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Antenna missionaria - Suore di Carità dell'Immacolata Concezione d ...

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SCICLA MISSIONE TRAEORIGINE DALL’AMOREE DALLA SPIRITUALITÀBenedetto XVI è indubbiamenteun papateologo. Ma è anche uncredente dalla spiritualitàforte, profonda che sfocianella testimonianza.Impossibile un confrontocon i suoi predecessori.Sul piano della teologia,appunto, sul piano dellaspiritualità, ma anche sulpiano della missionarietàe dell’impegno. La prova<strong>di</strong> questa sua unicità, che èpoi anche la sua ricchezzae il suo carisma, sta nelfatto che egli parte sempredal tema dell’amore;quell’amore esigente e totalecontenuto nel vangelo<strong>di</strong> Giovanni al capitolo 14:“Chi ama me sarà amatodal Padre mio e anch’iolo amerò e mi manifesteròa lui”.Insomma, per il papaalla ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> tutto c’èl’Amore, e senza l’Amorené la filosofia, né la teologia,né la prassi hannosenso.P r o p r i o d a l t e m adell’Amore il papa partequest’anno anche nel suomessaggio per la giornatamon<strong>di</strong>ale <strong>missionaria</strong>, chesarà celebrata nel mese <strong>di</strong>ottobre. Ecco cosa scrive:“Solo a partire dall’incontrocon l’Amore <strong>di</strong> Dio, checambia l’esistenza, possiamovivere in comunionecon Lui e tra noi, e offrireai fratelli una testimonianzacre<strong>di</strong>bile, rendendoragione della speranzache è in noi (cfr 1Pt 3,15).Una fede adulta, capace <strong>di</strong>affidarsi totalmente a Diocon atteggiamento filiale,nutrita dalla preghiera,dalla me<strong>di</strong>tazione dellaParola <strong>di</strong> Dio e dallo stu<strong>di</strong>odelle verità della fede,è con<strong>di</strong>zione per poterpromuovere un umanesimonuovo, fondato sulVangelo <strong>di</strong> Gesù”.In poche parole unastraor<strong>di</strong>naria sintesi tracontemplazione e azione.Posto questo fondamentoessenziale, BenedettoXVI ricorda poi cheil compito missionarionella Chiesa non è specifico<strong>di</strong> alcune categorie<strong>di</strong> credenti, per esempioi consacrati o i laici impegnatinelle questionidell’internazionalità, maspetta all’intera Chiesa,<strong>missionaria</strong> per sua natura.Essere missionari inuna società multietnica,che sempre più sperimentaforme <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne e<strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza preoccupanti,i cristiani devonoimparare ad offrire segni<strong>di</strong> speranza e a <strong>di</strong>venirefratelli universali, coltivandoi gran<strong>di</strong> idealiche trasformano la storiae, senza false illusioni oinutili paure, impegnarsia rendere il pianeta la casa<strong>di</strong> tutti i popoli.E poi il terzo passo:missione come testimonianza.«Gli uomini delnostro tempo, magari nonsempre consapevolmente,chiedono ai credenti nonsolo <strong>di</strong> “parlare” <strong>di</strong> Gesù,ma <strong>di</strong> “far vedere” Gesù,E<strong>di</strong>toriale3


SCICcontemplava l’intero mistero <strong>di</strong> Gesù,dall’Incarnazione alla Croce e alla gloriadella Risurrezione e imparava a farsicarico, con Maria, dell’umanità redentada Cristo, ma ancora in cammino, curvaper il peso <strong>di</strong> un peccato che continuavae continua a minacciare la libertà delcuore e del pensiero, la giustizia, la pace,la serenità, l’unità, la fraternità, l’amoree la vita vera.Contemplava, come <strong>di</strong>ce BenedettoXVI, “l’intima partecipazione <strong>di</strong> Maria aquesto mistero e la nostra vita in Cristo …suscitando il desiderio <strong>di</strong> un incisivo edevangelico cambiamento <strong>di</strong> vita in mododa poter <strong>di</strong>re con san Paolo: «Per me ilvivere è Cristo» (Fil 1,21), in una comunione<strong>di</strong> vita e destino con Cristo.” 2La familiarità <strong>di</strong> Madre Antonia colrosario è sottolineata anche dall’unicosegno <strong>di</strong>stintivo usato con le sue compagneper lunghi anni “…una cintura euna corona al fianco” 3 Anche le sue figliefino alla fine degli anni settanta hannoindossato una grossa corona.Essa partivadalla cintura e lì si riagganciava conun bellissimo crocifisso e una medagliadell’Immacolata.Era solo un segno, ma era naturaleprenderne i grani in mano mentre sicamminava per strada, si viaggiava in autobuso in treno, si attendeva il turno aduno sportello, si percorrevano i corridoi,era un seminare attraverso l’ave Mariaun seme invisibile <strong>di</strong> vita, la si tenevastretta, quasi a prender forza e saggezzaquando si ascoltava una persona, siaffrontavano problemi, ci si accostava alletto dei malati o si intuiva una <strong>di</strong>fficoltào un pericolo.Il rosario è la preghiera <strong>di</strong> tutti:del sapiente che usa le parole del Vangelocon umiltà, affidandosi a Maria con quel“prega per noi peccatori”dei bambini che riconoscono in Maria lamamma,dei giovani che lottano per la verità e ilbene,dei genitori che hanno bisogno <strong>di</strong> aiuto,degli anziani che riempiono i loro giorni<strong>di</strong> preghiera,degli umili, dei poveri,<strong>di</strong> chi non sa leggere, ma ha intelligenza ecuore e vuole incontrare il volto <strong>di</strong> Dioattraverso Colei che lo ha generato nellacarne e gli ha dato un volto umano.Il rosario è anche la nostra preghieraquoti<strong>di</strong>ana, la melo<strong>di</strong>a che fa da sottofondoall’affanno e lo restituisce a Dio,ci accompagna in ogni tempo e ci rendepiù umane nei rapporti e più forti nellasperanza, nella ricerca del bene, nellaconversione quoti<strong>di</strong>ana e nella partecipazioneall’opera salvifica <strong>di</strong> Cristo,ci permette <strong>di</strong> vivere in, con e comeMariaAl fianco, in tasca o in mano, la coronaè solo un segno. L’Ave Maria ripetutacol cuore è un seme <strong>di</strong> luce che tracciasentieri che uniscono al cielo. Silenzio,preghiera, gioia.La visita recente del Santo Padre ,Benedetto XVI, a Fatima, ci sollecita adaffidarci e a consacrarci alla Vergine,“Madre nostra da sempre,non ti stancare <strong>di</strong> “visitarci”,<strong>di</strong> consolarci, <strong>di</strong> sostenerci…vogliamo accoglierti in modo piùprofondo e ra<strong>di</strong>cale,per sempre e totalmente,nella nostra esistenza umana” 41Lc 1,28; 422Benedetto XVI, Fatima 12 maggio 20103Adamo Pienotti, La vita e l’opera della Serva <strong>di</strong> DioMadre Antonia Maria Verna, p 1024Fatima 13 maggioLa parola della Madre7


