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relazione - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna

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<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />

28 Marzo 2011<br />

L’acciaio per carpenteria metallica<br />

nelle nuove NTC<br />

Unioni saldate e bullonate; procedure <strong>di</strong> esecuzione e<br />

controllo secondo NTC ed EN 1090<br />

Ing. Emanuele Maiorana<br />

ACAI - Associazione fra i Costruttori in Acciaio Italiani


Parte saldatura (§7 UNI EN 1090)<br />

- le saldature devono essere effettuate in accordo ai requisiti riportati nella EN ISO 3834<br />

(“Requisiti <strong>di</strong> qualità per la saldatura per fusione dei materiali metallici”).<br />

La EN ISO 3834 è sud<strong>di</strong>visa in quattro parti:<br />

Parte 1: Generalità<br />

Parte 2: Requisiti completi <strong>di</strong> qualità Per classi <strong>di</strong> esecuzione EXC3 e EXC4<br />

Parte 3: Requisiti standard <strong>di</strong> qualità Per classe <strong>di</strong> esecuzione EXC2<br />

Parte 4: Requisiti elementari <strong>di</strong> qualità Per classe <strong>di</strong> esecuzione EXC1<br />

La EN ISO 3834 prevede la pianificazione <strong>della</strong> saldatura intesa come parte del processo <strong>di</strong><br />

produzione; la pianificazione <strong>della</strong> saldatura deve includere:<br />

- le specifiche <strong>di</strong> procedura <strong>di</strong> saldatura (WPS) nelle quali sono in<strong>di</strong>cati il materiale <strong>di</strong> consumo,<br />

il preriscaldo, la temperatura <strong>di</strong> interpass e i trattamenti post saldatura;<br />

- le misure per evitare <strong>di</strong>storsioni durante e dopo la saldatura;<br />

- la sequenza <strong>di</strong> saldatura con tutte le restrizioni o posizioni accettabili per le posizioni <strong>di</strong> inizio e<br />

fine, incluse le posizioni interme<strong>di</strong>e <strong>di</strong> fermata e ripresa dove la geometria del giunto è tale che la<br />

saldatura non può essere eseguita in continuo;<br />

- i requisiti per un controllo interme<strong>di</strong>o;<br />

- ….


“Il sistema <strong>di</strong> gestione <strong>della</strong> qualità del prodotto, che sovrintende al processo <strong>di</strong> trasformazione,<br />

deve essere pre<strong>di</strong>sposto in coerenza con la norma UNI EN ISO 9001:2000 e certificato da un<br />

organismo terzo in<strong>di</strong>pendente, <strong>di</strong> adeguata competenza ed organizzazione, che opera in coerenza<br />

con la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2006” (§11.3.1.7 DM 14.01.2008 )<br />

“In <strong>relazione</strong> alla tipologia dei manufatti realizzati me<strong>di</strong>ante giunzioni saldate, il costruttore deve<br />

essere certificato secondo la norma UNI EN ISO 3834:2006 parti 2 e 4”<br />

(§11.3.4.5 DM 14.01.2008)


Processi <strong>di</strong> saldatura ammessi (§7.3 UNI EN 1090)<br />

111 SMAW Elettrodo<br />

121 SAW Arco sommerso<br />

131 MIG<br />

135 MAG<br />

136 FCAW<br />

…<br />

50°<br />

3<br />

170 270<br />

30


Personale <strong>di</strong> saldatura (§7.4 UNI EN 1090)<br />

“Le saldature devono essere effettuate con procedure qualificate (WPQR) secondo EN ISO<br />

15614-1 tramite le WPS in accordo alla EN ISO 15609-1” .


I saldatori devono essere qualificati secondo la EN 287-1 e gli operatori e piolatori secondo EN<br />

1418.


“I saldatori nei proce<strong>di</strong>menti semiautomatici e manuali dovranno essere qualificati secondo la<br />

norma UNI EN 287-1:2004 da parte <strong>di</strong> un Ente terzo. A deroga <strong>di</strong> quanto richiesto nella norma<br />

UNI EN 287-1:2004, i saldatori che eseguono giunti a T con cordoni d’angolo dovranno essere<br />

specificatamente qualificati e non potranno essere qualificati soltanto me<strong>di</strong>ante l’esecuzione <strong>di</strong><br />

giunti testa-testa”<br />

“Le prove <strong>di</strong> qualifica dei saldatori, <strong>degli</strong> operatori e dei proce<strong>di</strong>menti dovranno essere eseguite<br />

da un Ente terzo”<br />

(§11.3.4.5 DM 14.01.2008)


Il personale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Saldatura deve essere qualificato secondo la EN ISO 14731.<br />

