ingegneri architetti costruttori 709 - Associazione Ingegneri e ...
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INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI<br />
1876<br />
inarcos<br />
ANNO LXV - MAGGIO 2010 (4)<br />
Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30<br />
BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13<br />
mensile di tecnica e informazione dell’associazione <strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong><br />
e del collegio <strong>costruttori</strong> della provincia di bologna<br />
notiziario del collegio regionale <strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong> dell’emilia-romagna<br />
notiziario della federazione degli ordini degli <strong>ingegneri</strong> della regione emilia-romagna<br />
<strong>709</strong><br />
■ pag 289<br />
■ pag 215<br />
■ pag 240<br />
Analisi numerica<br />
e sperimentale<br />
di tegoli<br />
di copertura<br />
in conglomerato<br />
armato<br />
precompresso<br />
Nuovo<br />
supermercato<br />
Coop&Coop<br />
San Lazzaro<br />
di Savena<br />
Certificazione<br />
energetica:<br />
quadro<br />
nazionale<br />
e zoom su Puglia<br />
e Toscana<br />
■ Un Modello al Continuo per lo studio degli Impalcati di Travi Scatolari MAURIZIO LENZI - PAOLA CAMPANA - IVAN MISSIROLI ■<br />
Un progetto di riqualificazione urbana MAURA MAGROTTI ■ Analisi numerica e sperimentale di tegoli di copertura in conglomerato<br />
armato precompresso PIERPAOLO DIOTALLEVI - ANDREA GAMBI - LEONARDO MAMBELLI ■ Nuovo supermercato<br />
Coop&Coop San Lazzaro di Savena MONICA BOLDREGHINI ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza<br />
energetica e sostenibilità ■ Le aziende informano ■ NOTIZIARI: <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Ar chitetti della Provincia di<br />
Bologna - Ordine Inge gneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■ RUBRICHE: Corsi&Con vegni - Letto per voi
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INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI<br />
1876<br />
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ANNO LXV - MAGGIO 2010 (4)<br />
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BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 <strong>709</strong><br />
organo di informazione di: <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Bologna - <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Ferrara - <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />
e Architetti di Modena - <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Ravenna - Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> di Bologna - Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> di Pesaro-<br />
Urbino - Collegio degli <strong>Ingegneri</strong> e Architetti di Cesena e Comprensorio - Collegio Regionale degli <strong>Ingegneri</strong> e Architetti Emilia-Romagna - Collegio<br />
Costruttori di Bologna - Federazione degli Ordini degli <strong>Ingegneri</strong> dell’Emilia-Romagna - Asso: <strong>Ingegneri</strong>, Architetti Liberi Professionisti in Europa<br />
rivista mensile edita dalla <strong>Associazione</strong> Inge gneri ed<br />
Architetti della Provincia di Bologna (pro prie taria).<br />
Distribuita gratuitamente agli associati<br />
Spedizione in A.P. - 45%<br />
Art. 2 Comma 20/b<br />
Legge 662/96 - Fil. Bologna<br />
Chiuso in tipografia il 21/05/2010<br />
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Alessandro Cocchi, Raffaele Dalle Don ne, Pier<br />
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Roc co Iasco ne, Giu seppe Lazzari, Stefano Man -<br />
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Bologna - Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna<br />
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e agli iscritti all’Ordine o al Collegio: Copia singola € 1,45<br />
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Labanti e Nanni Industrie Grafiche s.r.l.<br />
Via G. Di Vittorio, 3<br />
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Per consegna materiali pubblicitari:<br />
Dott.ssa Nanni Sabrina (Tel. 338.2902445)<br />
presso: Labanti e Nanni - Redazione Inarcos,<br />
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Stampa:<br />
Labanti e Nanni Industrie Grafiche s.r.l.<br />
40056 Crespellano (Bologna)<br />
Impaginazione<br />
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Sono graditi contributi concernenti tutte le specializzazioni<br />
di <strong>ingegneri</strong>a e architettura. Per sottoporre articoli da<br />
pubblicare sulla rivista consultare le “norme” presenti sul<br />
sito www.assiabo.it<br />
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parte degli interessati. È vietata la riproduzione, anche<br />
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ARTICOLI<br />
■ Un Modello al Continuo per lo studio degli Impalcati di Travi Scatolari<br />
MAURIZIO LENZI - PAOLA CAMPANA - IVAN MISSIROLI ____________________________________ 279<br />
■<br />
■<br />
DALL’ISTITUTO DI ISTRUZIONE PROFESSIONALE EDILE<br />
■<br />
Nuovi seminari per professionisti ed imprese sulla nuova Direttiva Macchine<br />
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EFFICIENZA ENERGETICA E SOSTENIBILITÀ<br />
■<br />
Analisi numerica e sperimentale di tegoli di copertura in conglomerato armato<br />
precompresso<br />
PIERPAOLO DIOTALLEVI - ANDREA GAMBI - LEONARDO MAMBELLI____________________________ 289<br />
Nuovo supermercato Coop&Coop San Lazzaro di Savena<br />
MONICA BOLDREGHINI ____________________________________________________________ 301<br />
Certificazione energetica: quadro nazionale e zoom su Puglia e Toscana<br />
MILENA VIZZARRI - SONIA SUBAZZOLI ______________________________________________________ 316<br />
LE AZIENDE INFORMANO<br />
NOTIZIARI<br />
■ <strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna ________________________ 337<br />
■ Ordine <strong>Ingegneri</strong> della Provincia di Bologna__________________________________________ 338<br />
■ Ancebologna ______________________________________________________________________ 346<br />
■ Asso ______________________________________________________________________________ 350<br />
RUBRICHE<br />
■ Corsi&Convegni ____________________________________________________________________ 352<br />
■ Letto per voi ______________________________________________________________________ 354<br />
323<br />
I precedenti numeri della rivista<br />
sono disponibili sul sito www.assiabo.it<br />
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(1) ACMAR, Ravenna – (2) Studio Campana, Forli’ – (3) Studio Missiroli, Forlì<br />
PREMESSA<br />
Nell’ambito dei ponti di luce corrente ricorre sovente<br />
l’impiego di travi a sezione scatolare ottenute solidarizzando<br />
in opera travi precompresse a profilo aperto con una<br />
soletta collaborante che unisce tra loro all’estradosso le<br />
travi dell’impalcato. Come per le altre tipologie, anche per<br />
gli impalcati composti da travi a sezione chiusa si presenta<br />
la necessità sia in sede di progetto che di collaudo di individuare<br />
la ripartizione dei carichi mobili. Per tale analisi i<br />
codici automatici oggi a disposizione consentono di effettuare<br />
una modellazione anche sofisticata dello schema<br />
strutturale, tuttavia permane non meno attuale la necessità<br />
di disporre di strumenti che permettono di operare sintesi<br />
fondamentali sia in sede di dimensionamento che di<br />
