01.01.2015 Views

Come creare una serie tv - LINK | Idee per la televisione

Come creare una serie tv - LINK | Idee per la televisione

Come creare una serie tv - LINK | Idee per la televisione

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

3<br />

7


come <strong>creare</strong><br />

<strong>LINK</strong> 7<br />

Product<br />

<strong>una</strong> <strong>serie</strong> <strong>tv</strong><br />

Manuale di istruzioni <strong>per</strong> <strong>una</strong> scrittura<br />

davvero televisiva<br />

di Denis McGrath<br />

Lo sapevate che l’arma segreta di Friends era Joey<br />

Oltre a questo, qui si confida all’Aspirante Autore che<br />

<strong>per</strong> scrivere <strong>una</strong> <strong>serie</strong> <strong>tv</strong> bisogna dimenticarsi del<br />

cinema e capire che <strong>la</strong> scrittura seriale è tutta un’altra<br />

cosa. Che un break pubblicitario non è <strong>una</strong> pausa ma<br />

<strong>la</strong> chiusura di un atto. Che il motore di <strong>una</strong> <strong>serie</strong> è<br />

tutto quello che ha bisogno di trovare.<br />

Autore televisivo, creatore<br />

del<strong>la</strong> <strong>serie</strong> mystery<br />

canadese Across The River<br />

To Motor City, ha <strong>la</strong>vorato<br />

<strong>per</strong> diverse <strong>serie</strong> tra cui<br />

Blood Ties, Charlie Jade,<br />

Sky<strong>la</strong>nd e The Border. Il<br />

suo blog, Dead Things<br />

on Sticks, dedicato al<strong>la</strong><br />

scrittura seriale, è uno dei<br />

più seguiti. Vive e <strong>la</strong>vora<br />

a Toronto.<br />

traduzione di Paolo Micheli<br />

illustrazioni di Valerio Vidali<br />

44 45


<strong>LINK</strong> 7<br />

Product<br />

come <strong>creare</strong><br />

<strong>una</strong> <strong>serie</strong> <strong>tv</strong><br />

Creare <strong>una</strong> <strong>serie</strong> televisiva è <strong>una</strong> cosa diversa dallo scrivere un film. Un film<br />

inizia sempre con <strong>una</strong> grande idea. E dopo tanti anni di produzioni, l’idea<br />

è quasi sempre <strong>una</strong> variazione su un genere consolidato. Per esempio il viaggio<br />

di un eroe, un racconto che ti porti dal punto A al punto B, che in<br />

qualche modo produca in te un cambiamento e che magari ti faccia imparare<br />

qualcosa di nuovo sul protagonista e quindi, <strong>per</strong> tras<strong>la</strong>to, sul<strong>la</strong> vita. Scrivere <strong>la</strong><br />

sceneggiatura di un film è come costruire <strong>una</strong> casa partendo da uno schizzo. Creare<br />

un <strong>serie</strong> televisiva, invece, è sì progettare <strong>la</strong> casa, ma anche disegnare le basi<br />

del<strong>la</strong> comunità che ci andrà a vivere. Tutto sta nel trovare il “motore”.<br />

Cos’è il motore In parole povere, è il principio che muove <strong>la</strong> <strong>serie</strong>. Mentre il film<br />

può essere <strong>una</strong> so<strong>la</strong> storia raccontata bene, <strong>una</strong> buona <strong>serie</strong> televisiva è composta<br />

da <strong>una</strong> pluralità di storie che partono dal<strong>la</strong> stessa premessa. Tanto più spinge il<br />

motore, quanto più funzioneranno le storie che esso muoverà. Per questo motivo<br />

spesso <strong>la</strong> <strong>televisione</strong> racconta di gente comune e le sceneggiature descrivono <strong>la</strong><br />

vita di tutti i giorni, all’interno di <strong>una</strong> centrale di polizia, di uno studio legale<br />

o di un ospedale. Una volta decisa <strong>la</strong> “comunità” che popo<strong>la</strong> il mondo del<strong>la</strong> tua<br />

