423<br />

423<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

216<br />

231<br />

271<br />

250<br />

178<br />

167<br />

150<br />

<strong>10</strong>0<br />

124<br />

50<br />

0<br />

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre<br />

ottobre novembre dicembre<br />

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />

La fase di profonda crisi <strong>del</strong> settore produttivo che ha contraddistinto anche il<br />

primo semestre <strong>2009</strong> continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni dei<br />

rottami ferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche in tale periodo, come<br />

sintetizzato nei due Grafici 6 e 7.<br />

131


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 6: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre <strong>2009</strong> Cat. 01 - Demolizione industriale<br />

200<br />

180<br />

160<br />

140<br />

120<br />

148 137,5<br />

120<br />

127,5<br />

132,5<br />

123<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno<br />

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />

GRAFICO 7: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre <strong>2009</strong> Cat. 50 - Lamierino<br />

200<br />

180<br />

179<br />

160<br />

140<br />

120<br />

162 136,5<br />

144<br />

149<br />

136,5<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno<br />

Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />

132


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il recupero e il riciclo dei rottami ferrosi<br />

Le acciaierie e fonderie ritirano, per avviarli a rifusione, solo i rottami conformi<br />

alle specifiche CECA, AISI, CAEF e UNI (o altre specifiche nazionali e<br />

internazionali) che ne definiscono le caratteristiche, qualitative e dimensionali.<br />

Oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità <strong>del</strong> materiale,<br />

il rottame deve essere esente da metalli non ferrosi, da qualsiasi elemento nocivo<br />

apparente, da materiali esplosivi ed infiammabili e non deve contenere inerti,<br />

plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.<br />

Le prime due “famiglie” di rottami, demolizioni e cascami, solitamente sono<br />

costituite da rottami ferrosi che, a parte essere eventualmente sottoposti ad<br />

ulteriore selezione e riduzione volumetrica, già nel momento in cui sono<br />

“prodotti” possiedono le caratteristiche per essere inviati direttamente alle<br />

acciaierie e fonderie.<br />

I rottami ferrosi da raccolta, invece, per la natura stessa <strong>del</strong> tipo di<br />

intercettazione di cui sono oggetto, contengono una concentrazione di frazioni<br />

estranee ben superiore all’1%, per cui rappresentano rifiuti che necessitano di<br />

ulteriori lavorazioni per poter essere avviati a riciclo.<br />

Tali rottami vengono quindi selezionati, riqualificati e trattati da operatori<br />

specializzati fino a trasformarsi da rifiuto in materie prime secondarie per la<br />

siderurgia, andando ad alimentare tipologie di prodotto riconducibili alle<br />

categorie sopra descritte.<br />

L’essenza <strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong> riciclo consiste proprio in questa funzione di<br />

“normalizzazione” <strong>del</strong>l’eterogeneo coacervo dei materiali di raccolta, che<br />

trasforma un rifiuto (per smaltire il quale si dovrebbe sostenere un costo), in un<br />

prodotto qualificato che assume un valore economico positivo nel mercato<br />

siderurgico.<br />

Le operazioni che consentono di conseguire tale risultato consistono,<br />

essenzialmente, in attività di rimozione di impurità e frazioni estranee, riduzione<br />

volumetrica e omogeneizzazione in base a tipologia, dimensioni, spessori e<br />

caratteristiche <strong>del</strong> materiale.<br />

Tali operazioni sono sostanzialmente le seguenti:<br />

• vagliatura ed eliminazione <strong>del</strong>le frazioni estranee e degli eventuali elementi<br />

organici;<br />

• frantumazione, che consiste in una prima fase di triturazione tramite mulino a<br />

martelli o a lame e conseguente riduzione volumetrica, alla quale segue una<br />

vagliatura/pulizia <strong>del</strong> materiale effettuata attraverso vibro-vagli ed impianti di<br />

aspirazione che permettono l’eliminazione di impurità quali polveri, terra ed<br />

elementi leggeri non ferrosi;<br />

• riduzione volumetrica per rendere il rottame ferroso “pronto al forno”, cioè<br />

ridurlo a dimensioni utili per l’alimentazione diretta dei forni di fusione.<br />

133


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Gli imballaggi in acciaio<br />

Fra le innumerevoli produzioni che utilizzano come materia prima l’acciaio vi è<br />

anche quella degli imballaggi utilizzati in diverse applicazioni quali contenitori e<br />

coperchi per alimenti (sia per l’uomo sia per animali domestici), bevande,<br />

aerosol, articoli per la cura personale, detergenti per la pulizia <strong>del</strong>la casa e degli<br />

autoveicoli, prodotti industriali e vernici.<br />

Ci sono tre tipi di acciaio utilizzati per la produzione di imballaggi:<br />

• banda stagnata: lamierino di acciaio ricoperto su entrambi i lati da uno strato<br />

sottilissimo di stagno;<br />

• banda cromata: lamina di acciaio ricoperto con prodotti al cromo;<br />

• banda nera: lamierino di acciaio laminato a freddo non rivestito ma che può<br />

essere protetto con vari tipi di vernice che viene utilizzato per la produzione dei<br />

grandi fusti contenenti prodotti ad uso industriale.<br />

Il motivo <strong>del</strong>l’utilizzo così massiccio <strong>del</strong>l’acciaio nella fabbricazione degli<br />

imballaggi è legato ad una serie di ragioni tra cui le proprietà meccaniche, i<br />

benefici economici rispetto ad altre materie prime ed infine i forti vantaggi<br />

ambientali sopra citati.<br />

Tutti gli imballaggi in acciaio, oltre ad essere interamente riciclabili, grazie alle<br />

uniche proprietà magnetiche, sono facilmente estraibili meccanicamente con<br />

sistemi completamente automatici dagli altri rifiuti, siano essi raccolti in maniera<br />

differenziata o indifferenziata, e persino dalle ceneri che residuano dalla<br />

combustione dei RU nei termovalorizzatori.<br />

La provenienza dei rifiuti da imballaggio in acciaio da avviare a recupero è<br />

duplice: c’è un flusso di imballaggi industriali originato dalle raccolte effettuate<br />

privatamente presso gli insediamenti produttivi e commerciali e c’è un flusso di<br />

imballaggi domestici intercettato dai servizi pubblici locali.<br />

La raccolta degli imballaggi industriali è sempre esistita, per cui parte<br />

<strong>del</strong>l’incremento registrato negli ultimi anni nei quantitativi avviati al recupero è<br />

da imputarsi principalmente ad un più attento sistema di monitoraggio e<br />

rilevazione dei dati.<br />

L’intercettazione degli imballaggi domestici, invece, è nata e si è sviluppata con<br />

l’introduzione dei sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e quindi la<br />

crescita esponenziale <strong>del</strong>le quantità avviate al riciclo è completamente frutto di<br />

un effettivo aumento <strong>del</strong>le quantità raccolte.<br />

Gli imballaggi domestici vengono intercettati essenzialmente tramite tre canali:<br />

• raccolte differenziate: monomateriale, multimateriale insieme ad altre<br />

tipologie di imballaggi, multimateriale nell’ambito <strong>del</strong>la raccolta dei cosiddetti<br />

rottami ferrosi ingombranti effettuata presso le isole ecologiche;<br />

134


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

• impianti di selezione meccanica: deferrizzazione <strong>del</strong>la frazione secca e<br />

umida <strong>del</strong> rifiuto tal quale caratterizzata da un livello qualitativo molto basso<br />

poiché le frazioni estranee quali carta, plastica, stracci, frazioni organiche etc.<br />

durante la lavorazione meccanica <strong>del</strong> rifiuto si incastrano nell’imballaggio in<br />

acciaio e lo accompagnano fino alla fine <strong>del</strong> processo;<br />

• impianti di termovalorizzazione: separazione magnetica degli imballaggi<br />

dalle ceneri di combustione con un considerevole risparmio nelle spese di<br />

smaltimento <strong>del</strong>le scorie avviate in discarica a costi solitamente elevati.<br />

L’imballaggio proveniente da raccolta domestica presenta maggiori difficoltà di<br />

valorizzazione rispetto a quello di provenienza industriale (fusti di medie e grandi<br />

dimensioni ed accessori) poiché, oltre ad essere prodotto utilizzando un<br />

materiale di spessore minore e quindi meno pregiato rispetto all’imballaggio<br />

industriale, generalmente contiene un’alta percentuale di materiale estraneo, ed<br />

in più è stagnato, con conseguenti maggiori problemi di preparazione ed utilizzo<br />

per la successiva rifusione.<br />

Lo stagno rappresenta infatti, tranne per la produzione di ghisa effettuata dalle<br />

fonderie, un inquinante non riducibile e con bassi livelli di tollerabilità nel<br />

prodotto finale (la banda stagnata ha un contenuto di stagno di circa lo 0,3%<br />

contro una tollerabilità in un acciaio di media qualità <strong>del</strong>lo 0,02%).<br />

Oltre alle attività di recupero elencate in precedenza quindi, ve ne è una, la<br />

distagnatura, specifica per gli imballaggi ferrosi in banda stagnata utilizzati per<br />

la conservazione degli alimenti, che consiste in un procedimento elettrolitico<br />

attraverso il quale si separa lo stagno, commercializzato poi separatamente, dalla<br />

superficie <strong>del</strong> metallo che quindi risulta pronta per la rifusione.<br />

I rottami ferrosi di imballaggio non distagnati invece, dopo essere stati sottoposti<br />

ai vari procedimenti sopra indicati, per essere inviati alle acciaierie vengono<br />

opportunamente miscelati ad altre tipologie di rottami da raccolta, in modo da<br />

ottenere un prodotto omogeneo con una presenza di stagno sotto i limiti<br />

ammessi per il corretto avvio al riciclo.<br />

Nel prosieguo <strong>del</strong>la trattazione verranno riportati i dati più significativi ed<br />

aggiornati relativi alla produzione di imballaggi in acciaio e alla loro successiva<br />

raccolta e riciclo, in ambito nazionale ed internazionale.<br />

135


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

SCENARIO<br />

INTERNAZIONALE<br />

L’immesso al consumo<br />

La produzione di acciaio per imballaggi nella UE è stata nel 2008 di circa 4,8<br />

milioni di tonnellate, rappresentando un terzo <strong>del</strong>la produzione stimata<br />

mondiale (elaborazione APEAL).<br />

GRAFICO 8: <strong>Produzione</strong> europea acciaio per imballaggio (stagnato e cromato)<br />

5.000<br />

4.900<br />

4.800<br />

4.802<br />

4.846<br />

4.862<br />

4.915<br />

4.847<br />

4.700<br />

4.600<br />

4.500<br />

4.400<br />

4.386<br />

4.514<br />

4.300<br />

4.200<br />

4.<strong>10</strong>0<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006 2007 2008<br />

Fonte: APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaio per Imballaggi) su dati EUROFER (European Confederation of Iron and Steel Industries)<br />

A fronte di una produzione pressoché invariata in termini di peso, bisogna tener<br />

presente il continuo alleggerimento <strong>del</strong>l’acciaio per imballaggi (negli ultimi<br />

trent’anni si calcola una diminuzione nel peso per esempio <strong>del</strong>le lattine per<br />

bevande di circa il 40%) per concludere che il numero di imballaggi ed accessori<br />

prodotti è da stimarsi in continua crescita.<br />

Si valuta che nel 2007, ultimi dati disponibili, siano state prodotte nella UE circa<br />

3,4 milioni di tonnellate di imballaggi ed accessori in banda stagnata e cromata,<br />

sostanzialmente in linea con il quantitativo degli anni precedenti.<br />

136


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 4: <strong>Produzione</strong> imballaggi in banda stagnata e cromata (000/ton)<br />

(escluse reggette ed altri accessori da imballaggio)<br />

*Austria, Finlandia, Grecia, Portogallo e altri paesi UE a 25.<br />

Fonte: EMPAC (Associazione Europea Produttori Imballaggi Metallici).<br />

Elaborazione: Iascone Packaging Marketing –Genova<br />

2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />

ITALIA 658 680 7<strong>10</strong> 680 660 684<br />

BELUX 140 <strong>10</strong>0 65 60 60 60<br />

FRANCIA 600 576 616 562 562 570<br />

GERMANIA 670 550 560 525 530 530<br />

OLANDA 220 190 200 180 175 175<br />

SPAGNA 580 654 700 700 705 7<strong>10</strong><br />

UK 550 550 540 5<strong>10</strong> 500 490<br />

ALTRI* 140 180 200 207 2<strong>10</strong> 215<br />

TOTALI UE A 25 3.558 3.480 3.591 3.424 3.402 3.434<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>la produzione europea di acciaio per imballaggi il segmento<br />

<strong>del</strong> cibo per uomo e per animali rappresenta l’utilizzo principale (54%),<br />

seguito dal segmento c.d. general line (14% circa) costituito da latte di<br />

vernici, fusti industriali etc., contenitori per bevande (12% circa), dalle<br />

chiusure e accessori vari di imballaggio (9% circa) costituito da capsule,<br />

tappi corona, coperchi, anelli, fascette, reggetta, filo di ferro etc. ed infine<br />

bombolette aerosol (8% circa).<br />

GRAFICO 9: Composizione mercato imballaggi in acciaio anno 2008<br />

altro 3%<br />

chiusure 9%<br />

cibi 54%<br />

general line 14%<br />

bevande 12%<br />

aerosol 8%<br />

Fonte: APEAL<br />

137


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Per quanto concerne il settore degli imballaggi industriali, i fusti di medie e<br />

grandi dimensioni generalmente dedicati al contenimento di prodotti chimici o<br />

affini, nel 2008 la produzione totale europea si è attestata intorno alle 625.000<br />

tonnellate distribuite fra i singoli Paesi come sintetizzato nella Tabella 5.<br />

TABELLA 5: Stima produzione europea fusti industriali capacità da 185/250 litri (ton)<br />

2003 2004 2005 2006 2007 2008(**)<br />

GERMANIA 206.000 219.422 207.000 2<strong>10</strong>.000 200.000<br />

FRANCIA 82.000 76.773 75.500 77.000 70.000<br />

ITALIA 80.000 <strong>10</strong>4.000 <strong>10</strong>0.000 <strong>10</strong>3.000 <strong>10</strong>5.000<br />

GRAN BRETAGNA 93.500 67.533 62.000 62.000 60.000<br />

BELGIO 56.000 65.054 60.000 61.000 57.000<br />

OLANDA 60.000 60.000 59.000 60.500 54.000<br />

SPAGNA 36.000 31.327 41.000 42.000 40.000<br />

ALTRI * 85.000 65.719 1<strong>10</strong>.000 114.000 <strong>10</strong>0.000<br />

TOTALE 698.500 689.828 714.500 729.500 686.000 624.020<br />

*(Svizzera, Danimarca, Finlandia, Grecia, Portogallo)<br />

(**) dal 2008 la Sefa non pubblica i dati per Paese, l'Italia ha prodotto <strong>10</strong>0.000 tonnellate<br />

Fonte: Elaborazione: Iascone Packaging Marketing su dati Sefa<br />

Come indicato nella Tabella 5 il quantitativo totale prodotto ha registrato un<br />

sensibile calo rispetto ai risultati conseguiti nel 2007 (-40.000 tonnellate), che<br />

già avevano segnalato una flessione importante rispetto ai quantitativi prodotti<br />

nel 2006 (-40.000 tonnellate).<br />

In due anni la produzione totale è diminuita <strong>del</strong> 14,4% circa e l’attuale fase di<br />

crisi economica globale, con la conseguente contrazione dei consumi, fa<br />

presagire un ulteriore calo anche per il <strong>2009</strong>, dato peraltro confermato dalle<br />

rilevazioni infrannuali non ufficiali.<br />

Da segnalare, nel panorama di diffusa criticità, la situazione <strong>del</strong>l’Italia che vede<br />

la sua produzione pressoché costante negli ultimi 5 anni.<br />

138


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’avvio a riciclo<br />

Per quanto riguarda i dati relativi alla raccolta ed avvio a riciclo degli imballaggi in<br />

acciaio in Europa, gli ultimi dati disponibili al momento sono quelli che si riferiscono<br />

all’anno 2007 poiché il rapporto APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaio<br />

per Imballaggio) per l’anno 2008 non è ancora stato divulgato.<br />

Il risparmio energetico (fino al 70%) garantito dall’utilizzo <strong>del</strong> rottame ferroso al<br />

posto <strong>del</strong> minerale di ferro e <strong>del</strong> coke nelle produzioni siderurgiche, sommato<br />

alla riduzione <strong>del</strong>le relative emissioni di CO2 (le emissioni di CO2 per tonnellata di<br />

acciaio prodotto generate dall’industria siderurgica in 40 anni sono diminuite <strong>del</strong><br />

50%) rende il riciclo <strong>del</strong>l’acciaio estremamente vantaggioso sia dal punto di vista<br />

economico sia da quello ambientale.<br />

Si pensi che nel solo 2007 il riciclo in Europa di circa 2,5 milioni di tonnellate di<br />

imballaggi in acciaio ha evitato il rilascio nell’ambiente di circa 4,8 milioni di<br />

tonnellate di CO2, equivalenti più o meno a quelle emesse da 2 milioni di auto<br />

nello stesso anno, (Fonte: APEAL).<br />

Nel 2007 è stato confermato il trend di crescita <strong>del</strong>le quantità riciclate in tutta<br />

Europa con un aumento di circa il 3% rispetto al 2006.<br />

Nel suo complesso la UE ha registrato nel 2007 un tasso medio di riciclo degli<br />

imballaggi in acciaio <strong>del</strong> 69%, grazie ai notevoli progressi nello sviluppo <strong>del</strong>le<br />

raccolte differenziate in quasi tutti i paesi <strong>del</strong>la Comunità europea.<br />

GRAFICO <strong>10</strong>: Tasso di riciclo imballaggi in acciaio in Europa 2008<br />

<strong>10</strong>0<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

46 50 53 53 56 57 59 59<br />

64 65<br />

40<br />

30<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

Malta<br />

Slovenia<br />

Slovacchia<br />

Polonia<br />

Romania<br />

Grecia<br />

Bulgaria<br />

Estonia<br />

Gran Bretagna<br />

Lituania<br />

Rep. Ceca<br />

Finlandia<br />

Danimarca<br />

Norvegia<br />

Lettonia<br />

Francia<br />

Lussemburgo<br />

Spagna<br />

Italia<br />

Portogallo<br />

Cipro<br />

Svezia<br />

Irlanda<br />

Svizzera<br />

Austria<br />

Olanda<br />

Ungheria<br />

Germania<br />

66 67 69 69 70 72 74 77 77 82 82 84 87 91 93 139<br />

7<br />

19 21 31<br />

Belgio<br />

• Belgio, Olanda, Lussemburgo, Finlandia, Norvegia, Lettonia, Slovenia, Lituania, Cipro, Estonia, Bulgaria, Romania: il tasso si riferisce al riciclo degli<br />

imballaggi in metallo (acciaio e alluminio).<br />

• Slovacchia, Slovenia, Cipro, Estonia, Malta, Romania, Danimarca, Finlandia: ultimi dati disponibili anno 2006.<br />

Fonte: APEAL


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Belgio e Germania, come nel 2006, hanno messo a segno le performance<br />

migliori con una percentuale di raccolta pari rispettivamente al 93% e al 91%,<br />

seguite da Svizzera, Austria e Olanda tutte sopra l’80%.<br />

La maggior parte dei Paesi è comunque riuscito a raggiungere percentuali di<br />

riciclo che si attestano fra l’80% e il 50%, e solo tre rimangono sotto il 30% fra<br />

cui Malta, fanalino di coda, che ancora raccoglie solo il 7 % degli imballaggi<br />

immessi al consumo.<br />

Analizzando gli scostamenti più significativi rispetto ai risultati <strong>del</strong>l’anno scorso,<br />

sicuramente spiccano Grecia e Cipro che hanno visto incrementare il proprio<br />

tasso di riciclo rispettivamente <strong>del</strong> 400% (dal <strong>10</strong> al 50% <strong>del</strong>l’immesso al<br />

consumo) e <strong>del</strong> 222% (dal 23 al 74% <strong>del</strong>l’immesso al consumo) dimostrando<br />

come l’avvio di un corretto sistema di raccolta garantisce in tempi anche brevi il<br />

raggiungimento di risultati soddisfacenti.<br />

Va evidenziato che si sono verificati anche casi in cui il tasso di avvio a riciclo si<br />

è invece ridotto dal 2006 al 2007, come per Slovenia (-37%), Romania (-15%)<br />

e Slovacchia (-13%). Riteniamo tuttavia che tali regressioni siano dovute<br />

principalmente al fatto che all’aumento <strong>del</strong>l’immesso al consumo in questi Paesi<br />

in crescita non sia corrisposto un pari miglioramento nella capacità di<br />

intercettare i rifiuti di imballaggio generati sul territorio.<br />

Compatibilmente con il ritardo con cui si è affrontato il problema e con la<br />

successiva differente diffusione dei sistemi di raccolta differenziata, in tutti i Paesi<br />

si stanno registrando risultati sempre più promettenti nei quantitativi avviati a<br />

riciclo, circostanza che fa sperare in un progressivo livellamento verso l’alto dei<br />

risultati in tutta Europa.<br />

140


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

SCENARIO<br />

NAZIONALE<br />

<strong>Produzione</strong> ed immesso al consumo di imballaggi in acciaio<br />

Gli imballaggi in acciaio immessi al consumo nel nostro Paese nel 2008, al netto<br />

<strong>del</strong>le esportazioni ed importazioni, sono stati 537.000 tonnellate circa,<br />

segnando un calo <strong>del</strong> 4,6% rispetto al 2007.<br />

GRAFICO 11: Immesso al consumo 2008 (000/ton)<br />

620<br />

600<br />

605<br />

580<br />

560<br />

562 561 563<br />

540<br />

537<br />

520<br />

500<br />

2004 2005 2006<br />

2007<br />

2008<br />

Fonte: CNA (Consorzio Nazionale Acciaio) – RGPS <strong>2009</strong><br />

Nel grafico 12 viene sinteticamente rappresentata la composizione merceologica<br />

degli imballaggi immessi al consumo.<br />

GRAFICO 12: Composizione immesso al consumo imballaggi 2008<br />

altri imballaggi in acciaio 6%<br />

reggetta, filo di ferro 7%<br />

capsule 5%<br />

tappi corona 2%<br />

fusti in acciaio 15%<br />

general line 16%<br />

bombole aerosol 4%<br />

open top 45%<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

141


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Analizzando la composizione <strong>del</strong>la produzione di imballaggi in acciaio, si rileva<br />

come anche nel 2008 la metà circa <strong>del</strong>l’immesso al consumo sia rappresentato<br />

dalla somma di “open top” e “general line” che insieme passano dal 49% <strong>del</strong><br />

2007 al 51% <strong>del</strong> 2008. Una diminuzione di circa l’1% registra sia la voce “fusti<br />

in acciaio” sia quella degli “altri imballaggi in acciaio”.<br />

Sostanzialmente invariate rimangono le quote percentuali rappresentate dalle<br />

altre tipologie di imballaggi.<br />

TABELLA 6:<br />

Composizione immesso al consumo 2007-2008 (ton)<br />

2007 2008 Var %<br />

07/08<br />

capsule 26.563 26.948 1,4%<br />

tappi corona 12.426 <strong>10</strong>.977 -11,7%<br />

general line 93.178 84.413 -9,4%<br />

open top 242.216 246.239 1,7%<br />

bombole aerosol 23.115 21.013 -9,1%<br />

fusti in acciaio 89.355 79.085 -11,5%<br />

reggetta, filo di ferro 37.881 38.373 1,3%<br />

altri imballi in acciaio 38.216 29.930 -21,7%<br />

TOTALE 562.950 536.978 -4,6%<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

Se invece ci si riferisce alle variazioni in valore assoluto dei quantitativi immessi<br />

al consumo, rispetto ai dati <strong>del</strong> 2007, la flessione più significativa è stata<br />

registrata dalla voce altri imballaggi in ferro (-21,7%), seguita dai tappi corona<br />

(-11,6%), dai fusti in acciaio (-11,5%), dagli imballaggi “general line” (-9,4%) e<br />

dalle bombolette aerosol (-9%).<br />

Segnano invece una crescita rispetto al 2007 le voci “open top” (+1,7%),<br />

“capsule” (+1,4%) e “reggetta, filo ferro” (+1,3%).<br />

La forte diminuzione <strong>del</strong>la voce “altri imballaggi in ferro” è da ricondursi sia<br />

a variazioni nelle dinamiche di mercato sia alla più corretta suddivisione e<br />

imputazione alle singole tipologie di prodotto <strong>del</strong> quantitativo totale<br />

immesso al consumo e, quindi, anche le variazioni registrate dalle altre<br />

tipologie di imballaggi sono da considerarsi il risultato <strong>del</strong>la combinazione di<br />

entrambi i fattori.<br />

142


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La raccolta degli imballaggi in acciaio<br />

La raccolta degli imballaggi in acciaio nel nostro Paese ha raggiunto nel 2008<br />

quota 396.000 tonnellate, con una diminuzione di 15.000 tonnellate rispetto al<br />

2007 (-3,6 %).<br />

In termini percentuali sull’immesso al consumo però, considerata la contrazione<br />

di quest’ultimo, si è registrato un incremento <strong>del</strong>lo 0,7 % rispetto ai risultati <strong>del</strong><br />

2007, attestandosi il tasso di recupero su una percentuale <strong>del</strong> 73,7 %.<br />

GRAFICO 13: Andamento raccolta/immesso al consumo 2004-2008 (000/ton)<br />

700<br />

600<br />

500<br />

605<br />

562<br />

561<br />

563<br />

537<br />

400<br />

344<br />

377<br />

388<br />

411<br />

396<br />

300<br />

200<br />

<strong>10</strong>0<br />

0<br />

2004 2005 2006<br />

2007<br />

2008<br />

immesso al consumo<br />

totale raccolta<br />

Fonte: Elaborazione SARA su dati CNA<br />

La gestione dei rifiuti di imballaggio ferrosi raccolti sul territorio nazionale è<br />

affidata al Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) il quale, attraverso la<br />

sottoscrizione di specifiche convenzioni e accordi, garantisce a chi effettua le<br />

raccolte (Convenzionati) la possibilità di conferire il materiale presso strutture<br />

collegate al Consorzio stesso, gli operatori CNA (Recuperatori), al fine <strong>del</strong> suo<br />

successivo avvio a riciclo.<br />

Il CNA segue l’avvio al riciclo di due flussi di materiale: imballaggi domestici<br />

raccolti su superficie pubblica dai gestori <strong>del</strong>le raccolte dei rifiuti urbani, e<br />

imballaggi c.d. industriali, provenienti dalle attività produttive e commerciali,<br />

raccolti su superficie privata.<br />

143


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 7:<br />

Raccolta imballaggi in acciaio in Italia (000/ton)<br />

2004 2005 2006 2007 2008<br />

IMMESSO AL CONSUMO 605 562 561 563 537<br />

TOTALE RACCOLTA 344 377 388 411 396<br />

% sull'immesso al consumo 56,9% 67,1% 69,2% 73,0% 73,7%<br />

RACCOLTA SUP. PUBBLICHE 135 142 147 151 155<br />

% sul totale raccolto 39,2% 37,7% 37,9% 36,7% 39,1%<br />

RACCOLTA SUP. PRIVATE 209 235 241 260 241<br />

% sul totale raccolto 60,8% 62,3% 62,1% 63,3% 60,9%<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

Confrontando i risultati con quelli <strong>del</strong> 2007, si rileva che a fronte di un aumento<br />

di circa il 2% <strong>del</strong>la raccolta su suolo pubblico si è registrata una diminuzione <strong>del</strong><br />

7% circa di quella su suolo privato, riducendo così di circa due punti percentuali<br />

la preponderanza di quest’ultima rispetto alle raccolte differenziate degli<br />

imballaggi domestici nell’attività <strong>del</strong> CNA.<br />

GRAFICO 14: Raccolta su superficie pubblica e privata 2008<br />

privato 61%<br />

73,7%<br />

pubblico 39%<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

144


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Raccolta imballaggi domestici<br />

Il Consorzio Nazionale Acciaio, consorzio di filiera <strong>del</strong> sistema CONAI dedicato ai<br />

rifiuti di imballaggio in acciaio, stipula convenzioni e accordi con i Comuni, con<br />

i Consorzi di Comuni oppure con i gestori dei servizi di raccolta e selezione dei<br />

rifiuti urbani, al fine di intercettare ed avviare a recupero gli imballaggi ferrosi<br />

domestici provenienti essenzialmente da tre canali di raccolta:<br />

• raccolte differenziate mono o multi materiale;<br />

• selezione meccanica e deferrizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati;<br />

• deferrizzazione <strong>del</strong>le scorie prodotte dagli impianti di termovalorizzazione.<br />

Nel 2008 il quantitativo di imballaggi domestici raccolti ha raggiunto le 154.620<br />

tonnellate, segnando un incremento di circa il 2% rispetto al 2007,<br />

corrispondente ad una crescita <strong>del</strong>la raccolta di circa 3.400 tonnellate, e<br />

confermando il trend di continua crescita dei quantitativi raccolti.<br />

GRAFICO 15: Raccolta imballaggi domestici (000/ton)<br />

155<br />

150<br />

147<br />

151<br />

155<br />

145<br />

142<br />

140<br />

135<br />

135<br />

130<br />

125<br />

2004 2005 2006<br />

2007<br />

2008<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

145


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La raccolta degli imballaggi domestici può essere innanzitutto suddivisa in base<br />

ai flussi di provenienza, indicati all’inizio <strong>del</strong> presente paragrafo, e nel Grafico 16<br />

viene evidenziato il peso relativo di detti flussi rispetto al quantitativo totale<br />

raccolto nel 2008.<br />

GRAFICO 16: Flussi di raccolta imballaggi domestici 2008<br />

meccanica 43.767<br />

28%<br />

combusto 15.160<br />

<strong>10</strong>%<br />

differenziata 95.693<br />

62%<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

Nel Grafico 17 viene analizzato l’andamento dei flussi di raccolta differenziata<br />

osservato nell’ultimo triennio, in modo da permettere di evidenziare le macrotendenze<br />

in atto a livello nazionale nei risultati ottenuti dai diversi sistemi di intercettazione.<br />

GRAFICO 17: Flussi raccolta imballaggi domestici - triennio 2006-2008<br />

<strong>10</strong>0.000<br />

90.000<br />

80.000<br />

83.428<br />

88.802<br />

95.693<br />

70.000<br />

60.000<br />

50.000<br />

40.000<br />

46.212<br />

44.902<br />

43.767<br />

30.000<br />

20.000<br />

17.882<br />

17.422<br />

15.160<br />

<strong>10</strong>.000<br />

0<br />

2006 2007<br />

2008<br />

differenziata meccanica combusto<br />

Fonte: CNA – RGPS 2008-<strong>2009</strong><br />

146


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Emerge immediatamente come la raccolta differenziata sia il sistema più diffuso<br />

e sia l’unico che ottiene risultati in continuo miglioramento nel corso degli anni.<br />

Come evidenziato nel Grafico 17, l’incremento di circa 3.400 tonnellate<br />

registrato rispetto al 2007 nei quantitativi totali è da attribuirsi al progresso <strong>del</strong>le<br />

varie forme di raccolta differenziata multimateriale (+ 5.600 tonnellate<br />

multimateriale leggero, + 4.800 tonnellate multimateriale pesante) e<br />

monomateriale (+ 400 tonnellate) mentre una forte diminuzione (circa 4.<strong>10</strong>0<br />

tonnellate) è stata registrata dai quantitativi di imballaggi rilevati nelle raccolte<br />

dei c.d. ingombranti ferrosi conferiti presso le isole ecologiche dei Comuni, a<br />

fronte di una migrazione degli imballaggi verso forme di raccolta differenziata<br />

più spinta.<br />

La conferma <strong>del</strong>la diffusione <strong>del</strong>le forme di raccolta differenziata è testimoniata<br />

anche dal fatto che gli altri due flussi, che provengono dalla deferrizzazione <strong>del</strong>la<br />

quota di rifiuti urbani indifferenziati, col passare degli anni intercettano un<br />

quantitativo di imballaggi ferrosi in costante diminuzione (-2.300 tonnellate di<br />

imballaggi rinvenuti nelle scorie post combustione degli inceneritori e –1.200<br />

tonnellate di imballaggi ferrosi estratti tramite selezione meccanica dai rifiuti<br />

urbani indifferenziati).<br />

Un ulteriore approfondimento porta alla suddivisione dei quantitativi provenienti<br />

da raccolta differenziata fra le varie forme di raccolta (mono e multimateriale),<br />

come riportato nel Grafico 18.<br />

GRAFICO 18: Flussi da raccolta differenziata 2008<br />

isola ecologica 9.271<br />

<strong>10</strong>%<br />

multimateriale leggero<br />

33.922<br />

35%<br />

monomateriale 12.809<br />

13%<br />

multimateriale pesante<br />

39.691<br />

42%<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

147


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 16: Analisi flussi raccolta differenziata<br />

40.000<br />

Nel Grafico 19 viene effettuata l’analisi comparata dei flussi di raccolta<br />

differenziata di imballaggi domestici <strong>del</strong>l’ultimo triennio per consentire una<br />

riflessione sull’evoluzione temporale dei risultati ottenuti dai vari sistemi.<br />

39.691<br />

35.000<br />

34.830<br />

33.922<br />

30.000<br />

25.000<br />

29.318<br />

25.860<br />

28.306<br />

20.000<br />

15.000<br />

12.858 12.392 12.809<br />

15.392 13.364<br />

9.271<br />

<strong>10</strong>.000<br />

5.000<br />

0<br />

monomateriale<br />

multimateriale pesante<br />

2006 2007 2008<br />

Fonte: CNA – RGPS 2008-<strong>2009</strong><br />

multimateriale leggero<br />

isola ecologica<br />

120.000<br />

<strong>10</strong>0.000<br />

<strong>10</strong>7.860<br />

Passando invece ad analizzare la provenienza dei rifiuti di imballaggio domestici<br />

raccolti, anche nel 2008 si è confermata una disomogenea distribuzione geografica,<br />

fra le varie macroaree <strong>del</strong> Paese, dei quantitativi di imballaggi domestici raccolti.<br />

GRAFICO 20: Suddivisione raccolta domestica per aree geografiche<br />

1<strong>10</strong>.684<br />

112.092<br />

80.000<br />

60.000<br />

40.000<br />

20.000<br />

16.074<br />

23.588<br />

15.466<br />

25.066<br />

18.8<strong>10</strong> 23.718 148<br />

0<br />

Nord Centro Sud<br />

Fonte: CNA – RGPS 2008-<strong>2009</strong><br />

2006 2007<br />

2008


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La concentrazione prevalentemente al Nord sia dei consumi (maggior densità<br />

demografica e maggior numero di insediamenti produttivi), sia degli impianti di<br />

destinazione finale degli imballaggi raccolti (acciaierie e fonderie) continua a<br />

costituire un ostacolo strutturale difficilmente superabile all’omogeneizzazione<br />

dei volumi di raccolta ed avvio a riciclo.<br />

Inoltre, per quanto riguarda le zone <strong>del</strong> Sud, perdura lo stato di emergenza, in<br />

cui versano periodicamente alcune realtà, che non garantisce quelle condizioni<br />

di ordine e stabilità necessarie per realizzare progetti di sviluppo a medio e lungo<br />

termine.<br />

Da un punto di vista numerico l’incremento maggiore, pari a circa 3.400<br />

tonnellate, è stato realizzato nelle zone <strong>del</strong> Centro dove, pur non essendoci stati<br />

sostanziali incrementi nelle raccolte differenziate, è stato attivato un accordo<br />

importante per il recupero <strong>del</strong>le frazioni ferrose derivanti dalla selezione<br />

meccanica dei rifiuti <strong>del</strong>la città di Roma.<br />

Nelle Regioni <strong>del</strong> Nord si è avuto un progresso di circa 1.500 tonnellate, a<br />

conferma che in questa area le varie forme di raccolta continuano a far<br />

registrare, anno dopo anno, margini di incremento e miglioramento.<br />

Purtroppo nelle zone <strong>del</strong> Sud si è registrato, rispetto al 2007, un decremento<br />

nelle quantità raccolte di circa 1.300 tonnellate che ha sostanzialmente riportato<br />

il risultato <strong>del</strong>la raccolta a quello <strong>del</strong> 2006, annullando così tutti i progressi<br />

registrati lo scorso anno. L’origine di tale decremento merita tuttavia un<br />

approfondimento nel senso che, se da un lato si è effettivamente assistito ad un<br />

calo nei quantitativi raccolti provenienti dagli impianti di selezione meccanica,<br />

legato alle alterne vicissitudini dei siti di trattamento dei rifiuti indifferenziati<br />

oggetto di commissariamento in Campania, dall’altra riscontri positivi ed<br />

incoraggianti si sono avuti sul versante <strong>del</strong>le raccolte differenziate, che hanno<br />

visto aumentare i loro quantitativi <strong>del</strong> <strong>10</strong>% circa.<br />

149


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Raccolta imballaggi industriali<br />

La raccolta degli imballaggi ferrosi industriali gestita dal CNA si basa<br />

essenzialmente sull’intercettazione/monitoraggio di tre flussi:<br />

• imballaggi industriali da raccolta su superficie privata costituita da fusti e<br />

accessori di imballaggio provenienti dalle raccolte effettuate presso gli<br />

insediamenti produttivi o presso le attività commerciali (c.d. gestione diretta:<br />

il quantitativo intercettato dal CNA è quello riscontrato dal FIR ricevuto<br />

dall’operatore);<br />

• certificazioni presso acciaierie ed impianti di frantumazione (c.d. gestione<br />

indiretta: il quantitativo riconosciuto dal CNA è frutto essenzialmente di una<br />

stima, in questo caso basata su analisi a campione effettuate da CNA). Dal<br />

2001 CNA ha attivato una procedura di rilevazione <strong>del</strong>le percentuali di<br />

imballaggi (solo fusti) che si riscontrano, all’interno di alcune categorie di<br />

rottami ferrosi, comunemente presenti nei parchi rottame <strong>del</strong>le acciaierie o<br />

degli impianti di frantumazione;<br />

• autocertificazioni degli operatori CNA (c.d. gestione indiretta: il quantitativo<br />

riconosciuto da CNA è quello risultante dalle autocertificazioni di alcuni<br />

operatori CNA, supportate da campionature periodiche gestite dallo stesso<br />

CNA, studiato per rilevare il quantitativo di accessori di imballaggio (reggette,<br />

filo, etc.) raccolti congiuntamente ad altri rottami ferrosi misti, e in questa<br />

forma avviati al riciclo).<br />

La raccolta di imballaggi in acciaio da superficie privata nel 2008 ha registrato<br />

una flessione di circa 18.400 tonnellate (-7,1 %) dopo la crescita <strong>del</strong> 2007 (+8 %),<br />

passando da 259.867 tonnellate a 241.440 tonnellate.<br />

TABELLA 8:<br />

Raccolta da superficie privata<br />

RACCOLTA DA SUPERFICIE PRIVATA 2007 2008<br />

Gestione diretta Nord 77.255 64.215<br />

Centro 6.912 7.494<br />

Sud 4.333 4.809<br />

Gestione indiretta 171.367 164.922<br />

Totale raccolta 259.867 241.440<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

Tale diminuzione è dovuta sia al calo di circa 6.500 tonnellate nelle quantità<br />

intercettate dalla c.d. gestione indiretta <strong>del</strong> CNA, sia alla raccolta degli<br />

imballaggi industriali rientranti nella c.d. gestione diretta <strong>del</strong> CNA che ha visto<br />

una diminuzione complessiva di circa 12.000 tonnellate, pari a circa il 13%,<br />

perse per intero nelle Regioni <strong>del</strong> Nord.<br />

Si ritiene tuttavia che l’apparente forte perdita registrata dalla gestione diretta<br />

nelle Regioni <strong>del</strong> Nord sia collegata, per buona parte, al forte aumento registrato<br />

nel corso <strong>del</strong>lo scorso anno nelle quotazioni dei rottami ferrosi che ha dirottato<br />

parte dei quantitativi verso gestioni esterne a quella <strong>del</strong> CNA.<br />

150


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

<strong>Recupero</strong> degli imballaggi in acciaio<br />

Una volta raccolti gli imballaggi in acciaio devono essere consegnati ad impianti<br />

in grado di trasformarli, in base a specifiche nazionali e internazionali (CECA,<br />

AISI, CAEF e UNI, o altre), per poterli quindi inviare ad acciaierie e fonderie per<br />

la successiva rifusione.<br />

In particolare, oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità <strong>del</strong><br />

materiale deve essere il più possibile ridotta la presenza di metalli non ferrosi, elementi<br />

a vario titolo nocivo, materiali esplosivi ed infiammabili, e non devono essere contenuti<br />

inerti, plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.<br />

A tale scopo il CNA si serve di un vasto numero di operatori che sono<br />

riconducibili a quattro categorie:<br />

• operatori Associazione SARA (Servizi Ambientali <strong>Recupero</strong> Acciai): recuperatori<br />

associati a <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> che, fin dalla sua origine, hanno collaborato con il CNA<br />

soprattutto nel settore dei rifiuti urbani;<br />

• operatori Associazione ASSOFERMET: operatori attivi in tutti i settori di<br />

intercettazione <strong>del</strong>l’imballaggio;<br />

• rete diretta CNA: aziende accreditate dal CNA che integrano sul territorio la<br />

rete degli operatori facenti capo alle organizzazioni di cui sopra;<br />

• SOE (Società Operative Ecologiche): aziende di bonifica e rigenerazione dei<br />

fusti industriali.<br />

In particolare, nei Grafici 21 e 22, riassumiamo il contributo dato dalle aziende<br />

SARA/<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> al recupero dei rifiuti ferrosi di imballaggio, suddivisi nelle varie<br />

tipologie, gestiti dal CNA nell’ultimo anno.<br />

GRAFICO 21: Raccolta domestica 2008<br />

(totale CNA 154.620 ton)<br />

altri operatori 25.182<br />

GRAFICO 22: Raccolta industriali 2008<br />

(totale CNA 241.441 ton)<br />

altri operatori 9.320<br />

SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 126.034<br />

SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 232.121<br />

Fonte: CNA – Associazione SARA<br />

Fonte: CNA – Associazione SARA<br />

151


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Considerato che le attività di raccolta e avvio al recupero degli imballaggi<br />

industriali sono sempre state effettuate, anche prima <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> Consorzio,<br />

non presentando per gli operatori particolari problemi di lavorazione e<br />

commercializzazione, il dato più significativo è sicuramente quello relativo alla<br />

valorizzazione degli imballaggi ferrosi di provenienza domestica nell’ambito <strong>del</strong>la<br />

quale l’apporto degli operatori SARA/<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> continua ad essere determinante.<br />

Nei Grafici 23 e 24 riassumiamo la suddivisione, per tipologia di materiale e di<br />

operatore incaricato al recupero, dei quantitativi di rifiuti di imballaggi domestici<br />

gestiti dal CNA.<br />

GRAFICO 23: Raccolta differenziata 2008<br />

(mono e multimateriale 95.693 ton)<br />

altri operatori <strong>10</strong>.321<br />

GRAFICO 24: Raccolta indifferenziata 2008<br />

(sel. meccanica e combusto 58.927 ton)<br />

altri operatori 18.265<br />

SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 85.372<br />

SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 40.662<br />

Fonte: CNA – Associazione SARA<br />

Fonte: CNA – Associazione SARA<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>la raccolta domestica, la valorizzazione <strong>del</strong> flusso di imballaggi<br />

proveniente dalle raccolte indifferenziate presenta maggiori problemi per la<br />

notevole presenza nel rifiuto ferroso di frazioni estranee (frazioni organiche,<br />

inerti, ceneri nel rottame ferroso combusto).<br />

Maggiori costi di lavorazione, inferiore valore <strong>del</strong>la materia prima secondaria<br />

ottenuta rispetto ad altri tipi di imballaggio, discontinuo, quando non incerto,<br />

collocamento sul mercato, fanno <strong>del</strong>l’imballaggio domestico sicuramente quello<br />

di più difficile gestione, ed in questo risiede il valore aggiunto <strong>del</strong>l’attività svolta<br />

dagli operatori SARA/<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong>.<br />

152


ACCIAIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Avvio a riciclo degli imballaggi recuperati<br />

Insieme agli imballaggi i recuperatori CNA ricevono frazione estranee (materiale<br />

non ferroso incluso nel rottame ferroso da imballaggio raccolto) e frazioni<br />

merceologiche similari (FMS ossia materiale ferroso non costituito da<br />

imballaggio), che non devono essere quantificate e scorporate ai fini <strong>del</strong> calcolo<br />

degli obiettivi di riciclo raggiunti.<br />

Come ogni anno, è stata effettuata una campagna di campionature<br />

merceologiche, su un campione rappresentativo per ogni tipologia di raccolta,<br />

sia pubblica sia privata, coordinata dal CNA ed eseguita dal Gruppo CSA di<br />

Rimini, mirata all’individuazione <strong>del</strong>l’effettivo quantitativo di imballaggi in<br />

acciaio avviati al riciclo.<br />

La proiezione degli esiti <strong>del</strong>le prove sui risultati totali di raccolta a livello<br />

nazionale ha evidenziato una presenza media di impurità <strong>del</strong> 6% (9.409<br />

tonnellate) e di FMS <strong>del</strong> 5,6 % (8.616 tonnellate) negli imballaggi provenienti da<br />

raccolta differenziata.<br />

Per quanto riguarda i c.d. imballaggi industriali, le campionature sono state<br />

effettuate solamente sul materiale <strong>del</strong>la c.d. gestione diretta poichè le rilevazioni<br />

che vengono fatte presso gli impianti finali di riciclo sono già al netto di ogni<br />

frazione estranea. Da tali campionature è stata riscontrata una presenza di<br />

impurità <strong>del</strong> 2,8 % circa (2.155 tonnellate nelle 76.518 <strong>del</strong>la gestione diretta) ed<br />

una percentuale di FMS di circa il 2.6% (2.040 tonnellate).<br />

TABELLA 9:<br />

Tipologie imballaggi raccolti (ton)<br />

TIPOLOGIA IMBALLAGGI DOMESTICO INDUSTRIALE TOTALI<br />

IMBALLAGGI RACCOLTI 154.620 241.440 396.060<br />

IMPURITÀ -9.409 -2.155 -11.564<br />

F.M.S. -8.616 -2.040 -<strong>10</strong>.656<br />

TOTALE AVVIO A RICICLO 136.595 237.245 373.840<br />

Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />

Sommando le quantità nette di imballaggi domestici ed industriali si ottiene una<br />

quantità effettiva di materiale avviato a riciclo dal CNA nel 2008 pari a 373.840<br />

tonnellate che, pur essendo in valore assoluto inferiore di circa il 4,5% (17.594<br />

tonnellate) rispetto al totale avviato a riciclo nel 2007, come percentuale<br />

sull’immesso al consumo rappresentano un tasso di riciclo <strong>del</strong> 69,6% rispetto al<br />

69,5% <strong>del</strong>l’anno scorso.<br />

153


ALLUMINIO


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

La consueta stesura <strong>del</strong> Rapporto “L’Italia <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong>” giunge in un periodo<br />

particolarmente turbolento per l’economia mondiale e di grave instabilità per il<br />

mercato <strong>del</strong>le materie prime. In particolare, per quanto riguarda l’alluminio, il<br />

calo <strong>del</strong>la domanda da parte dei principali settori industriali di impiego e <strong>del</strong>le<br />

richieste dai Paesi “emergenti” ha causato un crollo dei prezzi <strong>del</strong> rottame a<br />

partire dal secondo semestre <strong>del</strong> 2008.<br />

In uno scenario di questo tipo, caratterizzato non solo dalla crisi economica ma<br />

anche da una continua evoluzione <strong>del</strong> sistema, sia dal punto di vista normativo,<br />

sia da quello tecnico-gestionale, il Consorzio Imballaggi Alluminio, attraverso un<br />

processo di adattamento e ridefinizione <strong>del</strong>le strategie, ha saputo interpretare al<br />

meglio il proprio ruolo conseguendo performance e risultati in linea con gli<br />

obiettivi previsti per il 2008.<br />

Il ruolo “sussidiario“ e di garanzia <strong>del</strong> Consorzio rispetto al raggiungimento degli<br />

obiettivi di riciclo ha fornito al sistema nazionale di gestione dei rifiuti gli<br />

strumenti e le opportunità per ampliare e implementare tutte le possibili opzioni<br />

di recupero e valorizzazione <strong>del</strong>la frazione alluminio. Con l’obiettivo <strong>del</strong>la<br />

massimizzazione <strong>del</strong> recupero, sintetizzata dalla visione “zero discarica, <strong>10</strong>0%<br />

recupero”, nel corso <strong>del</strong>l’anno l’impegno di CIAL è proseguito sulla linea<br />

strategica intrapresa negli anni precedenti e tesa a fornire un supporto concreto<br />

alla pubblica amministrazione, agli operatori <strong>del</strong>la gestione dei rifiuti e al sistema<br />

industriale <strong>del</strong>la filiera <strong>del</strong>l’alluminio.<br />

Il CIAL è intervenuto con proposte per l’avvio o lo sviluppo di sistemi di raccolta,<br />

supporti tecnici e di comunicazione, per miglioramenti quali-quantitativi,<br />

interventi e incentivi per la captazione <strong>del</strong>le frazioni di metallo leggero sfuggite<br />

all’ordinario servizio di raccolta differenziata <strong>del</strong>l’alluminio e smaltite attraverso<br />

le raccolte di altri materiali, in modo indifferenziato o presenti nelle scorie<br />

risultanti dall’incenerimento dei rifiuti urbani. Il tutto gestito nell’ambito <strong>del</strong><br />

ruolo sussidiario al mercato che il Consorzio ha assunto in questi anni di attività:<br />

un corrispettivo economico per le raccolte differenziate e per le altre opzioni di<br />

recupero fisso al variare dei valori di mercato, l’attivazione di canali di sbocco per<br />

frazioni meno preziose e di difficile collocazione, un supporto alla crescita <strong>del</strong>la<br />

raccolta principalmente in termini qualitativi e <strong>del</strong>la sensibilità e coscienza dei<br />

consumatori e <strong>del</strong>la pubblica amministrazione e operatori verso una sempre più<br />

efficiente ed efficace gestione.<br />

Un elemento distintivo e propositivo per il raggiungimento di elevati standard<br />

qualitativi in tutte le fasi <strong>del</strong> sistema di gestione e in relazione a tutti gli attori<br />

coinvolti è dato dai parametri e dai riferimenti Emas che dal 2006<br />

contraddistinguono l’azione di CIAL. Oltre l’obiettivo di controllare gli aspetti<br />

ambientali diretti, con l’implementazione ed il mantenimento <strong>del</strong> sistema di<br />

gestione ambientale il Consorzio Imballaggi Alluminio si pone, infatti, quello di<br />

monitorare gli aspetti ambientali <strong>del</strong>le attività di raccolta, riciclo e recupero degli<br />

imballaggi post-consumo degli enti locali e <strong>del</strong>le imprese <strong>del</strong>la propria sfera<br />

d’influenza e di orientare le imprese consorziate verso la prevenzione, al fine di<br />

minimizzare il consumo <strong>del</strong>le risorse naturali e facilitare l’avvio a riciclo degli<br />

imballaggi a fine vita.<br />

156


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Nello schema di relazioni di sistema gli interventi <strong>del</strong> Consorzio rispetto a<br />

specifici interlocutori assumono rilevanza ed effetti a cascata, in modo<br />

trasversale, sull’intero ciclo di vita e gestione <strong>del</strong> materiale.<br />

Una particolare attenzione viene infatti posta dal Consorzio al mondo <strong>del</strong>le<br />

imprese <strong>del</strong>la filiera, dal produttore <strong>del</strong>la materia prima, a quello dei<br />

semilavorati, a quello degli imballaggi finiti, agli utilizzatori industriali e<br />

commerciali. Ferme restando le importanti performance di sostenibilità<br />

ambientale <strong>del</strong> materiale in tutto il suo ciclo di vita e la continua ricerca nella<br />

riduzione quantitativa e di miglioramento qualitativo attuate dalla filiera, le<br />

imprese direttamente e indirettamente coinvolte da CIAL ricoprono ora un ruolo<br />

significativo e imprescindibile per una corretta informazione all’utente finale<br />

anche attraverso l’adozione di modalità condivise di marcatura sugli imballaggi.<br />

