Bagaglino - Salone Margherita
Bagaglino - Salone Margherita
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<strong>Bagaglino</strong><br />
40anni<br />
Pubblichiamo in queste pagine una lunga intervista - appena<br />
appena un po’ aggiornata - rilasciata al settimanale “Sorrisi e<br />
canzoni Tv”, alcuni anni fa, da Pier Francesco Pingitore. In essa<br />
viene ripercorsa, in un lampo, la gioiosa avventura del<br />
<strong>Bagaglino</strong>, che ha compiuto, a novembre del 2005, quarant’anni
UNA CANTINA<br />
IN VIA DELLA CAMPANELLA<br />
“… Facciamo il cabaret! Eh no, non<br />
è così facile, ma quando sei animato<br />
dalla grande passione per il teatro,<br />
tutto diventa possibile. Così, con<br />
Mario Castellacci, Luciano Cirri, Piero<br />
Palumbo, Lello Della Bona e altri<br />
amici, prendemmo una cantina in<br />
via della Campanella, ad angolo con<br />
la avventurosa via di Panico, nel<br />
cuore dell’antica Roma.<br />
“Era, all’epoca, nel 1965, una strada<br />
piuttosto malfamata, frequentata<br />
dalla malavita. Ma ciò non ci<br />
scoraggiò: ripulimmo lo scantinato<br />
e lo arredammo sommariamente. Il<br />
risultato fu molto suggestivo: appena<br />
passata l’entrata c’era un ingressino,<br />
poi una scala buia che<br />
portava alla cantina. Il locale, unico,<br />
era fatto a “elle”; nell’angolo<br />
avevamo sistemato una piccola pedana,<br />
e tutt’attorno le sedie, le panche<br />
e i tavoli.<br />
“Lo chiamammo ‘Bragaglino’, in<br />
onore di Anton Giulio Bragaglia, di<br />
cui ero amico, un grande uomo che<br />
a Roma aveva fondato il Teatro degli<br />
Indipendenti, dove in pieno regime<br />
fascista venivano rappresentate<br />
le opere dei più importanti scrittori e<br />
autori drammatici esistenti. Senonchè<br />
gli eredi di Bragaglia ci fecero<br />
un’ingiunzione, una diffida. Ma,<br />
avendo già stampato diverse tessere,<br />
dovemmo fare buon viso a cattivo<br />
gioco e decidemmo di togliere<br />
semplicemente una erre: “<strong>Bagaglino</strong>”.<br />
Significava tutto e niente, ma<br />
aveva un suono piacevole. Col senno<br />
di poi diciamo che quel il nome ci<br />
ha portato fortuna!<br />
“Reclutammo, quindi, i primi attori,<br />
Gabriella Ferri canta al <strong>Bagaglino</strong> nel 1965
I quattro attori della prima ora: Oreste Lionello,<br />
Claudia Caminito, Pino Caruso, Gabriella Gazzolo
fra cui Oreste Lionello, che allora<br />
era quello che aveva la maggiore<br />
esperienza e si dimostrò poi prezioso<br />
oltre ogni dire! E subito dopo, Pino<br />
Caruso, un altra ottima scoperta.<br />
“Il primo spettacolo si chiamava “I<br />
tabù”. Noi pensavamo che non sarebbe<br />
venuto nessuno e, invece, fu<br />
subito pieno ogni sera. Il tutto per<br />
tremila lire a posto, consumazione<br />
inclusa. Il successo fu tale che per<br />
alcuni di noi, me compreso, che facevo<br />
il giornalista, quello del <strong>Bagaglino</strong><br />
divenne il lavoro primario.<br />
DA GABRIELLA FERRI<br />
A VALERIA MARINI<br />
“Il pubblico che affollava la cantina<br />
di via Panico era un po’ diverso rispetto<br />
a quello della platea televisiva.<br />
Era gente più informata, c’era<br />
la voglia di vedere spettacoli in libertà.<br />