verifica. A questo riguardo i modelli di analogia al continuo<br />
costituiscono ancora oggi uno strumento affidabile come la<br />
consolidata applicazione del modello di Bares-Massonet [1]<br />
ha largamente dimostrato nei suoi molti anni di utilizzo, al<br />
punto tale che il modello a piastra ortotropa è tuttora largamente<br />
impiegato nella stesura dei progetti esecutivi da<br />
parte di molte ditte produttrici di travi precompresse. Va<br />
peraltro ricordato come tale modello sia nato in realtà per<br />
impalcati di travi aventi sezioni con modesta rigidezza torsionale,<br />
ossia per valori limiti del parametro di torsione<br />
riconducili da un lato ad impalcati privi di rigidezza torsionale<br />
(a=0) e dall’altro lato a solette piene (a=1). In precedenti<br />
contributi è già stata mostrata la possibilità di estendere<br />
nel modello a piastra ortotropa l’interpolazione utilizzata<br />
nel metodo di Bares-Massonet anche agli impalcati<br />
dotati di elevata rigidezza torsionale (a>1) mantenendo in<br />
tal modo un approccio unitario nello studio della ripartizione<br />
dei carichi (Lenzi [2]). In tale ottica la presente nota<br />
completa l’analisi sfruttando la proprietà degli impalcati<br />
composti da travi a sezione chiusa con soletta collaborante<br />
di essere contraddistinti da una marcata differenza tra la<br />
rigidezza flesso torsionale delle travi in direzione longitudinale<br />
e la rigidezza della soletta in direzione trasversale<br />
essendo in genere assenti in questi impalcati, con qualche<br />
eccezione limitata all’ambito ferroviario, i traversi in campata.<br />
La superficie elastica viene ancora ricercata in forma<br />
analitica spalmando al continuo le rigidezze flesso torsionali<br />
delle travi sul loro interasse. Nel caso in esame tuttavia<br />
l’analisi si semplifica notevolmente potendosi trascurare<br />
per le ipotesi assunte i termini relativi alle rigidezze trasversali<br />
della soletta, che risulta sollecitata solo dai tagli mu -<br />
tui trasversali che si scambiano le travi e che operano la<br />
ripartizione. Si ricava in tal modo una soluzione di semplice<br />
utilizzo che si dimostra essere, tramite il confronto con<br />
altri metodi numerici e con le misure in sito, di piena validità<br />
nell’ambito s’intende delle ipotesi assunte. Il modello<br />
al continuo ha poi il pregio di fornire una soluzione in for -<br />
ma chiusa parametrica e adimensionale che presenta molteplici<br />
vantaggi riconducibili ai seguenti aspetti operativi:<br />
1) individuazione del numero minimo di parametri necessari<br />
per la definizione del problema;<br />
SOMMARIO<br />
Nella nota si analizza la ripartizione trasversale dei<br />
carichi negli impalcati dei ponti a travata senza traversi<br />
intermedi nei quali la rigidezza flesso torsionale<br />
delle travi sia preponderante rispetto a quella<br />
della soletta, come normalmente avviene negli<br />
impalcati di travi scatolari. L’analisi viene effettuata<br />
mediante un modello al continuo che restituisce<br />
una soluzione analitica facilmente implementabile<br />
su un foglio elettronico. Si presentano inoltre esempi<br />
e case history.<br />
SUMMARY<br />
In the paper the sharing of the moving load among<br />
the girders of a beams and slab deck bridge is analyzed<br />
using an orthotropic plate model in which the flexural<br />
and torsional stiffness of the slab are neglected<br />
in comparison with those of the girders. Example and<br />
case history are also presented.<br />
inarcos 279
Fig. 1 - Sezione tipica di un impalcato a travi scatolari.<br />
Fig. 2 - Schema Statico dell’impalcato.<br />
1<br />
Il modello per lo studio della tipologia strutturale in<br />
esame nasce come estensione al continuo del modello al<br />
discreto che vede le travi tra loro solidarizzate in senso<br />
longitudinale da connessioni a taglio schematizzate da<br />
cerniere cilindriche in soletta (Lenzi-Campana [3],<br />
Spinelli [4],[5]). La superficie elastica si può allora ricavare<br />
dalla equazione della piastra ortotropa trascurando in<br />
essa, per l’ipotesi assunte, i termini relativi alle rigidezze<br />
trasversali (D y =D yx =0). L’analogia è senz’altro legittima,<br />
trattandosi a tutti gli effetti di superfici continue aventi<br />
caratteristiche meccaniche e geometriche tra loro diverse<br />
secondo i due assi ortogonali, a rigidezza flesso torsionale<br />
in senso longitudinale e tagliante in senso trasversale.<br />
Indicate pertanto con:<br />
2<br />
2) possibilità di definire i campi di variazione dei parametri<br />
corrispondenti alla realtà fisica;<br />
3) studio di una vasta gamma di aspetti applicativi medianti<br />
pochi casi di riferimento tipici;<br />
4) rappresentazione dei risultati in una forma facilmente<br />
interpretabile.<br />
In particolare verrà mostrato come la ripartizione dei carichi<br />
dipenda un unico coefficiente di interazione di natura<br />
geometrica e meccanica funzione del rapporto di forma tra<br />
la larghezza e la lunghezza dell’impalcato e del rapporto<br />
tra le rigidezze flessionale e torsionale delle sezioni delle<br />
travi composte. Ciò premesso, nel seguito si riporta lo studio<br />
della ripartizione dei carichi in forma normalizzata condotto<br />
con i criteri indicati, ed esempi applicativi relativi al<br />
progetto redatto in accordo con la norma NTC 2008 ed al<br />
collaudo di ponti realizzati con travi scatolari.<br />
le rigidezze flesso torsionali delle travi distribuite al continuo<br />
(fig.1), l’equazione della piastra ortotropa soggetta ad<br />
un carico lineare lungo la linea di coordinata y c (fig.2) diviene<br />
in questo caso:<br />
essendo d(y-y c ) la funzione di Dirac che restituisce tramite la<br />
convoluzione p(x)*d(y-y c ) la funzione p(x) per y=y c e valore<br />
nullo altrove. Utilizzando l’analisi armonica per i carichi<br />
lineari (a n =np/L):<br />
e sviluppando i movimenti in serie semplice:<br />
si ottiene l’equazione seguente per l’armonica corrente<br />
della deformata trasversale w n (y):<br />
MODELLO AL CONTINUO<br />
Introdotte le variabili normalizzate:<br />
ed il parametro di interazione:<br />
si ricava, valendo per la funzione di Dirac la relazione d(yy<br />
c ) = d(h-h c ) / b, l’equazione:<br />
280 inarcos
Fig. 3 - Soluzione analitica: effetti del carico e delle condizioni<br />
ai bordi.<br />
L’integrale particolare v p (h) e le costanti C 1 , C 2 dell’integrale<br />
generale risultano essere definite dalle relazioni<br />
seguenti:<br />
nelle quali h 1 = [1 - h c ] e h 2 = [1 + h c ] sono le distanze normalizzate<br />
del carico dai due bordi.<br />
3<br />
Risulta pertanto conveniente normalizzare il campo degli<br />
spostamenti nella forma:<br />
essendo wm = p n /(2bα n 4 Dx) l’inflessione media indotta dal<br />
carico unitario pensato spalmato sulla larghezza 2b dell’impalcato.<br />
L’equazione adimensionale ricercata risulta<br />
pertanto essere la seguente:<br />
RIPARTIZIONE TRASVERSALE DEI CARICHI<br />
Individuato il campo degli spostamenti, che presenta<br />
una forma smorzata ma non oscillatoria al crescere della<br />
distanza dal carico lineare, risulta possibile dedurre il<br />
coefficiente di amplificazione. Questo parametro fondamentale<br />
é definito come rapporto tra l’abbassamento<br />
nel punto corrente w n (h,h c ) e l’abbassamento medio w m<br />
