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DIARIO DI BORDO - Portale Sangro Aventino

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PO-FSE 2007-2013 – Competenze metodologiche dei docenti di discipline tecnico-scientifiche.<br />

II Modulo del Progetto “Sviluppare comunità pratica per potenziare l’apprendimento scientificotecnologico”<br />

<strong><strong>DI</strong>ARIO</strong> <strong>DI</strong> <strong>BORDO</strong><br />

LABORATORI INTERATTIVI A <strong>DI</strong>STANZA E LAVORO IN CLASSE<br />

con la consulenza di uno degli esperti del primo modulo<br />

Tutor: prof.ssa Maria Arcà ( mar.arca@gmail.com )<br />

Istituzione scolastica: I CIRCOLO <strong>DI</strong>DATTICO ORTONA (Ch)<br />

Docenti: Marianna Evangelista (marianna.evangelista@istruzione.it) , Natale Tantalo<br />

( tantalo46@hotmail.com ), Rosanna Salerno ( rosanna.salerno@istruzione.it ).<br />

Classi coinvolte: 5^A-B-C del plesso di Piazza San Francesco<br />

Numero alunni totale: 48<br />

Cronologia degli incontri e degli interventi<br />

12.03.2010<br />

Incontro dei docenti per la programmazione dei contenuti e delle attività<br />

PRE-REQUISITI<br />

• Sapere com’è fatta una<br />

cellula<br />

• Sapere che cos’è un<br />

tessuto, un organo, un<br />

apparato<br />

• Conoscere la<br />

composizione dell’aria<br />

CONOSCENZE<br />

(dalle “Indicazioni<br />

Nazionali”)<br />

Organismi degli animali<br />

superiori con particolare<br />

riferimento all’uomo: il<br />

corpo umano<br />

ABILITA’<br />

• Imparare l’anatomia e la<br />

fisiologia dell’apparato<br />

respiratorio<br />

• Conoscere la respirazione<br />

cellulare-ossidazione (nei<br />

mitocondri)<br />

• Imparare la differenza tra<br />

respirazione cellulare ed<br />

esterna<br />

• Conoscere la composizione<br />

chimica dell’aria inspirata ed<br />

espirata e rilevarne le<br />

differenze<br />

• Osservare, con l’aiuto di un<br />

modello, il funzionamento dei<br />

polmoni<br />

• Conoscere le<br />

interconnessioni tra<br />

respirazione e nutrizione


16.03.2010<br />

Comunicazione agli alunni degli obiettivi di apprendimento (Contratto formativo)<br />

18.03.2010 – 19.03.2010<br />

Nascita del problema sul quale elaborare attività sperimentali e di approfondimento<br />

Attività (un insegnante per un sottogruppo di circa 16 alunni)<br />

Nell’ambito del percorso scientifico sul corpo umano affrontato durante quest’anno<br />

scolastico, gli alunni sono stati posti di fronte ad un problema, finalizzato a stimolare una<br />

riflessione sulla funzionalità della respirazione umana.<br />

I bambini dovevano bloccare il meccanismo della respirazione, trattenendo il più possibile<br />

il respiro.<br />

Dopo tale “prova di resistenza” i bambini sono stai sollecitati a ricercare le cause<br />

dell’esigenza di interruzione dello stato di apnea e a descrivere le reazioni del corpo.<br />

Le risposte sono state registrate da un insegnante-osservatore. Tra di esse, alcune hanno<br />

veicolato la discussione fino a rendere consapevoli tutti gli alunni dei movimenti involontari<br />

e costanti del nostro corpo, in particolare quelli del torace-pancia che si abbassa e si alza<br />

continuamente. Tale consapevolezza ha richiamato l’attenzione sulle cause e sulle<br />

conseguenze di ciò che entra e ciò che esce, attraverso la bocca e il naso. Da qui,<br />

mediante le conoscenze pregresse, si è pervenuti all’introduzione di una delle sostanze<br />