Un ruolo importante ha avuto anche nel corso <strong>del</strong> 2008 l’attività di<br />

comunicazione con progetti e iniziative che di anno in anno tendono a<br />

consolidare tra i pubblici di riferimento e i ‘partners’ coinvolti le tematiche legate<br />

alle performance tecniche e ambientali <strong>del</strong>l’alluminio. L’area <strong>del</strong> sociale e la<br />

scuola sono i canali privilegiati per una continua crescita e diffusione dei<br />

messaggi connessi alla raccolta e al riciclo degli imballaggi in alluminio.<br />

La consapevolezza raggiunta dai destinatari <strong>del</strong>la nostra comunicazione in<br />

ambito scolastico e la stratificazione dei messaggi nel tempo rappresentano una<br />

solida base su cui impostare ogni anno valide ed efficaci iniziative didattiche ed<br />

educative. Le associazioni di volontariato che da anni collaborano con il<br />

Consorzio rappresentano ormai un utile ‘strumento’ e canale di comunicazione<br />

in tutti i bacini territoriali in cui operano, sia attraverso forme di raccolta<br />

sussidiaria rispetto a quella gestita dai Comuni, sia attraverso l’organizzazione di<br />

eventi e iniziative di sensibilizzazione.<br />

La copertura nazionale, con la pianificazione di spot televisivi e la partecipazione<br />

a grandi eventi, integra e amplifica con efficacia la diffusione dei messaggi<br />

veicolati nell’ambito dei progetti di comunicazione territoriale destinati a<br />

supportare i servizi di raccolta differenziata nei diversi bacini coinvolti.<br />

I risultati <strong>del</strong> 2008, in termini di copertura territoriale e di abitanti attivi, di<br />

raccolta e riciclo, sono <strong>del</strong> tutto soddisfacenti e in linea con i trend di crescita<br />

registrati negli ultimi anni. La soddisfazione è però ancora maggiore per il<br />

contributo che il Consorzio ha saputo dare in questi anni per una più ampia<br />

affermazione in campo ambientale <strong>del</strong>l’intero sistema industriale <strong>del</strong>la filiera<br />

che, ancora una volta, grazie anche alle importanti caratteristiche <strong>del</strong> materiale,<br />

si conferma tra i comparti più performanti in termini di risparmio energetico e di<br />

CO2 evitata.<br />

Come detto in apertura, il 2008 si è chiuso con la nascente crisi dei mercati<br />

e un trend in discesa dei valori dei materiali. In questi mesi il Consorzio, in<br />

vista <strong>del</strong>le inevitabili difficoltà previste per il <strong>2009</strong>, in particolare per quanto<br />

riguarda lo sbocco dei materiali <strong>del</strong>la raccolta differenziata dei Comuni<br />

italiani, ha confermato la propria vocazione sussidiaria e di supporto al<br />

sistema di gestione definendo nuove strategie e obiettivi per una agevole e<br />

157


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

sostenibile transizione in questa fase particolare.<br />

Il nuovo Accordo quadro ANCI-CONAI, in particolare, in uno scenario già di per<br />

sé complesso a causa dei forti ritardi nello sviluppo <strong>del</strong>le raccolte differenziate<br />

nelle aree <strong>del</strong> Sud Italia, rappresenta uno strumento di riferimento importante<br />

per cogliere nuove opportunità per una coerente, efficiente ed efficace soluzione<br />

alle problematiche connesse e amplificate dalla crisi in corso.<br />

GINO SCHIONA<br />

Direttore Generale CIAL<br />

158


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

RISULTATI E OBIETTIVI<br />

CONSEGUITI<br />

A dieci anni dalla nascita <strong>del</strong> sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di<br />

imballaggio in alluminio, CIAL, Consorzio Nazionale per il riciclo e il recupero<br />

<strong>del</strong>l’alluminio, consolida il trend di crescita <strong>del</strong>le quantità raccolte e riciclate. Il<br />

2008, in particolare, sancisce il ruolo fondamentale svolto dal Consorzio nel<br />

nostro Paese per promuovere, supportare e garantire lo sviluppo tecnico e<br />

culturale <strong>del</strong>le raccolte differenziate e <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>l’alluminio sia tra la pubblica<br />

amministrazione sia tra i cittadini.<br />

Ad oggi, CIAL ha favorito l’attivazione <strong>del</strong>la raccolta differenziata degli<br />

imballaggi in alluminio in oltre 5.500 Comuni italiani (l’80% dei quali<br />

convenzionati con il Consorzio) e la partecipazione di 44 milioni di cittadini (il<br />

90% dei quali coinvolti direttamente).<br />

Risultati più che positivi, ottenuti grazie alla stretta e quotidiana collaborazione<br />

con una rete di 300 operatori convenzionati, distribuiti su tutto il territorio<br />

nazionale.<br />

A fine 2008 la quota di recupero di imballaggi di alluminio si stima essere <strong>del</strong><br />

63,6% <strong>del</strong>l’immesso sul mercato. Tradotta in cifre assolute questa percentuale<br />

equivale a 42.200 tonnellate di materiale recuperato, 38.500 <strong>del</strong>le quali riciclate.<br />

Il riciclo degli imballaggi in alluminio pari al 58% è di fatto cresciuto, nell’ultimo<br />

biennio, <strong>del</strong> <strong>10</strong>%.<br />

Nel corso <strong>del</strong>l’anno, accanto alla raccolta differenziata, si sono affermate nuove<br />

modalità di recupero <strong>del</strong>l’alluminio: in impianti di trattamento RU anche per la<br />

produzione di CdR; in impianti per il recupero <strong>del</strong>le scorie da incenerimento.<br />

È stata consolidata la collaborazione con 25 fonderie di alluminio, ovvero il<br />

<strong>10</strong>0% <strong>del</strong>la capacità produttiva di riciclo italiana.<br />

Oggi il nostro Paese detiene la leadership in Europa, insieme alla Germania,<br />

nell’industria <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>l’alluminio. A livello mondiale, questo primato ci pone<br />

al 3° posto dopo Stati Uniti e Giappone.<br />

Grazie al riciclo di 38.500 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitate<br />

emissioni serra per 390.000 tonnellate di CO2, e risparmiata energia pari a<br />

142.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio).<br />

159


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ATTIVITÀ<br />

DI SVILUPPO<br />

E RACCOLTA<br />

Al 31 dicembre 2008 è stata raggiunta la copertura territoriale di oltre 4.000<br />

Comuni e 38 milioni di abitanti attraverso la sottoscrizione di 292 Convenzioni<br />

dedicate alla raccolta differenziata. Inoltre le diverse opzioni di recupero dei<br />

rifiuti di imballaggio in alluminio complementari alla raccolta differenziata,<br />

previste dall’Allegato tecnico, consentono di riconoscere la copertura territoriale,<br />

così come le quantità di materiale raccolte. In questi termini viene quindi<br />

confermata, al 31 dicembre 2008, l’operatività di 303 Convenzioni per una<br />

copertura territoriale totale di 4.305 Comuni e oltre 39 milioni di abitanti.<br />

DIFFUSIONE<br />

DELLA RACCOLTA E<br />

DATI QUANTITATIVI<br />

I rapporti di collaborazione e partnership avviati sul territorio hanno interessato<br />

tutti i soggetti pubblico-privati coinvolti nella filiera di raccolta e recupero dei<br />

rifiuti di imballaggio in alluminio in un’ottica di diffusione e sviluppo di sistemi di<br />

gestione integrata dei rifiuti, contribuendo alla riduzione dei quantitativi di rifiuti<br />

destinati allo smaltimento in discarica e al potenziamento <strong>del</strong>le modalità di<br />

recupero alternative alla raccolta differenziata.<br />

Nel corso degli ultimi due anni è infatti evidente la crescita <strong>del</strong>le ulteriori opzioni<br />

di recupero e trattamento dei rifiuti di imballaggio in alluminio (recupero da<br />

impianti di trattamento rifiuto indifferenziato e produzione CdR da scorie da<br />

incenerimento) che ha consentito di raggiungere in molti bacini territoriali<br />

l’obiettivo “zero discarica, <strong>10</strong>0% recupero”.<br />

Sulla base <strong>del</strong>le diverse opzioni di recupero, trattamento e valorizzazione, si<br />

stimano le seguenti quantità di raccolta dei rifiuti di imballaggio in alluminio, con<br />

dettaglio <strong>del</strong>la ripartizione per macroaree.<br />

TABELLA 1:<br />

Distribuzione geografica <strong>del</strong>la raccolta<br />

MACROAREA<br />

QUANTITÀ<br />

Nord ton 26.000 67,5%<br />

Centro ton 8.200 21,3%<br />

Sud ton 4.300 11,2%<br />

Totale Raccolta diff. Netta ton 38.500 <strong>10</strong>0%<br />

Fonte: CIAL<br />

Tale ripartizione è il risultato di una nostra elaborazione che tiene conto dei<br />

trend di crescita e <strong>del</strong>le prestazioni di raccolta nelle varie aree <strong>del</strong> Paese,<br />

così come confermati anche dai dati generali di raccolta differenziata<br />

presentati all’interno <strong>del</strong> Rapporto Rifiuti 2008 di ISPRA.<br />

160


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Le quantità indicate sono riconducibili a circa 5.400 Comuni italiani; stima<br />

basata sui Comuni che hanno dichiarato la presenza <strong>del</strong> servizio di raccolta<br />

differenziata a beneficio di quasi 41 milioni di abitanti, tramite dichiarazioni<br />

MUD 2007, con riferimento all’anno solare 2006, elaborate dalla Camera di<br />

Commercio di Milano così come presentato nell’apposito paragrafo<br />

dedicato alla ricerca.<br />

Evidenziamo, come sottolineato anche da ISPRA, le difficoltà di pervenire a<br />

dati riguardanti la raccolta differenziata degli imballaggi metallici nella<br />

maggior parte dei casi raccolti con modalità multimateriale, poiché<br />

normalmente vengono dichiarati e contabilizzati all’interno <strong>del</strong> materiale<br />

prevalente, più specificatamente vetro e/o plastica; da tali flussi è<br />

impossibile disaggregare specifici dati relativi ai rifiuti di imballaggio in<br />

alluminio.<br />

Lo stesso Rapporto ISPRA 2008, infatti, rimarca come: “Per quanto attiene<br />

agli imballaggi metallici non è stato, tuttavia, possibile pervenire in molti<br />

casi ad un dato disaggregato. Pertanto, pur essendo stata effettuata,<br />

laddove possibile, una separazione <strong>del</strong>la quota relativa agli imballaggi in<br />

alluminio da quella inerente alle altre tipologie di imballaggi metallici, si è<br />

scelto di pubblicare i dati in forma aggregata, al fine di consentire un<br />

migliore confronto con le informazioni relative ai precedenti censimenti. Va,<br />

inoltre, rilevato che in diversi casi non è possibile separare la quota relativa<br />

agli imballaggi metallici da quella inerente gli ingombranti metallici. In tal<br />

caso l’intero ammontare viene computato nella voce ingombranti<br />

metallici.”<br />

161


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

COPERTURA<br />

TERRITORIALE<br />

I risultati conseguiti nella sottoscrizione e gestione <strong>del</strong>le Convenzioni per la<br />

raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio sono<br />

presentati in Tabella 2, aggiornati al 31 dicembre 2008, confrontati con i dati<br />

Istat e con la situazione <strong>del</strong>l’anno precedente.<br />

TABELLA 2: Situazione Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008<br />

2008 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL<br />

Comuni attivi 8.<strong>10</strong>0 4.305 53,1<br />

Abitanti serviti 58.806.797 39.547.828 67,3<br />

Convenzioni 303<br />

Fonte: CIAL<br />

2007 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL<br />

Comuni attivi 8.<strong>10</strong>0 3.998 49,4<br />

Abitanti serviti 58.806.797 36.130.137 61,4<br />

Convenzioni 263<br />

Rispetto ai risultati raggiunti nell’anno 2007, si possono osservare i seguenti<br />

miglioramenti:<br />

• una crescita <strong>del</strong>l’8% dei Comuni coperti da Convenzione, di cui il 3%<br />

attraverso Convenzioni per la raccolta differenziata;<br />

• gli abitanti serviti sono cresciuti <strong>del</strong> 9%, di cui il 7% in relazione a Convenzioni<br />

di raccolta differenziata;<br />

• risultano sottoscritte 292 Convenzioni per la gestione <strong>del</strong>la raccolta<br />

differenziata con un indice medio di Comuni per Convenzione pari a 14.<br />

Si tratta di risultati importanti in un anno caratterizzato da un Accordo quadro<br />

ANCI-CONAI in scadenza e da incertezza economica e legislativa.<br />

Nel corso dei cinque anni di validità <strong>del</strong>l’Accordo quadro (2004-2008), le attività<br />

<strong>del</strong> Consorzio sul territorio hanno consentito di conseguire quasi la stessa<br />

copertura territoriale garantita al termine <strong>del</strong> precedente Accordo quadro<br />

(2000-2004). Al 31 dicembre 2008, infatti, i Comuni coperti e gli abitanti serviti<br />

da Convenzione rappresentavano entrambi il 97% <strong>del</strong>la copertura territoriale <strong>del</strong><br />

dicembre 2004.<br />

È opportuno osservare come l’aspetto migliorativo <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong> nuovo Accordo<br />

quadro è rappresentato da un incremento quali-quantitativo <strong>del</strong> materiale gestito e<br />

valorizzato dal Consorzio, unitamente ad un radicamento e consolidamento <strong>del</strong><br />

proprio ruolo quale partner <strong>del</strong>le politiche e dei programmi di gestione dei servizi di<br />

raccolta differenziata e recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio.<br />

Può essere interessante osservare, nelle Figure 1 e 2, le capacità di raccolta dei<br />

diversi ambiti regionali in considerazione <strong>del</strong>la diretta copertura territoriale,<br />

tramite Convenzioni di Comuni e abitanti.<br />

162


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

FIGURA 1: Copertura territoriale (comuni attivi) (%)<br />

< 25<br />

25 - 45<br />

45 - 65<br />

65 - 85<br />

85 - <strong>10</strong>0<br />

percentuale abitanti serviti<br />

Fonte: CIAL<br />

FIGURA 2: Copertura territoriale (abitanti serviti e tipologia di raccolta)<br />

< <strong>10</strong>.000<br />

<strong>10</strong>.000 - <strong>10</strong>0.000<br />

<strong>10</strong>0.000 - 400.000<br />

400.000 - 700.000<br />

> 700.000<br />

mr = modalità di raccolta<br />

multileggero = plastica/metalli<br />

multipesante = plastica/vetro/metalli<br />

vetrometalli = vetro/metalli<br />

mr multileggero<br />

mr multipesante<br />

mr vetrometalli<br />

Fonte: CIAL<br />

163


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Quanto rappresentato graficamente esprime chiaramente una discreta<br />

rispondenza tra la copertura territoriale e le attività di raccolta e<br />

conferimento dei materiali gestiti, con alcune eccezioni, in particolare nelle<br />

Regioni <strong>del</strong> Sud Italia in cui ad un largo coinvolgimento e attivazione di<br />

Comuni e abitanti corrispondono rese di raccolta al di sotto <strong>del</strong>le relative<br />

potenzialità.<br />

È interessante osservare, inoltre, la correlazione tra la tipologia di raccolta<br />

adottata dai Comuni e dagli operatori dei servizi e i relativi risultati in<br />

termini di quantitativi gestiti e conferiti.<br />

È significativa la sempre più ampia diffusione <strong>del</strong> sistema di raccolta<br />

multileggero a cui si possono riconoscere prestazioni di rilievo, soprattutto<br />

in contesti territoriali efficacemente supportati da realtà impiantistiche in<br />

grado di valorizzare sia qualitativamente, sia quantitativamente, i risultati di<br />

raccolta conseguiti.<br />

Si tratta di una conferma <strong>del</strong>le attività di promozione e sviluppo <strong>del</strong><br />

Consorzio nell’ambito <strong>del</strong> sostegno ai sistemi di raccolta in grado di<br />

consentire elevate rese e prestazioni di recupero e riciclo, massimizzando le<br />

specificità <strong>del</strong> materiale gestito e dei contesti organizzativi, impiantistici e<br />

territoriali di riferimento. Rilevanti risultati di raccolta sono stati infatti<br />

raggiunti anche in realtà regionali in cui sono da sempre presenti sistemi di<br />

raccolta congiunta vetro-metalli o la tipologia di raccolta multipesante.<br />

Quanto presentato nelle Figure 1 e 2 è riportato in dettaglio, in termini di<br />

Comuni attivi, abitanti serviti e Convenzioni sottoscritte, nella Tabella 3<br />

quale espressione dei risultati conseguiti nel 2008 e <strong>del</strong>le specificità <strong>del</strong>le<br />

singole Regioni italiane.<br />

164


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 3: Raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi alluminio e altre forme di trattamento - Copertura<br />

territoriale al 31 dicembre 2008<br />

REGIONE COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI CONVENZIONI<br />

(N.) (%) (N.) (%) (N.)<br />

EMILIA ROMAGNA 201 59 2.968.471 71 8<br />

FRIULI V. GIULIA <strong>10</strong>1 46 647.423 54 3<br />

LIGURIA 61 26 1.099.706 68 4<br />

LOMBARDIA 440 28 4.393.495 46 23<br />

PIEMONTE 743 62 1.960.197 45 11<br />

TRENTINO A. ADIGE 132 39 461.113 47 4<br />

VALLE D’AOSTA 74 <strong>10</strong>0 124.263 <strong>10</strong>0 1<br />

VENETO 454 78 4.093.177 86 22<br />

TOTALE NORD 2.206 49 15.747.845 59 76<br />

LAZIO 178 47 4.002.413 75 21<br />

MARCHE 50 20 308.197 20 2<br />

TOSCANA 255 89 3.484.976 96 14<br />

UMBRIA 45 49 652.170 75 4<br />

TOTALE CENTRO 528 53 8.447.756 74 41<br />

ABRUZZO 92 30 633.046 48 13<br />

MOLISE 16 12 84.848 26 2<br />

BASILICATA 27 21 212.814 36 3<br />

CALABRIA 380 93 1.916.3<strong>10</strong> 96 18<br />

CAMPANIA 435 79 5.068.021 88 92<br />

PUGLIA 116 45 2.444.540 60 23<br />

SARDEGNA 194 51 1.042.180 63 12<br />

SICILIA 311 80 3.950.468 79 23<br />

TOTALE SUD 1.571 61 15.352.227 74 186<br />

TOTALE ITALIA 4.305 53 39.547.828 67 303<br />

Fonte: CIAL<br />

165


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La crescita e gli sviluppi conseguiti a livello di macroaree sono evidenti dal<br />

confronto con la situazione esistente al 31 dicembre 2007, presentata nella<br />

Tabella 4.<br />

TABELLA 4: Situazione territoriale Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008<br />

MACRO AREA<br />

2007 2008 2007 2008 2007 2008<br />

CONVENZIONI COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI<br />

N. N. N. % N. % N. % N. %<br />

NORD 73 76 2.070 46 2.206 49 14.732.055 55 15.747.845 59<br />

CENTRO 33 41 456 45 528 53 7.833.335 69 8.447.756 74<br />

SUD 157 186 1.472 58 1.571 61 13.564.747 65 15.352.227 74<br />

ITALIA 263 303 3.998 49 4.305 53 36.130.137 61 39.547.828 67<br />

Fonte: CIAL<br />

Di seguito presentiamo alcune riflessioni circa le specifiche caratteristiche e le<br />

dinamiche che hanno interessato i diversi ambiti territoriali e che aiutano a<br />

comprendere la flessibilità e orientabilità <strong>del</strong>le azioni di intervento <strong>del</strong> Consorzio<br />

nelle attività di promozione <strong>del</strong> territorio.<br />

Nord Italia<br />

Nel corso <strong>del</strong> 2008 le Regioni <strong>del</strong> Nord Italia sono state caratterizzate da discrete<br />

variazioni, rispetto al precedente anno, in termini di Comuni attivi nei servizi di<br />

raccolta differenziata e relativi abitanti serviti. Nel complesso, si è registrata una<br />

crescita <strong>del</strong> 7% sia per i Comuni sia per gli abitanti coperti da Convenzione.<br />

Le Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto confermano i migliori risultati in<br />

termini di copertura territoriale mantenendo la situazione raggiunta al 2007, ad<br />

eccezione <strong>del</strong> Veneto che ha registrato una crescita <strong>del</strong> 5% sia dei Comuni attivi<br />

sia degli abitanti serviti. La Regione Lombardia ha confermato anche le<br />

prestazioni di raccolta raggiunte il precedente anno esprimendo le migliori rese<br />

in relazione ai Comuni e ai cittadini coinvolti. Il Veneto e il Piemonte hanno, al<br />

contrario, registrato una flessione dei risultati di raccolta e recupero in seguito<br />

ad alcune dinamiche territoriali che hanno caratterizzato la gestione dei servizi e<br />

<strong>del</strong>le relative capacità di controllo e valorizzazione dei flussi di materiale.<br />

In particolare, nella Regione Veneto si sono verificati dei processi di aggregazione<br />

di alcuni soggetti responsabili <strong>del</strong>la gestione dei servizi di raccolta con<br />

conseguente riorganizzazione <strong>del</strong>le competenze territoriali e in particolare la<br />

definizione di nuovi rapporti per la gestione <strong>del</strong>la fase di selezione e<br />

valorizzazione dei flussi di raccolta differenziata. Il riordino dei ruoli, l’adozione<br />

di nuovi mo<strong>del</strong>li di raccolta differenziata (dalla raccolta congiunta vetro-metalli<br />

alla raccolta multileggera), opportunità economico-politiche e decisioni di<br />

cessione <strong>del</strong>eghe, nonché di gestione <strong>del</strong>la selezione dei materiali gestiti, hanno<br />

comportato una contrazione <strong>del</strong>le prestazioni di raccolta.<br />

166


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Ricordiamo, inoltre, che in queste tre Regioni (Lombardia, Veneto e Piemonte)<br />

sono presenti soggetti attivi nella valorizzazione dei rifiuti di imballaggio in<br />

alluminio attraverso le ulteriori opzioni di recupero complementari alla raccolta<br />

differenziata: in particolare da produzione di CdR e da flusso indifferenziato. In<br />

questi termini, è possibile affermare che in alcuni bacini territoriali <strong>del</strong>le Regioni<br />

<strong>del</strong> Nord Italia è stato “chiuso” il ciclo integrato di gestione dei rifiuti di<br />

imballaggio in alluminio, partendo dal servizio di raccolta differenziata,<br />

attraverso il recupero <strong>del</strong>la quota intercettata dal flusso dei rifiuti indifferenziati<br />

fino potenzialmente al recupero <strong>del</strong>l’alluminio ancora presente nelle ceneri<br />

pesanti da impianti di incenerimento.<br />

Nell’ambito di questa macro-area, gli incrementi più rilevanti hanno interessato<br />

l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia con un aumento rispettivamente<br />

<strong>del</strong>l’11% e <strong>del</strong> 15% dei Comuni gestiti tramite Convenzione e <strong>del</strong> 26% e <strong>del</strong><br />

5% in termini di abitanti serviti. La Regione Emilia Romagna ha inoltre registrato<br />

una significativa crescita con il 63% in più dei materiali raccolti e conferiti. È<br />

opportuno evidenziare l’acquisizione di nuovi rapporti con operatori di raccolta<br />

responsabili <strong>del</strong>la gestione di Comuni e servizi complementari rispetto ai servizi<br />

garantiti dai due grandi gruppi di gestione <strong>del</strong> territorio (Hera SpA ed Enia SpA).<br />

In questi termini è stato possibile ampliare i margini di intervento e di azione <strong>del</strong><br />

Consorzio valorizzando le potenzialità di raccolta e dei relativi flussi in una<br />

Regione fortemente orientata all’innovazione e alla promozione <strong>del</strong>le specificità<br />

<strong>del</strong> territorio.<br />

Un importante risultato conseguito nel corso <strong>del</strong> 2008 è rappresentato dalla<br />

sigla di un Accordo di programma tra la Regione Valle d’Aosta e il Consorzio<br />

finalizzato alla promozione <strong>del</strong>la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in<br />

alluminio, attraverso la valorizzazione e l’ottimizzazione <strong>del</strong>le attività di raccolta<br />

e <strong>del</strong>le iniziative esistenti sul territorio regionale. L’Accordo di programma<br />

rappresenta uno strumento che consente alla Regione e a CIAL di migliorare e<br />

potenziare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio, sia<br />

tramite la modalità di raccolta adottata dalle istituzioni locali (raccolta congiunta<br />

vetro-metalli opportunamente valorizzata in impianti di selezione dedicati), sia<br />

attraverso specifiche campagne di raccolta avviate da soggetti diversi da quelli<br />

istituzionali. L’Accordo di programma ha avuto, tra gli altri, l’obiettivo di<br />

formalizzare e riconoscere l’attività di raccolta differenziata dei rifiuti di<br />

imballaggio in alluminio condotta dai Comuni <strong>del</strong>la Regione Valle d’Aosta<br />

(accreditando la relativa copertura territoriale) e di sostenere il progetto Raccolta<br />

Solidale ® avviato dalla sezione AIDO di Aosta in collaborazione con CIAL. In<br />

questi termini, il Consorzio promuove il proprio ruolo di affiancamento e<br />

supporto allo sviluppo e alla massimizzazione dei sistemi di raccolta e recupero<br />

<strong>del</strong>l’alluminio e d’altra parte la Regione Valle d’Aosta valorizza i propri compiti<br />

di coordinamento e sviluppo di attività volte al raggiungimento degli obiettivi di<br />

raccolta differenziata, nonché di istituzione impegnata sul fronte <strong>del</strong>la<br />

responsabilità sociale locali, supportando le organizzazioni di volontariato.<br />

Nelle restanti Regioni <strong>del</strong> Nord Italia si è osservato un mantenimento <strong>del</strong>le<br />

prestazioni di raccolta e di coinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi di<br />

raccolta differenziata.<br />

In generale, la flessione minima che si è registrata in questa macro-area può<br />

essere riportata a quei processi di riorganizzazione <strong>del</strong>le competenze,<br />

riassestamento dei ruoli di gestione e in alcuni casi dei sistemi di raccolta<br />

167


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

differenziata e recupero con successiva ridefinizione <strong>del</strong>la fase di valorizzazione<br />

<strong>del</strong> materiale che caratterizzano un periodo storico di incertezza economica e<br />

legislativa.<br />

Centro Italia<br />

Le Regioni <strong>del</strong> Centro Italia hanno registrato nel complesso buone variazioni in<br />

termini di copertura territoriale, registrando una crescita <strong>del</strong> 16% di Comuni<br />

attivi nella raccolta differenziata e coperti da Convenzione e <strong>del</strong>l’8% dei relativi<br />

abitanti serviti; questi dati evidenziano in particolare l’acquisizione di nuovi<br />

rapporti con Comuni/operatori responsabili <strong>del</strong>la gestione dei sistemi di raccolta<br />

in territori di piccole e medie dimensioni. Interessante la crescita <strong>del</strong> 43%<br />

rispetto al 2007 <strong>del</strong>le quantità raccolte e conferite al Consorzio.<br />

In particolare, la Regione Lazio ha evidenziato la promozione e lo sviluppo <strong>del</strong>le<br />

attività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio presso<br />

medio-piccoli centri urbani presentando un incremento <strong>del</strong> 65% dei Comuni e<br />

<strong>del</strong> 15% degli abitanti. Significativi risultati sono stati conseguiti anche in<br />

relazione alle quantità raccolte e conferite con una crescita <strong>del</strong> 58%. Gli sforzi<br />

avviati nel corso degli ultimi anni nei confronti degli operatori pubblici e privati<br />

coinvolti nella gestione dei servizi di raccolta, l’affiancamento e il supporto in<br />

know-how tecnico e in attività di comunicazione locale, le attività di<br />

collaborazione e coordinamento con gli enti istituzionali responsabili <strong>del</strong>la<br />

definizione <strong>del</strong>le linee di indirizzo per l’ottimizzazione <strong>del</strong>le attività di raccolta e<br />

recupero, hanno rappresentato gli elementi premianti di una strategia <strong>del</strong><br />

Consorzio volta alla valorizzazione <strong>del</strong>le specificità <strong>del</strong> territorio e alla creazione<br />

di relazioni di partnership con i soggetti deputati al suo governo politicooperativo.<br />

È interessante sottolineare l’avvio nella Regione Lazio di un nuovo rapporto di<br />

convenzione volto al recupero <strong>del</strong>l’alluminio dal flusso dei rifiuti indifferenziati<br />

che rappresenta un ulteriore tassello <strong>del</strong> processo di completamento di un<br />

sistema di gestione integrata dei rifiuti di imballaggio in alluminio: dalla raccolta<br />

differenziata al recupero dai flussi RU e dagli impianti di produzione di CdR<br />

(ricordiamo l’Accordo per la valorizzazione <strong>del</strong> materiale recuperato dagli<br />

impianti di produzione di CdR di AMA Roma che ha confermato i risultati<br />

quantitativi conseguiti lo scorso anno).<br />

Le restanti Regioni <strong>del</strong> Centro Italia confermano la copertura territoriale<br />

conseguita nel 2007 (con una lieve crescita <strong>del</strong> 2% degli abitanti serviti in<br />

Toscana e nelle Marche) presentando un rilevante aumento <strong>del</strong>le rese di raccolta<br />

e <strong>del</strong>le capacità di recupero: il 62% in più per le Marche, il 60% di crescita di<br />

raccolta per la Regione Umbria e un incremento <strong>del</strong> <strong>10</strong>% registrato in Toscana.<br />

Si tratta di risultati importanti in una macro-area che nei precedenti anni si<br />

presentava al di sotto <strong>del</strong>le proprie potenzialità di raccolta. La conferma dei<br />

Comuni e degli abitanti coinvolti nei servizi di raccolta differenziata<br />

accompagnata da una crescita dei relativi risultati di resa e di quantità raccolte e<br />

conferite confermano il superamento <strong>del</strong>la fase di start-up dei servizi di raccolta<br />

differenziata in molti Comuni <strong>del</strong> Centro Italia e l’avvio di un processo di crescita<br />

e di ottimizzazione <strong>del</strong>le attività di coinvolgimento dei cittadini e di<br />

valorizzazione <strong>del</strong> materiale gestito.<br />

168


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Sud Italia e Isole<br />

Buoni risultati in termini di copertura territoriale sono stati raggiunti nelle<br />

Regioni <strong>del</strong> Sud Italia che hanno presentato in generale una crescita <strong>del</strong> 7% dei<br />

Comuni coperti da Convenzione e <strong>del</strong> 13% degli abitanti serviti da attività di<br />

raccolta differenziata. Questi dati evidenziano il coinvolgimento di città di<br />

medio-grandi dimensioni, superiori ai 50.000 abitanti, in cui sono stati avviati<br />

sistemi di raccolta differenziata e recupero che hanno trovato formalizzazione<br />

nel rapporto di convenzione e soprattutto nel supporto tecnico-comunicazionale<br />

fornito. In termini globali, le Regioni di questa macro area hanno registrato un<br />

interessante sviluppo dei risultati di raccolta con un incremento <strong>del</strong> 29% rispetto<br />

all’anno precedente. La Sardegna si conferma la Regione con migliori<br />

performance in termini di materiali raccolti e conferiti con una crescita <strong>del</strong> 52%<br />

<strong>del</strong>la raccolta avviata e consolidata nell’11% in più dei Comuni e coinvolgendo<br />

il 16% in più dei cittadini rispetto al 2007.<br />

Questi risultati confermano l’efficacia degli indirizzi istituzionali di pianificazione<br />

e sviluppo dei servizi di raccolta differenziata, la responsabilità <strong>del</strong>le<br />

amministrazioni locali nel seguire le indicazioni di governo, l’adeguatezza<br />

impiantistica e la relativa capacità di valorizzazione dei risultati di raccolta. Questi<br />

elementi sono stati sostenuti e amplificati dalle attività <strong>del</strong> Consorzio e dalle<br />

proprie iniziative di collaborazione e affiancamento a tutti i soggetti coinvolti nei<br />

sistemi di raccolta e recupero e di riconoscimento dei risultati conseguiti.<br />

Tra le Regioni <strong>del</strong> Sud Italia è opportuno sottolineare gli interessanti<br />

miglioramenti conseguiti dalla Campania con una crescita <strong>del</strong> 45% <strong>del</strong>le attività<br />

di raccolta e dei materiali gestiti e conferiti. In termini di copertura territoriale si<br />

registra un aumento <strong>del</strong> 6% dei Comuni attivi nei servizi di raccolta differenziata<br />

e <strong>del</strong> 13% degli abitanti serviti. Si tratta di risultati importanti in considerazione<br />

<strong>del</strong>lo stato di emergenza e <strong>del</strong>le difficoltà di organizzazione e ripristino di<br />

condizioni di efficiente gestione dei servizi e riassetto <strong>del</strong>le competenze<br />

territoriali. Per quanto riguarda le altre Regioni di questa macro-area si osservano<br />

situazioni di mantenimento <strong>del</strong>le prestazioni di raccolta e <strong>del</strong>l’attivazione e<br />

coinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi di raccolta differenziata dei rifiuti<br />

di imballaggio in alluminio.<br />

In termini di “dimensione” <strong>del</strong>la copertura territoriale e di classi di abitanti<br />

serviti, i risultati conseguiti nel 2008 sono riportati nella Tabella 5.<br />

TABELLA 5:<br />

Distribuzione dei Comuni attivi<br />

CLASSE ABITANTI BASE ISTAT COMUNI ATTIVI % COMUNI ATTIVI<br />

meno di 5 mila 5.756 2.870 49,9<br />

da 5 – 20 mila 1.847 1.093 59,2<br />

da 20 – <strong>10</strong>0 mila 454 303 66,7<br />

da <strong>10</strong>0 – 500 mila 37 34 91,9<br />

oltre 500 mila 6 5 83,3<br />

TOTALE 8.<strong>10</strong>0 4.305 53,1<br />

Fonte: CIAL<br />

169


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 6:<br />

Distribuzione degli abitanti serviti nei Comuni attivi<br />

CLASSE ABITANTI BASE ISTAT ABITANTI SERVITI % ABITANTI SERVITI<br />

meno di 5 mila <strong>10</strong>.440.905 5.322.089 51,0<br />

da 5 – 20 mila 17.402.009 <strong>10</strong>.361.934 59,5<br />

da 20 – <strong>10</strong>0 mila 17.432.446 11.653.699 66,9<br />

da <strong>10</strong>0 – 500 mila 6.5<strong>10</strong>.216 6.088.447 93,5<br />

oltre 500 mila 7.021.221 6.121.659 87,2<br />

TOTALE 58.806.797 39.547.828 67,3<br />

Fonte: CIAL<br />

Rispetto al 2007, è opportuno segnalare l’avvio <strong>del</strong> rapporto di convenzione con<br />

due grossi centri urbani (con una dimensione tra i <strong>10</strong>0 mila e i 500 mila abitanti)<br />

quali Catania e Bologna. Per quanto riguarda la città siciliana, si tratta <strong>del</strong>la<br />

formalizzazione di un sistema di raccolta da tempo consolidato ma che ha<br />

finalmente trovato riscontro nella definizione dei rapporti e <strong>del</strong>le reciproche<br />

competenze tra i soggetti coinvolti nella gestione e valorizzazione dei flussi di<br />

materiale.<br />

Come anticipato, in Emilia Romagna sono state attivate <strong>del</strong>le relazioni<br />

convenzionali e di collaborazione con operatori privati responsabili <strong>del</strong>la gestione<br />

dei sistemi di raccolta integrativi dei servizi garantiti e svolti dal gruppo<br />

territoriale di riferimento. Queste relazioni hanno consentito il riconoscimento<br />

territoriale <strong>del</strong>la città di Bologna per il flusso di competenza degli operatori<br />

interessati, garantendo la promozione <strong>del</strong> territorio, la valorizzazione <strong>del</strong>le<br />

attività di raccolta e l’avvio a riciclo e il recupero <strong>del</strong>la relativa quota di materiale.<br />

Nel corso <strong>del</strong> 2008 la variazione più rilevante in termini dimensionali ha<br />

interessato i Comuni tra i 20 mila e i <strong>10</strong>0 mila abitanti con una crescita <strong>del</strong> 14%.<br />

In particolare, si tratta di Comuni <strong>del</strong>le Regioni <strong>del</strong> Sud Italia in cui situazioni<br />

emergenziali e quindi in alcuni casi di stimolo all’attivazione di sistemi di raccolta<br />

differenziata (anche su indicazioni prescrittive degli organi di governo <strong>del</strong>la<br />

situazione di emergenza) hanno comportato l’avvio dei rapporti di convenzione<br />

e collaborazione con il Consorzio.<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>le grandi città metropolitane, ricordiamo l’assenza <strong>del</strong>la città di<br />

Torino le cui attività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio<br />

e i particolari rapporti di valorizzazione non ne consentono il riconoscimento<br />

ufficiale.<br />

170


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

MODALITÀ<br />

OPERATIVE<br />

Anche per il 2008, risulta confermata la prevalenza a livello nazionale <strong>del</strong>la<br />

modalità multimateriale di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in<br />

alluminio: sia nella tipologia “multimateriale leggera” sia nella “multimateriale<br />

pesante”. Nel caso degli imballaggi in alluminio infatti la raccolta monomateriale<br />

non risulterebbe economicamente e quantitativamente conveniente in<br />

considerazione <strong>del</strong>la modesta quantità di rifiuti captabili e <strong>del</strong> loro basso peso<br />

specifico. La distribuzione sul territorio <strong>del</strong>le diverse modalità di raccolta<br />

multimateriale è influenzata dalla capacità impiantistica di valorizzazione <strong>del</strong><br />

materiale oltre che da scelte economico-gestionali e di efficienza <strong>del</strong> sistema di<br />

raccolta adottato.<br />

A titolo informativo le diverse tipologie di raccolta differenziata hanno la<br />

seguente distribuzione sul territorio nazionale:<br />

• “multimateriale pesante” (imballaggi alluminio, acciaio, vetro, plastica)<br />

largamente diffusa in Toscana, Emilia Romagna, Veneto e in parte <strong>del</strong> Lazio;<br />

• “lattine alluminio e vetro” attuata in Liguria, nelle Marche e parte <strong>del</strong>la<br />

Lombardia;<br />

• “metallo: alluminio e acciaio” in parte <strong>del</strong>l’Emilia Romagna e <strong>del</strong>la Sardegna,<br />

Trentino Alto Adige;<br />

• “multimateriale leggera” (imballaggi in alluminio, acciaio e plastica) attuata in<br />

parte <strong>del</strong>la Lombardia, Piemonte, Friuli, Veneto, Puglia, Calabria e Campania,<br />

ma in fase di rapida espansione.<br />

CIAL alimenta, attraverso il processo di convenzionamento e <strong>del</strong>le relative<br />

informazioni di analisi <strong>del</strong> territorio, il proprio “Data Base Convenzioni” per un<br />

costante aggiornamento <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong>le modalità di raccolta e <strong>del</strong>le<br />

tipologie di attrezzature utilizzate. Al dicembre 2008 risultano monitorate le<br />

tipologie di raccolta riferite ad oltre 36 milioni di abitanti serviti; nel Grafico 1 si<br />

riportano i risultati <strong>del</strong>l’elaborazione in relazione agli abitanti serviti.<br />

GRAFICO 1: Tipologia di raccolta per abitanti - 2008<br />

multipesante 39%<br />

vetro + metalli 17%<br />

mono metalli 11%<br />

Base dati: 36 mln abitanti<br />

multileggero 33%<br />

Fonte: CIAL<br />

multileggero = plastica + metalli<br />

multipesante = vetro + plastica + metalli<br />

171


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Come anticipato, si riconferma anche per il 2008 la prevalenza <strong>del</strong>le modalità<br />

multimateriale pesante che interessa il 39% degli abitanti serviti (in calo <strong>del</strong> 3%<br />

rispetto al 2007) e <strong>del</strong>la modalità multimateriale leggera con il 33% <strong>del</strong>la<br />

popolazione servita.<br />

Per quanto riguarda il sistema di raccolta, attraverso il Data Base CIAL, sono state<br />

monitorate anche le attrezzature utilizzate, consentendo di distinguere tra<br />

sistema stradale, domiciliare o misto.<br />

L’elaborazione dei dati è riportata nel Grafico 2.<br />

GRAFICO 2: Modalità di raccolta per gestore - 2008<br />

stradale 38%<br />

mista 34%<br />

domiciliare 28%<br />

Base dati: 279 gestori<br />

Fonte: CIAL<br />

stradale = cassonetto & campana<br />

domiciliare = bidoncino & sacco<br />

mista = mix stradale e domiciliare<br />

Si può evidenziare un incremento <strong>del</strong> 4% <strong>del</strong>la modalità di raccolta domiciliare<br />

rispetto al 2007 (dal 24% al 28%) con un conseguente calo <strong>del</strong>la raccolta<br />

stradale e mista. D’altra parte, la sempre più ampia diffusione <strong>del</strong>la raccolta<br />

multileggero ha indotto molti operatori a sviluppare sistemi di raccolta porta a<br />

porta/domiciliare confinando la modalità di raccolta con campane stradali ai soli<br />

rifiuti di imballaggio in vetro. Inoltre, i primi processi di avvio <strong>del</strong>le raccolte<br />

multileggero con modalità domiciliare, che si sono osservati negli ultimi anni con<br />

passaggi progressivi di estensione e coinvolgimento degli interi territori<br />

comunali, hanno trovato completa definizione e sviluppo nel corso di questo<br />

anno confermando i dati registrati dal Consorzio.<br />

172


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PIATTAFORME DI<br />

TRATTAMENTO E<br />

CONFERIMENTO<br />

La stipula <strong>del</strong>la Convenzione prevede l’indicazione, da parte <strong>del</strong> convenzionato,<br />

di almeno una piattaforma, dotata <strong>del</strong>le opportune autorizzazioni, dove i rifiuti<br />

di imballaggio in alluminio vengono trattati e successivamente resi disponibili per<br />

il ritiro da parte di CIAL.<br />

Molte <strong>del</strong>le piattaforme da cui CIAL riceve i materiali sono dotate di<br />

apparecchiature idonee alla separazione <strong>del</strong>l'alluminio (separatori ECS) dagli altri<br />

rifiuti; queste piattaforme sono sostanzialmente riconducibili a due categorie:<br />

• impianti multimateriale o sacco secco, orientati all’ottenimento di flussi<br />

monomateriali da avviare a riciclo (alluminio, plastica, carta, vetro);<br />

• impianti trattamento vetro raccolto con altri materiali (plastica, metalli).<br />

Alle Convenzioni in corso di validità nel 2008 risultano associate 161<br />

piattaforme, <strong>del</strong>le quali il 56% ha contribuito alla gestione dei quantitativi<br />

consortili attraverso conferimenti di rifiuti di imballaggi in alluminio.<br />

CIAL, anche nell’ottica <strong>del</strong> proprio sistema di gestione ambientale, effettua un<br />

monitoraggio <strong>del</strong>le dotazioni impiantistiche <strong>del</strong>le piattaforme di trattamento e<br />

conferimento, come sintetizzato nel Grafico 3:<br />

GRAFICO 3: Caratteristiche <strong>del</strong>le piattaforme CIAL<br />

TIPO CERNITA<br />

CON SEPARATORE ECS<br />

IMPRESE CERTIFICATE<br />

8%<br />

26%<br />

25%<br />

49%<br />

54% 46%<br />

46%<br />

28%<br />

15%<br />

automatico 25%<br />

semiautomatico 49%<br />

manuale 26%<br />

Fonte: CIAL<br />

SI 54%<br />

NO 46%<br />

2% 1%<br />

ambiente & sicurezza & qualità 2%<br />

ambiente & qualità 28%<br />

sicurezza & qualità 1%<br />

ambiente 8%<br />

qualità 15%<br />

nessuna 46%<br />

Le piattaforme dotate di ECS individuate sono 86, con incremento <strong>del</strong>l’8%<br />

rispetto all’anno 2007.<br />

173


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Nella Figura 3 si evidenziano la distribuzione regionale e la collocazione<br />

territoriale <strong>del</strong>le piattaforme dotate di selettore automatico <strong>del</strong>l’alluminio.<br />

FIGURA 3: Piattaforme dotate di separatore ECS – 2008<br />

Regione<br />

Piemonte 5<br />

Valle d'Aosta -<br />

Lombardia 12<br />

Trentino A. Adige 1<br />

Veneto <strong>10</strong><br />

Friuli V. Giulia 3<br />

Liguria 4<br />

Emilia Romagna 4<br />

TOTALE NORD 39<br />

Toscana 4<br />

Umbria 2<br />

Marche -<br />

Lazio 5<br />

TOTALE CENTRO 11<br />

Abruzzo 1<br />

Molise -<br />

Campania 12<br />

Puglia 8<br />

Basilicata -<br />

Calabria 4<br />

Sardegna 2<br />

Sicilia 9<br />

TOTALE SUD 36<br />

TOTALE ITALIA 86<br />

Fonte: CIAL<br />

174


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

RICICLO<br />

CIAL determina la quota di riciclo degli imballaggi in alluminio post-consumo<br />

sulla base <strong>del</strong>le quantità dichiarate dalle fonderie italiane di alluminio<br />

secondario.<br />

Le quantità dichiarate includono quelle conferite da CIAL, provenienti dalla<br />

raccolta differenziata e dalle altre forme di recupero, eventualmente<br />

selezionate.<br />

TABELLA 7:<br />

Evoluzione <strong>del</strong> tasso di riciclo (ton)<br />

2006 2007 2008<br />

Immesso sul mercato 71.500 71.900 66.400<br />

RICICLO 35.<strong>10</strong>0 38.600 38.500<br />

Risultato 49,1% 53,7% 58,0%<br />

Fonte: CIAL<br />

Fonderie di Alluminio<br />

Le fonderie che attualmente comunicano i dati al Consorzio sono 25, tra queste,<br />

22 dichiarano il riciclo di imballaggi in alluminio.<br />

Nella Figura 4 si riportano i nominativi <strong>del</strong>le società che hanno dichiarato<br />

quantità di imballaggi riciclate e la loro distribuzione regionale.<br />

175


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

FIGURA 4:<br />

Fonderie sistema CIAL<br />

Regione FONDERIA (con riciclo imballaggi )<br />

PIEMONTE Raffineria Metalli Cusiana<br />

Sacal<br />

LOMBARDIA Deral<br />

Fonderie Riva<br />

Premoli Luigi e Figli<br />

Raffinerie Metalli Capra<br />

Raffmetal<br />

Varec di Vareschi G.<br />

Vedani Carlo Metalli<br />

VENETO Fover Casting<br />

SAV spa<br />

SIRA<br />

Stocco & Tognon Fonderie<br />

EMILIA ROMAGNA F.lli Madrigali<br />

ICMet Metalli<br />

MARCHE OCMA<br />

ABRUZZO Metalferro<br />

MOLISE<br />

RER<br />

CAMPANIA Almet<br />

Metallurgica Campana<br />

(25) Fonderie<br />

Fonte: CIAL<br />

La capacità produttiva globale annua di alluminio secondario è superiore a<br />

800.000 tonnellate. Il fatturato relativo all’anno 2007 <strong>del</strong>la totalità <strong>del</strong>le<br />

imprese indicate è stimato in quasi 2 miliardi di euro e l’occupazione<br />

complessiva si attesta su 1.200 dipendenti.<br />

CIAL ha aggiornato al 2008 le informazioni relative alle<br />

certificazioni/registrazioni dei sistemi di gestione <strong>del</strong>le fonderie italiane sia<br />

per qualità [serie ISO 9000] che ambiente [ISO 14001] ovvero per la<br />

registrazione Emas. Nel Grafico 4 sono esposti i risultati relativi alle 25<br />

fonderie che confermano un interesse ad integrare la gestione degli aspetti<br />

e gli impatti nella gestione <strong>del</strong>le attività produttive ed economiche.<br />

176


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 4:<br />

Fonderie certificate<br />

emas + ambiente + qualità 4%<br />

nessuna 28%<br />

ambiente + qualità 40%<br />

qualità 24%<br />

ambiente 4%<br />

Fonte: CIAL<br />

Attraverso le dichiarazioni <strong>del</strong>l’attività sviluppata dalle fonderie, CIAL può<br />

affermare che in Italia è stata riciclata nell'anno 2008 una quantità di imballaggi<br />

in alluminio pari a 38.500 tonnellate, con una sostanziale stabilità rispetto<br />

all’anno precedente.<br />

Le fonderie elencate inviano a CIAL, individualmente, entro la fine <strong>del</strong> mese di<br />

febbraio di ogni anno, la scheda di autodichiarazione <strong>del</strong>l’attività riferita all’anno<br />

precedente.<br />

I dati sono resi disponibili da CIAL solo in forma aggregata, in relazione alla loro<br />

sensibilità.<br />

Il settore <strong>del</strong>l'alluminio riciclato in Italia rappresenta un comparto importante nel<br />

panorama europeo dal punto di vista economico, occupazionale e strategico;<br />

l’Italia e la Germania sono in termini produttivi primi in Europa e terzi a livello<br />

mondiale, dopo Stati Uniti e Giappone.<br />

Nel Grafico 5 si registrano i trend produttivi di alluminio riciclato di Italia, Germania,<br />

Francia e Regno Unito, resi noti dai Refiners (raffinatori) stimati per il 2008.<br />

177


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 5: <strong>Produzione</strong> alluminio riciclato in Italia, Germania, Regno Unito e Francia (000/ton)<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

<strong>10</strong>0<br />

0<br />

2005 2006 2007 2008<br />

Italia<br />

Germania<br />

UK<br />

Francia<br />

Fonte: ASSIRAL (Associazione Italiana Raffinatori Alluminio)<br />

A titolo informativo a tali quantità sono da aggregare le quantità riciclate dei<br />

Remelters (rifusori).<br />

Rottami riciclati e determinazione <strong>del</strong>la quota di riciclo dei rifiuti di<br />

imballaggio<br />

Attraverso l’implementazione di un data base dedicato, ove vengono registrati i<br />

dati raccolti attraverso le autodichiarazioni <strong>del</strong>le fonderie italiane, CIAL dispone<br />

di serie di dati relativi alle quantità, alle tipologie ed alla provenienza dei rottami<br />

riciclati.<br />

I dati seguenti sono riportati in forma aggregata, a garanzia e tutela <strong>del</strong>la<br />

riservatezza <strong>del</strong>le fonderie di secondario italiane.<br />

Le quantità complessive di rottami di alluminio riciclati nel corso <strong>del</strong> 2008 sono<br />

state pari a 949 mila tonnellate, quantità incrementate <strong>del</strong> 5% rispetto a quelle<br />

dichiarate nel 2007.<br />

Le quantità complessive riportate sono state valutate:<br />

• in relazione alla loro origine, considerando sia le quantità provenienti dal<br />

territorio nazionale sia quelle d’importazione;<br />

• in relazione alla loro tipologie preconsumo (scarti <strong>del</strong> sistema produttivo)<br />

ovvero postconsumo (imballaggi, materiali da demolizione, auto, RAEE etc);<br />

e rappresentate nei Grafici 6, 7 e 8.<br />

178


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 6: Provenienza rottami trattati 2006-2008<br />

<strong>10</strong>00<br />

900<br />

800<br />

885 902<br />

949<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

<strong>10</strong>0<br />

48%<br />

52%<br />

45% 44%<br />

55% 56%<br />

0<br />

2006 2007 2008<br />

Nazionale<br />

Importazione<br />

Fonte: CIAL<br />

Per quanto riguarda la provenienza dei rottami trattati i dati evidenziano come<br />

nel 2008 la quota di provenienza nazionale si sia ampliata rispetto all’anno<br />

precedente, mentre la quota di importazione risulta stabile. Il livello dei prezzi<br />

che si è mantenuto nel 2008 alto e stabile nei primi due quadrimestri, ha<br />

stimolato le imprese <strong>del</strong> settore a massimizzare la produzione sia in termini<br />

quantitativi che qualitativi, nell’ultimo quadrimestre la rapida discesa dei prezzi<br />

ha contratto progressivamente il mercato.<br />

Per quanto riguarda l’origine dei rottami trattati si nota:<br />

• una sostanziale stabilità <strong>del</strong> postconsumo in termini assoluti cui corrisponde<br />

una diminuzione percentuale per effetto <strong>del</strong>l’incremento <strong>del</strong>le quantità<br />

complessive trattate;<br />

• una crescita <strong>del</strong> pre-consumo.<br />

179


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 7: Origine rottami trattati 2006-2008<br />