<strong>serie</strong> <strong>tv</strong>, devi darle vita.<br />

C’è un piccolo trucco che mi piace usare quando mi viene un’idea <strong>per</strong> <strong>una</strong> potenziale<br />

nuova <strong>serie</strong>. Inizio a fantasticare sui protagonisti e sui <strong>per</strong>sonaggi strani<br />

su cui vorrei basare le mie storie. Poi, <strong>per</strong> chiarirmi le idee, cerco di “vedere <strong>la</strong><br />

locandina”. Fisso un muro e immagino che sopra vi sia appesa <strong>la</strong> locandina del<br />

primo episodio del<strong>la</strong> <strong>serie</strong>. C’è <strong>una</strong> <strong>per</strong>sona so<strong>la</strong>, in piedi, che mi guarda Ci sono<br />

un paio di <strong>per</strong>sone, o tre È ritratto un gruppo, uno accanto all’altro, e non c’è<br />

nessuno in primo piano Oppure c’è un gruppo di <strong>per</strong>sone sullo sfondo, con uno<br />

o due di loro in risalto A volte le <strong>serie</strong> hanno un unico protagonista e tutto gira<br />

attorno all’eroe (L’incredibile Hulk e <strong>la</strong> maggior parte delle <strong>serie</strong> tipiche degli anni<br />

Settanta), oppure <strong>una</strong> coppia di protagonisti (X-Files), o più <strong>per</strong>sonaggi principali<br />

(Friends, L.A. Law, West Wing), o ancora un gruppo che ruota attorno a un<br />

leader (Dr. House, I Soprano).<br />

Qualche volta anche le <strong>serie</strong> di maggior successo ci mettono un po’ prima di<br />

trovare <strong>la</strong> propria strada. Nelle prime stagioni di West Wing ed Ellen c’erano<br />

<strong>per</strong>sonaggi che avrebbero dovuto essere protagonisti ma che nel tempo sono stati<br />

fatti fuori. Persino <strong>una</strong> <strong>serie</strong> storica come Mary Tyler Moore è mutata moltissimo<br />

– è passata dall’essere equamente ambientata tra <strong>la</strong> casa di Mary e il suo posto di<br />

<strong>la</strong>voro a concentrarsi esclusivamente sul <strong>la</strong>voro, quando il <strong>per</strong>sonaggio di Rhoda<br />

ha <strong>la</strong>sciato <strong>la</strong> <strong>serie</strong>.<br />

All’inizio sembra naturale <strong>la</strong>vorare su come i <strong>per</strong>sonaggi ruotano attorno al protagonista.<br />

E raramente si analizza come possano re<strong>la</strong>zionarsi anche i gruppi e i <strong>per</strong>sonaggi<br />

secondari. Dovete ricordare che state <strong>per</strong> mischiare e abbinare i <strong>per</strong>sonaggi in<br />

più di un centinaio di diverse storie. Per esempio, ogni volta che a Friends si voleva<br />

provare qualcosa di nuovo e diverso, qualcuno andava a vivere con Joey. Pensateci,<br />

vedrete che è vero. Joey è stata l’arma segreta di Friends. Chandler, Rachel e <strong>per</strong>sino<br />

Phoebe non sono mai stati più spiritosi di quando vivevano con Joey.<br />

Il pilota<br />

Una volta completata l’analisi iniziale siete finalmente pronti <strong>per</strong> il primo episodio.<br />

Ora, che genere di puntata pilota volete Potete scegliere tra due possibilità.<br />

Uno è il “prologo pilota”, dove si raccontano le origini del vostro su<strong>per</strong>eroe: come<br />