Informagiovani“VOGLIO LA FELICITÀ”Ritiro a Pacognano14Continua alla grande il“cammino” spiritualedei ragazzi della ScuolaMe<strong>di</strong>a “Maria Palla<strong>di</strong>no”delle <strong>Suore</strong> <strong>di</strong> caritàdell’Immacolata <strong>Concezione</strong> d’Ivrea<strong>di</strong> Acerra, cammino che lo scorso 20Marzo ha fatto tappa a Pacognano perun bellissimo momento <strong>di</strong> riflessionee con<strong>di</strong>visione. La giornata, che hariunito docenti, studenti e cari amicidella comunità delle <strong>Suore</strong> d’Ivrea,ha riscosso un grande successo,lasciando per giorni un sorprendenteentusiasmo.Ad animare l’intero ritiro è stato il tema“Voglio la felicità”, tema sviluppato egregiamenteattraverso alcune provocazioni,testimonianze e video da una giovanesuora della Congregazione delle <strong>Suore</strong>d’Ivrea, Suor Simona.Fulcro fondamentale per tutte le attivitàè stato, ovviamente, l’ascolto della Parolaed in particolar modo la Parabola dellaperla (Mt 13,45-46) racconto che ha poiofferto ai <strong>di</strong>versi animatori la possibilità<strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere con i ragazzi della concezioneche essi hanno della felicità. In una società,infatti, che identifica sempre più la felicitànella ricchezza, nel potere, nella bellezzae nell’ostentazione eccessiva <strong>di</strong> sé, si èvoluto riflettere sulla gioia vera, Gesù, la“perla” rara che ciascuno <strong>di</strong> noi può trovaredentro <strong>di</strong> sé. Non è certamente facileoggi parlare <strong>di</strong> fede e, l’impresa <strong>di</strong>ventaancora più <strong>di</strong>fficile, se ad ascoltare sonogiovani adolescenti; la Scuola Me<strong>di</strong>a delle<strong>Suore</strong> d’Ivrea ha, però, il merito <strong>di</strong> riuscirea toccare con dolcezza il cuore dei propriragazzi, accompagnandoli con amore allaconoscenza <strong>di</strong> quella che è l’unica verafonte <strong>di</strong> felicità: Gesù <strong>di</strong> Nazareth. L’augurioche facciamo loro è, pertanto, quello<strong>di</strong> continuare “a coltivare e a infiammare”sempre con lo stesso entusiasmo l’amoredelle nuove generazioni per Gesù Cristo,aiutandoli a non mettere mai da parte ildono della fede che Dio Padre ci ha fatto.Marianna Castiello


SCICci basta". Tutti sappiamoche Sr. Mariaè felice con poco! E lasua gioia più grandeè quella <strong>di</strong> stare conGesù, <strong>di</strong> incontrareGesù, <strong>di</strong> comunicareagli altri l'amore <strong>di</strong>Gesù. Con gli anni sonvenute meno le forze,ma non la voglia <strong>di</strong>lavorare, <strong>di</strong> servire, <strong>di</strong>sentirsi sempre utilealla sua Comunità, aiPadri (come lei chiamaamorevolmente i frati<strong>di</strong> questa casa). Fino aqualunque giorno fa, se Sr. Maria mi permette<strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo, la si vedeva arrampicata auna scala per raccogliere le nespole delnostro orto, o tirar giù le tende della suacappella, con grande energia e buonavolontà.Con S. Paolo, essa ci può <strong>di</strong>re, a modo<strong>di</strong> lezione: "vi ho trasmesso dunque, anzitutto,quello che anch'io ho ricevuto",e cioè l'amore per Gesù, per la sua Casa,per i suoi fratelli e sorelle, per tutto ilmondo. Sr. Maria ci ricorda con la suavita silenziosa, che Gesù è "la sola cosanecessaria", l'unica via per incontrare ilPadre, e che seguirlo comporta sacrificio,rinuncia, rinnegamento <strong>di</strong> sé, ma chevale la pena consumarsi per Lui e per ilsuo Regno.Non so se Sr. Maria, ha fatto qualchemiracolo durante la sua permanenza aNazareth, ma credo certamente che inlei abbiamo tutti sperimentato "la quoti<strong>di</strong>anitàdell' amore <strong>di</strong> Dio per noi". Si èsforzata sempre <strong>di</strong> conoscere la volontàdel Signore e non si è risparmiata in nullaper fare ciò che a Lui piace.Ren<strong>di</strong>amo grazie al Signore perchénel suo Amore infinito, ci ha fatto dono<strong>di</strong> questa piccola grande sorella, durantequesto lunghissimo tempo, qui aNazareth,Preghiamo per lei, affinché continuiad annunciare l'amore del Signore cheha vissuto in questi 40 anni. Chie<strong>di</strong>amoanche a Lei, come esprimeva a modo <strong>di</strong>desiderio, Sr Giuseppina Casilli ConsiglieraGenerale qui presente, <strong>di</strong> pregareaffinché il Signore invii un’ altra sorellaal suo posto, che possa affiancare il preziosoe inestimabile servizio delle nostreSorelle d’ Ivrea, qui a Nazareth. E lapromessa <strong>di</strong> Gesù che appena abbiamoascoltato: "Se mi chiederete qualunquecosa nel mio nome, io la farò".E preghiamo anche per altri fratellie sorelle che sono in partenza da Nazareth,prossimamente, come per coloroche sono appena arrivati. Possiamo tuttiessere "riflesso dell'Amore misericor<strong>di</strong>oso<strong>di</strong> Dio", che qui a Nazareth ha voluto"piantare per sempre la sua tenda tra gliuomini". Amen.Fra Ricardo BustosGuar<strong>di</strong>amo<strong>Antenna</strong> <strong>missionaria</strong>17


<strong>Antenna</strong> <strong>missionaria</strong>18SCICIl VI Congresso dei Verniani argentiniChi scrive ha avutola gioia <strong>di</strong> partecipareal VI Congressodei VernianiArgentini, svoltosidall’ 11 al 13 ottobre2009, a Puntade Agua (S.Rafael –Mendoza), presso lamissione delle nostreSCIC, l’Hogar “VillaAngelica”.Chiedo scusa per ilritardo con il quale siparla <strong>di</strong> questo eventoma sia problemipersonali <strong>di</strong> saluteche l’urgenza <strong>di</strong> daresubito notizia della terribile situazione riguardantela “Villa de nylon” <strong>di</strong> Cordoba(ve<strong>di</strong> SCIC n° 1 – gennaio 2010) ne hannorallentato la testimonianza.Tale incontro merita, indubbiamente, un siapure succinto articolo sia per la quasi totale edentusiastica partecipazione della FamigliaVerniana argentina che per l’accurata programmazionee la qualità del lavoro svolto,la bravura del principale conduttore spirituale(Padre Pedro Torres <strong>di</strong> Cordoba – ex allievo <strong>di</strong>Padre Majorano), l’interesse suscitato dallerelazioni dei gruppi locali e la sentita preparazionedei momenti <strong>di</strong> preghiera.Il tema base dell’incontro è stato “Uniti aMadre Antonia siamo <strong>di</strong>scepoli missionari<strong>di</strong> Gesù per costruire il Regno.”Sapere “ascoltare”Gli obiettivi che si proponeva il simposio,scritti a gran<strong>di</strong> lettere in un cartelloesposto nel salone, erano:• rinforzare il vincolo <strong>di</strong> comunionenella Famiglia Verniana;• crescere nell’impegno verniano;• prendere coscienza e saper rispondereai bisogni della nostra realtà;• scoprire e/o rivitalizzare la chiamatae l’impulso missionario;• spingere, con ardore creativo, la pastoralevocazionale.Per inciso si nota che questi obiettivirispecchiano, in buona parte, il programmaquadriennale, che aveva a suotempo approvato l’Assemblea Generaledei Laici Verniani (Roma - <strong>di</strong>cembre2007).La novità è rappresentata dall’impulso