<strong>10</strong>00<br />

900<br />

800<br />

885 902<br />

949<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

<strong>10</strong>0<br />

46%<br />

54%<br />

48% 51%<br />

52% 49%<br />

0<br />

post-consumo<br />

2006 2007 2008<br />

pre-consumo<br />

Fonte: CIAL<br />

Nel Grafico 8 viene rappresentata la suddivisione per tipologia di rottame <strong>del</strong><br />

materiale riciclato nel corso <strong>del</strong> 2008, secondo le famiglie di rottame identificate<br />

dalle normative europee e nazionali.<br />

GRAFICO 8: Tipologie rottami trattati - 2008<br />

imballaggi 3%<br />

altro 23%<br />

carter/lastra mista 27%<br />

granella colaticci 7%<br />

vasellame 2%<br />

frantumato 16%<br />

torniture 22%<br />

Fonte: CIAL<br />

180


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Considerando che gli obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio in alluminio sono<br />

riferiti unicamente ai rifiuti di imballaggio generati in territorio nazionale si è<br />

provveduto, come di consueto, a monitorare le quantità e le tipologie <strong>del</strong><br />

rottame avente tale provenienza con particolare attenzione sia alla tipologia<br />

costituita totalmente da imballaggio post-consumo, e dichiarata come tale, sia<br />

alle tipologie di rottame misto contenenti anche rifiuti di imballaggio postconsumo.<br />

I risultati di tale analisi relativamente ai materiali trattati nell’anno 2008 vengono<br />

esposti nel Grafico 9.<br />

GRAFICO 9: Imballaggio riciclato contenuto nella tipologia di rottame di provenienza nazionale (ton)<br />

altro<br />

granella colaticci<br />

frantumato<br />

torniture<br />

vasellame<br />

carter/lastra mista<br />

imballaggi<br />

0 20.000 40.000 60.000 80.000 <strong>10</strong>0.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000<br />

q.tà totale 513.000 tonnellate<br />

Fonte: CIAL<br />

imballaggio<br />

non imballaggio<br />

L’analisi ci permette di affermare che le quantità di imballaggi in alluminio<br />

post-consumo avviate a riciclo nel corso <strong>del</strong> 2008 ammontano a 38.500<br />

tonnellate.<br />

Detta quantità di imballaggi in alluminio post-consumo è data dalla somma dei<br />

quantitativi dichiarati dalle fonderie; dall’analisi dei dati risulta che l’imballaggio,<br />

oltre alla sua specifica tipologia, è presente in altre tipologie di rottame<br />

post-consumo, ovvero carter/lastra mista – vasellame – frantumato.<br />

181


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il Grafico <strong>10</strong> riporta la ripartizione <strong>del</strong>le quantità di rifiuti di imballaggio in<br />

alluminio riciclati, in relazione alle diverse tipologie di rottame riciclato.<br />

GRAFICO <strong>10</strong>: Ripartizione <strong>del</strong>l'imballaggio riciclato per tipologia di rottame - 2008<br />

vasellame 4%<br />

carter / lastra mista 30%<br />

frantumato 2%<br />

imballaggi 64%<br />

Fonte: CIAL<br />

Applicazioni <strong>del</strong>l’Alluminio Riciclato<br />

Il mercato di riferimento <strong>del</strong>l’alluminio riciclato è principalmente quello europeo,<br />

con impieghi in diversi settori, in particolare per la produzione di beni durevoli.<br />

A titolo informativo indichiamo di seguito i settori applicativi <strong>del</strong>l’alluminio<br />

riciclato a livello italiano, tedesco, francese e <strong>del</strong> Regno Unito.<br />

182


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 8: Utilizzo finale <strong>del</strong>l’alluminio riciclato (%)<br />

UTILIZZO FINALE DELL’ALLUMINIO RICICLATO<br />

TRASPORTI MECCANICA EDILIZIA<br />

ELETTROMECCANICA E DOMESTICO<br />

Italia 55 19 26<br />

Germania 86 <strong>10</strong> 4<br />

Francia 86 5 6<br />

Regno Unito 85 11 4<br />

Fonte: Assiral 2005<br />

GRAFICO 11:<br />

Applicazioni <strong>del</strong>l’alluminio riciclato in Europa<br />

industria 13%<br />

edilizia 6%<br />

altro 7%<br />

trasporti 74%<br />

Fonte: EAA (European Aluminium Association)<br />

183


ALLUMINIO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

OBIETTIVI FUTURI<br />

CIAL per il <strong>2009</strong> intende consolidare ulteriormente la presenza e le attività sul<br />

territorio in virtù sia <strong>del</strong> raggiungimento degli obiettivi fissati al dicembre 2008<br />

dalla Direttiva 2004/12 <strong>del</strong>l’Unione Europea così come recepiti attraverso il<br />

D.Lgs. 152/06, sia <strong>del</strong> ruolo strategico <strong>del</strong> riciclo per l’intera filiera.<br />

A questo scopo verranno predisposti gli strumenti necessari per sostenere lo<br />

sviluppo ulteriore <strong>del</strong>la raccolta differenziata tramite le Convenzioni sottoscritte<br />

sulla base <strong>del</strong> nuovo Accordo quadro, soprattutto nelle aree critiche ovvero<br />

attualmente non servite.<br />

In parallelo tali Convenzioni garantiranno nelle aree più mature un<br />

consolidamento <strong>del</strong>le performance <strong>del</strong>le raccolte differenziate.<br />

Gli obiettivi globali di recupero e riciclo vengono riportati nella Tabella 9.<br />

TABELLA 9:<br />

Obiettivi di recupero e riciclo<br />

OBIETTIVI 2008 <strong>2009</strong> 20<strong>10</strong><br />

(ton) % (ton) % (ton) %<br />

Immesso sul mercato 66.400 <strong>10</strong>0% 73.500 <strong>10</strong>0% 73.800 <strong>10</strong>0%<br />

<strong>Recupero</strong> totale 42.200 63,6% 46.<strong>10</strong>0 62,7% 46.900 63,6%<br />

di cui:<br />

Riciclo 38.500 58,0% 41.<strong>10</strong>0 55,9% 41.900 56,8%<br />

<strong>Recupero</strong> Energetico 3.700 5,6% 5.000 6,8% 5.000 6,8%<br />

Fonte: CIAL<br />

184


LEGNO


LEGNO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

La normativa di settore non ha ancora definito obiettivi di riciclo e recupero post<br />

2008. Eppure il lavoro <strong>del</strong> Consorzio Rilegno non può non tenere conto <strong>del</strong>le<br />

direttive nazionali e comunitarie.<br />

Il Consorzio è nato a seguito <strong>del</strong>le indicazioni <strong>del</strong> Decreto Ronchi (D.Lgs.22/97)<br />

che recepì le direttive comunitarie in merito alla gestione dei rifiuti provenienti<br />

da imballaggi di legno, e oggi fa riferimento alla normativa in vigore, che ha<br />

definito nel 35% l’obiettivo di riciclo dei rifiuti di imballaggio di legno sul totale<br />

<strong>del</strong>l’immesso al consumo sul territorio nazionale nell’anno.<br />

Il recupero <strong>del</strong> legno grazie al lavoro consortile ha mantenuto nel corso degli<br />

anni livelli assai elevati riferiti al riciclo <strong>del</strong> rifiuto proveniente da imballaggi.<br />

L’imballaggio di legno, impiegato dagli utilizzatori industriali e commerciali, e<br />

rivolto in maniera predominante al trasporto e alla movimentazione dei beni e<br />

<strong>del</strong>le merci rispetto al più ridimensionato destino al consumatore finale, sta<br />

vivendo nel periodo attuale in pieno gli effetti negativi causati dalla crisi<br />

economica <strong>del</strong>la produzione che a vario titolo a partire dallo scorso anno ha<br />

coinvolto il sistema nazionale ed europeo, con inevitabili ripercussioni anche<br />

sulla parte conclusiva <strong>del</strong>la filiera legnosa, quella <strong>del</strong>l’avvio al riciclo e<br />

trasformazione in materia prima seconda.<br />

Gli obiettivi di riciclo 2008 (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunque<br />

ampiamente quelli individuati dal Legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IV<br />

<strong>del</strong> D.Lgs.152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamente<br />

attuata dal Consorzio sul territorio nazionale, garantendo a riciclo quasi 920.000<br />

tonnellate di imballaggi post-consumo, con un calo assoluto di circa 40.000<br />

tonnellate rispetto all’anno precedente. Complessivamente la quota di riciclo e<br />

recupero <strong>del</strong>la nostra filiera si attesta quasi al 56%, confermando i buoni risultati<br />

conseguiti negli anni dal settore legno.<br />

Benché non vi siano nuove indicazioni, anche per la nostra filiera sono stati<br />

comunque individuati e indicati degli obiettivi di riferimento per il futuro, da cui<br />

discendono adeguate attività e iniziative territoriali, che il Consorzio intende<br />

seguire per confermare, quanto più possibile, i risultati quali-quantitativi sinora<br />

conseguiti dalla filiera gestita da Rilegno.<br />

Confidiamo che anche per i prossimi anni il lavoro di tutti i consorziati e di<br />

Rilegno porterà a buoni risultati, mantenendo e superando le percentuali di<br />

recupero, nel rispetto <strong>del</strong>la responsabilità condivisa, prima e fondamentale<br />

indicazione alla base <strong>del</strong>l’impegno consortile.<br />

MARCO GASPERONI<br />

Direttore Consorzio Rilegno<br />

187


LEGNO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL CONSORZIO<br />

RILEGNO<br />

RILEGNO è il Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo dei rifiuti<br />

di imballaggio di legno (pallet, cassette per l’ortofrutta, imballaggi industriali) e,<br />

come tale, aderisce a CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi.<br />

Il Consorzio ha il compito di raggiungere gli obiettivi fissati per legge per il<br />

recupero complessivo degli imballaggi legnosi. Inoltre, grazie agli accordi stretti<br />

con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), RILEGNO coordina anche la<br />

raccolta di altri rifiuti in legno provenienti dal circuito cittadino (porte, infissi,<br />

mobili…).<br />

Con oltre 2.200 consorziati, tra produttori di imballaggi di legno, importatori di<br />

materiale legnoso, imprese che riciclano il legno, RILEGNO “salva” il legno e lo<br />

avvia al riciclo, impedendo che ogni anno oltre 1.600.000 tonnellate di rifiuti di<br />

legno finiscano in discarica: è così che il legno si trasforma da rifiuto in risorsa.<br />

Le aziende che utilizzano imballaggi in legno, i Comuni e le imprese che<br />

raccolgono rifiuti ingombranti di legno conferiscono i rifiuti presso le<br />

piattaforme, che a loro volta garantiscono l’avvio al riciclo grazie al<br />

coordinamento di RILEGNO.<br />

I rifiuti, ridotti di volume, vengono trasportati alle industrie <strong>del</strong> riciclo, dove il<br />

legno, pulito e ridotto in piccole schegge, diventa rinnovata materia prima per il<br />

circuito produttivo industriale (base per semilavorati <strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong> mobile,<br />

pasta cellulosica per cartiere, blocchi di legno - cemento per il settore edile).<br />

Una percentuale <strong>del</strong> legno recuperato viene anche avviato a termovalorizzazione.<br />

LA SITUAZIONE 2008<br />

Da metà 2008, ma ancora prima nel caso specifico <strong>del</strong>la filiera <strong>del</strong> legno, la grave<br />

crisi finanziaria che ha coinvolto l’intero sistema economico ha avuto forti<br />

ripercussioni sull’economia reale, comportando sensibili cali dei consumi<br />

nazionali e rilevante ridimensionamento <strong>del</strong>la produzione industriale. Dopo anni<br />

di continua crescita <strong>del</strong>la gestione diretta consortile, i flussi quantitativi<br />

complessivi evidenziano nel 2008 una contrazione per quelli avviati a riciclo sia<br />

direttamente sia al di fuori <strong>del</strong>l’operatività consortile. Cala dunque il numero di<br />

imballaggi in legno circolante in Italia nel 2008, cala la quantità di rifiuti in legno<br />

avviati al recupero, ma cresce la qualità dei rifiuti raccolti e si mantiene stabile e<br />

capillare la diffusione <strong>del</strong> sistema coordinato da RILEGNO.<br />

Nel 2008 si è registrata una flessione <strong>del</strong> numero di consorziati relativi alle<br />

categorie obbligate, ovvero i produttori di imballaggi di legno, portando la<br />

compagine consortile a 2.242 unità. Anche l’immesso al consumo complessivo,<br />

ovvero il quantitativo di imballaggi utilizzati sul territorio nazionale e rispetto al<br />

quale vengono valutati i risultati in termini percentuali di recupero <strong>del</strong>le filiera,<br />

ha subito un rilevante decremento (-140.000 tonnellate circa, equivalente a una<br />

contrazione di quasi 5 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente),<br />

concentrato nell’ultimo trimestre <strong>del</strong>l’anno.<br />

Gli obiettivi di riciclo (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunque<br />

ampiamente quelli individuati dal legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IV<br />

<strong>del</strong> D. Lgs. 152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamente<br />

attuata dal Consorzio sul territorio nazionale. Il lavoro di RILEGNO ha garantito<br />

l’avvio a riciclo di quasi 920.000 tonnellate di imballaggi post-consumo, con un<br />

calo assoluto di circa 40.000 tonnellate rispetto all’anno precedente.<br />

188


LEGNO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Complessivamente la quota di riciclo e recupero <strong>del</strong>la nostra filiera si attesta<br />

quasi al 56%, confermando i buoni risultati conseguiti negli anni dal settore<br />

legno.<br />

Se si guarda invece alla gestione allargata dei rifiuti a matrice legnosa<br />

riconducibile alle convenzioni consortili, nel 2008 l’avvio a riciclo ha interessato<br />

poco meno di 1.700.000 tonnellate (130.000 tonnellate in meno rispetto<br />

all’anno precedente). Di queste, una componente sempre più consistente è<br />

riferibile alla raccolta differenziata espletata dai gestori <strong>del</strong> servizio di igiene<br />

urbana (28% circa sul totale): al 2008 sono state definite 322 convenzioni<br />

riferibili a oltre 4.600 Comuni Italiani, per una popolazione equivalente di quasi<br />

41.000.000 di abitanti, con un incremento rispetto al 2007 <strong>del</strong> 4% circa.<br />

COMUNI<br />

E RACCOLTA<br />

DIFFERENZIATA<br />

Il 2008 è stato anche l’ultimo anno di applicazione <strong>del</strong> secondo Accordo quadro<br />

ANCI-CONAI, da cui discende l’Allegato tecnico ANCI-RILEGNO, sulla base <strong>del</strong><br />

quale è stato formulato il testo di convenzione che il Consorzio ha proposto e<br />

sottoscritto con i gestori <strong>del</strong> servizio di igiene urbana.<br />

La convenzione ha disciplinato l’erogazione <strong>del</strong> contributo alla raccolta<br />

differenziata dei soli rifiuti di imballaggio domestici, qualora la scelta sia ricaduta<br />

sulla raccolta selettiva, oppure in alternativa si è riferita alla raccolta dei rifiuti di<br />

imballaggio e <strong>del</strong>le frazioni merceologiche similari, qualora si sia inteso dare<br />

seguito alla modalità di raccolta congiunta. Lo scorso mese di dicembre,<br />

rispettando una comune volontà, le parti hanno concluso la trattativa per la<br />

revisione <strong>del</strong>l’Accordo quadro e sottoscritto il nuovo testo per il periodo <strong>2009</strong>-<br />

2013: nei primi mesi <strong>del</strong> <strong>2009</strong> RILEGNO e la <strong>del</strong>egazione ANCI hanno condiviso<br />

il contenuto <strong>del</strong> nuovo Allegato tecnico da cui discende il testo di convenzione<br />

che disciplinerà nei prossimi 5 anni il rapporto di collaborazione con i Comuni<br />

per la raccolta differenziata <strong>del</strong> nostro materiale su superficie pubblica.<br />

Lo sviluppo <strong>del</strong>la raccolta differenziata <strong>del</strong> legno su superficie pubblica si<br />

presenta ancora disomogeneo a livello nazionale. In quasi tutte le Regioni<br />

settentrionali le convenzioni abbracciano quote di Comuni e popolazione<br />

superiore all’80%: nelle Regioni centro-meridionali, dove invece la presenza <strong>del</strong><br />

Consorzio era ancora ridotta, si sono concentrati i maggiori sforzi per superare<br />

il gap che separa le stesse dalle medie nazionali di raccolta differenziata,<br />

registrando un aumento <strong>del</strong>l’interessamento all’avvio e implementazione <strong>del</strong>la<br />

raccolta separata <strong>del</strong>la componente legnosa dei rifiuti.<br />

Estremamente ramificato e degno di particolare menzione risulta il network <strong>del</strong>le<br />

piattaforme consortili per il ritiro dei rifiuti speciali di imballaggio provenenti dal<br />

circuito industriale, costituito da oltre 360 punti di ritiro dislocati in maniera<br />

omogenea sull’intero territorio nazionale.<br />

189


LEGNO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GLI INTERVENTI<br />

DI RILEGNO<br />

RILEGNO interviene economicamente per dare sviluppo, implementare e<br />

sostenere diverse iniziative e attività: la raccolta differenziata <strong>del</strong>la matrice<br />

legnosa dei rifiuti provenienti dal circuito di igiene urbana, la selezione e<br />

riduzione volumetrica garantita dalle piattaforme consortili, il trasporto <strong>del</strong><br />

materiale raccolto anche nelle zone geograficamente disagiate (non<br />

prossime agli stabilimenti di riciclo, purtroppo non dislocati in maniera<br />

omogenea sul territorio nazionale ma concentrati nelle Regioni<br />

settentrionali), il ritrattamento dei pallet usati per un successivo impiego per<br />

la loro funzione originaria, le analisi di laboratorio per la caratterizzazione<br />

chimica dei rifiuti oggetto di convenzione.<br />

Il Consorzio inoltre ha sostenuto e sostiene il maggior onere derivante<br />

dall’incremento <strong>del</strong>l’operato degli ispettori incaricati <strong>del</strong>le verifiche<br />

merceologiche sui rifiuti legnosi consegnati a riciclo, nell’ottica di affinare e<br />

consolidare le procedure adottate per l’identificazione <strong>del</strong>le quota<br />

imballaggi di legno.<br />

In conseguenza di quanto descritto in questo paragrafo, il Consorzio<br />

d’intesa con il CONAI ha reputato necessaria la revisione in aumento <strong>del</strong><br />

valore unitario <strong>del</strong> contributo ambientale sugli imballaggi di legno, rimasto<br />

invariato per il quadriennio 2005/2008 e individuato in 8 euro a tonnellata<br />

a far data da gennaio <strong>2009</strong>, risultando comunque il più contenuto<br />

contributo ambientale applicato in Italia e il più basso nella filiera <strong>del</strong> legno<br />

a livello europeo, soprattutto se riferito ai paesi appartenenti all’UE più<br />

estesi geograficamente, a più alta concentrazione demografica e maggiore<br />

produzione industriale.<br />

190


LEGNO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL RECUPERO<br />

DEL LEGNO<br />

IN ITALIA<br />

Un milione e 680.341 tonnellate di rifiuti legnosi complessivi (imballaggi e altri<br />

rifiuti legnosi) sono state recuperate in gestione diretta dal Consorzio nel 2008,<br />

con una contrazione <strong>del</strong> 7% rispetto al 2007. Di questi, circa il 55% sono rifiuti<br />

di imballaggio (pallet, cassette ortofrutticole, imballaggi industriali), per un totale<br />

di 919.622 tonnellate (-4% rispetto al 2007).<br />

È un calo che corre parallelo a quello degli imballaggi in legno immessi al<br />

consumo sul territorio nazionale nel 2008, che si attesta su 2.720.000 tonnellate<br />

(-5% rispetto al 2007), conseguenza di una battuta d’arresto generale in Italia.<br />

Resta comunque soddisfacente la percentuale di imballaggi in legno avviati al<br />

recupero rispetto al totale <strong>del</strong>l’immesso al consumo, pari al 56% (che<br />

corrisponde a 1.513.637 tonnellate, recuperate complessivamente sia da<br />

RILEGNO sia da soggetti terzi): il dato supera infatti abbondantemente gli<br />

obiettivi previsti dal Testo unico ambientale (fissati al 35%).<br />

Nel dettaglio, il valore complessivo di rifiuti da imballaggio recuperati è dato da<br />

1.148.622 tonnellate avviate al riciclo meccanico a materia prima, 229.000<br />

tonnellate proveniente dalla rigenerazione di pallet riparati, 2.015 tonnellate<br />

avviate al compostaggio e 69.000 avviate al recupero energetico.<br />

Nella Tabella 1 si può evidenziare anche la proiezione <strong>del</strong> recupero <strong>2009</strong>, sulla<br />

base dei dati ad oggi disponibili.<br />

TABELLA 1: Il recupero di imballaggi in legno (ton)<br />

CONSUNTIVO 2008* PROIEZIONE <strong>2009</strong>*<br />

RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE RILEGNO 919.622 795.000<br />

RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE DI TERZI 229.000 180.000<br />

RIGENERAZIONE 294.000 195.000<br />

COMPOSTAGGIO 2.015 6.000<br />

RICICLO TOTALE 1.444.637 1.171.000<br />

% su immesso al consumo 53,11% 54,47%<br />

RECUPERO ENERGETICO 69.000 69.000<br />

TOTALE RECUPERO 1.513.637 1.240.000<br />

% su immesso al consumo 55,65% 57,67%<br />

IMMESSO AL CONSUMO 2.720.000 2.150.000<br />

Fonte: RILEGNO<br />

191


GOMMA


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

Il 2008 verrà ricordato principalmente per la grande crisi economica e finanziaria,<br />

la quale, partita dagli Stati Uniti, si è estesa a tutti i Paesi industrializzati con<br />

effetti diversi da caso a caso, e le cui conseguenze lasceranno il segno per i<br />

prossimi anni.<br />

Prima di essere finanziaria la crisi è stata soprattutto morale. Ciò era sotto gli<br />

occhi di tutti. La bolla è cresciuta soprattutto grazie ad un conformismo politico,<br />

finanziario e culturale che ci ha reso assuefatti ad una certa verità prevalente che<br />

veniva (e forse viene ancora) continuamente amplificata e diffusa in questo<br />

villaggio globale che è il pianeta.<br />

Nella moderna società <strong>del</strong>la comunicazione in cui viviamo, ci capita talvolta di<br />

assistere a palesi distorsioni e contraddizioni, in forza <strong>del</strong>le quali non è più vero<br />

ciò che è vero, ma solo ciò che appare. I fatti sono veri, falsi o presunti, non in<br />

quanto tali, ma in quanto raccontati secondo precisi e codificati canoni di<br />

comunicazione ed in virtù <strong>del</strong>la forza mediatica che li diffonde, <strong>del</strong> peso<br />

economico e politico degli interessi in gioco.<br />

Secondo questa logica, per fare un esempio, ci si è accorti solo a posteriori che<br />

non era vero che le banche stavano investendo per sviluppare l’economia e<br />

tutelare al tempo stesso i risparmiatori. Non era vero che le PMI ed i Consumatori<br />

erano al centro <strong>del</strong>le loro attenzioni, come sancito nelle norme degli statuti e dei<br />

principi etici a cui dichiaravano di ispirarsi.<br />

Da settembre <strong>del</strong>l’anno scorso, abbiamo cominciato a guardare il mondo con<br />

occhi diversi, e abbiamo visto che è più piccolo, più vulnerabile, e che sta<br />

cambiando. Hanno cominciato ad acquistare maggior peso e diritto di<br />

cittadinanza alcune sensibilità che già avevano manifestato i primi segnali negli<br />

anni passati, senza però far presa più di tanto. Ci siamo resi conto che non esiste<br />

un’economia che può crescere indefinitamente. Non esistono risorse naturali<br />

inesauribili e che possono essere sfruttate all’infinito, rendendoci sempre più<br />

ricchi. Ci siamo accorti che è necessario uno modo di vita più sostenibile.<br />

Per quanto riguarda la gomma, secondo il rapporto annuale IRSG (International<br />

Rubber Study Group), a livello mondiale la crisi economica ha contribuito a<br />

comprimerne considerevolmente i consumi che sono scesi a 21,1 milioni di<br />

tonnellate su base annua, meno 9,4% tra aprile 2008 e marzo <strong>2009</strong>. Il livello più<br />

basso dall’aprile 2006. Per quanto riguarda il più importante mercato applicativo<br />

<strong>del</strong>la gomma, cioè gli pneumatici, le prospettive per la produzione di autovetture<br />

e veicoli commerciali sono preoccupanti. Di conseguenza le previsioni per l’intero<br />

<strong>2009</strong> per le vendite di pneumatici di nuovo equipaggiamento, soprattutto nel<br />

segmento auto, sono negative, mentre l’auspicato recupero nel 20<strong>10</strong> si<br />

rifletterebbe, dapprima, sul segmento veicoli commerciali.<br />

In questo contesto diventa difficile condividere la preoccupazione, manifestatasi<br />

in diversi Paesi europei, per una supposta emergenza pneumatici fuori uso, tale<br />

da rendere necessaria la creazione di nuovi e astratti enti a cui affidare il ruolo di<br />

semplice intermediario ambientale, con l’obiettivo di migliorare la circolazione<br />

dei rifiuti, enti dei quali francamente non si vede l’utilità. Altra valenza avrebbe<br />

la questione se si inquadrasse il fenomeno in una più ampia tendenza, da più<br />

parti auspicata, che vede il riaffermarsi di un crescente ruolo <strong>del</strong>lo Stato<br />

nell’economia, anche per quanto riguarda i rifiuti.<br />

193


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Ma allora, secondo una logica coerente, ciò dovrebbe significare anche regole<br />

certe, controlli, sanzioni per chi fa il furbo, e azioni di stimolo sui mercati di<br />

sbocco dei materiali riciclati, con particolare attenzione al ruolo <strong>del</strong>le PMI e tutela<br />

<strong>del</strong> consumatore.<br />

Se invece si tratta di creare intermediari ecologici per gestire un settore che già<br />

funziona di suo, con aggravio per i consumatori e per le imprese che vi operano,<br />

allora è meglio il caro vecchio libero mercato senza mediatori. Erano intermediari<br />

anche quegli enti finanziari che dovendo migliorare la circolazione <strong>del</strong> credito<br />

hanno creato i mutui subprime, senza alcuna vigilanza. Sembravano pubblici ma<br />

erano <strong>10</strong>0% privati.<br />

Il settore riciclaggio pneumatici nonostante la crisi tiene. È un comparto fatto di<br />

PMI, capaci e laboriose, che continuano a sviluppare ed innovare processi<br />

produttivi, applicazioni, sbocchi di mercato, in modo efficiente, competitivo e<br />

sostenibile. Nessun miraggio di facili ricchezze, giochi finanziari, bonus milionari.<br />

È stato un anno di impegno, di lavoro, di responsabilità.<br />

Per questi motivi i PFU non fanno notizia. Se in futuro se ne parlasse troppo ci<br />

sarebbe da chiedersi perché.<br />

ETTORE MUSACCHI<br />

PRESIDENTE CONSORZIO ARGO<br />

194


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

EUROPA E ITALIA:<br />

TRA STABILITÀ<br />

E RECESSO<br />

La situazione europea, in termini di gestione dei rifiuti ed in particolare di<br />

pneumatici usati (in seguito PU), non ha subito variazioni di rilievo rispetto all’anno<br />

2007 confermando però la tendenza positiva che vede una sempre minore<br />

quantità di PFU destinata a discarica. Il totale dei pneumatici fuori uso (PFU) nella<br />

Comunità Europea dei 27 Stati membri è stimato in circa 3.250.000 tonnellate.<br />

Il 2008 è rimasto sostanzialmente indenne dagli effetti <strong>del</strong>la crisi economica che<br />

si sono fatti sentire invece nel <strong>2009</strong> con ripercussioni soprattutto a monte per<br />

quanto attiene la formazione dei flussi di rifiuti.<br />

PNEUMATICI FUORI USO NELL’EUROPA DEI 27 STATI MEMBRI - 2008<br />

TOTALE PFU 27 STATI MEMBRI<br />

Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association<br />

3.250.000 TON. CIRCA<br />

TABELLA 1:<br />

Quantitativo dei pneumatici usati prodotti in Europa distinti per Paesi (ton)<br />

STATI MEMBRI EU<br />

Austria<br />

Belgio<br />

Bulgaria<br />

Cipro<br />

Repubblica Ceca<br />

Danimarca<br />

Estonia<br />

Finlandia<br />

Francia<br />

Germania<br />

Grecia<br />

Ungheria<br />

Irlanda<br />

Italia<br />

Lettonia<br />

Lituania<br />

Lussemburgo<br />

Malta<br />

Olanda<br />

Polonia<br />

Portogallo<br />

Romania<br />

Slovacchia<br />

Slovenia<br />

Spagnia<br />

Svezia<br />

Regno Unito<br />

Norvegia<br />

Totale EU<br />

PNEUMATICI (TON)<br />

55.000<br />

80.022<br />

40.000<br />

5.440<br />

75.071<br />

42.609<br />

8.860<br />

41.773<br />

390.000<br />

585.000<br />

58.500<br />

50.000<br />

32.000<br />

4<strong>10</strong>.000<br />

11.927<br />

14.000<br />

3.<strong>10</strong>0<br />

2.000<br />

67.500<br />

175.000<br />

90.682<br />

75.000<br />

18.000<br />

16.000<br />

280.000<br />

70.000<br />

460.000<br />

54.000<br />

3.211.484<br />

Fonte: ETRA<br />

195


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Nel Grafico 1 è riportato l’attuale utilizzo dei PFU in Europa, distinti per<br />

destinazioni. Come si evidenzia le percentuali relative alle varie destinazioni<br />

segnalano per il recupero un trend di crescita costante negli anni presi in<br />

considerazione, che vede sempre più il recupero di materia prima e il recupero<br />

energetico come sbocco finale dei PFU.<br />

Questi dati sottointendono una politica europea volta a favorire, nel tempo, il<br />

recupero che può essere così riassunta:<br />

- recepimento <strong>del</strong>le direttive europee;<br />

- mercato <strong>del</strong> prodotto nuovo e dei materiali prodotti dal riciclaggio;<br />

- sensibilità degli operatori <strong>del</strong> settore e dei cittadini.<br />

GRAFICO 1: Andamento <strong>del</strong> settore dei PFU in Europa dal 1992 al 2008 (%)<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

Discarica<br />

Riutilizzo/export<br />

Ricostruzione<br />

<strong>Recupero</strong> di materia<br />

<strong>Recupero</strong> di energia<br />

1992 1994 1996 1998 2000 2002 2003 2004-5 2005-6<br />

62 56 49 40 39 35 26.4 23.8 18.0<br />

6 8 8 11 <strong>10</strong> <strong>10</strong> 11.4 8.0 7.0<br />

13 12 12 11 11 11 12.6 12.0 <strong>10</strong>.5<br />

5 6 11 18 19 21 25.0 27.1 31.8<br />

14 18 20 20 21 23 24.4 27.1 34.5<br />

2006-7<br />

13<br />

6<br />

<strong>10</strong><br />

34<br />

37<br />

2007-8<br />

13<br />

6<br />

<strong>10</strong><br />

34.1<br />

36.9<br />

Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association<br />

La situazione italiana nel 2008, non proprio in linea con quella europea, mostra<br />

un trend leggermente diverso rispetto a quello <strong>del</strong>lo scorso anno.<br />

196


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PNEUMATICI FUORI USO - ITALIA<br />

TOTALE PFU<br />

4<strong>10</strong>.000 TON. CIRCA<br />

Fonte: ARGO<br />

Le considerazioni che emergono dai dati elaborati per l’anno 2008 disegnano un<br />

settore che contiene un grande potenziale ma che, causa anche la crisi<br />

economica, segna dei risultati in controtendenza. La quota di recupero<br />

energetico risulta in preoccupante calo (circa il 20%) riconducibile alla<br />

contrazione <strong>del</strong> settore cementizio ed energetico. Infatti i pochi impianti di<br />

grosso potenziale hanno affrontato in questo anno problematiche economiche<br />

che hanno portato ad una riorganizzazione <strong>del</strong>l’operatività e alla riduzione dei<br />

volumi. Pur potendo potenzialmente essere incrementata, con i dovuti consensi<br />

da parte soprattutto <strong>del</strong>le amministrazioni locali e anche <strong>del</strong>le popolazioni, il<br />

recupero energetico (pari al 24% nel 2007 e solo al 19% nel 2008) deve fare i<br />

conti con la congiuntura economica negativa.<br />

Il recupero di materia prima, come negli scorsi anni, continua a far registrare un<br />

trend in lieve ma costante crescita tanto da rappresentare il fattore trainante <strong>del</strong><br />

settore <strong>del</strong> recupero.<br />

In questo senso, se è vero che la quota nazionale è ancora di gran lunga inferiore<br />

alla media europea, dati i risultati degli ultimi anni, occorrerà insistere su questa<br />

strada tramite un coordinamento sempre più forte di tutta la filiera, per facilitare<br />

le attività di promozione e marketing e di miglioramento di processi produttivi e<br />

<strong>del</strong>la qualità e per stimolare interventi, da parte <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente, su<br />

una normativa spesso poco chiara e certamente inadeguata allo sviluppo di<br />

questo mercato.<br />

La quota di export cresce in maniera esponenziale (al <strong>10</strong>% nel 2008 contro il<br />

2,5% registrato nel 2007) e questo sta ad indicare una “fuga di materiali” verso<br />

l’estero, mercato evidentemente più proficuo o semplicemente più efficiente.<br />

Tale dato dovrebbe destare una certa preoccupazione: infatti negli anni passati<br />

la quota di export si era sempre mantenuta molto bassa in quanto nel nostro<br />

Paese la sostituzione dei pneumatici avviene in condizioni di usura mediamente<br />

molto più elevate rispetto a quanto avviene nel resto d’Europa. Oggi questo<br />

fattore non è cambiato ma sono cambiate le destinazioni dei PU.<br />

197


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Da ciò possiamo dedurre come il mercato degli pneumatici stia attraversando un<br />

periodo davvero <strong>del</strong>icato, dato l’enorme potenziale a tutt’oggi inespresso. Per<br />

questo occorrerebbe alleggerire il sistema con politiche adeguate da parte <strong>del</strong>le<br />

istituzioni e interventi che favoriscano la nascita di sbocchi per i materiali ottenuti<br />

dal riciclaggio dei pneumatici, soprattutto tenendo in considerazione che, ad<br />

oggi, senza il fattore “Materia Prima”, il giudizio derivante dall’analisi dei dati in<br />

nostro possesso non potrebbe che essere tendenzialmente negativo e<br />

preoccupante.<br />

La frammentazione <strong>del</strong> mercato, inoltre, e l’esistenza di un grande numero di<br />

piccole aziende, non solo rende difficile il loro coordinamento ma queste piccole<br />

realtà isolate hanno difficoltà ad incidere su tutti i fattori che ostacolano lo<br />

sviluppo <strong>del</strong> settore.<br />

GRAFICO 2: Destinazione finale dei PU in Italia - Confronto 2007-2008<br />

2007<br />

Non trattamento<br />

e stoccaggi<br />

o destinazioni<br />

non censite 49%<br />

<strong>Recupero</strong> energetico 24%<br />

Ricostruzione 12,5%<br />

Materia prima 12%<br />

Export 2,5%<br />

2008<br />

Non trattamento<br />

e stoccaggi<br />

o destinazioni<br />

non censite 47,5%<br />

<strong>Recupero</strong> energetico 19%<br />

Ricostruzione 12%<br />

Materia prima 11,5%<br />

Export <strong>10</strong>%<br />

Fonte: ARGO<br />

198


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

FIGURA 1: Distribuzione geografica <strong>del</strong>la filiera in Italia<br />

Fonte: ARGO<br />

199


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL FUTURO DEGLI<br />

“ACQUISTI VERDI”<br />

In un campo così <strong>del</strong>icato, pieno di incertezze e difficoltà attuative, la crisi che<br />

sta interessando ogni comparto produttivo rischia di aggravare ulteriormente la<br />

situazione.<br />

Il GPP (Green Public Procurement), ovvero Acquisti Verdi Pubblici, è lo strumento<br />

utilizzato dalle pubbliche amministrazioni, in Italia e negli altri Paesi europei ed<br />

extraeuropei, per acquistare prodotti o servizi più rispettosi <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong>la<br />

salute dei cittadini.<br />

Questa “pratica strumentale”, ancora troppo poco diffusa, prevede una<br />

revisione in senso ambientale <strong>del</strong>le procedure di acquisto tenendo conto non<br />

solo <strong>del</strong> costo monetario <strong>del</strong> bene o servizio, ma degli effetti ambientali che può<br />

avere nell’arco <strong>del</strong> suo ciclo di vita nella produzione, nella sua utilizzazione, nello<br />

smaltimento come rifiuto.<br />

“In questo modo le pubbliche amministrazioni hanno la possibilità di indirizzare la<br />

trasformazione dei processi produttivi verso la sostenibilità, diminuendone gli<br />

impatti, con un effetto determinante su tutto il tessuto produttivo presente sul<br />

territorio, dato che i volumi degli acquisti pubblici rappresentano circa il 17% <strong>del</strong> PIL.<br />

È possibile così facilitare lo sviluppo di economie di scala che consentano una<br />

progressiva diminuzione <strong>del</strong> prezzo dei prodotti e dei servizi verdi<br />

incrementandone la diffusione.<br />

Gli Enti pubblici, introducendo criteri di “preferibilità” ambientale negli appalti<br />

pubblici, possono indirizzare il sistema produttivo a metodi e tecnologie più<br />

ecocompatibili, influenzando anche il mercato privato e orientando i cittadini<br />

verso scelte di consumo più consapevoli e sostenibili” (fonte: Acquistiverdi.it).<br />

La crisi economica si inserisce in questo quadro possibilistico e pieno di speranze<br />

per il futuro, intaccando anche un mercato che rischia di vedere interrompersi<br />

una serie di azioni virtuose per l’ambiente.<br />

Uno dei primi problemi che ci si pone è se i prodotti eco-sostenibili abbiano costi<br />

più elevati rispetto ai tradizionali e se, di conseguenza, sia davvero conveniente<br />

preferirli agli altri, data la critica situazione economica.<br />

Se si pensa a lungo termine e si decide di investire nell’ambiente promuovendo<br />

l’utilizzo di prodotti eco-sostenibili, non si può non pensare che, alla lunga, i<br />

prodotti riciclati producono un abbassamento deciso dei costi ambientali.<br />

Se a questo si aggiunge anche il fatto che le pubbliche amministrazioni dovrebbero<br />

fare da traino e incentivo per la crescita <strong>del</strong> mercato di questi prodotti, portandosi<br />

dietro dei vantaggi ambientali non immediatamente riconoscibili, appare chiaro<br />

come questa rappresenti la scelta vincente per il futuro.<br />

200


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Non si può quindi guardare solo al prezzo d’acquisto di questi prodotti, ma<br />

bisogna calcolare una serie di impatti ambientali che riducendosi diminuiscono<br />

la spesa su tutto il loro ciclo di vita: dalle emissioni durante i trasporti, ai consumi<br />

energetici, agli imballaggi, allo smaltimento dei rifiuti.<br />

Numerose indagini di mercato mostrano inoltre come moltissimi prodotti verdi<br />

non siano necessariamente più costosi, anche se molti di essi rimangono di<br />

nicchia.<br />

Proprio per questo motivo la Direzione Generale Ambiente <strong>del</strong>la Commissione<br />

europea sta tentando di realizzare <strong>del</strong>le linee guida per rendere obbligatori gli<br />

acquisti verdi per le pubbliche amministrazioni, ma ad oggi non esistono vincoli,<br />

ed i tempi non sembrano essere brevi. Anche perché, come accennato, in un<br />

periodo economicamente non facile a tali prodotti e manufatti non è<br />

immediatamente riconosciuto un vantaggio nel caso in cui essi presentino un<br />

costo maggiore, rispetto ai “prodotti” tradizionali.<br />

“La Strategia rinnovata per lo Sviluppo Sostenibile <strong>del</strong> 2006 ha previsto un<br />

obiettivo da raggiungere entro il 20<strong>10</strong> per il GPP in Europa, ossia che la media<br />

europea sia pari nel 20<strong>10</strong> alla media dei Paesi che risultavano più avanzati<br />

nell’applicazione <strong>del</strong> GPP nel 2006.<br />

Tale target è stato meglio definito e quantificato dalla Comunicazione che si è<br />

prefissata che il 50% <strong>del</strong>le procedure di acquisto siano “verdi” entro il 20<strong>10</strong> in<br />

ciascun Paese membro.<br />

Si intendono per “verdi” le procedure di acquisto che soddisfano i criteri comuni<br />

di base; in particolare il target <strong>del</strong> 50% va inteso in termini sia di numero che di<br />

valore monetario dei contratti stipulati nei settori interessati dai criteri.<br />

Il metodo per la misurazione <strong>del</strong> target, al momento in fase di sperimentazione presso<br />

un gruppo di Paesi, prevede l’analisi a campione <strong>del</strong>le procedure di gara espletate e<br />

concluse; precisazione importante in quanto per definirsi GPP non basta quindi l’aver<br />

indetto una gara verde ma occorre verificare che l’acquisto <strong>del</strong>la fornitura o l’appalto<br />

di lavori o servizi abbiano effettivamente incluso i criteri ambientali.<br />

Da più parti viene chiesto che anche i soldi comunitari essendo soldi pubblici come<br />

quelli nazionali siano spesi con criteri ecologici. È intenzione quindi <strong>del</strong>la commissione<br />

soddisfare questa importante istanza tenendo conto <strong>del</strong> fatto che programmi di<br />

finanziamento europeo equivalgono a stanziamenti miliardari e in molte <strong>del</strong>le linee<br />

sono previste spese per beni e servizi adatte a recepire i criteri GPP.”<br />

(fonte: “Nuove prospettive per il GPP grazie all’Europa” di RENATA MIRULLA - Ottobre<br />

2008 - Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare).<br />

Fare scelte di acquisti verdi ha quindi un significato che va al di là <strong>del</strong> semplice<br />

prodotto. Innanzi tutto perché i prodotti verdi, provenendo per lo più da materiali<br />

riciclati, come nel caso <strong>del</strong>la gomma da PFU, consentono di ridurre l’utilizzo di<br />

risorse naturali e di conseguenza anche di rifiuti ma anche perchè essi permettono<br />

di aumentare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, riducendo le emissioni<br />

inquinanti in aria, acqua e suolo così come lo smaltimento di diverse sostanze e<br />

composti pericolosi per l’ambiente.<br />

201


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PFU E ACQUISTI VERDI:<br />

PANORAMICA DEI<br />

PRINCIPALI PRODOTTI<br />

CHE POSSONO<br />

ESSERE REALIZZATI<br />

CON LA GOMMA<br />

RICICLATA<br />

Il polverino ed il granulato di gomma sono due consolidati prodotti industriali e<br />

più precisamente due materie prime secondarie derivanti dall’attività di recupero<br />

di pneumatici fuori uso. La produzione di polverino e granulato di gomma nasce<br />

storicamente dallo stesso settore di lavorazione di manufatti in gomma, cui<br />

fornisce una vera e propria materia prima secondaria. Negli ultimi anni si è<br />

assistito ad una espansione dei suoi impieghi in molteplici e svariati settori.<br />

Strade<br />

Asfalti: La tipologia di gomma utilizzata per la produzione dei pneumatici<br />

è l’SBR.<br />

Per il miglioramento <strong>del</strong>le caratteristiche di resistenza meccanica e <strong>del</strong>la<br />

rumorosità viene inserito granulato di gomma negli asfalti di nuova generazione.<br />

I vantaggi di questo trattamento sono la riduzione <strong>del</strong> rumore e <strong>del</strong>le vibrazioni<br />

e l’eliminazione <strong>del</strong> fenomeno <strong>del</strong>l’ acquaplaning.<br />

Metrotranvie<br />

Viabilità ferroviaria: Nel campo <strong>del</strong>la viabilità ferroviaria vengono realizzati<br />

speciali articoli utilizzati come anti vibranti, sia in applicazioni ferroviarie in senso<br />

stretto sia in applicazioni tranviarie e metropolitane.<br />

Arredo urbano<br />

Arredo Stradale: Si tratta di cordoli per aiuole, <strong>del</strong>imitatori di corsia e mini new<br />

jersey. Utilizzati in molteplici applicazioni consentono di risolvere problemi legati<br />

alla gestione <strong>del</strong> traffico urbano, extraurbano, piste ciclabili, parcheggi etc. I<br />

cordoli che <strong>del</strong>imitano piste ciclabili e aree sportive o di gioco possono diventare<br />

concausa di incidenti anche gravi: l’urto contro queste superfici, se realizzate in<br />

materiali rigidi, può provocare seri danni fisici.<br />

Il ricorso a manufatti in gomma è la soluzione preferibile, anche perché resistono<br />

meglio ai danneggiamenti. L’applicazione di questi prodotti è possibile in zone<br />

residenziali o in zone altamente trafficate per incrementare sicurezza stradale e<br />

l’estetica <strong>del</strong>l’arredo.<br />

Aree gioco: Realizzazione di pavimentazioni di sicurezza per aree giochi di vario<br />

tipo ed utilizzo.<br />

Sport<br />

Campi da calcio in erba sintetica - Pavimentazioni sportive: Grazie a<br />

tecniche molto avanzate di lavorazione, è possibile produrre un granulo<br />

elastomerico colorato con pigmenti innocui, particolarmente idoneo per campi<br />

da calcio in erba sintetica ma anche football americano, calcetto e rugby.<br />

Inoltre i granulati di gomma vengono utilizzati nella realizzazione di superfici<br />

sportive quali le piste di atletica.<br />

202


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Termoplastici<br />

Materiali termoplastici: I TPE (Thermoplastic Elastomers) rappresentano un<br />

nuovo gruppo di materiali. Possono essere utilizzati per una vasta gamma di<br />

applicazioni e prodotti; dal settore domestico, degli elettrodomestici,<br />

<strong>del</strong>l’edilizia, <strong>del</strong>l’automobile, solo per citarne alcuni.<br />

L’utilizzo di determinate percentuali di polverino nella formulazione <strong>del</strong>le ricette<br />

di TPE permette di conferire caratteristiche di maggiore elasticità e flessibilità.<br />

Allevamento<br />

Pavimentazioni per lÕallevamento bovino: L’allevamento dei bovini avviene<br />

ormai prevalentemente in stalle moderne, in condizioni di sicurezza ed igiene<br />

severamente controllate. In tali tipi di strutture non è più possibile, sia per<br />

motivi organizzativi ed igienici, sia perché non é più reperibile, utilizzare la<br />

paglia o altri scarti vegetali per fare la lettiera ai bovini.<br />

Sono stati messi a punto speciali materassi, realizzati in tessuto impermeabile<br />

ipoallergenico ed imbottiti con granulo di pneumatico. La diffusione di tali materassi<br />

è molto ampia, ci si riferisce ad un mercato europeo.<br />

<strong>Ed</strong>ilizia<br />

Isolamento acustico - Anticalpestio - Isolamento termoacustico: La difesa<br />

dal rumore è diventata un requisito di primaria importanza per il benessere<br />

<strong>del</strong>l'individuo; con lo studio <strong>del</strong>l' acustica ambientale si vogliono suggerire quei<br />

provvedimenti volti ad ottenere un'efficace difesa dalla propagazione dei rumori<br />

dall'esterno e all'interno degli ambienti di lavoro e abitativi.<br />

Questa ricerca si realizza nelle definizione dei limiti di benessere acustico<br />

degli ambienti in base alla loro destinazione, nell'individuazione e nella<br />

caratterizzazione <strong>del</strong>le fonti di disturbo esterne ed interne e nella ricerca dei<br />

sistemi e dei materiali con prestazioni idonee a fornire la necessaria protezione<br />

dal rumore (isolamento acustico) e conseguire i limiti di benessere desiderati.<br />

Calzature<br />

Per questo settore vengono prodotte le suole in gomma per le calzature.<br />

In luogo di inerti di origine minerale, è invalso l’uso di utilizzare come carica il<br />

polverino di pneumatico. Quest’ultimo, per le sue caratteristiche intrinseche<br />

svolge una funzione di carica attiva, dimostrandosi così più efficace <strong>del</strong>le cariche<br />

tradizionali.<br />

<strong>Ed</strong>itoria<br />

Pigmenti: Per quello che riguarda questo settore, il PFU viene utilizzato per la<br />

produzione di pigmenti per inchiostri.<br />

203


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TRA I PRINCIPALI PRODOTTI CHE POSSONO ESSERE REALIZZATI CON LA<br />

GOMMA RICICLATA FIGURANO:<br />

204


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

CENSIMENTO<br />

DI SETTORE 2008<br />

Grazie alla disponibilità di un determinato e rappresentativo numero di aziende<br />

campione, le quali hanno partecipato all’indagine compilando il questionario loro<br />

sottoposto, sono stati raccolti ed elaborati i dati esposti nel presente paragrafo.<br />

I dati ottenuti dal Censimento sono relativi non solo alle aziende consorziate ARGO,<br />

ma anche ad altre aziende <strong>del</strong>la filiera, che hanno gentilmente collaborato alla ricerca<br />

(v. elenco in fondo al capitolo).<br />

Tali dati sono al momento gli unici disponibili, e soprattutto attendibili, sulle quantità<br />

di pneumatici avviati al recupero.<br />

GRAFICO 3: Suddivisione <strong>del</strong>le aziende per numero di addetti 2008<br />

CLASSE 0-<strong>10</strong><br />

30%<br />

CLASSE 11-20<br />

CLASSE 21-50<br />

OLTRE 50<br />

3%<br />

<strong>10</strong>%<br />

7%<br />

Fonte: ARGO<br />

60%<br />

I dati relativi al Grafico 3 sottolineano in maniera determinante l’esistenza di una<br />

filiera composta in prevalenza da piccole aziende (il 60%) che seppure<br />

incrementano l’articolazione <strong>del</strong> mercato hanno però preso posizioni incisive e<br />

determinanti in diversi contesti e mercati.<br />

205


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 4: Suddivisione aziende per fatturato (%)<br />

<strong>10</strong>0<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

CLASSE 0-250 CLASSE 251-600 OLTRE 600<br />

Fonte: ARGO<br />

GRAFICO 5:<br />

Destinazione dai centri di trattamento (ton)<br />

200.000<br />

160.000<br />

120.000<br />

80.000<br />

40.000<br />

0<br />

2002 2003 2004 2005 2006<br />

2007<br />

2008<br />

Energia 94.000 89.199 111.675 98.187 <strong>10</strong>1.590<br />

Ricostruzione 53.676 53.676 53.136 53.136 47.288<br />

Materia Prima Secondaria 27.800 20.671 24.757 35.046 53.381<br />

Export 7.000 7.000 8.000 6.970 7.000<br />

Stoccaggi censiti <strong>10</strong>.800 16.726 17.982 4.833 565<br />

Totale 193.276 187.272 215.550 198.172 209.824<br />

Fonte: ARGO<br />

97.120<br />

50.000<br />

45.875<br />

<strong>10</strong>.164<br />

456<br />

203.615<br />

77.664<br />

49.200<br />

47.500<br />

41.000<br />

6.307<br />

221.671<br />

206


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

I dati <strong>del</strong> Grafico 5 evidenziano l’elemento critico di un settore dal potenziale<br />

ancora inespresso. È evidente la necessità urgente di creare e rilanciare gli<br />

sbocchi per i materiali ottenuti dal riciclaggio dei pneumatici, soprattutto<br />

tenendo in considerazione l’impulso determinante allo sviluppo <strong>del</strong> settore viene<br />

fornito dal dato crescente <strong>del</strong>la “materia prima”.<br />

GRAFICO 6: Distribuzione geografica <strong>del</strong>le aziende (%)<br />

2008<br />

2007<br />

2006<br />

2005<br />

2004<br />

2003<br />

2002<br />

2001<br />

0<br />

50 <strong>10</strong>0<br />

2001<br />

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

SUD<br />

37<br />

24<br />

24<br />

25<br />

21<br />

28<br />

27<br />

29<br />

CENTRO<br />

22<br />

39<br />

31<br />

30<br />

26<br />

22<br />

29<br />

41<br />

NORD<br />

41<br />

37<br />

45<br />

45<br />

53<br />

50<br />

44<br />

30<br />

Fonte: ARGO<br />

207


GOMMA<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ELENCO AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO AL CENSIMENTO DEL CONSORZIO ARGO 2008<br />