Peter Parker sia diventato Spiderman, o Bruce Wayne Batman. Ci sono un sacco<br />

di pilot di questo tipo: pensate a Cin Cin. Nel<strong>la</strong> prima puntata Diana entra nel<br />

bar <strong>per</strong> aspettare il suo moroso. Nell’attesa conosce <strong>la</strong> combricco<strong>la</strong> del bar, poi il<br />

fidanzato <strong>la</strong> mol<strong>la</strong> ed entro <strong>la</strong> fine dell’episodio lei finisce <strong>per</strong> accettare un <strong>la</strong>voro<br />

come cameriera. Nel pilot di Friends c’è Rachel in crisi <strong>per</strong> il suo matrimonio che<br />

si mette in contatto con Monica, un’amica che non vedeva da tempo. E al<strong>la</strong> fine<br />

dell’episodio va a vivere con lei.<br />

Certo, il problema del “prologo pilota” è che non è esattamente il tipico episodio<br />

del<strong>la</strong> <strong>serie</strong>. È risaputo che gli episodi pilota sono i più difficili da scrivere. Ti tocca<br />

spiegare le premesse, introdurre tutti i <strong>per</strong>sonaggi e raccontare <strong>una</strong> storia in <strong>una</strong><br />

botta so<strong>la</strong>. Per questo spesso gli autori al<strong>la</strong> fine optano <strong>per</strong> un secondo tipo di episodio<br />

pilota: “l’episodio tipico”. In cui, in pratica, il telespettatore viene catapultato<br />

dentro <strong>una</strong> storia già avviata. All’inizio di E.R. vi siete trovati improvvisamente<br />

nel County General Hospital di Chicago. Dovevate capire chi erano i dottori e le<br />

infermiere in gioco. Il primo episodio era già molto simile a ogni altro del<strong>la</strong> <strong>serie</strong>.<br />

Struttura<br />

Ora vediamo come si sviluppa <strong>una</strong> storia. La struttura cambia in funzione di<br />

queste variabili: se <strong>la</strong> <strong>serie</strong> è basata su puntate di mezz’ora o di un’ora; se è seriale<br />

(quando le vicende continuano tra un episodio e l’altro) o se ogni singolo<br />

episodio è a sé (cioè si raccontano storie autoconcluse); in base agli eventi che<br />

introduciamo di volta in volta nel<strong>la</strong> trama; se stiamo <strong>la</strong>vorando su <strong>una</strong> <strong>serie</strong> <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> <strong>tv</strong> commerciale, che quindi verrà interrotta <strong>per</strong> le pubblicità, o se <strong>la</strong> puntata<br />

non avrà interruzioni.<br />

Conosco un po’ meglio i formati standard nordamericani, dove ci sono molte interruzioni<br />

pubblicitarie, <strong>per</strong> cui parlerò di questi. Le interruzioni rappresentano<br />

in pratica il numero di atti in cui va spezzettata <strong>la</strong> puntata. Non occorre stare a<br />

<strong>per</strong>der tempo <strong>per</strong> capire cosa significhi suddividere <strong>una</strong> puntata in tanti atti, in<br />

pratica si tratta banalmente di pensarli in termini di momenti cruciali.<br />

46 47


suonerà <strong>una</strong> volta che verranno stesi i dialoghi. Questo è un processo di scrittura<br />

indispensabile <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>tv</strong>.<br />

Al cinema lo spettatore è concentrato. Devi proprio fare un errore madornale<br />

<strong>per</strong>ché il pubblico si alzi e se ne vada. In <strong>tv</strong> non è così. Il pubblico ha in mano<br />

l’oggetto magico che può farti sparire in un attimo, cambiando canale. Devi<br />

essere certo che <strong>la</strong> tua trama proceda senza intoppi e che abbia <strong>una</strong> buona base di<br />

partenza. Buttare giù subito l’intreccio è il metodo migliore <strong>per</strong> capire se le scene<br />

funzioneranno ancor prima di scriverle. Quando si arriva ai dialoghi è più difficile<br />

capire dove sta l’errore, e di conseguenza provare a mettere a posto le cose.<br />