SCICalla pastorale vocazionale, tema moltosentito in Argentiana, al quale da temposi sta lavorando.Dopo la santa messa introduttiva, celebratadal Vescovo <strong>di</strong> Mendoza, ognimattina e pomeriggio l’incontro venivaaperto con un momento <strong>di</strong> preghierapreparato da un <strong>di</strong>verso Gruppo locale:canti o preghiere a più voci checoinvolgevano ed emozionavano tuttii presenti.Successivamente Padre Torres, ottimooratore, intratteneva i presenti seguendoun sottile filo che si <strong>di</strong>panava sviluppandosiin molteplici <strong>di</strong>versi aspetti: l’uomodeve sapere ascoltare, nel silenzio e nellapreghiera, la voce del Padre per poterecapire quale è il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio nei suoiconfronti.E Punta de Agua, luogo avvolto nelsilenzio <strong>di</strong> una rigogliosa natura, nelquale quasi non arrivano le auto, isolatodal mondo (per arrivarvi si percorrono90 km <strong>di</strong> strada sterrata e accidentata),ai pie<strong>di</strong> delle Ande, ben si prestava allame<strong>di</strong>tazione.I cinque Gruppi locali, e quello allorain formazione <strong>di</strong> Cordoba (in <strong>di</strong>cembre2009 avrebbe “promesso”),negli spazi aloro de<strong>di</strong>cati, hannoesposto il risultato delloro lavoro consistentenel “Decalogo delbuon verniano” e nella“Carta <strong>di</strong> identità delverniano”.si dovevano invece trattare argomentipiù personali, con la massima sincerità,quali:• Perchè sono verniano? Come ho conosciutoMadre Antonia?• Quando ho sentito la chiamata <strong>di</strong>Dio?Questo tipo <strong>di</strong> esercizio ha permesso <strong>di</strong>esplorare un “secondo tipo <strong>di</strong> ascolto”,sempre suggerito da Padre Torres:”sapereascoltare gli altri”e sapere con<strong>di</strong>vidernele esperienze.Posso garantire che non sempre è facile“aprire” il proprio cuore!Nei tre giorni <strong>di</strong> vita comunitaria i 105laici presenti (su un totale <strong>di</strong> 117 laiciargentini!) hanno senz’altro rinforzatotra loro i vincoli <strong>di</strong> amicizia, pranzandoe cenando insieme, all’aperto, nel suggestivogiar<strong>di</strong>no del Centro MisionalVilla Angelica, dando vita ad una serataparticolare, nella quale ogni Gruppoargentino si è impegnato in una breverappresentazione teatrale (<strong>Suore</strong> incluse),oppure organizzando una bellaprocessione per la via centrale <strong>di</strong> Puntade Agua, terminata con la celebrazionedella santa Messa nella locale chiesina<strong>Antenna</strong> <strong>missionaria</strong>Nei “lavori dei partecipanti”,piccoli gruppi<strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> persone,ossia i laici, leMissionarie e le <strong>Suore</strong>presenti al convegno,19


SCIC<strong>Antenna</strong> <strong>missionaria</strong>20(che neppure ci conteneva tutti), e programmandoinfine, nei tempi liberi, altresimpatiche e gioiose iniziative.Persino i giovani <strong>di</strong> Punta de Agua cihanno intrattenuto con le loro danzetra<strong>di</strong>zionali!Termino questa sintesi, che non rendeminimamente merito a queste splen<strong>di</strong>degiornate ed al lavoro svolto, con alcunenote <strong>di</strong> cronaca:• I tanti convenuti sono stati gratuitamenteospitati sia all’Hogar Villa Angelicache, in buona parte, nelle abitazionidegli abitanti <strong>di</strong> Punta de Agua (nonnecessariamente verniani locali!).• I gruppi partecipanti al Congressoprovenivano da Buenos Aires, SantaFè, La Paz, Cordoba e General Alvear:tranne che per questi ultimi, <strong>di</strong>stantisolo quel centinaio <strong>di</strong> chilometri <strong>di</strong>strada sterrata ed accidentata cuiprima si accennava, il viaggio harichiesto, per tutti, almeno almenouna dozzina <strong>di</strong> ore. Nella maggiorparte dei casi si è partiti <strong>di</strong> sera e si èviaggiato in pulman tutta la notte.• I giovani presenti erano moltissimi,soprattutto provenienti da GeneralAlvear e Punta de Agua: il loro numeronon è compresonei 105 laici. Hannoseguito gli incontripasso passo e sonointervenuti nei <strong>di</strong>battiti,permettendoci <strong>di</strong>meglio comprenderei loro problemi e leloro esigenze.• Nel corso dell’incontroè stato rinnovatoil ConsiglioRegionale argentino.Gli eletti sono: PabloSuarez (Presidente)<strong>di</strong> Buenos Aires, Liliana Santoro (Vicepresidentee prima Consigliera) <strong>di</strong>S.Fè, Pilar Cuevas (seconda Consigliera)<strong>di</strong>Buenos Aires.• Le lettere e le mail <strong>di</strong> augurio e partecipazione(a partire da quelle della SuperioraGenerale della Congregazionee della Presidente delle Missionarie<strong>di</strong> Carità) <strong>di</strong> moltissimi gruppi verniani,provenienti da molte parti delmondo, e quelle <strong>di</strong> molte comunità<strong>di</strong> SCIC, sono state lette e portate dalsottoscritto all’altare nella Messa officiatadal Vescovo <strong>di</strong> Mendoza durantel’offertorio.• La Superiora Provinciale e le <strong>Suore</strong>delle varie comunità si sono pro<strong>di</strong>gateall’inverosimile per il buon successodell’evento, al quale hanno partecipatocon lo stesso entusiasmo dei laiciverniani.L’esempio delle comunità argentine e lagioia, laboriosità ed entusiasmo, da queste<strong>di</strong>mostrati, riescano a contagiare tutti gliassociati, con l’augurio <strong>di</strong> “sapere ascoltare”i messaggi <strong>di</strong>vini, gli altri e...noi stessi...inun mondo così rumoroso!Mario V.Trombetta


PELLEGRINEIN TERRASANTASulle orme <strong>di</strong> Egeria e il senso del viaggioRaccontare un viaggio in Terra Santa, seguendol’itinerario attuato, potrebbe risultareun po’ monotono, e per me alquanto <strong>di</strong>fficile, amotivo della mia memoria fin troppo labile e tra<strong>di</strong>trice,per cui scriverò lasciandomi trasportaredal ricordo …Siam partite da Roma – Fiumicino, nella mattina <strong>di</strong>sabato, 17 aprile 2010, accompagnate, per tuttoil pellegrinaggio, dalla dolce , sensibile, <strong>di</strong>scretae paziente, Sr. Giuseppina Casilli, e giunte a TelAviv (Israele) aeroporto Ben Gurion nel primissimopomeriggio dello stesso giorno.Qui siamo state accolte gentilmente dalle suore<strong>di</strong> Gerusalemme e ripartite per Haifa (Galilea)dove abbiamo pernottato due notti. Abbiamogustato la bellezza e l’incanto del Monte Carmelodefinito il “Fiore del Carmelo” il cui vero fiore peròè la Vergine Maria, madre, sorella, regina delMonte Carmelo. La sosta davanti a Lei e in quelluogo, è stata un’ esperienza spirituale in<strong>di</strong>cibile eprofonda a cui ha contribuito anche l’esecuzionedel canto interpretato da un coro polacco che haprocurato lacrime d’intensa commozione.SCICIl profeta Elia scelseproprio il Carmelo comebaluardo del monoteismocontro l’idolatriache proveniva dal nord.Il Monte <strong>di</strong>venne sacroalla memoria del profetapiù popolare dell’A.T(1Re 18,19) e qui si puòsostare in preghieranella grotta detta delmiracolo del fuoco.Visita ai resti Romani<strong>di</strong> Cesarea Marittima edella cittadella crociata<strong>di</strong> S. Francesco.Il 20 eravamo a Nazarethcon la splen<strong>di</strong>dae suggestiva visitaal Santuario, la grottadell’Annunciazione, laSinagoga e l’incanto del Monte Tabor. Il 21 ci haviste pellegrine a Cafarnao “la Città <strong>di</strong> Gesù”.Secondo i Vangeli, Gesù lasciata Nazaret vennead abitare a Cafarnao” (Mt 4,12), la quale <strong>di</strong>venne,sotto un certo aspetto, “la sua città” (Mt 9,1) e lacasa <strong>di</strong> Pietro. Quin<strong>di</strong> ci siamo recate al celebratoe noto Monte delle Beatitu<strong>di</strong>ni.Il 22 dalla Galilea ci siamo trasferite nella Giudealungo il Giordano (emozionante rito del Battesimo),Gerico, Qumran, Mar Morto, Deserto <strong>di</strong> Giuda…E finalmente, il 23, siamo giunte nella commovente,coinvolgente e toccante Betlemme con la Grottadella Natività e la poesia della Mangiatoia.Quin<strong>di</strong> la città <strong>di</strong> Ain Karen (Visitazione Lc 1,39-56)Ed ecco, il 24, LA CITTA’ SANTA, la SantaGerusalemme con il Monte degli Ulivi, l’Orto delGetsemani, la Via Dolorosa, la via Crucis, il S.Sepolcro e tanto altro…Il 25 siamo a Giaffa, “La Bella”; bellezza dovutaanche ai ricor<strong>di</strong> neotestamentari che ruotanoattorno alla figura <strong>di</strong> S. Pietro, a cui è de<strong>di</strong>cata lachiesa dei Frati Minori Francescani.Diario21