AD.RI.A. S.r.l.<br />

ALESCIO PAOLO S.r.l.<br />

CSM di De Siero S.a.s.<br />

DIFE S.r.l.<br />

ECORICICLA S.r.l.<br />

ECOSERVICE S.r.l.<br />

EUROGOMMA S.r.l.<br />

GATIM S.r.l.<br />

G.E.G. S.r.l.<br />

IRIGOM S.r.l.<br />

IST GROUP S.r.l.<br />

ITALIANA RECUPERI S.r.l.<br />

ITROFER S.r.l.<br />

LODIGIANA RECUPERI S.r.l.<br />

MACERO SUD S.a.s.<br />

MARANGONI PNEUMATICI S.p.A.<br />

NUOVA ECOLOGICA 2000 S.r.l.<br />

O.R.P. S.r.l.<br />

PRISMI S.r.l.<br />

R.E.P. S.r.l.<br />

SASSOLI ALVARO S.n.c.<br />

SETTENTRIONALE TRASPORTI S.p.A.<br />

SINERI TOMMASO<br />

T.A.C.A.M. S.r.l.<br />

WASTE ITALIA S.r.l.<br />

208


BATTERIE


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

Il 2008 rappresenta una data importante nella storia <strong>del</strong> COBAT; 20 anni cruciali<br />

<strong>del</strong>la storia <strong>del</strong> nostro Paese, 20 anni in cui abbiamo assistito ad importanti<br />

cambiamenti che hanno riguardato tanti ambiti <strong>del</strong>la vita pubblica e <strong>del</strong>la<br />

sensibilità individuale dei cittadini.<br />

Un periodo importante per la maturazione di una sensibilità sempre più concreta<br />

e consapevole verso il tema <strong>del</strong>la tutela ambientale e che ha visto la nascita <strong>del</strong>le<br />

componenti istituzionali preposte alla protezione <strong>del</strong>la natura, la riduzione<br />

<strong>del</strong>l’inquinamento, la prevenzione dei disastri ambientali.<br />

Raccontare la storia <strong>del</strong> COBAT significa testimoniare e rendere conto di un<br />

approccio culturale e sociale che ha portato l’Italia a conseguire risultati di<br />

eccellenza sulla scena europea ed internazionale nella gestione dei rifiuti<br />

pericolosi costituiti dalle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi.<br />

Una logica che ha saputo valorizzare professionalità, esperienze imprenditoriali<br />

diverse su tutto il territorio nazionale e mettere insieme in modo efficace rispetto<br />

al risultato tutte le componenti <strong>del</strong>la filiera di questo tipo di rifiuti: produttori,<br />

installatori, raccoglitori, riciclatori.<br />

Un sistema che si racconta anche con i numeri: in 20 anni 3 milioni di tonnellate<br />

di batterie raccolte, 1 milione 630 mila tonnellate di piombo recuperato, 475<br />

milioni di litri di acido solforico recuperati e sottratti alla contaminazione <strong>del</strong><br />

suolo e <strong>del</strong>le acque e pericolo per la salute <strong>del</strong>le persone. Attività governate da<br />

un sistema di monitoraggio e controllo, a tutela di una raccolta e smaltimento<br />

sotto il controllo <strong>del</strong>la legge, contro traffici illegali e pericolosi, cui è sempre<br />

esposto questo settore.<br />

Dapprima come Vice Presidente e poi come Presidente <strong>del</strong> COBAT ho avuto la<br />

fortuna di accompagnare il Consorzio dalla nascita alla piena maturità <strong>del</strong>le sue<br />

attività, una realtà di sistema consolidato che ha ben presto lanciato in avanti il<br />

proprio sguardo per programmare il proprio impegno verso le prossime sfide<br />

<strong>del</strong>la tutela ambientale.<br />

Un percorso nel quale siamo stati accompagnati da numerosi partner, con cui<br />

abbiamo condiviso obiettivi di intervento concreto e la passione per il<br />

coinvolgimento attivo ed in prima persona dei cittadini, primi veri attori di un<br />

impegno ambientale che voglia diventare stile di vita di un popolo.<br />

Si tratta, certo, per molti versi ed in molti strati <strong>del</strong>la nostra società di un<br />

obiettivo per il quale occorrerà lavorare ancora, ma per il quale COBAT in questi<br />

anni ha profuso un grandissimo impegno.<br />

L’educazione ambientale e la comunicazione ai cittadini ha sempre costituito,<br />

infatti, un ambito di grande attività, in cui abbiamo sempre coinvolto tutti i<br />

soggetti presenti nei territori: le amministrazioni locali, gli enti tecnici di controllo<br />

ambientale, le scuole, le associazioni ambientaliste, semplici cittadini.<br />

211


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Una storia, dunque, quella <strong>del</strong> COBAT ricca di risultati, incontri, intuizioni, sfide,<br />

lavoro senza sosta per un progetto in cui hanno creduto per prime le istituzioni<br />

che ne hanno seguito negli anni il lavoro e l’evoluzione all’interno <strong>del</strong> Consiglio<br />

di Amministrazione.<br />

Sono certo che il COBAT nel mutato panorama legislativo in vigore dal 18<br />

dicembre 2008, saprà mettere al servizio <strong>del</strong>le aziende che vi aderiranno tutta la<br />

professionalità conseguita nei laboriosi venti anni appena trascorsi.<br />

Dunque un grazie va a tutti coloro che <strong>del</strong> COBAT hanno costruito la storia,<br />

patrimonio di preparazione ed esperienza sul quale costuire il futuro di questo<br />

Consorzio.<br />

GIANCARLO MORANDI<br />

PRESIDENTE COBAT<br />

212


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL CONSORZIO COBAT<br />

Il COBAT alla luce <strong>del</strong> recente D.Lgs. 188/08<br />

Il 20 novembre 2008, è entrato in vigore in Italia il nuovo D.Lgs. 188/08, in<br />

attuazione <strong>del</strong>la Direttiva 2006/66/CE concernente pile, accumulatori e relativi<br />

rifiuti.<br />

Il decreto, vigente dal 18 dicembre 2008, sebbene abbia riguardato l’attività <strong>del</strong><br />

COBAT per un intervallo temporale <strong>del</strong> 2008 piuttosto marginale, merita di<br />

essere adeguatamente illustrato in questa sede, a fronte <strong>del</strong>le sostanziali<br />

innovazioni che esso ha introdotto già dal primo semestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> nella<br />

gestione <strong>del</strong>l’intero comparto <strong>del</strong>le pile ed accumulatori in Italia, ivi comprese le<br />

batterie al piombo esauste.<br />

Il principio cardine attorno al quale ruota l’architettura <strong>del</strong>l’intero decreto è<br />

l’attribuzione esclusiva <strong>del</strong>la responsabilità <strong>del</strong>la raccolta, trattamento e<br />

riciclo/smaltimento dei rifiuti ai produttori di batterie ed accumulatori (con ciò<br />

riferendosi a chiunque immetta sul mercato nazionale per la prima volta a titolo<br />

professionale pile o accumulatori, compresi quelli incorporati in apparecchi o<br />

veicoli), ai quali fa obbligo di istituire e finanziare adeguati sistemi in grado di<br />

garantire l’intera filiera, dalla raccolta, al trattamento, al riciclo/smaltimento<br />

finali. Il decreto quindi sancisce la venuta meno <strong>del</strong>l’obbligatorietà <strong>del</strong> COBAT, e<br />

stabilisce la facoltà, da parte dei produttori, di realizzare anche più sistemi di<br />

raccolta, in forma individuale o collettiva, organizzati da un Centro di<br />

Coordinamento sotto forma di Consorzio a cui partecipano i produttori stessi,<br />

istituto a cui è inoltre demandata la realizzazione di campagne di informazione<br />

e sensibilizzazione.<br />

Il decreto, all’articolo 20, riconosce comunque il COBAT come uno dei sistemi di<br />

raccolta, attribuendogli anche funzioni di raccolta, trattamento, riciclo/smaltimento<br />

<strong>del</strong>le restanti categorie di batterie ed accumulatori non al piombo (artt. 6, 7 e <strong>10</strong>).<br />

L’articolo 20 stabilisce inoltre che il COBAT dovrà adeguare il proprio Statuto al<br />

nuovo decreto entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore.<br />

La norma introduce altresì una nuova classificazione <strong>del</strong>le pile ed accumulatori,<br />

suddividendo l’intero comparto in tre grandi famiglie, indipendentemente dalla<br />

loro composizione chimico-fisica: pile e accumulatori portatili, industriali e per<br />

veicoli. I sistemi di raccolta-trattamento/riciclaggio e smaltimento istituiti dai<br />

produttori dovranno essere economicamente sostenuti dagli stessi, ed i criteri di<br />

determinazione e di ripartizione dei finanziamenti <strong>del</strong>le operazioni di raccolta,<br />

trattamento e riciclaggio verranno ad essere definiti con decreto <strong>del</strong> Ministro<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare, di concerto con il Ministro<br />

<strong>del</strong>lo Sviluppo Economico.<br />

Ai sensi <strong>del</strong> nuovo decreto pertanto, dal 18 dicembre 2008 i produttori aderenti<br />

al sistema COBAT non sono più tenuti a versare obbligatoriamente il contributo<br />

ambientale al Consorzio, nell’attesa che vengano resi noti i criteri di<br />

determinazione e di ripartizione dei finanziamenti di cui sopra.<br />

Il periodo di attività <strong>del</strong> COBAT preso in esame dal presente Studio (2008), pur<br />

contemplando l’avvento <strong>del</strong> nuovo panorama legislativo di riferimento, non<br />

213


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

presenta nella sua impostazione alcuna sostanziale novità rispetto allo scorso anno,<br />

non essendoci stato di fatto alcun mutamento reale nell’attività svolta dal Consorzio<br />

nel breve periodo di vigenza <strong>del</strong> nuovo decreto (dal 18 al 31 dicembre 2008).<br />

L’unica azione che il COBAT ha dovuto intraprendere subito dopo il 18 dicembre<br />

2008 è stato l’invio di una lettera informativa ai produttori ed importatori di<br />

batterie al piombo aderenti al Consorzio, affinché, mediante la compilazione di<br />

una modulistica allegata alla stessa, esplicitassero la loro volontà di adesione al<br />

nuovo Sistema COBAT, essendo venuta meno l’obbligatorietà <strong>del</strong>la loro adesione<br />

al Consorzio.<br />

Gli ulteriori adempimenti a carico <strong>del</strong> COBAT nel <strong>2009</strong> sono: l’elezione di un<br />

nuovo CdA, l’adeguamento <strong>del</strong> proprio Statuto alle nuove disposizioni legislative<br />

entro il 18 giugno <strong>2009</strong>, ed infine l’iscrizione alla Camera di Commercio come<br />

nuovo Sistema di raccolta, trattamento/riciclaggio e smaltimento di pile ed<br />

accumulatori ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08.<br />

214


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il COBAT sino all’entrata in vigore <strong>del</strong> recente D.Lgs. 188/08<br />

Il COBAT, Consorzio Obbligatorio per la raccolta ed il riciclo di batterie al piombo<br />

acido, è stato istituito con l’articolo 9-quinquies <strong>del</strong>la Legge 475/88 (attualmente<br />

abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08), ed il suo Statuto è stato approvato in<br />

una prima versione, con decreto <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente di concerto con il<br />

Ministero <strong>del</strong>l’Industria, il 16 maggio 1990.<br />

La versione aggiornata <strong>del</strong>lo Statuto, che ha recepito e sancito i nuovi indirizzi<br />

<strong>del</strong> COBAT, è stata approvata con decreto <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente di<br />

concerto con il Ministero <strong>del</strong>le Attività Produttive <strong>del</strong> 2 febbraio 2004<br />

(attualmente abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08). La piena legittimità<br />

istitutiva e funzionale è stata poi ulteriormente confermata e rafforzata con il<br />

recepimento all’art. 235 <strong>del</strong> D.Lgs.152/06 e s.m.i. (anch’esso attualmente<br />

abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08).<br />

Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato.<br />

Il COBAT ha il compito istituzionale di assicurare la raccolta e di organizzare lo<br />

stoccaggio <strong>del</strong>le batterie al piombo e, successivamente, di cederle alle imprese<br />

di riciclo, nonché di effettuare il monitoraggio di tutto il flusso <strong>del</strong>le batterie<br />

esauste, dalla loro raccolta al loro riciclo, su tutto il territorio italiano.<br />

Il Consorzio è un ente senza scopo di lucro dove sono rappresentati tutti gli<br />

operatori coinvolti nella vita <strong>del</strong>la batteria al piombo (tra parentesi le quote di<br />

rappresentanza nell’assemblea dei soci):<br />

• produttori ed importatori di batterie al piombo (40%);<br />

• imprese di riciclo (40%);<br />

• associazioni dei raccoglitori (<strong>10</strong>%);<br />

• associazioni degli installatori (<strong>10</strong>%).<br />

Sebbene sia formato da soci privati, il COBAT effettua una significativa attività di<br />

pubblico servizio, garantita dalla presenza di rappresentanti <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>le Attività Produttive sia nel Consiglio<br />

d’Amministrazione sia nel Collegio dei Revisori dei Conti, dove sono altresì<br />

presenti dei rappresentanti <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Economia e <strong>del</strong>le Finanze.<br />

Il Consorzio ha adottato un sistema misto pubblico-privato dove il primo ha le<br />

funzioni di controllo e monitoraggio ed al secondo sono demandate le<br />

responsabilità gestionali.<br />

Il COBAT assicura, per tutto il territorio nazionale, la raccolta, il trasporto e il<br />

riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste in specifici impianti consortili che<br />

garantiscono il recupero <strong>del</strong> piombo e l'inertizzazione o l’eventuale recupero<br />

<strong>del</strong>l'acido solforico evitando, in questo modo, la dispersione nell'ambiente di questi<br />

elementi, quanto mai pericolosi per l'equilibrio <strong>del</strong>l'ecosistema.<br />

I due canali attraverso i quali il Consorzio riesce a finanziare le proprie attività sono:<br />

• l’applicazione <strong>del</strong> contributo ambientale sulle batterie nuove immesse al consumo;<br />

• la cessione ai riciclatori <strong>del</strong>le batterie esauste al piombo raccolte.<br />

215


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Lo strumento economico <strong>del</strong> contributo ambientale è stato istituito al fine di<br />

garantire al Consorzio le disponibilità finanziarie necessarie ad organizzare un<br />

efficiente servizio di raccolta e riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste e le azioni<br />

di informazione e sensibilizzazione volte ad educare i cittadini sulla necessità <strong>del</strong><br />

corretto recupero <strong>del</strong>la batteria al piombo esausta.<br />

L’entità <strong>del</strong> contributo ambientale (def. art. 235 D.Lgs.152/06, comma <strong>10</strong> s.m.i.<br />

ex “sovrapprezzo”) e le modalità <strong>del</strong>la sua riscossione sono determinati<br />

mediante decreto <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente di concerto con il Ministero <strong>del</strong>le<br />

Attività Produttive.<br />

Attualmente è in vigore il DM 18 ottobre 2005, pubblicato nella G.U. n. 255 <strong>del</strong><br />

2 novembre 2005, che prevede le seguenti classi di contributo ambientale per<br />

monoblocchi e per elementi singoli di batterie industriali.<br />

Le variazioni degli importi unitari per singola classe sono riportate nelle Tabelle 1<br />

e 2 e sono operative dal 1° gennaio 2006.<br />

TABELLA 1:<br />

Contributo ambientale (€) sulle batterie d’avviamento e monoblocco industriali<br />

in funzione <strong>del</strong>la loro capacità (Ah), come da DM 18/<strong>10</strong>/2005 (attualmente<br />

abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08)<br />

Fonte: COBAT<br />

Ah ≤ 20 20 < Ah ≤ 95 Ah > 95<br />

€ 0,19 € 0,76 € 1,52<br />

TABELLA 2:<br />

Contributo ambientale (€) applicato ad elementi singoli di batterie<br />

industriali di qualsiasi capacità C (Ah), come da DM 18/<strong>10</strong>/2005 (attualmente<br />

abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08)<br />

CAPACITÀ C<br />

CONTRIBUTO AMBIENTALE<br />

Qualsiasi € 0,0028 * C * V/2<br />

V= voltaggio batteria<br />

Fonte: COBAT<br />

Il contributo ambientale applicato sulle batterie di nuova produzione<br />

commercializzate è corrisposto dalle seguenti categorie di operatori, con diritto<br />

di rivalsa lungo tutte le fasi di commercializzazione fino all’acquirente finale:<br />

• produttori di batterie al piombo;<br />

• importatori di batterie al piombo, sia per la vendita sia per uso proprio;<br />

• importatori di beni che utilizzano batterie direttamente incorporate quali, ad<br />

esempio, autoveicoli, trattori, carrelli elevatori, apparecchiature telefoniche,<br />

UPS, allarmi, giocattoli.<br />

216


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’altra fonte di finanziamento <strong>del</strong> Consorzio proviene dalla vendita agli<br />

impianti di riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste raccolte.<br />

Tale attività rappresenta mediamente l’80% dei ricavi operativi annui.<br />

Il compito <strong>del</strong> Consorzio è quello di garantire l’operatività di tutti gli<br />

impianti consortili attraverso una ripartizione equa <strong>del</strong>le batterie esauste<br />

raccolte. Il prezzo di vendita <strong>del</strong>le batterie esauste ai riciclatori viene fissato<br />

sulla base <strong>del</strong>la quotazione <strong>del</strong> piombo al London Metal Exchange (LME), la<br />

borsa dei metalli che ha sede a Londra.<br />

La Legge 39/2002 (Comunitaria 2001), riconoscendo appieno le finalità di<br />

salvaguardia ambientale che hanno ispirato l’istituzione <strong>del</strong> COBAT, ha<br />

affidato al Consorzio, oltre al compito istituzionale di assicurare comunque<br />

la raccolta di batterie esauste al piombo in ogni situazione di mercato, il<br />

compito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione e<br />

riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste. Tale prerogativa è rimasta inalterata<br />

anche nel D.Lgs. 152/2006 che ha sostituito il D.Lgs. 22/1997.<br />

TABELLA 3:<br />

I numeri <strong>del</strong> COBAT<br />

DATI ORGANIZZATIVI<br />

Organico 22 persone<br />

Produttori e Importatori di batterie 400 imprese<br />

Installatori/Artigiani 70.000 imprese<br />

Raccoglitori incaricati 90 imprese<br />

Impianti di riciclo 7 imprese<br />

Valore <strong>del</strong>la produzione riferito al 2008<br />

67 milioni di euro<br />

Codice NACE di riferimento 46.77 (ex 51.5)<br />

RISULTATI OPERATIVI (DATO CUMULATO DAL 1992 AL DICEMBRE 2008)<br />

Batterie esauste raccolte 3.031.730 tonnellate<br />

Piombo secondario prodotto 1.697.729 tonnellate<br />

Acido solforico recuperato 496.<strong>10</strong>1.273 litri<br />

Polipropilene recuperato 142.491 tonnellate<br />

RISULTATI OPERATIVI 2008<br />

Batterie esauste raccolte 161.170 tonnellate<br />

Piombo secondario prodotto 119.332 tonnellate<br />

Acido solforico recuperato 27.222.545 litri<br />

Polipropilene recuperato 7.430 tonnellate<br />

Fonte: COBAT<br />

217


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ATTIVITÀ E SERVIZI<br />

Il COBAT svolge su tutto il territorio nazionale i seguenti compiti:<br />

• assicura la raccolta <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi (in<br />

qualità di Consorzio Obbligatorio, il COBAT era chiamato in veste di referente<br />

unico a garantire la raccolta sull’intero territorio nazionale; con l’entrata in<br />

vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08 e la possibilità <strong>del</strong>la coesistenza di più sistemi, tale<br />

funzione dovrà essere assolta dal Centro di Coordinamento, a cui il decreto<br />

demanda l’organizzazione di un sistema capillare di raccolta che copra in<br />

modo omogeneo l’intero territorio nazionale);<br />

• può cedere, anche all'estero, i suddetti prodotti alle imprese in possesso dei<br />

requisiti normativi previsti, che ne effettuano il riciclo mediante la produzione<br />

di piombo secondario (tale facoltà rimane riconosciuta ai sistemi da parte <strong>del</strong><br />

D.Lgs. 188/08, solo se l’esportatore può dimostrare che l’operazione di<br />

riciclaggio è stata effettuata in condizioni equivalenti a quelle stabilite dal<br />

decreto);<br />

• assicura l'eliminazione dei prodotti stessi, nel caso non sia possibile o<br />

economicamente conveniente il riciclo, nel rispetto <strong>del</strong>le disposizioni contro<br />

l’inquinamento (il D.Lgs. 188/08 non esplicita chiaramente tale aspetto);<br />

• promuove lo svolgimento di indagini di mercato e azioni di ricerca e sviluppo<br />

tecnico-scientifico per il miglioramento tecnologico nel ciclo di smaltimento e<br />

di lavorazione <strong>del</strong> piombo (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, i produttori dovranno<br />

garantire che i sistemi di trattamento e riciclaggio istituiti utilizzino le migliori<br />

tecniche disponibili);<br />

• effettua sul territorio italiano il monitoraggio <strong>del</strong>l’attività di raccolta di tutte le<br />

batterie al piombo esauste (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livello<br />

nazionale sarà compito <strong>del</strong> Centro di Coordinamento);<br />

• promuove la sensibilizzazione <strong>del</strong>l’opinione pubblica e dei consumatori sulle<br />

tematiche <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong>l’eliminazione <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste e<br />

dei rifiuti piombosi (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livello nazionale<br />

sarà compito <strong>del</strong> Centro di Coordinamento);<br />

Nell'ambito di tale attività, il Consorzio provvede, fra l'altro, a:<br />

• definire con regolamenti interni le norme tecniche atte a disciplinare le diverse<br />

fasi <strong>del</strong>l’Attività <strong>del</strong> Consorzio;<br />

• stipulare, con i raccoglitori incaricati, contratti per il servizio di raccolta gratuita<br />

di tutte le batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi in zone<br />

determinate;<br />

• stipulare contratti per la cessione <strong>del</strong>le batterie esauste con le imprese che ne<br />

effettuano il riciclo nel rispetto dei limiti indicati dalle autorizzazioni regionali;<br />

• stipulare accordi e contratti con persone fisiche o giuridiche, anche straniere,<br />

enti locali territoriali e le loro aziende per il raggiungimento dei fini statutari;<br />

• individuare i responsabili per aree geografiche per coordinare e gestire i<br />

raccoglitori operanti in tali aree;<br />

• promuovere azioni dirette a pubblicizzare la necessità <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> riciclo<br />

<strong>del</strong>le batterie esauste (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale aspetto dovrà essere<br />

gestito dal Centro di Coordinamento);<br />

218


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

• incentivare la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste al piombo generate dall’attività<br />

<strong>del</strong> “fai da te” in aree di presunta dispersione (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale<br />

aspetto dovrà essere gestito dal Centro di Coordinamento);<br />

• monitorare, attraverso l'analisi dei MUD dei raccoglitori non incaricati, il flusso<br />

<strong>del</strong>le batterie esauste al piombo raccolte ed inviate a riciclo (con l’avvenuta<br />

abrogazione <strong>del</strong>l’art. 235 <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06, gli operatori <strong>del</strong>la raccolta esterni<br />

al COBAT non hanno più l’obbligo <strong>del</strong>l’invio <strong>del</strong> MUD al Consorzio);<br />

• effettuare un servizio di raccolta ed avvio a riciclo per particolari tipologie di<br />

accumulatori (l’art. 20 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08 legittima totalmente il COBAT ad<br />

occuparsi anche <strong>del</strong>le pile ed accumulatori non al piombo).<br />

219


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LA RACCOLTA DELLE<br />

BATTERIE ESAUSTE<br />

La principale funzione che il COBAT è chiamato per legge istitutiva a svolgere è<br />

quella di garantire, attraverso i propri operatori, la raccolta <strong>del</strong>le batterie al<br />

piombo esauste in qualsiasi condizione logistica e/o di mercato. Inoltre, ai sensi<br />

<strong>del</strong>la Legge 39/02 e <strong>del</strong> D.Lgs.152/2006, il COBAT ha il compito di monitorare<br />

la raccolta effettuata dai raccoglitori esterni al Consorzio in possesso <strong>del</strong>le<br />

necessarie autorizzazioni. Il Grafico 1 mostra l’andamento <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le<br />

batterie esauste in Italia svolta dal COBAT nel periodo 1999-2008. Nel 2008 la<br />

raccolta COBAT si è attestata a 161.170 tonnellate, con un calo pari al 14%<br />

rispetto all’anno precedente. Le ragioni <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>la raccolta COBAT<br />

devono essere ricercate soprattutto nell’andamento <strong>del</strong>la quotazione <strong>del</strong><br />

piombo al LME di Londra, che ha determinato la presenza di raccoglitori che<br />

operano al di fuori <strong>del</strong> sistema COBAT. La rilevanza <strong>del</strong>l’attività svolta dal<br />

Consorzio va comunque valutata, oltre che in base all’entità <strong>del</strong>la raccolta,<br />

anche e soprattutto in base al servizio svolto. L’impegno, volto a garantire la<br />

raccolta di ogni singola batteria esausta su tutto il territorio nazionale, si sviluppa<br />

attraverso un servizio espletato presso quasi 60.000 produttori <strong>del</strong> rifiuto, per un<br />

totale di oltre 132.000 ritiri, il che significa mediamente ogni giorno un servizio<br />

di raccolta effettuato presso 550 produttori.<br />

GRAFICO 1: Raccolta batterie esauste in Italia svolta dal COBAT (ton)<br />

250.000<br />

200.000<br />

150.000<br />

<strong>10</strong>0.000<br />

50.000<br />

0<br />

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Fonte: COBAT<br />

Da quest’anno non compare nel Grafico il contributo alla raccolta extra-COBAT,<br />

ossia <strong>del</strong>l’aliquota alla raccolta nazionale proveniente da operatori al di fuori<br />

<strong>del</strong>la rete COBAT, a causa <strong>del</strong>l’impossibilità per il Consorzio di determinare nel<br />

2008 tale gettito. La prima ragione di tale impossibilità deriva, da un lato,<br />

dall’aver introdotto nel 2008 presso gli impianti di riciclo una procedura di<br />

trasmissione <strong>del</strong> lavorato extra-COBAT che ha necessitato di una certa tempistica<br />

di implementazione, nel corso <strong>del</strong>la quale i dati sono stati trasmessi in modo<br />

piuttosto frammentario e discontinuo. Inoltre l’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs.<br />

188/08, abrogando l’art. 235 <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06, non prevede più l’obbligatorietà<br />

per soggetti che operino all’esterno <strong>del</strong> COBAT di inviare il MUD al Consorzio.<br />

Pertanto l’impossibilità di determinare la raccolta extra-COBAT per il 2008 ha<br />

220


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

condotto alla scelta di eliminarla anche dallo storico, non essendo più possibile<br />

poter effettuare un confronto attualizzato. Con riferimento alla raccolta COBAT,<br />

la Tabella 4 riporta i risultati raggiunti nel periodo 2005-2008, suddivisi per area<br />

geografica. Come si può notare, la maggior parte <strong>del</strong> gettito <strong>del</strong>le batterie<br />

proviene dal Nord, dove sono concentrati i principali stabilimenti produttivi <strong>del</strong><br />

nostro Paese e dove è presente il 47% <strong>del</strong> parco autovetture 1 .<br />

TABELLA 4: Suddivisione geografica <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le batterie (ton) 2<br />

AREA 2005 2006 2007 2008<br />

Nord Ovest 54.987 51.522 48.159 40.468<br />

Nord Est 47.573 47.264 47.<strong>10</strong>4 38.850<br />

Centro 41.373 40.327 40.356 37.994<br />

Sud 40.233 34.634 32.241 26.993<br />

Isole 17.356 17.996 19.764 16.865<br />

Totale raccolta COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170<br />

Fonte: COBAT<br />

L’entità <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste nelle diverse Regioni è visibile in<br />

Tabella 5.<br />

TABELLA 5:<br />

Entità <strong>del</strong>la raccolta regionale (ton)<br />

REGIONE 2005 2006 2007 2008<br />

PIEMONTE - VAL D'AOSTA 18.906 14.340 13.242 11.038<br />

LOMBARDIA 32.479 33.664 31.474 27.771<br />

LIGURIA 3.603 3.517 3.443 1.659<br />

VENETO 18.872 21.515 22.509 18.017<br />

FRIULI VENEZIA GIULIA 5.614 3.578 2.811 2.189<br />

TRENTO/BOLZANO 4.015 3.649 2.915 2.221<br />

EMILIA ROMAGNA 19.072 18.523 18.868 16.423<br />

TOSCANA 11.460 11.504 <strong>10</strong>.321 8.325<br />

MARCHE 6.044 5.992 6.735 6.258<br />

UMBRIA 2.968 2.714 2.358 2.625<br />

LAZIO 16.959 16.675 17.856 17.391<br />

ABRUZZO 3.942 3.442 3.086 3.394<br />

MOLISE 797 800 903 795<br />

CAMPANIA 24.501 18.079 14.472 12.387<br />

BASILICATA 668 711 800 232<br />

CALABRIA 3.681 4.051 4.404 3.695<br />

PUGLIA <strong>10</strong>.587 <strong>10</strong>.993 11.662 9.884<br />

SICILIA 13.480 13.770 15.124 12.721<br />

SARDEGNA 3.876 4.226 4.634 4.144<br />

TOTALE COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170<br />

Fonte: COBAT<br />

1 ACI, Statistiche automobilistiche, anno di riferimento 2005<br />

2 Quantità consegnate agli impianti di riciclo da raccoglitori ricadenti nell’area di riferimento<br />

221


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

La Tabella 6 illustra invece quali sono le attività economiche che generano un<br />

maggiore quantitativo di accumulatori al piombo esausti. Come si può<br />

notare, la gran parte <strong>del</strong>le batterie esauste proviene dalle attività degli<br />

artigiani installatori e riparatori nonché da attività industriali e agricole e da<br />

commercio rottami.<br />

TABELLA 6: Ripartizione <strong>del</strong>l’esausto per attività economica (%)<br />

ATTIVITÀ ECONOMICA 2005 2006 2007 2008<br />

Attività Artigiane 33,3 33,2 31,8 32,4<br />

Attività Industriali ed Agricole 16,8 14,8 14,1 11,3<br />

Commercio Rottami 11,4 12,7 13,2 15,6<br />

Attività Gestione Rifiuti 3,2 3,0 2,3 2,8<br />

Grandi Utenti (Rfi, ENEL, Telecom,…) 7,8 5,6 4,1 4,7<br />

Attività Commerciali 3,5 3,1 3,6 2,8<br />

Pubblica Amministrazione 4,2 4,5 4,3 4,1<br />

Impianti non codificati 3 16,6 20,9 24,7 25,1<br />

Altre 3,1 2,2 1,8 1,2<br />

Fonte: COBAT<br />

3 Impianti di cui non si è potuta riconoscere la provenienza. L’aumento degli impianti non codificati è da attribuirsi<br />

alle modifiche dei codici <strong>del</strong>le attività economiche apportato dall’ISTAT e non ancora pienamente integrato dai<br />

sistemi software dei raccoglitori. L’attuale utilizzo di una doppia codifica ha fatto raddoppiare i casi di impianti<br />

con codice non riconosciuto<br />

222


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ACCORDI SPECIFICI<br />

Nel corso <strong>del</strong>l’anno sono continuate le iniziative attinenti alle campagne speciali,<br />

quella serie di attività volte a ridurre la dispersione <strong>del</strong>le batterie a maggiore<br />

rischio di abbandono generate dal fenomeno <strong>del</strong> cosiddetto “fai da te”, ovvero<br />

<strong>del</strong>la sostituzione fatta in proprio da parte <strong>del</strong> privato cittadino <strong>del</strong>la batteria<br />

esausta <strong>del</strong>la propria auto, imbarcazione, macchina agricola, etc.<br />

Tali settori sono rappresentati da:<br />

• Comuni<br />

• Grande distribuzione organizzata (GDO)<br />

• Nautica<br />

• Agricoltura<br />

A tale scopo, lo strumento che si è rivelato più efficace per contrastare il pericolo<br />

di un abbandono incontrollato <strong>del</strong>le batterie esauste è stato quello di stipulare<br />

degli accordi con i principali referenti territoriali in grado di contribuire<br />

all’organizzazione di una raccolta capillare e mirata alle diverse esigenze degli<br />

utenti: autorità locali e gestori <strong>del</strong>la raccolta differenziata nei Comuni, grande<br />

distribuzione, autorità marittime, consorzi agrari.<br />

I dati annuali relativi alla raccolta proveniente dalle campagne speciali, a causa<br />

<strong>del</strong>la loro mole, non sono ottenibili prima <strong>del</strong> termine <strong>del</strong> terzo trimestre<br />

<strong>del</strong>l’anno successivo. Pertanto, nella Tabella 7, vengono comunicati i quantitativi<br />

<strong>del</strong>la raccolta totalizzati sino al termine <strong>del</strong> 2007.<br />

TABELLA 7:<br />

Raccolta proveniente dalle campagne speciali (ton)<br />

SETTORE 2005 2006 2007<br />

Comuni 12.028 13.714 13.929<br />

GDO 146 192 164<br />

Nautica 130 150 117<br />

Agricoltura 191 213 174<br />

Totale “fai da te” 12.495 14.269 14.353<br />

Fonte: COBAT<br />

223


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Gli accordi con gli Enti locali<br />

Nel 2008, è proseguito il lavoro per incrementare il numero <strong>del</strong>le Convenzioni<br />

stipulate con gli Enti locali e con i gestori <strong>del</strong>la raccolta differenziata, per dotare i<br />

Comuni di idonei contenitori per le batterie esauste reperite in stato d’abbandono<br />

o conferite direttamente dai cittadini. Accanto ai Comuni convenzionati, vi sono poi<br />

i Comuni nei quali i raccoglitori incaricati COBAT esercitano comunque un servizio<br />

di raccolta continuativo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste.<br />

I Comuni complessivamente serviti dalla rete di raccolta sono passati da 4.265<br />

<strong>del</strong> 2007 ai 4.584 <strong>del</strong> 2008, che in termini di percentuale di popolazione<br />

residente significa essere passati dal 70% al 74%.<br />

Il quadro di sintesi complessivo dei Comuni serviti, <strong>del</strong>la percentuale di<br />

popolazione residente in Comuni serviti e <strong>del</strong>la raccolta, confrontati con l’anno<br />

precedente, è riportato nella Tabella 8.<br />

TABELLA 8: Comuni serviti e percentuale di popolazione residente in Comuni serviti<br />

TERRITORIO<br />

COMUNI SERVITI (n.)<br />

% Popolazione residente nei Comuni serviti<br />

2008 2007 2008 vs 2007 INCREMENTO 2008 2007 2008 vs 2007 (%)<br />

Nord 2.781 2.591 190 7% 81% 78% 3%<br />

Centro 732 659 73 11% 79% 75% 4%<br />

Sud 681 652 29 4% 59% 57% 2%<br />

Isole 390 363 27 7% 64% 61% 3%<br />

Totale Italia 4.584 4.265 319 7% 74% 70% 4%<br />

Fonte: COBAT<br />

La grande distribuzione organizzata<br />

Nel settore <strong>del</strong>la grande distribuzione l’impegno <strong>del</strong> COBAT consiste nel sottoscrivere<br />

degli accordi con le principali catene di ipermercati, al fine di dotare i punti vendita<br />

che commercializzano batterie d’avviamento di un servizio di raccolta per quelle<br />

esauste conferite dalla clientela. In questo modo il Consorzio collabora con chi<br />

commercializza batterie al piombo fornendogli il suo aiuto per l’adempimento di<br />

precisi obblighi normativi.<br />

Infatti, Il DM 03 luglio 2003 n. 194, di attuazione <strong>del</strong>la Direttiva 98/<strong>10</strong>1/CE, relativo<br />

alle pile ed agli accumulatori contenenti sostanze pericolose, ribadisce quanto già<br />

previsto dal DM 20 novembre 1997 n. 476, stabilendo che il rivenditore deve mettere<br />

a disposizione <strong>del</strong> pubblico un contenitore per il conferimento degli accumulatori<br />

esausti nel proprio punto vendita (art. 4, comma 2).<br />

L’incremento di centri commerciali attivati nel 2008 si deve all’Accordo stipulato con<br />

la grande catena italiana Panorama ed all’ingresso di nuovi punti vendita<br />

appartenenti a catene con le quali il COBAT aveva già proceduto alla sottoscrizione<br />

<strong>del</strong>l’Accordo.<br />

224


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 2: Ipermercati attivati negli anni 2000-2008<br />

500<br />

447<br />

491<br />

400<br />

300<br />

200<br />

<strong>10</strong>0<br />

46 46<br />

90<br />

196<br />

254<br />

308<br />

337<br />

0<br />

2000<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

COBAT<br />

Fonte: COBAT<br />

La nautica<br />

Il progetto “L’isola nel Porto”, promosso dal COBAT congiuntamente al<br />

Consorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU) ed inaugurato nel porto di Ancona nel<br />

1999, continua a suscitare molto interesse. Il progetto consiste nell’installazione<br />

di isole ecologiche metalliche recintate contenenti un contenitore per la raccolta<br />

<strong>del</strong>le batterie esauste ed una cisterna per la raccolta degli oli usati.<br />

Dal 1999 il progetto ha avuto un successo costante, a testimonianza <strong>del</strong>la<br />

validità <strong>del</strong>l’idea originaria dei due Consorzi circa l’esigenza, in ambito portuale,<br />

di un’adeguata organizzazione <strong>del</strong>la raccolta di tali rifiuti pericolosi prodotti dalle<br />

imbarcazioni. Nel corso <strong>del</strong> 2008, così come accaduto nel 2007, tranne il<br />

ripristino <strong>del</strong>le due isole ecologiche nel porto di Pescara rimosse nel 2007 per<br />

manutenzione, non sono stati attivati altri porti, a causa <strong>del</strong> forte rallentamento<br />

di cui ancora oggi soffrono i porti gestiti dalle autorità marittime a seguito<br />

<strong>del</strong>l’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 182/2003, il quale disciplina in questi porti le<br />

modalità secondo le quali debba essere organizzata la raccolta dei rifiuti prodotti<br />

dalle imbarcazioni. Tale decreto ha infatti determinato l’insorgenza di una<br />

procedura piuttosto articolata, prevedendo per i porti l’adozione di un piano di<br />

gestione da parte <strong>del</strong>l’autorità marittima o <strong>del</strong>l’autorità portuale e la sua<br />

approvazione da parte <strong>del</strong>la Regione, a seguito <strong>del</strong>la quale deve essere indetto<br />

un bando di gara per l’assegnazione <strong>del</strong> servizio di raccolta ad un soggetto<br />

aggiudicatario, al quale viene affidata da parte <strong>del</strong> COBAT e <strong>del</strong> COOU la<br />

gestione <strong>del</strong>le isole ecologiche. Un importante evento registrato nel settore è<br />

stato comunque l’accordo stipulato il 18 novembre dal COBAT e COOU con<br />

ASSONAT, l’Associazione di porti turistici più importante d’Italia aderente a<br />

Federnautica.<br />

Grazie all’accordo si prevede per il <strong>2009</strong> una ripresa nell’attivazione di nuovi<br />

porti e nell’installazione di nuove isole ecologiche.<br />

225


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 3: Porti attivati ed isole ecologiche installate negli anni 2002-2008<br />

60<br />

52<br />

59 59 60<br />

55<br />

52<br />

50<br />

43<br />

40<br />

30<br />

19<br />

26<br />

31 31<br />

32<br />

30<br />

28<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

2002<br />

2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

n. porti n. isole ecologiche installate<br />

Fonte: COBAT<br />

Il Grafico 3 mostra come dal 2006 si sia fermata l’installazione di nuove<br />

isole ecologiche. Il trend negativo <strong>del</strong> 2007 e <strong>del</strong> 2008 è dovuto alla<br />

rimozione di alcune isole ecologiche da porti nei quali, essendo venuta a<br />

mancare la presenza di un gestore <strong>del</strong>le stesse, si è dovuto procedere con<br />

l’interruzione <strong>del</strong> servizio.<br />

226


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 9:<br />

Isole ecologiche installate con il progetto “L’isola <strong>del</strong> porto” attualmente presenti<br />

PORTI CON ISOLE ECOLOGICHE<br />

PORTI Prov. n. isole data installazione<br />

1 ANCONA AN 8 lug-99<br />

2 VIAREGGIO LU 3 mag-00<br />

3 CAGLIARI CA 3 feb-01<br />

4 OLBIA SS 3 feb-01<br />

5 GOLFO ARANCI SS 1 mag-01<br />

6 LA MADDALENA SS 1 mag-01<br />

7 TRIESTE TS 3 mag-01<br />

8 SAVONA SV 1 lug-01<br />

9 RIPOSTO CT 1 lug-01<br />

<strong>10</strong> TARANTO TA 2 nov-01<br />

11 PORTO VIRO RO 1 giu-02<br />

12 SPERLONGA LT 1 ott-02<br />

13 MARINA DI CARRARA MS 1 ott-02<br />

14 MANFREDONIA FG 3 nov-02<br />

15 SAN BENEDETTO DEL TRONTO AP 3 gen-03<br />

16 BARLETTA BA 1 lug-03<br />

17 PALAU SS 1 lug-03<br />

18 CASTIGLIONE DELLA P. GR 1 dic-03<br />

19 MOLA DI BARI BA 1 mar-04<br />

20 TORRE DEL GRECO NA 1 mag-04<br />

21 SANTA TERESA DI GALLURA SS 1 mag-04<br />

22 MARATEA PZ 1 giu-04<br />

23 VENEZIA VE 3 dic-04<br />

24 MARINA DI PORTISCO SS 2 giu-06<br />

25 CHIAVARI GE 1 dic-06<br />

26 MARINA DI GROSSETO GR 1 dic-06<br />

27 ISOLA ROSSA SS 1 dic-06<br />

28 PESCARA PE 2 nov-08 (ripristino)<br />

TOTALE 52<br />

Fonte: COBAT<br />

Il settore agricolo<br />

Per quanto riguarda il comparto agricolo, il COBAT già da diversi anni<br />

partecipa ad accordi di programma adottati a livello regionale e provinciale<br />

per l’attivazione di punti di conferimento dei rifiuti prodotti dagli utenti <strong>del</strong><br />

settore.<br />

Tuttavia tali strumenti di organizzazione <strong>del</strong>la raccolta, per via <strong>del</strong><br />

coinvolgimento di un gran numero di attori più o meno direttamente<br />

collegati al settore, vengono generalmente adottati laddove la gestione dei<br />

rifiuti e <strong>del</strong>la raccolta differenziata è sufficientemente radicata presso gli<br />

amministratori e la popolazione.<br />

227


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Purtroppo però questo comporta che nell’Italia centrale e meridionale<br />

l’accordo di programma nel settore agricolo non sia così diffuso, ed in<br />

questi contesti territoriali non è pertanto possibile fare riferimento a simili<br />

strumenti operativi per organizzare la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste<br />

prodotte dagli agricoltori.<br />

Per questo motivo il COBAT ha iniziato a ricercare altre forme di attivazione<br />

<strong>del</strong> servizio in ambito agricolo, soprattutto in considerazione di quanto<br />

possa essere alto il rischio di dispersione <strong>del</strong>la batteria esausta in questo<br />

settore specifico.<br />

Tra le forme alternative all’accordo di programma prese in esame, quella<br />

che è apparsa presentarsi maggiormente promettente allo scopo è stato il<br />

ricorso ai consorzi agrari provinciali.<br />

I consorzi agrari provinciali, laddove fattivamente presenti sul territorio,<br />

posseggono <strong>del</strong>le agenzie di vendita nella Provincia nelle quali, tra l’ampia<br />

gamma di prodotti commercializzati per l’utenza agricola, vengono venduti<br />

anche nuovi accumulatori; in qualità di rivenditori, tali soggetti sono tenuti<br />

per legge a porre a disposizione <strong>del</strong>l’agricoltore il servizio di ritiro dei vecchi<br />

accumulatori, così come ad informarlo <strong>del</strong>l’esistenza <strong>del</strong> servizio e <strong>del</strong>la<br />

pericolosità potenzialmente derivante dall’abbandono in ambiente di<br />

questo rifiuto pericoloso (D.Lgs. 194/03).<br />

Forte di tale legislazione, che peraltro ha più facilmente consentito di<br />

rendere operativo il servizio nei punti vendita <strong>del</strong>la GDO, si è deciso di<br />

rivolgersi nel 2007 ad un consorzio agrario provinciale di un’area a forte<br />

vocazione agricola come la Provincia di Latina, per testare questo progetto<br />

pilota in un’area peculiare e susseguentemente esportarlo in altre realtà<br />

provinciali.<br />

L’accordo con il consorzio provinciale di Latina è stato sottoscritto nel mese<br />

di marzo 2007, consentendo di attivare ben 19 punti di raccolta nella<br />

Provincia, e successivamente, grazie al prezioso contributo <strong>del</strong>l’Associazione<br />

nazionale dei consorzi agrari provinciali (ASSOCAP), sono stati contattati<br />

tutti i consorzi agrari nel territorio nazionale a cui è stata proposta la<br />

sottoscrizione <strong>del</strong>l’accordo.<br />

Nel 2008 sono stati sottoscritti due accordi con altri due Consorzi agrari<br />

provinciali in Piemonte e l’attivazione di altri due centri di raccolta.<br />

228


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GESTIONE<br />

DELLA RACCOLTA:<br />

I RACCOGLITORI<br />

INCARICATI<br />

Il COBAT non gestisce in modo diretto il servizio di raccolta, ma ricorre ad<br />

una rete di raccoglitori incaricati.<br />

Tali raccoglitori sono distribuiti su tutto il territorio nazionale ed offrono<br />

gratuitamente il servizio di raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste pronte al carico,<br />

anche nelle zone a bassa concentrazione di produzione di rifiuto.<br />

I raccoglitori incaricati di cui si avvale COBAT sono circa 90, aggiudicatari di<br />

una gara pubblica d’appalto conclusasi nel mese di gennaio 2006 per 69<br />

lotti d’incarico.<br />

Con le aziende aggiudicatarie, il COBAT stipula un contratto attraverso il<br />

quale il raccoglitore si obbliga a garantire la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste<br />

nel lotto di appartenenza mediante l’utilizzo di mezzi propri autorizzati o<br />

mediante trasportatori terzi valicati dal Consorzio, e a stoccare le batterie<br />

esauste nei propri impianti di messa in riserva osservando ed adottando<br />

tutte le procedure e prescrizioni fissate dalla normativa in materia di<br />

gestione dei rifiuti pericolosi, di specifici provvedimenti autorizzatori e <strong>del</strong><br />

Descrittivo tecnico COBAT.<br />

Il raccoglitore incaricato è obbligato a cedere al COBAT l’intero quantitativo<br />

di batterie raccolte, consegnando le stesse agli impianti di riciclo indicati da<br />

COBAT, presso cui si effettua l’acquisto e la vendita <strong>del</strong>le batterie da parte<br />

<strong>del</strong> COBAT. L’avvenuta consegna <strong>del</strong> carico viene formalizzata dal rilascio da<br />

parte <strong>del</strong>l’impianto di riciclo <strong>del</strong> documento di collaudo, dal quale deve<br />

risultare il “peso netto confermato” <strong>del</strong>le batterie ritirate.<br />

L’importo fatturabile è riferito al quantitativo di batterie pari al peso<br />

accertato e documentato dall’impianto di riciclo.<br />

L’organizzazione <strong>del</strong>la rete di raccolta <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste è<br />

dettagliata nel “Regolamento per l’organizzazione <strong>del</strong>la rete di raccolta<br />

<strong>del</strong>le batterie al piombo esauste COBAT”, mentre le modalità di trasporto e<br />

di conferimento <strong>del</strong>le batterie esauste o dei rifiuti piombosi sono regolate<br />

dal “Descrittivo tecnico COBAT” e dalle “Modalità di conferimento<br />

COBAT”.<br />

Il raccoglitore incaricato è obbligato ad inviare con cadenza mensile tutti i<br />

movimenti in ingresso ed in uscita relativi alle batterie raccolte, stoccate e<br />

conferite agli impianti di riciclo mediante l’utilizzo di uno specifico<br />

software.<br />

Il COBAT riconosce inoltre incentivi e/o premi a quei raccoglitori incaricati<br />

che dimostrano di aver conseguito obiettivi significativi atti a migliorare il<br />

servizio: certificazioni conformi alle ISO 9001, ISO 14001, EMAS,<br />

informatizzazione, qualità <strong>del</strong>la raccolta, comunicazione.<br />

229


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GESTIONE<br />

DELLA RACCOLTA:<br />

I RACCOGLITORI<br />

VERIFICATI<br />

Qualsiasi operatore che sia in possesso <strong>del</strong>le necessarie autorizzazioni previste<br />

dalla legge per svolgere l’attività di raccolta, pur non appartenendo alla rete dei<br />

raccoglitori incaricati COBAT, può chiedere comunque di consegnare le batterie<br />

esauste agli impianti di riciclo consorziati.<br />

Al ricevimento <strong>del</strong>la richiesta, il COBAT verifica il possesso da parte<br />

<strong>del</strong>l’operatore <strong>del</strong>le necessarie iscrizioni e autorizzazioni, ed in caso di esito<br />

positivo, sottopone al medesimo la sottoscrizione di un contratto mediante il<br />

quale il raccoglitore diviene verificato ed, analogamente ai raccoglitori incaricati,<br />

abilitato al conferimento <strong>del</strong>le batterie esauste raccolte agli impianti consorziati,<br />

alle medesime condizioni economiche, senza però percepire il valore <strong>del</strong> servizio,<br />

riconosciuto unicamente ai raccoglitori incaricati.<br />

Il contratto, esattamente come avviene per i raccoglitori incaricati, obbliga il<br />

raccoglitore verificato alla trasmissione mensile dei dati relativi alla raccolta, ed<br />

all’invio <strong>del</strong>la copia <strong>del</strong> MUD.<br />

Valorizzazione <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste<br />

- Raccoglitori Incaricati<br />

Per l’acquisto franco destino <strong>del</strong>le batterie raccolte viene riconosciuto un prezzo<br />

di cessione pari a V1 + V2 + VT dove:<br />

VOCE DI COSTO<br />

Valore batteria (V1)<br />

Valore servizio (V2)<br />

Valore trasporto (VT)<br />

VALORE<br />

Variabile in funzione <strong>del</strong> LME.<br />

LME è la media aritmetica semplice, in €/t, <strong>del</strong>la “quotazione<br />

settlement” <strong>del</strong> piombo al London Metal Exchange<br />

determinata per ciascun trimestre solare: ad esempio, per un<br />

valore di 801 euro a tonnellata di piombo, COBAT riconosce<br />

un valore di 121 euro a tonnellata di batteria.<br />

Indicato dal contratto (€/t) a seguito di aggiudicazione gara<br />

Variabile in funzione <strong>del</strong>la distanza tra il proprio impianto<br />

di stoccaggio e l’impianto di riciclo determinato dal COBAT<br />

Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad una<br />

società specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzata<br />

ai sensi <strong>del</strong>la normativa vigente. Al raccoglitore incaricato franco partenza verrà<br />

riconosciuto il prezzo V1 + V2 .<br />

- Raccoglitori verificati<br />

Per l’acquisto franco destino <strong>del</strong>le batterie raccolte viene riconosciuto un prezzo<br />

di cessione pari a V1 + VT .<br />

Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad una<br />

società specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzata<br />

ai sensi <strong>del</strong>la normativa vigente. Al raccoglitore verificato franco partenza verrà<br />

riconosciuto il prezzo V1.<br />

230


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INDICATORI<br />

DELLA RACCOLTA<br />

Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati alla raccolta, sono stati definiti<br />

degli indici utili per il monitoraggio <strong>del</strong>le attività il cui svolgimento genera un<br />

impatto ambientale.<br />

Da tale monitoraggio rimangono escluse le attività di raccolta riferibili a soggetti<br />