Nel momento in cui esamini le singole scene, dopo aver steso <strong>la</strong> traccia, ricorda<br />

che ogni scena può avere da <strong>una</strong> a tre funzioni. Primo, serve a sviluppare <strong>la</strong> trama.<br />

Secondo, può rive<strong>la</strong>re qualcosa di importante e gustoso sui protagonisti. Terzo,<br />

può servire <strong>per</strong> spiegare qualcosa di rilevante riguardo al tema dell’episodio. Una<br />

scena scritta bene infi<strong>la</strong> almeno due di queste funzioni. Una scena <strong>per</strong>fetta riesce<br />

a inserirle tutte e tre.<br />

Definita <strong>la</strong> traccia, a seconda degli accordi presi con il produttore o con il network<br />

che ti ha ingaggiato, puoi stendere un primo abbozzo, in altre parole <strong>la</strong> descrizione<br />

in prosa di quello che accade nell’episodio (<strong>una</strong> sorta di lungo racconto<br />

senza dialoghi), oppure scrivere direttamente <strong>la</strong> sceneggiatura.<br />

<strong>LINK</strong> 7<br />

Product<br />

come <strong>creare</strong><br />

<strong>una</strong> <strong>serie</strong> <strong>tv</strong><br />

Quando parte <strong>la</strong> pubblicità tocca <strong>la</strong>sciare lo spettatore come sospeso, così che<br />

rimanga in trepidazione durante <strong>la</strong> pausa e che non ci abbandoni. Le <strong>serie</strong> <strong>tv</strong> da<br />

un’ora erano suddivise in quattro atti (del<strong>la</strong> durata di mezz’ora ogni due), ma i<br />

cambiamenti recenti fanno sì che oggi non sia raro trovarne anche cinque o sei.<br />

In pratica sei costretto a progettare più momenti di suspense, possibilmente che<br />

preludano a nuove sco<strong>per</strong>te o a un <strong>per</strong>icolo <strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonaggio principale. Per<br />

questo <strong>la</strong> gran parte degli autori partono dal<strong>la</strong> fine. Mettono a fuoco tutto quello<br />

che deve accadere entro <strong>la</strong> conclusione dell’episodio e poi <strong>la</strong>vorano all’indietro,<br />

spostando i <strong>per</strong>sonaggi lungo <strong>la</strong> puntata, scandendo così i tempi e tutti i singoli<br />

eventi del<strong>la</strong> storia.<br />

La maggior parte delle <strong>serie</strong> contemporanee tendono ad avere al proprio interno<br />

<strong>una</strong> trama A e <strong>una</strong> trama B (ma anche C, D eccetera). La trama A riguarda il<br />

<strong>per</strong>sonaggio principale e tutto quel che gli gira attorno. La trama B gli altri <strong>per</strong>sonaggi.<br />

Man mano che si scende nel<strong>la</strong> lista, le trame <strong>per</strong>dono d’importanza, <strong>per</strong><br />

cui verrà dedicato loro meno tempo.<br />

Il vero <strong>la</strong>voro sta nell’imbastire i singoli eventi <strong>per</strong> ogni trama, dall’inizio al<strong>la</strong><br />

fine – cosa succede, dove accade, chi è coinvolto. Occorre farlo separatamente<br />

<strong>per</strong> tutte le trame. Una volta fatto, sommati tutti i momenti salienti, ti trovi con<br />

70/100 eventi cruciali <strong>per</strong> un’ora di spettacolo.<br />

Ovviamente non si possono fare tutte queste scene. Inizi con il preparare l’intreccio,<br />

avvicini tutte le trame e cerchi di legarle insieme senza forzature. Spesso<br />

accade che un evento cruciale delle trame B o C non abbia bisogno di <strong>una</strong> scena<br />

tutta <strong>per</strong> sé e che possa essere abbinato ad altre scene, o meglio ancora a <strong>una</strong><br />

parte del<strong>la</strong> trama A. Se metti sul<strong>la</strong> carta tutti questi momenti cruciali con i loro<br />

sviluppi puoi farti <strong>una</strong> prima idea del<strong>la</strong> storia, di come può procedere e di come<br />