indotto dal carico unitario spalmato su tutta la larghezza<br />
dell’impalcato:<br />
La soluzione dell’equazione differenziale per il caso di un<br />
carico parallelo all’asse longitudinale ed agente con eccentricità<br />
normalizzata h c , si compone di un integrale particolare<br />
(fig. 3a) che rappresenta la deformata di una piastra<br />
ortotropa di ampiezza indefinita e che si determina eguagliando<br />
nell’origine il taglio trasversale alla metà del carico<br />
unitario, e di un integrale generale (fig. 3b) che ripristina<br />
le condizioni al contorno sui bordi liberi ove si azzerano i<br />
tagli di Kirchoff e conseguentemente le rotazioni trasversali<br />
(1) . In termini analitici si ottiene:<br />
Operando le sostituzioni si ottiene:<br />
L’aliquota di carico afferente alla singola striscia di larghezza<br />
trasversale unitaria si ricava poi moltiplicando<br />
il carico medio, pari a 1/2b, per il coefficiente di amplificazione<br />
K a . Il carico afferente alla singola trave si<br />
ottiene poi, con approssimazione in genere sufficiente,<br />
moltiplicando il valore specifico per l’interasse<br />
delle travi:<br />
(1) Il taglio trasversale t y = D xy ∂ 3 w/∂x 2 ∂y = (a n 2 D xy) ∂w/∂y = K t q é proporzionale<br />
alla rotazione trasversale q = ∂w/∂y.<br />
inarcos 281
4 5<br />
Indicato con N =2b/l il numero delle travi, si ottiene infine<br />
per il coefficiente di ripartizione:<br />
La ripartizione dei carichi dipende quindi tramite il coefficiente<br />
di amplificazione unicamente dal coefficiente di<br />
interazione r, migliorando essa al ridursi di tale valore ossia<br />
al ridursi del rapporto di forma 2b/L tra la larghezza e la<br />
lunghezza dell’impalcato e della radice del rapporto tra la<br />
rigidezza flessionale e la rigidezza torsionale delle travi. La<br />
ripartizione è quindi funzione in misura maggiore della<br />
snellezza dell’impalcato, dato che all’aumentare di questa<br />
aumenta la rigidezza relativa delle strisce trasversali rispetto<br />
a quelle longitudinali, e della capacità torsionale delle<br />
travi di opporsi alla distorsione trasversale della sezione ed<br />
alla conseguente perdita di forma indotta dai carichi.<br />
La soluzione così ottenuta in forma analitica per il coefficiente<br />
di amplificazione si presta ad essere facilmente<br />
implementabile su un foglio elettronico e rende quindi<br />
semplice, come si vedrà nel successivo esempio, lo studio<br />
della ripartizione dei carichi anche per la tipologia strutturale<br />
in esame.<br />
ESEMPIO APPLICATIVO<br />
Si riporta l’applicazione del modello illustrato nella valutazione<br />
dello stato di sollecitazione e di deformazione di un<br />
viadotto a tre campate in semplice appoggio realizzato con<br />
la tipologia delle travi scatolari. In particolare vengono<br />
messi a confronto i valori teorici dei momenti flettenti e<br />
delle frecce ricavati dal modello a piastra ortotropa con i<br />
valori teorici forniti da modelli agli elementi finiti per quanto<br />
concerne la condizione di carico di progetto. I valori del<br />
modello al continuo sono poi confrontati con i valori sperimentali<br />
misurati in sede di prova di carico per quanto concerne<br />
il collaudo statico.<br />
L’impalcato ha una luce L=32.70 m e si compone di 5 travi<br />
di altezza complessiva di 1.85 m comprensiva della soletta<br />
di 25 cm di spessore. Le travi sono disposte ad un interasse<br />
l=2.75 m e formano nell’insieme un impalcato di larghezza<br />
2b=13.50 m. I momenti d’inerzia delle travi sono i<br />
seguenti:<br />
J f = 0.557 m 4<br />
J t = 0.356 m 4<br />
mentre i moduli elastici, ricavati da prove di carico condotte<br />
in stabilimento sulle travi prefabbricate, valgono<br />
(E/G=2.2):<br />
E = 37000 MPa<br />
G = 17000 MPa<br />
Il parametro di interazione per la prima armonica (n=1) è<br />
pari pertanto a:<br />
In fig. 4 e fig. 5 sono riportate per le varie travi le linee di<br />
influenza del coefficiente di ripartizione dedotte con il<br />
modello di analogia al continuo. Valori analoghi, con scarti<br />
inferiori al 4%, si ottengono con la soluzione al discreto<br />
inserendo cerniere cilindriche in soletta e determinando<br />
per congruenza i tagli mutui scambiati tra le travi contigue.<br />
Come peraltro intuitivo, la ripartizione migliora passando<br />
dalle travi di bordo a quelle interne ed é massima per la<br />
trave centrale. Un carico lineare applicato in corrispondenza<br />
dell’asse di simmetria provoca infatti un’inflessione differenziale<br />
della trave centrale rispetto alle travi adiacenti<br />
che oppongono da ambo i lati un efficace contrasto alla<br />
rotazione trasversale in virtù della elevata rigidezza torsionale<br />
dei profili scatolari. Questo comportamento strutturale<br />
nell’insieme tende limitare il movimento relativo della<br />
superficie elastica rispetto al moto rigido medio della sezione<br />
trasversale, potendosi riguardare questo scostamento<br />
come una misura della qualità della ripartizione. L’impegno<br />
torsionale comporta peraltro l’insorgere di significativi<br />
282 inarcos
Fig. 4 - Ripartizione trasversale.<br />
Fig. 5 - Linee di influenza del coefficiente di ripartizione<br />
trasversale.<br />
Fig. 6 - Schemi di carico previsti dalle NTC 2008.<br />
Fig. 7 - Disposizione dei carichi (equivalenti) di progetto.<br />
Fig. 8 - Confronto in termini di Momenti in mezzeria tra<br />
modello numerico e modello analitico.<br />
Fig. 9 - Confronto in termini di frecce in mezzeria tra modello<br />
numerico e modello analitico.<br />
6<br />
7 8<br />
momenti torcenti longitudinali nelle travi, che raggiungono<br />
i valori massimi in corrispondenza dei traversi di testata.<br />
Per le travi di bordo la collaborazione trasversale può attivarsi<br />
invece da un solo lato e conseguentemente la ripartizione<br />
è meno accentuata ma comunque significativa, dato<br />
che la trave di bordo viene sollecitata solo dal 40% del carico<br />
applicato direttamente su di essa.<br />
In fig. 6 sono invece riportati gli schemi di carico previsti<br />
dall’ Eurocodice di settore e dalla recente normativa tecnica<br />
nazionale (NTC 2008). A tal riguardo in fig. 7 è rappresentata<br />
la disposizione dei carichi mobili sull’impalcato in<br />
termini di carichi uniformi equivalenti per le 3 colonne di<br />
carico. Si è inoltre considerato il carico di folla sui marciapiedi<br />
ed il carico di 2.5 KPa previsto nell’area che rimane<br />
libera una volta sottratta alla larghezza della carreggiata<br />
l’ingombro delle colonne di carico. Per questo schema statico<br />
in fig. 8 e fig. 9 è riportato il confronto dei risultati<br />
dedotti rispettivamente con un modello numerico agli elementi<br />
finiti e con il modello di analogia al continuo. Come<br />
si può notare vi è un sostanziale accordo che valida la soluzione<br />
al continuo sia in termini di momenti flettenti che di<br />
frecce in mezzeria.<br />
In fig. 10 e fig. 11 sono inoltre riportati gli schemi di collaudo<br />
utilizzati in sede di prova di carico mentre in fig. 12<br />
é illustrata in forma tabellare la applicazione del metodo<br />
proposto che si rivela veramente di semplice utilizzo una<br />
volta individuato tramite le eccentricità normalizzate della<br />
trave (h=y/b) e dei carichi (h c =y c /b) il coefficiente di amplificazione<br />
K(h,h c ) mediante le relazioni del modello al continuo.<br />
