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ingegneri architetti costruttori 709 - Associazione Ingegneri e ...

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INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI<br />

1876<br />

inarcos<br />

ANNO LXV - MAGGIO 2010 (4)<br />

Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30<br />

BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13<br />

mensile di tecnica e informazione dell’associazione <strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong><br />

e del collegio <strong>costruttori</strong> della provincia di bologna<br />

notiziario del collegio regionale <strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong> dell’emilia-romagna<br />

notiziario della federazione degli ordini degli <strong>ingegneri</strong> della regione emilia-romagna<br />

<strong>709</strong><br />

■ pag 289<br />

■ pag 215<br />

■ pag 240<br />

Analisi numerica<br />

e sperimentale<br />

di tegoli<br />

di copertura<br />

in conglomerato<br />

armato<br />

precompresso<br />

Nuovo<br />

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Coop&Coop<br />

San Lazzaro<br />

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Certificazione<br />

energetica:<br />

quadro<br />

nazionale<br />

e zoom su Puglia<br />

e Toscana<br />

■ Un Modello al Continuo per lo studio degli Impalcati di Travi Scatolari MAURIZIO LENZI - PAOLA CAMPANA - IVAN MISSIROLI ■<br />

Un progetto di riqualificazione urbana MAURA MAGROTTI ■ Analisi numerica e sperimentale di tegoli di copertura in conglomerato<br />

armato precompresso PIERPAOLO DIOTALLEVI - ANDREA GAMBI - LEONARDO MAMBELLI ■ Nuovo supermercato<br />

Coop&Coop San Lazzaro di Savena MONICA BOLDREGHINI ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza<br />

energetica e sostenibilità ■ Le aziende informano ■ NOTIZIARI: <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Ar chitetti della Provincia di<br />

Bologna - Ordine Inge gneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■ RUBRICHE: Corsi&Con vegni - Letto per voi


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INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI<br />

1876<br />

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ANNO LXV - MAGGIO 2010 (4)<br />

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BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 <strong>709</strong><br />

organo di informazione di: <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Bologna - <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Ferrara - <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

e Architetti di Modena - <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Ravenna - Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> di Bologna - Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> di Pesaro-<br />

Urbino - Collegio degli <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Cesena e Comprensorio - Collegio Regionale degli <strong>Ingegneri</strong> e Architetti Emilia-Romagna - Collegio<br />

Costruttori di Bologna - Federazione degli Ordini degli <strong>Ingegneri</strong> dell’Emilia-Romagna - Asso: <strong>Ingegneri</strong>, Architetti Liberi Professionisti in Europa<br />

rivista mensile edita dalla <strong>Associazione</strong> Inge gneri ed<br />

Architetti della Provincia di Bologna (pro prie taria).<br />

Distribuita gratuitamente agli associati<br />

Spedizione in A.P. - 45%<br />

Art. 2 Comma 20/b<br />

Legge 662/96 - Fil. Bologna<br />

Chiuso in tipografia il 21/05/2010<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

ALESSANDRO COCCHI<br />

Direttore Amministrativo: Rocco Iascone<br />

Comitato di Redazione:<br />

Barbara Bartoli, Antonio Bo nora, Armando Brath,<br />

Alessandro Cocchi, Raffaele Dalle Don ne, Pier<br />

Paolo Dio tallevi, Raffaele Frat tarolo, Ni coletta<br />

Gan dolfi, Gio vanni Gasparini, Pierluigi Gradari,<br />

Roc co Iasco ne, Giu seppe Lazzari, Stefano Man -<br />

servisi, Alessandro Marata, Luigi Amedeo Me -<br />

legari, Felice Mo na co, Ro berto Patitucci, Carmine<br />

Preziosi, Alberto Ro sotti, Adolfo Scagnolari, Gio -<br />

van ni Sem prini, Mauro Toschi<br />

Direzione, Redazione e Amministrazione:<br />

Bologna - Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna<br />

Tel. 051.231815 - Fax 051.261819<br />

E-mail: assiabo@tin.it<br />

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 3131<br />

in data 29-4-65.<br />

Abbonamento annuale: € 31,00 (Copia singola € 3,30).<br />

Estero € 40,00 (Copia singola € 4,20)<br />

Prezzo di vendita riservato ai soli soci dell’<strong>Associazione</strong><br />

e agli iscritti all’Ordine o al Collegio: Copia singola € 1,45<br />

Abbonamento annuale € 14.46 - Arretrato il doppio.<br />

Ufficio pubblicità e concessionaria:<br />

Labanti e Nanni Industrie Grafiche s.r.l.<br />

Via G. Di Vittorio, 3<br />

40056 Crespellano (Bologna)<br />

Tel. 051.969262 - 051.231815<br />

Fax 051.969155<br />

inarcos@labantienanni.it<br />

Per consegna materiali pubblicitari:<br />

Dott.ssa Nanni Sabrina (Tel. 338.2902445)<br />

presso: Labanti e Nanni - Redazione Inarcos,<br />

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Stampa:<br />

Labanti e Nanni Industrie Grafiche s.r.l.<br />

40056 Crespellano (Bologna)<br />

Impaginazione<br />

Omega Graphics snc - Bologna<br />

Sono graditi contributi concernenti tutte le specializzazioni<br />

di <strong>ingegneri</strong>a e architettura. Per sottoporre articoli da<br />

pubblicare sulla rivista consultare le “norme” presenti sul<br />

sito www.assiabo.it<br />

La pubblicazione degli articoli non significa riconoscimento<br />

ed approvazione da parte della Direzione, delle<br />

opinioni o delle teorie espresse dagli Autori. Si accettano<br />

memorie o deduzioni anche in contrasto con<br />

quanto già pubblicato, salvo il diritto di replica da<br />

parte degli interessati. È vietata la riproduzione, anche<br />

parziale, degli scritti senza citarne la fonte.<br />

ARTICOLI<br />

■ Un Modello al Continuo per lo studio degli Impalcati di Travi Scatolari<br />

MAURIZIO LENZI - PAOLA CAMPANA - IVAN MISSIROLI ____________________________________ 279<br />

■<br />

■<br />

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Analisi numerica e sperimentale di tegoli di copertura in conglomerato armato<br />

precompresso<br />

PIERPAOLO DIOTALLEVI - ANDREA GAMBI - LEONARDO MAMBELLI____________________________ 289<br />

Nuovo supermercato Coop&Coop San Lazzaro di Savena<br />

MONICA BOLDREGHINI ____________________________________________________________ 301<br />

Certificazione energetica: quadro nazionale e zoom su Puglia e Toscana<br />

MILENA VIZZARRI - SONIA SUBAZZOLI ______________________________________________________ 316<br />

LE AZIENDE INFORMANO<br />

NOTIZIARI<br />

■ <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna ________________________ 337<br />

■ Ordine <strong>Ingegneri</strong> della Provincia di Bologna__________________________________________ 338<br />

■ Ancebologna ______________________________________________________________________ 346<br />

■ Asso ______________________________________________________________________________ 350<br />

RUBRICHE<br />

■ Corsi&Convegni ____________________________________________________________________ 352<br />

■ Letto per voi ______________________________________________________________________ 354<br />

323<br />

I precedenti numeri della rivista<br />

sono disponibili sul sito www.assiabo.it<br />

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IL FUTURO DELL’ESPERIENZA<br />

Fondata a Ravenna il 5 Gennaio 1951, su iniziativa di<br />

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& Affini Ra venna (A.C.M.A.R.) rappresenta og gi, grazie<br />

ad una politica da sempre orientata al cliente, al<br />

miglioramento con tinuo dei processi organizzativi ed<br />

allo sviluppo di competenze in am bito tecnologico e<br />

produttivo, una delle principali e più affidabili imprese<br />

generali di costruzione operante sul territorio<br />

regionale e nazionale. I progressivi investimenti tecnologici<br />

e produttivi, le partecipazioni e le acquisizioni<br />

societarie, favorite dai risultati positivi via via conseguiti,<br />

collocano poi A.C.M.A.R., a capo di un Grup -<br />

po di imprese operanti in settori specializzati, quali<br />

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Un Modello al Continuo per lo Studio<br />

degli Impalcati di Travi Scatolari<br />

Maurizio Lenzi (1) – Paola Campana (2) – Ivan Missiroli (3)<br />

(1) ACMAR, Ravenna – (2) Studio Campana, Forli’ – (3) Studio Missiroli, Forlì<br />

PREMESSA<br />

Nell’ambito dei ponti di luce corrente ricorre sovente<br />

l’impiego di travi a sezione scatolare ottenute solidarizzando<br />

in opera travi precompresse a profilo aperto con una<br />

soletta collaborante che unisce tra loro all’estradosso le<br />

travi dell’impalcato. Come per le altre tipologie, anche per<br />

gli impalcati composti da travi a sezione chiusa si presenta<br />

la necessità sia in sede di progetto che di collaudo di individuare<br />

la ripartizione dei carichi mobili. Per tale analisi i<br />

codici automatici oggi a disposizione consentono di effettuare<br />

una modellazione anche sofisticata dello schema<br />

strutturale, tuttavia permane non meno attuale la necessità<br />

di disporre di strumenti che permettono di operare sintesi<br />

fondamentali sia in sede di dimensionamento che di<br />

verifica. A questo riguardo i modelli di analogia al continuo<br />

costituiscono ancora oggi uno strumento affidabile come la<br />

consolidata applicazione del modello di Bares-Massonet [1]<br />

ha largamente dimostrato nei suoi molti anni di utilizzo, al<br />

punto tale che il modello a piastra ortotropa è tuttora largamente<br />

impiegato nella stesura dei progetti esecutivi da<br />

parte di molte ditte produttrici di travi precompresse. Va<br />

peraltro ricordato come tale modello sia nato in realtà per<br />

impalcati di travi aventi sezioni con modesta rigidezza torsionale,<br />

ossia per valori limiti del parametro di torsione<br />

riconducili da un lato ad impalcati privi di rigidezza torsionale<br />

(a=0) e dall’altro lato a solette piene (a=1). In precedenti<br />

contributi è già stata mostrata la possibilità di estendere<br />

nel modello a piastra ortotropa l’interpolazione utilizzata<br />

nel metodo di Bares-Massonet anche agli impalcati<br />

dotati di elevata rigidezza torsionale (a>1) mantenendo in<br />

tal modo un approccio unitario nello studio della ripartizione<br />

dei carichi (Lenzi [2]). In tale ottica la presente nota<br />

completa l’analisi sfruttando la proprietà degli impalcati<br />

composti da travi a sezione chiusa con soletta collaborante<br />

di essere contraddistinti da una marcata differenza tra la<br />

rigidezza flesso torsionale delle travi in direzione longitudinale<br />

e la rigidezza della soletta in direzione trasversale<br />

essendo in genere assenti in questi impalcati, con qualche<br />

eccezione limitata all’ambito ferroviario, i traversi in campata.<br />

La superficie elastica viene ancora ricercata in forma<br />

analitica spalmando al continuo le rigidezze flesso torsionali<br />

delle travi sul loro interasse. Nel caso in esame tuttavia<br />

l’analisi si semplifica notevolmente potendosi trascurare<br />

per le ipotesi assunte i termini relativi alle rigidezze trasversali<br />

della soletta, che risulta sollecitata solo dai tagli mu -<br />

tui trasversali che si scambiano le travi e che operano la<br />

ripartizione. Si ricava in tal modo una soluzione di semplice<br />

utilizzo che si dimostra essere, tramite il confronto con<br />

altri metodi numerici e con le misure in sito, di piena validità<br />

nell’ambito s’intende delle ipotesi assunte. Il modello<br />

al continuo ha poi il pregio di fornire una soluzione in for -<br />

ma chiusa parametrica e adimensionale che presenta molteplici<br />

vantaggi riconducibili ai seguenti aspetti operativi:<br />

1) individuazione del numero minimo di parametri necessari<br />

per la definizione del problema;<br />

SOMMARIO<br />

Nella nota si analizza la ripartizione trasversale dei<br />

carichi negli impalcati dei ponti a travata senza traversi<br />

intermedi nei quali la rigidezza flesso torsionale<br />

delle travi sia preponderante rispetto a quella<br />

della soletta, come normalmente avviene negli<br />

impalcati di travi scatolari. L’analisi viene effettuata<br />

mediante un modello al continuo che restituisce<br />

una soluzione analitica facilmente implementabile<br />

su un foglio elettronico. Si presentano inoltre esempi<br />

e case history.<br />

SUMMARY<br />

In the paper the sharing of the moving load among<br />

the girders of a beams and slab deck bridge is analyzed<br />

using an orthotropic plate model in which the flexural<br />

and torsional stiffness of the slab are neglected<br />

in comparison with those of the girders. Example and<br />

case history are also presented.<br />

inarcos 279


Fig. 1 - Sezione tipica di un impalcato a travi scatolari.<br />

Fig. 2 - Schema Statico dell’impalcato.<br />

1<br />

Il modello per lo studio della tipologia strutturale in<br />

esame nasce come estensione al continuo del modello al<br />

discreto che vede le travi tra loro solidarizzate in senso<br />

longitudinale da connessioni a taglio schematizzate da<br />

cerniere cilindriche in soletta (Lenzi-Campana [3],<br />

Spinelli [4],[5]). La superficie elastica si può allora ricavare<br />

dalla equazione della piastra ortotropa trascurando in<br />

essa, per l’ipotesi assunte, i termini relativi alle rigidezze<br />

trasversali (D y =D yx =0). L’analogia è senz’altro legittima,<br />

trattandosi a tutti gli effetti di superfici continue aventi<br />

caratteristiche meccaniche e geometriche tra loro diverse<br />

secondo i due assi ortogonali, a rigidezza flesso torsionale<br />

in senso longitudinale e tagliante in senso trasversale.<br />

Indicate pertanto con:<br />

2<br />

2) possibilità di definire i campi di variazione dei parametri<br />

corrispondenti alla realtà fisica;<br />

3) studio di una vasta gamma di aspetti applicativi medianti<br />

pochi casi di riferimento tipici;<br />

4) rappresentazione dei risultati in una forma facilmente<br />

interpretabile.<br />

In particolare verrà mostrato come la ripartizione dei carichi<br />

dipenda un unico coefficiente di interazione di natura<br />

geometrica e meccanica funzione del rapporto di forma tra<br />

la larghezza e la lunghezza dell’impalcato e del rapporto<br />

tra le rigidezze flessionale e torsionale delle sezioni delle<br />

travi composte. Ciò premesso, nel seguito si riporta lo studio<br />

della ripartizione dei carichi in forma normalizzata condotto<br />

con i criteri indicati, ed esempi applicativi relativi al<br />

progetto redatto in accordo con la norma NTC 2008 ed al<br />

collaudo di ponti realizzati con travi scatolari.<br />

le rigidezze flesso torsionali delle travi distribuite al continuo<br />

(fig.1), l’equazione della piastra ortotropa soggetta ad<br />

un carico lineare lungo la linea di coordinata y c (fig.2) diviene<br />

in questo caso:<br />

essendo d(y-y c ) la funzione di Dirac che restituisce tramite la<br />

convoluzione p(x)*d(y-y c ) la funzione p(x) per y=y c e valore<br />

nullo altrove. Utilizzando l’analisi armonica per i carichi<br />

lineari (a n =np/L):<br />

e sviluppando i movimenti in serie semplice:<br />

si ottiene l’equazione seguente per l’armonica corrente<br />

della deformata trasversale w n (y):<br />

MODELLO AL CONTINUO<br />

Introdotte le variabili normalizzate:<br />

ed il parametro di interazione:<br />

si ricava, valendo per la funzione di Dirac la relazione d(yy<br />

c ) = d(h-h c ) / b, l’equazione:<br />

280 inarcos


Fig. 3 - Soluzione analitica: effetti del carico e delle condizioni<br />

ai bordi.<br />

L’integrale particolare v p (h) e le costanti C 1 , C 2 dell’integrale<br />

generale risultano essere definite dalle relazioni<br />

seguenti:<br />

nelle quali h 1 = [1 - h c ] e h 2 = [1 + h c ] sono le distanze normalizzate<br />

del carico dai due bordi.<br />

3<br />

Risulta pertanto conveniente normalizzare il campo degli<br />

spostamenti nella forma:<br />

essendo wm = p n /(2bα n 4 Dx) l’inflessione media indotta dal<br />

carico unitario pensato spalmato sulla larghezza 2b dell’impalcato.<br />

L’equazione adimensionale ricercata risulta<br />

pertanto essere la seguente:<br />

RIPARTIZIONE TRASVERSALE DEI CARICHI<br />

Individuato il campo degli spostamenti, che presenta<br />

una forma smorzata ma non oscillatoria al crescere della<br />

distanza dal carico lineare, risulta possibile dedurre il<br />

coefficiente di amplificazione. Questo parametro fondamentale<br />

é definito come rapporto tra l’abbassamento<br />

nel punto corrente w n (h,h c ) e l’abbassamento medio w m<br />

indotto dal carico unitario spalmato su tutta la larghezza<br />

dell’impalcato:<br />

La soluzione dell’equazione differenziale per il caso di un<br />

carico parallelo all’asse longitudinale ed agente con eccentricità<br />

normalizzata h c , si compone di un integrale particolare<br />

(fig. 3a) che rappresenta la deformata di una piastra<br />

ortotropa di ampiezza indefinita e che si determina eguagliando<br />

nell’origine il taglio trasversale alla metà del carico<br />

unitario, e di un integrale generale (fig. 3b) che ripristina<br />

le condizioni al contorno sui bordi liberi ove si azzerano i<br />

tagli di Kirchoff e conseguentemente le rotazioni trasversali<br />

(1) . In termini analitici si ottiene:<br />

Operando le sostituzioni si ottiene:<br />

L’aliquota di carico afferente alla singola striscia di larghezza<br />

trasversale unitaria si ricava poi moltiplicando<br />

il carico medio, pari a 1/2b, per il coefficiente di amplificazione<br />

K a . Il carico afferente alla singola trave si<br />

ottiene poi, con approssimazione in genere sufficiente,<br />

moltiplicando il valore specifico per l’interasse<br />

delle travi:<br />

(1) Il taglio trasversale t y = D xy ∂ 3 w/∂x 2 ∂y = (a n 2 D xy) ∂w/∂y = K t q é proporzionale<br />

alla rotazione trasversale q = ∂w/∂y.<br />

inarcos 281


4 5<br />

Indicato con N =2b/l il numero delle travi, si ottiene infine<br />

per il coefficiente di ripartizione:<br />

La ripartizione dei carichi dipende quindi tramite il coefficiente<br />

di amplificazione unicamente dal coefficiente di<br />

interazione r, migliorando essa al ridursi di tale valore ossia<br />

al ridursi del rapporto di forma 2b/L tra la larghezza e la<br />

lunghezza dell’impalcato e della radice del rapporto tra la<br />

rigidezza flessionale e la rigidezza torsionale delle travi. La<br />

ripartizione è quindi funzione in misura maggiore della<br />

snellezza dell’impalcato, dato che all’aumentare di questa<br />

aumenta la rigidezza relativa delle strisce trasversali rispetto<br />

a quelle longitudinali, e della capacità torsionale delle<br />

travi di opporsi alla distorsione trasversale della sezione ed<br />

alla conseguente perdita di forma indotta dai carichi.<br />

La soluzione così ottenuta in forma analitica per il coefficiente<br />

di amplificazione si presta ad essere facilmente<br />

implementabile su un foglio elettronico e rende quindi<br />

semplice, come si vedrà nel successivo esempio, lo studio<br />

della ripartizione dei carichi anche per la tipologia strutturale<br />

in esame.<br />

ESEMPIO APPLICATIVO<br />

Si riporta l’applicazione del modello illustrato nella valutazione<br />

dello stato di sollecitazione e di deformazione di un<br />

viadotto a tre campate in semplice appoggio realizzato con<br />

la tipologia delle travi scatolari. In particolare vengono<br />

messi a confronto i valori teorici dei momenti flettenti e<br />

delle frecce ricavati dal modello a piastra ortotropa con i<br />

valori teorici forniti da modelli agli elementi finiti per quanto<br />

concerne la condizione di carico di progetto. I valori del<br />

modello al continuo sono poi confrontati con i valori sperimentali<br />

misurati in sede di prova di carico per quanto concerne<br />

il collaudo statico.<br />

L’impalcato ha una luce L=32.70 m e si compone di 5 travi<br />

di altezza complessiva di 1.85 m comprensiva della soletta<br />

di 25 cm di spessore. Le travi sono disposte ad un interasse<br />

l=2.75 m e formano nell’insieme un impalcato di larghezza<br />

2b=13.50 m. I momenti d’inerzia delle travi sono i<br />

seguenti:<br />

J f = 0.557 m 4<br />

J t = 0.356 m 4<br />

mentre i moduli elastici, ricavati da prove di carico condotte<br />

in stabilimento sulle travi prefabbricate, valgono<br />

(E/G=2.2):<br />

E = 37000 MPa<br />

G = 17000 MPa<br />

Il parametro di interazione per la prima armonica (n=1) è<br />

pari pertanto a:<br />

In fig. 4 e fig. 5 sono riportate per le varie travi le linee di<br />

influenza del coefficiente di ripartizione dedotte con il<br />

modello di analogia al continuo. Valori analoghi, con scarti<br />

inferiori al 4%, si ottengono con la soluzione al discreto<br />

inserendo cerniere cilindriche in soletta e determinando<br />

per congruenza i tagli mutui scambiati tra le travi contigue.<br />

Come peraltro intuitivo, la ripartizione migliora passando<br />

dalle travi di bordo a quelle interne ed é massima per la<br />

trave centrale. Un carico lineare applicato in corrispondenza<br />

dell’asse di simmetria provoca infatti un’inflessione differenziale<br />

della trave centrale rispetto alle travi adiacenti<br />

che oppongono da ambo i lati un efficace contrasto alla<br />

rotazione trasversale in virtù della elevata rigidezza torsionale<br />

dei profili scatolari. Questo comportamento strutturale<br />

nell’insieme tende limitare il movimento relativo della<br />

superficie elastica rispetto al moto rigido medio della sezione<br />

trasversale, potendosi riguardare questo scostamento<br />

come una misura della qualità della ripartizione. L’impegno<br />

torsionale comporta peraltro l’insorgere di significativi<br />

282 inarcos


Fig. 4 - Ripartizione trasversale.<br />

Fig. 5 - Linee di influenza del coefficiente di ripartizione<br />

trasversale.<br />

Fig. 6 - Schemi di carico previsti dalle NTC 2008.<br />

Fig. 7 - Disposizione dei carichi (equivalenti) di progetto.<br />

Fig. 8 - Confronto in termini di Momenti in mezzeria tra<br />

modello numerico e modello analitico.<br />

Fig. 9 - Confronto in termini di frecce in mezzeria tra modello<br />

numerico e modello analitico.<br />

6<br />

7 8<br />

momenti torcenti longitudinali nelle travi, che raggiungono<br />

i valori massimi in corrispondenza dei traversi di testata.<br />

Per le travi di bordo la collaborazione trasversale può attivarsi<br />

invece da un solo lato e conseguentemente la ripartizione<br />

è meno accentuata ma comunque significativa, dato<br />

che la trave di bordo viene sollecitata solo dal 40% del carico<br />

applicato direttamente su di essa.<br />

In fig. 6 sono invece riportati gli schemi di carico previsti<br />

dall’ Eurocodice di settore e dalla recente normativa tecnica<br />

nazionale (NTC 2008). A tal riguardo in fig. 7 è rappresentata<br />

la disposizione dei carichi mobili sull’impalcato in<br />

termini di carichi uniformi equivalenti per le 3 colonne di<br />

carico. Si è inoltre considerato il carico di folla sui marciapiedi<br />

ed il carico di 2.5 KPa previsto nell’area che rimane<br />

libera una volta sottratta alla larghezza della carreggiata<br />

l’ingombro delle colonne di carico. Per questo schema statico<br />

in fig. 8 e fig. 9 è riportato il confronto dei risultati<br />

dedotti rispettivamente con un modello numerico agli elementi<br />

finiti e con il modello di analogia al continuo. Come<br />

si può notare vi è un sostanziale accordo che valida la soluzione<br />

al continuo sia in termini di momenti flettenti che di<br />

frecce in mezzeria.<br />

In fig. 10 e fig. 11 sono inoltre riportati gli schemi di collaudo<br />

utilizzati in sede di prova di carico mentre in fig. 12<br />

é illustrata in forma tabellare la applicazione del metodo<br />

proposto che si rivela veramente di semplice utilizzo una<br />

volta individuato tramite le eccentricità normalizzate della<br />

trave (h=y/b) e dei carichi (h c =y c /b) il coefficiente di amplificazione<br />

K(h,h c ) mediante le relazioni del modello al continuo.<br />

In fig. 13 sono infine riportati i diagrammi delle deformate<br />

trasversali della sezione di mezzeria. Come si evince<br />

dal confronto tra la curva teorica e i valori misurati, il<br />

modello a piastra ortotropa coglie con precisione il risultato<br />

sperimentale, ottenendo con ciò la reciproca conferma<br />

sia del corretto comportamento della struttura sia della<br />

affidabilità del modello al continuo per la tipologia di<br />

impalcato in esame.<br />

ANNOTAZIONI CONCLUSIVE<br />

La ripartizione dei carichi negli impalcati costituiti da travi<br />

scatolari costituisce un tema strutturale di indubbio interesse<br />

e valenza che può essere risolto in forma chiusa utilizzando<br />

un modello di analogia al continuo a piastra ortotropa<br />

nel quale, nell’ipotesi che lungo le connessione tra le<br />

9<br />

inarcos 283


Fig. 10 - Schema di Collaudo: Configurazione longitudinale.<br />

Fig. 11 - Schema di Collaudo: Configurazione trasversale.<br />

Fig. 12 - Ripartizione dei carichi e frecce teoriche nella trave di<br />

bordo.<br />

Fig. 13 - Confronto tra frecce teoriche (modello al continuo) e<br />

sperimentali.<br />

10<br />

11<br />

13<br />

travi siano trascurabili le rigidezze flesso torsionali trasversali<br />

dell’impalcato, vengano scambiati solo tagli mutui. Nel<br />

caso di travi in semplice appoggio la soluzione viene dedotta<br />

utilizzando lo sviluppo in serie di Fourier dei carichi e dei<br />

movimenti, tecnica questa che semplifica notevolmente la<br />

soluzione analitica. Posta in forma parametrica questa<br />

mostra come la ripartizione dei carichi dipenda unicamente<br />

da un parametro caratteristico adimensionale funzione<br />

del rapporto di forma tra la larghezza e la lunghezza dell’impalcato<br />

e del rapporto tra le rigidezze flessionali e torsionali<br />

longitudinali delle sezioni delle travi. Il confronto<br />

con i risultati di prove di carico mostrano la validità e<br />

l’affidabilità del modello proposto di analogia al continuo.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

12<br />

[01] Bares, R. Massonet, C., Le calcul des grillages de poutres<br />

et dalles orthotrope, Ed. Dunod, Paris, 1966.<br />

[02] Lenzi, M., Gambi A. , Olivucci, G., Un modello a piastra<br />

ortotropa per impalcati di travi scatolari, Atti del 13°<br />

Convegno CTE, Pisa, 2003.<br />

[03] Lenzi M.,Campana, P. Ripartizione dei carichi negli<br />

impalcati composti da elementi modulari accostati,<br />

www. ACMAR.it/pubblicazioni, Ravenna, 2009.<br />

[04] Spinelli, P., Un metodo di analogia al continuo per lo<br />

studio di impalcati realizzati con travi affiancate collegate<br />

con cerniere lineari continue, INARCOS, nr. 439, pp<br />

200-210, Bologna, Giugno 1983.<br />

[05] Spinelli, P., Impalcati formati da pannelli prefabbricati<br />

accostati: alcuni risultai ottenuti attraverso un metodo<br />

di analogia al continuo, Atti del 7° Convegno CTE, par.c.<br />

pp.145-151, Marina di Ravenna, 1986.<br />

■<br />

284 inarcos


LAVORIAMO IN MEZZO ALLA GENTE<br />

CHIOSCHI | BAR DEHOR | STRUTTURE PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E RESIDENZIALI | VILLAGGI TURISTICI<br />

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Analisi numerica e sperimentale di tegoli<br />

