L'Italia del Recupero 2009_FISE UNIRE 10 Ed.pdf - Produzione ...
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SOMMARIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PREMESSA 7<br />
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
Sintesi 13<br />
La produzione dei rifiuti in Italia 24<br />
La gestione dei rifiuti urbani 32<br />
La rete dei recuperatori e dei riciclatori 42<br />
<strong>Recupero</strong> e riciclaggio dei rifiuti e mercato <strong>del</strong>le materie prime secondarie 61<br />
Elenco <strong>del</strong>le aziende che hanno partecipato all’indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />
sulle piattaforme di recupero 80<br />
12<br />
IMBALLAGGI<br />
CARTA 89<br />
Introduzione 90<br />
<strong>Produzione</strong> e consumo di carta e cartone 94<br />
La raccolta <strong>del</strong>la carta da macero 95<br />
Il riciclo 98<br />
Import / Export 99<br />
Il mercato <strong>del</strong> macero <strong>10</strong>3<br />
VETRO <strong>10</strong>6<br />
<strong>Produzione</strong> e riciclaggio <strong>10</strong>7<br />
Aspetti qualitativi <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong> vetro <strong>10</strong>8<br />
PLASTICA 113<br />
Introduzione 114<br />
Il riciclo <strong>del</strong>le materie plastiche in Italia 116<br />
Il riciclo degli imballaggi plastici 118<br />
Il processo di liberalizzazione <strong>del</strong> mercato 120<br />
Altre iniziative ASSORIMAP 121<br />
ACCIAIO 124<br />
Introduzione 125<br />
Il mercato <strong>del</strong>l’acciaio 126<br />
Scenario internazionale 136<br />
Scenario nazionale 141<br />
ALLUMINIO 155<br />
Introduzione 156<br />
Risultati e obiettivi conseguiti 159<br />
Attività di sviluppo e raccolta 160
SOMMARIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Diffusione <strong>del</strong>la raccolta e dati quantitativi 160<br />
Copertura territoriale 162<br />
Modalità operative 171<br />
Piattaforme di trattamento e conferimento 173<br />
Riciclo 175<br />
Obiettivi futuri 184<br />
LEGNO 186<br />
Introduzione 187<br />
Il consorzio Rilegno 188<br />
La situazione 2008 188<br />
Comuni e raccolta differenziata 189<br />
Gli interventi di Rilegno 190<br />
Il recupero <strong>del</strong> legno in Italia 191<br />
ALTRI MATERIALI PRODOTTI<br />
GOMMA 192<br />
Introduzione 193<br />
Europa e Italia: tra stabilità e recesso 195<br />
Il futuro degli “acquisti verdi” 200<br />
PFU e acquisti verdi: panoramica dei principali prodotti<br />
che possono essere realizzati con la gomma riciclata 202<br />
Censimento di settore 2008 205<br />
Elenco aziende che hanno partecipato<br />
al censimento ARGO 2008 208<br />
BATTERIE 2<strong>10</strong><br />
Introduzione 211<br />
Il consorzio COBAT 213<br />
Attività e servizi 218<br />
La raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste 220<br />
Accordi specifici 223<br />
Gestione <strong>del</strong>la raccolta: i raccoglitori incaricati 229<br />
Gestione <strong>del</strong>la raccolta: i raccoglitori verificati 230<br />
Indicatori <strong>del</strong>la raccolta 231<br />
Altre attività di rilevanza ambientale 232<br />
Il trasporto 233<br />
Il riciclo 234<br />
Indicatori <strong>del</strong> riciclo 240<br />
Confronto tra sistemi internazionali 244<br />
L’impegno <strong>del</strong> COBAT nella ricerca 246<br />
Strumenti di incentivazione e controllo 248
SOMMARIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
VEICOLI FUORI USO 250<br />
Introduzione 251<br />
Premessa metodologica 252<br />
Messa in sicurezza 254<br />
Promozione <strong>del</strong> riciclaggio 257<br />
Reimpiego 259<br />
<strong>Recupero</strong> 261<br />
Materiali prodotti 263<br />
Dati MUD <strong>2009</strong> 265<br />
Messa in sicurezza anni 2006-2008 266<br />
Riciclaggio anni 2006-2008 268<br />
Reimpiego anni 2006-2008 271<br />
<strong>Recupero</strong> anni 2006-2008 272<br />
Materiali prodotti nell’anno 2008 273<br />
Performance anni 2006-2008 274<br />
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE 275<br />
Introduzione 276<br />
Il settore <strong>del</strong>le apparecchiature elettriche ed elettroniche 279<br />
La raccolta dei RAEE domestici 285<br />
Criticità <strong>del</strong> sistema e prime ipotesi di soluzione 288<br />
L’accreditamento degli impianti di trattamento dei RAEE:<br />
la messa a regime <strong>del</strong>l’accordo 291<br />
Indagine sugli impianti di trattamento dei RAEE:<br />
analisi su un campione <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 293<br />
Elenco <strong>del</strong>le aziende RAEE che hanno partecipato all’indagine 2008 302<br />
ABITI USATI 304<br />
Introduzione 305<br />
Il quadro normativo 306<br />
La produzione nazionale di abiti dismessi di origine urbana 307<br />
I soggetti coinvolti nella raccolta 307<br />
Il ciclo di recupero degli indumenti usati 308<br />
Effetti ambientali <strong>del</strong> settore raccolta e riciclaggio 308<br />
Vantaggi sociali 308<br />
<strong>Produzione</strong> nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate 309<br />
Le province dove è presente CONAU 311<br />
RIFIUTI INERTI 312<br />
Introduzione 313<br />
Premessa metodologica 317<br />
La produzione di aggregati riciclati in Italia 320<br />
Le caratteristiche degli impianti ANPAR 328<br />
Conclusioni 331
PREMESSA
PREMESSA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Quest’anno ”L’Italia <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong>” compie <strong>10</strong> anni. La presente edizione,<br />
realizzata da <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> e dalle Associazioni e Consorzi aderenti al progetto,<br />
risulta ancora più ricca e completa <strong>del</strong>le precedenti. Accanto ai tradizionali<br />
settori, rappresentati da carta, plastica, acciaio, vetro, legno, alluminio, e ai<br />
prodotti per così dire “emergenti” ottenuti dal recupero dei rifiuti, quali il<br />
granulato di gomma e gli aggregati riciclati, viene illustrato come e quanto si<br />
recuperano prodotti a fine vita potenzialmente pericolosi per l’ambiente a causa<br />
<strong>del</strong>le sostanze in essi contenute, quali batterie esauste, veicoli fuori uso,<br />
apparecchiature elettriche ed elettroniche. Inoltre, una “new entry” è<br />
rappresentata dal settore degli “abiti ed accessori usati”, la cui raccolta si sta<br />
espandendo sempre più sul territorio nazionale.<br />
I vari capitoli “settoriali” sono preceduti da una disamina, a livello generale, <strong>del</strong>la<br />
produzione dei rifiuti nel nostro Paese, per settore produttivo, dei principali<br />
canali di gestione, sia pubblici che privati, <strong>del</strong>le quantità dei materiali riciclati<br />
utilizzati nei vari comparti <strong>del</strong>l’economia nazionale, e di come i mercati di tali<br />
materiali abbiano reagito ai recenti sommovimenti <strong>del</strong>l’economia. Completa<br />
l’analisi una specifica indagine sulle piattaforme di recupero condotta da <strong>FISE</strong><br />
<strong>UNIRE</strong> su un campione selezionato di aziende, che mostra alcuni elementi<br />
significativi utili alla comprensione <strong>del</strong>l’andamento <strong>del</strong> settore.<br />
Dall’analisi <strong>del</strong>la mole dei dati riportati in questo decimo Rapporto, l’industria <strong>del</strong><br />
recupero appare come un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio,<br />
fondamentale per molti settori produttivi <strong>del</strong> Paese e nel quale gli operatori<br />
privati svolgono un ruolo determinante.<br />
Grazie al positivo andamento <strong>del</strong>la domanda interna ed estera di materiali<br />
recuperati, e al progressivo ampliamento <strong>del</strong>le raccolte differenziate nazionali,<br />
questo settore ha potuto negli anni svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi posti<br />
nelle classifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.<br />
Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati <strong>del</strong>le materie prime ha<br />
avuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando i<br />
limiti <strong>del</strong>l’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo e<br />
di raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica <strong>del</strong>le esportazioni<br />
(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.<br />
In questo momento storico, anche nel mondo ambientale si respira aria di<br />
rinnovamento, tipica di ogni momento di crisi o post-crisi, voglia di capire perché<br />
le regole <strong>del</strong> gioco hanno fallito e da lì ricominciare su nuove basi. La direttiva<br />
quadro sui rifiuti in questo sembra aver precorso e anticipato l’unica soluzione<br />
possibile alla crisi globale che ha investito la finanza e l’economia, ovvero<br />
riconvertire in senso ecologico il sistema economico, rilanciando lo sviluppo ma<br />
con meno spreco di energia e risorse naturali.<br />
Più efficienza nell’uso <strong>del</strong>le risorse, dunque, più occupazione, più investimenti in<br />
tecnologie pulite, insieme ad una seria politica di prevenzione (sulla quale<br />
tuttavia la direttiva non pone l’enfasi sperata dagli europarlamentari). L’accento<br />
cade, in modo naturale, sul recupero: gli obiettivi sono ambiziosi, anche se<br />
8
PREMESSA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
lontani (al 2020), ed un serio impegno per il loro raggiungimento presuppone,<br />
già da questo momento, un’attenta programmazione <strong>del</strong>le politiche da adottare<br />
e <strong>del</strong>le azioni da intraprendere. La raccolta (una raccolta differenziata di qualità)<br />
rappresenta il presupposto, anche se non l’obiettivo principe, di una sana<br />
gestione dei rifiuti, che va rifocalizzata innanzitutto sul “risultato”, ovvero sulla<br />
capacità dei materiali ottenuti dai rifiuti di essere riassorbiti dallo stesso o da altri<br />
cicli produttivi, in una parola, sulla capacità di “stare sul mercato”.<br />
Il mercato, insieme alla capacità <strong>del</strong>lo stesso di fungere da “regolatore” <strong>del</strong>lo<br />
sviluppo, è al centro di quasi ogni dibattito sulla congiuntura attuale e sulle<br />
prospettive future. La crisi ha mostrato a tutti una verità semplice e fondamentale,<br />
ovvero che anche settori come l’industria <strong>del</strong> recupero, che hanno visto una<br />
crescita costante negli anni a ritmi addirittura più elevati <strong>del</strong> PIL, potrebbero non<br />
farcela di fronte a strozzature prolungate <strong>del</strong>la domanda di materiali: a cascata,<br />
anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi. Qualora tale situazione<br />
dovesse perdurare, se si dovesse ridurre ulteriormente la richiesta di materiali<br />
dall’estero, nonché la domanda interna da parte dei comparti industriali (le<br />
cartiere, le vetrerie, le acciaierie, l’industria <strong>del</strong> legno…), la differenziata<br />
rischierebbe di rimanere sui piazzali, di finire addirittura in discarica. È pur vero che<br />
alcuni comparti <strong>del</strong> recupero, come quello cartario, hanno “retto” nonostante la<br />
crisi, ma ciò è avvenuto (ancora una volta) anche grazie alla Cina, che da sola<br />
rappresenta ormai circa la metà <strong>del</strong> macero esportato dall’Italia.<br />
I Consorzi, in tale contesto, dovrebbero svolgere una funzione sussidiaria<br />
rispetto al mercato. Da un’analisi <strong>del</strong> ruolo da essi sviluppato negli anni, lo stesso<br />
va giudicato in modo complessivamente positivo, in quanto ha contribuito a<br />
portare la raccolta dove non c’era e ad ammortizzare le oscillazioni troppo forti<br />
<strong>del</strong> mercato. Ma è proprio in contesti di crisi come l’attuale che emerge in tutta<br />
chiarezza quello che è il limite strutturale di tali organismi, rappresentato da due<br />
fatti incontrovertibili. Primo, i Consorzi imballaggi ad ora rappresentano<br />
strutturalmente (cioè, per loro stessa composizione, nonostante la norma<br />
disponga diversamente) solo, o in sostanza, gli interessi dei produttori di materie<br />
prime. Secondo, in un Paese caratterizzato dalla cronica dipendenza dall’estero<br />
per quanto riguarda il fabbisogno <strong>del</strong>le medesime materie prime, l’azione degli<br />
stessi Consorzi, soprattutto in un momento di difficoltà economica di interi<br />
comparti produttivi, non può che essere tanto più rivolta a garantire ai propri<br />
“azionisti” condizioni di approvvigionamento favorevoli <strong>del</strong>le materie prime<br />
secondarie, in considerazione <strong>del</strong>la valenza sostitutiva dalle stesse rappresentata,<br />
in particolare nelle filiere di tipo “chiuso”. Nelle filiere “aperte”, invece, dove le<br />
mps si pongono in diretta concorrenza con le materie prime vergini, l’interesse<br />
dei produttori <strong>del</strong> vergine sarà piuttosto, e ovviamente, quello di mantenere<br />
competitivi i propri prodotti.<br />
Se tutto ciò è comprensibile, ripeto, soprattutto in un momento di crisi, mi<br />
chiedo come tuttavia si concili, ad esempio, con le esigenze ambientali, e con le<br />
regole di trasparenza, equità e concorrenza imposte dall’ordinamento giuridico<br />
nazionale e/o europeo (sia per quanto riguarda le procedure di assegnazione dei<br />
materiali, sia per quanto riguarda la composizione ed il funzionamento degli<br />
organi interni, ecc.).<br />
9
PREMESSA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
C’è una norma, in particolare, posta dal legislatore a tutela <strong>del</strong>l’”equilibrio” <strong>del</strong><br />
sistema imballaggi nel suo complesso, che è stata dai Consorzi apertamente<br />
disattesa, occultandosi dietro i più vari appigli e cavilli giuridici: l’art. 223 <strong>del</strong><br />
Testo unico ambientale prevede che nei CdA dei Consorzi i componenti espressi<br />
dai recuperatori e riciclatori debba essere uguale a quello dei produttori di<br />
materie prime. Più di così, verrebbe da dire…<br />
Inutile ricordare ciò che al riguardo ha giustamente sottolineato l’Antitrust, e<br />
cioè che “una migliore rappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quelli<br />
dei recuperatori/riciclatori) può costituire una soluzione incentivante modalità<br />
organizzative più efficienti, eque e al contempo espressione di dinamiche<br />
genuinamente concorrenziali”.<br />
Certo, il percorso verso una maggiore trasparenza e liberalizzazione non può che<br />
essere graduale, riguardare tutto il territorio nazionale, usando specifica<br />
attenzione a quelle situazioni locali dove la raccolta differenziata stenta ad<br />
affermarsi, o dove vi è scarsità di impianti di recupero.<br />
Una <strong>del</strong>le linee guida <strong>del</strong>la politica dei Consorzi (non solo quelli relativi agli<br />
imballaggi) dovrebbe essere quella di promuovere un riciclo che assicuri il<br />
rispetto di standard ambientali elevati, evitando quindi, ad esempio, che i rifiuti<br />
vengano riciclati all’estero in impianti che non offrono le stesse garanzie dal<br />
punto di vista ecologico e <strong>del</strong>la sicurezza dei lavoratori, o ancora che, dopo la<br />
raccolta, i rifiuti finiscano in piattaforme che non assicurano requisiti adeguati da<br />
un punto di vista oggettivo. Un altro obiettivo fondamentale è quello di<br />
sviluppare la qualità <strong>del</strong>le raccolte e dei materiali recuperati in un contesto di<br />
sostenibilità per tutta la filiera: a questo riguardo, appare chiaro come la<br />
presenza dei recuperatori sarebbe stata fondamentale al tavolo <strong>del</strong>la definizione<br />
<strong>del</strong>l’Accordo ANCI-CONAI e dei relativi allegati tecnici, per poter individuare<br />
<strong>del</strong>le soluzioni che tenessero in evidenza, fin dall’inizio, tutte le esigenze.<br />
Regole più rigorose ed oggettive, quindi, a garanzia di un riciclo di qualità, nei<br />
confronti di tutti gli operatori, sia pubblici che privati, in modo da attivare un<br />
sistema virtuoso ed efficiente, anche dal punto di vista dei costi: sembra una<br />
ricetta da libro dei sogni, ma è l’unica possibile, non fosse altro perché l’Italia<br />
non è un sistema “chiuso”, e situazioni di monopolio o di protezione di<br />
particolari interessi (che, quantunque legittimi, rimangono interessi di alcuni e<br />
non di tutti) non potranno essere a lungo tollerate dall’Europa e neanche da chi,<br />
le direttive europee, le deve applicare.<br />
Si avverte in particolare l’esigenza di <strong>del</strong>imitare in modo più definito l’ambito<br />
<strong>del</strong>l’intervento pubblico nel mercato in oggetto, sia attraverso la definizione dei<br />
tanto attesi criteri per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani (in modo da<br />
tracciare i confini <strong>del</strong>la c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessità<br />
<strong>del</strong>l’utenza e <strong>del</strong> servizio, e non a quelle dei bilanci <strong>del</strong>le amministrazioni locali), sia<br />
per quanto riguarda il rispetto <strong>del</strong>le condizioni <strong>del</strong>l’affidamento “in house”. Tali<br />
questioni, ove non correttamente gestite, determinano ostacoli allo sviluppo <strong>del</strong>le<br />
aziende private <strong>del</strong> settore e al loro adeguamento anche dimensionale al contesto<br />
concorrenziale con cui devono confrontarsi anche in ambito internazionale.<br />
<strong>10</strong>
PREMESSA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
In questo quadro, i recuperatori continuano a rappresentare una “forza<br />
trainante” costituita per lo più da imprese medio-piccole, ma in grado di<br />
competere ai più alti livelli quanto a sofisticazione tecnologica (specie in alcuni<br />
settori) e a risultati in termini di riciclo - vorremmo aggiungere, nonostante la<br />
crisi. Un esercito silenzioso (ma neanche tanto) costituito dalle più variegate<br />
professionalità, che operano in tutte le fasi, dalla raccolta alla selezione, alla<br />
messa in sicurezza, al trattamento, alla frantumazione, alla trasformazione<br />
meccanica, per rendere “edibile” dai settori produttivi a valle quello che<br />
altrimenti si sarebbe dovuto smaltire con oneri a carico <strong>del</strong>la collettività e dei<br />
privati, oltre che <strong>del</strong>l’ambiente.<br />
Un universo difficile da ricondurre ad unità, che presenta ancora “zone oscure”,<br />
anche di vasta entità, per le quali sarebbe auspicabile un maggiore sforzo di<br />
raccolta dei dati ed analisi dei flussi, da parte degli enti di monitoraggio e<br />
controllo, in quanto, come risulta anche dai precedenti rapporti redatti<br />
dall’Associazione (per esempio, quello sui movimenti trasfrontalieri dei rifiuti),<br />
mentre alcune realtà o tipologie di rifiuto (a prescindere dall’effettivo rischio da<br />
queste rappresentato) sono costantemente sotto la lente degli osservatori, per<br />
altre permane uno scarso livello di conoscenza e di verifica.<br />
Anche da parte <strong>del</strong>le pubbliche amministrazioni e degli enti appaltanti in genere<br />
presenti sul territorio si registrano livelli di sensibilità e di informazione<br />
diversissimi, ad esempio nelle gare pubbliche, rispetto all’utilizzo dei differenti<br />
materiali riciclati, segno questo che una vera politica di “green procurement” nel<br />
nostro Paese non è ancora partita, nonostante i proclami <strong>del</strong> Ministero<br />
<strong>del</strong>l’ambiente e le leggi scritte (e mai applicate) sull’obbligo di acquisti verdi da<br />
parte <strong>del</strong>le pubbliche amministrazioni. Quando, in determinati non rari casi, al<br />
risparmio di risorse si affianca anche un risparmio di costi, è evidente che il<br />
problema è essenzialmente culturale, ed è soprattutto su questo che dovrebbe<br />
spingere un’efficace politica ambientale. Nell’attesa, non resta alle associazioni<br />
dei recuperatori, ai loro rappresentanti ed operatori, che attivarsi con i mezzi a<br />
disposizione per diffondere, pezzo dopo pezzo, iniziativa dopo iniziativa, quella<br />
“cultura <strong>del</strong> riciclo” tanto auspicata a parole.<br />
CORRADO SCAPINO<br />
Presidente <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />
11
SITUAZIONE STRUTTURALE<br />
E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE<br />
E DEL RICICLAGGIO
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
SINTESI<br />
L’industria <strong>del</strong> recupero nel contesto economico nazionale<br />
Il recupero dei rifiuti e il mercato <strong>del</strong>le materie riciclabili rivestono un importante<br />
ruolo nel sistema di gestione dei rifiuti. In Italia, negli ultimi anni, è cresciuta<br />
un’ampia rete di imprese che operano nella raccolta, nel trattamento e nel<br />
recupero dei rifiuti e degli scarti <strong>del</strong>la produzione, per trasformarli in materie<br />
prime secondarie da riprocessare nei cicli produttivi.<br />
L’industria <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio è diventata un importante settore<br />
<strong>del</strong>l’economia nazionale, caratterizzato, particolarmente in alcuni comparti, da<br />
una forte innovazione tecnologica, e rappresenta l’anello finale di un ciclo che<br />
garantisce l’effettivo riutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importanti<br />
risultati ambientali: sottrarre rifiuti alle forme di smaltimento in discarica e ridurre<br />
l’uso di materie vergini nei processi industriali, con minori consumi di energia e<br />
minore produzione di gas climalteranti.<br />
L’industria <strong>del</strong> riciclo ha mostrato nell’ultimo decennio una forte dinamicità in<br />
Italia e in Europa crescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria in<br />
generale.<br />
La disponibilità di materie prime secondarie è diventata basilare per diversi settori<br />
industriali. In molti comparti l’utilizzo <strong>del</strong>le materie prime secondarie rappresenta<br />
una quota preponderante in rapporto all’uso <strong>del</strong>le materie prime vergini. Per<br />
acciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzione è<br />
costituito da materie prime secondarie.<br />
Tuttavia, dopo un decennio in cui il settore <strong>del</strong> recupero aveva segnato una<br />
continua crescita, legata sia allo sviluppo produttivo generale sia alle politiche di<br />
incentivazione <strong>del</strong>la raccolta dei rifiuti, già a metà <strong>del</strong> 2008 la crisi economica e<br />
quindi produttiva ha cominciato a toccare tutte le fasi <strong>del</strong> ciclo, dalla raccolta, al<br />
recupero, al riciclaggio.<br />
<strong>Produzione</strong> dei rifiuti e criticità <strong>del</strong> sistema di gestione dei<br />
rifiuti in Italia<br />
Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato in circa 160 milioni<br />
di tonnellate. Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milioni<br />
di tonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiuti<br />
speciali pericolosi (dato ISPRA).<br />
La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi anni,<br />
da 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007. Per<br />
la prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al 2006.<br />
Nel 2008, con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settori<br />
industriali alla diminuzione <strong>del</strong>la produzione, è ipotizzabile anche una<br />
contrazione <strong>del</strong>la produzione dei rifiuti urbani.<br />
Degli oltre 32 milioni circa di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% viene<br />
prodotto direttamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodotta<br />
dal commercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,<br />
dall’artigianato e dall’industria.<br />
13
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimo<br />
decennio e nel 2007 su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il<br />
28% è stato raccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato o<br />
trasformato in CDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente come<br />
rifiuto tal quale o indirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è finito il<br />
55% dei rifiuti urbani prodotti.<br />
Le discariche continuano pertanto a rappresentare il principale sistema di<br />
smaltimento dei rifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiuti<br />
urbani conferita in discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8<br />
milioni di tonnellate.<br />
Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini di<br />
tendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non essere<br />
sufficiente, permanendo in alcune aree <strong>del</strong> territorio, in particolare al Sud,<br />
situazioni di latente, o effettiva, condizione emergenziale.<br />
Secondo il recente rapporto presentato da <strong>FISE</strong> Assoambiente su “Gli impianti<br />
per il trattamento dei rifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discariche<br />
distribuite sul territorio nazionale raggiungeranno, complessivamente, i limiti<br />
autorizzati e non potranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti <strong>del</strong>le<br />
capacità esistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti. È evidente che, per<br />
evitare situazioni di emergenza, diventa fondamentale la ricerca di soluzioni<br />
alternative, che vanno individuate e adottate tempestivamente.<br />
Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere in considerazione, ossia i<br />
tempi amministrativi e tecnici per realizzare non solo ulteriori discariche, ma<br />
eventualmente sistemi a tecnologia complessa, come ad esempio gli impianti di<br />
incenerimento, quale necessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemi<br />
di riciclo dei rifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori si<br />
aggira, in condizioni normali, da un minimo di quattro anni dall’approvazione<br />
<strong>del</strong> progetto ad un massimo di quasi sei anni, considerando che su queste<br />
procedure incide in maniera significativa anche il consenso locale alla<br />
realizzazione degli impianti. Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati,<br />
il Paese si trova già in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione<br />
di soluzioni alternative o di potenziamento <strong>del</strong>le attuali capacità di smaltimento.<br />
Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolo <strong>del</strong><br />
sistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che ne ostacolano<br />
un potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sono legati non solo alla<br />
necessità e alla possibilità di espandere e migliorare la qualità <strong>del</strong>le raccolte<br />
differenziate, che richiede investimenti sia in comunicazione che in più adeguati<br />
sistemi di raccolta, ma anche e soprattutto alle difficoltà relative alla creazione<br />
ed al potenziamento degli sbocchi di mercato per le materie prime secondarie.<br />
La crisi dei mercati, iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, ha<br />
provocato una contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi<br />
europei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le<br />
materie prime e seconde con effetti sulla stessa raccolta.<br />
La rete dei recuperatori e degli impianti per il trattamento<br />
Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione e<br />
demolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate di<br />
14
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
materiali, di cui 18 milioni di tonnellate di metalli, 6,3 milioni di tonnellate di<br />
carta e cartone, 3,9 milioni di tonnellate di legno, 1,6 milioni di tonnellate di<br />
vetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno 2007).<br />
Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,<br />
superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte con l’importazione<br />
netta di diversi materiali in particolare con 5,6 milioni di tonnellate di rottami<br />
ferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 mila tonnellate di legno, 385 mila<br />
tonnellate di plastica, 202 mila tonnellate di vetro. Il settore <strong>del</strong>la carta e cartone,<br />
la cui capacità di raccolta in Italia, ha superato la capacità di riciclaggio, è stato<br />
l’unico a presentare un'esportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.<br />
Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuito urbano si<br />
ricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milioni di organico e<br />
verde, 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone, 1 milione di tonnellate di vetro,<br />
400 mila tonnellate di legno, oltre 340 mila tonnellate di plastica.<br />
Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni di<br />
tonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellate sono<br />
imballaggi di cartone, 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi di legno, 395<br />
mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellate sono imballaggi in<br />
plastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 mila tonnellate in alluminio.<br />
Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milioni di<br />
tonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1 milioni di<br />
tonnellate di legno, 493 mila tonnellate di alluminio, 212 mila tonnellate di<br />
plastica, 242 mila tonnellate di vetro.<br />
Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quello dei<br />
materiali organici.<br />
Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1 milioni<br />
di tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti<br />
organici urbani, 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti da verde urbano e 1 milione di<br />
tonnellate di fanghi e altri materiali organici.<br />
Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che speciali vengono<br />
recuperati in forma di energia.<br />
Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nel<br />
settore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel 2007<br />
su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3 milioni di<br />
tonnellate erano rifiuti urbani indifferenziati, 319 mila tonnellate erano frazione<br />
secca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila tonnellate erano CDR, 39<br />
mila tonnellate rifiuti sanitari e 486 mila tonnellate rifiuti speciali.<br />
15
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Stima <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)<br />
CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA<br />
MATERIALI<br />
IMBALLAGGI<br />
DA RU<br />
RACCOLTI<br />
ALTRI MATERIALI<br />
DA RIFIUTI<br />
URBANI<br />
IMBALLAGGI<br />
COMMERCIALI E<br />
INDUSTRIALI<br />
RACCOLTA ALTRI RIFIUTI<br />
SPECIALI E SFRIDI DI<br />
PRODUZIONE DA C&D<br />
TOTALE<br />
RACCOLTA<br />
DI MATERIA<br />
IMP. NETTO +<br />
EXP. NETTO -<br />
RECUPERO<br />
RICICLAGGIO<br />
DI MATERIA<br />
Acciaio<br />
155<br />
241<br />
18.243<br />
18.639<br />
5.613<br />
24.252<br />
Alluminio<br />
6<br />
32<br />
493<br />
531<br />
417<br />
948<br />
Carta<br />
894<br />
1.548<br />
2.413<br />
1.460<br />
6.315<br />
-987<br />
5.328<br />
Legno<br />
153<br />
316<br />
1.366<br />
2.<strong>10</strong>5<br />
3.940<br />
560<br />
4.500<br />
Plastica (2007)<br />
306<br />
74<br />
366<br />
212<br />
958<br />
385<br />
1.343<br />
Vetro<br />
995<br />
395<br />
242<br />
1.632<br />
202<br />
1.834<br />
totale<br />
2.509<br />
1.938<br />
4.813<br />
22.755<br />
32.015<br />
6.190<br />
38.205<br />
Frazione organica<br />
selezionata (2007)<br />
1272<br />
Verde (2007)<br />
<strong>10</strong>96<br />
Fanghi e altro (2007)<br />
812<br />
Totale compostaggio<br />
3180<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali,<br />
comprendente acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei<br />
rifiuti organici, ha superato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71% dalla<br />
raccolta di rifiuti speciali e sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta di<br />
imballaggi industriali e commerciali e per il 14% dalla raccolta di rifiuti e<br />
imballaggi urbani.<br />
La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% <strong>del</strong><br />
totale dei materiali recuperati.<br />
Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore <strong>del</strong>l’acciaio, che<br />
rappresenta il 58% <strong>del</strong> totale dei materiali recuperati ed è gestito quasi<br />
interamente da recuperatori privati, allora la gestione <strong>del</strong> recupero totale dei<br />
materiali, considerando solo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende per<br />
il 68% dai recuperatori privati e per il 32% dai recuperatori pubblici e dai<br />
Consorzi.<br />
I Consorzi <strong>del</strong> sistema CONAI, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò su<br />
un recupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni di<br />
tonnellate di imballaggi domestici e 880 mila tonnellate di imballaggi industriali<br />
e commerciali.<br />
Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dai<br />
recuperatori privati presso i settori commerciali e industriali.<br />
16
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La rete dei recuperatori privati agisce su una raccolta totale di oltre 28,6 milioni<br />
di tonnellate di materiali di cui:<br />
- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate<br />
di carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno,<br />
366 mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.<br />
- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiuti<br />
speciali, degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni di<br />
tonnellate di metalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni di<br />
tonnellate di legno e 212 mila tonnellate di plastica.<br />
Da questi dati si evince l'importanza relativa che la rete dei recuperatori privati<br />
ha nel sistema totale <strong>del</strong> recupero di materie in Italia. La raccolta basata sui<br />
recuperatori privati avviene secondo le regole <strong>del</strong> mercato industriale e non<br />
richiede contributi pubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadro<br />
<strong>del</strong>la concorrenza <strong>del</strong> mercato.<br />
Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,<br />
legno, plastica, vetro, con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)<br />
25.000<br />
22.755<br />
20.000<br />
15.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
5.000<br />
2.509<br />
1.938<br />
4.813<br />
0<br />
raccolta<br />
imballaggi da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta altri<br />
materiali da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta<br />
imballaggi<br />
commerciali e<br />
industriali<br />
raccolta altri<br />
rifiuti speciali<br />
e sfridi di<br />
produzione<br />
da C&D<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
17
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali escluso acciaio - alluminio,<br />
carta, legno, plastica, vetro, con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)<br />
14.000<br />
13.376<br />
12.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
8.000<br />
6.000<br />
4.000<br />
4.572 4.512<br />
2.000<br />
2.354<br />
1.938<br />
0<br />
raccolta<br />
imballaggi da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta altri<br />
materiali da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta<br />
imballaggi<br />
commerciali e<br />
industriali<br />
raccolta<br />
altri rifiuti speciali<br />
e sfridi di<br />
produzione<br />
da C&D<br />
totale<br />
raccolta di<br />
materia<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
La capacità di riciclaggio <strong>del</strong>le industrie è la condizione fondamentale per<br />
implementare la raccolta differenziata e il recupero.<br />
Oltre alla rete dei raccoglitori in Italia è cresciuta una larga rete di impianti di<br />
trattamento e recupero dei rifiuti sia urbani sia speciali, diffusa in tutta Italia,<br />
anche se in modo disomogeneo.<br />
Secondo il citato Rapporto <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Gli impianti per il trattamento<br />
dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), gli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12), presenti<br />
in ambito nazionale agli inizi <strong>del</strong> 2008 erano 6.404, con una capacità di<br />
trattamento autorizzata annua di circa 150,8 milioni di tonnellate. Fra questi, gli<br />
impianti dedicati unicamente al recupero dei rifiuti non pericolosi rappresentano<br />
il 91% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le capacità autorizzate. Nel calcolo precedente sono state<br />
incluse le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impianti<br />
produttivi e quelle degli impianti che effettuano trattamenti intermedi. Pertanto<br />
il dato riscontrato in relazione alla capacità risulta con ogni probabilità<br />
sovrastimato rispetto alla possibilità di recupero effettivo e sicuramente superiore<br />
a quello relativo alle quantità realmente recuperate.<br />
18
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambito<br />
nazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al dato<br />
rilevato al Centro (18%) e al Sud (13%).<br />
Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge un’importante<br />
ruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materiali riciclabili quali<br />
carta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceve rifiuti in entrata dalla<br />
raccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.<br />
In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai consorzi di filiera <strong>del</strong> Sistema<br />
CONAI, si contavano 486 piattaforme di raccolta dei materiali da riciclare.<br />
Di queste, 272 erano piattaforme dedicate principalmente al recupero <strong>del</strong> legno,<br />
76 al recupero <strong>del</strong>la carta, 30 a quello <strong>del</strong> vetro, 12 a quello <strong>del</strong>la plastica e 41<br />
raccoglievano più materiali.<br />
L’indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> sulle piattaforme di recupero<br />
<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> ha condotto un’indagine su 168 piattaforme di recupero dei<br />
principali materiali derivati dai rifiuti.<br />
La maggior parte <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione trattano tutte le tipologie di<br />
materiale (carta e cartone, metalli,vetro e plastica), o quasi.<br />
Il fatturato medio per materiale in entrata è di <strong>10</strong>7 euro/tonnellata, e varia da<br />
111 euro/tonnallata al Nord a 91 euro/tonnellata al Sud, mentre il fatturato <strong>del</strong><br />
materiale in uscita varia da 135 euro/tonnellata e al Nord a <strong>10</strong>4 euro/tonnellata<br />
al Centro.<br />
In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni di<br />
tonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentavano il 43%, la<br />
plastica il 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il <strong>10</strong>%.<br />
Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine <strong>del</strong> 2008, un confronto<br />
<strong>del</strong>le quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> rispetto al<br />
primo trimestre 2008 ha mostrato andamenti diversi per i singoli materiali: la<br />
carta e cartone in entrata è cresciuta <strong>del</strong> 21% insieme al vetro (+26%), mentre<br />
sono diminuiti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).<br />
I canali di approvvigionamento <strong>del</strong>le piattaforme sono diversi ed in particolare i<br />
rifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% <strong>del</strong> totale dei<br />
materiali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria e grande<br />
distribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, da<br />
importazione il 3%.<br />
Complessivamente, dal totale <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione nel 2008 sono<br />
uscite oltre 3 milioni di tonnellate di materiali trattati come materie prime<br />
secondarie; di queste, il 54% erano costituite da materiali cartacei, il 27% da<br />
vetro, il <strong>10</strong>% da plastica, il 4% da legno e il 2% da metalli.<br />
19
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’utilizzo dei materiali recuperati nei diversi comparti<br />
produttivi; la dinamica import-export<br />
Il ciclo <strong>del</strong> recupero viene chiuso dagli impianti di riutilizzo <strong>del</strong>le materie prime<br />
secondarie.<br />
Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperati<br />
corrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.<br />
In Italia nel 2008 sono presenti 27 acciaierie, che riutilizzano rottami di ferro, di<br />
cui 24 collocate al Nord.<br />
Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.<br />
Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.<br />
Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.<br />
Gli impianti di produzione <strong>del</strong> pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.<br />
Gli impianti di utilizzo <strong>del</strong>le plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28 al Sud.<br />
Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e 30 al Sud.<br />
L’importanza <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato, nei processi produttivi finali, si può<br />
calcolare come peso relativo <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato (materie prime<br />
secondarie) rispetto all’uso <strong>del</strong>la materia prima.<br />
La materie prime secondarie, che nascono dalla raccolta differenziata di origine<br />
urbana e non, nonché dagli sfridi di produzione, hanno superato, in alcuni settori,<br />
l’uso <strong>del</strong>le materie prime vergini e la loro domanda risulta crescente negli anni.<br />
Nel settore <strong>del</strong>l’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperati rappresenta<br />
quasi il 64% <strong>del</strong>la produzione finale di metalli, nel settore <strong>del</strong>la carta e cartone<br />
oltre il 55% <strong>del</strong>la produzione di carta e cartone, nel vetro cavo oltre il 50%, nel<br />
settore <strong>del</strong>la plastica il 18%.<br />
Oltre alla domanda interna di materiali da parte <strong>del</strong>l’industria nazionale, un<br />
ruolo sempre più importante è giocato dalla domanda dall’estero.<br />
I flussi transfrontalieri <strong>del</strong>le materie recuperate rappresentano una realtà che<br />
riguarda tutti i principali settori <strong>del</strong> riciclaggio in Italia e che muove grandi<br />
quantità di materiali in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) e in uscita (oltre<br />
1,2 milioni di tonnellate).<br />
Al riguardo, va evidenziato che la dinamica import-export <strong>del</strong>le materie prime<br />
secondarie si sta profondamente trasformando.<br />
Il settore <strong>del</strong>la carta, ad esempio, ha saturato negli ultimi anni la capacità di<br />
riciclaggio da parte <strong>del</strong>l’industria cartaria nazionale dei materiali raccolti, tanto<br />
da portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero. La capacità di<br />
riciclaggio interno negli altri settori rimane comunque, al momento, superiore<br />
alla raccolta totale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione.<br />
Per il riciclaggio dei metalli si ha un import netto di 5,6 milioni di tonnellate, per<br />
l’alluminio di 317 mila tonnellate, per il legno di oltre 700 mila tonnellate, per la<br />
plastica di 385 mila tonnellate e per il vetro di 202 mila tonnellate.<br />
L’Italia perciò si conferma come importatrice netta di materiali di recupero<br />
(circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescita <strong>del</strong>le raccolte), come<br />
confermato anche dallo studio di <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Il movimento<br />
transfrontaliero dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), da cui emerge che il flusso di rifiuti speciali<br />
non pericolosi in entrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005)<br />
20
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
interessa principalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questa<br />
tipologia di rifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.<br />
I mercati <strong>del</strong>le materie prime secondarie e la crisi economica<br />
internazionale<br />
I mercati <strong>del</strong>le materie prime e <strong>del</strong>le materie prime secondarie sono mercati<br />
variabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui la<br />
materia seconda poteva essere più o meno conveniente rispetto alla materia<br />
vergine.<br />
In alcuni settori produttivi, quali quelli <strong>del</strong> cartone, vetro, metalli e pannelli<br />
truciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalente<br />
degli input di produzione.<br />
La domanda di queste materie prime secondarie è perciò correlata alla domanda<br />
finale degli specifici beni.<br />
In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovano<br />
maggiormente correlate ai prezzi <strong>del</strong>le materie vergini e sono più sensibili al<br />
variare dei loro prezzi.<br />
La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di una<br />
quota rilevante <strong>del</strong>la manifattura industriale destinata ai mercati europei e americani<br />
ha provocato una crescita strutturale <strong>del</strong>la domanda di materie prime e seconde.<br />
Con l’emergere <strong>del</strong>la Cina e dei Paesi asiatici quali l’India ma anche l’Indonesia<br />
e la Corea, sta cambiando il mercato <strong>del</strong>le materie prime e seconde.<br />
Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata una<br />
contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi europei, che<br />
ha provocato una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le materie prime e<br />
secondarie, causando in Italia uno stato di crisi in tutti i settori <strong>del</strong>la plastica,<br />
carta, legno, vetro, metalli.<br />
Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sulla<br />
rete di raccolta.<br />
Analizzando la situazione per settore merceologico, il mercato mondiale dei metalli<br />
ferrosi ha visto negli ultimi anni una forte crescita <strong>del</strong>la domanda dei Paesi asiatici<br />
che hanno portato a 20 milioni di tonnellate l’importazione netta, mentre l’Europa<br />
si è assestata su un’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord America<br />
ha invece accresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate. L’Italia<br />
presenta per i rottami di acciaio un’importazione netta di oltre 5,6 milioni di<br />
tonnellate. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione (36%<br />
<strong>del</strong> totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34% <strong>del</strong> totale<br />
raccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il 25/30% <strong>del</strong><br />
totale viene importato. La raccolta differenziata urbana degli imballaggi incide per<br />
una minima parte (374mila tonnellate).<br />
All’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong> il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,<br />
con un calo dei prezzi <strong>del</strong> rottame che ha indotto a una minore raccolta, con<br />
21
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
minore disponibilità di rottami sul mercato.<br />
La fase di profonda crisi <strong>del</strong> settore produttivo che ha contraddistinto anche il primo<br />
semestre <strong>2009</strong> continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni dei rottami<br />
ferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche nel primo semestre <strong>2009</strong>.<br />
Nel mercato mondiale <strong>del</strong>l’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione netta<br />
di rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventata<br />
esportatrice netta insieme al Nord America.<br />
I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio<br />
<strong>2009</strong> rispetto ai primi mesi <strong>del</strong> 2008, in correlazione alla diminuzione <strong>del</strong> prezzo<br />
<strong>del</strong>l’alluminio. Da febbraio però sono ricominciati a salire i prezzi dei principali<br />
listini, quali rottame da lattine per bevande e da imballaggi usati.<br />
Il mercato mondiale <strong>del</strong> macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescita<br />
<strong>del</strong>l’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20<br />
milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina. Nel 2008 l’Europa ha<br />
accresciuto l’esportazione netta di macero portandola a <strong>10</strong>,5 milioni di<br />
tonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo <strong>del</strong> macero in costante crescita negli<br />
ultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.<br />
Nella situazione di recessione mondiale i prezzi <strong>del</strong>la carta da macero hanno<br />
segnato un calo generalizzato nel 2008, sia per l’indebolimento <strong>del</strong>la domanda<br />
mondiale sia per la crescita <strong>del</strong>l’offerta <strong>del</strong>la raccolta. In Italia la raccolta<br />
differenziata urbana è continuata a crescere, la capacità di riciclaggio non ha<br />
coperto l’offerta completamente, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nette<br />
di macero in particolare verso la Cina e i Paesi <strong>del</strong> medio Oriente.<br />
Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente <strong>del</strong>la forte crisi di<br />
domanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti <strong>del</strong>la<br />
prosecuzione <strong>del</strong> processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerose<br />
soste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte e<br />
cartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli già in<br />
calo <strong>del</strong>lo scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi <strong>del</strong>l’anno la perdita produttiva<br />
rispetto all’analogo periodo 2008 sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domanda<br />
senza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati <strong>del</strong>l’indagine relativi agli<br />
ordini, continuano e risentire le quotazioni medie dei prodotti <strong>del</strong>le cartiere, in calo<br />
ormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto ai<br />
corrispondenti periodi 2008: per il fatturato complessivo <strong>del</strong> settore il calo<br />
tendenziale è collocabile intorno al 21% in questa prima metà <strong>del</strong>l’anno.<br />
Anche il mercato <strong>del</strong>la plastica recuperata ha visto una forte crescita<br />
<strong>del</strong>l’importazione netta dei Paesi asiatici, giunta ad oltre 4,5 milioni di tonnellate<br />
nel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,<br />
attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando la stesso<br />
Nord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 mila<br />
tonnellate.<br />
I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultima<br />
parte <strong>del</strong> 2008.<br />
Con la caduta <strong>del</strong>le quotazioni <strong>del</strong>le plastiche riciclate, il valore <strong>del</strong>le plastiche<br />
raccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong><br />
petrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo <strong>del</strong>la plastica<br />
22
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
riciclata e il settore <strong>del</strong> riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio la<br />
sostenibilità economica <strong>del</strong> sistema di recupero.<br />
Perciò, all’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, il forte calo <strong>del</strong>la domanda di materie plastiche<br />
riciclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisi<br />
sulla fase <strong>del</strong> recupero.<br />
In Italia la struttura <strong>del</strong> settore vetrario, molto concentrato e relativamente non aperto,<br />
ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi di fine 2008.<br />
I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio <strong>del</strong> 2008<br />
al <strong>2009</strong>.<br />
Considerazioni conclusive<br />
L’industria <strong>del</strong> recupero è un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio e<br />
fondamentale per molti comparti produttivi <strong>del</strong> Paese e nel quale gli operatori<br />
privati svolgono una parte determinante.<br />
Grazie al positivo andamento <strong>del</strong>la domanda interna e dall’estero di materiali<br />
recuperati, e al progressivo ampliamento <strong>del</strong>le raccolte differenziate nazionali,<br />
questo settore ha potuto svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi posti nelle<br />
classifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.<br />
Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati <strong>del</strong>le materie prime ha<br />
avuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando i<br />
limiti <strong>del</strong>l’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo e<br />
di raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica <strong>del</strong>le esportazioni<br />
(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.<br />
Dal quadro come sopra <strong>del</strong>ineato, risulta pertanto quanto segue:<br />
- è prevedibile che, nel medio-lungo termine, l’esportazione di materiali<br />
recuperati continui a crescere;<br />
- davanti a strozzature prolungate <strong>del</strong>la domanda interna di materiali, non<br />
compensate dalla capacità di assorbimento <strong>del</strong> mercato nazionale ed estero,<br />
anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi;<br />
- è pertanto necessario accrescere la capacità di utilizzo di alcuni materiali da<br />
parte <strong>del</strong>l’industria nazionale, rafforzando al contempo la domanda di<br />
materiali riciclati e di beni e manufatti da questi ottenuti, mediante interventi<br />
quali il “green public procurement”;<br />
- è altrettanto urgente individuare e promuovere nuovi sbocchi attraverso<br />
un’adeguata incentivazione di nuove applicazioni nei processi produttivi<br />
manifatturieri e nei “green products”;<br />
- sarebbe inoltre opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli dei<br />
prezzi <strong>del</strong>le materie prime secondarie, che quando tendono a ridursi rischiano<br />
di avere serie ripercussioni, anche in termini qualitativi, sul sistema di raccolta<br />
e recupero e quindi sull’esigenza di assicurare la stabilità dei flussi da raccolta<br />
differenziata.<br />
23
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LA PRODUZIONE DEI<br />
RIFIUTI IN ITALIA<br />
Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato a circa 160 milioni<br />
di tonnellate.<br />
Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milioni di tonnellate<br />
erano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiuti speciali<br />
pericolosi.<br />
Al Nord si produce il 56% <strong>del</strong> totale italiano dei rifiuti, con una popolazione che<br />
rappresenta il 45% <strong>del</strong> Paese; al Centro si produce il 19% <strong>del</strong> totale dei rifiuti<br />
con il 19% <strong>del</strong>la popolazione, mentre al Sud viene prodotto il 25% dei rifiuti con<br />
il 35% <strong>del</strong>la popolazione.<br />
TABELLA 1: La produzione totale dei rifiuti in Italia (ton)<br />
AREA GEOGRAFICA<br />
POPOLAZIONE<br />
2007<br />
PRODUZIONE RU<br />
ANNO 2007 (ton)<br />
RS NON PERICOLOSI<br />
ANNO 2006 (ton)<br />
RS PERICOLOSI<br />
ANNO 2006 (ton)<br />
TOTALE PRODUZIONE<br />
RIFIUTI (ton)<br />
NORD<br />
27.116.943<br />
14.616.674<br />
69.432.976<br />
5.095.751<br />
89.145.401<br />
CENTRO<br />
11.675.578<br />
7.352.259<br />
22.474.370<br />
859.929<br />
30.686.558<br />
SUD<br />
20.826.769<br />
<strong>10</strong>.578.6<strong>10</strong><br />
25.117.915<br />
3.279.727<br />
38.976.252<br />
ITALIA<br />
59.619.290<br />
32.547.543<br />
117.025.261<br />
9.235.407<br />
158.808.211<br />
Nord (kg/ab/anno)<br />
539<br />
2561<br />
188<br />
3287<br />
Centro (kg/ab/anno)<br />
630<br />
1925<br />
74<br />
2628<br />
Sud (kg/ab/anno)<br />
508<br />
1206<br />
157<br />
1871<br />
Italia (kg/ab/anno)<br />
546<br />
1963<br />
155<br />
2664<br />
Fonte: ISPRA (ex APAT)<br />
In particolare, al Nord viene prodotto il 59% dei rifiuti speciali non pericolosi e il<br />
55% dei rifiuti speciali pericolosi, mentre al Centro i valori sono più bassi <strong>del</strong>la<br />
percentuale <strong>del</strong>la popolazione, ad indicare una minore produzione relativa di<br />
rifiuti speciali.<br />
Il Sud presenta una quota relativa di rifiuti speciali pericolosi pari alla sua<br />
popolazione, mentre è inferiore la percentuale dei rifiuti speciali non pericolosi.<br />
Le percentuali dei rifiuti urbani prodotti rispecchiano sostanzialmente le<br />
percentuali <strong>del</strong>la popolazione, con una leggera maggior produzione per abitante<br />
al Centro e una leggera minor produzione al Sud.<br />
24
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 2: La produzione totale dei rifiuti in Italia - Percentuali relative, per macroaree e tipo di rifiuti<br />
REGIONE<br />
POPOLAZIONE<br />
2007<br />
PRODUZIONE RU<br />
ANNO 2007<br />
RS NON PERICOLOSI<br />
ANNO 2006<br />
RS PERICOLOSI<br />
ANNO 2006<br />
TOTALE PRODUZIONE<br />
RIFIUTI<br />
NORD<br />
45%<br />
45%<br />
59%<br />
55%<br />
56%<br />
CENTRO<br />
20%<br />
23%<br />
19%<br />
9%<br />
19%<br />
SUD<br />
35%<br />
33%<br />
21%<br />
36%<br />
25%<br />
ITALIA<br />
<strong>10</strong>0%<br />
<strong>10</strong>0%<br />
<strong>10</strong>0%<br />
<strong>10</strong>0%<br />
<strong>10</strong>0%<br />
Fonte: Elaborazione su dati ISPRA<br />
GRAFICO 1: <strong>Produzione</strong> per tipo di rifiuto e per macroaree (anno 2007 per RU e 2006 per RS) (000/ton)<br />
140<br />
120<br />
117.025<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
69.432<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
14.616<br />
32.547<br />
22.474<br />
25.117<br />
<strong>10</strong>.578<br />
5.095<br />
7.352<br />
859<br />
3.279<br />
Nord Centro Sud Italia<br />
9.235<br />
RU RS non pericolosi RS pericolosi<br />
Fonte: Elaborazione su dati ISPRA<br />
25
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 2: <strong>Produzione</strong> per macroaree, per tipo di rifiuto (kg/ab/anno)<br />
3.000<br />
2.500<br />
2.561<br />
2.000<br />
1.925<br />
1.963<br />
1.500<br />
1.206<br />
1.000<br />
500<br />
539<br />
630<br />
508<br />
546<br />
188<br />
74<br />
157<br />
0<br />
Nord Centro Sud Italia<br />
RU RS non pericolosi RS pericolosi<br />
Fonte: ISPRA<br />
155<br />
Rifiuti urbani<br />
La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi anni<br />
da 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007.<br />
Per la prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al<br />
2006. Nel 2008 con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settori<br />
industriali alla diminuzione <strong>del</strong>la produzione, si prevede una contrazione <strong>del</strong>la<br />
produzione dei rifiuti urbani.<br />
Degli oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% viene prodotto<br />
direttamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodotta dal<br />
commercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,<br />
dall’artigianato e dall’industria.<br />
La presenza di due grandi canali di produzione dei rifiuti urbani spiega perché la<br />
raccolta differenziata dei rifiuti urbani è gestita dal sistema pubblico con la<br />
raccolta stradale, nelle diverse forme “cassonetto” e “porta a porta”, mentre la<br />
raccolta presso imprese commerciali, terziario, artigianali e industriali è gestita in<br />
gran parte da imprese private di recupero, con esclusione <strong>del</strong>l’assimilato gestito<br />
dal sistema pubblico. Entrambi i sistemi raccolgono quantità considerevoli degli<br />
stessi materiali come carta, vetro, plastica.<br />
Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, la raccolta<br />
differenziata è stata di 8,9 milioni di tonnellate e la raccolta indifferenziata di<br />
23,6 milioni di tonnellate.<br />
Il recupero dei rifiuti urbani ha raggiunto nel 2007 il 27% <strong>del</strong> totale dei rifiuti urbani.<br />
26
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il Nord, con il 45% <strong>del</strong>la popolazione, produce il 45% dei rifiuti urbani, il Centro, con<br />
il 19% <strong>del</strong>la popolazione, produce il 23% dei rifiuti urbani e il Sud, con il 35% <strong>del</strong>la<br />
popolazione, produce il 32% dei rifiuti urbani.<br />
TABELLA 3: Serie storica produzione RU nelle diverse Regioni (ton/anno)<br />
REGIONE<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
Piemonte<br />
2.043.234<br />
2.081.942<br />
2.133.155<br />
2.131.638<br />
2.230.000<br />
2.228.730<br />
2.277.691<br />
2.269.881<br />
V. D’Aosta<br />
70.971<br />
69.427<br />
70.667<br />
77.173<br />
73.000<br />
73.646<br />
74.795<br />
75.755<br />
Lombardia<br />
4.447.891<br />
4.538.400<br />
4.579.831<br />
4.630.974<br />
4.791.000<br />
4.762.095<br />
4.943.512<br />
4.932.260<br />
Trentino A.A.<br />
528.666<br />
514.644<br />
478.894<br />
461.067<br />
478.000<br />
477.883<br />
492.253<br />
490.022<br />
Veneto<br />
2.132.706<br />
2.163.297<br />
2.177.344<br />
2.136.221<br />
2.185.000<br />
2.273.079<br />
2.379.467<br />
2.372.072<br />
Friuli V.G.<br />
594.744<br />
589.642<br />
603.432<br />
588.739<br />
590.000<br />
603.087<br />
596.778<br />
618.593<br />
Liguria<br />
924.071<br />
928.297<br />
954.302<br />
969.248<br />
953.000<br />
997.824<br />
978.416<br />
981.314<br />
E. Romagna<br />
2.533.392<br />
2.516.009<br />
2.634.690<br />
2.612.970<br />
2.729.000<br />
2.788.635<br />
2.858.942<br />
2.876.779<br />
NORD<br />
13.275.677<br />
13.401.657<br />
13.632.315<br />
13.608.570<br />
14.028.000<br />
14.204.979<br />
14.601.854<br />
14.616.674<br />
Toscana<br />
2.206.459<br />
2.283.601<br />
2.353.705<br />
2.391.784<br />
2.492.000<br />
2.523.261<br />
2.562.374<br />
2.552.561<br />
Umbria<br />
427.976<br />
453.563<br />
467.969<br />
471.975<br />
477.000<br />
493.560<br />
577.332<br />
565.033<br />
Marche<br />
757.149<br />
782.502<br />
794.386<br />
793.009<br />
824.000<br />
875.571<br />
868.374<br />
875.120<br />
Lazio<br />
2.822.060<br />
2.981.191<br />
2.978.285<br />
2.929.093<br />
3.147.000<br />
3.274.984<br />
3.355.898<br />
3.359.544<br />
CENTRO<br />
6.213.645<br />
6.500.858<br />
6.594.344<br />
6.585.860<br />
6.941.000<br />
7.167.376<br />
7.363.978<br />
7.352.259<br />
Abruzzo<br />
580.926<br />
598.716<br />
611.550<br />
631.694<br />
678.000<br />
694.088<br />
699.600<br />
697.112<br />
Molise<br />
133.481<br />
116.427<br />
117.097<br />
119.8<strong>10</strong><br />
123.000<br />
133.324<br />
129.496<br />
133.309<br />
Campania<br />
2.598.562<br />
2.762.878<br />
2.659.996<br />
2.681.884<br />
2.784.000<br />
2.806.113<br />
2.880.386<br />
2.852.735<br />
Puglia<br />
1.778.021<br />
1.753.487<br />
1.806.588<br />
1.846.169<br />
1.990.000<br />
1.977.734<br />
2.080.698<br />
2.148.328<br />
Basilicata<br />
215.403<br />
217.498<br />
228.676<br />
246.745<br />
237.000<br />
268.<strong>10</strong>0<br />
236.926<br />
244.655<br />
Calabria<br />
768.014<br />
811.320<br />
859.193<br />
889.083<br />
944.000<br />
935.620<br />
950.777<br />
943.205<br />
Sicilia<br />
2.603.582<br />
2.423.379<br />
2.520.782<br />
2.576.660<br />
2.544.000<br />
2.614.078<br />
2.717.967<br />
2.695.198<br />
Sardegna<br />
791.234<br />
822.652<br />
833.188<br />
851.697<br />
878.000<br />
875.206<br />
860.968<br />
864.068<br />
SUD<br />
9.469.224<br />
9.506.358<br />
9.637.069<br />
9.843.742<br />
<strong>10</strong>.181.000<br />
<strong>10</strong>.304.262<br />
<strong>10</strong>.556.818<br />
<strong>10</strong>.578.6<strong>10</strong><br />
ITALIA<br />
28.958.545<br />
29.408.873<br />
29.863.728<br />
30.038.172<br />
31.150.000<br />
31.676.617<br />
32.522.650<br />
32.547.543<br />
Fonte: ISPRA<br />
27
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 3: <strong>Produzione</strong> di rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)<br />
40.000<br />
35.000<br />
30.000<br />
28.958 29.408 29.863<br />
30.038<br />
31.150<br />
31.676<br />
32.522<br />
32.547<br />
25.000<br />
20.000<br />
15.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
5.000<br />
0<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />
Fonte: ISPRA<br />
In Italia, nel 2006 (ultimo anno disponibile, secondo i dati ECOCERVED, per<br />
quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali), sono stati prodotti 127 milioni<br />
di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni di tonnellate erano rifiuti speciali<br />
non pericolosi e 11 milioni di tonnellate erano rifiuti pericolosi.<br />
Rifiuti speciali<br />
In Italia, nel 2006, secondo una valutazione di ISPRA, sono stati prodotti 117<br />
milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate di<br />
rifiuti speciali pericolosi.<br />
Secondo ECOCERVED, partendo da una elaborazione dei MUD, sono stati<br />
prodotti 127 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni 649 mila<br />
tonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi (dato simile alla valutazione ISPRA)<br />
e 11 milioni 339 mila tonnellate erano rifiuti pericolosi, mentre ISPRA valuta a 9<br />
milioni 324 mila i rifiuti speciali pericolosi prodotti.<br />
Per potere comunque offrire una rappresentazione cronologica <strong>del</strong>la produzione<br />
dei rifiuti speciali, abbiamo fatto riferimento ai dati ISPRA per la costruzione <strong>del</strong>le<br />
serie storiche presentate (Tabella 4 e Grafico 4).<br />
Sono stati invece utilizzati i dati ECOCERVED relativi al 2006 nella Tabella 5, in<br />
cui si confronta per l’anno 2004 e 2006 la produzione dei rifiuti speciali non<br />
pericolosi e pericolosi, secondo i settori di produzione dei rifiuti speciali.<br />
28
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il settore dei rifiuti speciali presenta tre grandi aree di produzione:<br />
- industria manifatturiera,<br />
- impianti di trattamento dei rifiuti e acque,<br />
- settore <strong>del</strong>le costruzioni e demolizioni.<br />
In termini quantitativi, il comparto che produce più rifiuti speciali è quello degli inerti<br />
(costruzioni e demolizioni, estrazioni e cave) che si stima superi i 48 milioni di<br />
tonnellate di rifiuti prodotti nel 2006.<br />
Altro grande comparto di produzione dei rifiuti speciali è l’industria manifatturiera,<br />
che nel 2006 ha prodotto oltre 36 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (il 28% <strong>del</strong><br />
totale dei rifiuti speciali), senza contare gli imballaggi industriali.<br />
Gli imballaggi industriali prodotti da commercio ed industria erano oltre 6 milioni<br />
di tonnellate nel 2006 (il 5% <strong>del</strong> totale dei rifiuti speciali).<br />
Nell’industria manifatturiera, invece, oltre 11 milioni di tonnellate di rifiuti<br />
nascono dai processi termici e siderurgici e <strong>del</strong>le produzioni di metalli, 4,5 milioni<br />
di tonnellate dalla produzione e lavorazione di superfici metalliche e plastiche,<br />
19 milioni dai comparti manifatturieri organici (rifiuti da agricoltura, industria<br />
agroalimentare, rifiuti <strong>del</strong>la lavorazione <strong>del</strong> legno e <strong>del</strong>la carta, rifiuti <strong>del</strong>la<br />
lavorazione di pelli e pellicce e industria tessile) e 8,5 milioni di tonnellate<br />
derivano da altri settori economici.<br />
Oltre ai due grandi comparti precedentemente descritti, alla formazione <strong>del</strong> totale<br />
<strong>del</strong>la produzione dei rifiuti speciali contribuisce per il 28% anche il settore di<br />
trattamento <strong>del</strong>le acque e di trattamento dei rifiuti con 35 milioni di tonnellate.<br />
Dagli impianti di trattamento acque sono usciti, nel 2006, oltre 4 milioni di<br />
tonnellate di rifiuti speciali, quali i fanghi.<br />
Gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani e speciali, per biostabilizzazione,<br />
produzione CDR, incenerimento, hanno prodotto oltre 26 milioni di tonnellate<br />
di rifiuti speciali, conferiti in gran parte in discarica.<br />
Un peso comunque notevole lo esprime il settore di trattamento <strong>del</strong> percolato<br />
da discarica con 4 milioni di tonnellate.<br />
I rifiuti speciali pericolosi nel 2006 sono stati calcolati in 11 milioni di tonnellate.<br />
Di questi, 6,7 milioni di tonnellate sono state prodotte dal settore manifatturiero,<br />
1 milione di tonnellate da costruzioni e demolizioni e 3,2 milioni di tonnellate<br />
dagli impianti di trattamento rifiuti.<br />
La produzione dei rifiuti speciali è concentrata principalmente al Nord (63% dei<br />
rifiuti speciali non pericolosi, 74% dei rifiuti speciali pericolosi e 62% dei rifiuti<br />
da costruzioni e demolizioni), mentre per i rifiuti urbani vi è una distribuzione<br />
territoriale equipollente alla percentuale <strong>del</strong>la popolazione.<br />
Il Centro e il Sud presentano complessivamente una produzione di rifiuti speciali<br />
più bassa (17% al Centro e 20% al Sud di rifiuti speciali non pericolosi e 11%<br />
al Centro e 15% al Sud di rifiuti speciali pericolosi).<br />
29
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Nel quadro regionale, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna<br />
producono il 55% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 64% dei rifiuti speciali<br />
pericolosi.<br />
La Lombardia da sola produce il 20% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 30%<br />
di quelli pericolosi.<br />
I tre grandi canali presentano problematiche diverse, per tipo di produzione di<br />
rifiuto, per modalità di gestione e per sistemi di recupero. Nei comparti dei rifiuti<br />
speciali <strong>del</strong>l’industria manifatturiera e <strong>del</strong>le costruzioni e demolizioni operano<br />
principalmente imprese private di recupero, mentre nel comparto <strong>del</strong> trattamento<br />
dei rifiuti operano soprattutto i soggetti pubblici di gestione dei rifiuti.<br />
TABELLA 4: Trend produzione rifiuti speciali in Italia differenziati per tipologia - Serie storica (000/ton)<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
RS non<br />
pericolosi<br />
43.919<br />
44.845<br />
51.847<br />
54.973<br />
50.178<br />
52.366<br />
55.294<br />
55.647<br />
74.227<br />
RS<br />
pericolosi<br />
4.058<br />
3.811<br />
3.911<br />
4.279<br />
4.990<br />
5.419<br />
5.348<br />
7.936<br />
9.325<br />
C&D<br />
21.286<br />
23.880<br />
27.291<br />
30.954<br />
37.345<br />
42.548<br />
46.458<br />
45.851<br />
52.082<br />
Totale<br />
69.263<br />
72.536<br />
83.049<br />
90.206<br />
92.513<br />
<strong>10</strong>0.333<br />
<strong>10</strong>8.262<br />
<strong>10</strong>9.556<br />
134.727<br />
Fonte: ISPRA<br />
GRAFICO 4: Trend di produzione dei rifiuti speciali in Italia (000/ton)<br />
80.000<br />
70.000<br />
60.000<br />
50.000<br />
40.000<br />
30.000<br />
20.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
0<br />
1998<br />
RS non pericolosi<br />
Fonte: ISPRA<br />
1999<br />
RS pericolosi<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />
C&D<br />
30
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 5: <strong>Produzione</strong> dei rifiuti speciali – Confronto Italia 2004/2006<br />
RS NON PERICOLOSI RS PERICOLOSI TOTALE RIFIUTI SPECIALI<br />
2004<br />
2006<br />
%<br />
2004<br />
2006<br />
%<br />
2004<br />
2006<br />
%<br />
1A)manifatturiero organico<br />
(fam.02,03,04 agroalimentare,<br />
legno, carta, tessile)<br />
8.028.679<br />
7.396.294<br />
-8%<br />
25.650<br />
9.686<br />
-62%<br />
8.054.329<br />
7.405.980<br />
-8%<br />
1B) manifatturiero non organico<br />
(fam.05-14 16 e 18 comprensivo<br />
di chimica organica)<br />
21.540.728<br />
22.623.944<br />
5%<br />
4.485.616<br />
6.794.122<br />
51%<br />
26.026.344<br />
29.418.066<br />
13%<br />
1) Industria manifatturiera<br />
(fam. 02-18)<br />
29.569.407<br />
30.020.238<br />
2%<br />
4.511.267<br />
6.803.808<br />
51%<br />
34.080.674<br />
36.824.046<br />
8%<br />
2) Imballaggi industria (fam.15)<br />
5.258.799<br />
6.216.252<br />
18%<br />
72.595<br />
93.750<br />
29%<br />
5.331.394<br />
6.3<strong>10</strong>.002<br />
18%<br />
3) C&D, estraz. cave (fam. 01+17)<br />
38.180.751<br />
48.541.402<br />
27%<br />
614.136<br />
1.<strong>10</strong>3.255<br />
80%<br />
38.794.887<br />
49.644.657<br />
28%<br />
4A)da trattamento acque<br />
4.751.933<br />
4.175.824<br />
-12%<br />
37.556<br />
73.494<br />
96%<br />
4.789.489<br />
4.249.318<br />
-11%<br />
4B) da trattamento rifiuti soldi<br />
15.807.506<br />
23.647.868<br />
50%<br />
2.263.914<br />
3.260.598<br />
44%<br />
18.071.420<br />
26.908.466<br />
49%<br />
4C) percolato di discarica<br />
4.189.950<br />
4.048.082<br />
-3%<br />
4.600<br />
4.281<br />
-7%<br />
4.194.550<br />
4.052.364<br />
-3%<br />
4) Fanghi e tratt. rifiuti (fam. 19)<br />
24.749.389<br />
31.871.774<br />
29%<br />
2.306.070<br />
3.338.374<br />
45%<br />
27.055.459<br />
35.2<strong>10</strong>.148<br />
30%<br />
Totale RS (1+2+3+4)<br />
97.758.346<br />
116.649.666<br />
19%<br />
7.504.068<br />
11.339.187<br />
51%<br />
<strong>10</strong>5.262.414<br />
127.988.853<br />
22%<br />
Fonte: ECOCERVED<br />
31
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LA GESTIONE DEI<br />
RIFIUTI URBANI<br />
Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimo<br />
decennio.<br />
Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il 28% è stato<br />
raccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato o trasformato in<br />
CDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente come rifiuto tal quale o<br />
indirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è stato smaltito il 55% dei<br />
rifiuti urbani prodotti.<br />
TABELLA 6: La gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007<br />
ATTIVITÀ<br />
QUANTITÀ (TON)<br />
INCIDENZA TIPO DI GESTIONE SU<br />
TOTALE PRODUZIONE %<br />
<strong>Produzione</strong><br />
Raccolta differenziata / recupero<br />
Compostaggio<br />
Biostabilizzazione e produzione cdr<br />
Incenerimento<br />
Discarica<br />
32.547.543<br />
8.958.206<br />
2.368.302<br />
8.757.152<br />
2.975.127<br />
17.866.917<br />
<strong>10</strong>0%<br />
28%<br />
7%<br />
27%<br />
9%<br />
55%<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati ISPRA<br />
GRAFICO 5:<br />
Gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007 (000/ton)<br />
21.000.000<br />
17.000.000<br />
17.866.917<br />
13.000.000<br />
9.000.000<br />
8.958.206<br />
8.757.152<br />
5.000.000<br />
2.978.127<br />
1.000.000<br />
raccolta<br />
differenziata<br />
biostabilizzazione<br />
e produzione cdr<br />
incenerimento<br />
discarica<br />
Fonte: ISPRA<br />
32
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’analisi dei dati relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani dal 2000 al 2007<br />
evidenzia che la quantità di materiale raccolto è raddoppiata passando da 5,1<br />
milioni di tonnellate a 8,9 milioni di tonnellate, di cui 2,9 milioni di tonnellate sono<br />
frazione umida e verde, 2,6 milioni di tonnellate carta e cartone, 1,2 milioni di<br />
tonnellate vetro, 500 mila tonnellate plastica, 642 mila tonnellate legno, 116 mila<br />
tonnellate RAEE e 361 mila tonnellate metalli.<br />
Non tutti questi materiali raccolti vengono gestiti dai Consorzi di recupero degli<br />
imballaggi, una quota consistente di essi passa attraverso il sistema di recupero <strong>del</strong>le<br />
piattaforme private e dei cosiddetti operatori indipendenti.<br />
TABELLA 7: La raccolta differenziata dei rifiuti urbani nelle Regioni italiane - Serie storica (ton)<br />
REGIONE<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
Piemonte<br />
450.536<br />
523.914<br />
596.497<br />
732.188<br />
829.879<br />
929.736<br />
1.016.156<br />
V. D’Aosta<br />
11.720<br />
14.630<br />
18.232<br />
18.612<br />
20.914<br />
23.440<br />
27.348<br />
Lombardia<br />
1.639.560<br />
1.668.326<br />
1.845.454<br />
1.960.050<br />
2.021.737<br />
2.154.201<br />
2.196.008<br />
Trent. A.A.<br />
121.027<br />
132.518<br />
54.150<br />
180.708<br />
211.096<br />
241.831<br />
261.716<br />
Veneto<br />
745.326<br />
851.418<br />
899.692<br />
960.016<br />
1.083.900<br />
1.159.791<br />
1.220.290<br />
Friuli V.G.<br />
126.814<br />
145.630<br />
158.003<br />
152.242<br />
183.097<br />
198.699<br />
233.383<br />
Liguria<br />
116.778<br />
135.702<br />
158.286<br />
158.378<br />
182.314<br />
163.272<br />
186.030<br />
E. Romagna<br />
621.862<br />
693.672<br />
734.077<br />
811.761<br />
875.202<br />
954.137<br />
1.063.507<br />
NORD<br />
3.833.600<br />
4.165.8<strong>10</strong><br />
4.564.391<br />
4.973.956<br />
5.408.139<br />
5.825.<strong>10</strong>7<br />
6.204.437<br />
Toscana<br />
558.239<br />
608.887<br />
688.883<br />
769.841<br />
775.426<br />
790.682<br />
799.680<br />
Umbria<br />
57.602<br />
72.950<br />
84.732<br />
96.579<br />
119.424<br />
141.660<br />
141.330<br />
Marche<br />
92.730<br />
119.005<br />
118.030<br />
133.618<br />
154.426<br />
169.263<br />
183.392<br />
Lazio<br />
126.512<br />
152.227<br />
237.666<br />
269.744<br />
338.972<br />
372.608<br />
405.533<br />
CENTRO<br />
835.083<br />
953.069<br />
1.129.312<br />
1.269.782<br />
1.388.248<br />
1.474.213<br />
1.529.935<br />
Abruzzo<br />
53.001<br />
58.095<br />
71.169<br />
95.813<br />
<strong>10</strong>8.136<br />
117.900<br />
129.839<br />
Molise<br />
3.316<br />
3.683<br />
4.398<br />
4.393<br />
6.965<br />
6.478<br />
6.350<br />
Campania<br />
167.824<br />
193.793<br />
216.765<br />
294.035<br />
298.750<br />
326.181<br />
385.120<br />
Puglia<br />
88.140<br />
115.578<br />
192.508<br />
144.857<br />
162.061<br />
183.619<br />
191.<strong>10</strong>0<br />
Basilicata<br />
<strong>10</strong>.698<br />
12.468<br />
14.226<br />
13.599<br />
14.765<br />
18.411<br />
19.856<br />
Calabria<br />
26.205<br />
60.266<br />
77.0<strong>10</strong><br />
85.222<br />
80.422<br />
76.345<br />
86.293<br />
Sicilia<br />
79.650<br />
<strong>10</strong>7.935<br />
148.062<br />
138.266<br />
143.133<br />
179.004<br />
164.806<br />
Sardegna<br />
17.414<br />
23.202<br />
32.148<br />
46.862<br />
86.720<br />
170.318<br />
240.470<br />
SUD<br />
446.248<br />
575.022<br />
756.285<br />
823.047<br />
900.952<br />
1.078.256<br />
1.223.834<br />
ITALIA<br />
5.114.954<br />
5.693.900<br />
6.449.987<br />
7.066.784<br />
7.697.339<br />
8.377.575<br />
8.958.206<br />
Fonte: ISPRA<br />
33
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 6:<br />
Raccolta differenziata rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)<br />
<strong>10</strong>.000<br />
8.000<br />
6.000<br />
5.114<br />
5.693<br />
6.449<br />
7.066<br />
7.697<br />
8.377<br />
8.958<br />
4.000<br />
4.181<br />
2.000<br />
0<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />
Fonte: ISPRA<br />
34
35<br />
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Fonte: ISPRA<br />
TABELLA 8: Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per materiale e per Regione 2007 (ton)<br />
REGIONE<br />
Piemonte<br />
V.D'Aosta<br />
Lombardia<br />
Trent A.A.<br />
Veneto<br />
Friuli V.G.<br />
Liguria<br />
E. Romag.<br />
NORD<br />
Toscana<br />
Umbria<br />
Marche<br />
Lazio<br />
CENTRO<br />
Abruzzo<br />
Molise<br />
Campania<br />
Puglia<br />
Basilicata<br />
Calabria<br />
Sicilia<br />
Sardegna<br />
SUD<br />
ITALIA<br />
ORGANICO<br />
199.090<br />
382.656<br />
61.984<br />
299.316<br />
24.895<br />
3.901<br />
112.044<br />
1.083.885<br />
136.733<br />
25.148<br />
26.373<br />
43.113<br />
231.367<br />
37.712<br />
419<br />
118.315<br />
5.062<br />
14.012<br />
23.051<br />
<strong>10</strong>0.869<br />
299.440<br />
1.614.692<br />
SFALCI E<br />
POTATURE<br />
121.470<br />
4.598<br />
377.524<br />
27.243<br />
230.452<br />
47.734<br />
24.630<br />
250.530<br />
1.084.179<br />
<strong>10</strong>1.695<br />
15.061<br />
15.202<br />
12.139<br />
144.096<br />
5.072<br />
84<br />
8.498<br />
6.504<br />
226<br />
7.417<br />
7.247<br />
31.586<br />
66.633<br />
1.294.909<br />
CARTA<br />
333.793<br />
8.066<br />
576.058<br />
78.630<br />
261.313<br />
57.437<br />
60.803<br />
287.021<br />
1.663.121<br />
292.440<br />
42.959<br />
67.607<br />
226.147<br />
629.152<br />
36.408<br />
2.514<br />
112.613<br />
<strong>10</strong>3.689<br />
9.<strong>10</strong>8<br />
32.012<br />
64.367<br />
44.046<br />
404.758<br />
2.697.031<br />
PLASTICA<br />
65.787<br />
2.383<br />
140.980<br />
11.213<br />
62.155<br />
15.866<br />
8.530<br />
51.625<br />
358.539<br />
34.637<br />
6.255<br />
15.220<br />
14.915<br />
71.027<br />
6.618<br />
533<br />
15.063<br />
18.727<br />
1.664<br />
3.467<br />
14.239<br />
<strong>10</strong>.238<br />
70.548<br />
500.113<br />
VETRO<br />
135.678<br />
5.367<br />
352.389<br />
45.209<br />
193.058<br />
41.530<br />
35.669<br />
113.294<br />
922.194<br />
71.853<br />
16.820<br />
23.924<br />
54.913<br />
167.5<strong>10</strong><br />
20.822<br />
1.805<br />
73.736<br />
32.666<br />
5.533<br />
16.959<br />
23.313<br />
32.189<br />
207.024<br />
1.296.729<br />
LEGNO<br />
92.632<br />
4.151<br />
156.679<br />
13.078<br />
47.997<br />
13.955<br />
25.269<br />
125.600<br />
479.361<br />
85.236<br />
9.563<br />
12.216<br />
12.332<br />
119.348<br />
7.590<br />
48<br />
22.358<br />
529<br />
455<br />
1.438<br />
7.897<br />
3.506<br />
43.819<br />
642.528<br />
METALLI<br />
28.443<br />
2.369<br />
82.284<br />
12.260<br />
60.253<br />
9.177<br />
<strong>10</strong>.257<br />
33.869<br />
238.911<br />
47.357<br />
15.704<br />
6.961<br />
5.557<br />
75.579<br />
6.585<br />
539<br />
8.128<br />
5.312<br />
969<br />
9.292<br />
6.605<br />
9.896<br />
47.324<br />
361.814<br />
TESSILI<br />
6.252<br />
25.943<br />
1.456<br />
9.191<br />
839<br />
2.145<br />
7.1<strong>10</strong><br />
52.934<br />
7.056<br />
1.256<br />
1.628<br />
1.797<br />
11.736<br />
1.078<br />
38<br />
3.546<br />
1.801<br />
239<br />
437<br />
981<br />
605<br />
8.726<br />
73.396<br />
RAEE<br />
7.282<br />
255<br />
27.306<br />
3.<strong>10</strong>0<br />
14.821<br />
4.552<br />
3.191<br />
13.158<br />
73.664<br />
11.734<br />
1.221<br />
3.207<br />
2.747<br />
18.909<br />
2.190<br />
223<br />
4.030<br />
4.086<br />
811<br />
949<br />
6.376<br />
4.954<br />
23.620<br />
116.193<br />
INGOM. A<br />
RECUPERO<br />
18.941<br />
51.772<br />
28.588<br />
2.152<br />
<strong>10</strong>.517<br />
22.264<br />
134.235<br />
6.844<br />
2.374<br />
30.338<br />
39.556<br />
4.616<br />
18.573<br />
2<br />
19<br />
2.407<br />
1.879<br />
27.496<br />
201.287<br />
RACCOLTA<br />
SELETTIVA<br />
2.384<br />
<strong>10</strong>4<br />
<strong>10</strong>.170<br />
1.864<br />
3.907<br />
984<br />
521<br />
4.705<br />
24.639<br />
2.309<br />
499<br />
636<br />
627<br />
4.070<br />
253<br />
14<br />
232<br />
419<br />
33<br />
18<br />
230<br />
544<br />
1.743<br />
30.453<br />
ALTRO<br />
4.404<br />
56<br />
12.247<br />
5.680<br />
9.241<br />
14.261<br />
596<br />
42.288<br />
88.773<br />
8.630<br />
8.037<br />
909<br />
17.575<br />
894<br />
130<br />
28<br />
12.305<br />
819<br />
273<br />
8.093<br />
157<br />
22.700<br />
129.048<br />
TOTALE<br />
RD<br />
1.016.156<br />
27.348<br />
2.196.008<br />
261.715<br />
1.220.290<br />
233.381<br />
186.030<br />
1.063.507<br />
6.204.435<br />
799.680<br />
141.330<br />
183.383<br />
405.533<br />
1.529.926<br />
129.838<br />
6.348<br />
385.120<br />
191.<strong>10</strong>0<br />
19.856<br />
86.293<br />
164.806<br />
240.470<br />
1.223.831<br />
8.958.192
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 7: Raccolta differenziata per materiali (I) - Serie storica (000/ton)<br />
3.000<br />
2.500<br />
2.000<br />
1.500<br />
1.000<br />
500<br />
0<br />
1.567<br />
1.688 1.942<br />
874<br />
870<br />
926<br />
985<br />
580<br />
399<br />
240 340<br />
230<br />
314<br />
336 457<br />
208<br />
343<br />
191<br />
280<br />
337<br />
2<strong>10</strong> 164 220 131<br />
205<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />
2.151<br />
2.311<br />
1.083<br />
2.529<br />
1.240<br />
2.697<br />
1.296<br />
642<br />
500<br />
361<br />
2007<br />
carta<br />
vetro<br />
legno<br />
Fonte: ISPRA<br />
plastica<br />
metalli<br />