“extra-COBAT”, in quanto completamente autonomi sia a livello gestionale, sia<br />

tecnico.<br />

Le quantità raccolte (Tabella <strong>10</strong>) sono suddivise in:<br />

1. raccolta di batterie esauste da raccoglitori incaricati;<br />

2. raccolta di batterie esauste da raccoglitori verificati.<br />

TABELLA <strong>10</strong>: Raccolta COBAT e ripartizione tra raccoglitori incaricati e verificati<br />

2005 2006 2007 2008<br />

RACCOLTA (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%)<br />

DA RACCOGLITORI INCARICATI 196.598 97.56 185.656 96,83 177.905 94,82 151.401 93,94)<br />

DA RACCOGLITORI VERIFICATI 4.924 2,44 6.087 3,17 9.718 5,18 9.769 6,06<br />

TOTALE 201.522 <strong>10</strong>0 191.743 <strong>10</strong>0 187.623 <strong>10</strong>0 161.170 <strong>10</strong>0<br />

Fonte: COBAT<br />

Negli ultimi anni si assiste ad un aumento dei conferimenti da parte degli<br />

operatori verificati, che però rimane sempre trascurabile rispetto al totale dei<br />

conferimenti a COBAT.<br />

La rete COBAT utilizza ancora una significativa percentuale di mezzi di trasporto<br />

obsoleta (Euro 0), ma con una attenzione altrettanto significativa<br />

all’aggiornamento <strong>del</strong> proprio parco mezzi con vetture di nuova generazione ad<br />

impatto ambientale più contenuto (Euro 3, Euro 4).<br />

Sulla base dei risultati ottenuti con il censimento, sono stati nuovamente<br />

calcolati per il 2008 gli impatti in termini di emissioni prodotti dalla fase di<br />

raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste presso i produttori <strong>del</strong> rifiuto. Per il calcolo si è<br />

proceduto mediante la stima dei km percorsi per effettuare un numero di prese<br />

pari a quelle <strong>del</strong> 2008 (oltre 130.000), considerando un valore medio stimato di<br />

percorrenza per singola presa pari a 20 km.<br />

La Tabella 11 riporta i risultati ottenuti con il nuovo calcolo:<br />

TABELLA 11:<br />

Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di raccolta <strong>del</strong>le batterie<br />

esauste presso i produttori/detentori <strong>del</strong> rifiuto (ton)<br />

TIPOLOGIA DI GAS SERRA<br />

2008<br />

N2O<br />

CH4<br />

COVNM<br />

CO<br />

CO2<br />

NOX<br />

0,012<br />

0,004<br />

1,06<br />

4,25<br />

744,21<br />

3,72<br />

Fonte: COBAT<br />

231


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ALTRE ATTIVITÀ<br />

DI RILEVANZA<br />

AMBIENTALE<br />

Le attività <strong>del</strong> “non piombo”<br />

Per attività “non piombo” si intendono quelle attività di intermediazione che il<br />

COBAT effettua tramite i propri raccoglitori incaricati su richiesta di alcuni enti o<br />

grandi aziende per la raccolta e l’avvio a riciclo di accumulatori non al piombo<br />

ed apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso contenenti accumulatori.<br />

Gli utenti che richiedono lo smaltimento <strong>del</strong>le batterie al nichel-cadmio sono<br />

notevolmente diversificati: dagli stessi raccoglitori incaricati COBAT ad enti quali<br />

RFI, Trenitalia, TIM, Telecom, Vodafone.<br />

Le procedure adottate negli anni passati hanno permesso oggi di ottimizzare<br />

l’economicità <strong>del</strong> servizio, di monitorare i flussi di batterie e di evitare lo<br />

smaltimento oneroso da parte <strong>del</strong> COBAT <strong>del</strong>le eventuali batterie conferite dai<br />

raccoglitori incaricati presso gli impianti di riciclo.<br />

Nel corso <strong>del</strong>l’esercizio 2008 sono state raccolte 43 tonnellate di batterie non<br />

piombo.<br />

GRAFICO 4: Andamento raccolta accumulatori al nichel-cadmio (ton)<br />

200<br />

180<br />

160<br />

140<br />

120<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

Fonte: COBAT<br />

232


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL TRASPORTO<br />

Non tutti i raccoglitori incaricati COBAT effettuano con mezzi propri il servizio<br />

di trasporto <strong>del</strong>le batterie esauste agli impianti di riciclo.<br />

Il trasporto <strong>del</strong>le batterie agli impianti di riciclo è effettuato con automezzi di<br />

portata maggiore rispetto a quelli utilizzati per la microraccolta; la categoria<br />

più impiegata è quella appartenente alla classe 16-32 tonnellate.<br />

Il servizio è inoltre caratterizzato da una minore frequenza e da un percorso<br />

medio coperto più lungo.<br />

Analogamente alla Tabella 11 per la raccolta, la Tabella 12, sempre sulla base<br />

<strong>del</strong> nuovo censimento dei mezzi di trasporto <strong>del</strong>la rete, riporta le emissioni in<br />

atmosfera associate al trasporto <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste dagli<br />

stoccaggi agli impianti di riciclo.<br />

Complessivamente, per il trasporto <strong>del</strong>le batterie esauste agli impianti di<br />

riciclo consorziati, sono stati percorsi quasi 2.500.000 km.<br />

TABELLA 12:<br />

Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di trasporto <strong>del</strong>le batterie<br />

esauste dagli stoccaggi agli impianti di riciclo (ton)<br />

TIPOLOGIA DI GAS SERRA<br />

2008<br />

N2O<br />

CH4<br />

COVNM<br />

CO<br />

CO2<br />

NOX<br />

0,017<br />

0,008<br />

1,33<br />

5,64<br />

807,39<br />

5,41<br />

Fonte: COBAT<br />

233


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL RICICLO 4<br />

Per assicurare che il piombo contenuto nelle batterie esauste sia correttamente<br />

recuperato, il COBAT si avvale di 7 impianti consorziati (Figura 1).<br />

FIGURA 1: Ripartizione geografica impianti di riciclo consortili<br />

ECO-BAT<br />

Paderno Dugnano (MI)<br />

Piombifera Bresciana<br />

Maclodio (BS)<br />

Ecolead<br />

Torrecuso (BN)<br />

Piomboleghe<br />

Brugherio (MI)<br />

ECO-BAT<br />

Marcianise (CE)<br />

E.S.I<br />

Pace <strong>del</strong> Mela (ME)<br />

ME.CA.<br />

Lamezia Terme (CZ)<br />

Fonte: COBAT<br />

Nel 2008, le batterie avviate a riciclo in tali impianti dal sistema COBAT sono<br />

state 161.170 tonnellate ma la totalità <strong>del</strong>le batterie conferite copre solo<br />

parzialmente la capacità di trattamento degli impianti.<br />

Uno schema <strong>del</strong>la lavorazione <strong>del</strong>la batteria per la successiva produzione di<br />

piombo può essere sintetizzato in Figura 2.<br />

4 I dati di questo paragrafo sono trasmessi a cura di AIRPB (Associazione Imprese Riciclo Piombo da Batterie)<br />

234


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

FIGURA 2: Diagramma di flusso <strong>del</strong>le principali operazioni di un impianto di riciclo di batterie al piombo<br />

Batterie Esauste<br />

Acido Solforico<br />

NEUTRALIZZAZIONE<br />

CONCENTRAZIONE<br />

FRANTUMAZIONE<br />

Plastiche<br />

SEPARAZIONE<br />

VALORIZZAZIONE<br />

Griglie e Pastello<br />

FUSIONE / RIDUZIONE<br />

Fonte: COBAT<br />

Piombo e sue Leghe<br />

Il processo piro-metallurgico<br />

Il sistema industriale degli impianti consortili nazionali utilizza un processo<br />

piro-metallurgico molto diffuso a livello mondiale nel settore specifico <strong>del</strong><br />

riciclaggio dei rottami di batterie.<br />

Tale processo è stato selezionato tra i più efficienti, per quanto riguarda gli<br />

impatti ambientali, dall’European IPPC Bureau (Integrated Pollution Prevention<br />

Control) che lo elenca tra le Best Available Techniques per il settore <strong>del</strong>la<br />

metallurgia non ferrosa.<br />

Sommariamente, il processo si basa sulla riduzione ad alta temperatura dei<br />

composti <strong>del</strong> piombo, ossidi e solfati, ad opera di riducenti classici quali il<br />

carbone o il coke.<br />

Le attività possono essere schematizzate in tre macrofasi, di seguito descritte<br />

in dettaglio:<br />

1. macinazione con selezione, separazione e stoccaggio dei diversi<br />

componenti <strong>del</strong>la batteria;<br />

2. riduzione-fusione, con produzione <strong>del</strong> cosiddetto “piombo d’opera”;<br />

3. raffinazione e lingottatura.<br />

235


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

FIGURA 3:<br />

Il processo di lavorazione <strong>del</strong>le batterie<br />

COBAT rete di raccolta<br />

e riciclaggio<br />

Fusione<br />

Raffinazione<br />

Vasca di accumulo<br />

Scorie<br />

Piombo raffinato<br />

al 99,97%<br />

Piombo antimoniale<br />

Leghe di piombo<br />

Eventuale trattamento<br />

<strong>Recupero</strong> di materia<br />

o invio a discarica<br />

Griglie e altre parti<br />

contenenti piombo<br />

Frantumazione<br />

Polipropilene<br />

Lavaggi<br />

Acido solforico<br />

Mix plastiche<br />

Granulazione<br />

Trattamento<br />

<strong>Recupero</strong><br />

di materia<br />

o energia<br />

Smaltimento<br />

Vendita<br />

Fonte: COBAT<br />

Selezione, macinazione e separazione dei componenti<br />

Le batterie esauste, giunte agli stabilimenti di riciclaggio, vengono scaricate<br />

dagli automezzi di trasporto su un’area adibita ad una prima selezione e<br />

controllo <strong>del</strong> carico. Tale fase è volta a verificarne la rispondenza ai requisiti<br />

ambientali e di sicurezza ed a rimuoverne eventuali materiali non conformi.<br />

Le batterie vengono quindi movimentate per facilitare gli sversamenti<br />

<strong>del</strong>l’acido ancora contenuto. Questo avviene in zone con un’adeguata<br />

pendenza o, in alternativa, in vere e proprie vasche, isolate con cemento<br />

antiacido e dotate di canalette di raccolta. Mediante tramoggia sono quindi<br />

avviate ai mulini di frantumazione dove, previa deferrizzazione, sono<br />

macinate, permettendo così la successiva separazione dei vari componenti<br />

<strong>del</strong>la batteria esausta.<br />

236


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

È da ricordare che le batterie esauste vengono consegnate dal sistema di<br />

raccolta gestito dal COBAT agli impianti consortili nazionali con il loro<br />

contenuto di acido. Il Consorzio infatti incentiva i raccoglitori ad evitare che in<br />

tutte le operazioni precedenti la consegna <strong>del</strong>le batterie esauste l’acido venga<br />

disperso. Questo qualifica ulteriormente l’attenzione per l’ambiente <strong>del</strong><br />

sistema italiano che, nello specifico, comporta un aggravio dei costi per il<br />

trattamento <strong>del</strong>l’acido per i riciclatori nazionali.<br />

Sul mercato europeo infatti le batterie sono valorizzate sul loro peso secco<br />

scoraggiando di fatto il raccoglitore dall’evitare che l’acido venga disperso<br />

prima <strong>del</strong>la consegna.<br />

Al termine dalla fase descritta, si ottengono: pastello, griglie e poli,<br />

polipropilene e mix plastico.<br />

Il pastello, in forma di fango, viene recuperato mediante vagliatura e<br />

successiva filtropressatura. L’abituale contenuto in piombo di circa il 70% su<br />

secco, viene normalmente recuperato con trattamento di ossiriduzione in forni<br />

fusori rotativi. Le griglie e i poli vengono caricati nei forni di fusione.<br />

Il polipropilene, in uscita dal separatore, viene prelevato per mezzo di coclee<br />

ed inviato alla macinazione per la riduzione in pezzatura fine.<br />

Del mix plastico, una parte, lavata, pulita e depurata da materiali residui, viene<br />

venduta come prodotto ai costruttori di materiali plastici mentre la restante,<br />

costituita in massima parte da polietilene, è inviata a recupero o a discarica.<br />

L’acido solforico, in funzione <strong>del</strong> mercato, può essere concentrato e venduto<br />

oppure è convogliato in una vasca di raccolta ed inviato al trattamento di<br />

neutralizzazione per essere successivamente smaltito.<br />

Le varie fasi <strong>del</strong> ciclo descritto possiedono un certo grado d’automazione,<br />

secondo il quale ogni macchina può essere comandata in modo locale (per<br />

mezzo di pulsantiera) o remoto (tramite comando a video gestito da un<br />

operatore situato in cabina di comando).<br />

La presenza <strong>del</strong>l’operatore è, ad ogni modo, necessaria poiché la variabilità<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche dei materiali trattati implica degli interventi sui parametri<br />

standard <strong>del</strong> ciclo.<br />

Fusione e riduzione dei componenti metalliferi<br />

Il pastello, le parti metalliche in piombo, insieme ad altri rifiuti piombosi anche<br />

provenienti da cicli interni di lavorazione, sono dosati e miscelati con i<br />

composti riducenti quali: carbone, ferro e carbonato sodico.<br />

La carica premiscelata viene trasportata in opportuni contenitori atti ad essere<br />

introdotti dentro il forno rotativo. Le varie fasi sono condotte in modo tale da evitare<br />

al massimo il rilascio di gas e fumi all’interno <strong>del</strong>lo stabilimento, consentendo il<br />

raggiungimento dei severi limiti imposti dalle normative di qualità <strong>del</strong>l’aria.<br />

Dal forno di fusione e riduzione vengono estratti in sequenza il piombo e la<br />

scoria; l’estrazione avviene da un opportuno foro di colata posto sulla<br />

mezzeria <strong>del</strong> forno.<br />

I processi che avvengono in questa fase possono essere sintetizzati in:<br />

• riduzione degli ossidi e solfati di piombo tramite carbone;<br />

• liberazione <strong>del</strong> piombo, presente in forma di solfato, mediante l’utilizzo di<br />

carbonato sodico e ferro.<br />

237


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Le temperature di esercizio per questa fase sono superiori ai 1.<strong>10</strong>0° C in<br />

funzione <strong>del</strong>le particolari condizioni d’esercizio.<br />

Raffinazione e lingottatura<br />

Il piombo, spillato dal forno alla temperatura di circa 900° C, come “piombo<br />

d’opera”, deve essere raffinato per raggiungere il grado di purezza voluto o<br />

altrimenti alligato secondo le specifiche richieste dei vari committenti.<br />

A tal fine, il processo si svolge secondo le seguenti fasi:<br />

• rimozione degli ossidi superficiali;<br />

• decuprazione per la totale o controllata eliminazione <strong>del</strong> rame;<br />

• destagnazione, per la rimozione totale o parziale <strong>del</strong>lo stagno;<br />

• disantimonizzazione per la rimozione totale o parziale <strong>del</strong>l’antimonio;<br />

• alligazione per l’aggiunta controllata di elementi metallici necessari per<br />

ottenere la lega prescelta.<br />

Dopo aver superato il controllo <strong>del</strong>la composizione chimica, la lega viene<br />

colata negli stampi dei pani di piombo sia meccanicamente, attraverso una<br />

lingottatrice, sia manualmente. Anche la fase di raffinazione è dotata di cappe<br />

di aspirazione dei fumi generati durante le operazioni di raffinazione, che<br />

vengono depurati prima di essere immessi in atmosfera.<br />

Lo schema di flusso riportato in Figura 3 illustra le principali fasi che<br />

compongono il processo di trasformazione <strong>del</strong>le batterie esauste per la<br />

produzione di piombo secondario.<br />

Il COBAT definisce annualmente il quantitativo di batterie esauste al piombo che<br />

può essere effettivamente conferito a ciascun impianto sulla base dei seguenti<br />

criteri:<br />

• percentuale di conferimento sul totale <strong>del</strong>le batterie raccolte da COBAT,<br />

indicata nel contratto;<br />

• quantità massima autorizzata di batterie esauste al piombo per ogni impianto.<br />

Per rispettare tale quantitativo annuale, il COBAT giornalmente riceve i dati sulle<br />

quantità di batterie esauste consegnate agli impianti e, nel caso, provvede a<br />

modificare le destinazioni dei raccoglitori incaricati perseguendo l’obiettivo <strong>del</strong>la<br />

minimizzazione dei costi di trasporto.<br />

All’arrivo <strong>del</strong> carico, l’impianto di riciclo controlla:<br />

• che i raccoglitori siano autorizzati (verificati o incaricati) dal COBAT;<br />

• che i documenti in entrata (formulario e documento di trasporto) siano<br />

regolarmente compilati;<br />

• che gli automezzi di trasporto siano quelli contemplati nell’elenco inviato loro<br />

dal COBAT.<br />

Nel caso sia tutto in regola, il camion viene autorizzato (dopo la pesa) a scaricare<br />

le batterie. Viene aperto un bollettino di collaudo che riporta, oltre ai dati <strong>del</strong><br />

238


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

raccoglitore, il trasportatore (se diverso), la data, ed i documenti amministrativi<br />

necessari, la consistenza <strong>del</strong> carico ed eventuali elementi penalizzabili come<br />

disciplinato dalle “Modalità di Conferimento COBAT”.<br />

Il bollettino viene compilato su un apposito spazio internet, viene convalidato,<br />

stampato e dato in copia al raccoglitore. I dati contenuti sono immediatamente<br />

visibili al COBAT.<br />

Tali dati sono utilizzati dal COBAT per la fatturazione attiva verso i riciclatori e per<br />

il controllo <strong>del</strong>la fatturazione passiva verso i raccoglitori.<br />

La non prevedibilità <strong>del</strong> gettito di batterie rende la ripartizione presso i singoli<br />

impianti una operazione complessa che deve tener conto anche <strong>del</strong>le esigenze<br />

dei raccoglitori e dei trasporti. Il mancato rispetto <strong>del</strong>le previsioni di raccolta<br />

genera un intervento <strong>del</strong> COBAT che dirotta i flussi di batterie al fine di assicurare<br />

una quanto più equa ripartizione tra gli stabilimenti consorziati, minimizzando il<br />

costo totale di trasporto. È da annotare che il COBAT aggiorna periodicamente<br />

le capacità di tutti gli impianti consortili al fine di certificare che il sistema di<br />

riciclaggio sia efficiente su tutto il territorio nazionale. Questo è giustificato sia<br />

dalla messa a regime di nuovi impianti, sia dalla verifica <strong>del</strong>le continue migliorie<br />

tecniche apportate nel periodo dai singoli operatori.<br />

TABELLA 13: Principali informazioni relative agli impianti consorziati<br />

PARAMETRO<br />

U.M.<br />

CAPACITÀ PRODUTTIVA NOMINALE<br />

(TOTALE IMPIANTI)<br />

CAPACITÀ<br />

PRODUTTIVA MINIMA<br />

CAPACITÀ<br />

PRODUTTIVA MASSIMA<br />

Capacità di fusione massima<br />

t/anno<br />

676.700<br />

41.800<br />

180.000<br />

Capacità di frantumazione<br />

t/anno<br />

1.059.400<br />

64.000<br />

279.<strong>10</strong>0<br />

Capacità impianti di trattamento aria<br />

Nm3/h<br />

1.556.000<br />

1<strong>10</strong>.000<br />

400.000<br />

Capacità impianti di trattamento acque<br />

m 3 /anno<br />

1.652.600<br />

17.600<br />

1.500.000<br />

Numero di dipendenti<br />

n.<br />

257<br />

21<br />

81<br />

Ubicazione<br />

Zone industriali<br />

Fonte: COBAT<br />

La Tabella 13 riporta l’indicazione <strong>del</strong>le capacità complessive <strong>del</strong>l’intero sistema.<br />

Le quantità di batterie esauste raccolte nel corso di ogni esercizio sono ripartite<br />

dal COBAT secondo un piano che garantisce l’operatività di tutti gli impianti<br />

rispettandone le singole capacità di trattamento.<br />

Nel corso degli ultimi anni il COBAT ha ripartito le batterie raccolte secondo la<br />

Tabella 14.<br />

239


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 14: Batterie consegnate dal COBAT agli impianti di riciclo (ton)<br />

DESTINAZIONE<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

ECO-BAT, di cui<br />

114.857<br />

<strong>10</strong>8.712<br />

<strong>10</strong>1.955<br />

90.296<br />

ECO-BAT Paderno<br />

56.738<br />

51.946<br />

49.585<br />

49.118<br />

ECO-BAT Marcianise<br />

58.118<br />

56.766<br />

52.370<br />

41.178<br />

Piomboleghe<br />

28.659<br />

27.198<br />

26.225<br />

20.913<br />

Piombifera Bresciana<br />

26.039<br />

25.060<br />

19.619<br />

19.238<br />

Me.Ca.<br />

15.541<br />

15.693<br />

14.776<br />

12.433<br />

E.S.I.<br />

16.426<br />

15.080<br />

16.446<br />

12.098<br />

Ecolead<br />

0<br />

0<br />

8.600<br />

6.191<br />

Export<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

Totale<br />

201.522<br />

191.743<br />

187.621<br />

161.170<br />

Fonte: COBAT<br />

INDICATORI<br />

DEL RICICLO<br />

Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati al riciclo, sono monitorati<br />

annualmente i rifiuti in ingresso ed in uscita, i consumi energetici ed idrici,<br />

nonché le principali emissioni in atmosfera. Per ogni voce di input e di output<br />

sono stati calcolati gli indici per unità di peso di batteria lavorata.<br />

La Tabella 15 illustra il bilancio di materia relativo al complesso degli stabilimenti<br />

aderenti al COBAT negli ultimi anni. I dati vengono trasmessi a COBAT da parte<br />

<strong>del</strong>l’AIRPB (Associazione Italiana Riciclatori di Piombo) che riceve i dati dai singoli<br />

impianti e li trasmette in forma aggregata.<br />

Al fine di una corretta lettura dei dati appresso riportati, si segnala che per il<br />

2008 non sono stati comunicati da AIRPB i dati <strong>del</strong>l’impianto ECOLEAD di<br />

Torrecuso (BN). Tuttavia, a fronte di una sua prolungata inattività nel corso <strong>del</strong><br />

2008, il contributo di ECOLEAD al computo generale influisce marginalmente.<br />

Dalla Tabella 15 si evince che nel 2008 sono stati prodotti piombo e leghe di<br />

piombo per un totale di 119.332 tonnellate. Del piombo ottenuto, circa il 70%<br />

è stato impiegato per la produzione di nuove batterie, mentre il restante 30% è<br />

240


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 15: Input ed Output impianti di riciclo (ton)<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

2008*<br />

Batterie<br />

201.000<br />

194.600<br />

187.623<br />

166.360<br />

Input<br />

Altri input<br />

49.600<br />

68.970<br />

70.000<br />

64.401<br />

Piombo e leghe<br />

128.600<br />

131.600<br />

128.811<br />

119.332<br />

Pastello<br />

39.000<br />

32.300<br />

31.430<br />

41.944<br />

Output<br />

Polipropilene<br />

8.800<br />

8.900<br />

8.500<br />

7.430<br />

* escluso impianto Ecolead<br />

Fonte: COBAT<br />

stato destinato ad usi diversi in vari settori industriali. In aggiunta, oltre 41.944<br />

tonnellate di pastello sono state trasferite agli impianti di lavorazione primaria.<br />

I principali consumi di energia, nei processi di produzione di piombo secondario,<br />

sono legati all’alimentazione dei forni di fusione e degli altri impianti, al<br />

riscaldamento degli ambienti di lavoro, oltre all’illuminazione dei locali ed al<br />

riscaldamento <strong>del</strong>l’acqua per usi sanitari.<br />

Le due fonti energetiche principalmente utilizzate per il recupero <strong>del</strong> piombo<br />

contenuto nei vari materiali trattati (batterie esauste ed altri rifiuti piombosi),<br />

sono metano ed energia elettrica. Nel 2008 gli impianti consorziati hanno<br />

consumato 725.991 GJ (Tabella 16), sensibilmente meno rispetto al 2007,<br />

verosimilmente per la riduzione <strong>del</strong>le batterie inviate a lavorazione dal COBAT.<br />

TABELLA 16: Consumi impianti di riciclo<br />

CONSUMI<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

2008*<br />

Consumi energetici (GJ)<br />

727.559<br />

843.842<br />

826.520<br />

725.991<br />

Consumi idrici (m 3 )<br />

225.700<br />

212.200<br />

226.252<br />

194.966<br />

* escluso impianto Ecolead<br />

Fonte: COBAT<br />

241


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Le emissioni atmosferiche monitorate sono controllate ai camini degli impianti,<br />

dove le diverse componenti sono misurate tramite analizzatori a celle<br />

elettrochimiche. La Tabella 17 riporta lo storico, mentre la successiva Tabella 18<br />

presenta gli indici per unità di peso di batteria lavorata (g/kg).<br />

Rispetto allo scorso anno, AIRPB non ha comunicato i dati relativi alle emissioni<br />

di CO, CO2 e PST, che pertanto non figurano in Tabella per l’impossibilità di<br />

poterli confrontare al dato 2008.<br />

TABELLA 17:<br />

Emissioni totali in atmosfera degli impianti di riciclo per anno<br />

EMISSIONI IN TONNELLATE/ANNO 2005 2006 2007 2008*<br />

Emissioni NOx <strong>10</strong>5 93 112 111<br />

Emissioni SO 2 650 590 695 425<br />

Emissioni Pb 2.8 2,5 2,5 1,14<br />

* escluso impianto Ecolead<br />

Fonte: COBAT<br />

TABELLA 18:<br />

Emissioni in atmosfera degli impianti di riciclo (indici per kg di batteria<br />

trattata)<br />

EMISSIONI IN G/KG BATTERIA 2005 2006 2007 2008*<br />

Emissioni NOx 0,5 0,5 0,6 0,7<br />

Emissioni SO 2 3,2 3,0 3,7 2,5<br />

Emissioni Pb 0,01 0,01 0,01 0,01<br />

* escluso impianto Ecolead<br />

Fonte: COBAT<br />

Dalla trasformazione <strong>del</strong>le batterie esauste, oltre al piombo, si ottengono i<br />

seguenti sottoprodotti:<br />

• acido solforico;<br />

• scorie di lavorazione;<br />

• componenti plastiche.<br />

Alcuni di questi componenti possono essere riutilizzati, sia durante lo stesso<br />

processo di trasformazione <strong>del</strong>le batterie, sia in altri processi industriali.<br />

Le parti non valorizzabili, costituite essenzialmente da scorie di lavorazione e da<br />

plastiche di scarso valore utilizzate per i separatori interni <strong>del</strong>l’accumulatore,<br />

devono essere invece adeguatamente smaltite in discariche autorizzate.<br />

242


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’acido solforico recuperato dalle batterie viene raccolto in appositi serbatoi e<br />

può subire diverse destinazioni:<br />

• neutralizzazione e successivo conferimento a terzi autorizzati per smaltimento;<br />

• depurazione e concentrazione e successiva vendita.<br />

Grazie alla costante attenzione, alle innovazioni tecnologiche ed all’adozione di<br />

migliorie impiantistiche, gli stabilimenti consorziati si sono sempre<br />

contraddistinti per il rispetto di elevati standard di efficienza ambientale.<br />

Le quantità di rifiuti avviati a discarica in un anno non trova una diretta<br />

correlazione con le batterie lavorate nello stesso periodo di riferimento a causa<br />

degli stoccaggi, che determinano uno slittamento temporale <strong>del</strong> momento <strong>del</strong>lo<br />

smaltimento rispetto a quello <strong>del</strong>l’effettiva produzione <strong>del</strong> rifiuto.<br />

I materiali plastici che compongono un accumulatore sono costituiti<br />

essenzialmente da:<br />

• polipropilene, un polimero utilizzato in numerose applicazioni industriali che,<br />

grazie alle sue caratteristiche di lavorabilità, può essere facilmente reimpiegato<br />

in altri cicli di lavorazione e viene pertanto destinato alla vendita;<br />

• un mix costituto da plastiche di scarso valore commerciale, utilizzate per i<br />

separatori interni <strong>del</strong>la batteria, che sono necessariamente inviate a discarica.<br />

Il problema <strong>del</strong>lo smaltimento <strong>del</strong>le plastiche dei separatori, che rappresenta un<br />

onere per gli impianti di riciclaggio, seppur lentamente, sta tuttavia trovando<br />

una progressiva soluzione per effetto <strong>del</strong>la loro sempre minore presenza<br />

all’interno <strong>del</strong>le batterie di nuova generazione.<br />

TABELLA 19:<br />

<strong>Produzione</strong> di rifiuti degli Impianti di riciclo (ton)<br />

RIFIUTI PRODOTTI 2005 2006 2007 2008*<br />

Pericolosi (scorie) 31.500 37.900 32.805 36.461<br />

Non Pericolosi (mix plastico) 6.200 6.749 11.257 6.043<br />

* escluso impianto Ecolead<br />

Fonte: COBAT<br />

243


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

CONFRONTO<br />

TRA SISTEMI<br />

INTERNAZIONALI<br />

La problematica <strong>del</strong> corretto smaltimento <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste è stata<br />

oggetto di produzione normativa da parte di numerosi Paesi sia in ambito<br />

europeo sia a livello extra-europeo.<br />

Il COBAT nel 2003 commissionò ad una società terza una ricerca volta a definire<br />

quali fossero nel panorama internazionale di riferimento le normative vigenti, i<br />

mo<strong>del</strong>li adottati, le modalità di finanziamento utilizzate, i tassi di raccolta<br />

raggiunti, affinché nel confronto con le realtà estere il Consorzio potesse<br />

valutare l’efficacia <strong>del</strong> proprio sistema nel raggiungimento degli obiettivi<br />

prefissati, ed individuare possibili diseconomie o inefficienze <strong>del</strong> sistema.<br />

Esistono una varietà di esperienze ed una pluralità di strumenti adottati dai<br />

diversi Paesi per monitorare correttamente la filiera <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>le batterie<br />

esauste.<br />

In particolare:<br />

- 5 Paesi (Austria, Danimarca, Grecia, Norvegia, Svezia) hanno adottato uno<br />

schema consortile sul mo<strong>del</strong>lo di quanto è avvenuto in Italia con l’istituzione<br />

<strong>del</strong> COBAT;<br />

- 2 Paesi (Germania, USA) hanno introdotto un sistema commerciale finanziato<br />

da un deposito cauzionale sulle nuove batterie immesse al consumo;<br />

- 9 Paesi (Belgio, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda,<br />

Portogallo, Spagna) hanno mantenuto un sistema commerciale puro,<br />

affidando la responsabilità <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> riciclaggio <strong>del</strong>le batterie esauste<br />

ai soggetti economici responsabili <strong>del</strong>la loro commercializzazione.<br />

Verosimilmente, nei paesi <strong>del</strong>la Comunità europea, i sistemi adottati saranno<br />

sottoposti a rettifiche più o meno sostanziali per l’adeguamento reso necessario<br />

dal recepimento <strong>del</strong>la Direttiva europea 2006/66/CE.<br />

244


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 20: Confronto tra sistemi internazionali<br />

PAESE<br />

SISTEMA<br />

APPLICATO<br />

RACCOLTA<br />

DICHIARATA<br />

(ton)<br />

%<br />

SU ESAUSTO<br />

STIMATO<br />

RACCOLTA<br />

PRO-CAPITE<br />

(Kg/Abitante)<br />

FINANZIAMENTO<br />

AMMONTARE DELLA TASSA<br />

(€)<br />

AUSTRIA<br />

BELGIO<br />

Bruxelles-Capitale<br />

DANIMARCA<br />

FINLANDIA<br />

FRANCIA<br />

GERMANIA<br />

GRAN BRETAGNA<br />

GRECIA<br />

IRLANDA<br />

NORVEGIA<br />

OLANDA<br />

PORTOGALLO<br />

SPAGNA<br />

SVEZIA<br />

GIAPPONE<br />

USA<br />

ITALIA<br />

Fonte: COBAT<br />

Consorzio<br />

Consorzio<br />

Consorzio<br />

Libero mercato<br />

Libero mercato<br />

Libero mercato<br />

con cauzione<br />

sulle batterie di<br />

ricambio per<br />

avviamento<br />

Libero mercato<br />

Consorzio<br />

Libero mercato<br />

Consorzio<br />

Libero mercato<br />

Libero mercato<br />

Libero mercato<br />

Consorzio<br />

Libero mercato<br />

Libero mercato<br />

con sistema<br />

cauzionale<br />

in alcuni Stati<br />

Consorzio<br />

18.000<br />

(2002)<br />

25.645<br />

(2002)<br />

17.500<br />

15.000<br />

175.693<br />

(2002)<br />

160.000<br />

(solo avviamento,<br />

anno 2000)<br />

97.200 avviamento.<br />

22.800 industriali.<br />

(2002)<br />

19.200<br />

avviamento.<br />

1.800 industriali.<br />

14.777 t<br />

(2001)<br />

15.880<br />

30.000 circa<br />

(dato medio)<br />

14.993<br />

(2002)<br />

Non dichiarata<br />

33.700<br />

308.344<br />

7.355.135<br />

su 5 anni<br />

(ricavato)<br />

COBAT (2004):<br />

191.265<br />

Altri: 11.636<br />

90<br />

Non dichiarata<br />

~<strong>10</strong>0<br />

~<strong>10</strong>0<br />

93,2<br />

96<br />

(solo avviamento)<br />

90 avviamento<br />

42 industriali<br />

60<br />

Non dichiarata<br />

98,9<br />

98<br />

<strong>10</strong>0<br />

Ah. Industriali: € 1,2 per kWh.<br />

Non esistente<br />

Non esistente<br />

€ 7,5 per batterie di ricambio<br />

(solo avviamento)<br />

Non esistente<br />

Tassa su discarica<br />

Avviamento:<br />

€ 0,2 per Ah


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’IMPEGNO<br />

DEL COBAT<br />

NELLA RICERCA<br />

ll COBAT è da anni impegnato nello studio degli aspetti ambientali che<br />

riguardano da un lato gli impatti generati da uno smaltimento non corretto<br />

<strong>del</strong>le batterie al piombo esauste, e dall’altro le possibili soluzioni che le<br />

tecnologie più avanzate mettono a disposizione per favorire un processo di<br />

recupero e di riciclaggio <strong>del</strong>le stesse sempre più efficiente.<br />

A tale scopo, nel corso <strong>del</strong> 2008, sono stati commissionati due importanti<br />

studi, che vengono appresso sinteticamente riportati.<br />

- Borsa di studio triennale con l’Università degli Studi di Napoli<br />

“Parthenope”, destinata al corso di dottorato di ricerca in “Ambiente,<br />

Risorse e Sviluppo Sostenibile”, avente come oggetto l’analisi degli impatti<br />

ambientali generati dalla dispersione di piombo proveniente da batterie<br />

mediante lo studio degli effetti prodotti su specifici organismi bersaglio. I<br />

risultati ottenuti dagli studi intrapresi nel corso <strong>del</strong> 2008 hanno<br />

ampiamente dimostrato gli effetti di tossicità prodotti da un accumulo di<br />

piombo proveniente da una sorgente puntuale e localizzata, quale può<br />

essere una batteria al piombo non correttamente smaltita. Gli aspetti più<br />

interessanti <strong>del</strong>la ricerca condotta nel 2008 sono stati quelli di riuscire a<br />

dimostrare come su organismi unicellulari una contaminazione da piombo<br />

possa produrre pesanti danni sia a livello di DNA che sull’attività <strong>del</strong>le<br />

membrane cellulari, queste ultime anche per concentrazioni di piombo non<br />

letali. In particolare l’ultimo aspetto si presenta molto interessante, e ad<br />

esso verrà dedicato parte <strong>del</strong> progetto di ricerca previsto nel <strong>2009</strong> al fine di<br />

chiarire meglio gli aspetti di tossicità riferibili a periodi prolungati di<br />

contaminazione da piombo in dosi non immediatamente letali,<br />

verosimilmente condizioni più vicine a casistiche reali. Il programma di<br />

ricerca <strong>del</strong> <strong>2009</strong> intenderà inoltre indagare la possibilità <strong>del</strong>l’utilizzo di un<br />

batterio estremofilo (Thermus thermophilus) per azioni di “bioremediation”<br />

di siti inquinati da piombo, e le cinetiche di rilascio di piombo da una<br />

batteria esausta in ambiente acquatico in funzione <strong>del</strong> cambiamento <strong>del</strong>le<br />

diverse variabili ambientali, ricreando in laboratorio degli ambienti acquatici<br />

rappresentativi di diverse condizioni riscontrabili in natura.<br />

- Audit svolto dalla società STC S.r.l. presso gli impianti di riciclo consorziati, al<br />

fine di individuare possibili sistemi di miglioramento in termini di efficienza<br />

energetica e di prestazioni ambientali. Dei sette impianti consorziati, quattro<br />

hanno risposto positivamente all’invito rivolto dal COBAT, ed i risultati ottenuti<br />

possono essere sintetizzati come segue.<br />

ECO-BAT S.p.A. di Paderno Dugnano: è stata compiuta un’analisi,<br />

attraverso un piano di prove sperimentali, sui forni rotativi, finalizzata<br />

all’ottimizzazione dei tempi di fusione <strong>del</strong>la carica e conseguentemente dei<br />

consumi energetici di metano. Le analisi hanno dimostrato che con una<br />

gestione più razionale <strong>del</strong>le fasi di carica si riesce ad ottenere un risparmio<br />

energetico di circa il <strong>10</strong>% dei consumi, con un risparmio atteso per il <strong>2009</strong><br />

di circa 50.000 – 75.000 Nm3, corrispondenti a circa <strong>10</strong>0-150<br />

tonnellate/anno in meno di CO2 in atmosfera.<br />

ECO-BAT S.p.A. di Marcianise: è stato preso in esame il sistema di<br />

aspirazione e trattamento fumi per una valutazione tecnico-economica<br />

volta all’installazione di inverter asserviti ai motori elettrici <strong>del</strong>l’impianto. Gli<br />

246


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

inverter sono stati installati durante il periodo di chiusura estiva, e dai primi<br />

mesi di esercizio le prime rilevazioni hanno fatto risultare un risparmio<br />

energetico di circa il 30%. Ciò corrisponde ad un risparmio energetico<br />

annuale di circa 2<strong>10</strong>.000 kWh, ed un periodo di ammortamento<br />

<strong>del</strong>l’investimento pari a 3 anni.<br />

MECA S.p.A. di Lamezia Terme: è stato eseguito uno studio di fattibilità<br />

per introdurre nel ciclo produttivo un impianto di desolforazione <strong>del</strong>le<br />

polveri dei filtri, con il quale, a fronte di un investimento di circa <strong>10</strong>0.000<br />

euro, si ottiene una riduzione <strong>del</strong> contenuto di zolfo inviato al forno nelle<br />

polveri metallifere di circa il 95%. Ciò consentirebbe di recuperare una<br />

quantità di piombo che attualmente viene perso nelle scorie pari a circa 150<br />

tonnellate/anno, che con un valore <strong>del</strong> metallo a 1.000 euro/tonnellate<br />

significa un recupero economico di circa 150.000 euro/anno, investimento<br />

pertanto ammortizzabile già nel primo anno di esercizio <strong>del</strong>l’impianto.<br />

ECOLEAD S.p.A. di Torrecuso: sono state valutate alcune possibilità per<br />

una valorizzazione <strong>del</strong>l’acido solforico proveniente dalla fase di<br />

scassettamento <strong>del</strong>le batterie, che attualmente comporta unicamente dei<br />

costi per la sua neutralizzazione e successivo conferimento in discarica. La<br />

soluzione proposta è stata l’impiego di un impianto di filtrazione con<br />

speciali membrane che consentano di ottenere una prodotto con specifiche<br />

tali da poter essere commercialmente valorizzabile.<br />

Per il dimensionamento <strong>del</strong>l’impianto industriale di filtrazione e depurazione<br />

si dovrà prevedere una fase preventiva di test su impianto-pilota, al fine di<br />

ottimizzare il processo in termini di rapporto tra produttività e qualità <strong>del</strong>la<br />

soluzione purificata. Tale fase non è stato possibile eseguirla nel 2008 a<br />

causa <strong>del</strong> fermo-impianto a cui è andato incontro lo stabilimento durante<br />

l’anno.<br />

247


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

STRUMENTI<br />

DI INCENTIVAZIONE<br />

E CONTROLLO<br />

L’esigenza di garantire un elevato standard professionale nello svolgimento <strong>del</strong>le<br />

operazioni di raccolta, trasporto e riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste ha<br />

rappresentato da sempre una <strong>del</strong>le principali preoccupazioni <strong>del</strong> COBAT.<br />

L’attenzione alla sicurezza ed agli aspetti ambientali è uno dei prerequisiti<br />

fondamentali per l’ammissione al Consorzio, incluso già nei primi bandi di gara<br />

per la realizzazione <strong>del</strong>la rete di raccolta.<br />

A seguito <strong>del</strong>la revisione dei contratti in essere con i raccoglitori compiuta nel<br />

corso <strong>del</strong> 2001, il COBAT ha introdotto un’importante modifica, che prevede il<br />

riconoscimento di un incentivo per il miglioramento complessivo <strong>del</strong> servizio reso<br />

sotto vari profili. Tra i vari interventi previsti, il nuovo accordo offre dei contributi<br />

per chi introduce nella propria azienda un sistema qualità e/o un sistema di<br />

gestione ambientale.<br />

Tale importante novità ha trovato una pronta risposta da parte dei raccoglitori<br />

incaricati: tra il 2001 ed il 2008 il numero di raccoglitori in possesso di una<br />

certificazione qualità secondo lo standard ISO 9001 è più che raddoppiato<br />

raggiungendo le 59 unità. Sono ben 62 le certificazioni ambientali al 31<br />

dicembre 2008. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la quasi totalità dei<br />

raccoglitori ha introdotto un sistema di gestione conforme allo standard<br />

ISO 14000, mentre 8 operatori hanno ottenuto la registrazione EMAS (Grafico 5).<br />

GRAFICO 5 : Raccoglitori certificati qualità ed ambiente<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

ISO 9001 ISO 14001 EMAS<br />

Fonte: COBAT<br />

248


BATTERIE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Ad oggi, come mostrato nella Tabella 21, il 66% degli impianti ha una<br />

certificazione ISO 9001 e ben l’83 % una certificazione ISO 14001.<br />

TABELLA 21: Riciclatori certificati qualità ed ambiente (dati aggiornati al 2007)<br />

IMPIANTO ISO 9001 ISO 14001<br />

ECOBAT – Paderno Dugnano (MI) 1993 1998<br />

ECOBAT – Marcianise (CE) 1994 1999<br />

Piomboleghe – Brugherio (MI) 2000 2002<br />

Meca – Lamezia Terme (CZ) 2000 2005<br />

Esi – Pace <strong>del</strong> Mela (ME) 2001<br />

Fonte: COBAT<br />

Al fine di verificare il rispetto <strong>del</strong>le condizioni contrattuali, compresa la<br />

conformità alla normativa ambientale vigente, COBAT ha stabilito una procedura<br />

ed un piano per lo svolgimento periodico <strong>del</strong>le verifiche esterne sui consorziati<br />

da parte dei referenti territoriali <strong>del</strong> COBAT (Coordinatori).<br />

249


VEICOLI FUORI USO


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

Il Rapporto che presentiamo in occasione <strong>del</strong>la annuale Fiera di Rimini, è un<br />

contributo che ASSODEM vuole offrire alla valutazione <strong>del</strong>le capacità di riciclo<br />

<strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la demolizione dei veicoli a fine vita.<br />

Attraverso un censimento fra le imprese di autodemolizione, disposte su tutto il<br />

territorio nazionale, sono state raccolte circa 200 dichiarazioni MUD riferite agli<br />

anni 2007 e 2008. Questi impianti costituiscono approssimativamente 1/8 dei<br />

circa 1.600 centri di raccolta che complessivamente operano in Italia, tuttavia il<br />

loro peso specifico, come si evince dai dati esposti, è molto più significativo.<br />

I dati raccolti sono stati confrontati con quelli pubblicati dal PRA e relativi alle<br />

radiazioni per demolizione avvenute nell’anno di riferimento, per stimarne la<br />

consistenza statistica, rispetto al volume nazionale. Sono state eseguite anche<br />

<strong>del</strong>le analisi suddivise per macroregioni.<br />

In seguito, i dati sono stati utilizzati per verificare la performance operativa degli<br />

impianti, relativamente ai rifiuti prodotti dall’attività di demolizione veicoli, con<br />

analisi <strong>del</strong>le singole operazioni svolte (messa in sicurezza, promozione <strong>del</strong><br />

riciclaggio, reimpiego e avvio a recupero).<br />

La quantità di materiale avviato a recupero è stata stimata e calcolata utilizzando<br />

la somma <strong>del</strong> peso dei veicoli avviati a demolizione, sottratti i pesi di materiali<br />

separati durante la messa in sicurezza e promozione <strong>del</strong> riciclaggio, nonché <strong>del</strong>le<br />

componenti avviate a reimpiego. Il risultato di tale calcolo costituisce la somma<br />

dei materiali avviati a successiva operazione di recupero (frantumazione) e<br />

pertanto è comprensivo <strong>del</strong> peso <strong>del</strong> cosiddetto “fluff”, che viene poi separato<br />

direttamente dal frantumatore. Non si è proceduto alla valutazione <strong>del</strong>la<br />

percentuale <strong>del</strong> fluff separato a seguito <strong>del</strong>la frantumazione, in quanto dato di<br />

competenza <strong>del</strong>le imprese che svolgono tale attività specifica.<br />

Complessivamente i dati relativi agli anni 2006 e 2007 si avvicinano ai risultati<br />

<strong>del</strong> TRIAL che la filiera <strong>del</strong> fine-vita <strong>del</strong>le auto ha effettuato nel 2008.<br />

Proprio i dati relativi all'anno 2008, benchè relativi ad un numero inferiore di<br />

imprese sono molto incoraggianti: si nota infatti un netto miglioramento<br />

relativamente ai materiali avviati a riciclo e reimpiegati (e di conseguenza una<br />

diminuzione dei materiali recuperati) a conferma dei risultati <strong>del</strong> TRIAL.<br />

Gli obiettivi <strong>del</strong>la direttiva europea non risultano ancora centrati, ma questa è<br />

una situazione che è comune anche agli altri grandi Paesi europei; in Italia la<br />

sofferenza maggiore è data dall'assenza di mercati di sbocco per il vetro e la<br />

plastica, dal ritardo nell’emanazione <strong>del</strong> decreto per il recupero dei pneumatici<br />

previsto dall’art. 228 <strong>del</strong> D.Lgs. 152/2006 e dall’assenza di impianti per il<br />

recupero <strong>del</strong> “fluff” (o frazioni di questo) come combustibile.<br />

ANSELMO CALÒ<br />

Presidente ASSODEM<br />

251


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PREMESSA<br />

METODOLOGICA<br />

Il presente studio si basa sui dati raccolti da ECOEURO attraverso l’analisi dei<br />

MUD presentati dalle imprese di autodemolizione negli anni 2007 e 2008.<br />

Per l’indagine sono stati presi in considerazione 200 impianti per l’anno<br />

operativo 2006 e 209 impianti per i dati relativi all’anno 2007.<br />

Tali dati sono stati messi a confronto con i dati pubblicati dall’ACI, e relativi alle<br />

radiazioni per demolizione avvenute, per stimarne la consistenza statistica<br />

rispetto al volume nazionale.<br />

Dall’analisi dei dati, emerge che il campione statistico selezionato, sebbene<br />

rappresenti solo 1/8 (pari circa al 12,5%) <strong>del</strong> numero complessivo di impianti di<br />

autodemolizione presenti sul territorio nazionale, in realtà si riferisce al 29%<br />

(circa 416.000 su circa 1441.000 veicoli demoliti) per l’anno 2006, ed al 35%<br />

(circa 607.000 su circa 1.700.000 veicoli demoliti) per l’anno 2007.<br />

Questa valutazione consente di considerare attendibile il campione selezionato,<br />

relativamente al suo utilizzo come rappresentazione statistica <strong>del</strong>le performance<br />

operative nazionali.<br />

Si evidenzia che il PRA pubblica solo dati relativi al numero di radiazioni per<br />

demolizione registrate nell’anno, tale dato è stato moltiplicato per il peso medio<br />

di 950 chilogrammi per ogni veicolo, al fine di ottenere il dato ponderale<br />

complessivo.<br />

Nella Tabella 1 sono riportati i dati di gestione dei veicoli fuori uso espressi<br />

unicamente in forma percentuale e relativamente a numero e peso dei veicoli<br />

demoliti nelle macroregioni e sul territorio nazionale in entrambi gli anni di<br />

interesse, per un confronto più semplice.<br />

TABELLA 1: Veicoli intercettati 2006-2007<br />

2007 PRA 2007 2006 PRA 2006<br />

% N % PESO % N % PESO % N % PESO % N % PESO<br />

Nord 43,13 41,83 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 31,54 31,54 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

Centro 35,88 34,37 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 35,14 35,14 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

Sud e Isole 28,08 27,32 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 19,74 19,74 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

TOTALE 35,75 34,50 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 28,81 28,81 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA<br />

252


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il Grafico 1 confronta le percentuali di veicoli intercettati dall’indagine nei due<br />

anni di riferimento (2006 e 2007), evidenziando come, a parità di veicoli<br />

intercettati, esse siano maggiori nell’anno 2007, rispetto al 2006.<br />

Questa differenza è dovuta al mercato <strong>del</strong>le demolizioni, incoraggiato nel 2007<br />

da iniziative statali di ecoincentivo alla rottamazione per favorire il rinnovo <strong>del</strong><br />

parco auto circolante nel Paese.<br />

GRAFICO 1: Veicoli intercettati 2006-2007 (%)<br />

50<br />

40<br />

30<br />

43,13<br />

31,54<br />

35,88<br />

35,143<br />

28,08<br />

35,75<br />

28,81<br />

20<br />

19,74<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

Nord<br />

Centro Sud e Isole Totale<br />

Dati MUD 2007<br />

Dati MUD 2006<br />

Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA<br />

253


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

MESSA IN SICUREZZA<br />

In relazione alla messa in sicurezza dei veicoli vengono analizzati i dati relativi al<br />

peso dei materiali asportati dai veicoli durante le operazioni di messa in sicurezza<br />

che consistono nel prelievo di tutte le sostanze ed i componenti pericolosi<br />

presenti, per il loro successivo avvio ad operazioni di trattamento.<br />

I dati sono stati suddivisi in due gruppi: prelievo di fluidi (olio motore, olio <strong>del</strong><br />

circuito idraulico, liquidi refrigeranti, carburante, etc.) e batterie. I dati<br />

percentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo dei veicoli<br />

trattati nell’anno di riferimento.<br />

TABELLA 2: Messa in sicurezza 2006<br />

MESSA IN SICUREZZA<br />

LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE<br />

KG % KG % KG %<br />

Nord 2.738.962,44 1,24 3.012.686,92 1,32 5.751.649,36 2,56<br />

Centro 748.905,50 0,39 1.878.979,72 1,20 2.627.885,22 1,59<br />

Sud e Isole 400.216,00 1,49 1.087.493,71 8,00 1.487.709,71 9,49<br />

TOTALE 3.888.083,94 1,04 5.979.160,35 3,50 9.867.244,29 4,54<br />

Fonte: ECOEURO<br />

TABELLA 3: Messa in sicurezza 2007<br />

MESSA IN SICUREZZA<br />

LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE<br />

KG % KG % KG %<br />

Nord 1.594.399,24 0,69 2.639.284,53 1,06 4.233.683,77 1,75<br />

Centro 1.188.544,59 0,77 4.045.412,92 2,34 5.233.957,51 3,11<br />

Sud e Isole 776.916,06 1,01 1.832.296,64 4,38 2.609.212,70 5,39<br />

TOTALE 3.559.859,89 0,80 8.516.994,09 2,43 12.076.853,98 3,23<br />

Fonte: ECOEURO<br />

Complessivamente, il peso dei fluidi ottenuti dalla messa in sicurezza dei veicoli<br />