A metà degli Anni 60 c’era<br />
molto conformismo e poca tolleranza<br />
intellettuale. O ti schieravi apertamente<br />
a sinistra o venivi etichettato<br />
come fascista. Bisognerebbe<br />
ricordare, qualche volta, lo stalinismo<br />
intellettuale che vigeva in quel<br />
periodo in Italia! Purtroppo questa<br />
mentalità affiora, talvolta, anche<br />
oggigiorno: chi fa satira politica e<br />
non si schiera a sinistra viene bollato<br />
come qualunquista, nella migliore<br />
delle ipotesi.<br />
“Tornando agli esordi della compagnia,<br />
i primi spettacoli erano di cabaret<br />
puro. Nei “Tabù” il primo tempo<br />
era parlato e recitato da Oreste<br />
Lionello e Pino Caruso e da due attrici,<br />
Gabriella Gazzolo e Claudia<br />
Caminito. “Nel secondo tempo entravano<br />
in scena tre cantanti, una<br />
delle quali diventò, in seguito, prota-<br />
Oreste Lionello e Pino Caruso, “frati”<br />
Oreste Lionello, Gabriella Gazzolo, Pino Roccon,<br />
Claudia Caminito, Pino Caruso,<br />
in crociera con “Barcaret” nel 1967
gonista assoluta. Si chiamava Gabriella<br />
Ferri…<br />
Gli altri due erano Tony Cucchiara e<br />
sua moglie Nelly Fioramonti, dalla<br />
splendida voce, che purtroppo morì<br />
nel ’73 a soli 34 anni.<br />
“La seconda parte dello spettacolo<br />
era un punto di forza: nel momento<br />
in cui andavano le canzonette di<br />
Rita Pavone o Gianni Morandi, noi<br />
proponevamo, con la Fioramonti, il<br />
repertorio di Edith Piaf, mentre Gabriella<br />
cantava vecchie canzoni romane<br />
ormai desuete come “Il barcarolo”<br />
e “Le mantellate”. Era un’invenzione,<br />
l’alternativa al “sanremismo”<br />
allora imperante.<br />
“Gli spettacoli continuavano, andavano<br />
molto bene. C’erano gli affezionati<br />
che venivano ogni sera a rivedersi<br />
lo stesso spettacolo. Tra loro<br />
il principe Carlo Giovanelli con la<br />
moglie, Elettra Marconi, non mancava<br />
una replica. Un giorno che Pino<br />
Caruso dimenticò un versetto<br />
del monologo “Playboy”, che recitava<br />
con grande successo, Carlo<br />
Giovanelli si alzò e continuò al posto<br />
suo…<br />
“E così i nostri attori e cantanti conoscevano<br />
i primi momenti di popolarità.<br />
Successivamente quasi tutti<br />
ebbero fortuna, chi aveva talento<br />
prima o poi riuscì a sfondare. Ne sono<br />
“usciti” e passati tanti dal <strong>Bagaglino</strong><br />
che ricordarseli tutti è difficilissimo.<br />
Oltre a quelli che ho nominato<br />
ci sono anche Enrico Montesano,<br />
Pippo Franco, Gianfranco D’Angelo,<br />
Paola Tedesco, Sergio Leonardi,<br />
Isabella Biagini, Maria Grazia Buccella,<br />
Fiorenzo Fiorentini, Laura Troschel,<br />
Marisa Laurito, Leo Gullotta,<br />
Martufello, Manlio Dovì, Mario Zamma<br />
Pamela Prati, Valeria Marini…<br />
Enrico<br />
Montesano<br />
bersagliere<br />
nel 1970<br />
Enrico Montesano<br />
e Gabriella Ferri<br />
Pippo Franco e<br />
Carlo Delle Piane
“Per farvi partecipi di questa mia difficoltà<br />
vi basti pensare che in occasione<br />
del trentennale, invitammo tutti<br />
gli artisti che erano passati in compagnia;<br />
bene, non bastavano i posti<br />
del teatro…<br />