di copertura in conglomerato armato<br />

precompresso<br />

Pierpaolo Diotallevi 1 , Andrea Gambi 2 , Leonardo Mambelli 2<br />

1<br />

<strong>Ingegneri</strong>a – Alma Mater Studiorum - Università di Bologna<br />

2<br />

Cooperativa Ravennate Interventi sul Territorio<br />

1. INTRODUZIONE<br />

I tegoli di copertura presentano il notevole vantaggio di<br />

coprire grandi luci con carichi relativamente modesti; tuttavia<br />

la loro conformazione a sezione aperta e in parete<br />

sottile è caratterizzata da un comportamento strutturale<br />

complesso dovuto alla coesistenza di sforzi flessionali e<br />

taglianti nella direzione dell’asse dell’elemento e di sforzi<br />

trasversali di notevole intensità.<br />

La presenza di elevate forze di precompressione applicate<br />

alle testate e la scelta tecnologica di dover disporre armatura<br />

ordinaria in spessori piccoli conferiscono a questi elementi<br />

strutturali modalità di rottura locale non facilmente<br />

prevedibili. In particolare, secondo la filosofia di progettazione<br />

della gerarchia delle resistenze, diventa fondamentale<br />

assicurare il comportamento a trave dell’elemento a<br />

fronte della conservazione della sezione trasversale.<br />

Questi i presupposti per i quali si sceglie di approfondire<br />

l’analisi strutturale di tali elementi con modelli nu merici in<br />

grado di coglierne il comportamento bidimensionale e di<br />

adottare i metodi semplificati proposti dalle varie normative<br />

per il dimensionamento. Nella verifica definitiva di questi<br />

elementi risulta opportuno pertanto far ricorso ad analisi<br />

ad elementi finiti, la cui validazione deve essere affidata<br />

ad una campagna di prove sperimentali svolte per cogliere<br />

la corrispondenza fra le evidenze sperimentali e le<br />

modellazioni numeriche ed utili anche per indagare il<br />

comportamento a rot tura dei tegoli precompressi.<br />

L’efficacia del metodo di progettazione richiamato viene<br />

applicata per la progettazione e il collaudo di un elemento<br />

di copertura di produzione della ITER Pre fab bricati.<br />

2. IMPIEGHI DEL SISTEMA DI COPERTURA ALARE<br />

E CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL SISTEMA<br />

DI PREFABBRICAZIONE<br />

Il sistema costruttivo tipo alare coniuga elevate doti<br />

prestazionali ad elementi di pregio architettonico tali<br />

da renderlo particolarmente adatto per coperture di<br />

capannoni ad uso commerciale e artigianale.<br />

La trave alare accoppiata a coppelle in lamiera curva e<br />

policarbonato trasparente può coprire luci fino a 30 m<br />

con uno spessore massimo del pacchetto di copertura<br />

pari a 120 cm. (Fig.1)<br />

SOMMARIO<br />

In questa memoria sono illustrati i risultati di una campagna<br />

di sperimentazione su elementi di copertura prefabbricati<br />

in c.a. Questo tipo di elementi si caratterizza per la<br />

combinazione di stati tensionali longitudinali e trasversali<br />

pertanto viene realizzato un modello e.f. per analizzare<br />

la risposta in condizioni di servizio e alla rottura.<br />

SUMMARY<br />

In this paper are described the results of a series of experimental<br />

studies on a precast prestressed reinforced concrete<br />

roof element. This kind of concrete element is characterized<br />

by the combination of longitudinal and transversal<br />

tensions therefore an e.f. model is realized to analize<br />

the response in usual service condition and in proximity<br />

to collapse.<br />

1<br />

inarcos 289


In apertura:<br />

Figura 1 - Applicazione di copertura a capannone industriale.<br />

La leggerezza del sistema porta notevoli vantaggi su<br />

pilastri e fondazioni soprattutto in zona sismica.<br />

La trave alare si contraddistingue per eleganza e leggerezza<br />

e fra le altre caratteristiche è dotata di una resistenza<br />

al fuoco di 120’ secondo la Normativa UNI 9502.<br />

3. TECNOLOGIA DEI CASSERI<br />

Il cassero è di tipo autoreagente con una portata di 400<br />

Tonn, ed è costituito da un cassero di base ammortizzato<br />

e da un controcassero.<br />

Il controcassero è dotato di bracci idraulici per lo scassero<br />

e di bloccaggi idraulici per fissarlo al cassero base<br />

in fase di getto.<br />

Le lamiere controgetto utilizzate per il cassero base<br />

hanno spessore 8 mm e 6 mm per il controcassero;<br />

l’acciaio è di 1° qualità tipo ST 44-3.<br />

Il dimensionamento delle strutture e la qualità della<br />

realizzazione permettono di ottenere spessori di getto<br />

con scostamento massimo di 2 mm rispetto alle misure<br />

teoriche.<br />

La vibrazione elettrica abbinata a una struttura opportunamente<br />

studiata permette di ottenere un manufatto<br />

di grande qualità contenendo al minimo le emissioni<br />

di rumore.<br />

La maturazione viene accelerata mediante riscaldamento<br />

del cassero ottenuto dalla circolazione di vapore<br />

entro tubi alettati posti sotto il cassero stesso. La temperatura<br />

del calcestruzzo segue una curva programmata<br />

dal sistema di controllo e rilevamento dati.<br />

4. CONGLOMERATO<br />

Il conglomerato adottato deve essere sottoposto a tensioni<br />

elevate, la scelta quindi di un calcestruzzo di<br />

media/alta resistenza (Rck 50) è necessaria al fine di<br />

ridurre percentualmente al minimo le conseguenze<br />

delle deformazioni lente.<br />

La composizione del conglomerato si basa su una scelta<br />

dei componenti ed un loro proporzionamento per<br />

determinare la riduzione al minimo dei vuoti e di conseguenza<br />

la compattezza del conglomerato.<br />

La riduzione dei vuoti oltre ad implicare l’aumento<br />

della resistenza comporta la riduzione del ritiro,<br />

l’accrescimento del modulo elastico e la riduzione delle<br />

deformazioni viscose, elementi che garantiscono la conservazione<br />

nel tempo dello stato di coazione voluto.<br />

Lo studio della granulometria è essenziale per la buona<br />

riuscita di un conglomerato anche se occorre valutare la<br />

possibilità di un lieve aumento del quantitativo d’acqua<br />

e degli inerti fini per render più fluida la miscela. E’<br />

infatti preferibile perdere un poco di resistenza piuttosto<br />

che ottenere un conglomerato non sufficientemente<br />

lavorabile.<br />

Tutti gli studi teorici sviluppati sulla composizione sono<br />

confortati dal controllo della resistenza con prove di<br />

compressione su provini.<br />

Infine è di fondamentale importanza il trattamento del<br />

calcestruzzo nel periodo di stagionatura immediatamente<br />

susseguente al getto.<br />

Inoltre in stabilimento si riescono a conseguire rapidi<br />

indurimenti mediante stagionatura a caldo facendo circolare<br />

una corrente di vapore attorno alle casseforme<br />

in modo tale da mantenere il getto ad una temperatura<br />

media di 60° per consentire di scasserare il manufatto<br />

dopo appena 10 h. dal getto.<br />

A tal fine si adotta un impianto di maturazione dei getti<br />

mediante circolazione di vapore in tubi alettati con<br />

recupero della condensa e controllo dell’andamento<br />

della temperatura nel tempo al fine di evitare shock termici<br />

nel conglomerato.<br />

Il costipamento avviene per vibrazione, la funzione è<br />

ridurre la mutua pressione dei grani per vincere le resistenze<br />

di attrito. In tal modo si ottiene la fluidità necessaria<br />

per un buon assestamento nelle casseforme senza<br />

impiegare eccessiva quantità d’acqua e quindi con economia<br />

di cemento a parità di resistenza.<br />

L’opportunità di ridurre al minimo la quantità d’acqua è<br />

290 inarcos


correlata inoltre alla capacità dell’eccesso di acqua di<br />

impasto di annullare l’effetto benefico della vibrazione.<br />

La vibrazione avviene mediante impianto di vibrazione<br />

a variazione di frequenza composta da 17 vibratori elettrici<br />

comandati da apposita unità per la variazione dell’intensità<br />

e della durata della vibrazione, il sistema è<br />

azionato mediante radiocomando.<br />

La lavorabilità del conglomerato viene poi migliorata<br />

senza una maggiorazione dell’acqua di impasto e quindi<br />

abbassamento della resistenza con l’aggiunta di<br />

additivi superfluidificanti.<br />

I superfluidificanti acrilici contengono sostanze che<br />

riducono le resistenze d’attrito che si oppongono al<br />

costipamento e inoltre generano fase gassosa nella<br />

miscela sottoforma di microbollicine che conferiscono<br />

alla malta proprietà lubrificanti con azione equivalente<br />

ad una variazione granulometrica dell’impasto, in<br />

quanto la presenza delle microbollicine ha lo stesso<br />

effetto di un accrescimento del finissimo.<br />

Questo stato di cose porta ad una riduzione della resistenza<br />

del conglomerato perchè lo rende più poroso,<br />

senonchè la migliore fluidità della miscela facilita il raggiungimento<br />

di una maggiore compattezza, cosicchè in<br />

definitiva la resistenza del conglomerato in opera ne<br />

risulta accresciuta [12].<br />

5. CRITICITÀ<br />

E’ noto dalla Scienza delle Costruzioni che le volte in<br />

parete sottile come il tegolo in esame possono essere<br />

soggette a fenomeni di instabilità di seconda specie, per<br />

cui si ha una deformazione secondaria che accompagna<br />

quella principale e che provoca una progressiva diminuzione<br />

della rigidezza della struttura. L’esempio tipico è<br />

rappresentato dal fenomeno che si manifesta se si inflette<br />

un tubo cilindrico molto sottile, di spessore piccolo<br />

rispetto al raggio. La sezione del tubo, che in origine è<br />

circolare, al crescere del momento flettente si ovalizza<br />

progressivamente, in modo che i vari elementi del contorno<br />

si avvicinano all’asse neutro: per cui il momento di<br />

inerzia J della sezione acquista valori man mano minori.<br />

Ne segue che l’angolo di flessione, misurato tra due<br />

sezioni distanti uno, cresce non solo per il crescere di M,<br />

ma anche per il decrescere di J; ossia non cresce proporzionalmente<br />

a M, bensì in misura più rapida.<br />

Ad un certo punto il diminuire di J può esaltarsi tanto<br />

da bastare da solo per far crescere spontaneamente<br />

l’angolo di flessione anche se M smette di crescere; per<br />

cui l’equilibrio diventa instabile.<br />

La causa dell’ovalizzazione è molto semplice. In conseguenza<br />

della flessione del tubo, due sezioni rette vicinissime<br />

che erano parallele, formano tra loro un certo<br />

angolo, quindi anche le tensioni agenti su di esse non<br />

sono più allineate, ma formano tra loro lo stesso angolo.<br />

Perciò tanto le tensioni di trazione quanto quelle di<br />

compressione acquistano risultanti rivolte verso<br />

l’interno della sezione e tendenti a deformarla.<br />

Queste risultanti che esistono in ogni trave inflessa, non<br />

provocano deformazioni sensibili nel caso delle comuni<br />

sezioni piene; ma possono deformare notevolmente la<br />

sezione quando questa è costituita da parti di piccolo<br />

spessore, ossia quand’è facilmente deformabile.<br />

La stessa causa esiste anche per volte in spessore sottile<br />

come il tegolo in esame.<br />

Anche le volte sottili cilindriche appoggiate soltanto<br />

alle estremità frontali e quindi inflesse longitudinalmente<br />

sono soggette a un fenomeno analogo a quello<br />

del tubo inflesso. La flessione tende ad appiattire le<br />

sezioni rette, perché i loro vari elementi tendono ad<br />

avvicinarsi all’asse neutro per la stessa causa indicata<br />

per il tubo.<br />

In pratica si giunge di rado all’instabilità, perché ciò può<br />

richiedere un momento flettente di valore maggiore di<br />

quello di esercizio, specie se lo spessore non è molto piccolo<br />

in confronto del raggio. Tuttavia può accadere che<br />

l’instabilità sia abbastanza prossima, cioè che vi si possa<br />

giungere aumentando di non molto il momento, nel<br />

qual caso il grado di sicurezza risulta assai inferiore a<br />

quello che appare dal confronto delle tensioni interne<br />

inarcos 291


3a<br />

3b<br />

2<br />

Figura 2 - Modello agli elementi finiti del tegolo.<br />

Figura 3.a - Modello e.f. lineare Statotensionale.<br />

Figura 3.b - Modello e.f. con non linearità geometrica; stato tensionale.<br />

con quelle di rottura; ciò che impone di tenere in ogni<br />

caso tale possibilità nella dovuta considerazione [01,02].<br />

6. ANALISI NUMERICA<br />

Le analisi usualmente adottate per il dimensionamento<br />

di questo tipo di elementi partono da ipotesi semplificate<br />

che non considerano gli effetti della non linearità<br />

meccanica e geometrica.<br />

Sono state quindi condotte analisi numeriche più raffinate<br />

per confrontare i risultati e convalidare l’utilizzo di<br />

modelli semplificati.<br />

Allo scopo di indagare la sensibilità del tegolo all’ instabilità<br />

è stato sviluppato un modello con elementi finiti<br />

tipo shell di spessore variabile (dai 6 ai 10 cm) e mesh di<br />

circa 25 x 50 cm (Fig. 2).<br />

Gli effetti della precompressione sono stati imposti tramite<br />

forze nodali agenti lungo l’asse longitudinale del<br />

manufatto in corrispondenza degli ancoraggi dei cavi.<br />

I carichi esterni applicati sono stati schematizzati con una<br />

distribuzione di carichi nodali sulle ali e sulla soletta di<br />

fondo del tegolo. Il tegolo precompresso di grande luce<br />

rappresenta un elemento snello per il quale gli effetti<br />

della non linearità geometrica influenzano in misura<br />

determinante il reale comportamento della struttura, sia<br />

in termini di deformazione che di carico ultimo.<br />

Nelle analisi numeriche svolte la non linearità geometrica<br />

è valutata imponendo la risoluzione delle equazioni<br />

di equilibrio rispetto alla configurazione deformata<br />

della struttura. Il confronto con un modello che<br />

non considera la non linearità e opera nell’ipotesi di<br />

conservazione delle sezioni mostra che anche per valori<br />

di carico pari a 2 volte quelli di esercizio le tensioni<br />

non subiscono incrementi significativi e quindi non è<br />

prossima la crisi per instabilità (Fig. 3).<br />

Parallelamente è stato sviluppato un modello e.f. con<br />

elementi solido 3D per valutare gli effetti della non<br />

linearità meccanica (Fig. 7). E’ stato adottato un legame<br />

costitutivo per il conglomerato armato implementato<br />

nel programma commerciale ad elementi finiti ALGOR.<br />

Il calcestruzzo armato è trattato come omogeneo con<br />

comportamento differente in trazione e compressione.<br />

Si adotta un modello di rottura “spalmato” dove la rottura<br />

per apertura delle fessure e la rottura per espulsione<br />

del calcestruzzo compresso sono simulate attraverso<br />

il degrado dell’elasticità in corrispondenza dei<br />

punti di integrazione invece che riportare fessure<br />

macroscopiche singole. Le fessurazioni possono manifestarsi<br />

su tre differenti piani ortogonali in corrispondenza<br />

di ogni punto di integrazione di ciascun elemento.<br />

Il numero di punti di integrazione è funzione della<br />

definizione dell’elemento. Il modello è studiato per un<br />

carico monotono (che aumenta o diminuisce, ma non<br />

subisce inversioni). Nel modello utilizzato, la rottura del<br />

calcestruzzo è considerata l’aspetto principale, ma<br />

anche la compressione in presenza di confinamento è<br />

ragionevolmente tenuta in conto.<br />

Si adotta un approccio “spalmato” anche per le armature<br />

di rinforzo. Si ipotizza che le armature siano distribuite<br />

“spalmate” su tutto l’intero elemento in misura<br />

proporzionale al volume dell’elemento. Il contributo<br />

delle armature fornisce un rinforzo al calcestruzzo nella<br />

direzione specificata. Il materiale per le armature segue<br />

un modello costitutivo di tipo elastoplastico con comportamento<br />

isotropo alla Von Mises. Si possono definire<br />

tre distinte direzioni per le armature.<br />

Al fine di una corretta definizione del modello costitutivo<br />

per il calcestruzzo non armato occorre specificare i<br />

valori che meglio descrivono la curva tensione-deformazione<br />

del calcestruzzo in compressione dopo il tratto<br />

elastico (Fig. 4 tratto dal punto 2 al punto 1).<br />

Mentre le coordinate del punto 2 sono il punto di limite<br />

elastico e quindi sono direttamente correlate al valore<br />

del Modulo di Young, la definizione delle coordinate<br />

del punto 1 viene tarata su base sperimentale.<br />

A tale scopo è stata utilizzata la relazione proposta in<br />

letteratura [4.] per comprovarne la rispondenza a<br />

descrivere le caratteristiche di un calcestruzzo C45/50,<br />

come quello utilizzato per il tegolo in esame.<br />

292 inarcos


Figura 4 - Comportamento teorico uniassiale del calcestruzzo<br />

non armato.<br />

Figura 5.a - Disposizione armatura trasversale prima della prova<br />

di carico.<br />

Figura 5.b - Particolare della ottimizzazione della disposizione<br />

dell’armatura trasversale.<br />

Figura 6 - (a) Collasso del tegolo per perdita di forma della<br />

sezione trasversale.<br />

Figura 6 - (b) Plasticizzazione dell’attacco dell’ala alla soletta di<br />

fondo.<br />

4<br />

La figura mostra un tipico comportamento uniassiale<br />

del calcestruzzo non armato. Quando il calcestruzzo<br />

viene caricato in compressione (punti 3-2-1) si comporta<br />

in modo elastico fino al raggiungimento del limite<br />

elastico (punto 2). La risposta del materiale si attenua e<br />

iniziano le deformazioni non reversibili. Dopo avere<br />

raggiunto il punto di crisi al picco dello sforzo (punto 1)<br />

il materiale si degrada, ma in teoria può ancora sopportare<br />

un certo carico. Questa attenuazione della<br />

compressione non viene modellata da ALGOR, e si considera<br />

che il calcestruzzo vada a rottura per compressione<br />

e non sia in grado di sopportare nessun altro carico<br />

oltre il raggiungimento di questo punto. Si assume<br />

che ogni ciclo di scarico prima della crisi sia in campo<br />

elastico e segua il Modulo di Young.<br />

6a<br />

5a<br />

6b<br />

5b<br />

Quando il calcestruzzo è caricato in trazione, si comporta<br />

elasticamente fino al raggiungimento dello sforzo<br />

di crisi (punto 4). Il comportamento in trazione dopo<br />

la crisi (tension softening) è di particolare importanza<br />

nella modellazione del trasferimento di carico attraverso<br />

le fessure (tension stiffening) nel calcestruzzo rinforzato<br />

con armature [03].<br />

La perdita di forma della sezione trasversale dovuta alle<br />

deformazioni subite dalle ali e la possibilità di plasticizzazione<br />

degli innesti delle ali alla soletta determina la<br />

riduzione improvvisa delle caratteristiche inerziali della<br />

sezione e si accompagna quindi alla rottura improvvisa<br />

dell’elemento.<br />

Di rilevante importanza è la disposizione delle armature<br />

trasversali che è stata modificata (Fig. 5) in ragione<br />

dell’esito della prima prova di carico (Fig. 6). Lo dimostrano<br />

le indagini sperimentali condotte per ottimizzare<br />

il posizionamento dell’armatura ordinaria delle ali<br />

che hanno evidenziato l’importanza della disposizione<br />

corretta delle armature a flessione trasversale delle ali<br />

inarcos 293


Figura 7- Modello agli e.f. del tegolo per lo studio del<br />

comportamento della sezione trasversale.<br />

Figura 8 - Principali caratteristiche geometriche del tegolo.<br />

Figura 9.a - Andamento delle deformazioni delle ali in funzione<br />

del carico durante la prova.<br />

Figura 9.b - Quadro fessurativo.<br />

Figura 9.c - Predisposizione del concio di prova.<br />

7<br />

Gli elementi tipo alare sono posti in opera parallelamente<br />

gli uni agli altri con un interasse non superiore a<br />

5.0 m. Il sistema costruttivo permette anche<br />

l’introduzione di coperture di tipo shed.<br />

Lo schema statico del tegolo è quello di trave semplicemente<br />

appoggiata agli estremi.<br />

L’elemento è caratterizzato da una sezione trasversale<br />

sottile aperta, composta da una soletta inferiore che<br />

contiene i trefoli per la precompressione, e da due ali<br />

simmetriche che terminano superiormente con due<br />

bulbi su cui appoggiano le strutture secondarie (Fig.8).<br />

La sezione trasversale del tegolo ha un ingombro orizzontale<br />

di 2.50 m e verticale di 0.85 m, e prevede un<br />

impiego su luci massime di 25 metri. I tegoli sono precompressi<br />

per mezzo di trefoli da 0.6” pollice, di numero<br />

variabile in funzione della luce.<br />

6.2. Prove di carico<br />

8<br />

per evitare crisi della sezione trasversale e conseguente<br />

collasso improvviso dell’elemento (Fig. 6).<br />

A tale scopo è stato realizzato un secondo prototipo<br />

parziale ed eseguita una prova sperimentale per indagare<br />

il comportamento flessionale dell’ala del tegolo e<br />

assicurare che la crisi avvenga per valori di carico superiori<br />

a quelli che la Normativa prescrive per la verifica<br />

allo stato limite ultimo dell’elemento nell’ipotesi di<br />

comportamento a trave.<br />

6.1. Principali caratteristiche geometriche<br />

Per collaudare il tegolo di copertura e confrontare i<br />

risultati sperimentali con quelli numerici al fine di validare<br />

il modello agli elementi finiti sono state condotte<br />

presso lo stabilimento della ITER Prefabbricati tre prove<br />

di carico volte ad indagare tutti gli aspetti di deformabilità<br />

e resistenza dell’elemento.<br />

La prima prova condotta nel luglio del 2006 prevedeva<br />

di caricare fino a rottura il tegolo per individuarne le<br />

modalità di collasso. La prova è stata condotta con il<br />

supporto del Laboratorio Prove Strutture del DISTART<br />

dell’Università degli Studi di Bologna.<br />

I carichi sono stati applicati mediante tre diversi dispositivi:<br />

a) riempimento con acqua di vasche a tenuta, realizzate<br />

all’interno del tegolo sfruttando la sua conformazione;<br />

(b) martinettti idraulici posti sul bordo della<br />

sezione; c) riempimento con ghiaia di vasche realizzate<br />

all’interno. Durante le prove sono state eseguite misure<br />

di spostamenti mediante livello ottico e comparatori<br />

meccanici centesimali.<br />

La prova ha evidenziato il sopraggiungere della crisi per<br />

perdita di forma della sezione trasversale con formazione<br />

di cinematismi in corrispondenza dell’attacco<br />

delle ali alla soletta.<br />

In tale ipotesi di crisi non può ritenersi attendibile al<br />

fine del dimensionamento del tegolo l’ipotesi di comportamento<br />

a trave longitudinale fino alla rottura per i<br />

carichi previsti da Normativa nella combinazione di<br />

Stato Limmite Ultimo.<br />

Si è quindi resa necessaria la riprogettazione dell’armatura<br />

trasversale per portare la capacità di resistenza<br />

flessionale delle ali sufficientemente oltre i valori massimi<br />

di sollecitazione raggiungibile alla base dell’ala per<br />

294 inarcos


9c<br />

9a<br />

i valori di carico che inducono alla crisi della sezione del<br />

tegolo nell’ipotesi di conservazione della forma.<br />

E’ stata quindi condotta una secondo prova nell’ ottobre<br />

del 2006 per collaudare la resistenza trasversale<br />

flessionale delle ali a seguito del perfezionamento delle<br />

armature.<br />

I carichi sulle sole ali sono stati applicati per incrementi<br />

successivi pari al 25% del carico di esercizio.<br />

Le evidenze sperimentali hanno dimostrato che la crisi<br />

avviene lato calcestruzzo con fessurazione in corrispondenza<br />

della sezione di attacco e per valori superiori<br />

a 2 volte i carichi previsti sulle ali nella condizione<br />

più gravosa (SLU con accumulo di neve 160 daN/mq)<br />

(Fig. 9).<br />

A completamento delle modifiche e ottimizzazioni effettuate<br />

è stata svolta una terza prova nel giugno 2007 su<br />

di un tegolo di vera grandezza (di luce 18,4m) caricato a<br />

cicli alterni di carico e scarico per verificarne la corrispondenza<br />

in campo elastico con i risultati delle analisi<br />

numeriche ed estrapolare dal modello di calcolo il comportamento<br />

a rottura dell’elemento precompresso.<br />

I carichi sono stati applicati per step successivi pari al<br />

25% del carico di esercizio mediante posizionamento<br />

di fasci di barre di acciaio adagiate sulle ali e la soletta<br />

in misura proporzionale alle aree di influenza di competenza.<br />

Per assicurare la distribuzione uniforme dei carichi sullo<br />

sviluppo longitudinale del tegolo ed evitare che gli scarichi<br />

avvenissero solo puntualmente per effetto della<br />

rigidezza dei fasci a causa di fenomeni di ingranamento<br />

tra le barre nervate, sono stati posizionati degli<br />

appoggi cedevoli su tutto lo sviluppo del tegolo a sostegno<br />

dei fasci.<br />

6.3. Confronti tra indagini sperimentali e numeriche<br />

9b<br />

Le prove di carico sono state simulate adottando i<br />

modelli agli elementi finiti sopra descritti.<br />

Nella simulazione numerica per seguire il più fedelmente<br />

possibile la sequenza delle sollecitazioni della<br />

struttura, i carichi sono stati applicati in un numero di<br />

fasi equivalente a quello corrispondente ai cicli di carico<br />

durante le prove: nella prima simulazione numerica<br />

si è considerato il tegolo di misura ridotta con applicati<br />

i soli carichi sulle ali, nella seconda condizione invece<br />

viene studiato un tegolo identico a quello sperimentato<br />

e le simulazioni di carico sono state estese oltre che<br />

agli step di carico della prova fino alla condizione di<br />

carico corrispondente alla combinazione di carico più<br />

inarcos 295


11<br />

di apertura delle ali e del valore del carico (verticale)<br />

totale applicato.<br />

Appare evidente, comunque, che i maggiori effetti<br />

della perdita di forma della sezione si verificano per<br />

carichi notevolmente superiori a quelli relativi alla vita<br />

in esercizio del tegolo, ovvero in corrispondenza di<br />

valori prossimi al collasso della struttura.<br />

La corrispondenza fra i quadri fessurativi rilevati nella<br />

prova a rottura su un concio prototipo e i regimi tensionali<br />

riscontrati nel modello numerico e tra le deformazioni<br />

misurate sul prototipo in scala reale e i risultati numerici<br />

delle simulazioni confermano la validità dell’analisi<br />

numerica e del comportamento strutturale del tegolo.<br />

10<br />

gravosa allo SLU . La Fig. 11 mostra le curve sperimentali<br />

e numeriche in termini di freccia massima in mezzeria<br />

in funzione del carico (verticale) totale applicato.<br />

Avendo ipotizzato nel modello numerico vincoli infinitamente<br />

rigidi agli appoggi, le letture sperimentali<br />

degli spostamenti verticali in corrispondenza della mezzeria<br />

del tegolo sono state depurate dai cedimenti vincolari.<br />

Dalla simulazione numerica della prova di carico<br />

fino a rottura si è osservato che, dopo una prima fase<br />

caratterizzata all’aumentare del carico da un corrispondente<br />

aumento elastico delle deformazioni (Fig. 7), si<br />

raggiungono i valori limite ammessi per le tensioni<br />

senza perdita di forma. Le cause del collasso della struttura<br />

sono imputabili alla crescita momento flettente in<br />

misura trascurabile ai fenomeni del secondo ordine<br />

connessi alla cosiddetta “perdita di forma della sezione”.<br />

Nelle Figg. 11-12 appaiono i grafici di confronto<br />

fra le curve sperimentali e quelle numeriche in termini<br />

7. CONCLUSIONI<br />

La seconda prova, per la quale è stato utilizzato un concio<br />

di dimensioni ridotte, ha evidenziato un efficace comportamento<br />

flessionale dell’elemento con il raggiungimento<br />

del collasso per valori di carico sensibilmente superiori a<br />

quelli previsti dalla Normativa per il raggiungimento della<br />

crisi allo Stato Limite Ultimo.<br />

Nell’ottica di una crisi controllata dell’elemento, che<br />

secondo la logica delle gerarchia delle resistenze consenta<br />

il sopraggiungere di cinematismi nelle ali solo a seguito<br />

della crisi longitudinale del tegolo, le prove svolte attestano<br />

la correttezza di una procedura di progettazione e<br />

dimensionamento fondata sull’analisi di un comportamento<br />

a trave con conservazione delle sezioni per i carichi<br />

previsti per la rottura allo Stato Limite Ultimo.<br />

I risultati sperimentali sono stati quindi confrontati con un<br />

modello agli elementi finiti in campo elastico e con una<br />

serie di modelli capaci di cogliere le non linearità (meccanica<br />

e geometrica) al fine di determinare una corrispondenza<br />

tra l’analisi numerica e l’evidenza sperimentale e<br />

convalidare l’utilizzo di un modello lineare per studiare il<br />

comportamento di questo tipo di manufatto.<br />

La messa a punto del modello numerico ha consentito<br />

quindi l’individuazione puntuale dello stato tensionale e<br />

296 inarcos


Figura 10 - Prova di carico in esercizio e strumentazione per il<br />

monitoraggio dei cedimenti.<br />

Figura 11 - Andamenti teorico e sperimentale delle freccia f di<br />

mezzeria al variare del carico totale applicato.<br />

Figura 12 - Aperture delle ali, confronto tra risultati<br />

sperimentali e valori calcolati numericamente.<br />

Figura 13.a - Risultati numerici relativi alle tensioni normali<br />

nella condizione di esercizio.<br />

Figura 13.b - Risultati numerici relativi alle tensioni per le<br />

condizioni di carico che portano alle prime fessurazioni (carico=<br />

2.5 Q(SLE)).<br />

12<br />

ha pertanto avvalorato la scelta di assumere la modellazione<br />

agli elementi finiti dell’elemento prefabbricato per<br />

definire i criteri e gli accorgimenti da assumere nella predisposizione<br />

delle armature in modo tale da annullare gli<br />

effetti fessurativi e studiare adeguatamente la risposta<br />

prestazionale dell’elemento di copertura.<br />

L’assenza di stati tensionali elevati allo stato limite di<br />

esercizio conferma le evidenze sperimentali e l’efficacia<br />

della soluzione costruttiva in termini di durabilità, così<br />

come la manifestazione di stati tensionali tali da indurre<br />

la crisi per valori di carico superiori a quelli della condizione<br />

di SLU validano la scelta progettuale effettuata<br />

e la correttezza della progettazione anche nell’ipotesi<br />

di comportamento a trave dell’elemento.<br />

7. BIBLIOGRAFIA<br />

13a<br />

13b<br />

[01] BELLUZZI O. - (1980), “Scienza delle Costru zioni”, Za -<br />

nichelli, Bologna.<br />

[02] BELLUZZI O. - (1933) “La stabilità dell’equilibrio delle<br />

volte a botte inflesse secondo le generatrici”, Ricerche<br />

di <strong>Ingegneri</strong>a.<br />

[03] ALGOR - (2008) “User’s Guide Version 23 (build 10).<br />

[04] ROSETTI R., BERTAGNOLI G., GARLONE G. - (2006),<br />

“Comportamento a rottura di plinto a pozzetto prefabbricato”,<br />

16° Congrezzo CTE Atti<br />

[05] COMITATO EUROPEO NAZIONALE - “Eurocodice 2.<br />

Progettazione delle strutture di calcestruzzo”.<br />

[06] C. CESTELLI GUIDI - “Cemento armato precompresso”.<br />

HOEPLI.<br />

[07] POZZATI P. CECCOLI C. - (1987), “Teoria e Tecnica delle<br />

Strutture”, Utet, Milano.<br />

[08] C.E.B./F.I.P. - (1982), “Manual on bending and compression”,<br />

Bulletin d’Information N. 141, Paris.<br />

[09] C.E.B./F.I.P. - (1977), “Manual of buckling and instability”,<br />

Bulletin d’Information N. 123, The Construction<br />

Press, Lancester.<br />

[10] SANTARELLA L. - (1992), “Il cemento armato”, 21a<br />

edizione, Ulrico Hoepli Editore, Milano.<br />

[11] PISANI M.A. - (1998), “Pre-stressing and Eurocode<br />

E.C.2”, Engineering Structures, Vol. 20, No 8.<br />

[12] COLLEPARDI M. – (1991), “Scienza e tecnologia del<br />

calcestruzzo”, Hoepli, Milano.<br />

[13] PCI - (1998), “Design Handbook”, Precast/Pre stres sed<br />

Concrete Insitute.<br />

[14] BENNET D. - (2005), “The art of precast concrete”,<br />

Birkhauser, Berlin.<br />

[15] LEONARDT MONNIG - “C.A. E C.A.P.” VOL.III ED.ETS.<br />

[16] M. A. CRISFIELD - (1991), “Non-linear Finite Element<br />

Analysis of Solids and Structures, Vol. 1: Essentials”, J.<br />

Wiley & Sons.<br />

■<br />

inarcos 297


®<br />

S.r.l.