è rimasto stabile negli anni di riferimento. Si osserva la forte diminuzione<br />

avvenuta al Nord Italia, contro il generale aumento <strong>del</strong> Centro ed un sensibile<br />

incremento registrato invece al Sud e nelle Isole.<br />

Per quanto riguarda la produzione di batterie, nel 2007 è diminuita al Nord,<br />

mentre è notevolmente aumentata al Sud e al Centro, segnando un significativo<br />

incremento sul totale nazionale.<br />

254


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 2: <strong>Produzione</strong> complessiva di rifiuti da bonifica 2006-2007 (kg)<br />

15.000.000<br />

<strong>10</strong>.000.000<br />

5.000.000<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Totale<br />

Nazionale<br />

2006<br />

2007<br />

2007<br />

Nord<br />

4.233.683,77<br />

Centro<br />

5.233.957,51<br />

Sud e Isole<br />

2.609.212,70<br />

Totale Nazionale<br />

12.076.853,98<br />

2006<br />

5.751.649,36<br />

2.627.885,22<br />

1.487.709,71<br />

9.867.244,29<br />

Fonte: ECOEURO<br />

I dati complessivi di rifiuti prodotti dalla messa in sicurezza dei veicoli<br />

confermano le riflessioni fatte a livello parziale: a livello nazionale sono<br />

aumentati i rifiuti prodotti, con un forte incremento al Centro e al Sud, bilanciato<br />

dalla diminuzione riscontrata al Nord.<br />

GRAFICO 3: <strong>Produzione</strong> di liquidi da bonifica 2006-2007 (%)<br />

1,6<br />

1,4<br />

1,2<br />

1<br />

0,8<br />

0,6<br />

0,4<br />

0,2<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2007<br />

Nord<br />

0,69%<br />

Centro<br />

0,77%<br />

Sud e Isole<br />

1,01%<br />

Media Nazionale<br />

0,80%<br />

2006<br />

1,24%<br />

0,39%<br />

1,49%<br />

1,04%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

255


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 4: <strong>Produzione</strong> di batterie da bonifica 2006-2007 (%)<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2007<br />

Nord<br />

1,06%<br />

Centro<br />

2,34%<br />

Sud e Isole<br />

4,38%<br />

Media Nazionale<br />

2,43%<br />

2006<br />

1,32%<br />

1,20%<br />

8,00%<br />

3,50%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO 5: <strong>Produzione</strong> di materiali da bonifica 2006-2007 (%)<br />

<strong>10</strong><br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2007<br />

2006<br />

2007<br />

Nord<br />

1,75%<br />

Centro<br />

3,11%<br />

Sud e Isole<br />

5,39%<br />

Media Nazionale<br />

3,23%<br />

2006<br />

2,56%<br />

1,59%<br />

9,49%<br />

4,54%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

256


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Considerando la percentuale <strong>del</strong> peso dei rifiuti prodotti dalla messa in sicurezza<br />

dei veicoli, rispetto al peso complessivo dei veicoli avviati a demolizione, i dati<br />

evidenziano risultati notevoli:<br />

• al Nord è stata prodotta una percentuale minore di rifiuti da messa in sicurezza<br />

(performance meno efficiente) nell’anno 2007;<br />

• al Centro, la produzione è stata invece maggiore (performance più efficiente);<br />

• al Sud il decremento di produzione è stato sorprendentemente elevato, con un<br />

dimezzamento <strong>del</strong>l’incidenza percentuale dei materiali ottenuti da messa in<br />

sicurezza, rispetto al complessivo <strong>del</strong> peso dei veicoli demoliti;<br />

• sul totale nazionale, si registra un decremento molto sensibile.<br />

Le Regioni <strong>del</strong> Nord Italia evidenziano quindi la performance peggiore, per<br />

quanto riguarda l’efficienza <strong>del</strong>le operazioni di messa in sicurezza dei veicoli.<br />

PROMOZIONE<br />

DEL RICICLAGGIO<br />

Nel presente paragrafo sono riportati i dati relativi ai materiali separati durante<br />

le operazioni di promozione <strong>del</strong> riciclaggio, che consistono nella separazione di<br />

componenti in plastica e vetro e degli pneumatici suscettibili di rigenerazione e<br />

riutilizzo in un diverso ciclo produttivo. Queste componenti vengono separate<br />

dal veicolo in demolizione ed affidate ad impianti di trattamento terzi, che<br />

provvederanno al loro riciclaggio.<br />

I dati sono suddivisi in quattro gruppi, rispettivamente relativi a: prelievo di<br />

gomme, separazione di componenti plastiche, separazione di componenti in<br />

vetro e totale dei materiali riciclabili. I dati percentuali esposti sono calcolati<br />

relativamente al peso complessivo dei veicoli trattati nell’anno di riferimento.<br />

TABELLA 4: Riciclaggio dei materiali 2006<br />

RICICLAGGIO<br />

PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE<br />

KG % KG % KG % KG %<br />

Nord 535.574,62 0,61 315.393,46 0,14 457.635,57 0,20 1.308.603,65 0,95<br />

Centro 559.548,65 0,20 231.694,93 0,18 214.120,20 0,12 1.005.363,78 0,50<br />

Sud e Isole 251.366,90 2,06 203.530,30 0,32 129.011,90 0,27 583.909,<strong>10</strong> 2,65<br />

TOTALE 1.346.490,17 0,95 750.618,69 0,21 800.767,67 0,20 2.897.876,53 1,36<br />

Fonte: ECOEURO<br />

257


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 5: Riciclaggio dei materiali 2007<br />

RICICLAGGIO<br />

PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE<br />

KG % KG % KG % KG %<br />

Nord 1.224.4<strong>10</strong>,92 0,51 7<strong>10</strong>.645,12 0,28 653.825,21 0,25 2.588.881,25 1,04<br />

Centro 1.160.983,77 0,57 481.652,42 0,31 408.789,74 0,25 2.051.425,93 1,13<br />

Sud e Isole 1.133.772,30 1,99 743.330,89 0,55 508.473,30 0,53 2.385.576,49 3,07<br />

TOTALE 3.519.166,99 1,02 1.935.628,43 0,38 1.571.088,25 0,34 7.025.883,67 1,74<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO 6: <strong>Produzione</strong> complessiva materiali derivanti da riciclaggio (kg)<br />

8.000.000<br />

6.000.000<br />

4.000.000<br />

2.000.000<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2007<br />

2006<br />

2007<br />

Nord<br />

2.588.881,25<br />

Centro<br />

2.051.425,93<br />

Sud e Isole<br />

2.385.576,46<br />

Media Nazionale<br />

7.025.883,67<br />

2006<br />

1.308.603,65<br />

1.005.363,78<br />

583.909,<strong>10</strong><br />

2.897.876,53<br />

Fonte: ECOEURO<br />

A parte i dati di carattere quantitativo, che sono comunque da considerare<br />

relativamente al numero di veicoli trattati, i dati percentuali evidenziano un trend<br />

incoraggiante. Nell’anno 2007, per le tre categorie di materiali considerati<br />

(pneumatici, plastiche e vetri), il prelievo è stato percentualmente maggiore,<br />

rispetto a quanto avvenuto nel 2006, segnale di un aumento <strong>del</strong>l’attenzione<br />

nella separazione dei materiali in questa fase <strong>del</strong> ciclo operativo.<br />

La performance migliore si registra nel Centro Italia, con un incremento<br />

complessivo di quasi la metà (0,5% nel 2006 contro 1,1% nel 2007); nel Sud<br />

Italia si ha un incremento minore (pari a circa 0,4 %); nel Nord invece la<br />

performance è stata stabile nei due anni di riferimento.<br />

Complessivamente, sul territorio nazionale l’incremento registrato è circa 0,4%.<br />

258


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

REIMPIEGO<br />

L’attività di reimpiego, esposta in questo paragrafo, consiste nel prelievo,<br />

durante le operazioni di trattamento <strong>del</strong> veicolo, <strong>del</strong>le parti e componenti che<br />

sono suscettibili di reimpiego come ricambi auto usati. Questa quota di materiale<br />

esce dalla filiera gestionale dei rifiuti e costituisce una quota <strong>del</strong>l’obiettivo di<br />

recupero dei materiali imposto dalla direttiva europea.<br />

In particolare si tratta di parti di autoveicoli che, essendo in buono stato di<br />

conservazione e avendo un certo valore di scambio (pur se usati e potendo<br />

essere venduti come pezzi di ricambio, ad esempio parti di carrozzeria o<br />

accessori di varia natura), vengono selezionati prima di avviare il veicolo alle<br />

attività di demolizione. In seguito, essi vengono conservati separatamente dal<br />

materiale considerato rifiuto e rimessi sul mercato. L’attività è svolta<br />

ordinariamente all’interno <strong>del</strong> ciclo operativo degli impianti di autodemolizione,<br />

in quanto costituisce parte integrante <strong>del</strong>la gestione economica <strong>del</strong>l’impresa e<br />

vengono vendute al dettaglio a privati a ad imprese di autoriparazione.<br />

I dati percentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo dei<br />

veicoli trattati nell’anno di riferimento. Ogni rappresentazione grafica è<br />

accompagnata da una tabella dei dati esposti.<br />

TABELLA 6: Confronto percentuali di reimpiego 2006-2007<br />

REIMPIEGO<br />

2006 2007<br />

KG % KG %<br />

Nord 13.696.390,62 7,71 24.680.959,85 8,83<br />

Centro 17.873.221,44 12,79 25.955.336,93 13,85<br />

Sud e Isole 5.018.299,90 6,54 7.212.318,84 5,48<br />

TOTALE 36.587.911,96 9,01 57.848.615,62 9,39<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO 7: Componenti avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (kg)<br />

60.000.000<br />

40.000.000<br />

20.000.000<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Totale<br />

2007<br />

2006<br />

2007<br />

Nord<br />

24.680.959,58<br />

Centro<br />

25.955.336,93<br />

Sud e Isole<br />

7.212.318,84<br />

Totale<br />

57.848.615,62<br />

2006<br />

13.696.390,62<br />

17.873.221,44<br />

5.018.299,90<br />

36.587.911,96<br />

Fonte: ECOEURO 259


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 8: Materiali avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (%)<br />

14<br />

12<br />

<strong>10</strong><br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2007<br />

Nord<br />

8,83%<br />

Centro<br />

13,85%<br />

Sud e Isole<br />

5,48%<br />

Media Nazionale<br />

9,39%<br />

2006<br />

7,71%<br />

12,79%<br />

6,54%<br />

9,01%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

260


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

RECUPERO<br />

A seguito <strong>del</strong>le operazioni di trattamento esposte nei paragrafi precedenti, le<br />

quote di materiale residuo vengono avviate a frantumazione.<br />

A questo punto <strong>del</strong> ciclo operativo, il veicolo privato <strong>del</strong>le componenti pericolose<br />

e dei fluidi (messa in sicurezza), una volta separate le parti in plastica, gomma e<br />

vetro (promozione <strong>del</strong> riciclaggio) e selezionate le componenti adatte al<br />

reimpiego, risulta ridotto ad una carcassa composta da materiali metallici ferrosi<br />

e non ferrosi, che tuttavia può ancora contenere alcune parti di materiale non<br />

metallico (ad es. guarnizioni, materiale elettrico, sedili, tappetini, ecc.).<br />

Le carcasse vengono quindi avviate a frantumazione, presso impianti che<br />

provvedono all’adeguamento volumetrico tramite operazioni di triturazione e<br />

vagliatura per la separazione <strong>del</strong>le componenti metalliche da quelle non<br />

metalliche (tramite vagli magnetici). I materiali che escono dagli impianti di<br />

frantumazione, possono essere in parte riciclati (metalli ferrosi e metalli non<br />

ferrosi) ed utilizzati - a seguito di ulteriori trattamenti - come materia prima<br />

seconda, ed in parte (la frazione cosiddetta fluff) destinati a smaltimento in<br />

discarica (per il fluff stanno nascendo impianti per il recupero energetico).<br />

Nella presente trattazione, si è considerata come quota ponderale <strong>del</strong> veicolo<br />

avviata a recupero la differenza tra il peso dei veicoli sottoposti a trattamento, e<br />

i pesi dei materiali separati durante le attività di messa in sicurezza, promozione<br />

<strong>del</strong> riciclaggio e reimpiego, secondo la seguente formula:<br />

RECUPERO = ∑ veicoli trattati - (∑ messa in sicurezza + ∑ riciclaggio + ∑ reimpiego)<br />

Il peso <strong>del</strong> materiale avviato a recupero è comprensivo <strong>del</strong>la quota di fluff<br />

presente sulle carcasse inviate al frantumatore.<br />

Questa scelta è giustificata dal fatto che l’impianto di frantumazione che<br />

gestisce le carcasse derivanti dalla demolizione può fornire dati più attendibili e/o<br />

una stima più verosimile <strong>del</strong>la percentuale di fluff ottenuto, rispetto al peso<br />

complessivo <strong>del</strong>le carcasse trattate.<br />

In Tabella 7 sono riportati i dati numerici relativi alla produzione di materiali<br />

recuperabili.<br />

TABELLA 7: Confronto percentuali di recupero 2006-2007<br />

RECUPERO<br />

2006 2007<br />

KG % KG %<br />

Nord 129.586.212,37 88,78 207.689.064,57 88,38<br />

Centro 135.982.420,53 85,12 139.034.273,81 81,91<br />

Sud e Isole 80.546.123,64 81,32 133.818.656,39 86,06<br />

TOTALE 346.114.756,45 85,05 480.541.994,77 85,64<br />

Fonte: ECOEURO<br />

261


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 9: <strong>Produzione</strong> materiali avviati a recupero (comprensivo di fluff) (kg)<br />

500.000.000<br />

400.000.000<br />

300.000.000<br />

200.000.000<br />

<strong>10</strong>0.000.000<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Totale<br />

2007<br />

2006<br />

2007<br />

Nord<br />

207.686.064,57<br />

Centro<br />

139.034.273,81<br />

Sud e Isole<br />

133.818.656,39<br />

Totale<br />

480.541.994,77<br />

2006<br />

129.586.212,37<br />

135.982.420,53<br />

80.546.123,64<br />

318.516.436,05<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO <strong>10</strong>: <strong>Recupero</strong> - Confronto 2006-2007 (%)<br />

90<br />

88<br />

86<br />

84<br />

82<br />

80<br />

78<br />

76<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2007<br />

Nord<br />

88,38%<br />

Centro<br />

81,91%<br />

Sud e Isole<br />

86,06%<br />

Media Nazionale<br />

85,64%<br />

2006<br />

88,78%<br />

85,12%<br />

81,32%<br />

85,05%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

262


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Le percentuali di materiali complessivamente avviate a recupero sul territorio<br />

nazionale non hanno subito modificazioni sensibili (meno <strong>del</strong>l’1%), ma i dati<br />

parziali valutati sulle macroregioni geografiche portano a conclusioni<br />

contraddittorie:<br />

al Nord la performance è stata stabile, nei due anni di studio;<br />

al Centro Italia si evidenzia un decremento <strong>del</strong> 4%;<br />

al Sud si definisce invece un notevole aumento (oltre il 4%);<br />

sul totale nazionale si evidenzia una incremento vicino all’1%.<br />

MATERIALI PRODOTTI<br />

I dati che seguono mostrano la percentuale dei materiali prodotti dalla<br />

lavorazione dei veicoli fuori uso nelle varie aree geografiche e sull’intero<br />

territorio nazionale.<br />

TABELLA 8: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2006<br />

LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO<br />

% % % % % % %<br />

Nord 1,24 1,32 0,61 0,14 0,20 7,71 88,78<br />

Centro 0,39 1,20 0,20 0,18 0,12 12,79 85,12<br />

Sud e Isole 1,49 8,00 2,06 0,32 0,27 6,54 81,32<br />

TOTALE 1,04 3,50 0,95 0,21 0,20 9,01 85,05<br />

Fonte: ECOEURO<br />

TABELLA 9: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2007<br />

LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO<br />

% % % % % % %<br />

Nord 0,69 1,06 0,51 0,28 0,25 8,83 88,38<br />

Centro 0,77 2,34 0,57 0,31 0,25 13,85 81,91<br />

Sud e Isole 1,01 4,38 1,99 0,55 0,53 5,48 86,06<br />

TOTALE 0,80 2,43 1,02 0,38 0,34 9,39 85,64<br />

Fonte: ECOEURO<br />

263


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 11: Prodotti ottenuti (media nazionale) - Confronto 2006-2007 (%)<br />

9,39<br />

9,01<br />

<strong>10</strong><br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

3,50<br />

1,04 2,43<br />

0,95<br />

0,21<br />

0,20<br />

0,80<br />

1,02<br />

0,38<br />

0,34<br />

Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego<br />

2006<br />

2007<br />

Fonte: ECOEURO<br />

264


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

DATI MUD <strong>2009</strong><br />

Attraverso un censimento relativamente ai dati MUD presentati nel <strong>2009</strong> in<br />

riferimento all’anno operativo 2008, presso 90 aziende disposte sul territorio<br />

nazionale, è possibile fare un parziale confronto dei dati percentuali relativi agli<br />

anni 2006-2007, limitatamente ai dati maggiormente paragonabili fra loro, a<br />

prescindere dal numero di imprese interessate.<br />

TABELLA <strong>10</strong>: Veicoli intercettati 2008<br />

REGIONE<br />

2008 DATI PRA 2008<br />

MEDIA<br />

MEDIA<br />

N. VEICOLI KG SINGOLA % % N. VEICOLI KG SINGOLA % %<br />

MACCHINA KG N. PESO MACCHINA KG N. PESO<br />

Nord 93.330 88.663,206,00 950 21,17 21,17 440.786 418.746.700 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

Centro 58.060 55.157.131,03 950 13,75 13,75 422.363 401.244.850 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

Sud e Isole 32.066 30.463.035,00 950 6,77 6,77 473.722 450.035.900 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

TOTALE 183.456 174.283.372,03 950 13,90 13,90 1.336.871 1.270.027.450 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />

Fonte: Elaborazione ECOEURO su dati PRA<br />

Nel 2008, il numero di veicoli avviati a demolizione è stato complessivamente<br />

pari a circa 1,3 milioni. Pertanto, la percentuale di veicoli intercettati dalla<br />

presente indagine, rispetto al totale, è pari a circa il 14% sul campione<br />

nazionale. Inoltre, la percentuale di veicoli oggetto <strong>del</strong>l’indagine è concentrata<br />

maggiormente nelle Regioni <strong>del</strong> Nord Italia.<br />

265


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

MESSA IN SICUREZZA<br />

ANNI 2006-2008<br />

Nel presente paragrafo sono rappresentate le percentuali di produzione dei rifiuti<br />

prelevati durante la messa in sicurezza dei veicoli fuori uso, suddivise per aree<br />

geografiche.<br />

TABELLA 11: Rifiuti ottenuti dalla messa in sicurezza <strong>del</strong> veicolo 2008<br />

MESSA IN SICUREZZA<br />

LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE<br />

KG % KG % KG %<br />

Nord 653.301,65 0,83 1.045.990,76 1,48 1.699.292,41 2,31<br />

Centro 315.142,86 0,61 827.049,98 2,08 1.142.192,84 2,69<br />

Sud e Isole 82.897,02 0,54 246.090,45 1,94 328.987,47 2,48<br />

TOTALE 1.051.341,53 0,66 2.119.131,19 1,83 3.170.472,72 2,49<br />

Fonte: ECOEURO<br />

Come è possibile notare, fra le zone geografiche di riferimento non vi sono<br />

evidenti fluttuazioni <strong>del</strong>le percentuali di produzione. Risulta inoltre appianata la<br />

notevole differenza, evidente nel 2006, fra il Sud Italia ed il resto <strong>del</strong> territorio.<br />

Il valore medio nazionale <strong>del</strong>la percentuale di rifiuti prodotti dalla messa in<br />

sicurezza dei veicoli fuori uso, si attesta intorno al 2,49% (dato parziale, relativo<br />

al 45% circa <strong>del</strong>le imprese censite negli altri anni).<br />

Nel 2008, invece, la percentuale in peso <strong>del</strong> veicolo prelevato come materiale<br />

durante l’attività di messa in sicurezza risulta comunque sensibilmente diminuita<br />

rispetto agli anni precedenti.<br />

266


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 12: <strong>Produzione</strong> di rifiuti da messa in sicurezza nel triennio 2006-2008 (%)<br />

<strong>10</strong><br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

Nord<br />

Centro<br />

Nord<br />

Sud e Isole<br />

Centro<br />

Media<br />

Nazionale<br />

Sud e Isole<br />

2006<br />

2007<br />

2,56%<br />

1,59%<br />

9,49%<br />

4,54%<br />

1,75%<br />

3,11%<br />

5,39%<br />

3,23%<br />

2,31% 2,69% 2,48% 2,49%<br />

2008<br />

Media Nazionale<br />

Fonte: ECOEURO<br />

267


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

RICICLAGGIO<br />

ANNI 2006-2008<br />

I dati 2008 mostrano come la percentuale di materiali prelevati per la<br />

promozione <strong>del</strong> riciclaggio sia considerevolmente aumentata, rispetto ai<br />

due anni precedenti, con un incremento maggiore nel Nord Italia rispetto al<br />

resto <strong>del</strong> territorio. Il riciclaggio ha registrato un leggero aumento fra il<br />

2006 e il 2007, mentre fra il 2007 e il 2008, la performance risulta<br />

notevolmente migliorata.<br />

In generale, sul territorio nazionale, la media <strong>del</strong>la percentuale in peso <strong>del</strong><br />

veicolo, che viene separata per l’invio dei materiali a successivo riciclaggio,<br />

pari all’1,36% nel 2006, si attesta al 1,74% nel 2007, fino ad arrivare al<br />

4,63% nel 2008. Tale segnale deve essere interpretato in senso certamente<br />

incoraggiante dal punto di vista <strong>del</strong>la performance operativa <strong>del</strong> sistema di<br />

smantellamento veicoli in Italia.<br />

TABELLA 12: Promozione <strong>del</strong> riciclaggio 2008<br />

RICICLAGGIO<br />

GOMME PLASTICA VETRO TOTALE<br />

KG % KG % KG % KG %<br />

Nord 1.700.653,83 3,40 78.060,37 2,00 553.632,98 1,25 2.332.347,18 6,65<br />

Centro 1.025.643,75 1,79 581.384,05 1,30 292.472,40 0,25 1.899.500,20 3,34<br />

Sud e Isole 345.040,80 2,96 230.373,80 0,78 89.302,00 0,15 664.716,60 3,89<br />

TOTALE 3.071.338,38 2,72 889.818,22 1,36 935.407,38 0,55 4.896.563,98 4,63<br />

Fonte: ECOEURO<br />

268


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 13: <strong>Produzione</strong> di pneumatici nel triennio 2006-2008 (%)<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

Nord<br />

0,61%<br />

0,51%<br />

Centro<br />

0,20%<br />

0,57%<br />

Sud e Isole<br />

2,06%<br />

1,99%<br />

Media Nazionale<br />

0,95%<br />

1,02%<br />

3,40% 1,79% 2,96% 2,72%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO 14: <strong>Produzione</strong> di plastica nel triennio 2006-2008 (%)<br />

2<br />

1,5<br />

1<br />

0,5<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

Nord<br />

0,14%<br />

0,28%<br />

Centro<br />

0,18%<br />

0,31%<br />

Sud e Isole<br />

0,32%<br />

0,55%<br />

Media Nazionale<br />

0,21%<br />

0,38%<br />

2,00% 1,30% 0,78% 1,36%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

269


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 15: <strong>Produzione</strong> di vetro nel triennio 2006-2008 (%)<br />

1,5<br />

1<br />

0,5<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

Nord<br />

0,20%<br />

0,25%<br />

Centro<br />

0,12%<br />

0,25%<br />

Sud e Isole<br />

0,27%<br />

0,53%<br />

Media Nazionale<br />

0,20%<br />

0,34%<br />

1,25% 0,25% 0,15% 0,55%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO 16: Riciclaggio nel triennio 2006-2008 (%)<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

Fonte: ECOEURO<br />

Nord<br />

0,95%<br />

1,04%<br />

Centro<br />

0,50%<br />

1,13%<br />

Sud e Isole<br />

2,65%<br />

3,07%<br />

Media Nazionale<br />

1,36%<br />

1,74%<br />

6,65% 3,34% 3,89% 4,63%<br />

270


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

REIMPIEGO<br />

ANNI 2006-2008<br />

L’attività di prelievo di componenti per il successivo avvio a reimpiego, costituisce<br />

un’attività considerevolmente importante per l’impresa di autodemolizione,<br />

anche dal punto di vista economico.<br />

TABELLA 13: Percentuale di reimpiego nel 2008<br />

REIMPIEGO<br />

KG %<br />

Nord 9.860.080,01 11,<strong>10</strong><br />

Centro 7.208.649,75 14,66<br />

Sud e Isole 12.753.081,90 17,18<br />

TOTALE 29.821.811,66 14,31<br />

20<br />

15<br />

<strong>10</strong><br />

5<br />

0<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO 17: Reimpiego nel triennio 2006-2008<br />

Il seguente grafico rappresenta i dati di confronto fra le porzioni in peso<br />

prelevate dal veicolo per l’avvio a reimpiego, sensibilmente aumentati nel 2008.<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

Nord<br />

Centro Sud e Isole Media Nazionale<br />

7,71%<br />

8,83%<br />

12,79%<br />

13,85%<br />

6,54%<br />

5,48%<br />

9,01%<br />

9,39%<br />

11,<strong>10</strong>% 14,66% 17,18% 14,31%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

L’aumento più evidente si registra nel Sud Italia, dove si passa dal 6,34% <strong>del</strong><br />

2006, al 5,48% <strong>del</strong> 2007 e al 17,18% <strong>del</strong> 2008. Anche a livello nazionale<br />

l’incremento è molto sensibile: 9,01% nel 2006, 9,39% nel 2007, fino al<br />

14,31% nel 2008.<br />

271


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

RECUPERO<br />

ANNI 2006-2008<br />

I dati relativi alla percentuale di materiali destinati al recupero corrispondono alla<br />

differenza fra il complessivo in peso di veicoli trattati e la somma dei materiali<br />

separati durante le altre fasi operative (messa in sicurezza, promozione <strong>del</strong><br />

riciclaggio e avvio a reimpiego <strong>del</strong>le componenti).<br />

Per questo motivo, il peso di questo materiale comprende anche il cosiddetto<br />

“fluff”, ossia la porzione di materiali non metallici che restano comunque inclusi<br />

nella carcassa avviata a frantumazione (guarnizioni, materiale elettrico o altre<br />

componenti).<br />

TABELLA 14: Percentuale di recupero 2008<br />

RECUPERO<br />

KG %<br />

Nord 74.068.943,03 79,94<br />

Centro 44.906.788,24 79,31<br />

Sud e Isole 16.716.249,03 76,45<br />

TOTALE 135.691.980,30 78,57<br />

Fonte: ECOEURO<br />

GRAFICO 18: <strong>Recupero</strong> nel triennio 2006-2008 (%)<br />

90<br />

85<br />

80<br />

75<br />

70<br />

Nord<br />

Centro<br />

Sud e Isole<br />

Media<br />

Nazionale<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

Nord<br />

Centro Sud e Isole Media Nazionale<br />

88,78%<br />

88,38%<br />

85,12%<br />

81,91%<br />

81,32%<br />

86,06%<br />

85,05%<br />

85,64%<br />

79,94% 79,31% 76,45% 78,57%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

272


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Essendo migliorate le prestazioni <strong>del</strong>le attività che precedono l’invio a<br />

frantumazione <strong>del</strong>la carcassa il peso <strong>del</strong> materiale avviato a successivo recupero<br />

è sensibilmente diminuito.<br />

Tale diminuzione interessa tutte le aree geografiche, con un massimo realizzato<br />

al Nord nel 2006 (88,8%) ed un minimo registrato al Sud nel 2008 (76,5%).<br />

A livello nazionale si è registrato un lieve aumento <strong>del</strong>la percentuale di recupero<br />

fra il 2006 e il 2007, ed un sensibile decremento, pari a circa 7 punti percentuali,<br />

fra il 2007 e il 2008.<br />

MATERIALI PRODOTTI<br />

NELL’ANNO 2008<br />

Il Grafico 19 può essere utilizzato per la rappresentazione puntuale <strong>del</strong>la<br />

performance operativa nazionale.<br />

GRAFICO 19: Materiali prodotti nel 2008<br />

Liquidi<br />

Batterie<br />

Gomme<br />

Plastica<br />

Vetro<br />

Reimpiego<br />

<strong>Recupero</strong><br />

0,66%<br />

1,83%<br />

2,72%<br />

1,36%<br />

0,55%<br />

14,31%<br />

78,57%<br />

Fonte: ECOEURO<br />

273


VEICOLI FUORI USO<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PERFORMANCE<br />

ANNI 2006-2008<br />

Nel Grafico 20 sono rappresentate le percentuali di produzione dei vari materiali<br />

a confronto fra i tre anni di riferimento presi in analisi.<br />

GRAFICO 20: Materiali ottenuti - Media nazionale (%)<br />

14,31<br />

15<br />

<strong>10</strong><br />

5<br />

0<br />

9,39<br />

9,01<br />

2,72<br />

1,83<br />

1,36<br />

0,66 2,43<br />

0,55<br />

0,80<br />

1,02<br />

3,50<br />

0,38<br />

0,34<br />

1,04<br />

0,95<br />

0,21<br />

0,20<br />

Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego<br />

2008<br />

2007<br />

2006<br />

Fonte: ECOEURO<br />

274


APPARECCHIATURE<br />

ELETTRICHE ED<br />

ELETTRONICHE


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

Il settore <strong>del</strong> recupero dei RAEE ha vissuto con grande tensione il cambiamento<br />

<strong>del</strong> sistema di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici per la radicale modifica<br />

dei rapporti commerciali, che ha imposto a molti operatori di scommettere sul<br />

futuro e sulle richieste <strong>del</strong> nuovo mercato. L’attuale situazione vede il settore<br />

ancora in mezzo al guado in quanto se da una parte iniziative sono state avviate<br />

da alcune <strong>del</strong>le organizzazioni coinvolte nella filiera, dall’altra vi è ancora la quasi<br />

totale inerzia <strong>del</strong>le istituzioni nell’attuare il contesto <strong>del</strong>ineato dal D.Lgs. 151/05,<br />

che aveva previsto una serie di provvedimenti normativi per mettere a regime il<br />

nuovo sistema <strong>del</strong>ineato dal decreto legislativo, attuativo <strong>del</strong>la relativa Direttiva<br />

comunitaria 2002/96/CE.<br />

Quindi, fermo restando un apprezzamento per alcuni importanti iniziative<br />

attuate, come l’Accordo tra il Centro di Coordinamento (CdC) RAEE e<br />

ASSORAEE, sottoscritto successivamente anche da altre associazioni dei<br />

recuperatori, che fissa standard minimi di gestione dei RAEE, e l’Accordo tra<br />

ANCI e CdC RAEE per il ritiro dei RAEE dai centri di raccolta (CdR) comunali, non<br />

può non essere stigmatizzata la sostanziale immobilità <strong>del</strong> legislatore, che non<br />

permette il vero decollo <strong>del</strong> nuovo sistema a partire dall’importante ed essenziale<br />

fase di raccolta.<br />

Infatti ad oggi, dopo ben quattro anni dall’operatività <strong>del</strong> D.lgs. 151/05 e<br />

preannunciate imminenti emanazioni di provvedimenti attuativi, non sono stati<br />

approvati e pubblicati importanti ed essenziali decreti per permettere al nuovo<br />

sistema dei RAEE italiano di posizionarsi su livelli degni di confronto europeo,<br />

condizione che ha certamente costituito uno degli ostacoli principali al<br />

raggiungimento dei livelli minimi di raccolta fissati dalla direttiva e dalla norma<br />

nazionale, di 4 kg/ab/anno al 31 dicembre 2008.<br />

Basta al riguardo ricordare che:<br />

• non è ancora stato pubblicato il decreto sul ritiro 1 contro 1 da parte <strong>del</strong>la<br />

distribuzione, la cui “imminenza” è divenuta ormai un miraggio, mentre il<br />

provvedimento risulta essenziale per incrementare sensibilmente la raccolta dei<br />

RAEE domestici;<br />

• non sono ancora stati definiti, neanche sotto forma di linea guida, i criteri per<br />

l’assimilazione di taluni RAEE di origine professionale ai RAEE domestici,<br />

necessari per individuare responsabilità e circuiti operativi di riferimento<br />

(domestico- professionale);<br />

• si è rischiato il vuoto normativo sul tema <strong>del</strong>la regolamentazione dei “centri di<br />

raccolta” con il ritiro <strong>del</strong> relativo decreto e la recente riapprovazione,<br />

condizione che ha portato ad un ritardo nella pubblicazione <strong>del</strong> bando per il<br />

finanziamento di nuovi CdR RAEE e per l’adeguamento degli esistenti, previsto<br />

nell’Accordo ANCI-CdC RAEE, e quindi a ulteriori ritardi nell’incremento <strong>del</strong>le<br />

raccolte dei RAEE da nuclei domestici;<br />

• molti Comuni non hanno ancora attivato la raccolta separata dei RAEE ed altri<br />

continuano tranquillamente a smaltire i RAEE a proprio carico, probabilmente<br />

in impianti che non sono accreditati presso il CdC RAEE, e facendo ricadere un<br />

doppio onere sui loro cittadini che, in quanto consumatori, finanziano già il<br />

sistema all’atto <strong>del</strong>l’acquisto di AEE nuove;<br />

276


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

• non si ha notizia <strong>del</strong> rispetto, da parte dei produttori di AEE, di quanto stabilito<br />

dall’art. 13, comma 3, in merito alla comunicazione relativa all’eventuale<br />

contenuto e collocazione <strong>del</strong>le sostanze pericolose all’interno <strong>del</strong>le AEE da loro<br />

prodotte e neppure <strong>del</strong>le sanzioni connesse a tale mancata comunicazione.<br />

Tutto ciò solo per fare alcuni esempi.<br />

Tuttavia, in questo non soddisfacente quadro dovuto principalmente alla<br />

latitanza <strong>del</strong> legislatore, sulla base <strong>del</strong>le iniziative di CdC, ANCI e ASSORAEE,<br />

sono stati definiti come sopra accennato alcuni importanti riferimenti regolatori:<br />

• l’Accordo fra il CdC RAEE e le associazioni dei recuperatori, che vede come<br />

promotore e primo firmatario ASSORAEE, finalizzato a perseguire un livello<br />

minimo garantito di qualità di trattamento fra le varie imprese di recupero, è<br />

in applicazione ed è previsto che sarà a pieno regime a partire dal 30<br />

settembre <strong>2009</strong>, con il completamento degli audit di accreditamento. Va in<br />

proposito evidenziata l’importanza <strong>del</strong>l’Accordo, che di fatto mira a sostituire<br />

la procedura di iscrizione all’Albo gestori ai sensi <strong>del</strong>l’art. 8, comma 12, <strong>del</strong><br />

D.Lgs. 151/05, la quale rappresenta essenzialmente una duplicazione<br />

burocratica rispetto alla fondamentale esigenza di una più corretta e<br />

confrontabile condizione di mercato. Tale Accordo, che prevede non solo un<br />

riferimento omogeneo di gestione, ma anche la certificazione <strong>del</strong>l’attività di<br />

recupero effettuata da un verificatore terzo ed il successivo accreditamento al<br />

CdC RAEE <strong>del</strong>le aziende di trattamento dei RAEE domestici, una volta a regime<br />

porrà nelle stesse condizioni tutti i Sistemi consortili a competere sulla base dei<br />

medesimi standard ambientali di trattamento.<br />

• ANCI e CdC RAEE hanno concluso l’Accordo sulle condizioni di ritiro dei RAEE<br />

da parte dei singoli Sistemi consortili, secondo la specifiche quote di<br />

partecipazione al sistema. In tal senso va riconosciuto l’impegno <strong>del</strong>le parti<br />

firmatarie ad avviare le nuove condizioni di raccolta, anche in assenza, come<br />

detto, di provvedimenti essenziali per regolare il flusso di raccolta dei RAEE<br />

domestici. In proposito, non può non essere evidenziata la carenza di un<br />

analogo impegno <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la distribuzione, considerato peraltro che la<br />

direttiva e il provvedimento nazionale si basano su una gestione condivisa <strong>del</strong><br />

nuovo sistema.<br />

• L’operatività <strong>del</strong> Comitato di indirizzo, di cui ASSORAEE è componente, ha<br />

iniziato a muovere i primi passi con la recente formalizzazione di un<br />

documento riassuntivo <strong>del</strong>le priorità <strong>del</strong> sistema di riferimento e <strong>del</strong>le relative<br />

iniziative da porre in essere per superare le criticità presenti nella filiera.<br />

L’importanza <strong>del</strong> Comitato e <strong>del</strong> ruolo svolto è connessa alla rappresentatività<br />

<strong>del</strong>l’organismo, unica modalità di intervento istituzionalizzato per la maggior<br />

parte dei soggetti economici <strong>del</strong>la filiera RAEE.<br />

Il “sistema RAEE” è oggi presidiato da 15 Sistemi collettivi di dimensioni<br />

assolutamente non omogenee e con approcci commerciali ed industriali diversi<br />

l’uno dall’altro.<br />

Questo fatto, che potrebbe essere salutato come un vantaggio competitivo, in<br />

277


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

realtà induce alcune distorsioni che potrebbero, alla lunga, generare difficoltà<br />

per l’intero sistema.<br />

Convivono nel CdC sistemi consortili di dimensioni rilevanti (fino al 75-80% <strong>del</strong><br />

mercato per i raggruppamenti oggetto <strong>del</strong>l’attività) e sistemi consortili con<br />

percentuali di mercato che non raggiungono il <strong>10</strong>%.<br />

Tutto ciò comporta per i recuperatori, nel primo caso e per alcune tipologie di<br />

RAEE, la concentrazione <strong>del</strong>la richiesta <strong>del</strong> servizio pressoché in un unico Sistema<br />

collettivo, attento agli aspetti qualitativi <strong>del</strong> recupero; nell’altro, una politica<br />

commerciale di nicchia, molto aggressiva sul piano economico e spesso<br />

“distratta” sul piano qualitativo.<br />

Si deve, inoltre, registrare la volontà dichiarata da qualche Sistema collettivo di<br />

svolgere direttamente le attività industriali di recupero, con un evidente<br />

assunzione di doppio ruolo di regolatore e operatore, o controllante e<br />

controllato, che stride con qualsiasi concetto stesso di “mercato”.<br />

In questo contesto vi è una sola scelta: continuare a fare ciò che una<br />

Associazione come ASSORAEE deve fare e ha fatto: segnalare, proporre,<br />

sollecitare, promuovere alleanze, e anche, ove occorra, denunciare alla pubblica<br />

opinione e agli organismi preposti le esigenze non solo <strong>del</strong> comparto, ma anche<br />

di un sistema che ha bisogno di crescere correttamente nell’interesse di tutte<br />

parti coinvolte.<br />

GABRIELE CANÈ<br />

Presidente ASSORAEE<br />

278


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL SETTORE DELLE<br />

APPARECCHIATURE<br />

ELETTRICHE ED<br />

ELETTRONICHE<br />

Con l'entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 151/05, di attuazione <strong>del</strong>le Direttive comunitarie<br />

2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/<strong>10</strong>8/CE, in Italia è stato introdotto un nuovo<br />

sistema, che ha previsto nuove responsabilità a carico dei produttori di<br />

apparecchiature elettriche ed elettroniche, e nuove modalità operative per quanto<br />

concerne le varie fasi <strong>del</strong>la filiera di gestione dei RAEE prodotti relative alla loro<br />

raccolta, trattamento, recupero. Tali responsabilità di fatto si sono rese applicabili<br />

solo dopo la definizione di alcune disposizioni attuative essenziali che hanno<br />

permesso un avvio graduale dei nuovi oneri.<br />

La normativa sui RAEE coinvolge uno dei settori principali <strong>del</strong>l'economia<br />

nazionale. Ad oggi sono 11.000 le aziende in Italia che producono<br />

apparecchiature elettriche ed elettroniche, con un fatturato annuo di 32 miliardi<br />

di euro e con 212.000 addetti.<br />

GRAFICO 1:<br />

I consumi nei principali mercati dei beni durevoli<br />

22<br />

18<br />

elettr. bruni<br />

var. media annua 2007-2008 (consumi reali)<br />

14<br />

<strong>10</strong><br />

6<br />

2<br />

-2<br />

fotografie<br />

informatica<br />

telefonia<br />

elettr. piccoli<br />

elettr. bianchi<br />

bricolage<br />

mobili<br />

mobilità<br />

-6<br />

0 <strong>10</strong>0 200 300 400 500 600 700 800 900<br />

livello spesa pro capite 2007 (euro)<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

L’industria <strong>del</strong>le apparecchiature elettriche ed elettroniche è caratterizzata dalla<br />

produzione di una vasta tipologia di prodotti in crescita costante, specie in alcuni<br />

settori, come quello <strong>del</strong>l’informatica e degli audiovisi.<br />

279


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 1:<br />

Il mercato degli elettrodomestici bianchi - Consistenze (milioni di Euro)<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE <strong>2009</strong><br />

3.137 3.123 3.174<br />

TABELLA 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi (%)<br />

VOLUMI PREZZI VALORE<br />

2007 6,1 2,2 8,5<br />

2008 -2,2 1,8 -0,4<br />

<strong>2009</strong> -0,4 2,0 1,7<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

GRAFICO 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi<br />

140<br />

130<br />

120<br />

-2,2%<br />

1<strong>10</strong><br />

+1,8%<br />

<strong>10</strong>0<br />

90<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

<strong>2009</strong><br />

indice dei volumi<br />

indice dei prezzi<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

I grandi elettrodomestici (come frigoriferi, congelatori, lavatrici ecc.)<br />

costituiscono la parte preponderante (40% circa) <strong>del</strong> totale dei prodotti utilizzati,<br />

seguono poi le apparecchiature per ufficio (soprattutto apparecchiature<br />

informatiche), le apparecchiature da illuminazione e il materiale audiovisivo.<br />

280


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 3: Il mercato degli elettrodomestici piccoli - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi<br />

160<br />

150<br />

+2,0%<br />

140<br />

130<br />

120<br />

1<strong>10</strong><br />

<strong>10</strong>0<br />

+1,0%<br />

90<br />

80<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

<strong>2009</strong><br />

indice dei volumi<br />

indice dei prezzi<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

TABELLA 3:<br />

Il mercato degli elettrodomestici bruni - Consistenze (milioni di Euro)<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE <strong>2009</strong><br />

4.329 4.040 3.780<br />

TABELLA 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni (%)<br />

VOLUMI PREZZI VALORE<br />

2007 24,8 -21,0 -1,5<br />

2008 11,5 -16,3 -6,7<br />

<strong>2009</strong> 3,4 -9,5 -6,4<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

281


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi<br />

700<br />

+11,5%<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

<strong>10</strong>0<br />

-16,3%<br />

0<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />

<strong>2009</strong><br />

indice dei volumi<br />

indice dei prezzi<br />

Fonte: FINDOMESTIC<br />

Nel 2008, con l’avvio operativo <strong>del</strong> nuovo sistema di raccolta e recupero dei<br />

RAEE, i produttori di AEE hanno dato vita ad una serie di Sistemi collettivi,<br />

operanti su tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali specifici per<br />

tipologia di prodotti/rifiuti, ma per la maggior parte trasversali a tutti i<br />

RAEE. I Sistemi collettivi attualmente attivi in Italia nel settore dei RAEE<br />

domestici sono 15.<br />

282


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Sistemi collettivi aderenti al Centro di Coordinamento RAEE<br />

Via Pianezza, 123 - <strong>10</strong>151 Torino<br />

Tel 011.4513262 - Fax 011.4513287<br />

info@apiraee.it - www.apiraee.it<br />

Via F.lli Kennedy, 1 - <strong>10</strong>048 Vinovo (TO)<br />

Tel 011.9935662 - Fax 011.9935691<br />

ccr-reweee@ccritalia.it - www.reweee.com<br />

Viale Oberdan, snc - 6<strong>10</strong>34 Fossombrone (PU)<br />

Tel 0721.749245 - Fax 0721.746490<br />

italia@dataserv-italia.it - www.dataserv-group.com<br />

Corso Italia, 39 - 2<strong>10</strong>47 Saronno (VA)<br />

Tel 02.92274600 - Fax 02.92274601<br />

info@ecodom.it - www.ecodom.it<br />

Viale Misurata, 32 - 20146 Milano<br />

Tel 02.4236863 - Fax 02.4895275<br />

ecoelit@ecoelit.it - www.ecoelit.it<br />

Via Irno Loc Tardone, Snc - 84098 Pontecagnano (SA)<br />

Tel 02.45076135 - Fax 02.45550206<br />

info@ecoem.it - www.ecoem.it<br />

Via Traiano, 7 - 20149 Milano<br />

Tel 02.37052936/7 - Fax 02.37052935<br />

ecolamp@ecolamp.it - www.ecolamp.it<br />

Via Monte Rosa, 96 - 20149 Milano<br />

Tel 02.33600732 - Fax 023315870<br />

segreteria@ecolightitaly.it - www.ecoligth.it<br />

283


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Via Gattamelata, 34 - 20149 Milano<br />

Tel 02.34532149 - Fax 02.34533045<br />

info@ecoped.org - www.ecoped.org<br />

Via M. Viganò de'Vizzi, 93/95 - <strong>2009</strong>2 Cinisello Balsamo (MI)<br />

Tel 02.6146401 - Fax 02.61291490<br />

info@ecorit.it - www.ecorit.it<br />

Via Monte Rosa 96 - 20149 Milano<br />

Tel 02.39198600 - Fax 02.700512679<br />

segreteria@consorzioecosol.it - www.consorzioecosol.it<br />

Viale Assunta, <strong>10</strong>1 - 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)<br />

Tel 02.92147479 - Fax 02.92147917<br />

italy@erp-recycling.org - www.erp-recycling.it<br />

Via A. Moro, <strong>10</strong> - 25124 Brescia<br />

Tel 02.47950790 - Fax 02.45503700<br />

info@raecycle.it - www.raecycle.it<br />

Corso Sempione, 41 - 20145 Milano<br />

Tel 02.34594611 - Fax 02.34594626<br />

info@consorzioremedia.it - www.consorzioremedia.it<br />

Via Gattamelata, 34 - 20149 Milano<br />

Tel 02.34532149 – Fax 02.34533045<br />

info@ridomus.org - www.ridomus.org<br />

Fonte: CdC RAEE - Rapporto annuale 2008


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LA RACCOLTA DEI<br />

RAEE DOMESTICI<br />

In sintesi, il sistema di raccolta dei RAEE domestici, si impernia sui Centri di<br />

raccolta (CdR) Comunali che ricevono i RAEE dai cittadini e, allo stato attuale<br />

solo in alcuni casi, dalla distribuzione. Al fine di conferire i RAEE ai Sistemi<br />

consortili responsabili <strong>del</strong>le successive fasi di gestione, i Comuni o gestori<br />

<strong>del</strong>egati dei CdR devono convenzionarsi con il CdC RAEE in attuazione <strong>del</strong>le<br />

condizioni previste dall’Accordo ANCI-CdC RAEE. Il CdC, sulla base <strong>del</strong>le quote<br />

di mercato dei singoli Sistemi collettivi ripartisce tra gli stessi, a livello nazionale,<br />

assicurando omogenee condizioni sul territorio, le relative quote di gestione dei<br />

RAEE, assegnando dei CdR da servire. I singoli Sistemi collettivi provvedono al<br />

recupero dei Raee tramite operatori <strong>del</strong>la logistica e gestori di impianti di<br />

trattamento (fatta eccezione, a quanto risulta per due piccoli Consorzi). La<br />

normativa prevede sia un obiettivo minimo di raccolta di 4 kg/ab/anno, che<br />

avrebbe dovuto essere raggiunto entro il 2008, sia degli obiettivi di riutilizzo,<br />

riciclaggio e recupero, articolati per categorie di RAEE.<br />

Il quantitativo totale di RAEE di provenienza urbana recuperati nell’anno 2002 è<br />

stato di 79.400 tonnellate, con una crescita continua negli anni che ha portato<br />

a 116.000 le tonnellate recuperate nel 2007.<br />

TABELLA 5:<br />

Raccolta differenziata di RAEE in Italia (ton)<br />

ANNO RACCOLTA DIFFERENZIATA RACCOLTA MULTICONSORTILE<br />

2002 79.400<br />

2003 67.000<br />

2004 74.<strong>10</strong>0<br />

2005 <strong>10</strong>2.000<br />

2006 <strong>10</strong>7.800<br />

2007 116.193<br />

2008 65.713<br />

Fonte: ISPRA, Rapporto Rifiuti/Centro di Coordinamento RAEE<br />

La potenzialità e la composizione dei RAEE raccoglibili è ancora difficile da<br />

stimare in quanto solo negli ultimi 2 anni, di fatto, è stato avviato il nuovo<br />

sistema di raccolta, ma certamente è da ritenere che possa essere di gran lunga<br />

maggiore se si realizzasse un omogeneo e efficace sistema di raccolta che veda<br />

coinvolta anche la distribuzione.<br />

Nel 2008, anno di avvio <strong>del</strong>l’operatività <strong>del</strong> nuovo sistema multiconsortile di<br />

gestione dei RAEE domestici, si è raggiunta una raccolta di 65.000 tonnellate in<br />

base ai dati rilevati dal Centro di Coordinamento.<br />

Al riguardo vale la pena citare un recente Studio ECODOM sulle potenzialità<br />

attese <strong>del</strong> nuovo sistema che stima in 258.000 tonnellate/anno il livello massimo<br />

di sviluppo per i soli elettrodomestici, di cui circa <strong>10</strong>0.000 tonnellate contenenti<br />

CFC o altri refrigeranti.<br />

Al fine di meglio comprendere la situazione al 2008 con l’avvio <strong>del</strong> nuovo<br />

sistema, confrontandolo con la situazione precedente, che vedeva la<br />

responsabilità dei Comuni per l’invio a trattamento dei RAEE, emerge quanto di<br />

seguito.<br />

285


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 6:<br />

Raccolta RAEE domestici (ton)<br />

RACC. DIFF. RAEE 2007 RACC. MULTICONSORTILE RAEE 2008<br />

Piemonte 7.282 7.744<br />

V.D'Aosta 255 184<br />

Lombardia 27.306 16.629<br />

Trent A.A. 3.<strong>10</strong>0 2.920<br />

Veneto 14.821 9.374<br />

Friuli V.G. 4.552 2.986<br />

Liguria 3.191 918<br />

E. Romag. 13.158 4.333<br />

NORD 73.664 45.088<br />

Toscana 11.734 4.791<br />

Umbria 1.221 2.199<br />

Marche 3.207 2.425<br />

Lazio 2.747 3.<strong>10</strong>7<br />

CENTRO 18.909 12.522<br />

Abruzzo 2.190 682<br />

Molise 223 128<br />

Campania 4.030 2.073<br />

Puglia 4.086 1.<strong>10</strong>7<br />

Basilicata 811 2<strong>10</strong><br />

Calabria 949 714<br />

Sicilia 6.376 629<br />

Sardegna 4.954 2.552<br />

SUD 23.620 8.095<br />

ITALIA 116.193 65.705<br />

Fonte: ISPRA<br />

Fonte: CdC RAEE<br />

Come si nota, la raccolta è concentrata soprattutto nelle Regioni <strong>del</strong> Nord, in<br />

particolare Lombardia, Veneto e Piemonte, e <strong>del</strong> Centro, in particolare Toscana<br />

ed Emilia Romagna. Queste 5 Regioni da sole realizzano più <strong>del</strong> 65% <strong>del</strong> totale<br />

nazionale.<br />

Il totale di RAEE recuperati nell’anno 2008 era composto per il 36% da<br />

apparecchiature refrigeranti, per il 27% da Tv e monitor, per il 20% dai grandi<br />

bianchi e per il 15% da apparecchi illuminanti.<br />

286


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 5: Ripartizione dei RAEE tra i cinque raggruppamenti 2008<br />

