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cartella pretura civile urbana - Istituto Centrale per gli Archivi

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Si può affermare che con la legge del 14 aprile 1804, le competenze giudiziarie non subirono<br />

eclatanti modificazioni rispetto alla legge n. 52 del 22 lu<strong>gli</strong>o 1802.<br />

In tutta la Repubblica vennero assegnati dei nuovi circondari alle preture. Ciascuna <strong>pretura</strong> doveva<br />

notificare al Governo le informazioni relative al territorio mantovano.<br />

Il decreto del 9 giugno 1804 inviato dal Tribunale drappello a tutte le preture chiedeva di precisare:<br />

eventuali equivoci nella suddivisione del territorio e nelle denominazioni, eventuali assegnazioni di<br />

comuni a preture più lontane di quella di Mantova o con im<strong>per</strong>vie vie d'accesso. Inoltre il decreto<br />

del 15 ottobre 1804 forniva le istruzioni <strong>per</strong> l'attivazione del Metodo Giudiziario Civile adottato con<br />

la legge del 14 aprile. In particolare stabiliva le procedure da seguire <strong>per</strong> il disbrigo delle cause<br />

pendenti, <strong>per</strong> i ricorsi in appello, <strong>per</strong> l’esecuzione delle sentenze. Ulteriori informazioni a tal<br />

proposito potevano essere ottenute dal Tribunale d'appello.<br />

Con il decreto del 6 agosto 1804 furono nominati i pretori di ogni capoluogo di dipartimento e dei<br />

comuni in cui risiedeva un viceprefetto. Per quanto riguarda Mantova, i cittadini Paltrinieri e Berti<br />

furono nominati rispettivamente pretore <strong>civile</strong> e pretore criminale.<br />

Dopo pochi anni ci fu una riorganizzazione del sistema giudiziario.<br />

Il ministro della giustizia inviò una circolare del 22 marzo 1806 ai regi procuratori, ai tribunali e ai<br />

giudici del Regno con alcune istruzioni da osservarsi fino all’entrata in vigore del nuovo metodo di<br />

procedura.<br />

Con questa circolare si assegnavano al pretore presso ciascuna prima istanza, o a un luogotenente<br />

delegato dal pretore, le funzioni che il codice attribuiva al presidente del tribunale di prima istanza.<br />

Inoltre i regi procuratori presso i tribunali venivano provvisoriamente incaricati delle funzioni che il<br />

Codice assegnava ai regi procuratori presso i tribunali di prima istanza nei titoli: De<strong>gli</strong> atti dello<br />

stato <strong>civile</strong>, De<strong>gli</strong> assenti, Del matrimonio, Del divorzio, Dell’adozione e della tutela officiosa,<br />

Delle successioni art. 770. Per favorire lo svolgimento delle incombenze loro affidate, i regi<br />

procuratori intervenivano <strong>per</strong>sonalmente presso la <strong>pretura</strong> del luogo della loro residenza se la loro<br />

presenza era espressamente richiesta dal Codice, in caso contrario era sufficiente la spedizione delle<br />

conclusioni scritte.<br />

Nella circolare del 22 marzo si afferma inoltre che se alle prime istanze e ai conciliatori fosse<br />

emerso qualche dubbio nell'esercizio delle loro funzioni e nell'esecuzione pratica del Codice<br />

avrebbe potuto chiedere <strong>gli</strong> opportuni chiarimenti al rispettivo Tribunale d’appello. Un esempio di<br />

richiesta di delucidazioni è il decreto di risposta inviato dal Tribunale d'appello alla Pretura di<br />

Mantova dell’8 aprile 1806.<br />

Nel 1807 fu introdotta una nuova organizzazione giudiziaria e la Pretura Civile Urbana cessò,<br />

sostituita dalla Corte di Giustizia <strong>civile</strong> criminale così come il Tribunale d'appello di Mantova cessò<br />

sostituito da quello di Brescia.<br />

Con la nuova organizzazione giuridica nel Regno d'Italia si aveva una Corte di cassazione a Milano<br />

e quattro Corti di appello con sedi a Milano, Venezia, Bologna e Brescia (sostitutiva di quella di<br />

Mantova).<br />

Inoltre nel territorio c’erano ventuno Corti di Giustizia <strong>civile</strong> e criminale (Milano, Venezia,<br />

Bologna, Brescia, Verona, Mantova, Cremona, Ferrara, Novara, Forlì, Bergamo, Como, Modena,<br />

Padova, Vicenza, Treviso, Udine, Reggio, Sondrio, Belluno, Capo d'Istria).<br />

Inventario analitico a cura di Francesca Fantini D’Onofrio<br />

Schedatura: Nolli Loredana<br />

Digitazione: Gialdi Sonia<br />

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