In fig. 13 sono infine riportati i diagrammi delle deformate<br />
trasversali della sezione di mezzeria. Come si evince<br />
dal confronto tra la curva teorica e i valori misurati, il<br />
modello a piastra ortotropa coglie con precisione il risultato<br />
sperimentale, ottenendo con ciò la reciproca conferma<br />
sia del corretto comportamento della struttura sia della<br />
affidabilità del modello al continuo per la tipologia di<br />
impalcato in esame.<br />
ANNOTAZIONI CONCLUSIVE<br />
La ripartizione dei carichi negli impalcati costituiti da travi<br />
scatolari costituisce un tema strutturale di indubbio interesse<br />
e valenza che può essere risolto in forma chiusa utilizzando<br />
un modello di analogia al continuo a piastra ortotropa<br />
nel quale, nell’ipotesi che lungo le connessione tra le<br />
9<br />
inarcos 283
Fig. 10 - Schema di Collaudo: Configurazione longitudinale.<br />
Fig. 11 - Schema di Collaudo: Configurazione trasversale.<br />
Fig. 12 - Ripartizione dei carichi e frecce teoriche nella trave di<br />
bordo.<br />
Fig. 13 - Confronto tra frecce teoriche (modello al continuo) e<br />
sperimentali.<br />
10<br />
11<br />
13<br />
travi siano trascurabili le rigidezze flesso torsionali trasversali<br />
dell’impalcato, vengano scambiati solo tagli mutui. Nel<br />
caso di travi in semplice appoggio la soluzione viene dedotta<br />
utilizzando lo sviluppo in serie di Fourier dei carichi e dei<br />
movimenti, tecnica questa che semplifica notevolmente la<br />
soluzione analitica. Posta in forma parametrica questa<br />
mostra come la ripartizione dei carichi dipenda unicamente<br />
da un parametro caratteristico adimensionale funzione<br />
del rapporto di forma tra la larghezza e la lunghezza dell’impalcato<br />
e del rapporto tra le rigidezze flessionali e torsionali<br />
longitudinali delle sezioni delle travi. Il confronto<br />
con i risultati di prove di carico mostrano la validità e<br />
l’affidabilità del modello proposto di analogia al continuo.<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
12<br />
[01] Bares, R. Massonet, C., Le calcul des grillages de poutres<br />
et dalles orthotrope, Ed. Dunod, Paris, 1966.<br />
[02] Lenzi, M., Gambi A. , Olivucci, G., Un modello a piastra<br />
ortotropa per impalcati di travi scatolari, Atti del 13°<br />
Convegno CTE, Pisa, 2003.<br />
[03] Lenzi M.,Campana, P. Ripartizione dei carichi negli<br />
impalcati composti da elementi modulari accostati,<br />
www. ACMAR.it/pubblicazioni, Ravenna, 2009.<br />
[04] Spinelli, P., Un metodo di analogia al continuo per lo<br />
studio di impalcati realizzati con travi affiancate collegate<br />
con cerniere lineari continue, INARCOS, nr. 439, pp<br />
200-210, Bologna, Giugno 1983.<br />
[05] Spinelli, P., Impalcati formati da pannelli prefabbricati<br />
accostati: alcuni risultai ottenuti attraverso un metodo<br />
di analogia al continuo, Atti del 7° Convegno CTE, par.c.<br />
pp.145-151, Marina di Ravenna, 1986.<br />
■<br />
284 inarcos
LAVORIAMO IN MEZZO ALLA GENTE<br />
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Analisi numerica e sperimentale di tegoli<br />
di copertura in conglomerato armato<br />
precompresso<br />
Pierpaolo Diotallevi 1 , Andrea Gambi 2 , Leonardo Mambelli 2<br />
1<br />
<strong>Ingegneri</strong>a – Alma Mater Studiorum - Università di Bologna<br />
2<br />
Cooperativa Ravennate Interventi sul Territorio<br />
1. INTRODUZIONE<br />
I tegoli di copertura presentano il notevole vantaggio di<br />
coprire grandi luci con carichi relativamente modesti; tuttavia<br />
la loro conformazione a sezione aperta e in parete<br />
sottile è caratterizzata da un comportamento strutturale<br />
complesso dovuto alla coesistenza di sforzi flessionali e<br />
taglianti nella direzione dell’asse dell’elemento e di sforzi<br />
trasversali di notevole intensità.<br />
La presenza di elevate forze di precompressione applicate<br />
alle testate e la scelta tecnologica di dover disporre armatura<br />
ordinaria in spessori piccoli conferiscono a questi elementi<br />
strutturali modalità di rottura locale non facilmente<br />
prevedibili. In particolare, secondo la filosofia di progettazione<br />
della gerarchia delle resistenze, diventa fondamentale<br />
assicurare il comportamento a trave dell’elemento a<br />
fronte della conservazione della sezione trasversale.<br />
Questi i presupposti per i quali si sceglie di approfondire<br />
l’analisi strutturale di tali elementi con modelli nu merici in<br />
grado di coglierne il comportamento bidimensionale e di<br />
adottare i metodi semplificati proposti dalle varie normative<br />
per il dimensionamento. Nella verifica definitiva di questi<br />
elementi risulta opportuno pertanto far ricorso ad analisi<br />
ad elementi finiti, la cui validazione deve essere affidata<br />
ad una campagna di prove sperimentali svolte per cogliere<br />
la corrispondenza fra le evidenze sperimentali e le<br />
modellazioni numeriche ed utili anche per indagare il<br />
comportamento a rot tura dei tegoli precompressi.<br />
L’efficacia del metodo di progettazione richiamato viene<br />
applicata per la progettazione e il collaudo di un elemento<br />
di copertura di produzione della ITER Pre fab bricati.<br />
2. IMPIEGHI DEL SISTEMA DI COPERTURA ALARE<br />
E CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL SISTEMA<br />
DI PREFABBRICAZIONE<br />
Il sistema costruttivo tipo alare coniuga elevate doti<br />
prestazionali ad elementi di pregio architettonico tali<br />
da renderlo particolarmente adatto per coperture di<br />
capannoni ad uso commerciale e artigianale.<br />
La trave alare accoppiata a coppelle in lamiera curva e<br />
policarbonato trasparente può coprire luci fino a 30 m<br />
con uno spessore massimo del pacchetto di copertura<br />
pari a 120 cm. (Fig.1)<br />
SOMMARIO<br />
In questa memoria sono illustrati i risultati di una campagna<br />
di sperimentazione su elementi di copertura prefabbricati<br />
in c.a. Questo tipo di elementi si caratterizza per la<br />
combinazione di stati tensionali longitudinali e trasversali<br />
pertanto viene realizzato un modello e.f. per analizzare<br />
la risposta in condizioni di servizio e alla rottura.<br />
SUMMARY<br />
In this paper are described the results of a series of experimental<br />
studies on a precast prestressed reinforced concrete<br />
roof element. This kind of concrete element is characterized<br />
by the combination of longitudinal and transversal<br />
tensions therefore an e.f. model is realized to analize<br />
the response in usual service condition and in proximity<br />
to collapse.<br />
1<br />
inarcos 289
In apertura:<br />
Figura 1 - Applicazione di copertura a capannone industriale.<br />
La leggerezza del sistema porta notevoli vantaggi su<br />
pilastri e fondazioni soprattutto in zona sismica.<br />
La trave alare si contraddistingue per eleganza e leggerezza<br />
e fra le altre caratteristiche è dotata di una resistenza<br />
al fuoco di 120’ secondo la Normativa UNI 9502.<br />
3. TECNOLOGIA DEI CASSERI<br />
Il cassero è di tipo autoreagente con una portata di 400<br />
Tonn, ed è costituito da un cassero di base ammortizzato<br />
e da un controcassero.<br />
Il controcassero è dotato di bracci idraulici per lo scassero<br />
e di bloccaggi idraulici per fissarlo al cassero base<br />
in fase di getto.<br />
Le lamiere controgetto utilizzate per il cassero base<br />