RA4 - PED CE ICT<br />

apparecchi illuminanti<br />

e altro 15,02%<br />

R5 - sorgenti luminose 0,32%<br />

R1 - apparecchiature<br />

refrigeranti 36,58%<br />

R3 - TV e monitor 27,48%<br />

R2 - grandi bianchi 20,60%<br />

Fonte: EUROSTAT<br />

TABELLA 7:<br />

Ripartizione dei RAEE raccolti tra i cinque raggruppamenti<br />

RAGGRUPPAMENTO % 2008 ton <strong>2009</strong> (gen/ago)<br />

R1 apparecchiature refrigeranti 36,58 24.039 35.226<br />

R2 Grandi Bianchi 20,60 13.535 27.998<br />

R3 TV e monitor 27,48 18.058 32.803<br />

R4 PED CE ICT apparecchi di illuminanti 15,02 9.868 19.012<br />

R5 Sorgenti luminose 0,32 21 378<br />

Totale <strong>10</strong>0 65.713 115.417<br />

Fonte: Centro di Coordinamento RAEE<br />

Sui RAEE professionali, a differenza dei RAEE domestici, non si dispone ancora<br />

di dati aggregati e che possano dare un’immagine esaustiva <strong>del</strong> settore.<br />

287


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

CRITICITÀ<br />

DEL SISTEMA<br />

E PRIME IPOTESI DI<br />

SOLUZIONE<br />

Ad oggi, si può dire che il sistema di raccolta separata e recupero dei RAEE<br />

sia stato avviato, ma rimangono, come emerge chiaramente dai dati<br />

sopraesposti, diversi aspetti da portare a regime, quali il completamento<br />

<strong>del</strong>la rete di raccolta nazionale, oggi con gravi lacune specialmente in<br />

alcune aree <strong>del</strong> Sud <strong>del</strong> Paese per mancato convenzionamento dei CdR e<br />

l’emanazione dei decreti attuativi previsti dal D.Lgs. 151/05, ad iniziare da<br />

quello relativo al ritiro 1 contro 1 dalla distribuzione, essenziale per<br />

assicurare l’intercettazione di tutti i RAEE domestici prodotti.<br />

Per quanto riguarda la raccolta e il trasporto ai CdR da parte di distributori è<br />

necessario mettere a punto procedure semplificate, che pur assicurando<br />

l’esigenza di semplificazione, garantiscano la trasparenza e il controllo dei flussi<br />

ai fini <strong>del</strong> corretto conferimento dei RAEE.<br />

Azione propedeutica e fondamentale per definire più precisamente<br />

l’ampiezza e la consistenza <strong>del</strong>la rete di raccolta potenzialmente attivabile<br />

dalla distribuzione e per porre in atto le eventuali iniziative necessarie per il<br />

suo sviluppo/miglioramento (anche in ordine al raggiungimento <strong>del</strong>l’obiettivo<br />

nazionale di raccolta) è l’effettuazione di una indagine relativa alla rete<br />

territoriale di raccolta garantita dalla distribuzione e dai centri di raccolta<br />

(CdR) comunali disponibili ad accettare i RAEE conferiti dalla distribuzione,<br />

che attualmente risulta attivata solo per alcuni CdR comunali.<br />

Nell’esperienza <strong>del</strong> primo anno <strong>del</strong> nuovo sistema di gestione dei RAEE si è<br />

assistito ad un apprezzato impegno di molte amministrazioni che ha<br />

comportato anche maggiori costi di gestione nella raccolta territoriale e nella<br />

gestione dei CdR. Ciò in particolare per: l’adeguamento dei servizi di raccolta<br />

territoriale dei RAEE anche per limitarne la cannibalizzazione ed evitarne il<br />

danneggiamento, l’adeguamento infrastrutturale, logistico e operativo dei<br />

CdR. E’ prevedibile l’aumento di tali oneri qualora venga assicurato l’accesso<br />

ai CdR da parte <strong>del</strong>la distribuzione, che verrebbero però parzialmente<br />

compensati dalle previste incentivazioni di efficienza di raccolta definite<br />

dall’Accordo tra ANCI e CdC RAEE.<br />

In tale contesto vi è l’esigenza di evitare il verificarsi di impropri conferimenti di<br />

RAEE provenienti da attività economiche e quindi rifiuti speciali, se non pericolosi<br />

in alcuni casi, ai CdR comunali da parte degli operatori <strong>del</strong>la distribuzione,<br />

considerata la carenza di una specifica regolamentazione. Altro aspetto riguarda<br />

il possibile conferimento di RAEE cannibalizzati a seguito di attività economiche<br />

che in futuro determinerebbe conflitti nei rapporti tra i gestori dei CdR, Sistemi<br />

consortili e recuperatori.<br />

Va perciò approfondito il concetto di assimilazione dei RAEE “analoghi” a quelli<br />

provenienti dai nuclei domestici, ai fini <strong>del</strong> conferimento ai CdR. Appare<br />

necessario, in altre parole, definire compiutamente le condizioni e i limiti entro<br />

cui i CdR comunali hanno l’obbligo di ricevere i RAEE domestici ritirati dalla<br />

distribuzione prodotti nel bacino di riferimento. Altrettanto, dovranno essere<br />

regolamentate le eventuali possibilità di conferimento diretto, di carichi utili,<br />

dalle aree di raccolta dei distributori verso gli impianti di trattamento, con<br />

condizioni organizzative analoghe a quelle dei centri di raccolta comunali.<br />

288


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

In aggiunta, vanno rafforzate le azioni a favore <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>del</strong>la raccolta dei<br />

RAEE attraverso il coinvolgimento dei produttori e distributori, in coordinamento<br />

con ANCI, in iniziative di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale e<br />

locale. Il sistema di gestione dei RAEE potrà decollare solo se per raccolta,<br />

riutilizzo, recupero e riciclaggio vi saranno obiettivi e finalità comuni e condivisi<br />

per tutti i vari attori <strong>del</strong>la “filiera” <strong>del</strong>la gestione dei RAEE e un concreto<br />

impegno anche nella informazione e comunicazione. Dette iniziative dovrebbero<br />

essere finalizzate, in particolare, ad assicurare il corretto conferimento,<br />

l’aumento <strong>del</strong>la raccolta dei RAEE e la diminuzione <strong>del</strong>le anomalie, sia<br />

antecedente alla fase di raccolta, sia nei CdR.<br />

Per quanto riguarda il possibile riuso di AEE, valutate correttamente come<br />

ancora funzionanti, vanno chiarite le condizioni <strong>del</strong> ritiro, <strong>del</strong><br />

ricondizionamento da parte dei distributori o di altri soggetti a ciò abilitati<br />

e <strong>del</strong>le responsabilità <strong>del</strong>la re immissione nel mercato al fine di limitare<br />

iniziative in dumping rispetto alle regolari attività di gestione dei RAEE. Tali<br />

iniziative potrebbero infatti, qualora non svolte correttamente, risultare<br />

concorrenziali con il trattamento dei RAEE regolarmente effettuato, quando<br />

non addirittura dare luogo a traffici illeciti di RAEE.<br />

Per quanto riguarda gli obblighi degli impianti di trattamento, in particolare<br />

l’iscrizione nella sottocategoria Albo gestori (art. 8, comma 12, D.Lgs. 151/05),<br />

occorre superare la duplicazione amministrativa rispetto al sistema altrove<br />

previsto per la verifica e il controllo degli standard di trattamento degli stessi<br />

impianti. Questi ultimi, che generalmente operano in procedura autorizzativa<br />

ordinaria, sono infatti anche soggetti ad accreditamento secondo quanto<br />

previsto dall’Accordo sottoscritto tra le rappresentanze dei recuperatori e il CdC<br />

RAEE (v. paragrafo successivo). L’Accordo ha definito un sistema di qualificazione<br />

a seguito di verifiche ispettive da parte di auditor di enti terzi di certificazione,<br />

sulla base <strong>del</strong>le condizioni ivi definite. A tal fine esso reca uno standard tecnico<br />

che tiene conto anche <strong>del</strong>l’applicazione <strong>del</strong>le BAT e che deve fungere da<br />

riferimento per tutti i singoli sistemi consortili per la scelta, con regole di<br />

mercato, degli operatori <strong>del</strong> recupero.<br />

A tale riguardo, è importante prevedere condizioni affinchè l’Accordo sia<br />

effettivamente applicato e rispettato da tutti i Consorzi; anche per questo, è<br />

necessario dotare il Centro di coordinamento di poteri più incisivi nei confronti<br />

dei Consorzi stessi, che attualmente operano (per quanto riguarda i contratti con<br />

i fornitori) in maniera molto diversificata in particolare tra quelli grandi e quelli<br />

piccoli, ponendosi talvolta in contrasto con le regole di mercato e con i principi<br />

di trasparenza gestionale.<br />

Un rafforzamento <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> CdC potrà anche fornire le necessarie risposte<br />

alle esigenze di interventi unitari ai fini <strong>del</strong>la informazione e comunicazione,<br />

nazionale e locale per lo sviluppo <strong>del</strong>le RD. Anche per tali esigenze, risulterebbe<br />

opportuna una dimensione minima dei sistemi consortili ai fini <strong>del</strong>l’efficacia,<br />

efficienza ed economicità <strong>del</strong> sistema nel suo complesso.<br />

289


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Il settore <strong>del</strong> recupero attualmente si trova ancora nel mezzo di una fase di<br />

transizione, con contesti operativi e di mercato, caratterizzati da una lenta messa<br />

a regime <strong>del</strong> sistema e quindi una competitività ancora in via di bilanciamento,<br />

con pochi contratti di breve durata che non agevolano investimenti a lungo<br />

termine sopratutto in una condizione di lenta crescita <strong>del</strong>le quantità di RAEE da<br />

trattare.<br />

Per il futuro è fondamentale la possibilità di accesso ai dati rilevati dal Centro<br />

di Coordinamento, nonchè l’omogeneità e la confrontabilità degli stessi, per<br />

una effettiva e oggettiva valutazione <strong>del</strong>l’operatività e degli obiettivi<br />

raggiunti. È necessario inoltre che l’emanando decreto per la semplificazione<br />

dei RAEE domestici assicuri per i distributori la tracciabilità dei flussi e quindi<br />

la repressione dei traffici illeciti di RAEE.<br />

Per permettere la confrontabilità dei dati è altresì necessario che si stabiliscano<br />

modalità quanto più innovative per la reportistica degli impianti di trattamento<br />

nei rapporti con i Sistemi collettivi, e quindi il coinvolgimento di questi ultimi<br />

tramite il CdC e degli operatori <strong>del</strong> trattamento tramite le loro rappresentanze.<br />

Un passo avanti verso la ricerca di soluzioni ad alcuni dei problemi citati di<br />

interesse dei recuperatori è stato fatto con l’attivazione di un Tavolo di confronto<br />

tra ASSORAEE e il Centro di Coordinamento, che mira a superare alcune<br />

difficoltà operative e di interfaccia tra i vari soggetti coinvolti nel sistema.<br />

Non ultimo particolare attenzione va data all’iscrizione dei produttori di AEE al<br />

Registro dei produttori e al funzionamento di quest’ultimo. Risulta infatti<br />

urgente ed essenziale la messa a regime <strong>del</strong> Registro stesso affinché i dati raccolti<br />

possano dare un certo riferimento per il calcolo e l’attribuzione, da parte <strong>del</strong><br />

Comitato di vigilanza e controllo, <strong>del</strong>le quote di mercato e di responsabilità<br />

finanziaria ai produttori di AEE e quindi ai rispettivi Sistemi collettivi <strong>del</strong>egati alla<br />

gestione <strong>del</strong> recupero dei RAEE.<br />

290


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

L’ACCREDITAMENTO<br />

DEGLI IMPIANTI<br />

DI TRATTAMENTO<br />

DEI RAEE:<br />

LA MESSA A REGIME<br />

DELL’ACCORDO<br />

Al fine di superare le criticità connesse alle difformità autorizzative a livello<br />

nazionale, come da tempo evidenziato da <strong>FISE</strong> nella gestione di tutti i rifiuti e<br />

con l'obiettivo di assicurare adeguati ed omogenei livelli di trattamento e<br />

qualificazione <strong>del</strong>le aziende <strong>del</strong> settore <strong>del</strong> recupero dei RAEE, il Centro di<br />

Coordinamento RAEE e ASSORAEE - nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 25<br />

settembre 2007, n. 185 - hanno sottoscritto il 12 maggio 2008 un importante<br />

Accordo, successivamente sottoscritto da altre associazioni <strong>del</strong> settore:<br />

ASSOFERMET, ANCORAEE, APIRAEE, CNA, ASSOQUALIT e UNORAEE.<br />

In sintesi, l’Accordo regolamenta le condizioni gestionali minime dei RAEE in<br />

tutte le fasi operative, dal ritiro degli stessi dai CdR all’ottenimento <strong>del</strong>le materie<br />

prime secondarie o invio a smaltimento degli scarti.<br />

L'obiettivo viene perseguito tramite l'accreditamento <strong>del</strong>le Aziende <strong>del</strong> settore<br />

<strong>del</strong> trattamento dei RAEE (Aziende) presso il CdC conformemente alla Specifica<br />

tecnica allegata all'Accordo, in particolare, sulla base di un mirato audit<br />

condotto da certificatori terzi selezionati e convenzionati dal CdC, con<br />

conoscenza specifica <strong>del</strong> settore e dei processi di trattamento.<br />

L'esito positivo <strong>del</strong>l'audit, che richiede propedeuticamente il rispetto di tutti gli<br />

obblighi normativi previsti e <strong>del</strong>le condizioni tecniche stabilite dall’Accordo, è<br />

requisito essenziali per le aziende di trattamento RAEE ai fini <strong>del</strong>l'accreditamento<br />

da parte <strong>del</strong> CdC , nonché condizione per operare per i singoli Sistemi collettivi,<br />

che devono avvalersene in via obbligatoria.<br />

Per la messa a regime <strong>del</strong> sistema di accreditamento, il CdC ha convenzionato<br />

nove tra i principali enti di certificazione ai quali le aziende di recupero RAEE<br />

possono richiedere, a proprie spese, le visite di audit necessarie per<br />

l'accreditamento. Gli enti convenzionati sono: DNV, Dasa Rägister, IMQ, RINA,<br />

SGS, TÜV, Certiquality, Bureau Veritas e CSI Italia.<br />

Durante l’audit viene verificata la conformità <strong>del</strong>le modalità gestionali nelle varie<br />

fasi di movimentazione e trattamento alle condizioni tecniche riportate<br />

nell’Allegato tecnico all’Accordo che include anche le BAT (Best Available<br />

Techniques), ovvero le migliori tecniche disponibili per il trattamento dei RAEE.<br />

Gli enti di certificazione, unitamente al CdC ed alle associazioni dei recuperatori,<br />

con l'obiettivo di rendere il criterio di valutazione il più possibile oggettivo ed<br />

omogeneo, hanno stilato una check-list che definisce i requisiti minimi per essere<br />

accreditati presso il CdC.<br />

La check-list prevede per i raggruppamenti <strong>del</strong>le categorie di rifiuto R1, R2, R3 e<br />

R4 la possibilità di accreditamento anche per gli impianti che svolgono soltanto<br />

il processo di messa in sicurezza e affidano a terzi i processi di frantumazione<br />

<strong>del</strong>le carcasse (per i raggruppamenti R1, R2 e R4) oppure il trattamento dei tubi<br />

catodici (per il raggruppamento R3). Queste aziende possono essere accreditate<br />

solo nel caso in cui si avvalgano, per le restanti fasi <strong>del</strong> processo di trattamento,<br />

di impianti a loro volta accreditati presso il CdC. Tutti gli impianti che svolgono<br />

soltanto il processo di messa in sicurezza dei rifiuti dovranno fornire<br />

291


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

preventivamente al CdC la lista dei fornitori a cui affidano i rifiuti per effettuare<br />

la fase conclusiva <strong>del</strong> trattamento.<br />

Sulla check list sono state definite due classi di requisiti:<br />

a. requisiti bloccanti: sono prerogative fondamentali per il superamento di una<br />

visita di audit e devono essere interamente soddisfatte per tutti i<br />

raggruppamenti e le fasi di processo per cui si vuole conseguire<br />

l'accreditamento (in totale 61 condizioni su 207);<br />

b. requisiti non bloccanti: sono caratteristiche/condizioni importanti: l'azienda<br />

deve soddisfarne almeno il 70% <strong>del</strong> totale indicato per ogni<br />

raggruppamento e per ogni fase <strong>del</strong> processo per cui si vuole conseguire<br />

l'accreditamento. Coloro che non abbiano superato la prima visita di audit<br />

hanno tre mesi di tempo per recuperare le non conformità rilevate, altrimenti<br />

dovranno ripetere integralmente la verifica di tutti i requisiti previsti dalla<br />

check-list.<br />

Il CdC, inoltre, ha organizzato per i verificatori terzi due sessioni formative<br />

direttamente presso moderni impianti di trattamento utilizzando mirati supporti<br />

didattici e avvalendosi di riconosciuti esperti in materia di trattamento dei RAEE<br />

per la docenza. Lo scopo <strong>del</strong> corso è stato quello di consentire agli auditor di<br />

disporre di tutte le informazioni e strumenti necessari per una valutazione<br />

accurata ed oggettiva <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> trattamento. Soltanto gli auditor che<br />

hanno partecipato con merito ai corsi organizzati dal CdC – ad oggi circa 40<br />

esperti <strong>del</strong> ramo ambientale - sono stati accreditati a svolgere le visite ispettive<br />

presso gli impianti di trattamento.<br />

A partire dal 1 marzo <strong>2009</strong> le aziende interessate hanno avuto sette mesi per<br />

conseguire l'accreditamento al CdC e quindi per poter operare per conto dei<br />

singoli Sistemi collettivi.<br />

Il CdC ha provveduto costantemente alla pubblicazione sul proprio sito <strong>del</strong>le sole<br />

aziende che hanno superato l'audit e di cui pertanto i Sistemi collettivi potranno<br />

avvalersi.<br />

Si prevede che alla data <strong>del</strong> 1 ottobre <strong>2009</strong> gli impianti che avranno conseguito<br />

l’accreditamento al CdC saranno più di 30 per i raggruppamenti di R2 e R4, più<br />

di 20 per raggruppamenti R1 ed R3 ed una decina per il raggruppamento R5.<br />

A partire dal 1 ottobre <strong>2009</strong>, i Sistemi collettivi potranno operare esclusivamente<br />

con le aziende accreditate dal CdC.<br />

292


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INDAGINE SUGLI<br />

IMPIANTI DI<br />

TRATTAMENTO<br />

DEI RAEE:<br />

ANALISI SU UN<br />

CAMPIONE <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />

<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> ha condotto un’indagine su un campione di 19 impianti di<br />

trattamento RAEE.<br />

Gli impianti analizzati sono collocati al Nord (9), al Centro (7) e al Sud (3).<br />

Gli impianti hanno complessivamente una capacità di trattamento che supera le<br />

300.000 tonnellate, suddivisa in tutte le tipologie di trattamento (R1: Freddo e<br />

clima; R2: Altri grandi bianchi; R3 Tv e Monitor; R4 IT e Consumer electronics,<br />

apparecchi di illuminazione (privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose). PED e altro; R5<br />

Sorgenti luminose).<br />

Nel 2008 il fatturato medio complessivo per impianto è stato di circa 180.000 euro.<br />

TABELLA 8: Impianti di trattamento RAEE per Regione - Campione <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 2008<br />

ZONA<br />

N. IMPIANTI<br />

GESTITI<br />

TIPOLOGIA DI TRATTAMENTO<br />

POTENZA IMPIANTO ton/a<br />

R1 R2 R3 R4 R5 R1 R2 R3 R4 R5 TOTALE<br />

PIEMONTE 1 1 1 1 1 1 8.500 6.000 3.800 2.500 20.800<br />

LOMBARDIA 5 2 2 4 4 3 15.000 14.200 50.462 42.026 1.600 123.288<br />

VENETO 2 2 2 2 2 2 8.595 2.695 2.695 2.695 95 16.775<br />

EMILIA ROMAGNA 1 1 1 1 1 1 19.000 13.000 12.000 12.000 2.000 58.000<br />

TOTALE NORD 9 6 6 8 8 7 51.095 35.895 68.957 59.221 3.695 218.863<br />

TOSCANA 1 1 1 1 1 1 4.600 1.000 200 5.800<br />

MARCHE 1 1 1 1 1 1 120 50 170<br />

LAZIO 5 2 2 3 3 2 7.000 7.200 19.000 19.900 700 53.800<br />

TOTALE CENTRO 7 4 4 5 5 4 11.600 7.200 20.000 20.220 750 59.770<br />

ABRUZZO 1 2 2 2 2 1 1.250 1.250 2.000 6.000 <strong>10</strong>.500<br />

MOLISE 1 1 1 1 1<br />

PUGLIA 1 1 1 1 4.000 5.000 3.000 12.000<br />

TOTALE SUD 3 4 3 4 3 2 4.000 5.000 3.000 0 0 22.500<br />

TOTALE ITALIA 19 14 13 17 16 13 66.695 48.095 91.957 79.441 4.445 301.133<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

293


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Complessivamente gli impianti <strong>del</strong> campione hanno trattato nel 2008 oltre<br />

<strong>10</strong>8.000 tonnellate di RAEE, con una crescita <strong>del</strong> 19% rispetto al 2007.<br />

I materiali recuperati, nel 2008, sono stati di oltre 80.000 tonnellate, con una<br />

crescita <strong>del</strong> 23% rispetto al 2007.<br />

TABELLA 9: RAEE totali trattati per Regione 2007-2008 - Campione <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />

TRATTATI TRATTATI INCREMENTO RECUPERATI RECUPERATI INCREMENTO<br />

2007 2008 08 SU 07 % 2007 2008 08 SU 07 %<br />

PIEMONTE 6.700 8.800 31% 5.345 0%<br />

LOMBARDIA 25.738 37.178 44% 20.407 24.469 20%<br />

VENETO 21.891 21.808 0% 17.312 16.551 -4%<br />

EMILIA ROMAGNA 12.166 14.500 19% <strong>10</strong>.045 13.6<strong>10</strong> 35%<br />

TOTALE NORD 66.496 82.286 24% 47.764 59.975 26%<br />

TOSCANA 4.721 3.973 -16% 5.072 4.393 -13%<br />

MARCHE 71 26 -64% 0%<br />

LAZIO 14.532 14.560 0% <strong>10</strong>.582 11.825 12%<br />

TOTALE CENTRO 19.324 18.559 -4% 15.654 16.218 4%<br />

ABRUZZO 0 1.005 0% 0 1.963 0%<br />

MOLISE 2.808 3.888 38% 0%<br />

PUGLIA 2.942 3.223 <strong>10</strong>% 2.305 2.440 6%<br />

TOTALE SUD 5.750 8.116 41% 2.305 4.404 91%<br />

TOTALE ITALIA 91.570 <strong>10</strong>8.961 19% 65.723 80.596 23%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

294


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 6:<br />

RAEE trattati 2007-2008 (ton)<br />

200.000<br />

180.000<br />

160.000<br />

140.000<br />

120.000<br />

<strong>10</strong>0.000<br />

80.000<br />

60.000<br />

40.000<br />

20.000<br />

91.570<br />

<strong>10</strong>8.961<br />

0<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

2007 2008<br />

Nel primo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, negli impianti sono stati trattati oltre 27.000<br />

tonnellate di RAEE, con una crescita <strong>del</strong> 26%, rispetto al primo trimestre <strong>del</strong> 2008.<br />

GRAFICO 7:<br />

RAEE trattati 1° trimestre 2008 - 1° trimestre <strong>2009</strong> (ton)<br />

30.000<br />

27.171<br />

25.000<br />

20.000<br />

19.944<br />

15.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

5.000<br />

0<br />

I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

295


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Analizzando per raggruppamenti i RAEE trattati nel 2008, in termini di peso il<br />

raggruppamento R1- Freddo e clima, rappresenta il 47% <strong>del</strong> totale, il<br />

raggruppamento R2- Altri grandi bianchi, il raggruppamento R3 - Tv e Monitor<br />

il 31%, il raggruppamento R4 - IT e Consumer electronics, apparecchi di<br />

illuminazione (privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose) e Ped l’11%, mentre R5 - Sorgenti<br />

luminose l’1%.<br />

GRAFICO 8: RAEE trattati per raggruppamenti 2008<br />

R4 - lt e consumer electronics,<br />

apparecchi di illuminazione<br />

(privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose).<br />

Ped e altro 11%<br />

R5 - sorgenti luminose 1%<br />

R1 - freddo e clima 47%<br />

R3 - TV e monitor 31%<br />

R2 - altri grandi bianchi <strong>10</strong>%<br />

Fonte: Indagine Fise Unire <strong>2009</strong><br />

Dal 2007 al 2008 cresce la quantità trattata per tutti i diversi raggruppamenti<br />

di RAEE. Il raggruppamento più importante R1 (freddo e clima) ha una crescita<br />

da 44.000 tonnellate a 51.000 tonnellate il gruppo R3 (tv e monitor) cresce da<br />

32.000 a 34.000 tonnellate.<br />

296


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 9: RAEE trattati per raggruppamenti 2007-2008 (ton)<br />

60.000<br />

50.000<br />

40.000<br />

44.120<br />

51.072<br />

30.000<br />

20.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

0<br />

R1 - freddo e clima<br />

2007 2008<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

8.186 11.142 32.491 34.172 6.483<br />

12.229<br />

R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,<br />

apparecchi di illuminazione<br />

(privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose).<br />

Ped e altro<br />

R5 - sorgenti luminose<br />

287<br />

1.590<br />

Nel primo trimestre <strong>2009</strong>, si ha una crescita ancora più forte rispetto al primo<br />

trimestre 2008.<br />

Il gruppo R1 cresce oltre il 130%, il gruppo R3 cresce oltre il 22%.<br />

GRAFICO <strong>10</strong>: RAEE trattati per raggruppamenti 1° trimestre 2007 - 1° trimestre 2008 (ton)<br />

25.000<br />

20.000<br />

19.608<br />

15.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

8.549<br />

5.000<br />

2.161 2.993 6.824 8.329 1.968 3.427 208 346<br />

0<br />

R1 - freddo e clima R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,<br />

apparecchi di illuminazione<br />

I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />

(privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose).<br />

Ped e altro<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

R5 - sorgenti luminose<br />

297


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 11:<br />

I materiali recuperati hanno superato nel 2008 le 80.000 tonnellate, contro le 65.000<br />

tonnellate <strong>del</strong> 2007, con una crescita <strong>del</strong> 23%, superiore alla crescita dei materiali<br />

trattati nello stesso periodo, che è stata <strong>del</strong> 19%. Nel 2007 il rapporto tra materiali<br />

recuperati e materiali trattati è stato <strong>del</strong> 72%, nel 2008 lo stesso indice è cresciuto al<br />

74% e indica un miglioramento <strong>del</strong> tasso di recupero nei processi di trattamento.<br />

Materiali recuperati da trattamento RAEE 2007-2008 (ton)<br />

<strong>10</strong>0.000<br />

80.000<br />

60.000<br />

65.723<br />

80.596<br />

40.000<br />

20.000<br />

0<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

2007 2008<br />

Nel confronto tra 1° trimestre <strong>2009</strong> e 2008, si registra una crescita <strong>del</strong> recupero<br />

<strong>del</strong> 22%, simile a quella registrata nel confronto tra l’anno 2008 e 2007.<br />

GRAFICO 12: Materiali recuperati da trattamento RAEE 1° trimestre 2008 - 1° trimestre <strong>2009</strong><br />

20.000<br />

18.186<br />

15.000<br />

14.889<br />

<strong>10</strong>.000<br />

5.000<br />

0<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />

298


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

I metalli ferrosi rappresentano il 42% di tutti materiali recuperati e sono cresciuti<br />

<strong>del</strong>l’11% dal 2007 al 2008. Il vetro rappresenta il 16% dei materiali recuperati<br />

e ha registrato una crescita <strong>del</strong> 29% tra i due anni. Anche la plastica, che<br />

rappresenta il 13% dei materiali recuperati ha registrato una crescita <strong>del</strong> 29%.<br />

Molto forte è stata la crescita dei materiali non ferrosi (+59%).<br />

TABELLA <strong>10</strong>:<br />

Tipologia materiali recuperati da RAEE 2007-2008 (ton)<br />

2007 2008 INCREMENTO 08/07<br />

plastica 8.147 <strong>10</strong>.580 29%<br />

metalli ferrosi 29.643 32.916 11%<br />

metalli non ferrosi 2.119 3.460 59%<br />

vetro 9.963 12.957 29%<br />

altri materiali recuperati 15.668 20.486 30%<br />

totale 65.723 80.596 23%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

GRAFICO 13: Distribuzione per materiale <strong>del</strong> totale recuperato dai RAEE 2008<br />

altri materiali recuperati 25%<br />

plastica 13%<br />

vetro 16%<br />

metalli ferrosi 42%<br />

metalli non ferrosi 4%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

299


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 14: Tipologia materiali recuperati dai RAEE 2007-2008 (ton)<br />

35.000<br />

30.000<br />

29.643<br />

32.916<br />

25.000<br />

20.000<br />

15.000<br />

<strong>10</strong>.000<br />

8.147<br />

<strong>10</strong>.480<br />

9.963<br />

12.857<br />

15.668<br />

20.386<br />

5.000<br />

2.119<br />

3.360<br />

0<br />

plastica<br />

metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

Nel confronto tra il 1° trimestre 2008 e quello <strong>2009</strong>, si registra una forte crescita<br />

<strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>la plastica (+41%), <strong>del</strong> vetro (+32%) e dei metalli ferrosi e non<br />

ferrosi (+21%).<br />

TABELLA 11:<br />

Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre <strong>2009</strong> (ton)<br />

1° TRIM.2008 1° TRIM.2008 INCREMENTO<br />

plastica 1.903 2.685 41%<br />

metalli ferrosi 6.521 7.876 21%<br />

metalli non ferrosi 590 708 20%<br />

vetro 2.397 3.176 32%<br />

altri materiali recuperati 3.478 3.742 8%<br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

300


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 15: Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre <strong>2009</strong> (ton)<br />

9.000<br />

8.000<br />

7.876<br />

7.000<br />

6.520<br />

6.000<br />

5.000<br />

4.000<br />

3.000<br />

2.000<br />

1.000<br />

1.903<br />

2.685<br />

590 708<br />

2.397<br />

3.176<br />

3.477<br />

3.742<br />

0<br />

plastica<br />

metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati<br />

I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />

Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />

301


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

ELENCO AZIENDE RAEE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINE <strong>2009</strong><br />

AMBIENTE 2000 COOP. SOCIALE<br />

Via Brasile, 2 - 6<strong>10</strong>26 ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) Abruzzo<br />

info@ambiente2000.info - www.ambiente2000.info - Tel. 085/8931328 - Fax 085/8931328<br />

AMIAT T.B.D. S.r.l.<br />

Via Brandizzo, 150 - <strong>10</strong>088 VOLPIANO (TO) Piemonte<br />

info@tbdtorino.it - www.tbdtorino.it - Tel. 011/9954411 - Fax 011/9954415<br />

ELETTRO RECYCLING S.r.l.<br />

Via Santa Maria in Campo, 2 - 20040 CAVENAGO DI BRIANZA (MI) Lombardia<br />

elettrorecycling@elettrorecycling.it - www.elettrorecycling.it - Tel. 02/95335374 - Fax 02/95335073<br />

NIKE S.r.l.<br />

Via <strong>del</strong>la Stazione di Pavona, snc - 00134 SANTA PALOMBA (RM) Lazio<br />

info@nikesrl.com - Tel. 06/71300062 - Fax 06/71302621<br />

NUOVA ECOPOLIS S.r.l.<br />

Contrada Casellone - 74012 CRISPIANO (TA) Puglia<br />

info@ecopolis2000.com - www.ecopolis2000.com - Tel. 099/81<strong>10</strong>777 - Fax 099/81<strong>10</strong>787<br />

ORIM S.p.a.<br />

Via D. Concordia, 65 - 62<strong>10</strong>0 MACERATA (MC) Marche<br />

orim@orim.it - www.orim.it - Tel. 0733/283040 - Fax 0733/283045<br />

R.P.S. AMBIENTE S.r.l.<br />

Via <strong>del</strong>l'Industria, 483 - 37050 ANGIARI (VR) Veneto<br />

rps@rpsambiente.it - www.mpambiente.it - Tel. 0442/660241 - Fax 0442/660241<br />

RELIGHT S.r.l.<br />

Via Lainate, 98/<strong>10</strong>0 - 20017 RHO (MI) Lombardia<br />

info@relightitalia.com - www.relightitalia.com - Tel. 02/93180737 - Fax 02/93035<strong>10</strong><br />

S.I.R.A. S.r.l. UNIPERSONALE<br />

Via IX Strada, 22 30030 FOSSO' (VE) Veneto<br />

info@sira-riciclare.it - www.sira-riciclare.it - Tel. 041/5170270 - Fax 041/4165411<br />

SE.VAL. S.r.l.<br />

Via la Croce, 14 - 23823 COLICO (LC) Lombardia<br />

sevalecologia@tiscali.it - www.seval-impianti.it - Tel. 0341/941280 - Fax 0341/933221<br />

SIAT S.r.l.<br />

Via Martorello, 13 - 25014 CASTENEDOLO (BS) Lombardia<br />

infosiat@siatambiente.it - www.siatambiente.it - Tel. 030/2733326 - Fax 030/2733329<br />

302


APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />

ED ELETTRONICHE<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TRED CARPI S.r.l.<br />

Via Remesina Estera, 27/a - 4<strong>10</strong><strong>10</strong> CARPI (MO) Emilia Romagna<br />

info@tredcarpi.it - www.tredcarpi.it - Tel. 059/669456 - Fax 059/654543<br />

TRED LIVORNO S.p.a.<br />

Via <strong>del</strong>le Sorgenti, 452 - 57121 LIVORNO (LI) Toscana<br />

info@tredlivorno.it - Tel. 0586/425900 - Fax 0586/406224<br />

TRED SUD S.r.l.<br />

Contrada Vicenne, snc - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) Molise<br />

info@tredsud.it - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007<br />

VALLONE S.r.l.<br />

Loc. Due Pini, snc - 0<strong>10</strong>14 MONTALTO DI CASTRO (VT) Lazio<br />

www.vallone.it - Tel. 0766/879624<br />

VALLONE S.r.l.<br />

Loc. Paduni, snc - 03012 ANAGNI (FR) Lazio<br />

www.vallone.it - Tel. 0775/768071<br />

303


ABITI USATI


ABITI USATI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

Il Consorzio CONAU nasce a luglio 2008 senza fini di lucro per iniziativa dei<br />

principali operatori <strong>del</strong> settore, al fine di affermare il ruolo concretamente svolto<br />

in materia di raccolta differenziata attraverso il recupero <strong>del</strong>la frazione “tessile”,<br />

altrimenti destinata alla discarica.<br />

L’attività <strong>del</strong> CONAU è caratterizzata da un’importante finalità sociale legata alla<br />

possibilità di occupazione lavorativa per persone con disagi e/o svantaggi sociali;<br />

le raccolte infatti sono realizzate anche attraverso cooperative sociali onlus.<br />

Gli obiettivi <strong>del</strong> CONAU sono molteplici e riguardano, in particolar modo, la<br />

possibilità di assicurare, razionalizzare, organizzare, disciplinare e gestire la<br />

raccolta di abiti ed accessori usati provenienti dalla raccolta differenziata:<br />

condizione indispensabile per garantirne il recupero attraverso il riutilizzo ed il<br />

riciclo.<br />

L’intento principale è di incentivare il più possibile la raccolta differenziata di abiti<br />

e di accessori usati, con un parallelo aumento <strong>del</strong>la trasparenza <strong>del</strong> ciclo di<br />

intervento degli operatori <strong>del</strong> settore ed un’informazione adeguata per gli utenti<br />

e per i consumatori di tali materiali riguardo i sistemi di raccolta e di riciclo<br />

disponibili.<br />

Per raggiungere i propri obiettivi il Consorzio si impegna ad attuare pienamente<br />

quanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 e dalle altre norme primarie e secondarie<br />

direttamente o indirettamente attinenti; applicando inoltre un codice etico<br />

attraverso il proprio regolamento.<br />

CONAU cercherà di sensibilizzare i cittadini per implementare la raccolta<br />

differenziata di abiti e di accessori usati coinvolgendo le istituzioni nazionali e<br />

locali allo scopo di sollecitare maggiore attenzione ed adesione al servizio e di<br />

riuscire ad ottenere i dovuti riconoscimenti in ambito legislativo.<br />

Il Consorzio, nato da poco più di un anno, intende inoltre incrementare il<br />

numero degli iscritti tra gli operatori professionali <strong>del</strong> recupero, ed estendere la<br />

possibilità di adesione anche a coloro che producono o importano<br />

abbigliamento nuovo.<br />

EDOARDO AMERINI<br />

Presidente CONAU<br />

305


ABITI USATI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL QUADRO<br />

NORMATIVO<br />

I rifiuti tessili di origine urbana sono regolamentati dalla normativa in materia di<br />

rifiuti, parte IV, <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06 e s.m.i.<br />

Ai fini <strong>del</strong>la classificazione di indumenti usati, o più in generale frazione “tessile”<br />

da raccolta differenziata, sono attribuiti i seguenti codici CER:<br />

CER 2001<strong>10</strong><br />

CER 200111<br />

abbigliamento<br />

prodotti tessili<br />

L’origine di rifiuto urbano colloca questa frazione sotto il diretto controllo <strong>del</strong><br />

Comune e quindi <strong>del</strong> gestore <strong>del</strong> servizio che provvede alla raccolta direttamente o<br />

tramite soggetti convenzionati. Ai fini <strong>del</strong>la raccolta e trasporto, sia in ambito<br />

urbano che per il conferimento ai successivi impianti di recupero, è quindi<br />

necessario che l’impresa di trasporto sia iscritta all’Albo Gestori Ambientali.<br />

Il recupero avviene presso impianti autorizzati, che possono operare con i<br />

seguenti titoli autorizzativi:<br />

- in procedura ordinaria (artt. 208-2<strong>10</strong>, D.Lgs. 152/06) con atto autorizzativo<br />

rilasciato dall’Ente territoriale competente (Regione o Provincia) che fissa caso<br />

per caso le condizioni <strong>del</strong> processo di recupero;<br />

- in procedura semplificata a seguito di comunicazione per il recupero di rifiuti<br />

speciali non pericolosi destinati esclusivamente al recupero (artt. 214-216,<br />

D.Lgs. 152/06) e secondo le precise indicazioni riportate nel DM 5 febbraio 1998.<br />

In entrambi i casi si applicano gli obblighi generali relativi ai rifiuti stabiliti dal<br />

D.Lgs. 152/06, quali la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti, l’emissione<br />

<strong>del</strong> formulario di trasporto e la denuncia annuale (MUD).<br />

La complessità <strong>del</strong> quadro normativo impone ai soggetti che vogliano<br />

intraprendere questa attività una professionalità e degli investimenti necessari al<br />

rispetto <strong>del</strong>le norme stesse; talvolta sono i singoli Comuni o Consorzi, creati<br />

appositamente per la gestione dei rifiuti, a gestire questo tipo di attività nelle<br />

singole realtà territoriali.<br />

Il CONAU, nato nel 2008, ha proprio lo scopo di valorizzare i soggetti che<br />

operano nel pieno rispetto <strong>del</strong>le normative, differenziandoli da quelli che<br />

operano ai margini <strong>del</strong>l’illegalità e che creano sacche di concorrenza sleale ad<br />

unico danno di quegli operatori che svolgono seriamente la propria attività nel<br />

pieno rispetto <strong>del</strong>la normativa in materia.<br />

Va da sé che una illegalità tollerata produce al suo seguito ulteriori illegalità e<br />

pertanto sarà opportuno intraprendere azioni in collaborazione con altre<br />

Associazioni, al fine di garantire da una parte il cittadino e dall’altra le aziende<br />

che operano in questo settore in modo professionale.<br />

Import-export<br />

La tipologia di rifiuto in esame ricade nel Regolamento CE <strong>10</strong>13/2006 <strong>del</strong> 14<br />

giugno 2006, ed è individuata nella lista verde alla voce “B3030 rifiuti tessili”.<br />

306


ABITI USATI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LA PRODUZIONE<br />

NAZIONALE DI<br />

ABITI DISMESSI<br />

DI ORIGINE URBANA<br />

Quattro chili pro capite è quanto ognuno di noi in Italia dismette ogni anno in<br />

abiti usati ed accessori siano essi scarpe o tessili usati nelle abitazioni domestiche<br />

(tende, tovaglie, coperte, etc.).<br />

Se proiettiamo il dato in ambito nazionale, in Italia annualmente dismettiamo<br />

circa 240.000 tonnellate di abiti usati ed accessori, che per dare una idea più<br />

chiara corrispondono, in volume a 16.000 tir (più di 40 camion al giorno!).<br />

È chiaro che, ad oggi, non siamo ancora in grado di intercettare l’intero<br />

quantitativo di indumenti, anche se, in particolare nella zona <strong>del</strong> Nord Italia, si<br />

sono registrati interessanti risultati, come nel seguito riportato.<br />

È evidente che tutta questa mole di materiale non può essere distribuita, per<br />

intero, a quello strato di popolazione che versa in stato di povertà; in primis,<br />

perché manca una domanda in tal senso e poi perché solo una minima parte di<br />

quanto si raccoglie potrebbe essere donato: si stima non più <strong>del</strong> <strong>10</strong>%, la restante<br />

parte è comunque riutilizzabile o trasformata in materia prima.<br />

Per queste ragioni, da tempo, le Associazioni caritative vendono a ditte<br />

specializzate nel riciclaggio di questi materiali quanto in esubero traendone un<br />

beneficio economico, utile per la realizzazione dei loro progetti.<br />

I SOGGETTI<br />

COINVOLTI<br />

NELLA<br />

RACCOLTA<br />

Sono tre, di norma, i soggetti che sono coinvolti nella raccolta degli abiti usati.<br />

Il soggetto principale è l’ente evidenziato con il proprio nome sul cassonetto,<br />

normalmente un’associazione senza scopo di lucro, che di fatto sovrintende,<br />

sostiene e garantisce l’iniziativa. Ad esso spetta il compito di verificare i soggetti<br />

che incarica per il servizio di raccolta, affinché forniscano le dovute<br />

autorizzazioni e garanzie di serietà.<br />

Il secondo soggetto è l’ente che si occupa operativamente <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>la<br />

frazione tessile negli appositi cassonetti e <strong>del</strong>la logistica di detto materiale.<br />

Spesso si tratta di cooperative senza scopo di lucro con finalità sociale ed<br />

umanitaria o/e che impiegano persone con svantaggi di natura fisica e sociale,<br />

allo scopo di inserirle o reinserirle in attività lavorative.<br />

L’ultimo anello <strong>del</strong>la catena è chi acquista il materiale raccolto, e si occupa <strong>del</strong>la<br />

sua cernita e successiva ricollocazione.<br />

307


ABITI USATI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

IL CICLO DI RECUPERO<br />

DEGLI<br />

INDUMENTI USATI<br />

Il recupero degli abiti ed accessori di abbigliamento usati riguarda una frazione <strong>del</strong>la<br />

raccolta differenziata dei rifiuti urbani provenienti da aree <strong>del</strong>la nostra penisola di<br />

piccole, medie e grandi dimensioni, fino agli ambiti territoriali ottimali (ATO).<br />

Gli indumenti usati originati da cicli di post-consumo sono raccolti capillarmente<br />

e raggruppati per poi essere inviati ad impianti autorizzati alla gestione di rifiuti<br />

dove il processo di trattamento determina come risultato finale:<br />

- la qualifica di “indumenti ed accessori di abbigliamento utilizzabili<br />

direttamente in cicli di consumo”;<br />

- la qualifica di “materie prime seconde per l’industria tessile”;<br />

- altri impieghi industriali.<br />

Le frazioni che si ottengono dal trattamento vengono destinate per il 68% al<br />

riutilizzo, per il 25% al riciclo e per il 7% allo smaltimento.<br />

EFFETTI AMBIENTALI<br />

DEL SETTORE<br />

RACCOLTA E<br />

RICICLAGGIO<br />

Il recupero <strong>del</strong>le materie, oltre a rappresentare un importante fattore economico<br />

e strategico per l’approvvigionamento <strong>del</strong>le materie seconde per i settori<br />

produttivi, si presenta come un importante alleato per l’abbattimento<br />

<strong>del</strong>l’impatto ambientale <strong>del</strong>l’industria. Con il riutilizzo <strong>del</strong>le materie recuperate nei<br />

processi produttivi o in cicli di consumo, si ha infatti una forte diminuzione <strong>del</strong>la CO2<br />

prodotta rispetto a quella che si sarebbe prodotta utilizzando materie vergini.<br />

Ecco un esempio dei benefici ambientali ricavati da uno Studio effettuato<br />

dall’università di Copenhagen (fonti ricerca 2008) che dimostra i vantaggi<br />

ambientali ottenuti attraverso la raccolta di abiti usati.<br />

Un kg di abiti usati raccolti riduce:<br />

- Emissioni CO2 di 3,6 kg;<br />

- Consumo di acqua di 6.000 litri;<br />

- Uso di fertilizzanti 0,3 kg;<br />

- Utilizzo di pesticidi 0,2 kg.<br />

VANTAGGI SOCIALI<br />

I benefici effetti ambientali si sommano agli indubbi e molteplici vantaggi sociali,<br />

in parte già evidenziati.<br />

Innanzitutto gli abiti usati sono l’unica frazione <strong>del</strong>la raccolta differenziata che<br />

non è sostenuta da alcun tipo di contributo pubblico, mentre l’associazione<br />

grazie ai contributi ricevuti promuove sul territorio attività di assistenza sociale.<br />

La cooperativa inserisce in ambito lavorativo promuovendone il reinserimento<br />

sociale soggetti con diverse problematiche, siano esse fisiche o sociali.<br />

L’altro aspetto di indubbio vantaggio è che, attraverso il sistema di raccolta degli<br />

abiti usati, si riesce a recuperare materiale che altrimenti verrebbe smaltito alla<br />

stregua dei rifiuti solidi urbani e finirebbe in discarica con costi a carico <strong>del</strong><br />

cittadino.<br />

308


ABITI USATI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PRODUZIONE<br />

NAZIONALE RIFIUTI<br />

URBANI E RACCOLTE<br />

DIFFERENZIATE<br />

Nelle Tabelle 1 e 2 sono riepilogati i dati nazionali che quantificano nel tempo il<br />

fenomeno <strong>del</strong>la produzione dei rifiuti urbani. Tali dati evidenziano l’andamento<br />

<strong>del</strong>le raccolte differenziate in generale e nello specifico per la tipologia <strong>del</strong><br />

“tessile”.<br />

Si può notare come la percentuale di raccolta differenziata <strong>del</strong>la frazione<br />

“tessile” negli ultimi 8 anni sia raddoppiata, passando dallo 0,11% allo 0,22%<br />

sul totale <strong>del</strong>la produzione di rifiuti urbani.<br />

TABELLA 1: <strong>Produzione</strong> nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate (000/ton)<br />

Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007<br />

<strong>Produzione</strong> nazionale rifiuti urbani (000/ton)<br />

28.959 29.409 29.864 30.034 31.150 31.664 32.508 32.548<br />

Dato nazionale raccolte differenziate (000/ton)<br />

(% sul totale RSU)<br />

4.181 5.115 5.739 6.339 7.067 7.672 8.374 8.958<br />

14,4% 17,4 % 19,2 % 21,1% 22,7 % 24,2 % 25,8 % 27,5<br />

Dato nazionale raccolta differenziata “TESSILE” (000/ton) (% sul totale RSU)<br />

31,9 47,1 54,0 50,0 56,5 63,3 70,3 73,4<br />

0,11 % 0,16 % 0,18 % 0,17% 0,18 % 0,19 % 0,22 % 0,22 %<br />

Fonte : ISPRA rapporto rifiuti 2008<br />

TABELLA 2: CONAU raccolta differenziata “TESSILE” ( 000/ton) (% sul dato nazionale raccolta differenziata tessile)<br />

Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007<br />

- - - - 23,0 31,5 33,2 34,8<br />

- - - - 40,7 % 49,8 % 47,2 % 47,4 %<br />

Fonte: CONAU<br />

309


ABITI USATI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 3: Valori medi pro capite (kg/ab*anno)<br />

Anno<br />

2002<br />

Anno<br />

2003<br />

Anno<br />

2004<br />

Anno<br />

2005<br />

Anno<br />

2006<br />

Anno<br />

2007<br />

Anno<br />

2008<br />

Rifiuti Urbani<br />

521 524 533 539 550 546 -<br />

Racc.Diff.Tessile 0,9 0,9 1,0 1,1 1,2 1,2 -<br />

Fonte: CONAU<br />

Il dato elaborato per produzione pro-capite evidenzia un valore medio statistico<br />

su base nazionale, anche se è da segnalare la sostanziale differenza tra le Regioni<br />

<strong>del</strong> Nord, Centro e Sud Italia.<br />

Alcuni dati in merito ai volumi di raccolta differenziata di abiti e accessori usati<br />

stimati da CONAU:<br />

• il consumo di abiti e di accessori in Italia è circa 14 kg/persona annui;<br />

• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva a circa 3-4<br />

kg/persona annui in alcune zone <strong>del</strong> territorio italiano;<br />

• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva in media a circa 1,2<br />

kg/abitante annui su base nazionale (inferiore alla media UE).<br />

3<strong>10</strong>


ABITI USATI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LE PROVINCE<br />

DOVE È PRESENTE<br />

CONAU<br />

Campania:<br />

Napoli<br />

Emilia Romagna:<br />

Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio<br />

Emilia, Rimini<br />

Friuli Venezia Giulia:<br />

Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste<br />

Lazio:<br />

Frosinone, Latina<br />

Liguria:<br />

Genova, Imperia<br />

Lombardia:<br />

Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia,<br />

Sondrio, Varese<br />

Piemonte:<br />

Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli<br />

Toscana:<br />

Arezzo, Firenze, Livorno, Massa-Carrara, Pisa, Prato, Siena<br />

Trentino Alto Adige:<br />

Bolzano, Trento<br />

Veneto:<br />

Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza<br />

Umbria:<br />

Terni<br />

Ditte aderenti al Consorzio<br />

• TESMAPRI S.p.A.<br />

• HUMANA PEOPLE TO PEOPLE ITALIA S.c.r.l.<br />

• PANDOLFI S.r.l.<br />

• EUROTESS S.r.l.<br />

• EUROFRIP S.r.l.<br />

• SABIRO S.n.c.<br />

• RECOTES S.r.l.<br />

311


INERTI


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

INTRODUZIONE<br />

Il quadro normativo italiano che si è <strong>del</strong>ineato negli ultimi anni, grazie al<br />

recepimento di direttive europee sia in tema di materiali da costruzione che di<br />

rifiuti, ha portato ad una effettiva legittimazione <strong>del</strong>l’utilizzo degli aggregati<br />

riciclati come materiale da costruzione.<br />

Il primo importante passo in questa direzione è avvenuto con il DPR 21 aprile<br />