GRAFICO 8: Raccolta differenziata per materiale (II) - Serie storica (ton)<br />
1.800.000<br />
1.600.000<br />
1.400.000<br />
1.200.000<br />
1.000.000<br />
800.000<br />
600.000<br />
400.000<br />
200.000<br />
0<br />
826.350<br />
217.887<br />
150.982<br />
47.111<br />
0<br />
775.311<br />
79.418<br />
950.059<br />
881.416<br />
978.583<br />
455.616 481.222<br />
124.255 158.716<br />
936.624<br />
66.737<br />
1,125.162<br />
1.090.866<br />
676.884<br />
1.281.792<br />
1.148.345<br />
586.1536<br />
128.145 140.806<br />
74.126 <strong>10</strong>1.436<br />
1.408.707<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />
1.293.839<br />
1.614.692<br />
2007<br />
1.294.909<br />
156.254 201.287<br />
163242 129048<br />
<strong>10</strong>7.850 116.193<br />
54.007 49.914 56.501 63.764 70.451 73.396<br />
organico<br />
RAEE<br />
sfalci e potature<br />
altro<br />
tessili<br />
ingombranti a recupero<br />
Fonte: ISPRA<br />
36
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
I quantitativi trattati negli impianti di incenerimento per rifiuti urbani sono<br />
passati da 2,3 milioni di tonnellate nel 2000 a 4,4 milioni di tonnellate nel<br />
2007.<br />
TABELLA 9: Incenerimento di rifiuti urbani - Serie storica (ton)<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
Piemonte<br />
96.243<br />
96.768<br />
84.271<br />
81.093<br />
79.729<br />
<strong>10</strong>0.125<br />
<strong>10</strong>0.252<br />
<strong>10</strong>0.985<br />
Lombardia<br />
917.221<br />
1.220.721<br />
1.342.315<br />
1.336.165<br />
1.524.955<br />
1.612.508<br />
1.773.376<br />
2.322.356<br />
Trent..A.A.<br />
75.421<br />
61.519<br />
79.938<br />
78.978<br />
81.000<br />
76.809<br />
64.999<br />
67.475<br />
Veneto<br />
172.955<br />
138.761<br />
141.025<br />
198.455<br />
180.630<br />
147.764<br />
159.463<br />
189.028<br />
F.-V.Giulia<br />
132.403<br />
131.478<br />
121.345<br />
117.467<br />
118.565<br />
137.918<br />
127.589<br />
140.243<br />
E.Romagna<br />
547.903<br />
566.035<br />
567.796<br />
583.892<br />
587.094<br />
598.446<br />
588.970<br />
736.527<br />
NORD<br />
1.942.146<br />
2.215.282<br />
2.336.690<br />
2.396.050<br />
2.571.973<br />
2.673.570<br />
2.814.649<br />
3.556.614<br />
Toscana<br />
142.089<br />
152.428<br />
141.476<br />
184.465<br />
202.368<br />
195.398<br />
188.591<br />
244.668<br />
Umbria<br />
31.994<br />
29.360<br />
24.317<br />
23.365<br />
25.600<br />
23.956<br />
23.622<br />
20.149<br />
Marche<br />
21.000<br />
18.000<br />
20.500<br />
20.000<br />
18.983<br />
19.207<br />
21.085<br />
19.500<br />
Lazio<br />
-<br />
0<br />
-<br />
184.285<br />
CENTRO<br />
195.083<br />
199.788<br />
186.293<br />
227.830<br />
246.951<br />
238.561<br />
233.298<br />
468.602<br />
Puglia<br />
66.647<br />
48.700<br />
63.5<strong>10</strong><br />
14.151<br />
64.996<br />
Basilicata<br />
12.983<br />
25.000<br />
28.677<br />
27.391<br />
63.198<br />
Calabria<br />
0<br />
-<br />
116.260<br />
Sicilia<br />
16.149<br />
16.624<br />
22.196<br />
20.517<br />
20.506<br />
20.341<br />
17.026<br />
17.943<br />
Sardegna<br />
168.271<br />
162.749<br />
116.575<br />
121.728<br />
166.511<br />
188.098<br />
157.528<br />
192.325<br />
SUD<br />
184.419<br />
179.373<br />
138.774<br />
221.875<br />
260.717<br />
300.626<br />
216.096<br />
454.722<br />
ITALIA<br />
2.321.648<br />
2.594.443<br />
2.661.727<br />
2.845.755<br />
3.079.641<br />
3.212.757<br />
3.264.043<br />
4.479.938<br />
Fonte: ISPRA<br />
37
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 9: Capacità di incenerimento per Regione 2007<br />
Basilicata 1% Calabria 3%<br />
Puglia 2%<br />
Lazio 4%<br />
Marche 0%<br />
Sicilia 0%<br />
Sardegna 4%<br />
Piemonte 2%<br />
Umbria 1%<br />
Toscana 6%<br />
E. Romagna 16%<br />
Lombardia 52%<br />
Friuli-Venezia Giulia 3%<br />
Trentino-Alto Adige 2%<br />
Veneto 4%<br />
Fonte: ISPRA<br />
Le discariche continuano a rappresentare il principale sistema di smaltimento dei<br />
rifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiuti urbani conferita<br />
in discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8 milioni di tonnellate.<br />
Negli stessi anni il numero <strong>del</strong>le discariche di prima categoria (per rifiuti urbani)<br />
si è più che dimezzato passando da 657 a 269, con le progressive chiusure non<br />
compensate da nuove discariche.<br />
La maggiore diminuzione <strong>del</strong> numero di discariche si è registrato al Sud, che è<br />
passato da 456 discariche nel 2000 a 120 discariche nel 2007 (-71%), mentre al<br />
Nord le discariche sono diminuite da 133 a <strong>10</strong>1 (-24%) e al Centro da 68 a 48<br />
(-29%).<br />
Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini di<br />
tendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non essere<br />
sufficiente, permanendo in alcune aree, in particolare al Sud, situazioni di<br />
latente, o effettiva, condizione emergenziale. Secondo il recente Rapporto<br />
presentato da <strong>FISE</strong> Assoambiente su “Gli impianti per il trattamento dei<br />
rifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discariche distribuite sul territorio<br />
nazionale raggiungeranno, complessivamente, i limiti autorizzati e non<br />
potranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti <strong>del</strong>le capacità<br />
esistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti.<br />
38
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
È evidente che, per evitare situazioni di emergenza, diventa fondamentale<br />
la ricerca di soluzioni alternative, che vanno individuate e progettate<br />
tempestivamente. Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere in<br />
considerazione e riguarda i tempi amministrativi e tecnici per realizzare<br />
non solo ulteriori discariche, ma eventualmente sistemi a tecnologia<br />
complessa, come ad esempio gli impianti di incenerimento, quale<br />
necessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemi di riciclo dei<br />
rifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori prevede da<br />
un minimo di quattro anni dall’approvazione <strong>del</strong> progetto, ad un massimo<br />
di quasi sei anni, considerando che su queste procedure incide in maniera<br />
significativa anche il consenso locale alla realizzazione degli impianti.<br />
Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati, il Paese si trova già<br />
in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione di soluzioni<br />
alternative o di potenziamento <strong>del</strong>le attuali capacità di smaltimento.<br />
Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolo<br />
<strong>del</strong> sistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che ne<br />
ostacolano un potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sono<br />
legati non solo alla necessità e alla possibilità di espandere e migliorare la<br />
qualità <strong>del</strong>le raccolte differenziate, che richiede investimenti sia in<br />
comunicazione che in più adeguati sistemi di raccolta, ma anche e<br />
soprattutto alle difficoltà relative alla creazione ed al potenziamento degli<br />
sbocchi di mercato per le materie prime secondarie. La crisi dei mercati,<br />
iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, come risulta evidente<br />
nell’ultima parte di questo Studio, dedicata ai mercati, ha provocato una<br />
contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi<br />
europei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo<br />
<strong>del</strong>le materie prime e seconde. Questo ha aggiunto nuovi ostacoli alla<br />
creazione ed al potenziamento degli sbocchi di mercato per i materiali<br />
ottenuti dal riciclo, che in qualche caso (v. plastica) sono direttamente<br />
concorrenziali alle materie prime vergini, le cui quotazioni si sono<br />
anch’esse ridotte, rendendo le stesse più competitive.<br />
39
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA <strong>10</strong>: Quantità di rifiuti in discariche di I categoria (per rifiuti urbani) - Serie storica<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />
N. IMPIANTI QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />
SMALTITA T/A<br />
QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />
SMALTITA T/A<br />
QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />
SMALTITA T/A<br />
QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />
SMALTITA T/A<br />
QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />
SMALTITA T/A<br />
QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />
SMALTITA T/A<br />
QUANTITÀ N. IMPIANTI<br />
SMALTITA T/A<br />
Piemonte<br />
22 1.883.523<br />
22 1.647.132<br />
22 1.562.233<br />
26 1.323.767<br />
24 1.259.623<br />
22 1.244.092<br />
19 1.156.887<br />
V. d'Aosta<br />
1<br />
60.354<br />
1<br />
57.706<br />
1<br />
56.036<br />
1<br />
59.480<br />
1<br />
55.877<br />
1<br />
50.000<br />
1<br />
48.959<br />
Lombardia<br />
11 1.716.689<br />
<strong>10</strong> 1.503.737<br />
9 1.156.978<br />
7 1.086.407<br />
7 936.777<br />
6 731.719<br />
6 576.034<br />
Tre. A. A.<br />
17 314.870<br />
15 272.282<br />
14 229.478<br />
14 207.786<br />
14 208.800<br />
14 193.644<br />
14 192.839<br />
Veneto<br />
22 1.299.861<br />
21 1.166.733<br />
20 1.019.819<br />
19 779.9<strong>10</strong><br />
20 801.273<br />
17 830.897<br />
17 847.992<br />
Friuli V. G.<br />
13 250.508<br />
12 236.753<br />
12 2<strong>10</strong>.358<br />
11 182.3<strong>10</strong><br />
9 312.437<br />
9 233.685<br />
8 223.381<br />
Liguria<br />
16 976.294<br />
16 871.359<br />
16 817.886<br />
15 806.836<br />
15 781.128<br />
15 759.488<br />
15 879.927<br />
Emi. Rom.<br />
31 1.873.818<br />
29 1.690.238<br />
29 1.413.011<br />
29 1.418.512<br />
27 1.123.661<br />
26 1.194.701<br />
27 1.093.343<br />
NORD<br />
133 8.375.919<br />
126 7.445.940<br />
123 6.465.799<br />
122 5.865.008<br />
117 5.479.576<br />
1<strong>10</strong> 5.238.226<br />
<strong>10</strong>7 5.019.362<br />
<strong>10</strong>1<br />
Toscana<br />
30 1.269.936<br />
31 1.087.963<br />
28 951.673<br />
25 817.201<br />
20 1.118.942<br />
22 1.164.247<br />
21 1.286.501<br />
Umbria<br />
7 366.184<br />
7 391.957<br />
6 306.334<br />
6 344.008<br />
6 259.830<br />
6 317.175<br />
6 335.999<br />
Marche<br />
20 679.246<br />
19 571.162<br />
17 632.<strong>10</strong>6<br />
16 660.618<br />
16 632.489<br />
16 571.347<br />
15 569.699<br />
Lazio<br />
11 2.392.246<br />
11 2.620.620<br />
<strong>10</strong> 2.791.308<br />
<strong>10</strong> 2.718.895<br />
<strong>10</strong> 2.803.438<br />
<strong>10</strong> 2.694.250<br />
11 2.855.022<br />
CENTRO<br />
68 4.707.612<br />
68 4.671.702<br />
61 4.681.421<br />
57 4.540.722<br />
52 4.814.699<br />
54 4.747.019<br />
53 5.047.221<br />
48<br />
Abruzzo<br />
52 461.945<br />
58 504.312<br />
51 484.163<br />
41 531.776<br />
33 525.499<br />
27 519.490<br />
24 565.116<br />
Molise<br />
46 <strong>10</strong>1.992<br />
40 131.451<br />
34 <strong>10</strong>3.076<br />
29<br />
86.704<br />
26<br />
93.990<br />
14 127.268<br />
15 119.806<br />
Campania<br />
62 2.598.206<br />
56 1.655.569<br />
44 1.558.239<br />
27 1.343.014<br />
5 1.060.412<br />
3 801.056<br />
3 758.513<br />
Puglia<br />
27 1.727.148<br />
22 1.724.564<br />
23 1.673.451<br />
20 1.696.578<br />
19 1.823.243<br />
18 1.843.688<br />
17 1.892.556<br />
Basilicata<br />
26 161.658<br />
28 179.447<br />
31 185.907<br />
30 194.505<br />
15 177.713<br />
12 140.337<br />
14 141.081<br />
Calabria<br />
61 698.448<br />
48 731.497<br />
41 769.923<br />
38 706.731<br />
29 705.126<br />
25 791.961<br />
18 634.757<br />
Sicilia<br />
164 2.440.129<br />
156 2.244.087<br />
130 2.319.792<br />
<strong>10</strong>9 2.317.677<br />
93 2.428.497<br />
66 2.372.797<br />
43 2.545.688<br />
Sardegna<br />
18 644.362<br />
17 714.291<br />
14 606.054<br />
14 713.613<br />
12 632.979<br />
11 643.885<br />
9 561.954<br />
SUD<br />
456 8.833.888<br />
425 7.885.218<br />
368 7.700.605<br />
308 7.590.598<br />
232 7.447.459<br />
176 7.240.482<br />
143 7.219.471<br />
120<br />
Italia<br />
657 21.917.419<br />
619 20.002.860<br />
552 18.847.825<br />
487 17.996.328<br />
401 17.741.734<br />
340 17.225.727<br />
303 17.286.054<br />
269<br />
Fonte: ISPRA<br />
QUANTITÀ<br />
SMALTITA T/A<br />
1.029.<strong>10</strong>8<br />
48.426<br />
479.444<br />
156.207<br />
688.705<br />
173.021<br />
900.572<br />
1.081.152<br />
4.556.635<br />
1.291.877<br />
322.041<br />
547.280<br />
2.790.357<br />
4.951.555<br />
551.905<br />
127.271<br />
1.082.812<br />
1.957.237<br />
177.668<br />
515.574<br />
2.695.015<br />
502.245<br />
7.403.727<br />
16.912.917<br />
40
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO <strong>10</strong>: Numero di discariche per macroaree - Serie storica<br />
700<br />
657<br />
619<br />
600<br />
552<br />
500<br />
487<br />
456<br />
425<br />
401<br />
400<br />
368<br />
340<br />
308<br />
303<br />
300<br />
269<br />
232<br />
200<br />
176<br />
133<br />
143<br />
126 123 122 117 1<strong>10</strong> <strong>10</strong>7 120<br />
<strong>10</strong>1<br />
<strong>10</strong>0 68<br />
68 61 57 52 54 53 48<br />
0<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />
2007<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud<br />
Italia<br />
Fonte: ISPRA<br />
GRAFICO 11: Quantità di rifiuti in discarica per Regione (000/ton)<br />
3.000<br />
2.790<br />
2.695<br />
1.957<br />
2.500<br />
2.000<br />
1.500<br />
1.291<br />
1.000<br />
1.082 1.081 1.029 900<br />
688<br />
500<br />
551 547 515 502 479<br />
322<br />
0<br />
Fonte: ISPRA<br />
Lazio<br />
Sicilia<br />
Puglia<br />
Toscana<br />
Campania<br />
Emilia Romagna<br />
Piemonte<br />
Liguria<br />
Veneto<br />
Abruzzo<br />
Marche<br />
Calabria<br />
Sardegna<br />
Lombardia<br />
Umbria<br />
177 173 156 127<br />
Basilicata<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Trentino Alto Adige<br />
Molise<br />
48<br />
Veneto<br />
41
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LA RETE DEI<br />
RECUPERATORI E DEI<br />
RICICLATORI<br />
Nel ciclo <strong>del</strong> recupero agiscono diversi soggetti per la raccolta, il trattamento e il<br />
conferimento alle industrie di riciclaggio e quindi la trasformazione industriale.<br />
La rete <strong>del</strong> recupero è molto ampia e comprende, oltre agli operatori <strong>del</strong>la<br />
raccolta dei rifiuti e dei materiali, un’ampia rete di piattaforme di trattamento e<br />
recupero dei materiali.<br />
La rete <strong>del</strong>le piattaforme prepara i materiali e li conferisce alle industrie di<br />
riprocesso dei materiali.<br />
Gli impianti di recupero<br />
Gli impianti di recupero e trattamento dei rifiuti rappresentano una rete diffusa<br />
in tutta Italia.<br />
A seguito <strong>del</strong> citato Censimento presentato da <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Gli impianti<br />
per il trattamento dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), è stato possibile mappare la presenza e<br />
distribuzione anche degli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12),<br />
presenti in ambito nazionale agli inizi <strong>del</strong> 2008: il numero di tali impianti risulta<br />
pari a 6.404, con una capacità di trattamento autorizzata annua di circa 150,8<br />
milioni di tonnellate (che include però anche quella presso le industrie<br />
produttive). Fra questi, gli impianti dedicati unicamente al recupero dei rifiuti<br />
non pericolosi rappresentano il 91% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le capacità autorizzate.<br />
La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambito<br />
nazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al dato<br />
riscontrato al Centro (18%) e al Sud (13%).<br />
Per una visione complessiva degli impianti di recupero è necessario comunque<br />
includere anche il numero e la capacità degli impianti autorizzati come R13, in cui<br />
viene effettuata la messa in riserva (associata o meno ad altri trattamenti) prima<br />
<strong>del</strong>l’avvio ad una <strong>del</strong>le operazioni di recupero identificate con le voci da R1 a R12.<br />
Dal censimento sopra richiamato di <strong>FISE</strong> Assoambiente, emerge che, anche in<br />
questo caso, su una capacità autorizzata totale pari a circa 21 milioni di tonnellate<br />
(relativa agli impianti autorizzati unicamente come R13 e non effettuano altri<br />
trattamenti), il 76% <strong>del</strong>le capacità è concentrato al Nord <strong>del</strong> Paese.<br />
In ogni caso, va tenuto presente che nel calcolo precedente sono stati inclusi<br />
(oltre che le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impianti<br />
produttivi) anche quegli impianti che effettuano trattamenti intermedi, e che<br />
questo potrebbe comportare una duplicazione <strong>del</strong> dato, che non può essere<br />
epurato. Inoltre, la capacità autorizzata va intesa come capacità massima<br />
utilizzabile, ed è solitamente più elevata di quella realmente utilizzata nel<br />
normale funzionamento di un impianto il quale difficilmente, per diversi motivi,<br />
viene sfruttato sempre a pieno regime.<br />
Da tutto ciò emerge che il dato riscontrato (150 milioni di tonnellate di capacità<br />
autorizzata) risulta con ogni probabilità sovrastimato rispetto alla possibilità di<br />
recupero effettivo e sicuramente superiore a quello relativo alle quantità<br />
realmente recuperate.<br />
42
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 11: Impianti di recupero dei rifiuti - inizio 2008<br />
IMPIANTI DI RECUPERO<br />
DI RIFIUTI NON PERICOLOSI<br />
IMPIANTI DI RECUPERO<br />
NON PERICOLOSI E PERICOLOSI<br />
IMPIANTI RECUPERO<br />
RIFIUTI PERICOLOSI<br />
TOTALE<br />
N<br />
CAPAC. AUT.<br />
N<br />
CAPAC. AUT.<br />
N<br />
CAPAC. AUT.<br />
N<br />
CAPAC. AUT.<br />
TOTALE ITALIA<br />
5.884<br />
137.637.940<br />
439<br />
12.496.023<br />
81<br />
7<strong>10</strong>.753<br />
6.404<br />
150.844.716<br />
NORD<br />
4.<strong>10</strong>2<br />
76.956.709<br />
292<br />
7.001.440<br />
38<br />
604.642<br />
4.432<br />
84.562.791<br />
CENTRO<br />
1.005<br />
39.266.447<br />
99<br />
4.881.512<br />
19<br />
35.513<br />
1.123<br />
44.183.472<br />
SUD<br />
777<br />
21.414.784<br />
48<br />
586.071<br />
24<br />
70.598<br />
849<br />
22.071.453<br />
IMPIANTI R13<br />
1958<br />
15.759.590<br />
255<br />
4.963.044<br />
39<br />
19.020<br />
2.252<br />
20.741.654<br />
IMPIANTI R13 CON<br />
ALTRE OPERAZIONI<br />
1770<br />
<strong>10</strong>5.085.012<br />
220<br />
4.190.202<br />
12<br />
481.669<br />
2.002<br />
<strong>10</strong>9.756.883<br />
DI RECUPERO<br />
NORD (SOLO R13)<br />
1165<br />
9.098.590<br />
2<strong>10</strong><br />
4.390.984<br />
17<br />
6.920<br />
1.392<br />
13.496.494<br />
NORD (ANCHE R13)<br />
1152<br />
25.255.012<br />
162<br />
3.889.532<br />
3<br />
176.331<br />
1.317<br />
29.320.875<br />
CENTRO (SOLO R13)<br />
491<br />
3.763.000<br />
34<br />
477.060<br />
11<br />
1.600<br />
536<br />
4.241.660<br />
CENTRO (ANCHE R13)<br />
212<br />
69.570.000<br />
47<br />
196.670<br />
7<br />
303.338<br />
266<br />
70.070.008<br />
SUD (SOLO R13)<br />
302<br />
2.898.000<br />
11<br />
95.000<br />
11<br />
<strong>10</strong>.500<br />
324<br />
3.003.500<br />
SUD (ANCHE R13)<br />
406<br />
<strong>10</strong>.260.000<br />
11<br />
<strong>10</strong>4.000<br />
2<br />
2.000<br />
419<br />
<strong>10</strong>.366.000<br />
Fonte: <strong>FISE</strong> Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia”, <strong>2009</strong><br />
43
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 12: Impianti di recupero dei rifiuti per macroaree<br />
7.000<br />
6.000<br />
5.884<br />
6.404<br />
5.000<br />
4.000<br />
4.<strong>10</strong>2<br />
4.432<br />
3.000<br />
2.000<br />
1.000<br />
0<br />
1.005 777<br />
impianti rifiuti<br />
non pericolosi<br />
439<br />
292<br />
impianti rifiuti<br />
non pericolosi e pericolosi<br />
99 48 81 38 19 24<br />
impianti rifiuti<br />
pericolosi<br />
totale<br />
1.123 849<br />
Totale Italia<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud<br />
Fonte: Fise Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia <strong>2009</strong>”<br />
Nell’ultimo decennio sono progressivamente cresciuti il trattamento meccanicobiologico<br />
e la produzione di CDR dai rifiuti urbani.<br />
Gli impianti specifici per il trattamento meccanico-biologico e produzione CDR<br />
dai rifiuti urbani risultano 133 nel 2007 e si stima che abbiano trattato oltre 9,5<br />
milioni di rifiuti urbani con una consistente crescita rispetto al 2003 (+28%).<br />
44
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Tabella 12:<br />
Trattamento meccanico-biologico e produzione CDR dai rifiuti urbani<br />
indifferenziati per Regione - Serie storica (ton)<br />
2003 2004 2005 2006 2007<br />
NUMERO<br />
IMPIANTI 2007<br />
Piemonte 258.191 370.686 388.750 418.134 517.318 15<br />
Lombardia 646.729 677.638 742.330 847.895 807.420 12<br />
Trentino 3.928 3.263 3.377 15.<strong>10</strong>0 12.811 1<br />
Veneto 570.703 620.509 591.194 520.309 538.367 <strong>10</strong><br />
Friuli 206.819 183.292 198.525 240.999 236.581 4<br />
Liguria 97.049 194.381 204.649 143.145 3<br />
Emilia 518.414 581.366 700.390 887.896 798.398 12<br />
NORD 2.204.784 2.533.802 2.818.947 3.134.982 3.054.040 57<br />
Toscana 900.577 931.663 1.034.081 988.514 1.055.922 17<br />
Umbria 301.785 306.901 313.167 320.489 423.584 4<br />
Marche 152.526 166.212 182.197 2<strong>10</strong>.412 192.969 5<br />
Lazio 499.787 394.695 454.6<strong>10</strong> 576.593 835.091 <strong>10</strong><br />
CENTRO 1.854.975 1.799.470 1.984.055 2.096.008 2.507.566 36<br />
Abruzzo 120.871 149.845 126.891 114.861 335.889 9<br />
Molise 47.700 57.796 50.914 53.089 52.327 1<br />
Campania 2.705.478 2.258.727 2.522.408 2.407.454 2.200.707 7<br />
Basilicata 5.795 12.152 289.143 302.041 3<br />
Puglia 161.000 148.795 229.506 28.640 55.349 5<br />
Calabria 205.450 266.562 392.747 456.763 553.027 7<br />
Sicilia 59.721 47.021 <strong>10</strong>0.000 118.895 115.736 2<br />
Sardegna 121.211 159.424 220.621 346.677 395.438 6<br />
SUD 3.421.431 3.093.965 3.655.239 3.815.522 4.0<strong>10</strong>.514 40<br />
Italia 7.480.890 7.427.237 8.458.241 9.046.512 9.572.120 133<br />
Fonte: ISPRA<br />
45
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 13: Quantità di rifiuti biostabilizzati o trasformati in CDR per Regione (000/ton)<br />
2.400<br />
2.200<br />
2.000<br />
1.600<br />
1.200<br />
1.055<br />
800<br />
835 807 798<br />
400<br />
553 538 517<br />
423 395 335<br />
302 236<br />
192<br />
0<br />
Campania<br />
Toscana<br />
Lazio<br />
Lombardia<br />
Emilia Romagna<br />
Calabria<br />
Veneto<br />
Piemonte<br />
Umbria<br />
Sardegna<br />
Abruzzo<br />
Basilicata<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Marche<br />
143 115<br />
55 52<br />
Liguria<br />
Sicilia<br />
Puglia<br />
Molise<br />
12<br />
Trentino Alto Adige<br />
Fonte: ISPRA<br />
Le piattaforme di recupero dei materiali<br />
Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge un<br />
importante ruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materiali<br />
riciclabili quali carta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceve<br />
rifiuti in entrata dalla raccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.<br />
In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai Consorzi di filiera <strong>del</strong><br />
Sistema Conai, si contano 486 piattaforme di raccolta dei materiali da<br />
riciclare.<br />
Di queste, 272 sono piattaforme dedicate principalmente al recupero <strong>del</strong><br />
legno, 76 al recupero <strong>del</strong>la carta, 30 a quello <strong>del</strong> vetro, 12 a quello <strong>del</strong>la<br />
plastica e 41 raccolgono più materiali.<br />
46
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 13: Piattaforme di raccolta per tipo di materiale 2008<br />
CARTA LEGNO CARTA CARTA PIATTAFORME CON<br />
REGIONI CARTA LEGNO LEGNO PLASTICA PLASTICA PLASTICA LEGNO VETRO TOTALE SELETT.AUTOM.<br />
PLASTICA<br />
ALLUMINIO<br />
Piemonte 6 2 38 1 2 2 1 52 5<br />
Valle d' Aosta 1 1 -<br />
Lombardia 17 4 38 3 2 2 1 8 75 12<br />
Trentino A. A. 4 <strong>10</strong> 14 1<br />
Veneto 6 9 30 1 2 5 53 <strong>10</strong><br />
Friuli V. G. 1 6 1 8 3<br />
Liguria 1 1 7 1 1 11 1 23 4<br />
Emilia Romagna 12 5 37 4 1 1 1 2 63 4<br />
NORD 46 23 166 7 6 6 18 17 289 39<br />
Toscana 1 1 20 1 2 2 27 4<br />
Umbria 2 1 1 1 5 2<br />
Marche 1 14 1 1 17 -<br />
Lazio 8 3 23 1 2 37 5<br />
CENTRO <strong>10</strong> 6 58 2 2 1 2 5 86 11<br />
Abruzzo 2 13 1 16 1<br />
Molise 1 1 2 -<br />
Campania 12 8 12 2 3 37 12<br />
Puglia 2 4 11 1 3 21 8<br />
Basilicata 1 3 4 -<br />
Calabria 5 5 1 1 12 4<br />
Sicilia 3 6 16 1 1 2 29 2<br />
Sardegna 3 2 5 9<br />
SUD 20 26 48 2 4 2 1 8 111 36<br />
ITALIA 76 55 272 11 12 9 21 30 486 86<br />
Fonte: Consorzi di filiera CONAI<br />
47
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 14: Numero di piattaforme per la raccolta di materiali e per macroaree 2008<br />
300<br />
289<br />
250<br />
200<br />
150<br />
166<br />
<strong>10</strong>0<br />
86<br />
111<br />
50<br />
0<br />
Nord<br />
46<br />
<strong>10</strong><br />
carta<br />
20<br />
23<br />
6<br />
carta/legno<br />
Centro<br />
26<br />
68<br />
48<br />
legno<br />
Sud<br />
7<br />
legno/plastica<br />
2 2<br />
6<br />
2<br />
plastica<br />
4<br />
18<br />
6 1 2 2 1<br />
carta/plastica<br />
carta legno plastica<br />
17<br />
vetro<br />
5<br />
8<br />
totale<br />
Fonte: Consorzi di filiera CONAI<br />
Gli impianti di riprocesso industriale dei materiali<br />
Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperati<br />
corrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.<br />
In Italia sono presenti 27 acciaierie, di cui 24 collocate al Nord, che riutilizzano<br />
rottami di ferro.<br />
Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.<br />
Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.<br />
Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.<br />
Gli impianti di produzione <strong>del</strong> pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.<br />
Gli impianti di utilizzo <strong>del</strong>le plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28<br />
al Sud.<br />
Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e<br />
30 al Sud.<br />
48
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA14: Impianti di riprocesso industriale dei diversi materiali 2008<br />
REGIONI ACCIAIERIE VETRERIE CARTIERE ALLUMINIO LEGNO PLASTICA TOTALE<br />
Piemonte 1 1 5 2 1 9 11<br />
Valle d' Aosta 0 0 0 0 0 1 0<br />
Lombardia 16 6 15 7 6 23 66<br />
Trentino A. A. 1 2 1 0 0 1 5<br />
Veneto 3 6 <strong>10</strong> 4 0 18 26<br />
Friuli V. G. 2 2 2 0 2 2 <strong>10</strong><br />
Liguria 0 3 1 0 0 0 4<br />
Emilia Romagna 1 2 5 2 4 8 15<br />
NORD 24 22 39 15 13 62 137<br />
Toscana 0 2 12 0 1 3 15<br />
Umbria 0 2 1 0 0 2 3<br />
Marche 0 0 2 1 0 1 3<br />
Lazio 0 1 8 0 0 1 9<br />
CENTRO 0 5 23 1 1 7 30<br />
Abruzzo 0 1 0 1 0 2 2<br />
Molise 0 0 0 1 0 0 1<br />
Campania 0 1 4 5 1 9 11<br />
Puglia 1 3 0 1 0 5 6<br />
Basilicata 1 0 0 0 0 1 2<br />
Calabria 0 0 1 0 0 0 1<br />
Sicilia 1 1 1 0 7 4<br />
Sardegna 0 0 3 0 0 4 3<br />
SUD 3 6 8 9 1 28 30<br />
ITALIA 27 33 70 25 15 97 197<br />
Fonte: Consorzi di Filiera CONAI<br />
49
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 15: Impianti industriali di riprocesso dei materiali recuperati 2008<br />
200<br />
197<br />
160<br />
137<br />
120<br />
97<br />
80<br />
70<br />
62<br />
40<br />
0<br />
24<br />
0<br />
39<br />
27<br />
33<br />
22<br />
23<br />
3 5 6<br />
28 30 30<br />
25<br />
15<br />
15<br />
8<br />
9 13<br />
7<br />
1<br />
1 1<br />
acciaierie vetrerie cartiere alluminio legno plastica totale<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud<br />
Italia<br />
Fonte: Consorzi di filiera CONAI<br />
Indagine sulle piattaforme di recupero dei rifiuti<br />
<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> ha condotto un’indagine sulle piattaforme di recupero dei principali<br />
materiali derivati dai rifiuti.<br />
Il campione è composto da 168 casi, di cui <strong>10</strong>5 al Nord, 18 al Centro e 45 al Sud<br />
ed è stato determinato in base alle risposte pervenute a un questionario<br />
distribuito a tutte le imprese iscritte a <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong>.<br />
Il campione così costruito rappresenta il 34% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le piattaforme di<br />
recupero italiane che, secondo i dati forniti da CONAI e dai Consorzi di filiera<br />
risultano 486 (Tabella 17).<br />
La distribuzione territoriale <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione rispecchia<br />
sostanzialmente, in percentuale, la distribuzione territoriale <strong>del</strong>l’universo: il 59%<br />
<strong>del</strong>le aziende intervistate (<strong>10</strong>1 casi) è localizzato al Nord (62% le aziende<br />
<strong>del</strong>l’universo localizzate al Nord), il 18% è localizzato al Centro (11% l’universo)<br />
e il 23% al Sud (27% l’universo).<br />
La maggior parte <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione trattano tutte le tipologie di<br />
materiali (carta e cartone, metalli, vetro e plastica) o le principali di esse.<br />
Il 68% <strong>del</strong>le piattaforme <strong>del</strong> campione operano in autorizzazione ordinaria,<br />
mentre il 32% in autorizzazione semplificata.<br />
50
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 16:<br />
Regime autorizzativo<br />
autorizzazione semplificata 32%<br />
autorizzazione ordinaria 68%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
Il dato sul fatturato è stato fornito solo da 113 piattaforme che,<br />
complessivamente, fatturano oltre 312 milioni di euro.<br />
Mediamente ogni piattaforma fattura 2,7 milioni di euro, con le piattaforme al<br />
Nord che presentano un fatturato medio di 3 milioni di euro, al Centro di 2,5<br />
milioni di euro e al Sud 1,6 milioni di euro.<br />
Questi valori diversificati indicano che al Nord le piattaforme sono mediamente<br />
più grandi rispetto al Centro e al Sud.<br />
I valori si riavvicinano se misurati per fatturato, per tonnellate di rifiuto in<br />
ingresso e per materiale in uscita.<br />
Il fatturato medio per materiale in entrata è di <strong>10</strong>7 euro/tonnellata, e varia da<br />
111euro/ton al Nord a 91 euro al Sud, mentre il fatturato <strong>del</strong> materiale in uscita<br />
varia da 135 euro/tonnellata al Nord a <strong>10</strong>4 euro/tonnellata al Centro.<br />
TABELLA 15: Materiale in entrata e in uscita dalle piattaforme<br />
PIATTAFORME<br />
NUMERO CAMPIONE<br />
N. COMUNI<br />
SERVITI<br />
MATERIALE IN ENTRATA<br />
(ton)<br />
MATERIALI IN USCITA<br />
(ton)<br />
NORD<br />
081<br />
1.708<br />
2.2<strong>10</strong>.659<br />
1.816.778<br />
CENTRO<br />
015<br />
0.351<br />
0.384.996<br />
0.372.294<br />
SUD<br />
017<br />
00.39<br />
0.317.547<br />
0.229.148<br />
ITALIA<br />
113<br />
2.098<br />
2.913.202<br />
2.418.219<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
51
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 16: Fatturato <strong>del</strong>le piattaforme di recupero<br />
FATTURATO MEDIO<br />
PIATTAFORMA<br />
(EURO)<br />
FATTURATO MEDIO<br />
PER COMUNE<br />
(EURO)<br />
FATTURATO MEDIO<br />
PER MATERIALE IN<br />
ENTRATA<br />
(EURO/TON)<br />
FATTURATO MEDIO<br />
PER MATERIALE IN<br />
USCITA<br />
(EURO/TON)<br />
FATTURATO<br />
ATTIVITÀ DI<br />
RECUPERO 2008<br />
(EURO)<br />
NORD<br />
3.026.942<br />
143.549<br />
111<br />
135<br />
245.182.289<br />
CENTRO<br />
2.569.308<br />
<strong>10</strong>9.799<br />
<strong>10</strong>0<br />
<strong>10</strong>4<br />
038.539.618<br />
SUD<br />
1.691.011<br />
737.<strong>10</strong>7<br />
091<br />
125<br />
028.747.179<br />
ITALIA<br />
2.765.213<br />
148.937<br />
<strong>10</strong>7<br />
129<br />
312.469.086<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni di<br />
tonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentano il 43%, la plastica<br />
il 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il <strong>10</strong>%.<br />
In particolare, la frazione <strong>del</strong>la carta e cartone è composta per il 53% da cartone,<br />
per il 43% da cartaccia mista e per il 4% da altre carte.<br />
Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine <strong>del</strong> 2008, un confronto<br />
<strong>del</strong>le quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> rispetto al<br />
primo trimestre 2008 mostra andamenti diversi per i singoli materiali: la carta e<br />
cartone in entrata sono cresciuti <strong>del</strong> 21% insieme al vetro (+26%), mentre sono<br />
decresciuti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).<br />
TABELLA 17: Rifiuti in ingresso (ton)<br />
ton.<br />
complessive<br />
carta e<br />
cartone<br />
di cui<br />
cartaccia<br />
mista<br />
di cui<br />
cartone<br />
di cui<br />
altro<br />
macero<br />
plastica<br />
vetro<br />
metalli<br />
rifiuti<br />
elettrici ed<br />
elettronici<br />
legno<br />
multimateriale<br />
ALTRO<br />
TOTALE<br />
tutti<br />
materiali<br />
NORD<br />
1.116.570<br />
447.489<br />
ca440.356<br />
182.156<br />
216.311<br />
0.774.247<br />
318.980<br />
2.258<br />
42.531<br />
231.157<br />
190.335<br />
2.487.786<br />
CENTRO<br />
0.248.125<br />
<strong>10</strong>4.020<br />
0047.734<br />
0025.588<br />
023.301<br />
0.069.257 00.12.864<br />
01.908<br />
12.229<br />
136.832<br />
020.356<br />
0.446.966<br />
SUD<br />
0.309.482<br />
116.361<br />
179.148<br />
0011.848<br />
050.339<br />
0.136.014 0.018.827<br />
07.997<br />
16.461<br />
055.799<br />
034.555<br />
0.617.978<br />
TOTALE ITALIA 1.674.178<br />
667.871<br />
667.239<br />
219.592<br />
289.952<br />
9.795.185 3.506.733<br />
12.164<br />
71.221<br />
423.789<br />
245.246<br />
3.552.731<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
52
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 18: Rifiuti in ingresso - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre <strong>2009</strong><br />
CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO MULTIMATERIALE<br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
NORD<br />
0.255.994 0.249.409<br />
<strong>10</strong>4.096<br />
112.246<br />
053.033<br />
55.047<br />
926.082<br />
673.867<br />
76.868<br />
68.789<br />
43.052<br />
46.933<br />
CENTRO<br />
0.054.819 0.046.191<br />
009.050<br />
09.0<strong>10</strong><br />
006.601<br />
05.212<br />
003.<strong>10</strong>3<br />
001.9<strong>10</strong><br />
05.645<br />
06.286<br />
39.735<br />
30.044<br />
SUD<br />
1.0<strong>10</strong>.405 1.308.612<br />
027.282<br />
055.999<br />
0041.191<br />
<strong>10</strong>.156<br />
0014.583<br />
011.164<br />
03.581<br />
04.652<br />
06.293<br />
09.077<br />
TOTALE ITALIA<br />
1.321.218 1.604.212<br />
140.428<br />
177.255<br />
<strong>10</strong>0.825<br />
70.415<br />
943.768<br />
686.942<br />
86.094<br />
79.727<br />
89.080<br />
86.053<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
GRAFICO 17:<br />
Tipologia dei rifiuti in ingresso<br />
multimateriale <strong>10</strong>%<br />
altro 6%<br />
legno 2%<br />
RAEE 0%<br />
metalli 8%<br />
carta 43%<br />
vetro 24%<br />
plastica 7%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
53
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 18: Tipologia <strong>del</strong>la carta e cartone in ingresso<br />
cartone 53,67%<br />
altro macero 3,46%<br />
cartaccia 42,87%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
I canali di approvvigionamento <strong>del</strong>le piattaforme sono diversi: in particolare, i<br />
rifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% <strong>del</strong> totale dei<br />
materiali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria, e grande<br />
distribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, da<br />
importazione il 3%.<br />
Dei rifiuti urbani e assimilati il 75% sono raccolti in convenzione CONAI/Consorzi<br />
e il 25% non in convenzione.<br />
GRAFICO 19:<br />
Fonti di approvvigionamento <strong>del</strong>le piattaforme di recupero<br />
import 3%<br />
industrie, commercio e<br />
grande distribuzione 30%<br />
altro 5%<br />
raccolta differenziati<br />
(urbani e assimilati) 53%<br />
intermediari o<br />
altri recuperatori 8%<br />
servizi ed uffici 1%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
54
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 20:<br />
Principali tipologie di rifiuto in entrata e circuito di provenienza dei rifiuti<br />
urbani<br />
speciali 33%<br />
urbani e assimilati<br />
67%<br />
circuito CONAI<br />
consorzi 75%<br />
non in<br />
convenzione<br />
25%<br />
Fonte : Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
Complessivamente i rifiuti in uscita nel 2008 dal totale <strong>del</strong>le piattaforme<br />
intervistate sono pari ad altre 3 milioni di tonnellate.<br />
Di queste, il 54% sono materiali cartacei, il 27% vetro e il <strong>10</strong>% plastica, il 4%<br />
legno e il 2% metalli.<br />
Nel confronto tra primo trimestre 2008 e primo trimestre <strong>2009</strong>, si registra un<br />
aumento <strong>del</strong>la carta e cartone (+7%) e <strong>del</strong> legno in uscita (+13%) e una<br />
diminuzione per il vetro (-7%), per la plastica (-18%) e per i metalli (-31%).<br />
TABELLA 19: Materiali in uscita dalle piattaforme per area geografica (ton)<br />
CARTA<br />
VETRO<br />
PLASTICA<br />
METALLI<br />
LEGNO<br />
ALTRO<br />
TOTALE<br />
NORD<br />
1.238.594<br />
535.753<br />
221.801<br />
36.275<br />
074.486<br />
42.751<br />
2.149.661<br />
CENTRO<br />
0.199.297<br />
123.007<br />
035.446<br />
12.781<br />
020.884<br />
20.524<br />
0.411.939<br />
SUD<br />
0.198.879<br />
149.163<br />
052.839<br />
17.426<br />
018.708<br />
17.422<br />
0.454.437<br />
ITALIA<br />
1.636.770<br />
807.923<br />
3<strong>10</strong>.085<br />
66.483<br />
114.078<br />
80.697<br />
3.016.037<br />
Fonte: Indagine piattaforme <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
55
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 20: Materiali in uscita - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre <strong>2009</strong> (ton)<br />
CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO<br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
I° trimestre<br />
2008<br />
I° trimestre<br />
<strong>2009</strong><br />
NORD<br />
198.752<br />
206.345<br />
56.132<br />
60.<strong>10</strong>5<br />
16.757<br />
15.848<br />
13.335<br />
6.930<br />
5.664<br />
8.289<br />
CENTRO<br />
35.016<br />
27.765<br />
22.4<strong>10</strong><br />
19.008<br />
<strong>10</strong>.355<br />
6.483<br />
2.974<br />
2.142<br />
6.839<br />
5.051<br />
SUD<br />
873.012<br />
954.558<br />
34.634<br />
26.505<br />
29.696<br />
24.354<br />
16.208<br />
13.094<br />
4.247<br />
5.652<br />
TOTALE ITALIA<br />
1.<strong>10</strong>6.781<br />
1.188.669<br />
113.177<br />
<strong>10</strong>5.618<br />
56.808<br />
46.685<br />
32.516<br />
22.165<br />
16.750<br />
18.992<br />
Fonte : Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
GRAFICO 21:<br />
Tipologia di MPS in uscita in % sul totale<br />
metalli 4%<br />
plastica <strong>10</strong>%<br />
legno 4%<br />
altro 3%<br />
vetro 27%<br />
carta 54%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
In particolare, il materiale cartaceo in uscita è composto prevalentemente da<br />
cartaccia mista (33%), cartone ondulato (43%), riviste e quotidiani (<strong>10</strong>%) e<br />
frazioni minori di high grades, kraft e special grades.<br />
56
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 22:<br />
Tipologia di carta e cartone MPS in uscita<br />
high grades 2%<br />
medium grades 3%<br />
quotidiani 3%<br />
kraft grades 1%<br />
special grades 1%<br />
de-inking 5%<br />
riviste 7%<br />
cartaccia mista 33%<br />
cartone ondulato 43%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
Il vetro in uscita è composto per il 63% da vetro verde misto, per il 23% da vetro<br />
mezzo bianco, per il <strong>10</strong>% da vetro giallo e per il 4% da vetro bianco.<br />
GRAFICO 23:<br />
Tipologia di vetro MPS in uscita<br />
vetro giallo <strong>10</strong>%<br />
vetro mezzo bianco 23%<br />
vetro bianco 4%<br />
vetro verde misto 63%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
57
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il materiale in uscita è stato destinato per la maggior parte (71%) alle industrie<br />
di trasformazione, per il 19% ad intermediari e recuperatori e per il <strong>10</strong>%<br />
all’esportazione.<br />
La destinazione geografica <strong>del</strong> materiale è prevalentemente l’Italia (92%), l’UE<br />
per il 2%, e i Paesi extra Ue per il 6%.<br />
TABELLA 21: Materiali in uscita dalle piattaforme per destinazioni (ton)<br />
TOTALE<br />
INDUSTRIE<br />
INTERMEDIARI<br />
RECUPERATORI<br />
EXPORT<br />
NORD<br />
0920.986<br />
464.245<br />
281.935<br />
174.806<br />
CENTRO<br />
159.770<br />
136.001<br />
16.897<br />
6.872<br />
SUD<br />
288.717<br />
191.768<br />
83.172<br />
13.777<br />
ITALIA<br />
1.369.473<br />
792.014<br />
382.004<br />
195.455<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
GRAFICO 24:<br />
Destinazione dei materiali in uscita<br />
export <strong>10</strong>%<br />
industrie di trasformazione 71%<br />
intermediari ed altri<br />
recuperatori 19%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
58
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 25:<br />
Destinazione geografica dei materiali in uscita<br />
Paesi UE 2%<br />
Paesi extra-UE 6%<br />
Italia 92%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
Gli scarti in uscita dalle piattaforme nel 2008 sono pari complessivamente ad<br />
oltre 500 mila tonnellate e sono stati avviati per il 68% in discarica, per il 16%<br />
ad incenerimento e per il 16% ad altre forme di smaltimento.<br />
TABELLA 22:<br />
Scarti avviati a smaltimento (ton)<br />
DISCARICA<br />
INCENERIMENTO<br />
ALTRO<br />
TOTALE<br />
296.661<br />
077.063<br />
83.409<br />
45.7132<br />
52.223<br />
9.985<br />
6.833<br />
69.040<br />
43.293<br />
2.348<br />
2.025<br />
47.666<br />
392.177<br />
89.395<br />
92.267<br />
573.839<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
59
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 26:<br />
Destinazione degli scarti (% sul totale)<br />
altro 16%<br />
incenerimento 16%<br />
discarica 68%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
60
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
RECUPERO E<br />
RICICLAGGIO DEI<br />
RIFIUTI E MERCATO<br />
DELLE MATERIE<br />
PRIME SECONDARIE<br />
Negli ultimi dieci anni, in Europa e in Italia, il recupero dei rifiuti è diventato<br />
un importante settore economico che coinvolge operatori e imprese nella<br />
fase di raccolta, di recupero e trattamento, nonchè di riciclo e riprocesso dei<br />
materiali recuperati.<br />
L’industria <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio costituisce anche un importante<br />
settore <strong>del</strong>l’economia nazionale, caratterizzato da una forte innovazione<br />
tecnologica e rappresenta l’anello finale di un ciclo che garantisce l’effettivo<br />
riutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importanti risultati<br />
ambientali: da una parte togliendo rifiuti alle forme di smaltimento in<br />
discarica e mediante incenerimento, e dall’altra riducendo così l’uso di<br />
materie vergini nei processi industriali.<br />
Il settore <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti non ha solo un importante<br />
aspetto economico ma anche ambientale, non solo per la crescita di rifiuti<br />
che vengono sottratti allo smaltimento, ma anche per altri motivi.<br />
Le operazioni di riciclo comportano, come effetto <strong>del</strong> reimpiego industriale<br />
dei materiali e quindi <strong>del</strong>la sostituzione di cicli produttivi basati su materie<br />
prime, producono benefici ambientali quali:<br />
- riduzione <strong>del</strong>l’estrazione di materie prime;<br />
- riduzione dei consumi energetici e di emissioni di CO2 climalteranti;<br />
- riduzione <strong>del</strong>le emissioni atmosferiche direttamente o indirettamente<br />
connesse ai cicli produttivi;<br />
- riduzione dei consumi idrici e <strong>del</strong>le emissioni idriche.<br />
Nella fase <strong>del</strong>la raccolta dei rifiuti urbani e speciali sono cresciuti nuovi<br />
sistemi di raccolta differenziata, che conferiscono alla rete dei centri di<br />
recupero, e piattaforme che trattano i materiali raccolti prima di portarli<br />
come materie prime secondarie agli impianti industriali di produzione di<br />
carta e cartone, vetro, plastica, acciaio, alluminio, pannelli in legno e<br />
materiali da costruzioni.<br />
La raccolta differenziata dei diversi materiali è perciò funzione <strong>del</strong> sistema<br />
di riciclo e <strong>del</strong>la richiesta <strong>del</strong>le materie prime secondarie da parte <strong>del</strong><br />
mercato e la crescita <strong>del</strong> settore <strong>del</strong> recupero è strettamente legata ai settori<br />
produttivi e al mercato che riutilizzano le materie secondarie, quali cartiere,<br />
vetrerie, acciaierie, lavorazione polimeri, produzione truciolati.<br />
L’industria <strong>del</strong> riciclo, anche sotto la spinta <strong>del</strong> recupero crescente dei rifiuti,<br />
ha mostrato in questo decennio una forte dinamicità in Italia e in Europa<br />
crescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria nel suo<br />
complesso.<br />
La disponibilità di materie prime secondarie è perciò diventata basilare per<br />
diversi settori industriali.<br />
In molti comparti l’utilizzo <strong>del</strong>le materie prime secondarie rappresenta una<br />
quota preponderante in rapporto all’uso <strong>del</strong>le materie prime e <strong>del</strong>le materie<br />
vergini.<br />
61
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Per acciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzione<br />
è costituito da materie secondarie.<br />
Il settore <strong>del</strong> recupero dipende da un ampio sistema di raccolta <strong>del</strong>le<br />
materie provenienti da diversi canali di consumo: dai rifiuti urbani e dal<br />
consumo <strong>del</strong>le famiglie, dai rifiuti speciali, che nascono dalle attività<br />
produttive, commerciali e terziarie, dagli sfridi di produzione dei processi<br />
produttivi industriali e dalla dismissione dei beni di largo consumo quali<br />
auto, apparecchi elettronici, nonché dall’ampio settore <strong>del</strong>le costruzioni e<br />
demolizioni.<br />
Nella fase <strong>del</strong>la raccolta e recupero operano due grandi reti: quella<br />
pubblica, attiva principalmente nella raccolta di imballaggi dai rifiuti urbani,<br />
e quella privata, attiva principalmente nella raccolta dei rifiuti speciali e per<br />
una parte minore dei rifiuti urbani.<br />
Dopo la prima fase <strong>del</strong>la raccolta, il sistema <strong>del</strong> recupero attraverso le<br />
piattaforme interviene con attività di selezione e pretrattamento dei<br />
materiali per poter conferire le materie ottenute alle imprese di riciclaggio<br />
(vetrerie, cartiere, acciaierie, produttori di truciolati, etc.).<br />
Va considerato inoltre come il ciclo <strong>del</strong> recupero, composto da raccolta,<br />
selezione, trattamento e riciclaggio veda una presenza diversa di soggetti e<br />
imprese nei diversi settori dei materiali.<br />
La presenza di componenti diverse nelle filiere di ciascun materiale conduce<br />
a situazioni di gestione <strong>del</strong> ciclo di recupero in cui i diversi operatori<br />
possono avere interessi convergenti ma anche diversi dal punto di vista<br />
economico e organizzativo.<br />
L’importanza <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato nei processi produttivi finali<br />
si può calcolare come peso relativo <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> materiale recuperato<br />
(materie prime secondarie) rispetto all’uso <strong>del</strong>la materia prima.<br />
La materie prime secondarie, che nascono dalla valorizzazione <strong>del</strong>la raccolta<br />
differenziata di origine urbana e non, nonché degli sfridi di produzione,<br />
hanno superato, in alcuni settori, l’uso <strong>del</strong>le materie prime vergini e la loro<br />
domanda risulta crescente negli anni.<br />
Nel settore <strong>del</strong>l’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperati<br />
rappresenta quasi il 64% <strong>del</strong>la produzione finale di metalli, nel settore <strong>del</strong>la<br />
carta e cartone oltre il 55% <strong>del</strong>la produzione di carta e cartone, nel vetro<br />
cavo oltre il 50%, nel settore <strong>del</strong>la plastica il 18%.<br />
Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione e<br />
demolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate di<br />
materiali, di cui 18 milioni di metalli, 6,3 milioni di carta e cartone, 3,9<br />
milioni di legno, 1,6 milioni di vetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno<br />
2007).<br />
Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,<br />
superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte con<br />
l’importazione netta di diversi materiali, in particolare con 5,6 milioni di<br />
62
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
tonnellate di rottami ferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 mila<br />
tonnellate di legno, 385 mila tonnellate di plastica, 202 mila tonnellate di<br />
vetro. Il settore <strong>del</strong>la carta e cartone, la cui capacità di raccolta in Italia, ha<br />
superato la capacità di riciclaggio, è stato l’unico a presentare una<br />
esportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.<br />
Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuito<br />
urbano si ricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milioni<br />
di organico e verde; 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone; 1 milione<br />
di tonnellate di vetro; 400 mila tonnellate di legno; oltre 340 mila<br />
tonnellate di plastica.<br />
Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni di<br />
tonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellate<br />
sono imballaggi di cartone; 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi di<br />
legno, 395 mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellate<br />
sono imballaggi in plastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 mila<br />
tonnellate in alluminio.<br />
Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milioni<br />
di tonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1<br />
milioni di tonnellate di legno, 493 mila di alluminio, 212 mila di plastica,<br />
242 mila di vetro.<br />
Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quello<br />
dei materiali organici.<br />
Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1<br />
milioni di tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milione di<br />
tonnellate di rifiuti organici urbani, 1,1 milione di tonnellate di rifiuti da<br />
verde urbano, e 1 milione di tonnellate di fanghi e altri materiali organici.<br />
Più complessa è la valutazione dei materiali inerti recuperati e riciclati dal settore<br />
<strong>del</strong>le costruzioni e demolizioni, da cui si stima che vengano recuperati circa 3,1<br />
milioni di tonnellate di ferro e 872 mila tonnellate di legno.<br />
Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti<br />
2008”, in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni di<br />
tonnellate di rifiuti inerti all’anno.<br />
Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, nell’anno<br />
2008, quasi il <strong>10</strong>0% <strong>del</strong> materiale conferito appartiene alla famiglia dei<br />
codici CER 17.XX.XX (Rifiuti <strong>del</strong>le operazioni di costruzione e demolizione -<br />
compreso il terreno proveniente da siti contaminati).<br />
Riguardo agli aspetti quantitativi, da uno studio ANPAR <strong>del</strong> <strong>2009</strong> ogni anno in<br />
Europa risulta che sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti da C&D.<br />
Essi rappresentano il 31% <strong>del</strong>la produzione totale di rifiuti in Europa.<br />
In base allo studio in Italia si riscontra una situazione di arretratezza <strong>del</strong><br />
recupero di detti rifiuti, soprattutto se si confrontano i dati nazionali con<br />
quelli di altri Stati europei.<br />
63
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
I dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trend positivo <strong>del</strong>la<br />
produzione di rifiuti inerti, ma secondo lo studio ANPAR gli impianti di<br />
frantumazione registrano un trend negativo dei conferimenti, con una<br />
diminuzione <strong>del</strong> trattamento nel 2008 rispetto al 2007.<br />
Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che speciali<br />
vengono recuperati in forma di energia.<br />
Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nel<br />
settore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel<br />
2007 su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3<br />
milioni di tonnellate erano rifuti urbani indifferenziati, 319 mila erano<br />
frazione secca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila erano CDR,<br />
39 mila rifiuti sanitari e 486 mila rifiuti speciali.<br />
TABELLA 23: Stima <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> recupero e <strong>del</strong> riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)<br />
CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA<br />
MATERIALI<br />
IMBALLAGGI<br />
DA RU<br />
RACCOLTI<br />
ALTRI MATERIALI<br />
DA RIFIUTI<br />
URBANI<br />
IMBALLAGGI<br />
COMMERCIALI E<br />
INDUSTRIALI<br />
RACCOLTA ALTRI RIFIUTI<br />
SPECIALI E SFRIDI DI<br />
PRODUZIONE DA C&D<br />
TOTALE<br />
RACCOLTA<br />
DI MATERIA<br />
IMP. NETTO +<br />
EXP. NETTO -<br />
RECUPERO<br />
RICICLAGGIO<br />
DI MATERIA<br />
Acciaio<br />
155<br />
241<br />
18.243<br />
18.639<br />
5.613<br />
24.252<br />
Alluminio<br />
6<br />
32<br />
493<br />
531<br />
417<br />
948<br />
Carta<br />
894<br />
1.548<br />
2.413<br />
1.460<br />
6.315<br />
-987<br />
5.328<br />
Legno<br />
153<br />
316<br />
1.366<br />
2.<strong>10</strong>5<br />
3.940<br />
560<br />
4.500<br />
Plastica (2007)<br />
306<br />
74<br />
366<br />
212<br />
958<br />
385<br />
1.343<br />
Vetro<br />
995<br />
395<br />
242<br />
1.632<br />
202<br />
1.834<br />
totale<br />
2.509<br />
1.938<br />
4.813<br />
22.755<br />
32.015<br />
6.190<br />
38.205<br />
Frazione organica<br />
selezionata (2007)<br />
1272<br />
Verde (2007)<br />
<strong>10</strong>96<br />
Fanghi e altro (2007)<br />
812<br />
Totale compostaggio<br />
3180<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali, comprendente<br />
acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici, ha<br />
superato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71%, dalla raccolta di rifiuti speciali<br />
e sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta di imballaggi industriali e commerciali<br />
e per il 14% dalla raccolta di rifiuti e imballaggi urbani.<br />
La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% <strong>del</strong> totale<br />
dei materiali recuperati.<br />
Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore <strong>del</strong>l’acciaio, che rappresenta<br />
il 58% <strong>del</strong> totale dei materiali recuperati ed è gestito quasi interamente da<br />
64
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
recuperatori privati, allora la gestione <strong>del</strong> recupero totale dei materiali, considerando<br />
solo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende per il 68% dai recuperatori<br />
privati e per il 32% dai recuperatori pubblici e dai Consorzi.<br />
I Consorzi <strong>del</strong> sistema Conai, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò su un<br />
recupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni di tonnellate<br />
di imballaggi domestici e 880 mila imballaggi industriali e commerciali.<br />
Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dai recuperatori<br />
privati presso i settori commerciali e industriali.<br />
La rete dei recuperatori privati agisce pertanto su una raccolta totale di oltre 28,6<br />
milioni di tonnellate di materiali, di cui:<br />
- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate di<br />
carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno, 366<br />
mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.<br />
- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiuti speciali,<br />
degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni di tonnellate di<br />
metalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni di tonnellate di legno<br />
e 212 mila tonnellate di plastica.<br />
Da questi dati si può vedere l’importanza relativa che la rete dei recuperatori privati ha<br />
nel sistema totale <strong>del</strong> recupero di materie in Italia. La raccolta basata sui recuperatori<br />
privati avviene secondo le regole <strong>del</strong> mercato industriale e non richiede contributi<br />
pubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadro <strong>del</strong>la concorrenza <strong>del</strong><br />
mercato.<br />
GRAFICO 27: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio,<br />
carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - % sul totale<br />
recupero)<br />
Raccolta<br />
imballaggi da RU 8%<br />
Raccolta altri materiali<br />
da rifiuti urbani 6%<br />
Raccolta altri rifiuti<br />
speciali e sfridi<br />
di produzione<br />
da C&D 71%<br />
Raccolta imballaggi<br />
commerciali<br />
e industriali 15%<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
65
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 28: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,<br />
legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)<br />
25.000<br />
22.755<br />
20.000<br />
15.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
5.000<br />
2.509<br />
1.938<br />
4.813<br />
0<br />
raccolta<br />
imballaggi da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta altri<br />
materiali da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta<br />
imballaggi<br />
commerciali e<br />
industriali<br />
raccolta altri<br />
rifiuti speciali<br />
e sfridi di<br />
produzione<br />
da C&D<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
GRAFICO 29: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,<br />
plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (% sul totale recupero)<br />
Raccolta imballaggi<br />
da RU 18%<br />
Raccolta altri rifiuti<br />
speciali e sfridi<br />
di produzione<br />
da C&D 34%<br />
Raccolta<br />
altri materiali da<br />
rifiuti urbani 14%<br />
Raccolta imballaggi<br />
commerciali<br />
e industriali 34%<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
66
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 30: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,<br />
plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)<br />
14.000<br />
13.376<br />
12.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
8.000<br />
6.000<br />
4.000<br />
4.572 4.512<br />
2.000<br />
2.354<br />
1.938<br />
0<br />
raccolta<br />
imballaggi da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta altri<br />
materiali da<br />
rifiuti urbani<br />
raccolta<br />
imballaggi<br />
commerciali e<br />
industriali<br />
raccolta<br />
altri rifiuti speciali<br />
e sfridi di<br />
produzione<br />
da C&D<br />
totale<br />
raccolta di<br />
materia<br />
Fonte: Elaborazione <strong>FISE</strong> su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali<br />
Da quanto sopra si evince come i sistemi di raccolta di quasi tutti i materiali<br />
siano intrecciati e come la raccolta dipenda sia dai rifiuti urbani, sia dai rifiuti<br />
speciali.<br />
La capacità di riciclaggio <strong>del</strong>le industrie è la condizione fondamentale per<br />
implementare la raccolta differenziata e il recupero.<br />
Il commercio internazionale <strong>del</strong>le materie prime secondarie ha subito un<br />
notevole cambiamento nell’ultimo decennio in Italia.<br />
67
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il settore <strong>del</strong>la carta, ad esempio, ha raggiunto negli ultimi anni la capacità<br />
massima di riciclaggio dei materiali raccolti da parte <strong>del</strong>l’industria cartaria<br />
nazionale, tanto da portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero.<br />
In tutti gli altri settori l’Italia invece si conferma come importatrice netta di<br />
materiali di recupero, circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescita<br />
<strong>del</strong>le raccolte.<br />
La capacità di riciclaggio interno in alcuni settori rimane superiore alla raccolta<br />
totale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione. Per questo<br />
l’Italia è importatrice netta di materie prime secondarie riciclabili, come<br />
confermato anche dal recente studio di <strong>FISE</strong> Assoambiente (“Il movimento<br />
transfrontaliero dei rifiuti”, <strong>2009</strong>), da cui emerge che, considerando i dati <strong>del</strong>le<br />
dichiarazioni MUD relativi al 2005, il flusso di rifiuti speciali non pericolosi in<br />
entrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005), interessa<br />
principalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questa tipologia di<br />
rifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.<br />
Pertanto, con l’esclusione <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la carta, in cui da qualche anno vi è<br />
un’esportazione netta <strong>del</strong> macero raccolto in Italia, per quanto riguarda gli altri<br />
materiali recuperabili si registra un import netto di: 5,6 milioni di tonnellate<br />
(metalli), 317 mila tonnellate (alluminio), 734 mila tonnellate (legno), 385 mila<br />
tonnellate (plastica) e di 202 mila tonnellate (vetro).<br />
Tabella 24:<br />
Importazioni ed esportazioni dei materiali riciclabili (ton)<br />
IMPORT EXPORT EXP - IMP<br />
Metalli (2007) 6.141.000 528.000 -5.613.000<br />
Alluminio (2006) 366.623 50.024 -316.599<br />
Carta (2008) 520.000 1.507.000 +987000<br />
Legno (2005) 734.000 5.000 -729.000<br />
Plastica (2006) -385.000<br />
Vetro (2008) -202.000<br />
Fonte: ASSOCARTA, ECOCERVED, UNIONPLAST, COREVE, CIAL<br />
68
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
I flussi transfrontalieri <strong>del</strong>le materie recuperate rappresentano una realtà che<br />
riguarda tutti i principali settori <strong>del</strong> riciclaggio in Italia e muove grandi quantità<br />
di materiali sia in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) che in uscita (oltre 1,2<br />
milioni di tonnellate).<br />
Da Paese tradizionalmente “importatore” di materie prime secondarie l’Italia sta<br />
diventando un Paese esportatore, con potenziali ripercussioni sull’intero ciclo di<br />
raccolta e recupero dei rifiuti sia urbani che speciali.<br />
In questo quadro è:<br />
- prevedibile che cresca l’esportazione e il trading internazionale di materie<br />
recuperate e di materiale riciclato;<br />
- necessario accrescere la capacità di riciclaggio di alcuni materiali come carta e<br />
plastica, rafforzando la domanda di materiale riciclato, con interventi di<br />
sostegno <strong>del</strong>lo stesso, come il “green public procurement”;<br />
- urgente individuare nuovi sbocchi <strong>del</strong> materiale raccolto;<br />
- opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli dei prezzi <strong>del</strong>le<br />
materie prime secondarie che, come in quest’ultimo anno, quando tendono a<br />
ridursi possono avere ripercussioni sul sistema di raccolta e recupero.<br />
I mercati <strong>del</strong>le materie prime e <strong>del</strong>le materie prime secondarie sono mercati<br />
variabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui la<br />
materia seconda poteva essere o meno conveniente rispetto alla materia vergine.<br />
In alcuni settori produttivi, quali quelli <strong>del</strong> cartone, vetro, metalli e pannelli<br />
truciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalente<br />
degli input di produzione. La domanda di queste materie prime secondarie è<br />
perciò correlata alla domanda finale degli specifici beni.<br />
In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovano<br />
maggiormente correlate ai prezzi <strong>del</strong>le materie vergini e sono più sensibili al<br />
variare dei loro prezzi.<br />
La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di una<br />
quota rilevante <strong>del</strong>la manifattura industriale destinata ai mercati europei e americani<br />
ha provocato una crescita strutturale <strong>del</strong>la domanda di materie prime e seconde.<br />
Con l’emergere <strong>del</strong>la Cina e dei Paesi asiatici quali l’India, ma anche l’Indonesia<br />
e la Corea, sta cambiando il mercato <strong>del</strong>le materie prime e seconde.<br />
Per valutare l’importanza dei Paesi asiatici basti pensare che in Cina le<br />
importazioni di carta da macero sono passate dal 1997 al 2006 da 1,6 a 19,6<br />
milioni di tonnellate, quelle <strong>del</strong>la plastica da 0,5 a 5,9 milioni di tonnellate, quelle<br />
dei rottami ferrosi da 1,8 a <strong>10</strong>,1 milioni di tonnellate. In maniera comunque<br />
significativa la crescita di importazioni di materie prime secondarie ha interessato<br />
la gran parte <strong>del</strong>le economie emergenti.<br />
69
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La crescita costante <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> recupero a livello nazionale e internazionale<br />
ha portato a una crescita dei prezzi che hanno trainato sia il settore <strong>del</strong> recupero<br />
che quello <strong>del</strong>la raccolta.<br />
Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata una<br />
contrazione <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong>le materie riciclate in tutti i Paesi europei, che<br />
ha provocato una caduta, in certi casi verticale, <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le materie prime e<br />
secondarie, causando in Italia uno stato di crisi nei settori <strong>del</strong>la plastica, <strong>del</strong>la<br />
carta, <strong>del</strong> legno, <strong>del</strong> vetro, dei metalli.<br />
Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sulla<br />
rete di raccolta.<br />
In Italia la caduta dei prezzi <strong>del</strong> materiale recuperato è stata in parte assorbita<br />
dal sistema CONAI per la raccolta degli imballaggi.<br />
GRAFICO 31: Indice dei prezzi <strong>del</strong>le materie prime<br />
230<br />
2<strong>10</strong><br />
190<br />
170<br />
150<br />
130<br />
1<strong>10</strong><br />
90<br />
70<br />
giu-08<br />
lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 gen-09 feb-09 mar-09 apr-09 mag-09 giu-09<br />
non alimentari<br />
varie industria<br />
fibre<br />
metalli<br />
Fonte: CCIAA Milano<br />
70
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il perdurare <strong>del</strong>la crisi ha portato una contrazione <strong>del</strong> prodotto interno lordo (PIL)<br />
pari a -4,6%, nel primo trimestre <strong>2009</strong> rispetto al 2008, confermata dalla<br />
diminuzione <strong>del</strong> PIL pari a -6% nel secondo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> rispetto allo<br />
stesso periodo <strong>del</strong> 2008 e comunque in riduzione <strong>del</strong>lo 0,5% rispetto al<br />
trimestre precedente.<br />
Non vi sono elementi per prevedere una ripresa nel breve periodo anche se<br />
diverse valutazioni economiche propongono una lieve ripresa nel 20<strong>10</strong>.<br />
A giugno <strong>2009</strong>, secondo l’ISTAT l'indice <strong>del</strong>la produzione industriale<br />
destagionalizzato ha segnato una diminuzione <strong>del</strong>l'1,2% rispetto a maggio<br />
mentre la variazione congiunturale <strong>del</strong>la media degli ultimi tre mesi, a confronto<br />
con quella dei tre mesi precedenti, è pari a -3,9%. Il risultato grezzo, rispetto allo<br />
stesso mese <strong>del</strong> 2008, registra un calo <strong>del</strong> 19,7%. Sempre nel confronto su base<br />
annua, l'indice grezzo relativo al primo semestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> risulta in diminuzione<br />
<strong>del</strong> 22,2%.<br />
Nel mese di luglio <strong>2009</strong>, sempre secondo l’ISTAT, l'indice <strong>del</strong>la produzione<br />
industriale destagionalizzato ha segnato un aumento <strong>del</strong>l’1% rispetto a giugno<br />
<strong>2009</strong>; ma la variazione congiunturale <strong>del</strong>la media degli ultimi tre mesi rispetto<br />
a quella dei tre mesi immediatamente precedenti è pari a -0,8%. L'indice <strong>del</strong>la<br />
produzione ha registrato a luglio una diminuzione tendenziale <strong>del</strong> 18,2%<br />
mentre nei primi sette mesi la variazione, rispetto allo stesso periodo <strong>del</strong> 2008,<br />
è stata di -21%.<br />
La situazione <strong>del</strong> mercato varia comunque tra i diversi materiali, anche se tutti<br />
stanno risentendo <strong>del</strong>l’attuale crisi economica.<br />
Metalli<br />
Il mercato mondiale dei metalli ferrosi ha registrato negli ultimi anni una forte<br />
crescita <strong>del</strong>la domanda dei Paesi asiatici che hanno portato a 20 milioni di<br />
tonnellate l’importazione netta, mentre l’Europa si è assestata su<br />
un’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord America ha invece<br />
accresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate.<br />
TABELLA 25: Trend mercato mondiale dei materiali ferrosi recuperati<br />
ASIA<br />
EXP<br />
IMP<br />
EU 15<br />
EXP<br />
IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP<br />
IMP<br />
ASIA<br />
EXP-IMP<br />
EU 15<br />
EXP-IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP-IMP<br />
1995<br />
2.440.396<br />
20.354.022<br />
22.390.088<br />
23.168.234<br />
12.573.478<br />
3.690.905<br />
-17.913.626<br />
-778.146<br />
12.573.478<br />
2000<br />
8.228.151<br />
25.602.917<br />
23.892.552<br />
26.988.215<br />
7.699.507<br />
4.641.965<br />
-17.374.766<br />
-3.095.663<br />
7.699.507<br />
2005<br />
15.161.948<br />
44.130.323<br />
30.547.120<br />
33.368.702<br />
16.083.834<br />
5.448.928<br />
-28.968.375<br />
-2.821.582<br />
16.083.834<br />
2006<br />
14.862.317<br />
35.443.748<br />
34.786.398<br />
37.469.857<br />
18.829.432<br />
6.321.778<br />
-20.581.431<br />
-2.683.459<br />
18.829.432<br />
Fonte: Banca Contrade ONU<br />
71
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’Italia presenta un’importazione netta di oltre 5,6 milioni di tonnellate rottami<br />
di acciaio. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione<br />
(36% <strong>del</strong> totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34%<br />
<strong>del</strong> totale raccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il<br />
25-30% <strong>del</strong> totale viene importato. La raccolta differenziata urbana degli<br />
imballaggi incide per una minima parte (374 mila tonnellate).<br />
All’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong> il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,<br />
con un calo dei prezzi <strong>del</strong> rottame che ha indotto a una minore raccolta, con<br />
minore disponibilità di rottami sul mercato. I prezzi dei rottami <strong>del</strong>le lattine<br />
ferrose, da raccolta differenziata, pur in calo nei primi mesi <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, si sono<br />
riallineati ai prezzi iniziali <strong>del</strong> 2008, mentre i prezzi dei rottami vecchi sono<br />
decisamente diminuiti, nel primo semestre <strong>2009</strong>, rispetto ai prezzi dei primi mesi<br />
2008.<br />
La fase di profonda crisi <strong>del</strong> settore produttivo, che ha contraddistinto anche il<br />
primo semestre <strong>2009</strong>, continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni<br />
dei rottami ferrosi, che hanno proseguito la loro discesa anche nel primo<br />
semestre <strong>2009</strong>, come evidenziato nel Grafico 32.<br />
GRAFICO 32: Prezzi all’ingrosso metalli 2008 - <strong>2009</strong><br />
1.400<br />
1.200<br />
1.236<br />
1.181<br />
1.000<br />
930<br />
800<br />
600<br />
400<br />
665<br />
720<br />
620<br />
565<br />
730<br />
675<br />
786<br />
731<br />
875<br />
647<br />
592<br />
200<br />
0<br />
01-set<br />
01-ott<br />
01-nov<br />
01-dic<br />
01-gen<br />
01-feb<br />
01-mar<br />
01-apr<br />
01-mag<br />
01-giu<br />
01-lug<br />
01-ago<br />
01-set<br />
01-ott<br />
01-nov<br />
01-dic<br />
prezzo max<br />
prezzo min<br />
Fonte: CCIAA di Milano<br />
72
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Alluminio<br />
Nel mercato mondiale <strong>del</strong>l’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione netta<br />
di rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventata<br />
esportatrice netta insieme al Nord America.<br />
Tabella 26: Trend mercato mondiale <strong>del</strong>l’alluminio materia prima secondaria<br />
ASIA<br />
EXP<br />
IMP<br />
EU 15<br />
EXP<br />
IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP<br />
IMP<br />
ASIA<br />
EXP-IMP<br />
EU 15<br />
EXP-IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP-IMP<br />
1995<br />
343.042<br />
861.345<br />
1.094.190<br />
1.281.761<br />
593.299<br />
453.908<br />
-518.303<br />
-187.571<br />
139.391<br />
2000<br />
394.612<br />
1.244.840<br />
1.536.<strong>10</strong>0<br />
1.752.934<br />
725.684<br />
611.426<br />
-850.228<br />
-216.834<br />
114.258<br />
2005<br />
539.471<br />
4.067.153<br />
2.230.467<br />
1.927.332<br />
1.431.676<br />
609.201<br />
-3.527.682<br />
303.135<br />
822.475<br />
2006<br />
666.745<br />
2.975.143<br />
2.408.316<br />
2.300.250<br />
1.860.238<br />
635.306<br />
-2.308.398<br />
<strong>10</strong>8.066<br />
1.224.932<br />
Fonte: Banca Contrade ONU<br />
I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio<br />
<strong>2009</strong> rispetto ai primi mesi <strong>del</strong> 2008, in correlazione alla diminuzione <strong>del</strong> prezzo<br />
<strong>del</strong>l’alluminio. Dal mese di febbraio i prezzi dei principali listini, quali rottame da<br />
lattine per bevande e da imballaggi usati, hanno ricominciato ad aumentare.<br />
Carta e cartone<br />
Il mercato mondiale <strong>del</strong> macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescita<br />
<strong>del</strong>l’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20<br />
milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina.<br />
Tabella 27: Trend mercato mondiale <strong>del</strong> macero<br />
ASIA<br />
EXP<br />
IMP<br />
EU 15<br />
EXP<br />
IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP<br />
IMP<br />
ASIA<br />
EXP-IMP<br />
EU 15<br />
EXP-IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP-IMP<br />
1995<br />
1.050.039<br />
4.982.569<br />
7.506.884<br />
7.407.155<br />
<strong>10</strong>.005.575<br />
2.577.930<br />
-3.932.530<br />
99.729<br />
7.427.645<br />
2000<br />
1.714.464<br />
11.188.121<br />
<strong>10</strong>.236.481<br />
8.547.767<br />
<strong>10</strong>.914.575<br />
3.328.724<br />
-9.473.657<br />
1.688.714<br />
7.585.851<br />
2005<br />
5.679.798<br />
24.218.662<br />
16.991.393<br />
<strong>10</strong>.713.084<br />
15.779.991<br />
2.706.623<br />
-18.538.864<br />
6.278.309<br />
13.073.368<br />
2006<br />
5.907.009<br />
26.601.195<br />
18.619.302<br />
11.831.075<br />
16.939.214<br />
2.483.812<br />
-20.694.186<br />
6.788.227<br />
14.455.402<br />
Fonte: Banca Contrade ONU<br />
73
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 33: Prezzi <strong>del</strong> macero per tipologie 2007-<strong>2009</strong> (€)<br />
Nel 2008 L’Europa ha accresciuto l’esportazione netta di macero portandola a<br />
<strong>10</strong>,5 milioni di tonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo <strong>del</strong> macero in costante<br />
crescita negli ultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.<br />
Nella situazione di recessione mondiale i prezzi <strong>del</strong>la carta da macero hanno<br />
segnato un calo generalizzato nel 2008, sia per il calo <strong>del</strong>la domanda mondiale<br />
sia per la crescita <strong>del</strong>l’offerta <strong>del</strong>la raccolta. In Italia la raccolta differenziata<br />
urbana risulta in aumento, la capacità di riciclaggio non ha coperto<br />
completamente l’offerta, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nette di<br />
macero in particolare verso la Cina e i Paesi <strong>del</strong> Medio Oriente.<br />
Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente <strong>del</strong>la forte crisi di<br />
domanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti <strong>del</strong>la<br />
prosecuzione <strong>del</strong> processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerose<br />
soste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte e<br />
cartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli, già in<br />
calo, <strong>del</strong>lo scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi <strong>del</strong>l’anno la perdita produttiva,<br />
rispetto all’analogo periodo 2008, sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domanda<br />
senza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati <strong>del</strong>l’indagine relativi agli<br />
ordini, continuano a risentire le quotazioni medie dei prodotti <strong>del</strong>le cartiere, in calo<br />
ormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto ai corrispondenti<br />
periodi 2008: per il fatturato complessivo <strong>del</strong> settore il calo tendenziale è collocabile<br />
intorno al 21% in questa prima metà <strong>del</strong>l’anno.<br />
300<br />
250<br />
200<br />
150<br />
<strong>10</strong>0<br />
50<br />
0<br />
255<br />
2<strong>10</strong><br />
<strong>10</strong>5<br />
87<br />
54<br />
32<br />
07-mar<br />
07-mag<br />
07-lug<br />
07-set<br />
260<br />
218<br />
120<br />
<strong>10</strong>3<br />
70<br />
47<br />
07-nov<br />
270<br />
218<br />
135<br />
92<br />
60<br />
35<br />
08-gen<br />
08-mar<br />
270<br />
218<br />
140<br />
94<br />
55<br />
35<br />
08-mag<br />
08-lug<br />
08-set<br />
250<br />
203<br />
130<br />
77<br />
20<br />
5<br />
08-nov<br />
09-gen<br />
200<br />
165<br />
<strong>10</strong>0<br />
09-mar<br />
195<br />
160<br />
95<br />
09-mag<br />
09-lug<br />
09-set<br />
215<br />
170<br />
<strong>10</strong>5<br />
40 40<br />
35<br />
0 <strong>10</strong><br />
35<br />
0<br />
8<br />
refili bianchi carta da giornale bianca refili misti colorati<br />
giornali invenduti carta e cartoni misti selezionati carta e cartoni misti<br />
Fonte: Paperweb<br />
74
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Plastiche<br />
Anche il mercato <strong>del</strong>la plastica recuperata ha visto un forte aumento<br />
<strong>del</strong>l’importazione netta dei Paesi asiatici arrivata ad oltre 4,5 milioni di tonnellate<br />
nel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,<br />
attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando lo stesso<br />
Nord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 mila<br />
tonnellate.<br />
Tabella 28: Trend mercato mondiale <strong>del</strong>la plastica materia prima secondaria<br />
ASIA<br />
EXP<br />
IMP<br />
EU 15<br />
EXP<br />
IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP<br />
IMP<br />
ASIA<br />
EXP-IMP<br />
EU 15<br />
EXP-IMP<br />
NORD AMERICA<br />
EXP-IMP<br />
1995<br />
1.368.903<br />
2.022.440<br />
636.611<br />
528.229<br />
395.668<br />
300.778<br />
-653.537<br />
<strong>10</strong>8.382<br />
94.890<br />
2000<br />
2.150.225<br />
4.049.631<br />
1.077.936<br />
731.930<br />
601.468<br />
482.308<br />
-1.899.406<br />
346.006<br />
119.160<br />
2005<br />
5.028.418<br />
8.796.150<br />
2.453.563<br />
1.070.797<br />
1.071.775<br />
682.577<br />
-3.767.732<br />
1.382.766<br />
389.198<br />
2006<br />
5.975.039<br />
<strong>10</strong>.543.466<br />
2.854.990<br />
1.308.031<br />
1.284.309<br />
767.335<br />
-4.568.427<br />
1.546.959<br />
516.974<br />
Fonte: Banca Contrade ONU<br />
I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultima<br />
parte <strong>del</strong> 2008, con -50%, dei principali polimeri.<br />
Con la caduta <strong>del</strong>le quotazioni <strong>del</strong>le plastiche riciclate, il valore <strong>del</strong>le plastiche<br />
raccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong><br />
petrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo <strong>del</strong>la plastica<br />
riciclata e il settore <strong>del</strong> riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio la<br />
sostenibilità economica <strong>del</strong> sistema di recupero.<br />
Perciò, all’inizio <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, il forte calo <strong>del</strong>la domanda di materie plastiche<br />
riciclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisi<br />
sulla fase <strong>del</strong> recupero.<br />
La complessità <strong>del</strong> riciclaggio meccanico e chimico dei polimeri raccolti sta<br />
portando a valutare nuovi metodi di recupero quali il feed-stock recycling, via<br />
percorsa da tempo in Germania (nel feed-stock con idrogenazione,<br />
gassificazione e pirolisi, si trasformano le plastiche in oli e gas da usare come<br />
additivi nelle acciaierie).<br />
75
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 34: Prezzi all’ingrosso plastiche, resine 2008/<strong>2009</strong><br />
1.600<br />
1.400<br />
1.200<br />
1.000<br />
800<br />
600<br />
1.390<br />
1.340<br />
1.250<br />
1.200<br />
850 850<br />
800<br />
800<br />
930<br />
880<br />
950<br />
900<br />
1.070<br />
1.020<br />
400<br />
200<br />
0<br />
01-set<br />
01-ott<br />
01-nov<br />
01-dic<br />
01-gen<br />
01-feb<br />
01-mar<br />
01-apr<br />
01-mag<br />
01-giu<br />
01-lug<br />
01-ago<br />
01-set<br />
Serie 1 Serie 2<br />
Fonte: CCIAA Milano<br />
76
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Vetro<br />
A livello europeo, dall’inizio <strong>del</strong>la crisi <strong>del</strong> 2008 il settore <strong>del</strong> vetro ha registrato<br />
una reazione immediata con un calo <strong>del</strong>la produzione che ha creato una<br />
situazione molto critica nel comparto.<br />
Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo <strong>2009</strong> la domanda di prodotti di vetro è<br />
crollata improvvisamente, e non solo per i contenitori ma anche per il vetro<br />
piano, legato al settore edile e automobilistico.I produttori di vetro hanno ridotto<br />
la loro produzione in alcuni Paesi <strong>del</strong> 15% fino al 40%.<br />
In Italia la produzione di vetro rimane in costante crescita dal 1998. Anche il<br />
2008 ha registrato una leggera crescita rispetto al 2007<br />
TABELLA 29:<br />
<strong>Produzione</strong> di vetro nei principali Paesi europei (000/ton)<br />
1998 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Francia 3.785 3.731 3.784 3.828 3.743 3.572<br />
Germania 4.323 4.<strong>10</strong>5 3.895 3.885 4.080 4.141<br />
Italia 3.046 3.582 3.543 3.549 3.620 3.673<br />
Polonia 8<strong>10</strong> 1.041 1.088 1.119 1.230 1.230<br />
Portogallo 762 1.015 1.024 1.095 1.231 1.252<br />
Spagna 1.816 2.070 2.143 2.148 2.222 2.145<br />
Regno Unito 1.852 1.977 2.081 2.159 2.244 2.161<br />
Totale 16.394 17.521 17.558 17.783 18.370 18.174<br />
Fonte: FEVE<br />
77
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 35: <strong>Produzione</strong> di vetro nei principali Paesi Europei (000/ton)<br />
5.000<br />
4.500<br />
4.000<br />
3.500<br />
3.000<br />
2.500<br />
2.000<br />
1.500<br />
1.000<br />
500<br />
0<br />
1998 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Germania Francia Italia Spagna Regno Unito Polonia<br />
Portogallo<br />
Fonte: FEVE<br />
La crisi internazionale ha prodotto una crisi nel settore <strong>del</strong> riciclaggio <strong>del</strong> vetro, ed<br />
essendo la raccolta <strong>del</strong> vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formati<br />
degli extra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi <strong>del</strong>la<br />
domanda.<br />
Nel 2008 in Italia il riciclo ha raggiunto 1,8 milioni di tonnellate, di cui 1,39 milioni<br />