fondamentali per l’organismo: l’ossigeno.<br />

26.03.2010<br />

Attivazione delle pre-conoscenze e dei saperi naturali possedute dagli allievi sul<br />

problema o tema da affrontare.<br />

Uso della tecnica del brainstorming per elaborare, quando e dove possibile, una<br />

mappa concettuale del gruppo per definire la soglia comune di ingresso al compito<br />

di apprendimento che sta per essere avviato (lavoro collettivo).<br />

Mediante la tecnica del brainstorming gli alunni dovevano rispondere a domande come: “A<br />

cosa serve l’ossigeno?”<br />

“Qual è il percorso dell’ossigeno per arrivare fino alle cellule?”<br />

Gli insegnanti hanno annotato le risposte e invitato gli alunni a rappresentare graficamente<br />

le loro ipotesi sul percorso dell’ossigeno (sono stati considerati i disegni più “originali” e<br />

sottoposti ad analisi collettiva).<br />

26.03.2010<br />

Sulla base dei dati emersi, è stata elaborata una mappa concettuale per organizzare le<br />

pseudo-conoscenze possedute dagli alunni e con le informazioni necessarie a sviluppare<br />

un percorso organico.<br />

08.04.2010<br />

Presentazione di nuove informazioni.<br />

L’insegnante, facendo ricorso ad attività operative individuali e collegiali, ha fornito<br />

input conoscitivi, facendo continuamente riferimento alle preconoscenze.<br />

Gli allievi sono stati guidati a sviluppare e modificare la mappa originale e quindi<br />

motivati ad approfondire o ampliare i dati iniziali, a progettare percorsi esperienziali.


1) È stata presentata l’anatomia dell’apparato respiratorio con l’utilizzo di immagini<br />

scaricate dal web e/o presenti su testi di consultazione scientifica e/o nella galleria (database)<br />

della LIM situata in classe.<br />

2) Gli insegnanti hanno proposto agli alunni la realizzazione di un “modello di polmoni”<br />

con l’utilizzo di materiale di recupero.<br />

3) Gli alunni, per mezzo dell’osservazione del modello, sono stati invitati a descrivere la<br />

funzione di ogni singola parte e a ricercare analogie con gli organi umani della<br />

respirazione.<br />

13-14.04.2010<br />

1^Fase intermedia di problematizzazione, ipotesi, sperimentazione e verifica delle<br />

ipotesi<br />

Gli insegnanti hanno sottoposto gli alunni ad un’ulteriore interrogativo-stimolo: “L’aria che<br />

esce è uguale, nella composizione, a quella che entra?”<br />

Le maggioranza delle ipotesi ha evidenziato la consapevolezza (pre-conoscenza) della<br />

differente composizione gassosa dei due tipi di aria.<br />

Per verificare queste ipotesi, è stato realizzato un esperimento: gli alunni dovevano<br />

respirare per alcuni minuti dentro un sacchetto fino a riempirlo d’aria. Dovevano poi,<br />

cercando di non far fuoriuscire l’aria dal sacchetto, respirare dentro di esso con il naso.<br />

La conclusione collettiva ha evidenziato l’impossibilità di continuare a respirare dentro il<br />

sacchetto perché “qualcosa” nell’aria in esso espirata bloccava l’inspirazione (che<br />

necessita di ossigeno). La nuova informazione appresa riguardava la probabile<br />

concentrazione, nell’aria del sacchetto, di un gas, come l’anidride carbonica (suggerita e<br />

confermata dall’insegnante), che l’organismo si rifiutava di assumere in quantità<br />

eccessiva. Al contrario, la bassa presenza di ossigeno non era sufficiente ad “alimentare” i<br />

polmoni.<br />

N.B. Questo passaggio è stato successivamente ripreso e rivisitato perché la conclusione<br />

alla quale si era arrivati, in realtà, discostava dalle informazioni che dovevano essere<br />