Bombolo<br />
UN GRANDE COMICO<br />
DALL’OSTERIA: BOMBOLO.<br />
“Fra tante stelle mi sembra giusto ricordare,<br />
anche se mi costa molto<br />
dolore, un grande attore naïf, purtroppo<br />
scomparso prematuramente<br />
e senza tutto il successo che meritava:<br />
Bombolo. Lo conoscemmo, Castellacci<br />
ed io, da ‘Picchiottino’,<br />
un’osteria vicino alla cantina, dove<br />
andavamo a mangiare. Faceva il<br />
venditore ambulante, era divertente,<br />
pungente e bravissimo. Era comico<br />
anche senza parlare, per il suo modo<br />
di stare al mondo. Beveva molto<br />
vino e noi forse lo togliemmo da una<br />
vita un po’ disordinata facendogli conoscere<br />
e amare il teatro. Lui, in<br />
cambio, ci diede molto, con la semplicità<br />
e la spontaneità della gente<br />
umile.<br />
“Le sue battute, i suoi modi di dire,<br />
fra noi divennero proverbiali. Una<br />
volta che Pippo Franco lo rimproverava<br />
per una sua dimenticanza, dicendogli:<br />
“Per colpa tua ci siamo<br />
persi una risata!”, sgranò gli occhi<br />
azzurri da bambino e rispose: “E,<br />
capirai! Che ce semo persi un prosciutto?!”.<br />
Un prosciutto, per lui nato<br />
povero e felicemente vissuto fra<br />
gente povera, era il massimo dell’opulenza.<br />
Perciò quell’anno a Natale<br />
gli regalai per l’appunto un prosciutto<br />
San Daniele. Per poco non sveniva<br />
dalla felicità.<br />
“Quelli furono anni meravigliosi. Il<br />
Pippo<br />
Franco,<br />
“Jena<br />
ridens”<br />
Gianfranco D’Angelo con Marina Marfoglia<br />
e Laura Troschel
Bombolo, Laura Troschel, Marina Marfoglia, Evelyn Hanack.<br />
Dietro: Sergio Leonardi, Oreste Lionello, Piero Santi, nello spettacolo ”La paglietta”<br />
cabaret in cantina cominciava molto<br />
tardi, dopo le undici. E finiva anche<br />
alle due di notte, perché, terminato<br />
lo spettacolo vero e proprio, si restava<br />
a sentire Gabriella che continuava<br />
a cantare o qualcuno che raccontava<br />
storielle. Dopodichè andavamo<br />
a mangiare in qualche buco che ancora<br />
trovavamo aperto.<br />
“E non finiva lì, perché c’era allora<br />
un chitarrista, Pino il pasticciere, che<br />
aveva appunto una pasticceria in via<br />
dei Serpenti, nel quartiere della vecchia<br />
Suburra. S’ammazzava di lavoro<br />
e noi, per dargli una mano, la notte<br />
lo seguivamo in pasticceria, facevamo<br />
man bassa di bignè e diplomatici,<br />
e attaccavamo le “carte a<br />
pizzo”, quella specie di foglio merlettato<br />
che si mette fra la torta e il piatto<br />
di cartone. E intanto Gabriella<br />
continuava a cantare “Sora Menica”<br />
e canzoni bellissime, che componeva<br />
lei stessa, e Pino a infornare meringhe<br />
e bignè. Quando albeggiava,<br />
tornavamo a casa.<br />
“Il grande sodalizio tra me e Mario<br />
Castellacci nacque in quel periodo.<br />
Lui faceva il giornalista alla radio,<br />
senza ovviamente far carriera perché<br />
erano anni in cui, se non avevi<br />
appoggi politici, alla Rai ti dimenticavano<br />
proprio. Meno male che<br />
oggi è cambiato tutto… Mario aveva<br />
un grandissimo talento, legato a<br />
una musicalità istintiva. C’era tanto,<br />
ma proprio tanto, da imparare<br />
da lui.
