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L'ARTE DEL DUBBIO - Comune di Borgo San Lorenzo

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Teatro Giotto – <strong>Borgo</strong> <strong>San</strong> <strong>Lorenzo</strong><br />

giovedì 28 Febbraio 2013<br />

produzione la Contemporanea<br />

L’ARTE <strong>DEL</strong> <strong>DUBBIO</strong><br />

dal libro <strong>di</strong> Gianrico Carofiglio<br />

versione teatrale <strong>di</strong> Stefano Massini<br />

scene, costumi e <strong>di</strong>segno luci <strong>di</strong> Nicolas Bovey<br />

musiche <strong>di</strong> Cesare Picco<br />

eseguite dal vivo da Nicola Arata<br />

regia <strong>di</strong> Sergio Fantoni<br />

con Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani<br />

VI SVELIAMO GIÁ CHE…<br />

…lo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo <strong>di</strong> Gianrico Carofiglio, non è una semplice<br />

trasposizione teatrale, ma una rielaborazione assolutamente personale <strong>di</strong> Stefano Massini.<br />

Articolato in quadri, come in una sorta <strong>di</strong> cabaret, Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani interpretano<br />

16-18 personaggi, due personaggi base, i lavoratori della parola, che <strong>di</strong>ventiamo <strong>di</strong> volta in volta<br />

un avvocato, un narratore e così via…<br />

LETTURE CONSIGLIATE<br />

L’arte del dubbio <strong>di</strong> Gianrico Carofiglio<br />

La manomissione delle parole <strong>di</strong> Gianrico Carofiglio<br />

Verifica la <strong>di</strong>sponibilità delle letture<br />

consigliate, sul catalogo del<br />

sistema bibliotecario del Mugello,<br />

clicca qui


Dalla scheda artistica de L’arte del Dubbio<br />

Dopo i successi <strong>di</strong> Processo a Dio e La Comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Can<strong>di</strong>do, ritornano in scena, <strong>di</strong>retti da Sergio<br />

Fantoni, Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, con una nuova sfida, L’arte del dubbio dal libro <strong>di</strong><br />

Gianrico Carofiglio, nella versione teatrale <strong>di</strong> Stefano Massini.<br />

Un “cabaret del dubbio” dove niente è dato per scontato, una moderna comme<strong>di</strong>a dell’arte<br />

articolata in quadri in cui i giochi <strong>di</strong> parole, lo strumento dell’interrogatorio e la forma del<br />

processo fanno sì che Ottavia e Vittorio si <strong>di</strong>vertano a indossare i panni dei tipi più <strong>di</strong>sparati; e lo<br />

fanno su un teatrino da fiera <strong>di</strong> paese, con siparietto, quinte e luci che ricorda il teatro-cabaret<br />

brechtiano.<br />

Già dall’inizio, Adamo ed Eva, nu<strong>di</strong> nelle loro sagome, sono stuzzicati dal serpente che, con la voce<br />

<strong>di</strong> Gioele Dix, insinua loro il dubbio, un Dubbio con D maiuscola. In effetti il serpente si sostituisce<br />

al creatore con il suo bizzarro decalogo “Io sono il dubbio, non esiste altra verità all’infuori <strong>di</strong> me”,<br />

e <strong>di</strong>venta il motore che alimenta e suggerisce i <strong>di</strong>versi episo<strong>di</strong> che appaiono in scena. Le musiche<br />

per 10 strumenti, composte da Cesare Picco, ed eseguite dal vivo dal musicista Nicola Arata,<br />

scan<strong>di</strong>scono i ritmi vivaci dello spettacolo che <strong>di</strong>ventano tesi nei pezzi più impegnati: l’assassinio<br />

<strong>di</strong> Don Peppino Diana a opera della camorra e la morte dei sette operai della Thyssen.<br />

“Gianrico Carofiglio – afferma Fantoni - ha il merito <strong>di</strong> aver portato, con il suo straor<strong>di</strong>nario libro<br />

L’Arte del dubbio, il tema del Dubbio fuori del perimetro strettamente giuri<strong>di</strong>co per lasciare che<br />