provenivano dalla raccolta differenziata <strong>del</strong>le bottiglie. Le importazioni di contenitori<br />
recuperati sono state di 202 mila tonnellate, e di 242mila tonnellate di vetro piano<br />
recuperato. Le importazioni tendono comunque a diminuire negli anni.<br />
In Italia la struttura <strong>del</strong> settore vetrario, molto concentrato e relativamente non<br />
aperto, ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi di<br />
fine 2008.<br />
I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio <strong>del</strong> 2008<br />
al <strong>2009</strong>.<br />
78
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 36:<br />
Prezzi dei rottami di vetro in Italia 2008 - <strong>2009</strong> (€/ton)<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
08-gen<br />
08-mar<br />
08-mag<br />
08-lug<br />
08-set<br />
08-nov<br />
09-gen<br />
09-mar<br />
rottame bianco pronto forno<br />
rottame colore misto pronto forno<br />
rottame vetro misto<br />
Fonte: CCIAA MILANO<br />
79
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ELENCO DELLE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINE<br />
<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> SULLE PIATTAFORME DI RECUPERO<br />
A.C.E.M. AZIENDA CONSORTILE ECOLOGICA MONREGALESE<br />
Località Beinale, 12060 MAGLIANO ALPI (CN) Piemonte<br />
acem@mtrade.com - Tel. 0174/47140 - Fax 0174/40187<br />
ACOVIS S.r.l.<br />
Via L. Galvani, 85 - 36066 SANDRIGO (VI) Veneto<br />
acovis.srl@telemar.it<br />
amministrazione@soraris.it - Tel. 0444/658864 - Fax 0444/75<strong>10</strong>09<br />
AKRON (EX CIR SECCO S.p.a.)<br />
Via Traversagno, 30 - 48022 LUGO (RA) Emilia Romagna<br />
Tel. 0545/40512 - Fax 0545/42072<br />
AKRON (GIÀ SELECTA S.p.a.)<br />
Via Raibano, 32 - 47853 CORIANO (RN) Emilia Romagna<br />
selecta.rn@virgilio.it - Tel. 0541/657480 - Fax 0541/657818<br />
AKRON S.p.a. (MODENA)<br />
Via Caruso, 11- 41<strong>10</strong>0 MODENA (MO) Emilia Romagna<br />
roberto.bonvicini@akron-ambiente.it - Tel. 059/2515554 - Fax 059/254838<br />
AKRON S.p.a. (EX DIRAMA S.r.l.)<br />
(MORDANO) Via Molino Rosso, 8 - 40026 IMOLA (BO) Emilia Romagna<br />
selecta@cirambiente.it - Tel. 0542/621411 - Fax 0542/621453<br />
ALFA EDILE S.r.l. - IN LIQUIDAZIONE<br />
Via Nobel, 16 - 72<strong>10</strong>0 BRINDISI (BR) Puglia<br />
alfaedile@llibero.it - Tel. 0831/575057 - Tel. 0831/575037<br />
ANCA PLASTICA<br />
Via Cannola al Trivio, 24/26 - 80141 NAPOLI (NA) Campania<br />
ancaplastica@virgilio.it - Tel. 081/7806680 - Fax 081/7800967<br />
ANDREONI MARCELLO S.a.s.<br />
Via Mendosio, 32 - 20081 ABBIATEGRASSO (MI) Lombardia<br />
andreoni.sas@libero.it -Tel. 02/9462128 - Fax 02/94960190<br />
ARGECO S.r.l.<br />
Via N. Copernico, 17/A - 44011 ARGENTA (FE) Emilia Romagna<br />
paoloroi@argeco.it - www.argeco.it - Tel. 0532/804507 - Fax 0532/319392<br />
ASSA S.p.a.<br />
Via Cavallari, 18 - 28<strong>10</strong>0 NOVARA (NO) Piemonte<br />
assa@assa.it www.assa.it - Tel. 0321/48381 - Fax 0321/483852<br />
AVE ROTTAMIX S.r.l.<br />
Zona Artigianale Pillhof, 83 - 39057 APPIANO SULLA STRADA DEL VINO - EPPAN AN DER WEINSTRASSE (BZ) Trentino Alto Adige<br />
info@rottamix.it - Tel. 0471/631235 - Fax 0471/633991<br />
B.N.G. S.a.s.<br />
S.S. 407 Basentana, Km 75 - C.da Pantaniello 75013 FERRANDINA (MT) Basilicata<br />
bng.iula@virgilio.it - Tel. 0835/757012 - Fax 0835/755607<br />
80
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
BENFANTE S.r.l.<br />
Via Braia, 57 - 16019 RONCO SCRIVIA (GE) Liguria<br />
www.benfante.it - Tel. 0<strong>10</strong>/9640401 - Fax 0<strong>10</strong>/9640565<br />
BENFANTE S.r.l.<br />
Strada Savonesa, 8 - 15050 TORROTA (AL) Liguria<br />
www.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913<br />
BENFANTE S.r.l.<br />
Via Voghera, 59 - 15052 CASALNOCETO (AL) Liguria<br />
www.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913<br />
BERGADANO DI BERGADANO CANDIDO & C. S.a.s.<br />
Via <strong>del</strong> Mosso, 14 - 13894 - GAGLIANICO (BI) Piemonte<br />
c.bergadano@tiscali.it - Tel. 015/542469 - Fax. 015/542469<br />
BO ANTONIO<br />
Strada <strong>del</strong>la Pronda, 37 - <strong>10</strong>142 TORINO (TO) Piemonte<br />
Tel. 011/706676 - Fax 011/7708875<br />
BUFFA GUGLIELMA<br />
Via di Ponte, snc - 19038 SARZANA (SP) Liguria<br />
Tel. 0187/621337 - Fax 0187/621503<br />
C.B.R.C. S.r.l.<br />
Via <strong>del</strong>l'industria, 38 - 40131 BOLOGNA (BO) Emilia Romagna<br />
info@cbrc.it / g.forni@cbrc.it - www.cbrc.it - Tel. 051/6012368 - Fax 051/60<strong>10</strong>408<br />
C.D.C. S.n.c.<br />
Zona Industriale di San Salvo 66050 SAN SALVO (CH) Abruzzo<br />
cadiclem@tin.it - Tel. 0873/547924 - Tel. 0873/549386<br />
C.E.R.M.E.C.<br />
Viale Eugenio Chiesa, 2 - 54<strong>10</strong>0 MASSA-CARRARA (MS) Toscana<br />
umbertoballoni@cermec.it - Tel. 0585/489176 - Fax 0585/488635<br />
C.M.T S.p.a.<br />
Strada Castello di Mirafiori, 320 - <strong>10</strong>135 TORINO (TO) Piemonte<br />
info@cmtspa.it - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264<br />
C.M.T S.p.a.<br />
Via Don Bosco, 42 - <strong>10</strong>144 TORINO (TO) Piemonte<br />
info@cmtspa.it - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264<br />
CALABRA MACERI E SERVIZI S.p.a.<br />
Contrada Cutura 87036 - RENDE (CS) Calabria<br />
info@calabramaceri.it - www.calabramaceri.it - Tel. 0984/446267 - Fax 0984/446287<br />
CALCINA INIZIATIVE AMBIENTALI S.r.l.<br />
Via Caboto, 23 - 34147 TRIESTE (TS) Friuli Venezia Giulia<br />
Giulia info@calcina.com - Tel. 040/822224 - Fax 040/381376<br />
CAMILOT ERMINIO S.a.s.<br />
Corso Italia, 98 - 33050 RONCHIS (UD) Friuli Venezia Giulia<br />
camilot@inwind.it - Tel. 0431/56022 - Tel. 0431/567914<br />
81
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
CARPLAST S.r.l.<br />
Via Trieste, 24 - 27029 VIGEVANO (PV) Lombardia<br />
carplast.2003@libero.it - Tel. 0381/78815 - Fax 0381/694001<br />
CARTAFIN<br />
Via Valle Po, 92 - 12<strong>10</strong>0 CUNEO (CN) Piemonte<br />
cartafin@libero.it - Tel. 0171/411791 - Fax 0171/411791<br />
CARTAMACERO S.a.s.<br />
Strada <strong>del</strong> Fortino, 12 <strong>10</strong><strong>10</strong>0 TORINO (TO) Piemonte<br />
cartamacero@eutelia.com - Tel. 011/4362696 - Fax 011/4364715<br />
CARTONFER S.n.c. DI S.& R.<br />
CASAGRANDE Via Piemonte, 5 - 3<strong>10</strong>29 VITTORIO VENETO (TV) Veneto<br />
carton180@cartonfer.191.it - Tel. 0438/500352 - Fax 0438/500294<br />
CARUTER COSTRUZIONI S.a.s. DI CARUSO GIUSEPPINA & C.<br />
Via Trento, 159 - 98061 BROLO (ME) Sicilia<br />
caruter.ambiente@libero.it - www.caruter.com - Tel. 0941/561284 - Fax 0941/561284<br />
CASINELLI UGO<br />
Via Newton, snc - Zona Industriale 3036 - AVEZZANO (AQ) Abruzzo<br />
info@centroriciclo.it - www.centroriciclo.it - Tel. 0863/509294 - Fax 0863/489504<br />
CENTRO RACCOLTA RECUPERO VETRO<br />
Via Papa Giovanni XXVIII, 24 - 70059 TRANI (BA) Puglia<br />
www.centroraccoltavetro.it - Tel. 0883/580301 - Fax 0883/580241<br />
CENTRO RECUPERO TREVIGIANO S.n.c.<br />
Via Pizzocchera, 35 - 3<strong>10</strong>40 CAMPODIPIETRA SALGAREDA (TV) Veneto<br />
crtbonora@libero.it - Tel. 0422/804128 - Fax 0422/804138<br />
CERRONI DINO & FIGLI S.n.c.<br />
Località Casa Nuova - Pantaneto, 97/a - 52035 MONTERCHI (AR) Toscana<br />
info@cerronisnc.it - www.cerronisnc.it - Tel. 0575/70797 - Fax 0575/70193<br />
CON.SER.V.C.O.<br />
Via Per Gravellona Toce - Località Prato Michelaccio 28802 MERGOZZO (VB) Piemonte<br />
ufficioacquisti@conservco.it - danielepasquali@conservco.it - www.conservco.it - Tel. 0323/518711 - Fax 0323/556347<br />
COSMARI<br />
Località Piane di Chienti 62029 - TOLENTINO (MC) Marche<br />
cosmari@cosmari.sinp.net - www.cosmari.sinp.net - Tel. 0733/203504 - Fax 0733/204014<br />
D'ANGELO VINCENZO S.r.l.<br />
S.S. 113 Km. 331 - 9<strong>10</strong>11 CONTRADA VIRGINI (TP) Sicilia<br />
info@dangelovincenzo.it - www.dangelovincenzo.it - Tel. 0924/501723 - Fax 0924/507777<br />
DBP S.r.l.<br />
Via <strong>del</strong> Fosso Di Santo Spirito, 92 - 00135 ROMA (RM) Lazio<br />
gi.persi@inwind.it - Tel. 06/30998167 - Fax 06/30995455<br />
DIFE<br />
Via Vecchia Provinciale Lucchese, 53 - 5<strong>10</strong>30 SERRAVALLE PISTOIESE (PT) Toscana<br />
info@dife.it - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520<br />
82
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
DIFE<br />
Via Alfieri, 90/92 - 5<strong>10</strong>37 MONTALE (PT) Toscana<br />
info@dife.it - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520<br />
DITTA MATTEO SPAGNUOLO S.n.c.<br />
Via Arpi, 6 - 7<strong>10</strong>43 MANFREDONIA (FG) Puglia<br />
spagnuolo.ecologia@tiscali.it - Tel. 0884/543382 - Fax 0884/549714<br />
DTV DELLA TORRE & VENEZIANO<br />
Vicolo Pian Due Torri, 60 - 00146 ROMA (RM) Lazio<br />
info@dtv.it - www.dtv.it - Tel. 06/5501313 - Fax 06/55280865<br />
E.C.O.L.FER S.n.c.<br />
Via Lino Zecchetto, 8 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) Veneto<br />
info@ecolfer.com - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645<br />
E.C.O.L.FER S.n.c.<br />
Via Lino Zecchetto, 29/31 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) Veneto<br />
info@ecolfer.com - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645<br />
ECO ELPIDIENSE S.r.l.<br />
Strada Prov.le Sant'Elpidio, 28 - 63018 PORTO S. ELPIDIO (AP) Marche<br />
info@ecoelpidiense.it - www.ecoelpidiense.it - Tel. 0734/900126 - Fax 0734/900126<br />
ECOLIT S.r.l.<br />
Zona Artigianale - Località Cugno - Capannone "0" 95040 - CAMPOROTONDO ETNEO (CT) Sicilia<br />
info@ecolit.it - amministrazione@ecolit.it - www.ecolit.it - Tel. 095/7132047 - Fax 095/7132047<br />
ECOLOGIA OGGI S.r.l.<br />
Località Mastrobruno LAMEZIA TERME (CZ) Calabria<br />
info@ecologiaoggi.it - Tel. 0968/442032 - Fax 0968/201472<br />
ECOSYSTEM S.p.a.<br />
Via <strong>del</strong>la Solforata Km <strong>10</strong>,750 - 00040 POMEZIA (RM) Lazio<br />
info@ecosystemspa.com - www.ecosystemspa.com - Tel. 06/9<strong>10</strong>0638 - Fax 06/9<strong>10</strong>0643<br />
ELITE AMBIENTE S.r.l. (SOCIO CO.RE.VI.)<br />
Via Pigafetta, 38 - 36040 GRISIGNANO DI ZOCCO (VI) Veneto<br />
info@eliteambiente.it - www.eliteambiente.it - Tel. 0444/415230 - Fax 0444/414976<br />
EMILIANA ROTTAMI S.p.a.<br />
Via Verdi, 26 - 4<strong>10</strong>18 SAN CESARIO SUL PANARO (MO) Emilia Romagna<br />
info@emiliana-rottami.it - Tel. 059/930402 - Fax 059/930009<br />
ERASMI PIETRO & C. S.n.c.<br />
Via Papa Giovanni XVIII, 24 - 22040 ALZATE BRIANZA (CO) Lombardia<br />
brunoerasmi@yahoo.it - Tel. 031/632335 - Fax 031/6348091<br />
EREDI DI MASTROIANNI BENITO & C. S.n.c.<br />
Via Rio Galletto, 17 - 17<strong>10</strong>0 - SAVONA (SV) Liguria<br />
recupmastro@libero.it - Tel. 019/862194 - Fax 019/862529<br />
EUROVETRO<br />
Via I Maggio, 12 - 2<strong>10</strong>40 ORIGGIO (VA) Lombardia<br />
info@eurovetro.com - Tel. 02/96731512 - Fax 02/96731283<br />
83
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
F.LLI GARGIULO S.a.s.<br />
Via Boggia, 13 - 28013 BORGO MANERO (NO) Piemonte<br />
antonio.gargiulo@jumpy.it - www.flligargiulo.it - Tel. 0322/880545 - Fax 0322/838049<br />
F.LLI LONGO S.r.l. (SOCIO CO-RE)<br />
Via Rosa Luxemburg, 4 - 420<strong>10</strong> RIO SALICETO (RE) Emilia Romagna<br />
amministrazione@fratelli.longo.it - www.fratellilongo.it - Tel. 0522/648194 - Fax 0522/699925<br />
F.LLI TRIVELLATO S.n.c.<br />
Via Guizze, 5 - 35012 CAMPOSAMPIERO (PD) Veneto<br />
trivellatoflli@virgilio.it - Tel. 049/9301928 - Fax 049/9301411<br />
FG RICICLAGGI<br />
Via Stalingrado - Fraz. Bragno 17014 - CAIRO MONTENOTTE (SV) Liguria<br />
Tel. 019/505518 - Fax 019/5090001<br />
FG RICICLAGGI<br />
Regione Enesi, 4 – Fraz. Bastia 17031 ALBENGA (SV) Liguria<br />
Tel. 0182/20536 - Fax 0182/21687<br />
FG RICICLAGGI<br />
Via Caravaggio, 4 - 17<strong>10</strong>0 SAVONA (SV) Liguria<br />
Tel. 019/2302274 - Fax 019/2303861<br />
FINCOM ITALIA<br />
Via A. Vespucci, 7 - 46030 MANTOVA (MN) Lombardia<br />
info@fincomecologia.it - Tel. 0376/302470 - Fax 0376/302670<br />
FINI S.n.c. DI TONIONI ANITA & C.<br />
Via 2 Giugno, 9 - 40011 ANZOLA DELL'EMILIA (BO) Emilia Romagna<br />
fini_snc@fastwebnet.it - Tel. 051/734003 - Fax 051/734003<br />
FLLI PALMIERI S.r.l.<br />
Viale Brianza, 95 - <strong>2009</strong>3 COLOGNO MONZESE (M) Lombardia<br />
Lombardia palmieri@fratellipalmieri.it - www.fratellipalmieri.it - Tel. 02/2541523 - Fax 02/27300654<br />
FUTURA RECUPERI S.r.l.<br />
Via Canove, 4 - 350<strong>10</strong> TREBASELEGHE (PD) Veneto<br />
futura.recuperi@libero.it - Tel. 049/9378083 - Fax 049/9375077<br />
G.A.I.A. S.p.a.<br />
Polo di Trattamento Dei Rifiuti - Fraz. Quarto Inferiore 273/b 14<strong>10</strong>0 ASTI (AT) Piemonte<br />
info@gaia.at.it - Tel. 0141/476703 - Fax 0141/470368<br />
G.E.O.S. S.r.l.<br />
Salita Trieste, <strong>10</strong> - 75018 STIGLIANO (MT) Basilicata<br />
Tel. 0835/568428 - Fax 0835/568428<br />
GALATEA MACERO<br />
Zona Industriale - 73044 GALATONE (LE) Puglia<br />
cartadamacerogalatea@libero.it - Tel. 0833/832175 - Fax 0833/832175<br />
GE.S.ECO. SNC DI VIVENTI L. & C.<br />
Fraz. Osteria <strong>del</strong> Gatto - 6022 FOSSATO DI VICO (PG) Umbria<br />
viventi@tiscali.it - Tel. 075/919196 - Fax 075/9190168<br />
84
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GHIRARDI S.r.l.<br />
Strada Martinella, 76/a 430<strong>10</strong> LOC. ALBERI - PARMA (PR) Emilia Romagna<br />
info@ghirardicarta.it - www.ghirardicarta.it - Tel. 0521/251393 - Fax 0521-924459<br />
GV MACERO S.p.a.<br />
Via G. Garibaldi, 261/a - 24066 PEDRENGO (BG) Lombardia<br />
info@gvmacero.it - www.gvmacero.it - Tel. 035/661116 - Fax 035/655693<br />
HIDRO ECOLOGIC LINE S.a.s.<br />
Villa San Giovanni - Zona Industriale 89018 - REGGIO CALABRIA (RC) Calabria<br />
hidro1961@libero.it - Tel. 0965/797895 - Fax. 0965/797895<br />
ITALMACERI S.r.l.<br />
Via Caduti Sul Lavoro, 16 - 60131 ANCONA (AN) MARCHE<br />
info@italmacero.it - Tel. 071/2861617 - Fax 071/2861789<br />
ITALMACERI S.r.l.<br />
Strada Lanzo, 237 - <strong>10</strong>148 TORINO (TO) Piemonte<br />
info@italmaceri.it - Tel. 011/2282911 - Fax 011/2260890<br />
ITALMACERI S.r.l.<br />
Via Torricelli, 12/14/16 - 20089 ROZZANO (TO) Piemonte<br />
Tel. 02/8922091<br />
LA CAMPANIA MACERO S.n.c.<br />
S.S. Sannitica, 87 - Km.8+540 - 80026 CASORIA (NA) Campania<br />
giuseppemoffa@libero.it - lacampaniamacero@alice.it - Tel. 081/7583015 - Fax 081/7570644<br />
LA VETRI S.r.l.<br />
Via Roma Nord, 207 - 46020 VILLA POMA (MI) Lombardia<br />
lavetri@lavetri.it - www.lavetri.it - Tel. 0386/864<strong>10</strong>1 - Fax 0386/864093<br />
LA VETRO SUD S.a.s.<br />
Contrada Canne Masche, snc - 90018 PALERMO (PA) Sicilia<br />
lvs@lvs.it - www.lvs.it - Tel. 091/8140918 - Fax 091/8140766<br />
LANGELLA MARIO S.r.l.<br />
Via Palazziello, 70 - 80040 VOLLA (NA) Campania<br />
langmar@tin.it - www.langellamario.it - Tel. 081/7742825 - Fax 081/7742235<br />
LAZIO MACERI S.r.l.<br />
Via Silicella, 152 - 00169 ROMA (RM) Lazio<br />
info@laziomaceri.it - laziomaceri@libero.it - www.laziomaceri.it - Tel. 06/261<strong>10</strong>4 - Fax 06/2674040<br />
M.ECO.RI.S. S.r.l.<br />
Via Asi, 4 - 03<strong>10</strong>0 FROSINONE (FR) Lazio<br />
www.mecoris.it - Tel. 0775/84<strong>10</strong>54 - Fax 0775/837674<br />
MAINARDO S.r.l.<br />
Via IX Agosto, 15 - 34170 GORIZIA (GO) Friuli Venezia Giulia<br />
mainardosrl@gmail.com - Tel. 0481/538004 Fax 0481/538031<br />
MANTINI S.r.l.<br />
Via Aterno, 1 - 66013 CHIETI SCALO (CH) Abruzzo<br />
mantinicarta@tin.it - www.mantinisrl.it - Tel. 0871/574201 - Fax 0871/564381<br />
85
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
MAURI EMILIO S.r.l.<br />
Via Per Velasca, Località San Carlo 20040 - USMATE VELATE (MI) Lombardia<br />
mauriemi@mauriemiliosrl.191.it - Tel. 039/6889148 - Fax 039/6754937<br />
MINCIONI AMBIENTE S.r.l.<br />
Via L. Dari, 31 64018 - TORTORETO (TE) Abruzzo<br />
info@mincioniambiente.it - www.mincioniambiente.it - Tel. 0861/788375 - Fax 0861/788375<br />
MONTELLO S.p.a.<br />
Via Fabio Filzi, 5 - 24060 MONTELLO (BG) Lombardia<br />
segreteria@montello-spa.it - Tel 035/689215 - Fax 035/681366<br />
MORANZONI S.n.c.<br />
Via Dei Prati, 20 - 21<strong>10</strong>0 SCHIRANNA (VA) Lombardia<br />
moranzoni@moranzoni.it - www.moranzoni.it - Tel. 0332/329885 - Fax 0332/329326<br />
MOSER MARINO & FIGLI S.r.l.<br />
Via Galileo Galilei, 37/1- 38015 LAVIS (TN) Trentino<br />
amministrazione@mosermacero.it - www.mosermacero.it - Tel. 0461/245264 - Fax 0461/240219<br />
NAPPI SUD S.p.a.<br />
Via Variante S.S. 18, 55 84091 BATTIPAGLIA (SA) Campania<br />
info@nappisud.com - www.nappisud.com - Tel. 0828/673487 - Fax 0828/673487<br />
NUOVA METALCARTA S.r.l.<br />
Viale Etruria, 5 - 50142 FIRENZE (FI) Toscana<br />
metalcarta1@libero.it - Tel. 055/7321713 - Fax 055/7321551<br />
PEDEMONTANA SOC. COOP. SOCIALE<br />
Via Battisti C/O Studio Pisani - Pal. Della Paolera - 8<strong>10</strong>16 PIEDIMONTE MATESE (CE) Campania<br />
pedemontanascarl@gmail.com - efycar@tin.it - Tel. 0823/914317 - Fax 0823/784869<br />
PELLICANO VERDE Soc. Coop. a r.l.<br />
Via Appia - 85054 MURO LUCANO (PZ) Calabria<br />
Basilicata segreteria@pellicanoverde.it - Tel. 097/671745 - Fax 0976/723119<br />
PORCARELLI GINO<br />
Via Rocca Cencia, 301 - 00132 ROMA (RM) Lazio<br />
info@porcarelli.net - www.porcarelli.net - Tel. 06/220241 - Fax 06/2262462<br />
R.C.M. DI CESARETTI & C. S.n.c.<br />
S.S. 326 Est, 181 - 53040 ACQUAVIVA DI MONTEPULCIANO (SI) Toscana<br />
Tel. 337/269397 - Fax 0578/767758<br />
RECUPERI GENERALI MEDITERRANEI S.r.l.<br />
Zona Industriale Camponeta - 07030 MUROS (SS) Sardegna<br />
rgm@email.it - Tel. 079/3402061- Fax 079/3402254<br />
RECUPERI PUGLIESI<br />
Contrada Gammarola, 3 - 70026 MODUGNO (BA) Puglia<br />
annamariaschino@recuperipugliesi.it - www.recuperipugliesi.it - Tel. 080/5354906 - Fax 080/5321785<br />
RECUPERI SUD<br />
Viale Emilia, 96/a 88060 SANTA MARIA DI CATANZARO (CZ) Calabria<br />
Calabria recuperisudcz@libero.it - Tel. 0961/764065 - Fax 0961/764065<br />
86
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
REVET S.p.a.<br />
Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 - EMPOLI (FI) Toscana<br />
info@revet.com - entipubblici@revet.com - Tel. 0587/271201 - Fax 0587/294314<br />
REVET VETRI S.r.l.<br />
Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 EMPOLI (FI) Toscana<br />
info@revet.com - Tel. 0571/944155 - Fax 0571/8<strong>10</strong>51<br />
RIECO S.r.l.<br />
Via Stephenson, <strong>10</strong>0 - 20157 MILANO (MI) Lombardia<br />
info@ri-eco.com - www.ri-eco.com - Tel. 02/3320301 - Fax 02/33203040<br />
ROMANA MACERI S.p.a.<br />
Via Lucrezia Romana, 85 - 00043 CIAMPINO (RM) Lazio<br />
info@romamaceri.it - www.romamaceri.it - Tel. 06/7932841 - Fax 06/7916613<br />
ROVERE<br />
Via <strong>del</strong>le Cosmee, 211/213 - Zona Industriale Santa Palomba - 00040 ROMA (RM) Lazio<br />
rovere.srl@libero.it - Tel. 06/39732965 - Fax 06/39733013<br />
S.E.A.P. S.r.l.<br />
Zona Industriale Area A.S.I. - 92<strong>10</strong>0 AGRIGENTO (AG) Sicilia<br />
seap@seapgroup.it - www.seapgroup.it - Tel. 0922/441491- Fax 0922/441492<br />
S.K.M. DI SIVIERO KATIA & C. S.n.c.<br />
Via E. Fermi, 16 28<strong>10</strong>0 NOVARA (NO) Piemonte<br />
skmsnc@libero.it - Tel. 0321/391479 - Fax 0321/390712<br />
SAIANI GIACOMO<br />
Via Giorgio La Pira, 18 - 25020 FLERO (BS) Lombardia<br />
amministrazione@saiani.com - www.saiani.com - Tel. 030/2640528 - Fax 030/2540014<br />
SI.RE.IN. DI CITARDA MARIA ROSARIA<br />
Via Buzzanca, 90 - 90<strong>10</strong>0 PALERMO (PA) Sicilia<br />
sirein2@libero.it - Tel. 091/202292 - Fax 091/202292<br />
SICULA CICLAT Soc. Coop. a r.l.<br />
Zona Industriale San Cataldo Scalo - 93<strong>10</strong>0 SAN CATALDO (CL) Sicilia<br />
g.riggi@siculaciclat.it - www.siculaciclat.it - Tel. 0934/569739 - Fax 0934/569763<br />
SPECIAL TRASPORTI S.r.l.<br />
Via Labriola, 6 - 400<strong>10</strong> SALA BOLOGNESE (BO) Emilia Romagna<br />
beta@betambiente.it - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873700 - Fax 051/6814744<br />
SPECIALTRASPORTI S.r.l.<br />
Via <strong>del</strong> Lavoro, 8 - 40061 MINERBIO (BO) Emilia Romagna<br />
beta@betambiente.it - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873790 - Fax 051/6873796<br />
T.E.O.R.E.M.A. S.p.a.<br />
Via per Sammichele - Z.I. 70021 ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA) Puglia<br />
info@teoremaspa.it - www.teoremaspa.it - Tel. 080/769958 - Fax 080/762980<br />
TECNO RECUPERI S.r.l.<br />
Via Brescia, snc - 25020 DELLO (BS) Lombardia<br />
info@tecnorecuperi.com - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648272<br />
87
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATO<br />
DELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TECNO RECUPERI S.r.l.<br />
Via Dei Campazzi, snc 2<strong>10</strong>40 GERENZANO (VA) Lombardia<br />
info@tecnorecuperi.com - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648271 - Fax 02/9689234<br />
TERRANOVA AMBIENTE S.r.l.<br />
Zona Industriale - 4° Strada 93012 GELA (CL) Sicilia<br />
terran3b@terranovambiente.191.it - Tel. 0933/927681 - Fax 0933/921656<br />
TRANSECO S.r.l.<br />
Via Ronchesana, 56 - 37059 ZEVIO (VR) Veneto<br />
info@transecosrl.com - www.transecosrl.com - Tel. 045/7875330 - Fax 045/7875331<br />
TRED SUD S.r.l.<br />
Zona Industriale Contrada Vicenne - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) Molise<br />
info@tredsud.it - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007<br />
USVARDI GINO & C. S.n.c.<br />
Via dei Bursi 21 Località Ca Degli Oppi 37050 OPPEANO (VR) Veneto<br />
usvardi@usvardi.it - Tel. 045/7130721 - Fax 045/7130881<br />
VALCART S.n.c. DEI F.LLI ALBERTINELLI & C.<br />
Via V. Veneto, 14 - 24060 ROGNO (BG) Lombardia<br />
info@valcart.com - www.valcart.com - Tel. 035/967216 - Fax 035/967461<br />
VEDETTO RECUPERI S.r.l.<br />
Località Polo Nord, 11/D 26030 GABBIONETA-BINANUOVA (CR) Lombardia<br />
vedettorecuperisrl@libero.it - Tel. 0372/844482 - Fax 0372/843170<br />
WEM S.r.l.<br />
Blocco Giancata - Zona Industriale 95<strong>10</strong>0 CATANIA CT Sicilia<br />
wem@wemgroup.it - Tel. 095/291146 - Fax 095/3<strong>10</strong>194<br />
88
CARTA
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
La nuova “Direttiva quadro” europea ha posto particolare attenzione ai rifiuti in<br />
base ad un approccio integrato e basato sull’identità “rifiuto = risorsa”,<br />
intendendo quindi privilegiare il recupero come modalità di gestione da preferire<br />
allo smaltimento, e in particolare il recupero che permette di ottenere dai rifiuti<br />
<strong>del</strong>le materie prime (secondarie).<br />
Nel contesto economico nazionale, questa priorità assume un significato<br />
particolare, considerato che l’Italia è un Paese povero di materie prime, le quali,<br />
pertanto, devono essere per la gran parte importate ovvero sostituite con<br />
materiali corrispondenti, provenienti dalle raccolte differenziate dei rifiuti di<br />
origine urbana oppure degli scarti e dei rifiuti da attività produttive e di servizio.<br />
Di conseguenza, anche per quanto riguarda il settore cartario, si è posta<br />
l’esigenza, negli anni, di ricorrere in modo crescente al “giacimento” interno<br />
rappresentato dalla raccolta differenziata. La raccolta differenziata urbana di<br />
carta e cartone è pertanto aumentata da 1,2 milioni di tonnellate nel 1997 a<br />
quasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccolta presso industrie,<br />
commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel 2006, per poi<br />
diminuire leggermente nei successivi due anni.<br />
Complessivamente, dalle serie storiche a nostra disposizione, è possibile<br />
osservare che, sul totale <strong>del</strong> macero avviato a riciclo, la quota di macero raccolto<br />
proveniente dalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più <strong>del</strong> 20%<br />
nel 1999 al 46% <strong>del</strong> 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio e<br />
industria (esclusi gli sfridi di produzione <strong>del</strong>le industrie grafiche e cartotecniche)<br />
è passata da circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. Poiché, in termini assoluti,<br />
la raccolta di macero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3<br />
milioni di tonnellate nel 2008 e il consumo apparente di carta e cartone non si<br />
è ridotto, ma è rimasto pressochè stabile, viene in luce che, a fronte di un<br />
quantitativo costante di carta e cartone immesso al consumo e (si presume) di<br />
rifiuti cellulosici conseguentemente prodotti, la raccolta di macero, aumentando<br />
notevolmente nel suo complesso, si è al contempo modificata nella<br />
composizione. Infatti, la quota proveniente dal circuito pubblico, che ha visto un<br />
forte incremento sia in termini assoluti che percentuali, ha progressivamente<br />
eroso la quota <strong>del</strong>la raccolta presso le utenze industriali e commerciali<br />
(storicamente svolta dai privati anche prima <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> sistema CONAI): ciò<br />
è in gran parte spiegabile, su scala globale, con il noto fenomeno<br />
<strong>del</strong>l’assimilazione.<br />
È da notare come, con la crisi dei mercati e <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong> 2008, sia calata<br />
la raccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da commercio<br />
e industria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistema<br />
consortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita <strong>del</strong> 9% nel 2008<br />
rispetto all’anno precedente. Con il recupero degli sfridi <strong>del</strong>la produzione e<br />
trasformazione cartaria e <strong>del</strong>le rese dei giornali nel 2008 l’offerta complessiva di<br />
macero per l’industria cartaria è balzata a circa 6,3 milioni di tonnellate.<br />
Il settore cartario ha progressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, la<br />
capacità di riciclaggio <strong>del</strong>la carta e cartone raccolti sul territorio italiano avendo<br />
90
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
raggiunto punte d’eccellenza nell’uso <strong>del</strong> macero in alcuni comparti (produzione<br />
cartone per imballi), pur rimanendo consistenti spazi per ampliare tale uso in<br />
altre applicazioni, compatibilmente con i limiti dettati dalla tecnologia e dai<br />
processi. Dal 2004, però, la raccolta totale di macero in Italia ha superato la<br />
capacità di riciclaggio <strong>del</strong>l’industria cartaria italiana. Nel 2008, l’esportazione ha<br />
superato 1,5 milioni di tonnellate di macero, con un saldo import/export<br />
(positivo per quest’ultimo) pari a circa 1 milione di tonnellate. Rimane infatti la<br />
necessità di importare circa 500 tonnellate di macero dall’estero (uno “zoccolo<br />
duro” che non è stato intaccato, in questi ultimi anni, neanche dall’aumento<br />
<strong>del</strong>la raccolta interna) per coprire il fabbisogno <strong>del</strong>l’industria relativo soprattutto<br />
a determinate qualità di macero.<br />
La crescita <strong>del</strong>l’esportazione netta di macero è avvenuta per quasi tutte le<br />
frazioni merceologiche componenti il macero. La domanda di macero italiano è<br />
cresciuta soprattutto nei Paesi asiatici, Cina in testa, che nonostante la crisi ha<br />
visto raddoppiare i quantitativi importati dall’Italia (la Cina attrae da sola più <strong>del</strong><br />
50% <strong>del</strong>le esportazioni di macero nazionali), mentre Germania e Austria hanno<br />
diminuito le importazioni dal nostro Paese. L’esportazione di macero, insieme<br />
alla crescita <strong>del</strong>la domanda di macero da parte <strong>del</strong> settore cartario nazionale, ha<br />
permesso di dare sbocco ai materiali raccolti, rafforzando il circuito <strong>del</strong>la raccolta<br />
differenziata <strong>del</strong>la carta e cartone: essa è perciò divenuta un fattore cruciale per<br />
mantenere in equilibrio raccolta e recupero.<br />
Con la crisi economica verificatasi a partire dal 2008, si è assistito ad una forte<br />
contrazione <strong>del</strong>la domanda interna e un drastico calo dei prezzi <strong>del</strong> macero. A<br />
fronte <strong>del</strong> calo <strong>del</strong>la domanda, la qualità <strong>del</strong> macero selezionato è divenuto uno<br />
dei fattori trainanti per il mantenimento dei correnti elevati tassi di raccolta e di<br />
riciclo. L’intensificarsi dei controlli sul territorio, sia sul fronte interno che su<br />
quello estero, relativi alla verifica <strong>del</strong> tenore di impurezze presenti nel macero (in<br />
conformità a quanto richiesto dalla normativa), da una parte, e la maggiore<br />
richiesta da parte degli utilizzatori finali di un macero di qualità sempre più<br />
elevata, dall’altra, hanno spostato il centro <strong>del</strong>l’attenzione dalla fase <strong>del</strong>la<br />
raccolta (ferma restando l’esigenza di assicurare, anche a monte, una raccolta di<br />
qualità) a quello <strong>del</strong>la valorizzazione effettuata in piattaforma.<br />
In tale contesto, le piattaforme <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>la carta hanno spesso svolto un<br />
ruolo di compensazione, rispetto al calo <strong>del</strong> mercato, assicurando comunque alle<br />
cartiere livelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attività<br />
di recupero inevitabilmente comportano e nonostante il “complicato” confronto<br />
concorrenziale con il pubblico. Ciò ha determinato una contrazione dei margini<br />
economici non a lungo sostenibile, considerata anche la dimensione <strong>del</strong>la<br />
maggior parte di queste imprese, viziate da un diffuso “nanismo”, ed ha<br />
condotto al rischio di chiusura di alcune aziende, fenomeno peraltro non limitato<br />
al solo comparto <strong>del</strong> macero.<br />
La crisi ha evidenziato un elemento di novità, prima non da tutti<br />
immediatamente percepibile: ovvero, che gli obiettivi di recupero non sono, né<br />
possono, essere garantiti solo ed esclusivamente dal settore cartario nazionale e<br />
grazie al valore (più che positivo, negli anni precedenti all’ultimo) <strong>del</strong> macero sul<br />
91
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
mercato internazionale. Pertanto adesso l’interrogativo è il seguente: come<br />
conciliare mantenimento degli obiettivi di recupero e di raccolta, libero mercato<br />
e sistema consortile?<br />
E ancora: nel caso in cui momenti di congiuntura negativa, tipo l’attuale,<br />
debbano protrarsi oltre la durata <strong>del</strong>le fasi cicliche fisiologiche per un settore<br />
come quello <strong>del</strong>la carta, chi garantirà che il sistema non si inceppi e che i suoi<br />
risultati non vengano compromessi? In poche parole, chi sosterrà i costi <strong>del</strong>la<br />
crisi? I consumatori, attraverso il CAC? Oppure occorrerà ripensare (in parte) il<br />
sistema? Accanto a queste domande dalla risposta non banale, se ne pone una<br />
terza, che pure interessa da vicino tutto il settore privato <strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong><br />
recupero: perché in Italia, a differenza che nelle economie più avanzate, il settore<br />
pubblico invece di arretrare guadagna quote <strong>del</strong> mercato dei servizi, magari in<br />
modo surrettizio (con la quotazione <strong>del</strong>le società pubbliche in borsa), più spesso<br />
con il ricorso sistematico e illegittimo ad affidamenti in house, sperpero di risorse<br />
pubbliche e concorrenza sleale nei confronti <strong>del</strong>le aziende private esistenti?<br />
Va da sé che, in un contesto in cui esportazioni, qualità e ruolo <strong>del</strong>le piattaforme<br />
al fine <strong>del</strong>la valorizzazione divengono sempre più centrali, a tutto ciò debba<br />
coerentemente corrispondere un maggior riconoscimento e presenza degli<br />
operatori <strong>del</strong> recupero nelle organizzazioni consortili, come peraltro<br />
esplicitamente previsto dalla legge (e rimasto inattuato). Siamo invece al<br />
paradosso in cui le regole <strong>del</strong> gioco (leggi: Accordo ANCI-CONAI) vengono<br />
decise senza il concorso <strong>del</strong>le rappresentanze dei recuperatori e senza tener<br />
conto di esigenze oggettive che renderanno, da ultimo, inapplicabili le soluzioni<br />
individuate a monte. A fronte di ciò, la richiesta <strong>del</strong>la rappresentanza <strong>del</strong>le<br />
imprese di recupero presenti in Unionmaceri non può che essere quella di<br />
attribuire il giusto peso a tutte le componenti <strong>del</strong>la filiera, insieme a quella di un<br />
passaggio graduale ma inesorabile a procedure di assegnazione <strong>del</strong> macero più<br />
aperte e trasparenti a vantaggio <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong> sistema, così come auspicato<br />
dall’Autorità Antitrust.<br />
Inoltre, occorre stabilire in modo più chiaro e uniforme le regole <strong>del</strong>l’intervento<br />
pubblico nel mercato in oggetto, attraverso (ad esempio) la definizione dei criteri<br />
per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, al fine di disegnare i confini<br />
<strong>del</strong>la c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessità <strong>del</strong>l’utenza, e non<br />
in funzione <strong>del</strong>le esigenze di cassa <strong>del</strong>le singole amministrazioni locali.<br />
Analogamente, il corrispettivo che si paga al Comune per il servizio d’igiene<br />
urbana deve essere agganciato ad un saldo principio di “pay as you throw”, in<br />
modo da evitare una tassazione estesa a macchia d’olio e finalizzata a<br />
mascherare inefficienze o voci di costo estranee al servizio specifico.<br />
Infine, è da tempo che il settore sottolinea l’assoluta necessità di un contesto di<br />
regole più preciso e definito, specie per quanto riguarda le esportazioni, grazie<br />
al quale sia possibile contrastare efficacemente i traffici illeciti di rifiuti (anche<br />
attraverso dei meccanismi di “tracciabilità” dei rifiuti stessi), rafforzare e<br />
sviluppare le attività in regola con le normative, aumentare la qualità <strong>del</strong> macero<br />
raccolto, selezionato e conferito in cartiera.<br />
92
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
A tal fine, UNIONMACERI, insieme ad ASSOCARTA, ha promosso l’attuazione di<br />
uno specifico “Accordo di settore sulla qualità e la tracciabilità <strong>del</strong> macero<br />
derivante da raccolta differenziata e da altre fonti di approvvigionamento,<br />
nonché sulla gestione degli scarti”, da sottoporre all’avallo <strong>del</strong> Ministero<br />
<strong>del</strong>l’Ambiente, affinchè esso diventi una guida di riferimento per gli operatori<br />
<strong>del</strong>la catena <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>la carta, in piena conformità e applicazione <strong>del</strong>la<br />
normativa nazionale e comunitaria.<br />
CORRADO SCAPINO<br />
Presidente Unionmaceri<br />
93
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PRODUZIONE<br />
E CONSUMO DI<br />
CARTA E CARTONE<br />
Il settore <strong>del</strong>la carta e cartone è tradizionalmente uno dei settori dove si<br />
realizzano i più alti tassi di recupero. Si tratta infatti di una catena “chiusa”,<br />
dove cioè il macero recuperato viene impiegato per usi identici, o analoghi,<br />
a quelli <strong>del</strong> materiale vergine di partenza.<br />
È quindi importante esaminare innanzitutto i dati sulla produzione<br />
nazionale e sul consumo apparente di carta. La produzione di carta e<br />
cartone nazionale, pari a 9,4 milioni di tonnellate nel 2008, è calata <strong>del</strong> 7%<br />
rispetto al 2007. Analogamente, il consumo apparente ha visto un<br />
decremento <strong>del</strong> 7% nel 2008, rispetto al 2007, attestandosi su oltre 11<br />
milioni di tonnellate.<br />
Per far fronte al proprio consumo interno, comunque l’Italia si conferma<br />
importatrice netta di carta e cartone per 1,6 milioni di tonnellate, in<br />
particolare di prodotti cartacei intermedi quali carte per usi grafici e cartone<br />
ondulato.<br />
TABELLA 1: Consumo, produzione, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Consumo apparente carta e cartone 11.087 <strong>10</strong>.773 11.139 11.252 11.465 11.733 11.768 11.894 11.084<br />
Import carta e cartone 4.544 4.464 4.664 4.677 5.047 5.192 5.262 5.297 4.967<br />
Export carta e cartone 2.599 2.617 2.842 2.916 3.248 3.459 3.502 3.514 3.350<br />
<strong>Produzione</strong> carta e cartone 9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 <strong>10</strong>.008 <strong>10</strong>.112 9.467<br />
Fonte : Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT<br />
94
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 1: <strong>Produzione</strong>, consumo, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)<br />
14.000<br />
12.000<br />
11.087 <strong>10</strong>.773<br />
11.139 11.252<br />
11.465 11.733 11.768 11.894<br />
11.084<br />
<strong>10</strong>.000<br />
8.000<br />
9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 <strong>10</strong>.008 <strong>10</strong>.112<br />
9.467<br />
6.000<br />
4.544 4.464<br />
4.664 4.677<br />
5.047 5.192 5.262 5.297<br />
4.967<br />
4.000<br />
2.000<br />
2.599 2.617 2.842 2.916<br />
3.248 3.459 3.502 3.514 3.350<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Consumo carta e cartone<br />
Export carta e cartone<br />
Import carta e cartone<br />
<strong>Produzione</strong> carta e cartone<br />
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT<br />
LA RACCOLTA DELLA<br />
CARTA DA MACERO<br />
Nel 2008 la raccolta differenziata <strong>del</strong>la carta e cartone da suolo pubblico ha<br />
raggiunto 2,9 milioni di tonnellate, mentre quella da superfici private da uffici,<br />
commercio e industria ha raggiunto 1,9 milioni di tonnellate.<br />
Complessivamente sono state raccolte oltre 6,3 milioni di tonnellate di macero,<br />
assommando la raccolta degli sfridi da produzione (1.460 mila tonnellate nel<br />
2008, contro 1.560 mila nel 2007).<br />
TABELLA 2: Raccolta e recupero <strong>del</strong>la carta da macero (000/ton)<br />
2004 2005 2006 2007 2008<br />
Macero recuperato 4.092 4.292 4.455 4.606 4.856<br />
di cui da RD (Comieco Rapp.) 2.154 2.352 2.420 2.700 2.943<br />
di cui da recuperatori (da uffici, commercio, industria) 1.938 1.940 2.035 1.906 1.913<br />
Sfridi e rese 1.485 1.500 1.550 1.560 1.460<br />
Raccolta totale di macero 5.577 5.592 6.005 6.166 6.315<br />
Export netto di macero -<strong>10</strong>4 -304 -422 -586 -987<br />
di cui import 497 445 467 493 520<br />
di cui export 601 749 894 <strong>10</strong>79 1507<br />
Utilizzo di carta da macero nell’industria cartaria 5.473 5.488 5.578 5.580 5329<br />
Fonte: ASSOCARTA su dati ISTAT<br />
95
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La raccolta differenziata urbana <strong>del</strong>la carta e cartone è aumentata da 1,2 milioni<br />
di tonnellate nel 1997 a quasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccolta<br />
presso industrie, commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel<br />
2006, per poi diminuire leggermente nei successivi due anni.<br />
Complessivamente, dalle serie storiche a disposizione, è possibile osservare che,<br />
sul totale <strong>del</strong> macero avviato a riciclo, la quota di macero raccolto proveniente<br />
dalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più <strong>del</strong> 20% nel 1999 al<br />
46% <strong>del</strong> 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio e industria<br />
(esclusi gli sfridi di produzione <strong>del</strong>le industrie grafiche e cartotecniche) è passata<br />
da circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. In termini assoluti, la raccolta di<br />
macero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3 milioni di<br />
tonnellate nel 2008. A fronte di un quantitativo costante di carta e cartone<br />
immesso al consumo e (si presume) di rifiuti cellulosici conseguentemente<br />
prodotti, la raccolta di macero, pur aumentando nel suo complesso, si è al<br />
contempo modificata nella composizione, con un progressivo incremento <strong>del</strong>la<br />
quota di raccolta pubblica a svantaggio di quella effettuata dai privati<br />
(storicamente esistente anche prima <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> sistema CONAI).<br />
È da notare come con la crisi di produzione cartaria <strong>del</strong> 2008, sia calata la<br />
raccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da terziario e<br />
industria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistema<br />
consortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita <strong>del</strong> 9% nel 2008<br />
rispetto all’anno precedente.<br />
Al contempo, nel 2008 la quota in convenzione COMIECO rispetto al totale <strong>del</strong>la<br />
raccolta differenziata comunale di carta e cartone si è complessivamente ridotta.<br />
La contrazione più consistente <strong>del</strong>la quota di ricorso a COMIECO si è registrata<br />
al Nord, mentre al Centro si è avuta una leggera crescita e al Sud è diminuita.<br />
Nel complesso le quantità di carta e cartone che i soggetti convenzionati hanno<br />
deciso di avviare a riciclo al di fuori <strong>del</strong> rapporto con COMIECO ammontano a<br />
quasi 320 mila tonnellate (+47% rispetto al 2007). Il 90% di queste quantità<br />
deriva da flussi di raccolta congiunta. Questa tendenza è stata tuttavia<br />
controbilanciata dalla crisi dei prezzi <strong>del</strong> macero verificatasi soprattutto a partire<br />
dagli ultimi mesi <strong>del</strong> 2008, per cui numerosi Comuni hanno fatto richiesta di<br />
rientrare nel sistema.<br />
L’avvio a riciclo <strong>del</strong>la carta e <strong>del</strong> cartone coordinato da COMIECO è assicurato da<br />
una rete consolidata e diffusa su tutto il territorio nazionale di operatori (322<br />
piattaforme di lavorazione e 71 cartiere cui si aggiungono 151 piattaforme per<br />
ritiro imballaggi secondari e terziari).<br />
La raccolta differenziata urbana di carta e cartone è cresciuta dal 1998 al 2008<br />
in tutte le aree <strong>del</strong> Paese: al Nord da 756.000 tonnellate nel 1998 è cresciuta a<br />
1,7 milioni di tonnellate nel 2008 (+ 130%), al Centro da 193.000 a 675.000<br />
tonnellate (+ 250%), mentre al Sud è cresciuta di quasi <strong>10</strong> volte passando da<br />
50.000 tonnellate a 513.000 tonnellate.<br />
Rimangono ancora forti spazi di crescita <strong>del</strong>la raccolta al Sud, che nel 2008 è<br />
cresciuta <strong>del</strong> 17% rispetto al 2007, mentre al Centro il tasso di crescita è stato<br />
più basso (+ 6%).<br />
Il Nord, che realizza oltre il 60% di tutta la raccolta differenziata <strong>del</strong>la carta in<br />
Italia, continua a presentare una buona crescita <strong>del</strong>la raccolta medesima<br />
(+13% nel 2008 rispetto al 2007).<br />
96
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 3:<br />
Raccolta differenziata urbana <strong>del</strong>la carta - Situazione territoriale - Serie<br />
storica (ton)<br />
Anni NORD CENTRO SUD ITALIA<br />
1998 756.813 193.958 50.222 1.000.993<br />
1999 933.687 242.497 70.587 1.246.771<br />
2000 981.687 278.472 88.794 1.348.953<br />
2001 1.056.582 290.074 153.985 1.500.641<br />
2002 1.041.535 325.625 222.390 1.589.550<br />
2003 1.174.418 427.490 266.729 1.868.637<br />
2004 1.256.786 535.827 312.979 2.<strong>10</strong>5.592<br />
2005 1.427.627 569.772 360.695 2.358.094<br />
2006 1.522.649 596.573 413.663 2.532.885<br />
2007 1.554.087 638.223 437.209 2.629.519<br />
2008 1.754.745 675.888 513.181 2.943.815<br />
Fonte: ISPRA (ex APAT)<br />
GRAFICO 2: Raccolta carta e cartone da RU per macroaree - Serie storica (ton)<br />
1.800.000<br />
1.600.000<br />
1.400.000<br />
1.200.000<br />
1.000.000<br />
800.000<br />
600.000<br />
400.000<br />
200.000<br />
0<br />
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Nord Centro Sud<br />
Fonte: ISPRA<br />
97
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL RICICLO<br />
Il settore cartario è un forte utilizzatore di macero recuperato ed ha<br />
progressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, la capacità di riciclaggio<br />
<strong>del</strong>la carta e cartone raccolti sul territorio italiano.<br />
Su una produzione interna di 9,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, nel<br />
2008, sono state impiegate 5,3 milioni di tonnellate di macero da recupero di<br />
carta e cartone, proveniente dalla raccolta differenziata degli urbani, dalla<br />
raccolta di imballaggi da terziario ed industria e da sfridi <strong>del</strong>le lavorazioni.<br />
Va inoltre sottolineato come la quasi totalità <strong>del</strong> macero raccolto venga<br />
trasformato nel comparto <strong>del</strong> cartone ondulato, che utilizza per la maggior parte<br />
come materia di base il macero.<br />
La capacità di utilizzo <strong>del</strong> macero in Italia è perciò sostanzialmente satura e<br />
dipende dal settore <strong>del</strong> cartone ondulato. Negli altri comparti cartari, quali carta<br />
per usi grafici, domestici ed igienico-sanitari, l’utilizzo <strong>del</strong> macero per la<br />
produzione è ancora molto basso. Pertanto, pur essendosi raggiunte punte<br />
d’eccellenza nell’uso <strong>del</strong> macero nel comparto <strong>del</strong> cartone ondulato, rimangono<br />
consistenti possibilità di accrescere l’uso <strong>del</strong> macero in altri comparti, laddove<br />
questo sia compatibile con i processi tecnologici.<br />
Nella Tabella 4, si può vedere che mentre il tasso di recupero <strong>del</strong> macero in Italia<br />
è crescente passando dal 41 % (anno 2000) al 57% (nel 2008), il tasso di utilizzo<br />
<strong>del</strong> macero e il tasso di riciclaggio rimangono costanti dal 2000 al 2008. Questi<br />
dati confermano che in Italia la capacità di riciclaggio di carta e cartone è oramai<br />
satura, a meno che non intervengano tecnologie che consentano l’utilizzo <strong>del</strong><br />
macero in comparti diversi dall’ondulato.<br />
TABELLA 4: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio di macero in Italia - Serie storica (%)<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Tasso di utilizzo 55 57 56 56 57 55 56 55 56<br />
Tasso di recupero 41 43 45 46 49 49 51 52 57<br />
Tasso di riciclaggio 46 47 47 47 48 47 47 47 48<br />
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA<br />
98
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 3: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio <strong>del</strong> macero in Italia - Serie storica (%)<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Tasso di utilizzo Tasso di riciclaggio Tasso recupero<br />
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA<br />
IMPORT/EXPORT<br />
La capacità di riciclaggio <strong>del</strong>l’industria italiana è stata una condizione necessaria<br />
per far crescere, soprattutto all’inizio, la raccolta differenziata <strong>del</strong>la carta e <strong>del</strong><br />
cartone, ma da qualche anno a tale fattore di sviluppo si è necessariamente<br />
aggiunta, quale elemento trainante, anche la domanda di macero dall’estero.<br />
Infatti, a partire dal 2004, il superamento <strong>del</strong>l’offerta di macero recuperato<br />
rispetto alla capacità di assorbimento <strong>del</strong> macero da parte <strong>del</strong>l’industria cartaria<br />
italiana ha portato all’esportazione netta di macero a diversi Paesi terzi.<br />
Nel 2008, a fronte di un fabbisogno nazionale di 5,3 milioni di tonnellate di<br />
macero, contro una raccolta di 6,3 milioni di tonnellate, oltre 1,5 milioni di<br />
tonnellate di macero sono state esportate all’estero, con un export netto di quasi<br />
un milione di tonnellate, considerando l’importazione di macero.<br />
L’esportazione totale di macero è cresciuta da 218.000 tonnellate nel 2000 a<br />
oltre 1,5 milioni di tonnellate nel 2008.<br />
Viceversa, l’importazione di carta da macero è diminuita da 741.000 tonnellate<br />
nel 2000 a 520.000 tonnellate nel 2008; tale cifra rappresenta uno “zoccolo<br />
duro” che è rimasto pressochè inalterato negli ultimi 5 anni e non è stato<br />
intaccato neanche dall’aumento <strong>del</strong>la raccolta interna.<br />
99
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 5: Raccolta, riciclaggio, export, import di carta da macero in Italia – Serie storica (000/ton)<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Riciclaggio 5.057 5.098 5.257 5.288 5.474 5.488 5.578 5.581 5.329<br />
Raccolta 4.534 4.682 4.995 5.227 5.592 5.793 6.005 6.166 6.316<br />
Import 741 674 681 589 500 447 467 493 520<br />
Eeport 218 258 419 528 619 751 895 1.079 1.506<br />
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT<br />
GRAFICO 4: Raccolta, riciclaggio, import ed export di macero Italia – Serie storica (000/ton)<br />
7.000<br />
6.000<br />
5.000<br />
4.000<br />
3.000<br />
2.000<br />
1.000<br />
0<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Riciclaggio<br />
Raccolta<br />
Import<br />
Export<br />
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT<br />
<strong>10</strong>0
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’offerta complessiva di macero raccolto ha trovato uno sbocco importante con<br />
l’esportazione di macero in diversi Paesi europei e in alcuni Paesi asiatici.<br />
Nonostante la crisi produttiva mondiale, la Cina è diventato il primo importatore di<br />
macero italiano con una forte crescita nel 2008 rispetto al 2007 (746.000 tonnellate<br />
nel 2008, valore quasi doppio rispetto a quello <strong>del</strong> 2007), mentre la Germania,<br />
secondo importatore, ha diminuito l’importazione di macero nel 2008 (206.000<br />
tonnellate) <strong>del</strong> 15% rispetto al 2007 e l’Austria <strong>del</strong> 30 % (<strong>10</strong>6.000 tonnellate<br />
nel 2008). La Cina importa perciò oltre il 50% di tutto il macero esportato<br />
dall’Italia.<br />
Eventuali limiti allo sbocco <strong>del</strong>l’esportazione potrebbero portare a limitare la<br />
crescita prevedibile <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>la carta o a cercare altre soluzioni, quali il<br />
recupero energetico.<br />
TABELLA 6:<br />
Esportazione di macero dall'Italia per Paese (000/ton)<br />
Paese 2007 2008 % per Paese % incremento 08/07<br />
CINA 386 746 53,1% 93,3%<br />
GERMANIA 243 206 14,7% -15,2%<br />
AUSTRIA 154 <strong>10</strong>6 7,5% -31,2%<br />
SLOVENIA 93 79 5,6% -15,1%<br />
INDONESIA 23 66 4,7% 187,0%<br />
FRANCIA 61 62 4,4% 1,6%<br />
TAIWAN 17 46 3,3% 170,6%<br />
Tot. 7 977 1.311 93,3% 34,2%<br />
ALTRI 38 94 6,7% 147,4%<br />
Totale 1.015 1.405 <strong>10</strong>0,0% 38,4%<br />
Fonte: YTD<br />
L’importazione di macero è cresciuta comunque nel 2008 rispetto al 2007 da<br />
460.000 tonnellate a 489.000 tonnellate.<br />
La Germania rimane il primo esportatore in Italia (96.000 tonnellate), seguita da<br />
Stati Uniti e Francia.<br />
La crescita <strong>del</strong>l’esportazione di macero dall’Italia segue una tendenza europea.<br />
Dal 2000 al 2008 l’esportazione netta di macero nei Paesi CEPI è cresciuta da<br />
2,8 milioni di tonnellate a <strong>10</strong>,4 milioni di tonnellate.<br />
Nel 2008 si è registrata una crescita <strong>del</strong>l’esportazione netta di oltre 2 milioni di<br />
tonnellate rispetto al 2007.<br />
La raccolta <strong>del</strong> macero nei Paesi CEPI è cresciuta da 44 milioni di tonnellate nel<br />
2000 a quasi 60 milioni nel 2008, e mostra una tendenza comune a tutti i Paesi<br />
<strong>del</strong>l’Unione Europea: la forte crescita <strong>del</strong>la raccolta di macero ha superato la<br />
capacità di riciclaggio europea e sta trovando per ora sbocco nell’esportazione<br />
netta verso i Paesi asiatici.<br />
L’esportazione netta di macero all’estero, insieme alla crescita <strong>del</strong>la domanda di<br />
macero da parte <strong>del</strong> settore cartario nazionale, sta perciò diventando cruciale per<br />
mantenere in equilibrio raccolta e recupero.<br />
<strong>10</strong>1
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 7:<br />
Importazione di macero in Italia per principali Paesi (000/ton)<br />
PAESI 2007 2008 % per paese % incremento 08/07<br />
GERMANIA 96 96 19,6% 0,0%<br />
USA 76 77 15,7% 1,3%<br />
FRANCIA 87 71 14,5% -18,4%<br />
SVIZZERA 43 49 <strong>10</strong>,0% 14,0%<br />
GRECIA 35 41 8,4% 17,1%<br />
OLANDA 27 35 7,2% 29,6%<br />
SLOVENIA <strong>10</strong> 31 6,3% 2<strong>10</strong>,0%<br />
Totale 7 374 400 81,8% 7,0%<br />
ALTRI 86 89 18,2% 3,5%<br />
TOTALE 460 489 <strong>10</strong>0,0% 6,3%<br />
Fonte: YTD<br />
TABELLA 8:<br />
<strong>Recupero</strong> di carta e cartone ed esportazione nei Paesi CEPI<br />
1991 2000 2005 2007 2008<br />
Numero industrie <strong>10</strong>38 937 838 791 756<br />
Raccolta macero (mln ton) 25,8 44,6 54,0 58,2 58,9<br />
Utilizzo macero (mln ton) 25,7 41,8 47,3 49,9 48,6<br />
Export macero (mln ton) 3,5 7,6 9,5 11,5<br />
Import macero (mln ton) 0,7 0,8 1,1 1,1<br />
Export netto (mln ton) 2,8 6,8 8,4 <strong>10</strong>,4<br />
Tasso riciclaggio (%) 40,8 51,6 61,6 63,9 66,6<br />
Fonte: CEPI<br />
<strong>10</strong>2
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL MERCATO<br />
DEL MACERO<br />
Nell’ultimo anno, si è invertita una tendenza dei prezzi <strong>del</strong> macero che durava<br />
dal 2002.<br />
I prezzi <strong>del</strong> macero sono stati in forte crescita in questi anni per quasi tutte le<br />
tipologie di carta.<br />
La carta mista non selezionata ha visto quasi raddoppiare il proprio prezzo dal<br />
2002 al 2007, la carta mista selezionata è aumentata <strong>del</strong> 77%, mentre il cartone<br />
ondulato è aumentato <strong>del</strong> 21%.<br />
Nel 2007, rispetto al 2006, si è registrata una crescita dei prezzi più alta per tutte<br />
le tipologie di carta.<br />
Nel 2008 invece, con la crisi sui mercati mondiali, si è registrato un forte calo dei<br />
prezzi: il prezzo <strong>del</strong> cartone e cartoncino è calato da 60/80 euro a tonnellata a<br />
<strong>10</strong>/20 euro a tonnellata, la carta da giornale da 80/<strong>10</strong>0 a 50/60 euro a<br />
tonnellata. La caduta <strong>del</strong>la domanda per la produzione potrebbe portare ad una<br />
possibile crisi di sbocco <strong>del</strong>le raccolte <strong>del</strong> macero. Se dovesse perdurare la<br />
situazione di crisi essa potrebbe avere effetti sulla stessa raccolta.<br />
In particolare, mentre la raccolta da superfici pubbliche, che dipende dai<br />
contratti con il Consorzio <strong>del</strong>la carta, potrebbe comunque continuare a crescere,<br />
la raccolta da superfici private potrebbe essere più sensibile ai prezzi <strong>del</strong> macero<br />
e quindi stabilizzarsi o diminuire. Qui si impone una riflessione sul mercato<br />
libero, giacchè è quanto meno singolare che il flusso di maggior qualità (quello<br />
proveniente da uffici, industrie, ecc.) rischi di non venire più raccolto.<br />
TABELLA 9: Prezzi di vendita dei maceri cartari. Medie annue (€/ton)<br />
Carta (1.01) misti da<br />
Rd, non selezionati<br />
Carta (1.02) misti<br />
selezionati<br />
Carta<br />
Refili stampati misti<br />
Carta cartone ondulato<br />
kraft 2ª qualità<br />
2002 15 39 123 81<br />
2006 11 33 88 72<br />
2007 37 58 114 98<br />
2007/2002 151% 49% -7% 21%<br />
2007/2006 224% 77% 29% 36%<br />
Fonte: Listini Camera Commercio<br />
<strong>10</strong>3
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 5: Prezzi macero, cartone e cartoncino - Supermarket Italia<br />
120<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
gen-08<br />
feb-08<br />
mar-08<br />
apr-08<br />
mag-08<br />
giu-08<br />
lug-08<br />
ago-08<br />
set-08<br />
ott-08<br />
nov-08<br />
dic-08<br />
gen-09<br />
feb-09<br />
Fonte: FEAD<br />
Livello dei prezzi minori<br />
Livello dei prezzi maggiori<br />
GRAFICO 6: Prezzi macero carta da giornale - Italia<br />
140<br />
120<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
gen-08<br />
feb-08<br />
mar-08<br />
apr-08<br />
mag-08<br />
giu-08<br />
lug-08<br />
ago-08<br />
set-08<br />
ott-08<br />
nov-08<br />
dic-08<br />
gen-09<br />
feb-09<br />
Livello dei prezzi minori<br />
Livello dei prezzi maggiori<br />
Fonte: FEAD<br />
<strong>10</strong>4
CARTA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
A fronte <strong>del</strong> calo dei prezzi e <strong>del</strong>la domanda interna, la qualità <strong>del</strong> macero<br />
selezionato è divenuto uno dei fattori trainanti per il mantenimento dei correnti<br />
elevati tassi di raccolta e di riciclo.<br />
Infatti, sia sul fronte interno (cartiere nazionali) che su quello estero<br />
(esportazioni), da una parte l’intensificarsi dei controlli sul territorio connessi alla<br />
verifica <strong>del</strong> tenore di impurezze presenti nel macero (conformemente agli<br />
standard fissati dalla normativa), dall’altra la maggiore richiesta da parte degli<br />
utilizzatori finali di un macero di qualità sempre più elevata, hanno spostato il<br />
centro <strong>del</strong>l’attenzione dalla fase <strong>del</strong>la raccolta (ferma restando l’esigenza di<br />
assicurare standard qualitativi crescenti) a quella <strong>del</strong>la valorizzazione effettuata<br />
in piattaforma.<br />
Le piattaforme <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>la carta hanno spesso svolto un ruolo di<br />
compensazione rispetto al calo <strong>del</strong> mercato, assicurando comunque alle cartiere<br />
livelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attività di<br />
recupero inevitabilmente comportano.<br />
<strong>10</strong>5
VETRO
VETRO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PRODUZIONE E<br />
RICICLAGGIO<br />
In Europa nel 2008 sono state prodotte oltre 22 milioni di tonnellate di vetro,<br />
con un calo rispetto al 2007 <strong>del</strong>lo 0,7%. L’Italia ha mantenuto un tasso di<br />
crescita anche nel 2008 (+1,5%) come la Germania.<br />
Altri Paesi come Francia, Spagna, e Inghilterra hanno avuto invece una caduta<br />
<strong>del</strong>la produzione tra il 3 e il 4%.<br />
Dal 1998 al 2008 in Italia la produzione di vetro è aumentata <strong>del</strong> 20%, mentre<br />
in Germania e in Francia è diminuita <strong>del</strong> 4-5 %.<br />
Il tasso di riciclaggio <strong>del</strong> vetro è in Europa mediamente <strong>del</strong> 62%, l’Italia si colloca<br />
nella media con il 60%.<br />
Paesi come Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda hanno superato<br />
l’80% di riciclaggio <strong>del</strong> vetro prodotto. Alcuni Paesi, come Svezia e Svizzera,<br />
hanno superato il 90%.<br />
Il primo problema che emerge nell’ambito <strong>del</strong>la lettura dei dati esposti è di natura<br />
metodologica: troppo spesso il tasso di riciclaggio (cfr. Tabella 2) viene calcolato non<br />
sul reale consumo di materia prima secondaria, bensì sulle quantità raccolte: questo<br />
falsa la realtà <strong>del</strong> recupero effettivo e, soprattutto, rende impossibili i paragoni tra i<br />
Paesi, soprattutto a livello comunitario dove vige la direttiva imballaggi che, come si<br />
vedrà più avanti, viene applicata in maniera assolutamente disomogenea.<br />
A livello europeo, dall’inizio <strong>del</strong>la crisi <strong>del</strong> 2008, il settore <strong>del</strong> vetro ha registrato<br />
una crisi immediata con un calo <strong>del</strong>la produzione che ha creato una situazione<br />
molto critica in tutto il settore.<br />
Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo <strong>2009</strong>, la domanda di prodotti di vetro è<br />
crollata improvvisamente, non solo per i contenitori ma anche per il vetro piano,<br />
utilizzato nel settore edile e automobilistico.<br />
I produttori di vetro hanno ridotto la loro produzione in alcuni Paesi <strong>del</strong> 15% fino<br />
al 40%.<br />
Questo ha prodotto una crisi nel settore <strong>del</strong> riciclaggio <strong>del</strong> vetro, ed essendo la<br />
raccolta <strong>del</strong> vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formati degli<br />
extra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi <strong>del</strong>la<br />
domanda. Infine, si sono registrate pressioni sui prezzi non dipendenti solo dal<br />
calo <strong>del</strong>la domanda ma dalla forte diminuzione dei prezzi in alcuni Paesi, che<br />
hanno avuto riflessi sulla competizione internazionale.<br />
Perciò, complessivamente, il settore <strong>del</strong> recupero, a livello europeo, è rimasto<br />
schiacciato tra domanda e prezzi calanti <strong>del</strong> prodotto finito e costi crescenti,<br />
causati dall’accumulo di materiali presso gli impianti di produzione <strong>del</strong>le MPS<br />
(materie prime secondarie).<br />
Un aspetto particolarmente problematico per il mercato italiano ha riguardato la<br />
diversità <strong>del</strong>l’implementazione <strong>del</strong>la direttiva imballaggi nei vari Paesi europei,<br />
condizione che ha portato ad un dumping di mercato ed a convenienze di<br />
trasferimento dei materiali da un Paese all’altro, a volte dovuto alle migliori<br />
qualità <strong>del</strong>le raccolte differenziate e, in altri casi, ai maggiori contributi<br />
riconosciuti ai vari sistemi da ogni singolo Paese aderente.<br />
In Italia nel 2008 sono state riciclate complessivamente 1,83 milioni di tonnellate<br />
di vetro di cui 1,39 milioni di tonnellate costituite da imballaggi, 242 mila<br />
tonnellate da vetro piano.<br />
Le importazioni di vetro sono state pari a 202 mila tonnellate, l’11% <strong>del</strong> totale.<br />
<strong>10</strong>7
VETRO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ASPETTI QUALITATIVI<br />
DELLA RACCOLTA<br />
E DEL RECUPERO<br />
DEL VETRO<br />
A tutte le difficoltà sopra descritte, si deve aggiungere per l’Italia, la problematica<br />
relativa alla qualità <strong>del</strong> rottame di vetro raccolto, che è peggiorata sempre più con<br />
l’estendersi <strong>del</strong>le raccolte domiciliari (soprattutto per la maggiore presenza di<br />
ceramica, vetroceramica e organico, per la frammentazione <strong>del</strong> vetro e la forte<br />
presenza di frazione fine difficilmente riciclabile).<br />
Ciò ha causato un incremento dei costi di recupero e smaltimento dei relativi<br />
sovvalli, una diminuzione <strong>del</strong>la resa effettiva (oggi mediamente scesa all’80-85%) e<br />
una disparità con i concorrenti esteri che possono beneficiare di un rottame di vetro<br />
di qualità molto superiore.<br />
La difficile situazione di mercato e le relative conseguenze, però, non possono<br />
incentivare quegli investimenti per migliorare le tecnologie che invece sarebbero<br />
necessarie anche in virtù <strong>del</strong> sopra citato mutamento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> rottame, per<br />
meglio utilizzare le diverse tipologie <strong>del</strong> vetro raccolto e incrementare il tasso di<br />
riciclaggio.<br />
Paradossalmente, infatti, l’industria vetraria ha la necessità di aumentare la<br />
percentuale di rottame di vetro nel processo produttivo, in quanto tale utilizzo<br />
permette una riduzione dei costi energetici generali: il risparmio energetico è<br />
quantificabile in una riduzione <strong>del</strong> 2,5% <strong>del</strong> combustibile impiegato per ogni <strong>10</strong>%<br />
di rottame usato. Un impiego <strong>del</strong>l’80% di frammenti vetrosi porta quindi a<br />
un’economia energetica <strong>del</strong> 20%. Inoltre, con l’inserimento dei cocci di vetro nella<br />
miscela vetrificabile, si riducono anche le emissioni in atmosfera connesse all’attività<br />
produttiva. Le minori temperature di fusione <strong>del</strong> rottame vitreo implicano la<br />
riduzione <strong>del</strong> volume dei fumi di combustione, le emissioni di ossidi di azoto, polveri<br />
e anidride carbonica.<br />
Il recente Accordo ANCI-CONAI, e nello specifico l’Allegato tecnico ANCI-COREVE,<br />
sono stati definiti avendo quale scopo primario la necessità di migliorare gli aspetti<br />
qualitativi <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong> vetro.<br />
Dovrebbe quindi essere ancor più primario il ruolo <strong>del</strong> recuperatore, non solo quale<br />
filtro sostanziale nel rapporto con la pubblica amministrazione e il sistema urbano<br />
<strong>del</strong>le raccolte differenziate, bensì nell’obiettivo di incrementare il tasso di recupero<br />
e di riciclo, laddove è difficile ipotizzare che gli attuali sistemi di raccolta possano,<br />
nel breve-medio periodo, permettere il raggiungimento degli standard di qualità<br />
richiesti dall’industria vetraria. Soprattutto in un contesto, anche di natura politicosociale,<br />
ove gli aspetti quantitativi <strong>del</strong>le raccolte differenziate vengono privilegiati<br />
rispetto a quelli qualitativi più legati alla possibilità effettiva di riciclo.<br />
Ciò vale soprattutto ove si tenga conto <strong>del</strong> fatto che a breve dovranno avviarsi le<br />
raccolte differenziate al Sud, anche se permangono criticità quali la disponibilità in<br />
loco di impianti di stoccaggio e selezione.<br />
Inoltre, secondo valutazioni <strong>del</strong> COREVE, l’attuale condizione di mercato <strong>del</strong> settore<br />
non permette di ipotizzare investimenti al Sud, non solo per la carenza di utilizzo<br />
finale <strong>del</strong> vetro in tale area, ma anche per le autonome scelte gestionali di alcune<br />
vetrerie che, nonostante l’attuale condizione di ampia disponibilità nazionale di<br />
rottame, ne importano notevoli quantità.<br />
<strong>10</strong>8
VETRO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
In un tale contesto di difficoltà globale e nazionale, è auspicabile che il rapporto tra<br />
operatori <strong>del</strong> recupero e industria vetraria compia un passaggio di maturità reale e<br />
sostanziale: a prescindere dagli aspetti economici dei prezzi, comunque condizionati<br />
dalla forte concentrazione <strong>del</strong>l’industria vetraria, occorre rivedere il sistema<br />
organizzativo dando maggiore risalto agli aspetti collaborativi e organizzativi. Senza<br />
dimenticare, infatti, che la riciclabilità <strong>del</strong> rottame di vetro viene oggi, come ieri,<br />
garantita dall’industria <strong>del</strong> recupero.<br />
TABELLA 1: <strong>Produzione</strong> di vetro in Europa (ton)<br />
Paesi 1998 2004 2005 % 2006 % 2007 [1] % 2008 % %<br />
05/04 06/05 07/06 08/07 08/98<br />
Francia [2] 3.785.142 3.731.735 3.784.280 1,4 3.828.086 1,2 3.743.925 -2,2 3.572.592 -4,6 -5,6<br />
Germania 4.323.180 4.<strong>10</strong>5.193 3.895.151 -5,1 3.885.600 -0,2 4.080.300 5,0 4.141.800 1,5 -4,2<br />
Italia [2] 3.046.948 3.582.777 3.543.333 -1,1 3.549.041 0,2 3.620.522 2,0 3.673.671 1,5 20,6<br />
Polonia [3] 8<strong>10</strong>.655 1.041.269 1.088.151 4,5 1.119.531 2,9 1.230.019 9,9 1.230.000 0,0 51,7<br />
Portogallo 762.977 1.015.437 1.024.395 0,9 1.095.835 7,0 1.231.335 12,4 1.252.342 1,7 64,1<br />
Spagna 1.816.151 2.070.444 2.143.971 3,6 2.148.<strong>10</strong>7 0,2 2.222.361 3,5 2.145.835 -3,4 18,2<br />
Inghilterra 1.852.<strong>10</strong>0 1.977.612 2.081.000 5,2 2.159.804 3,8 2.244.441 3,9 2.161.769 -3,7 16,7<br />
Altri EU Nord<br />
& Centrale [4] 2.005.823 2.148.834 7,1 2.113.587 -1,6<br />
Altri EU<br />
Sud Est [5] 1.148.677 1.202.653 4,7 1.206.382 0,3<br />
Turchia 455.861 500.000 535.<strong>10</strong>0 7,0 597.000 11,6 705.000 18,1 768.320 9,0 68,5<br />
TOTALE 21.346.326 21.537.504 0,9 22.429.390 4,1 22.266.298 -0,7<br />
Fonte: FEVE (Federazione europea vetro cavo e piano)<br />
1 I dati sono stati aggiornati per alcuni Paesi<br />
2 Il dato 2008 è provvisorio<br />
3 Polonia - dati 2007<br />
4 Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia, Svizzera, Norvegia.<br />
5 Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Romania, Slovacchia<br />
<strong>10</strong>9
VETRO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 2: Tassi di riciclaggio <strong>del</strong> vetro in Europa 2007<br />
Paesi Consumo Raccolta Tasso di<br />
nazionale (000/ton) (000/ton) riciclo %<br />
AUSTRIA 276 221 80<br />
BELGIO 314 289 92<br />
BULGARIA 150 48 32<br />
Rep.CECA 264 133 50<br />
DANIMARCA 143 121 84<br />
ESTONIA 25 12 47<br />
FINLANDIA 88 54 61<br />
FRANCIA 3.200 1.950 61<br />
GERMANIA 3.033 2.635 87<br />
GRECIA 200 26 13<br />
UNGHERIA 170 34 20<br />
IRLANDA 170 124 73<br />
ITALIA 2.157 1.303 60<br />
OLANDA 572 461 81<br />
POLONIA 1.<strong>10</strong>0 290 26<br />
PORTOGALLO 405 186 46<br />
ROMANIA 176 15 9<br />
SLOVACCHIA 128 43 34<br />
SPAGNA 1.672 936 56<br />
SVEZIA 181 171 94<br />
SVIZZERA 336 320 95<br />
TURCHIA 425 81 19<br />
INGHILTERRA 2.650 1.520 57<br />
TOTALE 17.835 <strong>10</strong>.973 62<br />
Fonte: FEVE<br />
TABELLA 3: <strong>Recupero</strong>, riciclaggio e importazioni <strong>del</strong> vetro in Italia (000/ton)<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
<strong>Recupero</strong>/riciclo imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390<br />
importazioni vetro 174 224 173 221 259 300 246 220 202<br />
vetro piano 229 248 244 213 184 208 340 320 242<br />
Riciclo totale vetro 1.323 1.432 1.454 1.556 1.646 1.719 1.842 1.830 1.834<br />
Fonte: COREVE<br />
1<strong>10</strong>
VETRO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 1: <strong>Recupero</strong> e riciclo per tipologie di vetro in Italia (000/ton)<br />
2.000<br />
1.800<br />
1.600<br />
1.400<br />
1.200<br />
1.000<br />
1.323<br />
920<br />
1.432<br />
960<br />
1.454<br />
1.037<br />
1.556<br />
1.122<br />
1.656<br />
1.203<br />
1.719<br />
1.211<br />
1.842<br />
1.256<br />
1.830 1.834<br />
1.290<br />
1.390<br />
800<br />
600<br />
400<br />
200<br />
0<br />
229<br />
255<br />
248<br />
224<br />
244<br />
173<br />
221<br />
213<br />
259<br />
184<br />
340<br />
300 320<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
242<br />
246<br />
208 220 202<br />
importazioni vetro<br />
vetro piano<br />
riciclo imballaggi<br />
riciclo totale vetro<br />
Fonte: COREVE<br />
TABELLA 4: Raccolta e riciclaggio degli imballaggi in vetro (000/ton)<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Raccolta rifiuti da<br />
imballaggio vetro 977 1.<strong>10</strong>0 1.205 1.3<strong>10</strong> 1.356 1.372 1.385 1.385 1.390<br />
Immesso al consumo<br />
imballaggi 1.963 1.993 1.970 2.<strong>10</strong>7 2.141 2.117 2.133 2.157 2.159<br />
riciclo<br />
imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390<br />
tasso riciclo<br />
imballaggi in vetro (%) 47% 48% 53% 53% 56% 57% 59% 60% 64%<br />
Fonte: COREVE<br />
111
VETRO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 2: Immesso al consumo e raccolta di imballaggi in vetro - tendenza (000/ton)<br />
2.500<br />
2.000<br />
1.963<br />
1.993<br />
1.970<br />
2.<strong>10</strong>7<br />
2.141<br />
2.117 2.133 2.157 2.159<br />
1.500<br />
1.000<br />
977<br />
1.<strong>10</strong>0<br />
1.205<br />
1.3<strong>10</strong><br />
1.356<br />
1.372 1.385 1.385 1.390<br />
500<br />
0<br />
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
raccolta rifiuti da imballaggio vetro<br />
immesso al consumo imballaggi<br />
Fonte: COREVE<br />
TABELLA 5:<br />
Prezzi di vendita dei rottami di vetro e di rifiuti inerti - Medie annue (€/ton)<br />
Anni Vetro: Vetro: rottame misto Vetro: rottame<br />
rottame misto ´pronto al forno´ bianco ´pronto al forno´<br />
2002 9,3 46 70<br />
2006 9,8 51 75<br />
2007 9,8 51 76<br />
Incremento 07 su 02 5% 11% 9%<br />
Incremento 07 su 06 0% 1% 1%<br />
Fonte: Listini CCIAA<br />
112
PLASTICA
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
ASSORIMAP - Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di Materie<br />
Plastiche - nasce nel 1978 e rappresenta le aziende che rigenerano materie<br />
plastiche pre-consumo e post-consumo. L'Associazione aderisce alla<br />
Federazione Europea dei Riciclatori di Materie Plastiche EuPR - European<br />
Plastic Recyclers - ed è tra i fondatori di <strong>UNIRE</strong> - Unione Nazionale Imprese<br />
<strong>Recupero</strong> - aderente a <strong>FISE</strong>.<br />
Il riciclo meccanico <strong>del</strong>le materie plastiche, considerata l’unica vera forma di<br />
riciclo, comporta vantaggi evidenti per la riduzione dei costi di<br />
approvvigionamento di materie plastiche, risparmio energetico e minor<br />
impatto sull'ambiente, sia in termini di minori emissioni sia di minori<br />
quantitativi destinati allo smaltimento in discarica, con oneri e costi ridotti<br />
per tutti: dai trasformatori di materie plastiche agli utenti di manufatti e ai<br />
cittadini.<br />
Come nelle precedenti edizioni de "<strong>L'Italia</strong> <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong>" si analizza in<br />
queste pagine solo il recupero post-consumo di plastica, pur tenendo<br />
presente che il riciclo di materie plastiche è anche un'importante fase <strong>del</strong><br />
ciclo produttivo industriale, nel corso <strong>del</strong> quale si recuperano soprattutto<br />
scarti e sfridi di lavorazione pre-consumo.<br />
Il comparto industriale italiano dedito al riciclaggio e alla rigenerazione di<br />
materie plastiche si stima sia costituito da quasi 200 imprese con circa<br />
2.000 addetti e occupa il secondo posto in Europa, dopo l'industria<br />
tedesca.<br />
L'insieme di queste imprese costituisce l'essenziale ponte funzionale<br />
affinché le materie plastiche provenienti dalle raccolte differenziate possano<br />
essere sottoposte a riciclo meccanico ed essere reinserite nei cicli produttivi<br />
<strong>del</strong>le industrie che utilizzano la plastica come materia prima per la<br />
realizzazione dei propri prodotti.<br />
Una semplice, ma fondamentale, considerazione che emerge dai dati<br />
presentati è che non ha senso porre enfasi solo sulla "fase <strong>del</strong>la raccolta dei<br />
rifiuti" trascurando, in modo più o meno marcato, la "fase industriale" e la<br />
"fase di mercato" dei rifiuti riciclabili. È, infatti, troppo chiaro che non può<br />
esservi raccolta senza riciclo, né riciclo senza trasformazione e riutilizzo<br />
finale.<br />
Vantare quindi a vario titolo il raggiungimento di buoni livelli di raccolta,<br />
ancorché migliorabili, ancorché realizzati con il grande contributo degli<br />
operatori indipendenti, ancorché da realizzare in tutte le aree <strong>del</strong> Paese,<br />
potrebbe di per sé valere poco senza avere la certezza di avviare<br />
effettivamente a riciclo le frazioni raccolte e di conseguenza di aver<br />
effettivamente trasformato un rifiuto in nuova materia prima.<br />
In questo senso, ASSORIMAP ha richiesto al Consorzio COREPLA di<br />
condividere una corretta validazione dei flussi, sia per sviluppare una<br />
maggiore sensibilità dei produttori di imballaggi tesi a migliorare la<br />
114
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
riciclabilità degli stessi, sia per individuare e approfondire possibili soluzioni<br />
gestionali con riguardo a specifiche tipologie di rifiuti plastici riciclabili sia,<br />
infine, per contribuire alla qualificazione tecnica <strong>del</strong>le materie prime<br />
secondarie ottenute dal recupero dei rifiuti.<br />
Tali diverse iniziative confermano che tra i principali obiettivi di ASSORIMAP<br />
si pongono l'approfondimento dei diritti/doveri <strong>del</strong>la categoria dei riciclatori<br />
di materie plastiche e, soprattutto, il riconoscimento ai materiali plastici<br />
riciclati di concreti e appropriati mercati di sbocco per evitare che quanto<br />
descritto da leggi, decreti e regolamenti resti una teoria senza risvolti pratici<br />
(valga, a titolo d'esempio, la finora incompiuta applicazione <strong>del</strong> DM<br />
203/03).<br />
CORRADO DENTIS<br />
Presidente ASSORIMAP<br />
115
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL RICICLO DELLE<br />
MATERIE PLASTICHE<br />
IN ITALIA<br />
In base ai dati resi disponibili dalle imprese operanti nella produzione di materie<br />
plastiche e ad una ricerca commissionata dalle Federazioni europee <strong>del</strong> settore a<br />
una società di consulenza tedesca, in Italia nel 2008 sono stati prodotti 3,44<br />
milioni di tonnellate di manufatti in materie plastiche di cui 2,2 milioni di<br />
tonnellate di imballaggi e 1,2 milioni di tonnellate di prodotti per costruzioni,<br />
auto, elettrici, oggettistica, agricoltura ecc...<br />
TABELLA 1: <strong>Produzione</strong>, recupero e smaltimento <strong>del</strong>le materie plastiche, per principale tipologia - Italia 2008<br />
MANUFATTI DI<br />
MATERIE PLASTICHE<br />
PRODUZIONE RACCOLTA RICICLO MECCANICO RECUPERO ENERGETICO DISCARICA<br />
000/ton % 000/ton % 000/ton % 000/ton % 000/ton %<br />
Imballaggio<br />
2.205<br />
64,0<br />
1.336<br />
87,3<br />
672<br />
90,1<br />
664<br />
84,7<br />
869<br />
45,3<br />
Imballaggio domestico<br />
1431<br />
41,5<br />
694<br />
45,4<br />
306<br />
41,0<br />
388<br />
49,5<br />
737<br />
38,4<br />
Imballaggio industriale<br />
774<br />
22,4<br />
642<br />
42,0<br />
366<br />
49,1<br />
276<br />
35,2<br />
135<br />
7,0<br />
Costruzioni<br />
137<br />
4,0<br />
22<br />
1,4<br />
17<br />
2,3<br />
5<br />
0,6<br />
115<br />
6,0<br />
Auto<br />
192<br />
5,6<br />
15<br />
1,0<br />
12<br />
1,6<br />
3<br />
0,4<br />
177<br />
9,2<br />
Elettrici<br />
122<br />
3,5<br />
18<br />
1,2<br />
6<br />
0,8<br />
12<br />
1,5<br />
<strong>10</strong>4<br />
5,4<br />
Oggettistica casa, sport<br />
113<br />
3,3<br />
17<br />
1,1<br />
0<br />
0,0<br />
17<br />
2,2<br />
96<br />
5,0<br />
Agricoltura<br />
206<br />
6,0<br />
59<br />
3,9<br />
39<br />
5,2<br />
20<br />
2,6<br />
147<br />
7,7<br />
Altri<br />
473<br />
13,7<br />
63<br />
4,1<br />
0<br />
0,0<br />
63<br />
8,0<br />
4<strong>10</strong><br />
21,4<br />
Totale<br />
3.448<br />
<strong>10</strong>0,0<br />
1.530<br />
<strong>10</strong>0,0<br />
746<br />
<strong>10</strong>0,0<br />
784<br />
<strong>10</strong>0,0<br />
1.918<br />
<strong>10</strong>0,0<br />
Fonte: CONSULTIC GMBH - Studio sulle attività di riciclo <strong>del</strong>le materie plastiche in Europa, <strong>2009</strong><br />
In base a un censimento di ASSORIMAP, il settore <strong>del</strong> riciclaggio post-consumo<br />
<strong>del</strong>le materie plastiche ha mostrato, negli ultimi anni, pur con minor impulso<br />
rispetto al periodo precedente, un trend in crescita, dai 143 siti censiti nel 2003<br />
ai 157 <strong>del</strong> 2008.<br />
In proposito, però, va rimarcato che, dal secondo semestre <strong>del</strong> 2008, il comparto<br />
<strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>la plastica ha dovuto affrontare una congiuntura negativa in<br />
relazione non soltanto alla crisi internazionale generale ma anche alla forte<br />
caduta <strong>del</strong> prezzo <strong>del</strong>le principali materie plastiche vergini, le cui quotazioni si<br />
sono talmente abbassate da rendere poco competitivo il prezzo <strong>del</strong>le materie<br />
prime secondarie.<br />
116
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 2:<br />
Impianti di riciclaggio <strong>del</strong>la plastica in Italia<br />
Piemonte<br />
Valle d’Aosta<br />
Lombardia<br />
Trentino Alto Adige<br />
Veneto<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Liguria<br />
Emilia Romagna<br />
NORD<br />
Toscana<br />
Umbria<br />
Marche<br />
Lazio<br />
CENTRO<br />
Abruzzo<br />
Molise<br />
Campania<br />
Puglia<br />
Basilicata<br />
Calabria<br />
Sicilia<br />
Sardegna<br />
SUD<br />
ITALIA<br />
2003<br />
13<br />
0<br />
46<br />
1<br />
18<br />
3<br />
2<br />
12<br />
95<br />
<strong>10</strong><br />
4<br />
3<br />
5<br />
22<br />
3<br />
0<br />
9<br />
8<br />
0<br />
0<br />
4<br />
2<br />
26<br />
143<br />
2008<br />
18<br />
0<br />
56<br />
1<br />
23<br />
0<br />
2<br />
<strong>10</strong><br />
1<strong>10</strong><br />
7<br />
3<br />
2<br />
6<br />
18<br />
3<br />
0<br />
11<br />
8<br />
0<br />
0<br />
6<br />
1<br />
29<br />
157<br />
Fonte: Censimento ASSORIMAP<br />
117
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL RICICLO DEGLI<br />
IMBALLAGGI PLASTICI<br />
Dall'analisi dei dati riportati nella Tabella 1, relativi ai materiali di origine per le<br />
attività di riciclo in Italia, risulta molto evidente la prevalenza degli imballaggi<br />
(circa l'87%), a cui segue il recupero di film e altri manufatti da usi agricoli (circa<br />
il 4%). Agli imballaggi post-consumo viene fatto riferimento con i dati in Tabella<br />
3, ricavati dal Piano Specifico di Prevenzione 2008-20<strong>10</strong> <strong>del</strong> Consorzio di filiera<br />
COREPLA e che costituiscono una <strong>del</strong>le fonti dei dati riportati in Tabella 1.<br />
TABELLA 3: Immissione al consumo e avvio al riciclo di imballaggi in materie plastiche<br />
2008 <strong>2009</strong> 20<strong>10</strong><br />
000/TON<br />
%<br />
000/TON<br />
%<br />
000/TON<br />
%<br />
Quantità immessa al consumo (1)<br />
2.345<br />
+3,3%<br />
2.400<br />
+2,3%<br />
2.450<br />
+2,1%<br />
Totale RD (2)<br />
490<br />
20,9%<br />
540<br />
22,5%<br />
593<br />
24,2%<br />
- di cui Area Nord (3)<br />
342<br />
69,8%<br />
360<br />
66,7%<br />
377<br />
63,6%<br />
- di cui Area Centro (3)<br />
68<br />
13,9%<br />
82<br />
15,2%<br />
99<br />
16,7%<br />
- di cui Area Sud (3)<br />
80<br />
16,3%<br />
98<br />
18,1%<br />
117<br />
19,7%<br />
Conferiti a riciclo da superficie pubblica (4)<br />
490<br />
<strong>10</strong>0%<br />
540<br />
<strong>10</strong>0%<br />
593<br />
<strong>10</strong>0%<br />
- di cui di gestione consortile<br />
490<br />
<strong>10</strong>0%<br />
540<br />
<strong>10</strong>0%<br />
593<br />
<strong>10</strong>0%<br />
Riciclo da superficie pubblica (5)<br />
339<br />
14,5%<br />
372<br />
15,5%<br />
409<br />
16,7%<br />
- di cui di gestione consortile<br />
339<br />
<strong>10</strong>0%<br />
372<br />
<strong>10</strong>0%<br />
409<br />
<strong>10</strong>0%<br />
Riciclo da superficie privata (6)<br />
377<br />
16,1%<br />
384<br />
16,0%<br />
396<br />
16,2%<br />
- di cui di gestione consortile<br />
3<br />
0,8%<br />
4<br />
1,0%<br />
4<br />
1,0%<br />
- di cui da "Operatori indipendenti" (7)<br />
374<br />
99,2%<br />
380<br />
99,0%<br />
392<br />
99,0%<br />
Totale riciclo (8)<br />
716<br />
30,5%<br />
756<br />
31,5%<br />
805<br />
32,9%<br />
- di cui di gestione consortile (9)<br />
342<br />
47,8%<br />
376<br />
49,8%<br />
413<br />
51,3%<br />
Fonte: COREPLA<br />
(1) Imballaggi in plastica immessi al consumo complessivamente (primari, secondari e terziari) e relativa variazione percentuale rispetto all'anno<br />
precedente, comprensivi <strong>del</strong>le cassette in plastica per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.<br />
(2) Raccolta differenziata di rifiuti di imballaggi in plastica da superficie pubblica (RD) complessiva e relativa incidenza percentuale rispetto<br />
all'immesso al consumo.<br />
(3) Suddivisione <strong>del</strong>la raccolta differenziata per aree geografiche e relativa incidenza percentuale sul totale raccolta;<br />
(4) Quantitativi da RD avviati a riciclo e relativa incidenza percentuale rispetto al totale raccolta.<br />
(5) Riciclo complessivo derivante da RD conferita a riciclo, al netto degli scarti, e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo<br />
(per il 2008 è compresa una quota di 4,0 kton a feedstock recycling).<br />
(6) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica provenienti da superfici private ("Commercio & Industria") e relativa incidenza<br />
percentuale rispetto all'immesso al consumo.<br />
(7) I quantitativi avviati a riciclo da parte degli "Operatori indipendenti" sono ottenuti da analisi dei dati MUD effettuata per conto di COREPLA<br />
da Ecocerved per gli anni sino al 2004 e dalla Camera di Commercio di Milano per il 2005 (ultimo anno disponibile). Per gli anni successivi<br />
2006, 2007 e 2008, in attesa di disporre dei dati definitivi desumibili dai MUD, i quantitativi sono stimati per conto di COREPLA dalla società<br />
di analisi e ricerca economica AGICI, sulla base <strong>del</strong>le serie storiche dei MUD degli anni precedenti e di previsioni sia macroeconomiche che<br />
di settore. Per i successivi anni <strong>2009</strong> e 20<strong>10</strong>, i dati sono invece puramente indicativi, essendo ricavati per differenza dalla proiezione<br />
aritmetica <strong>del</strong> riciclo complessivo cui è stato detratta quella <strong>del</strong> riciclo COREPLA. Per tutti gli anni, in ogni caso, i dati sono comprensivi <strong>del</strong>le<br />
cassette per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.<br />
(8) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo.<br />