22SCICE a proposito dei Frati Francescani non possonon ricordare, con piacere e gratitu<strong>di</strong>ne, la bella,e avvincente me<strong>di</strong>tazione sul brano della letteraai Galati 4,4 (“inviò suo Figlio, nato da donna”)che il Guar<strong>di</strong>ano fra Ricardo Bustos ofm, ciha tenuto la sera del 19 aprile vigilia della rinnovazionedei voti.Altro “fuori programma” è stato l’incontro conPadre Pierbattista Pizzaballa, professore delloSBF e valido Custode <strong>di</strong> Terra Santa. Con luic’è stata una piacevole e <strong>di</strong>sinvolta conversazione:egli rispondendo alle nostre domande ciha fornito una visione chiara e complessa dellasituazione politica e sociale <strong>di</strong> quella terra tantotormentata.Notevole la sua capacità comunicativa. Ai PadriFrancescani il nostro grazie cor<strong>di</strong>ale e sincero.Il 26 Tel Aviv e ritorno a Roma -Fiumicino, accoltedalla premura e dall’affetto della Rev. da Madree della Vicaria.Sin dall’antichità la Terrasanta ha attirato migliaia<strong>di</strong> pellegrini animati dal desiderio <strong>di</strong> ripercorrerei luoghi della vita <strong>di</strong> Cristo e <strong>di</strong> visitare il SantoSepolcro.Egeria è una <strong>di</strong> essi. Una nobile donna forseoriginaria della Galizia o del sud della Gallia, chedel suo pellegrinaggio ha lasciato un dettagliato<strong>di</strong>ario.La fede, in lei come in noi, è la profonda motivazioneche ha sostenuto il suo e il nostroviaggiare e ci ha spinte ad affrontare ancheimprese ardue come le estenuanti ascensionia pie<strong>di</strong> sulle montagne sacre: il Tabor, il Montedelle Beatitu<strong>di</strong>ni, il Monte della Quarantenapresso Gerico ecc. La fatica non ha offuscato ilgusto per la bellezza del paesaggio:la naturaleattenzione verso immagini incantevoli <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>niverdeggianti, acque limpide ed ari<strong>di</strong> e suggestivideserti per noi sconosciuti.Per lei come per tutte noi il camminare ha avutoil senso del “pellegrinaggio interiore”. Abbiamocamminato verso la nostra Terra promessa, sulleorme <strong>di</strong> Gesù, <strong>di</strong> Sua Madre e degli Apostoli.In ogni luogo <strong>di</strong> sosta, Padre Edoardo, nostraserafica e brava guida, ha letto il testo biblico<strong>di</strong> riferimento seguito dalla preghiera e dallariflessione. La Bibbia è stata il vero canovacciodell’itinerario, la guida sicura del viaggio.“Si comprende bene, così, il “senso del viaggio”.Importante è stato l’atteggiamento <strong>di</strong> stupore, presentein ognuna, che ha permesso <strong>di</strong> riscoprirele opere mirabili <strong>di</strong> Dio come qualcosa che dalpassato ricade sull’oggi. Non solo il viaggio, matutta la vita <strong>di</strong>venta così figura dell’Esodo.Per Egeria, come per ogni cristiano, la vita vacompresa come un cammino, che ci porta adabbandonare le false sicurezze per lasciarciguidare dalla mano potente <strong>di</strong> Dio verso il luogoche Lui ha preparato.Noi tutte Pellegrine ringraziamo vivamente laRev.da Madre, le Madri Provinciali, il ConsiglioGeneralizio, in particolare Sr. Giuseppina Casilli,e le nostre Comunità per il dono generoso <strong>di</strong>questa unica esperienza spirituale.PS. Grazie anche a quelle Consorelle che, duranteil viaggio, hanno offerto il loro instancabilmentee prezioso aiuto ad alcune <strong>di</strong> noi non in perfettaforma fisica.COROLLARIO AL VIAGGIO IN TERRASANTA- 2010… VOI SIETE LA MIA TERRASANTA… (Viaggio<strong>di</strong> ritorno in aereo verso Roma)Stanca <strong>di</strong> stare seduta e con le ossa doloranti,ho pensato <strong>di</strong> alzarmi e <strong>di</strong>spormi per un po’ nellostretto corridoio. Non è che l’operazione fossefacile, dati gli stretti spazi tipici degli aerei e lemie non esili misure …Mi sono appena sistemata, che vedo un signoreattraversare l’angusto corridoio ed avvicinarsisempre più alla mia, appena conquistata, “postazione”.Mi chiedo con apprensione come avreipotuto risolvere il problema, mentre gli domando,stupidamente, se volesse passare … ma consorpresa mi risponde <strong>di</strong> no, al che gli <strong>di</strong>co: stapasseggiando? Vedo che non ha compreso;allora va su e giù?


