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Dott. Fabrizio Zambonelli Domande agli specialisti Ri-Educazione Posturale educare il corpo divertendosi Fisioterapista - Mezierista Esperto in Antiginnastica® Via dal Lino 22 Bologna Cell. 328 4 120 120 zambonelli@gmail.com www.fisioterapista.bo.it www.facebook.com/Fisioterapia.Bologna Dottor Zambonelli, perché negli ultimi anni si parla sempre di più di Rieducazione Posturale Lo stile di vita che oggi si conduce porta sempre più persone a soffrire di dolori cervicali, sciatalgie, mal di schiena, dolori muscolari ed articolari spesso dovuti ad una postura non corretta. Giornate passate davanti a un monitor, magari su una sedia poco confortevole, ore passate al volante, i lavori domestici, ecc. Ma anche una società frenetica dove l’aspettativa e la competizione possono portarci molto rapidamente lontani da una postura stabile e rassicurante. Così la mandibola si contrae, le spalle 6 si incurvano, il collo si irrigidisce, i movimenti diventano sempre gli stessi e si riduce la loro ampiezza e le modalità di espressione. La postura inoltre influisce non solo sulla nostra spina dorsale, ma anche sulla percezione di noi stessi. Si spieghi meglio Il corpo funziona come un insieme di livelli che inviano costantemente informazioni al cervello sulla posizione, sul movimento e sullo stato di tensione corporea. Questi dati sono processati configurando la percezione che abbiamo di noi stessi. È per questo che le sensazioni e le percezioni negative legate alle cattive posture, ai movimenti ripetuti o sovraccaricati di qualunque tipo provocano risposte muscolari e articolari anch’esse negative che, alla lunga, nuocciono alla salute. Spesso di questo la persona non è cosciente fino a quando non appare il dolore. Se si riescono a migliorare le informazioni sensoriali che arrivano al cervello, migliorerà la nostra postura e i nostri movimenti saranno più fluidi. E come è possibile ottenere questi risultati Innanzitutto il corpo va conosciuto, esplorato, Educato, ancor prima che Rieducato. Non è possibile cambiare qualcosa che non conosciamo o del quale abbiamo solo una percezione parziale o distorta talvolta fondata su giudizi o credenze erronee. Poi è indispensabile che il cervello riconosca le sensazioni e percezioni negative, cambiandole con nuove informazioni più equilibrate. In questo modo, migliorano anche le risposte dei muscoli, (e) delle posizioni e delle articolazioni per raggiungere una trasformazione corporea globale. La chiave è quindi nel recuperare le autentiche sensazioni di armonia corporea ed equilibrio e questo è possibile grazie agli esercizi posturali del Metodo Mézières ed ai movimenti dell’ Antiginnastica® Il Metodo Mézières è un particolare trattamento fisioterapico individuale attraverso il quale è possibile ristabilire una postura corretta e simmetrica, mentre l’Antiginnastica® è un lavoro di gruppo che permette di entrare profondamente in contatto con il corpo, conoscerlo e liberarlo dalle tensioni. È quindi possibile cambiare la propria postura divertendosi In questo senso il lavoro dell’Antiginnastica® che propongo ai miei clienti si integra al trattamento Mézières diventando un laboratorio dove fare esperienza del corpo divertendosi. Attraverso dei piccoli ma precisi movimenti è possibile fare scoperta di parti del corpo, che prima non si conoscevano e tutto questo nello spazio del gioco, della scoperta. La percezione del corpo diventa una seduta dopo l’altra più precisa, più corretta. E diventa possibile scegliere, e non imporre, la posizione che vogliamo far assumere al nostro corpo nello spazio, percependolo più bello, flessibile e autonomo. Piano, piano una seduta dopo l’altra è possibile liberarsi quindi da una serie di contratture e rigidità che limitavano le nostre possibilità e i nostri slanci e si trova la strada verso il proprio benessere.