(9) Quota complessiva di rifiuti d'imballaggio in plastica riciclati in gestione diretta di COREPLA e relativa incidenza percentuale rispetto al riciclo<br />
complessivo.<br />
118
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
A prescindere dall'effettiva riscontrabilità dei dati riportati nelle Tabelle 1 e 3 -<br />
che non sono condivisi dall'Associazione dei riciclatori - ma considerandoli,<br />
comunque, riferimenti non <strong>del</strong> tutto estranei alla realtà, va evidenziata la<br />
rilevante incidenza (attorno al 50%) <strong>del</strong>l'attività di riciclo dei cosiddetti operatori<br />
indipendenti, senza il cui apporto sarebbe impossibile considerare come<br />
raggiunti nel nostro Paese gli obiettivi di recupero.<br />
Comunque, va sottolineato che nel primo semestre <strong>2009</strong>, anche su richiesta di<br />
ASSORIMAP, è stato avviato da COREPLA un complesso lavoro di verifica dei<br />
flussi e di validazione dei dati raccolti, per evitare estrapolazioni (più o meno<br />
fantasiose) e giungere così, finalmente, a una statistica chiara, trasparente e<br />
condivisa dalle parti, compresi i riciclatori rappresentati dalla loro Associazione<br />
nazionale di categoria.<br />
Come già accennato, a prescindere dalla riscontrabilità dei dati concernenti<br />
l'avvio <strong>del</strong> riciclo di imballaggi post-consumo a cui si è fatto cenno, occorre tener<br />
presenti le segnalazioni documentate che sono state riferite anche in sede<br />
politica da ASSORIMAP a proposito <strong>del</strong>la crescente percentuale di scarti (dal 15<br />
al 20% <strong>del</strong> quantitativo conferito alle imprese riciclatrici) che a fine ciclo,<br />
purtroppo, vengono destinati a discarica, nonostante la sofisticazione e il<br />
continuo aggiornamento degli impianti di selezione e di riciclo.<br />
Principale motivazione di tale sorprendente percentuale di scarto è il progressivo<br />
e continuo deterioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la raccolta differenziata che si è<br />
andato evidenziando di anno in anno a causa di due fenomeni principali:<br />
l'eccesso di "assimilazione" perseguito da molti Comuni italiani, nonché la<br />
mancata "prevenzione" da parte dei progettisti e dei produttori di imballaggi<br />
per i quali l'obiettivo aziendale di marketing prevale largamente su quello<br />
ambientale e di interesse generale per la comunità.<br />
Da qui l'aspettativa più volte richiamata da ASSORIMAP per un'attività,<br />
soprattutto da parte <strong>del</strong> sistema consortile CONAI-COREPLA, di informazione e<br />
formazione di chi progetta, produce e immette sul mercato imballaggi in<br />
plastica, per far comprendere quali materiali e loro accoppiamenti, a parità di<br />
caratteristiche applicative e di protezione dei prodotti, possono rendere più<br />
economicamente e ambientalmente praticabile il recupero e riciclaggio postconsumo.<br />
Si tratterebbe di una serie di iniziative specifiche, già ampiamente praticate in<br />
altri Paesi europei, in Giappone, ecc., che, almeno fino ad oggi, non hanno<br />
trovato riscontro in Italia.<br />
119
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL PROCESSO DI<br />
LIBERALIZZAZIONE<br />
DEL MERCATO<br />
Anche in relazione alla prossima azione di revisione <strong>del</strong> Codice ambientale<br />
(D.Lgs. 152/06), l’Associazione dei riciclatori ha messo in luce alcuni aspetti<br />
relativi al mercato <strong>del</strong> settore, su cui è opportuno approfondire la riflessione<br />
avviata dall’Antitrust nella propria indagine conoscitiva sul comparto degli<br />
imballaggi.<br />
Le principali conclusioni a cui, in proposito, nell'estate 2008 è pervenuta<br />
l’Antitrust al termine <strong>del</strong>l'indagine conoscitiva IC 26, possono essere riassunte<br />
come segue.<br />
1 In merito alla gestione dei consorzi di filiera: "come una migliore<br />
rappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quelli dei<br />
recuperatori/riciclatori) nell'ambito <strong>del</strong>le strutture direttive consortili possa<br />
costituire una soluzione incentivante modalità organizzative più efficienti,<br />
eque e al contempo espressione di dinamiche genuinamente concorrenziali".<br />
Da anni ASSORIMAP ribadisce la necessità di prevedere una significativa<br />
rappresentatività dei riciclatori, a garanzia di una politica che consideri il riciclo<br />
un elemento essenziale <strong>del</strong>l’economia di ogni filiera.<br />
2 Inoltre: "al fine di ristabilire una maggior omogeneità <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong>l'avvio<br />
al recupero dei rifiuti da imballaggio (…) l'Autorità ritiene auspicabile un<br />
intervento volto a stabilire soglie di raccolta distinte per aree diverse <strong>del</strong> paese<br />
e da raggiungersi obbligatoriamente, la cui somma vada a determinare<br />
l'ottemperamento complessivo a livello nazionale. Ciò al fine di consentire un<br />
più equilibrato rapporto con le capacità installate sul territorio nazionale in<br />
un'ottica di ulteriore sviluppo industriale e concorrenziale <strong>del</strong> settore".<br />
3 A proposito <strong>del</strong>l'ipotesi di pluralità di operatori nell'ambito di una filiera:<br />
"l'Autorità ha altresì auspicato la possibilità di istituire diversi consorzi anche<br />
su circuiti regionali o macroregionali, opportunamente omologati operanti in<br />
una medesima filiera suscettibili di introdurre dinamiche concorrenziali<br />
nell'attività in oggetto senza con ciò snaturare gli obiettivi di tutela ambientale<br />
avuti a mente dal legislatore (…), purché in presenza di opportune garanzie di<br />
controllo sul buon funzionamento (per esempio, rispetto tracciabilità dei rifiuti<br />
e certificazione dei dati relativi alla raccolta), nonché di una chiara definizione<br />
degli obblighi relativi al versamento dei contributi ambientali.<br />
Al riguardo, il comparto ha accolto con favore la decisione di fine giugno <strong>2009</strong><br />
<strong>del</strong>l'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti, che ha attestato il corretto funzionamento<br />
<strong>del</strong> Progetto PARI (Piano per la gestione Autonoma dei Rifiuti da Imballaggio),<br />
autorizzando di fatto il primo sistema di gestione autonoma nel settore degli<br />
imballaggi flessibili in LDPE, poiché esso risulta applicativo di un'analisi che, già<br />
a fine 2006, ASSORIMAP commissionò al Centro Studi <strong>Ed</strong>izioni Ambiente, sul<br />
"Riciclo degli imballaggi in plastica di provenienza industriale e commerciale", in<br />
cui si evidenziavano esplicitamente mo<strong>del</strong>li di esperienze-pilota, sia per gestioni<br />
integrate locali, sia per organizzazioni parallele a dimensione nazionale.<br />
ASSORIMAP, d’altra parte, ha più volte richiamato l’attenzione <strong>del</strong>le autorità e<br />
dei Consorzi nazionali stessi anche a tale riguardo, invitandoli ad un confronto e<br />
120
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
un approccio sistemico, poiché la "liberalizzazione" nella gestione <strong>del</strong>la raccolta<br />
e <strong>del</strong> recupero dei materiali introduce un fattore di concorrenza di per sé positivo<br />
ma che va rigorosamente programmato e concertato con tutti gli operatori per<br />
evitare che da una situazione monopolistica, che nel settore <strong>del</strong>le materie<br />
plastiche ha mostrato i suoi limiti, il sistema subisca gli effetti di una deregulation<br />
incontrollata e incapace di garantire il raggiungimento degli obiettivi di riciclo<br />
complessivo, a difesa <strong>del</strong>l’ambiente.<br />
ALTRE INIZIATIVE<br />
ASSORIMAP<br />
Le proposte evidenziate dallo Studio commissionato da ASSORIMAP sopra<br />
menzionato - ripreso integralmente a fine 2007 dalla Commissione VIII<br />
(ambiente, territorio e lavori pubblici) <strong>del</strong>la Camera dei Deputati, nell'ambito <strong>del</strong><br />
documento conclusivo <strong>del</strong>la sua indagine sull'industria <strong>del</strong> riciclo - prevede fra<br />
l'altro che le imprese si dotino di un sistema di controllo e certificazione che<br />
garantisca ai terzi (e, in particolare, alle autorità competenti) la validità e la<br />
tracciabilità gestionale dei rifiuti riciclati.<br />
In tale logica, ASSORIMAP ha promosso un progetto finanziato dalla<br />
Commissione Europea per una certificazione (di azienda e di processo) che sia<br />
riconosciuta in tutti i Paesi aderenti per le imprese che operano nel settore <strong>del</strong><br />
riciclo <strong>del</strong>le materie plastiche, in maniera tale che tali imprese non debbano<br />
essere sottoposte a verifiche multiple, una per ciascuno dei Paesi dai quali si<br />
approvvigionano di rifiuti plastici da riciclare.<br />
Inoltre, l'Associazione, per contribuire ad accrescere in Italia e in Europa il<br />
quantitativo dei rifiuti plastici da riciclare, ha segnalato alle autorità europee che<br />
alcuni circuiti nazionali di raccolta sembrano favorire - direttamente o<br />
indirettamente - le esportazioni verso l'estremo Oriente, ritenendo che la pratica<br />
di esportare rifiuti oltreoceano è alquanto discutibile sotto il profilo ambientale,<br />
sociale ed economico: riciclare rifiuti a migliaia di chilometri di distanza (e in<br />
condizioni non sempre eco-compatibili) per produrre nuovi articoli che in parte<br />
sono destinati proprio a ritornare in Europa appare contro ogni logica<br />
ambientale.<br />
A tal proposito, ASSORIMAP ha più volte ribadito che molti cittadini europei<br />
pagando, sotto forma di contributi ambientali, tasse che sostengono i sistemi di<br />
raccolta nazionali, favoriscono indirettamente i riciclatori asiatici, che già oggi<br />
operano con costi nettamente più bassi rispetto ai colleghi europei.<br />
Inoltre, secondo l'Associazione, al riguardo si pone anche un problema in termini<br />
socio-ambientali in quanto non è accettabile che i rifiuti europei possano essere<br />
trattati da aziende che non applicano gli standard comunitari in termini di<br />
sicurezza <strong>del</strong> lavoro, sfruttamento <strong>del</strong> lavoro minorile, protezione sociale dei<br />
lavoratori e tutela <strong>del</strong>l’ambiente.<br />
Un altro ambito di potenziale sviluppo <strong>del</strong> campo di applicazione di plastica<br />
riciclata è quello a contatto con gli alimenti. In tale settore, l'Associazione sta<br />
121
PLASTICA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
fornendo alle imprese un'assistenza preliminare all'avvio <strong>del</strong>le procedure<br />
autorizzative che dipendono dall'Agenzia europea EFSA.<br />
La medesima assistenza alle imprese <strong>del</strong> settore viene fornita per il riciclo di<br />
apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) offrendo un supporto tecnico<br />
ai Consorzi che gestiscono tali rifiuti e ai riciclatori che devono cercare di<br />
valorizzarli per risolvere i problemi tecnici di compatibilità <strong>del</strong>le diverse frazioni di<br />
materie plastiche.<br />
Inoltre, con riferimento alla Direttiva europea 2000/53 e <strong>del</strong>la normativa<br />
96/2002 sul recupero dei RAEE che prevedono specifici obiettivi di riciclo e<br />
recupero ASSORIMAP ha avviato con le filiere di recupero interessate (ASSODEM<br />
e ASSORAEE) approfondimenti per sinergia che agevolino il riciclo <strong>del</strong>le frazioni<br />
di materie plastiche da detti rifiuti.<br />
Infine, ASSORIMAP da qualche mese ha contribuito alla riattivazione<br />
<strong>del</strong>l'apposita sotto-commissione <strong>del</strong>l'UNIPLAST, per un aggiornamento <strong>del</strong>le<br />
norme <strong>del</strong>la serie <strong>10</strong>667, richiamate anche dai regolamenti attuativi <strong>del</strong> Codice<br />
Ambientale (D.Lgs 152/06), per la qualificazione tecnica <strong>del</strong>le materie prime<br />
secondarie e <strong>del</strong>le MPS fin dall'origine.<br />
Il tutto, come rimarcato in precedenza, per ribadire il ruolo di rilievo <strong>del</strong>l'industria<br />
<strong>del</strong> riciclo meccanico <strong>del</strong>le materie plastiche, essenziale in un sistema "aperto",<br />
in cui gli imballaggi e altri manufatti post-consumo, raccolti e riciclati, tornano<br />
all'origine di un nuovo ciclo produttivo - con limiti tecnici e ambiti economici ben<br />
definiti - quale alternativa alle materie vergini.<br />
122
ACCIAIO
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
Nel 2008 i quantitativi di rifiuti di imballaggio in acciaio raccolti, dopo alcuni anni<br />
di continuo aumento, vedono una diminuzione e si attestano sulle 396.000<br />
tonnellate complessive con un avvio al riciclo di 374.000 tonnellate.<br />
Questa diminuzione è da imputarsi principalmente ad una sensibile riduzione<br />
<strong>del</strong>l’immesso al consumo che passa dalle 563.000 tonnellate <strong>del</strong> 2007 alle<br />
537.000 tonnellate <strong>del</strong> 2008.<br />
L’Associazione SARA ha collaborato, in qualità di braccio operativo <strong>del</strong> CNA, al<br />
conseguimento di questi risultati in misura determinante nel settore <strong>del</strong><br />
materiale generato su superfici pubbliche (domestico), avviandone al riciclo<br />
126.000 tonnellate su un totale di 155.000 tonnellate (in percentuale oltre<br />
l’80%).<br />
Il nostro apporto nella raccolta dei materiali generati su superfici private<br />
(industriali), invece, si è limitato a 9.000 tonnellate su un totale di 241.000<br />
tonnellate.<br />
Come di consueto, ci siamo focalizzati sul materiale di origine domestica perché<br />
è in questo settore che è particolarmente necessaria l’azione <strong>del</strong>l’operatore.<br />
Nonostante i buoni risultati ottenuti ci proponiamo, in futuro, di moltiplicare i<br />
nostri sforzi, naturalmente in piena armonia con il CNA, per sviluppare<br />
ulteriormente la raccolta degli imballaggi di acciaio di origine domestica: quelli<br />
che maggiormente rischiano di finire in discarica.<br />
A questo proposito è purtroppo da segnalare che l’Accordo ANCI-CONAI e il<br />
relativo Allegato tecnico ANCI CNA, recentemente sottoscritto, non ha<br />
sviluppato alcuni istituti, peculiari <strong>del</strong> nostro settore, che avrebbero favorito<br />
l’incremento <strong>del</strong>la raccolta su superficie pubblica.<br />
Mi riferisco, in particolare al materiale ferroso, separato, tramite attrazione<br />
magnetica dai rifiuti urbani, pre o post combustione, ed alla presenza di<br />
imballaggi assieme a FMS (frazioni merceologiche similari) nei c.d. ingombranti.<br />
Probabilmente questa scarsa attenzione è stata motivata dal peso relativamente<br />
basso che i rifiuti di imballaggio in acciaio hanno rispetto alla totalità dei rifiuti<br />
di imballaggio ed anche dal “dogma” <strong>del</strong>la raccolta differenziata.<br />
Prima di chiudere questa breve nota è opportuno accennare all’interessante<br />
attività che la nostra Associazione ha svolto nel campo dei RAEE, che si è<br />
recentemente affiancata a quella storica di operatore <strong>del</strong> CNA.<br />
Nel campo dei RAEE la SARA si è specializzata nel settore <strong>del</strong> grande bianco non<br />
pericoloso seguendo la via, per il suo trattamento, <strong>del</strong>le sinergie con le attività<br />
industriali già esistenti.<br />
Ciò costituisce un approccio, in un certo senso, innovativo che evita diseconomie<br />
logistiche e duplicazioni di strutture.<br />
GIORGIO MANUNTA<br />
Presidente SARA<br />
125
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL MERCATO<br />
DELL’ACCIAIO<br />
La produzione <strong>del</strong>l’acciaio<br />
L’acciaio, grazie alle sue doti di alta resistenza (a pressione, temperatura, agenti<br />
atmosferici, agenti corrosivi, etc.) e duttilità (ossia la capacita di subire una<br />
deformazione “plastica” prima di arrivare alla rottura), è un materiale<br />
fondamentale nella nostra vita di tutti i giorni.<br />
Pochi altri materiali sono in grado di essere plasmati nelle forme più diverse<br />
senza perdere la loro caratteristica di elevata resistenza alle sollecitazioni esterne,<br />
e, per questo motivo, l’acciaio viene utilizzato nella produzione di un’infinità di<br />
oggetti nei campi più disparati: trasporti (aerei, treni, automobili, motocicli e<br />
biciclette), costruzioni (civili ed industriali) macchinari per ogni tipo di produzione<br />
(sia industriale sia agricola) reti per la distribuzione di energia (elettricità e gas).<br />
L’acciaio può essere prodotto essenzialmente tramite due procedimenti:<br />
• altoforno o ciclo integrale: l’acciaio è ricavato mediante la fusione di minerale<br />
di ferro con carbone con l’aggiunta anche di una piccola quantità di rottame<br />
ferroso (35% circa <strong>del</strong>la produzione in Italia);<br />
• forno elettrico: l’acciaio viene prodotto tramite la fusione unicamente di<br />
rottami ferrosi selezionati (65% circa <strong>del</strong>la produzione in Italia).<br />
Nella Tabella 1 riportiamo alcuni dati relativi alla produzione mondiale di acciaio<br />
degli ultimi quattro anni.<br />
TABELLA 1:<br />
<strong>Produzione</strong> mondiale di acciaio (milioni di tonnellate)<br />
2005 2006 2007 2008<br />
UNIONE EUROPEA 195,6 207,0 209,7 198,0<br />
ALTRI EUROPA 25,0 28,2 30,6 31,8<br />
CSI 113,2 119,9 124,2 114,1<br />
NORD AMERICA 127,6 131,8 132,6 124,5<br />
SUD AMERICA 45,3 45,3 48,2 47,5<br />
AFRICA E MEDIO ORIENTE 33,3 34,2 35,2 33,7<br />
ASIA 598,1 676,2 761,9 768,1<br />
OCEANIA 8,6 8,7 8,8 8,4<br />
TOTALE 1.146,7 1.251,3 1.351,2 1.326,1<br />
Fonte: FEDERACCIAI - Relazione Annuale 2008<br />
La contrazione <strong>del</strong>la domanda globale registrata a seguito <strong>del</strong>la crisi finanziaria<br />
ed economica verificatasi nella seconda parte <strong>del</strong> 2008 ha causato una riduzione<br />
<strong>del</strong>la produzione mondiale di circa l’1,9% rispetto al 2007, ed ha arrestato il<br />
trend di continua crescita che ormai durava da dieci anni.<br />
126
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Nei grafici 1 e 2 viene invece analizzata la ripartizione geografica <strong>del</strong>la<br />
produzione mondiale di acciaio nel 2008.<br />
GRAFICO 1: Ripartizione produzione mondiale acciaio 2008<br />
Oceania 8,4<br />
1%<br />
Un. Europea 198,0<br />
15%<br />
Asia 768,1<br />
57%<br />
Altri Europa 31,8<br />
2%<br />
CIS 114,1<br />
9%<br />
Nord America 124,5<br />
9%<br />
Africa e Medio Oriente 33,7<br />
3%<br />
Sud America 47,5<br />
4%<br />
Fonte: FEDERACCIAI – Relazione annuale 2008<br />
GRAFICO 2: Principali produttori mondiali di acciaio 2008 (+ di 30 milioni di tonnellate)<br />
600<br />
500<br />
502,0<br />
400<br />
300<br />
200<br />
<strong>10</strong>0<br />
118,7<br />
91,5<br />
68,5 55,1 53,5 45,8<br />
37,1 33,7 30,5<br />
0<br />
Cina<br />
Giappone<br />
Stati Uniti<br />
Russia<br />
India<br />
Sud Corea<br />
Germania<br />
Ucraina<br />
Brasile<br />
Italia<br />
Fonte: World Steel Association<br />
127
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
450.000<br />
400.000<br />
350.000<br />
300.000<br />
250.000<br />
200.000<br />
150.000<br />
<strong>10</strong>0.000<br />
50.000<br />
Guardando al primo semestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, la situazione di crisi nel mercato siderurgico<br />
mondiale non si può dire migliorata e il declino nella produzione di acciaio, iniziato<br />
nella seconda parte <strong>del</strong> 2008, non ha ancora trovato il suo punto di arresto.<br />
La World Steel Association riporta che nei primi sei mesi <strong>del</strong> <strong>2009</strong> la produzione<br />
mondiale è in calo, rispetto al 2008, <strong>del</strong> 21,4%.<br />
TABELLA 2: <strong>Produzione</strong> mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre <strong>2009</strong><br />
gen/giu - 2008 gen/giu - <strong>2009</strong> differenza - %<br />
UNIONE EUROPEA <strong>10</strong>9.552 62.187 -43,2%<br />
ALTRI EUROPA 16.725 13.178 -21,2%<br />
CIS 66.134 44.<strong>10</strong>2 -33,3%<br />
NORD AMERICA 69.541 35.823 -48,5%<br />
SUD AMERICA 24.493 15.896 -35,1%<br />
AFRICA E MEDIO ORIENTE 17.476 15.511 -11,2%<br />
ASIA 390.867 360.261 -7,8%<br />
OCEANIA 4.408 2.304 -47,7%<br />
TOTALE 699.196 549.262 -21,4%<br />
Fonte: World Steel Association<br />
L’Asia, primo produttore mondiale in assoluto (57% circa <strong>del</strong>la produzione<br />
mondiale nel 2008), è in calo <strong>del</strong> 7,8%, l’Europa, secondo produttore mondiale,<br />
registra invece un crollo <strong>del</strong> 43,2%, il Nord America, terzo produttore mondiale,<br />
ha visto praticamente dimezzare il suo output con una riduzione <strong>del</strong> 48,5%.<br />
GRAFICO 3: <strong>Produzione</strong> mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre <strong>2009</strong><br />
0<br />
Unione Europea<br />
Altri Europa<br />
gen / giu 2008 gen / giu <strong>2009</strong><br />
CIS<br />
Nord America<br />
Sud America<br />
Africa e M.O<br />
Asia<br />
Oceania<br />
Fonte: World Steel Association<br />
128
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La raccolta dei rottami ferrosi<br />
TABELLA 3: Andamento degli acquisti di rottame<br />
Alla fine <strong>del</strong> suo ciclo di vita qualsiasi prodotto in acciaio può essere totalmente<br />
riciclato e quindi riutilizzato per un numero virtualmente illimitato di volte.<br />
La facilità di intercettazione in mezzo agli altri rifiuti tramite una semplice<br />
separazione magnetica, la scarsità dei rottami ferrosi rispetto al fabbisogno <strong>del</strong>le<br />
industrie, ed infine il fatto che possa essere riciclato infinite volte hanno fatto<br />
<strong>del</strong>l’acciaio uno dei materiali da sempre più raccolti e riciclati.<br />
Inoltre il risparmio energetico (fino al 65%) garantito dall’utilizzo <strong>del</strong> rottame<br />
ferroso al posto <strong>del</strong> minerale di ferro e <strong>del</strong> coke nelle produzioni siderurgiche,<br />
sommato alla riduzione <strong>del</strong>le relative emissioni di CO2, rende il riciclo <strong>del</strong>l’acciaio<br />
estremamente vantaggioso anche dal punto di vista ambientale.<br />
Il rottame ferroso proviene essenzialmente da tre flussi:<br />
• demolizioni: rottami ferrosi provenienti dalle demolizioni industriali, civili,<br />
ferroviarie e navali;<br />
• cascami di lavorazione: rottami ferrosi costituiti da scarti di produzione<br />
(ritagli, lamiere, lamierini, torniture) derivanti dalle lavorazioni effettuate<br />
presso industrie ed officine meccaniche;<br />
• raccolta: rottami ferrosi derivanti dalle raccolte effettuate su suolo pubblico e<br />
privato o consegnati direttamente presso centri autorizzati;<br />
Circa il 50% <strong>del</strong>la produzione mondiale di acciaio è alimentata dai rottami ferrosi<br />
e la domanda per questo tipo di materiale, da sempre superiore all’offerta, è<br />
negli ultimi anni in continua crescita, trainata dall’espansione dei Paesi in via di<br />
sviluppo quali India e Cina. L’Italia in particolare è un Paese che storicamente è<br />
più legato di altri all’approvvigionamento di rottame in quanto non possiede<br />
miniere di ferro e la sua produzione si basa principalmente su impianti a forno<br />
elettrico. Non essendo disponibile sul mercato nazionale rottame sufficiente a<br />
soddisfare la domanda <strong>del</strong>le acciaierie, è necessario rivolgersi alle importazioni di<br />
rottami da Paesi terzi, e nella Tabella 3 viene presentato l’andamento degli<br />
acquisti degli ultimi cinque anni.<br />
TOTALE ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI TOTALE ACQUISTI<br />
ACQUISTI IITALIA FRANCIA GERMANIA ALTRI CE ACQUISTI CE EXTRA CEE<br />
000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton % 000/ton %<br />
2004 19.669 13.556 1.520 1.555 428 17.059 87% 2.6<strong>10</strong> 13%<br />
2005 19.651 13.370 1.269 1.588 452 16.679 85% 2.972 15%<br />
2006 21.252 15.451 1.421 1.528 325 18.725 88% 2.527 12%<br />
2007 21.357 15.223 1.215 1.364 942 18.744 88% 2.613 12%<br />
2008 21.099 15.071 1.171 1.418 935 18.595 88% 2.504 12%<br />
Fonte: ASSOFERMET<br />
129
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Durante lo scorso anno si è assistito ad oscillazioni senza precedenti nelle<br />
quotazioni dei rottami ferrosi, come di tutte le altre materie prime, legate sia a<br />
reali dinamiche <strong>del</strong>la domanda a livello mondiale sia all’effetto <strong>del</strong>le manovre<br />
speculative nei mercati finanziari.<br />
Dopo una fase iniziale di crescita folle dei prezzi, che ha contraddistinto la prima<br />
parte <strong>del</strong>l’anno fino al mese di luglio, si è avuto una pausa, <strong>del</strong> resto consueta<br />
nel mese di agosto caratterizzato dalle fermate produttive, per poi vedere un<br />
rapido declino che ha segnato una momentanea inversione di tendenza solo alla<br />
fine <strong>del</strong>l’anno.<br />
A titolo esemplificativo nei Grafici 4 e 5 vengono riportate le quotazioni medie<br />
mensili registrate durante il 2008 dal listino <strong>del</strong>la Camera di Commercio di<br />
Milano che mostrano l’andamento assolutamente schizofrenico dei prezzi di<br />
alcune <strong>del</strong>le categorie di rottami ferrosi più significative.<br />
GRAFICO 4: Rilevazione CCIAA di Milano 2008 Cat. 01 - Demolizione industriale (€/ton)<br />
400<br />
350<br />
300<br />
368<br />
358 358<br />
250<br />
208 208 238<br />
200<br />
189<br />
150<br />
<strong>10</strong>0<br />
133<br />
98<br />
140<br />
50<br />
0<br />
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre<br />
ottobre novembre dicembre<br />
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />
130
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 5: Rilevazione CCIAA di Milano anno 2008 Cat. 50 - Lamierino (€/ton)<br />
500<br />
450<br />
400<br />
433<br />
423<br />
423<br />
350<br />
300<br />
250<br />
200<br />
216<br />
231<br />
271<br />
250<br />
178<br />
167<br />
150<br />
<strong>10</strong>0<br />
124<br />
50<br />
0<br />
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre<br />
ottobre novembre dicembre<br />
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />
La fase di profonda crisi <strong>del</strong> settore produttivo che ha contraddistinto anche il<br />
primo semestre <strong>2009</strong> continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni dei<br />
rottami ferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche in tale periodo, come<br />
sintetizzato nei due Grafici 6 e 7.<br />
131
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 6: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre <strong>2009</strong> Cat. 01 - Demolizione industriale<br />
200<br />
180<br />
160<br />
140<br />
120<br />
148 137,5<br />
120<br />
127,5<br />
132,5<br />
123<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno<br />
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />
GRAFICO 7: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre <strong>2009</strong> Cat. 50 - Lamierino<br />
200<br />
180<br />
179<br />
160<br />
140<br />
120<br />
162 136,5<br />
144<br />
149<br />
136,5<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno<br />
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano<br />
132
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il recupero e il riciclo dei rottami ferrosi<br />
Le acciaierie e fonderie ritirano, per avviarli a rifusione, solo i rottami conformi<br />
alle specifiche CECA, AISI, CAEF e UNI (o altre specifiche nazionali e<br />
internazionali) che ne definiscono le caratteristiche, qualitative e dimensionali.<br />
Oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità <strong>del</strong> materiale,<br />
il rottame deve essere esente da metalli non ferrosi, da qualsiasi elemento nocivo<br />
apparente, da materiali esplosivi ed infiammabili e non deve contenere inerti,<br />
plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.<br />
Le prime due “famiglie” di rottami, demolizioni e cascami, solitamente sono<br />
costituite da rottami ferrosi che, a parte essere eventualmente sottoposti ad<br />
ulteriore selezione e riduzione volumetrica, già nel momento in cui sono<br />
“prodotti” possiedono le caratteristiche per essere inviati direttamente alle<br />
acciaierie e fonderie.<br />
I rottami ferrosi da raccolta, invece, per la natura stessa <strong>del</strong> tipo di<br />
intercettazione di cui sono oggetto, contengono una concentrazione di frazioni<br />
estranee ben superiore all’1%, per cui rappresentano rifiuti che necessitano di<br />
ulteriori lavorazioni per poter essere avviati a riciclo.<br />
Tali rottami vengono quindi selezionati, riqualificati e trattati da operatori<br />
specializzati fino a trasformarsi da rifiuto in materie prime secondarie per la<br />
siderurgia, andando ad alimentare tipologie di prodotto riconducibili alle<br />
categorie sopra descritte.<br />
L’essenza <strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong> riciclo consiste proprio in questa funzione di<br />
“normalizzazione” <strong>del</strong>l’eterogeneo coacervo dei materiali di raccolta, che<br />
trasforma un rifiuto (per smaltire il quale si dovrebbe sostenere un costo), in un<br />
prodotto qualificato che assume un valore economico positivo nel mercato<br />
siderurgico.<br />
Le operazioni che consentono di conseguire tale risultato consistono,<br />
essenzialmente, in attività di rimozione di impurità e frazioni estranee, riduzione<br />
volumetrica e omogeneizzazione in base a tipologia, dimensioni, spessori e<br />
caratteristiche <strong>del</strong> materiale.<br />
Tali operazioni sono sostanzialmente le seguenti:<br />
• vagliatura ed eliminazione <strong>del</strong>le frazioni estranee e degli eventuali elementi<br />
organici;<br />
• frantumazione, che consiste in una prima fase di triturazione tramite mulino a<br />
martelli o a lame e conseguente riduzione volumetrica, alla quale segue una<br />
vagliatura/pulizia <strong>del</strong> materiale effettuata attraverso vibro-vagli ed impianti di<br />
aspirazione che permettono l’eliminazione di impurità quali polveri, terra ed<br />
elementi leggeri non ferrosi;<br />
• riduzione volumetrica per rendere il rottame ferroso “pronto al forno”, cioè<br />
ridurlo a dimensioni utili per l’alimentazione diretta dei forni di fusione.<br />
133
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Gli imballaggi in acciaio<br />
Fra le innumerevoli produzioni che utilizzano come materia prima l’acciaio vi è<br />
anche quella degli imballaggi utilizzati in diverse applicazioni quali contenitori e<br />
coperchi per alimenti (sia per l’uomo sia per animali domestici), bevande,<br />
aerosol, articoli per la cura personale, detergenti per la pulizia <strong>del</strong>la casa e degli<br />
autoveicoli, prodotti industriali e vernici.<br />
Ci sono tre tipi di acciaio utilizzati per la produzione di imballaggi:<br />
• banda stagnata: lamierino di acciaio ricoperto su entrambi i lati da uno strato<br />
sottilissimo di stagno;<br />
• banda cromata: lamina di acciaio ricoperto con prodotti al cromo;<br />
• banda nera: lamierino di acciaio laminato a freddo non rivestito ma che può<br />
essere protetto con vari tipi di vernice che viene utilizzato per la produzione dei<br />
grandi fusti contenenti prodotti ad uso industriale.<br />
Il motivo <strong>del</strong>l’utilizzo così massiccio <strong>del</strong>l’acciaio nella fabbricazione degli<br />
imballaggi è legato ad una serie di ragioni tra cui le proprietà meccaniche, i<br />
benefici economici rispetto ad altre materie prime ed infine i forti vantaggi<br />
ambientali sopra citati.<br />
Tutti gli imballaggi in acciaio, oltre ad essere interamente riciclabili, grazie alle<br />
uniche proprietà magnetiche, sono facilmente estraibili meccanicamente con<br />
sistemi completamente automatici dagli altri rifiuti, siano essi raccolti in maniera<br />
differenziata o indifferenziata, e persino dalle ceneri che residuano dalla<br />
combustione dei RU nei termovalorizzatori.<br />
La provenienza dei rifiuti da imballaggio in acciaio da avviare a recupero è<br />
duplice: c’è un flusso di imballaggi industriali originato dalle raccolte effettuate<br />
privatamente presso gli insediamenti produttivi e commerciali e c’è un flusso di<br />
imballaggi domestici intercettato dai servizi pubblici locali.<br />
La raccolta degli imballaggi industriali è sempre esistita, per cui parte<br />
<strong>del</strong>l’incremento registrato negli ultimi anni nei quantitativi avviati al recupero è<br />
da imputarsi principalmente ad un più attento sistema di monitoraggio e<br />
rilevazione dei dati.<br />
L’intercettazione degli imballaggi domestici, invece, è nata e si è sviluppata con<br />
l’introduzione dei sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e quindi la<br />
crescita esponenziale <strong>del</strong>le quantità avviate al riciclo è completamente frutto di<br />
un effettivo aumento <strong>del</strong>le quantità raccolte.<br />
Gli imballaggi domestici vengono intercettati essenzialmente tramite tre canali:<br />
• raccolte differenziate: monomateriale, multimateriale insieme ad altre<br />
tipologie di imballaggi, multimateriale nell’ambito <strong>del</strong>la raccolta dei cosiddetti<br />
rottami ferrosi ingombranti effettuata presso le isole ecologiche;<br />
134
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
• impianti di selezione meccanica: deferrizzazione <strong>del</strong>la frazione secca e<br />
umida <strong>del</strong> rifiuto tal quale caratterizzata da un livello qualitativo molto basso<br />
poiché le frazioni estranee quali carta, plastica, stracci, frazioni organiche etc.<br />
durante la lavorazione meccanica <strong>del</strong> rifiuto si incastrano nell’imballaggio in<br />
acciaio e lo accompagnano fino alla fine <strong>del</strong> processo;<br />
• impianti di termovalorizzazione: separazione magnetica degli imballaggi<br />
dalle ceneri di combustione con un considerevole risparmio nelle spese di<br />
smaltimento <strong>del</strong>le scorie avviate in discarica a costi solitamente elevati.<br />
L’imballaggio proveniente da raccolta domestica presenta maggiori difficoltà di<br />
valorizzazione rispetto a quello di provenienza industriale (fusti di medie e grandi<br />
dimensioni ed accessori) poiché, oltre ad essere prodotto utilizzando un<br />
materiale di spessore minore e quindi meno pregiato rispetto all’imballaggio<br />
industriale, generalmente contiene un’alta percentuale di materiale estraneo, ed<br />
in più è stagnato, con conseguenti maggiori problemi di preparazione ed utilizzo<br />
per la successiva rifusione.<br />
Lo stagno rappresenta infatti, tranne per la produzione di ghisa effettuata dalle<br />
fonderie, un inquinante non riducibile e con bassi livelli di tollerabilità nel<br />
prodotto finale (la banda stagnata ha un contenuto di stagno di circa lo 0,3%<br />
contro una tollerabilità in un acciaio di media qualità <strong>del</strong>lo 0,02%).<br />
Oltre alle attività di recupero elencate in precedenza quindi, ve ne è una, la<br />
distagnatura, specifica per gli imballaggi ferrosi in banda stagnata utilizzati per<br />
la conservazione degli alimenti, che consiste in un procedimento elettrolitico<br />
attraverso il quale si separa lo stagno, commercializzato poi separatamente, dalla<br />
superficie <strong>del</strong> metallo che quindi risulta pronta per la rifusione.<br />
I rottami ferrosi di imballaggio non distagnati invece, dopo essere stati sottoposti<br />
ai vari procedimenti sopra indicati, per essere inviati alle acciaierie vengono<br />
opportunamente miscelati ad altre tipologie di rottami da raccolta, in modo da<br />
ottenere un prodotto omogeneo con una presenza di stagno sotto i limiti<br />
ammessi per il corretto avvio al riciclo.<br />
Nel prosieguo <strong>del</strong>la trattazione verranno riportati i dati più significativi ed<br />
aggiornati relativi alla produzione di imballaggi in acciaio e alla loro successiva<br />
raccolta e riciclo, in ambito nazionale ed internazionale.<br />
135
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
SCENARIO<br />
INTERNAZIONALE<br />
L’immesso al consumo<br />
La produzione di acciaio per imballaggi nella UE è stata nel 2008 di circa 4,8<br />
milioni di tonnellate, rappresentando un terzo <strong>del</strong>la produzione stimata<br />
mondiale (elaborazione APEAL).<br />
GRAFICO 8: <strong>Produzione</strong> europea acciaio per imballaggio (stagnato e cromato)<br />
5.000<br />
4.900<br />
4.800<br />
4.802<br />
4.846<br />
4.862<br />
4.915<br />
4.847<br />
4.700<br />
4.600<br />
4.500<br />
4.400<br />
4.386<br />
4.514<br />
4.300<br />
4.200<br />
4.<strong>10</strong>0<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006 2007 2008<br />
Fonte: APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaio per Imballaggi) su dati EUROFER (European Confederation of Iron and Steel Industries)<br />
A fronte di una produzione pressoché invariata in termini di peso, bisogna tener<br />
presente il continuo alleggerimento <strong>del</strong>l’acciaio per imballaggi (negli ultimi<br />
trent’anni si calcola una diminuzione nel peso per esempio <strong>del</strong>le lattine per<br />
bevande di circa il 40%) per concludere che il numero di imballaggi ed accessori<br />
prodotti è da stimarsi in continua crescita.<br />
Si valuta che nel 2007, ultimi dati disponibili, siano state prodotte nella UE circa<br />
3,4 milioni di tonnellate di imballaggi ed accessori in banda stagnata e cromata,<br />
sostanzialmente in linea con il quantitativo degli anni precedenti.<br />
136
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 4: <strong>Produzione</strong> imballaggi in banda stagnata e cromata (000/ton)<br />
(escluse reggette ed altri accessori da imballaggio)<br />
*Austria, Finlandia, Grecia, Portogallo e altri paesi UE a 25.<br />
Fonte: EMPAC (Associazione Europea Produttori Imballaggi Metallici).<br />
Elaborazione: Iascone Packaging Marketing –Genova<br />
2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />
ITALIA 658 680 7<strong>10</strong> 680 660 684<br />
BELUX 140 <strong>10</strong>0 65 60 60 60<br />
FRANCIA 600 576 616 562 562 570<br />
GERMANIA 670 550 560 525 530 530<br />
OLANDA 220 190 200 180 175 175<br />
SPAGNA 580 654 700 700 705 7<strong>10</strong><br />
UK 550 550 540 5<strong>10</strong> 500 490<br />
ALTRI* 140 180 200 207 2<strong>10</strong> 215<br />
TOTALI UE A 25 3.558 3.480 3.591 3.424 3.402 3.434<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>la produzione europea di acciaio per imballaggi il segmento<br />
<strong>del</strong> cibo per uomo e per animali rappresenta l’utilizzo principale (54%),<br />
seguito dal segmento c.d. general line (14% circa) costituito da latte di<br />
vernici, fusti industriali etc., contenitori per bevande (12% circa), dalle<br />
chiusure e accessori vari di imballaggio (9% circa) costituito da capsule,<br />
tappi corona, coperchi, anelli, fascette, reggetta, filo di ferro etc. ed infine<br />
bombolette aerosol (8% circa).<br />
GRAFICO 9: Composizione mercato imballaggi in acciaio anno 2008<br />
altro 3%<br />
chiusure 9%<br />
cibi 54%<br />
general line 14%<br />
bevande 12%<br />
aerosol 8%<br />
Fonte: APEAL<br />
137
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Per quanto concerne il settore degli imballaggi industriali, i fusti di medie e<br />
grandi dimensioni generalmente dedicati al contenimento di prodotti chimici o<br />
affini, nel 2008 la produzione totale europea si è attestata intorno alle 625.000<br />
tonnellate distribuite fra i singoli Paesi come sintetizzato nella Tabella 5.<br />
TABELLA 5: Stima produzione europea fusti industriali capacità da 185/250 litri (ton)<br />
2003 2004 2005 2006 2007 2008(**)<br />
GERMANIA 206.000 219.422 207.000 2<strong>10</strong>.000 200.000<br />
FRANCIA 82.000 76.773 75.500 77.000 70.000<br />
ITALIA 80.000 <strong>10</strong>4.000 <strong>10</strong>0.000 <strong>10</strong>3.000 <strong>10</strong>5.000<br />
GRAN BRETAGNA 93.500 67.533 62.000 62.000 60.000<br />
BELGIO 56.000 65.054 60.000 61.000 57.000<br />
OLANDA 60.000 60.000 59.000 60.500 54.000<br />
SPAGNA 36.000 31.327 41.000 42.000 40.000<br />
ALTRI * 85.000 65.719 1<strong>10</strong>.000 114.000 <strong>10</strong>0.000<br />
TOTALE 698.500 689.828 714.500 729.500 686.000 624.020<br />
*(Svizzera, Danimarca, Finlandia, Grecia, Portogallo)<br />
(**) dal 2008 la Sefa non pubblica i dati per Paese, l'Italia ha prodotto <strong>10</strong>0.000 tonnellate<br />
Fonte: Elaborazione: Iascone Packaging Marketing su dati Sefa<br />
Come indicato nella Tabella 5 il quantitativo totale prodotto ha registrato un<br />
sensibile calo rispetto ai risultati conseguiti nel 2007 (-40.000 tonnellate), che<br />
già avevano segnalato una flessione importante rispetto ai quantitativi prodotti<br />
nel 2006 (-40.000 tonnellate).<br />
In due anni la produzione totale è diminuita <strong>del</strong> 14,4% circa e l’attuale fase di<br />
crisi economica globale, con la conseguente contrazione dei consumi, fa<br />
presagire un ulteriore calo anche per il <strong>2009</strong>, dato peraltro confermato dalle<br />
rilevazioni infrannuali non ufficiali.<br />
Da segnalare, nel panorama di diffusa criticità, la situazione <strong>del</strong>l’Italia che vede<br />
la sua produzione pressoché costante negli ultimi 5 anni.<br />
138
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’avvio a riciclo<br />
Per quanto riguarda i dati relativi alla raccolta ed avvio a riciclo degli imballaggi in<br />
acciaio in Europa, gli ultimi dati disponibili al momento sono quelli che si riferiscono<br />
all’anno 2007 poiché il rapporto APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaio<br />
per Imballaggio) per l’anno 2008 non è ancora stato divulgato.<br />
Il risparmio energetico (fino al 70%) garantito dall’utilizzo <strong>del</strong> rottame ferroso al<br />
posto <strong>del</strong> minerale di ferro e <strong>del</strong> coke nelle produzioni siderurgiche, sommato<br />
alla riduzione <strong>del</strong>le relative emissioni di CO2 (le emissioni di CO2 per tonnellata di<br />
acciaio prodotto generate dall’industria siderurgica in 40 anni sono diminuite <strong>del</strong><br />
50%) rende il riciclo <strong>del</strong>l’acciaio estremamente vantaggioso sia dal punto di vista<br />
economico sia da quello ambientale.<br />
Si pensi che nel solo 2007 il riciclo in Europa di circa 2,5 milioni di tonnellate di<br />
imballaggi in acciaio ha evitato il rilascio nell’ambiente di circa 4,8 milioni di<br />
tonnellate di CO2, equivalenti più o meno a quelle emesse da 2 milioni di auto<br />
nello stesso anno, (Fonte: APEAL).<br />
Nel 2007 è stato confermato il trend di crescita <strong>del</strong>le quantità riciclate in tutta<br />
Europa con un aumento di circa il 3% rispetto al 2006.<br />
Nel suo complesso la UE ha registrato nel 2007 un tasso medio di riciclo degli<br />
imballaggi in acciaio <strong>del</strong> 69%, grazie ai notevoli progressi nello sviluppo <strong>del</strong>le<br />
raccolte differenziate in quasi tutti i paesi <strong>del</strong>la Comunità europea.<br />
GRAFICO <strong>10</strong>: Tasso di riciclo imballaggi in acciaio in Europa 2008<br />
<strong>10</strong>0<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
46 50 53 53 56 57 59 59<br />
64 65<br />
40<br />
30<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
Malta<br />
Slovenia<br />
Slovacchia<br />
Polonia<br />
Romania<br />
Grecia<br />
Bulgaria<br />
Estonia<br />
Gran Bretagna<br />
Lituania<br />
Rep. Ceca<br />
Finlandia<br />
Danimarca<br />
Norvegia<br />
Lettonia<br />
Francia<br />
Lussemburgo<br />
Spagna<br />
Italia<br />
Portogallo<br />
Cipro<br />
Svezia<br />
Irlanda<br />
Svizzera<br />
Austria<br />
Olanda<br />
Ungheria<br />
Germania<br />
66 67 69 69 70 72 74 77 77 82 82 84 87 91 93 139<br />
7<br />
19 21 31<br />
Belgio<br />
• Belgio, Olanda, Lussemburgo, Finlandia, Norvegia, Lettonia, Slovenia, Lituania, Cipro, Estonia, Bulgaria, Romania: il tasso si riferisce al riciclo degli<br />
imballaggi in metallo (acciaio e alluminio).<br />
• Slovacchia, Slovenia, Cipro, Estonia, Malta, Romania, Danimarca, Finlandia: ultimi dati disponibili anno 2006.<br />
Fonte: APEAL
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Belgio e Germania, come nel 2006, hanno messo a segno le performance<br />
migliori con una percentuale di raccolta pari rispettivamente al 93% e al 91%,<br />
seguite da Svizzera, Austria e Olanda tutte sopra l’80%.<br />
La maggior parte dei Paesi è comunque riuscito a raggiungere percentuali di<br />
riciclo che si attestano fra l’80% e il 50%, e solo tre rimangono sotto il 30% fra<br />
cui Malta, fanalino di coda, che ancora raccoglie solo il 7 % degli imballaggi<br />
immessi al consumo.<br />
Analizzando gli scostamenti più significativi rispetto ai risultati <strong>del</strong>l’anno scorso,<br />
sicuramente spiccano Grecia e Cipro che hanno visto incrementare il proprio<br />
tasso di riciclo rispettivamente <strong>del</strong> 400% (dal <strong>10</strong> al 50% <strong>del</strong>l’immesso al<br />
consumo) e <strong>del</strong> 222% (dal 23 al 74% <strong>del</strong>l’immesso al consumo) dimostrando<br />
come l’avvio di un corretto sistema di raccolta garantisce in tempi anche brevi il<br />
raggiungimento di risultati soddisfacenti.<br />
Va evidenziato che si sono verificati anche casi in cui il tasso di avvio a riciclo si<br />
è invece ridotto dal 2006 al 2007, come per Slovenia (-37%), Romania (-15%)<br />
e Slovacchia (-13%). Riteniamo tuttavia che tali regressioni siano dovute<br />
principalmente al fatto che all’aumento <strong>del</strong>l’immesso al consumo in questi Paesi<br />
in crescita non sia corrisposto un pari miglioramento nella capacità di<br />
intercettare i rifiuti di imballaggio generati sul territorio.<br />
Compatibilmente con il ritardo con cui si è affrontato il problema e con la<br />
successiva differente diffusione dei sistemi di raccolta differenziata, in tutti i Paesi<br />
si stanno registrando risultati sempre più promettenti nei quantitativi avviati a<br />
riciclo, circostanza che fa sperare in un progressivo livellamento verso l’alto dei<br />
risultati in tutta Europa.<br />
140
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
SCENARIO<br />
NAZIONALE<br />
<strong>Produzione</strong> ed immesso al consumo di imballaggi in acciaio<br />
Gli imballaggi in acciaio immessi al consumo nel nostro Paese nel 2008, al netto<br />
<strong>del</strong>le esportazioni ed importazioni, sono stati 537.000 tonnellate circa,<br />
segnando un calo <strong>del</strong> 4,6% rispetto al 2007.<br />
GRAFICO 11: Immesso al consumo 2008 (000/ton)<br />
620<br />
600<br />
605<br />
580<br />
560<br />
562 561 563<br />
540<br />
537<br />
520<br />
500<br />
2004 2005 2006<br />
2007<br />
2008<br />
Fonte: CNA (Consorzio Nazionale Acciaio) – RGPS <strong>2009</strong><br />
Nel grafico 12 viene sinteticamente rappresentata la composizione merceologica<br />
degli imballaggi immessi al consumo.<br />
GRAFICO 12: Composizione immesso al consumo imballaggi 2008<br />
altri imballaggi in acciaio 6%<br />
reggetta, filo di ferro 7%<br />
capsule 5%<br />
tappi corona 2%<br />
fusti in acciaio 15%<br />
general line 16%<br />
bombole aerosol 4%<br />
open top 45%<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
141
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Analizzando la composizione <strong>del</strong>la produzione di imballaggi in acciaio, si rileva<br />
come anche nel 2008 la metà circa <strong>del</strong>l’immesso al consumo sia rappresentato<br />
dalla somma di “open top” e “general line” che insieme passano dal 49% <strong>del</strong><br />
2007 al 51% <strong>del</strong> 2008. Una diminuzione di circa l’1% registra sia la voce “fusti<br />
in acciaio” sia quella degli “altri imballaggi in acciaio”.<br />
Sostanzialmente invariate rimangono le quote percentuali rappresentate dalle<br />
altre tipologie di imballaggi.<br />
TABELLA 6:<br />
Composizione immesso al consumo 2007-2008 (ton)<br />
2007 2008 Var %<br />
07/08<br />
capsule 26.563 26.948 1,4%<br />
tappi corona 12.426 <strong>10</strong>.977 -11,7%<br />
general line 93.178 84.413 -9,4%<br />
open top 242.216 246.239 1,7%<br />
bombole aerosol 23.115 21.013 -9,1%<br />
fusti in acciaio 89.355 79.085 -11,5%<br />
reggetta, filo di ferro 37.881 38.373 1,3%<br />
altri imballi in acciaio 38.216 29.930 -21,7%<br />
TOTALE 562.950 536.978 -4,6%<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
Se invece ci si riferisce alle variazioni in valore assoluto dei quantitativi immessi<br />
al consumo, rispetto ai dati <strong>del</strong> 2007, la flessione più significativa è stata<br />
registrata dalla voce altri imballaggi in ferro (-21,7%), seguita dai tappi corona<br />
(-11,6%), dai fusti in acciaio (-11,5%), dagli imballaggi “general line” (-9,4%) e<br />
dalle bombolette aerosol (-9%).<br />
Segnano invece una crescita rispetto al 2007 le voci “open top” (+1,7%),<br />
“capsule” (+1,4%) e “reggetta, filo ferro” (+1,3%).<br />
La forte diminuzione <strong>del</strong>la voce “altri imballaggi in ferro” è da ricondursi sia<br />
a variazioni nelle dinamiche di mercato sia alla più corretta suddivisione e<br />
imputazione alle singole tipologie di prodotto <strong>del</strong> quantitativo totale<br />
immesso al consumo e, quindi, anche le variazioni registrate dalle altre<br />
tipologie di imballaggi sono da considerarsi il risultato <strong>del</strong>la combinazione di<br />
entrambi i fattori.<br />
142
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La raccolta degli imballaggi in acciaio<br />
La raccolta degli imballaggi in acciaio nel nostro Paese ha raggiunto nel 2008<br />
quota 396.000 tonnellate, con una diminuzione di 15.000 tonnellate rispetto al<br />
2007 (-3,6 %).<br />
In termini percentuali sull’immesso al consumo però, considerata la contrazione<br />
di quest’ultimo, si è registrato un incremento <strong>del</strong>lo 0,7 % rispetto ai risultati <strong>del</strong><br />
2007, attestandosi il tasso di recupero su una percentuale <strong>del</strong> 73,7 %.<br />
GRAFICO 13: Andamento raccolta/immesso al consumo 2004-2008 (000/ton)<br />
700<br />
600<br />
500<br />
605<br />
562<br />
561<br />
563<br />
537<br />
400<br />
344<br />
377<br />
388<br />
411<br />
396<br />
300<br />
200<br />
<strong>10</strong>0<br />
0<br />
2004 2005 2006<br />
2007<br />
2008<br />
immesso al consumo<br />
totale raccolta<br />
Fonte: Elaborazione SARA su dati CNA<br />
La gestione dei rifiuti di imballaggio ferrosi raccolti sul territorio nazionale è<br />
affidata al Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) il quale, attraverso la<br />
sottoscrizione di specifiche convenzioni e accordi, garantisce a chi effettua le<br />
raccolte (Convenzionati) la possibilità di conferire il materiale presso strutture<br />
collegate al Consorzio stesso, gli operatori CNA (Recuperatori), al fine <strong>del</strong> suo<br />
successivo avvio a riciclo.<br />
Il CNA segue l’avvio al riciclo di due flussi di materiale: imballaggi domestici<br />
raccolti su superficie pubblica dai gestori <strong>del</strong>le raccolte dei rifiuti urbani, e<br />
imballaggi c.d. industriali, provenienti dalle attività produttive e commerciali,<br />
raccolti su superficie privata.<br />
143
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 7:<br />
Raccolta imballaggi in acciaio in Italia (000/ton)<br />
2004 2005 2006 2007 2008<br />
IMMESSO AL CONSUMO 605 562 561 563 537<br />
TOTALE RACCOLTA 344 377 388 411 396<br />
% sull'immesso al consumo 56,9% 67,1% 69,2% 73,0% 73,7%<br />
RACCOLTA SUP. PUBBLICHE 135 142 147 151 155<br />
% sul totale raccolto 39,2% 37,7% 37,9% 36,7% 39,1%<br />
RACCOLTA SUP. PRIVATE 209 235 241 260 241<br />
% sul totale raccolto 60,8% 62,3% 62,1% 63,3% 60,9%<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
Confrontando i risultati con quelli <strong>del</strong> 2007, si rileva che a fronte di un aumento<br />
di circa il 2% <strong>del</strong>la raccolta su suolo pubblico si è registrata una diminuzione <strong>del</strong><br />
7% circa di quella su suolo privato, riducendo così di circa due punti percentuali<br />
la preponderanza di quest’ultima rispetto alle raccolte differenziate degli<br />
imballaggi domestici nell’attività <strong>del</strong> CNA.<br />
GRAFICO 14: Raccolta su superficie pubblica e privata 2008<br />
privato 61%<br />
73,7%<br />
pubblico 39%<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
144
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Raccolta imballaggi domestici<br />
Il Consorzio Nazionale Acciaio, consorzio di filiera <strong>del</strong> sistema CONAI dedicato ai<br />
rifiuti di imballaggio in acciaio, stipula convenzioni e accordi con i Comuni, con<br />
i Consorzi di Comuni oppure con i gestori dei servizi di raccolta e selezione dei<br />
rifiuti urbani, al fine di intercettare ed avviare a recupero gli imballaggi ferrosi<br />
domestici provenienti essenzialmente da tre canali di raccolta:<br />
• raccolte differenziate mono o multi materiale;<br />
• selezione meccanica e deferrizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati;<br />
• deferrizzazione <strong>del</strong>le scorie prodotte dagli impianti di termovalorizzazione.<br />
Nel 2008 il quantitativo di imballaggi domestici raccolti ha raggiunto le 154.620<br />
tonnellate, segnando un incremento di circa il 2% rispetto al 2007,<br />
corrispondente ad una crescita <strong>del</strong>la raccolta di circa 3.400 tonnellate, e<br />
confermando il trend di continua crescita dei quantitativi raccolti.<br />
GRAFICO 15: Raccolta imballaggi domestici (000/ton)<br />
155<br />
150<br />
147<br />
151<br />
155<br />
145<br />
142<br />
140<br />
135<br />
135<br />
130<br />
125<br />
2004 2005 2006<br />
2007<br />
2008<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
145
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La raccolta degli imballaggi domestici può essere innanzitutto suddivisa in base<br />
ai flussi di provenienza, indicati all’inizio <strong>del</strong> presente paragrafo, e nel Grafico 16<br />
viene evidenziato il peso relativo di detti flussi rispetto al quantitativo totale<br />
raccolto nel 2008.<br />
GRAFICO 16: Flussi di raccolta imballaggi domestici 2008<br />
meccanica 43.767<br />
28%<br />
combusto 15.160<br />
<strong>10</strong>%<br />
differenziata 95.693<br />
62%<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
Nel Grafico 17 viene analizzato l’andamento dei flussi di raccolta differenziata<br />
osservato nell’ultimo triennio, in modo da permettere di evidenziare le macrotendenze<br />
in atto a livello nazionale nei risultati ottenuti dai diversi sistemi di intercettazione.<br />
GRAFICO 17: Flussi raccolta imballaggi domestici - triennio 2006-2008<br />
<strong>10</strong>0.000<br />
90.000<br />
80.000<br />
83.428<br />
88.802<br />
95.693<br />
70.000<br />
60.000<br />
50.000<br />
40.000<br />
46.212<br />
44.902<br />
43.767<br />
30.000<br />
20.000<br />
17.882<br />
17.422<br />
15.160<br />
<strong>10</strong>.000<br />
0<br />
2006 2007<br />
2008<br />
differenziata meccanica combusto<br />
Fonte: CNA – RGPS 2008-<strong>2009</strong><br />
146
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Emerge immediatamente come la raccolta differenziata sia il sistema più diffuso<br />
e sia l’unico che ottiene risultati in continuo miglioramento nel corso degli anni.<br />
Come evidenziato nel Grafico 17, l’incremento di circa 3.400 tonnellate<br />
registrato rispetto al 2007 nei quantitativi totali è da attribuirsi al progresso <strong>del</strong>le<br />
varie forme di raccolta differenziata multimateriale (+ 5.600 tonnellate<br />
multimateriale leggero, + 4.800 tonnellate multimateriale pesante) e<br />
monomateriale (+ 400 tonnellate) mentre una forte diminuzione (circa 4.<strong>10</strong>0<br />
tonnellate) è stata registrata dai quantitativi di imballaggi rilevati nelle raccolte<br />
dei c.d. ingombranti ferrosi conferiti presso le isole ecologiche dei Comuni, a<br />
fronte di una migrazione degli imballaggi verso forme di raccolta differenziata<br />
più spinta.<br />
La conferma <strong>del</strong>la diffusione <strong>del</strong>le forme di raccolta differenziata è testimoniata<br />
anche dal fatto che gli altri due flussi, che provengono dalla deferrizzazione <strong>del</strong>la<br />
quota di rifiuti urbani indifferenziati, col passare degli anni intercettano un<br />
quantitativo di imballaggi ferrosi in costante diminuzione (-2.300 tonnellate di<br />
imballaggi rinvenuti nelle scorie post combustione degli inceneritori e –1.200<br />
tonnellate di imballaggi ferrosi estratti tramite selezione meccanica dai rifiuti<br />
urbani indifferenziati).<br />
Un ulteriore approfondimento porta alla suddivisione dei quantitativi provenienti<br />
da raccolta differenziata fra le varie forme di raccolta (mono e multimateriale),<br />
come riportato nel Grafico 18.<br />
GRAFICO 18: Flussi da raccolta differenziata 2008<br />
isola ecologica 9.271<br />
<strong>10</strong>%<br />
multimateriale leggero<br />
33.922<br />
35%<br />
monomateriale 12.809<br />
13%<br />
multimateriale pesante<br />
39.691<br />
42%<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
147
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 16: Analisi flussi raccolta differenziata<br />
40.000<br />
Nel Grafico 19 viene effettuata l’analisi comparata dei flussi di raccolta<br />
differenziata di imballaggi domestici <strong>del</strong>l’ultimo triennio per consentire una<br />
riflessione sull’evoluzione temporale dei risultati ottenuti dai vari sistemi.<br />
39.691<br />
35.000<br />
34.830<br />
33.922<br />
30.000<br />
25.000<br />
29.318<br />
25.860<br />
28.306<br />
20.000<br />
15.000<br />
12.858 12.392 12.809<br />
15.392 13.364<br />
9.271<br />
<strong>10</strong>.000<br />
5.000<br />
0<br />
monomateriale<br />
multimateriale pesante<br />
2006 2007 2008<br />
Fonte: CNA – RGPS 2008-<strong>2009</strong><br />
multimateriale leggero<br />
isola ecologica<br />
120.000<br />
<strong>10</strong>0.000<br />
<strong>10</strong>7.860<br />
Passando invece ad analizzare la provenienza dei rifiuti di imballaggio domestici<br />
raccolti, anche nel 2008 si è confermata una disomogenea distribuzione geografica,<br />
fra le varie macroaree <strong>del</strong> Paese, dei quantitativi di imballaggi domestici raccolti.<br />
GRAFICO 20: Suddivisione raccolta domestica per aree geografiche<br />
1<strong>10</strong>.684<br />
112.092<br />
80.000<br />
60.000<br />
40.000<br />
20.000<br />
16.074<br />
23.588<br />
15.466<br />
25.066<br />
18.8<strong>10</strong> 23.718 148<br />
0<br />
Nord Centro Sud<br />
Fonte: CNA – RGPS 2008-<strong>2009</strong><br />
2006 2007<br />
2008
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La concentrazione prevalentemente al Nord sia dei consumi (maggior densità<br />
demografica e maggior numero di insediamenti produttivi), sia degli impianti di<br />
destinazione finale degli imballaggi raccolti (acciaierie e fonderie) continua a<br />
costituire un ostacolo strutturale difficilmente superabile all’omogeneizzazione<br />
dei volumi di raccolta ed avvio a riciclo.<br />
Inoltre, per quanto riguarda le zone <strong>del</strong> Sud, perdura lo stato di emergenza, in<br />
cui versano periodicamente alcune realtà, che non garantisce quelle condizioni<br />
di ordine e stabilità necessarie per realizzare progetti di sviluppo a medio e lungo<br />
termine.<br />
Da un punto di vista numerico l’incremento maggiore, pari a circa 3.400<br />
tonnellate, è stato realizzato nelle zone <strong>del</strong> Centro dove, pur non essendoci stati<br />
sostanziali incrementi nelle raccolte differenziate, è stato attivato un accordo<br />
importante per il recupero <strong>del</strong>le frazioni ferrose derivanti dalla selezione<br />
meccanica dei rifiuti <strong>del</strong>la città di Roma.<br />
Nelle Regioni <strong>del</strong> Nord si è avuto un progresso di circa 1.500 tonnellate, a<br />
conferma che in questa area le varie forme di raccolta continuano a far<br />
registrare, anno dopo anno, margini di incremento e miglioramento.<br />
Purtroppo nelle zone <strong>del</strong> Sud si è registrato, rispetto al 2007, un decremento<br />
nelle quantità raccolte di circa 1.300 tonnellate che ha sostanzialmente riportato<br />
il risultato <strong>del</strong>la raccolta a quello <strong>del</strong> 2006, annullando così tutti i progressi<br />
registrati lo scorso anno. L’origine di tale decremento merita tuttavia un<br />
approfondimento nel senso che, se da un lato si è effettivamente assistito ad un<br />
calo nei quantitativi raccolti provenienti dagli impianti di selezione meccanica,<br />
legato alle alterne vicissitudini dei siti di trattamento dei rifiuti indifferenziati<br />
oggetto di commissariamento in Campania, dall’altra riscontri positivi ed<br />
incoraggianti si sono avuti sul versante <strong>del</strong>le raccolte differenziate, che hanno<br />
visto aumentare i loro quantitativi <strong>del</strong> <strong>10</strong>% circa.<br />
149
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Raccolta imballaggi industriali<br />
La raccolta degli imballaggi ferrosi industriali gestita dal CNA si basa<br />
essenzialmente sull’intercettazione/monitoraggio di tre flussi:<br />
• imballaggi industriali da raccolta su superficie privata costituita da fusti e<br />
accessori di imballaggio provenienti dalle raccolte effettuate presso gli<br />
insediamenti produttivi o presso le attività commerciali (c.d. gestione diretta:<br />
il quantitativo intercettato dal CNA è quello riscontrato dal FIR ricevuto<br />
dall’operatore);<br />
• certificazioni presso acciaierie ed impianti di frantumazione (c.d. gestione<br />
indiretta: il quantitativo riconosciuto dal CNA è frutto essenzialmente di una<br />
stima, in questo caso basata su analisi a campione effettuate da CNA). Dal<br />
2001 CNA ha attivato una procedura di rilevazione <strong>del</strong>le percentuali di<br />
imballaggi (solo fusti) che si riscontrano, all’interno di alcune categorie di<br />
rottami ferrosi, comunemente presenti nei parchi rottame <strong>del</strong>le acciaierie o<br />
degli impianti di frantumazione;<br />
• autocertificazioni degli operatori CNA (c.d. gestione indiretta: il quantitativo<br />
riconosciuto da CNA è quello risultante dalle autocertificazioni di alcuni<br />
operatori CNA, supportate da campionature periodiche gestite dallo stesso<br />
CNA, studiato per rilevare il quantitativo di accessori di imballaggio (reggette,<br />
filo, etc.) raccolti congiuntamente ad altri rottami ferrosi misti, e in questa<br />
forma avviati al riciclo).<br />
La raccolta di imballaggi in acciaio da superficie privata nel 2008 ha registrato<br />
una flessione di circa 18.400 tonnellate (-7,1 %) dopo la crescita <strong>del</strong> 2007 (+8 %),<br />
passando da 259.867 tonnellate a 241.440 tonnellate.<br />
TABELLA 8:<br />
Raccolta da superficie privata<br />
RACCOLTA DA SUPERFICIE PRIVATA 2007 2008<br />
Gestione diretta Nord 77.255 64.215<br />
Centro 6.912 7.494<br />
Sud 4.333 4.809<br />
Gestione indiretta 171.367 164.922<br />
Totale raccolta 259.867 241.440<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
Tale diminuzione è dovuta sia al calo di circa 6.500 tonnellate nelle quantità<br />
intercettate dalla c.d. gestione indiretta <strong>del</strong> CNA, sia alla raccolta degli<br />
imballaggi industriali rientranti nella c.d. gestione diretta <strong>del</strong> CNA che ha visto<br />
una diminuzione complessiva di circa 12.000 tonnellate, pari a circa il 13%,<br />
perse per intero nelle Regioni <strong>del</strong> Nord.<br />
Si ritiene tuttavia che l’apparente forte perdita registrata dalla gestione diretta<br />
nelle Regioni <strong>del</strong> Nord sia collegata, per buona parte, al forte aumento registrato<br />
nel corso <strong>del</strong>lo scorso anno nelle quotazioni dei rottami ferrosi che ha dirottato<br />
parte dei quantitativi verso gestioni esterne a quella <strong>del</strong> CNA.<br />
150
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
<strong>Recupero</strong> degli imballaggi in acciaio<br />
Una volta raccolti gli imballaggi in acciaio devono essere consegnati ad impianti<br />
in grado di trasformarli, in base a specifiche nazionali e internazionali (CECA,<br />
AISI, CAEF e UNI, o altre), per poterli quindi inviare ad acciaierie e fonderie per<br />
la successiva rifusione.<br />
In particolare, oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità <strong>del</strong><br />
materiale deve essere il più possibile ridotta la presenza di metalli non ferrosi, elementi<br />
a vario titolo nocivo, materiali esplosivi ed infiammabili, e non devono essere contenuti<br />
inerti, plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.<br />
A tale scopo il CNA si serve di un vasto numero di operatori che sono<br />
riconducibili a quattro categorie:<br />
• operatori Associazione SARA (Servizi Ambientali <strong>Recupero</strong> Acciai): recuperatori<br />
associati a <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> che, fin dalla sua origine, hanno collaborato con il CNA<br />
soprattutto nel settore dei rifiuti urbani;<br />
• operatori Associazione ASSOFERMET: operatori attivi in tutti i settori di<br />
intercettazione <strong>del</strong>l’imballaggio;<br />
• rete diretta CNA: aziende accreditate dal CNA che integrano sul territorio la<br />
rete degli operatori facenti capo alle organizzazioni di cui sopra;<br />
• SOE (Società Operative Ecologiche): aziende di bonifica e rigenerazione dei<br />
fusti industriali.<br />
In particolare, nei Grafici 21 e 22, riassumiamo il contributo dato dalle aziende<br />
SARA/<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> al recupero dei rifiuti ferrosi di imballaggio, suddivisi nelle varie<br />
tipologie, gestiti dal CNA nell’ultimo anno.<br />
GRAFICO 21: Raccolta domestica 2008<br />
(totale CNA 154.620 ton)<br />
altri operatori 25.182<br />
GRAFICO 22: Raccolta industriali 2008<br />
(totale CNA 241.441 ton)<br />
altri operatori 9.320<br />
SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 126.034<br />
SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 232.121<br />
Fonte: CNA – Associazione SARA<br />
Fonte: CNA – Associazione SARA<br />
151
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Considerato che le attività di raccolta e avvio al recupero degli imballaggi<br />
industriali sono sempre state effettuate, anche prima <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> Consorzio,<br />
non presentando per gli operatori particolari problemi di lavorazione e<br />
commercializzazione, il dato più significativo è sicuramente quello relativo alla<br />
valorizzazione degli imballaggi ferrosi di provenienza domestica nell’ambito <strong>del</strong>la<br />
quale l’apporto degli operatori SARA/<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> continua ad essere determinante.<br />
Nei Grafici 23 e 24 riassumiamo la suddivisione, per tipologia di materiale e di<br />
operatore incaricato al recupero, dei quantitativi di rifiuti di imballaggi domestici<br />
gestiti dal CNA.<br />
GRAFICO 23: Raccolta differenziata 2008<br />
(mono e multimateriale 95.693 ton)<br />
altri operatori <strong>10</strong>.321<br />
GRAFICO 24: Raccolta indifferenziata 2008<br />
(sel. meccanica e combusto 58.927 ton)<br />
altri operatori 18.265<br />
SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 85.372<br />
SARA / <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 40.662<br />
Fonte: CNA – Associazione SARA<br />
Fonte: CNA – Associazione SARA<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>la raccolta domestica, la valorizzazione <strong>del</strong> flusso di imballaggi<br />
proveniente dalle raccolte indifferenziate presenta maggiori problemi per la<br />
notevole presenza nel rifiuto ferroso di frazioni estranee (frazioni organiche,<br />
inerti, ceneri nel rottame ferroso combusto).<br />
Maggiori costi di lavorazione, inferiore valore <strong>del</strong>la materia prima secondaria<br />
ottenuta rispetto ad altri tipi di imballaggio, discontinuo, quando non incerto,<br />
collocamento sul mercato, fanno <strong>del</strong>l’imballaggio domestico sicuramente quello<br />
di più difficile gestione, ed in questo risiede il valore aggiunto <strong>del</strong>l’attività svolta<br />
dagli operatori SARA/<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong>.<br />
152
ACCIAIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Avvio a riciclo degli imballaggi recuperati<br />
Insieme agli imballaggi i recuperatori CNA ricevono frazione estranee (materiale<br />
non ferroso incluso nel rottame ferroso da imballaggio raccolto) e frazioni<br />
merceologiche similari (FMS ossia materiale ferroso non costituito da<br />
imballaggio), che non devono essere quantificate e scorporate ai fini <strong>del</strong> calcolo<br />
degli obiettivi di riciclo raggiunti.<br />
Come ogni anno, è stata effettuata una campagna di campionature<br />
merceologiche, su un campione rappresentativo per ogni tipologia di raccolta,<br />
sia pubblica sia privata, coordinata dal CNA ed eseguita dal Gruppo CSA di<br />
Rimini, mirata all’individuazione <strong>del</strong>l’effettivo quantitativo di imballaggi in<br />
acciaio avviati al riciclo.<br />
La proiezione degli esiti <strong>del</strong>le prove sui risultati totali di raccolta a livello<br />
nazionale ha evidenziato una presenza media di impurità <strong>del</strong> 6% (9.409<br />
tonnellate) e di FMS <strong>del</strong> 5,6 % (8.616 tonnellate) negli imballaggi provenienti da<br />
raccolta differenziata.<br />
Per quanto riguarda i c.d. imballaggi industriali, le campionature sono state<br />
effettuate solamente sul materiale <strong>del</strong>la c.d. gestione diretta poichè le rilevazioni<br />
che vengono fatte presso gli impianti finali di riciclo sono già al netto di ogni<br />
frazione estranea. Da tali campionature è stata riscontrata una presenza di<br />
impurità <strong>del</strong> 2,8 % circa (2.155 tonnellate nelle 76.518 <strong>del</strong>la gestione diretta) ed<br />
una percentuale di FMS di circa il 2.6% (2.040 tonnellate).<br />
TABELLA 9:<br />
Tipologie imballaggi raccolti (ton)<br />
TIPOLOGIA IMBALLAGGI DOMESTICO INDUSTRIALE TOTALI<br />
IMBALLAGGI RACCOLTI 154.620 241.440 396.060<br />
IMPURITÀ -9.409 -2.155 -11.564<br />
F.M.S. -8.616 -2.040 -<strong>10</strong>.656<br />
TOTALE AVVIO A RICICLO 136.595 237.245 373.840<br />
Fonte: CNA – RGPS <strong>2009</strong><br />
Sommando le quantità nette di imballaggi domestici ed industriali si ottiene una<br />
quantità effettiva di materiale avviato a riciclo dal CNA nel 2008 pari a 373.840<br />
tonnellate che, pur essendo in valore assoluto inferiore di circa il 4,5% (17.594<br />
tonnellate) rispetto al totale avviato a riciclo nel 2007, come percentuale<br />
sull’immesso al consumo rappresentano un tasso di riciclo <strong>del</strong> 69,6% rispetto al<br />
69,5% <strong>del</strong>l’anno scorso.<br />
153
ALLUMINIO
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
La consueta stesura <strong>del</strong> Rapporto “L’Italia <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong>” giunge in un periodo<br />
particolarmente turbolento per l’economia mondiale e di grave instabilità per il<br />
mercato <strong>del</strong>le materie prime. In particolare, per quanto riguarda l’alluminio, il<br />
calo <strong>del</strong>la domanda da parte dei principali settori industriali di impiego e <strong>del</strong>le<br />
richieste dai Paesi “emergenti” ha causato un crollo dei prezzi <strong>del</strong> rottame a<br />
partire dal secondo semestre <strong>del</strong> 2008.<br />
In uno scenario di questo tipo, caratterizzato non solo dalla crisi economica ma<br />
anche da una continua evoluzione <strong>del</strong> sistema, sia dal punto di vista normativo,<br />
sia da quello tecnico-gestionale, il Consorzio Imballaggi Alluminio, attraverso un<br />
processo di adattamento e ridefinizione <strong>del</strong>le strategie, ha saputo interpretare al<br />
meglio il proprio ruolo conseguendo performance e risultati in linea con gli<br />
obiettivi previsti per il 2008.<br />
Il ruolo “sussidiario“ e di garanzia <strong>del</strong> Consorzio rispetto al raggiungimento degli<br />
obiettivi di riciclo ha fornito al sistema nazionale di gestione dei rifiuti gli<br />
strumenti e le opportunità per ampliare e implementare tutte le possibili opzioni<br />
di recupero e valorizzazione <strong>del</strong>la frazione alluminio. Con l’obiettivo <strong>del</strong>la<br />
massimizzazione <strong>del</strong> recupero, sintetizzata dalla visione “zero discarica, <strong>10</strong>0%<br />
recupero”, nel corso <strong>del</strong>l’anno l’impegno di CIAL è proseguito sulla linea<br />
strategica intrapresa negli anni precedenti e tesa a fornire un supporto concreto<br />
alla pubblica amministrazione, agli operatori <strong>del</strong>la gestione dei rifiuti e al sistema<br />
industriale <strong>del</strong>la filiera <strong>del</strong>l’alluminio.<br />
Il CIAL è intervenuto con proposte per l’avvio o lo sviluppo di sistemi di raccolta,<br />
supporti tecnici e di comunicazione, per miglioramenti quali-quantitativi,<br />
interventi e incentivi per la captazione <strong>del</strong>le frazioni di metallo leggero sfuggite<br />
all’ordinario servizio di raccolta differenziata <strong>del</strong>l’alluminio e smaltite attraverso<br />
le raccolte di altri materiali, in modo indifferenziato o presenti nelle scorie<br />
risultanti dall’incenerimento dei rifiuti urbani. Il tutto gestito nell’ambito <strong>del</strong><br />
ruolo sussidiario al mercato che il Consorzio ha assunto in questi anni di attività:<br />
un corrispettivo economico per le raccolte differenziate e per le altre opzioni di<br />
recupero fisso al variare dei valori di mercato, l’attivazione di canali di sbocco per<br />
frazioni meno preziose e di difficile collocazione, un supporto alla crescita <strong>del</strong>la<br />
raccolta principalmente in termini qualitativi e <strong>del</strong>la sensibilità e coscienza dei<br />
consumatori e <strong>del</strong>la pubblica amministrazione e operatori verso una sempre più<br />
efficiente ed efficace gestione.<br />
Un elemento distintivo e propositivo per il raggiungimento di elevati standard<br />
qualitativi in tutte le fasi <strong>del</strong> sistema di gestione e in relazione a tutti gli attori<br />
coinvolti è dato dai parametri e dai riferimenti Emas che dal 2006<br />
contraddistinguono l’azione di CIAL. Oltre l’obiettivo di controllare gli aspetti<br />
ambientali diretti, con l’implementazione ed il mantenimento <strong>del</strong> sistema di<br />
gestione ambientale il Consorzio Imballaggi Alluminio si pone, infatti, quello di<br />
monitorare gli aspetti ambientali <strong>del</strong>le attività di raccolta, riciclo e recupero degli<br />
imballaggi post-consumo degli enti locali e <strong>del</strong>le imprese <strong>del</strong>la propria sfera<br />
d’influenza e di orientare le imprese consorziate verso la prevenzione, al fine di<br />
minimizzare il consumo <strong>del</strong>le risorse naturali e facilitare l’avvio a riciclo degli<br />
imballaggi a fine vita.<br />
156
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Nello schema di relazioni di sistema gli interventi <strong>del</strong> Consorzio rispetto a<br />
specifici interlocutori assumono rilevanza ed effetti a cascata, in modo<br />
trasversale, sull’intero ciclo di vita e gestione <strong>del</strong> materiale.<br />
Una particolare attenzione viene infatti posta dal Consorzio al mondo <strong>del</strong>le<br />
imprese <strong>del</strong>la filiera, dal produttore <strong>del</strong>la materia prima, a quello dei<br />
semilavorati, a quello degli imballaggi finiti, agli utilizzatori industriali e<br />
commerciali. Ferme restando le importanti performance di sostenibilità<br />
ambientale <strong>del</strong> materiale in tutto il suo ciclo di vita e la continua ricerca nella<br />
riduzione quantitativa e di miglioramento qualitativo attuate dalla filiera, le<br />
imprese direttamente e indirettamente coinvolte da CIAL ricoprono ora un ruolo<br />
significativo e imprescindibile per una corretta informazione all’utente finale<br />
anche attraverso l’adozione di modalità condivise di marcatura sugli imballaggi.<br />
Un ruolo importante ha avuto anche nel corso <strong>del</strong> 2008 l’attività di<br />
comunicazione con progetti e iniziative che di anno in anno tendono a<br />
consolidare tra i pubblici di riferimento e i ‘partners’ coinvolti le tematiche legate<br />
alle performance tecniche e ambientali <strong>del</strong>l’alluminio. L’area <strong>del</strong> sociale e la<br />
scuola sono i canali privilegiati per una continua crescita e diffusione dei<br />
messaggi connessi alla raccolta e al riciclo degli imballaggi in alluminio.<br />
La consapevolezza raggiunta dai destinatari <strong>del</strong>la nostra comunicazione in<br />
ambito scolastico e la stratificazione dei messaggi nel tempo rappresentano una<br />
solida base su cui impostare ogni anno valide ed efficaci iniziative didattiche ed<br />
educative. Le associazioni di volontariato che da anni collaborano con il<br />
Consorzio rappresentano ormai un utile ‘strumento’ e canale di comunicazione<br />
in tutti i bacini territoriali in cui operano, sia attraverso forme di raccolta<br />
sussidiaria rispetto a quella gestita dai Comuni, sia attraverso l’organizzazione di<br />
eventi e iniziative di sensibilizzazione.<br />
La copertura nazionale, con la pianificazione di spot televisivi e la partecipazione<br />
a grandi eventi, integra e amplifica con efficacia la diffusione dei messaggi<br />
veicolati nell’ambito dei progetti di comunicazione territoriale destinati a<br />
supportare i servizi di raccolta differenziata nei diversi bacini coinvolti.<br />
I risultati <strong>del</strong> 2008, in termini di copertura territoriale e di abitanti attivi, di<br />
raccolta e riciclo, sono <strong>del</strong> tutto soddisfacenti e in linea con i trend di crescita<br />
registrati negli ultimi anni. La soddisfazione è però ancora maggiore per il<br />
contributo che il Consorzio ha saputo dare in questi anni per una più ampia<br />
affermazione in campo ambientale <strong>del</strong>l’intero sistema industriale <strong>del</strong>la filiera<br />
che, ancora una volta, grazie anche alle importanti caratteristiche <strong>del</strong> materiale,<br />
si conferma tra i comparti più performanti in termini di risparmio energetico e di<br />
CO2 evitata.<br />
Come detto in apertura, il 2008 si è chiuso con la nascente crisi dei mercati<br />
e un trend in discesa dei valori dei materiali. In questi mesi il Consorzio, in<br />
vista <strong>del</strong>le inevitabili difficoltà previste per il <strong>2009</strong>, in particolare per quanto<br />
riguarda lo sbocco dei materiali <strong>del</strong>la raccolta differenziata dei Comuni<br />
italiani, ha confermato la propria vocazione sussidiaria e di supporto al<br />
sistema di gestione definendo nuove strategie e obiettivi per una agevole e<br />
157
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
sostenibile transizione in questa fase particolare.<br />
Il nuovo Accordo quadro ANCI-CONAI, in particolare, in uno scenario già di per<br />
sé complesso a causa dei forti ritardi nello sviluppo <strong>del</strong>le raccolte differenziate<br />
nelle aree <strong>del</strong> Sud Italia, rappresenta uno strumento di riferimento importante<br />
per cogliere nuove opportunità per una coerente, efficiente ed efficace soluzione<br />
alle problematiche connesse e amplificate dalla crisi in corso.<br />
GINO SCHIONA<br />
Direttore Generale CIAL<br />
158
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
RISULTATI E OBIETTIVI<br />
CONSEGUITI<br />
A dieci anni dalla nascita <strong>del</strong> sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di<br />
imballaggio in alluminio, CIAL, Consorzio Nazionale per il riciclo e il recupero<br />
<strong>del</strong>l’alluminio, consolida il trend di crescita <strong>del</strong>le quantità raccolte e riciclate. Il<br />
2008, in particolare, sancisce il ruolo fondamentale svolto dal Consorzio nel<br />
nostro Paese per promuovere, supportare e garantire lo sviluppo tecnico e<br />
culturale <strong>del</strong>le raccolte differenziate e <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>l’alluminio sia tra la pubblica<br />
amministrazione sia tra i cittadini.<br />
Ad oggi, CIAL ha favorito l’attivazione <strong>del</strong>la raccolta differenziata degli<br />
imballaggi in alluminio in oltre 5.500 Comuni italiani (l’80% dei quali<br />
convenzionati con il Consorzio) e la partecipazione di 44 milioni di cittadini (il<br />
90% dei quali coinvolti direttamente).<br />
Risultati più che positivi, ottenuti grazie alla stretta e quotidiana collaborazione<br />
con una rete di 300 operatori convenzionati, distribuiti su tutto il territorio<br />
nazionale.<br />
A fine 2008 la quota di recupero di imballaggi di alluminio si stima essere <strong>del</strong><br />
63,6% <strong>del</strong>l’immesso sul mercato. Tradotta in cifre assolute questa percentuale<br />
equivale a 42.200 tonnellate di materiale recuperato, 38.500 <strong>del</strong>le quali riciclate.<br />
Il riciclo degli imballaggi in alluminio pari al 58% è di fatto cresciuto, nell’ultimo<br />
biennio, <strong>del</strong> <strong>10</strong>%.<br />
Nel corso <strong>del</strong>l’anno, accanto alla raccolta differenziata, si sono affermate nuove<br />
modalità di recupero <strong>del</strong>l’alluminio: in impianti di trattamento RU anche per la<br />
produzione di CdR; in impianti per il recupero <strong>del</strong>le scorie da incenerimento.<br />
È stata consolidata la collaborazione con 25 fonderie di alluminio, ovvero il<br />
<strong>10</strong>0% <strong>del</strong>la capacità produttiva di riciclo italiana.<br />
Oggi il nostro Paese detiene la leadership in Europa, insieme alla Germania,<br />
nell’industria <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong>l’alluminio. A livello mondiale, questo primato ci pone<br />
al 3° posto dopo Stati Uniti e Giappone.<br />
Grazie al riciclo di 38.500 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitate<br />
emissioni serra per 390.000 tonnellate di CO2, e risparmiata energia pari a<br />
142.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio).<br />
159
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ATTIVITÀ<br />
DI SVILUPPO<br />
E RACCOLTA<br />
Al 31 dicembre 2008 è stata raggiunta la copertura territoriale di oltre 4.000<br />
Comuni e 38 milioni di abitanti attraverso la sottoscrizione di 292 Convenzioni<br />
dedicate alla raccolta differenziata. Inoltre le diverse opzioni di recupero dei<br />
rifiuti di imballaggio in alluminio complementari alla raccolta differenziata,<br />
previste dall’Allegato tecnico, consentono di riconoscere la copertura territoriale,<br />
così come le quantità di materiale raccolte. In questi termini viene quindi<br />
confermata, al 31 dicembre 2008, l’operatività di 303 Convenzioni per una<br />
copertura territoriale totale di 4.305 Comuni e oltre 39 milioni di abitanti.<br />
DIFFUSIONE<br />
DELLA RACCOLTA E<br />
DATI QUANTITATIVI<br />
I rapporti di collaborazione e partnership avviati sul territorio hanno interessato<br />
tutti i soggetti pubblico-privati coinvolti nella filiera di raccolta e recupero dei<br />
rifiuti di imballaggio in alluminio in un’ottica di diffusione e sviluppo di sistemi di<br />
gestione integrata dei rifiuti, contribuendo alla riduzione dei quantitativi di rifiuti<br />
destinati allo smaltimento in discarica e al potenziamento <strong>del</strong>le modalità di<br />
recupero alternative alla raccolta differenziata.<br />
Nel corso degli ultimi due anni è infatti evidente la crescita <strong>del</strong>le ulteriori opzioni<br />
di recupero e trattamento dei rifiuti di imballaggio in alluminio (recupero da<br />
impianti di trattamento rifiuto indifferenziato e produzione CdR da scorie da<br />
incenerimento) che ha consentito di raggiungere in molti bacini territoriali<br />
l’obiettivo “zero discarica, <strong>10</strong>0% recupero”.<br />
Sulla base <strong>del</strong>le diverse opzioni di recupero, trattamento e valorizzazione, si<br />
stimano le seguenti quantità di raccolta dei rifiuti di imballaggio in alluminio, con<br />
dettaglio <strong>del</strong>la ripartizione per macroaree.<br />
TABELLA 1:<br />
Distribuzione geografica <strong>del</strong>la raccolta<br />
MACROAREA<br />
QUANTITÀ<br />
Nord ton 26.000 67,5%<br />
Centro ton 8.200 21,3%<br />
Sud ton 4.300 11,2%<br />
Totale Raccolta diff. Netta ton 38.500 <strong>10</strong>0%<br />
Fonte: CIAL<br />
Tale ripartizione è il risultato di una nostra elaborazione che tiene conto dei<br />