SCICPrende possesso della sua “postazione” vicino ame e mi risponde in francese. Non l’avesse maifatto! Mi sono esibita facendo sfoggio <strong>di</strong> maldestritentativi <strong>di</strong> espressioni francesizzanti facendolo<strong>di</strong>vertire e portandolo a canticchiare motivi <strong>di</strong>classici della canzone francese.Dato fondo alle mie conoscenze e non sapendopiù cosa <strong>di</strong>re, gli ho chiesto se anche lui avessevisitato la Terrasanta.In un attimo la sua espressione è mutata ed io hocapito d’aver combinato la solita e immancabilegaffe! Forse non era andato in “Terrasanta masolo nello Stato d’Israele”, magari per affari, permotivi politici, familiari, oppure per parteciparealla Maratona della Pace che si era tenuta nelladomenica appena trascorsaDimenticavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che, se pur non più giovanissimo,era un “ragazzo” <strong>di</strong> 50 -60 anni ed anchebello il che non guastava …Mi ha guardata, ha guardato il gruppo e ha dettocon una espressione come <strong>di</strong> rimpianto o nostalgia:. Apriticielo! Sono rimasta senza parola … e con ungran vuoto in testa, mentre il sangue acceleravala sua corsa …Finalmente sono riuscita a <strong>di</strong>re che forse erail caso che ritornassi a sedermi dato che eravietato sostare nel corridoio e che eravamo statisollecitati già varie volte a farlo. Ho notato cheha accettato con rammarico!Quella frase non mi ha abbandonata per unattimo! Voi siete la mia terra santa! Bello eterribile! Noi , oggi siamo, per chi ci guarda, “lanuova terra santa”! Chi l’avrebbe mai pensato!Che immensa responsabilità! Allora ho pregatoche non solo, per grazia <strong>di</strong> Dio, ci vedano cometerra santa ma che lo siamo veramente! Che ilSignore ci aiuti ad esserlo.Già in Comunità da qualche giorno, dato checontinuavo a pensare e rivedere l’episo<strong>di</strong>o, horealizzato che quel signore, non aveva capito ilmio italiano ma aveva detto in italiano:VOI SIETELA MIA TERRA SANTA.Mistero!?Appen<strong>di</strong>ce al pellegrinaggio in Terra Santadel 2010Apologia della beata incoscienza …Eppure siamo ancora vive! Questo sì che è statoun miracolo!Dico questo perché ritengo che se la nostraleggerezza non agisse come potente e provvidenzialeprotezione e non ci rivestisse <strong>di</strong> unaimpenetrabile corazza, la natura umana nonpotrebbe sopportare delle esperienze spiritualied interiori <strong>di</strong> portata <strong>di</strong>vina …Come è stato possibile sostare nel posto in cuiDio si è Incarnato, dove è venuto al mondo,dove si è fatto Cibo e Bevanda, dove si è fattoAMORE donato, dove ha sostato senza vita,Lui che è la VITA, dove l’Amore è esploso nelRisorto per salvare, consolare e incoraggiare …tutto questo senza subire alcun trauma … senzalo smarrimento totale della mente … senza cheil cuore si arrestasse travolto dall’emozione …senza che il respiro <strong>di</strong>ventasse affannoso, e ilsangue si raggelasse?Eppure questo è avvenuto … Cristo ci ha tantoamate che ci ha messo al riparo, me<strong>di</strong>ante unaadeguata superficialità, dal rischio <strong>di</strong> una morteviolenta non programmata dal Suo Piano <strong>di</strong>vino!Non è una battuta superficiale la mia! E’ veramentequello che penso!Può sembrare stravagante questo mio <strong>di</strong>re, masono i pensieri che mi assalgono anche quando,ogni mattina e da tanti anni, ingeriamo il SantoCorpo <strong>di</strong> Cristo senza rimanerne annientate estecchite! … perché credo che è ciò che dovrebbeavvenire se fossimo completamente coscientidell’enormità del Mistero…Invece, almeno per quanto mi riguarda, sonotornata dalla Terrasanta, ho rivisto le mie consorelle,ho consegnato i ricor<strong>di</strong>ni, ho raccontatoloro gli episo<strong>di</strong> secondari e marginali e non sonostata capace <strong>di</strong> comunicare l’ “in<strong>di</strong>cibile” , ciò cheveramente mi hanno manifestano quei Luoghi: l’emozione profonda che aveva suscitato la vistadel Lago <strong>di</strong> Tiberiade dove si è svolta la maggiorparte dell’attività <strong>di</strong> Gesù, i suoi continui sposta-Diario23


SCICmenti al <strong>di</strong> qua e al <strong>di</strong> là del lago (Mc 5,1-20; Mc6; Mc 8 ecc). Il luogo dove Gesù si è manifestato(Mc 4,35-5,1 e Mt 14,22-36). Dove Gesù si èrivelato come colui che è più potente del male:Gesù dorme: “Sono io, non temete”. I vari episo<strong>di</strong>relativi alla pesca, (Lc 5,1-11 e Gv 21).Il profondo turbamento nel ritrovarmi nell’Ortodegli Ulivi: Gesù uscì coi suoi <strong>di</strong>scepoli perandare al monte degli olivi, in un podere chiamato« Getsemani » … Molto è mutato d’allora;gli alberi certamente non sono più gli stessi …ma il cielo , le stelle, il firmamento insomma,sono certamente quelli che i Suoi occhi hannoguardato, quando nella solitu<strong>di</strong>ne più profondasi è rivolto al Padre … e lì, L’ho sentito presentecome non mai contemplando commossa il SuoCielo … quello stesso che i Suoi occhi avevanoinutilmente interpellato …Vari sono stati i momenti in cui l’emozione, lacommozione, l’incanto, la bellezza, la felicitàhanno inondato l’anima delle mie consorelle e lamia, ma per il benigno favore Divino del dono dellacomune “inconsistenza umana”, siamo ritornatesane e salve alla nostra vita quoti<strong>di</strong>ana … Niente“follia”, squilibrio … ma normalità, equilibrio,saggezza … per fortuna! <strong>di</strong>ciamo … Forse ècosì che devono andare le cose ed è beneSr. Luisa Guerrieri24CARASUOR ZAIRA…Lunedì 3 Maggio si è spenta a RivaroloSuor Zaira Antonia Marcatidell’Istituito Immacolata <strong>Concezione</strong>,tra il dolore delle <strong>Suore</strong> della suaCongregazione e il grande affetto <strong>di</strong>tutte le persone, insegnanti, bambinie genitori, che hanno avuto la possibilità<strong>di</strong> conoscerla. La morte <strong>di</strong>Suor Zaira lascia un segno profondonella nostra anima, perché una Suorastraor<strong>di</strong>naria, che fa parte della nostravita e ha donato tanto a tutta lacomunità, ci lascia…Alcune lettere per ricordare SuorZaira e per esprimerle la nostra gratitu<strong>di</strong>ne e ilnostro affetto.Carissima Suor Zaira,ti scrivo a nome <strong>di</strong> tutte le insegnanti, i genitorie i bambini o ragazzi, che hai conosciuto nel tuocammino. Ti ringraziamo infinitamente per tuttoquello che ci hai donato e hai rappresentato pertutti noi. Sei stata un’ottima insegnante peri nostri bambini, una grande Suora, una bravaeducatrice,trasmettendo ai nostri figli il sensodel dovere e del sacrificio, l’anelito verso laconoscenza dell’essere e del mondo, ma soprattuttol’Amore verso Dio e verso il prossimo,come significato fondamentale ed intrinseco dellanostra esistenza. Amavi i nostri bambini ed essiavvertivano il tuo amore per loro in tutti i tuoiinsegnamenti. Hai donato la tua esistenza per laCongregazione, per la scuola, per quell’Amoreverso Dio, che ti aveva chiamata un giorno aldono della vita.


