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Adolf Gottchewski - Bollettino d'Arte

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- 15 1 -<br />

UN DIPINTO DI ANTONIAZZO ROMANO. (I)<br />

LC U>/I scrittori, . considerano ancora l'artista Antoniazzo<br />

IZolllano cOl\1e una fi gura problematica, solo<br />

per la iusuflìcieute COllosceuza dell'opera assegnata<br />

al maestro, in base alle ricerche di questi ultimi<br />

anlli. Dopo cbe io nel mio breve scritto comparso nel<br />

19°4 (2), raccolsi il materiale archivistico pervenuto sino<br />

a noi, e drtti un'ampia lista di lavori suoi, ponendo<br />

cOSI le basi per più larghe ricerche, la sua opera si è<br />

notevolmente accrescillta con il riconoscimento di altre<br />

opere dovu te alla sua mano, in modo che oggi noi possiamo<br />

indicare circa un centillaio di tavole e di affreschi<br />

di Autoniazzo, e tra e ~i liC troviamo alcuni datati, appartenenti ai vari periodi<br />

della sua attività. L'errore principale per cui si chiudeva la via all'esame del vero<br />

essere di Antoniau o, era il t'imo che si riteneva la Crocifissione dipinta sul Ciborio<br />

di S. Giovanni iII Laterano, come opera di Fiorenzo di Lorenzo) e basandosi su<br />

ciò si comidcra\';1 Alltoniazzo come suo scolaro. lo ho mostrato in base al confronto<br />

,tilistico t LI qucsta Crocifissione, il quadro firmato da Antoniazzo della<br />

Galh:ria ; 'azio!lail; di Roma e quello con la nicchia portante la firma di Fiorenzo di<br />

Lorl'l!zo nel la P ia,lcoteca di Perugia, che l'affresco del Laterano non appartiene a Fiorenzo,<br />

ma cnn a ...'oluta ccrtezza e di Antoniazzo. Un confronto lo mostrerà, in specie<br />

l,I IjulII';1 di .' . Paolo che appare in tlltti e tre i dipimi, lascia riconoscere il caratlen:<br />

e,scm:ialmente diverso dell'arte di Antoniazzo e di quella di Fiorenzo.<br />

c.\r,lltcri di ~I tlìniLl COli Fiorenzo non si ritrovano affatto in Antolliazzo, e se<br />

l1u:lJldo si crede di riconoscerveli e perche si cOIlsiderano opere di Antoniazzo o<br />

dell.1 sua scuola comè appartenenti a Fiorenzo. Di dove Al.Itoniazzo abbia derivato<br />

g-li evidenti inl1ussi lI111bri che appaiono ili lui) possiamo vederlo chiaramente dallo<br />

o;tile delle sue opere come anche dai numerosi documenti che possediamo sulla sua<br />

atti\'id artistica. Gd al principio della sua carriera artistica egli viene in contatto<br />

WII Mclozzo da Forli; nel 1461 i due artisti vengono impiegati da Alessandro<br />

SfOlLI, signore di Pesaro, nell'esecuzione di alcune copie; più tardi, nel 148o, tro­<br />

\'ial\lO che Alltolliazzo e Melazzo ricevono pagal1lemi in colllune per la decorazione<br />

della Biblioteca Palatina. La maniera del Melozzo ha decisivamente e innegabilmente<br />

illl111ito su A IItoll iazzo ; nella sua r:gida arandiosid ciò appare chiaro. Il S. Giovanili<br />

della Crocifissione nella camera di S.Cate~ua ili S. ivLtria sopra Minerva, si può portare<br />

COllle l'esempio più sigllificativo di questo iul1usso. Antolliazzo aveva anche facilmente<br />

occasione a conoscere le opere del Perugino, nella Cappella Sistina) l1la nel<br />

1484 i due artisti. si mettono in socied per condurre alcuni importami lavori decorativi)<br />

e negli affreschi di S. GioYanni ili Tivoli possiamo meglio che altrove<br />

(l) Traduzione dal Illanos(ri\to H:desù ) del l'ali lUJ"(:.<br />

(2) A. C OTTSC HEWSKI, J) ie Fresken il" s A/I/olli,r{{o '7(om/lno illl S/t rbn;illllller da hl. Ca./ariua<br />

L'ull Siena ZII S . . \1.aria sopra. ,'vliuen 'lI. iII Rom :r., Slrassbllrg, 1904.


icolloscere gl'inAussi esercitati, sulla più debole di queste due personalit;\ artistiche,<br />

da llll tale contatto personale.<br />

I lavori eseguiti in societì con Domenico e David Ghirlandaio (1475 ) e con<br />