Dott. Carlo Fabbri Domande agli specialisti Diverticoli: se si fanno sentire, guai a ignorarli Ph. Shutterstock.com Medico chirurgo specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva. UOSD Gastroenterologia Ospedale Bellaria Bologna Dottor Carlo Fabbri cosa sono i diverticoli e come ci si accorge della loro presenza I diverticoli sono ernie che si formano sulla parete del colon: assomigliano a piccole tasche che compaiono sulla mucosa dell’ultima parte dell’intestino, il colon. Soprattutto nella porzione terminale detta sigma, sul lato sinistro dell’addome. Generalmente diverticoli non danno sintomi: in questo caso si parla I sintomi di Diverticolosi. Ne soffre circa il 60% della popolazione tra i 60 e gli 80 anni. Quando però si infettano e/o si infiammano (10-20% dei casi) si ha la Diverticolite. Si parla di Malattia Diverticolare quando la presenza di diverticoli provoca dei sintomi. Sono un fenomeno doloroso Non presentando sintomi, alcuni scoprono di avere i diverticoli solo in occasione di un esame radiologico o endoscopico, eseguito per altri motivi. I sintomi si presentano in circa il 20% dei casi e sono: dolore addominale; gonfiore addominale; stitichezza, talvolta alternata a diarrea. Il dolore, per lo più nella zona inferiore sinistra dell’addome, può durare da poche ore a qualche giorno, spesso peggiora dopo i pasti e si riduce dopo l’evacuazione di aria e di feci. L’entità dei disturbi dipende dalla presenza o meno di complicanze causate spesso dall’infezione. In questa situazione va consultato il proprio medico. Qual è la complicanza più frequente È la diverticolite acuta e ne soffre al 10 al 25% dei pazienti con diverticoli. I diverticoli tendono nel tempo ad aumentare di dimensioni: ciò facilita il passaggio delle feci - e dunque di batteri - e al loro interno aumentando il rischio di infezione e infiammazione, cioè diverticolite. Se peggiora può provocare la perforazione del diverticolo. Episodi ripetuti di diverticolite possono portare a indurimento della parete del colon (fibrosi). La fibrosi determina una ridotta distensibilità del colon e, nel tempo, a una riduzione del canale interno (stenosi). La stenosi è spesso all’origine dell’occlusione intestinale che può presentarsi come urgenza acuta, richiedendo il ricovero ospedaliero. I sintomi della diverticolite assomigliano a quelli di una appendicite, con la differenza che il dolore sarà localizzato nella parte inferiore sinistra dell’addome invece che in quella inferiore destra. Il dolore è solitamente intenso ed improvviso. Può essere accompagnato da altri sintomi: vomito, gonfiore addominale, alternanza stipsi-diarre, febbre, emissione di sangue con le feci. In caso di sospetta diverticolite è necessario rivolgersi al proprio medico. La terapia medica è efficace nel 90% dei casi e può prevedere anche il ricovero ospedaliero. Nei restanti casi si avranno delle recidive entro un anno. Si può educare la popolazione sui diverticoli in maniera comprensibile e chiara I suggerimenti più diretti riguardano la prevenzione e cioè il tipo di alimentazione da seguire. Gli alimenti ad alto contenuto di fibra, come la frutta fresca, la verdura, i legumi e i cereali integrali, ammorbidiscono le feci e favoriscono il loro passaggio attraverso il colon. È consigliabile perciò ridurre alimenti troppo raffinati come dolci e alimenti a base di farina senza crusca. Può essere utile anche assumere crusca grezza (20- 25 grammi al giorno, con tanta acqua), ma solo nel caso che questo non comporti un peggioramento della digestione . Importante è a bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno per rendere le feci più morbide e stimolare la motilità intestinale. Va evitato il sovrappeso e va praticata attività fisica. Una passeggiata quotidiana di almeno 30 minuti è sufficiente Quali sono le tecniche per trattare i diverticoli In alcuni casi si somministrano farmaci per alleviare il dolore. Ma con attenzione perché l’uso di antidolorifici potrebbe nascondere la presenza di alcune complicanze come la peritonite. In caso di infezione si ricorre agli antibiotici, senza però eccedere indiscriminatamente. Importantissimo mantenere la flora intestinale in equilibrio attraverso i probiotici. In casi più severi è utile un trattamento con antinfiammatori intestinali come la mesalazina. E l’intervento chirurgico Di quel 20% di casi che presenta dei sintomi, il 2% necessita del ricovero. E di questi solo lo 0,5% richiede un intervento chirurgico, nei casi frequenti e gravi: attacchi ripetuti (da due a quattro) o complicanze (peritoniti, occlusioni, ascessi, fistole). L’intervento eseguibile anche in laparoscopia, consiste nell’asportazione del segmento affetto e nel ripristino del canale e della funzionalità intestinale. È importante individuare con il proprio medico il momento per intervenire onde evitare un intervento chirurgico d’urgenza. 7
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