SCICPer noi genitori sei stata un sostegno psicologico,umano, intellettuale e spirituale, nell’arduocompito dell’educazione dei nostri figli. Tu eripresente sempre per le nostre famiglie, nella gioiae nel dolore. Ci hai insegnato con il tuo esempio,che ognuno <strong>di</strong> noi ha una vocazione, un compitoda svolgere nella propria esistenza, nel rispettodel <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio, e che ogni bambino è preziosoed unico nei suoi pregi e nei suoi limiti.La tua malattia ti ha conformata a Cristo Crocifisso,sicuramente condotta a quella santità, chetanto desideravi, <strong>di</strong>mostrando ancora una volta latua grande fede. “Non ho paura <strong>di</strong> morire” avevidetto a una <strong>di</strong> noi con la tua forza d’animo <strong>di</strong>sempre “perché so che c’è Dio!”.Ti vogliamo bene Suor Zaira, e sappiamo cheora dal Cielo preghi per noi e ci sei accanto intercedendoper noi presso Dio. Grazie Suor Zaira!Elsa BersanoCarissima Suor Zaira,so che non prenderà troppo sul serio questosaluto, lei che con la <strong>di</strong>plomazia e le regole (nonquelle <strong>di</strong> matematica!) non è mai andata troppod’accordo. Adesso, da lassù, avrà parecchiotempo libero per dare un’occhiata a cosa capitaintorno al suo Istituto Immacolata, e soprattutto aisuoi ex allievi e ai loro genitori che - stia pur certanonla <strong>di</strong>menticheranno tanto in fretta, anche selei ha pensato bene <strong>di</strong> andarsene...Quando la ringraziavamo per il meravigliosolavoro fatto con i nostri ragazzi, ci ripeteva cheproprio grazie ai nostri ragazzi era riuscita a lavorarein quel modo, magari ad arrabbiarsi quandonon capivano le regole <strong>di</strong> matematica o la storia,ma a sorridere delle loro ingenuità e a gioire deiloro entusiasmi e della voglia <strong>di</strong> vivere.Quella voglia <strong>di</strong> vivere che lei non ha mai perso,anche quando la malattia non le ha lasciatoscampo. A proposito della malattia: si ricorda,anni fa, quando era rientrata in classe, dopo unprimo ricovero in ospedale, e aveva visto negliocchi dei suoi ragazzi tutta la gioia <strong>di</strong> rivederla?Ecco, non cancelli gli occhi <strong>di</strong> quei ragazzi pieni<strong>di</strong> entusiasmo per il suo ritorno. Noi la vogliamoricordare come quel giorno. E, mi raccomandonon si <strong>di</strong>mentichi <strong>di</strong> noi troppo in fretta.Guido NovariaDONNA INNAMORATA DI DIOE DEL PROSSIMOTi ho conosciuta nel 1997, quando fosti inviataper un anno a Cascine- Vica- Rivoli (TO), inapertura <strong>di</strong> una Comunità impegnata in attivitàparrocchiali. Ho avuto modo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re latuaa conoscenza preparando insieme a te allaPrima Comunione una ragazzina <strong>di</strong> 12 anni, IlariaRuisi, che frequentava la Seconda Me<strong>di</strong>a e cheaveva ricevuto solo il Battesimo.Ricordo quanto amore e quanto zelo metteviin questa preparazione. Ho visto la tua caricapersonale, il suo apostolato, e la fiducia nella personaumana. Suor Zaira, in te ardeva dell’amoreper Cristo. I tuoi giorni erano pieni <strong>di</strong> attenzioniper il prossimo. Sempre.Oltre ad essere una donna <strong>di</strong> Carità sei stata ancheuna donna <strong>di</strong> Fede: “ Non ho paura <strong>di</strong> morire- <strong>di</strong>cevi - perché appena chiudo gli occhi a questavita, mi apro all’infinito <strong>di</strong> Dio. Nel momento in cuichiuderò gli occhi a questa terra, la gente che saràvicino <strong>di</strong>rà: è morta. In realtà è una bugia. Sonomorta per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie manisaranno fredde, i miei occhi non potrà più vedere,ma in realtà la morte non esiste perché appenachiudo gli occhi a questa terra, mi apro all’infinito<strong>di</strong> Dio. Noi Lo vedremo, come ci <strong>di</strong>ce S. Paolo,faccia a faccia, così come Egli è (1 Cor.13,12). Esi attuerà quella Parola che la Sapienza <strong>di</strong>ce alcapitolo 3°: “Dio ha creato l’uomo immortale perl’immortalità, secondo la Sua natura l’ha creato”.Dentro <strong>di</strong> noi, quin<strong>di</strong>, c’è già l’immortalità, per cuila morte non è altro che lo sbocciare per sempredella mia identità, del mio essere con Dio. Lamorte è il momento dell’abbraccio col Padre,atteso intensamente nel cuore <strong>di</strong> ogni uomo, nelcuore <strong>di</strong> ogni creatura”.Così ti ricordo Suor Zaira! Sei passata tra noi<strong>di</strong> Cascine Vica nel breve tempo <strong>di</strong> una stellaDiario25


SCICcadente, ma hai lasciato unatestimonianza e un ricordoindelebile che rimarranno persempre.Grazie, Signore, <strong>di</strong> avercidato questo magnifico donodel Tuo amore.Da Cascine - Vica, L.M.Renzi… Infinite grazie da tutte noiper la brillante idea <strong>di</strong> chiederealla Rev. Madre l’anticipo delpellegrinaggio in Terra Santa,da te tanto desiderato, sospiratoed atteso … Ma comeMosè chiude gli occhi a questomondo, prima <strong>di</strong> poter entrarenella Terra Promessa, così a te, Dio ha chiestola rinuncia <strong>di</strong> ciò che ti era più caro e avevi tantobramato a beneficio del gruppo che per tutto iltempo della permanenza in Terra Santa non hamai smesso <strong>di</strong> sentirti presente come la nubeche nel Deserto accompagnava il cammino delPopolo Eletto. Quanti ricor<strong>di</strong>,quale affiatamento, quale affettuosacomplicità, come si stavabene insieme … che festa ilrivederci … e spesso tu ne eril’anima … !Sempre sei statapresente nella nostra mentee nel nostro cuore e pregando“speravamo contro ognisperanza” in un miracolo..Ma Gesù ha <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong>versamente…Con te ha dato inizio al trasferimentodel “gruppo” …Tu sei andata in ricognizione… sei andata in avanscopertaper prepararci il posto e riformareil “gruppo”. Lì, Lungo i pascoli del ciel dove,insieme allo Sposo, a Sua Madre, a Madre Antonia,a tutte le consorelle, i nostri familiari, sarà FESTAETERNA e dove non ci saranno più guerre, tuttivivranno in pace … e non ci sarà più né piantoné stridore <strong>di</strong> denti…Ti ricor<strong>di</strong>amo con il canto del nostro noviziato, che spesso ripetiamo:26Lungo i pascoli del cielcavallina vatutto d'oro è il tuo mantelnell'azzurrità.Vecchia luna <strong>di</strong> lassùmostragli il cammin.Stelle d'orofate il coroper le vie del ciel.E volando volandola cavallina arrivò…Grazie per quello che sei stata,per come sei stata … grazie per iltempo che il Signore ti ha volutoconcedere tra noi, grazie per latua allegria, esuberanza, vitalitàe coraggio nella sofferenza …GRAZIE <strong>di</strong> TUTTO.Un forte abbraccio da tutta la“scuderia” e mioARRIVEDERCI…Sr.Luisa