trend di crescita e <strong>del</strong>le prestazioni di raccolta nelle varie aree <strong>del</strong> Paese,<br />
così come confermati anche dai dati generali di raccolta differenziata<br />
presentati all’interno <strong>del</strong> Rapporto Rifiuti 2008 di ISPRA.<br />
160
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Le quantità indicate sono riconducibili a circa 5.400 Comuni italiani; stima<br />
basata sui Comuni che hanno dichiarato la presenza <strong>del</strong> servizio di raccolta<br />
differenziata a beneficio di quasi 41 milioni di abitanti, tramite dichiarazioni<br />
MUD 2007, con riferimento all’anno solare 2006, elaborate dalla Camera di<br />
Commercio di Milano così come presentato nell’apposito paragrafo<br />
dedicato alla ricerca.<br />
Evidenziamo, come sottolineato anche da ISPRA, le difficoltà di pervenire a<br />
dati riguardanti la raccolta differenziata degli imballaggi metallici nella<br />
maggior parte dei casi raccolti con modalità multimateriale, poiché<br />
normalmente vengono dichiarati e contabilizzati all’interno <strong>del</strong> materiale<br />
prevalente, più specificatamente vetro e/o plastica; da tali flussi è<br />
impossibile disaggregare specifici dati relativi ai rifiuti di imballaggio in<br />
alluminio.<br />
Lo stesso Rapporto ISPRA 2008, infatti, rimarca come: “Per quanto attiene<br />
agli imballaggi metallici non è stato, tuttavia, possibile pervenire in molti<br />
casi ad un dato disaggregato. Pertanto, pur essendo stata effettuata,<br />
laddove possibile, una separazione <strong>del</strong>la quota relativa agli imballaggi in<br />
alluminio da quella inerente alle altre tipologie di imballaggi metallici, si è<br />
scelto di pubblicare i dati in forma aggregata, al fine di consentire un<br />
migliore confronto con le informazioni relative ai precedenti censimenti. Va,<br />
inoltre, rilevato che in diversi casi non è possibile separare la quota relativa<br />
agli imballaggi metallici da quella inerente gli ingombranti metallici. In tal<br />
caso l’intero ammontare viene computato nella voce ingombranti<br />
metallici.”<br />
161
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
COPERTURA<br />
TERRITORIALE<br />
I risultati conseguiti nella sottoscrizione e gestione <strong>del</strong>le Convenzioni per la<br />
raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio sono<br />
presentati in Tabella 2, aggiornati al 31 dicembre 2008, confrontati con i dati<br />
Istat e con la situazione <strong>del</strong>l’anno precedente.<br />
TABELLA 2: Situazione Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008<br />
2008 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL<br />
Comuni attivi 8.<strong>10</strong>0 4.305 53,1<br />
Abitanti serviti 58.806.797 39.547.828 67,3<br />
Convenzioni 303<br />
Fonte: CIAL<br />
2007 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL<br />
Comuni attivi 8.<strong>10</strong>0 3.998 49,4<br />
Abitanti serviti 58.806.797 36.130.137 61,4<br />
Convenzioni 263<br />
Rispetto ai risultati raggiunti nell’anno 2007, si possono osservare i seguenti<br />
miglioramenti:<br />
• una crescita <strong>del</strong>l’8% dei Comuni coperti da Convenzione, di cui il 3%<br />
attraverso Convenzioni per la raccolta differenziata;<br />
• gli abitanti serviti sono cresciuti <strong>del</strong> 9%, di cui il 7% in relazione a Convenzioni<br />
di raccolta differenziata;<br />
• risultano sottoscritte 292 Convenzioni per la gestione <strong>del</strong>la raccolta<br />
differenziata con un indice medio di Comuni per Convenzione pari a 14.<br />
Si tratta di risultati importanti in un anno caratterizzato da un Accordo quadro<br />
ANCI-CONAI in scadenza e da incertezza economica e legislativa.<br />
Nel corso dei cinque anni di validità <strong>del</strong>l’Accordo quadro (2004-2008), le attività<br />
<strong>del</strong> Consorzio sul territorio hanno consentito di conseguire quasi la stessa<br />
copertura territoriale garantita al termine <strong>del</strong> precedente Accordo quadro<br />
(2000-2004). Al 31 dicembre 2008, infatti, i Comuni coperti e gli abitanti serviti<br />
da Convenzione rappresentavano entrambi il 97% <strong>del</strong>la copertura territoriale <strong>del</strong><br />
dicembre 2004.<br />
È opportuno osservare come l’aspetto migliorativo <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong> nuovo Accordo<br />
quadro è rappresentato da un incremento quali-quantitativo <strong>del</strong> materiale gestito e<br />
valorizzato dal Consorzio, unitamente ad un radicamento e consolidamento <strong>del</strong><br />
proprio ruolo quale partner <strong>del</strong>le politiche e dei programmi di gestione dei servizi di<br />
raccolta differenziata e recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio.<br />
Può essere interessante osservare, nelle Figure 1 e 2, le capacità di raccolta dei<br />
diversi ambiti regionali in considerazione <strong>del</strong>la diretta copertura territoriale,<br />
tramite Convenzioni di Comuni e abitanti.<br />
162
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
FIGURA 1: Copertura territoriale (comuni attivi) (%)<br />
< 25<br />
25 - 45<br />
45 - 65<br />
65 - 85<br />
85 - <strong>10</strong>0<br />
percentuale abitanti serviti<br />
Fonte: CIAL<br />
FIGURA 2: Copertura territoriale (abitanti serviti e tipologia di raccolta)<br />
< <strong>10</strong>.000<br />
<strong>10</strong>.000 - <strong>10</strong>0.000<br />
<strong>10</strong>0.000 - 400.000<br />
400.000 - 700.000<br />
> 700.000<br />
mr = modalità di raccolta<br />
multileggero = plastica/metalli<br />
multipesante = plastica/vetro/metalli<br />
vetrometalli = vetro/metalli<br />
mr multileggero<br />
mr multipesante<br />
mr vetrometalli<br />
Fonte: CIAL<br />
163
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Quanto rappresentato graficamente esprime chiaramente una discreta<br />
rispondenza tra la copertura territoriale e le attività di raccolta e<br />
conferimento dei materiali gestiti, con alcune eccezioni, in particolare nelle<br />
Regioni <strong>del</strong> Sud Italia in cui ad un largo coinvolgimento e attivazione di<br />
Comuni e abitanti corrispondono rese di raccolta al di sotto <strong>del</strong>le relative<br />
potenzialità.<br />
È interessante osservare, inoltre, la correlazione tra la tipologia di raccolta<br />
adottata dai Comuni e dagli operatori dei servizi e i relativi risultati in<br />
termini di quantitativi gestiti e conferiti.<br />
È significativa la sempre più ampia diffusione <strong>del</strong> sistema di raccolta<br />
multileggero a cui si possono riconoscere prestazioni di rilievo, soprattutto<br />
in contesti territoriali efficacemente supportati da realtà impiantistiche in<br />
grado di valorizzare sia qualitativamente, sia quantitativamente, i risultati di<br />
raccolta conseguiti.<br />
Si tratta di una conferma <strong>del</strong>le attività di promozione e sviluppo <strong>del</strong><br />
Consorzio nell’ambito <strong>del</strong> sostegno ai sistemi di raccolta in grado di<br />
consentire elevate rese e prestazioni di recupero e riciclo, massimizzando le<br />
specificità <strong>del</strong> materiale gestito e dei contesti organizzativi, impiantistici e<br />
territoriali di riferimento. Rilevanti risultati di raccolta sono stati infatti<br />
raggiunti anche in realtà regionali in cui sono da sempre presenti sistemi di<br />
raccolta congiunta vetro-metalli o la tipologia di raccolta multipesante.<br />
Quanto presentato nelle Figure 1 e 2 è riportato in dettaglio, in termini di<br />
Comuni attivi, abitanti serviti e Convenzioni sottoscritte, nella Tabella 3<br />
quale espressione dei risultati conseguiti nel 2008 e <strong>del</strong>le specificità <strong>del</strong>le<br />
singole Regioni italiane.<br />
164
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 3: Raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi alluminio e altre forme di trattamento - Copertura<br />
territoriale al 31 dicembre 2008<br />
REGIONE COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI CONVENZIONI<br />
(N.) (%) (N.) (%) (N.)<br />
EMILIA ROMAGNA 201 59 2.968.471 71 8<br />
FRIULI V. GIULIA <strong>10</strong>1 46 647.423 54 3<br />
LIGURIA 61 26 1.099.706 68 4<br />
LOMBARDIA 440 28 4.393.495 46 23<br />
PIEMONTE 743 62 1.960.197 45 11<br />
TRENTINO A. ADIGE 132 39 461.113 47 4<br />
VALLE D’AOSTA 74 <strong>10</strong>0 124.263 <strong>10</strong>0 1<br />
VENETO 454 78 4.093.177 86 22<br />
TOTALE NORD 2.206 49 15.747.845 59 76<br />
LAZIO 178 47 4.002.413 75 21<br />
MARCHE 50 20 308.197 20 2<br />
TOSCANA 255 89 3.484.976 96 14<br />
UMBRIA 45 49 652.170 75 4<br />
TOTALE CENTRO 528 53 8.447.756 74 41<br />
ABRUZZO 92 30 633.046 48 13<br />
MOLISE 16 12 84.848 26 2<br />
BASILICATA 27 21 212.814 36 3<br />
CALABRIA 380 93 1.916.3<strong>10</strong> 96 18<br />
CAMPANIA 435 79 5.068.021 88 92<br />
PUGLIA 116 45 2.444.540 60 23<br />
SARDEGNA 194 51 1.042.180 63 12<br />
SICILIA 311 80 3.950.468 79 23<br />
TOTALE SUD 1.571 61 15.352.227 74 186<br />
TOTALE ITALIA 4.305 53 39.547.828 67 303<br />
Fonte: CIAL<br />
165
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La crescita e gli sviluppi conseguiti a livello di macroaree sono evidenti dal<br />
confronto con la situazione esistente al 31 dicembre 2007, presentata nella<br />
Tabella 4.<br />
TABELLA 4: Situazione territoriale Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008<br />
MACRO AREA<br />
2007 2008 2007 2008 2007 2008<br />
CONVENZIONI COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI<br />
N. N. N. % N. % N. % N. %<br />
NORD 73 76 2.070 46 2.206 49 14.732.055 55 15.747.845 59<br />
CENTRO 33 41 456 45 528 53 7.833.335 69 8.447.756 74<br />
SUD 157 186 1.472 58 1.571 61 13.564.747 65 15.352.227 74<br />
ITALIA 263 303 3.998 49 4.305 53 36.130.137 61 39.547.828 67<br />
Fonte: CIAL<br />
Di seguito presentiamo alcune riflessioni circa le specifiche caratteristiche e le<br />
dinamiche che hanno interessato i diversi ambiti territoriali e che aiutano a<br />
comprendere la flessibilità e orientabilità <strong>del</strong>le azioni di intervento <strong>del</strong> Consorzio<br />
nelle attività di promozione <strong>del</strong> territorio.<br />
Nord Italia<br />
Nel corso <strong>del</strong> 2008 le Regioni <strong>del</strong> Nord Italia sono state caratterizzate da discrete<br />
variazioni, rispetto al precedente anno, in termini di Comuni attivi nei servizi di<br />
raccolta differenziata e relativi abitanti serviti. Nel complesso, si è registrata una<br />
crescita <strong>del</strong> 7% sia per i Comuni sia per gli abitanti coperti da Convenzione.<br />
Le Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto confermano i migliori risultati in<br />
termini di copertura territoriale mantenendo la situazione raggiunta al 2007, ad<br />
eccezione <strong>del</strong> Veneto che ha registrato una crescita <strong>del</strong> 5% sia dei Comuni attivi<br />
sia degli abitanti serviti. La Regione Lombardia ha confermato anche le<br />
prestazioni di raccolta raggiunte il precedente anno esprimendo le migliori rese<br />
in relazione ai Comuni e ai cittadini coinvolti. Il Veneto e il Piemonte hanno, al<br />
contrario, registrato una flessione dei risultati di raccolta e recupero in seguito<br />
ad alcune dinamiche territoriali che hanno caratterizzato la gestione dei servizi e<br />
<strong>del</strong>le relative capacità di controllo e valorizzazione dei flussi di materiale.<br />
In particolare, nella Regione Veneto si sono verificati dei processi di aggregazione<br />
di alcuni soggetti responsabili <strong>del</strong>la gestione dei servizi di raccolta con<br />
conseguente riorganizzazione <strong>del</strong>le competenze territoriali e in particolare la<br />
definizione di nuovi rapporti per la gestione <strong>del</strong>la fase di selezione e<br />
valorizzazione dei flussi di raccolta differenziata. Il riordino dei ruoli, l’adozione<br />
di nuovi mo<strong>del</strong>li di raccolta differenziata (dalla raccolta congiunta vetro-metalli<br />
alla raccolta multileggera), opportunità economico-politiche e decisioni di<br />
cessione <strong>del</strong>eghe, nonché di gestione <strong>del</strong>la selezione dei materiali gestiti, hanno<br />
comportato una contrazione <strong>del</strong>le prestazioni di raccolta.<br />
166
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Ricordiamo, inoltre, che in queste tre Regioni (Lombardia, Veneto e Piemonte)<br />
sono presenti soggetti attivi nella valorizzazione dei rifiuti di imballaggio in<br />
alluminio attraverso le ulteriori opzioni di recupero complementari alla raccolta<br />
differenziata: in particolare da produzione di CdR e da flusso indifferenziato. In<br />
questi termini, è possibile affermare che in alcuni bacini territoriali <strong>del</strong>le Regioni<br />
<strong>del</strong> Nord Italia è stato “chiuso” il ciclo integrato di gestione dei rifiuti di<br />
imballaggio in alluminio, partendo dal servizio di raccolta differenziata,<br />
attraverso il recupero <strong>del</strong>la quota intercettata dal flusso dei rifiuti indifferenziati<br />
fino potenzialmente al recupero <strong>del</strong>l’alluminio ancora presente nelle ceneri<br />
pesanti da impianti di incenerimento.<br />
Nell’ambito di questa macro-area, gli incrementi più rilevanti hanno interessato<br />
l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia con un aumento rispettivamente<br />
<strong>del</strong>l’11% e <strong>del</strong> 15% dei Comuni gestiti tramite Convenzione e <strong>del</strong> 26% e <strong>del</strong><br />
5% in termini di abitanti serviti. La Regione Emilia Romagna ha inoltre registrato<br />
una significativa crescita con il 63% in più dei materiali raccolti e conferiti. È<br />
opportuno evidenziare l’acquisizione di nuovi rapporti con operatori di raccolta<br />
responsabili <strong>del</strong>la gestione di Comuni e servizi complementari rispetto ai servizi<br />
garantiti dai due grandi gruppi di gestione <strong>del</strong> territorio (Hera SpA ed Enia SpA).<br />
In questi termini è stato possibile ampliare i margini di intervento e di azione <strong>del</strong><br />
Consorzio valorizzando le potenzialità di raccolta e dei relativi flussi in una<br />
Regione fortemente orientata all’innovazione e alla promozione <strong>del</strong>le specificità<br />
<strong>del</strong> territorio.<br />
Un importante risultato conseguito nel corso <strong>del</strong> 2008 è rappresentato dalla<br />
sigla di un Accordo di programma tra la Regione Valle d’Aosta e il Consorzio<br />
finalizzato alla promozione <strong>del</strong>la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in<br />
alluminio, attraverso la valorizzazione e l’ottimizzazione <strong>del</strong>le attività di raccolta<br />
e <strong>del</strong>le iniziative esistenti sul territorio regionale. L’Accordo di programma<br />
rappresenta uno strumento che consente alla Regione e a CIAL di migliorare e<br />
potenziare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio, sia<br />
tramite la modalità di raccolta adottata dalle istituzioni locali (raccolta congiunta<br />
vetro-metalli opportunamente valorizzata in impianti di selezione dedicati), sia<br />
attraverso specifiche campagne di raccolta avviate da soggetti diversi da quelli<br />
istituzionali. L’Accordo di programma ha avuto, tra gli altri, l’obiettivo di<br />
formalizzare e riconoscere l’attività di raccolta differenziata dei rifiuti di<br />
imballaggio in alluminio condotta dai Comuni <strong>del</strong>la Regione Valle d’Aosta<br />
(accreditando la relativa copertura territoriale) e di sostenere il progetto Raccolta<br />
Solidale ® avviato dalla sezione AIDO di Aosta in collaborazione con CIAL. In<br />
questi termini, il Consorzio promuove il proprio ruolo di affiancamento e<br />
supporto allo sviluppo e alla massimizzazione dei sistemi di raccolta e recupero<br />
<strong>del</strong>l’alluminio e d’altra parte la Regione Valle d’Aosta valorizza i propri compiti<br />
di coordinamento e sviluppo di attività volte al raggiungimento degli obiettivi di<br />
raccolta differenziata, nonché di istituzione impegnata sul fronte <strong>del</strong>la<br />
responsabilità sociale locali, supportando le organizzazioni di volontariato.<br />
Nelle restanti Regioni <strong>del</strong> Nord Italia si è osservato un mantenimento <strong>del</strong>le<br />
prestazioni di raccolta e di coinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi di<br />
raccolta differenziata.<br />
In generale, la flessione minima che si è registrata in questa macro-area può<br />
essere riportata a quei processi di riorganizzazione <strong>del</strong>le competenze,<br />
riassestamento dei ruoli di gestione e in alcuni casi dei sistemi di raccolta<br />
167
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
differenziata e recupero con successiva ridefinizione <strong>del</strong>la fase di valorizzazione<br />
<strong>del</strong> materiale che caratterizzano un periodo storico di incertezza economica e<br />
legislativa.<br />
Centro Italia<br />
Le Regioni <strong>del</strong> Centro Italia hanno registrato nel complesso buone variazioni in<br />
termini di copertura territoriale, registrando una crescita <strong>del</strong> 16% di Comuni<br />
attivi nella raccolta differenziata e coperti da Convenzione e <strong>del</strong>l’8% dei relativi<br />
abitanti serviti; questi dati evidenziano in particolare l’acquisizione di nuovi<br />
rapporti con Comuni/operatori responsabili <strong>del</strong>la gestione dei sistemi di raccolta<br />
in territori di piccole e medie dimensioni. Interessante la crescita <strong>del</strong> 43%<br />
rispetto al 2007 <strong>del</strong>le quantità raccolte e conferite al Consorzio.<br />
In particolare, la Regione Lazio ha evidenziato la promozione e lo sviluppo <strong>del</strong>le<br />
attività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio presso<br />
medio-piccoli centri urbani presentando un incremento <strong>del</strong> 65% dei Comuni e<br />
<strong>del</strong> 15% degli abitanti. Significativi risultati sono stati conseguiti anche in<br />
relazione alle quantità raccolte e conferite con una crescita <strong>del</strong> 58%. Gli sforzi<br />
avviati nel corso degli ultimi anni nei confronti degli operatori pubblici e privati<br />
coinvolti nella gestione dei servizi di raccolta, l’affiancamento e il supporto in<br />
know-how tecnico e in attività di comunicazione locale, le attività di<br />
collaborazione e coordinamento con gli enti istituzionali responsabili <strong>del</strong>la<br />
definizione <strong>del</strong>le linee di indirizzo per l’ottimizzazione <strong>del</strong>le attività di raccolta e<br />
recupero, hanno rappresentato gli elementi premianti di una strategia <strong>del</strong><br />
Consorzio volta alla valorizzazione <strong>del</strong>le specificità <strong>del</strong> territorio e alla creazione<br />
di relazioni di partnership con i soggetti deputati al suo governo politicooperativo.<br />
È interessante sottolineare l’avvio nella Regione Lazio di un nuovo rapporto di<br />
convenzione volto al recupero <strong>del</strong>l’alluminio dal flusso dei rifiuti indifferenziati<br />
che rappresenta un ulteriore tassello <strong>del</strong> processo di completamento di un<br />
sistema di gestione integrata dei rifiuti di imballaggio in alluminio: dalla raccolta<br />
differenziata al recupero dai flussi RU e dagli impianti di produzione di CdR<br />
(ricordiamo l’Accordo per la valorizzazione <strong>del</strong> materiale recuperato dagli<br />
impianti di produzione di CdR di AMA Roma che ha confermato i risultati<br />
quantitativi conseguiti lo scorso anno).<br />
Le restanti Regioni <strong>del</strong> Centro Italia confermano la copertura territoriale<br />
conseguita nel 2007 (con una lieve crescita <strong>del</strong> 2% degli abitanti serviti in<br />
Toscana e nelle Marche) presentando un rilevante aumento <strong>del</strong>le rese di raccolta<br />
e <strong>del</strong>le capacità di recupero: il 62% in più per le Marche, il 60% di crescita di<br />
raccolta per la Regione Umbria e un incremento <strong>del</strong> <strong>10</strong>% registrato in Toscana.<br />
Si tratta di risultati importanti in una macro-area che nei precedenti anni si<br />
presentava al di sotto <strong>del</strong>le proprie potenzialità di raccolta. La conferma dei<br />
Comuni e degli abitanti coinvolti nei servizi di raccolta differenziata<br />
accompagnata da una crescita dei relativi risultati di resa e di quantità raccolte e<br />
conferite confermano il superamento <strong>del</strong>la fase di start-up dei servizi di raccolta<br />
differenziata in molti Comuni <strong>del</strong> Centro Italia e l’avvio di un processo di crescita<br />
e di ottimizzazione <strong>del</strong>le attività di coinvolgimento dei cittadini e di<br />
valorizzazione <strong>del</strong> materiale gestito.<br />
168
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Sud Italia e Isole<br />
Buoni risultati in termini di copertura territoriale sono stati raggiunti nelle<br />
Regioni <strong>del</strong> Sud Italia che hanno presentato in generale una crescita <strong>del</strong> 7% dei<br />
Comuni coperti da Convenzione e <strong>del</strong> 13% degli abitanti serviti da attività di<br />
raccolta differenziata. Questi dati evidenziano il coinvolgimento di città di<br />
medio-grandi dimensioni, superiori ai 50.000 abitanti, in cui sono stati avviati<br />
sistemi di raccolta differenziata e recupero che hanno trovato formalizzazione<br />
nel rapporto di convenzione e soprattutto nel supporto tecnico-comunicazionale<br />
fornito. In termini globali, le Regioni di questa macro area hanno registrato un<br />
interessante sviluppo dei risultati di raccolta con un incremento <strong>del</strong> 29% rispetto<br />
all’anno precedente. La Sardegna si conferma la Regione con migliori<br />
performance in termini di materiali raccolti e conferiti con una crescita <strong>del</strong> 52%<br />
<strong>del</strong>la raccolta avviata e consolidata nell’11% in più dei Comuni e coinvolgendo<br />
il 16% in più dei cittadini rispetto al 2007.<br />
Questi risultati confermano l’efficacia degli indirizzi istituzionali di pianificazione<br />
e sviluppo dei servizi di raccolta differenziata, la responsabilità <strong>del</strong>le<br />
amministrazioni locali nel seguire le indicazioni di governo, l’adeguatezza<br />
impiantistica e la relativa capacità di valorizzazione dei risultati di raccolta. Questi<br />
elementi sono stati sostenuti e amplificati dalle attività <strong>del</strong> Consorzio e dalle<br />
proprie iniziative di collaborazione e affiancamento a tutti i soggetti coinvolti nei<br />
sistemi di raccolta e recupero e di riconoscimento dei risultati conseguiti.<br />
Tra le Regioni <strong>del</strong> Sud Italia è opportuno sottolineare gli interessanti<br />
miglioramenti conseguiti dalla Campania con una crescita <strong>del</strong> 45% <strong>del</strong>le attività<br />
di raccolta e dei materiali gestiti e conferiti. In termini di copertura territoriale si<br />
registra un aumento <strong>del</strong> 6% dei Comuni attivi nei servizi di raccolta differenziata<br />
e <strong>del</strong> 13% degli abitanti serviti. Si tratta di risultati importanti in considerazione<br />
<strong>del</strong>lo stato di emergenza e <strong>del</strong>le difficoltà di organizzazione e ripristino di<br />
condizioni di efficiente gestione dei servizi e riassetto <strong>del</strong>le competenze<br />
territoriali. Per quanto riguarda le altre Regioni di questa macro-area si osservano<br />
situazioni di mantenimento <strong>del</strong>le prestazioni di raccolta e <strong>del</strong>l’attivazione e<br />
coinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi di raccolta differenziata dei rifiuti<br />
di imballaggio in alluminio.<br />
In termini di “dimensione” <strong>del</strong>la copertura territoriale e di classi di abitanti<br />
serviti, i risultati conseguiti nel 2008 sono riportati nella Tabella 5.<br />
TABELLA 5:<br />
Distribuzione dei Comuni attivi<br />
CLASSE ABITANTI BASE ISTAT COMUNI ATTIVI % COMUNI ATTIVI<br />
meno di 5 mila 5.756 2.870 49,9<br />
da 5 – 20 mila 1.847 1.093 59,2<br />
da 20 – <strong>10</strong>0 mila 454 303 66,7<br />
da <strong>10</strong>0 – 500 mila 37 34 91,9<br />
oltre 500 mila 6 5 83,3<br />
TOTALE 8.<strong>10</strong>0 4.305 53,1<br />
Fonte: CIAL<br />
169
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 6:<br />
Distribuzione degli abitanti serviti nei Comuni attivi<br />
CLASSE ABITANTI BASE ISTAT ABITANTI SERVITI % ABITANTI SERVITI<br />
meno di 5 mila <strong>10</strong>.440.905 5.322.089 51,0<br />
da 5 – 20 mila 17.402.009 <strong>10</strong>.361.934 59,5<br />
da 20 – <strong>10</strong>0 mila 17.432.446 11.653.699 66,9<br />
da <strong>10</strong>0 – 500 mila 6.5<strong>10</strong>.216 6.088.447 93,5<br />
oltre 500 mila 7.021.221 6.121.659 87,2<br />
TOTALE 58.806.797 39.547.828 67,3<br />
Fonte: CIAL<br />
Rispetto al 2007, è opportuno segnalare l’avvio <strong>del</strong> rapporto di convenzione con<br />
due grossi centri urbani (con una dimensione tra i <strong>10</strong>0 mila e i 500 mila abitanti)<br />
quali Catania e Bologna. Per quanto riguarda la città siciliana, si tratta <strong>del</strong>la<br />
formalizzazione di un sistema di raccolta da tempo consolidato ma che ha<br />
finalmente trovato riscontro nella definizione dei rapporti e <strong>del</strong>le reciproche<br />
competenze tra i soggetti coinvolti nella gestione e valorizzazione dei flussi di<br />
materiale.<br />
Come anticipato, in Emilia Romagna sono state attivate <strong>del</strong>le relazioni<br />
convenzionali e di collaborazione con operatori privati responsabili <strong>del</strong>la gestione<br />
dei sistemi di raccolta integrativi dei servizi garantiti e svolti dal gruppo<br />
territoriale di riferimento. Queste relazioni hanno consentito il riconoscimento<br />
territoriale <strong>del</strong>la città di Bologna per il flusso di competenza degli operatori<br />
interessati, garantendo la promozione <strong>del</strong> territorio, la valorizzazione <strong>del</strong>le<br />
attività di raccolta e l’avvio a riciclo e il recupero <strong>del</strong>la relativa quota di materiale.<br />
Nel corso <strong>del</strong> 2008 la variazione più rilevante in termini dimensionali ha<br />
interessato i Comuni tra i 20 mila e i <strong>10</strong>0 mila abitanti con una crescita <strong>del</strong> 14%.<br />
In particolare, si tratta di Comuni <strong>del</strong>le Regioni <strong>del</strong> Sud Italia in cui situazioni<br />
emergenziali e quindi in alcuni casi di stimolo all’attivazione di sistemi di raccolta<br />
differenziata (anche su indicazioni prescrittive degli organi di governo <strong>del</strong>la<br />
situazione di emergenza) hanno comportato l’avvio dei rapporti di convenzione<br />
e collaborazione con il Consorzio.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>le grandi città metropolitane, ricordiamo l’assenza <strong>del</strong>la città di<br />
Torino le cui attività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio<br />
e i particolari rapporti di valorizzazione non ne consentono il riconoscimento<br />
ufficiale.<br />
170
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
MODALITÀ<br />
OPERATIVE<br />
Anche per il 2008, risulta confermata la prevalenza a livello nazionale <strong>del</strong>la<br />
modalità multimateriale di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in<br />
alluminio: sia nella tipologia “multimateriale leggera” sia nella “multimateriale<br />
pesante”. Nel caso degli imballaggi in alluminio infatti la raccolta monomateriale<br />
non risulterebbe economicamente e quantitativamente conveniente in<br />
considerazione <strong>del</strong>la modesta quantità di rifiuti captabili e <strong>del</strong> loro basso peso<br />
specifico. La distribuzione sul territorio <strong>del</strong>le diverse modalità di raccolta<br />
multimateriale è influenzata dalla capacità impiantistica di valorizzazione <strong>del</strong><br />
materiale oltre che da scelte economico-gestionali e di efficienza <strong>del</strong> sistema di<br />
raccolta adottato.<br />
A titolo informativo le diverse tipologie di raccolta differenziata hanno la<br />
seguente distribuzione sul territorio nazionale:<br />
• “multimateriale pesante” (imballaggi alluminio, acciaio, vetro, plastica)<br />
largamente diffusa in Toscana, Emilia Romagna, Veneto e in parte <strong>del</strong> Lazio;<br />
• “lattine alluminio e vetro” attuata in Liguria, nelle Marche e parte <strong>del</strong>la<br />
Lombardia;<br />
• “metallo: alluminio e acciaio” in parte <strong>del</strong>l’Emilia Romagna e <strong>del</strong>la Sardegna,<br />
Trentino Alto Adige;<br />
• “multimateriale leggera” (imballaggi in alluminio, acciaio e plastica) attuata in<br />
parte <strong>del</strong>la Lombardia, Piemonte, Friuli, Veneto, Puglia, Calabria e Campania,<br />
ma in fase di rapida espansione.<br />
CIAL alimenta, attraverso il processo di convenzionamento e <strong>del</strong>le relative<br />
informazioni di analisi <strong>del</strong> territorio, il proprio “Data Base Convenzioni” per un<br />
costante aggiornamento <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong>le modalità di raccolta e <strong>del</strong>le<br />
tipologie di attrezzature utilizzate. Al dicembre 2008 risultano monitorate le<br />
tipologie di raccolta riferite ad oltre 36 milioni di abitanti serviti; nel Grafico 1 si<br />
riportano i risultati <strong>del</strong>l’elaborazione in relazione agli abitanti serviti.<br />
GRAFICO 1: Tipologia di raccolta per abitanti - 2008<br />
multipesante 39%<br />
vetro + metalli 17%<br />
mono metalli 11%<br />
Base dati: 36 mln abitanti<br />
multileggero 33%<br />
Fonte: CIAL<br />
multileggero = plastica + metalli<br />
multipesante = vetro + plastica + metalli<br />
171
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Come anticipato, si riconferma anche per il 2008 la prevalenza <strong>del</strong>le modalità<br />
multimateriale pesante che interessa il 39% degli abitanti serviti (in calo <strong>del</strong> 3%<br />
rispetto al 2007) e <strong>del</strong>la modalità multimateriale leggera con il 33% <strong>del</strong>la<br />
popolazione servita.<br />
Per quanto riguarda il sistema di raccolta, attraverso il Data Base CIAL, sono state<br />
monitorate anche le attrezzature utilizzate, consentendo di distinguere tra<br />
sistema stradale, domiciliare o misto.<br />
L’elaborazione dei dati è riportata nel Grafico 2.<br />
GRAFICO 2: Modalità di raccolta per gestore - 2008<br />
stradale 38%<br />
mista 34%<br />
domiciliare 28%<br />
Base dati: 279 gestori<br />
Fonte: CIAL<br />
stradale = cassonetto & campana<br />
domiciliare = bidoncino & sacco<br />
mista = mix stradale e domiciliare<br />
Si può evidenziare un incremento <strong>del</strong> 4% <strong>del</strong>la modalità di raccolta domiciliare<br />
rispetto al 2007 (dal 24% al 28%) con un conseguente calo <strong>del</strong>la raccolta<br />
stradale e mista. D’altra parte, la sempre più ampia diffusione <strong>del</strong>la raccolta<br />
multileggero ha indotto molti operatori a sviluppare sistemi di raccolta porta a<br />
porta/domiciliare confinando la modalità di raccolta con campane stradali ai soli<br />
rifiuti di imballaggio in vetro. Inoltre, i primi processi di avvio <strong>del</strong>le raccolte<br />
multileggero con modalità domiciliare, che si sono osservati negli ultimi anni con<br />
passaggi progressivi di estensione e coinvolgimento degli interi territori<br />
comunali, hanno trovato completa definizione e sviluppo nel corso di questo<br />
anno confermando i dati registrati dal Consorzio.<br />
172
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PIATTAFORME DI<br />
TRATTAMENTO E<br />
CONFERIMENTO<br />
La stipula <strong>del</strong>la Convenzione prevede l’indicazione, da parte <strong>del</strong> convenzionato,<br />
di almeno una piattaforma, dotata <strong>del</strong>le opportune autorizzazioni, dove i rifiuti<br />
di imballaggio in alluminio vengono trattati e successivamente resi disponibili per<br />
il ritiro da parte di CIAL.<br />
Molte <strong>del</strong>le piattaforme da cui CIAL riceve i materiali sono dotate di<br />
apparecchiature idonee alla separazione <strong>del</strong>l'alluminio (separatori ECS) dagli altri<br />
rifiuti; queste piattaforme sono sostanzialmente riconducibili a due categorie:<br />
• impianti multimateriale o sacco secco, orientati all’ottenimento di flussi<br />
monomateriali da avviare a riciclo (alluminio, plastica, carta, vetro);<br />
• impianti trattamento vetro raccolto con altri materiali (plastica, metalli).<br />
Alle Convenzioni in corso di validità nel 2008 risultano associate 161<br />
piattaforme, <strong>del</strong>le quali il 56% ha contribuito alla gestione dei quantitativi<br />
consortili attraverso conferimenti di rifiuti di imballaggi in alluminio.<br />
CIAL, anche nell’ottica <strong>del</strong> proprio sistema di gestione ambientale, effettua un<br />
monitoraggio <strong>del</strong>le dotazioni impiantistiche <strong>del</strong>le piattaforme di trattamento e<br />
conferimento, come sintetizzato nel Grafico 3:<br />
GRAFICO 3: Caratteristiche <strong>del</strong>le piattaforme CIAL<br />
TIPO CERNITA<br />
CON SEPARATORE ECS<br />
IMPRESE CERTIFICATE<br />
8%<br />
26%<br />
25%<br />
49%<br />
54% 46%<br />
46%<br />
28%<br />
15%<br />
automatico 25%<br />
semiautomatico 49%<br />
manuale 26%<br />
Fonte: CIAL<br />
SI 54%<br />
NO 46%<br />
2% 1%<br />
ambiente & sicurezza & qualità 2%<br />
ambiente & qualità 28%<br />
sicurezza & qualità 1%<br />
ambiente 8%<br />
qualità 15%<br />
nessuna 46%<br />
Le piattaforme dotate di ECS individuate sono 86, con incremento <strong>del</strong>l’8%<br />
rispetto all’anno 2007.<br />
173
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Nella Figura 3 si evidenziano la distribuzione regionale e la collocazione<br />
territoriale <strong>del</strong>le piattaforme dotate di selettore automatico <strong>del</strong>l’alluminio.<br />
FIGURA 3: Piattaforme dotate di separatore ECS – 2008<br />
Regione<br />
Piemonte 5<br />
Valle d'Aosta -<br />
Lombardia 12<br />
Trentino A. Adige 1<br />
Veneto <strong>10</strong><br />
Friuli V. Giulia 3<br />
Liguria 4<br />
Emilia Romagna 4<br />
TOTALE NORD 39<br />
Toscana 4<br />
Umbria 2<br />
Marche -<br />
Lazio 5<br />
TOTALE CENTRO 11<br />
Abruzzo 1<br />
Molise -<br />
Campania 12<br />
Puglia 8<br />
Basilicata -<br />
Calabria 4<br />
Sardegna 2<br />
Sicilia 9<br />
TOTALE SUD 36<br />
TOTALE ITALIA 86<br />
Fonte: CIAL<br />
174
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
RICICLO<br />
CIAL determina la quota di riciclo degli imballaggi in alluminio post-consumo<br />
sulla base <strong>del</strong>le quantità dichiarate dalle fonderie italiane di alluminio<br />
secondario.<br />
Le quantità dichiarate includono quelle conferite da CIAL, provenienti dalla<br />
raccolta differenziata e dalle altre forme di recupero, eventualmente<br />
selezionate.<br />
TABELLA 7:<br />
Evoluzione <strong>del</strong> tasso di riciclo (ton)<br />
2006 2007 2008<br />
Immesso sul mercato 71.500 71.900 66.400<br />
RICICLO 35.<strong>10</strong>0 38.600 38.500<br />
Risultato 49,1% 53,7% 58,0%<br />
Fonte: CIAL<br />
Fonderie di Alluminio<br />
Le fonderie che attualmente comunicano i dati al Consorzio sono 25, tra queste,<br />
22 dichiarano il riciclo di imballaggi in alluminio.<br />
Nella Figura 4 si riportano i nominativi <strong>del</strong>le società che hanno dichiarato<br />
quantità di imballaggi riciclate e la loro distribuzione regionale.<br />
175
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
FIGURA 4:<br />
Fonderie sistema CIAL<br />
Regione FONDERIA (con riciclo imballaggi )<br />
PIEMONTE Raffineria Metalli Cusiana<br />
Sacal<br />
LOMBARDIA Deral<br />
Fonderie Riva<br />
Premoli Luigi e Figli<br />
Raffinerie Metalli Capra<br />
Raffmetal<br />
Varec di Vareschi G.<br />
Vedani Carlo Metalli<br />
VENETO Fover Casting<br />
SAV spa<br />
SIRA<br />
Stocco & Tognon Fonderie<br />
EMILIA ROMAGNA F.lli Madrigali<br />
ICMet Metalli<br />
MARCHE OCMA<br />
ABRUZZO Metalferro<br />
MOLISE<br />
RER<br />
CAMPANIA Almet<br />
Metallurgica Campana<br />
(25) Fonderie<br />
Fonte: CIAL<br />
La capacità produttiva globale annua di alluminio secondario è superiore a<br />
800.000 tonnellate. Il fatturato relativo all’anno 2007 <strong>del</strong>la totalità <strong>del</strong>le<br />
imprese indicate è stimato in quasi 2 miliardi di euro e l’occupazione<br />
complessiva si attesta su 1.200 dipendenti.<br />
CIAL ha aggiornato al 2008 le informazioni relative alle<br />
certificazioni/registrazioni dei sistemi di gestione <strong>del</strong>le fonderie italiane sia<br />
per qualità [serie ISO 9000] che ambiente [ISO 14001] ovvero per la<br />
registrazione Emas. Nel Grafico 4 sono esposti i risultati relativi alle 25<br />
fonderie che confermano un interesse ad integrare la gestione degli aspetti<br />
e gli impatti nella gestione <strong>del</strong>le attività produttive ed economiche.<br />
176
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 4:<br />
Fonderie certificate<br />
emas + ambiente + qualità 4%<br />
nessuna 28%<br />
ambiente + qualità 40%<br />
qualità 24%<br />
ambiente 4%<br />
Fonte: CIAL<br />
Attraverso le dichiarazioni <strong>del</strong>l’attività sviluppata dalle fonderie, CIAL può<br />
affermare che in Italia è stata riciclata nell'anno 2008 una quantità di imballaggi<br />
in alluminio pari a 38.500 tonnellate, con una sostanziale stabilità rispetto<br />
all’anno precedente.<br />
Le fonderie elencate inviano a CIAL, individualmente, entro la fine <strong>del</strong> mese di<br />
febbraio di ogni anno, la scheda di autodichiarazione <strong>del</strong>l’attività riferita all’anno<br />
precedente.<br />
I dati sono resi disponibili da CIAL solo in forma aggregata, in relazione alla loro<br />
sensibilità.<br />
Il settore <strong>del</strong>l'alluminio riciclato in Italia rappresenta un comparto importante nel<br />
panorama europeo dal punto di vista economico, occupazionale e strategico;<br />
l’Italia e la Germania sono in termini produttivi primi in Europa e terzi a livello<br />
mondiale, dopo Stati Uniti e Giappone.<br />
Nel Grafico 5 si registrano i trend produttivi di alluminio riciclato di Italia, Germania,<br />
Francia e Regno Unito, resi noti dai Refiners (raffinatori) stimati per il 2008.<br />
177
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 5: <strong>Produzione</strong> alluminio riciclato in Italia, Germania, Regno Unito e Francia (000/ton)<br />
900<br />
800<br />
700<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
<strong>10</strong>0<br />
0<br />
2005 2006 2007 2008<br />
Italia<br />
Germania<br />
UK<br />
Francia<br />
Fonte: ASSIRAL (Associazione Italiana Raffinatori Alluminio)<br />
A titolo informativo a tali quantità sono da aggregare le quantità riciclate dei<br />
Remelters (rifusori).<br />
Rottami riciclati e determinazione <strong>del</strong>la quota di riciclo dei rifiuti di<br />
imballaggio<br />
Attraverso l’implementazione di un data base dedicato, ove vengono registrati i<br />
dati raccolti attraverso le autodichiarazioni <strong>del</strong>le fonderie italiane, CIAL dispone<br />
di serie di dati relativi alle quantità, alle tipologie ed alla provenienza dei rottami<br />
riciclati.<br />
I dati seguenti sono riportati in forma aggregata, a garanzia e tutela <strong>del</strong>la<br />
riservatezza <strong>del</strong>le fonderie di secondario italiane.<br />
Le quantità complessive di rottami di alluminio riciclati nel corso <strong>del</strong> 2008 sono<br />
state pari a 949 mila tonnellate, quantità incrementate <strong>del</strong> 5% rispetto a quelle<br />
dichiarate nel 2007.<br />
Le quantità complessive riportate sono state valutate:<br />
• in relazione alla loro origine, considerando sia le quantità provenienti dal<br />
territorio nazionale sia quelle d’importazione;<br />
• in relazione alla loro tipologie preconsumo (scarti <strong>del</strong> sistema produttivo)<br />
ovvero postconsumo (imballaggi, materiali da demolizione, auto, RAEE etc);<br />
e rappresentate nei Grafici 6, 7 e 8.<br />
178
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 6: Provenienza rottami trattati 2006-2008<br />
<strong>10</strong>00<br />
900<br />
800<br />
885 902<br />
949<br />
700<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
<strong>10</strong>0<br />
48%<br />
52%<br />
45% 44%<br />
55% 56%<br />
0<br />
2006 2007 2008<br />
Nazionale<br />
Importazione<br />
Fonte: CIAL<br />
Per quanto riguarda la provenienza dei rottami trattati i dati evidenziano come<br />
nel 2008 la quota di provenienza nazionale si sia ampliata rispetto all’anno<br />
precedente, mentre la quota di importazione risulta stabile. Il livello dei prezzi<br />
che si è mantenuto nel 2008 alto e stabile nei primi due quadrimestri, ha<br />
stimolato le imprese <strong>del</strong> settore a massimizzare la produzione sia in termini<br />
quantitativi che qualitativi, nell’ultimo quadrimestre la rapida discesa dei prezzi<br />
ha contratto progressivamente il mercato.<br />
Per quanto riguarda l’origine dei rottami trattati si nota:<br />
• una sostanziale stabilità <strong>del</strong> postconsumo in termini assoluti cui corrisponde<br />
una diminuzione percentuale per effetto <strong>del</strong>l’incremento <strong>del</strong>le quantità<br />
complessive trattate;<br />
• una crescita <strong>del</strong> pre-consumo.<br />
179
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 7: Origine rottami trattati 2006-2008<br />
<strong>10</strong>00<br />
900<br />
800<br />
885 902<br />
949<br />
700<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
<strong>10</strong>0<br />
46%<br />
54%<br />
48% 51%<br />
52% 49%<br />
0<br />
post-consumo<br />
2006 2007 2008<br />
pre-consumo<br />
Fonte: CIAL<br />
Nel Grafico 8 viene rappresentata la suddivisione per tipologia di rottame <strong>del</strong><br />
materiale riciclato nel corso <strong>del</strong> 2008, secondo le famiglie di rottame identificate<br />
dalle normative europee e nazionali.<br />
GRAFICO 8: Tipologie rottami trattati - 2008<br />
imballaggi 3%<br />
altro 23%<br />
carter/lastra mista 27%<br />
granella colaticci 7%<br />
vasellame 2%<br />
frantumato 16%<br />
torniture 22%<br />
Fonte: CIAL<br />
180
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Considerando che gli obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio in alluminio sono<br />
riferiti unicamente ai rifiuti di imballaggio generati in territorio nazionale si è<br />
provveduto, come di consueto, a monitorare le quantità e le tipologie <strong>del</strong><br />
rottame avente tale provenienza con particolare attenzione sia alla tipologia<br />
costituita totalmente da imballaggio post-consumo, e dichiarata come tale, sia<br />
alle tipologie di rottame misto contenenti anche rifiuti di imballaggio postconsumo.<br />
I risultati di tale analisi relativamente ai materiali trattati nell’anno 2008 vengono<br />
esposti nel Grafico 9.<br />
GRAFICO 9: Imballaggio riciclato contenuto nella tipologia di rottame di provenienza nazionale (ton)<br />
altro<br />
granella colaticci<br />
frantumato<br />
torniture<br />
vasellame<br />
carter/lastra mista<br />
imballaggi<br />
0 20.000 40.000 60.000 80.000 <strong>10</strong>0.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000<br />
q.tà totale 513.000 tonnellate<br />
Fonte: CIAL<br />
imballaggio<br />
non imballaggio<br />
L’analisi ci permette di affermare che le quantità di imballaggi in alluminio<br />
post-consumo avviate a riciclo nel corso <strong>del</strong> 2008 ammontano a 38.500<br />
tonnellate.<br />
Detta quantità di imballaggi in alluminio post-consumo è data dalla somma dei<br />
quantitativi dichiarati dalle fonderie; dall’analisi dei dati risulta che l’imballaggio,<br />
oltre alla sua specifica tipologia, è presente in altre tipologie di rottame<br />
post-consumo, ovvero carter/lastra mista – vasellame – frantumato.<br />
181
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il Grafico <strong>10</strong> riporta la ripartizione <strong>del</strong>le quantità di rifiuti di imballaggio in<br />
alluminio riciclati, in relazione alle diverse tipologie di rottame riciclato.<br />
GRAFICO <strong>10</strong>: Ripartizione <strong>del</strong>l'imballaggio riciclato per tipologia di rottame - 2008<br />
vasellame 4%<br />
carter / lastra mista 30%<br />
frantumato 2%<br />
imballaggi 64%<br />
Fonte: CIAL<br />
Applicazioni <strong>del</strong>l’Alluminio Riciclato<br />
Il mercato di riferimento <strong>del</strong>l’alluminio riciclato è principalmente quello europeo,<br />
con impieghi in diversi settori, in particolare per la produzione di beni durevoli.<br />
A titolo informativo indichiamo di seguito i settori applicativi <strong>del</strong>l’alluminio<br />
riciclato a livello italiano, tedesco, francese e <strong>del</strong> Regno Unito.<br />
182
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 8: Utilizzo finale <strong>del</strong>l’alluminio riciclato (%)<br />
UTILIZZO FINALE DELL’ALLUMINIO RICICLATO<br />
TRASPORTI MECCANICA EDILIZIA<br />
ELETTROMECCANICA E DOMESTICO<br />
Italia 55 19 26<br />
Germania 86 <strong>10</strong> 4<br />
Francia 86 5 6<br />
Regno Unito 85 11 4<br />
Fonte: Assiral 2005<br />
GRAFICO 11:<br />
Applicazioni <strong>del</strong>l’alluminio riciclato in Europa<br />
industria 13%<br />
edilizia 6%<br />
altro 7%<br />
trasporti 74%<br />
Fonte: EAA (European Aluminium Association)<br />
183
ALLUMINIO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
OBIETTIVI FUTURI<br />
CIAL per il <strong>2009</strong> intende consolidare ulteriormente la presenza e le attività sul<br />
territorio in virtù sia <strong>del</strong> raggiungimento degli obiettivi fissati al dicembre 2008<br />
dalla Direttiva 2004/12 <strong>del</strong>l’Unione Europea così come recepiti attraverso il<br />
D.Lgs. 152/06, sia <strong>del</strong> ruolo strategico <strong>del</strong> riciclo per l’intera filiera.<br />
A questo scopo verranno predisposti gli strumenti necessari per sostenere lo<br />
sviluppo ulteriore <strong>del</strong>la raccolta differenziata tramite le Convenzioni sottoscritte<br />
sulla base <strong>del</strong> nuovo Accordo quadro, soprattutto nelle aree critiche ovvero<br />
attualmente non servite.<br />
In parallelo tali Convenzioni garantiranno nelle aree più mature un<br />
consolidamento <strong>del</strong>le performance <strong>del</strong>le raccolte differenziate.<br />
Gli obiettivi globali di recupero e riciclo vengono riportati nella Tabella 9.<br />
TABELLA 9:<br />
Obiettivi di recupero e riciclo<br />
OBIETTIVI 2008 <strong>2009</strong> 20<strong>10</strong><br />
(ton) % (ton) % (ton) %<br />
Immesso sul mercato 66.400 <strong>10</strong>0% 73.500 <strong>10</strong>0% 73.800 <strong>10</strong>0%<br />
<strong>Recupero</strong> totale 42.200 63,6% 46.<strong>10</strong>0 62,7% 46.900 63,6%<br />
di cui:<br />
Riciclo 38.500 58,0% 41.<strong>10</strong>0 55,9% 41.900 56,8%<br />
<strong>Recupero</strong> Energetico 3.700 5,6% 5.000 6,8% 5.000 6,8%<br />
Fonte: CIAL<br />
184
LEGNO
LEGNO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
La normativa di settore non ha ancora definito obiettivi di riciclo e recupero post<br />
2008. Eppure il lavoro <strong>del</strong> Consorzio Rilegno non può non tenere conto <strong>del</strong>le<br />
direttive nazionali e comunitarie.<br />
Il Consorzio è nato a seguito <strong>del</strong>le indicazioni <strong>del</strong> Decreto Ronchi (D.Lgs.22/97)<br />
che recepì le direttive comunitarie in merito alla gestione dei rifiuti provenienti<br />
da imballaggi di legno, e oggi fa riferimento alla normativa in vigore, che ha<br />
definito nel 35% l’obiettivo di riciclo dei rifiuti di imballaggio di legno sul totale<br />
<strong>del</strong>l’immesso al consumo sul territorio nazionale nell’anno.<br />
Il recupero <strong>del</strong> legno grazie al lavoro consortile ha mantenuto nel corso degli<br />
anni livelli assai elevati riferiti al riciclo <strong>del</strong> rifiuto proveniente da imballaggi.<br />
L’imballaggio di legno, impiegato dagli utilizzatori industriali e commerciali, e<br />
rivolto in maniera predominante al trasporto e alla movimentazione dei beni e<br />
<strong>del</strong>le merci rispetto al più ridimensionato destino al consumatore finale, sta<br />
vivendo nel periodo attuale in pieno gli effetti negativi causati dalla crisi<br />
economica <strong>del</strong>la produzione che a vario titolo a partire dallo scorso anno ha<br />
coinvolto il sistema nazionale ed europeo, con inevitabili ripercussioni anche<br />
sulla parte conclusiva <strong>del</strong>la filiera legnosa, quella <strong>del</strong>l’avvio al riciclo e<br />
trasformazione in materia prima seconda.<br />
Gli obiettivi di riciclo 2008 (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunque<br />
ampiamente quelli individuati dal Legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IV<br />
<strong>del</strong> D.Lgs.152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamente<br />
attuata dal Consorzio sul territorio nazionale, garantendo a riciclo quasi 920.000<br />
tonnellate di imballaggi post-consumo, con un calo assoluto di circa 40.000<br />
tonnellate rispetto all’anno precedente. Complessivamente la quota di riciclo e<br />
recupero <strong>del</strong>la nostra filiera si attesta quasi al 56%, confermando i buoni risultati<br />
conseguiti negli anni dal settore legno.<br />
Benché non vi siano nuove indicazioni, anche per la nostra filiera sono stati<br />
comunque individuati e indicati degli obiettivi di riferimento per il futuro, da cui<br />
discendono adeguate attività e iniziative territoriali, che il Consorzio intende<br />
seguire per confermare, quanto più possibile, i risultati quali-quantitativi sinora<br />
conseguiti dalla filiera gestita da Rilegno.<br />
Confidiamo che anche per i prossimi anni il lavoro di tutti i consorziati e di<br />
Rilegno porterà a buoni risultati, mantenendo e superando le percentuali di<br />
recupero, nel rispetto <strong>del</strong>la responsabilità condivisa, prima e fondamentale<br />
indicazione alla base <strong>del</strong>l’impegno consortile.<br />
MARCO GASPERONI<br />
Direttore Consorzio Rilegno<br />
187
LEGNO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL CONSORZIO<br />
RILEGNO<br />
RILEGNO è il Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo dei rifiuti<br />
di imballaggio di legno (pallet, cassette per l’ortofrutta, imballaggi industriali) e,<br />
come tale, aderisce a CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi.<br />
Il Consorzio ha il compito di raggiungere gli obiettivi fissati per legge per il<br />
recupero complessivo degli imballaggi legnosi. Inoltre, grazie agli accordi stretti<br />
con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), RILEGNO coordina anche la<br />
raccolta di altri rifiuti in legno provenienti dal circuito cittadino (porte, infissi,<br />
mobili…).<br />
Con oltre 2.200 consorziati, tra produttori di imballaggi di legno, importatori di<br />
materiale legnoso, imprese che riciclano il legno, RILEGNO “salva” il legno e lo<br />
avvia al riciclo, impedendo che ogni anno oltre 1.600.000 tonnellate di rifiuti di<br />
legno finiscano in discarica: è così che il legno si trasforma da rifiuto in risorsa.<br />
Le aziende che utilizzano imballaggi in legno, i Comuni e le imprese che<br />
raccolgono rifiuti ingombranti di legno conferiscono i rifiuti presso le<br />
piattaforme, che a loro volta garantiscono l’avvio al riciclo grazie al<br />
coordinamento di RILEGNO.<br />
I rifiuti, ridotti di volume, vengono trasportati alle industrie <strong>del</strong> riciclo, dove il<br />
legno, pulito e ridotto in piccole schegge, diventa rinnovata materia prima per il<br />
circuito produttivo industriale (base per semilavorati <strong>del</strong>l’industria <strong>del</strong> mobile,<br />
pasta cellulosica per cartiere, blocchi di legno - cemento per il settore edile).<br />
Una percentuale <strong>del</strong> legno recuperato viene anche avviato a termovalorizzazione.<br />
LA SITUAZIONE 2008<br />
Da metà 2008, ma ancora prima nel caso specifico <strong>del</strong>la filiera <strong>del</strong> legno, la grave<br />
crisi finanziaria che ha coinvolto l’intero sistema economico ha avuto forti<br />
ripercussioni sull’economia reale, comportando sensibili cali dei consumi<br />
nazionali e rilevante ridimensionamento <strong>del</strong>la produzione industriale. Dopo anni<br />
di continua crescita <strong>del</strong>la gestione diretta consortile, i flussi quantitativi<br />
complessivi evidenziano nel 2008 una contrazione per quelli avviati a riciclo sia<br />
direttamente sia al di fuori <strong>del</strong>l’operatività consortile. Cala dunque il numero di<br />
imballaggi in legno circolante in Italia nel 2008, cala la quantità di rifiuti in legno<br />
avviati al recupero, ma cresce la qualità dei rifiuti raccolti e si mantiene stabile e<br />
capillare la diffusione <strong>del</strong> sistema coordinato da RILEGNO.<br />
Nel 2008 si è registrata una flessione <strong>del</strong> numero di consorziati relativi alle<br />
categorie obbligate, ovvero i produttori di imballaggi di legno, portando la<br />
compagine consortile a 2.242 unità. Anche l’immesso al consumo complessivo,<br />
ovvero il quantitativo di imballaggi utilizzati sul territorio nazionale e rispetto al<br />
quale vengono valutati i risultati in termini percentuali di recupero <strong>del</strong>le filiera,<br />
ha subito un rilevante decremento (-140.000 tonnellate circa, equivalente a una<br />
contrazione di quasi 5 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente),<br />
concentrato nell’ultimo trimestre <strong>del</strong>l’anno.<br />
Gli obiettivi di riciclo (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunque<br />
ampiamente quelli individuati dal legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IV<br />
<strong>del</strong> D. Lgs. 152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamente<br />
attuata dal Consorzio sul territorio nazionale. Il lavoro di RILEGNO ha garantito<br />
l’avvio a riciclo di quasi 920.000 tonnellate di imballaggi post-consumo, con un<br />
calo assoluto di circa 40.000 tonnellate rispetto all’anno precedente.<br />
188
LEGNO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Complessivamente la quota di riciclo e recupero <strong>del</strong>la nostra filiera si attesta<br />
quasi al 56%, confermando i buoni risultati conseguiti negli anni dal settore<br />
legno.<br />
Se si guarda invece alla gestione allargata dei rifiuti a matrice legnosa<br />
riconducibile alle convenzioni consortili, nel 2008 l’avvio a riciclo ha interessato<br />
poco meno di 1.700.000 tonnellate (130.000 tonnellate in meno rispetto<br />
all’anno precedente). Di queste, una componente sempre più consistente è<br />
riferibile alla raccolta differenziata espletata dai gestori <strong>del</strong> servizio di igiene<br />
urbana (28% circa sul totale): al 2008 sono state definite 322 convenzioni<br />
riferibili a oltre 4.600 Comuni Italiani, per una popolazione equivalente di quasi<br />
41.000.000 di abitanti, con un incremento rispetto al 2007 <strong>del</strong> 4% circa.<br />
COMUNI<br />
E RACCOLTA<br />
DIFFERENZIATA<br />
Il 2008 è stato anche l’ultimo anno di applicazione <strong>del</strong> secondo Accordo quadro<br />
ANCI-CONAI, da cui discende l’Allegato tecnico ANCI-RILEGNO, sulla base <strong>del</strong><br />
quale è stato formulato il testo di convenzione che il Consorzio ha proposto e<br />
sottoscritto con i gestori <strong>del</strong> servizio di igiene urbana.<br />
La convenzione ha disciplinato l’erogazione <strong>del</strong> contributo alla raccolta<br />
differenziata dei soli rifiuti di imballaggio domestici, qualora la scelta sia ricaduta<br />
sulla raccolta selettiva, oppure in alternativa si è riferita alla raccolta dei rifiuti di<br />
imballaggio e <strong>del</strong>le frazioni merceologiche similari, qualora si sia inteso dare<br />
seguito alla modalità di raccolta congiunta. Lo scorso mese di dicembre,<br />
rispettando una comune volontà, le parti hanno concluso la trattativa per la<br />
revisione <strong>del</strong>l’Accordo quadro e sottoscritto il nuovo testo per il periodo <strong>2009</strong>-<br />
2013: nei primi mesi <strong>del</strong> <strong>2009</strong> RILEGNO e la <strong>del</strong>egazione ANCI hanno condiviso<br />
il contenuto <strong>del</strong> nuovo Allegato tecnico da cui discende il testo di convenzione<br />
che disciplinerà nei prossimi 5 anni il rapporto di collaborazione con i Comuni<br />
per la raccolta differenziata <strong>del</strong> nostro materiale su superficie pubblica.<br />
Lo sviluppo <strong>del</strong>la raccolta differenziata <strong>del</strong> legno su superficie pubblica si<br />
presenta ancora disomogeneo a livello nazionale. In quasi tutte le Regioni<br />
settentrionali le convenzioni abbracciano quote di Comuni e popolazione<br />
superiore all’80%: nelle Regioni centro-meridionali, dove invece la presenza <strong>del</strong><br />
Consorzio era ancora ridotta, si sono concentrati i maggiori sforzi per superare<br />
il gap che separa le stesse dalle medie nazionali di raccolta differenziata,<br />
registrando un aumento <strong>del</strong>l’interessamento all’avvio e implementazione <strong>del</strong>la<br />
raccolta separata <strong>del</strong>la componente legnosa dei rifiuti.<br />
Estremamente ramificato e degno di particolare menzione risulta il network <strong>del</strong>le<br />
piattaforme consortili per il ritiro dei rifiuti speciali di imballaggio provenenti dal<br />
circuito industriale, costituito da oltre 360 punti di ritiro dislocati in maniera<br />
omogenea sull’intero territorio nazionale.<br />
189
LEGNO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GLI INTERVENTI<br />
DI RILEGNO<br />
RILEGNO interviene economicamente per dare sviluppo, implementare e<br />
sostenere diverse iniziative e attività: la raccolta differenziata <strong>del</strong>la matrice<br />
legnosa dei rifiuti provenienti dal circuito di igiene urbana, la selezione e<br />
riduzione volumetrica garantita dalle piattaforme consortili, il trasporto <strong>del</strong><br />
materiale raccolto anche nelle zone geograficamente disagiate (non<br />
prossime agli stabilimenti di riciclo, purtroppo non dislocati in maniera<br />
omogenea sul territorio nazionale ma concentrati nelle Regioni<br />
settentrionali), il ritrattamento dei pallet usati per un successivo impiego per<br />
la loro funzione originaria, le analisi di laboratorio per la caratterizzazione<br />
chimica dei rifiuti oggetto di convenzione.<br />
Il Consorzio inoltre ha sostenuto e sostiene il maggior onere derivante<br />
dall’incremento <strong>del</strong>l’operato degli ispettori incaricati <strong>del</strong>le verifiche<br />
merceologiche sui rifiuti legnosi consegnati a riciclo, nell’ottica di affinare e<br />
consolidare le procedure adottate per l’identificazione <strong>del</strong>le quota<br />
imballaggi di legno.<br />
In conseguenza di quanto descritto in questo paragrafo, il Consorzio<br />
d’intesa con il CONAI ha reputato necessaria la revisione in aumento <strong>del</strong><br />
valore unitario <strong>del</strong> contributo ambientale sugli imballaggi di legno, rimasto<br />
invariato per il quadriennio 2005/2008 e individuato in 8 euro a tonnellata<br />
a far data da gennaio <strong>2009</strong>, risultando comunque il più contenuto<br />
contributo ambientale applicato in Italia e il più basso nella filiera <strong>del</strong> legno<br />
a livello europeo, soprattutto se riferito ai paesi appartenenti all’UE più<br />
estesi geograficamente, a più alta concentrazione demografica e maggiore<br />
produzione industriale.<br />
190
LEGNO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL RECUPERO<br />
DEL LEGNO<br />
IN ITALIA<br />
Un milione e 680.341 tonnellate di rifiuti legnosi complessivi (imballaggi e altri<br />
rifiuti legnosi) sono state recuperate in gestione diretta dal Consorzio nel 2008,<br />
con una contrazione <strong>del</strong> 7% rispetto al 2007. Di questi, circa il 55% sono rifiuti<br />
di imballaggio (pallet, cassette ortofrutticole, imballaggi industriali), per un totale<br />
di 919.622 tonnellate (-4% rispetto al 2007).<br />
È un calo che corre parallelo a quello degli imballaggi in legno immessi al<br />
consumo sul territorio nazionale nel 2008, che si attesta su 2.720.000 tonnellate<br />
(-5% rispetto al 2007), conseguenza di una battuta d’arresto generale in Italia.<br />
Resta comunque soddisfacente la percentuale di imballaggi in legno avviati al<br />
recupero rispetto al totale <strong>del</strong>l’immesso al consumo, pari al 56% (che<br />
corrisponde a 1.513.637 tonnellate, recuperate complessivamente sia da<br />
RILEGNO sia da soggetti terzi): il dato supera infatti abbondantemente gli<br />
obiettivi previsti dal Testo unico ambientale (fissati al 35%).<br />
Nel dettaglio, il valore complessivo di rifiuti da imballaggio recuperati è dato da<br />
1.148.622 tonnellate avviate al riciclo meccanico a materia prima, 229.000<br />
tonnellate proveniente dalla rigenerazione di pallet riparati, 2.015 tonnellate<br />
avviate al compostaggio e 69.000 avviate al recupero energetico.<br />
Nella Tabella 1 si può evidenziare anche la proiezione <strong>del</strong> recupero <strong>2009</strong>, sulla<br />
base dei dati ad oggi disponibili.<br />
TABELLA 1: Il recupero di imballaggi in legno (ton)<br />
CONSUNTIVO 2008* PROIEZIONE <strong>2009</strong>*<br />
RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE RILEGNO 919.622 795.000<br />
RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE DI TERZI 229.000 180.000<br />
RIGENERAZIONE 294.000 195.000<br />
COMPOSTAGGIO 2.015 6.000<br />
RICICLO TOTALE 1.444.637 1.171.000<br />
% su immesso al consumo 53,11% 54,47%<br />
RECUPERO ENERGETICO 69.000 69.000<br />
TOTALE RECUPERO 1.513.637 1.240.000<br />
% su immesso al consumo 55,65% 57,67%<br />
IMMESSO AL CONSUMO 2.720.000 2.150.000<br />
Fonte: RILEGNO<br />
191
GOMMA
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
Il 2008 verrà ricordato principalmente per la grande crisi economica e finanziaria,<br />
la quale, partita dagli Stati Uniti, si è estesa a tutti i Paesi industrializzati con<br />
effetti diversi da caso a caso, e le cui conseguenze lasceranno il segno per i<br />
prossimi anni.<br />
Prima di essere finanziaria la crisi è stata soprattutto morale. Ciò era sotto gli<br />
occhi di tutti. La bolla è cresciuta soprattutto grazie ad un conformismo politico,<br />
finanziario e culturale che ci ha reso assuefatti ad una certa verità prevalente che<br />
veniva (e forse viene ancora) continuamente amplificata e diffusa in questo<br />
villaggio globale che è il pianeta.<br />
Nella moderna società <strong>del</strong>la comunicazione in cui viviamo, ci capita talvolta di<br />
assistere a palesi distorsioni e contraddizioni, in forza <strong>del</strong>le quali non è più vero<br />
ciò che è vero, ma solo ciò che appare. I fatti sono veri, falsi o presunti, non in<br />
quanto tali, ma in quanto raccontati secondo precisi e codificati canoni di<br />
comunicazione ed in virtù <strong>del</strong>la forza mediatica che li diffonde, <strong>del</strong> peso<br />
economico e politico degli interessi in gioco.<br />
Secondo questa logica, per fare un esempio, ci si è accorti solo a posteriori che<br />
non era vero che le banche stavano investendo per sviluppare l’economia e<br />
tutelare al tempo stesso i risparmiatori. Non era vero che le PMI ed i Consumatori<br />
erano al centro <strong>del</strong>le loro attenzioni, come sancito nelle norme degli statuti e dei<br />
principi etici a cui dichiaravano di ispirarsi.<br />
Da settembre <strong>del</strong>l’anno scorso, abbiamo cominciato a guardare il mondo con<br />
occhi diversi, e abbiamo visto che è più piccolo, più vulnerabile, e che sta<br />
cambiando. Hanno cominciato ad acquistare maggior peso e diritto di<br />
cittadinanza alcune sensibilità che già avevano manifestato i primi segnali negli<br />
anni passati, senza però far presa più di tanto. Ci siamo resi conto che non esiste<br />
un’economia che può crescere indefinitamente. Non esistono risorse naturali<br />
inesauribili e che possono essere sfruttate all’infinito, rendendoci sempre più<br />
ricchi. Ci siamo accorti che è necessario uno modo di vita più sostenibile.<br />
Per quanto riguarda la gomma, secondo il rapporto annuale IRSG (International<br />
Rubber Study Group), a livello mondiale la crisi economica ha contribuito a<br />
comprimerne considerevolmente i consumi che sono scesi a 21,1 milioni di<br />
tonnellate su base annua, meno 9,4% tra aprile 2008 e marzo <strong>2009</strong>. Il livello più<br />
basso dall’aprile 2006. Per quanto riguarda il più importante mercato applicativo<br />
<strong>del</strong>la gomma, cioè gli pneumatici, le prospettive per la produzione di autovetture<br />
e veicoli commerciali sono preoccupanti. Di conseguenza le previsioni per l’intero<br />
<strong>2009</strong> per le vendite di pneumatici di nuovo equipaggiamento, soprattutto nel<br />
segmento auto, sono negative, mentre l’auspicato recupero nel 20<strong>10</strong> si<br />
rifletterebbe, dapprima, sul segmento veicoli commerciali.<br />
In questo contesto diventa difficile condividere la preoccupazione, manifestatasi<br />
in diversi Paesi europei, per una supposta emergenza pneumatici fuori uso, tale<br />
da rendere necessaria la creazione di nuovi e astratti enti a cui affidare il ruolo di<br />
semplice intermediario ambientale, con l’obiettivo di migliorare la circolazione<br />
dei rifiuti, enti dei quali francamente non si vede l’utilità. Altra valenza avrebbe<br />
la questione se si inquadrasse il fenomeno in una più ampia tendenza, da più<br />
parti auspicata, che vede il riaffermarsi di un crescente ruolo <strong>del</strong>lo Stato<br />
nell’economia, anche per quanto riguarda i rifiuti.<br />
193
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Ma allora, secondo una logica coerente, ciò dovrebbe significare anche regole<br />
certe, controlli, sanzioni per chi fa il furbo, e azioni di stimolo sui mercati di<br />
sbocco dei materiali riciclati, con particolare attenzione al ruolo <strong>del</strong>le PMI e tutela<br />
<strong>del</strong> consumatore.<br />
Se invece si tratta di creare intermediari ecologici per gestire un settore che già<br />
funziona di suo, con aggravio per i consumatori e per le imprese che vi operano,<br />
allora è meglio il caro vecchio libero mercato senza mediatori. Erano intermediari<br />
anche quegli enti finanziari che dovendo migliorare la circolazione <strong>del</strong> credito<br />
hanno creato i mutui subprime, senza alcuna vigilanza. Sembravano pubblici ma<br />
erano <strong>10</strong>0% privati.<br />
Il settore riciclaggio pneumatici nonostante la crisi tiene. È un comparto fatto di<br />
PMI, capaci e laboriose, che continuano a sviluppare ed innovare processi<br />
produttivi, applicazioni, sbocchi di mercato, in modo efficiente, competitivo e<br />
sostenibile. Nessun miraggio di facili ricchezze, giochi finanziari, bonus milionari.<br />
È stato un anno di impegno, di lavoro, di responsabilità.<br />
Per questi motivi i PFU non fanno notizia. Se in futuro se ne parlasse troppo ci<br />
sarebbe da chiedersi perché.<br />
ETTORE MUSACCHI<br />
PRESIDENTE CONSORZIO ARGO<br />
194
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
EUROPA E ITALIA:<br />
TRA STABILITÀ<br />
E RECESSO<br />
La situazione europea, in termini di gestione dei rifiuti ed in particolare di<br />
pneumatici usati (in seguito PU), non ha subito variazioni di rilievo rispetto all’anno<br />
2007 confermando però la tendenza positiva che vede una sempre minore<br />
quantità di PFU destinata a discarica. Il totale dei pneumatici fuori uso (PFU) nella<br />
Comunità Europea dei 27 Stati membri è stimato in circa 3.250.000 tonnellate.<br />
Il 2008 è rimasto sostanzialmente indenne dagli effetti <strong>del</strong>la crisi economica che<br />
si sono fatti sentire invece nel <strong>2009</strong> con ripercussioni soprattutto a monte per<br />
quanto attiene la formazione dei flussi di rifiuti.<br />
PNEUMATICI FUORI USO NELL’EUROPA DEI 27 STATI MEMBRI - 2008<br />
TOTALE PFU 27 STATI MEMBRI<br />
Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association<br />
3.250.000 TON. CIRCA<br />
TABELLA 1:<br />
Quantitativo dei pneumatici usati prodotti in Europa distinti per Paesi (ton)<br />
STATI MEMBRI EU<br />
Austria<br />
Belgio<br />
Bulgaria<br />
Cipro<br />
Repubblica Ceca<br />
Danimarca<br />
Estonia<br />
Finlandia<br />
Francia<br />
Germania<br />
Grecia<br />
Ungheria<br />
Irlanda<br />
Italia<br />
Lettonia<br />
Lituania<br />
Lussemburgo<br />
Malta<br />
Olanda<br />
Polonia<br />
Portogallo<br />
Romania<br />
Slovacchia<br />
Slovenia<br />
Spagnia<br />
Svezia<br />
Regno Unito<br />
Norvegia<br />
Totale EU<br />
PNEUMATICI (TON)<br />
55.000<br />
80.022<br />
40.000<br />
5.440<br />
75.071<br />
42.609<br />
8.860<br />
41.773<br />
390.000<br />
585.000<br />
58.500<br />
50.000<br />
32.000<br />
4<strong>10</strong>.000<br />
11.927<br />
14.000<br />
3.<strong>10</strong>0<br />
2.000<br />
67.500<br />
175.000<br />
90.682<br />
75.000<br />
18.000<br />
16.000<br />
280.000<br />
70.000<br />
460.000<br />
54.000<br />
3.211.484<br />
Fonte: ETRA<br />
195
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Nel Grafico 1 è riportato l’attuale utilizzo dei PFU in Europa, distinti per<br />
destinazioni. Come si evidenzia le percentuali relative alle varie destinazioni<br />
segnalano per il recupero un trend di crescita costante negli anni presi in<br />
considerazione, che vede sempre più il recupero di materia prima e il recupero<br />
energetico come sbocco finale dei PFU.<br />
Questi dati sottointendono una politica europea volta a favorire, nel tempo, il<br />
recupero che può essere così riassunta:<br />
- recepimento <strong>del</strong>le direttive europee;<br />
- mercato <strong>del</strong> prodotto nuovo e dei materiali prodotti dal riciclaggio;<br />
- sensibilità degli operatori <strong>del</strong> settore e dei cittadini.<br />
GRAFICO 1: Andamento <strong>del</strong> settore dei PFU in Europa dal 1992 al 2008 (%)<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
Discarica<br />
Riutilizzo/export<br />
Ricostruzione<br />
<strong>Recupero</strong> di materia<br />
<strong>Recupero</strong> di energia<br />
1992 1994 1996 1998 2000 2002 2003 2004-5 2005-6<br />
62 56 49 40 39 35 26.4 23.8 18.0<br />
6 8 8 11 <strong>10</strong> <strong>10</strong> 11.4 8.0 7.0<br />
13 12 12 11 11 11 12.6 12.0 <strong>10</strong>.5<br />
5 6 11 18 19 21 25.0 27.1 31.8<br />
14 18 20 20 21 23 24.4 27.1 34.5<br />
2006-7<br />
13<br />
6<br />
<strong>10</strong><br />
34<br />
37<br />
2007-8<br />
13<br />
6<br />
<strong>10</strong><br />
34.1<br />
36.9<br />
Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association<br />
La situazione italiana nel 2008, non proprio in linea con quella europea, mostra<br />
un trend leggermente diverso rispetto a quello <strong>del</strong>lo scorso anno.<br />
196
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PNEUMATICI FUORI USO - ITALIA<br />
TOTALE PFU<br />
4<strong>10</strong>.000 TON. CIRCA<br />
Fonte: ARGO<br />
Le considerazioni che emergono dai dati elaborati per l’anno 2008 disegnano un<br />
settore che contiene un grande potenziale ma che, causa anche la crisi<br />
economica, segna dei risultati in controtendenza. La quota di recupero<br />
energetico risulta in preoccupante calo (circa il 20%) riconducibile alla<br />
contrazione <strong>del</strong> settore cementizio ed energetico. Infatti i pochi impianti di<br />
grosso potenziale hanno affrontato in questo anno problematiche economiche<br />
che hanno portato ad una riorganizzazione <strong>del</strong>l’operatività e alla riduzione dei<br />
volumi. Pur potendo potenzialmente essere incrementata, con i dovuti consensi<br />
da parte soprattutto <strong>del</strong>le amministrazioni locali e anche <strong>del</strong>le popolazioni, il<br />
recupero energetico (pari al 24% nel 2007 e solo al 19% nel 2008) deve fare i<br />
conti con la congiuntura economica negativa.<br />
Il recupero di materia prima, come negli scorsi anni, continua a far registrare un<br />
trend in lieve ma costante crescita tanto da rappresentare il fattore trainante <strong>del</strong><br />
settore <strong>del</strong> recupero.<br />
In questo senso, se è vero che la quota nazionale è ancora di gran lunga inferiore<br />
alla media europea, dati i risultati degli ultimi anni, occorrerà insistere su questa<br />
strada tramite un coordinamento sempre più forte di tutta la filiera, per facilitare<br />
le attività di promozione e marketing e di miglioramento di processi produttivi e<br />
<strong>del</strong>la qualità e per stimolare interventi, da parte <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente, su<br />
una normativa spesso poco chiara e certamente inadeguata allo sviluppo di<br />
questo mercato.<br />
La quota di export cresce in maniera esponenziale (al <strong>10</strong>% nel 2008 contro il<br />
2,5% registrato nel 2007) e questo sta ad indicare una “fuga di materiali” verso<br />
l’estero, mercato evidentemente più proficuo o semplicemente più efficiente.<br />
Tale dato dovrebbe destare una certa preoccupazione: infatti negli anni passati<br />
la quota di export si era sempre mantenuta molto bassa in quanto nel nostro<br />
Paese la sostituzione dei pneumatici avviene in condizioni di usura mediamente<br />
molto più elevate rispetto a quanto avviene nel resto d’Europa. Oggi questo<br />
fattore non è cambiato ma sono cambiate le destinazioni dei PU.<br />
197
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Da ciò possiamo dedurre come il mercato degli pneumatici stia attraversando un<br />
periodo davvero <strong>del</strong>icato, dato l’enorme potenziale a tutt’oggi inespresso. Per<br />
questo occorrerebbe alleggerire il sistema con politiche adeguate da parte <strong>del</strong>le<br />
istituzioni e interventi che favoriscano la nascita di sbocchi per i materiali ottenuti<br />
dal riciclaggio dei pneumatici, soprattutto tenendo in considerazione che, ad<br />
oggi, senza il fattore “Materia Prima”, il giudizio derivante dall’analisi dei dati in<br />
nostro possesso non potrebbe che essere tendenzialmente negativo e<br />
preoccupante.<br />
La frammentazione <strong>del</strong> mercato, inoltre, e l’esistenza di un grande numero di<br />
piccole aziende, non solo rende difficile il loro coordinamento ma queste piccole<br />
realtà isolate hanno difficoltà ad incidere su tutti i fattori che ostacolano lo<br />
sviluppo <strong>del</strong> settore.<br />
GRAFICO 2: Destinazione finale dei PU in Italia - Confronto 2007-2008<br />
2007<br />
Non trattamento<br />
e stoccaggi<br />
o destinazioni<br />
non censite 49%<br />
<strong>Recupero</strong> energetico 24%<br />
Ricostruzione 12,5%<br />
Materia prima 12%<br />
Export 2,5%<br />
2008<br />
Non trattamento<br />
e stoccaggi<br />
o destinazioni<br />
non censite 47,5%<br />
<strong>Recupero</strong> energetico 19%<br />
Ricostruzione 12%<br />
Materia prima 11,5%<br />
Export <strong>10</strong>%<br />
Fonte: ARGO<br />
198
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
FIGURA 1: Distribuzione geografica <strong>del</strong>la filiera in Italia<br />
Fonte: ARGO<br />
199
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL FUTURO DEGLI<br />
“ACQUISTI VERDI”<br />
In un campo così <strong>del</strong>icato, pieno di incertezze e difficoltà attuative, la crisi che<br />
sta interessando ogni comparto produttivo rischia di aggravare ulteriormente la<br />
situazione.<br />
Il GPP (Green Public Procurement), ovvero Acquisti Verdi Pubblici, è lo strumento<br />
utilizzato dalle pubbliche amministrazioni, in Italia e negli altri Paesi europei ed<br />
extraeuropei, per acquistare prodotti o servizi più rispettosi <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong>la<br />
salute dei cittadini.<br />
Questa “pratica strumentale”, ancora troppo poco diffusa, prevede una<br />
revisione in senso ambientale <strong>del</strong>le procedure di acquisto tenendo conto non<br />
solo <strong>del</strong> costo monetario <strong>del</strong> bene o servizio, ma degli effetti ambientali che può<br />
avere nell’arco <strong>del</strong> suo ciclo di vita nella produzione, nella sua utilizzazione, nello<br />
smaltimento come rifiuto.<br />
“In questo modo le pubbliche amministrazioni hanno la possibilità di indirizzare la<br />
trasformazione dei processi produttivi verso la sostenibilità, diminuendone gli<br />
impatti, con un effetto determinante su tutto il tessuto produttivo presente sul<br />
territorio, dato che i volumi degli acquisti pubblici rappresentano circa il 17% <strong>del</strong> PIL.<br />
È possibile così facilitare lo sviluppo di economie di scala che consentano una<br />
progressiva diminuzione <strong>del</strong> prezzo dei prodotti e dei servizi verdi<br />
incrementandone la diffusione.<br />
Gli Enti pubblici, introducendo criteri di “preferibilità” ambientale negli appalti<br />
pubblici, possono indirizzare il sistema produttivo a metodi e tecnologie più<br />
ecocompatibili, influenzando anche il mercato privato e orientando i cittadini<br />
verso scelte di consumo più consapevoli e sostenibili” (fonte: Acquistiverdi.it).<br />
La crisi economica si inserisce in questo quadro possibilistico e pieno di speranze<br />
per il futuro, intaccando anche un mercato che rischia di vedere interrompersi<br />
una serie di azioni virtuose per l’ambiente.<br />
Uno dei primi problemi che ci si pone è se i prodotti eco-sostenibili abbiano costi<br />
più elevati rispetto ai tradizionali e se, di conseguenza, sia davvero conveniente<br />
preferirli agli altri, data la critica situazione economica.<br />
Se si pensa a lungo termine e si decide di investire nell’ambiente promuovendo<br />
l’utilizzo di prodotti eco-sostenibili, non si può non pensare che, alla lunga, i<br />
prodotti riciclati producono un abbassamento deciso dei costi ambientali.<br />
Se a questo si aggiunge anche il fatto che le pubbliche amministrazioni dovrebbero<br />
fare da traino e incentivo per la crescita <strong>del</strong> mercato di questi prodotti, portandosi<br />
dietro dei vantaggi ambientali non immediatamente riconoscibili, appare chiaro<br />
come questa rappresenti la scelta vincente per il futuro.<br />
200
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Non si può quindi guardare solo al prezzo d’acquisto di questi prodotti, ma<br />
bisogna calcolare una serie di impatti ambientali che riducendosi diminuiscono<br />
la spesa su tutto il loro ciclo di vita: dalle emissioni durante i trasporti, ai consumi<br />
energetici, agli imballaggi, allo smaltimento dei rifiuti.<br />
Numerose indagini di mercato mostrano inoltre come moltissimi prodotti verdi<br />
non siano necessariamente più costosi, anche se molti di essi rimangono di<br />
nicchia.<br />
Proprio per questo motivo la Direzione Generale Ambiente <strong>del</strong>la Commissione<br />
europea sta tentando di realizzare <strong>del</strong>le linee guida per rendere obbligatori gli<br />
acquisti verdi per le pubbliche amministrazioni, ma ad oggi non esistono vincoli,<br />
ed i tempi non sembrano essere brevi. Anche perché, come accennato, in un<br />
periodo economicamente non facile a tali prodotti e manufatti non è<br />
immediatamente riconosciuto un vantaggio nel caso in cui essi presentino un<br />
costo maggiore, rispetto ai “prodotti” tradizionali.<br />
“La Strategia rinnovata per lo Sviluppo Sostenibile <strong>del</strong> 2006 ha previsto un<br />
obiettivo da raggiungere entro il 20<strong>10</strong> per il GPP in Europa, ossia che la media<br />
europea sia pari nel 20<strong>10</strong> alla media dei Paesi che risultavano più avanzati<br />
nell’applicazione <strong>del</strong> GPP nel 2006.<br />
Tale target è stato meglio definito e quantificato dalla Comunicazione che si è<br />
prefissata che il 50% <strong>del</strong>le procedure di acquisto siano “verdi” entro il 20<strong>10</strong> in<br />
ciascun Paese membro.<br />
Si intendono per “verdi” le procedure di acquisto che soddisfano i criteri comuni<br />
di base; in particolare il target <strong>del</strong> 50% va inteso in termini sia di numero che di<br />
valore monetario dei contratti stipulati nei settori interessati dai criteri.<br />
Il metodo per la misurazione <strong>del</strong> target, al momento in fase di sperimentazione presso<br />
un gruppo di Paesi, prevede l’analisi a campione <strong>del</strong>le procedure di gara espletate e<br />
concluse; precisazione importante in quanto per definirsi GPP non basta quindi l’aver<br />
indetto una gara verde ma occorre verificare che l’acquisto <strong>del</strong>la fornitura o l’appalto<br />
di lavori o servizi abbiano effettivamente incluso i criteri ambientali.<br />
Da più parti viene chiesto che anche i soldi comunitari essendo soldi pubblici come<br />
quelli nazionali siano spesi con criteri ecologici. È intenzione quindi <strong>del</strong>la commissione<br />
soddisfare questa importante istanza tenendo conto <strong>del</strong> fatto che programmi di<br />
finanziamento europeo equivalgono a stanziamenti miliardari e in molte <strong>del</strong>le linee<br />
sono previste spese per beni e servizi adatte a recepire i criteri GPP.”<br />
(fonte: “Nuove prospettive per il GPP grazie all’Europa” di RENATA MIRULLA - Ottobre<br />
2008 - Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare).<br />
Fare scelte di acquisti verdi ha quindi un significato che va al di là <strong>del</strong> semplice<br />
prodotto. Innanzi tutto perché i prodotti verdi, provenendo per lo più da materiali<br />
riciclati, come nel caso <strong>del</strong>la gomma da PFU, consentono di ridurre l’utilizzo di<br />
risorse naturali e di conseguenza anche di rifiuti ma anche perchè essi permettono<br />
di aumentare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, riducendo le emissioni<br />
inquinanti in aria, acqua e suolo così come lo smaltimento di diverse sostanze e<br />
composti pericolosi per l’ambiente.<br />
201
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PFU E ACQUISTI VERDI:<br />
PANORAMICA DEI<br />
PRINCIPALI PRODOTTI<br />
CHE POSSONO<br />
ESSERE REALIZZATI<br />
CON LA GOMMA<br />
RICICLATA<br />
Il polverino ed il granulato di gomma sono due consolidati prodotti industriali e<br />
più precisamente due materie prime secondarie derivanti dall’attività di recupero<br />
di pneumatici fuori uso. La produzione di polverino e granulato di gomma nasce<br />
storicamente dallo stesso settore di lavorazione di manufatti in gomma, cui<br />
fornisce una vera e propria materia prima secondaria. Negli ultimi anni si è<br />
assistito ad una espansione dei suoi impieghi in molteplici e svariati settori.<br />
Strade<br />
Asfalti: La tipologia di gomma utilizzata per la produzione dei pneumatici<br />
è l’SBR.<br />
Per il miglioramento <strong>del</strong>le caratteristiche di resistenza meccanica e <strong>del</strong>la<br />
rumorosità viene inserito granulato di gomma negli asfalti di nuova generazione.<br />
I vantaggi di questo trattamento sono la riduzione <strong>del</strong> rumore e <strong>del</strong>le vibrazioni<br />
e l’eliminazione <strong>del</strong> fenomeno <strong>del</strong>l’ acquaplaning.<br />
Metrotranvie<br />
Viabilità ferroviaria: Nel campo <strong>del</strong>la viabilità ferroviaria vengono realizzati<br />
speciali articoli utilizzati come anti vibranti, sia in applicazioni ferroviarie in senso<br />
stretto sia in applicazioni tranviarie e metropolitane.<br />
Arredo urbano<br />
Arredo Stradale: Si tratta di cordoli per aiuole, <strong>del</strong>imitatori di corsia e mini new<br />
jersey. Utilizzati in molteplici applicazioni consentono di risolvere problemi legati<br />
alla gestione <strong>del</strong> traffico urbano, extraurbano, piste ciclabili, parcheggi etc. I<br />
cordoli che <strong>del</strong>imitano piste ciclabili e aree sportive o di gioco possono diventare<br />
concausa di incidenti anche gravi: l’urto contro queste superfici, se realizzate in<br />
materiali rigidi, può provocare seri danni fisici.<br />
Il ricorso a manufatti in gomma è la soluzione preferibile, anche perché resistono<br />
meglio ai danneggiamenti. L’applicazione di questi prodotti è possibile in zone<br />
residenziali o in zone altamente trafficate per incrementare sicurezza stradale e<br />
l’estetica <strong>del</strong>l’arredo.<br />