hanno spessore 8 mm e 6 mm per il controcassero;<br />
l’acciaio è di 1° qualità tipo ST 44-3.<br />
Il dimensionamento delle strutture e la qualità della<br />
realizzazione permettono di ottenere spessori di getto<br />
con scostamento massimo di 2 mm rispetto alle misure<br />
teoriche.<br />
La vibrazione elettrica abbinata a una struttura opportunamente<br />
studiata permette di ottenere un manufatto<br />
di grande qualità contenendo al minimo le emissioni<br />
di rumore.<br />
La maturazione viene accelerata mediante riscaldamento<br />
del cassero ottenuto dalla circolazione di vapore<br />
entro tubi alettati posti sotto il cassero stesso. La temperatura<br />
del calcestruzzo segue una curva programmata<br />
dal sistema di controllo e rilevamento dati.<br />
4. CONGLOMERATO<br />
Il conglomerato adottato deve essere sottoposto a tensioni<br />
elevate, la scelta quindi di un calcestruzzo di<br />
media/alta resistenza (Rck 50) è necessaria al fine di<br />
ridurre percentualmente al minimo le conseguenze<br />
delle deformazioni lente.<br />
La composizione del conglomerato si basa su una scelta<br />
dei componenti ed un loro proporzionamento per<br />
determinare la riduzione al minimo dei vuoti e di conseguenza<br />
la compattezza del conglomerato.<br />
La riduzione dei vuoti oltre ad implicare l’aumento<br />
della resistenza comporta la riduzione del ritiro,<br />
l’accrescimento del modulo elastico e la riduzione delle<br />
deformazioni viscose, elementi che garantiscono la conservazione<br />
nel tempo dello stato di coazione voluto.<br />
Lo studio della granulometria è essenziale per la buona<br />
riuscita di un conglomerato anche se occorre valutare la<br />
possibilità di un lieve aumento del quantitativo d’acqua<br />
e degli inerti fini per render più fluida la miscela. E’<br />
infatti preferibile perdere un poco di resistenza piuttosto<br />
che ottenere un conglomerato non sufficientemente<br />
lavorabile.<br />
Tutti gli studi teorici sviluppati sulla composizione sono<br />
confortati dal controllo della resistenza con prove di<br />
compressione su provini.<br />
Infine è di fondamentale importanza il trattamento del<br />
calcestruzzo nel periodo di stagionatura immediatamente<br />
susseguente al getto.<br />
Inoltre in stabilimento si riescono a conseguire rapidi<br />
indurimenti mediante stagionatura a caldo facendo circolare<br />
una corrente di vapore attorno alle casseforme<br />
in modo tale da mantenere il getto ad una temperatura<br />
media di 60° per consentire di scasserare il manufatto<br />
dopo appena 10 h. dal getto.<br />
A tal fine si adotta un impianto di maturazione dei getti<br />
mediante circolazione di vapore in tubi alettati con<br />
recupero della condensa e controllo dell’andamento<br />
della temperatura nel tempo al fine di evitare shock termici<br />
nel conglomerato.<br />
Il costipamento avviene per vibrazione, la funzione è<br />
ridurre la mutua pressione dei grani per vincere le resistenze<br />
di attrito. In tal modo si ottiene la fluidità necessaria<br />
per un buon assestamento nelle casseforme senza<br />
impiegare eccessiva quantità d’acqua e quindi con economia<br />
di cemento a parità di resistenza.<br />
L’opportunità di ridurre al minimo la quantità d’acqua è<br />
290 inarcos
correlata inoltre alla capacità dell’eccesso di acqua di<br />
impasto di annullare l’effetto benefico della vibrazione.<br />
La vibrazione avviene mediante impianto di vibrazione<br />
a variazione di frequenza composta da 17 vibratori elettrici<br />
comandati da apposita unità per la variazione dell’intensità<br />
e della durata della vibrazione, il sistema è<br />
azionato mediante radiocomando.<br />
La lavorabilità del conglomerato viene poi migliorata<br />
senza una maggiorazione dell’acqua di impasto e quindi<br />
abbassamento della resistenza con l’aggiunta di<br />
additivi superfluidificanti.<br />
I superfluidificanti acrilici contengono sostanze che<br />
riducono le resistenze d’attrito che si oppongono al<br />
costipamento e inoltre generano fase gassosa nella<br />
miscela sottoforma di microbollicine che conferiscono<br />
alla malta proprietà lubrificanti con azione equivalente<br />
ad una variazione granulometrica dell’impasto, in<br />
quanto la presenza delle microbollicine ha lo stesso<br />
effetto di un accrescimento del finissimo.<br />
Questo stato di cose porta ad una riduzione della resistenza<br />
del conglomerato perchè lo rende più poroso,<br />
senonchè la migliore fluidità della miscela facilita il raggiungimento<br />
di una maggiore compattezza, cosicchè in<br />
definitiva la resistenza del conglomerato in opera ne<br />
risulta accresciuta [12].<br />
5. CRITICITÀ<br />
E’ noto dalla Scienza delle Costruzioni che le volte in<br />
parete sottile come il tegolo in esame possono essere<br />
soggette a fenomeni di instabilità di seconda specie, per<br />
cui si ha una deformazione secondaria che accompagna<br />
quella principale e che provoca una progressiva diminuzione<br />
della rigidezza della struttura. L’esempio tipico è<br />
rappresentato dal fenomeno che si manifesta se si inflette<br />
un tubo cilindrico molto sottile, di spessore piccolo<br />
rispetto al raggio. La sezione del tubo, che in origine è<br />
circolare, al crescere del momento flettente si ovalizza<br />
progressivamente, in modo che i vari elementi del contorno<br />
si avvicinano all’asse neutro: per cui il momento di<br />
inerzia J della sezione acquista valori man mano minori.<br />
Ne segue che l’angolo di flessione, misurato tra due<br />
sezioni distanti uno, cresce non solo per il crescere di M,<br />
ma anche per il decrescere di J; ossia non cresce proporzionalmente<br />
a M, bensì in misura più rapida.<br />
Ad un certo punto il diminuire di J può esaltarsi tanto<br />
da bastare da solo per far crescere spontaneamente<br />
l’angolo di flessione anche se M smette di crescere; per<br />
cui l’equilibrio diventa instabile.<br />
La causa dell’ovalizzazione è molto semplice. In conseguenza<br />
della flessione del tubo, due sezioni rette vicinissime<br />
che erano parallele, formano tra loro un certo<br />
angolo, quindi anche le tensioni agenti su di esse non<br />
sono più allineate, ma formano tra loro lo stesso angolo.<br />
Perciò tanto le tensioni di trazione quanto quelle di<br />
compressione acquistano risultanti rivolte verso<br />
l’interno della sezione e tendenti a deformarla.<br />
Queste risultanti che esistono in ogni trave inflessa, non<br />
provocano deformazioni sensibili nel caso delle comuni<br />
sezioni piene; ma possono deformare notevolmente la<br />
sezione quando questa è costituita da parti di piccolo<br />
spessore, ossia quand’è facilmente deformabile.<br />
La stessa causa esiste anche per volte in spessore sottile<br />
come il tegolo in esame.<br />
Anche le volte sottili cilindriche appoggiate soltanto<br />
alle estremità frontali e quindi inflesse longitudinalmente<br />
sono soggette a un fenomeno analogo a quello<br />
del tubo inflesso. La flessione tende ad appiattire le<br />
sezioni rette, perché i loro vari elementi tendono ad<br />
avvicinarsi all’asse neutro per la stessa causa indicata<br />
per il tubo.<br />
In pratica si giunge di rado all’instabilità, perché ciò può<br />
richiedere un momento flettente di valore maggiore di<br />
quello di esercizio, specie se lo spessore non è molto piccolo<br />
in confronto del raggio. Tuttavia può accadere che<br />