Nuovo supermercato Coop&Coop<br />

San Lazzaro di Savena<br />

Monica Boldreghini<br />

Ingegnere<br />

Il nuovo supermercato Coop&Coop sorge al margine est<br />

del centro abitato di San Lazzaro di Savena, tra la via<br />

Poggi, la via Emilia e la via Martiri delle Foibe, su un’area<br />

di intervento di estensione complessiva pari a mq 17.429.<br />

Questa zona dell’abitato del comune di San Lazzaro di<br />

Savena è un’area di forte trasformazione urbanistica in<br />

parte già attuata e in parte ancora in via di attuazione.<br />

In quest’ambito di nuove esigenze insediative, nuovi<br />

spazi pubblici e trasformazione degli assetti viabilistici<br />

si colloca la nuova struttura di vendita alimentare e le<br />

relative opere di urbanizzazione, in conformità alle<br />

previsioni urbanistiche fissate dal Programma di<br />

Riqualificazione Urbana comunale.<br />

La progettazione dell’area di intervento, dunque, è<br />

partita dal livello di pianificazione urbanistica, per poi<br />

via via scendere al dettaglio esecutivo. Accanto alla progettazione<br />

del fabbricato e delle sue aree di pertinenza,<br />

infatti, si è svolta la progettazione della nuova viabilità,<br />

di parcheggi e verde pubblici.<br />

Il progetto è stato sottoposto a procedura di screening<br />

(verifica) ambientale (L.R. 9/99), cioè è stato corredato<br />

di una relazione relativa alla individuazione e descrizione<br />

degli impatti ambientali e sulla conformità del<br />

progetto alle previsioni in materia urbanistica, am -<br />

bientale e paesaggistica, con valutazione finale positiva<br />

da parte della amministrazione comunale.<br />

Il traffico indotto dall’intervento è stato valutato in uno<br />

scenario futuro in cui si sono supposti realizzati tutti gli<br />

interventi infrastrutturali previsti dall’amministrazione<br />

comunale e in corso di attuazione che potranno avere<br />

influenza sulla rete stradale interessata dall’intervento.<br />

Nel complesso la realizzazione del supermercato produrrà<br />

effetti sul traffico locale ampiamente compatibili<br />

con la capacità della rete dell’area di riferimento e con<br />

le condizioni di qualità ambientale dei tessuti urbani<br />

limitrofi. Infatti, l’assetto di progetto si inserisce in una<br />

buona dotazione di viabilità locale, il che consente di<br />

disporre di una rete di notevole capacità e ben strutturata<br />

e gerarchizzata, anche in vista di un significativo<br />

accrescimento delle funzioni urbane centrali.<br />

SOMMARIO<br />

Il progetto di questo nuovo edificio commerciale e delle<br />

relative aree esterne di pertinenza ed infrastrutture si<br />

inserisce nel Programma di Riqualificazione Urbana del<br />

Comune di San Lazzaro. I principali fattori che hanno indirizzato<br />

la progettazione sono: i flussi del traffico indotti e<br />

le politiche infrastrutturali programmate dall’amministrazione<br />

comunale, l’impatto acustico, la sicurezza idraulica,<br />

il contenimento dei consumi energetici, gli aspetti funzionali<br />

dell’attività.<br />

SUMMARY<br />

The design of this new commercial building and associated<br />

external adjunct areas and infrastructures, is part of<br />

the urban regeneration schemes of the City of San<br />

Lazzaro. The main factors that directed the project are:<br />

induced traffic flows and infrastructure policies planned<br />

by the local council, the noise impact, the hydraulic safety,<br />

minimizing energy consumption, the functional aspects of<br />

the commercial activity.<br />

1<br />

inarcos 301


5<br />

2<br />

3<br />

302 inarcos<br />

4<br />

Inoltre, la realizzazione del nuovo supermercato e relative<br />

opere di urbanizzazione si inserisce nell’ambito delle<br />

politiche infrastrutturali programmate dall’amministrazione<br />

comunale, che tendono al potenziamento degli<br />

accessi al territorio da nord e all’esclusione del traffico<br />

pesante dalle aree centrali, con l’obiettivo di scaricare la<br />

via Emilia da una impropria funzione di canale di traffico<br />

di distribuzione e attraversamento, e di eliminare le situazioni<br />

di sovraccarico della rete locale.<br />

Per quanto riguarda gli incrementi di traffico indotti<br />

sulla viabilità locale, risultano essere compatibili anche<br />

con le condizioni di qualità dell’aria del tessuto urbano<br />

limitrofo, beneficiando degli interventi di realizzazione<br />

di capienti parcheggi pubblici e di pertinenza del supermercato<br />

e di realizzazione della rotatoria via Emilia –<br />

via Poggi che ha reso il traffico più fluido.<br />

Dal punto di vista del rumore, anche nei tratti stradali<br />

maggiormente interessati da flussi di traffico (via Emilia<br />

tra via Poggi e via Martiri delle Foibe e via Poggi), gli incrementi<br />

del livello sonoro si manterranno entro i limiti di<br />

classe della zonizzazione acustica comunale (classe IV).<br />

A tutela del nuovo insediamento residenziale in fase di<br />

attuazione a nord del supermercato, in adiacenza con il<br />

piazzale di scarico merci, interessato oltre che dal transito<br />

dei camion fornitori, anche dalla sosta degli stessi e<br />

dalle operazioni di scarico merci, è stata realizzata una<br />

barriera fonoassorbente di altezza pari a circa ml 6,00,<br />

in modo tale da assicurare, con sufficiente margine di<br />

sicurezza, un delta inferiore al limite di legge dei 5 dBA<br />

rispetto al livello di rumore ambientale della zona.<br />

L’area di pertinenza dell’intervento rientra nella fascia<br />

di tutela delle acque dell’Idice, di conseguenza il tema<br />

della sicurezza idraulica ha rappresentato un elemento<br />

significativo del progetto. La realizzazione rispetta i<br />

limiti normativi riguardo alla percentuale di suolo<br />

impermeabilizzato, inoltre, all’interno del lotto è stata<br />

realizzata una vasca interrata per la laminazione delle<br />

acque meteoriche. Il volume della vasca è stato progettato<br />

assumendo un invaso di mc 500 per ogni ettaro di<br />

superficie impermeabilizzata: poiché nel progetto


In apertura:<br />

1 - Simulazione tridimensionale del progetto.<br />

In queste pagine:<br />

2 - Stralcio del Masterplan del Programma di Ristrutturazione<br />

Urbana del Comune di San Lazzaro.<br />

3 - Planimetria dell’intervento.<br />

4 - Pianta parcheggio interrato.<br />

5 - Simulazione acustica con individuazione delle sorgenti<br />

e dei bersagli.<br />

6 - Scorcio del prospetto principale (ovest).<br />

7 - Prospetto Ovest: bussola di ingresso – uscita prospiciente<br />

il parcheggio.<br />

8 - Bussola di ingresso – uscita.<br />

9 - Prospetto Est: zona scarico merci.<br />

6<br />

7<br />

l’area impermeabilizzata è pari a mq 13.200, il volume<br />

di invaso per la vasca di laminazione è pari a mc 660. Il<br />

dimensionamento dei condotti di uscita si è basato sul<br />

calcolo della portata che defluisce dal terreno nelle condizioni<br />

attuali.<br />

8 9<br />

Dunque, nella progettazione dell’insediamento molti<br />

sono stati gli aspetti che hanno condizionato e impostato<br />

la composizione planimetrica e volumetrica del<br />

complesso: l’accessibilità rispetto alla viabilità esistente<br />

e di previsione, nonché l’analisi dei flussi veicolari, il<br />

contenimento dei consumi energetici, gli aspetti funzionali<br />

dell’attività svolta.<br />

L’edificio commerciale ha una superficie utile pari a mq<br />

3.777 con un’area di vendita di mq 2.495. I parcheggi<br />

pertinenziali per i clienti sono costituiti da 218 posti<br />

auto nel parcheggio coperto interrato e 94 posti auto<br />

nel parcheggio esterno antistante l’edificio. Inoltre<br />

l’area scarico merci recintata ha una superficie pari a<br />

circa mq 1.640.<br />

Gli accessi ai parcheggi pertinenziali del supermercato<br />

sono situati su via Martiri delle Foibe. Dal parcheggio a<br />

raso si accede al parcheggio interrato per mezzo di una<br />

rampa di entrata e una di uscita.<br />

L’accesso dei mezzi dei fornitori afferenti alla riserva<br />

merci è previsto da via Poggi in ingresso e verso via<br />

Martiri delle Foibe in uscita, così da non gravare sulla<br />

via Emilia.<br />

Al piano interrato si trovano anche diversi locali tecinarcos<br />

303


10<br />

11<br />

nici, nonché vani scala per uscite di sicurezza e<br />

ascensore e tappeti mobili per l’accesso al piano<br />

terra.<br />

Al piano terra si trova l’area di vendita, a cui il pubblico<br />

accede dall’esterno attraverso una grande bussola<br />

12<br />

di ingresso e dall’autorimessa interrata attraverso tappeti<br />

mobili e ascensore.<br />

In area vendita, in prossimità della barriera casse, si<br />

trovano il box prestito soci, l’area sosta clienti con<br />

macchine distributrici di bevande, lo spazio dedicato<br />

al servizio “Ausilio” per la consegna a domicilio della<br />

spesa ai soci disabili o non autosufficienti e i servizi<br />

igienici per il pubblico.<br />

Nella progettazione del layout dell’edificio, così come<br />

nella scelta delle finiture, si è tenuto conto delle esigenze<br />

funzionali, nonché di tutte le disposizioni normative<br />

igienico-sanitarie dettate da una attività lavorativa<br />

di vendita al dettaglio di generi alimentari.<br />

Lungo i lati nord e est, cioè verso il piazzale di scarico<br />

merci, sono disposti i reparti panificazione, orto-frutta,<br />

gastronomia, latticini e salumi, pesce, carni, e la ri -<br />

ser va merci.<br />

Al primo piano sono situati i servizi igienici per il personale,<br />

gli spogliatoi e altre centrali tecnologiche. Sulla<br />

copertura sono posizionati diversi impianti, nonché pannelli<br />

fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.<br />

Il fabbricato è stato realizzato con struttura (pilastri,<br />

travi, tegoli) in cemento armato prefabbricato.<br />

13 14<br />

304 inarcos


In queste pagine:<br />

10 - Copertura: impianto fotovoltaico.<br />

11 - Copertura: impianti catena del freddo ed evacuatori di<br />

fumo e di calore.<br />

12 - Fase di realizzazione della copertura metallica.<br />

13 - Completamento di copertura e vetrate della bussola di<br />

ingresso - uscita.<br />

14 - Fase di montaggio di travi e pilastri prefabbricati.<br />

15 - Fase di montaggio della scala metallica di accesso alla<br />

copertura e relativo tamponamento.<br />

16 - Fase di montaggio del tamponamento della scala metallica<br />

e degli impianti sulla copertura.<br />

17 - Fase di finitura interna della bussola di ingresso – uscita<br />

dove si trovano i tappeti mobili per l’accesso al parcheggio<br />

coperto.<br />

15<br />

Il volume compatto è articolato sul lato est, dove si<br />

trova la tettoia di scarico merci del magazzino e il<br />

primo piano con servizi e centrali, che aggetta rispetto<br />

al piano terra creando un portico, e sul lato ovest<br />

dove una grande pensilina copre le bussole d’ingresso;<br />

inoltre, anche il lato nord è protetto da una pensilina<br />

di copertura.<br />

L’attenzione mirata alla riduzione dei consumi energetici<br />

ha guidato il progetto verso le seguenti scelte<br />

tecniche e impiantistiche:<br />

– l’illuminazione naturale dello spazio di vendita è assicurata<br />

dai micro-shed di copertura e da alcune grandi<br />

16<br />

vetrate verticali disposte sulla facciata sud. Per evitare<br />

l’eccessivo irraggiamento diretto sulla merce esposta,<br />

gli infissi sui micro-shed sono rivolti verso nord, mentre<br />

le finestre verticali a sud sono schermate all’esterno con<br />

grandi pannelli inclinati costituiti da telai con lamiera<br />

stirata in modo da ombreggiare senza oscurare;<br />

– il fabbricato è stato realizzato (seppur appaltato nel<br />

2008) con caratteristiche di coibenza termica estremamente<br />

elevate, rispondenti a requisiti di norma che<br />

diverranno obbligatori soltanto nel 2010;<br />

17<br />

inarcos 305


Anno: 2008-2009<br />

Localizzazione: San Lazzaro di Savena (BO)<br />

Tipologia: edificio commerciale – grande struttura di vendita<br />

Progettazione e direzione lavori edili:<br />

Tecnopolis soc. coop.<br />

Progetto integrale e coordinamento :<br />

Ing. Giorgio Boldreghini<br />

Architettura e infrastrutture:<br />

Ing. Monica Boldreghini<br />

Arch. Paolo Cattelan<br />

Ing. Alessandro Giuliani<br />

Strutture:<br />

Ing. Alessandro Cotti<br />

Prevenzione incendi:<br />

P.I. Davide Gambini (Polis Impianti s.r.l.)<br />

Coordinamento sicurezza progettazione e esecuzione:<br />

Ing. Francesco Ferri<br />

Direzione lavori:<br />

Ing. Giorgio Boldreghini, Ing. Monica Boldreghini<br />

(opere edili)<br />

Ing. Alessandro Cotti (opere strutturali)<br />

Progettazione e direzione lavori impianti elettrici:<br />

P.I. Andrea Pansecchi<br />

Progettazione e direzione lavori impianti meccanici:<br />

Ing. Sergio Beltrami<br />

Committente:<br />

Coop Adriatica s.c.a r.l.<br />

18<br />

Responsabile dell’investimento per il committente:<br />

geom. Rosario Calà<br />

Imprese:<br />

Impresa generale: C.C.C. soc. coop.<br />

Opere edili: Cesi soc. coop.<br />

Opere impianti elettrici: Cariiee soc. coop.<br />

Opere impianti meccanici: Idrotermica soc. coop.<br />

Opere di ambientazione e arredi supermercato: Cnc s.r.l.<br />

Opere a verde: Arcadia impianti s.a.s.<br />

Fornitori:<br />

Impianto catena freddo: Costan s.p.a.<br />

Impianto fotovoltaico: Busi Impianti s.p.a.<br />

Infissi: Ponzi<br />

Strutture metalliche: Olvi Sistemi s.r.l.<br />

Ascensori scale mobili: Otis<br />

Barriera fonoassorbente: Matis Insonorizzazioni s.r.l.<br />

Pavimentazioni esterne: Magnetti<br />

Infissi tagliafuoco: Ninz s.p.a.<br />

Pavimenti e rivestimenti: Casalgrande Padana s.p.a.<br />

Pavimenti industriali: Pavital s.r.l.<br />

Prefabbricati: Tesi System<br />

Isolamenti: Knauf<br />

Dirigente area gestione territorio del Comune di San<br />

Lazzaro di Savena:<br />

Ing. Attilio Diani<br />

Funzionario settore sviluppo del territorio del Comune<br />

di San Lazzaro di Savena:<br />

Arch. Angelo Premi<br />

20<br />

19<br />

– costruzione del manto impermeabilizzante del<br />

coperto quasi integralmente con materiale riciclabile<br />

(lamiere di alluminio);<br />

– vetrate esterne a bassa trasmittanza;<br />

– installazione di 425 moduli di pannelli fotovoltaici<br />

integrati alla copertura del magazzino per auto-consumo.<br />

Nell’affrontare l’aspetto estetico da dare al fabbricato<br />

si è tenuto conto del contesto in cui lo stesso, pur<br />

essendo un edificio “tipologicamente” piuttosto<br />

moderno, andrà inserito, senza per questo prescindere,<br />

ovviamente, da considerazioni di tipo funzionale.<br />

Naturalmente un edificio commerciale non può non<br />

avere un’immagine “forte”, e questo non soltanto per<br />

le dimensioni del manufatto, ma anche e soprattutto<br />

306 inarcos


In queste pagine:<br />

18 - Fase di realizzazione del massetto in zona banconi di<br />

vendita.<br />

19 - Fase di realizzazione del massetto in zona barriera casse.<br />

20 - Parcheggio coperto.<br />

21 - Scorcio Prospetto Ovest.<br />

22 - Prospetto Ovest – angolo Sud-Ovest.<br />

23 - Prospetti Est – Nord: zona scarico merci.<br />

24 - Angolo Sud – Est: Schermatura scala metallica.<br />

25 - Scorcio prospetto Sud: schermature impianti in copertura.<br />

21<br />

22<br />

per le logiche commerciali che impongono, come<br />

prima caratteristica per un edificio di questo tipo, di<br />

essere un forte richiamo visivo.<br />

Si è quindi optato per l’uso di pannelli prefabbricati<br />

con finitura superficiale in matrice a finte fughe di<br />

color cotto per i prospetti principali, cioè su area pubblica,<br />

cercando di recuperare la potenzialità del “mattone”<br />

come rivestimento delle facciate esterne ma<br />

riletta in chiave moderna e tecnologica.<br />

A sottolineare invece l’aspetto commerciale del progetto,<br />

sono presenti all’esterno numerosi elementi<br />

“tecnologici”, quali la grande copertura-pensilina<br />

24<br />

23 25<br />

inarcos 307


In queste pagine:<br />

26 - Scorcio prospetto Sud: pannello in lamiera stirata.<br />

27 - Scorcio prospetto Sud: pannello in lamiera stirata<br />

con funzione di frangisole.<br />

26<br />

sugli ingressi principali, i pannelli in lamiera stirata che<br />

schermano gli infissi sul prospetto sud e i pannelli a<br />

lamelle orizzontali che mascherano la scala di accesso<br />

al coperto e gli impianti posti nell’angolo sud-est del<br />

fabbricato.<br />

Questa combinazione di riferimenti locali ed elementi<br />

“tecnologici” crea l’immagine forte ricercata, sottolineata<br />

anche dal forte “segno” della pensilina d’in -<br />

gresso.<br />

I fronti secondari sono anch’essi articolati grazie alle<br />

27<br />

grandi pensiline che coprono le aree di carico e scarico,<br />

il portico che corre lungo il lato est e la maggiore<br />

altezza dello stesso fronte. Per questi fronti sono stati<br />

utilizzati pannelli prefabbricati di color blu-grigio con<br />

una finitura superficiale liscio fondocassero e profonde<br />

scanalature orizzontali di passo costante che creano<br />

una maglia rettangolare stabilendo inoltre le<br />

dimensioni degli infissi.<br />

Le lattonerie, le pensiline di servizio, i pannelli in<br />

lamelle orizzontali e lamiera stirata e gli infissi esterni<br />

in alluminio sono di colore grigio argento, mentre la<br />

copertura sugli ingressi è rivestita in lastre di rame stagnato<br />

color grigio opaco.<br />

La realizzazione degli spazi sia esterni che interni all’edificio<br />

è stata finalizzata all’eliminazione delle barriere<br />

architettoniche, garantendo l’accessibilità a pubblico<br />

e addetti.<br />

La principale difficoltà organizzativa del cantiere è<br />

stata rappresentata dai tempi di realizzazione richiesti<br />

per l’opera e dal coordinamento delle numerose<br />

attività e imprese in compresenza. Dopo un primo<br />

periodo dall’inizio dei lavori (Maggio 2008) impiegato<br />

per demolizioni, accantieramento, indagini archeologiche<br />

e scavi, le opere di realizzazione delle fondazioni<br />

e delle opere in elevazione, iniziate nel Luglio 2008,<br />

si sono concluse con il “fuori acqua” complessivo nel<br />

Giugno 2009. Ulteriori 4 mesi sono stati necessari per<br />

le opere di completamento e di finitura.<br />

■<br />

308 inarcos


Riduzione dei consumi del 30%<br />

Il segreto sta nell’inerzia termica<br />

E la ricerca lo dimostra*<br />

Il confronto in termini di prestazioni energetiche e condizioni di benessere abitativo tra<br />

due edifici identici – uno bioclimatico in muratura pesante l’altro con pareti e solai<br />

leggeri – ha dimostrato che, pur con identici valori di trasmittanza termica, il fabbisogno<br />

energetico per il riscaldamento dell’edificio in muratura pesante è inferiore del 30%.<br />

E questo grazie all’inerzia termica delle pareti pesanti, come quelle in blocchi Alveolater ® e<br />

Alveolater ® Bio Stabila, che sono dotate non solo di elevate qualità isolanti, ma anche di una<br />

massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, smorzando i picchi della<br />

temperatura esterna e differendoli nel tempo. L’inerzia termica, dimostra la ricerca,<br />

esalta le prestazioni energetiche delle pareti tanto in inverno quanto e<br />

soprattutto d’estate, creando le migliori condizioni di benessere<br />

abitativo con una drastica riduzione dei consumi energetici,<br />

sia per il riscaldamento che per il raffrescamento.<br />

Soddisfa i<br />

valori per l’anno<br />

2010<br />

dei decreti<br />

192/2005<br />

311/2006<br />

Blocchi Alveolater ® Stabila 38. Scheda di valutazione termoigrometrica<br />

Parete in blocchi Alveolater ® Stabila 38 (1)<br />

• spessore complessivo cm 41,5<br />

Trasmittanza U (2)<br />

0,33 W/m 2 K<br />

interno<br />

esterno<br />

Peso parete 415 kg/m 2<br />

Potere fonoisolante 54 dB<br />

Resistenza al fuoco R.E.I. min. 180<br />

1,5<br />

38<br />

41,5<br />

2<br />

(1) Posti in opera con malta termica e intonaco isolante.<br />

(2) Valore determinato sulla base della norma Uni En 1745:2005.<br />

Alla verifica di Glaser la parete non forma condensa.<br />

Consigli e soluzioni per la progettazione<br />

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Ricerca Analisi delle prestazioni termiche dell'involucro in laterizio valutate in regime dinamico nel sistema edificio in un contesto climatico mediterraneo patrocinata dal Consorzio Alveolater ® e dal Dipartimento di architettura e pianificazione territoriale dell'Università<br />

di Bologna. La ricerca ha confrontato le prestazioni energetiche e le condizioni di benessere abitativo di un edificio in muratura “pesante” realizzato secondo criteri bioclimatici e di uno “leggero”. L'analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta<br />

mediante simulazione in regime dinamico (Energy plus) e con l'ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, Edilclima, EcoDomus). Il progetto dell’edificio è dello Studio Ricerca & Progetto, Mingozzi, Galassi e Associati in Bologna.


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dall’ISTITUTO DI ISTRUZIONE<br />

PROFESSIONALE EDILE<br />

Cecilia Alessandrini<br />

Nuovi seminari per professionisti ed imprese<br />

sulla nuova Direttiva Macchine e il nuovo Sistema di Controllo<br />

della Tracciabilità dei Rifiuti (SISTRI)<br />

L’Istituto di Istruzione Pro -<br />

fessionale per lavoratori edili<br />

di Bologna propone per il<br />

mese di Giungo due importanti<br />

seminari rivolti ai professionisti<br />

e alle imprese.<br />

Seminario sulla nuova di -<br />

rettiva macchine<br />

Il 14 Giugno dalle 16,00 alle<br />

20,00 presso l’Aula Magna di<br />

IIPLE in via del Gomito 7 si<br />

terrà un seminario informativo<br />

rivolto in particolare ai<br />

professionisti che operano nel<br />

cantiere sul reperimento al -<br />

l’interno del D.Lgs. 27 gennaio<br />

2010 n. 17 sulla “nuova<br />

direttiva macchine”. Il de -<br />

creto è già in vigore e riguarda le<br />

macchine o componenti di sicurezza<br />

già immessi sul mercato o già in servizio<br />

alla data di entrata in vigore del<br />

decreto stesso.<br />

Il decreto prevede che “tutte le macchine<br />

propriamente dette (si intende<br />

per macchine un insieme equipaggiato<br />

o destinato ad essere equipaggiato<br />

di un sistema di azionamento<br />

diverso dalla forza umana o animale<br />

diretta, composto di parti o di componenti,<br />

di cui almeno uno mobile,<br />

collegati tra loro solidamente per<br />

un’applicazione ben determinata)<br />

immesse sul mercato o modificate<br />

nel le modalità di utilizzo e nelle prestazioni,<br />

dopo il 6 marzo, data di in -<br />

gresso in vigore di questo decreto,<br />

de vono soddisfare le pertinenti disposizioni<br />

del D.Lgs. n. 17/2010 e de -<br />

vono conseguentemente riportare su<br />

di esse la marcatura CE ai sensi dell’allegato<br />

III: i prodotti non rispondenti<br />

ai nuovi requisiti non possono<br />

essere immessi sul mercato.<br />

L’argomento è di grande attualità an -<br />

che per l’edilizia e questo seminario<br />

offre la possibilità di approfondire le<br />

novità introdotte da questa nuova disposizione<br />

mettendola anche in rapporto<br />

con il Testo Unico sulla sicurezza.<br />

Il seminario sarà tenuto dall’Ing. Paolo<br />

Capelli docente del Corso di Laurea in<br />

Scienza e Tecnologia del Packaging<br />

dell’Università di Parma.<br />

Seminario sul nuovo sistema di<br />

controllo e tracciabilità dei rifiuti<br />

Il 16 Giugno dalle 17,00 alle 20,00<br />

presso l’Aula Magna di IIPLE in via del<br />

Gomito 7 si terrà un seminario informativo<br />

rivolto in particolare alle im -<br />

prese sul nuovo sistema di controllo<br />

del la tracciabilità dei rifiuti ( SISTRI).<br />

Il SISTRI (Sistema di controllo della<br />

tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009<br />

su iniziativa del Ministero dell’Am bien te<br />

e della Tutela del Territorio e del Mare<br />

nel più ampio quadro di in novazione e<br />

modernizzazione della Pub blica Ammi -<br />

ni strazione per permettere l’informa -<br />

tiz zazione dell’intera filiera<br />

dei rifiuti speciali a livello<br />

nazionale. Il Sistema semplifica<br />

le procedure e gli adempimenti<br />

riducendo i costi<br />

sostenuti dalle imprese e<br />

gestisce in modo innovativo<br />

ed efficiente un processo complesso<br />

e variegato con garanzie<br />

di maggiore trasparenza,<br />

conoscenza e prevenzione<br />

dell’illegalità.<br />

I vantaggi per lo Stato, derivanti<br />

dall’applicazione del<br />

SISTRI, saranno quindi molteplici<br />

in termini di legalità,<br />

preven zione, trasparenza, ef -<br />

ficienza, semplificazione nor -<br />

mativa, mo dernizzazione. I benefici ri -<br />

cadranno anche sul sistema delle im -<br />

prese.<br />

Una più corretta gestione dei rifiuti<br />

avrà, infatti, vantaggi sia in termini di<br />

riduzione del danno ambientale, sia di<br />

eliminazione di for me di concorrenza<br />

sleale tra imprese, con un impatto<br />

positivo per tutte quelle che, pur sopportando<br />

costi maggiori, operano nel<br />

rispetto delle regole. Il seminario sarà<br />

tenuto dal Dott. Sauro Sacchetti del<br />

Servizio Rifiuti e Bonifica Siti della Di -<br />

rezione Generale Ambiente e Difesa<br />

del Suolo e della Costa della REGIONE<br />

EMILIA-ROMAGNA<br />

I due seminari hanno un costo di 75€+<br />

IVA ciascuno ma qualora si intenda<br />

partecipare ad entrambi i seminari<br />

sarà applicato un prezzo scontato di<br />

100€ + IVA in totale.<br />

Per maggiori informazioni su questi<br />

seminari offerti da IIPLE contattare la<br />

segreteria all’indirizzo info@edili.com o<br />

telefonare al numero verde 800 –<br />

491214 o visitare il sito www.edili.com<br />

inarcos 315


EFFICIENZA ENERGETICA e certificazione<br />

Certificazione Energetica:<br />

quadro nazionale e zoom su Puglia e Toscana<br />

di Milena Vizzarri, Sonia Subazzoli<br />

Il tema della certificazione energetica,<br />

tanto caro a questa rubrica, è ormai<br />

operativo da tempo in diverse regioni,<br />

tra cui l’Emilia Romagna. Il quadro<br />

nazionale resta tuttavia un puzzle in<br />

costante evoluzione, sia per le continue<br />

novità legislative che per gli aspetti più<br />

operativi; a un paio d’anni dal nostro<br />

ultimo articolo “panoramico” che fotografava<br />

la situazione nelle varie regioni<br />

in attesa delle linee guida nazionali<br />

(vedi n° 690) vediamo cos’è accaduto<br />

con l’uscita di quest’ultime, la scorsa<br />

estate. Riportiamo una breve sintesi<br />

sullo stato dell’arte a livello nazionale e<br />

regionale, focalizzandoci poi su due<br />

delle regioni che da poco hanno legiferato<br />

in materia, introducendo interessanti<br />

elementi di novità: la Puglia e la<br />

Toscana.<br />

IL QUADRO NAZIONALE<br />

A livello nazionale la certificazione<br />

energetica è quasi operativa dall’estate<br />

2009; il quasi è dovuto al fatto che<br />

le scorsa estate sono usciti due dei tre<br />

decreti attuativi del D.Lgs. 19 Agosto<br />

2005 n.192 e ss.mm.ii., attesi dall’ottobre<br />

2005. Questi due decreti sono:<br />

DPR n. 59 del 2 Aprile 2009, Regolamento<br />

di attuazione del D.Lgs. 192/2005;<br />

DM 26 Giugno 2009, Linee guida nazionali<br />

per la certificazione energetica<br />

degli edifici.<br />

Il terzo decreto attuativo atteso, ancora<br />

mancante, riguarda i requisiti professionali<br />

e i criteri di accreditamento dei<br />

certificatori: a livello nazionale non è<br />

definito in modo univoco chi può fare il<br />

certificatore e non vi è un elenco ufficiale<br />

di riferimento.<br />

Come specificato nel DM 26 Giugno<br />

2009, poiché spetta alle regioni legiferare<br />

in materia di energia le linee guida<br />

316 inarcos<br />

si applicano solo per quelle che non<br />

abbiano ancora provveduto ad adottare<br />

propri strumenti di certificazione<br />

energetica degli edifici, e comunque<br />

sino alla data di entrata in vigore degli<br />

strumenti regionali.<br />

Al momento diverse regioni italiane<br />

applicano la normativa nazionale,<br />

in mancanza di leggi proprie: Ve -<br />

neto, Abruzzo, Molise, Campania, Ca -<br />

labria, Sicilia e Sardegna (in giallo nella<br />

cartina).<br />

Alcune regioni, pur facendo riferimento<br />

alle disposizioni nazionali per quanto<br />

riguarda il settore specifico della certificazione<br />

energetica, hanno elaborato dei<br />

sistemi di valutazione della sostenibilità<br />

ambientale degli edifici aderendo<br />

o rifacendosi al Protocollo ITACA: La -<br />

zio, Umbria, Marche, Friuli Venezia<br />

Giulia, Basilicata e Valle d’Aosta (in arancione<br />

chiaro nella cartina).<br />

Il Protocollo ITACA, che sarà a breve<br />

oggetto di approfondimento in questa<br />

rubrica, prevede una serie di criteri per<br />

la valutazione energetico-ambientale<br />

degli edifici e viene sviluppato da un<br />

gruppo di lavoro interregionale.<br />

Alle regioni e alle province autonome<br />

che hanno già proprie leggi regionali in<br />

materia di certificazione energetica<br />

viene richiesto un graduale ravvicinamento<br />

dei propri provvedimenti<br />

alle Linee guida nazionali, per evitare<br />

che da regione a regione si applichino<br />

criteri diversi e non confrontabili; è<br />

prevista anche l’istituzione di un Ta -<br />

volo di confronto e coordinamento<br />

tra stato e regioni, ancora solo accennato<br />

nelle Linee guida nazionali, proprio<br />

per garantire la massima omogeneizzazione<br />

delle procedure di certificazione<br />

energetica sul territorio nazionale.<br />

Ad oggi le Regioni che hanno già definito<br />

proprie procedure di certificazione<br />

energetica, più o meno vicine a quelle<br />

nazionali (in arancione scuro nella cartina),<br />

sono:<br />

• Lombardia (www.cened.it): la prima<br />

regione a introdurre l’obbligo della certificazione<br />

energetica, dal 1 Settembre<br />

2007, con la DGR 5018/2007. La delibera<br />

regionale è stata aggiornata più<br />

volte, così come la procedura di calcolo<br />

attualmente contenuta nel decreto n.<br />

5796 del Giugno 2009.<br />

• Emilia Romagna (www.regio ne.emi -<br />

lia-romagna.it/energia): DAL 156/08 en -<br />

trata in vigore il 1 Luglio 2008; è già stata<br />

approvata una proposta di modifica della<br />

delibera (DGR 139/2010) per uniformarla<br />

alle Linee guida nazionali.<br />

• Liguria (www.ambienteinliguria.it,<br />

sezione energia): Regolamento regionale<br />

n.1 del 22 Gennaio 2009.<br />

• Piemonte (www.sistemapiemon te.it/<br />

ambiente/sicee): DGR 43-11965/ 2009<br />

en trata in vigore il 1 Ottobre 2009; Si -<br />

stema Informativo per la Certifica zione<br />

Energetica degli Edifici (SICEE) che<br />

gestisce telematicamente l’iter che va<br />

dall’accreditamento del certificatore<br />

alla gestione del certificato.<br />

• Provincia autonoma di Bolzano<br />

(www.agenziacasaclima.it): certificato<br />

CasaClima da DPP n.34 del 29 Set -<br />

tembre 2004; nell’ottica di un ravvicinamento<br />

alle Linee guida nazionali è<br />

stato emanato il DPP n.1969 del 27<br />

luglio 2009 che introduce l’energia primaria.<br />

• Provincia autonoma di Trento<br />

(www.odatech.it): DPP n.11-13/Leg del<br />

13 Luglio 2009, sistema di accreditamento<br />

dei certificatori gestito da un<br />

organismo di abilitazione, Odetech, in<br />

via di attuazione.


