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pane per la famiglia spettava alle donne, come ci racconta<br />
Giorgio Patelli nella sua “Una Madonna nuova”.<br />
E qui entra in giuoco la funzione casalinga di Maria, “donna<br />
del pane” come tutte le donne ebree, alle quali era<br />
affidata in famiglia la panificazione, tutti i giorni. Infatti,<br />
che Maria abbia continuato a preparare il pane anche<br />
dopo la morte di Cristo, ospitando un fiume di persone da<br />
sfamare - come raccontano vari autori in modo più o meno<br />
fantasioso (vd. il già citato Patelli; Lia Cerrito “I fioretti di<br />
Maria”, e Tonino Bello “Maria, donna dei nostri giorni”)<br />
- istituendo così le prime Messe insieme all’apostolo<br />
Giovanni cui Cristo la affidò prima di morire (“Ecco la tua<br />
madre”, Gv 19, 26), può sembrare una narrazione romanzata.<br />
Ma si può affermare tranquillamente che dal momento<br />
in cui “il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19,<br />
27), il futuro della Chiesa era “nelle mani” di Maria per<br />
mezzo dell’esercizio della panificazione, volta a preparare<br />
quotidianamente il pane eucaristico per i neofiti, destinati<br />
nei secoli a crescere a dismisura.<br />
A conferma di ciò, anche scritti più moderni della Chiesa:<br />
secondo il capitolo VIII della Costituzione dogmatica<br />
Lumen gentium del Concilio Vaticano II (1964), infatti,<br />
Maria “cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della<br />
Chiesa”. Inoltre, “La madre di Gesù, come in cielo, in<br />
cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce<br />
l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo<br />
compimento nell’età futura...”. Il culto mariano viene poi<br />
esaltato da Paolo VI, prima nell’Epistola Enciclica Christi<br />
Matri e poi nel 1974 con l’Esortazione Apostolica Marialis<br />
Cultus. Qui la Beata Vergine<br />
Maria viene vista come modello della Chiesa nell’esercizio<br />
del culto e vengono poi descritte le varie forme di<br />
devozione mariana. E come dimenticare l’allora Cardinale<br />
Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI, che nel 1998<br />
pubblica un insieme di saggi dall’eloquente titolo: “Maria.<br />
Chiesa Nascente”, ove sottolinea che “la Chiesa trascura<br />
la sua missione se non loda Maria”, dando così un nuovo<br />
apporto al cammino mariano<br />
Dal 1987 papa Giovanni Paolo II inizia quello che negli anni<br />
diverrà un incessante approfondimento della figura di<br />
Maria a partire dall’enciclica Redemptoris Mater, dove<br />
viene sottolineata l’importanza di Maria nel mistero<br />
salvifico di Cristo (in quanto sua madre) e dell’umanità,<br />
ieri e ancor più oggi: soccorritrice del popolo cristiano<br />
nell’incessante lotta tra il bene e il male.<br />
Le sue riflessioni proseguono poi, otto anni dopo,<br />
nell’enciclica Evangelium vitae. Qui Maria è vista come<br />
“incomparabile modello di accoglienza e di cura della<br />
vita”.<br />
Poi, nel 2003, sempre Giovanni Paolo II esalta l’importanza<br />
della figura di Maria nella Chiesa come unificatrice e<br />
portatrice di pace, aprendo un’ulteriore era Mariana, con<br />
il discorso ai giovani di Roma, “Ecco tua madre”. Due anni<br />
e 8 giorni prima di morire, il papa raccomandava i giovani a<br />
Maria, quasi un testamento spirituale:<br />
“Maria, Regina pacis, è una Madre e come ogni madre ha<br />
soltanto un desiderio per i suoi figli: vederli vivere sereni<br />
e concordi tra loro. In questo momento travagliato della<br />
storia, mentre il terrorismo e le guerre minacciano la<br />
concordia tra gli uomini e le religioni, desidero affidarvi<br />
a Maria affinché diveniate promotori della cultura della<br />
pace, oggi quanto mai necessaria. Un impegno per la pace<br />
con un unico interesse: quello per l’uomo in quanto tale e<br />
per l’amicizia tra gli uomini, i popoli e le religioni. Una pace<br />
così, lo comprendete bene, è realizzabile prima che con gli<br />
sforzi umani - pur necessari - con l’implorazione fiduciosa<br />
ed insistente al Dio della pace”.<br />
Così il nostro lavoro di ricerca ha preso un’ulteriore piega,<br />
invitandoci a riflettere su Maria, Regina pacis, ossia portatrice<br />
di pace, un messaggio attualissimo e di fondamentale<br />
importanza nel mondo di oggi.<br />
Infine, un attento studio dei Vangeli e in particolare del<br />
Vangelo di Luca ci ha portato ad evidenziare l’importanza<br />
delle figure di Elisabetta e di Giovanni Battista, cugina e<br />
nipote di Maria. Reinserendo quindi Maria nel contesto<br />
della propria famiglia, così fondamentale per la tradizione<br />
ebraica, questi due figli, “particolari”, o “speciali” - Gesù e<br />
Giovanni Battista - non potevano non aver messo a dura<br />
prova le due cugine e rispettive madri. Come avranno<br />
reagito tali madri Ecco, abbiamo voluto “giocare” in modo<br />
romanzato sulle diverse reazioni di queste due madri,<br />
dando ad Elisabetta una valenza più terrena e a Maria una<br />
più spirituale. Maria, quindi, madre spirituale.<br />
In conclusione, Maria, madre della Chiesa, Maria,<br />
portatrice di pace e Maria, madre spirituale è la figura<br />
di cui oggi si ha un disperato bisogno ed è in lei che<br />
confidiamo in un momento storico così difficile.