Aree gioco: Realizzazione di pavimentazioni di sicurezza per aree giochi di vario<br />
tipo ed utilizzo.<br />
Sport<br />
Campi da calcio in erba sintetica - Pavimentazioni sportive: Grazie a<br />
tecniche molto avanzate di lavorazione, è possibile produrre un granulo<br />
elastomerico colorato con pigmenti innocui, particolarmente idoneo per campi<br />
da calcio in erba sintetica ma anche football americano, calcetto e rugby.<br />
Inoltre i granulati di gomma vengono utilizzati nella realizzazione di superfici<br />
sportive quali le piste di atletica.<br />
202
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Termoplastici<br />
Materiali termoplastici: I TPE (Thermoplastic Elastomers) rappresentano un<br />
nuovo gruppo di materiali. Possono essere utilizzati per una vasta gamma di<br />
applicazioni e prodotti; dal settore domestico, degli elettrodomestici,<br />
<strong>del</strong>l’edilizia, <strong>del</strong>l’automobile, solo per citarne alcuni.<br />
L’utilizzo di determinate percentuali di polverino nella formulazione <strong>del</strong>le ricette<br />
di TPE permette di conferire caratteristiche di maggiore elasticità e flessibilità.<br />
Allevamento<br />
Pavimentazioni per lÕallevamento bovino: L’allevamento dei bovini avviene<br />
ormai prevalentemente in stalle moderne, in condizioni di sicurezza ed igiene<br />
severamente controllate. In tali tipi di strutture non è più possibile, sia per<br />
motivi organizzativi ed igienici, sia perché non é più reperibile, utilizzare la<br />
paglia o altri scarti vegetali per fare la lettiera ai bovini.<br />
Sono stati messi a punto speciali materassi, realizzati in tessuto impermeabile<br />
ipoallergenico ed imbottiti con granulo di pneumatico. La diffusione di tali materassi<br />
è molto ampia, ci si riferisce ad un mercato europeo.<br />
<strong>Ed</strong>ilizia<br />
Isolamento acustico - Anticalpestio - Isolamento termoacustico: La difesa<br />
dal rumore è diventata un requisito di primaria importanza per il benessere<br />
<strong>del</strong>l'individuo; con lo studio <strong>del</strong>l' acustica ambientale si vogliono suggerire quei<br />
provvedimenti volti ad ottenere un'efficace difesa dalla propagazione dei rumori<br />
dall'esterno e all'interno degli ambienti di lavoro e abitativi.<br />
Questa ricerca si realizza nelle definizione dei limiti di benessere acustico<br />
degli ambienti in base alla loro destinazione, nell'individuazione e nella<br />
caratterizzazione <strong>del</strong>le fonti di disturbo esterne ed interne e nella ricerca dei<br />
sistemi e dei materiali con prestazioni idonee a fornire la necessaria protezione<br />
dal rumore (isolamento acustico) e conseguire i limiti di benessere desiderati.<br />
Calzature<br />
Per questo settore vengono prodotte le suole in gomma per le calzature.<br />
In luogo di inerti di origine minerale, è invalso l’uso di utilizzare come carica il<br />
polverino di pneumatico. Quest’ultimo, per le sue caratteristiche intrinseche<br />
svolge una funzione di carica attiva, dimostrandosi così più efficace <strong>del</strong>le cariche<br />
tradizionali.<br />
<strong>Ed</strong>itoria<br />
Pigmenti: Per quello che riguarda questo settore, il PFU viene utilizzato per la<br />
produzione di pigmenti per inchiostri.<br />
203
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TRA I PRINCIPALI PRODOTTI CHE POSSONO ESSERE REALIZZATI CON LA<br />
GOMMA RICICLATA FIGURANO:<br />
204
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
CENSIMENTO<br />
DI SETTORE 2008<br />
Grazie alla disponibilità di un determinato e rappresentativo numero di aziende<br />
campione, le quali hanno partecipato all’indagine compilando il questionario loro<br />
sottoposto, sono stati raccolti ed elaborati i dati esposti nel presente paragrafo.<br />
I dati ottenuti dal Censimento sono relativi non solo alle aziende consorziate ARGO,<br />
ma anche ad altre aziende <strong>del</strong>la filiera, che hanno gentilmente collaborato alla ricerca<br />
(v. elenco in fondo al capitolo).<br />
Tali dati sono al momento gli unici disponibili, e soprattutto attendibili, sulle quantità<br />
di pneumatici avviati al recupero.<br />
GRAFICO 3: Suddivisione <strong>del</strong>le aziende per numero di addetti 2008<br />
CLASSE 0-<strong>10</strong><br />
30%<br />
CLASSE 11-20<br />
CLASSE 21-50<br />
OLTRE 50<br />
3%<br />
<strong>10</strong>%<br />
7%<br />
Fonte: ARGO<br />
60%<br />
I dati relativi al Grafico 3 sottolineano in maniera determinante l’esistenza di una<br />
filiera composta in prevalenza da piccole aziende (il 60%) che seppure<br />
incrementano l’articolazione <strong>del</strong> mercato hanno però preso posizioni incisive e<br />
determinanti in diversi contesti e mercati.<br />
205
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 4: Suddivisione aziende per fatturato (%)<br />
<strong>10</strong>0<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
CLASSE 0-250 CLASSE 251-600 OLTRE 600<br />
Fonte: ARGO<br />
GRAFICO 5:<br />
Destinazione dai centri di trattamento (ton)<br />
200.000<br />
160.000<br />
120.000<br />
80.000<br />
40.000<br />
0<br />
2002 2003 2004 2005 2006<br />
2007<br />
2008<br />
Energia 94.000 89.199 111.675 98.187 <strong>10</strong>1.590<br />
Ricostruzione 53.676 53.676 53.136 53.136 47.288<br />
Materia Prima Secondaria 27.800 20.671 24.757 35.046 53.381<br />
Export 7.000 7.000 8.000 6.970 7.000<br />
Stoccaggi censiti <strong>10</strong>.800 16.726 17.982 4.833 565<br />
Totale 193.276 187.272 215.550 198.172 209.824<br />
Fonte: ARGO<br />
97.120<br />
50.000<br />
45.875<br />
<strong>10</strong>.164<br />
456<br />
203.615<br />
77.664<br />
49.200<br />
47.500<br />
41.000<br />
6.307<br />
221.671<br />
206
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
I dati <strong>del</strong> Grafico 5 evidenziano l’elemento critico di un settore dal potenziale<br />
ancora inespresso. È evidente la necessità urgente di creare e rilanciare gli<br />
sbocchi per i materiali ottenuti dal riciclaggio dei pneumatici, soprattutto<br />
tenendo in considerazione l’impulso determinante allo sviluppo <strong>del</strong> settore viene<br />
fornito dal dato crescente <strong>del</strong>la “materia prima”.<br />
GRAFICO 6: Distribuzione geografica <strong>del</strong>le aziende (%)<br />
2008<br />
2007<br />
2006<br />
2005<br />
2004<br />
2003<br />
2002<br />
2001<br />
0<br />
50 <strong>10</strong>0<br />
2001<br />
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
SUD<br />
37<br />
24<br />
24<br />
25<br />
21<br />
28<br />
27<br />
29<br />
CENTRO<br />
22<br />
39<br />
31<br />
30<br />
26<br />
22<br />
29<br />
41<br />
NORD<br />
41<br />
37<br />
45<br />
45<br />
53<br />
50<br />
44<br />
30<br />
Fonte: ARGO<br />
207
GOMMA<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ELENCO AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO AL CENSIMENTO DEL CONSORZIO ARGO 2008<br />
AD.RI.A. S.r.l.<br />
ALESCIO PAOLO S.r.l.<br />
CSM di De Siero S.a.s.<br />
DIFE S.r.l.<br />
ECORICICLA S.r.l.<br />
ECOSERVICE S.r.l.<br />
EUROGOMMA S.r.l.<br />
GATIM S.r.l.<br />
G.E.G. S.r.l.<br />
IRIGOM S.r.l.<br />
IST GROUP S.r.l.<br />
ITALIANA RECUPERI S.r.l.<br />
ITROFER S.r.l.<br />
LODIGIANA RECUPERI S.r.l.<br />
MACERO SUD S.a.s.<br />
MARANGONI PNEUMATICI S.p.A.<br />
NUOVA ECOLOGICA 2000 S.r.l.<br />
O.R.P. S.r.l.<br />
PRISMI S.r.l.<br />
R.E.P. S.r.l.<br />
SASSOLI ALVARO S.n.c.<br />
SETTENTRIONALE TRASPORTI S.p.A.<br />
SINERI TOMMASO<br />
T.A.C.A.M. S.r.l.<br />
WASTE ITALIA S.r.l.<br />
208
BATTERIE
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
Il 2008 rappresenta una data importante nella storia <strong>del</strong> COBAT; 20 anni cruciali<br />
<strong>del</strong>la storia <strong>del</strong> nostro Paese, 20 anni in cui abbiamo assistito ad importanti<br />
cambiamenti che hanno riguardato tanti ambiti <strong>del</strong>la vita pubblica e <strong>del</strong>la<br />
sensibilità individuale dei cittadini.<br />
Un periodo importante per la maturazione di una sensibilità sempre più concreta<br />
e consapevole verso il tema <strong>del</strong>la tutela ambientale e che ha visto la nascita <strong>del</strong>le<br />
componenti istituzionali preposte alla protezione <strong>del</strong>la natura, la riduzione<br />
<strong>del</strong>l’inquinamento, la prevenzione dei disastri ambientali.<br />
Raccontare la storia <strong>del</strong> COBAT significa testimoniare e rendere conto di un<br />
approccio culturale e sociale che ha portato l’Italia a conseguire risultati di<br />
eccellenza sulla scena europea ed internazionale nella gestione dei rifiuti<br />
pericolosi costituiti dalle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi.<br />
Una logica che ha saputo valorizzare professionalità, esperienze imprenditoriali<br />
diverse su tutto il territorio nazionale e mettere insieme in modo efficace rispetto<br />
al risultato tutte le componenti <strong>del</strong>la filiera di questo tipo di rifiuti: produttori,<br />
installatori, raccoglitori, riciclatori.<br />
Un sistema che si racconta anche con i numeri: in 20 anni 3 milioni di tonnellate<br />
di batterie raccolte, 1 milione 630 mila tonnellate di piombo recuperato, 475<br />
milioni di litri di acido solforico recuperati e sottratti alla contaminazione <strong>del</strong><br />
suolo e <strong>del</strong>le acque e pericolo per la salute <strong>del</strong>le persone. Attività governate da<br />
un sistema di monitoraggio e controllo, a tutela di una raccolta e smaltimento<br />
sotto il controllo <strong>del</strong>la legge, contro traffici illegali e pericolosi, cui è sempre<br />
esposto questo settore.<br />
Dapprima come Vice Presidente e poi come Presidente <strong>del</strong> COBAT ho avuto la<br />
fortuna di accompagnare il Consorzio dalla nascita alla piena maturità <strong>del</strong>le sue<br />
attività, una realtà di sistema consolidato che ha ben presto lanciato in avanti il<br />
proprio sguardo per programmare il proprio impegno verso le prossime sfide<br />
<strong>del</strong>la tutela ambientale.<br />
Un percorso nel quale siamo stati accompagnati da numerosi partner, con cui<br />
abbiamo condiviso obiettivi di intervento concreto e la passione per il<br />
coinvolgimento attivo ed in prima persona dei cittadini, primi veri attori di un<br />
impegno ambientale che voglia diventare stile di vita di un popolo.<br />
Si tratta, certo, per molti versi ed in molti strati <strong>del</strong>la nostra società di un<br />
obiettivo per il quale occorrerà lavorare ancora, ma per il quale COBAT in questi<br />
anni ha profuso un grandissimo impegno.<br />
L’educazione ambientale e la comunicazione ai cittadini ha sempre costituito,<br />
infatti, un ambito di grande attività, in cui abbiamo sempre coinvolto tutti i<br />
soggetti presenti nei territori: le amministrazioni locali, gli enti tecnici di controllo<br />
ambientale, le scuole, le associazioni ambientaliste, semplici cittadini.<br />
211
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Una storia, dunque, quella <strong>del</strong> COBAT ricca di risultati, incontri, intuizioni, sfide,<br />
lavoro senza sosta per un progetto in cui hanno creduto per prime le istituzioni<br />
che ne hanno seguito negli anni il lavoro e l’evoluzione all’interno <strong>del</strong> Consiglio<br />
di Amministrazione.<br />
Sono certo che il COBAT nel mutato panorama legislativo in vigore dal 18<br />
dicembre 2008, saprà mettere al servizio <strong>del</strong>le aziende che vi aderiranno tutta la<br />
professionalità conseguita nei laboriosi venti anni appena trascorsi.<br />
Dunque un grazie va a tutti coloro che <strong>del</strong> COBAT hanno costruito la storia,<br />
patrimonio di preparazione ed esperienza sul quale costuire il futuro di questo<br />
Consorzio.<br />
GIANCARLO MORANDI<br />
PRESIDENTE COBAT<br />
212
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL CONSORZIO COBAT<br />
Il COBAT alla luce <strong>del</strong> recente D.Lgs. 188/08<br />
Il 20 novembre 2008, è entrato in vigore in Italia il nuovo D.Lgs. 188/08, in<br />
attuazione <strong>del</strong>la Direttiva 2006/66/CE concernente pile, accumulatori e relativi<br />
rifiuti.<br />
Il decreto, vigente dal 18 dicembre 2008, sebbene abbia riguardato l’attività <strong>del</strong><br />
COBAT per un intervallo temporale <strong>del</strong> 2008 piuttosto marginale, merita di<br />
essere adeguatamente illustrato in questa sede, a fronte <strong>del</strong>le sostanziali<br />
innovazioni che esso ha introdotto già dal primo semestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong> nella<br />
gestione <strong>del</strong>l’intero comparto <strong>del</strong>le pile ed accumulatori in Italia, ivi comprese le<br />
batterie al piombo esauste.<br />
Il principio cardine attorno al quale ruota l’architettura <strong>del</strong>l’intero decreto è<br />
l’attribuzione esclusiva <strong>del</strong>la responsabilità <strong>del</strong>la raccolta, trattamento e<br />
riciclo/smaltimento dei rifiuti ai produttori di batterie ed accumulatori (con ciò<br />
riferendosi a chiunque immetta sul mercato nazionale per la prima volta a titolo<br />
professionale pile o accumulatori, compresi quelli incorporati in apparecchi o<br />
veicoli), ai quali fa obbligo di istituire e finanziare adeguati sistemi in grado di<br />
garantire l’intera filiera, dalla raccolta, al trattamento, al riciclo/smaltimento<br />
finali. Il decreto quindi sancisce la venuta meno <strong>del</strong>l’obbligatorietà <strong>del</strong> COBAT, e<br />
stabilisce la facoltà, da parte dei produttori, di realizzare anche più sistemi di<br />
raccolta, in forma individuale o collettiva, organizzati da un Centro di<br />
Coordinamento sotto forma di Consorzio a cui partecipano i produttori stessi,<br />
istituto a cui è inoltre demandata la realizzazione di campagne di informazione<br />
e sensibilizzazione.<br />
Il decreto, all’articolo 20, riconosce comunque il COBAT come uno dei sistemi di<br />
raccolta, attribuendogli anche funzioni di raccolta, trattamento, riciclo/smaltimento<br />
<strong>del</strong>le restanti categorie di batterie ed accumulatori non al piombo (artt. 6, 7 e <strong>10</strong>).<br />
L’articolo 20 stabilisce inoltre che il COBAT dovrà adeguare il proprio Statuto al<br />
nuovo decreto entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore.<br />
La norma introduce altresì una nuova classificazione <strong>del</strong>le pile ed accumulatori,<br />
suddividendo l’intero comparto in tre grandi famiglie, indipendentemente dalla<br />
loro composizione chimico-fisica: pile e accumulatori portatili, industriali e per<br />
veicoli. I sistemi di raccolta-trattamento/riciclaggio e smaltimento istituiti dai<br />
produttori dovranno essere economicamente sostenuti dagli stessi, ed i criteri di<br />
determinazione e di ripartizione dei finanziamenti <strong>del</strong>le operazioni di raccolta,<br />
trattamento e riciclaggio verranno ad essere definiti con decreto <strong>del</strong> Ministro<br />
<strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare, di concerto con il Ministro<br />
<strong>del</strong>lo Sviluppo Economico.<br />
Ai sensi <strong>del</strong> nuovo decreto pertanto, dal 18 dicembre 2008 i produttori aderenti<br />
al sistema COBAT non sono più tenuti a versare obbligatoriamente il contributo<br />
ambientale al Consorzio, nell’attesa che vengano resi noti i criteri di<br />
determinazione e di ripartizione dei finanziamenti di cui sopra.<br />
Il periodo di attività <strong>del</strong> COBAT preso in esame dal presente Studio (2008), pur<br />
contemplando l’avvento <strong>del</strong> nuovo panorama legislativo di riferimento, non<br />
213
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
presenta nella sua impostazione alcuna sostanziale novità rispetto allo scorso anno,<br />
non essendoci stato di fatto alcun mutamento reale nell’attività svolta dal Consorzio<br />
nel breve periodo di vigenza <strong>del</strong> nuovo decreto (dal 18 al 31 dicembre 2008).<br />
L’unica azione che il COBAT ha dovuto intraprendere subito dopo il 18 dicembre<br />
2008 è stato l’invio di una lettera informativa ai produttori ed importatori di<br />
batterie al piombo aderenti al Consorzio, affinché, mediante la compilazione di<br />
una modulistica allegata alla stessa, esplicitassero la loro volontà di adesione al<br />
nuovo Sistema COBAT, essendo venuta meno l’obbligatorietà <strong>del</strong>la loro adesione<br />
al Consorzio.<br />
Gli ulteriori adempimenti a carico <strong>del</strong> COBAT nel <strong>2009</strong> sono: l’elezione di un<br />
nuovo CdA, l’adeguamento <strong>del</strong> proprio Statuto alle nuove disposizioni legislative<br />
entro il 18 giugno <strong>2009</strong>, ed infine l’iscrizione alla Camera di Commercio come<br />
nuovo Sistema di raccolta, trattamento/riciclaggio e smaltimento di pile ed<br />
accumulatori ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08.<br />
214
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il COBAT sino all’entrata in vigore <strong>del</strong> recente D.Lgs. 188/08<br />
Il COBAT, Consorzio Obbligatorio per la raccolta ed il riciclo di batterie al piombo<br />
acido, è stato istituito con l’articolo 9-quinquies <strong>del</strong>la Legge 475/88 (attualmente<br />
abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08), ed il suo Statuto è stato approvato in<br />
una prima versione, con decreto <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente di concerto con il<br />
Ministero <strong>del</strong>l’Industria, il 16 maggio 1990.<br />
La versione aggiornata <strong>del</strong>lo Statuto, che ha recepito e sancito i nuovi indirizzi<br />
<strong>del</strong> COBAT, è stata approvata con decreto <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente di<br />
concerto con il Ministero <strong>del</strong>le Attività Produttive <strong>del</strong> 2 febbraio 2004<br />
(attualmente abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08). La piena legittimità<br />
istitutiva e funzionale è stata poi ulteriormente confermata e rafforzata con il<br />
recepimento all’art. 235 <strong>del</strong> D.Lgs.152/06 e s.m.i. (anch’esso attualmente<br />
abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08).<br />
Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato.<br />
Il COBAT ha il compito istituzionale di assicurare la raccolta e di organizzare lo<br />
stoccaggio <strong>del</strong>le batterie al piombo e, successivamente, di cederle alle imprese<br />
di riciclo, nonché di effettuare il monitoraggio di tutto il flusso <strong>del</strong>le batterie<br />
esauste, dalla loro raccolta al loro riciclo, su tutto il territorio italiano.<br />
Il Consorzio è un ente senza scopo di lucro dove sono rappresentati tutti gli<br />
operatori coinvolti nella vita <strong>del</strong>la batteria al piombo (tra parentesi le quote di<br />
rappresentanza nell’assemblea dei soci):<br />
• produttori ed importatori di batterie al piombo (40%);<br />
• imprese di riciclo (40%);<br />
• associazioni dei raccoglitori (<strong>10</strong>%);<br />
• associazioni degli installatori (<strong>10</strong>%).<br />
Sebbene sia formato da soci privati, il COBAT effettua una significativa attività di<br />
pubblico servizio, garantita dalla presenza di rappresentanti <strong>del</strong> Ministero<br />
<strong>del</strong>l’Ambiente e <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>le Attività Produttive sia nel Consiglio<br />
d’Amministrazione sia nel Collegio dei Revisori dei Conti, dove sono altresì<br />
presenti dei rappresentanti <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Economia e <strong>del</strong>le Finanze.<br />
Il Consorzio ha adottato un sistema misto pubblico-privato dove il primo ha le<br />
funzioni di controllo e monitoraggio ed al secondo sono demandate le<br />
responsabilità gestionali.<br />
Il COBAT assicura, per tutto il territorio nazionale, la raccolta, il trasporto e il<br />
riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste in specifici impianti consortili che<br />
garantiscono il recupero <strong>del</strong> piombo e l'inertizzazione o l’eventuale recupero<br />
<strong>del</strong>l'acido solforico evitando, in questo modo, la dispersione nell'ambiente di questi<br />
elementi, quanto mai pericolosi per l'equilibrio <strong>del</strong>l'ecosistema.<br />
I due canali attraverso i quali il Consorzio riesce a finanziare le proprie attività sono:<br />
• l’applicazione <strong>del</strong> contributo ambientale sulle batterie nuove immesse al consumo;<br />
• la cessione ai riciclatori <strong>del</strong>le batterie esauste al piombo raccolte.<br />
215
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Lo strumento economico <strong>del</strong> contributo ambientale è stato istituito al fine di<br />
garantire al Consorzio le disponibilità finanziarie necessarie ad organizzare un<br />
efficiente servizio di raccolta e riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste e le azioni<br />
di informazione e sensibilizzazione volte ad educare i cittadini sulla necessità <strong>del</strong><br />
corretto recupero <strong>del</strong>la batteria al piombo esausta.<br />
L’entità <strong>del</strong> contributo ambientale (def. art. 235 D.Lgs.152/06, comma <strong>10</strong> s.m.i.<br />
ex “sovrapprezzo”) e le modalità <strong>del</strong>la sua riscossione sono determinati<br />
mediante decreto <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente di concerto con il Ministero <strong>del</strong>le<br />
Attività Produttive.<br />
Attualmente è in vigore il DM 18 ottobre 2005, pubblicato nella G.U. n. 255 <strong>del</strong><br />
2 novembre 2005, che prevede le seguenti classi di contributo ambientale per<br />
monoblocchi e per elementi singoli di batterie industriali.<br />
Le variazioni degli importi unitari per singola classe sono riportate nelle Tabelle 1<br />
e 2 e sono operative dal 1° gennaio 2006.<br />
TABELLA 1:<br />
Contributo ambientale (€) sulle batterie d’avviamento e monoblocco industriali<br />
in funzione <strong>del</strong>la loro capacità (Ah), come da DM 18/<strong>10</strong>/2005 (attualmente<br />
abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08)<br />
Fonte: COBAT<br />
Ah ≤ 20 20 < Ah ≤ 95 Ah > 95<br />
€ 0,19 € 0,76 € 1,52<br />
TABELLA 2:<br />
Contributo ambientale (€) applicato ad elementi singoli di batterie<br />
industriali di qualsiasi capacità C (Ah), come da DM 18/<strong>10</strong>/2005 (attualmente<br />
abrogato dall’art. 29 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08)<br />
CAPACITÀ C<br />
CONTRIBUTO AMBIENTALE<br />
Qualsiasi € 0,0028 * C * V/2<br />
V= voltaggio batteria<br />
Fonte: COBAT<br />
Il contributo ambientale applicato sulle batterie di nuova produzione<br />
commercializzate è corrisposto dalle seguenti categorie di operatori, con diritto<br />
di rivalsa lungo tutte le fasi di commercializzazione fino all’acquirente finale:<br />
• produttori di batterie al piombo;<br />
• importatori di batterie al piombo, sia per la vendita sia per uso proprio;<br />
• importatori di beni che utilizzano batterie direttamente incorporate quali, ad<br />
esempio, autoveicoli, trattori, carrelli elevatori, apparecchiature telefoniche,<br />
UPS, allarmi, giocattoli.<br />
216
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’altra fonte di finanziamento <strong>del</strong> Consorzio proviene dalla vendita agli<br />
impianti di riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste raccolte.<br />
Tale attività rappresenta mediamente l’80% dei ricavi operativi annui.<br />
Il compito <strong>del</strong> Consorzio è quello di garantire l’operatività di tutti gli<br />
impianti consortili attraverso una ripartizione equa <strong>del</strong>le batterie esauste<br />
raccolte. Il prezzo di vendita <strong>del</strong>le batterie esauste ai riciclatori viene fissato<br />
sulla base <strong>del</strong>la quotazione <strong>del</strong> piombo al London Metal Exchange (LME), la<br />
borsa dei metalli che ha sede a Londra.<br />
La Legge 39/2002 (Comunitaria 2001), riconoscendo appieno le finalità di<br />
salvaguardia ambientale che hanno ispirato l’istituzione <strong>del</strong> COBAT, ha<br />
affidato al Consorzio, oltre al compito istituzionale di assicurare comunque<br />
la raccolta di batterie esauste al piombo in ogni situazione di mercato, il<br />
compito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione e<br />
riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste. Tale prerogativa è rimasta inalterata<br />
anche nel D.Lgs. 152/2006 che ha sostituito il D.Lgs. 22/1997.<br />
TABELLA 3:<br />
I numeri <strong>del</strong> COBAT<br />
DATI ORGANIZZATIVI<br />
Organico 22 persone<br />
Produttori e Importatori di batterie 400 imprese<br />
Installatori/Artigiani 70.000 imprese<br />
Raccoglitori incaricati 90 imprese<br />
Impianti di riciclo 7 imprese<br />
Valore <strong>del</strong>la produzione riferito al 2008<br />
67 milioni di euro<br />
Codice NACE di riferimento 46.77 (ex 51.5)<br />
RISULTATI OPERATIVI (DATO CUMULATO DAL 1992 AL DICEMBRE 2008)<br />
Batterie esauste raccolte 3.031.730 tonnellate<br />
Piombo secondario prodotto 1.697.729 tonnellate<br />
Acido solforico recuperato 496.<strong>10</strong>1.273 litri<br />
Polipropilene recuperato 142.491 tonnellate<br />
RISULTATI OPERATIVI 2008<br />
Batterie esauste raccolte 161.170 tonnellate<br />
Piombo secondario prodotto 119.332 tonnellate<br />
Acido solforico recuperato 27.222.545 litri<br />
Polipropilene recuperato 7.430 tonnellate<br />
Fonte: COBAT<br />
217
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ATTIVITÀ E SERVIZI<br />
Il COBAT svolge su tutto il territorio nazionale i seguenti compiti:<br />
• assicura la raccolta <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi (in<br />
qualità di Consorzio Obbligatorio, il COBAT era chiamato in veste di referente<br />
unico a garantire la raccolta sull’intero territorio nazionale; con l’entrata in<br />
vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08 e la possibilità <strong>del</strong>la coesistenza di più sistemi, tale<br />
funzione dovrà essere assolta dal Centro di Coordinamento, a cui il decreto<br />
demanda l’organizzazione di un sistema capillare di raccolta che copra in<br />
modo omogeneo l’intero territorio nazionale);<br />
• può cedere, anche all'estero, i suddetti prodotti alle imprese in possesso dei<br />
requisiti normativi previsti, che ne effettuano il riciclo mediante la produzione<br />
di piombo secondario (tale facoltà rimane riconosciuta ai sistemi da parte <strong>del</strong><br />
D.Lgs. 188/08, solo se l’esportatore può dimostrare che l’operazione di<br />
riciclaggio è stata effettuata in condizioni equivalenti a quelle stabilite dal<br />
decreto);<br />
• assicura l'eliminazione dei prodotti stessi, nel caso non sia possibile o<br />
economicamente conveniente il riciclo, nel rispetto <strong>del</strong>le disposizioni contro<br />
l’inquinamento (il D.Lgs. 188/08 non esplicita chiaramente tale aspetto);<br />
• promuove lo svolgimento di indagini di mercato e azioni di ricerca e sviluppo<br />
tecnico-scientifico per il miglioramento tecnologico nel ciclo di smaltimento e<br />
di lavorazione <strong>del</strong> piombo (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, i produttori dovranno<br />
garantire che i sistemi di trattamento e riciclaggio istituiti utilizzino le migliori<br />
tecniche disponibili);<br />
• effettua sul territorio italiano il monitoraggio <strong>del</strong>l’attività di raccolta di tutte le<br />
batterie al piombo esauste (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livello<br />
nazionale sarà compito <strong>del</strong> Centro di Coordinamento);<br />
• promuove la sensibilizzazione <strong>del</strong>l’opinione pubblica e dei consumatori sulle<br />
tematiche <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong>l’eliminazione <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste e<br />
dei rifiuti piombosi (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livello nazionale<br />
sarà compito <strong>del</strong> Centro di Coordinamento);<br />
Nell'ambito di tale attività, il Consorzio provvede, fra l'altro, a:<br />
• definire con regolamenti interni le norme tecniche atte a disciplinare le diverse<br />
fasi <strong>del</strong>l’Attività <strong>del</strong> Consorzio;<br />
• stipulare, con i raccoglitori incaricati, contratti per il servizio di raccolta gratuita<br />
di tutte le batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi in zone<br />
determinate;<br />
• stipulare contratti per la cessione <strong>del</strong>le batterie esauste con le imprese che ne<br />
effettuano il riciclo nel rispetto dei limiti indicati dalle autorizzazioni regionali;<br />
• stipulare accordi e contratti con persone fisiche o giuridiche, anche straniere,<br />
enti locali territoriali e le loro aziende per il raggiungimento dei fini statutari;<br />
• individuare i responsabili per aree geografiche per coordinare e gestire i<br />
raccoglitori operanti in tali aree;<br />
• promuovere azioni dirette a pubblicizzare la necessità <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> riciclo<br />
<strong>del</strong>le batterie esauste (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale aspetto dovrà essere<br />
gestito dal Centro di Coordinamento);<br />
218
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
• incentivare la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste al piombo generate dall’attività<br />
<strong>del</strong> “fai da te” in aree di presunta dispersione (ai sensi <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08, tale<br />
aspetto dovrà essere gestito dal Centro di Coordinamento);<br />
• monitorare, attraverso l'analisi dei MUD dei raccoglitori non incaricati, il flusso<br />
<strong>del</strong>le batterie esauste al piombo raccolte ed inviate a riciclo (con l’avvenuta<br />
abrogazione <strong>del</strong>l’art. 235 <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06, gli operatori <strong>del</strong>la raccolta esterni<br />
al COBAT non hanno più l’obbligo <strong>del</strong>l’invio <strong>del</strong> MUD al Consorzio);<br />
• effettuare un servizio di raccolta ed avvio a riciclo per particolari tipologie di<br />
accumulatori (l’art. 20 <strong>del</strong> D.Lgs. 188/08 legittima totalmente il COBAT ad<br />
occuparsi anche <strong>del</strong>le pile ed accumulatori non al piombo).<br />
219
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LA RACCOLTA DELLE<br />
BATTERIE ESAUSTE<br />
La principale funzione che il COBAT è chiamato per legge istitutiva a svolgere è<br />
quella di garantire, attraverso i propri operatori, la raccolta <strong>del</strong>le batterie al<br />
piombo esauste in qualsiasi condizione logistica e/o di mercato. Inoltre, ai sensi<br />
<strong>del</strong>la Legge 39/02 e <strong>del</strong> D.Lgs.152/2006, il COBAT ha il compito di monitorare<br />
la raccolta effettuata dai raccoglitori esterni al Consorzio in possesso <strong>del</strong>le<br />
necessarie autorizzazioni. Il Grafico 1 mostra l’andamento <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le<br />
batterie esauste in Italia svolta dal COBAT nel periodo 1999-2008. Nel 2008 la<br />
raccolta COBAT si è attestata a 161.170 tonnellate, con un calo pari al 14%<br />
rispetto all’anno precedente. Le ragioni <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>la raccolta COBAT<br />
devono essere ricercate soprattutto nell’andamento <strong>del</strong>la quotazione <strong>del</strong><br />
piombo al LME di Londra, che ha determinato la presenza di raccoglitori che<br />
operano al di fuori <strong>del</strong> sistema COBAT. La rilevanza <strong>del</strong>l’attività svolta dal<br />
Consorzio va comunque valutata, oltre che in base all’entità <strong>del</strong>la raccolta,<br />
anche e soprattutto in base al servizio svolto. L’impegno, volto a garantire la<br />
raccolta di ogni singola batteria esausta su tutto il territorio nazionale, si sviluppa<br />
attraverso un servizio espletato presso quasi 60.000 produttori <strong>del</strong> rifiuto, per un<br />
totale di oltre 132.000 ritiri, il che significa mediamente ogni giorno un servizio<br />
di raccolta effettuato presso 550 produttori.<br />
GRAFICO 1: Raccolta batterie esauste in Italia svolta dal COBAT (ton)<br />
250.000<br />
200.000<br />
150.000<br />
<strong>10</strong>0.000<br />
50.000<br />
0<br />
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Fonte: COBAT<br />
Da quest’anno non compare nel Grafico il contributo alla raccolta extra-COBAT,<br />
ossia <strong>del</strong>l’aliquota alla raccolta nazionale proveniente da operatori al di fuori<br />
<strong>del</strong>la rete COBAT, a causa <strong>del</strong>l’impossibilità per il Consorzio di determinare nel<br />
2008 tale gettito. La prima ragione di tale impossibilità deriva, da un lato,<br />
dall’aver introdotto nel 2008 presso gli impianti di riciclo una procedura di<br />
trasmissione <strong>del</strong> lavorato extra-COBAT che ha necessitato di una certa tempistica<br />
di implementazione, nel corso <strong>del</strong>la quale i dati sono stati trasmessi in modo<br />
piuttosto frammentario e discontinuo. Inoltre l’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs.<br />
188/08, abrogando l’art. 235 <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06, non prevede più l’obbligatorietà<br />
per soggetti che operino all’esterno <strong>del</strong> COBAT di inviare il MUD al Consorzio.<br />
Pertanto l’impossibilità di determinare la raccolta extra-COBAT per il 2008 ha<br />
220
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
condotto alla scelta di eliminarla anche dallo storico, non essendo più possibile<br />
poter effettuare un confronto attualizzato. Con riferimento alla raccolta COBAT,<br />
la Tabella 4 riporta i risultati raggiunti nel periodo 2005-2008, suddivisi per area<br />
geografica. Come si può notare, la maggior parte <strong>del</strong> gettito <strong>del</strong>le batterie<br />
proviene dal Nord, dove sono concentrati i principali stabilimenti produttivi <strong>del</strong><br />
nostro Paese e dove è presente il 47% <strong>del</strong> parco autovetture 1 .<br />
TABELLA 4: Suddivisione geografica <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le batterie (ton) 2<br />
AREA 2005 2006 2007 2008<br />
Nord Ovest 54.987 51.522 48.159 40.468<br />
Nord Est 47.573 47.264 47.<strong>10</strong>4 38.850<br />
Centro 41.373 40.327 40.356 37.994<br />
Sud 40.233 34.634 32.241 26.993<br />
Isole 17.356 17.996 19.764 16.865<br />
Totale raccolta COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170<br />
Fonte: COBAT<br />
L’entità <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste nelle diverse Regioni è visibile in<br />
Tabella 5.<br />
TABELLA 5:<br />
Entità <strong>del</strong>la raccolta regionale (ton)<br />
REGIONE 2005 2006 2007 2008<br />
PIEMONTE - VAL D'AOSTA 18.906 14.340 13.242 11.038<br />
LOMBARDIA 32.479 33.664 31.474 27.771<br />
LIGURIA 3.603 3.517 3.443 1.659<br />
VENETO 18.872 21.515 22.509 18.017<br />
FRIULI VENEZIA GIULIA 5.614 3.578 2.811 2.189<br />
TRENTO/BOLZANO 4.015 3.649 2.915 2.221<br />
EMILIA ROMAGNA 19.072 18.523 18.868 16.423<br />
TOSCANA 11.460 11.504 <strong>10</strong>.321 8.325<br />
MARCHE 6.044 5.992 6.735 6.258<br />
UMBRIA 2.968 2.714 2.358 2.625<br />
LAZIO 16.959 16.675 17.856 17.391<br />
ABRUZZO 3.942 3.442 3.086 3.394<br />
MOLISE 797 800 903 795<br />
CAMPANIA 24.501 18.079 14.472 12.387<br />
BASILICATA 668 711 800 232<br />
CALABRIA 3.681 4.051 4.404 3.695<br />
PUGLIA <strong>10</strong>.587 <strong>10</strong>.993 11.662 9.884<br />
SICILIA 13.480 13.770 15.124 12.721<br />
SARDEGNA 3.876 4.226 4.634 4.144<br />
TOTALE COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170<br />
Fonte: COBAT<br />
1 ACI, Statistiche automobilistiche, anno di riferimento 2005<br />
2 Quantità consegnate agli impianti di riciclo da raccoglitori ricadenti nell’area di riferimento<br />
221
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
La Tabella 6 illustra invece quali sono le attività economiche che generano un<br />
maggiore quantitativo di accumulatori al piombo esausti. Come si può<br />
notare, la gran parte <strong>del</strong>le batterie esauste proviene dalle attività degli<br />
artigiani installatori e riparatori nonché da attività industriali e agricole e da<br />
commercio rottami.<br />
TABELLA 6: Ripartizione <strong>del</strong>l’esausto per attività economica (%)<br />
ATTIVITÀ ECONOMICA 2005 2006 2007 2008<br />
Attività Artigiane 33,3 33,2 31,8 32,4<br />
Attività Industriali ed Agricole 16,8 14,8 14,1 11,3<br />
Commercio Rottami 11,4 12,7 13,2 15,6<br />
Attività Gestione Rifiuti 3,2 3,0 2,3 2,8<br />
Grandi Utenti (Rfi, ENEL, Telecom,…) 7,8 5,6 4,1 4,7<br />
Attività Commerciali 3,5 3,1 3,6 2,8<br />
Pubblica Amministrazione 4,2 4,5 4,3 4,1<br />
Impianti non codificati 3 16,6 20,9 24,7 25,1<br />
Altre 3,1 2,2 1,8 1,2<br />
Fonte: COBAT<br />
3 Impianti di cui non si è potuta riconoscere la provenienza. L’aumento degli impianti non codificati è da attribuirsi<br />
alle modifiche dei codici <strong>del</strong>le attività economiche apportato dall’ISTAT e non ancora pienamente integrato dai<br />
sistemi software dei raccoglitori. L’attuale utilizzo di una doppia codifica ha fatto raddoppiare i casi di impianti<br />
con codice non riconosciuto<br />
222
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ACCORDI SPECIFICI<br />
Nel corso <strong>del</strong>l’anno sono continuate le iniziative attinenti alle campagne speciali,<br />
quella serie di attività volte a ridurre la dispersione <strong>del</strong>le batterie a maggiore<br />
rischio di abbandono generate dal fenomeno <strong>del</strong> cosiddetto “fai da te”, ovvero<br />
<strong>del</strong>la sostituzione fatta in proprio da parte <strong>del</strong> privato cittadino <strong>del</strong>la batteria<br />
esausta <strong>del</strong>la propria auto, imbarcazione, macchina agricola, etc.<br />
Tali settori sono rappresentati da:<br />
• Comuni<br />
• Grande distribuzione organizzata (GDO)<br />
• Nautica<br />
• Agricoltura<br />
A tale scopo, lo strumento che si è rivelato più efficace per contrastare il pericolo<br />
di un abbandono incontrollato <strong>del</strong>le batterie esauste è stato quello di stipulare<br />
degli accordi con i principali referenti territoriali in grado di contribuire<br />
all’organizzazione di una raccolta capillare e mirata alle diverse esigenze degli<br />
utenti: autorità locali e gestori <strong>del</strong>la raccolta differenziata nei Comuni, grande<br />
distribuzione, autorità marittime, consorzi agrari.<br />
I dati annuali relativi alla raccolta proveniente dalle campagne speciali, a causa<br />
<strong>del</strong>la loro mole, non sono ottenibili prima <strong>del</strong> termine <strong>del</strong> terzo trimestre<br />
<strong>del</strong>l’anno successivo. Pertanto, nella Tabella 7, vengono comunicati i quantitativi<br />
<strong>del</strong>la raccolta totalizzati sino al termine <strong>del</strong> 2007.<br />
TABELLA 7:<br />
Raccolta proveniente dalle campagne speciali (ton)<br />
SETTORE 2005 2006 2007<br />
Comuni 12.028 13.714 13.929<br />
GDO 146 192 164<br />
Nautica 130 150 117<br />
Agricoltura 191 213 174<br />
Totale “fai da te” 12.495 14.269 14.353<br />
Fonte: COBAT<br />
223
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Gli accordi con gli Enti locali<br />
Nel 2008, è proseguito il lavoro per incrementare il numero <strong>del</strong>le Convenzioni<br />
stipulate con gli Enti locali e con i gestori <strong>del</strong>la raccolta differenziata, per dotare i<br />
Comuni di idonei contenitori per le batterie esauste reperite in stato d’abbandono<br />
o conferite direttamente dai cittadini. Accanto ai Comuni convenzionati, vi sono poi<br />
i Comuni nei quali i raccoglitori incaricati COBAT esercitano comunque un servizio<br />
di raccolta continuativo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste.<br />
I Comuni complessivamente serviti dalla rete di raccolta sono passati da 4.265<br />
<strong>del</strong> 2007 ai 4.584 <strong>del</strong> 2008, che in termini di percentuale di popolazione<br />
residente significa essere passati dal 70% al 74%.<br />
Il quadro di sintesi complessivo dei Comuni serviti, <strong>del</strong>la percentuale di<br />
popolazione residente in Comuni serviti e <strong>del</strong>la raccolta, confrontati con l’anno<br />
precedente, è riportato nella Tabella 8.<br />
TABELLA 8: Comuni serviti e percentuale di popolazione residente in Comuni serviti<br />
TERRITORIO<br />
COMUNI SERVITI (n.)<br />
% Popolazione residente nei Comuni serviti<br />
2008 2007 2008 vs 2007 INCREMENTO 2008 2007 2008 vs 2007 (%)<br />
Nord 2.781 2.591 190 7% 81% 78% 3%<br />
Centro 732 659 73 11% 79% 75% 4%<br />
Sud 681 652 29 4% 59% 57% 2%<br />
Isole 390 363 27 7% 64% 61% 3%<br />
Totale Italia 4.584 4.265 319 7% 74% 70% 4%<br />
Fonte: COBAT<br />
La grande distribuzione organizzata<br />
Nel settore <strong>del</strong>la grande distribuzione l’impegno <strong>del</strong> COBAT consiste nel sottoscrivere<br />
degli accordi con le principali catene di ipermercati, al fine di dotare i punti vendita<br />
che commercializzano batterie d’avviamento di un servizio di raccolta per quelle<br />
esauste conferite dalla clientela. In questo modo il Consorzio collabora con chi<br />
commercializza batterie al piombo fornendogli il suo aiuto per l’adempimento di<br />
precisi obblighi normativi.<br />
Infatti, Il DM 03 luglio 2003 n. 194, di attuazione <strong>del</strong>la Direttiva 98/<strong>10</strong>1/CE, relativo<br />
alle pile ed agli accumulatori contenenti sostanze pericolose, ribadisce quanto già<br />
previsto dal DM 20 novembre 1997 n. 476, stabilendo che il rivenditore deve mettere<br />
a disposizione <strong>del</strong> pubblico un contenitore per il conferimento degli accumulatori<br />
esausti nel proprio punto vendita (art. 4, comma 2).<br />
L’incremento di centri commerciali attivati nel 2008 si deve all’Accordo stipulato con<br />
la grande catena italiana Panorama ed all’ingresso di nuovi punti vendita<br />
appartenenti a catene con le quali il COBAT aveva già proceduto alla sottoscrizione<br />
<strong>del</strong>l’Accordo.<br />
224
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 2: Ipermercati attivati negli anni 2000-2008<br />
500<br />
447<br />
491<br />
400<br />
300<br />
200<br />
<strong>10</strong>0<br />
46 46<br />
90<br />
196<br />
254<br />
308<br />
337<br />
0<br />
2000<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
COBAT<br />
Fonte: COBAT<br />
La nautica<br />
Il progetto “L’isola nel Porto”, promosso dal COBAT congiuntamente al<br />
Consorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU) ed inaugurato nel porto di Ancona nel<br />
1999, continua a suscitare molto interesse. Il progetto consiste nell’installazione<br />
di isole ecologiche metalliche recintate contenenti un contenitore per la raccolta<br />
<strong>del</strong>le batterie esauste ed una cisterna per la raccolta degli oli usati.<br />
Dal 1999 il progetto ha avuto un successo costante, a testimonianza <strong>del</strong>la<br />
validità <strong>del</strong>l’idea originaria dei due Consorzi circa l’esigenza, in ambito portuale,<br />
di un’adeguata organizzazione <strong>del</strong>la raccolta di tali rifiuti pericolosi prodotti dalle<br />
imbarcazioni. Nel corso <strong>del</strong> 2008, così come accaduto nel 2007, tranne il<br />
ripristino <strong>del</strong>le due isole ecologiche nel porto di Pescara rimosse nel 2007 per<br />
manutenzione, non sono stati attivati altri porti, a causa <strong>del</strong> forte rallentamento<br />
di cui ancora oggi soffrono i porti gestiti dalle autorità marittime a seguito<br />
<strong>del</strong>l’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 182/2003, il quale disciplina in questi porti le<br />
modalità secondo le quali debba essere organizzata la raccolta dei rifiuti prodotti<br />
dalle imbarcazioni. Tale decreto ha infatti determinato l’insorgenza di una<br />
procedura piuttosto articolata, prevedendo per i porti l’adozione di un piano di<br />
gestione da parte <strong>del</strong>l’autorità marittima o <strong>del</strong>l’autorità portuale e la sua<br />
approvazione da parte <strong>del</strong>la Regione, a seguito <strong>del</strong>la quale deve essere indetto<br />
un bando di gara per l’assegnazione <strong>del</strong> servizio di raccolta ad un soggetto<br />
aggiudicatario, al quale viene affidata da parte <strong>del</strong> COBAT e <strong>del</strong> COOU la<br />
gestione <strong>del</strong>le isole ecologiche. Un importante evento registrato nel settore è<br />
stato comunque l’accordo stipulato il 18 novembre dal COBAT e COOU con<br />
ASSONAT, l’Associazione di porti turistici più importante d’Italia aderente a<br />
Federnautica.<br />
Grazie all’accordo si prevede per il <strong>2009</strong> una ripresa nell’attivazione di nuovi<br />
porti e nell’installazione di nuove isole ecologiche.<br />
225
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 3: Porti attivati ed isole ecologiche installate negli anni 2002-2008<br />
60<br />
52<br />
59 59 60<br />
55<br />
52<br />
50<br />
43<br />
40<br />
30<br />
19<br />
26<br />
31 31<br />
32<br />
30<br />
28<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
2002<br />
2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
n. porti n. isole ecologiche installate<br />
Fonte: COBAT<br />
Il Grafico 3 mostra come dal 2006 si sia fermata l’installazione di nuove<br />
isole ecologiche. Il trend negativo <strong>del</strong> 2007 e <strong>del</strong> 2008 è dovuto alla<br />
rimozione di alcune isole ecologiche da porti nei quali, essendo venuta a<br />
mancare la presenza di un gestore <strong>del</strong>le stesse, si è dovuto procedere con<br />
l’interruzione <strong>del</strong> servizio.<br />
226
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 9:<br />
Isole ecologiche installate con il progetto “L’isola <strong>del</strong> porto” attualmente presenti<br />
PORTI CON ISOLE ECOLOGICHE<br />
PORTI Prov. n. isole data installazione<br />
1 ANCONA AN 8 lug-99<br />
2 VIAREGGIO LU 3 mag-00<br />
3 CAGLIARI CA 3 feb-01<br />
4 OLBIA SS 3 feb-01<br />
5 GOLFO ARANCI SS 1 mag-01<br />
6 LA MADDALENA SS 1 mag-01<br />
7 TRIESTE TS 3 mag-01<br />
8 SAVONA SV 1 lug-01<br />
9 RIPOSTO CT 1 lug-01<br />
<strong>10</strong> TARANTO TA 2 nov-01<br />
11 PORTO VIRO RO 1 giu-02<br />
12 SPERLONGA LT 1 ott-02<br />
13 MARINA DI CARRARA MS 1 ott-02<br />
14 MANFREDONIA FG 3 nov-02<br />
15 SAN BENEDETTO DEL TRONTO AP 3 gen-03<br />
16 BARLETTA BA 1 lug-03<br />
17 PALAU SS 1 lug-03<br />
18 CASTIGLIONE DELLA P. GR 1 dic-03<br />
19 MOLA DI BARI BA 1 mar-04<br />
20 TORRE DEL GRECO NA 1 mag-04<br />
21 SANTA TERESA DI GALLURA SS 1 mag-04<br />
22 MARATEA PZ 1 giu-04<br />
23 VENEZIA VE 3 dic-04<br />
24 MARINA DI PORTISCO SS 2 giu-06<br />
25 CHIAVARI GE 1 dic-06<br />
26 MARINA DI GROSSETO GR 1 dic-06<br />
27 ISOLA ROSSA SS 1 dic-06<br />
28 PESCARA PE 2 nov-08 (ripristino)<br />
TOTALE 52<br />
Fonte: COBAT<br />
Il settore agricolo<br />
Per quanto riguarda il comparto agricolo, il COBAT già da diversi anni<br />
partecipa ad accordi di programma adottati a livello regionale e provinciale<br />
per l’attivazione di punti di conferimento dei rifiuti prodotti dagli utenti <strong>del</strong><br />
settore.<br />
Tuttavia tali strumenti di organizzazione <strong>del</strong>la raccolta, per via <strong>del</strong><br />
coinvolgimento di un gran numero di attori più o meno direttamente<br />
collegati al settore, vengono generalmente adottati laddove la gestione dei<br />
rifiuti e <strong>del</strong>la raccolta differenziata è sufficientemente radicata presso gli<br />
amministratori e la popolazione.<br />
227
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Purtroppo però questo comporta che nell’Italia centrale e meridionale<br />
l’accordo di programma nel settore agricolo non sia così diffuso, ed in<br />
questi contesti territoriali non è pertanto possibile fare riferimento a simili<br />
strumenti operativi per organizzare la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste<br />
prodotte dagli agricoltori.<br />
Per questo motivo il COBAT ha iniziato a ricercare altre forme di attivazione<br />
<strong>del</strong> servizio in ambito agricolo, soprattutto in considerazione di quanto<br />
possa essere alto il rischio di dispersione <strong>del</strong>la batteria esausta in questo<br />
settore specifico.<br />
Tra le forme alternative all’accordo di programma prese in esame, quella<br />
che è apparsa presentarsi maggiormente promettente allo scopo è stato il<br />
ricorso ai consorzi agrari provinciali.<br />
I consorzi agrari provinciali, laddove fattivamente presenti sul territorio,<br />
posseggono <strong>del</strong>le agenzie di vendita nella Provincia nelle quali, tra l’ampia<br />
gamma di prodotti commercializzati per l’utenza agricola, vengono venduti<br />
anche nuovi accumulatori; in qualità di rivenditori, tali soggetti sono tenuti<br />
per legge a porre a disposizione <strong>del</strong>l’agricoltore il servizio di ritiro dei vecchi<br />
accumulatori, così come ad informarlo <strong>del</strong>l’esistenza <strong>del</strong> servizio e <strong>del</strong>la<br />
pericolosità potenzialmente derivante dall’abbandono in ambiente di<br />
questo rifiuto pericoloso (D.Lgs. 194/03).<br />
Forte di tale legislazione, che peraltro ha più facilmente consentito di<br />
rendere operativo il servizio nei punti vendita <strong>del</strong>la GDO, si è deciso di<br />
rivolgersi nel 2007 ad un consorzio agrario provinciale di un’area a forte<br />
vocazione agricola come la Provincia di Latina, per testare questo progetto<br />
pilota in un’area peculiare e susseguentemente esportarlo in altre realtà<br />
provinciali.<br />
L’accordo con il consorzio provinciale di Latina è stato sottoscritto nel mese<br />
di marzo 2007, consentendo di attivare ben 19 punti di raccolta nella<br />
Provincia, e successivamente, grazie al prezioso contributo <strong>del</strong>l’Associazione<br />
nazionale dei consorzi agrari provinciali (ASSOCAP), sono stati contattati<br />
tutti i consorzi agrari nel territorio nazionale a cui è stata proposta la<br />
sottoscrizione <strong>del</strong>l’accordo.<br />
Nel 2008 sono stati sottoscritti due accordi con altri due Consorzi agrari<br />
provinciali in Piemonte e l’attivazione di altri due centri di raccolta.<br />
228
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GESTIONE<br />
DELLA RACCOLTA:<br />
I RACCOGLITORI<br />
INCARICATI<br />
Il COBAT non gestisce in modo diretto il servizio di raccolta, ma ricorre ad<br />
una rete di raccoglitori incaricati.<br />
Tali raccoglitori sono distribuiti su tutto il territorio nazionale ed offrono<br />
gratuitamente il servizio di raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste pronte al carico,<br />
anche nelle zone a bassa concentrazione di produzione di rifiuto.<br />
I raccoglitori incaricati di cui si avvale COBAT sono circa 90, aggiudicatari di<br />
una gara pubblica d’appalto conclusasi nel mese di gennaio 2006 per 69<br />
lotti d’incarico.<br />
Con le aziende aggiudicatarie, il COBAT stipula un contratto attraverso il<br />
quale il raccoglitore si obbliga a garantire la raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste<br />
nel lotto di appartenenza mediante l’utilizzo di mezzi propri autorizzati o<br />
mediante trasportatori terzi valicati dal Consorzio, e a stoccare le batterie<br />
esauste nei propri impianti di messa in riserva osservando ed adottando<br />
tutte le procedure e prescrizioni fissate dalla normativa in materia di<br />
gestione dei rifiuti pericolosi, di specifici provvedimenti autorizzatori e <strong>del</strong><br />
Descrittivo tecnico COBAT.<br />
Il raccoglitore incaricato è obbligato a cedere al COBAT l’intero quantitativo<br />
di batterie raccolte, consegnando le stesse agli impianti di riciclo indicati da<br />
COBAT, presso cui si effettua l’acquisto e la vendita <strong>del</strong>le batterie da parte<br />
<strong>del</strong> COBAT. L’avvenuta consegna <strong>del</strong> carico viene formalizzata dal rilascio da<br />
parte <strong>del</strong>l’impianto di riciclo <strong>del</strong> documento di collaudo, dal quale deve<br />
risultare il “peso netto confermato” <strong>del</strong>le batterie ritirate.<br />
L’importo fatturabile è riferito al quantitativo di batterie pari al peso<br />
accertato e documentato dall’impianto di riciclo.<br />
L’organizzazione <strong>del</strong>la rete di raccolta <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste è<br />
dettagliata nel “Regolamento per l’organizzazione <strong>del</strong>la rete di raccolta<br />
<strong>del</strong>le batterie al piombo esauste COBAT”, mentre le modalità di trasporto e<br />
di conferimento <strong>del</strong>le batterie esauste o dei rifiuti piombosi sono regolate<br />
dal “Descrittivo tecnico COBAT” e dalle “Modalità di conferimento<br />
COBAT”.<br />
Il raccoglitore incaricato è obbligato ad inviare con cadenza mensile tutti i<br />
movimenti in ingresso ed in uscita relativi alle batterie raccolte, stoccate e<br />
conferite agli impianti di riciclo mediante l’utilizzo di uno specifico<br />
software.<br />
Il COBAT riconosce inoltre incentivi e/o premi a quei raccoglitori incaricati<br />
che dimostrano di aver conseguito obiettivi significativi atti a migliorare il<br />
servizio: certificazioni conformi alle ISO 9001, ISO 14001, EMAS,<br />
informatizzazione, qualità <strong>del</strong>la raccolta, comunicazione.<br />
229
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GESTIONE<br />
DELLA RACCOLTA:<br />
I RACCOGLITORI<br />
VERIFICATI<br />
Qualsiasi operatore che sia in possesso <strong>del</strong>le necessarie autorizzazioni previste<br />
dalla legge per svolgere l’attività di raccolta, pur non appartenendo alla rete dei<br />
raccoglitori incaricati COBAT, può chiedere comunque di consegnare le batterie<br />
esauste agli impianti di riciclo consorziati.<br />
Al ricevimento <strong>del</strong>la richiesta, il COBAT verifica il possesso da parte<br />
<strong>del</strong>l’operatore <strong>del</strong>le necessarie iscrizioni e autorizzazioni, ed in caso di esito<br />
positivo, sottopone al medesimo la sottoscrizione di un contratto mediante il<br />
quale il raccoglitore diviene verificato ed, analogamente ai raccoglitori incaricati,<br />
abilitato al conferimento <strong>del</strong>le batterie esauste raccolte agli impianti consorziati,<br />
alle medesime condizioni economiche, senza però percepire il valore <strong>del</strong> servizio,<br />
riconosciuto unicamente ai raccoglitori incaricati.<br />
Il contratto, esattamente come avviene per i raccoglitori incaricati, obbliga il<br />
raccoglitore verificato alla trasmissione mensile dei dati relativi alla raccolta, ed<br />
all’invio <strong>del</strong>la copia <strong>del</strong> MUD.<br />
Valorizzazione <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste<br />
- Raccoglitori Incaricati<br />
Per l’acquisto franco destino <strong>del</strong>le batterie raccolte viene riconosciuto un prezzo<br />
di cessione pari a V1 + V2 + VT dove:<br />
VOCE DI COSTO<br />
Valore batteria (V1)<br />
Valore servizio (V2)<br />
Valore trasporto (VT)<br />
VALORE<br />
Variabile in funzione <strong>del</strong> LME.<br />
LME è la media aritmetica semplice, in €/t, <strong>del</strong>la “quotazione<br />
settlement” <strong>del</strong> piombo al London Metal Exchange<br />
determinata per ciascun trimestre solare: ad esempio, per un<br />
valore di 801 euro a tonnellata di piombo, COBAT riconosce<br />
un valore di 121 euro a tonnellata di batteria.<br />
Indicato dal contratto (€/t) a seguito di aggiudicazione gara<br />
Variabile in funzione <strong>del</strong>la distanza tra il proprio impianto<br />
di stoccaggio e l’impianto di riciclo determinato dal COBAT<br />
Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad una<br />
società specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzata<br />
ai sensi <strong>del</strong>la normativa vigente. Al raccoglitore incaricato franco partenza verrà<br />
riconosciuto il prezzo V1 + V2 .<br />
- Raccoglitori verificati<br />
Per l’acquisto franco destino <strong>del</strong>le batterie raccolte viene riconosciuto un prezzo<br />
di cessione pari a V1 + VT .<br />
Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad una<br />
società specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzata<br />
ai sensi <strong>del</strong>la normativa vigente. Al raccoglitore verificato franco partenza verrà<br />
riconosciuto il prezzo V1.<br />
230
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INDICATORI<br />
DELLA RACCOLTA<br />
Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati alla raccolta, sono stati definiti<br />
degli indici utili per il monitoraggio <strong>del</strong>le attività il cui svolgimento genera un<br />
impatto ambientale.<br />
Da tale monitoraggio rimangono escluse le attività di raccolta riferibili a soggetti<br />
“extra-COBAT”, in quanto completamente autonomi sia a livello gestionale, sia<br />
tecnico.<br />
Le quantità raccolte (Tabella <strong>10</strong>) sono suddivise in:<br />
1. raccolta di batterie esauste da raccoglitori incaricati;<br />
2. raccolta di batterie esauste da raccoglitori verificati.<br />
TABELLA <strong>10</strong>: Raccolta COBAT e ripartizione tra raccoglitori incaricati e verificati<br />
2005 2006 2007 2008<br />
RACCOLTA (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%)<br />
DA RACCOGLITORI INCARICATI 196.598 97.56 185.656 96,83 177.905 94,82 151.401 93,94)<br />
DA RACCOGLITORI VERIFICATI 4.924 2,44 6.087 3,17 9.718 5,18 9.769 6,06<br />
TOTALE 201.522 <strong>10</strong>0 191.743 <strong>10</strong>0 187.623 <strong>10</strong>0 161.170 <strong>10</strong>0<br />
Fonte: COBAT<br />
Negli ultimi anni si assiste ad un aumento dei conferimenti da parte degli<br />
operatori verificati, che però rimane sempre trascurabile rispetto al totale dei<br />
conferimenti a COBAT.<br />
La rete COBAT utilizza ancora una significativa percentuale di mezzi di trasporto<br />
obsoleta (Euro 0), ma con una attenzione altrettanto significativa<br />
all’aggiornamento <strong>del</strong> proprio parco mezzi con vetture di nuova generazione ad<br />
impatto ambientale più contenuto (Euro 3, Euro 4).<br />
Sulla base dei risultati ottenuti con il censimento, sono stati nuovamente<br />
calcolati per il 2008 gli impatti in termini di emissioni prodotti dalla fase di<br />
raccolta <strong>del</strong>le batterie esauste presso i produttori <strong>del</strong> rifiuto. Per il calcolo si è<br />
proceduto mediante la stima dei km percorsi per effettuare un numero di prese<br />
pari a quelle <strong>del</strong> 2008 (oltre 130.000), considerando un valore medio stimato di<br />
percorrenza per singola presa pari a 20 km.<br />
La Tabella 11 riporta i risultati ottenuti con il nuovo calcolo:<br />
TABELLA 11:<br />
Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di raccolta <strong>del</strong>le batterie<br />
esauste presso i produttori/detentori <strong>del</strong> rifiuto (ton)<br />
TIPOLOGIA DI GAS SERRA<br />
2008<br />
N2O<br />
CH4<br />
COVNM<br />
CO<br />
CO2<br />
NOX<br />
0,012<br />
0,004<br />
1,06<br />
4,25<br />
744,21<br />
3,72<br />
Fonte: COBAT<br />
231
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ALTRE ATTIVITÀ<br />
DI RILEVANZA<br />
AMBIENTALE<br />
Le attività <strong>del</strong> “non piombo”<br />
Per attività “non piombo” si intendono quelle attività di intermediazione che il<br />
COBAT effettua tramite i propri raccoglitori incaricati su richiesta di alcuni enti o<br />
grandi aziende per la raccolta e l’avvio a riciclo di accumulatori non al piombo<br />
ed apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso contenenti accumulatori.<br />
Gli utenti che richiedono lo smaltimento <strong>del</strong>le batterie al nichel-cadmio sono<br />
notevolmente diversificati: dagli stessi raccoglitori incaricati COBAT ad enti quali<br />
RFI, Trenitalia, TIM, Telecom, Vodafone.<br />
Le procedure adottate negli anni passati hanno permesso oggi di ottimizzare<br />
l’economicità <strong>del</strong> servizio, di monitorare i flussi di batterie e di evitare lo<br />
smaltimento oneroso da parte <strong>del</strong> COBAT <strong>del</strong>le eventuali batterie conferite dai<br />
raccoglitori incaricati presso gli impianti di riciclo.<br />
Nel corso <strong>del</strong>l’esercizio 2008 sono state raccolte 43 tonnellate di batterie non<br />
piombo.<br />
GRAFICO 4: Andamento raccolta accumulatori al nichel-cadmio (ton)<br />
200<br />
180<br />
160<br />
140<br />
120<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
Fonte: COBAT<br />
232
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL TRASPORTO<br />
Non tutti i raccoglitori incaricati COBAT effettuano con mezzi propri il servizio<br />
di trasporto <strong>del</strong>le batterie esauste agli impianti di riciclo.<br />
Il trasporto <strong>del</strong>le batterie agli impianti di riciclo è effettuato con automezzi di<br />
portata maggiore rispetto a quelli utilizzati per la microraccolta; la categoria<br />
più impiegata è quella appartenente alla classe 16-32 tonnellate.<br />
Il servizio è inoltre caratterizzato da una minore frequenza e da un percorso<br />
medio coperto più lungo.<br />
Analogamente alla Tabella 11 per la raccolta, la Tabella 12, sempre sulla base<br />
<strong>del</strong> nuovo censimento dei mezzi di trasporto <strong>del</strong>la rete, riporta le emissioni in<br />
atmosfera associate al trasporto <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste dagli<br />
stoccaggi agli impianti di riciclo.<br />
Complessivamente, per il trasporto <strong>del</strong>le batterie esauste agli impianti di<br />
riciclo consorziati, sono stati percorsi quasi 2.500.000 km.<br />
TABELLA 12:<br />
Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di trasporto <strong>del</strong>le batterie<br />
esauste dagli stoccaggi agli impianti di riciclo (ton)<br />
TIPOLOGIA DI GAS SERRA<br />
2008<br />
N2O<br />
CH4<br />
COVNM<br />
CO<br />
CO2<br />
NOX<br />
0,017<br />
0,008<br />
1,33<br />
5,64<br />
807,39<br />
5,41<br />
Fonte: COBAT<br />
233
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL RICICLO 4<br />
Per assicurare che il piombo contenuto nelle batterie esauste sia correttamente<br />
recuperato, il COBAT si avvale di 7 impianti consorziati (Figura 1).<br />
FIGURA 1: Ripartizione geografica impianti di riciclo consortili<br />
ECO-BAT<br />
Paderno Dugnano (MI)<br />
Piombifera Bresciana<br />
Maclodio (BS)<br />
Ecolead<br />
Torrecuso (BN)<br />
Piomboleghe<br />
Brugherio (MI)<br />
ECO-BAT<br />
Marcianise (CE)<br />
E.S.I<br />
Pace <strong>del</strong> Mela (ME)<br />
ME.CA.<br />
Lamezia Terme (CZ)<br />
Fonte: COBAT<br />
Nel 2008, le batterie avviate a riciclo in tali impianti dal sistema COBAT sono<br />
state 161.170 tonnellate ma la totalità <strong>del</strong>le batterie conferite copre solo<br />
parzialmente la capacità di trattamento degli impianti.<br />
Uno schema <strong>del</strong>la lavorazione <strong>del</strong>la batteria per la successiva produzione di<br />
piombo può essere sintetizzato in Figura 2.<br />
4 I dati di questo paragrafo sono trasmessi a cura di AIRPB (Associazione Imprese Riciclo Piombo da Batterie)<br />
234
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
FIGURA 2: Diagramma di flusso <strong>del</strong>le principali operazioni di un impianto di riciclo di batterie al piombo<br />
Batterie Esauste<br />
Acido Solforico<br />
NEUTRALIZZAZIONE<br />
CONCENTRAZIONE<br />
FRANTUMAZIONE<br />
Plastiche<br />
SEPARAZIONE<br />
VALORIZZAZIONE<br />
Griglie e Pastello<br />
FUSIONE / RIDUZIONE<br />
Fonte: COBAT<br />
Piombo e sue Leghe<br />
Il processo piro-metallurgico<br />
Il sistema industriale degli impianti consortili nazionali utilizza un processo<br />
piro-metallurgico molto diffuso a livello mondiale nel settore specifico <strong>del</strong><br />
riciclaggio dei rottami di batterie.<br />
Tale processo è stato selezionato tra i più efficienti, per quanto riguarda gli<br />
impatti ambientali, dall’European IPPC Bureau (Integrated Pollution Prevention<br />
Control) che lo elenca tra le Best Available Techniques per il settore <strong>del</strong>la<br />
metallurgia non ferrosa.<br />
Sommariamente, il processo si basa sulla riduzione ad alta temperatura dei<br />
composti <strong>del</strong> piombo, ossidi e solfati, ad opera di riducenti classici quali il<br />
carbone o il coke.<br />
Le attività possono essere schematizzate in tre macrofasi, di seguito descritte<br />
in dettaglio:<br />
1. macinazione con selezione, separazione e stoccaggio dei diversi<br />
componenti <strong>del</strong>la batteria;<br />
2. riduzione-fusione, con produzione <strong>del</strong> cosiddetto “piombo d’opera”;<br />
3. raffinazione e lingottatura.<br />
235
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
FIGURA 3:<br />
Il processo di lavorazione <strong>del</strong>le batterie<br />
COBAT rete di raccolta<br />
e riciclaggio<br />
Fusione<br />
Raffinazione<br />
Vasca di accumulo<br />
Scorie<br />
Piombo raffinato<br />
al 99,97%<br />
Piombo antimoniale<br />
Leghe di piombo<br />
Eventuale trattamento<br />
<strong>Recupero</strong> di materia<br />
o invio a discarica<br />
Griglie e altre parti<br />
contenenti piombo<br />
Frantumazione<br />
Polipropilene<br />
Lavaggi<br />
Acido solforico<br />
Mix plastiche<br />
Granulazione<br />
Trattamento<br />
<strong>Recupero</strong><br />
di materia<br />
o energia<br />
Smaltimento<br />
Vendita<br />
Fonte: COBAT<br />
Selezione, macinazione e separazione dei componenti<br />
Le batterie esauste, giunte agli stabilimenti di riciclaggio, vengono scaricate<br />
dagli automezzi di trasporto su un’area adibita ad una prima selezione e<br />
controllo <strong>del</strong> carico. Tale fase è volta a verificarne la rispondenza ai requisiti<br />
ambientali e di sicurezza ed a rimuoverne eventuali materiali non conformi.<br />
Le batterie vengono quindi movimentate per facilitare gli sversamenti<br />
<strong>del</strong>l’acido ancora contenuto. Questo avviene in zone con un’adeguata<br />
pendenza o, in alternativa, in vere e proprie vasche, isolate con cemento<br />
antiacido e dotate di canalette di raccolta. Mediante tramoggia sono quindi<br />
avviate ai mulini di frantumazione dove, previa deferrizzazione, sono<br />
macinate, permettendo così la successiva separazione dei vari componenti<br />
<strong>del</strong>la batteria esausta.<br />
236
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
È da ricordare che le batterie esauste vengono consegnate dal sistema di<br />
raccolta gestito dal COBAT agli impianti consortili nazionali con il loro<br />
contenuto di acido. Il Consorzio infatti incentiva i raccoglitori ad evitare che in<br />
tutte le operazioni precedenti la consegna <strong>del</strong>le batterie esauste l’acido venga<br />
disperso. Questo qualifica ulteriormente l’attenzione per l’ambiente <strong>del</strong><br />
sistema italiano che, nello specifico, comporta un aggravio dei costi per il<br />
trattamento <strong>del</strong>l’acido per i riciclatori nazionali.<br />
Sul mercato europeo infatti le batterie sono valorizzate sul loro peso secco<br />
scoraggiando di fatto il raccoglitore dall’evitare che l’acido venga disperso<br />
prima <strong>del</strong>la consegna.<br />
Al termine dalla fase descritta, si ottengono: pastello, griglie e poli,<br />
polipropilene e mix plastico.<br />
Il pastello, in forma di fango, viene recuperato mediante vagliatura e<br />
successiva filtropressatura. L’abituale contenuto in piombo di circa il 70% su<br />
secco, viene normalmente recuperato con trattamento di ossiriduzione in forni<br />
fusori rotativi. Le griglie e i poli vengono caricati nei forni di fusione.<br />
Il polipropilene, in uscita dal separatore, viene prelevato per mezzo di coclee<br />
ed inviato alla macinazione per la riduzione in pezzatura fine.<br />
Del mix plastico, una parte, lavata, pulita e depurata da materiali residui, viene<br />
venduta come prodotto ai costruttori di materiali plastici mentre la restante,<br />
costituita in massima parte da polietilene, è inviata a recupero o a discarica.<br />
L’acido solforico, in funzione <strong>del</strong> mercato, può essere concentrato e venduto<br />
oppure è convogliato in una vasca di raccolta ed inviato al trattamento di<br />
neutralizzazione per essere successivamente smaltito.<br />
Le varie fasi <strong>del</strong> ciclo descritto possiedono un certo grado d’automazione,<br />
secondo il quale ogni macchina può essere comandata in modo locale (per<br />
mezzo di pulsantiera) o remoto (tramite comando a video gestito da un<br />
operatore situato in cabina di comando).<br />
La presenza <strong>del</strong>l’operatore è, ad ogni modo, necessaria poiché la variabilità<br />
<strong>del</strong>le caratteristiche dei materiali trattati implica degli interventi sui parametri<br />
standard <strong>del</strong> ciclo.<br />
Fusione e riduzione dei componenti metalliferi<br />
Il pastello, le parti metalliche in piombo, insieme ad altri rifiuti piombosi anche<br />
provenienti da cicli interni di lavorazione, sono dosati e miscelati con i<br />
composti riducenti quali: carbone, ferro e carbonato sodico.<br />
La carica premiscelata viene trasportata in opportuni contenitori atti ad essere<br />
introdotti dentro il forno rotativo. Le varie fasi sono condotte in modo tale da evitare<br />
al massimo il rilascio di gas e fumi all’interno <strong>del</strong>lo stabilimento, consentendo il<br />
raggiungimento dei severi limiti imposti dalle normative di qualità <strong>del</strong>l’aria.<br />
Dal forno di fusione e riduzione vengono estratti in sequenza il piombo e la<br />
scoria; l’estrazione avviene da un opportuno foro di colata posto sulla<br />
mezzeria <strong>del</strong> forno.<br />
I processi che avvengono in questa fase possono essere sintetizzati in:<br />
• riduzione degli ossidi e solfati di piombo tramite carbone;<br />
• liberazione <strong>del</strong> piombo, presente in forma di solfato, mediante l’utilizzo di<br />
carbonato sodico e ferro.<br />
237
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Le temperature di esercizio per questa fase sono superiori ai 1.<strong>10</strong>0° C in<br />
funzione <strong>del</strong>le particolari condizioni d’esercizio.<br />
Raffinazione e lingottatura<br />
Il piombo, spillato dal forno alla temperatura di circa 900° C, come “piombo<br />
d’opera”, deve essere raffinato per raggiungere il grado di purezza voluto o<br />
altrimenti alligato secondo le specifiche richieste dei vari committenti.<br />
A tal fine, il processo si svolge secondo le seguenti fasi:<br />
• rimozione degli ossidi superficiali;<br />
• decuprazione per la totale o controllata eliminazione <strong>del</strong> rame;<br />
• destagnazione, per la rimozione totale o parziale <strong>del</strong>lo stagno;<br />
• disantimonizzazione per la rimozione totale o parziale <strong>del</strong>l’antimonio;<br />
• alligazione per l’aggiunta controllata di elementi metallici necessari per<br />
ottenere la lega prescelta.<br />
Dopo aver superato il controllo <strong>del</strong>la composizione chimica, la lega viene<br />
colata negli stampi dei pani di piombo sia meccanicamente, attraverso una<br />
lingottatrice, sia manualmente. Anche la fase di raffinazione è dotata di cappe<br />
di aspirazione dei fumi generati durante le operazioni di raffinazione, che<br />
vengono depurati prima di essere immessi in atmosfera.<br />
Lo schema di flusso riportato in Figura 3 illustra le principali fasi che<br />
compongono il processo di trasformazione <strong>del</strong>le batterie esauste per la<br />
produzione di piombo secondario.<br />
Il COBAT definisce annualmente il quantitativo di batterie esauste al piombo che<br />
può essere effettivamente conferito a ciascun impianto sulla base dei seguenti<br />
criteri:<br />
• percentuale di conferimento sul totale <strong>del</strong>le batterie raccolte da COBAT,<br />
indicata nel contratto;<br />
• quantità massima autorizzata di batterie esauste al piombo per ogni impianto.<br />
Per rispettare tale quantitativo annuale, il COBAT giornalmente riceve i dati sulle<br />
quantità di batterie esauste consegnate agli impianti e, nel caso, provvede a<br />
modificare le destinazioni dei raccoglitori incaricati perseguendo l’obiettivo <strong>del</strong>la<br />
minimizzazione dei costi di trasporto.<br />
All’arrivo <strong>del</strong> carico, l’impianto di riciclo controlla:<br />
• che i raccoglitori siano autorizzati (verificati o incaricati) dal COBAT;<br />
• che i documenti in entrata (formulario e documento di trasporto) siano<br />
regolarmente compilati;<br />
• che gli automezzi di trasporto siano quelli contemplati nell’elenco inviato loro<br />
dal COBAT.<br />
Nel caso sia tutto in regola, il camion viene autorizzato (dopo la pesa) a scaricare<br />
le batterie. Viene aperto un bollettino di collaudo che riporta, oltre ai dati <strong>del</strong><br />
238
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
raccoglitore, il trasportatore (se diverso), la data, ed i documenti amministrativi<br />
necessari, la consistenza <strong>del</strong> carico ed eventuali elementi penalizzabili come<br />
disciplinato dalle “Modalità di Conferimento COBAT”.<br />
Il bollettino viene compilato su un apposito spazio internet, viene convalidato,<br />
stampato e dato in copia al raccoglitore. I dati contenuti sono immediatamente<br />
visibili al COBAT.<br />
Tali dati sono utilizzati dal COBAT per la fatturazione attiva verso i riciclatori e per<br />
il controllo <strong>del</strong>la fatturazione passiva verso i raccoglitori.<br />
La non prevedibilità <strong>del</strong> gettito di batterie rende la ripartizione presso i singoli<br />
impianti una operazione complessa che deve tener conto anche <strong>del</strong>le esigenze<br />
dei raccoglitori e dei trasporti. Il mancato rispetto <strong>del</strong>le previsioni di raccolta<br />
genera un intervento <strong>del</strong> COBAT che dirotta i flussi di batterie al fine di assicurare<br />
una quanto più equa ripartizione tra gli stabilimenti consorziati, minimizzando il<br />
costo totale di trasporto. È da annotare che il COBAT aggiorna periodicamente<br />
le capacità di tutti gli impianti consortili al fine di certificare che il sistema di<br />
riciclaggio sia efficiente su tutto il territorio nazionale. Questo è giustificato sia<br />
dalla messa a regime di nuovi impianti, sia dalla verifica <strong>del</strong>le continue migliorie<br />
tecniche apportate nel periodo dai singoli operatori.<br />
TABELLA 13: Principali informazioni relative agli impianti consorziati<br />
PARAMETRO<br />
U.M.<br />
CAPACITÀ PRODUTTIVA NOMINALE<br />
(TOTALE IMPIANTI)<br />
CAPACITÀ<br />
PRODUTTIVA MINIMA<br />
CAPACITÀ<br />
PRODUTTIVA MASSIMA<br />
Capacità di fusione massima<br />
t/anno<br />
676.700<br />
41.800<br />
180.000<br />
Capacità di frantumazione<br />
t/anno<br />
1.059.400<br />
64.000<br />
279.<strong>10</strong>0<br />
Capacità impianti di trattamento aria<br />
Nm3/h<br />
1.556.000<br />
1<strong>10</strong>.000<br />
400.000<br />
Capacità impianti di trattamento acque<br />
m 3 /anno<br />
1.652.600<br />
17.600<br />
1.500.000<br />
Numero di dipendenti<br />
n.<br />
257<br />
21<br />
81<br />
Ubicazione<br />
Zone industriali<br />
Fonte: COBAT<br />
La Tabella 13 riporta l’indicazione <strong>del</strong>le capacità complessive <strong>del</strong>l’intero sistema.<br />
Le quantità di batterie esauste raccolte nel corso di ogni esercizio sono ripartite<br />
dal COBAT secondo un piano che garantisce l’operatività di tutti gli impianti<br />
rispettandone le singole capacità di trattamento.<br />
Nel corso degli ultimi anni il COBAT ha ripartito le batterie raccolte secondo la<br />
Tabella 14.<br />
239
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 14: Batterie consegnate dal COBAT agli impianti di riciclo (ton)<br />
DESTINAZIONE<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
ECO-BAT, di cui<br />
114.857<br />
<strong>10</strong>8.712<br />
<strong>10</strong>1.955<br />
90.296<br />
ECO-BAT Paderno<br />
56.738<br />
51.946<br />
49.585<br />
49.118<br />
ECO-BAT Marcianise<br />
58.118<br />
56.766<br />
52.370<br />
41.178<br />
Piomboleghe<br />
28.659<br />
27.198<br />
26.225<br />
20.913<br />
Piombifera Bresciana<br />
26.039<br />
25.060<br />
19.619<br />
19.238<br />
Me.Ca.<br />
15.541<br />
15.693<br />
14.776<br />
12.433<br />
E.S.I.<br />
16.426<br />
15.080<br />
16.446<br />
12.098<br />
Ecolead<br />
0<br />
0<br />
8.600<br />
6.191<br />
Export<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
Totale<br />
201.522<br />
191.743<br />
187.621<br />
161.170<br />
Fonte: COBAT<br />
INDICATORI<br />
DEL RICICLO<br />
Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati al riciclo, sono monitorati<br />
annualmente i rifiuti in ingresso ed in uscita, i consumi energetici ed idrici,<br />
nonché le principali emissioni in atmosfera. Per ogni voce di input e di output<br />
sono stati calcolati gli indici per unità di peso di batteria lavorata.<br />
La Tabella 15 illustra il bilancio di materia relativo al complesso degli stabilimenti<br />
aderenti al COBAT negli ultimi anni. I dati vengono trasmessi a COBAT da parte<br />
<strong>del</strong>l’AIRPB (Associazione Italiana Riciclatori di Piombo) che riceve i dati dai singoli<br />
impianti e li trasmette in forma aggregata.<br />
Al fine di una corretta lettura dei dati appresso riportati, si segnala che per il<br />
2008 non sono stati comunicati da AIRPB i dati <strong>del</strong>l’impianto ECOLEAD di<br />
Torrecuso (BN). Tuttavia, a fronte di una sua prolungata inattività nel corso <strong>del</strong><br />
2008, il contributo di ECOLEAD al computo generale influisce marginalmente.<br />
Dalla Tabella 15 si evince che nel 2008 sono stati prodotti piombo e leghe di<br />
piombo per un totale di 119.332 tonnellate. Del piombo ottenuto, circa il 70%<br />
è stato impiegato per la produzione di nuove batterie, mentre il restante 30% è<br />
240
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 15: Input ed Output impianti di riciclo (ton)<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008*<br />
Batterie<br />
201.000<br />
194.600<br />
187.623<br />
166.360<br />
Input<br />
Altri input<br />
49.600<br />
68.970<br />
70.000<br />
64.401<br />
Piombo e leghe<br />
128.600<br />
131.600<br />
128.811<br />
119.332<br />
Pastello<br />
39.000<br />
32.300<br />
31.430<br />
41.944<br />
Output<br />
Polipropilene<br />
8.800<br />
8.900<br />
8.500<br />
7.430<br />
* escluso impianto Ecolead<br />
Fonte: COBAT<br />
stato destinato ad usi diversi in vari settori industriali. In aggiunta, oltre 41.944<br />
tonnellate di pastello sono state trasferite agli impianti di lavorazione primaria.<br />
I principali consumi di energia, nei processi di produzione di piombo secondario,<br />
sono legati all’alimentazione dei forni di fusione e degli altri impianti, al<br />
riscaldamento degli ambienti di lavoro, oltre all’illuminazione dei locali ed al<br />
riscaldamento <strong>del</strong>l’acqua per usi sanitari.<br />
Le due fonti energetiche principalmente utilizzate per il recupero <strong>del</strong> piombo<br />
contenuto nei vari materiali trattati (batterie esauste ed altri rifiuti piombosi),<br />
sono metano ed energia elettrica. Nel 2008 gli impianti consorziati hanno<br />
consumato 725.991 GJ (Tabella 16), sensibilmente meno rispetto al 2007,<br />
verosimilmente per la riduzione <strong>del</strong>le batterie inviate a lavorazione dal COBAT.<br />
TABELLA 16: Consumi impianti di riciclo<br />
CONSUMI<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008*<br />
Consumi energetici (GJ)<br />
727.559<br />
843.842<br />
826.520<br />
725.991<br />
Consumi idrici (m 3 )<br />
225.700<br />
212.200<br />
226.252<br />
194.966<br />
* escluso impianto Ecolead<br />
Fonte: COBAT<br />
241
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Le emissioni atmosferiche monitorate sono controllate ai camini degli impianti,<br />
dove le diverse componenti sono misurate tramite analizzatori a celle<br />
elettrochimiche. La Tabella 17 riporta lo storico, mentre la successiva Tabella 18<br />
presenta gli indici per unità di peso di batteria lavorata (g/kg).<br />
Rispetto allo scorso anno, AIRPB non ha comunicato i dati relativi alle emissioni<br />
di CO, CO2 e PST, che pertanto non figurano in Tabella per l’impossibilità di<br />
poterli confrontare al dato 2008.<br />
TABELLA 17:<br />
Emissioni totali in atmosfera degli impianti di riciclo per anno<br />
EMISSIONI IN TONNELLATE/ANNO 2005 2006 2007 2008*<br />
Emissioni NOx <strong>10</strong>5 93 112 111<br />
Emissioni SO 2 650 590 695 425<br />
Emissioni Pb 2.8 2,5 2,5 1,14<br />
* escluso impianto Ecolead<br />
Fonte: COBAT<br />
TABELLA 18:<br />
Emissioni in atmosfera degli impianti di riciclo (indici per kg di batteria<br />
trattata)<br />
EMISSIONI IN G/KG BATTERIA 2005 2006 2007 2008*<br />
Emissioni NOx 0,5 0,5 0,6 0,7<br />
Emissioni SO 2 3,2 3,0 3,7 2,5<br />
Emissioni Pb 0,01 0,01 0,01 0,01<br />
* escluso impianto Ecolead<br />
Fonte: COBAT<br />
Dalla trasformazione <strong>del</strong>le batterie esauste, oltre al piombo, si ottengono i<br />
seguenti sottoprodotti:<br />
• acido solforico;<br />
• scorie di lavorazione;<br />
• componenti plastiche.<br />
Alcuni di questi componenti possono essere riutilizzati, sia durante lo stesso<br />
processo di trasformazione <strong>del</strong>le batterie, sia in altri processi industriali.<br />
Le parti non valorizzabili, costituite essenzialmente da scorie di lavorazione e da<br />
plastiche di scarso valore utilizzate per i separatori interni <strong>del</strong>l’accumulatore,<br />
devono essere invece adeguatamente smaltite in discariche autorizzate.<br />
242
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’acido solforico recuperato dalle batterie viene raccolto in appositi serbatoi e<br />
può subire diverse destinazioni:<br />
• neutralizzazione e successivo conferimento a terzi autorizzati per smaltimento;<br />
• depurazione e concentrazione e successiva vendita.<br />
Grazie alla costante attenzione, alle innovazioni tecnologiche ed all’adozione di<br />
migliorie impiantistiche, gli stabilimenti consorziati si sono sempre<br />
contraddistinti per il rispetto di elevati standard di efficienza ambientale.<br />
Le quantità di rifiuti avviati a discarica in un anno non trova una diretta<br />
correlazione con le batterie lavorate nello stesso periodo di riferimento a causa<br />
degli stoccaggi, che determinano uno slittamento temporale <strong>del</strong> momento <strong>del</strong>lo<br />
smaltimento rispetto a quello <strong>del</strong>l’effettiva produzione <strong>del</strong> rifiuto.<br />
I materiali plastici che compongono un accumulatore sono costituiti<br />
essenzialmente da:<br />
• polipropilene, un polimero utilizzato in numerose applicazioni industriali che,<br />
grazie alle sue caratteristiche di lavorabilità, può essere facilmente reimpiegato<br />
in altri cicli di lavorazione e viene pertanto destinato alla vendita;<br />
• un mix costituto da plastiche di scarso valore commerciale, utilizzate per i<br />
separatori interni <strong>del</strong>la batteria, che sono necessariamente inviate a discarica.<br />
Il problema <strong>del</strong>lo smaltimento <strong>del</strong>le plastiche dei separatori, che rappresenta un<br />
onere per gli impianti di riciclaggio, seppur lentamente, sta tuttavia trovando<br />
una progressiva soluzione per effetto <strong>del</strong>la loro sempre minore presenza<br />
all’interno <strong>del</strong>le batterie di nuova generazione.<br />
TABELLA 19:<br />
<strong>Produzione</strong> di rifiuti degli Impianti di riciclo (ton)<br />
RIFIUTI PRODOTTI 2005 2006 2007 2008*<br />
Pericolosi (scorie) 31.500 37.900 32.805 36.461<br />
Non Pericolosi (mix plastico) 6.200 6.749 11.257 6.043<br />
* escluso impianto Ecolead<br />
Fonte: COBAT<br />
243
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
CONFRONTO<br />
TRA SISTEMI<br />
INTERNAZIONALI<br />
La problematica <strong>del</strong> corretto smaltimento <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste è stata<br />
oggetto di produzione normativa da parte di numerosi Paesi sia in ambito<br />
europeo sia a livello extra-europeo.<br />
Il COBAT nel 2003 commissionò ad una società terza una ricerca volta a definire<br />
quali fossero nel panorama internazionale di riferimento le normative vigenti, i<br />
mo<strong>del</strong>li adottati, le modalità di finanziamento utilizzate, i tassi di raccolta<br />
raggiunti, affinché nel confronto con le realtà estere il Consorzio potesse<br />
