UNA CHIESA CHE DEVE ESSERE SOLO DI CRISTO E PER CRISTO
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SCIC<br />
“All’inizio dell’essere cristiano non c’è<br />
una decisione etica o una grande idea,<br />
bensì l’incontro con un avvenimento, con<br />
una Persona, che dà alla vita un nuovo<br />
orizzonte e con ciò la direzione decisiva.”<br />
DCE 1<br />
18<br />
Dopo la morte di Madre Antonia, come si sviluppa la nuova<br />
congregazione sono richieste comunità e opere, particolarmente<br />
scuole aportiane 9 : a Torino l’Asilo nel 1839, dal 1840 al’46 un Asilo<br />
e un Ospedale a Masino (To), ad Aglié un Asilo ed una scuola per<br />
fanciulle nel 1842, a Ivrea un Asilo nel 1844 e nel 1845 il servizio<br />
delle carceri femminili, a Pont una scuola per ragazze e giovani<br />
nel 1845, a Lucca nel 1847 il servizio nell’ospedale e nel 1865 una<br />
casa di beneficenza; nel frattempo a Napoli, Istanbul, Izmir, Patrasso…<br />
Non è questo il luogo per approfondire le cause e le modalità<br />
delle suddette fondazioni, sembra bene però cogliere alcuni tratti<br />
significativi del loro stile: per la maggioranza si tratta di piccole comunità<br />
religiose, disponibili per i pochi anni per cui sono richieste<br />
(compresa la scuola di Napoli, che invece ‘deve’ rimanere). Emerge<br />
una mobilità missionaria che richiede sì le competenze delle suore e<br />
l’impegno delle amministrazioni, ma soprattutto l’umile donazione<br />
di sé, senza l’affanno per le strutture. Madre Antonia si affidava alla<br />
Provvidenza, così hanno continuato le sue figlie, pronte ad amare<br />
Dio nel prossimo (Vs), ogni giorno.<br />
LA MISSIONE CI INTERPELLA OGGI<br />
Nella luce del magistero ecclesiale, il Capitolo generale del 1988 10 ,<br />
poi i successivi, hanno dato una nuova prospettiva alla missione:<br />
“nel reciproco coinvolgimento con i laici”. La congregazione, che<br />
in fedeltà al Vaticano II si era già incamminata, negli anni Sessanta,<br />
verso il ritorno alla freschezza carismatica delle origini, ha spesso<br />
sottolineato i destinatari di Madre Antonia (Rg 1823): “massime coi<br />
poveri”, ”massime povere” ”cura speciale delle figlie orfane e abbandonate”;<br />
”sempre a gratis”. Di suo pugno la fondatrice, duecento anni fa, aveva<br />
aggiunto alle Regole, far ciò osservare “inviolabilmente” 11 .<br />
È un esempio contemporaneo la beata Madre Teresa di Calcutta<br />
che alle novizie, che non ponevano come priorità i poveri, diceva di<br />
fare la valigia. Non si può tradire la pagina evangelica, su cui San<br />
Vincenzo de Paoli aveva costruito la spiritualità:”…ho avuto fame<br />
e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere<br />
(…), malato e mi avete visitato…”(Mt 25,31ss.).<br />
Come armonizzare l’opzione dei poveri,<br />
tipica delle origini, con la “fedeltà<br />
creativa”, oggi Ci sembra necessaria una<br />
maggiore consapevolezza e vigilanza<br />
nella distinzione fra carisma e forme, una<br />
memoria più attenta e un senso dinamico<br />
del carisma, la centralità della carità, il<br />
senso di unità dell’istituto (cf SCIC 2011,4)