Confronto fra la situazione nazionale in<br />

materia di certificazione energetica degli<br />

edi fici al 2008 e ad oggi:<br />

• in arancione scuro le regioni con normative<br />

regionali specifiche, pienamente operative<br />

in materia di certificazione energetica;<br />

• in arancione chiaro le regioni che applicano<br />

le Linee guida nazionali per la certificazione<br />

energetica ma che hanno legiferato<br />

in materia di sostenibilità ambientale;<br />

• in giallo le regioni che applicano le Linee<br />

guida nazionali in assenza di propri provvedimenti.<br />

Le ultime Regioni ad aver legiferato in<br />

materia sono la Puglia e la To scana,<br />

per le quali riportiamo di seguito un<br />

breve riepilogo delle re centi novità in<br />

materia di certificazione energetica.<br />

REGIONE PUGLIA<br />

La Regione Puglia ha recentemente<br />

legiferato in materia di certificazione<br />

energetica con il Regolamento Re -<br />

gionale n.10 del 10 Febbraio 2010. Il<br />

Regolamento rimanda sostanzialmente<br />

alle Linee guida nazionali sia per il calcolo<br />

della prestazione energetica degli<br />

edifici che per lo schema dell’attestato<br />

di certificazione energetica. Il sito di<br />

riferimento per i certificatori pugliesi è<br />

www.sistema.puglia.it : dal 12 Aprile<br />

è attiva la procedura telematica che<br />

permetterà ai professionisti di essere<br />

accreditati dalla Regione Puglia e inseriti<br />

nell’Elenco Regionale dei Cer ti -<br />

ficatori Energetici.<br />

I soggetti accreditati al rilascio dell’attestato<br />

di certificazione energetica<br />

sono i tecnici operanti come dipendenti<br />

di enti pubblici o di società di servizi<br />

pubbliche o private, i liberi professionisti<br />

e i professionisti associati, gli energy<br />

manager, gli Enti pubblici e gli organismi<br />

di diritto pubblico. La Regione<br />

Puglia richiede di avere un’esperienza<br />

almeno triennale in almeno due delle<br />

seguenti attività: progettazione dell’isolamento<br />

termico degli edifici, progettazione<br />

di impianti di climatizzazione<br />

invernale ed estiva, gestione energetica<br />

di edifici ed impianti, certificazione e<br />

diagnosi energetica. In alternativa prevede<br />

specifici corsi di formazione della<br />

durata minima di 80 ore, con contenuti<br />

definiti dallo stesso Regolamento<br />

all’art.11.<br />

re di un’azienda terza, in una delle se -<br />

guenti attività:<br />

– progettazione dell’edificio o di qualsiasi<br />

impianto tecnologico in esso presente;<br />

– costruzione dell’edificio o di qualsiasi<br />

impianto tecnologico in esso presente;<br />

– amministrazione dell’edificio;<br />

– fornitura di energia per l’edificio;<br />

– gestione e/o manutenzione di qualsiasi<br />

impianto presente nell’edificio;<br />

– funzione di responsabile del servizio<br />

di prevenzione e protezione ai sensi del<br />

D.Lgs. n. 81/08;<br />

– funzione di coordinatore per la progettazione<br />

e per l’esecuzione dei lavori<br />

ai sensi del D.Lgs. n. 81/08;<br />

– funzione di direzione lavori.<br />

La Regione Puglia prevede l’istituzione<br />

di un catasto regionale per le certificazioni<br />

energetiche e di un sistema<br />

di controlli, avvalendosi anche di<br />

esperti qualificati o di organismi esterni,<br />

per verificare la correttezza e competenza<br />

degli attestati di certificazione<br />

energetica.<br />

Resta salda la clausola di indipendenza<br />

e imparzialità di giudizio dei<br />

soggetti certificatori per la quale<br />

all’art. 7 del regolamento vengono specificate<br />

nel dettaglio le incompatibilità;<br />

i tecnici accreditati non possono svolgere<br />

attività di certificazione sugli edifici<br />

per i quali risultino proprietari o siano<br />

stati coinvolti, personalmente o in qualità<br />

di dipendente, socio o collaboratoinarcos<br />

317


REGIONE TOSCANA<br />

Il 18 Marzo 2010 è entrato in vigore<br />

l’articolo 23bis della legge regionale<br />

39/2005 e il relativo Regolamento Re -<br />

gionale sulla Certificazione Energe -<br />

tica degli edifici DPGR 25 Febbraio<br />

2010, n. 17/R.<br />

Va chiarito che la disciplina regionale in<br />

materia non tocca né le metodologie di<br />

calcolo per la certificazione, né l’in di -<br />

viduazione della figura del certificatore:<br />

rimangono in vigore le norme nazionali<br />

su tali temi (per le metodologie il DM 26<br />

Giugno 2009 “Linee guida nazionali per<br />

la certificazione energetica degli edifici”,<br />

il caffè energetico<br />

LA PRIMA TORRE A TURBINE<br />

articolo tratto da www.<strong>ingegneri</strong>.info<br />

Da Londra il primo edificio dotato di<br />

turbine eoliche. Installate la scorsa<br />

settimana le 15 lame delle tre<br />

turbine eoliche in cima al<br />

nuovo grattacielo londinese<br />

“The Razor”.<br />

L’ultima aggiunta allo skyline di<br />

Londra è un sorprendente grattacielo,<br />

primo edificio al mondo,<br />

dotato di turbine eoliche incorporate<br />

nella struttura.<br />

Soprannominato “The Razor”, l’edificio alto 148 metri è sormontato<br />

da un trio di turbine che produrranno energia sufficiente<br />

a soddisfare l’8% del suo fabbisogno energetico.<br />

Abbiamo già visto grattacieli completamente ricoperti di<br />

turbine eoliche, ma questo è il primo edificio ad integrare le<br />

turbine direttamente nella sua facciata. Sviluppata e portata<br />

a termine da Brookfield Europa, la torre è una prodezza<br />

dell’<strong>ingegneri</strong>a inglese, che ha presentato non poche difficoltà<br />

durante la costruzione come le forti raffiche di vento<br />

che le squadre di costruzione hanno dovuto affrontare, via<br />

via che l’edificio cresceva in altezza.<br />

La torre con i suoi 42 piani ha un’altezza sufficiente per superare<br />

ampiamente gli edifici circostanti, permettendo così di<br />

sfruttare appieno la velocità del vento della zona pari mediamente<br />

a 35 MPH. Per ridurne il rumore durante il giorno<br />

ognuna delle turbine dell’edificio ha 5 lame invece delle tre<br />

inizialmente previste. Ognuna delle turbine, il cui rotore ha<br />

diametro di 9 metri, ha un peso di cinque tonnellate ed è<br />

dotata di quattro smorzatori di vibrazione. Le turbine sono<br />

progettate per produrre 50 MWh all’anno. Il grattacielo potrà<br />

inoltre vantare altre strategie di bioedilizia come l’uso esclusivo<br />

della ventilazione naturale, vetri ad alte prestazioni e altre<br />

misure di efficienza energetica che manterranno l’energia<br />

spesa dal palazzo inferiore del 6% rispetto al<br />

fabbisogno richiesto dell’edificio.<br />

Il costo della torre è pari a 113 milioni<br />

di sterline e la sua costruzione<br />

dovrà essere completata entro il<br />

prossimo maggio. Nell’edificio<br />

trovano posto 408 appartamenti<br />

che sono stati messi in vendita<br />

con prezzi variabili da 230.000 a<br />

2,5 milioni di sterline.<br />

L’innovativo edificio è stato progettato<br />

da Hamiltons Architect di Londra e tutta la parte<br />

<strong>ingegneri</strong>stica (strutture, acustica, energetica, prevenzione<br />

incendi etc) è stata seguita dalla WSP Group una società di<br />

<strong>ingegneri</strong>a con base a Londra con uno staff di 9000 addetti<br />

distribuiti in tutto il mondo. Le turbine sono state progettate<br />

e realizzate da RWDI-Anemos Ltd.<br />

318 inarcos


per la figura del certificatore l’allegato III<br />

al D.Lgs. 115/2008).<br />

Fino all’emanazione di un modello<br />

regionale di attestato di certificazione<br />

energetica rimangono in vigore i<br />

modelli di attestato di certificazione<br />

allegati al DM 26 Giugno 2009. Anche<br />

le disposizioni inerenti la “targa energetica”<br />

(art. 7 del Regolamento regionale)<br />

troveranno applicazione solo<br />

dopo l’approvazione con decreto dirigenziale<br />

del modello di targa energetica.<br />

Vi sono specifiche modifiche sugli<br />

obblighi di certificazione, le procedure<br />

da seguire, le conseguenze del -<br />

l’omessa certificazione.<br />

Diventa obbligatorio dotare l’immo -<br />

bile di un attestato di certificazione<br />

energetica. A differenza di quanto già<br />

disposto dalle linee guida nazionali, vi<br />

sarà l’obbligatorietà di acquisire l’at -<br />

testato di certificazione (detto ACE)<br />

anche nei seguenti casi:<br />

a) locazione di un immobile;<br />

b) ricostruzione a seguito di demolizione<br />

di immobili anche di superficie inferiore<br />

a 1000 mq;<br />

c) fabbricati isolati anche di superficie<br />

inferiore a 50 mq se comunque tale<br />

superficie arriva a 25 mq.<br />

E si aggiungono due ulteriori casi di<br />

esclusione, non previsti dalle norme<br />

nazionali: gli edifici per i quali sia stata<br />

dichiarata dalle competenti autorità la<br />

non abitabilità o agibilità nonché quelli<br />

per i quali, in caso di trasferimento a<br />

titolo oneroso, risulti la destinazione<br />

alla demolizione; i fabbricati temporanei<br />

con tempo di utilizzo non superiore<br />

a due anni.<br />

Per quanto riguarda le procedure, il<br />

Regolamento stabilisce che l’attestato<br />

di certificazione energetica sostituisce<br />

l’attestato di qualificazione,<br />

e che viene presentato al Co mune<br />

con la certificazione di fine lavori.<br />

Ovviamente si deve distinguere il caso<br />

in cui si deve certificare un immobile<br />

perché viene costruito o completamente<br />

ristrutturato dal caso in cui lo si deve<br />

certificare per una vendita o una locazione.<br />

In occasione di lavori edilizi, prima dell’inizio<br />

lavori va scelto un certificatore<br />

energetico. Infatti il regolamento re -<br />

gionale precisa che il nominativo del<br />

soggetto certificatore è indicato nella<br />

comunicazione di inizio lavori. In attesa<br />

del varo da parte della Regione<br />

dell’ACE come documento digitale, il<br />

certificatore redigerà l’attestato in cartaceo<br />

in più originali, in modo che uno<br />

rimanga al committente e uno venga<br />

trasmesso al Comune insieme alla<br />

dichiarazione di fine lavori.<br />

In occasione di compravendita/lo -<br />

cazione il venditore/locatore incarica<br />

un certificatore energetico. In attesa<br />

del varo da parte della Regione del -<br />

l’ACE come documento digitale, il certificatore,<br />

dopo aver fatto i controlli ne -<br />

cessari, redigerà l’attestato in cartaceo<br />

in più originali, uno da consegnare al<br />

committente e uno da trasmettere al<br />

Comune. Non sarà necessario allegare<br />

l’ACE all’atto di compravendita o locazione<br />

ma, per confermare che l’at -<br />

testato è stato acquisito, gli estremi<br />

identificativi dell’attestato di certificazione<br />

energetica dovranno essere<br />

richiamati nel relativo atto di trasferimento<br />

o contratto di locazione.<br />

Competenti a vigilare sulla attività di<br />

certificazione energetica e sugli attestati<br />

prodotti sono i Comuni.<br />

Per quanto riguarda le conseguenze<br />

dell’omessa certificazione, anche qui<br />

bisogna distinguere fra gli obblighi di<br />

dotarsi dell’attestato di certificazione :<br />

se l’obbligo deriva da lavori edilizi, il<br />

certificato di fine lavori è inefficace a<br />

qualsiasi titolo qualora non sia presentato<br />

al Comune l’attestato di certificazione<br />

energetica; in caso di trasferimento<br />

a titolo oneroso di immobile o di<br />

locazione, se non è possibile richiamare<br />

gli estremi dell’attestato di certificazione<br />

energetica perché l’unità immobiliare<br />

non è dotata dell’ACE si dà luogo<br />

all’automatica classificazione dell’unità<br />

immobiliare nella classe G.<br />

Entro un anno dalla pubblicazione del<br />

Regolamento, sarà disciplinato il sistema<br />

informativo regionale sull’efficienza<br />

energetica, che comprende l’archivio<br />

informatico delle certificazioni energetiche<br />

e il catasto degli impianti di climatizzazione.<br />

Fino ad allora gli ACE<br />

possono essere presentati in forma cartacea.<br />

Si rimanda per chiarimenti e<br />

approfondimenti al sito dedicato:<br />

www.regione.toscana.it/energia.<br />

DITE LA VOSTRA!<br />

Continuate a segnalarci articoli e ad<br />

inviare i vostri commenti sui temi<br />

trattati nella rubrica all’indirizzo<br />

energia@assiabo.it, oppure contattandoci<br />

dal sito www.assiabo.it,<br />

nella sezione SPECIALE CERTIFICA-<br />

ZIONE ENERGETICA; i vostri interventi<br />

troveranno come di consueto<br />

spazio nella sezione “Il caffè energetico”.<br />

inarcos 319


PLASTICWOOD.IT S.R.L.-ATAHOTELS S.P.A.:<br />

BINOMIO VINCENTE 100% MADE IN ITALY<br />

le aziende informano<br />

Plasticwood.it S.r.l. è lieta di informare di aver siglato<br />

l’accordo con il Gruppo Atahotels S.p.a. con sede a Milano<br />

per la fornitura e posa di 2.500 metri quadri di pavimentazione<br />

Plasticwood “Better than Wood” per il rifacimento<br />

to tale della nota e pregiata struttura “Tanka Village” di Vil -<br />

la simius (CA).<br />

La catena alberghiera ATAHOTELS, nata nel 1967, è una realtà<br />

azien dale dinamica in costante espansione, impegnata oggi in un<br />

processo di rafforzamento sul mercato italiano. Ha registrato<br />

negli anni una crescita costante di fatturato che ha raggiunto nel<br />

2005 oltre 120 milioni di euro. Da diversi anni inoltre, ATAHOTELS<br />

ha messo in atto una strategia fortemente incentrata sul benessere<br />

psico-fisico dei suoi ospiti, realizzando facilities e servizi dedicati<br />

al relax e allo sport. La creazione di beauty farm, spa e wellness<br />

center è un elemento chiave della strategia di sviluppo della<br />

catena, destinato a crescere di importanza all’interno del Gruppo.<br />

La cura per il benessere dell’ospite si concretizza anche nell’offerta<br />

di servizi per praticare sport presso le strutture, con un’atten -<br />

zione particolare per il golf. L’acquisizione del Golf Hotel di<br />

Madonna di Campiglio, con il suo noto Golf Club, o l’inaugu razio -<br />

ne dello spettacolare Tanka Golf Club presso TANKA VILLAGE<br />

GOLF & SPA, racchiudono l’essenza dell’impegno profuso da ATA-<br />

HOTELS nella realizzazione di servizi di elevata qualità, vicini ai<br />

desideri dei suoi ospiti. Plasticwood.it S.r.l., azienda 100% MADE<br />

IN ITALY con sede legale e stabilimenti produttivi in provincia di<br />

Verona, è leader sul mercato nazionale per la produzione integrata<br />

(dalla materia prima al prodotto finito) di un nuovissimo ed<br />

innovativo materiale composito realizzato con una mescola di<br />

materiali naturali (fibre vegetali e, in particolare, Fibra di Legno di<br />

Abete) e polimerici (Polipropilene o Polietilene), che trova applicazione<br />

nelle pavimentazioni e nei rivestimenti parete da esterno,<br />

per replicare al meglio il classico utilizzo del legno. Plasticwood.it<br />

S.r.l. ottiene sempre maggiori consensi da parte degli esperti del<br />

settore e dal mercato per l’alto contenuto tecnologico, innovativo,<br />

qualitativo e di rispetto dell’ambiente dei suoi prodotti, e per<br />

tutta la sua struttura è grande motivo d’orgoglio l’essere annoverata<br />

tra i partner di questo prestigioso progetto.<br />

Per ulteriori informazioni sul prodotto: www.plasticwood.it<br />

Email: marcello.monteleone@plasticwood.it<br />

Plasticwood.it S.r.l.<br />

Via Crear, 15 - 37050 Mazzantica di Oppeano (VR) Italy<br />

Tel.: +39 045 6985000 - Fax: +39 045 7145504<br />

e-mail: info@plasticwood.it - web: www.plasticwood.it<br />

inarcos 323


le aziende informano<br />

“BIO-STRASSE” UNA RISPOSTA INNOVATIVA<br />

ALLA CRESCENTE DOMANDA DI MATERIALI<br />

ECO-COMPATIBILI E SOSTENIBILI<br />

PER UN MODERNO SVILUPPO ECONOMICO<br />

DEL TERRITORIO<br />

Il moderno sviluppo economico di un territorio passa attraverso<br />

l’utilizzo di materiali ecocompatibili e sostenibili privi di<br />

qualunque impatto ambientale inquinante a tutela dell’uomo<br />

e dell’ambiente per la realizzazione di strade, parcheggi,<br />

piazzali, piste ciclabli ed in generale per interventi di riqualificazione<br />

urbana, di compensazione ambientale e di salvaguardia<br />

del paesaggio.<br />

Realizzare uno sviluppo sostenibile migliora la qualità della<br />

vita di tutti gli attori sociali, riducendo ed ottimizzando<br />

l’impiego delle risorse naturali per lasciare in eredità alle<br />

generazioni future ecosistemi funzionali.<br />

Come risposta alle crescenti esigenze di sostenibilità ambientale,<br />

presentiamo “Bio-Strasse” l’unico conglomerante certificato<br />

contemporaneamente funzionale ed ecologico con<br />

“Impatto Ambientale Zero”.<br />

Bio-Strasse è un nuovo ciclo innovativo a tre componenti integrato<br />

da un indurente di superficie, a base di prodotti inorganici,<br />

per la stabilizzazione/rifacimento/risanamento/trat -<br />

tamento duraturo di pavimentazioni stradali in genere.<br />

Con Bio-Strasse, si propone un nuovo sistema, appositamente<br />

studiato per salvaguardare le esigenze ecologiche dell’ambiente,<br />

degli utilizzatori e la sicurezza dell’operatore durante la posa.<br />

Bio-Strasse a tre componenti, agisce sulla conglomerazione<br />

intergranulare a livello chimico-fisico.<br />

In tale contesto, le cariche minerali selezionate, vengono<br />

addensate con il legante idraulico, creando un unico strato<br />

molto duro e compatto.<br />

Grazie alla sua ASSOLUTA COMPATIBILITA’ AMBIENTALE,<br />

CERTIFICATA da Enti annoverati tra i certificatori di prodotto<br />

autorizzati in ambito UE (compatibilità che si deduce anche<br />

dalla totale assenza di etichette e frasi di rischio e/o sicurezza),<br />

Bio-Strasse può essere utilizzato ovunque, anche in zone<br />

SIC, ZPS, ZSC o laddove esistano limitazioni all’uso di materiali<br />

non eco-compatibili. In forza di ciò “Bio-Strasse” ha trovato<br />

il pieno gradimento delle Soprintendenze ai Beni Ambientali.<br />

VANTAGGI<br />

– Aumento, in termini di resistenza a compressione, dello strato<br />

stabilizzato, che garantisce l’ottimale distribuzione del<br />

carico e la possibilità di sopportare, senza particolare danno,<br />

eventuali cedimenti del terreno.<br />

– Drastica riduzione della plasticità/rigonfiamento, caratteristici<br />

dei materiali comunemente utilizzati.<br />

– Drastica riduzione di formazione di polveri.<br />

– Applicazione possibile anche in condizioni climatiche piuttosto<br />

rigide (con l’ausilio di additivi).<br />

– Ottima resistenza agli agenti atmosferici ed ai fenomeni di<br />

gelo/disgelo<br />

– Ottima conduzione del calore, rimanendo un materiale<br />

completamente incombustibile, quindi con proprietà “tagliafiamme”.<br />

– Ottimo effetto drenante, con conseguente forte riduzione<br />

di fanghi e pozze, a salvaguardia della sicurezza stradale in<br />

termini di “acqua planing”.<br />

CERTIFICAZIONE NORMA EUROPEA<br />

– Bio-Strasse è risultato conforme alle normative europee UNI<br />

EN 12504-1.<br />

– Presenta una resistenza al carico molto elevata, con prove<br />

eseguite su diversi campioni, sia di laboratorio sia di cantiere,<br />

come da specifiche regolamentazioni in vigore.<br />

– E’ stato accertato che Bio-Strasse genera una pavimentazione<br />

duratura nel tempo, anche a fronte del passaggio di numerosi<br />

mezzi pesanti e leggeri.<br />

– Da test di laboratorio è risultato che con un passaggio pari<br />

a circa 20 mezzi al minuto di varie dimensioni, lo strato di conglomerato<br />

può ridursi di 0,8 mm nell’arco di 30 gg, vale a dire<br />

324 inarcos


le aziende informano<br />

una riduzione inferiore al cm nell’arco di 12 mesi, anche in<br />

presenza di condizioni climatiche estreme.<br />

– Altro aspetto positivo è che tale riduzione può essere ripristinata,<br />

in modo quasi invisibile, con un piano di manutenzione<br />

che non necessita di particolare attrezzatura o di personale<br />

specializzato.<br />

– Le certificazioni a disposizione del committente su: indice di<br />

trazione, modulo elastico, compressione, permeabilità verticale,<br />

riflessione, resistenza all’invecchiamento, avvalorano le<br />

caratteristiche ed i valori prestazionali delle pavimentazioni<br />

realizzate con Bio-Strasse.<br />

DURABILITA’ E DEGRADO<br />

– I test di durabilità e degrado di questa struttura pesante,<br />

sono stati eseguiti considerando i seguenti fattori: tecnologici,<br />

strutturali, accidentali, fondazioni, construttivi, sovraccarichi.<br />

– Questo tipo di manto stradale, a differenza del calcestruzzo,<br />

non viene intaccato dai solfuri presenti nei terreni argillosi,<br />

ricchi di pirite, ne tantomeno dai cloruri (Cl).<br />

– L’anidride carbonica (CO2), presente in acqua di montagna,<br />

attacca i carbonati con formazione di bi-carbonati solubili che<br />

causano il dilavamento del calcestruzzo.<br />

Tale problema non è riscontrabile con il nostro formulato.<br />

– I cloruri (Cl), oltre ai noti effetti deleteri nei confronti del<br />

cemento e del bitume, attaccano direttamente le armature<br />

distruggendo la pellicola di ossido protettivo che le ricopre.<br />

Il nostro formulato non prevede armature in ferro o altro.<br />

– Un altro attacco chimico ai danni del calcestruzzo avviene<br />

da parti degli alcali aggregati (Na+ e K+) con percentuali<br />

molto elevate di cemento, che è presente in % minima nel<br />

nostro formulato.<br />

– Le variazioni di temperatura che avvengono a cavallo di 0°C,<br />

sono molto più pericolose delle altre.<br />

Il nostro formulato è caratterizzato da un irraggiamento termico<br />

molto elevato che permette notevoli movimenti dello<br />

stesso.<br />

– L’abrasione di superfici in calcestruzzo ha effetti tanto maggiori<br />

quanto minori sono: la durezza superficiale, l’aderenza<br />

a cementi inerti e la resistenza degli inerti.<br />

– Un accorgimento particolare per proteggere le pavimentazioni<br />

in calcestruzzo dall’abrasione, è lo spolvero superficiale<br />

che si effettua spargendo sul getto non ancora indurito, una<br />

miscela formata da polvere cementizia, inerte siliceo ed<br />

appossiti additivi per l’aumento della resistenza superficiale.<br />

– Coefficenti di dilatazione termica:<br />

• Cemento 0,9 * 10 (-5)<br />

• Inerti calcarei 0,5 * 10 (-5)<br />

• Inerti silicei 1 *10 (-5)<br />

Le gettate vanno effettuate con la certezza che la temperatura<br />

non sia vicino a 0°C. In tali condizioni, infatti,<br />

l’idratazione del cemento avviene con un’eccessiva lentezza,<br />

il che porterebbe ad una scarsa resistenza meccanica del conglomerato.<br />

– Bio-Strasse comprende l’insieme di più composti che favoriscono<br />

l’idratazione, la compattezza e lo spolvero superficiale.<br />

Crea inoltre micro-bolle tra le varie componenti degli inerti, il<br />

che rende il conglomerato meno soggetto a variazioni di calore,<br />

quindi meno sensibile agli effetti termici rispetto ad un<br />

normale calcestruzzo, tanto da non necessitare di giunti di<br />

dilatazione. Inoltre, le micro-bolle, funzionano da sfoghi per<br />

l’acqua di capillarità, quando questa varia di volume.<br />

Le pavimentazioni realizzate con Bio-Strasse sono altresì:<br />

– particolarmente resistenti all’erba ed dalle radici delle piante,<br />

– a differenza delle pavimentazioni realizzate con materiali<br />

plastici, è in grado di tollerare i normali cedimenti del sottofondo<br />

riducendo drasticamente gli interventi di manutenzione<br />

della sede stradale,<br />

– “drenanti” con la possibilità di realizzare pavimentazioni<br />

impermeabili. L’elemento drenante permette una gestione<br />

sostenibile delle acque meteoriche.<br />

– “atermiche”, non accumulano e propagano calore. Per i<br />

parcheggi e le aree di sosta, l’atermicità di Bio-Strasse permette<br />

di mantenere al suolo i valori della temperatura esterna,<br />

eliminando totalmente le alte temperature emanate dalle<br />

pavimentazioni in asfalto nel periodo estivo, per il benessere<br />

degli utenti ed a beneficio delle condizioni microclimatiche<br />

dell’area interessata.<br />

a cura di Ernesto Boni - Responsabile Commerciale<br />

FCI Srl - Divisione Bio-Strasse<br />

17024 Orco Feglino (SV)<br />

Tel. 019/6699263 - Fax 019/6994928 - Cell. 346/2898848<br />

ernesto.boni@biostrasse.eu<br />

inarcos 325


le aziende informano<br />

IN SCENA AL TEATRO LUIGI RUSSOLO<br />

DI PORTOGRUARO LA SICUREZZA<br />

ANTINCENDIO E LA LUCE NATURALE<br />

GARANTITE DA TECNOCUPOLE PANCALDI<br />

Milano, 28 Gennaio 2010 - Tecnocupole Pancaldi - leader<br />

nella produzione e commercializzazione di lucernari ed evacuatori<br />

di fumo e calore – è stata scelta dalla S.A.C.A.I.M. -<br />

Società per Azioni Cementi Armati Ing. Mantelli – per<br />

soddisfare le esigenze di sicurezza antincendio, favorendo<br />

contestualmente l’illuminazione naturale, del primo lotto del<br />

nuovo teatro Luigi Russolo di Portogruaro, in provincia di<br />

Venezia.<br />

L’impresa veneziana, che opera dal 1920 nei settori infrastrutturale,<br />

dell’impiantistica, del restauro e del recupero di<br />

edifici storici, annovera, fra i suoi principali clienti, enti pubblici<br />

quali Ministeri, Sovrintendenze ai Beni Ambientali ed<br />

Architettonici, Regioni, Consorzi e Comuni.<br />

La necessità di una struttura polifunzionale, in grado di supportare<br />

le ricche attività culturali della cittadina di<br />

Portogruaro, risale alla prima metà del 1600. Nel corso dei<br />

secoli, per ospitare il crescente numero di rappresentazioni<br />

teatrali, concertistiche, di balletto e, più recentemente, cinematografiche,<br />

sono stati utilizzati diversi edifici che, tuttavia,<br />

risultarono poco adatti ai differenti scopi. Al fine di dotare il<br />

territorio di un vero e proprio teatro, nel 2002 il Comune ha<br />

deciso di acquistare dalla Diocesi di Concordia Pordenone<br />

l’immobile denominato “Silvio Pellico”, contiguo alla scuola<br />

di musica “Santa Cecilia”, per procedere ad una completa<br />

ristrutturazione. Già adibito a “teatrino” e successivamente,<br />

a cinematografo, il fabbricato risalente agli anni ’20, ha subito,<br />

intorno alla metà degli anni ’50, una radicale ristrutturazione.<br />

A seguito dell’acquisto, sono stati condotti dai tecnici<br />

dell’Area Lavori Pubblici, dello stesso Comune di Portogruaro,<br />

i primi studi di fattibilità, che tennero conto delle difficoltà<br />

strutturali dell’edificio preesistente, prevedendo la creazione<br />

di uno spazio scenico adeguato al bacino di utenza che la<br />

struttura avrebbe dovuto supportare.<br />

È stato così deciso che sarebbe stato realizzato un grande teatro,<br />

gestito dalla Fondazione Musicale Santa Cecilia, che<br />

avrebbe dovuto presentare un palcoscenico di oltre 200 m 2 ,<br />

una fossa per l’orchestra di 104 m 2 , una torre scenica di 19 m,<br />

motori di sollevamento e mandate, luci numerose e ben collocate,<br />

in grado di ospitare un totale di 628 spettatori.<br />

Nel 2006 viene affidata, mediante regolare appalto, la progettazione<br />

definitiva ed esecutiva degli interventi di ristrutturazione<br />

e messa a norma del nuovo teatro a studi professionali<br />

selezionati, quali: Studio Arch. Alfredo Amati di Roma,<br />

per la progettazione architettonica, Studio Prof. Ing.<br />

Lamberto Biseghella di Padova, per la progettazione strutturale,<br />

Studio Prof. Ing. Mauro Strada di Padova, per la progettazione<br />

impiantistica e la prevenzione incendi, e Arch.<br />

Eleonora Strada di Padova, per la progettazione acustica<br />

(Fonte: “Teatro Comunale Luigi Russolo”, pubblicato da<br />

SACAIM e dal Comune di Portogruaro).<br />

Nell’ottobre del 2007 inizia la fase di cantierizzazione, con la<br />

demolizione dell’ex cinema “Silvio Pellico”, determinata dall’esito<br />

negativo delle analisi condotte sulla resistenza meccanica<br />

delle strutture in calcestruzzo esistenti.<br />

Il programma di ricostruzione ha previsto un impianto strutturale<br />

articolato in tre distinti corpi di fabbrica: il corpo Foyer,<br />

in aderenza con l’attiguo edificio della Fondazione Musicale<br />

Santa Cecilia; la zona sala, realizzata affiancando ai pilastri<br />

esistenti nuovi pilastri in cemento armato, struttura in acciaio<br />

per la galleria e coperture con capriate in legno lamellare; la<br />

torre scenica, con struttura in calcestruzzo armato e copertura<br />

mista acciao-calcestruzzo.<br />

L’Impresa S.A.C.A.I.M ha scelto Tecnocupole Pancaldi per la<br />

fornitura e la posa in opera di lucernari ed evacuatori di fumo<br />

e calore sulla base dell’affidabilità dell’Azienda e della qualità<br />

dei suoi prodotti.<br />

A tal proposito, il Geom. Stefano Piccolo di S.A.C.A.I.M.,<br />

Responsabile di Cantiere, ha dichiarato: “Il nostro rapporto<br />

con Tecnocupole Pancaldi è più che consolidato ed i loro<br />

sistemi sono stati impiegati in numerose commesse, con ottimi<br />

riscontri in termini di validità, funzionalità e durevolezza.<br />

326 inarcos


È dunque per la serietà dimostrata dall’azienda e per<br />

l’eccellenza qualitativa delle soluzioni proposte, che ci siamo<br />

rivolti a loro per questa importante realizzazione”.<br />

Nella fattispecie, a completamento del progetto di prevenzione<br />

incendi, nel vano scale e nella graticcia della torre scenica<br />

sono stati installati evacuatori di fumo Free Smoke,<br />

completati da attuatore elettromagnetico, che hanno assicurato<br />

la conformità dei nuovi locali ai regolamenti vigenti.<br />

Free Smoke, sviluppato in riferimento alle direttive della<br />

norma UNI 9494 e successivamente testato per la più recente<br />

UNI-EN 12101-2, consente, in caso di incendio, di creare uno<br />

strato libero dai fumi facilitando l’uscita delle persone e le<br />

operazioni dei soccorritori. L’evacuazione dei gas e delle<br />

sostanze tossiche originate dalla combustione, riduce i danni<br />

anche alle componenti strutturali, agli arredi e ai materiali,<br />

contenendo sensibilmente le perdite economiche.<br />

Inoltre, le cupole circolari in policarbonato a doppia parete,<br />

sono state inserite in due differenti zone: l’accesso dal secondo<br />

piano del foyer alla terrazza del teatro e l’aula di musica<br />

della Fondazione Musicale Santa Cecilia. In particolar modo,<br />

l’obiettivo è stato di assicurare un’illuminazione naturale agli<br />

studenti durante le lezioni. Le cupole di Tecnocupole<br />

Pancaldi contribuiranno a ridurre il consumo di luce artificiale<br />

nelle ore diurne, permettendo un consistente risparmio<br />

energetico, stimato tra il 30% ed il 50%.<br />

Laura Pancaldi, Amministratore di Tecnocupole Pancaldi,<br />

dichiara “La pluriennale collaborazione con un’impresa di<br />

riconosciuta perizia, come la S.A.C.A.I.M., conferma la validile<br />

aziende informano<br />

tà delle nostre proposte anche per la realizzazione di opere di<br />

prestigio. Inoltre, siamo fieri di essere stati coinvolti in un progetto<br />

di tale portata, volto a soddisfare esigenze nobili come<br />

il bisogno di ricchezza culturale manifestato dalla cittadinanza”.<br />

Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di<br />

policarbonato e metacrilato per la produzione di sistemi di<br />

illuminazione zenitale abbinati a sistemi di evacuazione di<br />

fumo e calore. L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme<br />

in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato<br />

delle più importanti imprese di costruzione e prefabbricazione<br />

nel settore dell’edilizia industriale e civile, sia in Italia<br />

sia all’estero.<br />

TECNOCUPOLE PANCALDI<br />

Via Cà Bianca, 700 - 40024 Castel San Pietro Terme (BO)<br />

Tel. 051.6954911 - Fax 051.6954929<br />

web: www.tecnocupole.com - mail: commercial@tecnocupole.com<br />

inarcos 327


le aziende informano<br />

MATTONI LINEA VIVO SANMARCO<br />

A PASTA MOLLE PER FACCIA A VISTA<br />

NEL COMPLESSO RESIDENZIALE<br />

LE COLONNE NEL VERDE A CARPI (MO)<br />

Nei laboratori di sperimentazione di molte aziende produttrici di<br />

laterizio ogni anno si conducono progetti di sviluppo di nuove<br />

mescole di argilla, di nuove superfici e di nuove forme. Forse proprio<br />

in questo stanno le istanze di continuità e persistenza del laterizio<br />

, un materiale antico e moderno al tempo stesso, che ha attra-<br />

328 inarcos


le aziende informano<br />

versato epoche e millenni conservando il fascino di essere antico.<br />

Vale a dire che le ragioni di continuità possono proprio essere<br />

ricercate nel fatto che in ogni epoca <strong>architetti</strong>, industrie e mercato<br />

hanno saputo plasmarlo, adattarlo alle esigenze attuali, in altre<br />

parole: renderlo moderno. Ed in tutti i casi la ricerca e l’innova -<br />

zione non possono prescindere da due caratteristiche fondamentali:<br />

gli orientamenti del mercato e della richiesta dei progettisti<br />

ed il confronto con il passato, con la tradizione.<br />

E’ il caso per esempio di una interessante sperimentazione condotta<br />

per questo progetto, da SanMarco Terreal Italia, sicuramente<br />

l’Azienda che meglio di altre ha saputo interpretare il concetto<br />

di evoluzione nel laterizio ,vale a dire ha ereditato il sapere tecnologico<br />

