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Guida sui laghi del viterbese in pdf - Agriturismi e Bed and breakfast ...

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D<br />

it<strong>in</strong>erario turistico<br />

a Monterosi, raggiungibile<br />

da Roma attraverso le SS2 bis<br />

(Cassia Veientana) e SS2<br />

(Cassia), è possibile scendere, tramite<br />

una strad<strong>in</strong>a sterrata, al laghetto<br />

omonimo. Le sue rive sono occupate<br />

da enormi n<strong>in</strong>fee che danno riparo a<br />

tante specie di uccelli acquatici: il<br />

lago è <strong>in</strong>fatti oggetto di importanti<br />

studi ornitologici, e meta di appassionati<br />

di birdwatch<strong>in</strong>g. Il luogo è<br />

frequentato anche da una cooperativa<br />

di pescatori, come testimoniano i<br />

rudimentali pontili di assi che si protendono<br />

verso il centro <strong>del</strong> lago.<br />

Da Monterosi la visita prosegue verso il<br />

borgo di Calcata. Le sue case, abbarbicate<br />

attorno ad una rupe tufacea,<br />

sono state “adottate” da artisti e artigiani<br />

italiani e stranieri che vi hanno<br />

trasferito i loro laboratori: qui si svolgono<br />

spesso <strong>in</strong>teressanti mostre e<br />

manifestazioni d’arte. Poco lontano<br />

non dobbiamo dimenticare le cascate<br />

di Monte Gelato.<br />

Sempre partendo da Monterosi, un’altra<br />

deviazione conduce verso Sutri, città<br />

di primissima importanza che<br />

durante il dom<strong>in</strong>io longobardo costituì<br />

la prima donazione fondiaria avuta dalla<br />

Chiesa (la famosa “donazione di<br />

Sutri” di Liutpr<strong>and</strong>o a Papa Gregorio<br />

II nel 728). Il borgo, ricco di storia, è un<br />

gioiello medioevale dove si respira ancora<br />

il conflitto tra guelfi e ghibell<strong>in</strong>i.<br />

Dopo Sutri, <strong>in</strong>contriamo Ronciglione.<br />

Posta su di un’altura, la cittad<strong>in</strong>a a pianta<br />

ellittica è divisa tra i quartieri medioevali<br />

e quelli r<strong>in</strong>ascimentali, testimonianza<br />

<strong>del</strong>le alterne vicende subite dalla città<br />

durante la sua storia: di orig<strong>in</strong>i etrusche,<br />

contesa tra il Papato e l’Impero, ceduta<br />

ai Farnese, promossa da Papa Benedetto<br />

XIII al rango di città e fiorente nel<br />

suo apogeo, presa e <strong>in</strong>cendiata dai francesi<br />

nel 1799 dopo una strenua resistenza.<br />

Citiamo, tra l’altro, una curiosità: a<br />

Ronciglione, fiorente centro di artigianato<br />

all’epoca <strong>del</strong> suo apogeo e famosa<br />

per le sue cartiere e tipografie, furono<br />

stampate per la prima volta le edizioni<br />

italiane <strong>del</strong>l’Am<strong>in</strong>ta di Torquato Tasso<br />

e <strong>del</strong>la Secchia<br />

Rapita di Tassoni.<br />

Ai giorni nostri,<br />

Ronciglione è<br />

ricordata per il<br />

suo famoso Carnevale.<br />

Il Carnevale<br />

ha <strong>in</strong>izio il<br />

Giovedì Grasso,<br />

con la consegna<br />

<strong>del</strong>le chiavi <strong>del</strong>la<br />

città a Re Carnevale.<br />

Dopo, sono 5<br />

giorni di festeggiamenti,<br />

con rituali<br />

assolutamente unici,<br />

dalle sfilate dei<br />

“nasi rossi” che corrono dietro ai passanti<br />

f<strong>in</strong>o alle corse degli “Ussari” e dei<br />

“Berberi”.<br />

Dopo Ronciglione, merita senz’altro<br />

una visita Caprarola, e il Palazzo che i<br />

Farnese vollero costruirvi. Iniziato nel<br />

1530, fu progettato dal Sangallo nell’orig<strong>in</strong>ale<br />

forma pentagonale e proseguito<br />

poi dal Vignola, il quale tracciò<br />

una lunga strada dritta (Via Nicolai)<br />

che si concludeva, con effetto scenografico,<br />

alla base <strong>del</strong>la scal<strong>in</strong>ata a doppia<br />

rampa elicoidale <strong>del</strong> Palazzo.<br />

Gli <strong>in</strong>terni <strong>del</strong> Palazzo rispecchiano la<br />

magnificenza <strong>del</strong>l’epoca: dalla Scala<br />

Regia che immette ai piani superiori,<br />

tipicità<br />

da non perdere<br />

Le nocciole<br />

dei Monti Cim<strong>in</strong>i<br />

L’<strong>in</strong>tero bac<strong>in</strong>o <strong>del</strong>la caldera di Vico<br />

è luogo di elezione per la<br />

coltivazione <strong>del</strong>la nocciola dei<br />

Monti Cim<strong>in</strong>i, appartenente alla<br />

varietà “Tonda gentile romana”.<br />

Dalla forma tonda, appunto, la<br />

nocciola <strong>viterbese</strong> vanta un m<strong>in</strong>ore<br />

contenuto di grassi rispetto alla<br />

nocciola di orig<strong>in</strong>e orientale. I<br />

grassi <strong>in</strong>saturi presenti forniscono<br />

un buon apporto nutritivo. Nella<br />

tradizione gastronomica locale, la<br />

nocciola è l’<strong>in</strong>grediente pr<strong>in</strong>cipe <strong>in</strong><br />

pasticceria per la gioia dei più<br />

golosi: ci si preparano i famosi<br />

“tozzetti”, ma anche cioccolat<strong>in</strong>i e<br />

confetti, torroni e croccanti, golosi<br />

marron glaces, pral<strong>in</strong>e...<br />

PROVINCIA DI VITERBO<br />

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