Pietro Torini di Siena (1483 ), uon hanno Luvece lasciato tracce visibili uelle creazioni<br />

di Antoniazzo. Forse si può ritenere che nella composizione clelia Crocifissione<br />

nella camera di S. Caterina appaia l'iuAusso di Firenze.<br />

Antonial,zo - 55. Vincenzo, Illuminata e Nicola.<br />

MOli/e/alt o. - Chiesa di 5. Francesco.<br />

A tar gil15tallleute apprezzare tutta la sua importanza artIstIca erano sempre<br />

d'ostacolo alcune deboli Madonnc; ma in Antoniazzo più :lIIcora cbe in qualunque<br />

altro maestro, bisogna distinguere tra i lavori di sua mano e quelli della bottega;<br />

perche la bottega di Antoniazzo era una iII/presa di decorazioJli della più grauele e­<br />

stenzione. Da principio fu piccola, ma si ingraudi sempre più, come uoi apprendiamo<br />

dai pagamenti della Camera papale; e nel 1492 ricevette per lavori di<br />

decorazioue per l'incoronazione di Alessaudro VI, la cospicua somma di 400 fiorini.<br />

Sulla natura di questi lavori UOll ci puo esser dubbio; essi sono partitamente indicati;<br />

si trattava. di pitture di stendardi e di stemmi, omamcuti di camere, di<br />

porte, di finestre, insomma di lavori di secondaria importam:a. Questa 11011 era<br />

un aspecialit1 di Antoniazzo; anche artisti del valore di Melozzo e del Peruginoimprendevano<br />

insieme COH lui tali lavori; per esempio dal 1480 ~li 148 l veugollo


- 1\) -<br />

segnati pagamenti a « A1elo/ius et All/ollalilts pic/ores» pro .filetura vel pie/ura jincstrorUIII<br />

et arlllo'rum », e col Perugi ilO come co 111 pagno, Antoll iazzo vieLle paga to<br />

(( pro pietllra pll/.rium vexi!ltJr/11/l et plll/'imil rcrul/I ordiuariarllrll »; « pro irta/ba/lira<br />

llIt!ae palatii l). Che uomini di così alto valore artistico impreudessero lavori di tal<br />

genere, trova la sua spiegazione prima nella semplicid del sentimento degli artisti<br />

d'allora, poi lleUa lmltezza del pagamento. Che essi si assodavano COli AlItouiazzo<br />

dimostra che egli era tra le più spiccate persollalid artistiche romane. Noi vediamo<br />

aucne uei grandi lavori di architettura e di scultura comparire degli imprenditori<br />

nel senso moderno della parola, i quali orgauizzavano in g rande le loro imprese,<br />

per trar guadagno dal desiderio dei papi di vedere eseguite in brevissimo tempo<br />

dei monumenti grandiosi e ricchi di decoraziolle. T~lli persone stavano in cominui<br />

rapporti con la Corte papale, conoscevano gli impiegati e sapevano ili che modo<br />

farsi pagare. E gli artisti trovavano molto pratico di unirsi a loro. Che relazioni<br />

di tal genere ci fossero nelle imprese che Antouiazzo imprendeva iu soci ed, lo<br />

mostra la convenzione che egli fece COli Pietro Toriui di Siella per la ridipiutllra di<br />

tre camere uel palazzo papale. Ivi Alltolliazzo si riserva, se gli fad comodo, di mandare<br />

un altro lavoraute iu sua rappreselltallza, e di rimanere egli stesso 10lltauo.<br />

Evidentemente egli era il più forte, che traeva profitto dagli altri.<br />

Malgrado eseguisse t~lli lavori di decorazione, Antolliazzo era auche Ull graude<br />

artista di carattere schietto e severo, come ci appare da alculli quadri da lui stesso<br />

condotti, quali la Madollna della Rota, al Vaticauo. In doppia forma si mauifest:l<br />

accanto agli influssi forestieri, nella sua persollalitù artistica la originalitù romana.<br />

Lo spiritualismo mistico delle sue lvLldouue, la profondid del sentimento, SOllO<br />

cose cbe eran penetrate nel suo spirito dai l1lusaici medioevali. La dignitù e la<br />

magnificenza delle sue grandi e possenti tìgure, la loro grande corporatura e pesautezza<br />

sono segni caratteristici della popolazione romana, che egli imito, e che gli<br />

fornirono per la sua arte lILl lIUOVO tipo.<br />

Alle opere che lìno ad ora si pot.::vano considerare come le migliori creazioni<br />

del suo pell.nello se ne deve aggiungere ulla nuova, che era esposta alla Mostra di<br />