l’instabilità sia abbastanza prossima, cioè che vi si possa<br />
giungere aumentando di non molto il momento, nel<br />
qual caso il grado di sicurezza risulta assai inferiore a<br />
quello che appare dal confronto delle tensioni interne<br />
inarcos 291
3a<br />
3b<br />
2<br />
Figura 2 - Modello agli elementi finiti del tegolo.<br />
Figura 3.a - Modello e.f. lineare Statotensionale.<br />
Figura 3.b - Modello e.f. con non linearità geometrica; stato tensionale.<br />
con quelle di rottura; ciò che impone di tenere in ogni<br />
caso tale possibilità nella dovuta considerazione [01,02].<br />
6. ANALISI NUMERICA<br />
Le analisi usualmente adottate per il dimensionamento<br />
di questo tipo di elementi partono da ipotesi semplificate<br />
che non considerano gli effetti della non linearità<br />
meccanica e geometrica.<br />
Sono state quindi condotte analisi numeriche più raffinate<br />
per confrontare i risultati e convalidare l’utilizzo di<br />
modelli semplificati.<br />
Allo scopo di indagare la sensibilità del tegolo all’ instabilità<br />
è stato sviluppato un modello con elementi finiti<br />
tipo shell di spessore variabile (dai 6 ai 10 cm) e mesh di<br />
circa 25 x 50 cm (Fig. 2).<br />
Gli effetti della precompressione sono stati imposti tramite<br />
forze nodali agenti lungo l’asse longitudinale del<br />
manufatto in corrispondenza degli ancoraggi dei cavi.<br />
I carichi esterni applicati sono stati schematizzati con una<br />
distribuzione di carichi nodali sulle ali e sulla soletta di<br />
fondo del tegolo. Il tegolo precompresso di grande luce<br />
rappresenta un elemento snello per il quale gli effetti<br />
della non linearità geometrica influenzano in misura<br />
determinante il reale comportamento della struttura, sia<br />
in termini di deformazione che di carico ultimo.<br />
Nelle analisi numeriche svolte la non linearità geometrica<br />
è valutata imponendo la risoluzione delle equazioni<br />
di equilibrio rispetto alla configurazione deformata<br />
della struttura. Il confronto con un modello che<br />
non considera la non linearità e opera nell’ipotesi di<br />
conservazione delle sezioni mostra che anche per valori<br />
di carico pari a 2 volte quelli di esercizio le tensioni<br />
non subiscono incrementi significativi e quindi non è<br />
prossima la crisi per instabilità (Fig. 3).<br />
Parallelamente è stato sviluppato un modello e.f. con<br />
elementi solido 3D per valutare gli effetti della non<br />
linearità meccanica (Fig. 7). E’ stato adottato un legame<br />
costitutivo per il conglomerato armato implementato<br />
nel programma commerciale ad elementi finiti ALGOR.<br />
Il calcestruzzo armato è trattato come omogeneo con<br />
comportamento differente in trazione e compressione.<br />
Si adotta un modello di rottura “spalmato” dove la rottura<br />
per apertura delle fessure e la rottura per espulsione<br />
del calcestruzzo compresso sono simulate attraverso<br />
il degrado dell’elasticità in corrispondenza dei<br />
punti di integrazione invece che riportare fessure<br />
macroscopiche singole. Le fessurazioni possono manifestarsi<br />
su tre differenti piani ortogonali in corrispondenza<br />
di ogni punto di integrazione di ciascun elemento.<br />
Il numero di punti di integrazione è funzione della<br />
definizione dell’elemento. Il modello è studiato per un<br />
carico monotono (che aumenta o diminuisce, ma non<br />
subisce inversioni). Nel modello utilizzato, la rottura del<br />
calcestruzzo è considerata l’aspetto principale, ma<br />
anche la compressione in presenza di confinamento è<br />
ragionevolmente tenuta in conto.<br />
Si adotta un approccio “spalmato” anche per le armature<br />
di rinforzo. Si ipotizza che le armature siano distribuite<br />
“spalmate” su tutto l’intero elemento in misura<br />
proporzionale al volume dell’elemento. Il contributo<br />
delle armature fornisce un rinforzo al calcestruzzo nella<br />
direzione specificata. Il materiale per le armature segue<br />
un modello costitutivo di tipo elastoplastico con comportamento<br />
isotropo alla Von Mises. Si possono definire<br />
tre distinte direzioni per le armature.<br />
Al fine di una corretta definizione del modello costitutivo<br />
per il calcestruzzo non armato occorre specificare i<br />
valori che meglio descrivono la curva tensione-deformazione<br />
del calcestruzzo in compressione dopo il tratto<br />
elastico (Fig. 4 tratto dal punto 2 al punto 1).<br />
Mentre le coordinate del punto 2 sono il punto di limite<br />
elastico e quindi sono direttamente correlate al valore<br />
del Modulo di Young, la definizione delle coordinate<br />
del punto 1 viene tarata su base sperimentale.<br />
A tale scopo è stata utilizzata la relazione proposta in<br />
letteratura [4.] per comprovarne la rispondenza a<br />
descrivere le caratteristiche di un calcestruzzo C45/50,<br />
come quello utilizzato per il tegolo in esame.<br />
292 inarcos
Figura 4 - Comportamento teorico uniassiale del calcestruzzo<br />
non armato.<br />
Figura 5.a - Disposizione armatura trasversale prima della prova<br />
di carico.<br />
Figura 5.b - Particolare della ottimizzazione della disposizione<br />
dell’armatura trasversale.<br />
Figura 6 - (a) Collasso del tegolo per perdita di forma della<br />
sezione trasversale.<br />
Figura 6 - (b) Plasticizzazione dell’attacco dell’ala alla soletta di<br />
fondo.<br />
4<br />
La figura mostra un tipico comportamento uniassiale<br />
del calcestruzzo non armato. Quando il calcestruzzo<br />
viene caricato in compressione (punti 3-2-1) si comporta<br />
in modo elastico fino al raggiungimento del limite<br />
elastico (punto 2). La risposta del materiale si attenua e<br />
iniziano le deformazioni non reversibili. Dopo avere<br />
raggiunto il punto di crisi al picco dello sforzo (punto 1)<br />
il materiale si degrada, ma in teoria può ancora sopportare<br />
un certo carico. Questa attenuazione della<br />
compressione non viene modellata da ALGOR, e si considera<br />
che il calcestruzzo vada a rottura per compressione<br />
e non sia in grado di sopportare nessun altro carico<br />
oltre il raggiungimento di questo punto. Si assume<br />
che ogni ciclo di scarico prima della crisi sia in campo<br />
elastico e segua il Modulo di Young.<br />
6a<br />
5a<br />
6b<br />
5b<br />
Quando il calcestruzzo è caricato in trazione, si comporta<br />
elasticamente fino al raggiungimento dello sforzo<br />
di crisi (punto 4). Il comportamento in trazione dopo<br />
la crisi (tension softening) è di particolare importanza<br />
nella modellazione del trasferimento di carico attraverso<br />
le fessure (tension stiffening) nel calcestruzzo rinforzato<br />
con armature [03].<br />
La perdita di forma della sezione trasversale dovuta alle<br />
deformazioni subite dalle ali e la possibilità di plasticizzazione<br />
degli innesti delle ali alla soletta determina la<br />
riduzione improvvisa delle caratteristiche inerziali della<br />
sezione e si accompagna quindi alla rottura improvvisa<br />
dell’elemento.<br />
Di rilevante importanza è la disposizione delle armature<br />
trasversali che è stata modificata (Fig. 5) in ragione<br />
dell’esito della prima prova di carico (Fig. 6). Lo dimostrano<br />
le indagini sperimentali condotte per ottimizzare<br />
il posizionamento dell’armatura ordinaria delle ali<br />
che hanno evidenziato l’importanza della disposizione<br />
corretta delle armature a flessione trasversale delle ali<br />