“Fu Castellacci che fece entrare nel<br />
gruppo il musicista Dimitri Gribanovski,<br />
cui si debbono tante melodie<br />
che mi ricordano il clima irripetibile<br />
di quegli anni.<br />
GLI AUTORI<br />
ATTORI PER UNA NOTTE<br />
“Non ho mai avuto velleità di fare<br />
l’attore. Forse perché sono venuto<br />
su in un tempo in cui essere interprete<br />
dei propri testi non era di moda.<br />
Oggi invece qualunque attorucolo<br />
ritiene di poter scrivere un testo<br />
e qualunque intellettualotto di<br />
paese si sente Aristide Bruant. Al<br />
tempo dei nostri esordi, invece, c’era<br />
un gran pudore, una grande ritrosia,<br />
che l’avvento della televisione<br />
e del comparire a ogni costo non<br />
avevano ancora intaccato.<br />
“Fu perciò con grande paura che<br />
una sera Castellacci e io ci avventurammo<br />
sulla pedana del vecchio<br />
<strong>Bagaglino</strong>, per porre rimedio all’assenza<br />
di un attore. Io recitai un pezzo<br />
che si chiamava “La massa”.<br />
Recitai… Buttai lì un paio di battute,<br />
niente di più. Ma ci fu un boato<br />
di applausi e risate, perché in platea<br />
era pieno di amici, accorsi non<br />
appena si era diffusa la notizia del<br />
nostro “debutto”. Che per fortuna<br />
nostra e dell’arte scenica non ebbe<br />
seguito.<br />
“Per onor di cronaca mi sento in dovere<br />
di raccontare, oltre ai momenti<br />
esaltanti, anche quelli più difficili.<br />
Il primo fu nel ’68, quando ci fu una<br />
scissione da parte di uno dei fondatori,<br />
Luciano Cirri, che aprì un suo<br />
cabaret. Il secondo fu a metà degli<br />
Anni 70: erano anni difficili, c’era il<br />
terrorismo, la paura delle bombe e<br />
La signora Leonida (Leo Gullotta) con Pippo Franco<br />
e Oreste Lionello, in “Biberon”<br />
Leo Gullotta ed Eva Grimaldi<br />
Marisa Laurito,<br />
Oreste Lionello,<br />
Leo Gullotta e<br />
Bombolo
Pamela Prati con Alessandra Pesaturo, Cecilia Belli,<br />
Angela Melillo, Silvia Rinaldi, Monica Levrini e Gabriella Labate<br />
la gente non usciva più alla sera.<br />
Però superammo anche quello…<br />
“Ma ci furono anche i momenti di<br />
espansione. Nel ’72, per esempio,<br />
quando passammo dalla cantina al<br />
<strong>Salone</strong> <strong>Margherita</strong>. Dopo sette anni,<br />
anche se gli ultimi spettacoli<br />
avevano avuto un concorso di pubblico<br />
molto gratificante, il vecchio<br />
<strong>Bagaglino</strong> ci andava un po’ stretto.<br />
Fu una grande sfida che per fortuna<br />
vincemmo.<br />
“L’anno successivo poi ci fu la svolta,<br />
perché cogliemmo il primo successo<br />
televisivo con lo spettacolo<br />
“Dove sta Zazà”, per la regia di Antonello<br />
Falqui.<br />
“Forse un momento paragonabile a<br />
quello e, sotto alcuni punti di vista<br />
anche superiore, fu quando portammo<br />
in Rai “Biberon”, nel 1987,<br />
con una schiera di comici e fantasisti,<br />
capitanata da un trio eccezionale:<br />
Pippo Franco, Leo Gullotta e<br />
Oreste Lionello.<br />
DAL SALONE MARGHERITA<br />
ALLA TELEVISIONE<br />
“Nel frattempo, però, lo spettacolo<br />
era un bel po’ cambiato rispetto agli<br />
esordi. Già col passaggio dalla cantina<br />
al <strong>Salone</strong> <strong>Margherita</strong>, antico<br />
tempio del “café chantant”, sacro ai<br />
successi della Bella Otero, di Petrolini,<br />
di Anna Fougez - per citare solo<br />
qualche nome - avevamo dato più<br />
spazio alle parti musicali, ai costumi,
Martufello<br />
Milena Miconi<br />
Mario Zamma<br />
Nathalie Caldonazzo<br />
Manlio Dovì<br />
Lorenza Mario<br />
a un embrione di scenografia. E, in<br />
seguito, anche alla coreografia. Fu<br />
allora che cominciarono a collaborare<br />
con noi i costumisti e scenografi<br />
Maurizio Tognalini e Graziella Pera,<br />