“…il livello <strong>di</strong> conoscenza tecnica del personale <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento delle operazioni <strong>di</strong> saldatura<br />

deve corrispondere ai requisiti <strong>della</strong> normativa <strong>di</strong> comprovata vali<strong>di</strong>tà. I requisiti sono riassunti<br />

in Tab.11.3.XI…”<br />

(§11.3.4.5 DM 14.01.2008)


Immagazzinamento del materiale <strong>di</strong> consumo (§7.5.2 UNI EN 1090)<br />

Il materiale <strong>di</strong> saldatura deve essere stoccato e utilizzato in accordo alle in<strong>di</strong>cazioni del<br />

fabbricante.<br />

Elettro<strong>di</strong> e flussi necessitanmo <strong>di</strong> essere essiccati e immagazzinati con appropriati livelli <strong>di</strong><br />

temperatura e tempi in accordo alle in<strong>di</strong>cazioni del fabbricante o se non <strong>di</strong>sponibili secondo la<br />

tabella seguente


Protezione atmosferica (§7.5.3 UNI EN 1090)<br />

Sia il saldatore che l’area <strong>di</strong> lavoro deve essere adeguatamente protetti contro gli effetti del vento,<br />

pioggia e neve.<br />

In particolare i processi <strong>di</strong> saldatura con protezione gassosa sono sensibili agli effetti del vento.<br />

Le superfici da saldare devono essere mantenute asciutte e libere da condensa.<br />

Se la temperature del materiale da saldare è inferiore a 5°C può essere necessario un riscaldo.<br />

Preparazione lembi per la saldatura (§7.5.4 UNI EN 1090)<br />

I componenti da saldare devono essere allineati e messi in posizione con dei fermi.


Attacchi temporanei (§7.5.6 UNI EN 1090)<br />

Se l’assemblaggio o le procedure <strong>di</strong> montaggio richiedono l’uso <strong>di</strong> componenti saldati<br />

temporaneamente, essi devono essere posizionati in maniera da essere rimossi facilmente senza<br />

danni alla struttura. Tutte le saldatura per gli attacchi temporanei devono essere condotte in<br />

accordo alle WPS.<br />

Una volta staccati gli attacchi temporanei, la superficie del materiale base deve essere molata.<br />

Esecuzione <strong>della</strong> saldatura (§7.5.17<br />

UNI EN 1090)<br />

Devono essere adottate precauzioni per evitare colpi d’arco e se accadono la superficie metallica<br />

deve essere molata e controllata. Il controllo visivo deve essere supportato da test con liqui<strong>di</strong><br />

penetranti o particelle magnetiche.


Controlli (§11.3.1.1 DM 14.01.2008)<br />

“Le presenti norme prevedono tre forme <strong>di</strong> controlli obbligatorie:<br />

- in stabilimento <strong>di</strong> produzione, da eseguirsi su lotti <strong>di</strong> produzione;<br />

- nei centri <strong>di</strong> trasformazione, da eseguirsi sulle forniture;<br />

- <strong>di</strong> accettazione in cantiere, da eseguirsi sui lotti <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione.<br />

A tale riguardo si definiscono:<br />

…<br />

Forniture: sono lotti formati da massimo 90 t costituiti da prodotti aventi valori delle grandezze<br />

nominati omogenee.<br />

Lotti <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione: sono lotti formati da massimo 30 t spe<strong>di</strong>ti in un’unica volta, costituiti da<br />

prodotti aventi valori delle grandezze nominali omogenee”.


Centri <strong>di</strong> trasformazione (§11.3.7 DM 14.01<br />

01.2008)<br />

“Nell’ambito del processo produttivo deve essere posta particolare attenzione ai processi <strong>di</strong><br />

piegatura e <strong>di</strong> saldatura. In particolare il Direttore Tecnico del centro <strong>di</strong> trasformazione deve<br />

verificare, tramite opportune prove, che le piegature e le saldature, anche nel caso <strong>di</strong> quelle non<br />

resistenti, non alterino le caratteristiche meccaniche originarie del prodotto”.<br />

Piolatura<br />

Con riferimento al §12 “Riferimenti tecnici” del DM 14.01.2008, la CNR 10016-85 al §B.2.3<br />

Con riferimento al §12 “Riferimenti tecnici” del DM 14.01.2008, la CNR 10016-85 al §B.2.3<br />

“Controllo delle saldature dei pioli” riporta:<br />

“Tutti i pioli saranno sottoposti a esame visivo…Tutti i pioli trovati con collarino incompleto<br />

saranno sottoposti a prove <strong>di</strong> piegamento a colpi <strong>di</strong> mazza per un angolo pari a 30°; questa<br />

stessa prova <strong>di</strong> piegamento verrà estesa almeno al 5% dei pioli che hanno superato l’esame<br />

visivo…”