SCICMatino, 12 aprile 2010Intronizzazionedella Sacra BibbiaII gruppo dei laici verniani <strong>di</strong> Collepasso/Matinoha vissuto una nuova bella esperienza:l’intronizzazione della Sacra Bibbia.Per iniziativa a livello Provinciale, da partedella madre provinciale suor Gaetana Triggiani,si sta facendo circolare il Testo Sacropresso le varie se<strong>di</strong> delle <strong>Suore</strong> <strong>di</strong> Caritàdell’Immacolata <strong>Concezione</strong> d’Ivrea.In precedenza le suore <strong>di</strong> Cursi l’avevanoconsegnata a Collepasso nelle mani dellanostra superiora suor Giovanna Pugliese,mentre il 12 aprile c’è stata la traslazione daCollepasso a Matino alla superiora suor AntoniaMazzotta. All’atto della consegna, alla presenza delgruppo dei laici verniani oltre che delle suore sia <strong>di</strong>Collepasso che <strong>di</strong> Matino, è stato letto il passo “ Ilcantico <strong>di</strong> Maria” (Lc. 1,46 ss.) a cui è eseguitoil commento: Maria “ la serva <strong>di</strong> Dio” che invitaall’obbe<strong>di</strong>enza e all’umiltà.Questo è un richiamo ovviamente antico, mamolto attuale per l’uomo del 3° millennio. Maria èun modello e un faro che deve illuminare i nostripassi, soprattutto quando stiamo per cedere alletentazioni, quando ci <strong>di</strong>mentichiamo dell’invito,della vocazione, qualunque essa sia, a cui ognuno<strong>di</strong> noi ha già dato una risposta.Per quanto riguarda l’umiltà, il modello per tuttinoi è madre Antonia che, seguendo l’insegnamentodella Madonna, ha de<strong>di</strong>cato la sua esistenza ai<strong>di</strong>seredati, agli ammalati, compresi gli appestati esempre “a gratis”obbedendo alla volontà del Padresuo. La superiora <strong>di</strong> Matino suor Antonia ha lettosubito dopo un altro passo molto significativo: “La parabola del seminatore (Mt 13, 3 ss)” .Un invito questo ad accogliere “la parola <strong>di</strong> Dio”,metaforicamente e a preparare il terreno, ossia ilnostro cuore, a mantenere viva quoti<strong>di</strong>anamente lanostra fede, altrimenti può succedere anche in noiche quei chicchi sparsi dal Seminatore (Dio-padre)non germoglino, perché caduti sulla strada, o sualtri luoghi sassosi, o tra le spine, quin<strong>di</strong> si verifichiuna semina inutile, infruttuosa.La presenza <strong>di</strong> don Primaldo, la nostra guidaspirituale, ci ha aiutati ad approfon<strong>di</strong>re ulteriormente,asserendo che la parola <strong>di</strong> Dio è un mezzoper <strong>di</strong>alogare con Lui, per capire i Suoi messaggi,perché Lui vuole la salvezza <strong>di</strong> tutti, nessunoescluso, e che in ogni situazione ci è semprevicino, pronto a darci una mano. Quin<strong>di</strong>, se l’uomodesidera vivere serenamente, nella pienezza <strong>di</strong>Dio, bisogna necessariamente che creda in Lui.Ricor<strong>di</strong>amoci che Dio non costringe l’uomo, maci lascia liberi <strong>di</strong> fare la nostra scelta. La stessasofferenza, i vari problemi, ai quali siamo esposti,la stessa malattia, se affrontati con la Fede, con laconvinzione che Dio non ci abbandona mai, ma cheanzi è sempre pronto ad aiutarci nelle varie proveterrene, <strong>di</strong>ventano dei mezzi per sentirci vicinia Lui, per sperimentare il Suo Amore per noi. Inquelle circostanze Dio non si <strong>di</strong>mostra solo Padre,ma anche Amico. Infatti i veri amici <strong>di</strong>mostrano <strong>di</strong>volerci bene......nelle necessità.Alla fine del nostro incontro, siamo stati invitatia scegliere a caso un pensiero tratto dalla Bibbiatra i tantissimi preparati in un cestino. Abbiamoscoperto così quale messaggio il Signore ha volutocomunicare ad ognuno <strong>di</strong> noi. Anche questo è statouno stimolo ad accostarci alla lettura intelligente esana del Libro Sacro.Teresa RestaDiario27


SCICMONTINI,UN GRANDE EDUCATOREricordando Paolo VI “uomo spirituale”28Dal suo cristocentrismo“GiovanniBattista Montiniattinse una profondapassioneper l’uomo amatoe redento da Cristo,un sommorispetto per ognipersona, un’attenzioneamorosaai cammini <strong>di</strong> ciascunoincontro aCristo”. Con questeparole il car<strong>di</strong>nalC.M.Martiniricorda Paolo VI,a <strong>di</strong>eci anni dallasua scomparsa(1988).Lo vede comeuna “grande educatore”:già durantegli anni <strong>di</strong>assistente ecclesiastico alla FUCI, poi nelsuo magistero episcopale e pontificale,“per il senso vivissimo della complessitàdel compito educativo nel mondo contemporaneo,per la sua capacità <strong>di</strong> proporreuna nitida visione dell’uomo, perla sua attenzione alle <strong>di</strong>verse tappe dellosviluppo della persona, e in particolarealla psicologia giovanile”.Su quest’ultimasfida, dopoil suo ingresso aMilano nel 1955,a c c e n n a v a a lduplice problema:“conoscerela psicologia deigiovani e creareuna psicologiaor<strong>di</strong>nata all’azione”.Nel 1988 Martiniconsegna allasua <strong>di</strong>ocesi “Itinerarieducativi”,anche per onorarela memoria <strong>di</strong>Montini, nel decennaledella suamorte. Lascia cosìintravedere comestia a cuore ad unPastore non solol’arte dell’educare,ma anche la sua continuità con ipercorsi avviati dal suo predecessore.La continuità <strong>di</strong> un cammino! Comenon ammirare questa scelta, in una culturache oggi tende a rompere con il passato,a ignorarne la storia? Diventa inveceincisiva questa esigenza che, benché incontrotendenza, fa emergere i molti trattipositivi <strong>di</strong> chi è vissuto prima <strong>di</strong> noi e che


SCICci affida un patrimonio umano e spirituale.Su questo posiamo costruire.Sensibile a questa visione positiva,Benedetto XVI, in visita al paese natale<strong>di</strong> Paolo VI, l’8 novembre,ha richiamato l’attenzionesulla “capacità educativa” <strong>di</strong>lui. Di fronte al <strong>di</strong>ffondersi<strong>di</strong> una cultura che “portaa dubitare del valore dellapersona, del significato dellaverità e del bene, in ultimaanalisi della vita”, il nostropontefice vede oggi minacciatoil mondo dei giovani.“Mi viene in mente, inproposito, questa incisivafrase programmatica <strong>di</strong> GiovanniBattista Montini scrittanel 1831: “Voglio che la miavita sia una testimonianzaalla verità… Intendo pertestimonianza la custo<strong>di</strong>a, laricerca, la professione dellaverità”. “Per Papa Montiniil giovane va educato agiu<strong>di</strong>care l’ambiente in cuivive e opera, a considerarsicome persona e non numero della massa,va aiutato ad avere un ‘pensiero forte’,capace <strong>di</strong> un ‘agire forte’”.Duecento anni fa, Madre Antoniaera spinta da questo ardore educativo,animato da profonda carità. Dimentica<strong>di</strong> sé, così la ritrae il Vallosio, cercavasolo <strong>di</strong> rispondere ai bisogni <strong>di</strong> bambinee bambini, perché fosse <strong>di</strong>latato semprepiù il loro orizzonte umano e cristiano,<strong>di</strong> fronte alle sfide atee della rivoluzionefrancese.La Serva <strong>di</strong> Dio vedeva chiaramentela bellezza del “progetto” <strong>di</strong> Dio su ognuno<strong>di</strong> noi; ispirandosi all’Immacolataconcezione, ne accoglieva il fascino e loproponeva ogni giorno, in vista <strong>di</strong> unfuturo degno della persona, soprattuttopiù debole.Sr.Grazia RossiVoi giovani, se acquistatecoscienza <strong>di</strong> Cristo, e aLui aderite, avviene che<strong>di</strong>ventate interiormenteliberi… saprete perché e perchi vivere… E nello stessotempo, cosa meravigliosa,sentirete nascere in voi lascienza dell “amicizia, dellasocialità, dell “amore.Non sarete degli isolati.Ricordando Paolo VI29