produttivo tradizionale “tramandato” ,sapendolo<br />

coniugare con le istanze dei tempi e degli slanci evolutivi.<br />

Si tratta di una ricerca che ha riguardato un mattone a pasta molle<br />

senza sabbia in superficie, allo scopo di mettere in luce i colori<br />

naturali delle argille, ottenendo sfumature con tonalità diverse<br />

per ogni mattone. Questo è il frutto di una ricerca interna insieme<br />

con l’architetto Isola. Si tratta di una nuova linea di prodotti,<br />

sempre a pasta molle che non esisteva sul mercato e che nasce da<br />

un particolare processo di lavorazione che prevede lo “scasseramento”<br />

dei mattoni durante la formatura attraverso l’utilizzo di<br />

limatura di faggio al posto della tradizionale sabbia. Tale elemento<br />

vegetale, durante la fase di cottura brucia, lasciando la<br />

superficie brillante e ricca di sfumature.<br />

Nella realizzazione le fasce cromatiche, ormai stilema architettonico<br />

in molte realizzazioni ddell’architetto Isola, si alternano con<br />

sfumature particolari realizzate attraverso l’utilizzo dei mattoni di<br />

questa particolare linea, colori Rosa Vivo e Rosso Vivo. Eppure se<br />

analizziamo nel passato la storia della produzione dei laterizi possiamo<br />

ritrovare questa particolare tecnica produttiva. Precisa -<br />

mente verso la fine del Quattrocento a Milano proprio per la<br />

Ca’Granda del Filarete erano stati previsti dei mattoni che avessero<br />

la caratteristica di rimanere a vista e dialogare senza soluzione<br />

di continuità con le formelle delle cornici e con i bassorilievi,<br />

anch’essi in cotto. Ebbene quei mattoni sono stati prodotti da una<br />

fornace locale alle porte di Milano proprio utilizzando nell’impasto<br />

dell’argilla paglia e limatura di legno.<br />

La SanMarco quindi ha saputo raccogliere una richiesta del<br />

mondo della progettazione, “tesaurizzando” un’esperienza significativa<br />

del passato, con un occhio alla tradizionalità del processo<br />

produttivo a stampo.<br />

Non è tuttavia sbagliato poter affermare che per tutte le forme di<br />

sperimentazione sui nuovi mattoni non si è potuto prescindere dal<br />

percorrere il filo sottile tra tradizione ed innovazione<br />

E’ proprio a questo concetto di Tradizione che ci riferiamo, che è<br />

sinonimo di continuità, dal latino tradere, cioè trasmettere, è il<br />

peso delle cose del passato giunte al presente e proiettate nel<br />

futuro. Il laterizio in questo senso è assolutamente un materiale<br />

“tradizionale”.<br />

SANMARCO - TERREAL ITALIA S.R.L.<br />

Strada alla Nuova Fornace – 15048 Valenza (AL)<br />

Tel. 0131 941739 - Fax 0131 959733<br />

www.sanmarco.it - marketing@sanmarco.it<br />

inarcos 329


le aziende informano<br />

TEMPOFOR B2:<br />

LA RECINZIONE MOBILE SICURA<br />

E STABILE, IDEALE PER CONCERTI<br />

ED EVENTI<br />

Oggi sempre più frequentemente è necessario delimitare e<br />

garantire la sicurezza di aree specifiche mediante l’impiego<br />

di sistemi mobili semplici e veloci da movimentare e da<br />

posare.<br />

In risposta all’aumentata domanda di sistemi di limitazione<br />

temporanei nonché alla crescita che sta caratterizzando il<br />

comparto del noleggio, soprattutto nell’attuale contingenza<br />

internazionale, Betafence ha sviluppato TEMPOFOR,<br />

una gamma completa di recinzioni mobili (in vendita o a<br />

noleggio) per la delimitazione e la sicurezza di aree specifiche.<br />

Facili da installare e caratterizzate dalla consueta qualità<br />

Betafence, tali recinzioni rispettano i più rigorosi standard<br />

di sicurezza e possono essere utilizzate in molteplici applicazioni<br />

(realizzazione di cantieri, opere stradali, siti industriali,<br />

eventi e manifestazioni, controllo delle folle e del<br />

traffico).<br />

I pannelli Tempofor si connotano per una solida intelaiatura<br />

d’acciaio con tubolari zincati, saldati a 360°, in cui ogni<br />

filo è saldato separatamente sulla struttura in tubolari. Lo<br />

speciale trattamento anticorrosione che assicura un elevata<br />

durabilità dei pannelli, si rivela tecnologicamente all’avanguardia<br />

nel settore.<br />

La funzionalità non preclude infine l’estetica: le recinzioni<br />

Tempofor si contraddistinguono infatti per un design<br />

moderno ed essenziale.<br />

All’interno della gamma completa Tempofor, Betafence<br />

presenta Tempofor B2, la recinzione ideale per proteggere<br />

aree peculiari da sguardi indiscreti soprattutto in occasione<br />

di eventi importanti e concerti.<br />

In aggiunta alla struttura in acciaio zincata a caldo,<br />

Tempofor B2 presenta un riempimento in lamiera zincata<br />

in acciaio colorata e profilata (dello spessore di 0,63 mm),<br />

disponibile anche nel colore rosso. Caratterizzato da lunghezza<br />

pari a 2160 e altezza pari a 2072 mm, il pannello ha<br />

un peso di 39 Kg.<br />

Grazie ad un montante controvento standard (fissato tramite<br />

un ancoraggio a terra o nel calcestruzzo) o triangolare<br />

con contrappeso in una base di calcestruzzo, la stabilità<br />

di Tempofor B2 è garantita in ogni situazione.<br />

Oltre ad offrire la più ampia gamma di recinzioni temporanee,<br />

Betafence presenta una vasta gamma di accessori<br />

divisa in due linee, l’una strettamente legata alle<br />

recinzioni mobili (accessori per commutare i pannelli in<br />

cancelli, teli per oscuramento, saette per offrire maggior<br />

stabilità contro il vento), l’altra specifica per la logistica dei<br />

pannelli (pallet di trasporto, sistemi per movimentare pacchi<br />

da 25 pannelli,ecc).<br />

Fornitore globale, Betafence mette a disposizione un qualificato<br />

e completo servizio di consulenza che si esplica in<br />

tutte le fasi del progetto, interamente assistito da tecnici<br />

Betafence.<br />

BETAFENCE ITALIA<br />

C. Da Salinello, 59 - Tel: 0861 7801 - Fax: 0861 780650<br />

info.italy@betafence.com - www.betafence.com<br />

330 inarcos


NUOVO SIKALASTIC-1K<br />

L’IMPERMEABILIZZAZIONE È CAMBIATA!<br />

le aziende informano<br />

Sika, indiscussa protagonista dell’innovazione e del mondo<br />

delle costruzioni, annuncia il lancio di SikaLastic-1K, un<br />

prodotto dav vero rivoluzionario, de stinato a cambiare per<br />

sempre il mon do dell’impermeabilizzazione.<br />

SikaLastic-1K, infatti, è una malta cementizia monocomponente<br />

elastica fibrorinforzata per impermeabilizzare<br />

piccole e grandi superfici.<br />

Un prodotto ad alto tasso di innovazione: innanzitutto perché<br />

è ecologico, versatile e ad altissime prestazioni, certificato<br />

per il contatto con acqua potabile nel rispetto del<br />

D.M. 174-2004. Ma non solo! SikaLastic-1K è anche un impermeabilizzante<br />

monocomponente, facile e veloce da<br />

applicare, riducendo di conseguenza i tempi e i costi di<br />

lavorazione. Messo a punto da Sika per rispondere efficacemente<br />

alle moderne esigenze di cantiere.<br />

Grandi prestazioni, quindi, alle quali si aggiungono altre performance<br />

di assoluto rilievo quali: l’ottimo mantenimento<br />

dell’elasticità nel tempo, massima versatilità di applicazione<br />

(a spatola, pennello o rullo, senza rete di rinforzo) e, infine,<br />

alta resistenza meccanica e ottima adesione su differenti supporti,<br />

quali, ad esempio, superfici metalliche e calcestruzzo.<br />

Campi di impiego<br />

SikaLastic-1k è un prodotto versatile, in grado di risolvere<br />

efficacemente numerose problematiche ed esigenze di<br />

cantiere, quali:<br />

• Impermeabilizzazione di cisterne per acqua potabile<br />

• Impermeabilizzazione delle strutture idrauliche come bacini,<br />

serbatoi, tubazioni in calcestruzzo, vasche e canali<br />

• Impermeabilizzazione di muri esterni interrati<br />

• Impermeabilizzazione interna di acqua in lieve controspinta,<br />

su muri e pavimentazioni di scantinati<br />

• Impermeabilizzazione di terrazze e balconi su substrati in<br />

calcestruzzo o vecchie piastrelle<br />

• Impermeabilizzazione di superfici generiche<br />

Facile da applicare<br />

SikaLastic-1K è il primo impermeabilizzante monocomponente:<br />

facile, pratico e veloce! Messo a punto da Sika per<br />

rispondere efficacemente alle moderne esigenze di cantiere.<br />

Con tempi e costi ridotti permette l’impermeabilizzazione di<br />

ogni tipo e dimensione di superficie eseguendo poche e<br />

semplici operazioni:<br />

• Pulire il sottofondo eliminando polvere e sporcizia<br />

• Inumidire leggermente il supporto, se necessario<br />

• Miscelare un sacco da 20 kg con 4,4-7 litri di acqua, a seconda<br />

della consistenza desiderata<br />

• Applicare a spatola, pennello o rullo in almeno due mani<br />

SikaLastic-1K: l’impermeabilizzazione è cambiata!<br />

Garantisce Sika.<br />

Sika Italia spa<br />

Via Luigi Einaudi 6 - 20068 Peschiera Borromeo (Mi)<br />

Tel. 02 54778111 - Fax 0254778119<br />

www.sika.com<br />

inarcos 331


le aziende informano<br />

L’IMPIANTO MULTI-SEZIONE<br />

PER IL MASSIMO INCENTIVO<br />

L’azienda<br />

Horus Energia Ambiente è specializzata nella progettazione,<br />

installazione e messa in esercizio di impianti ad energia<br />

rinnovabile (energia solare, eolica, biomassa) ed energie<br />

assimilate (microcogenerazione ad alto rendimento).<br />

Vende ed installa “impianti chiavi in mano” completi di<br />

pratiche GSE e collabora con gli installatori locali, creando<br />

in tal modo sinergie.<br />

L’obiettivo dei soci fondatori è diffondere la cultura dell’energia<br />

pulita, incoraggiando l’utilizzo delle energie rinnovabili<br />

come fonti primarie, perseguendo la qualità ai massimi<br />

livelli, innovando ed evolvendo le caratteristiche dei<br />

propri prodotti per ottenere la piena soddisfazione del<br />

cliente.<br />

Una nostra realizzazione:<br />

impianto fotovoltaico a 2 sezioni<br />

Fra i diversi interventi compiuti da Horus Energia Ambiente<br />

siamo qui a presentare l’impianto fotovoltaico realizzato<br />

presso la nuova sede di Sotemapack s.r.l., nel comune di<br />

Anzola Emilia. La potenza totale dell’impianto è di 40,192<br />

kW, da cui è attesa una produzione annua di energia elettrica<br />

di oltre 45.000 kWh. L’energia elettrica generata è<br />

destinata ad essere utilizzata per le attività dell’azienda<br />

che opera nella produzione di macchine per l’imballaggio<br />

in termoretraibile. La scelta del fotovoltaico si inquadra nel<br />

contesto di un programma di riduzione dei consumi e dei<br />

costi energetici dell’azienda, così da abbassare il proprio<br />

impatto ambientale in modo significativo.<br />

La peculiarità di questo impianto sta nell’adozione di due<br />

diverse tecnologie di moduli fotovoltaici, moduli in silicio<br />

policristallino e moduli in silicio amorfo a film sottile.<br />

Questa soluzione è nata dall’esigenza di sfruttare l’intera<br />

area disponibile, da un lato la copertura piana sovrastante<br />

l’edificio adibito ad uffici, dall’altro i cupolini dello stabile<br />

con travi ad Y sede delle attività industriali.<br />

Il campo fotovoltaico composto dai moduli in silicio policristallino<br />

occupa la sommità piana dello stabile destinato<br />

agli uffici, ha potenza totale pari a 16,8 kW per un totale<br />

di 80 moduli, ciascuno di potenza nominale 210 W. I moduli<br />

sono fissati alla copertura piana mediante vasche in<br />

HDPE (polietilene ad alta densità), zavorrate con ghiaia<br />

per resistere alle sollecitazioni del vento. Questo sistema<br />

evita di intaccare l’impermeabilizzazione della copertura,<br />

consentendo l’installazione della struttura di sostegno<br />

senza operare alcun foro. Tali supporti forniscono ai<br />

moduli orientamento a Sud e inclinazione di 25° e sono<br />

distanziati in misura tale da evitare l’ombreggiamento<br />

reciproco tra le file.<br />

Il campo fotovoltaico composto dai moduli in silicio amorfo<br />

è realizzato sulla copertura a profilo grecato in corrispondenza<br />

dei cupolini del capannone, ha una potenza<br />

pari a 23,392 kW, per un totale di 172 moduli, ciascuno di<br />

332 inarcos


L’impianto in sintesi<br />

Totale Sezione 1 Sezione 2<br />

Potenza (kW) 40,192 16,8 23,392<br />

Tecnologia moduli silicio policristallino silicio amorfo<br />

Integrazione architettonica parziale totale<br />

Superficie lorda ( m 2 ) 1877 404 1473<br />

Stima producibilità annua (kWh/anno) 45.421 20.160 25.261<br />

I dati tecnici<br />

Emissioni di CO2 risparmiate (kg/anno) 23.873<br />

Moduli<br />

- 80 moduli Sharp ND 210 E1F<br />

- 172 moduli Enercover Top ECT136N<br />

(172 moduli Unisolar PVL-136)<br />

Inverter<br />

2 inverter Power One PVI 10.0 OUTD<br />

2 inverter Power One PVI 12.5 OUTD<br />

I progettisti<br />

Progettista elettrico<br />

Progettista edile<br />

Per.Ind. Sola Davide<br />

Arch. Dalsecco Mario<br />

le aziende informano<br />

potenza nominale 136 W. I laminati in silicio amorfo di film<br />

flessibile sono applicati su lamiere profilate in alluminio di<br />

spessore 1.0 mm che ne costituiscono il supporto. I pannelli<br />

fotovoltaici così realizzati sono tra loro collegati lungo la<br />

linea di profilatura longitudinale con appositi morsetti in<br />

acciaio inox che determinano l’irrigidimento del sistema e<br />

assicurano la continuità del manto di copertura fotovoltaico.<br />

Inoltre una serie completa di lattonerie, realizzate in<br />

alluminio di spessore 1.0 mm, assicurano la completa integrazione<br />

architettonica del generatore elettrico con gli<br />

altri elementi funzionali del sistema di copertura.<br />

Una caratteristica di un impianto a tecnologia mista, come<br />

questo, è che ogni tipologia di pannello necessita di macchine<br />

per la conversione CC/CA dedicate poiché gli inverter<br />

non sopportano in ingresso stringhe a diversa tecnologia,<br />

dal momento che i differenti tipi di pannelli hanno caratteristiche<br />

elettriche molto diverse. Ne consegue che corrente<br />

elettrica continua generata dal campo fotovoltaico<br />

costituito dai moduli in silicio policristallino è convertita in<br />

corrente alternata da due inverter trifase di potenza nominale<br />

10,4 kW, ciascuno dotato di due inseguitori MPPT che<br />

garantiscono il massimo trasferimento di potenza verso la<br />

rete; inoltre la corrente elettrica continua generata dal<br />

campo fotovoltaico formato dai moduli in silicio amorfo è<br />

convertita in corrente alternata da due inverter trifase di<br />

potenza nominale 13 kW, ciascuno dotato di due inseguitori<br />

MPPT. In pratica si tratta di due impianti che si uniscono<br />

nella parte finale, in un unico punto di utilizzo e connessione<br />

alla rete.<br />

Per monitorare il corretto funzionamento, l’impianto è<br />

dotato di un sistema di monitoraggio mediante connessione<br />

ethernet e modem DSL che permette di visualizzare su<br />

PC i dati di performance dell’impianto quali energia prodotta,<br />

potenza, tensioni, correnti, consentendo l’accesso<br />

da qualunque computer collegato ad internet.<br />

Per quanto riguarda il meccanismo di incentivazione, la<br />

Delibera AEEG ARG/elt 161/08 ha reso possibile la realizzazione<br />

di un impianto fotovoltaico suddiviso in più parti<br />

(sezioni), ciascuna con la propria tipologia di integrazione<br />

architettonica. Questa norma ci ha permesso di ottenere<br />

dal GSE il riconoscimento della tariffa incentivante per<br />

l’integrazione architettonica parziale per la sezione di<br />

impianto in silicio policristallino e il riconoscimento della<br />

tariffa per la totale integrazione architettonica per<br />

l’impianto in silicio amorfo a film sottile realizzato sui<br />

cupolini.<br />

HORUS ENERGIA AMBIENTE S.R.L.<br />

VIa Cassola, 28/8 - 40050 Monteveglio (Bo)<br />

Tel. 051 960 976 - Fax 051 961 094<br />

mail: info@horusenergia.it - web: www.horusenergia.it<br />

inarcos 333


naturalezza e autenticità<br />

in architettura<br />

Le innovative tecnologie<br />

di posa della copertura<br />

mediante apposite macchine<br />

profilatrici ed aggraffatrici<br />

rendono il sistema per<br />

aggraffatura particolarmente<br />

indicato anche per geometrie<br />

curve o coniche, abbaini,<br />

raccordi a corpi emergenti.<br />

Nei rivestimenti di facciata<br />

sono previsti anche altri<br />

sistemi: a lastre ondulate<br />

o grecate, doghe di vario<br />

tipo, pannelli scatolati,<br />

scaglie e soluzioni speciali<br />

per esempio con laminato<br />

perforato.<br />

RHEINZINK Italia<br />

Via Marconi 21<br />

37011 Bardolino VR<br />

Tel. 0456 210 310<br />

Fax 0456 210 311<br />

info@rheinzink.it<br />

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TECNOPOSE Srl<br />

Via S. Pio V, 5<br />

40131 Bologna<br />

Tel. 051.728728<br />

Fax 051.728732<br />

tecnoposesrl@tecnopose.191.it<br />

bologna<br />

omega graphics


www.assiabo.it<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti<br />

della Provincia di Bologna<br />

notiziari<br />

GIORNATA STUDIO del 14 Aprile 2010<br />

PROGETTARE CON IL NUOVO TESTO<br />

SULLE NTC DM 14/01/2008<br />

Quest’anno il convegno della STS srl (Software Tecnico<br />

Scientifico) in collaborazione con ASSIABO è stato aperto da un<br />

oratore d’eccezione: l’ing. Pierluigi Pontillo, direttore<br />

dell’Ufficio Pratiche Sismiche del Circondario Imolese che già in<br />

passato si è fatto apprezzare per essere intervenuto ad un<br />

appuntamento analogo.<br />

L’ing. Pontillo ha informato la platea, circa l’inizio della sperimentazione<br />

di un software per la descrizione e verifica della pratiche<br />

sismiche creato dall’Eucenter e in sperimentazione nella<br />

Regione Calabria. Le difficoltà per gli <strong>ingegneri</strong> aumentano<br />

notevolmente, la compilazione risulta macchinosa e dispendiosa<br />

sotto l’aspetto temporale.<br />

Verso le 10,30 l’ing. Pontillo salutava i presenti, accorsi numerosi<br />

(122 partecipanti), lasciando la parola agli ingg. Biondi e<br />

Rainiero,consulenti STS, che procedevano allo svolgimento del<br />

programma secondo una schema oramai collaudato: prima una<br />

parte di illustrazione teorica sulla Normativa arricchita da confronti<br />

con le altre norme, e poi un dimostrazione pratica dell’utilizzo<br />

del software in relazione agli argomenti trattati e alle novità<br />

introdotte nei software per il calcolo strutturale prodotti da STS.<br />

L’ingegner Angelo Biondi, consulente della STS srl, ha relazionato<br />

abbondantemente sulle novità introdotte dal DM di cui sopra,<br />

sia riguardo alle modifiche introdotte dalla nuova zonazione sia<br />

a quelle relative alle verifiche degli elementi strutturali. Inoltre,<br />

il collega Ing. Biondi (autore di testi di argomentazione tecnica<br />

quali “Strutture in cemento armato: dalle tensioni ammissibili<br />

agli Eurocodici passando per gli stati limite” – “Progettazione<br />

anti sismica degli edifici – Normativa sismica a confronto” –<br />

“Calcolo di strutture in muratura – Dal metodo POR alle norme<br />

tecniche per le costruzioni”- “Le nuove N.T.C. 2008. Guida pratica<br />

- Come cambia la progettazione strutturale”) ha trattato dal<br />

punto di vista teorico anche gli aspetti riguardanti la calcolazione<br />

di edifici in acciaio e quelli isolati. La relazione dell’ing. Biondi<br />

è a disposizione sul sito www.angelobiondi.com .<br />

In conclusione della giornata l’ing. Marco Rainiero, direttore tecnico<br />

commerciale della sede STS di Bologna, ha effettuato un<br />

dimostrazione pratica con il software CDS Win illustrando le<br />

novità della release 2010 del software CDSWin, il programma di<br />

calcolo strutturale della STS.<br />

L’interesse dei presenti si è acceso quando l’ing. Rainiero ha<br />

cominciato a parlare di costruzioni in muratura, e sulle possibili<br />

soluzioni per le verifiche sul patrimonio edilizio esistente. Si è<br />

parlato della stesura delle pratiche di miglioramento sismico e di<br />

quelle di adeguamento, e soprattutto di quanto il software offre<br />

in relazione alle richieste della normativa e delle tabelle degli<br />

enti pubblici. Si sono visti esempi di miglioramento ottenuti inserendo<br />

nel software l’apporto di fibre di carbonio o vetro, o<br />

betoncino armato, o addirittura il metodo CAM (cucitura attiva<br />

delle murature) un innovativo metodo che sta vedendo centinaia<br />

di applicazioni negli edifici in muratura nella zona<br />

dell’Aquila e che l’ing. Rainiero ha applicato a Casalecchio di<br />

Reno in un importante edificio scolastico, di cui ha reso partecipe<br />

la platea.<br />

L’ing. Rainiero, prima di rispondere alle domande dei tecnici<br />

<strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong> sulla applicazione dei metodi, sia nella<br />

modellazione software che nella pratica realizzativa, ha mostrato<br />

anche alcune novità riguardanti il miglioramento sismico di<br />

edifici esistenti in cemento armato con l’utilizzo di materiali<br />

fibrorinforzati. L’attenzione dedicata dagli sviluppatori della STS<br />

agli edifici esistenti che comprende, non solo edifici in muratura,<br />

ma anche edifici in cemento armato, consegna a questa software<br />

house un primato: quello per la modellazione e la verifica<br />

degli edifici esistenti. Anni di studio e di lavoro hanno permesso<br />

di godere un risultato di unicità tra le case software <strong>ingegneri</strong>stiche<br />