Meto<strong>di</strong> superficiali<br />

consentono <strong>di</strong> rilevare <strong>di</strong>scontinuità che giacciono in superficie o poco sotto la stessa<br />

(cordoni d’angolo o giunti a parziale penetrazione)<br />

• Esame visivo (da effettuare al 100%)<br />

• Particelle magnetiche<br />

• Liqui<strong>di</strong> penetranti<br />

• Correnti indotte


Meto<strong>di</strong> volumetrici<br />

consentono <strong>di</strong> rilevare <strong>di</strong>scontinuità posizionate nel volume del manufatto e non<br />

necessariamente emergenti in superficie (giunti a piena penetrazione)<br />

• Ra<strong>di</strong>ografico<br />

(per giunti testa a testa)<br />

• Ultrasonoro (per giunti testa a testa e a T)<br />

• Termografia<br />

• Rivelazione fughe<br />

• Emissione acustica


“L’entità e il tipo <strong>di</strong> controlli, <strong>di</strong>struttivi e non<br />

<strong>di</strong>struttivi, in aggiunta a quello visivo al 100%,<br />

saranno definiti dal Collaudatore e dal<br />

Direttore dei Lavori…”<br />

(§11.3.4.5 DM 14.01.2008)


EN 6520 “Classificazione delle imperfezioni nelle saldature metalliche per fusione, con<br />

commenti esplicativi”<br />

La normativa rappresenta un tentativo <strong>di</strong> designazione delle imperfezioni in saldatura; la<br />

designazione delle <strong>di</strong>fettosità proposta dalla normativa EN 6520 è utilizzata come riferimento<br />

dalla normativa EN 5817.<br />

• La normativa è costituita da un prospetto in cui le <strong>di</strong>fettosità sono classificate in sei gruppi:<br />

cricche<br />

cavità<br />

inclusioni solide<br />

mancanze <strong>di</strong> fusione e <strong>di</strong> penetrazione<br />

<strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> forma<br />

<strong>di</strong>fetti <strong>di</strong>versi (non inclusi nei gruppi precedenti)


EN 6520


EN 6520


EN 6520


Criteri <strong>di</strong> accettabilità (§7.6 UNI EN 1090)<br />

I componenti saldati devono sod<strong>di</strong>sfare i requisiti specificati, con riferimento alla EN ISO 5817,<br />

come segue:<br />

EXC1<br />

livello <strong>di</strong> qualità D<br />

EXC2<br />

generalmente livello <strong>di</strong> qualità C e in alcuni casi D<br />

EXC3<br />

livello <strong>di</strong> qualità B<br />

EXC4 livello <strong>di</strong> qualità B+ (ossia B più requisiti ad<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> Tabella 17)<br />

“Le saldature saranno sottoposte a controlli non <strong>di</strong>struttivi finali per<br />

accertare la corrispondenza ai livelli <strong>di</strong> qualità stabiliti dal<br />

progettista sulla base delle norme applicate per la progettazione.<br />

In assenza <strong>di</strong> tali dati per strutture non soggette a fatica si adotterà<br />

il livello C <strong>della</strong> norma UNI EN ISO 5817:2004 e il livello B per<br />

strutture soggette a fatica”<br />

(§11.3.4.5 DM 14.01.2008)


EN 5817


EN 5817


EN 5817


EN 5817


“Tutti gli operatori che eseguiranno i controlli dovranno essere qualificati secondo la norma<br />

UNI EN 473:2001 almeno <strong>di</strong> secondo livello.”<br />

(§11.3.4.5 DM 14.01.2008)


C11.3.4.6 Bulloni e chio<strong>di</strong><br />

Gli elementi <strong>di</strong> collegamento impiegati nelle unioni a taglio devono sod<strong>di</strong>sfare i requisiti <strong>di</strong> cui<br />

alla<br />

norma armonizzata UNI EN 15048-1:2007 “Bulloneria strutturale non a serraggio controllato” e<br />

recare la relativa marcatura CE, con le specificazioni <strong>di</strong> cui al punto A del §11.1.<br />

[Circolare applicativa NTC]


Parte bullonatura (§8 UNI EN 1090)<br />

Componenti separati formanti parte <strong>di</strong> un pacchetto non devono <strong>di</strong>fferire in spessore oltre D,<br />

dove D è generalmente 2 mm, 1 mm in applicazioni precaricate.<br />

In caso <strong>di</strong> esposizione severa, per evitare cavità <strong>di</strong> corrosione può essere necessario un contatto<br />

più chiuso.<br />

Lo spessore delle lamiere deve essere scelto in modo da limitare il numero <strong>di</strong> piatti nel pacchetto<br />

pari a un massimo <strong>di</strong> tre.