valutare l’efficacia <strong>del</strong> proprio sistema nel raggiungimento degli obiettivi<br />
prefissati, ed individuare possibili diseconomie o inefficienze <strong>del</strong> sistema.<br />
Esistono una varietà di esperienze ed una pluralità di strumenti adottati dai<br />
diversi Paesi per monitorare correttamente la filiera <strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>le batterie<br />
esauste.<br />
In particolare:<br />
- 5 Paesi (Austria, Danimarca, Grecia, Norvegia, Svezia) hanno adottato uno<br />
schema consortile sul mo<strong>del</strong>lo di quanto è avvenuto in Italia con l’istituzione<br />
<strong>del</strong> COBAT;<br />
- 2 Paesi (Germania, USA) hanno introdotto un sistema commerciale finanziato<br />
da un deposito cauzionale sulle nuove batterie immesse al consumo;<br />
- 9 Paesi (Belgio, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda,<br />
Portogallo, Spagna) hanno mantenuto un sistema commerciale puro,<br />
affidando la responsabilità <strong>del</strong>la raccolta e <strong>del</strong> riciclaggio <strong>del</strong>le batterie esauste<br />
ai soggetti economici responsabili <strong>del</strong>la loro commercializzazione.<br />
Verosimilmente, nei paesi <strong>del</strong>la Comunità europea, i sistemi adottati saranno<br />
sottoposti a rettifiche più o meno sostanziali per l’adeguamento reso necessario<br />
dal recepimento <strong>del</strong>la Direttiva europea 2006/66/CE.<br />
244
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 20: Confronto tra sistemi internazionali<br />
PAESE<br />
SISTEMA<br />
APPLICATO<br />
RACCOLTA<br />
DICHIARATA<br />
(ton)<br />
%<br />
SU ESAUSTO<br />
STIMATO<br />
RACCOLTA<br />
PRO-CAPITE<br />
(Kg/Abitante)<br />
FINANZIAMENTO<br />
AMMONTARE DELLA TASSA<br />
(€)<br />
AUSTRIA<br />
BELGIO<br />
Bruxelles-Capitale<br />
DANIMARCA<br />
FINLANDIA<br />
FRANCIA<br />
GERMANIA<br />
GRAN BRETAGNA<br />
GRECIA<br />
IRLANDA<br />
NORVEGIA<br />
OLANDA<br />
PORTOGALLO<br />
SPAGNA<br />
SVEZIA<br />
GIAPPONE<br />
USA<br />
ITALIA<br />
Fonte: COBAT<br />
Consorzio<br />
Consorzio<br />
Consorzio<br />
Libero mercato<br />
Libero mercato<br />
Libero mercato<br />
con cauzione<br />
sulle batterie di<br />
ricambio per<br />
avviamento<br />
Libero mercato<br />
Consorzio<br />
Libero mercato<br />
Consorzio<br />
Libero mercato<br />
Libero mercato<br />
Libero mercato<br />
Consorzio<br />
Libero mercato<br />
Libero mercato<br />
con sistema<br />
cauzionale<br />
in alcuni Stati<br />
Consorzio<br />
18.000<br />
(2002)<br />
25.645<br />
(2002)<br />
17.500<br />
15.000<br />
175.693<br />
(2002)<br />
160.000<br />
(solo avviamento,<br />
anno 2000)<br />
97.200 avviamento.<br />
22.800 industriali.<br />
(2002)<br />
19.200<br />
avviamento.<br />
1.800 industriali.<br />
14.777 t<br />
(2001)<br />
15.880<br />
30.000 circa<br />
(dato medio)<br />
14.993<br />
(2002)<br />
Non dichiarata<br />
33.700<br />
308.344<br />
7.355.135<br />
su 5 anni<br />
(ricavato)<br />
COBAT (2004):<br />
191.265<br />
Altri: 11.636<br />
90<br />
Non dichiarata<br />
~<strong>10</strong>0<br />
~<strong>10</strong>0<br />
93,2<br />
96<br />
(solo avviamento)<br />
90 avviamento<br />
42 industriali<br />
60<br />
Non dichiarata<br />
98,9<br />
98<br />
<strong>10</strong>0<br />
Ah. Industriali: € 1,2 per kWh.<br />
Non esistente<br />
Non esistente<br />
€ 7,5 per batterie di ricambio<br />
(solo avviamento)<br />
Non esistente<br />
Tassa su discarica<br />
Avviamento:<br />
€ 0,2 per Ah
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’IMPEGNO<br />
DEL COBAT<br />
NELLA RICERCA<br />
ll COBAT è da anni impegnato nello studio degli aspetti ambientali che<br />
riguardano da un lato gli impatti generati da uno smaltimento non corretto<br />
<strong>del</strong>le batterie al piombo esauste, e dall’altro le possibili soluzioni che le<br />
tecnologie più avanzate mettono a disposizione per favorire un processo di<br />
recupero e di riciclaggio <strong>del</strong>le stesse sempre più efficiente.<br />
A tale scopo, nel corso <strong>del</strong> 2008, sono stati commissionati due importanti<br />
studi, che vengono appresso sinteticamente riportati.<br />
- Borsa di studio triennale con l’Università degli Studi di Napoli<br />
“Parthenope”, destinata al corso di dottorato di ricerca in “Ambiente,<br />
Risorse e Sviluppo Sostenibile”, avente come oggetto l’analisi degli impatti<br />
ambientali generati dalla dispersione di piombo proveniente da batterie<br />
mediante lo studio degli effetti prodotti su specifici organismi bersaglio. I<br />
risultati ottenuti dagli studi intrapresi nel corso <strong>del</strong> 2008 hanno<br />
ampiamente dimostrato gli effetti di tossicità prodotti da un accumulo di<br />
piombo proveniente da una sorgente puntuale e localizzata, quale può<br />
essere una batteria al piombo non correttamente smaltita. Gli aspetti più<br />
interessanti <strong>del</strong>la ricerca condotta nel 2008 sono stati quelli di riuscire a<br />
dimostrare come su organismi unicellulari una contaminazione da piombo<br />
possa produrre pesanti danni sia a livello di DNA che sull’attività <strong>del</strong>le<br />
membrane cellulari, queste ultime anche per concentrazioni di piombo non<br />
letali. In particolare l’ultimo aspetto si presenta molto interessante, e ad<br />
esso verrà dedicato parte <strong>del</strong> progetto di ricerca previsto nel <strong>2009</strong> al fine di<br />
chiarire meglio gli aspetti di tossicità riferibili a periodi prolungati di<br />
contaminazione da piombo in dosi non immediatamente letali,<br />
verosimilmente condizioni più vicine a casistiche reali. Il programma di<br />
ricerca <strong>del</strong> <strong>2009</strong> intenderà inoltre indagare la possibilità <strong>del</strong>l’utilizzo di un<br />
batterio estremofilo (Thermus thermophilus) per azioni di “bioremediation”<br />
di siti inquinati da piombo, e le cinetiche di rilascio di piombo da una<br />
batteria esausta in ambiente acquatico in funzione <strong>del</strong> cambiamento <strong>del</strong>le<br />
diverse variabili ambientali, ricreando in laboratorio degli ambienti acquatici<br />
rappresentativi di diverse condizioni riscontrabili in natura.<br />
- Audit svolto dalla società STC S.r.l. presso gli impianti di riciclo consorziati, al<br />
fine di individuare possibili sistemi di miglioramento in termini di efficienza<br />
energetica e di prestazioni ambientali. Dei sette impianti consorziati, quattro<br />
hanno risposto positivamente all’invito rivolto dal COBAT, ed i risultati ottenuti<br />
possono essere sintetizzati come segue.<br />
ECO-BAT S.p.A. di Paderno Dugnano: è stata compiuta un’analisi,<br />
attraverso un piano di prove sperimentali, sui forni rotativi, finalizzata<br />
all’ottimizzazione dei tempi di fusione <strong>del</strong>la carica e conseguentemente dei<br />
consumi energetici di metano. Le analisi hanno dimostrato che con una<br />
gestione più razionale <strong>del</strong>le fasi di carica si riesce ad ottenere un risparmio<br />
energetico di circa il <strong>10</strong>% dei consumi, con un risparmio atteso per il <strong>2009</strong><br />
di circa 50.000 – 75.000 Nm3, corrispondenti a circa <strong>10</strong>0-150<br />
tonnellate/anno in meno di CO2 in atmosfera.<br />
ECO-BAT S.p.A. di Marcianise: è stato preso in esame il sistema di<br />
aspirazione e trattamento fumi per una valutazione tecnico-economica<br />
volta all’installazione di inverter asserviti ai motori elettrici <strong>del</strong>l’impianto. Gli<br />
246
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
inverter sono stati installati durante il periodo di chiusura estiva, e dai primi<br />
mesi di esercizio le prime rilevazioni hanno fatto risultare un risparmio<br />
energetico di circa il 30%. Ciò corrisponde ad un risparmio energetico<br />
annuale di circa 2<strong>10</strong>.000 kWh, ed un periodo di ammortamento<br />
<strong>del</strong>l’investimento pari a 3 anni.<br />
MECA S.p.A. di Lamezia Terme: è stato eseguito uno studio di fattibilità<br />
per introdurre nel ciclo produttivo un impianto di desolforazione <strong>del</strong>le<br />
polveri dei filtri, con il quale, a fronte di un investimento di circa <strong>10</strong>0.000<br />
euro, si ottiene una riduzione <strong>del</strong> contenuto di zolfo inviato al forno nelle<br />
polveri metallifere di circa il 95%. Ciò consentirebbe di recuperare una<br />
quantità di piombo che attualmente viene perso nelle scorie pari a circa 150<br />
tonnellate/anno, che con un valore <strong>del</strong> metallo a 1.000 euro/tonnellate<br />
significa un recupero economico di circa 150.000 euro/anno, investimento<br />
pertanto ammortizzabile già nel primo anno di esercizio <strong>del</strong>l’impianto.<br />
ECOLEAD S.p.A. di Torrecuso: sono state valutate alcune possibilità per<br />
una valorizzazione <strong>del</strong>l’acido solforico proveniente dalla fase di<br />
scassettamento <strong>del</strong>le batterie, che attualmente comporta unicamente dei<br />
costi per la sua neutralizzazione e successivo conferimento in discarica. La<br />
soluzione proposta è stata l’impiego di un impianto di filtrazione con<br />
speciali membrane che consentano di ottenere una prodotto con specifiche<br />
tali da poter essere commercialmente valorizzabile.<br />
Per il dimensionamento <strong>del</strong>l’impianto industriale di filtrazione e depurazione<br />
si dovrà prevedere una fase preventiva di test su impianto-pilota, al fine di<br />
ottimizzare il processo in termini di rapporto tra produttività e qualità <strong>del</strong>la<br />
soluzione purificata. Tale fase non è stato possibile eseguirla nel 2008 a<br />
causa <strong>del</strong> fermo-impianto a cui è andato incontro lo stabilimento durante<br />
l’anno.<br />
247
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
STRUMENTI<br />
DI INCENTIVAZIONE<br />
E CONTROLLO<br />
L’esigenza di garantire un elevato standard professionale nello svolgimento <strong>del</strong>le<br />
operazioni di raccolta, trasporto e riciclo <strong>del</strong>le batterie al piombo esauste ha<br />
rappresentato da sempre una <strong>del</strong>le principali preoccupazioni <strong>del</strong> COBAT.<br />
L’attenzione alla sicurezza ed agli aspetti ambientali è uno dei prerequisiti<br />
fondamentali per l’ammissione al Consorzio, incluso già nei primi bandi di gara<br />
per la realizzazione <strong>del</strong>la rete di raccolta.<br />
A seguito <strong>del</strong>la revisione dei contratti in essere con i raccoglitori compiuta nel<br />
corso <strong>del</strong> 2001, il COBAT ha introdotto un’importante modifica, che prevede il<br />
riconoscimento di un incentivo per il miglioramento complessivo <strong>del</strong> servizio reso<br />
sotto vari profili. Tra i vari interventi previsti, il nuovo accordo offre dei contributi<br />
per chi introduce nella propria azienda un sistema qualità e/o un sistema di<br />
gestione ambientale.<br />
Tale importante novità ha trovato una pronta risposta da parte dei raccoglitori<br />
incaricati: tra il 2001 ed il 2008 il numero di raccoglitori in possesso di una<br />
certificazione qualità secondo lo standard ISO 9001 è più che raddoppiato<br />
raggiungendo le 59 unità. Sono ben 62 le certificazioni ambientali al 31<br />
dicembre 2008. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la quasi totalità dei<br />
raccoglitori ha introdotto un sistema di gestione conforme allo standard<br />
ISO 14000, mentre 8 operatori hanno ottenuto la registrazione EMAS (Grafico 5).<br />
GRAFICO 5 : Raccoglitori certificati qualità ed ambiente<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
ISO 9001 ISO 14001 EMAS<br />
Fonte: COBAT<br />
248
BATTERIE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Ad oggi, come mostrato nella Tabella 21, il 66% degli impianti ha una<br />
certificazione ISO 9001 e ben l’83 % una certificazione ISO 14001.<br />
TABELLA 21: Riciclatori certificati qualità ed ambiente (dati aggiornati al 2007)<br />
IMPIANTO ISO 9001 ISO 14001<br />
ECOBAT – Paderno Dugnano (MI) 1993 1998<br />
ECOBAT – Marcianise (CE) 1994 1999<br />
Piomboleghe – Brugherio (MI) 2000 2002<br />
Meca – Lamezia Terme (CZ) 2000 2005<br />
Esi – Pace <strong>del</strong> Mela (ME) 2001<br />
Fonte: COBAT<br />
Al fine di verificare il rispetto <strong>del</strong>le condizioni contrattuali, compresa la<br />
conformità alla normativa ambientale vigente, COBAT ha stabilito una procedura<br />
ed un piano per lo svolgimento periodico <strong>del</strong>le verifiche esterne sui consorziati<br />
da parte dei referenti territoriali <strong>del</strong> COBAT (Coordinatori).<br />
249
VEICOLI FUORI USO
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
Il Rapporto che presentiamo in occasione <strong>del</strong>la annuale Fiera di Rimini, è un<br />
contributo che ASSODEM vuole offrire alla valutazione <strong>del</strong>le capacità di riciclo<br />
<strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la demolizione dei veicoli a fine vita.<br />
Attraverso un censimento fra le imprese di autodemolizione, disposte su tutto il<br />
territorio nazionale, sono state raccolte circa 200 dichiarazioni MUD riferite agli<br />
anni 2007 e 2008. Questi impianti costituiscono approssimativamente 1/8 dei<br />
circa 1.600 centri di raccolta che complessivamente operano in Italia, tuttavia il<br />
loro peso specifico, come si evince dai dati esposti, è molto più significativo.<br />
I dati raccolti sono stati confrontati con quelli pubblicati dal PRA e relativi alle<br />
radiazioni per demolizione avvenute nell’anno di riferimento, per stimarne la<br />
consistenza statistica, rispetto al volume nazionale. Sono state eseguite anche<br />
<strong>del</strong>le analisi suddivise per macroregioni.<br />
In seguito, i dati sono stati utilizzati per verificare la performance operativa degli<br />
impianti, relativamente ai rifiuti prodotti dall’attività di demolizione veicoli, con<br />
analisi <strong>del</strong>le singole operazioni svolte (messa in sicurezza, promozione <strong>del</strong><br />
riciclaggio, reimpiego e avvio a recupero).<br />
La quantità di materiale avviato a recupero è stata stimata e calcolata utilizzando<br />
la somma <strong>del</strong> peso dei veicoli avviati a demolizione, sottratti i pesi di materiali<br />
separati durante la messa in sicurezza e promozione <strong>del</strong> riciclaggio, nonché <strong>del</strong>le<br />
componenti avviate a reimpiego. Il risultato di tale calcolo costituisce la somma<br />
dei materiali avviati a successiva operazione di recupero (frantumazione) e<br />
pertanto è comprensivo <strong>del</strong> peso <strong>del</strong> cosiddetto “fluff”, che viene poi separato<br />
direttamente dal frantumatore. Non si è proceduto alla valutazione <strong>del</strong>la<br />
percentuale <strong>del</strong> fluff separato a seguito <strong>del</strong>la frantumazione, in quanto dato di<br />
competenza <strong>del</strong>le imprese che svolgono tale attività specifica.<br />
Complessivamente i dati relativi agli anni 2006 e 2007 si avvicinano ai risultati<br />
<strong>del</strong> TRIAL che la filiera <strong>del</strong> fine-vita <strong>del</strong>le auto ha effettuato nel 2008.<br />
Proprio i dati relativi all'anno 2008, benchè relativi ad un numero inferiore di<br />
imprese sono molto incoraggianti: si nota infatti un netto miglioramento<br />
relativamente ai materiali avviati a riciclo e reimpiegati (e di conseguenza una<br />
diminuzione dei materiali recuperati) a conferma dei risultati <strong>del</strong> TRIAL.<br />
Gli obiettivi <strong>del</strong>la direttiva europea non risultano ancora centrati, ma questa è<br />
una situazione che è comune anche agli altri grandi Paesi europei; in Italia la<br />
sofferenza maggiore è data dall'assenza di mercati di sbocco per il vetro e la<br />
plastica, dal ritardo nell’emanazione <strong>del</strong> decreto per il recupero dei pneumatici<br />
previsto dall’art. 228 <strong>del</strong> D.Lgs. 152/2006 e dall’assenza di impianti per il<br />
recupero <strong>del</strong> “fluff” (o frazioni di questo) come combustibile.<br />
ANSELMO CALÒ<br />
Presidente ASSODEM<br />
251
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PREMESSA<br />
METODOLOGICA<br />
Il presente studio si basa sui dati raccolti da ECOEURO attraverso l’analisi dei<br />
MUD presentati dalle imprese di autodemolizione negli anni 2007 e 2008.<br />
Per l’indagine sono stati presi in considerazione 200 impianti per l’anno<br />
operativo 2006 e 209 impianti per i dati relativi all’anno 2007.<br />
Tali dati sono stati messi a confronto con i dati pubblicati dall’ACI, e relativi alle<br />
radiazioni per demolizione avvenute, per stimarne la consistenza statistica<br />
rispetto al volume nazionale.<br />
Dall’analisi dei dati, emerge che il campione statistico selezionato, sebbene<br />
rappresenti solo 1/8 (pari circa al 12,5%) <strong>del</strong> numero complessivo di impianti di<br />
autodemolizione presenti sul territorio nazionale, in realtà si riferisce al 29%<br />
(circa 416.000 su circa 1441.000 veicoli demoliti) per l’anno 2006, ed al 35%<br />
(circa 607.000 su circa 1.700.000 veicoli demoliti) per l’anno 2007.<br />
Questa valutazione consente di considerare attendibile il campione selezionato,<br />
relativamente al suo utilizzo come rappresentazione statistica <strong>del</strong>le performance<br />
operative nazionali.<br />
Si evidenzia che il PRA pubblica solo dati relativi al numero di radiazioni per<br />
demolizione registrate nell’anno, tale dato è stato moltiplicato per il peso medio<br />
di 950 chilogrammi per ogni veicolo, al fine di ottenere il dato ponderale<br />
complessivo.<br />
Nella Tabella 1 sono riportati i dati di gestione dei veicoli fuori uso espressi<br />
unicamente in forma percentuale e relativamente a numero e peso dei veicoli<br />
demoliti nelle macroregioni e sul territorio nazionale in entrambi gli anni di<br />
interesse, per un confronto più semplice.<br />
TABELLA 1: Veicoli intercettati 2006-2007<br />
2007 PRA 2007 2006 PRA 2006<br />
% N % PESO % N % PESO % N % PESO % N % PESO<br />
Nord 43,13 41,83 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 31,54 31,54 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
Centro 35,88 34,37 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 35,14 35,14 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
Sud e Isole 28,08 27,32 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 19,74 19,74 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
TOTALE 35,75 34,50 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0 28,81 28,81 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA<br />
252
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il Grafico 1 confronta le percentuali di veicoli intercettati dall’indagine nei due<br />
anni di riferimento (2006 e 2007), evidenziando come, a parità di veicoli<br />
intercettati, esse siano maggiori nell’anno 2007, rispetto al 2006.<br />
Questa differenza è dovuta al mercato <strong>del</strong>le demolizioni, incoraggiato nel 2007<br />
da iniziative statali di ecoincentivo alla rottamazione per favorire il rinnovo <strong>del</strong><br />
parco auto circolante nel Paese.<br />
GRAFICO 1: Veicoli intercettati 2006-2007 (%)<br />
50<br />
40<br />
30<br />
43,13<br />
31,54<br />
35,88<br />
35,143<br />
28,08<br />
35,75<br />
28,81<br />
20<br />
19,74<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
Nord<br />
Centro Sud e Isole Totale<br />
Dati MUD 2007<br />
Dati MUD 2006<br />
Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA<br />
253
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
MESSA IN SICUREZZA<br />
In relazione alla messa in sicurezza dei veicoli vengono analizzati i dati relativi al<br />
peso dei materiali asportati dai veicoli durante le operazioni di messa in sicurezza<br />
che consistono nel prelievo di tutte le sostanze ed i componenti pericolosi<br />
presenti, per il loro successivo avvio ad operazioni di trattamento.<br />
I dati sono stati suddivisi in due gruppi: prelievo di fluidi (olio motore, olio <strong>del</strong><br />
circuito idraulico, liquidi refrigeranti, carburante, etc.) e batterie. I dati<br />
percentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo dei veicoli<br />
trattati nell’anno di riferimento.<br />
TABELLA 2: Messa in sicurezza 2006<br />
MESSA IN SICUREZZA<br />
LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE<br />
KG % KG % KG %<br />
Nord 2.738.962,44 1,24 3.012.686,92 1,32 5.751.649,36 2,56<br />
Centro 748.905,50 0,39 1.878.979,72 1,20 2.627.885,22 1,59<br />
Sud e Isole 400.216,00 1,49 1.087.493,71 8,00 1.487.709,71 9,49<br />
TOTALE 3.888.083,94 1,04 5.979.160,35 3,50 9.867.244,29 4,54<br />
Fonte: ECOEURO<br />
TABELLA 3: Messa in sicurezza 2007<br />
MESSA IN SICUREZZA<br />
LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE<br />
KG % KG % KG %<br />
Nord 1.594.399,24 0,69 2.639.284,53 1,06 4.233.683,77 1,75<br />
Centro 1.188.544,59 0,77 4.045.412,92 2,34 5.233.957,51 3,11<br />
Sud e Isole 776.916,06 1,01 1.832.296,64 4,38 2.609.212,70 5,39<br />
TOTALE 3.559.859,89 0,80 8.516.994,09 2,43 12.076.853,98 3,23<br />
Fonte: ECOEURO<br />
Complessivamente, il peso dei fluidi ottenuti dalla messa in sicurezza dei veicoli<br />
è rimasto stabile negli anni di riferimento. Si osserva la forte diminuzione<br />
avvenuta al Nord Italia, contro il generale aumento <strong>del</strong> Centro ed un sensibile<br />
incremento registrato invece al Sud e nelle Isole.<br />
Per quanto riguarda la produzione di batterie, nel 2007 è diminuita al Nord,<br />
mentre è notevolmente aumentata al Sud e al Centro, segnando un significativo<br />
incremento sul totale nazionale.<br />
254
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 2: <strong>Produzione</strong> complessiva di rifiuti da bonifica 2006-2007 (kg)<br />
15.000.000<br />
<strong>10</strong>.000.000<br />
5.000.000<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Totale<br />
Nazionale<br />
2006<br />
2007<br />
2007<br />
Nord<br />
4.233.683,77<br />
Centro<br />
5.233.957,51<br />
Sud e Isole<br />
2.609.212,70<br />
Totale Nazionale<br />
12.076.853,98<br />
2006<br />
5.751.649,36<br />
2.627.885,22<br />
1.487.709,71<br />
9.867.244,29<br />
Fonte: ECOEURO<br />
I dati complessivi di rifiuti prodotti dalla messa in sicurezza dei veicoli<br />
confermano le riflessioni fatte a livello parziale: a livello nazionale sono<br />
aumentati i rifiuti prodotti, con un forte incremento al Centro e al Sud, bilanciato<br />
dalla diminuzione riscontrata al Nord.<br />
GRAFICO 3: <strong>Produzione</strong> di liquidi da bonifica 2006-2007 (%)<br />
1,6<br />
1,4<br />
1,2<br />
1<br />
0,8<br />
0,6<br />
0,4<br />
0,2<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2007<br />
Nord<br />
0,69%<br />
Centro<br />
0,77%<br />
Sud e Isole<br />
1,01%<br />
Media Nazionale<br />
0,80%<br />
2006<br />
1,24%<br />
0,39%<br />
1,49%<br />
1,04%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
255
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 4: <strong>Produzione</strong> di batterie da bonifica 2006-2007 (%)<br />
8<br />
7<br />
6<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2007<br />
Nord<br />
1,06%<br />
Centro<br />
2,34%<br />
Sud e Isole<br />
4,38%<br />
Media Nazionale<br />
2,43%<br />
2006<br />
1,32%<br />
1,20%<br />
8,00%<br />
3,50%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO 5: <strong>Produzione</strong> di materiali da bonifica 2006-2007 (%)<br />
<strong>10</strong><br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2007<br />
2006<br />
2007<br />
Nord<br />
1,75%<br />
Centro<br />
3,11%<br />
Sud e Isole<br />
5,39%<br />
Media Nazionale<br />
3,23%<br />
2006<br />
2,56%<br />
1,59%<br />
9,49%<br />
4,54%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
256
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Considerando la percentuale <strong>del</strong> peso dei rifiuti prodotti dalla messa in sicurezza<br />
dei veicoli, rispetto al peso complessivo dei veicoli avviati a demolizione, i dati<br />
evidenziano risultati notevoli:<br />
• al Nord è stata prodotta una percentuale minore di rifiuti da messa in sicurezza<br />
(performance meno efficiente) nell’anno 2007;<br />
• al Centro, la produzione è stata invece maggiore (performance più efficiente);<br />
• al Sud il decremento di produzione è stato sorprendentemente elevato, con un<br />
dimezzamento <strong>del</strong>l’incidenza percentuale dei materiali ottenuti da messa in<br />
sicurezza, rispetto al complessivo <strong>del</strong> peso dei veicoli demoliti;<br />
• sul totale nazionale, si registra un decremento molto sensibile.<br />
Le Regioni <strong>del</strong> Nord Italia evidenziano quindi la performance peggiore, per<br />
quanto riguarda l’efficienza <strong>del</strong>le operazioni di messa in sicurezza dei veicoli.<br />
PROMOZIONE<br />
DEL RICICLAGGIO<br />
Nel presente paragrafo sono riportati i dati relativi ai materiali separati durante<br />
le operazioni di promozione <strong>del</strong> riciclaggio, che consistono nella separazione di<br />
componenti in plastica e vetro e degli pneumatici suscettibili di rigenerazione e<br />
riutilizzo in un diverso ciclo produttivo. Queste componenti vengono separate<br />
dal veicolo in demolizione ed affidate ad impianti di trattamento terzi, che<br />
provvederanno al loro riciclaggio.<br />
I dati sono suddivisi in quattro gruppi, rispettivamente relativi a: prelievo di<br />
gomme, separazione di componenti plastiche, separazione di componenti in<br />
vetro e totale dei materiali riciclabili. I dati percentuali esposti sono calcolati<br />
relativamente al peso complessivo dei veicoli trattati nell’anno di riferimento.<br />
TABELLA 4: Riciclaggio dei materiali 2006<br />
RICICLAGGIO<br />
PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE<br />
KG % KG % KG % KG %<br />
Nord 535.574,62 0,61 315.393,46 0,14 457.635,57 0,20 1.308.603,65 0,95<br />
Centro 559.548,65 0,20 231.694,93 0,18 214.120,20 0,12 1.005.363,78 0,50<br />
Sud e Isole 251.366,90 2,06 203.530,30 0,32 129.011,90 0,27 583.909,<strong>10</strong> 2,65<br />
TOTALE 1.346.490,17 0,95 750.618,69 0,21 800.767,67 0,20 2.897.876,53 1,36<br />
Fonte: ECOEURO<br />
257
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 5: Riciclaggio dei materiali 2007<br />
RICICLAGGIO<br />
PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE<br />
KG % KG % KG % KG %<br />
Nord 1.224.4<strong>10</strong>,92 0,51 7<strong>10</strong>.645,12 0,28 653.825,21 0,25 2.588.881,25 1,04<br />
Centro 1.160.983,77 0,57 481.652,42 0,31 408.789,74 0,25 2.051.425,93 1,13<br />
Sud e Isole 1.133.772,30 1,99 743.330,89 0,55 508.473,30 0,53 2.385.576,49 3,07<br />
TOTALE 3.519.166,99 1,02 1.935.628,43 0,38 1.571.088,25 0,34 7.025.883,67 1,74<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO 6: <strong>Produzione</strong> complessiva materiali derivanti da riciclaggio (kg)<br />
8.000.000<br />
6.000.000<br />
4.000.000<br />
2.000.000<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2007<br />
2006<br />
2007<br />
Nord<br />
2.588.881,25<br />
Centro<br />
2.051.425,93<br />
Sud e Isole<br />
2.385.576,46<br />
Media Nazionale<br />
7.025.883,67<br />
2006<br />
1.308.603,65<br />
1.005.363,78<br />
583.909,<strong>10</strong><br />
2.897.876,53<br />
Fonte: ECOEURO<br />
A parte i dati di carattere quantitativo, che sono comunque da considerare<br />
relativamente al numero di veicoli trattati, i dati percentuali evidenziano un trend<br />
incoraggiante. Nell’anno 2007, per le tre categorie di materiali considerati<br />
(pneumatici, plastiche e vetri), il prelievo è stato percentualmente maggiore,<br />
rispetto a quanto avvenuto nel 2006, segnale di un aumento <strong>del</strong>l’attenzione<br />
nella separazione dei materiali in questa fase <strong>del</strong> ciclo operativo.<br />
La performance migliore si registra nel Centro Italia, con un incremento<br />
complessivo di quasi la metà (0,5% nel 2006 contro 1,1% nel 2007); nel Sud<br />
Italia si ha un incremento minore (pari a circa 0,4 %); nel Nord invece la<br />
performance è stata stabile nei due anni di riferimento.<br />
Complessivamente, sul territorio nazionale l’incremento registrato è circa 0,4%.<br />
258
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
REIMPIEGO<br />
L’attività di reimpiego, esposta in questo paragrafo, consiste nel prelievo,<br />
durante le operazioni di trattamento <strong>del</strong> veicolo, <strong>del</strong>le parti e componenti che<br />
sono suscettibili di reimpiego come ricambi auto usati. Questa quota di materiale<br />
esce dalla filiera gestionale dei rifiuti e costituisce una quota <strong>del</strong>l’obiettivo di<br />
recupero dei materiali imposto dalla direttiva europea.<br />
In particolare si tratta di parti di autoveicoli che, essendo in buono stato di<br />
conservazione e avendo un certo valore di scambio (pur se usati e potendo<br />
essere venduti come pezzi di ricambio, ad esempio parti di carrozzeria o<br />
accessori di varia natura), vengono selezionati prima di avviare il veicolo alle<br />
attività di demolizione. In seguito, essi vengono conservati separatamente dal<br />
materiale considerato rifiuto e rimessi sul mercato. L’attività è svolta<br />
ordinariamente all’interno <strong>del</strong> ciclo operativo degli impianti di autodemolizione,<br />
in quanto costituisce parte integrante <strong>del</strong>la gestione economica <strong>del</strong>l’impresa e<br />
vengono vendute al dettaglio a privati a ad imprese di autoriparazione.<br />
I dati percentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo dei<br />
veicoli trattati nell’anno di riferimento. Ogni rappresentazione grafica è<br />
accompagnata da una tabella dei dati esposti.<br />
TABELLA 6: Confronto percentuali di reimpiego 2006-2007<br />
REIMPIEGO<br />
2006 2007<br />
KG % KG %<br />
Nord 13.696.390,62 7,71 24.680.959,85 8,83<br />
Centro 17.873.221,44 12,79 25.955.336,93 13,85<br />
Sud e Isole 5.018.299,90 6,54 7.212.318,84 5,48<br />
TOTALE 36.587.911,96 9,01 57.848.615,62 9,39<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO 7: Componenti avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (kg)<br />
60.000.000<br />
40.000.000<br />
20.000.000<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Totale<br />
2007<br />
2006<br />
2007<br />
Nord<br />
24.680.959,58<br />
Centro<br />
25.955.336,93<br />
Sud e Isole<br />
7.212.318,84<br />
Totale<br />
57.848.615,62<br />
2006<br />
13.696.390,62<br />
17.873.221,44<br />
5.018.299,90<br />
36.587.911,96<br />
Fonte: ECOEURO 259
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 8: Materiali avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (%)<br />
14<br />
12<br />
<strong>10</strong><br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2007<br />
Nord<br />
8,83%<br />
Centro<br />
13,85%<br />
Sud e Isole<br />
5,48%<br />
Media Nazionale<br />
9,39%<br />
2006<br />
7,71%<br />
12,79%<br />
6,54%<br />
9,01%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
260
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
RECUPERO<br />
A seguito <strong>del</strong>le operazioni di trattamento esposte nei paragrafi precedenti, le<br />
quote di materiale residuo vengono avviate a frantumazione.<br />
A questo punto <strong>del</strong> ciclo operativo, il veicolo privato <strong>del</strong>le componenti pericolose<br />
e dei fluidi (messa in sicurezza), una volta separate le parti in plastica, gomma e<br />
vetro (promozione <strong>del</strong> riciclaggio) e selezionate le componenti adatte al<br />
reimpiego, risulta ridotto ad una carcassa composta da materiali metallici ferrosi<br />
e non ferrosi, che tuttavia può ancora contenere alcune parti di materiale non<br />
metallico (ad es. guarnizioni, materiale elettrico, sedili, tappetini, ecc.).<br />
Le carcasse vengono quindi avviate a frantumazione, presso impianti che<br />
provvedono all’adeguamento volumetrico tramite operazioni di triturazione e<br />
vagliatura per la separazione <strong>del</strong>le componenti metalliche da quelle non<br />
metalliche (tramite vagli magnetici). I materiali che escono dagli impianti di<br />
frantumazione, possono essere in parte riciclati (metalli ferrosi e metalli non<br />
ferrosi) ed utilizzati - a seguito di ulteriori trattamenti - come materia prima<br />
seconda, ed in parte (la frazione cosiddetta fluff) destinati a smaltimento in<br />
discarica (per il fluff stanno nascendo impianti per il recupero energetico).<br />
Nella presente trattazione, si è considerata come quota ponderale <strong>del</strong> veicolo<br />
avviata a recupero la differenza tra il peso dei veicoli sottoposti a trattamento, e<br />
i pesi dei materiali separati durante le attività di messa in sicurezza, promozione<br />
<strong>del</strong> riciclaggio e reimpiego, secondo la seguente formula:<br />
RECUPERO = ∑ veicoli trattati - (∑ messa in sicurezza + ∑ riciclaggio + ∑ reimpiego)<br />
Il peso <strong>del</strong> materiale avviato a recupero è comprensivo <strong>del</strong>la quota di fluff<br />
presente sulle carcasse inviate al frantumatore.<br />
Questa scelta è giustificata dal fatto che l’impianto di frantumazione che<br />
gestisce le carcasse derivanti dalla demolizione può fornire dati più attendibili e/o<br />
una stima più verosimile <strong>del</strong>la percentuale di fluff ottenuto, rispetto al peso<br />
complessivo <strong>del</strong>le carcasse trattate.<br />
In Tabella 7 sono riportati i dati numerici relativi alla produzione di materiali<br />
recuperabili.<br />
TABELLA 7: Confronto percentuali di recupero 2006-2007<br />
RECUPERO<br />
2006 2007<br />
KG % KG %<br />
Nord 129.586.212,37 88,78 207.689.064,57 88,38<br />
Centro 135.982.420,53 85,12 139.034.273,81 81,91<br />
Sud e Isole 80.546.123,64 81,32 133.818.656,39 86,06<br />
TOTALE 346.114.756,45 85,05 480.541.994,77 85,64<br />
Fonte: ECOEURO<br />
261
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 9: <strong>Produzione</strong> materiali avviati a recupero (comprensivo di fluff) (kg)<br />
500.000.000<br />
400.000.000<br />
300.000.000<br />
200.000.000<br />
<strong>10</strong>0.000.000<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Totale<br />
2007<br />
2006<br />
2007<br />
Nord<br />
207.686.064,57<br />
Centro<br />
139.034.273,81<br />
Sud e Isole<br />
133.818.656,39<br />
Totale<br />
480.541.994,77<br />
2006<br />
129.586.212,37<br />
135.982.420,53<br />
80.546.123,64<br />
318.516.436,05<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO <strong>10</strong>: <strong>Recupero</strong> - Confronto 2006-2007 (%)<br />
90<br />
88<br />
86<br />
84<br />
82<br />
80<br />
78<br />
76<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2007<br />
Nord<br />
88,38%<br />
Centro<br />
81,91%<br />
Sud e Isole<br />
86,06%<br />
Media Nazionale<br />
85,64%<br />
2006<br />
88,78%<br />
85,12%<br />
81,32%<br />
85,05%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
262
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Le percentuali di materiali complessivamente avviate a recupero sul territorio<br />
nazionale non hanno subito modificazioni sensibili (meno <strong>del</strong>l’1%), ma i dati<br />
parziali valutati sulle macroregioni geografiche portano a conclusioni<br />
contraddittorie:<br />
al Nord la performance è stata stabile, nei due anni di studio;<br />
al Centro Italia si evidenzia un decremento <strong>del</strong> 4%;<br />
al Sud si definisce invece un notevole aumento (oltre il 4%);<br />
sul totale nazionale si evidenzia una incremento vicino all’1%.<br />
MATERIALI PRODOTTI<br />
I dati che seguono mostrano la percentuale dei materiali prodotti dalla<br />
lavorazione dei veicoli fuori uso nelle varie aree geografiche e sull’intero<br />
territorio nazionale.<br />
TABELLA 8: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2006<br />
LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO<br />
% % % % % % %<br />
Nord 1,24 1,32 0,61 0,14 0,20 7,71 88,78<br />
Centro 0,39 1,20 0,20 0,18 0,12 12,79 85,12<br />
Sud e Isole 1,49 8,00 2,06 0,32 0,27 6,54 81,32<br />
TOTALE 1,04 3,50 0,95 0,21 0,20 9,01 85,05<br />
Fonte: ECOEURO<br />
TABELLA 9: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2007<br />
LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO<br />
% % % % % % %<br />
Nord 0,69 1,06 0,51 0,28 0,25 8,83 88,38<br />
Centro 0,77 2,34 0,57 0,31 0,25 13,85 81,91<br />
Sud e Isole 1,01 4,38 1,99 0,55 0,53 5,48 86,06<br />
TOTALE 0,80 2,43 1,02 0,38 0,34 9,39 85,64<br />
Fonte: ECOEURO<br />
263
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 11: Prodotti ottenuti (media nazionale) - Confronto 2006-2007 (%)<br />
9,39<br />
9,01<br />
<strong>10</strong><br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
3,50<br />
1,04 2,43<br />
0,95<br />
0,21<br />
0,20<br />
0,80<br />
1,02<br />
0,38<br />
0,34<br />
Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego<br />
2006<br />
2007<br />
Fonte: ECOEURO<br />
264
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
DATI MUD <strong>2009</strong><br />
Attraverso un censimento relativamente ai dati MUD presentati nel <strong>2009</strong> in<br />
riferimento all’anno operativo 2008, presso 90 aziende disposte sul territorio<br />
nazionale, è possibile fare un parziale confronto dei dati percentuali relativi agli<br />
anni 2006-2007, limitatamente ai dati maggiormente paragonabili fra loro, a<br />
prescindere dal numero di imprese interessate.<br />
TABELLA <strong>10</strong>: Veicoli intercettati 2008<br />
REGIONE<br />
2008 DATI PRA 2008<br />
MEDIA<br />
MEDIA<br />
N. VEICOLI KG SINGOLA % % N. VEICOLI KG SINGOLA % %<br />
MACCHINA KG N. PESO MACCHINA KG N. PESO<br />
Nord 93.330 88.663,206,00 950 21,17 21,17 440.786 418.746.700 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
Centro 58.060 55.157.131,03 950 13,75 13,75 422.363 401.244.850 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
Sud e Isole 32.066 30.463.035,00 950 6,77 6,77 473.722 450.035.900 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
TOTALE 183.456 174.283.372,03 950 13,90 13,90 1.336.871 1.270.027.450 950 <strong>10</strong>0 <strong>10</strong>0<br />
Fonte: Elaborazione ECOEURO su dati PRA<br />
Nel 2008, il numero di veicoli avviati a demolizione è stato complessivamente<br />
pari a circa 1,3 milioni. Pertanto, la percentuale di veicoli intercettati dalla<br />
presente indagine, rispetto al totale, è pari a circa il 14% sul campione<br />
nazionale. Inoltre, la percentuale di veicoli oggetto <strong>del</strong>l’indagine è concentrata<br />
maggiormente nelle Regioni <strong>del</strong> Nord Italia.<br />
265
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
MESSA IN SICUREZZA<br />
ANNI 2006-2008<br />
Nel presente paragrafo sono rappresentate le percentuali di produzione dei rifiuti<br />
prelevati durante la messa in sicurezza dei veicoli fuori uso, suddivise per aree<br />
geografiche.<br />
TABELLA 11: Rifiuti ottenuti dalla messa in sicurezza <strong>del</strong> veicolo 2008<br />
MESSA IN SICUREZZA<br />
LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE<br />
KG % KG % KG %<br />
Nord 653.301,65 0,83 1.045.990,76 1,48 1.699.292,41 2,31<br />
Centro 315.142,86 0,61 827.049,98 2,08 1.142.192,84 2,69<br />
Sud e Isole 82.897,02 0,54 246.090,45 1,94 328.987,47 2,48<br />
TOTALE 1.051.341,53 0,66 2.119.131,19 1,83 3.170.472,72 2,49<br />
Fonte: ECOEURO<br />
Come è possibile notare, fra le zone geografiche di riferimento non vi sono<br />
evidenti fluttuazioni <strong>del</strong>le percentuali di produzione. Risulta inoltre appianata la<br />
notevole differenza, evidente nel 2006, fra il Sud Italia ed il resto <strong>del</strong> territorio.<br />
Il valore medio nazionale <strong>del</strong>la percentuale di rifiuti prodotti dalla messa in<br />
sicurezza dei veicoli fuori uso, si attesta intorno al 2,49% (dato parziale, relativo<br />
al 45% circa <strong>del</strong>le imprese censite negli altri anni).<br />
Nel 2008, invece, la percentuale in peso <strong>del</strong> veicolo prelevato come materiale<br />
durante l’attività di messa in sicurezza risulta comunque sensibilmente diminuita<br />
rispetto agli anni precedenti.<br />
266
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 12: <strong>Produzione</strong> di rifiuti da messa in sicurezza nel triennio 2006-2008 (%)<br />
<strong>10</strong><br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Nord<br />
Centro<br />
Nord<br />
Sud e Isole<br />
Centro<br />
Media<br />
Nazionale<br />
Sud e Isole<br />
2006<br />
2007<br />
2,56%<br />
1,59%<br />
9,49%<br />
4,54%<br />
1,75%<br />
3,11%<br />
5,39%<br />
3,23%<br />
2,31% 2,69% 2,48% 2,49%<br />
2008<br />
Media Nazionale<br />
Fonte: ECOEURO<br />
267
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
RICICLAGGIO<br />
ANNI 2006-2008<br />
I dati 2008 mostrano come la percentuale di materiali prelevati per la<br />
promozione <strong>del</strong> riciclaggio sia considerevolmente aumentata, rispetto ai<br />
due anni precedenti, con un incremento maggiore nel Nord Italia rispetto al<br />
resto <strong>del</strong> territorio. Il riciclaggio ha registrato un leggero aumento fra il<br />
2006 e il 2007, mentre fra il 2007 e il 2008, la performance risulta<br />
notevolmente migliorata.<br />
In generale, sul territorio nazionale, la media <strong>del</strong>la percentuale in peso <strong>del</strong><br />
veicolo, che viene separata per l’invio dei materiali a successivo riciclaggio,<br />
pari all’1,36% nel 2006, si attesta al 1,74% nel 2007, fino ad arrivare al<br />
4,63% nel 2008. Tale segnale deve essere interpretato in senso certamente<br />
incoraggiante dal punto di vista <strong>del</strong>la performance operativa <strong>del</strong> sistema di<br />
smantellamento veicoli in Italia.<br />
TABELLA 12: Promozione <strong>del</strong> riciclaggio 2008<br />
RICICLAGGIO<br />
GOMME PLASTICA VETRO TOTALE<br />
KG % KG % KG % KG %<br />
Nord 1.700.653,83 3,40 78.060,37 2,00 553.632,98 1,25 2.332.347,18 6,65<br />
Centro 1.025.643,75 1,79 581.384,05 1,30 292.472,40 0,25 1.899.500,20 3,34<br />
Sud e Isole 345.040,80 2,96 230.373,80 0,78 89.302,00 0,15 664.716,60 3,89<br />
TOTALE 3.071.338,38 2,72 889.818,22 1,36 935.407,38 0,55 4.896.563,98 4,63<br />
Fonte: ECOEURO<br />
268
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 13: <strong>Produzione</strong> di pneumatici nel triennio 2006-2008 (%)<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Nord<br />
0,61%<br />
0,51%<br />
Centro<br />
0,20%<br />
0,57%<br />
Sud e Isole<br />
2,06%<br />
1,99%<br />
Media Nazionale<br />
0,95%<br />
1,02%<br />
3,40% 1,79% 2,96% 2,72%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO 14: <strong>Produzione</strong> di plastica nel triennio 2006-2008 (%)<br />
2<br />
1,5<br />
1<br />
0,5<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Nord<br />
0,14%<br />
0,28%<br />
Centro<br />
0,18%<br />
0,31%<br />
Sud e Isole<br />
0,32%<br />
0,55%<br />
Media Nazionale<br />
0,21%<br />
0,38%<br />
2,00% 1,30% 0,78% 1,36%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
269
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 15: <strong>Produzione</strong> di vetro nel triennio 2006-2008 (%)<br />
1,5<br />
1<br />
0,5<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Nord<br />
0,20%<br />
0,25%<br />
Centro<br />
0,12%<br />
0,25%<br />
Sud e Isole<br />
0,27%<br />
0,53%<br />
Media Nazionale<br />
0,20%<br />
0,34%<br />
1,25% 0,25% 0,15% 0,55%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO 16: Riciclaggio nel triennio 2006-2008 (%)<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Fonte: ECOEURO<br />
Nord<br />
0,95%<br />
1,04%<br />
Centro<br />
0,50%<br />
1,13%<br />
Sud e Isole<br />
2,65%<br />
3,07%<br />
Media Nazionale<br />
1,36%<br />
1,74%<br />
6,65% 3,34% 3,89% 4,63%<br />
270
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
REIMPIEGO<br />
ANNI 2006-2008<br />
L’attività di prelievo di componenti per il successivo avvio a reimpiego, costituisce<br />
un’attività considerevolmente importante per l’impresa di autodemolizione,<br />
anche dal punto di vista economico.<br />
TABELLA 13: Percentuale di reimpiego nel 2008<br />
REIMPIEGO<br />
KG %<br />
Nord 9.860.080,01 11,<strong>10</strong><br />
Centro 7.208.649,75 14,66<br />
Sud e Isole 12.753.081,90 17,18<br />
TOTALE 29.821.811,66 14,31<br />
20<br />
15<br />
<strong>10</strong><br />
5<br />
0<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO 17: Reimpiego nel triennio 2006-2008<br />
Il seguente grafico rappresenta i dati di confronto fra le porzioni in peso<br />
prelevate dal veicolo per l’avvio a reimpiego, sensibilmente aumentati nel 2008.<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Nord<br />
Centro Sud e Isole Media Nazionale<br />
7,71%<br />
8,83%<br />
12,79%<br />
13,85%<br />
6,54%<br />
5,48%<br />
9,01%<br />
9,39%<br />
11,<strong>10</strong>% 14,66% 17,18% 14,31%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
L’aumento più evidente si registra nel Sud Italia, dove si passa dal 6,34% <strong>del</strong><br />
2006, al 5,48% <strong>del</strong> 2007 e al 17,18% <strong>del</strong> 2008. Anche a livello nazionale<br />
l’incremento è molto sensibile: 9,01% nel 2006, 9,39% nel 2007, fino al<br />
14,31% nel 2008.<br />
271
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
RECUPERO<br />
ANNI 2006-2008<br />
I dati relativi alla percentuale di materiali destinati al recupero corrispondono alla<br />
differenza fra il complessivo in peso di veicoli trattati e la somma dei materiali<br />
separati durante le altre fasi operative (messa in sicurezza, promozione <strong>del</strong><br />
riciclaggio e avvio a reimpiego <strong>del</strong>le componenti).<br />
Per questo motivo, il peso di questo materiale comprende anche il cosiddetto<br />
“fluff”, ossia la porzione di materiali non metallici che restano comunque inclusi<br />
nella carcassa avviata a frantumazione (guarnizioni, materiale elettrico o altre<br />
componenti).<br />
TABELLA 14: Percentuale di recupero 2008<br />
RECUPERO<br />
KG %<br />
Nord 74.068.943,03 79,94<br />
Centro 44.906.788,24 79,31<br />
Sud e Isole 16.716.249,03 76,45<br />
TOTALE 135.691.980,30 78,57<br />
Fonte: ECOEURO<br />
GRAFICO 18: <strong>Recupero</strong> nel triennio 2006-2008 (%)<br />
90<br />
85<br />
80<br />
75<br />
70<br />
Nord<br />
Centro<br />
Sud e Isole<br />
Media<br />
Nazionale<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Nord<br />
Centro Sud e Isole Media Nazionale<br />
88,78%<br />
88,38%<br />
85,12%<br />
81,91%<br />
81,32%<br />
86,06%<br />
85,05%<br />
85,64%<br />
79,94% 79,31% 76,45% 78,57%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
272
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Essendo migliorate le prestazioni <strong>del</strong>le attività che precedono l’invio a<br />
frantumazione <strong>del</strong>la carcassa il peso <strong>del</strong> materiale avviato a successivo recupero<br />
è sensibilmente diminuito.<br />
Tale diminuzione interessa tutte le aree geografiche, con un massimo realizzato<br />
al Nord nel 2006 (88,8%) ed un minimo registrato al Sud nel 2008 (76,5%).<br />
A livello nazionale si è registrato un lieve aumento <strong>del</strong>la percentuale di recupero<br />
fra il 2006 e il 2007, ed un sensibile decremento, pari a circa 7 punti percentuali,<br />
fra il 2007 e il 2008.<br />
MATERIALI PRODOTTI<br />
NELL’ANNO 2008<br />
Il Grafico 19 può essere utilizzato per la rappresentazione puntuale <strong>del</strong>la<br />
performance operativa nazionale.<br />
GRAFICO 19: Materiali prodotti nel 2008<br />
Liquidi<br />
Batterie<br />
Gomme<br />
Plastica<br />
Vetro<br />
Reimpiego<br />
<strong>Recupero</strong><br />
0,66%<br />
1,83%<br />
2,72%<br />
1,36%<br />
0,55%<br />
14,31%<br />
78,57%<br />
Fonte: ECOEURO<br />
273
VEICOLI FUORI USO<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PERFORMANCE<br />
ANNI 2006-2008<br />
Nel Grafico 20 sono rappresentate le percentuali di produzione dei vari materiali<br />
a confronto fra i tre anni di riferimento presi in analisi.<br />
GRAFICO 20: Materiali ottenuti - Media nazionale (%)<br />
14,31<br />
15<br />
<strong>10</strong><br />
5<br />
0<br />
9,39<br />
9,01<br />
2,72<br />
1,83<br />
1,36<br />
0,66 2,43<br />
0,55<br />
0,80<br />
1,02<br />
3,50<br />
0,38<br />
0,34<br />
1,04<br />
0,95<br />
0,21<br />
0,20<br />
Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego<br />
2008<br />
2007<br />
2006<br />
Fonte: ECOEURO<br />
274
APPARECCHIATURE<br />
ELETTRICHE ED<br />
ELETTRONICHE
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
Il settore <strong>del</strong> recupero dei RAEE ha vissuto con grande tensione il cambiamento<br />
<strong>del</strong> sistema di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici per la radicale modifica<br />
dei rapporti commerciali, che ha imposto a molti operatori di scommettere sul<br />
futuro e sulle richieste <strong>del</strong> nuovo mercato. L’attuale situazione vede il settore<br />
ancora in mezzo al guado in quanto se da una parte iniziative sono state avviate<br />
da alcune <strong>del</strong>le organizzazioni coinvolte nella filiera, dall’altra vi è ancora la quasi<br />
totale inerzia <strong>del</strong>le istituzioni nell’attuare il contesto <strong>del</strong>ineato dal D.Lgs. 151/05,<br />
che aveva previsto una serie di provvedimenti normativi per mettere a regime il<br />
nuovo sistema <strong>del</strong>ineato dal decreto legislativo, attuativo <strong>del</strong>la relativa Direttiva<br />
comunitaria 2002/96/CE.<br />
Quindi, fermo restando un apprezzamento per alcuni importanti iniziative<br />
attuate, come l’Accordo tra il Centro di Coordinamento (CdC) RAEE e<br />
ASSORAEE, sottoscritto successivamente anche da altre associazioni dei<br />
recuperatori, che fissa standard minimi di gestione dei RAEE, e l’Accordo tra<br />
ANCI e CdC RAEE per il ritiro dei RAEE dai centri di raccolta (CdR) comunali, non<br />
può non essere stigmatizzata la sostanziale immobilità <strong>del</strong> legislatore, che non<br />
permette il vero decollo <strong>del</strong> nuovo sistema a partire dall’importante ed essenziale<br />
fase di raccolta.<br />
Infatti ad oggi, dopo ben quattro anni dall’operatività <strong>del</strong> D.lgs. 151/05 e<br />
preannunciate imminenti emanazioni di provvedimenti attuativi, non sono stati<br />
approvati e pubblicati importanti ed essenziali decreti per permettere al nuovo<br />
sistema dei RAEE italiano di posizionarsi su livelli degni di confronto europeo,<br />
condizione che ha certamente costituito uno degli ostacoli principali al<br />
raggiungimento dei livelli minimi di raccolta fissati dalla direttiva e dalla norma<br />
nazionale, di 4 kg/ab/anno al 31 dicembre 2008.<br />
Basta al riguardo ricordare che:<br />
• non è ancora stato pubblicato il decreto sul ritiro 1 contro 1 da parte <strong>del</strong>la<br />
distribuzione, la cui “imminenza” è divenuta ormai un miraggio, mentre il<br />
provvedimento risulta essenziale per incrementare sensibilmente la raccolta dei<br />
RAEE domestici;<br />
• non sono ancora stati definiti, neanche sotto forma di linea guida, i criteri per<br />
l’assimilazione di taluni RAEE di origine professionale ai RAEE domestici,<br />
necessari per individuare responsabilità e circuiti operativi di riferimento<br />
(domestico- professionale);<br />
• si è rischiato il vuoto normativo sul tema <strong>del</strong>la regolamentazione dei “centri di<br />
raccolta” con il ritiro <strong>del</strong> relativo decreto e la recente riapprovazione,<br />
condizione che ha portato ad un ritardo nella pubblicazione <strong>del</strong> bando per il<br />
finanziamento di nuovi CdR RAEE e per l’adeguamento degli esistenti, previsto<br />
nell’Accordo ANCI-CdC RAEE, e quindi a ulteriori ritardi nell’incremento <strong>del</strong>le<br />
raccolte dei RAEE da nuclei domestici;<br />
• molti Comuni non hanno ancora attivato la raccolta separata dei RAEE ed altri<br />
continuano tranquillamente a smaltire i RAEE a proprio carico, probabilmente<br />
in impianti che non sono accreditati presso il CdC RAEE, e facendo ricadere un<br />
doppio onere sui loro cittadini che, in quanto consumatori, finanziano già il<br />
sistema all’atto <strong>del</strong>l’acquisto di AEE nuove;<br />
276
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
• non si ha notizia <strong>del</strong> rispetto, da parte dei produttori di AEE, di quanto stabilito<br />
dall’art. 13, comma 3, in merito alla comunicazione relativa all’eventuale<br />
contenuto e collocazione <strong>del</strong>le sostanze pericolose all’interno <strong>del</strong>le AEE da loro<br />
prodotte e neppure <strong>del</strong>le sanzioni connesse a tale mancata comunicazione.<br />
Tutto ciò solo per fare alcuni esempi.<br />
Tuttavia, in questo non soddisfacente quadro dovuto principalmente alla<br />
latitanza <strong>del</strong> legislatore, sulla base <strong>del</strong>le iniziative di CdC, ANCI e ASSORAEE,<br />
sono stati definiti come sopra accennato alcuni importanti riferimenti regolatori:<br />
• l’Accordo fra il CdC RAEE e le associazioni dei recuperatori, che vede come<br />
promotore e primo firmatario ASSORAEE, finalizzato a perseguire un livello<br />
minimo garantito di qualità di trattamento fra le varie imprese di recupero, è<br />
in applicazione ed è previsto che sarà a pieno regime a partire dal 30<br />
settembre <strong>2009</strong>, con il completamento degli audit di accreditamento. Va in<br />
proposito evidenziata l’importanza <strong>del</strong>l’Accordo, che di fatto mira a sostituire<br />
la procedura di iscrizione all’Albo gestori ai sensi <strong>del</strong>l’art. 8, comma 12, <strong>del</strong><br />
D.Lgs. 151/05, la quale rappresenta essenzialmente una duplicazione<br />
burocratica rispetto alla fondamentale esigenza di una più corretta e<br />
confrontabile condizione di mercato. Tale Accordo, che prevede non solo un<br />
riferimento omogeneo di gestione, ma anche la certificazione <strong>del</strong>l’attività di<br />
recupero effettuata da un verificatore terzo ed il successivo accreditamento al<br />
CdC RAEE <strong>del</strong>le aziende di trattamento dei RAEE domestici, una volta a regime<br />
porrà nelle stesse condizioni tutti i Sistemi consortili a competere sulla base dei<br />
medesimi standard ambientali di trattamento.<br />
• ANCI e CdC RAEE hanno concluso l’Accordo sulle condizioni di ritiro dei RAEE<br />
da parte dei singoli Sistemi consortili, secondo la specifiche quote di<br />
partecipazione al sistema. In tal senso va riconosciuto l’impegno <strong>del</strong>le parti<br />
firmatarie ad avviare le nuove condizioni di raccolta, anche in assenza, come<br />
detto, di provvedimenti essenziali per regolare il flusso di raccolta dei RAEE<br />
domestici. In proposito, non può non essere evidenziata la carenza di un<br />
analogo impegno <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la distribuzione, considerato peraltro che la<br />
direttiva e il provvedimento nazionale si basano su una gestione condivisa <strong>del</strong><br />
nuovo sistema.<br />
• L’operatività <strong>del</strong> Comitato di indirizzo, di cui ASSORAEE è componente, ha<br />
iniziato a muovere i primi passi con la recente formalizzazione di un<br />
documento riassuntivo <strong>del</strong>le priorità <strong>del</strong> sistema di riferimento e <strong>del</strong>le relative<br />
iniziative da porre in essere per superare le criticità presenti nella filiera.<br />
L’importanza <strong>del</strong> Comitato e <strong>del</strong> ruolo svolto è connessa alla rappresentatività<br />
<strong>del</strong>l’organismo, unica modalità di intervento istituzionalizzato per la maggior<br />
parte dei soggetti economici <strong>del</strong>la filiera RAEE.<br />
Il “sistema RAEE” è oggi presidiato da 15 Sistemi collettivi di dimensioni<br />
assolutamente non omogenee e con approcci commerciali ed industriali diversi<br />
l’uno dall’altro.<br />
Questo fatto, che potrebbe essere salutato come un vantaggio competitivo, in<br />
277
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
realtà induce alcune distorsioni che potrebbero, alla lunga, generare difficoltà<br />
per l’intero sistema.<br />
Convivono nel CdC sistemi consortili di dimensioni rilevanti (fino al 75-80% <strong>del</strong><br />
mercato per i raggruppamenti oggetto <strong>del</strong>l’attività) e sistemi consortili con<br />
percentuali di mercato che non raggiungono il <strong>10</strong>%.<br />
Tutto ciò comporta per i recuperatori, nel primo caso e per alcune tipologie di<br />
RAEE, la concentrazione <strong>del</strong>la richiesta <strong>del</strong> servizio pressoché in un unico Sistema<br />
collettivo, attento agli aspetti qualitativi <strong>del</strong> recupero; nell’altro, una politica<br />
commerciale di nicchia, molto aggressiva sul piano economico e spesso<br />
“distratta” sul piano qualitativo.<br />
Si deve, inoltre, registrare la volontà dichiarata da qualche Sistema collettivo di<br />
svolgere direttamente le attività industriali di recupero, con un evidente<br />
assunzione di doppio ruolo di regolatore e operatore, o controllante e<br />
controllato, che stride con qualsiasi concetto stesso di “mercato”.<br />
In questo contesto vi è una sola scelta: continuare a fare ciò che una<br />
Associazione come ASSORAEE deve fare e ha fatto: segnalare, proporre,<br />
sollecitare, promuovere alleanze, e anche, ove occorra, denunciare alla pubblica<br />
opinione e agli organismi preposti le esigenze non solo <strong>del</strong> comparto, ma anche<br />
di un sistema che ha bisogno di crescere correttamente nell’interesse di tutte<br />
parti coinvolte.<br />
GABRIELE CANÈ<br />
Presidente ASSORAEE<br />
278
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL SETTORE DELLE<br />
APPARECCHIATURE<br />
ELETTRICHE ED<br />
ELETTRONICHE<br />
Con l'entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 151/05, di attuazione <strong>del</strong>le Direttive comunitarie<br />
2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/<strong>10</strong>8/CE, in Italia è stato introdotto un nuovo<br />
sistema, che ha previsto nuove responsabilità a carico dei produttori di<br />
apparecchiature elettriche ed elettroniche, e nuove modalità operative per quanto<br />
concerne le varie fasi <strong>del</strong>la filiera di gestione dei RAEE prodotti relative alla loro<br />
raccolta, trattamento, recupero. Tali responsabilità di fatto si sono rese applicabili<br />
solo dopo la definizione di alcune disposizioni attuative essenziali che hanno<br />
permesso un avvio graduale dei nuovi oneri.<br />
La normativa sui RAEE coinvolge uno dei settori principali <strong>del</strong>l'economia<br />
nazionale. Ad oggi sono 11.000 le aziende in Italia che producono<br />
apparecchiature elettriche ed elettroniche, con un fatturato annuo di 32 miliardi<br />
di euro e con 212.000 addetti.<br />
GRAFICO 1:<br />
I consumi nei principali mercati dei beni durevoli<br />
22<br />
18<br />
elettr. bruni<br />
var. media annua 2007-2008 (consumi reali)<br />
14<br />
<strong>10</strong><br />
6<br />
2<br />
-2<br />
fotografie<br />
informatica<br />
telefonia<br />
elettr. piccoli<br />
elettr. bianchi<br />
bricolage<br />
mobili<br />
mobilità<br />
-6<br />
0 <strong>10</strong>0 200 300 400 500 600 700 800 900<br />
livello spesa pro capite 2007 (euro)<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
L’industria <strong>del</strong>le apparecchiature elettriche ed elettroniche è caratterizzata dalla<br />
produzione di una vasta tipologia di prodotti in crescita costante, specie in alcuni<br />
settori, come quello <strong>del</strong>l’informatica e degli audiovisi.<br />
279
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 1:<br />
Il mercato degli elettrodomestici bianchi - Consistenze (milioni di Euro)<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE <strong>2009</strong><br />
3.137 3.123 3.174<br />
TABELLA 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi (%)<br />
VOLUMI PREZZI VALORE<br />
2007 6,1 2,2 8,5<br />
2008 -2,2 1,8 -0,4<br />
<strong>2009</strong> -0,4 2,0 1,7<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
GRAFICO 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi<br />
140<br />
130<br />
120<br />
-2,2%<br />
1<strong>10</strong><br />
+1,8%<br />
<strong>10</strong>0<br />
90<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
<strong>2009</strong><br />
indice dei volumi<br />
indice dei prezzi<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
I grandi elettrodomestici (come frigoriferi, congelatori, lavatrici ecc.)<br />
costituiscono la parte preponderante (40% circa) <strong>del</strong> totale dei prodotti utilizzati,<br />
seguono poi le apparecchiature per ufficio (soprattutto apparecchiature<br />
informatiche), le apparecchiature da illuminazione e il materiale audiovisivo.<br />
280
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 3: Il mercato degli elettrodomestici piccoli - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi<br />
160<br />
150<br />
+2,0%<br />
140<br />
130<br />
120<br />
1<strong>10</strong><br />
<strong>10</strong>0<br />
+1,0%<br />
90<br />
80<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
<strong>2009</strong><br />
indice dei volumi<br />
indice dei prezzi<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
TABELLA 3:<br />
Il mercato degli elettrodomestici bruni - Consistenze (milioni di Euro)<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE <strong>2009</strong><br />
4.329 4.040 3.780<br />
TABELLA 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni (%)<br />
VOLUMI PREZZI VALORE<br />
2007 24,8 -21,0 -1,5<br />
2008 11,5 -16,3 -6,7<br />
<strong>2009</strong> 3,4 -9,5 -6,4<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
281
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi<br />
700<br />
+11,5%<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
<strong>10</strong>0<br />
-16,3%<br />
0<br />
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008<br />
<strong>2009</strong><br />
indice dei volumi<br />
indice dei prezzi<br />
Fonte: FINDOMESTIC<br />
Nel 2008, con l’avvio operativo <strong>del</strong> nuovo sistema di raccolta e recupero dei<br />
RAEE, i produttori di AEE hanno dato vita ad una serie di Sistemi collettivi,<br />
operanti su tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali specifici per<br />
tipologia di prodotti/rifiuti, ma per la maggior parte trasversali a tutti i<br />
RAEE. I Sistemi collettivi attualmente attivi in Italia nel settore dei RAEE<br />
domestici sono 15.<br />
282
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Sistemi collettivi aderenti al Centro di Coordinamento RAEE<br />
Via Pianezza, 123 - <strong>10</strong>151 Torino<br />
Tel 011.4513262 - Fax 011.4513287<br />
info@apiraee.it - www.apiraee.it<br />
Via F.lli Kennedy, 1 - <strong>10</strong>048 Vinovo (TO)<br />
Tel 011.9935662 - Fax 011.9935691<br />
ccr-reweee@ccritalia.it - www.reweee.com<br />
Viale Oberdan, snc - 6<strong>10</strong>34 Fossombrone (PU)<br />
Tel 0721.749245 - Fax 0721.746490<br />
italia@dataserv-italia.it - www.dataserv-group.com<br />
Corso Italia, 39 - 2<strong>10</strong>47 Saronno (VA)<br />
Tel 02.92274600 - Fax 02.92274601<br />
info@ecodom.it - www.ecodom.it<br />
Viale Misurata, 32 - 20146 Milano<br />
Tel 02.4236863 - Fax 02.4895275<br />
ecoelit@ecoelit.it - www.ecoelit.it<br />
Via Irno Loc Tardone, Snc - 84098 Pontecagnano (SA)<br />
Tel 02.45076135 - Fax 02.45550206<br />
info@ecoem.it - www.ecoem.it<br />
Via Traiano, 7 - 20149 Milano<br />
Tel 02.37052936/7 - Fax 02.37052935<br />
ecolamp@ecolamp.it - www.ecolamp.it<br />
Via Monte Rosa, 96 - 20149 Milano<br />
Tel 02.33600732 - Fax 023315870<br />
segreteria@ecolightitaly.it - www.ecoligth.it<br />
283
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Via Gattamelata, 34 - 20149 Milano<br />
Tel 02.34532149 - Fax 02.34533045<br />
info@ecoped.org - www.ecoped.org<br />
Via M. Viganò de'Vizzi, 93/95 - <strong>2009</strong>2 Cinisello Balsamo (MI)<br />
Tel 02.6146401 - Fax 02.61291490<br />
info@ecorit.it - www.ecorit.it<br />
Via Monte Rosa 96 - 20149 Milano<br />
Tel 02.39198600 - Fax 02.700512679<br />
segreteria@consorzioecosol.it - www.consorzioecosol.it<br />
Viale Assunta, <strong>10</strong>1 - 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)<br />
Tel 02.92147479 - Fax 02.92147917<br />
italy@erp-recycling.org - www.erp-recycling.it<br />
Via A. Moro, <strong>10</strong> - 25124 Brescia<br />
Tel 02.47950790 - Fax 02.45503700<br />
info@raecycle.it - www.raecycle.it<br />
Corso Sempione, 41 - 20145 Milano<br />
Tel 02.34594611 - Fax 02.34594626<br />
info@consorzioremedia.it - www.consorzioremedia.it<br />
Via Gattamelata, 34 - 20149 Milano<br />
Tel 02.34532149 – Fax 02.34533045<br />
info@ridomus.org - www.ridomus.org<br />
Fonte: CdC RAEE - Rapporto annuale 2008
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LA RACCOLTA DEI<br />
RAEE DOMESTICI<br />
In sintesi, il sistema di raccolta dei RAEE domestici, si impernia sui Centri di<br />
raccolta (CdR) Comunali che ricevono i RAEE dai cittadini e, allo stato attuale<br />
solo in alcuni casi, dalla distribuzione. Al fine di conferire i RAEE ai Sistemi<br />
consortili responsabili <strong>del</strong>le successive fasi di gestione, i Comuni o gestori<br />
<strong>del</strong>egati dei CdR devono convenzionarsi con il CdC RAEE in attuazione <strong>del</strong>le<br />
condizioni previste dall’Accordo ANCI-CdC RAEE. Il CdC, sulla base <strong>del</strong>le quote<br />
di mercato dei singoli Sistemi collettivi ripartisce tra gli stessi, a livello nazionale,<br />
assicurando omogenee condizioni sul territorio, le relative quote di gestione dei<br />
RAEE, assegnando dei CdR da servire. I singoli Sistemi collettivi provvedono al<br />
recupero dei Raee tramite operatori <strong>del</strong>la logistica e gestori di impianti di<br />
trattamento (fatta eccezione, a quanto risulta per due piccoli Consorzi). La<br />
normativa prevede sia un obiettivo minimo di raccolta di 4 kg/ab/anno, che<br />
avrebbe dovuto essere raggiunto entro il 2008, sia degli obiettivi di riutilizzo,<br />
riciclaggio e recupero, articolati per categorie di RAEE.<br />
Il quantitativo totale di RAEE di provenienza urbana recuperati nell’anno 2002 è<br />
stato di 79.400 tonnellate, con una crescita continua negli anni che ha portato<br />
a 116.000 le tonnellate recuperate nel 2007.<br />
TABELLA 5:<br />
Raccolta differenziata di RAEE in Italia (ton)<br />
ANNO RACCOLTA DIFFERENZIATA RACCOLTA MULTICONSORTILE<br />
2002 79.400<br />
2003 67.000<br />
2004 74.<strong>10</strong>0<br />
2005 <strong>10</strong>2.000<br />
2006 <strong>10</strong>7.800<br />
2007 116.193<br />
2008 65.713<br />
Fonte: ISPRA, Rapporto Rifiuti/Centro di Coordinamento RAEE<br />
La potenzialità e la composizione dei RAEE raccoglibili è ancora difficile da<br />
stimare in quanto solo negli ultimi 2 anni, di fatto, è stato avviato il nuovo<br />
sistema di raccolta, ma certamente è da ritenere che possa essere di gran lunga<br />
maggiore se si realizzasse un omogeneo e efficace sistema di raccolta che veda<br />
coinvolta anche la distribuzione.<br />
Nel 2008, anno di avvio <strong>del</strong>l’operatività <strong>del</strong> nuovo sistema multiconsortile di<br />
gestione dei RAEE domestici, si è raggiunta una raccolta di 65.000 tonnellate in<br />
base ai dati rilevati dal Centro di Coordinamento.<br />
Al riguardo vale la pena citare un recente Studio ECODOM sulle potenzialità<br />
attese <strong>del</strong> nuovo sistema che stima in 258.000 tonnellate/anno il livello massimo<br />
di sviluppo per i soli elettrodomestici, di cui circa <strong>10</strong>0.000 tonnellate contenenti<br />
CFC o altri refrigeranti.<br />
Al fine di meglio comprendere la situazione al 2008 con l’avvio <strong>del</strong> nuovo<br />
sistema, confrontandolo con la situazione precedente, che vedeva la<br />
responsabilità dei Comuni per l’invio a trattamento dei RAEE, emerge quanto di<br />
seguito.<br />
285
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 6:<br />
Raccolta RAEE domestici (ton)<br />
RACC. DIFF. RAEE 2007 RACC. MULTICONSORTILE RAEE 2008<br />
Piemonte 7.282 7.744<br />
V.D'Aosta 255 184<br />
Lombardia 27.306 16.629<br />
Trent A.A. 3.<strong>10</strong>0 2.920<br />
Veneto 14.821 9.374<br />
Friuli V.G. 4.552 2.986<br />
Liguria 3.191 918<br />
E. Romag. 13.158 4.333<br />
NORD 73.664 45.088<br />
Toscana 11.734 4.791<br />
Umbria 1.221 2.199<br />
Marche 3.207 2.425<br />
Lazio 2.747 3.<strong>10</strong>7<br />
CENTRO 18.909 12.522<br />
Abruzzo 2.190 682<br />
Molise 223 128<br />
Campania 4.030 2.073<br />
Puglia 4.086 1.<strong>10</strong>7<br />
Basilicata 811 2<strong>10</strong><br />
Calabria 949 714<br />
Sicilia 6.376 629<br />
Sardegna 4.954 2.552<br />
SUD 23.620 8.095<br />
ITALIA 116.193 65.705<br />
Fonte: ISPRA<br />
Fonte: CdC RAEE<br />
Come si nota, la raccolta è concentrata soprattutto nelle Regioni <strong>del</strong> Nord, in<br />
particolare Lombardia, Veneto e Piemonte, e <strong>del</strong> Centro, in particolare Toscana<br />
ed Emilia Romagna. Queste 5 Regioni da sole realizzano più <strong>del</strong> 65% <strong>del</strong> totale<br />
nazionale.<br />
Il totale di RAEE recuperati nell’anno 2008 era composto per il 36% da<br />
apparecchiature refrigeranti, per il 27% da Tv e monitor, per il 20% dai grandi<br />
bianchi e per il 15% da apparecchi illuminanti.<br />
286
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 5: Ripartizione dei RAEE tra i cinque raggruppamenti 2008<br />
RA4 - PED CE ICT<br />
apparecchi illuminanti<br />
e altro 15,02%<br />
R5 - sorgenti luminose 0,32%<br />
R1 - apparecchiature<br />
refrigeranti 36,58%<br />
R3 - TV e monitor 27,48%<br />
R2 - grandi bianchi 20,60%<br />
Fonte: EUROSTAT<br />
TABELLA 7:<br />
Ripartizione dei RAEE raccolti tra i cinque raggruppamenti<br />
RAGGRUPPAMENTO % 2008 ton <strong>2009</strong> (gen/ago)<br />
R1 apparecchiature refrigeranti 36,58 24.039 35.226<br />
R2 Grandi Bianchi 20,60 13.535 27.998<br />
R3 TV e monitor 27,48 18.058 32.803<br />
R4 PED CE ICT apparecchi di illuminanti 15,02 9.868 19.012<br />
R5 Sorgenti luminose 0,32 21 378<br />
Totale <strong>10</strong>0 65.713 115.417<br />
Fonte: Centro di Coordinamento RAEE<br />
Sui RAEE professionali, a differenza dei RAEE domestici, non si dispone ancora<br />
di dati aggregati e che possano dare un’immagine esaustiva <strong>del</strong> settore.<br />
287
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
CRITICITÀ<br />
DEL SISTEMA<br />
E PRIME IPOTESI DI<br />
SOLUZIONE<br />
Ad oggi, si può dire che il sistema di raccolta separata e recupero dei RAEE<br />
sia stato avviato, ma rimangono, come emerge chiaramente dai dati<br />
sopraesposti, diversi aspetti da portare a regime, quali il completamento<br />
<strong>del</strong>la rete di raccolta nazionale, oggi con gravi lacune specialmente in<br />
alcune aree <strong>del</strong> Sud <strong>del</strong> Paese per mancato convenzionamento dei CdR e<br />
l’emanazione dei decreti attuativi previsti dal D.Lgs. 151/05, ad iniziare da<br />
quello relativo al ritiro 1 contro 1 dalla distribuzione, essenziale per<br />
assicurare l’intercettazione di tutti i RAEE domestici prodotti.<br />
Per quanto riguarda la raccolta e il trasporto ai CdR da parte di distributori è<br />
necessario mettere a punto procedure semplificate, che pur assicurando<br />
l’esigenza di semplificazione, garantiscano la trasparenza e il controllo dei flussi<br />
ai fini <strong>del</strong> corretto conferimento dei RAEE.<br />
Azione propedeutica e fondamentale per definire più precisamente<br />
l’ampiezza e la consistenza <strong>del</strong>la rete di raccolta potenzialmente attivabile<br />
dalla distribuzione e per porre in atto le eventuali iniziative necessarie per il<br />
suo sviluppo/miglioramento (anche in ordine al raggiungimento <strong>del</strong>l’obiettivo<br />
nazionale di raccolta) è l’effettuazione di una indagine relativa alla rete<br />
territoriale di raccolta garantita dalla distribuzione e dai centri di raccolta<br />
(CdR) comunali disponibili ad accettare i RAEE conferiti dalla distribuzione,<br />
che attualmente risulta attivata solo per alcuni CdR comunali.<br />
Nell’esperienza <strong>del</strong> primo anno <strong>del</strong> nuovo sistema di gestione dei RAEE si è<br />
assistito ad un apprezzato impegno di molte amministrazioni che ha<br />
comportato anche maggiori costi di gestione nella raccolta territoriale e nella<br />
gestione dei CdR. Ciò in particolare per: l’adeguamento dei servizi di raccolta<br />
territoriale dei RAEE anche per limitarne la cannibalizzazione ed evitarne il<br />
danneggiamento, l’adeguamento infrastrutturale, logistico e operativo dei<br />
CdR. E’ prevedibile l’aumento di tali oneri qualora venga assicurato l’accesso<br />
ai CdR da parte <strong>del</strong>la distribuzione, che verrebbero però parzialmente<br />
compensati dalle previste incentivazioni di efficienza di raccolta definite<br />
dall’Accordo tra ANCI e CdC RAEE.<br />
In tale contesto vi è l’esigenza di evitare il verificarsi di impropri conferimenti di<br />
RAEE provenienti da attività economiche e quindi rifiuti speciali, se non pericolosi<br />
in alcuni casi, ai CdR comunali da parte degli operatori <strong>del</strong>la distribuzione,<br />
considerata la carenza di una specifica regolamentazione. Altro aspetto riguarda<br />
il possibile conferimento di RAEE cannibalizzati a seguito di attività economiche<br />
che in futuro determinerebbe conflitti nei rapporti tra i gestori dei CdR, Sistemi<br />
consortili e recuperatori.<br />
Va perciò approfondito il concetto di assimilazione dei RAEE “analoghi” a quelli<br />
provenienti dai nuclei domestici, ai fini <strong>del</strong> conferimento ai CdR. Appare<br />
necessario, in altre parole, definire compiutamente le condizioni e i limiti entro<br />
cui i CdR comunali hanno l’obbligo di ricevere i RAEE domestici ritirati dalla<br />
distribuzione prodotti nel bacino di riferimento. Altrettanto, dovranno essere<br />
regolamentate le eventuali possibilità di conferimento diretto, di carichi utili,<br />
dalle aree di raccolta dei distributori verso gli impianti di trattamento, con<br />
condizioni organizzative analoghe a quelle dei centri di raccolta comunali.<br />
288
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
In aggiunta, vanno rafforzate le azioni a favore <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>del</strong>la raccolta dei<br />
RAEE attraverso il coinvolgimento dei produttori e distributori, in coordinamento<br />
con ANCI, in iniziative di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale e<br />
locale. Il sistema di gestione dei RAEE potrà decollare solo se per raccolta,<br />
riutilizzo, recupero e riciclaggio vi saranno obiettivi e finalità comuni e condivisi<br />
per tutti i vari attori <strong>del</strong>la “filiera” <strong>del</strong>la gestione dei RAEE e un concreto<br />
impegno anche nella informazione e comunicazione. Dette iniziative dovrebbero<br />
essere finalizzate, in particolare, ad assicurare il corretto conferimento,<br />
l’aumento <strong>del</strong>la raccolta dei RAEE e la diminuzione <strong>del</strong>le anomalie, sia<br />
antecedente alla fase di raccolta, sia nei CdR.<br />
Per quanto riguarda il possibile riuso di AEE, valutate correttamente come<br />
ancora funzionanti, vanno chiarite le condizioni <strong>del</strong> ritiro, <strong>del</strong><br />
ricondizionamento da parte dei distributori o di altri soggetti a ciò abilitati<br />
e <strong>del</strong>le responsabilità <strong>del</strong>la re immissione nel mercato al fine di limitare<br />
iniziative in dumping rispetto alle regolari attività di gestione dei RAEE. Tali<br />
iniziative potrebbero infatti, qualora non svolte correttamente, risultare<br />
concorrenziali con il trattamento dei RAEE regolarmente effettuato, quando<br />
non addirittura dare luogo a traffici illeciti di RAEE.<br />
Per quanto riguarda gli obblighi degli impianti di trattamento, in particolare<br />
l’iscrizione nella sottocategoria Albo gestori (art. 8, comma 12, D.Lgs. 151/05),<br />
occorre superare la duplicazione amministrativa rispetto al sistema altrove<br />
previsto per la verifica e il controllo degli standard di trattamento degli stessi<br />
impianti. Questi ultimi, che generalmente operano in procedura autorizzativa<br />
ordinaria, sono infatti anche soggetti ad accreditamento secondo quanto<br />
previsto dall’Accordo sottoscritto tra le rappresentanze dei recuperatori e il CdC<br />
RAEE (v. paragrafo successivo). L’Accordo ha definito un sistema di qualificazione<br />
a seguito di verifiche ispettive da parte di auditor di enti terzi di certificazione,<br />
sulla base <strong>del</strong>le condizioni ivi definite. A tal fine esso reca uno standard tecnico<br />
che tiene conto anche <strong>del</strong>l’applicazione <strong>del</strong>le BAT e che deve fungere da<br />
riferimento per tutti i singoli sistemi consortili per la scelta, con regole di<br />
mercato, degli operatori <strong>del</strong> recupero.<br />
A tale riguardo, è importante prevedere condizioni affinchè l’Accordo sia<br />
effettivamente applicato e rispettato da tutti i Consorzi; anche per questo, è<br />
necessario dotare il Centro di coordinamento di poteri più incisivi nei confronti<br />
dei Consorzi stessi, che attualmente operano (per quanto riguarda i contratti con<br />
i fornitori) in maniera molto diversificata in particolare tra quelli grandi e quelli<br />
piccoli, ponendosi talvolta in contrasto con le regole di mercato e con i principi<br />
di trasparenza gestionale.<br />
Un rafforzamento <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> CdC potrà anche fornire le necessarie risposte<br />
alle esigenze di interventi unitari ai fini <strong>del</strong>la informazione e comunicazione,<br />
nazionale e locale per lo sviluppo <strong>del</strong>le RD. Anche per tali esigenze, risulterebbe<br />
opportuna una dimensione minima dei sistemi consortili ai fini <strong>del</strong>l’efficacia,<br />
efficienza ed economicità <strong>del</strong> sistema nel suo complesso.<br />
289
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Il settore <strong>del</strong> recupero attualmente si trova ancora nel mezzo di una fase di<br />
transizione, con contesti operativi e di mercato, caratterizzati da una lenta messa<br />
a regime <strong>del</strong> sistema e quindi una competitività ancora in via di bilanciamento,<br />
con pochi contratti di breve durata che non agevolano investimenti a lungo<br />
termine sopratutto in una condizione di lenta crescita <strong>del</strong>le quantità di RAEE da<br />
trattare.<br />
Per il futuro è fondamentale la possibilità di accesso ai dati rilevati dal Centro<br />
di Coordinamento, nonchè l’omogeneità e la confrontabilità degli stessi, per<br />
una effettiva e oggettiva valutazione <strong>del</strong>l’operatività e degli obiettivi<br />
raggiunti. È necessario inoltre che l’emanando decreto per la semplificazione<br />
dei RAEE domestici assicuri per i distributori la tracciabilità dei flussi e quindi<br />
la repressione dei traffici illeciti di RAEE.<br />
Per permettere la confrontabilità dei dati è altresì necessario che si stabiliscano<br />
modalità quanto più innovative per la reportistica degli impianti di trattamento<br />
nei rapporti con i Sistemi collettivi, e quindi il coinvolgimento di questi ultimi<br />
tramite il CdC e degli operatori <strong>del</strong> trattamento tramite le loro rappresentanze.<br />
Un passo avanti verso la ricerca di soluzioni ad alcuni dei problemi citati di<br />
interesse dei recuperatori è stato fatto con l’attivazione di un Tavolo di confronto<br />
tra ASSORAEE e il Centro di Coordinamento, che mira a superare alcune<br />
difficoltà operative e di interfaccia tra i vari soggetti coinvolti nel sistema.<br />
Non ultimo particolare attenzione va data all’iscrizione dei produttori di AEE al<br />
Registro dei produttori e al funzionamento di quest’ultimo. Risulta infatti<br />
urgente ed essenziale la messa a regime <strong>del</strong> Registro stesso affinché i dati raccolti<br />
possano dare un certo riferimento per il calcolo e l’attribuzione, da parte <strong>del</strong><br />
Comitato di vigilanza e controllo, <strong>del</strong>le quote di mercato e di responsabilità<br />
finanziaria ai produttori di AEE e quindi ai rispettivi Sistemi collettivi <strong>del</strong>egati alla<br />
gestione <strong>del</strong> recupero dei RAEE.<br />
290
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
L’ACCREDITAMENTO<br />
DEGLI IMPIANTI<br />
DI TRATTAMENTO<br />
DEI RAEE:<br />
LA MESSA A REGIME<br />
DELL’ACCORDO<br />
Al fine di superare le criticità connesse alle difformità autorizzative a livello<br />
nazionale, come da tempo evidenziato da <strong>FISE</strong> nella gestione di tutti i rifiuti e<br />
con l'obiettivo di assicurare adeguati ed omogenei livelli di trattamento e<br />
qualificazione <strong>del</strong>le aziende <strong>del</strong> settore <strong>del</strong> recupero dei RAEE, il Centro di<br />
Coordinamento RAEE e ASSORAEE - nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 25<br />
settembre 2007, n. 185 - hanno sottoscritto il 12 maggio 2008 un importante<br />
Accordo, successivamente sottoscritto da altre associazioni <strong>del</strong> settore:<br />
ASSOFERMET, ANCORAEE, APIRAEE, CNA, ASSOQUALIT e UNORAEE.<br />
In sintesi, l’Accordo regolamenta le condizioni gestionali minime dei RAEE in<br />
tutte le fasi operative, dal ritiro degli stessi dai CdR all’ottenimento <strong>del</strong>le materie<br />
prime secondarie o invio a smaltimento degli scarti.<br />
L'obiettivo viene perseguito tramite l'accreditamento <strong>del</strong>le Aziende <strong>del</strong> settore<br />
<strong>del</strong> trattamento dei RAEE (Aziende) presso il CdC conformemente alla Specifica<br />
tecnica allegata all'Accordo, in particolare, sulla base di un mirato audit<br />
condotto da certificatori terzi selezionati e convenzionati dal CdC, con<br />
conoscenza specifica <strong>del</strong> settore e dei processi di trattamento.<br />
L'esito positivo <strong>del</strong>l'audit, che richiede propedeuticamente il rispetto di tutti gli<br />
obblighi normativi previsti e <strong>del</strong>le condizioni tecniche stabilite dall’Accordo, è<br />
requisito essenziali per le aziende di trattamento RAEE ai fini <strong>del</strong>l'accreditamento<br />
da parte <strong>del</strong> CdC , nonché condizione per operare per i singoli Sistemi collettivi,<br />
che devono avvalersene in via obbligatoria.<br />
Per la messa a regime <strong>del</strong> sistema di accreditamento, il CdC ha convenzionato<br />
nove tra i principali enti di certificazione ai quali le aziende di recupero RAEE<br />
possono richiedere, a proprie spese, le visite di audit necessarie per<br />
l'accreditamento. Gli enti convenzionati sono: DNV, Dasa Rägister, IMQ, RINA,<br />
SGS, TÜV, Certiquality, Bureau Veritas e CSI Italia.<br />
Durante l’audit viene verificata la conformità <strong>del</strong>le modalità gestionali nelle varie<br />
fasi di movimentazione e trattamento alle condizioni tecniche riportate<br />
nell’Allegato tecnico all’Accordo che include anche le BAT (Best Available<br />
Techniques), ovvero le migliori tecniche disponibili per il trattamento dei RAEE.<br />
Gli enti di certificazione, unitamente al CdC ed alle associazioni dei recuperatori,<br />
con l'obiettivo di rendere il criterio di valutazione il più possibile oggettivo ed<br />
omogeneo, hanno stilato una check-list che definisce i requisiti minimi per essere<br />
accreditati presso il CdC.<br />
La check-list prevede per i raggruppamenti <strong>del</strong>le categorie di rifiuto R1, R2, R3 e<br />
R4 la possibilità di accreditamento anche per gli impianti che svolgono soltanto<br />
il processo di messa in sicurezza e affidano a terzi i processi di frantumazione<br />
<strong>del</strong>le carcasse (per i raggruppamenti R1, R2 e R4) oppure il trattamento dei tubi<br />
catodici (per il raggruppamento R3). Queste aziende possono essere accreditate<br />
solo nel caso in cui si avvalgano, per le restanti fasi <strong>del</strong> processo di trattamento,<br />
di impianti a loro volta accreditati presso il CdC. Tutti gli impianti che svolgono<br />
soltanto il processo di messa in sicurezza dei rifiuti dovranno fornire<br />
291
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
preventivamente al CdC la lista dei fornitori a cui affidano i rifiuti per effettuare<br />
la fase conclusiva <strong>del</strong> trattamento.<br />
Sulla check list sono state definite due classi di requisiti:<br />
a. requisiti bloccanti: sono prerogative fondamentali per il superamento di una<br />
visita di audit e devono essere interamente soddisfatte per tutti i<br />
raggruppamenti e le fasi di processo per cui si vuole conseguire<br />
l'accreditamento (in totale 61 condizioni su 207);<br />