Recensioni30SCICGianfranco Ravasi - Cittadella E<strong>di</strong>triceUN VIAGGIO ALL’INTERNODEI SALMI24 SALMI, scelti per questae<strong>di</strong>zione, sono proposti Icome un itinerario, “un viaggio”verso una “regione poetica espirituale”.L’autore, celebre biblista, oraPresidente del pontificio consigliodella Cultura, ci offrele chiavi <strong>di</strong> lettura nella suaintroduzione. Vengono così delineati i “cinque volti delSalterio”, per una comprensione più chiara e completadei testi, che talvolta ci affascinano per la loro bellezza,altre volte invece ci sembrano duri o lontani dall’oggi. Essisono anche “lo specchio <strong>di</strong> quasi un millennio <strong>di</strong> preghierae <strong>di</strong> poesia d’Israele”. Siamo condotti “all’interno <strong>di</strong> questaterra della gioia e delle lacrime, della speranza e dellapaura, della pace e della guerra”; accogliamo la voce dellapreghiera dei salmi, una “voce <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> amore”.Nella impossibilità <strong>di</strong> soffermarci su alcuni <strong>di</strong> essi, possiamofare qualche rapido accenno al Cantico dell’amorefraterno: salmo 133. Lo gustiamo nella nuova traduzione(<strong>di</strong>versa da quella della liturgia delle ore): “Ecco quanto èbello e quanto è soave/ che i fratelli abitino insieme!...E’ come olio prezioso sul capo… come rugiadadell’Hermon…” Rimaniamo conquistati dalla bellezzadelle immagini, “ritratto ottimistico <strong>di</strong> un Israele unito o<strong>di</strong> una comunità credente”, riferimento vivo anche allaricostruzione della nostra società, così <strong>di</strong>laniata. Il titolodel salmo, Cantico delle ascensioni, era forse il canto delpellegrino, che sale verso Gerusalemme per le feste delpellegrinaggio. Il tema “potrebbe essere una bella pitturadell’atmosfera che animava la processione”, e la preghiera<strong>di</strong>veniva gratitu<strong>di</strong>ne per questo dono <strong>di</strong> Dio.Il simbolo dell’olio profumato, che evoca la consacrazionee la santità <strong>di</strong> Dio, evoca anche la cor<strong>di</strong>alità e l’ospitalità.La rugiada, <strong>di</strong> cui ha bisogno la città santa per i suoiaspri colli, è “un immagine <strong>di</strong> ristoro”, esprime l’amorefraterno, in un mondo “più spesso simile a una giunglache a una famiglia”.Lasciamoci condurre dal senso <strong>di</strong> freschezza e <strong>di</strong> gioia,donato da Dio a chi le con<strong>di</strong>vide.Shirin Eba<strong>di</strong> - RizzoliLA GABBIA D’OROa c.d.sgrLa storia avvincente e drammatica non è solo quella <strong>di</strong>una famiglia iraniana, ma soprattutto quella <strong>di</strong> un Paese,<strong>di</strong>laniato da regimi corrotti e contrastanti. Attraverso Parì,protagonista e sorella, palpita un cuore: lei non si lasciacoinvolgere dalla politica“in una gabbia d’oro, certo bella,forte e sicura come qualsiasi ideologia”. Lei, che non vuoleperdere i suoi fratelli, dalla strade così <strong>di</strong>verse, lei cheha subito la retrocessione del suo lavoro, nel ministerodella giustizia, ottenendo poi solo un pensionamentoanticipato, riesce a fatica a sostenere gli ultimi anni dellamamma, “vecchietta rattrappita e petulante”. Abbas, ilprimo fratello, uscito generale dall’Accademia e fedelealla corona; perderà lo Shah, il suo Paese, la moglie e lacasa; terminerà con il suici<strong>di</strong>o. Javad, incarcerato perchérivoluzionario fedele a Marx, sarà torturato e fucilato. Alì,che s’identifica con la rivoluzione, solo <strong>di</strong> fronte alle variecorruzioni, all’improvviso fugge e ripara a Parigi, dove saràucciso da un “amico”, collaboratore dei servizi iraniani.L’autrice, premio Nobel 2003, amica <strong>di</strong> Parì, costruendouna vicenda così appassionata, dà vita alla tesi <strong>di</strong> unsociologo iraniano: “Se non potete eliminare l’ingiustizia,almeno raccontatela a tutti”.A fugare ogni altra ipotesi, il “romanzo” inizia con le fossecomuni <strong>di</strong> Khavaran, mentre termina con il ricordo delletroppe vittime del regime, cui veniva… concesso unmonumento <strong>di</strong> sabbia.Questo “viaggio nell’abisso”, pur presentando la tramagrigia <strong>di</strong> una lucida e documentata denuncia, fa emergerele tinte degli affetti più belli, della famiglia e dell’amicizia,come <strong>di</strong> una professionalità femminile capace <strong>di</strong> costruireun futuro migliore, preparato dal senso della giustizia edalla ricerca della pace. Purfra tante sopraffazioni.A me pare che, fra i tanti pregi<strong>di</strong> quest’opera,la tensione della speranzarimane inalterata, la speranza<strong>di</strong> un Iran <strong>di</strong>verso, non più tra<strong>di</strong>toda nessuno, ma costruitoda una nuova coscienza <strong>di</strong>persone libere.


SCIC“CRISTO È LA NOSTRA PACE” (Ef. 2,14)Il Signore ha richiamato alla Patria celeste le nostre care consorelleSr. M. Celeste In<strong>di</strong>noNata a Tricase (Lecce)il 01.05.1911deceduta a Collepassoil 16.05. 2010dopo 72 anni <strong>di</strong> vita religiosaSr. Rita Salvatorina MarraNata a S. Giovanni in Fiore (CS)il 14.08.1928deceduta a Coprenoil 29.05. 2010dopo 59 anni <strong>di</strong> vita religiosaSr. Teresa Carmen NuzzaciNata a Matino (Lecce)il 23.04.1926deceduta a Tricaseil 31.05. 2010dopo 57 anni <strong>di</strong> vita religiosaSr. Vittoria Antonietta CerianiNata a Cairate Olona (VA)il 07.01.1927deceduta a Rivaroloil 05.06. 2010dopo 49 anni <strong>di</strong> vita religiosa"Ho detto a Dio: sei tu il mio Signore, senza <strong>di</strong> te non ho alcun bene" (Sl. 16,2)Sono tornati alla casa del PadreIl fratello Giuseppe<strong>di</strong> Sr. Leonarda Maggi31


L’anno sacerdotale è concluso, ma la preghiera per i sacerdoti continua incessante e quoti<strong>di</strong>anaSignore Gesù Cristo,Sacerdote sommo ed eterno,Ti ringraziamoper la grazia del Sacerdozio,immenso dono per la Chiesae per l’umanità,segno d’amoredel tuo cuore sacratissimo.Fa’ che i sacerdoti siano pastorisecondo il tuo cuore ardente,forti nelle fatiche apostolichee nelle tribolazioni,miti nella carità pastorale,per tutti presenza luminosa <strong>di</strong> Te,buon Pastore.Fa’ che siano sacerdoti santi,uomini e maestri <strong>di</strong> preghiera,seminatori della gioia,testimoni <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> speranza:che sappiano in<strong>di</strong>care a tuttila via del cielo.Accresci nella comunità cristianala stima e l’amore per il Sacerdozio,e fa’ che non manchinogiovani pronti e generosiche rispondano alla tua chiamataa servirti nella Chiesacon tutta la loro vita.Amen!"Maria, Regina degli Apostoli,prega per noi!".( CARD. ANGELO BAGNASCO )PREGHIERA SACERDOTALEmensile - anno XL N. 6 Giugno 2010ATTENZIONE - in caso <strong>di</strong> mancato recapito della rivista restituire al mittenteche si impegna a pagare il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> restituzione presso l'Ufficio <strong>di</strong> 83040 Materdomini AV

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