inarcos 293
Figura 7- Modello agli e.f. del tegolo per lo studio del<br />
comportamento della sezione trasversale.<br />
Figura 8 - Principali caratteristiche geometriche del tegolo.<br />
Figura 9.a - Andamento delle deformazioni delle ali in funzione<br />
del carico durante la prova.<br />
Figura 9.b - Quadro fessurativo.<br />
Figura 9.c - Predisposizione del concio di prova.<br />
7<br />
Gli elementi tipo alare sono posti in opera parallelamente<br />
gli uni agli altri con un interasse non superiore a<br />
5.0 m. Il sistema costruttivo permette anche<br />
l’introduzione di coperture di tipo shed.<br />
Lo schema statico del tegolo è quello di trave semplicemente<br />
appoggiata agli estremi.<br />
L’elemento è caratterizzato da una sezione trasversale<br />
sottile aperta, composta da una soletta inferiore che<br />
contiene i trefoli per la precompressione, e da due ali<br />
simmetriche che terminano superiormente con due<br />
bulbi su cui appoggiano le strutture secondarie (Fig.8).<br />
La sezione trasversale del tegolo ha un ingombro orizzontale<br />
di 2.50 m e verticale di 0.85 m, e prevede un<br />
impiego su luci massime di 25 metri. I tegoli sono precompressi<br />
per mezzo di trefoli da 0.6” pollice, di numero<br />
variabile in funzione della luce.<br />
6.2. Prove di carico<br />
8<br />
per evitare crisi della sezione trasversale e conseguente<br />
collasso improvviso dell’elemento (Fig. 6).<br />
A tale scopo è stato realizzato un secondo prototipo<br />
parziale ed eseguita una prova sperimentale per indagare<br />
il comportamento flessionale dell’ala del tegolo e<br />
assicurare che la crisi avvenga per valori di carico superiori<br />
a quelli che la Normativa prescrive per la verifica<br />
allo stato limite ultimo dell’elemento nell’ipotesi di<br />
comportamento a trave.<br />
6.1. Principali caratteristiche geometriche<br />
Per collaudare il tegolo di copertura e confrontare i<br />
risultati sperimentali con quelli numerici al fine di validare<br />
il modello agli elementi finiti sono state condotte<br />
presso lo stabilimento della ITER Prefabbricati tre prove<br />
di carico volte ad indagare tutti gli aspetti di deformabilità<br />
e resistenza dell’elemento.<br />
La prima prova condotta nel luglio del 2006 prevedeva<br />
di caricare fino a rottura il tegolo per individuarne le<br />
modalità di collasso. La prova è stata condotta con il<br />
supporto del Laboratorio Prove Strutture del DISTART<br />
dell’Università degli Studi di Bologna.<br />
I carichi sono stati applicati mediante tre diversi dispositivi:<br />
a) riempimento con acqua di vasche a tenuta, realizzate<br />
all’interno del tegolo sfruttando la sua conformazione;<br />
(b) martinettti idraulici posti sul bordo della<br />
sezione; c) riempimento con ghiaia di vasche realizzate<br />
all’interno. Durante le prove sono state eseguite misure<br />
di spostamenti mediante livello ottico e comparatori<br />
meccanici centesimali.<br />
La prova ha evidenziato il sopraggiungere della crisi per<br />
perdita di forma della sezione trasversale con formazione<br />
di cinematismi in corrispondenza dell’attacco<br />
delle ali alla soletta.<br />
In tale ipotesi di crisi non può ritenersi attendibile al<br />
fine del dimensionamento del tegolo l’ipotesi di comportamento<br />
a trave longitudinale fino alla rottura per i<br />
carichi previsti da Normativa nella combinazione di<br />
Stato Limmite Ultimo.<br />
Si è quindi resa necessaria la riprogettazione dell’armatura<br />
trasversale per portare la capacità di resistenza<br />
flessionale delle ali sufficientemente oltre i valori massimi<br />
di sollecitazione raggiungibile alla base dell’ala per<br />
294 inarcos
9c<br />
9a<br />
i valori di carico che inducono alla crisi della sezione del<br />
tegolo nell’ipotesi di conservazione della forma.<br />
E’ stata quindi condotta una secondo prova nell’ ottobre<br />
del 2006 per collaudare la resistenza trasversale<br />
flessionale delle ali a seguito del perfezionamento delle<br />
armature.<br />
I carichi sulle sole ali sono stati applicati per incrementi<br />
successivi pari al 25% del carico di esercizio.<br />
Le evidenze sperimentali hanno dimostrato che la crisi<br />
avviene lato calcestruzzo con fessurazione in corrispondenza<br />
della sezione di attacco e per valori superiori<br />
a 2 volte i carichi previsti sulle ali nella condizione<br />
più gravosa (SLU con accumulo di neve 160 daN/mq)<br />
(Fig. 9).<br />
A completamento delle modifiche e ottimizzazioni effettuate<br />
è stata svolta una terza prova nel giugno 2007 su<br />
di un tegolo di vera grandezza (di luce 18,4m) caricato a<br />
cicli alterni di carico e scarico per verificarne la corrispondenza<br />
in campo elastico con i risultati delle analisi<br />
numeriche ed estrapolare dal modello di calcolo il comportamento<br />
a rottura dell’elemento precompresso.<br />
I carichi sono stati applicati per step successivi pari al<br />
25% del carico di esercizio mediante posizionamento<br />
di fasci di barre di acciaio adagiate sulle ali e la soletta<br />
in misura proporzionale alle aree di influenza di competenza.<br />
Per assicurare la distribuzione uniforme dei carichi sullo<br />
sviluppo longitudinale del tegolo ed evitare che gli scarichi<br />
avvenissero solo puntualmente per effetto della<br />
rigidezza dei fasci a causa di fenomeni di ingranamento<br />
tra le barre nervate, sono stati posizionati degli<br />
appoggi cedevoli su tutto lo sviluppo del tegolo a sostegno<br />
dei fasci.<br />
6.3. Confronti tra indagini sperimentali e numeriche<br />
9b<br />
Le prove di carico sono state simulate adottando i<br />
modelli agli elementi finiti sopra descritti.<br />
Nella simulazione numerica per seguire il più fedelmente<br />
possibile la sequenza delle sollecitazioni della<br />
struttura, i carichi sono stati applicati in un numero di<br />
fasi equivalente a quello corrispondente ai cicli di carico<br />
durante le prove: nella prima simulazione numerica<br />
si è considerato il tegolo di misura ridotta con applicati<br />
i soli carichi sulle ali, nella seconda condizione invece<br />
viene studiato un tegolo identico a quello sperimentato<br />
e le simulazioni di carico sono state estese oltre che<br />
agli step di carico della prova fino alla condizione di<br />
carico corrispondente alla combinazione di carico più<br />
inarcos 295
11<br />
di apertura delle ali e del valore del carico (verticale)<br />
totale applicato.<br />
Appare evidente, comunque, che i maggiori effetti<br />
della perdita di forma della sezione si verificano per<br />
carichi notevolmente superiori a quelli relativi alla vita<br />
in esercizio del tegolo, ovvero in corrispondenza di<br />
valori prossimi al collasso della struttura.<br />
La corrispondenza fra i quadri fessurativi rilevati nella<br />
prova a rottura su un concio prototipo e i regimi tensionali<br />
riscontrati nel modello numerico e tra le deformazioni<br />
misurate sul prototipo in scala reale e i risultati numerici<br />
delle simulazioni confermano la validità dell’analisi<br />
numerica e del comportamento strutturale del tegolo.<br />
10<br />
gravosa allo SLU . La Fig. 11 mostra le curve sperimentali<br />
e numeriche in termini di freccia massima in mezzeria<br />
in funzione del carico (verticale) totale applicato.<br />
Avendo ipotizzato nel modello numerico vincoli infinitamente<br />
rigidi agli appoggi, le letture sperimentali<br />