Rondelle (§8.2.4 UNI EN 1090)<br />

Generalmente le rondelle non sono necessarie se usate con bulloni non precaricati in fori normali.<br />

Se richieste, deve essere specificato se le esse devono essere posizionate sotto il dado o la testa<br />

<strong>della</strong> vite, quale che sia ruotata, o entrambe.<br />

Per connessioni a semplice sovrapposizione con una sola fila <strong>di</strong> bulloni, le rondelle devono essere<br />

posizionate sotto il dado e sotto la testa <strong>della</strong> vite.<br />

Nota. L’uso delle rondelle può ridurre danni locali alla verniciatura del metallo particolarmente<br />

dove si trova uno spesso strato <strong>di</strong> vernice.


Serraggio dei bulloni precaricati (§8.5 UNI EN 1090)<br />

Possono essere utilizzati i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> serraggio dati in Tabella 20 secondo la corrispondente classe<br />

k (come da fornitura) del bullone assemblato.<br />

Nota: se il processo <strong>di</strong> serraggio è ritardato sotto con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esposizione non controllate la<br />

performance <strong>della</strong> lubrificazione può essere alterata e deve essere controllata.<br />

I bancali <strong>di</strong> bulloneria sono stoccati all’aperto coperti con teli <strong>di</strong> nylon; l’escursione termica<br />

giorno-notte ed eventi atmosferici determinano una presenza <strong>di</strong> ossidazione più o meno marcata.


Le chiavi <strong>di</strong>namometriche utilizzate in tutti i passi del metodo <strong>di</strong> serraggio devono essere in<br />

grado <strong>di</strong> garantire un’accuratezza <strong>di</strong> 4% in accordo alla EN ISO 6798. Ciascuna chiave <strong>di</strong><br />

serraggo deve essere controllata per accuratezza almeno settimanalmente e in caso <strong>di</strong> chiavi<br />

pneumatiche, tutte le volte che il tubo flessibile viene cambiato. Per coppie <strong>di</strong> serraggio utilizzate<br />

nel primo step del metodo combinato questi requisiti sono mo<strong>di</strong>ficati a 10% per l’accuratezza e<br />

annualmente per la perio<strong>di</strong>cità.


Metodo a coppia (§8.5.3 UNI EN 1090)<br />

Il serraggio comprende almeno i seguenti due step:<br />

un primo step: la chiave deve essere settata per applicare un valore <strong>di</strong> coppia <strong>di</strong> circa 0,75 Mr,i.<br />

Questo primo step deve essere completato per tutti i bulloni <strong>di</strong> un collegamento pima <strong>di</strong><br />

iniziare il secondo step;<br />

un secondo step: la chiave deve essre settata a un valore <strong>di</strong> coppia <strong>di</strong> 1,10 Mr,i.<br />

[Mr,i è il momento torcente <strong>di</strong> riferimento da applicare per ottenere una forza nominale <strong>di</strong><br />

precarico minima F p,C essendo Mr,i = k m · d · F p,C ]<br />

Metodo combinato (§8.5.4 UNI EN 1090)<br />

Il serraggio comprende i seguenti due step:<br />

un primo step, con chiave settata per un valore <strong>di</strong> coppia <strong>di</strong> circa 0,75 Mr,i. Questo primo step<br />

deve essere completato per tutti i bulloni <strong>di</strong> un collegamento prima <strong>di</strong> iniziare il secondo step;<br />

un secondo step nel quale si applica la rotazione <strong>di</strong> una parte specifica alla parte ruotata<br />

dell’assemblaggio. La posizione del dado relativa alla vite deve essere in<strong>di</strong>cata dopo il primo<br />

step con marker in modo da determinare facilmente la rotazione finale del dado rispetto la<br />

vite nel secondo step.<br />

Il secondo step deve essere in accordo con i valori dati in Tabella 21.


Metodo HRC (§8.5.5 UNI EN 1090)<br />

I bulloni HRC devono essere serrati usando una specifica chiave a taglio fornita <strong>di</strong> linguette<br />

coassiali le quali reagiscono alla torsione una rispetto l’altra.<br />

Metodo dell’In<strong>di</strong>catore <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> tensione (§8.5.6 UNI EN 1090)<br />

Viene controllata la forza <strong>di</strong> precarico applicata alla vite.<br />

Filetti dei bulloni (§8.6 UNI EN 1090)<br />

La parte filettata del gambo <strong>della</strong> vite inclusa nel pacchetto <strong>di</strong> serraggio non deve superare la<br />

lunghezza <strong>di</strong> 1/3 dello spessore del piatto.


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