nel settore delle verifiche sugli edifici esistenti.<br />

Alla fine della giornata i relatori si sono trattenuti con alcuni dei<br />

partecipanti per rispondere ad ulteriori quesiti tecnici.<br />

Un sentito ringraziamento va portato ad STS ed ASSIABO per il<br />

lavoro compito per rendere possibile l’incontro.<br />

NOVITA’<br />

ASSIABO è convenzionata<br />

con MAGGIOLI EDITORE<br />

Presentado la tessera ASSIABO si potrà godere dei seguenti sconti:<br />

-25% per abbonamenti a riviste, software e servizi internet,<br />

-20% per editoria.<br />

Inoltre saranno gratuite consegne e visioni.<br />

La tessera associativa viene distribuita all’atto dell’iscrizione.<br />

Tel. 051/231815 lun, mer, ven: 9-15; mar, gio: 12-18<br />

inarcos 337


www.ord-ing-bo.it<br />

notiziari<br />

notiziari<br />

CONSIGLIO NAZIONALE<br />

DEGLI INGEGNERI<br />

PROPOSTA DI LAVORO<br />

CON LA FORMULA DEL<br />

CONTRATTO A PROGETTO -<br />

CIRCOLARE CNI N. 323<br />

DEL 26/03/10<br />

CONSIGLIO NAZIONALE<br />

DEGLI INGEGNERI<br />

Circ. 323 XVII Sess.<br />

Ai Consigli degli Ordini e alle Fe de -<br />

razioni e/o Consulte Regionali degli<br />

In gegneri - Loro Sedi<br />

Oggetto: Proposta di lavoro con la<br />

formula del contratto a progetto -<br />

art.61 d.lgs. 276/2003 - compatibilità<br />

con l’iscri zione all’albo professionale<br />

- condizioni - risposta del Ministero<br />

del Lavoro e delle Politiche sociali -<br />

prot. CNI n. 731.<br />

Con la presente si trasmette a tutti gli<br />

Enti in indirizzo la risposta pervenuta<br />

dal Centro di contatto del Ministero del<br />

Lavoro e delle Politiche Sociali, cui il<br />

Consiglio Nazionale si era rivolto a<br />

seguito di una richiesta di parere del -<br />

l’Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> della Provincia<br />

di Taranto su una tematica di estremo<br />

interesse.<br />

La questione controversa - che ora il<br />

Ministero ha risolto positivamente - verteva<br />

sulla possibilità per un professionista<br />

Ingegnere, a date condizioni, di<br />

avvalersi della tipologia contrattuale, di<br />

recente introduzione, denominata<br />

“Lavoro a progetto”.<br />

In sostanza, di fronte ad un iscritto che<br />

338 inarcos<br />

aveva ricevuto da un’azienda privata<br />

un’offerta lavorativa con la formula del<br />

“contratto a progetto”, l’Ordine chiedeva<br />

se tale contratto di lavoro comporti<br />

per l’Ingegnere la necessità di cancellazione<br />

/ sospensione dell’iscrizione<br />

all’albo professionale, giusto il disposto<br />

dell’art. 61 del decreto legislativo 10<br />

settembre 2003 n. 276 (“Attuazione<br />

delle deleghe in materia di occupazione<br />

e mercato del lavoro, di cui alla legge 14<br />

febbraio 2003 n.30”).<br />

Come noto, il terzo comma dell’art.61<br />

del d.lgs. 276/2003 inserito nel Capo I<br />

(“Lavoro a progetto e lavoro occasionale”)<br />

del Titolo VII della normativa citata<br />

- afferma che: “Sono escluse dal campo<br />

di applicazione del presente capo le<br />

professioni intellettuali per l’esercizio<br />

delle quali è necessaria l’iscrizione in<br />

appositi albi professionali, esistenti alla<br />

data di entrata in vigore del presente<br />

decreto legislativo ... “ (in allegato).<br />

Sulla base di questa disposizione la ditta<br />

privata sosteneva che gli <strong>Ingegneri</strong><br />

iscritti all’albo non possono avvalersi<br />

della tipologia del lavoro a progetto e<br />

che quindi l’iscritto si doveva - per la<br />

durata della prestazione lavorativa -<br />

cancellare dall’albo.<br />

Il Consiglio Nazionale, invece, - argomentando<br />

la propria richiesta di parere<br />

al Ministero competente - ha affermato<br />

che tale soluzione poteva dirsi corretta<br />

soltanto in certe ipotesi.<br />

L’opinione del Consiglio Nazionale, in -<br />

fatti, era nel senso che l’esclusione disposta<br />

dal terzo comma dell’art.61 cito è<br />

da intendersi limitata alle attività professionali<br />

che per il loro esercizio richiedono<br />

l’iscrizione agli albi professionali.<br />

Mentre l’art.61, comma 3, del d.lgs.<br />

276/2003 non varrebbe per il caso di un<br />

Ingegnere, iscritto all’albo, destinatario<br />

di un contratto a progetto per svolgere<br />

un’attività lavorativa non riservata agli<br />

iscritti all’albo e quindi diversa e distinta<br />

rispetto alle prestazioni professionali<br />

“per l’esercizio delle quali è necessaria<br />

l’iscrizione in appositi albi professionali”<br />

(v. richiesta di parere CNI del 3/02/<br />

2010 allegata).<br />

Era quindi in discussione se è consentito<br />

ad una persona, che ha anche il titolo e<br />

la qualifica di Ingegnere iscritto all’albo,<br />

di accettare lavori non afferenti e non<br />

riservati alla professione di Ingegnere<br />

mediante un contratto a progetto.<br />

Adesso, nella sua risposta, la Direzione<br />

Generale della Tutela delle Condizioni<br />

di Lavoro del Ministero del Lavoro e<br />

delle Politiche Sociali afferma che<br />

l’esclusione prevista dall’articolo 61,<br />

comma 3, del decreto legislativo 276/2003<br />

“opera nel caso in cui l’attività prestata<br />

dal collaboratore sia attinente all’albo<br />

professionale di iscrizione”.<br />

In via preliminare il Ministero ricorda<br />

che il lavoro a progetto non rappresenta<br />

uno schema contrattuale diverso, ma<br />

una modalità di svolgimento delle collaborazioni<br />

coordinate e continuative,<br />

“la cui disciplina continua ad applicarsi<br />

per le attività enunciate nell’art.61, co.<br />

3, d.1gs. 276/2003”.<br />

Detto questo, la Direzione Generale<br />

della Tutela delle Condizioni di Lavoro<br />

afferma che la problematica in esame<br />

appare risolta dall’Interpello n.65/2008,<br />

in materia di contratto a progetto, relativo<br />

al conferimento di un incarico di<br />

‘collaborazione autonoma’ ad un soggetto,<br />

titolare di partita IVA ed iscritto<br />

alla Gestione separata INPS, che svolge<br />

un’attività non rientrante tra quelle per<br />

le quali sia prescritta l’iscri zione ad un<br />

albo professionale.<br />

L’interpello ministeriale citato - che ad


ogni buon conto si trasmette in allegato<br />

- sulla questione specifica precisa che<br />

“Il soggetto titolare di partita IVA può<br />

rendere prestazione lavorativa in regime<br />

di collaborazione coordinata e continuativa<br />

a progetto solo qualora la<br />

stessa non rientri nell’ambito dell’attività<br />

ordinaria svolta professionalmente”.<br />

Il Consiglio Nazionale esprime soddisfazione<br />

per la risposta ministeriale, che -<br />

al ricorrere delle anzidette condizioni -<br />

conferma la possibilità per i professionisti<br />

di stipulare contratti a progetto.<br />

Tanto si doveva per opportuna informazione<br />

e a beneficio di tutti gli operatori<br />

del settore, datori di lavoro ed Inge -<br />

gneri.<br />

Distinti saluti.<br />

Il consigliere segretario<br />

Dott. Ing. Roberto Brandi<br />

Il Presidente<br />

Dott. Ing. Giovanni Rolando<br />

Allegati<br />

1) art.61 decreto legislativo n.276/2003;<br />

2) richiesta di parere CNI del 3/02/2010 ;<br />

3) parere Direzione Generale della<br />

Tutela delle Condizioni di Lavoro del<br />

Ministero del Lavoro e delle Politiche<br />

Sociali del 11/02/2010 ;<br />

4) Interpello Direzione Generale per<br />

[‘attività ispettiva del Ministero del<br />

Lavoro n.65/2008.<br />

Allegato 1<br />

***<br />

TITOLO VII<br />

Tipologie contrattuali a progetto e<br />

occasionali.<br />

Capo I - Lavoro a progetto e lavoro<br />

occasionale<br />

(giurisprudenza di legittimità)<br />

61. Definizione e campo di applicazione.<br />

1. Ferma restando la disciplina per gli<br />

agenti e i rappresentanti di commercio,<br />

i rapporti di collaborazione coordinata<br />

e continuativa, prevalentemente personale<br />

e senza vincolo di subordinazione,<br />

di cui all’articolo 409, n. 3, del codice di<br />

procedura civile devono essere riconducibili<br />

a uno o più progetti specifici o programmi<br />

di lavoro o fasi di esso determinati<br />

dal committente e gestiti autonomamente<br />

dal collaboratore in funzione<br />

del risultato, nel rispetto del coordinamento<br />

con la organizzazione del committente<br />

e indipendentemente dal<br />

tempo impiegato per l’esecuzione della<br />

attività lavorativa (122).<br />

2. Dalla disposizione di cui al comma 1<br />

sono escluse le prestazioni occasionali,<br />

intendendosi per tali i rapporti di durata<br />

complessiva non superiore a trenta<br />

giorni nel corso dell’anno solare con lo<br />

stesso committente, salvo che il compenso<br />

complessivamente percepito nel<br />

medesimo anno solare sia superiore a 5<br />

mila euro, nel qual caso trovano applicazione<br />

le disposizioni contenute nel<br />

presente capo.<br />

3. Sono escluse dal campo di applicazione<br />

del presente capo le professioni<br />

intellettuali per l’esercizio delle quali è<br />

necessaria l’iscrizione in appositi albi<br />

professionali, esistenti alla data di<br />

entrata in vigore del presente decreto<br />

legislativo, nonché i rapporti e le attività<br />

di collaborazione coordinata e continuativa<br />

comunque rese e utilizzate a<br />

fini istituzionali in favore delle associazioni<br />

e società sportive dilettantistiche<br />

affiliate alle federazioni sportive nazionali,<br />

alle discipline sportive associate e<br />

agli enti di promozione sportiva riconosciute<br />

dal C.O.N.I., come individuate e<br />

disciplinate dall’articolo 90 della legge<br />

27 dicembre 2002, n. 289. Sono altresì<br />

esclusi dal campo di applicazione del<br />

presente capo i componenti degli organi<br />

di amministrazione e controllo delle<br />

società e i partecipanti a collegi e commissioni,<br />

nonché coloro che percepiscono<br />

la pensione di vecchiaia.<br />

4. Le disposizioni contenute nel presente<br />

capo non pregiudicano l’applica -<br />

zione di clausole di contratto individuale<br />

o di accordo collettivo più favorevoli<br />

per il collaboratore a progetto.<br />

(122) Vedi, anche, il comma 2 dell’art.<br />

19, D.L. 29 novembre 2008, n. 185.<br />

Allegato 2<br />

***<br />

CONSIGLIO NAZIONALE<br />

DEGLI INGEGNERI<br />

Al Ministero del Lavoro, della Salute e<br />

delle Politiche Sociali centrodicontatto@lavoro.gov.it<br />

Oggetto: Proposta di lavoro con la<br />

formula del contratto a progetto -<br />

art.61 d.lgs. 276/2003 - compatibilità<br />

con l’iscrizione all’albo professionale<br />

- richiesta di parere - prot.<br />

CNI n. 5866<br />

L’Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> della Provincia<br />

di Taranto ha domandato, a seguito<br />

della richiesta di un iscritto che ha ricevuto<br />

da parte di una azienda privata<br />

un’offerta lavorativa con la formula del<br />

“contratto a progetto”(in allegato), se<br />

tale contratto di lavoro comporti la<br />

necessità di cancellazione/sospensione<br />

dell’iscrizione all’albo professionale,<br />

giusto il disposto dell’art.61 del decreto<br />

legislativo l0 settembre 2003 n.276<br />

(“Attuazione delle deleghe in materia<br />

di occupazione e mercato del lavoro, di<br />

cui alla legge 14 febbraio 2003 n.30”).<br />

Come noto, il terzo comma dell’art.61<br />

del d.lgs. 276/2003 _ inserito nel Capo I<br />

(“Lavoro a progetto e lavoro occasionale”)<br />

del Titolo VII della normativa citata<br />

-afferma che : “Sono escluse dal campo<br />

di applicazione del presente capo le<br />

professioni intellettuali per l’esercizio<br />

delle quali è necessaria l’iscrizione in<br />

appositi albi professionali, esistenti alla<br />

data di entrata in vigore del presente<br />

decreto legislativo ... “.<br />

Trattandosi di normativa relativa al<br />

mercato del lavoro e all’occupazione, la<br />

competenza in materia spetta al Mini -<br />

stero del Lavoro, della Salute e delle<br />

Politiche Sociali, al quale si richiede<br />

quindi di pronunciarsi in merito.<br />

Sembra necessario, però, sgombrare il<br />

campo da un equivoco.<br />

Da contatti informali avuti con il Centro<br />

di contatto del Ministero del Lavoro,<br />

della Salute e delle Politiche Sociali,<br />

risulta che il Ministero del Lavoro è dell’opinione<br />

che, in base all’art. 61,<br />

comma 3, del d.lgs. cit., gli <strong>Ingegneri</strong><br />

iscritti all’albo non possono avvalersi<br />

della tipologia del lavoro a progetto.<br />

In realtà questa soluzione - in base ad<br />

un attento esame della lettera e della<br />

ratio dell’art.61, terzo comma, d.lgs.<br />

276/2003 - a parere del Consiglio Na -<br />

zionale, può dirsi corretta soltanto in<br />

certi casi.<br />

L’opinione del Consiglio Nazionale sul<br />

punto infatti è nel senso che l’esclusione<br />

disposta dal terzo comma dell’art.61<br />

cito sia da intendersi limitata alle attività<br />

professionali che per il loro esercizio<br />

richiedono l’iscrizione agli albi professionali.<br />

Ovvero, non potrebbe - nel nostro caso<br />

- un Ingegnere iscritto all’albo avvalersi<br />

della tipologia contrattuale “Lavoro a<br />

progetto” per svolgere un incarico professionale<br />

rientrante nelle competenze<br />

dell’Ingegnere per l’assolvimento del<br />

quale la legge impone l’iscrizione al<br />

relativo albo (es., firmare un progetto<br />

edilizio).<br />

Ma nulla osta a che un Ingegnere iscritto<br />

all’albo possa essere destinatario di un<br />

contratto a progetto per svolgere un’at -<br />

tività lavorativa non riservata agli iscritti<br />

all’albo e quindi diversa e distinta rispetto<br />

alle prestazioni professionali “per l’eser -<br />

cizio delle quali è necessaria l’iscrizione in<br />

appositi albi professionali”.<br />

Questa, a meno di stravolgimenti delle<br />

finalità della normativa, appare l’inter -<br />

pretazione corretta del terzo comma<br />

dell’art. 61 del d.lgs. 276/2003, laddove<br />

esclude le professionali intellettuali<br />

come quella di Ingegnere “dal campo di<br />

applicazione del presente Capo”.<br />

notiziari<br />

inarcos 339


MINISTERO DEL LAVORO, DELLA<br />

SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI<br />

Roma, 23 dicembre 2008<br />

Prot. 25/1/001861 7<br />

Oggetto: art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 -<br />

incarico di collaborazione autonoma<br />

e contratto di collaborazione<br />

coordinata e continuativa a progetto.<br />

La Confcommercio ha avanzato richiesta<br />

d’interpello per conoscere il parere<br />

di questa Direzione riguardo alla sussistenza<br />

o meno dei vincoli di cui agli artt.<br />

61 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003, in materia<br />

di contratto a progetto, nel caso di<br />

conferimento di un incarico di “collaborazione<br />

autonoma” ad un soggetto,<br />

titolare di partita IVA ed iscritto alla<br />

Gestione separata INPS, che svolge<br />

un’attività non rientrante tra quelle per<br />

le quali sia prescritta l’iscrizione ad un<br />

albo o ad un ordine professionale.<br />

In particolare si chiede, in caso di risposta<br />

affermativa, come coordinare le disposizioni<br />

riguardanti l’obbligo di erogazione<br />

del compenso e di predisposizione<br />

del relativo prospetto paga con<br />

l’obbligo del collaboratore titolare di<br />

partita IVA di emettere fattura.<br />

Al riguardo acquisito il parere della<br />

Direzione generale della Tutela delle<br />

Condizioni di Lavoro e dell’INPS, si rappresenta<br />

quanto segue.<br />

Occorre, in via preliminare, inquadrare<br />

correttamente la fattispecie prospettata,<br />

dal momento che la soluzione della<br />

questione è differente a seconda che si<br />

tratti di collaborazione coordinata e<br />

continuativa ovvero di lavoro autonomo<br />

reso ai sensi dell’art. 2222 c.c.<br />

In quest’ultimo caso, infatti, l’attività è<br />

svolta in completa autonomia da parte<br />

del lavoratore con riguardo in particolare<br />

alle modalità della prestazione;<br />

non vi è infatti alcun coordinamento<br />

con l’attività del committente né un<br />

inserimento funzionale del lavoratore<br />

nell’organizzazione aziendale.<br />

Viceversa, le collaborazioni coordinate<br />

e continuative sono caratterizzate -<br />

oltre che dall’elemento qualificatorio<br />

essenziale, rappresentato dall’autonomia<br />

del collaboratore nello svolgimento<br />

della attività lavorativa dedotta nel contratto<br />

e dalla irrilevanza del tempo<br />

impiegato per l’esecuzione della prestanotiziari<br />

E proprio in questa seconda ipotesi<br />

potrebbe cadere il caso prospettato dall’iscritto,<br />

qualora il progetto richiedesse<br />

attività che non necessitano di iscrizione<br />

all’albo.<br />

L’interpretazione proposta, inoltre,<br />

pare l’unica che consente di dare un<br />

senso ed un significato alla locuzione<br />

“professioni intellettuali per l’eserci -<br />

zio delle quali è necessaria l’iscrizione<br />

in appositi albi... “ : con ciò la legge<br />

intendendo chiaramente - a parere di<br />

chi scrive - escludere dal lavoro a progetto<br />

soltanto l’esercizio della professione<br />

di Ingegnere e delle altre professioni<br />

regolamentate.<br />

Non è possibile (ed è vietato) quindi<br />

esercitare la professione di Ingegnere<br />

nella forma del lavoro a progetto, ma è<br />

consentitu ad una persona che ha anche<br />

il titolo e la qualifica di Ingegnere iscritto<br />

all’albo di accettare lavori non afferenti<br />

e non riservati alla professione di<br />

ingegnere mediante un contratto a progetto.<br />

Poiché la questione riveste valenza<br />

generale e appare necessario ottenere<br />

un chiarimento ufficiale che sia di ausilio<br />

per tutti gli operatori del settore,<br />

datori di lavoro e professionisti interessati,<br />

il Consiglio Nazionale con la presente<br />

chiede al Ministero del Lavoro di<br />

esprimere il proprio autorevole parere<br />

sulla tematica, tenendo conto delle<br />

osservazioni e delle argomentazioni prospettate,<br />

nonché di indicare e specificare<br />

nel dettaglio quali siano - in ipotesi - le<br />

ulteriori forme contrattuali a disposizione<br />

delle parti per l’incarico lavorativo<br />

riferito dall’Ordine di Taranto.<br />

In attesa di un cortese riscontro, distinti<br />

saluti.<br />

IL CONSIGLIERE SEGRETARIO<br />

(Dott.Ing. Roberto Brandi)<br />

IL PRESIDENTE<br />

(Dott.Ing. Giovanni Rolando)<br />

Allegato 3<br />

***<br />

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE<br />

POLITICHE SOCIALI<br />

Al Backoffice SEDE<br />

Ai sensi e per gli effetti della circolare n.<br />

49/04 si trasmette la presente risposta,<br />

al fine di consentire il diretto riscontro<br />

all’interessato richiedente.<br />

A Consiglio Nazionale <strong>Ingegneri</strong> Mai!:<br />

segreteria@cni-online.it<br />

Oggetto: proposta di lavoro con la<br />

formula del contratto a progetto -art.<br />

61 d.lgs. 276/2003 compatibilità con<br />

l’iscrizione all’albo professionale -<br />

richiesta di parere -prot-CNI n. 5866.<br />

Con riferimento al quesito posto nell.email<br />

da codesto Consiglio Nazionale,<br />

relativo al fatto se un ingegnere cui<br />

viene offerto di lavorare con il contratto<br />

di lavoro a progetto deve provvedere<br />

necessariamente alla cancellazione o<br />

sospensione dell’iscrizione all’albo professionale,<br />

si osserva quanto segue.<br />

Gli iscritti agli albi professionali ai sensi<br />

dell’art. 61 d.lgs.276/03 sono esclusi,<br />

come è noto, dall’applicazione della<br />

disciplina del lavoro a progetto. Le esclusioni<br />

previste dal citato articolo si riferiscono<br />

a quelle categorie di lavoratori per<br />

le quali il legislatore ha escluso il rischio<br />

di un utilizzo fraudolento delle collaborazioni<br />

coordinate e continuative.<br />

Tuttavia, come sottolineato dalla circolare<br />

ministeriale n. 1/04, l’esclusione<br />

opera nel caso in cui l’attività prestata<br />

dal collaboratore sia attinente all’albo<br />

professionale di iscrizione, conseguentemente,<br />

in tale ipotesi il professionista<br />

è legittimato a stipulare una collaborazione<br />

coordinata e continuativa senza.<br />

dover fare riferimento alla normativa di<br />

cui agli articoli 61 e seguenti del<br />

d.lgs.276/03.<br />

Infatti, il lavoro a progetto non rappresenta<br />

uno schema contrattuale diverso<br />

ma una modalità di svolgimento delle<br />

collaborazioni coordinate e continuative,<br />

la cui disciplina continua ad applicarsi<br />

per le attività enunciate nell’art. 61<br />

co.3 d.lgs. 276/03.<br />

In particolare, la citata circolare ha chiarito<br />

esplicitamente che: “la disciplina<br />

che emerge dall‘art. 61 è finalizzata a<br />

impedire l’utilizzo improprio e fraudolento<br />

delle collaborazioni coordinate e<br />

continuative. Al di fuori delle campo di<br />

applicazione dell’art. 61 si collocano,<br />

con tutta evidenza, fattispecie che non<br />

presentano significativi rischi di elusione<br />

della normativa inderogabile del<br />

lavoro ... per le quali continua a trovare<br />

applicazione la previgente disciplina “.<br />

Ciò premesso, in ordine all’interpretazione<br />

prospettata, relativa alla possibilità di<br />

un ingegnere di essere destinatario di un<br />

contratto a progetto per svolgere un’at -<br />

tività lavorativa non riservata agli iscritti<br />

all’albo, si evidenzia che la questione<br />

appare risolta nell’interpello n. 65/2008,<br />

in materia di contratto a progetto, nel<br />

caso di conferimento di un incarico di<br />

“collaborazione autonoma” ad un soggetto,<br />

titolare di partita IVA ed iscritto<br />

alla Gestione separata INPS, che svolge<br />

un’attività non rientrante tra quelle per le<br />

quali sia prescritta l’iscrizione ad un albo<br />

o ad un ordine professionale.<br />

Al riguardo, il citato interpello specifica<br />

che “il soggetto titolare di partita IVA<br />

può rendere prestazione lavorativa in<br />

regime di collaborazione coordinata e<br />

continuativa a progetto solo qualora la<br />

stessa non rientri nell ‘ambito dell‘attività<br />

ordinaria svolta professionalmente.“<br />

Allegato 4<br />

***<br />

340 inarcos


zione - dalla necessaria coordinazione<br />

con il committente. Secondo il modello<br />

approntato dal D.Lgs. n. 276/2003, inoltre,<br />

dette collaborazioni devono essere<br />

riconducibili, come modalità organizzativa<br />

della prestazione, ad uno o più specifici<br />

progetti o programmi di lavoro o<br />

fasi di esso, salvo i casi previsti dal<br />

comma 2 e dal comma 3 dell’art. 61.<br />

Non essendo preclusa la possibilità per i<br />

soggetti titolari di partiva IVA di stipulare<br />

contratti a progetto, si ritiene corretto<br />

affermare che i compensi percepiti<br />

non in relazione allo svolgimento di<br />

attività di lavoro autonomo reso ai sensi<br />

dell’art. 2222 c.c., ma nell’ambito di rapporti<br />

di collaborazione coordinata e<br />

continuativa (anche nella modalità a<br />

progetto) debbano essere denunciati<br />

come redditi assimilati a quelli di lavoro<br />

dipendente ex art. 47, comma I, lett. c<br />

bis) TUIR, con obbligo per il committente<br />

di consegna del prospetto paga al<br />

collaboratore (anche nelle forme della<br />

consegna di copia del Libro Unico del<br />

Lavoro ai sensi dell’art. 39, comma 5, del<br />

D.L. n. 112/2008), di versamento dei<br />

contributi previdenziali alla Gestione<br />

separata INPS e del premio assicurativo<br />

all’INAIL.<br />

In altri termini, il soggetto titolare di<br />

partita IVA può rendere prestazione<br />

lavorativa in regime di collaborazione<br />

coordinata e continuativa a progetto<br />

solo qualora la stessa non rientri nell’ambito<br />

dell’attività ordinaria svolta<br />

professionalmente. In tale caso il relativo<br />

compenso non andrà a costituire reddito<br />

da lavoro autonomo, ma rientrerà<br />

nell’alveo di cui al citato art. 47 TUIR,<br />

senza obbligo di emettere fattura in<br />

quanto, trattandosi di reddito assimilato<br />

a quelli di lavoro dipendente, non è<br />

consentita l’applicazione dell’imposta<br />

per carenza del presupposto oggettivo<br />

(cfr. Min. Finanze circo n. 207/E del 16<br />

novembre 2000).<br />

IL DIRETTORE GENERALE (f.to Paolo<br />

Pennesi)<br />

***<br />

COMMENTO ALLA CIRCOLARE<br />

N. 323 DEL 26 MARZO 2010<br />

La circolare n. 323 del 26 marzo 2010 del<br />

Consiglio Nazionale <strong>Ingegneri</strong> recepisce,<br />

in maniera definitiva, i chiarimenti<br />

ministeriali in tema di contratto a progetto.<br />

Qualora ad un ingegnere iscritto<br />

all’Albo venga fatta una proposta di<br />

lavoro con contatto a progetto e relativo<br />

versamento dei contributi nella<br />

gestione separata dell’INPS, , non è<br />

necessaria la cancellazione dall’Albo<br />

stesso. E’ di tutta evidenza che il problema<br />

riguarda in larga misura i giovani<br />

e l’attività proposta deve essere<br />

diversa all’attività professionale in<br />

senso stretto. In questo caso,<br />

l’ingegnere deve avere la partita IVA e<br />

versare il contributo soggettivo e integrativo<br />

a INARCASSA.<br />

All. 1 La normativa del contratto di progetto.<br />

All. 2 Facsimile di contratto.<br />

All. 1 CONTRATTO A PROGETTO<br />

Ai sensi dell’art 61 del Decreto legislativo<br />

276/2003, i rapporti di collaborazione<br />

coordinata e continuativa devono<br />

essere ricondotti in uno o più progetti<br />

specifici o programmi di lavoro o fasi di<br />

esso:<br />

determinati dal committente;<br />

gestiti autonomamente dal collaboratore<br />

in funzione del risultato;<br />

indipendentemente dal tempo impiegato<br />

per l’esecuzione dell’attività lavorativa.<br />

Premesso che l’attività del collaboratore<br />

“a progetto” deve essere sempre caratterizzata<br />

dalla autonomia e dalla mancanza<br />

di subordinazione nei confronti<br />

del committente, è essenziale che il rapporto<br />

non sconfini, per errori nella stesura<br />

del contratto a “progetto”, in un<br />

rapporto di lavoro dipendente.<br />

E’ la stessa circolare ministeriale n.<br />

l/2004 che cerca di differenziare le due<br />

fattispecie, ad esempio in funzione del<br />

periodo di tempo nel quale la prestazione<br />

deve essere effettuata:<br />

quando il lavoro è a tempo determinato,<br />

e se la prestazione è resa con vincolo<br />

di subordinazione, il termine delimita<br />

esclusivamente il periodo in cui il<br />

lavoratore è a disposizione del datore di<br />

lavoro per lo svolgimento delle mansioni<br />

contrattualmente individuate;<br />

quando si è in presenza di un lavoro a<br />

progetto, la durata del rapporto è funzionale<br />

alla realizzazione del progetto<br />

stesso, programma di lavoro o fase di<br />

esso, in regime di totale autonomia.<br />

Ai sensi del primo comma dell’ art. 61<br />

del decreto in commento, il collaboratore<br />

deve gestire il progetto in funzione<br />

del risultato, che assume rilevanza giuridica<br />

indipendentemente dal tempo<br />

impiegato per l’esecuzione dell’attività<br />

lavorativa.<br />

Tanto è vero che, ai sensi del primo<br />

comma del successivo art. 67, il contratto<br />

a progetto si risolve al momento<br />

della realizzazione dello stesso, anche<br />

prima del termine contrattualmente<br />

previsto. E’ opportuno che questa circostanza<br />

risulti dal contratto stesso.<br />

Il progetto, individuato dal committente<br />

a suo insindacabile giudizio, consiste<br />

in un’attività produttiva ben identificabile<br />

e funzionalmente collegata ad<br />

un determinato risultato finale a cui il<br />

collaboratore partecipa direttamente<br />

con la sua prestazione.<br />

Il programma di lavoro consiste in un<br />

tipo di attività cui non è direttamente<br />

riconducibile un risultato finale.<br />

Il programma di lavoro o la fase di esso<br />

caratterizzano, infatti, la produzione di<br />

un risultato solo parziale destinato ad<br />

essere integrato, in vista di un risultato<br />

finale, da altre lavorazioni e risultati<br />

parziali.<br />

Nell’ambito del progetto o del programma<br />

la definizione dei tempi di<br />

lavoro e delle relative modalità deve<br />

essere rimessa al collaboratore e ciò in<br />

quanto l’interesse del committente è<br />

relativo al perfezionamento del risultato<br />

convenuto e non, come avviene nel<br />

lavoro subordinato, alla disponibilità di<br />

una prestazione di lavoro.<br />

Le prestazioni, nel contratto a progetto,<br />

hanno una durata determinata o determinabile,<br />

in funzione della durata e<br />

delle caratteristiche del progetto, del<br />

programma di lavoro o della fase di<br />

esso.<br />

Il collaboratore a progetto può operare<br />

all’interno del ciclo produttivo del committente<br />

e, per questo, deve necessariamente<br />

coordinare la propria prestazione<br />

con le esigenze dell’organizzazione<br />

del committente.<br />

Il coordinamento può essere riferito sia<br />

ai tempi di lavoro che alle modalità di<br />

esecuzione del progetto o del programma<br />

di lavoro, ferma restando, ovviamente,<br />

l’impossibilità del committente<br />

di richiedere una prestazione o<br />

un’attività esulante dal progetto o dal<br />

programma di lavoro originariamente<br />

convenuto.<br />

Il contratto è stipulato in forma scritta e<br />

deve necessariamente contenere, ai fini<br />

della prova del rapporto posto in essere,<br />

i seguenti elementi:<br />

• indicazione della durata, determinata<br />

o determinabile, della prestazione di<br />

lavoro;<br />

• indicazione del progetto o programma<br />

di lavoro, o fasi di esso, individuato<br />

nel suo contenuto caratterizzante, che<br />

viene dedotto in contratto;<br />

• il corrispettivo e i criteri per la sua<br />

determinazione, nonché i tempi e le<br />

modalità di pagamento e la disciplina<br />

dei rimborsi spese;<br />

• le forme di coordinamento del lavoratore<br />

a progetto al committente sulla<br />

esecuzione, anche temporale, della prestazione<br />

lavorativa, che in ogni caso<br />

notiziari<br />

inarcos 341


notiziari<br />

non possono essere tali da pregiudicarne<br />

l’autonomia nella esecuzione dell’obbligazione<br />

lavorativa;<br />

• le eventuali misure per la tutela della<br />

salute e sicurezza del collaboratore a<br />

progetto, (oltre quelle previste ex art.<br />

66, comma 4, del DLgs. n. 276/2003).<br />

Il corrispettivo deve essere proporzionato<br />

alla quantità e qualità del lavoro eseguito.<br />

La quantificazione del compenso deve<br />

avvenire in considerazione della natura<br />

e durata del progetto o del programma<br />

di lavoro, vale a dire in funzione del<br />

risultato che il collaboratore deve produrre.<br />

Le parti del rapporto potranno, quindi,<br />

disciplinare nel contratto anche i criteri<br />

attraverso i quali sia possibile escludere<br />

o ridurre il compenso pattuito nel caso<br />

in cui il risultato non sia stato perseguito<br />

o la qualità del medesimo sia tale da<br />

comprometterne l’utilità.<br />

Per questo tipologia di contratto vi è<br />

sempre l’obbligo, indipendentemente<br />

dalla durata della collaborazione e dall’importo<br />

dei compensi erogati dal committente,<br />

di iscrizione alla gestione<br />

separata INPS e di versamento dei contributi<br />

da corrispondersi nella misura<br />

fissata per le diverse tipologie di assicurati.<br />

ALL. 2<br />

CONTRATTO DI LAVORO A PROGETTO<br />

Tra le seguenti parti:<br />

- MARIO ROSSI, nato a ... il ..., con Stu -<br />

dio in ..., in Via ... n ..., C.F. ..., ingegne -<br />

re professionista iscritto al relativo<br />

Albo di Bologna al n ..., e PAOLO<br />

BIANCHI, nato a ... il ..., residente a ...,<br />

Via ... n ..., C.F. ..., che si dichiara esperto<br />

ed idoneo a svolgere l’attività di cui<br />

al presente contratto, dichiarando<br />

altresì che la sua prestazione non rientra<br />

nell’ esercizio dell’ arte e della professione,<br />

impegnandosi a comunicare<br />

ogni variazione in merito,<br />

PREMESSO<br />

- che lo Studio professionale sopra<br />

citato ha intenzione di realizzare nei<br />

tempi<br />

tecnici necessari l’obiettivo di ... .<br />

- che il sig. Bianchi dichiara di avere le<br />

capacità tecniche per realizzare tale<br />

obiettivo in completa autonomia, se<br />

pur nelle linee guida che il committente<br />

indicherà per una migliore<br />

riuscita del progetto stesso,<br />

si conviene e si stipula quanto segue:<br />

Lo studio professionale “Rossi” conferisce<br />

al sig. Paolo Bianchi, che accetta,<br />

l’incarico di cui al progetto sopra delineato,<br />

e che di seguito si dettaglia<br />

ulteriormente:<br />

342 inarcos<br />

Il contratto viene regolamentato come<br />

segue:<br />

a) il presente contratto di lavoro a<br />

progetto viene stipulato secondo la<br />

normativa disposta dall’art. 4, co. 1,<br />

letto c), della legge n. 30/2003 e del<br />

D.Lgs. 276/2003;<br />

b) nell’espletamento della sua attività il<br />

collaboratore a progetto opererà in<br />

assoluta autonomia, senza vincoli di<br />

orario e di presenza, con scelta discrezionale<br />

di assenze e di periodi feriali<br />

senza dover sottostare ad alcun potere<br />

gerarchico e disciplinare da parte dello<br />

Studio professionale committente;<br />

c) le parti escludono qualsiasi vincolo<br />

di subordinazione;<br />

d) nel compiere la propria attività il<br />

collaboratore a progetto dovrà operare<br />

con la diligenza richiesta dalla natura<br />

dell’incarico assunto. In particolare,<br />

deve far uso appropriato della sua<br />

professionalità. In alcun modo, le<br />

capacità professionali del collaboratore<br />

dovranno subire delle limitazioni<br />

da parte dello studio professionale<br />

committente;<br />

e) ai fini del raggiungimento degli<br />

obiettivi del progetto le parti dispongono<br />

e si impegnano ad incontrarsi<br />

periodicamente, con la cadenza che si<br />

renderà necessaria, allo scopo di coordinare<br />

l’attività svolta dal collaboratore<br />

a progetto e verificare i risultati<br />

man mano raggiunti;<br />

f) la durata del progetto decorre dal<br />

giorno ... e terminerà con il giorno, od<br />

anche anteriormente, ove il sig. Paolo<br />

Bianchi dovesse ultimare il progetto<br />

prima del predetto termine;<br />

g) il compenso per la collaborazione<br />

prestata sarà di ... /00) euro in<br />

ragione d’anno indipendentemente<br />

dall’orario impiegato per la realizzazione<br />

del progetto assegnato.<br />

Tale importo verrà corrisposto con<br />

cadenza non necessariamente periodica,<br />

ma in rate concordate tra le parti<br />

in funzione dello stato di svolgimento<br />

delle fasi del progetto, a valere come<br />

acconti sul risultato finale, cui corrisponderà<br />

la maturazione dell’intero<br />

corrispettivo;<br />

A titolo orientativo, la scadenza dei<br />

vari pagamenti sarà bimestrale, a presentazione<br />

di rendiconto.<br />

A tale proposito, le parti dichiarano<br />

che per la determinazione del compenso<br />

si è considerato quanto normalmente<br />

corrisposto per analoghe prestazioni<br />

di lavoro autonomo. Le parti<br />

ritengono il compenso pattuito proporzionato<br />

alla quantità e qualità<br />

della prestazione svolta;<br />

Per quanto riguarda i rimborsi spese,<br />

ove dimostrato che siano inerenti alla<br />

collaborazione svolta, sulla base di<br />

idonea documentazione saranno rimborsati<br />

a semplice presentazione della<br />

stessa.<br />

h) il collaboratore a progetto si impegna<br />

a non diffondere, durante il presente<br />

contratto, notizie ed informazioni<br />

riservate di cui sia venuto a conoscenza<br />

nell’espletamento del progetto;<br />

i) le parti convengono che nel caso di<br />

malattia o infortunio, la sospensione<br />

del contratto di lavoro a progetto non<br />

determina una proroga della durata<br />

del contratto che si estingue comunque<br />

alla scadenza. Lo Studio professionale<br />

committente si riserva la possibilità<br />

di recedere dal contratto se la<br />

sospensione si protrae per un periodo<br />

di tempo superiore a 1/6 della durata<br />

stabilita nel contratto.<br />

l) al collaboratore sono assicurati tutti<br />

i diritti e le tutele scaturenti dalle<br />

vigenti disposizioni di legge in tema di<br />

sicurezza e igiene del lavoro; si applicano,<br />

in particolare, le norme del<br />

Decreto Legislativo n. 626/94 e successive<br />

modifiche ed integrazioni, compatibilmente<br />

con le modalità ed il<br />

luogo di prestazione dell’attività di<br />

collaborazione.<br />

m) In relazione all’informativa fornita<br />

il Sig. Bianchi, con la sottoscrizione del<br />

presente contratto, esprime il proprio<br />

consenso previsti dagli art. Il e 20 della<br />

Legge 675/96, al trattamento dei suoi<br />

dati personali, per le finalità connesse<br />

o strumentali all’esecuzione del presente<br />

contratto.<br />

Per quanto qui non previsto si richiamano<br />

le vigenti disposizioni normative.<br />

Letto, approvato e sottoscritto in ..., il<br />

...<br />

Il committente Il collaboratore a progetto<br />

(Mario Rossi)<br />

(Paolo Bianchi)<br />

REGIONE<br />

EMILIA-ROMAGNA<br />

DISCIPLINA DELLE<br />

VARIANTI IN CORSO<br />

D’OPERA AI FINI DELLA<br />