1993, n. 246 ovvero il recepimento <strong>del</strong>la Direttiva europea 89/<strong>10</strong>6/CEE sui<br />

materiali da costruzione. L’impostazione <strong>del</strong>la politica europea in tema di qualità<br />

dei prodotti da costruzione, introdotta dalla Direttiva 89/<strong>10</strong>6/CEE, verte<br />

sostanzialmente sull’obbligo di marcatura CE di tutti prodotti immessi sul<br />

mercato al fine di essere permanentemente incorporati in opere di costruzione,<br />

quali edifici ed opere di ingegneria civile (compresi pertanto gli aggregati sia<br />

naturali che riciclati).<br />

Con il successivo DM 11 aprile 2007 sono state definitivamente fornite le<br />

indicazioni per l’applicazione <strong>del</strong>la Direttiva 89/<strong>10</strong>6/CE agli aggregati e recepite<br />

le norme europee di riferimento.<br />

L’entrata in vigore <strong>del</strong>le norme armonizzate segna una svolta nel settore, in<br />

quanto esse si applicano ad aggregati naturali, artificiali o riciclati,<br />

indipendentemente dalla loro origine.<br />

La nuova impostazione porta ad un cambiamento sostanziale nel mercato dei<br />

materiali da costruzione, in particolare dei materiali per lavori stradali (tipica<br />

applicazione degli aggregati riciclati), passando da un approccio prescrizionale<br />

ad un approccio prestazionale, in cui i vari materiali vengono classificati in<br />

funzione <strong>del</strong>le loro caratteristiche tecniche, piuttosto che in funzione <strong>del</strong>la loro<br />

provenienza. Tali caratteristiche sono garantite dal produttore con la marcatura CE.<br />

Per questa ragione si rende indispensabile l’aggiornamento dei capitolati<br />

d’appalto, strumenti ancora troppo spesso legati alla tradizione che con difficoltà<br />

vengono aggiornati sulla base <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong>la normativa tecnica europea.<br />

Nel quadro normativo è stata anche introdotta l’obbligatorietà <strong>del</strong>l’utilizzo degli<br />

aggregati riciclati da parte <strong>del</strong>le PA.<br />

Con il DM 203/2003 e la relativa Circolare 15 luglio 2005, n. 5205 recante<br />

“Indicazioni per l’operatività nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi <strong>del</strong><br />

Decreto Ministeriale 8 maggio 2003, n. 203”, si è imposto agli uffici pubblici e<br />

alle società a prevalente capitale pubblico l’obbligo di coprire il proprio<br />

fabbisogno annuale di manufatti e di beni con una quota di prodotti ottenuti da<br />

materiale riciclato in una misura non inferiore al 30%.<br />

Tale obbligo è stato introdotto dalla Legge Finanziaria 2002 (L. 448/01, art. 56),<br />

ed in origine riguardava la sola fornitura di beni (ad esempio, l’impiego <strong>del</strong>la<br />

carta riciclata nelle fotocopiatrici degli uffici pubblici); soltanto con il DM<br />

203/2003 si è esteso tale obbligo anche alle opere pubbliche (art. 3, comma 3),<br />

imponendo quindi alle PA, in sede di formulazione dei capitolati d’appalto, di<br />

prevedere l’impiego di materiali riciclati.<br />

La pubblicazione <strong>del</strong>la Circolare attuativa (Circolare n. 5205/05) ha reso<br />

313


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

applicabile la disposizione in esame con conseguente e necessario adeguamento<br />

dei capitolati d’appalto <strong>del</strong>le PA.<br />

Bisogna inoltre sottolineare come la crescente attenzione alle problematiche<br />

ambientali abbia portato ad un sempre maggiore interesse verso il riciclaggio dei<br />

rifiuti inerti. Basti pensare che la nuova direttiva europea sui rifiuti fissa un<br />

obiettivo di riciclaggio dei rifiuti inerti a livello comunitario pari al 70%, da<br />

raggiungere entro il 2020.<br />

Anche l’adozione da parte <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong> Piano d’Azione<br />

Nazionale (PAN) sul Green Public Procurement, accogliendo così l’invito<br />

contenuto nella Comunicazione <strong>del</strong>la Commissione europea “Politica integrata<br />

dei prodotti, sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale” <strong>del</strong> 2003, mostra<br />

la volontà di definire una strategia mirata ad aumentare il volume di “acquisti<br />

verdi” nelle PA ed a generare un cambiamento di mo<strong>del</strong>li di produzione e di<br />

consumo, anche privati, nella direzione <strong>del</strong>la sostenibilità.<br />

Nonostante ciò purtroppo in Italia l’utilizzo degli aggregati riciclati non è ancora<br />

sufficientemente diffuso, se non addirittura ostacolato.<br />

Le principali cause di questa situazione possono essere ricercate:<br />

• negli impedimenti di carattere burocratico che non permettono l’attuazione di<br />

leggi fondamentali per lo sviluppo <strong>del</strong> nostro settore (DM 203/03, Acquisti<br />

verdi, etc.);<br />

• nella mancanza di adeguati strumenti tecnici (elenchi prezzi, capitolati<br />

d’appalti, etc.);<br />

• nella resistenza culturale ad utilizzare un materiale proveniente dai “rifiuti”.<br />

Si aggiunge alle problematiche sopraelencate il momento congiunturale di crisi<br />

economica, che sta mettendo a dura prova anche il settore <strong>del</strong> riciclaggio dei<br />

rifiuti inerti.<br />

Le difficoltà <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>le costruzioni e il mancato avvio <strong>del</strong>le cosiddette<br />

grandi opere si riflettono infatti inevitabilmente sul nostro settore.<br />

Nel tentativo di limitare i danni per gli operatori, ANPAR, soprattutto in questo<br />

periodo, si sta impegnando per riavviare il mercato su diversi fronti:<br />

1) per un utilizzo sempre più diffuso degli aggregati riciclati sarebbe auspicabile<br />

l’attuazione <strong>del</strong>le norme in vigore sul Green Public Procurement ed in<br />

particolare <strong>del</strong> DM 203/03 (Repertorio <strong>del</strong> Riciclaggio). ANPAR, che ha<br />

collaborato con il Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente per l’emanazione <strong>del</strong>la norma, sta<br />

ora adoperandosi affinché questa venga efficacemente applicata. Infatti<br />

l’iscrizione al Repertorio dovrebbe essere automatica una volta verificato, da<br />

parte <strong>del</strong>l’organo tecnico (ISPRA - ex APAT), il rispetto dei requisiti previsti<br />

dalla norma. L’ulteriore avallo <strong>del</strong>la Commissione ministeriale costituisce un<br />

inutile intralcio burocratico, in quanto questa non è strutturalmente in grado<br />

di effettuare una valutazione tecnica sul possesso dei requisiti medesimi. Ciò<br />

rischia di provocare il blocco <strong>del</strong> sistema, come effettivamente è purtroppo<br />

avvenuto.<br />

2) Per facilitare il compito <strong>del</strong>le stazioni appaltanti è necessario fornire loro un<br />

capitolato speciale che preveda e agevoli l’utilizzo dei nostri materiali nelle<br />

314


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

infrastrutture (in particolare stradali). Il capitolato <strong>del</strong>la Regione Toscana,<br />

primo ed ultimo esempio sul territorio nazionale, risulta infatti tuttavia ad<br />

oggi già superato, nonostante i soli 5 anni passati, e necessita un<br />

aggiornamento alla serie di norme tecniche sulla marcatura CE degli<br />

aggregati. La direzione tecnica ha allora deciso, anche su sollecitazione di<br />

alcuni associati, di istituire una task force avente lo scopo di redigere in tempi<br />

brevi una norma tecnica nazionale in ambito UNI, sull’esecuzione di opere di<br />

ingegneria che prevedano l’uso di terre ed aggregati. Tale norma potrà poi<br />

essere richiamata nei capitolati che le stazioni appaltanti (soprattutto<br />

pubbliche) dovranno necessariamente aggiornare (anche si spera per<br />

l’attuazione <strong>del</strong> DM 203/03).<br />

3) Per far prevalere nel mercato gli operatori più qualificati, ANPAR sta da tempo<br />

sollecitando i propri associati ad un comportamento virtuoso, con particolare<br />

riferimento alla messa in opera <strong>del</strong> sistema di controllo dei materiali previsto<br />

dalle norme tecniche sulla marcatura CE degli aggregati. L’Associazione<br />

ritiene infatti che solo con la commercializzazione di materiali di elevata<br />

qualità sarà possibile opporsi alla pratica lesiva <strong>del</strong>la concorrenza di riciclare in<br />

cantiere i rifiuti di demolizione e vendere (o peggio regalare) i “materiali” così<br />

prodotti. Sfruttando un finanziamento europeo, ANPAR sta quindi finalmente<br />

dando corso ad un progetto rimasto fino ad oggi nel cassetto: la redazione di<br />

un manuale sulla produzione e l’utilizzo degli aggregati riciclati nelle<br />

infrastrutture. Tale manuale (che sarà disponibile anche in lingua inglese)<br />

conterrà, oltre ad una parte iniziale sulle modalità di lavoro e sulle garanzie di<br />

qualità dei materiali marcati CE, una seconda parte, in particolar modo<br />

destinata alla PA, che presenterà numerosi casi di applicazione in opere di<br />

particolare rilievo, realizzate con aggregati riciclati in Italia ed all’estero.<br />

Un altro tema molto attuale che potrebbe condizionare fortemente il nostro<br />

settore è il cosiddetto problema <strong>del</strong>l’end-of-waste posto dalla nuova direttiva<br />

quadro sui rifiuti. Essa infatti impone di definire dei criteri specifici per<br />

individuare il momento in cui un rifiuto cessa di essere tale per diventare un<br />

prodotto. La Commissione europea sta attualmente lavorando alla definizione di<br />

tali criteri. ANPAR ha contribuito a tale lavoro, per quanto riguarda il settore<br />

degli aggregati riciclati, attraverso il Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente e le proprie<br />

associazioni europee (FIR, FEAD).<br />

In attesa <strong>del</strong>la definizione dei criteri specifici, la direttiva sottolinea comunque<br />

che il passaggio da rifiuto a prodotto non può prescindere dal fatto che i rifiuti<br />

debbano essere sottoposti ad una operazione di recupero e soddisfino le<br />

seguenti condizioni:<br />

• la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici;<br />

• esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;<br />

• la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e<br />

rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;<br />

• l’utilizzo <strong>del</strong>la sostanza o <strong>del</strong>l’oggetto non porterà a impatti complessivi<br />

negativi sull’ambiente o sulla salute umana.<br />

Da qui la necessità di interrogarsi su quanti degli impianti autorizzati presenti in<br />

Italia saranno in grado di produrre aggregati riciclati che rispondono alla<br />

normativa vigente ed alle condizioni “end-of-waste” <strong>del</strong>la direttiva.<br />

315


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Un processo inadeguato di trattamento dei rifiuti inerti (al termine <strong>del</strong> quale il<br />

materiale non risponde alle caratteristiche dettate dalle norme tecniche<br />

armonizzate europee), non riesce nel suo intento di creare un nuovo prodotto.<br />

Tale operazione comporta inoltre un crollo <strong>del</strong>l’immagine degli aggregati riciclati,<br />

che, come ormai ampiamente dimostrato, sono equiparabili a livello<br />

prestazionale agli aggregati naturali con, in più, innegabili vantaggi ambientali<br />

(risparmio <strong>del</strong> materiale da cava e riciclaggio dei rifiuti) ed economici.<br />

In diverse realtà europee questo problema è stato risolto elaborando un marchio<br />

di qualità volontario. Gli impianti che riescono a garantire la produzione costante<br />

di materiale rispondente alla normativa vigente possono ottenere questo<br />

marchio di qualità che permette loro di avere dei vantaggi con la PA.<br />

È indispensabile per lo sviluppo <strong>del</strong> settore che vengano introdotte <strong>del</strong>le logiche<br />

premianti a chi produce materiale di qualità e penalizzanti (intensificando, per<br />

es. i controlli) a chi lavora ai limiti <strong>del</strong>la normativa. Solo così gli aggregati riciclati<br />

riusciranno a crearsi, presso le Direzioni lavori, i professionisti, le PA, le imprese,<br />

una meritata credibilità che oggi manca e costituisce il primo ostacolo all’utilizzo<br />

degli aggregati riciclati su vasta scala.<br />

Con il presente Studio di settore, ANPAR anche quest’anno cerca di offrire il più<br />

aggiornato stato <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> settore <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti inerti. Rispetto agli<br />

scorsi lavori è stato inoltre introdotto un capitolo in cui vengono presentate le<br />

principali caratteristiche degli impianti nostri associati.<br />

Nonostante alcuni impianti presenti sul territorio non abbiano voluto aderire alla<br />

nostra iniziativa, forse anche a causa <strong>del</strong> momento congiunturale, possiamo<br />

affermare che i dati qui contenuti rappresentino un buon punto di partenza per<br />

stimare i quantitativi di aggregati riciclati oggi prodotti in Italia. I dati sono<br />

riportati in forma anonima, nella speranza di vincere la diffidenza di alcuni nostri<br />

colleghi che non capiscono ancora l’importanza di stare insieme e di creare in<br />

modo definitivo un vero e proprio comparto industriale.<br />

RENZO PRAVETTONI<br />

Presidente ANPAR<br />

316


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

PREMESSA<br />

METODOLOGICA<br />

Alla vigilia <strong>del</strong> recepimento <strong>del</strong>la nuova direttiva europea sui rifiuti (2008/98/CE<br />

<strong>del</strong> 19 Novembre 2008), risulta urgente ed indispensabile disporre di dati certi<br />

sulla produzione di rifiuti inerti, nonché di un quadro aggiornato degli impianti<br />

di trattamento per tali rifiuti al fine di poter intraprendere al più presto una<br />

adeguata politica di gestione degli stessi. La Comunità europea infatti, con la<br />

nuova direttiva sui rifiuti, vuole portare gli Stati membri ad un radicale<br />

cambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti, da peso indesiderato<br />

a risorsa preziosa, ed ha pertanto posto degli specifici obiettivi di riciclaggio per<br />

i diversi settori. L’obiettivo di riciclaggio fissato per i rifiuti da demolizione è pari<br />

al 70% da raggiungere nel 2020.<br />

Se si considera che attualmente il riciclaggio dei rifiuti inerti si aggira intorno al<br />

<strong>10</strong>%, si può comprendere l’urgenza con cui bisogna affrontare e risolvere il<br />

problema per cercare di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio posti in ambito<br />

europeo. Per quanto concerne i dati sulla produzione di rifiuti inerti, il “Rapporto<br />

rifiuti 2008” di ISPRA costituisce la fonte ufficiale italiana. In tale Rapporto viene<br />

indicato un quantitativo di produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi da<br />

C&D pari a 52.083 milioni di tonnellate (relativo all’anno 2006).<br />

È necessario tuttavia sottolineare che si tratta di una stima. La base dati utilizzata<br />

da ISPRA per la quantificazione dei rifiuti speciali è rappresentata dalle<br />

dichiarazioni MUD effettuate nell’anno 2007, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 189 <strong>del</strong> D.Lgs.<br />

152/2006. A tal proposito, va evidenziato che quest’ultimo decreto ha apportato<br />

rilevanti modifiche per quanto attiene ai soggetti tenuti all’obbligo di<br />

dichiarazione. In particolare, il comma 3 <strong>del</strong>l’art. 189 ha esonerato dall’obbligo<br />

<strong>del</strong>la dichiarazione tutti i produttori di rifiuti non pericolosi.<br />

L’applicazione <strong>del</strong> D.Lgs. 152/2006, entrato in vigore il 29 aprile 2006, ossia il<br />

giorno prima <strong>del</strong>la scadenza per la presentazione <strong>del</strong> MUD, ha portato ad una<br />

lieve diminuzione <strong>del</strong> numero di dichiarazioni presentate nel 2006 rispetto<br />

all’anno precedente e ad una drastica riduzione <strong>del</strong>le stesse presentate nell’anno<br />

2007 (è da precisare che il 13 febbraio 2008 è entrato in vigore il D.Lgs. 4/2008,<br />

cosiddetto “Correttivo ambientale”, che ha reintrodotto l’obbligo di<br />

presentazione <strong>del</strong> MUD per i produttori di rifiuti speciali non pericolosi ed<br />

esentato le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti, con non più di <strong>10</strong><br />

dipendenti. Grazie alle dichiarazioni MUD presentate entro il 30 aprile 2008,<br />

relative all’anno 2007, sarà quindi possibile riavere, per tale anno, un dato di<br />

produzione di rifiuti non pericolosi più completo e realistico).<br />

Ai fini di una corretta valutazione dei quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi<br />

prodotta in Italia, ISPRA ha integrato i dati MUD attraverso procedure di stima.<br />

In particolare l’ammontare dei rifiuti non pericolosi derivanti dal settore NACE 45<br />

(C&D) è stato desunto a partire dai dati dichiarativi MUD inerenti alle operazioni<br />

di gestione, eliminando le dichiarazioni relative alle fasi intermedie di gestione.<br />

La produzione totale dei rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi è<br />

stata pertanto assunta pari al quantitativo avviato a recupero o a smaltimento.<br />

Per quanto riguarda invece la quantificazione <strong>del</strong>la percentuale di rifiuti<br />

effettivamente riciclata, il “Rapporto rifiuti 2008” fornisce solo dati generali sui<br />

rifiuti speciali non pericolosi e non specifici sul settore dei rifiuti da C&D. Questo<br />

è fondamentalmente dovuto al fatto che il sistema di gestione dei rifiuti speciali<br />

e di autorizzazione degli impianti è piuttosto complesso e non permette, ad<br />

oggi, una raccolta dati suddivisa per settori. Lo Studio di settore che ANPAR<br />

elabora annualmente si è sempre posto come obiettivo la stima <strong>del</strong>la produzione<br />

317


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

nazionale di aggregati riciclati, purtroppo quest’anno, complice la crisi<br />

economica che ha fortemente danneggiato il nostro settore e reso meno<br />

collaborativi i gestori degli impianti, abbiamo avuto parecchie difficoltà a reperire<br />

i dati utili allo studio. Tuttavia nel corso degli anni ANPAR ha costituito una<br />

piccola banca dati sulla base <strong>del</strong>la dichiarazione MUD dei singoli impianti di<br />

riciclaggio che riteniamo possa considerarsi rappresentativa <strong>del</strong> settore almeno<br />

per quanto concerne l’andamento dei conferimenti nel corso degli anni.<br />

Quest’anno il campione su cui è stata effettuata l’indagine è composto da 49<br />

impianti. Ai gestori è stato richiesto di compilare un questionario con i<br />

quantitativi di rifiuti conferiti nell’anno 2008 relativi ai seguenti codici CER:<br />

CER 17 01 01 Cemento<br />

CER 17 01 02 Mattoni<br />

CER 17 01 03 Mattonelle e ceramica<br />

CER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e<br />

ceramiche, diverse da quelle di cui alle voce 170<strong>10</strong>6<br />

CER 17 03 02 Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce<br />

170301<br />

CER 17 04 05 Ferro e acciaio<br />

CER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503<br />

CER 17 05 06 Fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce<br />

170505<br />

CER 17 08 02 Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quelle<br />

di cui alla voce 170507<br />

CER 17 09 04 Rifiuti misti <strong>del</strong>l’attività di costruzione e demolizione,<br />

diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e<br />

170903<br />

Altri<br />

Come emerge dalla Figura 1 si conferma negli anni la dislocazione geografica<br />

degli impianti, concentrati principalmente nel Nord Italia.<br />

La difficoltà di effettuare un censimento completo degli impianti di riciclaggio di<br />

rifiuti da C&D attivi in Italia, e la conseguente mancanza di dati in merito, non<br />

consente di determinare con certezza la rappresentatività <strong>del</strong> campione<br />

analizzato.<br />

Un primo e importante passo in questo senso è stato compiuto da <strong>FISE</strong>, che ha<br />

presentato di recente il Rapporto “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in<br />

Italia”. Tale Rapporto ha l’obiettivo di predisporre un quadro aggiornato degli<br />

impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia riguardanti sia quelli di recupero che<br />

di smaltimento e <strong>del</strong>le relative capacità autorizzative, al fine di poter<br />

comprendere l’attuale contesto operativo e mettere in atto le azioni correttive<br />

necessarie per evitare il diffondersi di situazioni di emergenza che hanno negli<br />

ultimi tempi interessato alcune Regioni italiane. Tuttavia anche questo Studio,<br />

come quello di APAT, presenta i dati suddivisi per tipologia di trattamento e non<br />

per tipologia di rifiuti specifica. Pertanto ancora una volta i dati relativi al settore<br />

dei rifiuti da C&D rimangono nell’incertezza.<br />

Partendo da questo primo ed importante passo, compiuto da <strong>FISE</strong>, verso un<br />

censimento degli impianti di trattamento, ANPAR si è prefissa per il prossimo<br />

anno di approfondire la parte relativa ai rifiuti speciali non pericolosi da C&D.<br />

318


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

FIGURA 1: Dislocazione degli impianti che hanno partecipato alla ricerca<br />

31<br />

2<br />

4<br />

1<br />

1<br />

40<br />

1<br />

3<br />

1<br />

7<br />

2<br />

2<br />

1<br />

2<br />

Totale= 49 impianti<br />

Fonte: ANPAR<br />

319


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LA PRODUZIONE<br />

DI AGGREGATI<br />

RICICLATI IN ITALIA<br />

Premessa<br />

Il presente Studio di settore si è posto come obiettivo la stima <strong>del</strong>la produzione<br />

nazionale di aggregati riciclati. Non disponendo di tale dato si è pensato, da<br />

sempre, di utilizzare i dati sulle quantità di rifiuti inerti che, a livello nazionale,<br />

raggiungono gli impianti di riciclaggio per passare a nuova vita. Si ritiene infatti<br />

che l’errore di stima, dovuto alla produzione di rifiuti nel processo stesso di<br />

riciclaggio, sia trascurabile (si ipotizza intorno all’1%).<br />

ANPAR, al fine di aggiornare la stima dei quantitativi di aggregati riciclati<br />

prodotti, ha pertanto elaborato i dati forniti direttamente dai gestori di impianti<br />

di riciclaggio che hanno aderito all’iniziativa, sulla base <strong>del</strong>la dichiarazione MUD<br />

degli ultimi quattro anni.<br />

Aspetti qualitativi<br />

La composizione dei rifiuti inerti risulta molto variabile, sia per la diversa origine<br />

dei rifiuti, sia in funzione di fattori quali le tipologie e le tecniche costruttive<br />

locali, il clima, l’attività economica e lo sviluppo tecnologico <strong>del</strong>la zona, nonché<br />

le materie prime e i materiali da costruzione localmente disponibili.<br />

Dall’analisi dei dati forniti dagli impianti di riciclaggio coinvolti nella ricerca,<br />

emerge che la maggior parte degli impianti riceve quasi esclusivamente rifiuti<br />

appartenenti alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti <strong>del</strong>le operazioni di<br />

costruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).<br />

Il rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX e il<br />

conferito totale risulta superiore all’ 85% tranne in tre casi (Grafico 1).<br />

Le ragioni di tale differenza sono da ricercarsi nelle particolari condizioni <strong>del</strong>le<br />

realtà locali in cui sorgono gli impianti.<br />

I primi due hanno, per scelta imprenditoriale, deciso di concentrare le proprie<br />

attenzioni sul rifiuto industriale, piuttosto che sui rifiuti da costruzione e<br />

demolizione, il terzo invece si trova nelle vicinanze di numerose cave di travertino<br />

che conferiscono i propri scarti presso l’impianto.<br />

I tre dati in questione non sono sufficienti a modificare la tendenza generale,<br />

verificabile su tutto il territorio nazionale.<br />

Suddividendo infatti gli impianti per Regioni o per aree geografiche (Nord,<br />

Centro, Sud), la percentuale di conferimenti <strong>del</strong>la famiglia 17.XX.XX risulta<br />

sempre superiore al 90% <strong>del</strong> totale.<br />

320


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 1: Visualizzazione <strong>del</strong> rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX ed il<br />

totale conferito<br />

<strong>10</strong>0<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

<strong>10</strong><br />

0<br />

impianto 1<br />

impianto 2<br />

impianto 3<br />

impianto 4<br />

impianto 5<br />

impianto 6<br />

impianto 7<br />

impianto 8<br />

impianto 9<br />

impianto <strong>10</strong><br />

impianto 11<br />

impianto 12<br />

impianto 13<br />

impianto 14<br />

impianto 15<br />

impianto 16<br />

impianto 17<br />

impianto 18<br />

Fonte: ANPAR<br />

Ciò conferma quanto già affermato in precedenza e cioè che i rifiuti inerti sono<br />

principalmente originati dal settore edile in tutto il territorio nazionale.<br />

Per quanto concerne invece la composizione media dei rifiuti trattati negli<br />

impianti oggetto <strong>del</strong>la presente indagine, dall’analisi dei Grafici 2, 3, 4 e 5 (che<br />

riportano la situazione specifica nei diversi ambiti territoriali nazionali) emerge<br />

che, sebbene in proporzioni diverse, i rifiuti conferiti agli impianti con percentuali<br />

maggiormente significative, rispetto al totale, sono quelli appartenenti alle<br />

categorie definite dai codici CER riportate in Tabella 1.<br />

321


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 1: Tipologie di rifiuti conferiti agli impianti con percentuali maggiormente significative<br />

CER DEFINIZIONE<br />

%<br />

17 09 04<br />

17 05 04<br />

17 01 07<br />

17 03 02<br />

Fonte: ANPAR<br />

Rifiuti misti <strong>del</strong>l’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;<br />

Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03;<br />

Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;<br />

Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301<br />

32<br />

14<br />

27<br />

11<br />

L’analisi “geografica” di questi dati ci permette di riscontrare alcune<br />

differenze significative nei conferimenti <strong>del</strong>le principali famiglie CER<br />

17.XX.XX.<br />

Si riporta di seguito la differente suddivisione <strong>del</strong>le principali tipologie di<br />

rifiuti conferiti.<br />

Il codice 17 09 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 32%,<br />

risulta pari a 20% negli impianti censiti nel Nord Italia, 61% nel Centro e<br />

56% nel Sud.<br />

Il codice 17 05 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 14%,<br />

risulta pari a 17% negli impianti censiti nel Nord Italia, 4% nel Centro e<br />

22% nel Sud.<br />

Il codice 17 01 07, a fronte di una media nazionale pari a circa il 27%,<br />

risulta pari a 8% negli impianti censiti nel Nord Italia, 15% nel Centro e 1%<br />

nel Sud.<br />

Tali differenze di fatto non sono molto significative e possono solo in parte<br />

essere giustificate dal fatto che nel Nord Italia giungono agli impianti anche<br />

altre tipologie di rifiuti oltre a quelle più diffuse legate al settore edile.<br />

Tali rifiuti, assoggettati ad un trattamento di selezione, separazione <strong>del</strong>le<br />

frazioni leggere indesiderate e classificazione granulometrica, diventano<br />

aggregati riciclati che possono essere a tutti gli effetti assimilati agli<br />

aggregati naturali. Con l’obbligo <strong>del</strong>la marcatura CE dei prodotti da<br />

costruzione (inclusi pertanto gli aggregati di qualunque natura e/o origine)<br />

è possibile infatti garantire agli utilizzatori le prestazioni, da loro stessi<br />

richieste, degli aggregati riciclati.<br />

322


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 2:<br />

Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato in tutti gli impianti oggetto <strong>del</strong>la<br />

presente indagine<br />

Altri 7%<br />

CER 170<strong>10</strong>1 7%<br />

CER 170904 32%<br />

CER 170<strong>10</strong>7 27%<br />

CER 170802 2%<br />

CER 170302 11%<br />

Fonte: ANPAR<br />

CER 170504 14%<br />

GRAFICO 3:<br />

Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nel<br />

Nord Italia<br />

Altri 9%<br />

CER 170<strong>10</strong>1 8%<br />

CER 170904 20%<br />

CER 170<strong>10</strong>7 32%<br />

CER 170504 17%<br />

CER 170302 14%<br />

Fonte: ANPAR<br />

323


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 4:<br />

Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nel<br />

Centro Italia<br />

Altri 3%<br />

CER 170<strong>10</strong>1 2%<br />

CER 170<strong>10</strong>7 15%<br />

CER 170302 5%<br />

CER 170904 61%<br />

CER 170504 4%<br />

CER 170508 1%<br />

CER 170802 9%<br />

Fonte: ANPAR<br />

GRAFICO 5:<br />

Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nel<br />

Sud Italia<br />

Altri 1%<br />

CER 170<strong>10</strong>1 2%<br />

CER 170<strong>10</strong>7 1%<br />

CER 170302 18%<br />

CER 170904 56%<br />

CER 170504 22%<br />

Fonte: ANPAR<br />

324


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Aspetti quantitativi<br />

I dati ufficiali relativi al riciclaggio dei rifiuti inerti, pur essendo come<br />

accennato ancora oggi di scarsa affidabilità, indicano che il quantitativo di<br />

rifiuti da costruzione e demolizione prodotti in Italia è pari a circa 52 milioni<br />

di tonnellate.<br />

Nonostante in questi ultimi anni l’attenzione nei confronti di tale famiglia di<br />

rifiuti sia notevolmente cresciuta (ne è testimonianza l’impegno assunto da<br />

molte amministrazioni a sviluppare Accordi di programma), si può comunque<br />

affermare che il settore <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti inerti è ancora fortemente<br />

sottosviluppato e, soprattutto, mal organizzato dal momento che:<br />

• non esiste un censimento ufficiale degli impianti di trattamento dei rifiuti<br />

inerti autorizzati dislocati sul territorio nazionale;<br />

• non si conosce l’entità <strong>del</strong> flusso di rifiuti da costruzione e demolizione<br />

(codice CER 17.XX.XX) né il suo frazionamento nelle diverse destinazioni<br />

finali (discariche per inerti, impianti di riciclaggio e impianti di semplice<br />

riduzione volumetrica, etc.);<br />

• esiste ancora una notevole quantità di rifiuti che non viene<br />

smaltita/riciclata regolarmente;<br />

• esiste un flusso di materiali che, essendo di natura omogenea, possono<br />

essere assoggettati ad un trattamento di semplice riduzione<br />

granulometrica direttamente in cantiere ed al successivo reimpiego sul<br />

posto (e non viene quindi mai compresa nelle stime sulla produzione).<br />

Come anticipato in premessa, quest’anno hanno purtroppo partecipato allo<br />

studio di settore solo 49 impianti, 3 in meno rispetto allo scorso anno.<br />

Non avendo pertanto alcun significato il confronto, in termini assoluti, <strong>del</strong><br />

quantitativo di aggregati riciclati messi sul mercato nei diversi anni,<br />

abbiamo confrontato solo i dati relativi ai 14 impianti che hanno<br />

partecipato a tutti gli studi di settore degli ultimi quattro anni (Grafico 6).<br />

Ne emerge che i conferimenti di rifiuti inerti dopo un iniziale incremento<br />

avvenuto nel 2006 sono rimasti stabili per il 2007 ed hanno avuto un<br />

sensibile decremento nel 2008.<br />

325


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

GRAFICO 6:<br />

Conferimenti dei rifiuti inerti negli anni 2005-2008 (000/ton)<br />

2.800.000<br />

2.700.000<br />

2.600.000<br />

2.500.000<br />

2.400.000<br />

2.300.000<br />

2.200.000<br />

2.<strong>10</strong>0.000<br />

Fonte: ANPAR<br />

2005 2006 2007 Totale<br />

conferito<br />

2008<br />

Se si considera che i dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trend<br />

positivo <strong>del</strong>la produzione di rifiuti inerti (purtroppo però l’ultimo dato aggiornato<br />

è <strong>del</strong> 2006) mentre i nostri impianti registrano un trend negativo dei<br />

conferimenti, si può concludere che il riciclaggio dei rifiuti inerti abbia interessato<br />

addirittura meno <strong>del</strong> <strong>10</strong>% stimato lo scorso anno.<br />

Un confronto con i dati europei<br />

Ogni anno in Europa sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti da<br />

C&D. Essi rappresentano il 31% <strong>del</strong>la produzione totale di rifiuti in Europa<br />

(Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008).<br />

La Tabella 2 mostra lo sviluppo <strong>del</strong>la generazione pro capite dei rifiuti da C&D<br />

dei vecchi Stati Membri e <strong>del</strong>la Norvegia dal 2001. La media per Unione Europea<br />

a 27 Paesi più la Norvegia è di 1,74 tonnellate/anno pro capite.<br />

Analizzando i dati si nota come vi siano molte differenze tra i vari Paesi <strong>del</strong>la<br />

vecchia configurazione europea. Francia e Lussemburgo generano rispettivamente<br />

5,5 e 5,9 tonnellate/anno. Germania e Irlanda generano tra le 2 e le 4<br />

tonnellate/anno, mentre il resto dei Paesi va dalle 0,2 tonnellate/anno <strong>del</strong>la<br />

Norvegia alle 2 tonnellate/anno <strong>del</strong> Regno Unito, passando per l’Italia con 0,88<br />

tonnellate/anno. Anche per quanto riguarda i nuovi Stati membri, osservando la<br />

Tabella 3 si notano molte differenze, anche se tutti sono al di sotto di 1<br />

tonnellate/anno pro capite. Fa eccezione Malta che genera quasi 2<br />

tonnellate/anno. L’indice di produzione di rifiuti pro capite è senz’altro un dato<br />

legato al livello di industrializzazione <strong>del</strong>la Nazione, tuttavia la sensibile<br />

differenza dei dati riscontrata è forse più giustificata dai diversi metodi di<br />

contabilizzazione dei rifiuti utilizzati nei diversi Paesi.<br />

326


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

TABELLA 2: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa<br />

Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

Austria - - - 0,81 - 0,81<br />

Belgio 0,81 0.80 1,11 1,06 1,22 1,18<br />

Danimarca 0,63 0,75 0,70 0,83 0,97 1,12<br />

Finlandia - - - 3,99 - -<br />

Francia - - - 5,5 - -<br />

Germania 3,05 2,92 2,71 2,33 2,24 -<br />

Grecia 0,41 0,38 0,37 0,37 - -<br />

Irlanda 1,70 - - 2,74 3,60 3,95<br />

Italia 0,54 0,65 0,74 0,80 0,78 0,88*<br />

Lussemburgo - - - 5,9 - -<br />

Olanda 1,48 1,47 1,46 1,47 1,58 -<br />

Norvegia 0,27 0,28 0,27 0,70 0,32 -<br />

Portogallo - - - 1,09 - -<br />

Spagna 0,59 0,58 0,66 0,74 0,80 0,88<br />

Svezia - - - 1,14 - -<br />

Regno Unito 1,74 1,74 1,75 1,66 1,90 1,89<br />

Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008 - Dato aggiornato da ANPAR sulla base dei dati presentati da ISPRA nel “Rapporto rifiuti 2008”<br />

TABELLA 3: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa<br />

Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

Bulgaria - - - 0,39 - -<br />

Cipro - - - 0,58 - -<br />

Repubblica Ceca 0,85 0,85 1,00 1,44 1,20 1,15<br />

Estonia 0,64 0,94 0,93 1,12 1,61 1,78<br />

Ungheria 0,49 0,59 0,51 0,43 0,49 0,54<br />

Lettonia - 0,06 0,03 0,04 0,07 0,05<br />

Lituania - - - 0,<strong>10</strong> - 0,18<br />

Malta - - - 1,95 - -<br />

Polonia - - - 0,11 0,14 0,44<br />

Romania 0,02 0,03 0,01 0,00 0,02 -<br />

Slovacchia - - 0,07 0,26 - -<br />

Slovenia 0,83 0,82 1,00 1,41 1,2 1,18<br />

EU 27+ Norvegia - - - 1,74 - -<br />

Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008<br />

327


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

LE CARATTERISTICHE<br />

DEGLI<br />

IMPIANTI ANPAR<br />

Le autorizzazioni<br />

I soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di recupero di rifiuti<br />

inerti devono essere in possesso di un’autorizzazione rilasciata dall’autorità<br />

competente per territorio.<br />

La normativa prevede due tipologie di autorizzazioni: ordinaria (artt. 214-216<br />

D.Lgs. 152/06) e semplificata (artt. 208-211 D.Lgs. 152/06).<br />

Per ottenere la prima è necessario presentare il progetto definitivo <strong>del</strong>l’impianto<br />

e la documentazione tecnica prevista per la realizzazione <strong>del</strong> progetto stesso<br />

dalle disposizioni vigenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, di salute di<br />

sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica, che verrà valutato in sede di Conferenza<br />

di servizi.<br />

L’esercizio invece <strong>del</strong>le operazioni di recupero dei rifiuti in procedura semplificata<br />

può essere intrapreso, a condizione che siano rispettate le norme tecniche e le<br />

prescrizioni specifiche (ancora da definire con decreti <strong>del</strong> Ministro <strong>del</strong>l’Ambiente<br />

e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio), decorsi novanta giorni dalla comunicazione di inizio<br />

di attività alla competente Sezione Regionale <strong>del</strong>l’Albo.<br />

Una importante novità, in campo di autorizzazioni, è stata però introdotta dal<br />

D.Lgs. 4/08, il quale impone anche per le attività di smaltimento e recupero in<br />

procedura semplificata l’obbligo <strong>del</strong>la verifica di assoggettabilità alla VIA<br />

(Valutazione di Impatto Ambientale) per gli impianti di recupero di rifiuti non<br />

pericolosi con capacità complessiva superiore a <strong>10</strong> tonnellate/giorno. Con<br />

l’entrata in vigore <strong>del</strong> correttivo pertanto le attività di smaltimento e recupero in<br />

procedura semplificata non hanno di fatto un trattamento differenziato rispetto<br />

a quelle in procedura ordinaria, salvo i tempi di ottenimento <strong>del</strong>l’autorizzazione<br />

stessa che dovrebbero essere più brevi.<br />

È necessario sottolineare che l’autorizzazione in procedura ordinaria offre<br />

maggiori possibilità di poter gestire il processo di recupero con regole studiate<br />

per la specifica realtà in cui è inserito l’impianto.<br />

Per questo motivo ANPAR suggerisce ai propri associati di mantenersi in questo<br />

regime effettivamente già scelto dalla maggioranza di loro.<br />

Purtroppo le procedure per ottenere l’autorizzazione ed i tempi relativi<br />

evidenziano uno dei problemi più gravi <strong>del</strong> nostro settore.<br />

La ripartizione <strong>del</strong>le competenze relative agli impianti per il trattamento dei rifiuti<br />

che si prospetta attualmente è infatti piuttosto complicata e si può così<br />

sintetizzare:<br />

1. il rilascio <strong>del</strong>le autorizzazioni di cui agli artt. 208-211 (autorizzazione<br />

ordinaria) <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06 è di competenza <strong>del</strong>le Regioni;<br />

2. nel periodo intercorrente tra l’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06 e l’entrata<br />

in vigore <strong>del</strong> D.Lgs 4/08, le autorizzazioni in procedura semplificata dovevano<br />

essere trasmesse dai richiedenti alle Sezioni regionali interessate <strong>del</strong>l’Albo<br />

Nazionale dei Gestori Ambientali (art. 212, D.Lgs. 152/06)<br />

3. successivamente all’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 04/08, le autorizzazioni in<br />

procedura semplificata sono state trasmesse dai richiedenti alle provincie<br />

territorialmente competenti;<br />

4. infine, occorre rilevare che molte <strong>del</strong>le autorizzazioni oggi in vigore sono state<br />

emanate in vigenza <strong>del</strong> D.Lgs. 22/97, pertanto, secondo la ripartizione <strong>del</strong>le<br />

competenze stabilite dallo stesso, le procedure semplificate fanno capo alle<br />

Provincie e le autorizzazioni ordinarie fanno capo alle Regioni.<br />

328


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Le attività integrative presso i centri di recupero di rifiuti inerti<br />

Spesso il riciclaggio dei rifiuti inerti viene svolto parallelamente ad altre attività<br />

(Grafico 7) al fine di ottimizzare la gestione dei rifiuti e/o la commercializzazione<br />

dei prodotti.<br />

In Europa, per esempio, negli ultimi anni si è creata una significativa sinergia tra<br />

l’attività di cava e quella <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti inerti. Nel febbraio 2008 la<br />

European Aggregates Association (UEPG) e l’International Recycling Federation<br />

(FIR) hanno lanciato la piattaforma europea per gli aggregati riciclati, European<br />

Platform for Recycled Aggregates, EPRA. La missione di EPRA è quella di<br />

raggiungere il miglior uso degli aggregati riciclati nelle maggiori applicazioni<br />

possibili. L’unione <strong>del</strong>le attività di cava e di recupero di rifiuti inerti, pur non<br />

costituendo una corsia preferenziale sul versante degli obblighi autorizzativi, può<br />

effettivamente portare a numerosi vantaggi:<br />

• possibilità di fornire nel medesimo luogo di produzione aggregati di varia<br />

natura. Le materie prime naturali potrebbero così essere dedicate solo ad<br />

impieghi più nobili (calcestruzzo) privilegiando l’uso di aggregati riciclati in<br />

costruzioni non strutturali;<br />

• limitare gli impatti ambientali sul territorio dovuti all’attività estrattiva;<br />

• risolvere il problema di smaltimento dei propri rifiuti (sfridi e residui di cava);<br />

• offrire a terzi un servizio di recupero di rifiuti derivanti dalle attività di<br />

costruzione e demolizione.<br />

GRAFICO 7:<br />

Ripartizione percentuale tra gli associati ad ANPAR <strong>del</strong>le attività integrative<br />

presso i centri di recupero di rifiuti inerti<br />

Altre 15%<br />

Impresa di costruzioni 12%<br />

Servizio raccolta<br />

rifiuti 14%<br />

Cava 17%<br />

<strong>Produzione</strong> di<br />

conglomerati<br />

bituminosi<br />

e asfalti 17%<br />

Centro<br />

raccolta/trattamento<br />

altri rifiuti 8%<br />

<strong>Produzione</strong> di calcestruzzo 17%<br />

Fonte: ANPAR<br />

329


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

Modalità di lavoro<br />

TABELLA 4: Certificazioni degli impianti associati ANPAR<br />

Dalla nostra indagine emerge che gli associati si stanno impegnando per garantire<br />

la qualità dei propri prodotti.<br />

La certificazione di qualità dei propri processi (ISO 9000), e/o il cosiddetto controllo<br />

di produzione in fabbrica (FPC), sono ormai parte integrante <strong>del</strong>l’attività dei<br />

riciclatori. Va sottolineato infatti che tali strumenti rispondono alla necessità dei<br />

produttori di garantire partite di materiali che, in molti casi, possono essere anche<br />

molto ingenti in termini quantitativi e necessitano quindi una omogeneità non facile<br />

da mantenere. La conoscenza <strong>del</strong>le caratteristiche dei propri materiali è un’esigenza<br />

ormai imprescindibile. La presenza di laboratori interni ne è la riprova e nasce<br />

proprio al fine di testare i materiali frequentemente e di avere tempestivamente i<br />

risultati. La marcatura CE, seppure obbligatoria anche per gli aggregati dedicati alle<br />

opere stradali, non viene ancora richiesta di frequente dal mercato. L’applicazione<br />

<strong>del</strong>le regole comunitarie, prassi comune nel settore <strong>del</strong> calcestruzzo, sta tuttavia<br />

proprio di recente avendo un impulso significativo. Molti controlli nei cantieri e<br />

l’applicazione <strong>del</strong>le specifiche previste nel DM 186/06 per i materiali da costruzione<br />

<strong>del</strong>le opere stradali ne sono la riprova e confermano le indicazioni che ANPAR ha da<br />

tempo dato ai propri associati. Il sistema di attestazione di conformità, infine, dovrà<br />

essere in futuro orientato sempre più verso la tipologia 2+, che, indipendentemente<br />

dalla tipologia di impiego, prevedendo un ruolo di controllo sul sistema di<br />

certificazione operato da terzi, garantisce maggiormente l’utilizzatore.<br />

ISO 9000 - 2005 ISO 14000 EMAS FPC Sistema di attestazione di conformità Lab interno<br />

4 2+<br />

Impianto 1 X X X X X<br />

Impianto 2 X X X X<br />

Impianto 3 X X X X X<br />

Impianto 4 X X X X X<br />

Impianto 5 X X<br />

Impianto 6 X X X<br />

Impianto 7 X X<br />

Impianto 8 X X X X<br />

Impianto 9 X X X X<br />

Impianto <strong>10</strong> N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.<br />

Impianto 11 X X X X<br />

Impianto 12<br />

Impianto 13 X X X X<br />

Impianto 14<br />

X<br />

Impianto 15 X X X<br />

Impianto 16 X X X<br />

Impianto 17 X X X<br />

Impianto 18 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.<br />

Fonte: ANPAR<br />

330


INERTI<br />

EDIZIONE<br />

L’ITALIA DEL<br />

RECUPERO<br />

CONCLUSIONI<br />

Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti 2008”,<br />

in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni di tonnellate di rifiuti<br />

inerti all’anno.<br />

Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, escludendo i dati<br />

relativi a tre impianti, che non sono rappresentativi perché inseriti in comparti<br />

industriali particolari, nell’anno 2008 quasi il <strong>10</strong>0% <strong>del</strong> materiale conferito<br />

appartiene alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti <strong>del</strong>le operazioni di<br />

costruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).<br />

Di questi le principali tipologie di rifiuti sono le seguenti:<br />

• CER 17 09 04 Rifiuti misti <strong>del</strong>l’attività di costruzione e demolizione, diversi da<br />

quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;<br />

• CER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche,<br />

diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;<br />

• CER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03.<br />

Riguardo agli aspetti quantitativi, nonostante il presente Studio di settore<br />

quest’anno non possa considerarsi <strong>del</strong> tutto rappresentativo causa di una<br />

limitata partecipazione alla indagine organizzata ormai tradizionalmente<br />

dall’Associazione degli impianti di riciclaggio, il dato emerso è emblematico di<br />

una situazione di forte arretratezza <strong>del</strong> settore, soprattutto se confrontato con<br />

altri Stati europei simili all’Italia.<br />

Viene infatti riciclato meno <strong>del</strong> <strong>10</strong>% dei rifiuti inerti prodotti annualmente in<br />

Italia. In assenza di misure organizzate tra pubblico e privato anche<br />

l’introduzione <strong>del</strong>l’obiettivo di riciclaggio a livello comunitario pari al 70%<br />

appare difficilmente raggiungibile, anche nei tempi lunghi (2020) previsti dalla<br />

Commissione europea.<br />

ANPAR condivide comunque tale strumento e anzi auspica la fissazione di<br />

obiettivi intermedi (ad esempio il 30% nel 20<strong>10</strong> ed il 50% nel 2015) per cercare<br />

di dare un impulso al mercato anche in tempi brevi.<br />

Molte speranze, soprattutto in alcune Regioni, sono in questi ultimi anni state<br />

riposte nella nascita <strong>del</strong>l’obbligo di utilizzo dei materiali riciclati da parte <strong>del</strong>la<br />

pubblica amministrazione (nel nostro caso, in particolare, degli aggregati riciclati<br />

nelle infrastrutture), con i cosiddetti acquisti verdi, che tuttavia per quanto<br />

concerne il nostro settore è ancora tutto in divenire. Ma grande <strong>del</strong>usione e<br />

disappunto ha suscitato l’atteggiamento <strong>del</strong>la pubblica amministrazione<br />

nell’applicazione <strong>del</strong> DM 203/03 e nei confronti <strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong> Repertorio<br />

<strong>del</strong> Riciclaggio, che di fatto non ha mai visto la luce.<br />

ANPAR per lo sviluppo <strong>del</strong> settore ritiene che tutti debbano svolgere il proprio<br />

ruolo:<br />

• i produttori di aggregati riciclati devono puntare necessariamente ad una<br />

sempre maggiore qualità dei propri processi di riciclaggio e dei materiali che<br />

ne conseguono, che deve essere attestata mediante la marcatura CE;<br />

• i progettisti devono adeguare i capitolati alle nuove norme europee di settore,<br />

pensando anche di utilizzare capitolati prestazionali;<br />

• le stazioni appaltanti devono premiare le imprese che si impegnano a proporre<br />

soluzioni virtuose ed ambientalmente più sostenibili;<br />

• le direzioni lavori devono controllare che tutti i materiali utilizzati siano<br />

conformi alle norme armonizzate europee e presentino le caratteristiche<br />

richieste nel progetto.<br />

331


ANAGRAFE SETTORI <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />

A.I.R.A.<br />

AIRA<br />

Associazione industriale riciclatori auto<br />

Viale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 515 281 - Fax 02 20 46 397<br />

aira@airaassociazione.it - www.airaassociazione.it<br />

ANPAR<br />

Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati<br />

Via Boni, 28 - 20144 Milano - Tel. 02 58 314 546 - Fax 02 92 87 78 65<br />

info@anpar.org - www.anpar.org<br />

ARGO<br />

Consorzio Nazionale Volontario Riciclaggio Gomma<br />

Via Barchetta, 6 - 4<strong>10</strong><strong>10</strong> Campogalliano (MO) - Tel. 0864 25 08 309 - Fax 0864 25 08 309<br />

segreteria@consorzioargo.it - www.consorzioargo.it<br />

ASSODEM<br />

Associazione Demolitori Autoveicoli<br />

Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />

unire@fise.org - www.fise.org<br />

ASSORAEE<br />

Associazione <strong>Recupero</strong> Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche<br />

Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />

unire@fise.org - www.fise.org<br />

ASSORIMAP<br />

Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche<br />

Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />

segreteria@assorimap.it - www.assorimap.it<br />

CONAU<br />

Consorzio Nazionale Abiti e Accessori Usati<br />

Via Bruceto, 5 - 5<strong>10</strong><strong>10</strong> Massa e Cozzile (PT) - Tel. 0572 31 83 08 - Fax 0572 30 871<br />

info@conau.it - www.conau.it<br />

GMR<br />

Gruppo Materiali Riciclabili<br />

Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />

unire@fise.org - www.fise.org<br />

SARA<br />

Servizi Ambientali <strong>Recupero</strong> Acciai<br />

Viale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 404 3<strong>10</strong> - Fax 02 20 46 397<br />

sara@saraassociazione.it - www.saraassociazione.it<br />

UNIONMACERI<br />

Associazione per la Raccolta, il <strong>Recupero</strong> e la Valorizzazione dei Rifiuti di Carta e Cartone<br />

Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />

unire@fise.org - www.fise.org


© <strong>FISE</strong>. Tutti i diritti riservati<br />

Promosso da<br />

<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />

Immagine Coordinata e <strong>Ed</strong>iting<br />

<strong>FISE</strong>, Ufficio Immagine Coordinata<br />

Realizzato da<br />

<strong>FISE</strong> Servizi S.r.l.<br />

Responsabile Progetto<br />

Paolo Cesco<br />

Coordinamento Scientifico<br />

Maria Letizia Nepi<br />

Redazione<br />

Silvia Navach, Marta Pagano<br />

Hanno collaborato alla realizzazione <strong>del</strong>lo Studio:<br />

Claudio Francia<br />

(capitolo “Situazione strutturale e tendenze <strong>del</strong> mercato<br />

<strong>del</strong>le materie recuperate e <strong>del</strong> riciclaggio”<br />

capitoli: carta, vetro e<br />

apparecchiature elettriche ed elettroniche)<br />

Martino Corti<br />

(capitolo acciaio)<br />

Stefano Stellini<br />

(capitolo alluminio)<br />

Monica Martinengo<br />

(capitolo legno)<br />

Gemma Salvatori<br />

(capitolo gomma)<br />

Chiara Bruni<br />

(capitolo batterie)<br />

Silvia Navach, Marta Pagano<br />

(capitolo veicoli fuori uso)<br />

Roberto Chiari<br />

(capitolo abiti usati)<br />

Giorgio Bressi, Elisabetta Pavesi<br />

(capitolo rifiuti inerti)<br />

La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi al capitolo<br />

veicoli fuori uso è stata curata da: ECOEURO S.r.l.<br />

La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi all’indagine sulle piattaforme di recupero<br />

contenuta nel capitolo “Situazione strutturale e tendenze <strong>del</strong> mercato<br />

<strong>del</strong>le materie recuperate e <strong>del</strong> riciclaggio”<br />

e all’indagine sugli impianti di trattamento contenuta nel capitolo<br />

“Apparecchiature elettriche ed elettroniche”<br />

è stata curata da Marta Pagano<br />

Si ringrazia ECOCERVED per i dati sulla produzione<br />

dei rifiuti speciali riportati nel capitolo<br />

“Situazione strutturale e tendenze <strong>del</strong> mercato<br />

<strong>del</strong>le materie recuperate e <strong>del</strong> riciclaggio”<br />

Progetto Grafico: Studio Giano di Fabrizio Pensa<br />

<strong>Ed</strong>izione ottobre <strong>2009</strong><br />

L’Italia <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong> è disponibile sul sito:<br />

www.fise.org

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