<strong>di</strong>lagasse nella realtà quoti<strong>di</strong>ana.”<br />

Si parla in effetti dei nostri giorni, <strong>di</strong> quello che sta al <strong>di</strong> fuori dei teatri, intorno a noi, <strong>di</strong> insi<strong>di</strong>e e<br />

<strong>di</strong> trappole nascoste fra le parole e nelle parole. Si parla della persuasione occulta della pubblicità,<br />

delle ambiguità, a <strong>di</strong>r poco, dei giornali.<br />

E in questo strano risiko teatrale che racconta la guerra fra Vero e Falso, tutto scaturisce<br />

nientemeno che da verbali autentici <strong>di</strong> processi italiani. Presi <strong>di</strong>rettamente dai nostri Tribunali,<br />

compariranno in scena truffatori e pentiti, poliziotti e camorristi: un’umanità pronta a<br />

testimoniare la verità o la menzogna, in quel gigantesco teatrino che si chiama realtà.<br />

Una sfida/scommessa con l’obiettivo, tutt’altro che facile, <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertire, oliando gli ingranaggi del<br />

nostro senso critico.


Dall’intervista a Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani<br />

<strong>di</strong> Valeria Arena<br />

Come è nato il progetto <strong>di</strong> questo spettacolo?<br />

Vittorio Viviani: «Eravamo a cena a Roma io, Ottavia, il produttore Fioravante Cozzaglio e un<br />

collaboratore alla produzione e avevamo appena buttato nel cestino un progetto che non ci<br />

piaceva. Durante la cena il produttore inizia a parlare de L’arte del dubbio <strong>di</strong> Carofiglio e chiede un<br />

nostro parere; noi, che avevamo trovato il testo molto interessante, ci siamo detti: “Come si fa?!<br />

Possiamo chiedere a Stefano Massini, ormai alla terza collaborazione, cosa può inventarsi”. E da lì<br />

è partito tutto, Massini ha lavorato sul progetto prendendo spunto anche da un altro saggio <strong>di</strong><br />

Carofiglio La manomissione delle parole e mettendo sé stesso nel suo lavoro, e ha sviluppato<br />

questo <strong>di</strong>scorso sul dubbio, la verità e la parola che non è sempre quella che si <strong>di</strong>ce, quin<strong>di</strong> tutto<br />

quell’enorme prisma che fa parte dell’esistenza umana».<br />

Come vi siete approcciati ai vostri personaggi?<br />

Ottavia Piccolo: «Innanzitutto bisogna chiarire che Stefano Massini, anche in accordo con<br />

Carofiglio, ha usato solo alcune parti del libro, non ha sceneggiato il testo, ma ha preso spunto dal<br />

motivo del dubbio come motore dell’umanità. Poi attraverso suoi input e altre questioni<br />

importanti che aveva da <strong>di</strong>re e domandarsi, e mischiando a questi elementi altri elementi che<br />

facevano parte dell’altro libro <strong>di</strong> Carofiglio La manomissione delle parole, ha messo giù il testo.<br />

Del libro L’arte del dubbio, un vero e proprio manuale per gli addetti ai lavori, restano realmente<br />

solo cinque processi, e noi mettiamo in scena quei processi che servono a raccontare e spiegare il<br />

messaggio <strong>di</strong> Carofiglio. Quin<strong>di</strong> non esistono due personaggi e basta, ma siamo due lavoratori<br />

della parola che usano le idee <strong>di</strong> Massini, Carofiglio, Fantoni e le nostre, come prestatori<br />

d’opera».<br />

L’approccio al testo come è avvenuto?<br />

Ottavia Piccolo: «Noi siamo entrati in scena a testo finito, perché Stefano Massini lo ha prima<br />

scritto, poi l’ha presentato a Fantoni e al produttore e infine noi. L’intero lavoro è stato poi<br />

approvato dallo stesso Carofiglio. Quin<strong>di</strong> noi abbiamo letto il testo alla fine e poi abbiamo seguito<br />

le in<strong>di</strong>cazioni del regista e <strong>di</strong> Massini, ovviamente dando anche nostre opinioni».

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