RIDUZIONE DEL RISCHIO<br />

SISMICO.<br />

Com’è noto, la disposizione transitoria<br />

di cui all’art. 20, comma 3, del D.L.<br />

31 dicembre 2007, n. 248 (convertito<br />

con modifiche dalla L. 28 febbraio<br />

2008, n. 31), stabilisce che “per le co -


struzioni e le opere infrastrutturali iniziate<br />

… prima dell’entrata in vigore<br />

della revisione generale delle norme<br />

tecniche per le costruzioni …[di cui al<br />

D.M. 14 gennaio 2008, cioè prima del<br />

1° luglio 2009] continua ad applicarsi<br />

la normativa tecnica utilizzata per la<br />

redazione dei progetti, fino all’ultimazione<br />

dei lavori e all’eventuale collaudo”.<br />

Per effetto dell’art. 64,<br />

comma 7, della<br />

L.R. n. 6 del 2009, questa disposizione<br />

trova applicazione nella nostra regione<br />

per i lavori di natura privatistica<br />

per i quali entro la data del 30 giugno<br />

2009 sia stata presentata al Comune<br />

denuncia di inizio attività o domanda<br />

per il rilascio del permesso di costruire.<br />

Da più parti è pervenuta richiesta di<br />

chiarimenti in merito alla corretta<br />

interpretazione del combinato disposto<br />

dell’art. 64, comma 7, della L.R. n.<br />

6 del 2009 e dell’art. 9 della L.R. n. 19<br />

del 2008, anche a seguito dell’approvazione<br />

della delibera di Giunta regionale<br />

n. 121 del 2010, per la parte attinente<br />

alle varianti non sostanziali ai<br />

progetti esecutivi riguardanti le strutture.<br />

Si richiede, in particolare, se alle<br />

varianti in corso d’opera realizzate<br />

successivamente al 30 giugno 2009 si<br />

applichi la normativa tecnica previgente<br />

utilizzata per la redazione dei<br />

progetti ovvero la normativa tecnica<br />

di cui al D.M. 14 gennaio 2008.<br />

1. La questione posta non trova una<br />

esplicita disciplina nel dettato normativo<br />

vigente, ma può trovare soluzione<br />

attraverso l’applicazione dei principi<br />

legislativi e giurisprudenziali già<br />

presenti nell’ordinamento. Appare<br />

utile, a tal fine, muovere dall’esame<br />

delle diverse fattispecie riconducibili<br />

alla categoria generale delle varianti<br />

in corso d’opera, presenti nella disciplina<br />

edilizia e nelle norme per la riduzione<br />

del rischio sismico, ed in particolare:<br />

a) le variazioni essenziali (artt. 18 e 23<br />

della L.R. n. 31 del 2002);<br />

b) le variazioni minori (art. 19 della<br />

L.R. n. 31 del 2002);<br />

c) le varianti sostanziali (art. 9, commi<br />

1 e 2, della L.R. n. 19 del 2008);<br />

d) le varianti non sostanziali (art. 9,<br />

comma 4, della L.R. n. 19 del 2008).<br />

a) La prima categoria annovera un<br />

elenco tassativo di modificazioni al<br />

progetto originario autorizzato che la<br />

legge reputa particolarmente rilevanti.<br />

Tali ipotesi sono individuate (da<br />

ultimo) dall’art. 23 della L.R. n. 31 ai<br />

fini della valutazione della gravità<br />

dell’attività abusiva, ed in particolare<br />

per individuare le difformità parziali<br />

da equiparare alla assenza o totale<br />

difformità dal titolo edilizio. Lo stesso<br />

elenco di modificazioni è poi richiamato<br />

dall’art. 18 della medesima<br />

legge per individuare le modificazioni<br />

che sono sottoposte per la loro attuazione<br />

alla preventiva presentazione di<br />

un ulteriore titolo edilizio, integrativo<br />

di quello originario. Le variazioni<br />

essenziali attengono a significativi<br />

discostamenti dimensionali o localizzativi<br />

del manufatto edilizio, al mutamento<br />

della destinazione d’uso con<br />

aumento del carico urbanistico, alla<br />

modifica degli effetti delle azioni<br />

sismiche sulle strutture. Per chiarire<br />

meglio quest’ultima fattispecie la<br />

medesima legge regionale ne fornisce<br />

due<br />

diverse definizioni, volte a descrivere i<br />

due opposti profili, quello attinente<br />

all’abuso edilizio e<br />

quello attinente al corretto procedimento<br />

autorizzativo. In particolare si<br />

precisa che:<br />

– costituisce variazione essenziale, ai<br />

fini dell’applicazione delle norme in<br />

materia di abusivismo edilizio, ogni<br />

variazione rispetto al titolo abilitativo<br />

edilizio che comporti la “violazione<br />

delle norme tecniche in materia di<br />

edilizia antisismica” (art. 23, com -<br />

ma 1, lett. e), L.R. n. 31). In altre parole,<br />

è da equiparare all’assenza o alla<br />

totale difformità dal titolo ogni difformità<br />

dal progetto originario autorizzato<br />

che sia in contrasto con le NTC<br />

vigenti;<br />

– occorre preventivamente richiedere<br />

o presentare un titolo edilizio ove le<br />

modifiche ipotizzate “modifichino in<br />

modo sostanziale gli effetti delle azioni<br />

sismiche sulla struttura” (art. 18,<br />

comma 1, L.R. n. 31). Tale tiolo edilizio<br />

costituisce “parte integrante dell’originario<br />

titolo abilitativo” (art. 18,<br />

comma 3, L.R. n. 31).<br />

Appare chiaro tuttavia che entrambe<br />

le nozioni si riferiscano per così dire<br />

alle due facce della stessa medaglia: le<br />

variazioni, che interagiscono in modo<br />

sostanziale con la capacità di resistenza<br />

della struttura all’azione sismica,<br />

richiedono un titolo edilizio (integrativo<br />

di quello originario) e la mancata<br />

richiesta dello stesso costituisce un<br />

grave abuso edilizio che si qualifica<br />

come variazione essenziale.<br />

b) La nozione di variazioni minori, è<br />

residuale e si desume a contrario dalla<br />

precedente: l’art. 19 della legge regionale<br />

n. 31 precisa, infatti, che tutte le<br />

variazioni che non siano essenziali<br />

sono da considerarsi minori, tra cui<br />

dunque anche le variazioni attinenti<br />

alle parti strutturali dell’edificio che<br />

non comportino modifiche significative<br />

sugli effetti delle azioni sismiche.<br />

Esse sono sottoposte a controllo attraverso<br />

il meccanismo semplificato della<br />

DIA da presentarsi (anche dopo la realizzazione<br />

dei lavori e comunque)<br />

prima della comunicazione di fine<br />

lavori.<br />

c) La fattispecie di variazione essenziale<br />

attinente alla violazione delle<br />

norme tecniche per le costruzioni è<br />

ripresa dall’art. 9 della L.R. n. 19 del<br />

2008, che la denomina “variante<br />

sostanziale”, allo scopo di precisare,<br />

al comma 1, che per la sua realizzazione<br />

è necessario (assieme al titolo edilizio<br />

integrativo) il rilascio di una apposita<br />

autorizzazione sismica, integrativa<br />

di quella originaria ovvero effettuare<br />

il deposito (integrativo) del progetto<br />

esecutivo riguardante le strutture,<br />

a seconda che ricorrano i casi previsti<br />

rispettivamente dagli articoli 11 e<br />

13 della suddetta legge. Il comma 2<br />

del medesimo art. 9 della L.R. n. 19<br />

chiarisce meglio, dal punto di vista<br />

tecnico, la definizione di variante<br />

sostanziale, rispetto a quanto già specificato<br />

dall’art. 18, comma 1, della<br />

L.R. n. 31: “la variante è da con -<br />

siderare sostanziale … quando<br />

com porta va riazione degli effetti<br />

dell’azione sismica o delle resistenze<br />

delle strutture o della loro<br />

duttilità”.<br />

d) Anche la nozione di varianti non<br />

sostanziali, come quella di variazioni<br />

minori di cui alla precedente lettera b),<br />

si ricava a contrario dall’ipotesi opposta<br />

(di variante sostanziale) ed attiene<br />

a tutte quelle modificazioni alle strutture<br />

degli edifici autorizzate che non<br />

comportano effetti significativi sulle<br />

stesse. Allo scopo di semplificare il<br />

sistema dei controlli, il legislatore<br />

regionale prescrive alla Giunta regionale<br />

di individuare, con apposito atto<br />

di indirizzo ( 1 ), le varianti che presentano<br />

questa caratteristica e stabilisce che<br />

le stesse non sono sottoposte alla autorizzazione<br />

sismica preventiva ovvero a<br />

deposito del progetto esecutivo riguardante<br />

le strutture (art. 9, comma 4,<br />

della L.R. n. 19 del 2008). Pertanto la<br />

loro realizzazione in corso d’opera è<br />

subordinata esclusivamente alla predisposizione<br />

di una apposita documentazione<br />

progettuale, che verifichi la ricorrenza<br />

di detta natura non sostanziale,<br />

da allegare alla DIA da presentare<br />

prima della fine dei lavori.<br />

notiziari<br />

inarcos 343


notiziari<br />

In conclusione, è possibile individuare<br />

una perfetta coerenza della disciplina<br />

edilizia con quella per la riduzione<br />

del rischio sismico: -le varianti non<br />

sostanziali costituiscono uno dei casi<br />

di variazioni minori. Esse sono sottoposte<br />

al medesimo regime semplificato, sia<br />

sotto l’aspetto edilizio sia sotto quello<br />

sismico (DIA prima della fine lavori e<br />

documentazione progettuale integrativa<br />

da conservare in cantiere nel<br />

corso dei lavori e da allegare alla<br />

medesima DIA);<br />

-le varianti sostanziali sono una delle<br />

fattispecie ascrivibili alle variazioni<br />

essenziali e, per i rilevanti effetti che<br />

possono comportare, sono sottoposte<br />

ad un regime rafforzato di controlli<br />

edilizi e sismici.<br />

2. L’elemento che accomuna tutte le<br />

forme di modificazioni al progetto<br />

originario fin qui esaminate è che esse<br />

non richiedono nuovi provvedimenti<br />

autorizzativi sostitutivi del precedente,<br />

né sotto il profilo edilizio né per<br />

quanto riguarda quello sismico, ma<br />

una integrazione del titolo abilitativo<br />

(edilizio e sismico) e della documentazione<br />

progettuale necessaria.<br />

Si può quindi ritenere che sussista un<br />

principio generale dell’ordinamento<br />

per il quale, qualora le modifiche proposte<br />

non siano tali da richiedere una<br />

totale rielaborazione del progetto originario<br />

(in quanto non innovano gli<br />

elementi fondamentali dello stesso sia<br />

dal punto di vista funzionale che tecnico<br />

strutturale), le varianti si configurano<br />

come esercizio dell’originario jus<br />

aedificandi, con l’effetto, da una<br />

parte, che le suddette modifiche<br />

richiedono di integrare i titoli abilitativi<br />

originari e la documentazione<br />

allegata ma non di predisporre una<br />

nuova pratica autorizzatoria; dall’altra,<br />

che tali modifiche sono soggette<br />

all’osservanza della normativa urbanistica<br />

vigente al momento del rilascio<br />

del titolo originario. Infatti, nei casi di<br />

variazioni essenziali per le quali<br />

l’intervento edilizio continua ad essere<br />

regolato dall’originario atto autorizzativo,<br />

quest’ultimo conserva la sua<br />

efficacia riferita al momento del rilascio<br />

(ex tunc). Effetto di questa mancanza<br />

di autonomia tra il provvedimento<br />

di variante e il titolo abilitativo<br />

originario è che devono ritenersi inapplicabili,<br />

in sede di rilascio del titolo in<br />

variante, le sopravvenute normative<br />

intervenute nel frattempo.<br />

La giurisprudenza in campo edilizio è<br />

pacifica sul punto, ritenendo che può<br />

344 inarcos<br />

parlarsi di permesso di costruire o<br />

DIA “in variante” a fronte di modificazioni<br />

di non rilevante consistenza,<br />

per le quali il provvedimento assuma<br />

una connotazione di sostanziale complementarietà<br />

ed accessorietà rispetto<br />

al progetto originario. (Tar Friuli-<br />

Venezia Giulia 9 ottobre 1980, n. 259;<br />

Tar Veneto 1° luglio 1982 n. 511; Tar<br />

Lombardia, Sez. II, Milano, 27 marzo<br />

1992, n. 13; Tar Valle d’Aosta, 20<br />

marzo 1998, n. 40).<br />

Diviene essenziale dunque definire il<br />

limite tra le variazioni essenziali e la<br />

completa rielaborazione dell’intervento<br />

originale.<br />

Secondo la giurisprudenza, gli elementi<br />

da prendere in considerazione<br />

per discriminare in concreto i casi nei<br />

quali occorra un nuovo titolo edilizio<br />

da quelli nei quali sia richiesto un permesso<br />

di costruire o una DIA “in<br />

variante” sono costituiti “dalle modificazioni<br />

quantitative e qualitative<br />

apportate all’originario progetto,<br />

riguardanti la superficie coperta, il<br />

perimetro, l’aumento del numero dei<br />

piani, la volumetria, la distanza dalle<br />

proprietà confinanti, nonché le caratteristiche<br />

funzionali e strutturali,<br />

interne ed esterne del fabbricato”<br />

(Vedi per tutti Cons. Stato, Sez. V, 25<br />

novembre 1988, n. 745).<br />

3. Vista la perfetta simmetria delle<br />

due discipline, si ritiene che i parametri<br />

elaborati dalla giurisprudenza in<br />

campo edilizio possano trovare applicazione<br />

anche con riguardo alla normativa<br />

tecnica per le costruzioni. Per<br />

effetto di ciò, l’attuazione in corso<br />

d’opera di modifiche sostanziali e non<br />

sostanziali al progetto originario, che<br />

presentino le caratteristiche di complementarietà<br />

ed accessorietà sopra<br />

evidenziate, comporta l’applicazione<br />

della normativa tecnica previgente.<br />

Invece, qualora le modifiche ipotizzate<br />

siano tali da richiedere la rielaborazione<br />

del progetto strutturale stesso,<br />

occorre, di conseguenza, una nuova<br />

autorizzazione sismica o un nuovo<br />

deposito del progetto esecutivo<br />

riguardante le strutture, basati sulle<br />

norme tecniche approvate con il D.M.<br />

14 gennaio 2008.<br />

Anche in questo caso non è possibile<br />

individuare specificamente i casi nei<br />

quali si possa procedere in variante al<br />

titolo originario e quelli nei quali<br />

occorra munirsi di un nuovo titolo.<br />

Possono essere richiamati allo scopo le<br />

espressioni utilizzate nelle Circolari<br />

del Ministero delle Infrastrutture e dei<br />

Trasporti del 5 agosto 2009 e dell’11<br />

dicembre 2009, secondo cui anche per<br />

la variante ai lavori il cui iter amministrativo<br />

sia stato avviato entro il 30<br />

giugno 2009 dovranno essere integralmente<br />

applicate le nuove norme<br />

tecniche approvate con il D.M. 14 gennaio<br />

2008, “allorquando la variante<br />

stessa modifichi in maniera sostanziale<br />

l’organismo architettonico ovvero il<br />

comportamento statico globale della<br />

costruzione, conseguentemente configurandosi<br />

una nuova e diversa progettazione<br />

strutturale rispetto a quella<br />

originaria”. In altre parole, “l’ele -<br />

mento discriminante è la presenza di<br />

modifiche sostanziali dell’organismo<br />

architettonico, in quanto implicanti<br />

un sostanziale mutamento del comportamento<br />

statico globale dell’opera”.<br />

Le modifiche al progetto originario<br />

non sono autorizzabili se si applicano<br />

le norme tecniche previgenti “qualora<br />

si configurino come una nuova e<br />

diversa progettazione strutturale”,<br />

potendo “comportare una riduzione<br />

delle caratteristiche prestazionali dell’opera<br />

con particolare riguardo al<br />

profilo della stabilità”.<br />

“Pertanto, nei casi sopraindicati e solo<br />

per essi, dovranno essere integralmente<br />

applicate le nuove norme tecniche<br />

di cui al decreto ministeriale 14<br />

gennaio 2008, nel senso che dovrà<br />

essere effettuata una esplicita verifica<br />

di congruità tecnica del progetto<br />

variato, con le nuove norme tecniche,<br />

ovvero una nuova progettazione<br />

strutturale dell’intero organismo<br />

costruttivo”.<br />

Di conseguenza, appare evidente che<br />

non tutte le varianti sostanziali richiedono<br />

la rielaborazione del progetto<br />

esecutivo riguardante le strutture, ma<br />

solo quelle che presentino i requisiti<br />

appena indicati.<br />

Come sottolinea la Circolare dell’11<br />

dicembre 2009, la figura competente<br />

a valutare la sussistenza delle suddette<br />

condizioni tecniche non può che<br />

essere individuata nel progettista<br />

strutturale dell’opera, il quale è pertanto<br />

chiamato ad evidenziare espressamente,<br />

nella propria asseverazione<br />

di conformità del progetto presentato<br />

alle norme tecniche, se ricorrano o<br />

meno le medesime condizioni tecniche.<br />

4. In sintesi, alla luce delle considerazioni<br />

fin qui svolte si può ritenere<br />

che anche nel campo della riduzione<br />

del rischio sismico sussistono tre gradi<br />

di variazione al progetto originario: -<br />

varianti non sostanziali, le quali, non


assumendo per definizione i caratteri<br />

descritti al precedente punto 3, richiedono<br />

la predisposizione della documentazione<br />

progettuale integrativa,<br />

di cui all’Allegato C della delibera<br />

della Giunta regionale n. 121 del 2010,<br />

da conservare in cantiere e da allegare<br />

alla DIA di fine lavori di cui all’art.<br />

18 della L.R. n. 31. Per gli interventi<br />

edilizi per i quali si applica l’art. 20,<br />

comma 3, del D.L. n. 248 del 2007, tale<br />

documentazione integrativa dovrà<br />

essere predisposta dando applicazione<br />

alle norme tecniche per le costruzioni<br />

previgenti utilizzate per la progettazione<br />

originale;<br />

-varianti sostanziali, le quali sono subordinate<br />

a titolo edilizio integrativo di<br />

quello originale ai sensi dell’art. 19<br />

della L.R. n. 31, nonché ad autorizzazione<br />

o deposito del progetto esecutivo<br />

riguardante le strutture, integrativi<br />

della pratica sismica originale, da<br />

predisporsi nell’osservanza delle<br />

norme tecniche per le costruzioni previgenti<br />

utilizzate per la progettazione<br />

originale;<br />

- varianti che si potrebbero denominare<br />

“innovative”, le quali presentano le<br />

caratteristiche di cui al precedente<br />

punto 3, si devono considerare come<br />

una nuova e diversa costruzione e progettazione<br />

strutturale. Tali varianti<br />

richiedono, di conseguenza:<br />

a) la presentazione di un nuovo titolo<br />

abilitativo edilizio, sostitutivo del precedente,<br />

il quale dovrà essere conforme<br />

alla disciplina, di piano e legislativa,<br />

vigente al momento del suo rilascio;<br />

b) la presentazione di una nuova<br />

istanza di autorizzazione o il deposito<br />

del progetto esecutivo riguardante le<br />

strutture, anch’essi sostitutivi dei precedenti<br />

atti. In tale ipotesi gli elaborati<br />

progettuali, allegati alla richiesta di<br />

autorizzazione o da depositare, do -<br />

vranno risultare conformi alla normativa<br />

tecnica per le costruzioni approvata<br />

con D. M. 14 gennaio 2008, anche<br />

nel caso di interventi per i quali abbia<br />

trovato applicazione l’art. 20, comma<br />

3, del D.L. n. 248 del 2007.<br />

Cordiali saluti<br />

Gian Carlo Muzzarelli<br />

Marioluigi Bruschini<br />

( 1 ) Questo atto di indirizzo, che individua<br />

le varianti, riguardanti parti strutturali,<br />

che non rivestono carattere<br />

sostanziale e la documentazione che è<br />

necessario elaborare per verificare che<br />

ne sussistano i presupposti, è stato<br />

assunto con la delibera della Giunta<br />

regionale n. 121 del 2010.<br />

BIBLIOTECA<br />

DISCIPLINA<br />

Si informano gli iscritti che presso<br />

l’Ordine sono consultabili, on-line le<br />

seguenti raccolte:<br />

a) Norme UNI;<br />

b) Norme CEI;<br />

c) Codice degli Appalti (Edito Il Sole 24<br />

Ore);<br />

d) Repertorio di Urbanistica ed Edilizia<br />

(Edito Il Sole 24 Ore);<br />

e) Codice degli Immobili (Edito il Sole 24<br />

Ore);<br />

f) Codice Ambiente e Sicurezza (Il Sole<br />

24 Ore);<br />

Tali norme, consultabili la mattina dalle<br />

ore 10 alle ore 12, previo appuntamento.<br />

RASSEGNA STAMPA<br />

PROFESSIONI. La magistratura contabile:<br />

con la governance attuale solo un dispendio<br />

di risorse<br />

Corte conti boccia<br />

il 3+2<br />

La riforma universitaria non aiuta l’occupa -<br />

zione<br />

BENDETTA PACELLI<br />

Ennesima stoccata al 3+2. Questa volta ad<br />

assestarla ci pensa la Corte dei conti, nel<br />

«Referto sul sistema universitario» pubblicato<br />

ieri che mette in luce come la riforma<br />

targata Berlinguer-Zecchino che, tra i<br />

suoi principali obiettivi aveva quello di<br />

collegare il mondo accademico con quello<br />

del lavoro e delle professioni, abbia di<br />

fatto fallito. Tanto che oltre il 60% dei<br />

triennali decide di proseguire, anche in<br />

quei corsi in cui era lecito attendersi<br />

l’acquisizione di una formazione di I livello<br />

finalizzata a un titolo immediatamente<br />

spendibile. A testimoniarlo ci pensano,<br />

poi, i pochissimi iscritti alle sezione B degli<br />

ordini professionali, quelle dei triennali<br />

appunto. Ma i mali del sistema accademico<br />

non finiscono qui, perché per la magistratura<br />

contabile c’è anche un sistema di<br />

governance «caratterizzato da sovraccarichi<br />

e talora, da sovrapposizioni funzionali<br />

degli organi» e una spesa destinata solo<br />

per pagare gli stipendi del personale piuttosto<br />

che per la didattica o la ricerca.<br />

Il flop della triennale. A dieci anni dalla<br />

sua approvazione, si legge nella relazione<br />

della Corte dei conti, «è possibile verifica-<br />

re che la riforma non ha prodotto i risultati<br />

attesi né in termini di aumento dei<br />

laureati né in termini di miglioramento<br />

dell’offerta formativa». Il 60,5% dei laureati<br />

triennali infatti decide di proseguire<br />

nel biennio specialistico e pochissimi<br />

optano per l’iscrizione a un ordine professionale.<br />

E basta spuntare i numeri degli<br />

iscritti alle sezione B (istituite con il dpr<br />

328/01 che ha modificato l’accesso alla<br />

professione), per rendersene conto: dai<br />

circa 1.000 <strong>architetti</strong> iunior, ai 148 psicologi<br />

dai 26 geologi, ai 20 degli esperti contabili<br />

fino a un solo iscritto all’ordine degli<br />

attuari.<br />

I sistemi di governo degli atenei.<br />

Rettore, senato accademico, consiglio di<br />

amministrazione, ma anche giunta, commissione<br />

di ateneo, collegio dei direttori<br />

di dipartimento: per la Corte dei conti<br />

questo è una panorama fin troppo articolato<br />

della governance del sistema universitario.<br />

E gli statuti che disciplinano la<br />

figura del direttore amministrativo e le<br />

strutture decentrate propongono soluzioni<br />

«spesso caratterizzate da intrecci di<br />

competenze e sovrapposizioni non razionali».<br />

In molti casi, poi, sia per il consiglio<br />

di amministrazione (in cui sono troppi i<br />

docenti) che per il senato accademico la<br />

rappresentanza è «in ogni caso pletorica»<br />

e troppe le funzioni tanto da farne uscire<br />

un quadro che «rende evidente i limiti<br />

intrinseci del sistema, caratterizzato da<br />

un circuito decisionale deresponsabilizzante,<br />

nonché dalle sovrapposizioni funzionali<br />

degli organi».<br />

Le spese. Le cose non vanno meglio in<br />

termini di spesa personale. L’entrata in<br />

vigore della legge 210/98, dicono i giudici,<br />

ha prodotto «una gestione eccessivamente<br />

localistica della docenza» con un<br />

aumento dei docenti passato da 47 mila<br />

del 1998 ai 60 mila del 2008 che ha determinato<br />

negli anni un utilizzo di risorse<br />

quasi interamente assorbite per la corresponsione<br />

degli assegni fissi per il personale:<br />

pari all’82% del Fondo del finanziamento<br />

ordinario (Fffo) nel ‘98, oltre<br />

l’89,5% dopo dieci anni. Riguardo poi il<br />

complesso degli stanziamenti, sebbene,<br />

nel 2004 sia stato predisposto un nuovo<br />

modello di finanziamento che premia il<br />

ruolo dei processi formativi e della ricerca<br />

scientifica, questo, denuncia la Corte dei<br />

conti, non è mai stato applicato e quindi<br />

non ha mai cambiato le modalità di distribuzione<br />

delle risorse.Il risultato è che<br />

molte università sono state finanziate in<br />

eccesso (fino al 36%) e altre per difetto<br />

(fino al 43,1%).<br />

notiziari<br />

inarcos 345


notiziari<br />

Elenco delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili dal<br />

1° aprile 2010 al 30 aprile 2010 alle imprese associate<br />

Circ. num. Prot. Data Oggetto Autore Servizio<br />

188/2010 664 01/04/2010 Sgravio contributivo per l’incentivazione della LD/df Lavoro<br />

contrattazione di secondo livello - Decreto<br />

Interministeriale 17 dicembre 2009 – Prime<br />

indicazioni dell’INPS.<br />

189/2010 670 01/04/2010 Semplificazione. Operativa dal 1° aprile la CP/aa A.G. - Segr. -<br />

Comunicazione Unica per la nascita dell’impresa.<br />

Amm.<br />

190/2010 671 01/04/2010 Elenco circolari diramate nel mese di marzo 2010. CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

191/2010 672 01/04/2010 Autorizzazioni ANAS S.p.A. trasporti eccezionali. CP/aa Tecnico<br />

Procedura per il rilascio/rinnovo delle autorizzazioni.<br />

192/2010 674 01/04/2010 Rilevazione trimestrale dei tassi effettivi globali CP/aa Tributario<br />

medi ai fini dell’applicazione della legge sull’usura<br />

(Legge 108/1996). Applicazione 01.04.2010 al 30.06.2010.<br />

193/2010 675 01/04/2010 IVA: territorialità dei servizi. Nuove regole. CP/vc Tributario<br />

194/2010 689 02/04/2010 IVA: territorialità dei servizi. Tabelle esemplificative. CP/vc Tributario<br />

195/2010 694 06/04/2010 Comune di Bologna: provvedimento per la CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

prevenzione ed il controllo delle malattie trasmesse<br />

da insetti vettori ed in particolare da zanzare<br />

(generi Aedes e Culex). Periodo 1 Aprile - 31<br />

Ottobre 2010. Previsioni di interesse per cantieri,<br />

terreni, aree incolte o dismesse, aree aperte, abitazioni.<br />

Obblighi. Sanzioni.<br />

196/2010 699 07/04/2010 Bando regionale “Una casa alle giovani coppie e CP/df Tecnico<br />

ad altri nuclei familiari”: aggiornamento e<br />

scadenze. Adempimenti per conseguire<br />

il contributo regionale.<br />

197/2010 700 08/04/2010 Il modello di dichiarazione 730/2010. CP/vc Tributario<br />

198/2010 701 08/04/2010 Qualificazione SOA nelle categorie OG2, OS2, CP/aa Tecnico<br />

OS25 conseguibile attraverso l’esperienza del<br />

direttore tecnico.<br />

199/2010 702 08/04/2010 Istituita l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.<br />

200/2010 703 08/04/2010 Disponibilità di figure professionali da parte CP/df Lavoro<br />

dell’Agenzia per il lavoro “Life In Spa” per<br />

l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili.<br />

201/2010 705 08/04/2010 Comunicazione unica per la nascita d’impresa. CP/vc Tributario<br />

Adempimenti a cura degli utenti e degli operatori<br />

di sede a decorrere dal 1° aprile 2010.<br />

202/2010 706 08/04/2010 Seminario “I PERCORSI PER INNOVARE LA CASA: CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

TECNOLOGIE E BREVETTI INNOVARE IN<br />

EDILIZIA NEL SEGNO DELLA QUALITÀ”. Lunedì<br />

12 aprile 2010, Palazzo degli Affari, Sala<br />

Sagittario, Piazza Costituzione n. 8 - Bologna.<br />

203/2010 708 09/04/2010 D.L. 40/2010 sul sostegno ai settori in crisi. CP/aa Tecnico<br />

Pubblicato il Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010<br />

346 inarcos


attuativo dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010.<br />

Art. 3: acquisto di immobili di nuova costruzione ad<br />

alta efficienza energetica. Requisiti degli<br />

immobili. Data certa dei preliminari successiva al 6.04.2010.<br />

204/2010 <strong>709</strong> 09/04/2010 Comune di Argelato (BO): approvazione delle CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

integrazioni al PSC.<br />

205/2010 710 09/04/2010 Bando regionale “Una casa alle giovani coppie ed CP/aa Tecnico<br />

altri nuclei famigliari”: schema indicativo atto<br />

unilaterale d’obbligo predisposto dagli uffici della<br />

Regione Emilia Romagna. Suggerimenti.<br />

206/2010 713 12/04/2010 IVA in edilizia. Aliquota agevolata per beni finiti, CP/aa Tributario<br />

materie prime o semilavorate. Aliquota ridotta per i<br />

lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria su<br />

edifici a prevalente destinazione abitativa. Beni significativi.<br />

207/2010 714 12/04/2010 Cessione di fabbricati strumentali non ultimati. CP/aa Tributario<br />

Regime IVA e delle imposte di registro ed ipocatastali.<br />

208/2010 717 12/04/2010 Festività cadenti nel mese di aprile 2010. LD/aa Lavoro<br />

209/2010 720 12/04/2010 Benefici fiscali sul gasolio per autotrazione per CP/aa Tributario<br />

l’anno 2009.<br />

210/2010 721 12/04/2010 Presentazione del volume “Alla ricerca di Bologna CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

antica e medievale. Da Felsina a Bononia negli<br />

scavi di Via d’Azeglio”. Venerdì 16 aprile 2010 - ore<br />

17,30 - Museo Civico Archeologico, Sala del<br />

Risorgimento, Via de’ Musei n. 8 - Bologna.<br />

211/2010 722 12/04/2010 Denuncia annuale dei rifiuti (M.U.D.). Possibile LD/ld Tecnico<br />

proroga. Diritto annuale per l’Albo Gestori<br />

Ambientali - scadenza del 30 aprile 2010.<br />

212/2010 727 13/04/2010 Terzo Campionato Provinciale del Muratore. CP/df A.G. - Segr. - Amm.<br />

Iscrizione delle squadre entro le ore 12 del 22 aprile 2010.<br />

213/2010 731 15/04/2010 Indagine rapida sull’andamento del settore delle CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

costruzioni nel 2009 e previsioni per il 2010 ed il 2011.<br />

214/2010 732 15/04/2010 Imposte dirette: valutazione rimanenze di opere CP/aa Tributario<br />

pluriennali. Difformità fra orientamenti dell’Agenzia<br />

delle Entrate e principi contabili.<br />

215/2010 733 15/04/2010 Scadenze fiscali maggio 2010. CP/df Tributario<br />

216/2010 734 15/04/2010 Convegno “Il plafone del Teatro dei Filarmonici di CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

Ascoli Piceno. Conoscenza, conservazione e<br />

valorizzazione”. Venerdì 14 maggio 2010, Sala<br />

Comunale “Scatasta”, Piazza Roma - Ascoli Piceno.<br />

217/2010 735 15/04/2010 Convegno annuale CPTO IIPLE sul tema: CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

“Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e<br />

provincia: dati e riflessioni sul 2009”. Mercoledì 28<br />

aprile 2010, Aula Magna dell’Istituto Edile di<br />

Bologna, Via del Gomito n. 7, Bologna, ore 9-13,<br />

ampio parcheggio interno.<br />

218/2010 736 15/04/2010 Modelli contratti di subappalto per lavori pubblici e LD/ld Tecnico<br />

privati.<br />

219/2010 738 15/04/2010 Comune di Castenaso (BO): approvazione del CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

Piano Operativo Comunale (POC). Entrata in<br />

vigore: 14 aprile 2010.<br />

220/2010 739 15/04/2010 Spese di ospitalità per soggetti diversi dai clienti. CP/vc Tributario<br />

221/2010 740 15/04/2010 IVA: nuovo modello trimestrale di rimborso: TR. CP/vc Tributario<br />

222/2010 745 15/04/2010 Comune di San Lazzaro di Savena (BO): avviso CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

pubblico per la presentazione di proposte di<br />

accordo ai sensi dell’art. 18 della L.R. 24 marzo<br />

2000, n. 20 s.m.e i. Scadenza: 29 aprile 2010.<br />

223/2010 746 15/04/2010 Comune di Sant’Agata Bolognese (BO): avviso gara CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

ufficiosa per l’alienazione di un terreno edificabile<br />

a destinazione residenziale sito in Via P. Togliatti.<br />

Importo a base d’asta: 250.000,00 euro. Scadenza<br />

presentazione offerte: ore 12.30 del 26 aprile 2010.<br />

224/2010 747 15/04/2010 Comune di Bentivoglio (BO): bando di vendita di CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

lotti edificabili in frazione S. Maria in Duno,<br />

comparto edificabile C3. Scadenza presentazione<br />

delle offerte: ore 12,00 di Lunedì 13 Settembre 2010.<br />

225/2010 748 15/04/2010 Comune di Granarolo dell’Emilia (BO): avviso CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

pubblico per la verifica dell’interesse in relazione<br />

alla vendita, da parte del Comune di Granarolo<br />

dell’Emilia (BO) di immobili comunali. Scadenza<br />

presentazione delle manifestazioni di interesse:<br />

Lunedì 31 maggio 2010.<br />

226/2010 753 16/04/2010 Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo CP/df Tecnico<br />

dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010: modalità<br />

operative per l’acquisto di abitazioni ad alta<br />

efficienza energetica. Rettifica ns. circ. 203/2010.<br />

notiziari<br />

inarcos 347


notiziari<br />

Registrazione del costruttore/venditore e<br />

prenotazione del contributo presso Poste Italiane.<br />

227/2010 755 16/04/2010 Coefficiente per la rivalutazione del TFR – marzo LD/df Lavoro<br />

2010.<br />

228/2010 757 16/04/2010 Unione Montana Valli Savena - Idice (BO): avviso CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

indagine di mercato per individuare soggetti ad<br />

acquistare porzioni di edifici. Scadenza<br />

presentazione proposte: ore 12,00 del 21 maggio 2010.<br />

229/2010 760 16/04/2010 Segnalazione n. IV/2010 elenco indicativo dei CP/aa Tecnico<br />

bandi di gara disponibile sul sito internet di<br />

ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili,<br />

www.ancebologna.it.<br />

230/2010 761 16/04/2010 Workshop “Mercato residenziale in trasformazione: CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

destini diversi tra patrimonio esistente e<br />

innovazione. Presentazione del progetto Meridiana<br />

Gold”. Martedì 4 maggio 2010 - ore 9,30. SAVE THE DATE!<br />

231/2010 762 16/04/2010 Accertamento in base al “valore normale”. Efficacia CP/aa Tributario<br />

retroattiva dell’abrogazione. Circolare Ministeriale<br />

n. 18/E/2010.<br />

232/2010 763 19/04/2010 Denuncia annuale dei rifiuti (M.U.D.). Conferma del LD/ld Tecnico<br />

vecchio modello. Possibile proroga al 30 giugno 2010<br />

233/2010 777 20/04/2010 Parità uomo-donna nel lavoro - Aziende che LD/df Lavoro<br />

occupano più di 100 dipendenti - Rapporto<br />

biennale. Scadenza: 30.4.2010.<br />

234/2010 778 20/04/2010 Missione di filiera ANCE in Croazia 14 giugno CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

2010. Adesioni entro il 20 maggio 2010.<br />

235/2010 779 20/04/2010 Orario di lavoro – Tempo impiegato per raggiungere LD/df Lavoro<br />

il luogo di lavoro. Risposta ad Interpello n. 13/2010.<br />

236/2010 781 20/04/2010 Seminari organizzati da IIPLE sabato 8 maggio CP/df A.G. - Segr. - Amm.<br />

2010 in occasione del Terzo Campionato<br />

provinciale del muratore.<br />

237/2010 782 20/04/2010 Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo CP/aa Tributario<br />

Studio di Settore per l’edilizia UG69U e UG40U.<br />

238/2010 784 21/04/2010 Comune di Pieve di Cento (BO): adozione del CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE).<br />

239/2010 785 21/04/2010 Accertamento in base agli Studi di Settore. CP/aa Tributario<br />

Centralità del contraddittorio. Circolare Agenzia<br />

delle Entrate n. 19/E/2010.<br />

240/2010 789 21/04/2010 Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice CP/vc Tecnico<br />

dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e<br />

impiegati relativo al mese di marzo 2010.<br />

241/2010 790 21/04/2010 Lavoratori distaccati negli Stati membri dell’Unione LD/df Lavoro<br />

Europea – Nuova procedura in materia di esonero<br />

contributivo.<br />

242/2010 791 21/04/2010 Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo CP/df Tecnico<br />

dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010: modalità<br />

operative per l’acquisto di abitazioni ad alta<br />

efficienza energetica. Rettifica ns. circ. 226/2010.<br />

243/2010 792 21/04/2010 Progetto “Più Shopping”. Sconti riservati ai CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

dipendenti e collaboratori delle imprese associate<br />

ad ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili.<br />

Modalità di distribuzione delle tessere. Rinnovo<br />

Progetto “Più Shopping” per l’anno 2010.<br />

244/2010 793 21/04/2010 Accordo 19 aprile 2010 di rinnovo del contratto LD/ld Lavoro<br />

collettivo nazionale di lavoro per il sistema ANCE.<br />

245/2010 799 21/04/2010 Valutazione rimanenze di opere pluriennali. CP/aa Tributario<br />

Risoluzione Ministeriale 260/E/2009. Iniziative ANCE.<br />

246/2010 800 21/04/2010 FONDIMPRESA: Fondo Interprofessionale per il LD/ld Lavoro<br />

finanziamento della formazione continua in<br />

azienda. Invito all’iscrizione. Collaborazione con<br />

IIPLE per utilizzo Fondimpresa.<br />

247/2010 802 22/04/2010 Tavola Rotonda “Scenari del mercato immobiliare CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

bolognese, residenziale e produttivo, in cerca di<br />

nuove interpretazioni”. Mercoledì 12 maggio 2010 -<br />

ore 10,30 - Sala Conferenze Unindustria Bologna -<br />

Via San Domenico n. 4 - Bologna. Invito.<br />

248/2010 810 23/04/2010 Accordo 19 aprile 2010. Rinnovo del contratto LD/ld Lavoro<br />

collettivo nazionale. Nuovi importi dei minimi di<br />

paga base e stipendio. Invio delle tabelle dei costi<br />

della manodopera degli operai e delle retribuzioni<br />

degli impiegati aggiornate al 1° aprile 2010.<br />

249/2010 816 26/04/2010 Agevolazioni fiscali per i trasferimenti di immobili CP/aa Tributario<br />

in attuazione di piani urbanistici. Guida ANCE.<br />

250/2010 818 27/04/2010 Agenzia delle Entrate: novità in materia di fringe CP/aa Tributario<br />

benefit e oneri di utilità sociale.<br />

348 inarcos


251/2010 824 27/04/2010 Finanziamento dell’Autorità per la Vigilanza sui CP/aa Tecnico<br />