b. requisiti non bloccanti: sono caratteristiche/condizioni importanti: l'azienda<br />
deve soddisfarne almeno il 70% <strong>del</strong> totale indicato per ogni<br />
raggruppamento e per ogni fase <strong>del</strong> processo per cui si vuole conseguire<br />
l'accreditamento. Coloro che non abbiano superato la prima visita di audit<br />
hanno tre mesi di tempo per recuperare le non conformità rilevate, altrimenti<br />
dovranno ripetere integralmente la verifica di tutti i requisiti previsti dalla<br />
check-list.<br />
Il CdC, inoltre, ha organizzato per i verificatori terzi due sessioni formative<br />
direttamente presso moderni impianti di trattamento utilizzando mirati supporti<br />
didattici e avvalendosi di riconosciuti esperti in materia di trattamento dei RAEE<br />
per la docenza. Lo scopo <strong>del</strong> corso è stato quello di consentire agli auditor di<br />
disporre di tutte le informazioni e strumenti necessari per una valutazione<br />
accurata ed oggettiva <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> trattamento. Soltanto gli auditor che<br />
hanno partecipato con merito ai corsi organizzati dal CdC – ad oggi circa 40<br />
esperti <strong>del</strong> ramo ambientale - sono stati accreditati a svolgere le visite ispettive<br />
presso gli impianti di trattamento.<br />
A partire dal 1 marzo <strong>2009</strong> le aziende interessate hanno avuto sette mesi per<br />
conseguire l'accreditamento al CdC e quindi per poter operare per conto dei<br />
singoli Sistemi collettivi.<br />
Il CdC ha provveduto costantemente alla pubblicazione sul proprio sito <strong>del</strong>le sole<br />
aziende che hanno superato l'audit e di cui pertanto i Sistemi collettivi potranno<br />
avvalersi.<br />
Si prevede che alla data <strong>del</strong> 1 ottobre <strong>2009</strong> gli impianti che avranno conseguito<br />
l’accreditamento al CdC saranno più di 30 per i raggruppamenti di R2 e R4, più<br />
di 20 per raggruppamenti R1 ed R3 ed una decina per il raggruppamento R5.<br />
A partire dal 1 ottobre <strong>2009</strong>, i Sistemi collettivi potranno operare esclusivamente<br />
con le aziende accreditate dal CdC.<br />
292
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INDAGINE SUGLI<br />
IMPIANTI DI<br />
TRATTAMENTO<br />
DEI RAEE:<br />
ANALISI SU UN<br />
CAMPIONE <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />
<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> ha condotto un’indagine su un campione di 19 impianti di<br />
trattamento RAEE.<br />
Gli impianti analizzati sono collocati al Nord (9), al Centro (7) e al Sud (3).<br />
Gli impianti hanno complessivamente una capacità di trattamento che supera le<br />
300.000 tonnellate, suddivisa in tutte le tipologie di trattamento (R1: Freddo e<br />
clima; R2: Altri grandi bianchi; R3 Tv e Monitor; R4 IT e Consumer electronics,<br />
apparecchi di illuminazione (privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose). PED e altro; R5<br />
Sorgenti luminose).<br />
Nel 2008 il fatturato medio complessivo per impianto è stato di circa 180.000 euro.<br />
TABELLA 8: Impianti di trattamento RAEE per Regione - Campione <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> 2008<br />
ZONA<br />
N. IMPIANTI<br />
GESTITI<br />
TIPOLOGIA DI TRATTAMENTO<br />
POTENZA IMPIANTO ton/a<br />
R1 R2 R3 R4 R5 R1 R2 R3 R4 R5 TOTALE<br />
PIEMONTE 1 1 1 1 1 1 8.500 6.000 3.800 2.500 20.800<br />
LOMBARDIA 5 2 2 4 4 3 15.000 14.200 50.462 42.026 1.600 123.288<br />
VENETO 2 2 2 2 2 2 8.595 2.695 2.695 2.695 95 16.775<br />
EMILIA ROMAGNA 1 1 1 1 1 1 19.000 13.000 12.000 12.000 2.000 58.000<br />
TOTALE NORD 9 6 6 8 8 7 51.095 35.895 68.957 59.221 3.695 218.863<br />
TOSCANA 1 1 1 1 1 1 4.600 1.000 200 5.800<br />
MARCHE 1 1 1 1 1 1 120 50 170<br />
LAZIO 5 2 2 3 3 2 7.000 7.200 19.000 19.900 700 53.800<br />
TOTALE CENTRO 7 4 4 5 5 4 11.600 7.200 20.000 20.220 750 59.770<br />
ABRUZZO 1 2 2 2 2 1 1.250 1.250 2.000 6.000 <strong>10</strong>.500<br />
MOLISE 1 1 1 1 1<br />
PUGLIA 1 1 1 1 4.000 5.000 3.000 12.000<br />
TOTALE SUD 3 4 3 4 3 2 4.000 5.000 3.000 0 0 22.500<br />
TOTALE ITALIA 19 14 13 17 16 13 66.695 48.095 91.957 79.441 4.445 301.133<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
293
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Complessivamente gli impianti <strong>del</strong> campione hanno trattato nel 2008 oltre<br />
<strong>10</strong>8.000 tonnellate di RAEE, con una crescita <strong>del</strong> 19% rispetto al 2007.<br />
I materiali recuperati, nel 2008, sono stati di oltre 80.000 tonnellate, con una<br />
crescita <strong>del</strong> 23% rispetto al 2007.<br />
TABELLA 9: RAEE totali trattati per Regione 2007-2008 - Campione <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />
TRATTATI TRATTATI INCREMENTO RECUPERATI RECUPERATI INCREMENTO<br />
2007 2008 08 SU 07 % 2007 2008 08 SU 07 %<br />
PIEMONTE 6.700 8.800 31% 5.345 0%<br />
LOMBARDIA 25.738 37.178 44% 20.407 24.469 20%<br />
VENETO 21.891 21.808 0% 17.312 16.551 -4%<br />
EMILIA ROMAGNA 12.166 14.500 19% <strong>10</strong>.045 13.6<strong>10</strong> 35%<br />
TOTALE NORD 66.496 82.286 24% 47.764 59.975 26%<br />
TOSCANA 4.721 3.973 -16% 5.072 4.393 -13%<br />
MARCHE 71 26 -64% 0%<br />
LAZIO 14.532 14.560 0% <strong>10</strong>.582 11.825 12%<br />
TOTALE CENTRO 19.324 18.559 -4% 15.654 16.218 4%<br />
ABRUZZO 0 1.005 0% 0 1.963 0%<br />
MOLISE 2.808 3.888 38% 0%<br />
PUGLIA 2.942 3.223 <strong>10</strong>% 2.305 2.440 6%<br />
TOTALE SUD 5.750 8.116 41% 2.305 4.404 91%<br />
TOTALE ITALIA 91.570 <strong>10</strong>8.961 19% 65.723 80.596 23%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
294
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 6:<br />
RAEE trattati 2007-2008 (ton)<br />
200.000<br />
180.000<br />
160.000<br />
140.000<br />
120.000<br />
<strong>10</strong>0.000<br />
80.000<br />
60.000<br />
40.000<br />
20.000<br />
91.570<br />
<strong>10</strong>8.961<br />
0<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
2007 2008<br />
Nel primo trimestre <strong>del</strong> <strong>2009</strong>, negli impianti sono stati trattati oltre 27.000<br />
tonnellate di RAEE, con una crescita <strong>del</strong> 26%, rispetto al primo trimestre <strong>del</strong> 2008.<br />
GRAFICO 7:<br />
RAEE trattati 1° trimestre 2008 - 1° trimestre <strong>2009</strong> (ton)<br />
30.000<br />
27.171<br />
25.000<br />
20.000<br />
19.944<br />
15.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
5.000<br />
0<br />
I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
295
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Analizzando per raggruppamenti i RAEE trattati nel 2008, in termini di peso il<br />
raggruppamento R1- Freddo e clima, rappresenta il 47% <strong>del</strong> totale, il<br />
raggruppamento R2- Altri grandi bianchi, il raggruppamento R3 - Tv e Monitor<br />
il 31%, il raggruppamento R4 - IT e Consumer electronics, apparecchi di<br />
illuminazione (privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose) e Ped l’11%, mentre R5 - Sorgenti<br />
luminose l’1%.<br />
GRAFICO 8: RAEE trattati per raggruppamenti 2008<br />
R4 - lt e consumer electronics,<br />
apparecchi di illuminazione<br />
(privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose).<br />
Ped e altro 11%<br />
R5 - sorgenti luminose 1%<br />
R1 - freddo e clima 47%<br />
R3 - TV e monitor 31%<br />
R2 - altri grandi bianchi <strong>10</strong>%<br />
Fonte: Indagine Fise Unire <strong>2009</strong><br />
Dal 2007 al 2008 cresce la quantità trattata per tutti i diversi raggruppamenti<br />
di RAEE. Il raggruppamento più importante R1 (freddo e clima) ha una crescita<br />
da 44.000 tonnellate a 51.000 tonnellate il gruppo R3 (tv e monitor) cresce da<br />
32.000 a 34.000 tonnellate.<br />
296
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 9: RAEE trattati per raggruppamenti 2007-2008 (ton)<br />
60.000<br />
50.000<br />
40.000<br />
44.120<br />
51.072<br />
30.000<br />
20.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
0<br />
R1 - freddo e clima<br />
2007 2008<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
8.186 11.142 32.491 34.172 6.483<br />
12.229<br />
R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,<br />
apparecchi di illuminazione<br />
(privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose).<br />
Ped e altro<br />
R5 - sorgenti luminose<br />
287<br />
1.590<br />
Nel primo trimestre <strong>2009</strong>, si ha una crescita ancora più forte rispetto al primo<br />
trimestre 2008.<br />
Il gruppo R1 cresce oltre il 130%, il gruppo R3 cresce oltre il 22%.<br />
GRAFICO <strong>10</strong>: RAEE trattati per raggruppamenti 1° trimestre 2007 - 1° trimestre 2008 (ton)<br />
25.000<br />
20.000<br />
19.608<br />
15.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
8.549<br />
5.000<br />
2.161 2.993 6.824 8.329 1.968 3.427 208 346<br />
0<br />
R1 - freddo e clima R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,<br />
apparecchi di illuminazione<br />
I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />
(privati <strong>del</strong>le sorgenti luminose).<br />
Ped e altro<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
R5 - sorgenti luminose<br />
297
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 11:<br />
I materiali recuperati hanno superato nel 2008 le 80.000 tonnellate, contro le 65.000<br />
tonnellate <strong>del</strong> 2007, con una crescita <strong>del</strong> 23%, superiore alla crescita dei materiali<br />
trattati nello stesso periodo, che è stata <strong>del</strong> 19%. Nel 2007 il rapporto tra materiali<br />
recuperati e materiali trattati è stato <strong>del</strong> 72%, nel 2008 lo stesso indice è cresciuto al<br />
74% e indica un miglioramento <strong>del</strong> tasso di recupero nei processi di trattamento.<br />
Materiali recuperati da trattamento RAEE 2007-2008 (ton)<br />
<strong>10</strong>0.000<br />
80.000<br />
60.000<br />
65.723<br />
80.596<br />
40.000<br />
20.000<br />
0<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
2007 2008<br />
Nel confronto tra 1° trimestre <strong>2009</strong> e 2008, si registra una crescita <strong>del</strong> recupero<br />
<strong>del</strong> 22%, simile a quella registrata nel confronto tra l’anno 2008 e 2007.<br />
GRAFICO 12: Materiali recuperati da trattamento RAEE 1° trimestre 2008 - 1° trimestre <strong>2009</strong><br />
20.000<br />
18.186<br />
15.000<br />
14.889<br />
<strong>10</strong>.000<br />
5.000<br />
0<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />
298
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
I metalli ferrosi rappresentano il 42% di tutti materiali recuperati e sono cresciuti<br />
<strong>del</strong>l’11% dal 2007 al 2008. Il vetro rappresenta il 16% dei materiali recuperati<br />
e ha registrato una crescita <strong>del</strong> 29% tra i due anni. Anche la plastica, che<br />
rappresenta il 13% dei materiali recuperati ha registrato una crescita <strong>del</strong> 29%.<br />
Molto forte è stata la crescita dei materiali non ferrosi (+59%).<br />
TABELLA <strong>10</strong>:<br />
Tipologia materiali recuperati da RAEE 2007-2008 (ton)<br />
2007 2008 INCREMENTO 08/07<br />
plastica 8.147 <strong>10</strong>.580 29%<br />
metalli ferrosi 29.643 32.916 11%<br />
metalli non ferrosi 2.119 3.460 59%<br />
vetro 9.963 12.957 29%<br />
altri materiali recuperati 15.668 20.486 30%<br />
totale 65.723 80.596 23%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
GRAFICO 13: Distribuzione per materiale <strong>del</strong> totale recuperato dai RAEE 2008<br />
altri materiali recuperati 25%<br />
plastica 13%<br />
vetro 16%<br />
metalli ferrosi 42%<br />
metalli non ferrosi 4%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
299
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 14: Tipologia materiali recuperati dai RAEE 2007-2008 (ton)<br />
35.000<br />
30.000<br />
29.643<br />
32.916<br />
25.000<br />
20.000<br />
15.000<br />
<strong>10</strong>.000<br />
8.147<br />
<strong>10</strong>.480<br />
9.963<br />
12.857<br />
15.668<br />
20.386<br />
5.000<br />
2.119<br />
3.360<br />
0<br />
plastica<br />
metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
Nel confronto tra il 1° trimestre 2008 e quello <strong>2009</strong>, si registra una forte crescita<br />
<strong>del</strong> recupero <strong>del</strong>la plastica (+41%), <strong>del</strong> vetro (+32%) e dei metalli ferrosi e non<br />
ferrosi (+21%).<br />
TABELLA 11:<br />
Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre <strong>2009</strong> (ton)<br />
1° TRIM.2008 1° TRIM.2008 INCREMENTO<br />
plastica 1.903 2.685 41%<br />
metalli ferrosi 6.521 7.876 21%<br />
metalli non ferrosi 590 708 20%<br />
vetro 2.397 3.176 32%<br />
altri materiali recuperati 3.478 3.742 8%<br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
300
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 15: Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre <strong>2009</strong> (ton)<br />
9.000<br />
8.000<br />
7.876<br />
7.000<br />
6.520<br />
6.000<br />
5.000<br />
4.000<br />
3.000<br />
2.000<br />
1.000<br />
1.903<br />
2.685<br />
590 708<br />
2.397<br />
3.176<br />
3.477<br />
3.742<br />
0<br />
plastica<br />
metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati<br />
I° trimestre 2008 I° trimestre <strong>2009</strong><br />
Fonte: Indagine <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong> <strong>2009</strong><br />
301
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
ELENCO AZIENDE RAEE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINE <strong>2009</strong><br />
AMBIENTE 2000 COOP. SOCIALE<br />
Via Brasile, 2 - 6<strong>10</strong>26 ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) Abruzzo<br />
info@ambiente2000.info - www.ambiente2000.info - Tel. 085/8931328 - Fax 085/8931328<br />
AMIAT T.B.D. S.r.l.<br />
Via Brandizzo, 150 - <strong>10</strong>088 VOLPIANO (TO) Piemonte<br />
info@tbdtorino.it - www.tbdtorino.it - Tel. 011/9954411 - Fax 011/9954415<br />
ELETTRO RECYCLING S.r.l.<br />
Via Santa Maria in Campo, 2 - 20040 CAVENAGO DI BRIANZA (MI) Lombardia<br />
elettrorecycling@elettrorecycling.it - www.elettrorecycling.it - Tel. 02/95335374 - Fax 02/95335073<br />
NIKE S.r.l.<br />
Via <strong>del</strong>la Stazione di Pavona, snc - 00134 SANTA PALOMBA (RM) Lazio<br />
info@nikesrl.com - Tel. 06/71300062 - Fax 06/71302621<br />
NUOVA ECOPOLIS S.r.l.<br />
Contrada Casellone - 74012 CRISPIANO (TA) Puglia<br />
info@ecopolis2000.com - www.ecopolis2000.com - Tel. 099/81<strong>10</strong>777 - Fax 099/81<strong>10</strong>787<br />
ORIM S.p.a.<br />
Via D. Concordia, 65 - 62<strong>10</strong>0 MACERATA (MC) Marche<br />
orim@orim.it - www.orim.it - Tel. 0733/283040 - Fax 0733/283045<br />
R.P.S. AMBIENTE S.r.l.<br />
Via <strong>del</strong>l'Industria, 483 - 37050 ANGIARI (VR) Veneto<br />
rps@rpsambiente.it - www.mpambiente.it - Tel. 0442/660241 - Fax 0442/660241<br />
RELIGHT S.r.l.<br />
Via Lainate, 98/<strong>10</strong>0 - 20017 RHO (MI) Lombardia<br />
info@relightitalia.com - www.relightitalia.com - Tel. 02/93180737 - Fax 02/93035<strong>10</strong><br />
S.I.R.A. S.r.l. UNIPERSONALE<br />
Via IX Strada, 22 30030 FOSSO' (VE) Veneto<br />
info@sira-riciclare.it - www.sira-riciclare.it - Tel. 041/5170270 - Fax 041/4165411<br />
SE.VAL. S.r.l.<br />
Via la Croce, 14 - 23823 COLICO (LC) Lombardia<br />
sevalecologia@tiscali.it - www.seval-impianti.it - Tel. 0341/941280 - Fax 0341/933221<br />
SIAT S.r.l.<br />
Via Martorello, 13 - 25014 CASTENEDOLO (BS) Lombardia<br />
infosiat@siatambiente.it - www.siatambiente.it - Tel. 030/2733326 - Fax 030/2733329<br />
302
APPARECCHIATURE ELETTRICHE<br />
ED ELETTRONICHE<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TRED CARPI S.r.l.<br />
Via Remesina Estera, 27/a - 4<strong>10</strong><strong>10</strong> CARPI (MO) Emilia Romagna<br />
info@tredcarpi.it - www.tredcarpi.it - Tel. 059/669456 - Fax 059/654543<br />
TRED LIVORNO S.p.a.<br />
Via <strong>del</strong>le Sorgenti, 452 - 57121 LIVORNO (LI) Toscana<br />
info@tredlivorno.it - Tel. 0586/425900 - Fax 0586/406224<br />
TRED SUD S.r.l.<br />
Contrada Vicenne, snc - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) Molise<br />
info@tredsud.it - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007<br />
VALLONE S.r.l.<br />
Loc. Due Pini, snc - 0<strong>10</strong>14 MONTALTO DI CASTRO (VT) Lazio<br />
www.vallone.it - Tel. 0766/879624<br />
VALLONE S.r.l.<br />
Loc. Paduni, snc - 03012 ANAGNI (FR) Lazio<br />
www.vallone.it - Tel. 0775/768071<br />
303
ABITI USATI
ABITI USATI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
Il Consorzio CONAU nasce a luglio 2008 senza fini di lucro per iniziativa dei<br />
principali operatori <strong>del</strong> settore, al fine di affermare il ruolo concretamente svolto<br />
in materia di raccolta differenziata attraverso il recupero <strong>del</strong>la frazione “tessile”,<br />
altrimenti destinata alla discarica.<br />
L’attività <strong>del</strong> CONAU è caratterizzata da un’importante finalità sociale legata alla<br />
possibilità di occupazione lavorativa per persone con disagi e/o svantaggi sociali;<br />
le raccolte infatti sono realizzate anche attraverso cooperative sociali onlus.<br />
Gli obiettivi <strong>del</strong> CONAU sono molteplici e riguardano, in particolar modo, la<br />
possibilità di assicurare, razionalizzare, organizzare, disciplinare e gestire la<br />
raccolta di abiti ed accessori usati provenienti dalla raccolta differenziata:<br />
condizione indispensabile per garantirne il recupero attraverso il riutilizzo ed il<br />
riciclo.<br />
L’intento principale è di incentivare il più possibile la raccolta differenziata di abiti<br />
e di accessori usati, con un parallelo aumento <strong>del</strong>la trasparenza <strong>del</strong> ciclo di<br />
intervento degli operatori <strong>del</strong> settore ed un’informazione adeguata per gli utenti<br />
e per i consumatori di tali materiali riguardo i sistemi di raccolta e di riciclo<br />
disponibili.<br />
Per raggiungere i propri obiettivi il Consorzio si impegna ad attuare pienamente<br />
quanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 e dalle altre norme primarie e secondarie<br />
direttamente o indirettamente attinenti; applicando inoltre un codice etico<br />
attraverso il proprio regolamento.<br />
CONAU cercherà di sensibilizzare i cittadini per implementare la raccolta<br />
differenziata di abiti e di accessori usati coinvolgendo le istituzioni nazionali e<br />
locali allo scopo di sollecitare maggiore attenzione ed adesione al servizio e di<br />
riuscire ad ottenere i dovuti riconoscimenti in ambito legislativo.<br />
Il Consorzio, nato da poco più di un anno, intende inoltre incrementare il<br />
numero degli iscritti tra gli operatori professionali <strong>del</strong> recupero, ed estendere la<br />
possibilità di adesione anche a coloro che producono o importano<br />
abbigliamento nuovo.<br />
EDOARDO AMERINI<br />
Presidente CONAU<br />
305
ABITI USATI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL QUADRO<br />
NORMATIVO<br />
I rifiuti tessili di origine urbana sono regolamentati dalla normativa in materia di<br />
rifiuti, parte IV, <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06 e s.m.i.<br />
Ai fini <strong>del</strong>la classificazione di indumenti usati, o più in generale frazione “tessile”<br />
da raccolta differenziata, sono attribuiti i seguenti codici CER:<br />
CER 2001<strong>10</strong><br />
CER 200111<br />
abbigliamento<br />
prodotti tessili<br />
L’origine di rifiuto urbano colloca questa frazione sotto il diretto controllo <strong>del</strong><br />
Comune e quindi <strong>del</strong> gestore <strong>del</strong> servizio che provvede alla raccolta direttamente o<br />
tramite soggetti convenzionati. Ai fini <strong>del</strong>la raccolta e trasporto, sia in ambito<br />
urbano che per il conferimento ai successivi impianti di recupero, è quindi<br />
necessario che l’impresa di trasporto sia iscritta all’Albo Gestori Ambientali.<br />
Il recupero avviene presso impianti autorizzati, che possono operare con i<br />
seguenti titoli autorizzativi:<br />
- in procedura ordinaria (artt. 208-2<strong>10</strong>, D.Lgs. 152/06) con atto autorizzativo<br />
rilasciato dall’Ente territoriale competente (Regione o Provincia) che fissa caso<br />
per caso le condizioni <strong>del</strong> processo di recupero;<br />
- in procedura semplificata a seguito di comunicazione per il recupero di rifiuti<br />
speciali non pericolosi destinati esclusivamente al recupero (artt. 214-216,<br />
D.Lgs. 152/06) e secondo le precise indicazioni riportate nel DM 5 febbraio 1998.<br />
In entrambi i casi si applicano gli obblighi generali relativi ai rifiuti stabiliti dal<br />
D.Lgs. 152/06, quali la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti, l’emissione<br />
<strong>del</strong> formulario di trasporto e la denuncia annuale (MUD).<br />
La complessità <strong>del</strong> quadro normativo impone ai soggetti che vogliano<br />
intraprendere questa attività una professionalità e degli investimenti necessari al<br />
rispetto <strong>del</strong>le norme stesse; talvolta sono i singoli Comuni o Consorzi, creati<br />
appositamente per la gestione dei rifiuti, a gestire questo tipo di attività nelle<br />
singole realtà territoriali.<br />
Il CONAU, nato nel 2008, ha proprio lo scopo di valorizzare i soggetti che<br />
operano nel pieno rispetto <strong>del</strong>le normative, differenziandoli da quelli che<br />
operano ai margini <strong>del</strong>l’illegalità e che creano sacche di concorrenza sleale ad<br />
unico danno di quegli operatori che svolgono seriamente la propria attività nel<br />
pieno rispetto <strong>del</strong>la normativa in materia.<br />
Va da sé che una illegalità tollerata produce al suo seguito ulteriori illegalità e<br />
pertanto sarà opportuno intraprendere azioni in collaborazione con altre<br />
Associazioni, al fine di garantire da una parte il cittadino e dall’altra le aziende<br />
che operano in questo settore in modo professionale.<br />
Import-export<br />
La tipologia di rifiuto in esame ricade nel Regolamento CE <strong>10</strong>13/2006 <strong>del</strong> 14<br />
giugno 2006, ed è individuata nella lista verde alla voce “B3030 rifiuti tessili”.<br />
306
ABITI USATI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LA PRODUZIONE<br />
NAZIONALE DI<br />
ABITI DISMESSI<br />
DI ORIGINE URBANA<br />
Quattro chili pro capite è quanto ognuno di noi in Italia dismette ogni anno in<br />
abiti usati ed accessori siano essi scarpe o tessili usati nelle abitazioni domestiche<br />
(tende, tovaglie, coperte, etc.).<br />
Se proiettiamo il dato in ambito nazionale, in Italia annualmente dismettiamo<br />
circa 240.000 tonnellate di abiti usati ed accessori, che per dare una idea più<br />
chiara corrispondono, in volume a 16.000 tir (più di 40 camion al giorno!).<br />
È chiaro che, ad oggi, non siamo ancora in grado di intercettare l’intero<br />
quantitativo di indumenti, anche se, in particolare nella zona <strong>del</strong> Nord Italia, si<br />
sono registrati interessanti risultati, come nel seguito riportato.<br />
È evidente che tutta questa mole di materiale non può essere distribuita, per<br />
intero, a quello strato di popolazione che versa in stato di povertà; in primis,<br />
perché manca una domanda in tal senso e poi perché solo una minima parte di<br />
quanto si raccoglie potrebbe essere donato: si stima non più <strong>del</strong> <strong>10</strong>%, la restante<br />
parte è comunque riutilizzabile o trasformata in materia prima.<br />
Per queste ragioni, da tempo, le Associazioni caritative vendono a ditte<br />
specializzate nel riciclaggio di questi materiali quanto in esubero traendone un<br />
beneficio economico, utile per la realizzazione dei loro progetti.<br />
I SOGGETTI<br />
COINVOLTI<br />
NELLA<br />
RACCOLTA<br />
Sono tre, di norma, i soggetti che sono coinvolti nella raccolta degli abiti usati.<br />
Il soggetto principale è l’ente evidenziato con il proprio nome sul cassonetto,<br />
normalmente un’associazione senza scopo di lucro, che di fatto sovrintende,<br />
sostiene e garantisce l’iniziativa. Ad esso spetta il compito di verificare i soggetti<br />
che incarica per il servizio di raccolta, affinché forniscano le dovute<br />
autorizzazioni e garanzie di serietà.<br />
Il secondo soggetto è l’ente che si occupa operativamente <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>la<br />
frazione tessile negli appositi cassonetti e <strong>del</strong>la logistica di detto materiale.<br />
Spesso si tratta di cooperative senza scopo di lucro con finalità sociale ed<br />
umanitaria o/e che impiegano persone con svantaggi di natura fisica e sociale,<br />
allo scopo di inserirle o reinserirle in attività lavorative.<br />
L’ultimo anello <strong>del</strong>la catena è chi acquista il materiale raccolto, e si occupa <strong>del</strong>la<br />
sua cernita e successiva ricollocazione.<br />
307
ABITI USATI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
IL CICLO DI RECUPERO<br />
DEGLI<br />
INDUMENTI USATI<br />
Il recupero degli abiti ed accessori di abbigliamento usati riguarda una frazione <strong>del</strong>la<br />
raccolta differenziata dei rifiuti urbani provenienti da aree <strong>del</strong>la nostra penisola di<br />
piccole, medie e grandi dimensioni, fino agli ambiti territoriali ottimali (ATO).<br />
Gli indumenti usati originati da cicli di post-consumo sono raccolti capillarmente<br />
e raggruppati per poi essere inviati ad impianti autorizzati alla gestione di rifiuti<br />
dove il processo di trattamento determina come risultato finale:<br />
- la qualifica di “indumenti ed accessori di abbigliamento utilizzabili<br />
direttamente in cicli di consumo”;<br />
- la qualifica di “materie prime seconde per l’industria tessile”;<br />
- altri impieghi industriali.<br />
Le frazioni che si ottengono dal trattamento vengono destinate per il 68% al<br />
riutilizzo, per il 25% al riciclo e per il 7% allo smaltimento.<br />
EFFETTI AMBIENTALI<br />
DEL SETTORE<br />
RACCOLTA E<br />
RICICLAGGIO<br />
Il recupero <strong>del</strong>le materie, oltre a rappresentare un importante fattore economico<br />
e strategico per l’approvvigionamento <strong>del</strong>le materie seconde per i settori<br />
produttivi, si presenta come un importante alleato per l’abbattimento<br />
<strong>del</strong>l’impatto ambientale <strong>del</strong>l’industria. Con il riutilizzo <strong>del</strong>le materie recuperate nei<br />
processi produttivi o in cicli di consumo, si ha infatti una forte diminuzione <strong>del</strong>la CO2<br />
prodotta rispetto a quella che si sarebbe prodotta utilizzando materie vergini.<br />
Ecco un esempio dei benefici ambientali ricavati da uno Studio effettuato<br />
dall’università di Copenhagen (fonti ricerca 2008) che dimostra i vantaggi<br />
ambientali ottenuti attraverso la raccolta di abiti usati.<br />
Un kg di abiti usati raccolti riduce:<br />
- Emissioni CO2 di 3,6 kg;<br />
- Consumo di acqua di 6.000 litri;<br />
- Uso di fertilizzanti 0,3 kg;<br />
- Utilizzo di pesticidi 0,2 kg.<br />
VANTAGGI SOCIALI<br />
I benefici effetti ambientali si sommano agli indubbi e molteplici vantaggi sociali,<br />
in parte già evidenziati.<br />
Innanzitutto gli abiti usati sono l’unica frazione <strong>del</strong>la raccolta differenziata che<br />
non è sostenuta da alcun tipo di contributo pubblico, mentre l’associazione<br />
grazie ai contributi ricevuti promuove sul territorio attività di assistenza sociale.<br />
La cooperativa inserisce in ambito lavorativo promuovendone il reinserimento<br />
sociale soggetti con diverse problematiche, siano esse fisiche o sociali.<br />
L’altro aspetto di indubbio vantaggio è che, attraverso il sistema di raccolta degli<br />
abiti usati, si riesce a recuperare materiale che altrimenti verrebbe smaltito alla<br />
stregua dei rifiuti solidi urbani e finirebbe in discarica con costi a carico <strong>del</strong><br />
cittadino.<br />
308
ABITI USATI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PRODUZIONE<br />
NAZIONALE RIFIUTI<br />
URBANI E RACCOLTE<br />
DIFFERENZIATE<br />
Nelle Tabelle 1 e 2 sono riepilogati i dati nazionali che quantificano nel tempo il<br />
fenomeno <strong>del</strong>la produzione dei rifiuti urbani. Tali dati evidenziano l’andamento<br />
<strong>del</strong>le raccolte differenziate in generale e nello specifico per la tipologia <strong>del</strong><br />
“tessile”.<br />
Si può notare come la percentuale di raccolta differenziata <strong>del</strong>la frazione<br />
“tessile” negli ultimi 8 anni sia raddoppiata, passando dallo 0,11% allo 0,22%<br />
sul totale <strong>del</strong>la produzione di rifiuti urbani.<br />
TABELLA 1: <strong>Produzione</strong> nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate (000/ton)<br />
Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007<br />
<strong>Produzione</strong> nazionale rifiuti urbani (000/ton)<br />
28.959 29.409 29.864 30.034 31.150 31.664 32.508 32.548<br />
Dato nazionale raccolte differenziate (000/ton)<br />
(% sul totale RSU)<br />
4.181 5.115 5.739 6.339 7.067 7.672 8.374 8.958<br />
14,4% 17,4 % 19,2 % 21,1% 22,7 % 24,2 % 25,8 % 27,5<br />
Dato nazionale raccolta differenziata “TESSILE” (000/ton) (% sul totale RSU)<br />
31,9 47,1 54,0 50,0 56,5 63,3 70,3 73,4<br />
0,11 % 0,16 % 0,18 % 0,17% 0,18 % 0,19 % 0,22 % 0,22 %<br />
Fonte : ISPRA rapporto rifiuti 2008<br />
TABELLA 2: CONAU raccolta differenziata “TESSILE” ( 000/ton) (% sul dato nazionale raccolta differenziata tessile)<br />
Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007<br />
- - - - 23,0 31,5 33,2 34,8<br />
- - - - 40,7 % 49,8 % 47,2 % 47,4 %<br />
Fonte: CONAU<br />
309
ABITI USATI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 3: Valori medi pro capite (kg/ab*anno)<br />
Anno<br />
2002<br />
Anno<br />
2003<br />
Anno<br />
2004<br />
Anno<br />
2005<br />
Anno<br />
2006<br />
Anno<br />
2007<br />
Anno<br />
2008<br />
Rifiuti Urbani<br />
521 524 533 539 550 546 -<br />
Racc.Diff.Tessile 0,9 0,9 1,0 1,1 1,2 1,2 -<br />
Fonte: CONAU<br />
Il dato elaborato per produzione pro-capite evidenzia un valore medio statistico<br />
su base nazionale, anche se è da segnalare la sostanziale differenza tra le Regioni<br />
<strong>del</strong> Nord, Centro e Sud Italia.<br />
Alcuni dati in merito ai volumi di raccolta differenziata di abiti e accessori usati<br />
stimati da CONAU:<br />
• il consumo di abiti e di accessori in Italia è circa 14 kg/persona annui;<br />
• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva a circa 3-4<br />
kg/persona annui in alcune zone <strong>del</strong> territorio italiano;<br />
• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva in media a circa 1,2<br />
kg/abitante annui su base nazionale (inferiore alla media UE).<br />
3<strong>10</strong>
ABITI USATI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LE PROVINCE<br />
DOVE È PRESENTE<br />
CONAU<br />
Campania:<br />
Napoli<br />
Emilia Romagna:<br />
Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio<br />
Emilia, Rimini<br />
Friuli Venezia Giulia:<br />
Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste<br />
Lazio:<br />
Frosinone, Latina<br />
Liguria:<br />
Genova, Imperia<br />
Lombardia:<br />
Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia,<br />
Sondrio, Varese<br />
Piemonte:<br />
Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli<br />
Toscana:<br />
Arezzo, Firenze, Livorno, Massa-Carrara, Pisa, Prato, Siena<br />
Trentino Alto Adige:<br />
Bolzano, Trento<br />
Veneto:<br />
Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza<br />
Umbria:<br />
Terni<br />
Ditte aderenti al Consorzio<br />
• TESMAPRI S.p.A.<br />
• HUMANA PEOPLE TO PEOPLE ITALIA S.c.r.l.<br />
• PANDOLFI S.r.l.<br />
• EUROTESS S.r.l.<br />
• EUROFRIP S.r.l.<br />
• SABIRO S.n.c.<br />
• RECOTES S.r.l.<br />
311
INERTI
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
INTRODUZIONE<br />
Il quadro normativo italiano che si è <strong>del</strong>ineato negli ultimi anni, grazie al<br />
recepimento di direttive europee sia in tema di materiali da costruzione che di<br />
rifiuti, ha portato ad una effettiva legittimazione <strong>del</strong>l’utilizzo degli aggregati<br />
riciclati come materiale da costruzione.<br />
Il primo importante passo in questa direzione è avvenuto con il DPR 21 aprile<br />
1993, n. 246 ovvero il recepimento <strong>del</strong>la Direttiva europea 89/<strong>10</strong>6/CEE sui<br />
materiali da costruzione. L’impostazione <strong>del</strong>la politica europea in tema di qualità<br />
dei prodotti da costruzione, introdotta dalla Direttiva 89/<strong>10</strong>6/CEE, verte<br />
sostanzialmente sull’obbligo di marcatura CE di tutti prodotti immessi sul<br />
mercato al fine di essere permanentemente incorporati in opere di costruzione,<br />
quali edifici ed opere di ingegneria civile (compresi pertanto gli aggregati sia<br />
naturali che riciclati).<br />
Con il successivo DM 11 aprile 2007 sono state definitivamente fornite le<br />
indicazioni per l’applicazione <strong>del</strong>la Direttiva 89/<strong>10</strong>6/CE agli aggregati e recepite<br />
le norme europee di riferimento.<br />
L’entrata in vigore <strong>del</strong>le norme armonizzate segna una svolta nel settore, in<br />
quanto esse si applicano ad aggregati naturali, artificiali o riciclati,<br />
indipendentemente dalla loro origine.<br />
La nuova impostazione porta ad un cambiamento sostanziale nel mercato dei<br />
materiali da costruzione, in particolare dei materiali per lavori stradali (tipica<br />
applicazione degli aggregati riciclati), passando da un approccio prescrizionale<br />
ad un approccio prestazionale, in cui i vari materiali vengono classificati in<br />
funzione <strong>del</strong>le loro caratteristiche tecniche, piuttosto che in funzione <strong>del</strong>la loro<br />
provenienza. Tali caratteristiche sono garantite dal produttore con la marcatura CE.<br />
Per questa ragione si rende indispensabile l’aggiornamento dei capitolati<br />
d’appalto, strumenti ancora troppo spesso legati alla tradizione che con difficoltà<br />
vengono aggiornati sulla base <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong>la normativa tecnica europea.<br />
Nel quadro normativo è stata anche introdotta l’obbligatorietà <strong>del</strong>l’utilizzo degli<br />
aggregati riciclati da parte <strong>del</strong>le PA.<br />
Con il DM 203/2003 e la relativa Circolare 15 luglio 2005, n. 5205 recante<br />
“Indicazioni per l’operatività nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi <strong>del</strong><br />
Decreto Ministeriale 8 maggio 2003, n. 203”, si è imposto agli uffici pubblici e<br />
alle società a prevalente capitale pubblico l’obbligo di coprire il proprio<br />
fabbisogno annuale di manufatti e di beni con una quota di prodotti ottenuti da<br />
materiale riciclato in una misura non inferiore al 30%.<br />
Tale obbligo è stato introdotto dalla Legge Finanziaria 2002 (L. 448/01, art. 56),<br />
ed in origine riguardava la sola fornitura di beni (ad esempio, l’impiego <strong>del</strong>la<br />
carta riciclata nelle fotocopiatrici degli uffici pubblici); soltanto con il DM<br />
203/2003 si è esteso tale obbligo anche alle opere pubbliche (art. 3, comma 3),<br />
imponendo quindi alle PA, in sede di formulazione dei capitolati d’appalto, di<br />
prevedere l’impiego di materiali riciclati.<br />
La pubblicazione <strong>del</strong>la Circolare attuativa (Circolare n. 5205/05) ha reso<br />
313
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
applicabile la disposizione in esame con conseguente e necessario adeguamento<br />
dei capitolati d’appalto <strong>del</strong>le PA.<br />
Bisogna inoltre sottolineare come la crescente attenzione alle problematiche<br />
ambientali abbia portato ad un sempre maggiore interesse verso il riciclaggio dei<br />
rifiuti inerti. Basti pensare che la nuova direttiva europea sui rifiuti fissa un<br />
obiettivo di riciclaggio dei rifiuti inerti a livello comunitario pari al 70%, da<br />
raggiungere entro il 2020.<br />
Anche l’adozione da parte <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong> Piano d’Azione<br />
Nazionale (PAN) sul Green Public Procurement, accogliendo così l’invito<br />
contenuto nella Comunicazione <strong>del</strong>la Commissione europea “Politica integrata<br />
dei prodotti, sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale” <strong>del</strong> 2003, mostra<br />
la volontà di definire una strategia mirata ad aumentare il volume di “acquisti<br />
verdi” nelle PA ed a generare un cambiamento di mo<strong>del</strong>li di produzione e di<br />
consumo, anche privati, nella direzione <strong>del</strong>la sostenibilità.<br />
Nonostante ciò purtroppo in Italia l’utilizzo degli aggregati riciclati non è ancora<br />
sufficientemente diffuso, se non addirittura ostacolato.<br />
Le principali cause di questa situazione possono essere ricercate:<br />
• negli impedimenti di carattere burocratico che non permettono l’attuazione di<br />
leggi fondamentali per lo sviluppo <strong>del</strong> nostro settore (DM 203/03, Acquisti<br />
verdi, etc.);<br />
• nella mancanza di adeguati strumenti tecnici (elenchi prezzi, capitolati<br />
d’appalti, etc.);<br />
• nella resistenza culturale ad utilizzare un materiale proveniente dai “rifiuti”.<br />
Si aggiunge alle problematiche sopraelencate il momento congiunturale di crisi<br />
economica, che sta mettendo a dura prova anche il settore <strong>del</strong> riciclaggio dei<br />
rifiuti inerti.<br />
Le difficoltà <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>le costruzioni e il mancato avvio <strong>del</strong>le cosiddette<br />
grandi opere si riflettono infatti inevitabilmente sul nostro settore.<br />
Nel tentativo di limitare i danni per gli operatori, ANPAR, soprattutto in questo<br />
periodo, si sta impegnando per riavviare il mercato su diversi fronti:<br />
1) per un utilizzo sempre più diffuso degli aggregati riciclati sarebbe auspicabile<br />
l’attuazione <strong>del</strong>le norme in vigore sul Green Public Procurement ed in<br />
particolare <strong>del</strong> DM 203/03 (Repertorio <strong>del</strong> Riciclaggio). ANPAR, che ha<br />
collaborato con il Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente per l’emanazione <strong>del</strong>la norma, sta<br />
ora adoperandosi affinché questa venga efficacemente applicata. Infatti<br />
l’iscrizione al Repertorio dovrebbe essere automatica una volta verificato, da<br />
parte <strong>del</strong>l’organo tecnico (ISPRA - ex APAT), il rispetto dei requisiti previsti<br />
dalla norma. L’ulteriore avallo <strong>del</strong>la Commissione ministeriale costituisce un<br />
inutile intralcio burocratico, in quanto questa non è strutturalmente in grado<br />
di effettuare una valutazione tecnica sul possesso dei requisiti medesimi. Ciò<br />
rischia di provocare il blocco <strong>del</strong> sistema, come effettivamente è purtroppo<br />
avvenuto.<br />
2) Per facilitare il compito <strong>del</strong>le stazioni appaltanti è necessario fornire loro un<br />
capitolato speciale che preveda e agevoli l’utilizzo dei nostri materiali nelle<br />
314
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
infrastrutture (in particolare stradali). Il capitolato <strong>del</strong>la Regione Toscana,<br />
primo ed ultimo esempio sul territorio nazionale, risulta infatti tuttavia ad<br />
oggi già superato, nonostante i soli 5 anni passati, e necessita un<br />
aggiornamento alla serie di norme tecniche sulla marcatura CE degli<br />
aggregati. La direzione tecnica ha allora deciso, anche su sollecitazione di<br />
alcuni associati, di istituire una task force avente lo scopo di redigere in tempi<br />
brevi una norma tecnica nazionale in ambito UNI, sull’esecuzione di opere di<br />
ingegneria che prevedano l’uso di terre ed aggregati. Tale norma potrà poi<br />
essere richiamata nei capitolati che le stazioni appaltanti (soprattutto<br />
pubbliche) dovranno necessariamente aggiornare (anche si spera per<br />
l’attuazione <strong>del</strong> DM 203/03).<br />
3) Per far prevalere nel mercato gli operatori più qualificati, ANPAR sta da tempo<br />
sollecitando i propri associati ad un comportamento virtuoso, con particolare<br />
riferimento alla messa in opera <strong>del</strong> sistema di controllo dei materiali previsto<br />
dalle norme tecniche sulla marcatura CE degli aggregati. L’Associazione<br />
ritiene infatti che solo con la commercializzazione di materiali di elevata<br />
qualità sarà possibile opporsi alla pratica lesiva <strong>del</strong>la concorrenza di riciclare in<br />
cantiere i rifiuti di demolizione e vendere (o peggio regalare) i “materiali” così<br />
prodotti. Sfruttando un finanziamento europeo, ANPAR sta quindi finalmente<br />
dando corso ad un progetto rimasto fino ad oggi nel cassetto: la redazione di<br />
un manuale sulla produzione e l’utilizzo degli aggregati riciclati nelle<br />
infrastrutture. Tale manuale (che sarà disponibile anche in lingua inglese)<br />
conterrà, oltre ad una parte iniziale sulle modalità di lavoro e sulle garanzie di<br />
qualità dei materiali marcati CE, una seconda parte, in particolar modo<br />
destinata alla PA, che presenterà numerosi casi di applicazione in opere di<br />
particolare rilievo, realizzate con aggregati riciclati in Italia ed all’estero.<br />
Un altro tema molto attuale che potrebbe condizionare fortemente il nostro<br />
settore è il cosiddetto problema <strong>del</strong>l’end-of-waste posto dalla nuova direttiva<br />
quadro sui rifiuti. Essa infatti impone di definire dei criteri specifici per<br />
individuare il momento in cui un rifiuto cessa di essere tale per diventare un<br />
prodotto. La Commissione europea sta attualmente lavorando alla definizione di<br />
tali criteri. ANPAR ha contribuito a tale lavoro, per quanto riguarda il settore<br />
degli aggregati riciclati, attraverso il Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente e le proprie<br />
associazioni europee (FIR, FEAD).<br />
In attesa <strong>del</strong>la definizione dei criteri specifici, la direttiva sottolinea comunque<br />
che il passaggio da rifiuto a prodotto non può prescindere dal fatto che i rifiuti<br />
debbano essere sottoposti ad una operazione di recupero e soddisfino le<br />
seguenti condizioni:<br />
• la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici;<br />
• esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;<br />
• la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e<br />
rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;<br />
• l’utilizzo <strong>del</strong>la sostanza o <strong>del</strong>l’oggetto non porterà a impatti complessivi<br />
negativi sull’ambiente o sulla salute umana.<br />
Da qui la necessità di interrogarsi su quanti degli impianti autorizzati presenti in<br />
Italia saranno in grado di produrre aggregati riciclati che rispondono alla<br />
normativa vigente ed alle condizioni “end-of-waste” <strong>del</strong>la direttiva.<br />
315
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Un processo inadeguato di trattamento dei rifiuti inerti (al termine <strong>del</strong> quale il<br />
materiale non risponde alle caratteristiche dettate dalle norme tecniche<br />
armonizzate europee), non riesce nel suo intento di creare un nuovo prodotto.<br />
Tale operazione comporta inoltre un crollo <strong>del</strong>l’immagine degli aggregati riciclati,<br />
che, come ormai ampiamente dimostrato, sono equiparabili a livello<br />
prestazionale agli aggregati naturali con, in più, innegabili vantaggi ambientali<br />
(risparmio <strong>del</strong> materiale da cava e riciclaggio dei rifiuti) ed economici.<br />
In diverse realtà europee questo problema è stato risolto elaborando un marchio<br />
di qualità volontario. Gli impianti che riescono a garantire la produzione costante<br />
di materiale rispondente alla normativa vigente possono ottenere questo<br />
marchio di qualità che permette loro di avere dei vantaggi con la PA.<br />
È indispensabile per lo sviluppo <strong>del</strong> settore che vengano introdotte <strong>del</strong>le logiche<br />
premianti a chi produce materiale di qualità e penalizzanti (intensificando, per<br />
es. i controlli) a chi lavora ai limiti <strong>del</strong>la normativa. Solo così gli aggregati riciclati<br />
riusciranno a crearsi, presso le Direzioni lavori, i professionisti, le PA, le imprese,<br />
una meritata credibilità che oggi manca e costituisce il primo ostacolo all’utilizzo<br />
degli aggregati riciclati su vasta scala.<br />
Con il presente Studio di settore, ANPAR anche quest’anno cerca di offrire il più<br />
aggiornato stato <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> settore <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti inerti. Rispetto agli<br />
scorsi lavori è stato inoltre introdotto un capitolo in cui vengono presentate le<br />
principali caratteristiche degli impianti nostri associati.<br />
Nonostante alcuni impianti presenti sul territorio non abbiano voluto aderire alla<br />
nostra iniziativa, forse anche a causa <strong>del</strong> momento congiunturale, possiamo<br />
affermare che i dati qui contenuti rappresentino un buon punto di partenza per<br />
stimare i quantitativi di aggregati riciclati oggi prodotti in Italia. I dati sono<br />
riportati in forma anonima, nella speranza di vincere la diffidenza di alcuni nostri<br />
colleghi che non capiscono ancora l’importanza di stare insieme e di creare in<br />
modo definitivo un vero e proprio comparto industriale.<br />
RENZO PRAVETTONI<br />
Presidente ANPAR<br />
316
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
PREMESSA<br />
METODOLOGICA<br />
Alla vigilia <strong>del</strong> recepimento <strong>del</strong>la nuova direttiva europea sui rifiuti (2008/98/CE<br />
<strong>del</strong> 19 Novembre 2008), risulta urgente ed indispensabile disporre di dati certi<br />
sulla produzione di rifiuti inerti, nonché di un quadro aggiornato degli impianti<br />
di trattamento per tali rifiuti al fine di poter intraprendere al più presto una<br />
adeguata politica di gestione degli stessi. La Comunità europea infatti, con la<br />
nuova direttiva sui rifiuti, vuole portare gli Stati membri ad un radicale<br />
cambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti, da peso indesiderato<br />
a risorsa preziosa, ed ha pertanto posto degli specifici obiettivi di riciclaggio per<br />
i diversi settori. L’obiettivo di riciclaggio fissato per i rifiuti da demolizione è pari<br />
al 70% da raggiungere nel 2020.<br />
Se si considera che attualmente il riciclaggio dei rifiuti inerti si aggira intorno al<br />
<strong>10</strong>%, si può comprendere l’urgenza con cui bisogna affrontare e risolvere il<br />
problema per cercare di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio posti in ambito<br />
europeo. Per quanto concerne i dati sulla produzione di rifiuti inerti, il “Rapporto<br />
rifiuti 2008” di ISPRA costituisce la fonte ufficiale italiana. In tale Rapporto viene<br />
indicato un quantitativo di produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi da<br />
C&D pari a 52.083 milioni di tonnellate (relativo all’anno 2006).<br />
È necessario tuttavia sottolineare che si tratta di una stima. La base dati utilizzata<br />
da ISPRA per la quantificazione dei rifiuti speciali è rappresentata dalle<br />
dichiarazioni MUD effettuate nell’anno 2007, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 189 <strong>del</strong> D.Lgs.<br />
152/2006. A tal proposito, va evidenziato che quest’ultimo decreto ha apportato<br />
rilevanti modifiche per quanto attiene ai soggetti tenuti all’obbligo di<br />
dichiarazione. In particolare, il comma 3 <strong>del</strong>l’art. 189 ha esonerato dall’obbligo<br />
<strong>del</strong>la dichiarazione tutti i produttori di rifiuti non pericolosi.<br />
L’applicazione <strong>del</strong> D.Lgs. 152/2006, entrato in vigore il 29 aprile 2006, ossia il<br />
giorno prima <strong>del</strong>la scadenza per la presentazione <strong>del</strong> MUD, ha portato ad una<br />
lieve diminuzione <strong>del</strong> numero di dichiarazioni presentate nel 2006 rispetto<br />
all’anno precedente e ad una drastica riduzione <strong>del</strong>le stesse presentate nell’anno<br />
2007 (è da precisare che il 13 febbraio 2008 è entrato in vigore il D.Lgs. 4/2008,<br />
cosiddetto “Correttivo ambientale”, che ha reintrodotto l’obbligo di<br />
presentazione <strong>del</strong> MUD per i produttori di rifiuti speciali non pericolosi ed<br />
esentato le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti, con non più di <strong>10</strong><br />
dipendenti. Grazie alle dichiarazioni MUD presentate entro il 30 aprile 2008,<br />
relative all’anno 2007, sarà quindi possibile riavere, per tale anno, un dato di<br />
produzione di rifiuti non pericolosi più completo e realistico).<br />
Ai fini di una corretta valutazione dei quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi<br />
prodotta in Italia, ISPRA ha integrato i dati MUD attraverso procedure di stima.<br />
In particolare l’ammontare dei rifiuti non pericolosi derivanti dal settore NACE 45<br />
(C&D) è stato desunto a partire dai dati dichiarativi MUD inerenti alle operazioni<br />
di gestione, eliminando le dichiarazioni relative alle fasi intermedie di gestione.<br />
La produzione totale dei rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi è<br />
stata pertanto assunta pari al quantitativo avviato a recupero o a smaltimento.<br />
Per quanto riguarda invece la quantificazione <strong>del</strong>la percentuale di rifiuti<br />
effettivamente riciclata, il “Rapporto rifiuti 2008” fornisce solo dati generali sui<br />
rifiuti speciali non pericolosi e non specifici sul settore dei rifiuti da C&D. Questo<br />
è fondamentalmente dovuto al fatto che il sistema di gestione dei rifiuti speciali<br />
e di autorizzazione degli impianti è piuttosto complesso e non permette, ad<br />
oggi, una raccolta dati suddivisa per settori. Lo Studio di settore che ANPAR<br />
elabora annualmente si è sempre posto come obiettivo la stima <strong>del</strong>la produzione<br />
317
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
nazionale di aggregati riciclati, purtroppo quest’anno, complice la crisi<br />
economica che ha fortemente danneggiato il nostro settore e reso meno<br />
collaborativi i gestori degli impianti, abbiamo avuto parecchie difficoltà a reperire<br />
i dati utili allo studio. Tuttavia nel corso degli anni ANPAR ha costituito una<br />
piccola banca dati sulla base <strong>del</strong>la dichiarazione MUD dei singoli impianti di<br />
riciclaggio che riteniamo possa considerarsi rappresentativa <strong>del</strong> settore almeno<br />
per quanto concerne l’andamento dei conferimenti nel corso degli anni.<br />
Quest’anno il campione su cui è stata effettuata l’indagine è composto da 49<br />
impianti. Ai gestori è stato richiesto di compilare un questionario con i<br />
quantitativi di rifiuti conferiti nell’anno 2008 relativi ai seguenti codici CER:<br />
CER 17 01 01 Cemento<br />
CER 17 01 02 Mattoni<br />
CER 17 01 03 Mattonelle e ceramica<br />
CER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e<br />
ceramiche, diverse da quelle di cui alle voce 170<strong>10</strong>6<br />
CER 17 03 02 Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce<br />
170301<br />
CER 17 04 05 Ferro e acciaio<br />
CER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503<br />
CER 17 05 06 Fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce<br />
170505<br />
CER 17 08 02 Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quelle<br />
di cui alla voce 170507<br />
CER 17 09 04 Rifiuti misti <strong>del</strong>l’attività di costruzione e demolizione,<br />
diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e<br />
170903<br />
Altri<br />
Come emerge dalla Figura 1 si conferma negli anni la dislocazione geografica<br />
degli impianti, concentrati principalmente nel Nord Italia.<br />
La difficoltà di effettuare un censimento completo degli impianti di riciclaggio di<br />
rifiuti da C&D attivi in Italia, e la conseguente mancanza di dati in merito, non<br />
consente di determinare con certezza la rappresentatività <strong>del</strong> campione<br />
analizzato.<br />
Un primo e importante passo in questo senso è stato compiuto da <strong>FISE</strong>, che ha<br />
presentato di recente il Rapporto “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in<br />
Italia”. Tale Rapporto ha l’obiettivo di predisporre un quadro aggiornato degli<br />
impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia riguardanti sia quelli di recupero che<br />
di smaltimento e <strong>del</strong>le relative capacità autorizzative, al fine di poter<br />
comprendere l’attuale contesto operativo e mettere in atto le azioni correttive<br />
necessarie per evitare il diffondersi di situazioni di emergenza che hanno negli<br />
ultimi tempi interessato alcune Regioni italiane. Tuttavia anche questo Studio,<br />
come quello di APAT, presenta i dati suddivisi per tipologia di trattamento e non<br />
per tipologia di rifiuti specifica. Pertanto ancora una volta i dati relativi al settore<br />
dei rifiuti da C&D rimangono nell’incertezza.<br />
Partendo da questo primo ed importante passo, compiuto da <strong>FISE</strong>, verso un<br />
censimento degli impianti di trattamento, ANPAR si è prefissa per il prossimo<br />
anno di approfondire la parte relativa ai rifiuti speciali non pericolosi da C&D.<br />
318
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
FIGURA 1: Dislocazione degli impianti che hanno partecipato alla ricerca<br />
31<br />
2<br />
4<br />
1<br />
1<br />
40<br />
1<br />
3<br />
1<br />
7<br />
2<br />
2<br />
1<br />
2<br />
Totale= 49 impianti<br />
Fonte: ANPAR<br />
319
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LA PRODUZIONE<br />
DI AGGREGATI<br />
RICICLATI IN ITALIA<br />
Premessa<br />
Il presente Studio di settore si è posto come obiettivo la stima <strong>del</strong>la produzione<br />
nazionale di aggregati riciclati. Non disponendo di tale dato si è pensato, da<br />
sempre, di utilizzare i dati sulle quantità di rifiuti inerti che, a livello nazionale,<br />
raggiungono gli impianti di riciclaggio per passare a nuova vita. Si ritiene infatti<br />
che l’errore di stima, dovuto alla produzione di rifiuti nel processo stesso di<br />
riciclaggio, sia trascurabile (si ipotizza intorno all’1%).<br />
ANPAR, al fine di aggiornare la stima dei quantitativi di aggregati riciclati<br />
prodotti, ha pertanto elaborato i dati forniti direttamente dai gestori di impianti<br />
di riciclaggio che hanno aderito all’iniziativa, sulla base <strong>del</strong>la dichiarazione MUD<br />
degli ultimi quattro anni.<br />
Aspetti qualitativi<br />
La composizione dei rifiuti inerti risulta molto variabile, sia per la diversa origine<br />
dei rifiuti, sia in funzione di fattori quali le tipologie e le tecniche costruttive<br />
locali, il clima, l’attività economica e lo sviluppo tecnologico <strong>del</strong>la zona, nonché<br />
le materie prime e i materiali da costruzione localmente disponibili.<br />
Dall’analisi dei dati forniti dagli impianti di riciclaggio coinvolti nella ricerca,<br />
emerge che la maggior parte degli impianti riceve quasi esclusivamente rifiuti<br />
appartenenti alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti <strong>del</strong>le operazioni di<br />
costruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).<br />
Il rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX e il<br />
conferito totale risulta superiore all’ 85% tranne in tre casi (Grafico 1).<br />
Le ragioni di tale differenza sono da ricercarsi nelle particolari condizioni <strong>del</strong>le<br />
realtà locali in cui sorgono gli impianti.<br />
I primi due hanno, per scelta imprenditoriale, deciso di concentrare le proprie<br />
attenzioni sul rifiuto industriale, piuttosto che sui rifiuti da costruzione e<br />
demolizione, il terzo invece si trova nelle vicinanze di numerose cave di travertino<br />
che conferiscono i propri scarti presso l’impianto.<br />
I tre dati in questione non sono sufficienti a modificare la tendenza generale,<br />
verificabile su tutto il territorio nazionale.<br />
Suddividendo infatti gli impianti per Regioni o per aree geografiche (Nord,<br />
Centro, Sud), la percentuale di conferimenti <strong>del</strong>la famiglia 17.XX.XX risulta<br />
sempre superiore al 90% <strong>del</strong> totale.<br />
320
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 1: Visualizzazione <strong>del</strong> rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX ed il<br />
totale conferito<br />
<strong>10</strong>0<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
<strong>10</strong><br />
0<br />
impianto 1<br />
impianto 2<br />
impianto 3<br />
impianto 4<br />
impianto 5<br />
impianto 6<br />
impianto 7<br />
impianto 8<br />
impianto 9<br />
impianto <strong>10</strong><br />
impianto 11<br />
impianto 12<br />
impianto 13<br />
impianto 14<br />
impianto 15<br />
impianto 16<br />
impianto 17<br />
impianto 18<br />
Fonte: ANPAR<br />
Ciò conferma quanto già affermato in precedenza e cioè che i rifiuti inerti sono<br />
principalmente originati dal settore edile in tutto il territorio nazionale.<br />
Per quanto concerne invece la composizione media dei rifiuti trattati negli<br />
impianti oggetto <strong>del</strong>la presente indagine, dall’analisi dei Grafici 2, 3, 4 e 5 (che<br />
riportano la situazione specifica nei diversi ambiti territoriali nazionali) emerge<br />
che, sebbene in proporzioni diverse, i rifiuti conferiti agli impianti con percentuali<br />
maggiormente significative, rispetto al totale, sono quelli appartenenti alle<br />
categorie definite dai codici CER riportate in Tabella 1.<br />
321
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 1: Tipologie di rifiuti conferiti agli impianti con percentuali maggiormente significative<br />
CER DEFINIZIONE<br />
%<br />
17 09 04<br />
17 05 04<br />
17 01 07<br />
17 03 02<br />
Fonte: ANPAR<br />
Rifiuti misti <strong>del</strong>l’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;<br />
Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03;<br />
Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;<br />
Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301<br />
32<br />
14<br />
27<br />
11<br />
L’analisi “geografica” di questi dati ci permette di riscontrare alcune<br />
differenze significative nei conferimenti <strong>del</strong>le principali famiglie CER<br />
17.XX.XX.<br />
Si riporta di seguito la differente suddivisione <strong>del</strong>le principali tipologie di<br />
rifiuti conferiti.<br />
Il codice 17 09 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 32%,<br />
risulta pari a 20% negli impianti censiti nel Nord Italia, 61% nel Centro e<br />
56% nel Sud.<br />
Il codice 17 05 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 14%,<br />
risulta pari a 17% negli impianti censiti nel Nord Italia, 4% nel Centro e<br />
22% nel Sud.<br />
Il codice 17 01 07, a fronte di una media nazionale pari a circa il 27%,<br />
risulta pari a 8% negli impianti censiti nel Nord Italia, 15% nel Centro e 1%<br />
nel Sud.<br />
Tali differenze di fatto non sono molto significative e possono solo in parte<br />
essere giustificate dal fatto che nel Nord Italia giungono agli impianti anche<br />
altre tipologie di rifiuti oltre a quelle più diffuse legate al settore edile.<br />
Tali rifiuti, assoggettati ad un trattamento di selezione, separazione <strong>del</strong>le<br />
frazioni leggere indesiderate e classificazione granulometrica, diventano<br />
aggregati riciclati che possono essere a tutti gli effetti assimilati agli<br />
aggregati naturali. Con l’obbligo <strong>del</strong>la marcatura CE dei prodotti da<br />
costruzione (inclusi pertanto gli aggregati di qualunque natura e/o origine)<br />
è possibile infatti garantire agli utilizzatori le prestazioni, da loro stessi<br />
richieste, degli aggregati riciclati.<br />
322
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 2:<br />
Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato in tutti gli impianti oggetto <strong>del</strong>la<br />
presente indagine<br />
Altri 7%<br />
CER 170<strong>10</strong>1 7%<br />
CER 170904 32%<br />
CER 170<strong>10</strong>7 27%<br />
CER 170802 2%<br />
CER 170302 11%<br />
Fonte: ANPAR<br />
CER 170504 14%<br />
GRAFICO 3:<br />
Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nel<br />
Nord Italia<br />
Altri 9%<br />
CER 170<strong>10</strong>1 8%<br />
CER 170904 20%<br />
CER 170<strong>10</strong>7 32%<br />
CER 170504 17%<br />
CER 170302 14%<br />
Fonte: ANPAR<br />
323
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 4:<br />
Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nel<br />
Centro Italia<br />
Altri 3%<br />
CER 170<strong>10</strong>1 2%<br />
CER 170<strong>10</strong>7 15%<br />
CER 170302 5%<br />
CER 170904 61%<br />
CER 170504 4%<br />
CER 170508 1%<br />
CER 170802 9%<br />
Fonte: ANPAR<br />
GRAFICO 5:<br />
Composizione media <strong>del</strong> rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nel<br />
Sud Italia<br />
Altri 1%<br />
CER 170<strong>10</strong>1 2%<br />
CER 170<strong>10</strong>7 1%<br />
CER 170302 18%<br />
CER 170904 56%<br />
CER 170504 22%<br />
Fonte: ANPAR<br />
324
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Aspetti quantitativi<br />
I dati ufficiali relativi al riciclaggio dei rifiuti inerti, pur essendo come<br />
accennato ancora oggi di scarsa affidabilità, indicano che il quantitativo di<br />
rifiuti da costruzione e demolizione prodotti in Italia è pari a circa 52 milioni<br />
di tonnellate.<br />
Nonostante in questi ultimi anni l’attenzione nei confronti di tale famiglia di<br />
rifiuti sia notevolmente cresciuta (ne è testimonianza l’impegno assunto da<br />
molte amministrazioni a sviluppare Accordi di programma), si può comunque<br />
affermare che il settore <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti inerti è ancora fortemente<br />
sottosviluppato e, soprattutto, mal organizzato dal momento che:<br />
• non esiste un censimento ufficiale degli impianti di trattamento dei rifiuti<br />
inerti autorizzati dislocati sul territorio nazionale;<br />
• non si conosce l’entità <strong>del</strong> flusso di rifiuti da costruzione e demolizione<br />
(codice CER 17.XX.XX) né il suo frazionamento nelle diverse destinazioni<br />
finali (discariche per inerti, impianti di riciclaggio e impianti di semplice<br />
riduzione volumetrica, etc.);<br />
• esiste ancora una notevole quantità di rifiuti che non viene<br />
smaltita/riciclata regolarmente;<br />
• esiste un flusso di materiali che, essendo di natura omogenea, possono<br />
essere assoggettati ad un trattamento di semplice riduzione<br />
granulometrica direttamente in cantiere ed al successivo reimpiego sul<br />
posto (e non viene quindi mai compresa nelle stime sulla produzione).<br />
Come anticipato in premessa, quest’anno hanno purtroppo partecipato allo<br />
studio di settore solo 49 impianti, 3 in meno rispetto allo scorso anno.<br />
Non avendo pertanto alcun significato il confronto, in termini assoluti, <strong>del</strong><br />
quantitativo di aggregati riciclati messi sul mercato nei diversi anni,<br />
abbiamo confrontato solo i dati relativi ai 14 impianti che hanno<br />
partecipato a tutti gli studi di settore degli ultimi quattro anni (Grafico 6).<br />
Ne emerge che i conferimenti di rifiuti inerti dopo un iniziale incremento<br />
avvenuto nel 2006 sono rimasti stabili per il 2007 ed hanno avuto un<br />
sensibile decremento nel 2008.<br />
325
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
GRAFICO 6:<br />
Conferimenti dei rifiuti inerti negli anni 2005-2008 (000/ton)<br />
2.800.000<br />
2.700.000<br />
2.600.000<br />
2.500.000<br />
2.400.000<br />
2.300.000<br />
2.200.000<br />
2.<strong>10</strong>0.000<br />
Fonte: ANPAR<br />
2005 2006 2007 Totale<br />
conferito<br />
2008<br />
Se si considera che i dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trend<br />
positivo <strong>del</strong>la produzione di rifiuti inerti (purtroppo però l’ultimo dato aggiornato<br />
è <strong>del</strong> 2006) mentre i nostri impianti registrano un trend negativo dei<br />
conferimenti, si può concludere che il riciclaggio dei rifiuti inerti abbia interessato<br />
addirittura meno <strong>del</strong> <strong>10</strong>% stimato lo scorso anno.<br />
Un confronto con i dati europei<br />
Ogni anno in Europa sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti da<br />
C&D. Essi rappresentano il 31% <strong>del</strong>la produzione totale di rifiuti in Europa<br />
(Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008).<br />
La Tabella 2 mostra lo sviluppo <strong>del</strong>la generazione pro capite dei rifiuti da C&D<br />
dei vecchi Stati Membri e <strong>del</strong>la Norvegia dal 2001. La media per Unione Europea<br />
a 27 Paesi più la Norvegia è di 1,74 tonnellate/anno pro capite.<br />
Analizzando i dati si nota come vi siano molte differenze tra i vari Paesi <strong>del</strong>la<br />
vecchia configurazione europea. Francia e Lussemburgo generano rispettivamente<br />
5,5 e 5,9 tonnellate/anno. Germania e Irlanda generano tra le 2 e le 4<br />
tonnellate/anno, mentre il resto dei Paesi va dalle 0,2 tonnellate/anno <strong>del</strong>la<br />
Norvegia alle 2 tonnellate/anno <strong>del</strong> Regno Unito, passando per l’Italia con 0,88<br />
tonnellate/anno. Anche per quanto riguarda i nuovi Stati membri, osservando la<br />
Tabella 3 si notano molte differenze, anche se tutti sono al di sotto di 1<br />
tonnellate/anno pro capite. Fa eccezione Malta che genera quasi 2<br />
tonnellate/anno. L’indice di produzione di rifiuti pro capite è senz’altro un dato<br />
legato al livello di industrializzazione <strong>del</strong>la Nazione, tuttavia la sensibile<br />
differenza dei dati riscontrata è forse più giustificata dai diversi metodi di<br />
contabilizzazione dei rifiuti utilizzati nei diversi Paesi.<br />
326
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
TABELLA 2: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa<br />
Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />
Austria - - - 0,81 - 0,81<br />
Belgio 0,81 0.80 1,11 1,06 1,22 1,18<br />
Danimarca 0,63 0,75 0,70 0,83 0,97 1,12<br />
Finlandia - - - 3,99 - -<br />
Francia - - - 5,5 - -<br />
Germania 3,05 2,92 2,71 2,33 2,24 -<br />
Grecia 0,41 0,38 0,37 0,37 - -<br />
Irlanda 1,70 - - 2,74 3,60 3,95<br />
Italia 0,54 0,65 0,74 0,80 0,78 0,88*<br />
Lussemburgo - - - 5,9 - -<br />
Olanda 1,48 1,47 1,46 1,47 1,58 -<br />
Norvegia 0,27 0,28 0,27 0,70 0,32 -<br />
Portogallo - - - 1,09 - -<br />
Spagna 0,59 0,58 0,66 0,74 0,80 0,88<br />
Svezia - - - 1,14 - -<br />
Regno Unito 1,74 1,74 1,75 1,66 1,90 1,89<br />
Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008 - Dato aggiornato da ANPAR sulla base dei dati presentati da ISPRA nel “Rapporto rifiuti 2008”<br />
TABELLA 3: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa<br />
Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />
Bulgaria - - - 0,39 - -<br />
Cipro - - - 0,58 - -<br />
Repubblica Ceca 0,85 0,85 1,00 1,44 1,20 1,15<br />
Estonia 0,64 0,94 0,93 1,12 1,61 1,78<br />
Ungheria 0,49 0,59 0,51 0,43 0,49 0,54<br />
Lettonia - 0,06 0,03 0,04 0,07 0,05<br />
Lituania - - - 0,<strong>10</strong> - 0,18<br />
Malta - - - 1,95 - -<br />
Polonia - - - 0,11 0,14 0,44<br />
Romania 0,02 0,03 0,01 0,00 0,02 -<br />
Slovacchia - - 0,07 0,26 - -<br />
Slovenia 0,83 0,82 1,00 1,41 1,2 1,18<br />
EU 27+ Norvegia - - - 1,74 - -<br />
Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008<br />
327
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
LE CARATTERISTICHE<br />
DEGLI<br />
IMPIANTI ANPAR<br />
Le autorizzazioni<br />
I soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di recupero di rifiuti<br />
inerti devono essere in possesso di un’autorizzazione rilasciata dall’autorità<br />
competente per territorio.<br />
La normativa prevede due tipologie di autorizzazioni: ordinaria (artt. 214-216<br />
D.Lgs. 152/06) e semplificata (artt. 208-211 D.Lgs. 152/06).<br />
Per ottenere la prima è necessario presentare il progetto definitivo <strong>del</strong>l’impianto<br />
e la documentazione tecnica prevista per la realizzazione <strong>del</strong> progetto stesso<br />
dalle disposizioni vigenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, di salute di<br />
sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica, che verrà valutato in sede di Conferenza<br />
di servizi.<br />
L’esercizio invece <strong>del</strong>le operazioni di recupero dei rifiuti in procedura semplificata<br />
può essere intrapreso, a condizione che siano rispettate le norme tecniche e le<br />
prescrizioni specifiche (ancora da definire con decreti <strong>del</strong> Ministro <strong>del</strong>l’Ambiente<br />
e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio), decorsi novanta giorni dalla comunicazione di inizio<br />
di attività alla competente Sezione Regionale <strong>del</strong>l’Albo.<br />
Una importante novità, in campo di autorizzazioni, è stata però introdotta dal<br />
D.Lgs. 4/08, il quale impone anche per le attività di smaltimento e recupero in<br />
procedura semplificata l’obbligo <strong>del</strong>la verifica di assoggettabilità alla VIA<br />
(Valutazione di Impatto Ambientale) per gli impianti di recupero di rifiuti non<br />
pericolosi con capacità complessiva superiore a <strong>10</strong> tonnellate/giorno. Con<br />
l’entrata in vigore <strong>del</strong> correttivo pertanto le attività di smaltimento e recupero in<br />
procedura semplificata non hanno di fatto un trattamento differenziato rispetto<br />
a quelle in procedura ordinaria, salvo i tempi di ottenimento <strong>del</strong>l’autorizzazione<br />
stessa che dovrebbero essere più brevi.<br />
È necessario sottolineare che l’autorizzazione in procedura ordinaria offre<br />
maggiori possibilità di poter gestire il processo di recupero con regole studiate<br />
per la specifica realtà in cui è inserito l’impianto.<br />
Per questo motivo ANPAR suggerisce ai propri associati di mantenersi in questo<br />
regime effettivamente già scelto dalla maggioranza di loro.<br />
Purtroppo le procedure per ottenere l’autorizzazione ed i tempi relativi<br />
evidenziano uno dei problemi più gravi <strong>del</strong> nostro settore.<br />
La ripartizione <strong>del</strong>le competenze relative agli impianti per il trattamento dei rifiuti<br />
che si prospetta attualmente è infatti piuttosto complicata e si può così<br />
sintetizzare:<br />
1. il rilascio <strong>del</strong>le autorizzazioni di cui agli artt. 208-211 (autorizzazione<br />
ordinaria) <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06 è di competenza <strong>del</strong>le Regioni;<br />
2. nel periodo intercorrente tra l’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06 e l’entrata<br />
in vigore <strong>del</strong> D.Lgs 4/08, le autorizzazioni in procedura semplificata dovevano<br />
essere trasmesse dai richiedenti alle Sezioni regionali interessate <strong>del</strong>l’Albo<br />
Nazionale dei Gestori Ambientali (art. 212, D.Lgs. 152/06)<br />
3. successivamente all’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 04/08, le autorizzazioni in<br />
procedura semplificata sono state trasmesse dai richiedenti alle provincie<br />
territorialmente competenti;<br />
4. infine, occorre rilevare che molte <strong>del</strong>le autorizzazioni oggi in vigore sono state<br />
emanate in vigenza <strong>del</strong> D.Lgs. 22/97, pertanto, secondo la ripartizione <strong>del</strong>le<br />
competenze stabilite dallo stesso, le procedure semplificate fanno capo alle<br />
Provincie e le autorizzazioni ordinarie fanno capo alle Regioni.<br />
328
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Le attività integrative presso i centri di recupero di rifiuti inerti<br />
Spesso il riciclaggio dei rifiuti inerti viene svolto parallelamente ad altre attività<br />
(Grafico 7) al fine di ottimizzare la gestione dei rifiuti e/o la commercializzazione<br />
dei prodotti.<br />
In Europa, per esempio, negli ultimi anni si è creata una significativa sinergia tra<br />
l’attività di cava e quella <strong>del</strong> riciclaggio dei rifiuti inerti. Nel febbraio 2008 la<br />
European Aggregates Association (UEPG) e l’International Recycling Federation<br />
(FIR) hanno lanciato la piattaforma europea per gli aggregati riciclati, European<br />
Platform for Recycled Aggregates, EPRA. La missione di EPRA è quella di<br />
raggiungere il miglior uso degli aggregati riciclati nelle maggiori applicazioni<br />
possibili. L’unione <strong>del</strong>le attività di cava e di recupero di rifiuti inerti, pur non<br />
costituendo una corsia preferenziale sul versante degli obblighi autorizzativi, può<br />
effettivamente portare a numerosi vantaggi:<br />
• possibilità di fornire nel medesimo luogo di produzione aggregati di varia<br />
natura. Le materie prime naturali potrebbero così essere dedicate solo ad<br />
impieghi più nobili (calcestruzzo) privilegiando l’uso di aggregati riciclati in<br />
costruzioni non strutturali;<br />
• limitare gli impatti ambientali sul territorio dovuti all’attività estrattiva;<br />
• risolvere il problema di smaltimento dei propri rifiuti (sfridi e residui di cava);<br />
• offrire a terzi un servizio di recupero di rifiuti derivanti dalle attività di<br />
costruzione e demolizione.<br />
GRAFICO 7:<br />
Ripartizione percentuale tra gli associati ad ANPAR <strong>del</strong>le attività integrative<br />
presso i centri di recupero di rifiuti inerti<br />
Altre 15%<br />
Impresa di costruzioni 12%<br />
Servizio raccolta<br />
rifiuti 14%<br />
Cava 17%<br />
<strong>Produzione</strong> di<br />
conglomerati<br />
bituminosi<br />
e asfalti 17%<br />
Centro<br />
raccolta/trattamento<br />
altri rifiuti 8%<br />
<strong>Produzione</strong> di calcestruzzo 17%<br />
Fonte: ANPAR<br />
329
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
Modalità di lavoro<br />
TABELLA 4: Certificazioni degli impianti associati ANPAR<br />
Dalla nostra indagine emerge che gli associati si stanno impegnando per garantire<br />
la qualità dei propri prodotti.<br />
La certificazione di qualità dei propri processi (ISO 9000), e/o il cosiddetto controllo<br />
di produzione in fabbrica (FPC), sono ormai parte integrante <strong>del</strong>l’attività dei<br />
riciclatori. Va sottolineato infatti che tali strumenti rispondono alla necessità dei<br />
produttori di garantire partite di materiali che, in molti casi, possono essere anche<br />
molto ingenti in termini quantitativi e necessitano quindi una omogeneità non facile<br />
da mantenere. La conoscenza <strong>del</strong>le caratteristiche dei propri materiali è un’esigenza<br />
ormai imprescindibile. La presenza di laboratori interni ne è la riprova e nasce<br />
proprio al fine di testare i materiali frequentemente e di avere tempestivamente i<br />
risultati. La marcatura CE, seppure obbligatoria anche per gli aggregati dedicati alle<br />
opere stradali, non viene ancora richiesta di frequente dal mercato. L’applicazione<br />
<strong>del</strong>le regole comunitarie, prassi comune nel settore <strong>del</strong> calcestruzzo, sta tuttavia<br />
proprio di recente avendo un impulso significativo. Molti controlli nei cantieri e<br />
l’applicazione <strong>del</strong>le specifiche previste nel DM 186/06 per i materiali da costruzione<br />
<strong>del</strong>le opere stradali ne sono la riprova e confermano le indicazioni che ANPAR ha da<br />
tempo dato ai propri associati. Il sistema di attestazione di conformità, infine, dovrà<br />
essere in futuro orientato sempre più verso la tipologia 2+, che, indipendentemente<br />
dalla tipologia di impiego, prevedendo un ruolo di controllo sul sistema di<br />
certificazione operato da terzi, garantisce maggiormente l’utilizzatore.<br />
ISO 9000 - 2005 ISO 14000 EMAS FPC Sistema di attestazione di conformità Lab interno<br />
4 2+<br />
Impianto 1 X X X X X<br />
Impianto 2 X X X X<br />
Impianto 3 X X X X X<br />
Impianto 4 X X X X X<br />
Impianto 5 X X<br />
Impianto 6 X X X<br />
Impianto 7 X X<br />
Impianto 8 X X X X<br />
Impianto 9 X X X X<br />
Impianto <strong>10</strong> N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.<br />
Impianto 11 X X X X<br />
Impianto 12<br />
Impianto 13 X X X X<br />
Impianto 14<br />
X<br />
Impianto 15 X X X<br />
Impianto 16 X X X<br />
Impianto 17 X X X<br />
Impianto 18 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.<br />
Fonte: ANPAR<br />
330
INERTI<br />
EDIZIONE<br />
L’ITALIA DEL<br />
RECUPERO<br />
CONCLUSIONI<br />
Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti 2008”,<br />
in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni di tonnellate di rifiuti<br />
inerti all’anno.<br />
Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, escludendo i dati<br />
relativi a tre impianti, che non sono rappresentativi perché inseriti in comparti<br />
industriali particolari, nell’anno 2008 quasi il <strong>10</strong>0% <strong>del</strong> materiale conferito<br />
appartiene alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti <strong>del</strong>le operazioni di<br />
costruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).<br />
Di questi le principali tipologie di rifiuti sono le seguenti:<br />
• CER 17 09 04 Rifiuti misti <strong>del</strong>l’attività di costruzione e demolizione, diversi da<br />
quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;<br />
• CER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche,<br />
diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;<br />
• CER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03.<br />
Riguardo agli aspetti quantitativi, nonostante il presente Studio di settore<br />
quest’anno non possa considerarsi <strong>del</strong> tutto rappresentativo causa di una<br />
limitata partecipazione alla indagine organizzata ormai tradizionalmente<br />
dall’Associazione degli impianti di riciclaggio, il dato emerso è emblematico di<br />
una situazione di forte arretratezza <strong>del</strong> settore, soprattutto se confrontato con<br />
altri Stati europei simili all’Italia.<br />
Viene infatti riciclato meno <strong>del</strong> <strong>10</strong>% dei rifiuti inerti prodotti annualmente in<br />
Italia. In assenza di misure organizzate tra pubblico e privato anche<br />
l’introduzione <strong>del</strong>l’obiettivo di riciclaggio a livello comunitario pari al 70%<br />
appare difficilmente raggiungibile, anche nei tempi lunghi (2020) previsti dalla<br />
Commissione europea.<br />
ANPAR condivide comunque tale strumento e anzi auspica la fissazione di<br />
obiettivi intermedi (ad esempio il 30% nel 20<strong>10</strong> ed il 50% nel 2015) per cercare<br />
di dare un impulso al mercato anche in tempi brevi.<br />
Molte speranze, soprattutto in alcune Regioni, sono in questi ultimi anni state<br />
riposte nella nascita <strong>del</strong>l’obbligo di utilizzo dei materiali riciclati da parte <strong>del</strong>la<br />
pubblica amministrazione (nel nostro caso, in particolare, degli aggregati riciclati<br />
nelle infrastrutture), con i cosiddetti acquisti verdi, che tuttavia per quanto<br />
concerne il nostro settore è ancora tutto in divenire. Ma grande <strong>del</strong>usione e<br />
disappunto ha suscitato l’atteggiamento <strong>del</strong>la pubblica amministrazione<br />
nell’applicazione <strong>del</strong> DM 203/03 e nei confronti <strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong> Repertorio<br />
<strong>del</strong> Riciclaggio, che di fatto non ha mai visto la luce.<br />
ANPAR per lo sviluppo <strong>del</strong> settore ritiene che tutti debbano svolgere il proprio<br />
ruolo:<br />
• i produttori di aggregati riciclati devono puntare necessariamente ad una<br />
sempre maggiore qualità dei propri processi di riciclaggio e dei materiali che<br />
ne conseguono, che deve essere attestata mediante la marcatura CE;<br />
• i progettisti devono adeguare i capitolati alle nuove norme europee di settore,<br />
pensando anche di utilizzare capitolati prestazionali;<br />
• le stazioni appaltanti devono premiare le imprese che si impegnano a proporre<br />
soluzioni virtuose ed ambientalmente più sostenibili;<br />
• le direzioni lavori devono controllare che tutti i materiali utilizzati siano<br />
conformi alle norme armonizzate europee e presentino le caratteristiche<br />
richieste nel progetto.<br />
331
ANAGRAFE SETTORI <strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />
A.I.R.A.<br />
AIRA<br />
Associazione industriale riciclatori auto<br />
Viale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 515 281 - Fax 02 20 46 397<br />
aira@airaassociazione.it - www.airaassociazione.it<br />
ANPAR<br />
Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati<br />
Via Boni, 28 - 20144 Milano - Tel. 02 58 314 546 - Fax 02 92 87 78 65<br />
info@anpar.org - www.anpar.org<br />
ARGO<br />
Consorzio Nazionale Volontario Riciclaggio Gomma<br />
Via Barchetta, 6 - 4<strong>10</strong><strong>10</strong> Campogalliano (MO) - Tel. 0864 25 08 309 - Fax 0864 25 08 309<br />
segreteria@consorzioargo.it - www.consorzioargo.it<br />
ASSODEM<br />
Associazione Demolitori Autoveicoli<br />
Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />
unire@fise.org - www.fise.org<br />
ASSORAEE<br />
Associazione <strong>Recupero</strong> Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche<br />
Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />
unire@fise.org - www.fise.org<br />
ASSORIMAP<br />
Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche<br />
Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />
segreteria@assorimap.it - www.assorimap.it<br />
CONAU<br />
Consorzio Nazionale Abiti e Accessori Usati<br />
Via Bruceto, 5 - 5<strong>10</strong><strong>10</strong> Massa e Cozzile (PT) - Tel. 0572 31 83 08 - Fax 0572 30 871<br />
info@conau.it - www.conau.it<br />
GMR<br />
Gruppo Materiali Riciclabili<br />
Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />
unire@fise.org - www.fise.org<br />
SARA<br />
Servizi Ambientali <strong>Recupero</strong> Acciai<br />
Viale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 404 3<strong>10</strong> - Fax 02 20 46 397<br />
sara@saraassociazione.it - www.saraassociazione.it<br />
UNIONMACERI<br />
Associazione per la Raccolta, il <strong>Recupero</strong> e la Valorizzazione dei Rifiuti di Carta e Cartone<br />
Via <strong>del</strong> Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955<br />
unire@fise.org - www.fise.org
© <strong>FISE</strong>. Tutti i diritti riservati<br />
Promosso da<br />
<strong>FISE</strong> <strong>UNIRE</strong><br />
Immagine Coordinata e <strong>Ed</strong>iting<br />
<strong>FISE</strong>, Ufficio Immagine Coordinata<br />
Realizzato da<br />
<strong>FISE</strong> Servizi S.r.l.<br />
Responsabile Progetto<br />
Paolo Cesco<br />
Coordinamento Scientifico<br />
Maria Letizia Nepi<br />
Redazione<br />
Silvia Navach, Marta Pagano<br />
Hanno collaborato alla realizzazione <strong>del</strong>lo Studio:<br />
Claudio Francia<br />
(capitolo “Situazione strutturale e tendenze <strong>del</strong> mercato<br />
<strong>del</strong>le materie recuperate e <strong>del</strong> riciclaggio”<br />
capitoli: carta, vetro e<br />
apparecchiature elettriche ed elettroniche)<br />
Martino Corti<br />
(capitolo acciaio)<br />
Stefano Stellini<br />
(capitolo alluminio)<br />
Monica Martinengo<br />
(capitolo legno)<br />
Gemma Salvatori<br />
(capitolo gomma)<br />
Chiara Bruni<br />
(capitolo batterie)<br />
Silvia Navach, Marta Pagano<br />
(capitolo veicoli fuori uso)<br />
Roberto Chiari<br />
(capitolo abiti usati)<br />
Giorgio Bressi, Elisabetta Pavesi<br />
(capitolo rifiuti inerti)<br />
La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi al capitolo<br />
veicoli fuori uso è stata curata da: ECOEURO S.r.l.<br />
La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi all’indagine sulle piattaforme di recupero<br />
contenuta nel capitolo “Situazione strutturale e tendenze <strong>del</strong> mercato<br />
<strong>del</strong>le materie recuperate e <strong>del</strong> riciclaggio”<br />
e all’indagine sugli impianti di trattamento contenuta nel capitolo<br />
“Apparecchiature elettriche ed elettroniche”<br />
è stata curata da Marta Pagano<br />
Si ringrazia ECOCERVED per i dati sulla produzione<br />
dei rifiuti speciali riportati nel capitolo<br />
“Situazione strutturale e tendenze <strong>del</strong> mercato<br />
<strong>del</strong>le materie recuperate e <strong>del</strong> riciclaggio”<br />
Progetto Grafico: Studio Giano di Fabrizio Pensa<br />
<strong>Ed</strong>izione ottobre <strong>2009</strong><br />
L’Italia <strong>del</strong> <strong>Recupero</strong> è disponibile sul sito:<br />
www.fise.org