Essere Autori<br />

C’è un bel po’ di <strong>la</strong>voro da fare, vero E tutto ancor prima di aver scritto: “Inizio<br />

– Fade in”. Anche <strong>per</strong> questo in Nord America <strong>la</strong> maggior parte del <strong>la</strong>voro di<br />

spezzettamento del<strong>la</strong> storia viene fatto da un team di autori. Assieme si eseguono<br />

i passaggi che ho descritto fin qui, finché non si ha <strong>una</strong> storia che funzioni. Solo a<br />

quel punto si identifica un autore a cui affidare <strong>la</strong> puntata <strong>per</strong> finir<strong>la</strong>.<br />

Il vantaggio è chiaro. Con un gruppo che conosce bene <strong>la</strong> <strong>serie</strong> e <strong>la</strong>vora in sincronia<br />

si possono produrre le nuove storie molto in fretta. In più, siccome si<br />

<strong>la</strong>vora in cinque o sei, le trame avranno meno buchi o errori strutturali che non<br />

<strong>la</strong>vorandoci da soli.<br />

Nonostante ciò tutti gli autori televisivi prima o poi si trovano a dover pensare<br />

<strong>la</strong> struttura di un’intera storia da soli. Non è divertente <strong>per</strong> niente. Ti scopri a<br />

fissare il foglio bianco o <strong>la</strong> <strong>la</strong>vagna s<strong>per</strong>ando che ti colga l’ispirazione. Che non<br />

arriva mai. Chi non è autore non mi crederà, ma <strong>per</strong> es<strong>per</strong>ienza vi garantisco che<br />

quando ci si mette a scrivere <strong>una</strong> sceneggiatura significa che il 60-70% del <strong>la</strong>voro<br />

è già stato fatto. Si tende a confondere <strong>la</strong> traccia con i dialoghi. Ma i dialoghi<br />

sono solo l’ultimo passaggio, e anche il più semplice. Si trova facilmente uno che<br />

sappia scriverli. Mentre un autore che sappia stendere bene <strong>la</strong> struttura del<strong>la</strong> storia<br />

è molto, molto più raro.<br />

Quando inizi a scrivere <strong>una</strong> <strong>serie</strong> televisiva, normalmente ti viene chiesto di consegnare<br />

il testo guida, e anche <strong>una</strong> sorta di “bibbia” – cioè un documento in cui<br />

siano riportate le basi generali del<strong>la</strong> <strong>serie</strong>, <strong>la</strong> descrizione dei <strong>per</strong>sonaggi, i loro<br />

rapporti, le storie principali e <strong>una</strong> manciata di possibili sviluppi. Possono anche<br />

chiederti di scrivere <strong>una</strong> o più sceneggiature, così i produttori più ansiogeni possono<br />

stare tranquilli che le vostre proposte stiano in piedi.<br />

È incredibile come <strong>una</strong> sceneggiatura <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>tv</strong> possa essere un animale tanto<br />

studiato e tenuto strettamente sotto controllo. Il creativo che <strong>la</strong>vora dentro questi<br />

limiti è come il poeta che <strong>la</strong>vora a un haiku, o il cantautore che cerca quei tre versi<br />

<strong>per</strong>fetti <strong>per</strong> il coro che li canterà. È uno sporco <strong>la</strong>voro che non va bene <strong>per</strong> tutti.<br />

Ma a chi lo esercita può procurare dipendenza. Diventare il creatore del mondo<br />

che vive all’interno di <strong>una</strong> <strong>serie</strong> televisiva e vederlo crescere, <strong>per</strong> quel che ne so io,<br />

è il modo più vicino, <strong>per</strong> noi mortali, di giocare a essere Dio.<br />

48 49

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!