la coreografa Evelyn Hanack e, in<br />
seguito, il maestro Piero Pintucci,<br />
cui si devono le nostre colonne musicali.<br />
Un po’ più tardi, per quel che riguarda<br />
i testi degli spettacoli in tivù, si<br />
unì a noi un’autrice di talento e preziosa<br />
collaboratrice: Carla Vistarini.<br />
Con loro affrontammo un pubblico<br />
tanto più vasto, come quello televisivo.<br />
Mentre al timone produttivo della<br />
nostra barca, dalla navigazione<br />
sempre un po’ avventurosa negli anni<br />
precedenti, subentrò la salda guida<br />
di un produttore avveduto come<br />
Rosa Pol.<br />
Certo, eravamo ben lontani da quel<br />
magico novembre del ’65, quando<br />
con un prestito di cinquecentomila lire<br />
per uno, chiesto alla Cassa dei<br />
giornalisti, avevamo preso in affitto<br />
lo scantinato di via Panico. Non<br />
mancò e non manca chi ci accusò di<br />
aver tradito le origini, di essere diventati<br />
qualcosa di diverso. Ma bisogna,<br />
credo, diventare continuamente<br />
qualcosa d’altro se non si vuol<br />
morire o sopravvivere stancamente<br />
a se stessi.<br />
“Penso comunque che l’antico spirito<br />
sfottente e irridente, sempre pronto<br />
a ridere del potere come di noi<br />
stessi, non sia mai venuto meno nei<br />
nostri spettacoli. Anzi!<br />
“Con l’avvento delle nuove formule
prese piede quella che doveva affermarsi<br />
come la fortunata reinvenzione<br />
di una specie ormai quasi estinta:<br />
la Primadonna. Ne lanciammo alcune,<br />
che ebbero presto una gran fortuna<br />
e diventarono addirittura proverbiali,<br />
come Pamela Prati e Valeria<br />
Marini. Per non parlare di Carmen<br />
Russo, Eva Grimaldi, Lorenza<br />
Mario, Nathalie Caldonazzo, Milena<br />
Miconi, Ramona Badescu, Giulia<br />
Montanarini, Angela Melillo, Gabriella<br />
Labate, Matilde Brandi… L’elenco,<br />
certamente incompleto, si conclude<br />
con Aida Yespica. Per ora…<br />
“Il successo di una soubrette ha<br />
qualcosa di magico, che difficilmente<br />
si più spiegare razionalmente.<br />
Scegliere fra tante ragazze belle,<br />
quella che possiede quel “quid” indefinibile<br />
che la fa “primadonna”<br />
non è facile. Non è solo questione di<br />
bellezza o di bravura. Ma fino adesso<br />
non mi sono mai pentito delle<br />
scelte fatte.<br />
“Con Pamela abbiamo avuto grandi<br />
soddisfazioni, così come con Valeria.<br />
Dopo il lancio da noi, ce le hanno<br />
contese a suon di miliardi. Segno<br />
che qualcosa valgono. O no? Ovviamente<br />
sulla bella donna che riesce<br />
a far carriera si appuntano, oltrechè<br />
gli sguardi ammirati degli<br />
spettatori, anche quelli maligni dei<br />
cosiddetti critici.<br />
“Una bella donna che ha successo<br />
nel varietà dev’essere per forza<br />
un’oca. Accade invece che chi fa l’oca<br />
sul palcoscenico, spesso non lo<br />
sia affatto nella vita. Così come chi<br />
ha un gran concetto di sé, solo perché<br />
in gioventù ha letto magari qualche<br />
pagina di Proust, sia in realtà<br />
uno sciocco o un mediocre.<br />
“Tornando alla nostra piccola rievo-<br />
Oreste Lionello, Valeria Marini,<br />
Leo Gullotta (Leonida), Pippo Franco<br />
Valeria Marini
cazione, dopo tre edizioni di “Biberon”,<br />
proponemmo in televisione<br />
“Crème Caramel” (due edizioni) e<br />
“Saluti e baci”. Ma in Rai, dopo tanti<br />
successi, ad un certo punto ci fecero<br />
lo sgambetto. Arrivarono i cosiddetti<br />
“Professori” e da un giorno all’altro<br />
ci cacciarono via.<br />
Matilde Brandi con Mario Zamma,<br />
Oreste Lionello, Martufello e Gianluca Ramazzotti<br />
CACCIATI E RIAMMESSI<br />
DAI PROFESSORI<br />
“Naturalmente per noi non ci furono<br />
proteste. I giornali, gli intellettuali, i<br />