Contratti Pubblici. Importi invariati. Nuove modalità<br />

di pagamento dall’1 maggio 2010.<br />

252/2010 829 27/04/2010 Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo CP7df Tecnico<br />

dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010: modalità<br />

operative per l’acquisto di abitazioni ad alta<br />

efficienza energetica, gru a torre e macchine<br />

movimento terra. Quadro riepilogativo delle nostre<br />

circolari 203, 226 e 242/2010.<br />

253/2010 830 27/04/2010 Agevolazioni per il risparmio energetico (55%). CP/aa Tributario<br />

Nuovi chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate.<br />

254/2010 836 28/04/2010 Dirigenti di aziende industriali – Innovazioni in LD/df Lavoro<br />

materia di contribuzione alla previdenza<br />

complementare – Ulteriori istruzioni del PREVINDAI.<br />

255/2010 837 28/04/2010 Accordo 19 aprile 2010 di rinnovo del C.C.N.L. 18 LD/df Lavoro<br />

giugno 2008 – Commento.<br />

256/2010 838 28/04/2010 XI Convegno Nazionale Giovani Imprenditori Edili CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />

“RESPONSABILMENTE. Imprenditori, Politica e<br />

Pubblica Amministrazione”. Roma, 7 maggio 2010,<br />

ore 9.30, Grand Hotel Parco dei Principi.<br />

257/2010 843 29/04/2010 Proroga del termine riguardante il bando per CP/aa Tecnico<br />

l’acquisizione della qualifica di restauratore, utile<br />

per la categoria OS2.<br />

258/2010 844 29/04/2010 Minimali di retribuzione imponibile per l’anno 2010 LD/df Lavoro<br />

– Retribuzioni convenzionali – Istruzioni dell’INAIL.<br />

259/2010 848 29/04/2010 MUD. D.P.C.M. 27 aprile 2010 recante “Modifiche LD/ld Tecnico<br />

al Modello unico di dichiarazione ambientale”. Art.<br />

6, comma 2-bis Legge 70/1994. Possibile proroga<br />

al 26 agosto 2010.<br />

260/2010 855 30/04/2010 IRPEF: chiarimenti su detrazioni e crediti d’imposta. CP/aa Tributario<br />

C.M. n. 21/E/2010.<br />

notiziari<br />

L’aggiornamento in tempo reale degli oggetti delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili alle imprese<br />

associate è consultabile sul sito internet: www.ancebologna.it.<br />

PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI<br />

G.U. DEL OGGETTO<br />

S.S.N.5 31.03.2010 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE - DECRETO 12 MARZO 2010<br />

Approvazione di n. 24 studi di settore relativi ad attività economiche nel comparto dei servizi.<br />

79 06.04.2010 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE - DECRETO 26 MARZO 2010<br />

Modalità di erogazione delle risorse del Fondo previsto dall’articolo 4 del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40,<br />

per il sostegno della domanda finalizzata ad obiettivi di efficienza energetica, ecocompatibilità e di miglioramento<br />

della sicurezza sul lavoro.<br />

81 08.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 4 FEBBRAIO 2010<br />

Determinazione dei criteri e delle modalità per la concessione dei benefici economici previsti dalla legge n. 440/1985.<br />

84 12.04.2010 DECRETO LEGISLATIVO 20 MARZO 2010, N. 53<br />

Attuazione della direttiva 2007/66/CE che modifica le direttive 89/665/CEE e 92/13/CEE per quanto riguarda il miglioramento<br />

dell’efficacia delle procedure di ricorso in materia d’aggiudicazione degli appalti pubblici.<br />

90 19.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 1 MARZO 2010<br />

Modifiche agli allegati del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 2008, recante “Interventi necessari<br />

per la realizzazione dell’EXPO Milano 2015”.<br />

90 19.04.2010 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - DECRETO 25 GENNAIO 2010<br />

Esclusione dall’applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante Codice dei contratti pubblici relativi<br />

a lavori, servizi e forniture, degli appalti da enti aggiudicatori e destinati a consentire l’esecuzione dei servizi di raccolta<br />

del risparmio tramite i conti correnti, prestiti per conto di banche e altri intermediari finanziari abilitati, servizi e attività<br />

di investimento e di pagamento e trasferimento di denaro.<br />

90 19.04.2010 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE - CIRCOLARE 30 MARZO 2010, N. 15<br />

Patto di stabilità interno per l’anno 2010 per le province e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.<br />

91 20.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 1 APRILE 2010<br />

Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali e di altre categorie nel territorio<br />

dello Stato per l’anno 2010.<br />

91 20.04.2010 MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO - DECRETO 8 APRILE 2010<br />

Elenco riepilogativo di norme concernenti l’attuazione della direttiva 89/106/Ce relativa ai prodotti da costruzione.<br />

91 20.04.2010 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA<br />

Comunicato<br />

Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativi al mese di marzo 2010, che si pubblicano ai sensi<br />

dell’articolo 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’articolo 54<br />

della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (misure per la stabilizzazione della finanza pubblica).<br />

92 21.04.2010 DECRETO LEGISLATIVO 29 MARZO 2010, N. 56<br />

Modifiche ed integrazioni al decreto 30 maggio 2008, n. 115, recante attuazione della direttiva 2006/32/CE, concernente<br />

l’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e recante abrogazioni della direttiva 93/76/CEE.<br />

S.O.N.80 28.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27 APRILE 2010<br />

Modifiche al Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD).<br />

100 30.04.2010 MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO - DECRETO 12 APRILE 2010<br />

Approvazione dell’elenco degli esplosivi, degli accessori detonanti e dei mezzi di accensione riconosciuti idonei all’impiego<br />

nelle attività estrattive, per l’anno 2010.<br />

100 30.04.2010 MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE<br />

COMUNICATO<br />

Comunicato relativo al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 aprile 2010 recante “Modifiche al Modello unico<br />

di dichiarazione ambientale (MUD)”.<br />

inarcos 349


notiziari<br />

www.assoinar.it<br />

NUOVO CONSIGLIO<br />

DIRETTIVO DI ASSO<br />

INGEGNERI E ARCHITETTI<br />

Venerdì 16 aprile 2010 e sabato 17 aprile<br />

2010, si sono svolte le elezioni per il<br />

rinnovo del Consiglio Direttivo di ASSO<br />

<strong>Ingegneri</strong> Architetti Emilia Romagna,<br />

per il triennio 2010/2013.<br />

Effettuato lo spoglio delle schede, han -<br />

no ottenuto voti i seguenti colleghi:<br />

Consiglio Direttivo:<br />

1. Dott. Ing. Maria Pungetti voti 32<br />

2. Dott. Ing. Franca Biagini voti 31<br />

3. Dott. Ing. Giancarlo Rivelli voti 28<br />

3. Dott. Ing. Vincenzo Tizzani voti 28<br />

5. Dott. Ing. Luisa Gandini voti 27<br />

6. Dott. Ing. Mario Zucchini voti 26<br />

7. Dott. Ing. Enrico Angusti voti 24<br />

8. Dott. Arch. Gian Carlo Frattarolo voti 23<br />

9. Dott. Ing. Gianluca Grieco voti 22<br />

10. Dott. Arch. Silvio Borgese voti 21<br />

10. Dott. Ing. Carlo Maccaferri voti 21<br />

12. Dott. Ing. Marco Girlando voti 20<br />

13. Dott. Ing. Alessandro Busca voti 18<br />

13. Dott. Ing. Leonidas Chatzis voti 18<br />

15. Dott. Ing. Mario Di Menno voti 14<br />

16. Dott. Ing. Giulio Dall’olio voti 12<br />

17. Dott. Ing. Massimo Di Marco voti 7<br />

18. Dott. Ing. Antonino Agricola voti 1<br />

18. Dott. Ing. Andrea Albertazzi voti 1<br />

18. Dott. Ing. Paolo Marco Bianco voti 1<br />

18. Dott. Ing. Francesco Masera voti 1<br />

18. Dott. Ing. Sante Tarabusi voti 1<br />

18. Dott. Ing. Andrea Tugnoli voti 1<br />

Risultano pertanto eletti componenti<br />

del C.D. i primi 15.<br />

Collegio dei Probiviri<br />

1. Dott. Ing. Raffaele FRATTAROLO voti 12<br />

2. Dott. Ing. Francesco MASERA voti 11<br />

2. Dott. Ing. Maurizio MIGLIACCIO voti 11<br />

4. Dott. Ing. Leonardo ORLANDO voti 9<br />

5. Dott. Ing. Giulio DALL’OLIO voti 2<br />

350 inarcos<br />

5. Dott. Ing. Mario DI MENNO voti 2<br />

5. Dott. Ing. Carlo MACCAFERRI voti 2<br />

5. Dott. Ing. Massimo MARIANI voti 2<br />

5. Dott. Ing. Sante TARABUSI voti 2<br />

10. Dott. Ing. Paolo BIANCO voti 1<br />

10. Dott. Ing. Alessandro BUSCA voti 1<br />

10. Dott. Ing. Wael EL AZMEH voti 1<br />

10. Dott. Ing. Maura MAGROTTI voti 1<br />

Risultano pertanto eletti i primi 3.<br />

Revisori dei Conti<br />

1. Dott. Ing. Massimo Mariani voti 13<br />

2. Dott. Ing. Maura Magrotti voti 12<br />

3. Dott. Ing. Alessandra Rossi voti 4<br />

4. Dott. Ing. Primo Baravelli voti 2<br />

4. Dott. Ing. Paolo Bianco voti 2<br />

4. Dott. Arch. Silvio Borgese voti 2<br />

4. Dott. Ing. Leonidas Chatzis voti 2<br />

4. Dott. Ing. Giulio Dall’olio voti 2<br />

4. Dott. Ing. Marco Girlando voti 2<br />

4. Dott. Ing. Bruno Malagoli voti 2<br />

4. Dott. Ing. Sante Tarabusi voti 2<br />

4. Dott. Ing. Andrea Tugnoli voti 2<br />

13. Dott. Ing. Alessandro Busca voti 1<br />

13. Dott. Ing. Massimo Di Marco voti 1<br />

13. Dott. Ing. Luisa Gandini voti 1<br />

13. Dott. Ing. Francesco Masera voti 1<br />

13. Dott. Ing. Maurizio Migliaccio voti 1<br />

13. Dott. Ing. Pietro Sandor voti 1<br />

13. Dott. Ing. Roberto Valmori voti 1<br />

Risultano pertanto eletti i primi 3.<br />

Ringraziamo vivamente tutti coloro che<br />

hanno presenziato all’Assemblea del 16<br />

aprile e coloro che hanno espresso il proprio<br />

voto. Con sommo piacere abbiamo<br />

riscontrato un grande interesse da parte<br />

degli aderenti, sia degli iscritti “storici” ma<br />

in particolare dei giovani iscritti. Ciò ha portato<br />

ad un sostanziale rinnovamento del<br />

Consiglio Direttivo. E’ auspicio di tutti che a<br />

tale rinnovamento corrisponda ora un<br />

sostanziale apporto di nuo ve idee per nuo -<br />

ve iniziative a favore della categoria dei<br />

liberi professionisti, <strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong>.<br />

In data 4 maggio 2010, si è svolta la riunione<br />

di insediamento del nuovo Con si glio<br />

Direttivo; nel corso della riunione si è proceduto<br />

alle elezioni delle cariche che all’unanimità<br />

risultano essere:<br />

Presidente:<br />

Dott. Ing. Luisa Gandini<br />

Vice Presidente<br />

Dott. Ing. Vincenzo Tizzani<br />

Segretario<br />

Dott. Ing. Gianluca Grieco<br />

Tesoriere<br />

Dott. Arch. Silvio Borgese<br />

Consiglieri:<br />

Dott. Ing. Enrico Angusti<br />

Dott. Ing. Franca Biagini<br />

Dott. Ing. Alessandro Busca<br />

Dott. Ing. Leonidas Chatzis<br />

Dott. Ing. Mario Di Menno<br />

Dott. Arch. Gian Carlo Frattarolo<br />

Dott. Ing. Marco Girlando<br />

Dott. Ing. Carlo Maccaferri<br />

Dott. Ing. Maria Pungetti<br />

Dott. Ing. Giancarlo Rivelli<br />

Dott. Ing. Mario Zucchini<br />

CORSI E CONVEGNI<br />

Proseguono i corsi di aggiornamento<br />

per Coordinatori alla sicurezza, così<br />

come previsto dal D.Lgs. 81/2008 (complessive<br />

40 ore). E’ inoltre in fase di programmazione<br />

un nuovo corso di 120<br />

ore, più verifica finale, per l’abilitazione<br />

alle mansioni di Coordinatore alla sicurezza.<br />

E’ in fase di preparazione un convegno<br />

per presentare e illustrare i risultati<br />

su: “indagine congiunturale sugli<br />

<strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong> liberi professionisti<br />

iscritti a inarcassa: sintesi e documentazione<br />

sugli studi di settore”.


tris<br />

tris<br />

COSTRUIAMO<br />

QUALITÀ DAL 1933<br />

I progetti realizzati in 70 anni di esperienza nel<br />

settore costruzioni sono la prima testimonianza<br />

della qualità e della professionalità della Mario<br />

Neri S.p.A. La storia dei più importanti edifici<br />

in provincia di Modena coincide con lo sviluppo<br />

della Mario Neri, una società in grado di progettare,<br />

creare o ristrutturare immobili di pregio<br />

per residenze private, strutture commerciali e<br />

complessi industriali.<br />

1933-2003<br />

70 anni di esperienza<br />

Mario Neri S.p.A. ha iniziato ad operare nel settore<br />

delle costruzioni nel lontano 1933.<br />

Una delle prime opere realizzate a Modena fu<br />

il trasferimento della statua di Vittorio<br />

Emanuele da Largo Garibaldi a Piazzale<br />

Risorgimento. Nel corso dei decenni sono state<br />

innumerevoli, poi, le opere di costruzione portate<br />

a termine con successo. Citiamo solo a titolo<br />

di esempio la nuova sede logistica della<br />

Gestione Sportiva Ferrari, a Maranello, la tribuna<br />

dell’Ippodromo della Ghirlandina a<br />

Modena e la costruzione dello stabilimento Floor<br />

Gres Ceramiche a Sassuolo. Oggi un'altra prova<br />

segna il percorso della Mario Neri S.p.A: la realizzazione<br />

del nuovissimo complesso<br />

Maserati a Modena, con il prestigioso<br />

recupero di una vasta area cittadina.<br />

di Giuseppe Neri<br />

L’ingegno<br />

per pensare in grande!<br />

Sede amministrativa Modena<br />

Viale Indipendenza 12/14<br />

Tel. 059 281600 - Fax 059 281862<br />

E-mail: info@marioneri.it


CORSI E CONVEGNI<br />

rubriche<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna<br />

in collaborazione con<br />

STR<br />

UNA SOLUZIONE INNOVATIVA<br />

PER LA GESTIONE DEL TEMPO<br />

E COSTI NELLO STUDIO TECNICO<br />

Mercoledì 30 GIUGNO 2010 - alle ore 16,30<br />

Sede dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> ed Architetti della Provincia di Bologna<br />

Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna<br />

Individuare, insieme al cliente, la soluzione informatica adeguata e personalizzata<br />

per rendere più efficace e competitiva l’attività delle imprese di costruzioni, dei professionisti<br />

dell’edilizia, delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di patrimoni<br />

immobiliari.<br />

È questo il segreto del successo di STR, marchio leader nel campo dei software<br />

gestionali per il mondo delle costruzioni.<br />

Nata nel 1978, STR oggi conta su circa 140 dipendenti, un fatturato 2009 di 13<br />

milioni di euro, 4 sedi operative (Pegognaga, Milano, Roma, Napoli), su una rete di<br />

partner attivi in modo capillare su tutto il territorio nazionale e più di 20mila operatori-clienti.<br />

STR offre agli operatori del settore delle costruzioni – dal libero professionista al<br />

general contractor – soluzioni informatiche flessibili, adattabili, affidabili, semplici<br />

da usare.<br />

I software STR sono pensati per rendere l’attività di cantiere più semplice ed economica,<br />

per dare risposta, con soluzioni specifiche, alle esigenze di controllo e coordinamento<br />

di progetti complessi, dalla nuova costruzione alla manutenzione programmata.<br />

Inoltre, i prodotti STR sono in grado di dialogare perfettamente con i più diffusi<br />

programmi utilizzati da imprese e professionisti del settore grazie alle partnership con le più importanti software house, in<br />

primis Microsoft e poi Autodesk, Nemetschek, Epson ecc.<br />

Le soluzioni STR sono infatti interoperabili al massimo livello oggi disponibile, e consentono in poche mosse di consultare<br />

archivi, banche dati specializzate, elaborare computi e preventivi, scambiare informazioni e documenti in tempo reale tra tutti<br />

gli attori del processo edilizio.<br />

Il seminario in oggetto “Una soluzione innovativa per la gestione di tempo e costi nello studio tecnico” affronterà con taglio<br />

operativo le tematiche che più frequentemente i professionisti si trovano a dover affrontare nell’organizzazione dello studio.<br />

Conoscere la redditività delle commesse, ripartire il carico di lavoro tra i professionisti , organizzare le agende, crearsi una<br />

banca dati ed inviare comunicazioni mirate a clienti e fornitori, lavorare in qualità, gestire i documenti e controllare i flussi<br />

informativi. Attività professionali che lo studio tecnico deve far proprie per essere in grado di controllare e influenzare i risultati<br />

dello studio, sia sotto l’aspetto della produttività economica che della qualità delle prestazioni.<br />

352 inarcos


<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna<br />

in collaborazione con<br />

TECNOCUPOLE PANCALDI - GRUPPO MANNI HP<br />

L’ISOLAMENTO TERMICO IN EDILIZIA<br />

APPLICATO AL LUCERNARIO<br />

E ALLE STRUTTURE IN ACCIAIO<br />

Mercoledì 23 GIUGNO 2010 - alle ore 15,00<br />

Sede dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> ed Architetti della Provincia di Bologna<br />

Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna<br />

L’<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna, con Tecnocupole<br />

Pancaldi e Gruppo Manni HP or ga nizza un incontro di aggiornamento professionale sull’isolamento<br />

termico in edilizia. Molte sono le motivazioni per le quali risulta conveniente<br />

dotare gli edifici di un isolamento termico ottimale: l’isolamento termico è innanzitutto<br />

una delle principali “fonti di energia”, crea un clima salubre all’interno degli<br />

ambienti e offre interessanti vantaggi anche economici.<br />

Nel panorama attuale, caratterizzato per i due terzi da un patrimonio edilizio che è precedente<br />

alle normative sull’antisismica e sul risparmio energetico e che non subisce<br />

manutenzione straordinaria in media da almeno vent’anni, la riqualificazione degli edifici<br />

esistenti è un impegno necessario ed indispensabile per ridurre i rischi strutturali, i<br />

costi di gestione, gli sprechi energetici e monetari. L’incontro vuole essere un occasione<br />

per sottoporre ai professionisti le ricerche e le innovazioni in alcune applicazioni dell’edilizia.<br />

Il programma è suddiviso in due parti: nella prima verranno affrontate le tematiche<br />

di risparmio energetico, in relazione alle normative nazionali e ai piani regionali,<br />

per giungere all’obbligatorietà della marcatura CE dei lucernari, che garantisce il rispetto,<br />

da parte di questa componente dell’involucro edilizio, dei requisiti termici previsti<br />

dal quadro legislativo. Nella seconda verranno invece illustrati i vantaggi derivati dall’utilizzo<br />

delle strutture in acciaio, e le ricerche sviluppate su prodotti legati a queste.<br />

Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di policarbonato e metacrilato<br />

per la produzione di sistemi di illuminazione zenitale abbinati a dispositivi di evacuazione naturale di fumo e calore.<br />

L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato delle più importanti<br />

imprese di costruzione e prefabbricazione nel settore dell’edilizia industriale e civile, sia in Italia sia all’estero.<br />

Gruppo Manni HP, 9 società operative, 20 sedi tra Italia ed Europa oltre 600.000 tonnellate di acciaio lavorato e distribuito,<br />

14.000.000 di metri quadrati di pannelli metallici isolanti prodotti e distribuiti in Italia e all’estero, quasi 1.000 dipendenti.<br />

Questi sono i numeri del Gruppo Manni HP, leader nel campo siderurgico, nel business degli elementi prelavorati in acciaio e nella<br />

produzione di pannelli metallici isolanti per coperture e pareti.<br />

rubriche<br />

TEORIA E APPLICAZIONE<br />

DELL’INGEGNERIA LEGALE<br />

Il volume si propone come promotore di<br />

una nuova materia, l’<strong>Ingegneri</strong>a legale,<br />

nata dall’esigenza della sempre più frequente<br />

causalità di incidenti dovuti alla<br />

tecnologia. Il volume è composto in due<br />

parti: una legale e una <strong>ingegneri</strong>stica.<br />

La prima fornisce una metodologia nuova<br />

per la ricerca delle responsabilità e per il<br />

corretto ruolo di consulente del giudice.<br />

La seconda parte fornisce un metodo di<br />

indagine dei casi più frequenti di accadimenti<br />

tecnologici dannosi o pericolosi stabilendo<br />

dei protocolli al fine di rendere il<br />

giudizio tecnico il più oggettivo possibile.<br />

Vengono inoltre trattati procedimenti<br />

innovativi come il “riverse engineering”<br />

metodo formidabile per risalire alle cause<br />

in qualsiasi tipo di indagine tecnica. In<br />

particolare nel volume vengono trattati:<br />

incidenti stradali, incidenti sul lavoro, vizi<br />

o difetti di macchinari o impianti meccanici,<br />

lesioni o crolli di costruzioni civili,<br />

oppure di una strada, di un ponte; poi<br />

incendi stime e risarcimenti, ecc.<br />

Emanuele Fiorani si è laureato in Inge -<br />

gneria meccanica nel 1980, ha assunto<br />

incarichi presso la IBM e la Hewlett Pa -<br />

ckard. Successivamente ha creato uno<br />

Studio tecnico con particolare attenzione<br />

nei confronti di accadimenti di interesse<br />

giudiziario. Tale attività ha portato l’au -<br />

to re a creare una nuova disciplina: l’Inge -<br />

gne ria legale analoga alla medicina le -<br />

gale nel settore tecnico. Lo scopo è di fornire<br />

una metodologia che consenta<br />

un’ef ficace indagine ed un parere oggettivo<br />

su fatti che coinvolgono aspetti tecnici<br />

e scientifici di interesse giuridico e<br />

penale. Pertanto l’Ingegnere legale deve<br />

ave re ottima padronanza del metodo tecnico<br />

– scientifico di indagine, possedendo<br />

inoltre conoscenze di contesto e capacità<br />

trasversali, ovvero capacità di integrare<br />

conoscenze interdisciplinari.<br />

inarcos 353


LETTO PER VOI<br />

rubriche<br />

Ilsoleatrecentosessantagradi<br />

Incentivi alle rinnovabili:<br />

definite le regole per il nuovo accesso<br />

Luciano Barra, Capo Segreteria Tecnica Ministero dello<br />

Sviluppo Economico<br />

Con l’emanazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo<br />

Economico del 18 dicembre 2008 (Gazzetta Ufficiale del 2<br />

gennaio 2009) vengono definite le regole che consentono ai<br />

produttori di energia rinnovabile l’accesso agli incentivi: si ri -<br />

mette in moto un settore da lungo tempo bloccato dall’incompiutezza<br />

del quadro regolatorio.<br />

In attuazione delle disposizioni dell’articolo 1, comma 150,<br />

della Legge finanziaria 2008, viene aggiornata la procedura<br />

per il riconoscimento della qualifica di impianto alimentato<br />

da fonti rinnovabili. Le domande di qualifica per<br />

l’ottenimento dell’incentivo devono essere presentate al<br />

Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) entro 3 anni dall’entrata in<br />

esercizio dell’impianto. In mancanza di un pronuncia mento<br />

da parte del GSE entro 90 giorni, la domanda deve ritenersi<br />

accolta.<br />

Ad esclusione della fonte solare, il produttore di energia elettrica<br />

da impianti eolici con potenza non superiore ai 200 kW<br />

o da impianti alimentati con altre fonti rinnovabili di potenza<br />

inferiore o uguale a 1 MW, può richiedere, in alternativa ai<br />

certificati verdi, una tariffa onnicomprensiva per ogni kWh<br />

prodotto, differenziata in base al tipo di fonte per un periodo<br />

di 15 anni (Tabella A).<br />

Il certificato verde per la produzione di energia rinnovabile,<br />

di valore unitario pari a 1 MWh, viene emesso dal GSE in<br />

numero pari al prodotto dell’energia elettrica incentivata,<br />

moltiplicato, come stabilito dalla Finanziaria 2008, per il coefficiente<br />

riferito alla tipologia della fonte (Tabella B).<br />

In attesa di una più compiuta disciplina del settore, gli impianti<br />

a biomasse di filiera con potenza fino a 1 MW potranno<br />

beneficiare della tariffa di 0,22 euro per ogni kWh, mentre gli<br />

impianti di taglia superiore potranno ottenere i certificati<br />

verdi nella quantità prevista per le altre biomasse. In entrambi<br />

i casi si prevedono conguagli qualora ne maturi il diritto<br />

sulla base dell’attuazione della specifica disciplina.<br />

Per assicurare una graduale transizione dal vecchio al nuovo<br />

sistema di incentivazione alle fonti rinnovabili, i certificati<br />

verdi rilasciati fino a tutto il 2010 potranno essere ritirati dal<br />

GSE, su richiesta dei detentori, a un prezzo pari alla media di<br />

mercato del triennio precedente: la norma consente di risol-<br />

354 inarcos


levare il valore dei certificati verdi, depresso a livelli che avrebbero<br />

potuto compromettere nuovi investimenti. In merito<br />

all’entità degli incentivi per la valorizzazione energetica dei<br />

rifiuti urbani (a valle della raccolta differenziata) e per il combustibile<br />

che ne deriva, gli incentivi saranno riconosciuti sul 51<br />

% della produzione totale.<br />

La scelta del meccanismo di incentivo deve essere effettuata<br />

con la prima richiesta di qualifica al GSE. È consentito, in alcuni<br />

casi, un solo passaggio da un sistema di incentivazione<br />

all’altro.<br />

Altro elemento innovativo è la regolamentazione dello scambio<br />

sul posto per gli impianti di potenza fino a 200 kW. Ad<br />

esclusione degli impianti fotovoltaici, i produttori di energia<br />

elettrica da fonti rinnovabili che optano per la tariffa fissa<br />

omnicomprensiva non hanno accesso al meccanismo dello<br />

scambio sul posto. Il provvedimento, insieme a quelli già<br />

vigenti per il sostegno della produzione elettrica da energia<br />

solare e agli altri in discussione, dota il nostro Paese di un quadro<br />

di incentivi assolutamente stimolante e coerente con gli<br />

orientamenti espressi dall’Europa.<br />

■<br />

Perché gli attuali parchi fotovoltaici non<br />

debbono pagare l’ICI<br />

Stefano M. Ceccacci, Green Utility S.p.A.<br />

L’intero settore dei produttori su scala industriale di energia<br />

elettrica da fonti fotovoltaiche è in allarme per effetto della<br />

recente interpretazione dell’Agenzia delle Entrate che determinerebbe<br />

l’applicazione dell’Imposta Comunale sugli<br />

Immobili (ICI) anche ai parchi fotovoltaici. In particolare, si sta<br />

cercando di individuare la rendita catastale attribuibile a un<br />

parco fotovoltaico e, di conseguenza, calcolare l’impatto dell’imposta<br />

che, in caso di assenza di rendita catastale, troverebbe<br />

applicazione in misura variabile tra un minimo del 4 e<br />

un massimo del 7 per mille dell’ammontare, al lordo delle<br />

quote di ammortamento, che risulta dalle scritture contabili,<br />

applicando per ciascun anno di formazione dello stesso specifici<br />

coefficienti, secondo quanto disposto dall’art. 7, comma 3,<br />

penultimo periodo, del D.L. 11 luglio 1992, n. 333, e dagli articoli<br />

5 e 6 del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 504.<br />

Tuttavia con la risoluzione n. 3 del 6 novembre 2008, l’Agenzia<br />

del Territorio non ha direttamente sancito l’applicabilità<br />

dell’ICI, ma ha solo affermato che le centrali elettriche a pannelli<br />

fotovoltaici devono essere accertate nella categoria catastale<br />

“D/1 - opifici”, includendo nella determinazione della<br />

relativa rendita catasta le i pannelli fotovoltaici “in analogia<br />

con la prassi, ormai consolidata, adottata in merito alle turbine<br />

delle centrali elettriche”. Conseguentemente, per<br />

l’Agenzia un parco fotovoltaico è uno stabilimento industriale<br />

come lo è una centrale idroelettrica o termoelettrica quindi,<br />

per l’effetto, l’ICI troverebbe applicazione. Di questa interpretazione,<br />

lascia perplesso il fatto che i parchi fotovoltaici<br />

sono, non solo modulari e amovibili (come osserva anche<br />

l’Agenzia), ma meramente poggiati al suolo, al massimo assicurati<br />

e solo in taluni limitati casi ancorati.<br />

In altri termini, premesso che non vi è differenza sostanziale<br />

tra un impianto di piccole dimensioni e uno di grandi dimensioni<br />

(se non per il numero di pannelli utilizzati), allo stesso<br />

modo un impianto fotovoltaico posto sopra un terreno non<br />

differisce da quello sopra il tetto di un edificio. Di conseguenza,<br />

se le conclusioni ministeriali fossero sempre valide,<br />

anche tale ultimo tipo d’impianto dovrebbe essere autonomamente<br />

accatastato come opificio nella categoria D/1.<br />

L’Agenzia, però, per evitare questo evidente paradosso (che<br />

avrebbe effetti devastanti, soprattutto per gli impianti posti<br />

su edifici residenziali), conclude, invece, nel senso che non<br />

hanno autonoma rilevanza catastale e costituiscono, dunque,<br />

mere pertinenze delle unità immobiliari “le porzioni di fabbricato<br />

ospitanti gli impianti di produzione di energia aventi<br />

modesta potenza e destinati prevalentemente ai consumi<br />

domestici”. L’errore commesso dall’interprete dell’Agenzia è<br />

quello di fornire un’interpretazione di portata generale.<br />

Infatti, non esiste un fabbricato che ospiti una centrale elettrica<br />

a pannelli fotovoltaici, neppure nei parchi fotovoltaici di<br />

più ampie dimensioni. Ad oggi questi sono costituiti da pannelli<br />

solari (ovviamente con la loro intelaiatura di metallo),<br />

collegati fra loro e a trasformatori (cd. Inverter) poggiati al<br />

suolo. Non esiste, al contrario, un’ulteriore struttura (in altri<br />

termini, secondo le definizioni del R.D.L. 16 aprile 1939, n.<br />

652, recante la disciplina del nuovo catasto edilizio urbano,<br />

un “fabbricato” o una “costruzione stabile”, cioè un edificio<br />

o una porzione di un edificio) cui siano inscindibilmente uniti<br />

i pannelli fotovoltaici, come accade per le centrali eoliche,<br />

dove queste e il fabbricato, al cui interno sono poste, finiscono<br />

con il costituire un tutto unico inseparabile.<br />

Torna quindi applicabile, ma con ben altra conclusione rispetto<br />

a quella dell’Agenzia, quanto stabilito dalla Suprema Corte<br />

con la sentenza n. 16824 del 21 luglio 2006 (citata anche dall’interprete<br />

ministeriale), e cioè che “quel che davvero conta<br />

è l’impossibilità di separare l’uno (il macchinario mobile) dall’altro<br />

(l’immobile) senza la sostanziale alterazione del bene<br />

complesso (che non sarebbe più, nel caso di specie, una centrale<br />

elettrica)”. Per i parchi fotovoltaici la conclusione deve<br />

quindi essere esattamente contraria a quella raggiunta<br />

dall’Agenzia, poiche i pannelli fotovoltaici produttivi di energia<br />

elettrica rimangono tali anche se rimossi e spostati su di<br />

un altro terreno e non esiste alterazione materiale che derivi<br />

(o possa derivare) da un’eventuale separazione.<br />

E che l’affermazione dell’Agenzia del Territorio non sia pertinente<br />

rispetto agli attuali parchi fotovoltaici lo dimostra un<br />

ultimo elemento: già da tempo l’Agenzia delle Entrate aveva<br />

concluso in senso opposto, con la circolare n. 46/E del 19 luglio<br />

2007, nella quale si afferma che “l’impianto fotovoltaico<br />

situato su un terreno non costituisce impianto infisso al suolo,<br />

in quanto normalmente i moduli che lo compongono (i pannelli<br />

solari) possono essere agevolmente rimossi e posizionati<br />

in altro luogo, mantenendo inalterata la loro originaria funzionalità”.<br />

■<br />

inarcos 355


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