Alltici Arte Umbra, e proveniva da S. Francesco in Mollteblco. Su fondo aureo<br />

vi SClIIO rappre~entati in g randezza uaturale tre santi, che dalle iscrizioni S01l0 indicati<br />

come S. Vincentius, S. I1lumillata e S. Nicolaus. Una ruota posta viciuo alla<br />

S. IIlulllinata, lllOstr;1 clle essa doveva Ulla volta rappresentare S. Cateriua. In rapporto<br />

al colorito il quadro è molto piacevolmente condotto con toni leooeri' speba<br />

,<br />

cialmente il S. Vinceuzo, con un mantello color tortora, con verdi omamenti e<br />

tUlIica biancastra) è di Ull effetto caratteristico. Le fi g ure sono grandiose, forti e<br />

maestose, la trauCluillit.ì "l spira _ dai loro atteooiamenti: bb chi ha Catto questo quadro<br />

era LUI grande artista, nessuuo potrà llegarlo. Ma per questa ragioue un certo numero<br />

di critici voleva toglierlo ad Autoniazzo.<br />

L'attribuzioue allo Spagua era veramente insostenibile; e quella al vero maestro,<br />

ad Antoniazzo Romano, che il sottoscritto avanzò, si è invece affermata ed è<br />

stata accettata dal cata'logo e da alcuni conoscitori. La pateruid di Alltolliazzo è,<br />

per chi guardi tutta la sua opera, certameute indubbia. La Sauta è Ulla esatta riproduzione<br />

della S. Lucia lIel ciclo cl i affresch i della Camera di S. Caterina alla Minerva;<br />

soltanto i simboli sono mutati. Che qui poi IlOll si tratti di lIua imitazione<br />

di Ull artista c11e si sarebbe servito di una delle figure del maestro, lo prova chiaramente<br />

la somiglianza stilistica di tutti i piccoli dettaU'li del diseano nelle manI'<br />

'-' b b , ,<br />

negli occhi, nella bocca, che riappaiollo ideutici nella Madollna tìrmata della Galleria<br />

Nazionale di Roma. La mano destra del S. Nicola si ritrova identica in quella<br />

21 - Boli, d' cIrie ,


- [54 -<br />

del S. Francesco di questo quadro, come pure ~ da osservare specialmeme il modellato<br />

delle maui nuemente coudotto uel quadro di Moutefalco, iu quello della<br />

Antoniazzo. Due Sante. - 'l(OIlIll, S. t\'laria sopra Minerva.<br />

Galleria Naziollale e nell'altro della Madollna della Rota iu Vaticano. La stessa<br />

forma dell'orecchio del S. N icola, è nel S. Pietro della Madollua della Rota; gli<br />

occhi e il uaso so 110 egualmente conformi. Simili corrispondenze si lasciano facil-


-155-<br />

mente moltiplicare, in modo che possiamo ritenere la pateruid di Antoniazzo pel<br />

quadro di Montet:1lco, come accertata. Il suo valore artistico diviene cosi più chiaro<br />

e straordillariameme accresciuto; e nello stesso tempo dobbiamo lamentare ancora<br />

di più la disgrazia che gli affreschi della Minerva siano ridotti in cosi cattivo stato.<br />

Essi dovevano per la maestosità delle figure essere Ulla volta simili al quadro di<br />

Momefalco} come almeno dalla Crocifissione ivi esistente anche oggi possiamo argomentare.<br />

Cronologicamente il quadro coi tre santi deve assegnarsi al periodo in<br />

cui il pittore eseguiva quegli affreschi che io ho datati in torno al 1482; e tanto in<br />

questo che nel dipinto sono evidenti le tracce di quei rapporti personali che l'artista<br />

ebbe con Melozzo nel 1480.<br />

Nella stessa Esposizione <strong>d'Arte</strong> Umbra, uu piccolo quadretto con la Madonua,<br />

della raccolta del cav. G. Margherini Graziani di Città di Castello, preselltava il<br />

tipo comune nei quadretti di devozione, che ricorre cosi spesso in Antoniazzo.<br />

Mi sia permesso qui di esprimere il desiderio cbe ancbe l'affresco con l'Annunciazione,<br />

nel PantheoIl, scoperto tempo fa da G. Sacconi, sia reso accessibile al<br />

mondo scientifico per mezzo di una buona pubblicaziolle (J).<br />

AOOLF GOTTCHEWSKI.<br />

(I) Questo articolo era stato inviato dal dotto <strong>Gottchewski</strong> al <strong>Bollettino</strong> d'arte da parecchio<br />

tempo, ma non si pote fino ad oggi pubblicare per sovrabbondanza di materia. Intanto usci alla<br />

luce il volume di Umberto Gnoli sul!' Esposizione di Pe'mgia, ove il dipinto di Montefalco fu pubblicato.

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