difesori della democrazia tacquero.<br />
Anzi qualcuno dichiarò che avevano<br />
fatto pure bene. Forse perché non<br />
eravamo “de sinistra”.<br />
“Poi però i Professori ci ripensarono,<br />
anche perché era arduo rinunciare a<br />
un programma che faceva schizzare<br />
l’audience oltre i dieci milioni di telespettatori<br />
e oltre il quaranta per cento<br />
di share… Fummo richiamati in<br />
servizio e fu un grandissimo successo<br />
con “Bucce di banana”: 45 % di<br />
share.<br />
(L’anno successivo, comunque, decidemmo<br />
di traslocare a Mediaset,<br />
con lo spettacolo ”Champagne!”, primo<br />
di una serie fortunata - “Rose<br />
rosse”, “Saloon”, eccetera… - trasmessa<br />
tuttora da Canale 5).<br />
“In teatro sono stati più di cento gli<br />
spettacoli che dalla fondazione a oggi<br />
abbiamo allestito sul nostro palcoscenico.<br />
Dal ricordato “I tabù”, che<br />
fu il primo nella cantina, a “Jena ridens”,<br />
a “Homunculus”, che fu il primo<br />
del nostro trasferimento al <strong>Salone</strong><br />
<strong>Margherita</strong>. (Fino ad arrivare a<br />
“Primedonne alle Primarie”, che è<br />
quello attualmente in scena).<br />
“Fare satira al giorno d’oggi è diverso<br />
rispetto agli anni in cui abbiamo<br />
Gabriella Labate con<br />
Jean Michel Danquin<br />
Oreste Lionello (Hillary) e<br />
Maurizio Mattioli (Clinton)<br />
Mario Castellacci con Pier Francesco Pingitore e Rosa Pol
iniziato. Allora eravamo quasi dei<br />
carbonari, il luogo era nascosto, difficile<br />
da trovare anche toponomasticamente,<br />
in quella stradina…<br />
La novità stava proprio nel proporre<br />
una satira con un linguaggio spregiudicato<br />
senza essere mai volgari.<br />
Era un boato di risate continuo, forse<br />
perché sulla scena teatrale italiana<br />
non c’era null’altro che facesse<br />
respirare l’aria che si viveva in quel<br />
momento nel Paese.<br />
“Era lo sberleffo totale, senza remore,<br />
e per la gente una specie di liberazione.<br />
E spesso non ci si accorgeva<br />
di ridere anche di se stessi.<br />
Oggi, invece, c’è molta confusione.<br />
Alcuni, che ritengono di avere il monopolio<br />
della satira, ti criticano, ti<br />
danno del qualunquista e poi fanno<br />
ricorso, spesso maldestramente,<br />
proprio a quelle maschere politiche<br />
o ai politici in carne e ossa, secondo<br />
una tecnica che noi per primi abbia-<br />
Oreste Lionello e Giulio Andreotti al <strong>Bagaglino</strong><br />
mo collaudato e portato al successo.<br />
“Senza contare che quando ci si<br />
mette al servizio di una “causa” (di<br />
destra o “de sinistra” non importa) si<br />
abbandona la strada della satira e<br />
s’imbocca quella del comizio politico.<br />
“Dire ridendo la verità”: se lo proponeva<br />
Orazio duemila anni fa. Per<br />
noi è sempre quella, la strada della<br />
satira.<br />
Ramona Badescu, Giulia Montanarini, Pamela Prati e Angela Melillo
Pamela Prati e<br />
Aida Yespica<br />
DAI “TABU’” A “PRIMEDONNE”<br />
“Primedonne alle primarie” è lo spettacolo<br />
con cui il <strong>Bagaglino</strong> festeggia il suo<br />
quarantesimo compleanno. Nel giorno<br />
stesso in cui, nel novembre del 1965, si<br />
inaugurò la storica cantina di via della<br />
Campanella, con lo spettacolo”I tabù”,<br />
la compagnia del <strong>Bagaglino</strong> mette in<br />
scena la sua nuova proposta. Protagonista,<br />
allora come oggi, l’olimpico Oreste<br />
Lionello. Un filo ben visibile lega le<br />
due date, a tanti anni di distanza, anche<br />
se purtroppo alcune presenze fondamentali<br />
non ci sono più rispetto ad allora.<br />
Prima fra tutte quella di Mario Castellacci,<br />
autore e formidabile animatore,<br />
o quella di Gabriella Ferri, grandissima<br />
interprete, o di Luciano Cirri, appassionato<br />