interiorizzate ossia che non è l’inspirazione (intesa semplicemente come movimento<br />

meccanico necessario per far entrare l’aria nei polmoni) a essere bloccata ma tutto il<br />

processo di scambio di gas tra polmoni e sangue e di conseguenza quello tra globuli rossi<br />

e cellule.<br />

20.04.2010<br />

2^ Fase intermedia di sperimentazione e verifica delle ipotesi<br />

Per avvalorare le conclusioni dedotte dalla precedente attività, gli insegnanti hanno<br />

proposto di procedere con una seconda verifica: un esperimento con l’acqua di calce, un<br />

sostanza che ha la proprietà di intorbidirsi in presenza di anidride carbonica.<br />

Un bambino ha soffiato con una cannuccia dentro un bicchiere contenente l’acqua di calce<br />

che si presenta limpida. Man mano che entrava l’aria espirata attraverso la cannuccia nel<br />

bicchiere, l’acqua di calce diventava sempre più torbida.<br />

Questa esperienza ha dimostrato che nell’aria espirata c’è anidride carbonica più di<br />

quanto ce n’è in quella inspirata.


23.04.2010<br />

3^ Fase intermedia di problematizzazione, ipotesi, sperimentazione e verifica delle<br />

ipotesi<br />

PROBLEMATIZZAZIONE: “Cosa producono le cellule oltre all’anidride carbonica?”<br />

IPOTESI: “Vapore acqueo, energia (pre-conoscenze) e altre sostanze”<br />

SPERIMENTAZIONE: respirando su una superficie come il vetro di una finestra, si crea un<br />

alone di acqua condensata. Se corriamo a lungo respiriamo più a fatica cioè aumenta la<br />

frequenza degli atti respiratori.<br />

CONCLUSIONI: le cellule coinvolte nella respirazione producono anche del vapore<br />

acqueo che fuoriesce attraverso il percorso superiore dell’espirazione. C’è una<br />

interazione,inoltre, tra respirazione e attività che si sta compiendo: il ritmo respiratorio si<br />

accelera perché l’organismo ha bisogno di più ossigeno, per produrre ciò che ci permette<br />

di svolgere un’attività come la corsa.<br />

17.05.2010<br />

Variazioni e miglioramenti del progetto esecutivo alla luce dei suggerimenti ricevuti<br />

dalla tutor<br />

Gli insegnanti hanno rivisitato il percorso progettato, aggiungendo degli interventi lì dove<br />

era ancora possibile.<br />

1) Gli alunni sono stati incoraggiati a descrivere le sensazioni provate durante il primo<br />

esperimento (apnea del 18-19.03).<br />

L’attività ha permesso di:<br />

⎯ rafforzare l’idea che nell’organismo viene prodotto un gas, una sostanza che va in<br />

soluzione nel liquido sanguigno e che è veicolata dall’emoglobina dei globuli rossi<br />

che deve essere espulso sotto forma di gas perché dannoso;<br />

⎯ intraprendere un nuovo percorso deduttivo che ha aperto una interessante<br />

discussione: “Da dove arriva l’anidride carbonica che viene espulsa durante<br />

l’espirazione o meglio, da dove arriva il carbonio necessario a formarla?”<br />

Le risposte hanno messo in evidenza la connessione con l’apparato digerente che<br />

sintetizza alcune componenti necessarie alla respirazione cellulare.<br />

2) È stato ampliato il concetto di passaggio del solo ossigeno dall’aria ai capillari<br />

attraverso gli alveoli polmonari. In realtà tale dubbio era sorto durante una delle attività ma<br />

era rimasto “irrisolto” e lasciato in sospeso, in attesa di altri dati che aiutassero a<br />

comprenderne meglio l’automatismo.<br />

Per poter capire questo complesso processo gli insegnanti hanno proposto un’attività<br />

pratica: i bambini sono stati suddivisi e ad ognuno è stato attribuito un ruolo che<br />

riproduceva una parte del meccanismo. Alcuni bambini rappresentavano la parete degli<br />

alveoli, altri i gas che vengono selezionati all’entrata (permeabilità selettiva), i residui<br />

metabolici e l’anidride carbonica in uscita.<br />

3) Il gruppo di lavoro (insegnanti e alunni) ha sottolineato, attraverso anche delle<br />

rappresentazioni visive, il concetto di entrata e uscita di sostanze dall’organismo umano,<br />

cercando di spiegare quanto più scientificamente i vari elementi e le strutture coinvolte.<br />