nostro coautore, o di Dimitri Gribanovski,<br />
che per primo musicò con talento<br />
i nostri testi. Lo spirito è dunque<br />
sempre lo stesso, dai “Tabù” a “Primedonne<br />
alle primarie”: libero, spregiudicato,<br />
sfottente, irriverente. Abbiamo<br />
sempre seguito e continuiamo a seguire<br />
la cronaca di questi anni, sottolineando<br />
e a volte anticipando i mutamenti del<br />
costume, le giravolte della politica, le<br />
tante contorsioni del sistema Italia.<br />
Sempre col sorriso, senza illusioni e<br />
senza pregiudizi, della satira indipendente.<br />
In questo “Primedonne” l’argomento<br />
principale è ovviamente il duello<br />
fra le attuali primedonne della politica,<br />
Berlusconi e Prodi, che si sono dati appuntamento<br />
a primavera per la resa dei<br />
conti finale. Li proponiamo entrambi, i<br />
duellanti, in una nostra versione assai<br />
particolare, caricaturale certo, ma forse<br />
proprio per questo più autentica. Accanto<br />
ad Oreste, a Martufello e a Mario<br />
Zamma (ma anche a Carlo Frisi e a<br />
Gianluca Ramazzotti) fa la sua prima<br />
apparizione sulle nostre scene Aida Yespica,<br />
una primadonna che ha tutte, ma<br />
proprio tutte, le carte in regola per inserirsi<br />
nella grande tradizione delle nostre<br />
“vedettes”. E come tacere della partecipazione<br />
di Pamela Prati, la nostra Pamela,<br />
miracolo di fascino e di simpatia?<br />
Ai collaboratori di lungo e lunghissimo<br />
corso, Evelyn Hanack, Piero Pintucci,<br />
Maurizio Tognalini, il nostro sincero apprezzamento.<br />
E a Rosa Pol, nostra produttrice,<br />
un grazie di cuore.<br />
Al pubblico, che ci segue da tanto tempo,<br />
la promessa di non deludere la sua<br />
fiducia.<br />
PIER FRANCESCO PINGITORE
SALONE MARGHERITA<br />
IL BAGAGLINO<br />
PRESENTA<br />
ORESTE LIONELLO<br />
MARTUFELLO - MARIO ZAMMA<br />
E AIDA YESPICA<br />
CON LA PARTECIPAZIONE DI PAMELA PRATI<br />
IN<br />
“PRIMEDONNE ALLE PRIMARIE”<br />
UNO SPETTACOLO DI<br />
PIER FRANCESCO PINGITORE<br />
MUSICHE DI PIERO E FRANCESCO PINTUCCI<br />
CON CARLO FRISI E GIANLUCA RAMAZZOTTI<br />
ECON<br />
JEAN MICHEL DANQUIN - REMO MAZZEO - KRISTIAN CELLINI<br />
ANNA CICATIELLO - PAOLA GRASSIA<br />
ROBERTA MARAGNO - VALENTINA VARONE<br />
SCENE E COSTUMI<br />
COREOGRAFIE<br />
ORGANIZZAZIONE<br />
PRODUTTORE ESECUTIVO<br />
MAURIZIO TOGNALINI<br />
EVELYN HANACK<br />
SABRINA FOSCARINI<br />
ROBERTO FOSCARINI<br />
PRODUZIONE ROSA POL<br />
REGIA PIER FRANCESCO PINGITORE<br />
AIUTO REGIA: ROBERTO GRAZIOSI - AIUTO COREOGRAFO: DONATELLA PALMA<br />
AIUTO COSTUMISTA: MARINA CIRULLI - AIUTO SCENOGRAFO: CATIA CAPPELLACCI<br />
UFFICIO STAMPA: STUDIO BIAMONTE
L’unica pubblicazione<br />
che ripercorre<br />
i successi<br />
del <strong>Bagaglino</strong>...<br />
...e non solo<br />
La cronaca<br />
illustrata di<br />
quarant’anni<br />
di cabaret, dalla<br />
cantina di Via<br />
della Campanella ai<br />
palchi liberty del<br />
<strong>Salone</strong> <strong>Margherita</strong>.<br />
Dal 28 febbraio<br />
al 19 marzo 2006<br />
Dal 21 marzo<br />
al 9 aprile 2006<br />
Manlio Dovì<br />
in<br />
“FACCE RIDE SHOW”<br />
I mille volti, le mille voci, le mille<br />
battute di un comico, che parla,<br />
canta, balla e diventa orchestra di se stesso,<br />
senza tregue, senza respiri,<br />
senza scampi nè mazzancolle.<br />
Testi di Manlio Dovì,<br />
Antonio Di Stefano<br />
e del <strong>Bagaglino</strong>.<br />
Regia di<br />
Pier Francesco Pingitore<br />
Martufello<br />
Laura Troschel<br />
in<br />
“MESSAGGINI<br />
ALL’ARSENICO”<br />
Tutto quello che vi potrebbe<br />
capitare con il vostro telefonino.<br />
E sperate che<br />
non vi capiti mai...<br />
Testo e regia di<br />
Pier Francesco Pingitore