La difficoltà riscontrata è quella riguardante “l’energia”, la cui definizione contiene dei<br />

significati non accessibili in questo livello di scuola e in breve tempo. Le strategie adottate<br />

hanno mirato a semplificare il concetto fino a renderlo quasi “fantastico e magico”.


18.05.2010<br />

Fase operativo - didattica di partecipazione a laboratori scientifici<br />

PRIMA ATTIVITA’: è stato messo a confronto il processo di ossidazione con quello di<br />

combustione per analizzarne le analogie e le differenze. È stato riproposto un esperimento<br />

già realizzato negli anni precedenti, per altri contesti educativi: si riempie per 1/3 di acqua<br />

un piatto, si accendere la candela disposta al centro di esso e si copre con il bicchiere<br />

capovolto.<br />

Le osservazioni e le argomentazioni hanno portato ad associare la combustione, come<br />

impiego di determinati elementi e il rilascio di altri, alla respirazione cellulare soprattutto<br />

per quanto riguarda l’energia (nel caso della combustione: termica e luminosa), nodo<br />

concettuale rimasto ancora “irrisolto”.<br />

SECONDA ATTIVITA’: ogni alunno ha registrato il numero degli atti respiratori in due<br />

momenti: a riposo e dopo una corsa. Le differenze riscontrate hanno riconfermato, ancora<br />

una volta, la tesi dell’importanza della respirazione cellulare in tutto ciò che facciamo: in<br />

particolare, durante un’attività più faticosa, le esigenze di aria in entrata aumentano per<br />

alimentare la quantità di ossigeno necessaria a produrre movimento accelerato.<br />

TERZA ATTIVITA’: gli alunni si sono sfidati a chi riusciva a mantenere il tempo di apnea più a<br />

lungo. Tale attività, sviluppata sotto forma di gioco, è servita per rimarcare la diversità tra i<br />

diversi organismi umani che, pur funzionando allo stesso modo, hanno tempi diversi.<br />

19.05.2010<br />

Conclusione dei lavori. Individuazione dei punti di forza e dei punti di debolezza.<br />

Attraverso una mappa concettuale realizzata spontaneamente da un’alunna, si è cercato<br />

di tirare le fila del percorso fatto, riepilogando le nuove informazioni apprese e valutare la<br />

positività degli interventi realizzati.<br />

PUNTI <strong>DI</strong> FORZA:<br />

• dinamicità degli interventi che hanno visto protagonisti gli alunni in ogni fase del<br />

percorso e gli insegnanti come guide-stimolo, alla ricerca di concetti condivisi e<br />

costruiti in itinere.<br />

• Adattabilità delle scienze ad un percorso ludico-istruttivo: esse si prestano<br />

perfettamente, infatti, ad un’azione educativa fatta di autoformazione del sapere<br />

attraverso la ricerca e il gioco.<br />

PUNTI <strong>DI</strong> DEBOLEZZA:<br />

• Tempi troppo ristretti per sviluppare un lavoro complesso e articolato.<br />

• Nodi concettuali non risolti: il necessario e approfondito collegamento con<br />

l’apparato digerente e la difficile concettualizzazione di termini come “energia” e<br />

processi come quello della “permeabilità selettiva”.<br />

• L’apporto asincronico della tutor nella parte iniziale del lavoro che è stato<br />

programmato solo dagli insegnanti per problemi non riconducibili né loro e né alla<br />

tutor.

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