degli spostamenti verticali in corrispondenza della mezzeria<br />
del tegolo sono state depurate dai cedimenti vincolari.<br />
Dalla simulazione numerica della prova di carico<br />
fino a rottura si è osservato che, dopo una prima fase<br />
caratterizzata all’aumentare del carico da un corrispondente<br />
aumento elastico delle deformazioni (Fig. 7), si<br />
raggiungono i valori limite ammessi per le tensioni<br />
senza perdita di forma. Le cause del collasso della struttura<br />
sono imputabili alla crescita momento flettente in<br />
misura trascurabile ai fenomeni del secondo ordine<br />
connessi alla cosiddetta “perdita di forma della sezione”.<br />
Nelle Figg. 11-12 appaiono i grafici di confronto<br />
fra le curve sperimentali e quelle numeriche in termini<br />
7. CONCLUSIONI<br />
La seconda prova, per la quale è stato utilizzato un concio<br />
di dimensioni ridotte, ha evidenziato un efficace comportamento<br />
flessionale dell’elemento con il raggiungimento<br />
del collasso per valori di carico sensibilmente superiori a<br />
quelli previsti dalla Normativa per il raggiungimento della<br />
crisi allo Stato Limite Ultimo.<br />
Nell’ottica di una crisi controllata dell’elemento, che<br />
secondo la logica delle gerarchia delle resistenze consenta<br />
il sopraggiungere di cinematismi nelle ali solo a seguito<br />
della crisi longitudinale del tegolo, le prove svolte attestano<br />
la correttezza di una procedura di progettazione e<br />
dimensionamento fondata sull’analisi di un comportamento<br />
a trave con conservazione delle sezioni per i carichi<br />
previsti per la rottura allo Stato Limite Ultimo.<br />
I risultati sperimentali sono stati quindi confrontati con un<br />
modello agli elementi finiti in campo elastico e con una<br />
serie di modelli capaci di cogliere le non linearità (meccanica<br />
e geometrica) al fine di determinare una corrispondenza<br />
tra l’analisi numerica e l’evidenza sperimentale e<br />
convalidare l’utilizzo di un modello lineare per studiare il<br />
comportamento di questo tipo di manufatto.<br />
La messa a punto del modello numerico ha consentito<br />
quindi l’individuazione puntuale dello stato tensionale e<br />
296 inarcos
Figura 10 - Prova di carico in esercizio e strumentazione per il<br />
monitoraggio dei cedimenti.<br />
Figura 11 - Andamenti teorico e sperimentale delle freccia f di<br />
mezzeria al variare del carico totale applicato.<br />
Figura 12 - Aperture delle ali, confronto tra risultati<br />
sperimentali e valori calcolati numericamente.<br />
Figura 13.a - Risultati numerici relativi alle tensioni normali<br />
nella condizione di esercizio.<br />
Figura 13.b - Risultati numerici relativi alle tensioni per le<br />
condizioni di carico che portano alle prime fessurazioni (carico=<br />
2.5 Q(SLE)).<br />
12<br />
ha pertanto avvalorato la scelta di assumere la modellazione<br />
agli elementi finiti dell’elemento prefabbricato per<br />
definire i criteri e gli accorgimenti da assumere nella predisposizione<br />
delle armature in modo tale da annullare gli<br />
effetti fessurativi e studiare adeguatamente la risposta<br />
prestazionale dell’elemento di copertura.<br />
L’assenza di stati tensionali elevati allo stato limite di<br />
esercizio conferma le evidenze sperimentali e l’efficacia<br />
della soluzione costruttiva in termini di durabilità, così<br />
come la manifestazione di stati tensionali tali da indurre<br />
la crisi per valori di carico superiori a quelli della condizione<br />
di SLU validano la scelta progettuale effettuata<br />
e la correttezza della progettazione anche nell’ipotesi<br />
di comportamento a trave dell’elemento.<br />
7. BIBLIOGRAFIA<br />
13a<br />
13b<br />
[01] BELLUZZI O. - (1980), “Scienza delle Costru zioni”, Za -<br />
nichelli, Bologna.<br />
[02] BELLUZZI O. - (1933) “La stabilità dell’equilibrio delle<br />
volte a botte inflesse secondo le generatrici”, Ricerche<br />
di <strong>Ingegneri</strong>a.<br />
[03] ALGOR - (2008) “User’s Guide Version 23 (build 10).<br />
[04] ROSETTI R., BERTAGNOLI G., GARLONE G. - (2006),<br />
“Comportamento a rottura di plinto a pozzetto prefabbricato”,<br />
16° Congrezzo CTE Atti<br />
[05] COMITATO EUROPEO NAZIONALE - “Eurocodice 2.<br />
Progettazione delle strutture di calcestruzzo”.<br />
[06] C. CESTELLI GUIDI - “Cemento armato precompresso”.<br />
HOEPLI.<br />
[07] POZZATI P. CECCOLI C. - (1987), “Teoria e Tecnica delle<br />
Strutture”, Utet, Milano.<br />
[08] C.E.B./F.I.P. - (1982), “Manual on bending and compression”,<br />
Bulletin d’Information N. 141, Paris.<br />
[09] C.E.B./F.I.P. - (1977), “Manual of buckling and instability”,<br />
Bulletin d’Information N. 123, The Construction<br />
Press, Lancester.<br />
[10] SANTARELLA L. - (1992), “Il cemento armato”, 21a<br />
edizione, Ulrico Hoepli Editore, Milano.<br />
[11] PISANI M.A. - (1998), “Pre-stressing and Eurocode<br />
E.C.2”, Engineering Structures, Vol. 20, No 8.<br />
[12] COLLEPARDI M. – (1991), “Scienza e tecnologia del<br />
calcestruzzo”, Hoepli, Milano.<br />
[13] PCI - (1998), “Design Handbook”, Precast/Pre stres sed<br />
Concrete Insitute.<br />
[14] BENNET D. - (2005), “The art of precast concrete”,<br />
Birkhauser, Berlin.<br />
[15] LEONARDT MONNIG - “C.A. E C.A.P.” VOL.III ED.ETS.<br />
[16] M. A. CRISFIELD - (1991), “Non-linear Finite Element<br />
Analysis of Solids and Structures, Vol. 1: Essentials”, J.<br />
Wiley & Sons.<br />
■<br />
inarcos 297
®<br />
S.r.l.
Nuovo supermercato Coop&Coop<br />
San Lazzaro di Savena<br />
Monica Boldreghini<br />
Ingegnere<br />
Il nuovo supermercato Coop&Coop sorge al margine est<br />
del centro abitato di San Lazzaro di Savena, tra la via<br />
Poggi, la via Emilia e la via Martiri delle Foibe, su un’area<br />
di intervento di estensione complessiva pari a mq 17.429.<br />
Questa zona dell’abitato del comune di San Lazzaro di<br />
Savena è un’area di forte trasformazione urbanistica in<br />
parte già attuata e in parte ancora in via di attuazione.<br />
In quest’ambito di nuove esigenze insediative, nuovi<br />
spazi pubblici e trasformazione degli assetti viabilistici<br />
si colloca la nuova struttura di vendita alimentare e le<br />
relative opere di urbanizzazione, in conformità alle<br />
previsioni urbanistiche fissate dal Programma di<br />
Riqualificazione Urbana comunale.<br />
La progettazione dell’area di intervento, dunque, è<br />
partita dal livello di pianificazione urbanistica, per poi<br />
via via scendere al dettaglio esecutivo. Accanto alla progettazione<br />
del fabbricato e delle sue aree di pertinenza,<br />
infatti, si è svolta la progettazione della nuova viabilità,<br />
di parcheggi e verde pubblici.<br />
Il progetto è stato sottoposto a procedura di screening<br />
(verifica) ambientale (L.R. 9/99), cioè è stato corredato<br />
di una relazione relativa alla individuazione e descrizione<br />
degli impatti ambientali e sulla conformità del<br />
progetto alle previsioni in materia urbanistica, am -<br />
bientale e paesaggistica, con valutazione finale positiva<br />
da parte della amministrazione comunale.<br />
Il traffico indotto dall’intervento è stato valutato in uno<br />
scenario futuro in cui si sono supposti realizzati tutti gli<br />
interventi infrastrutturali previsti dall’amministrazione<br />
comunale e in corso di attuazione che potranno avere<br />
influenza sulla rete stradale interessata dall’intervento.<br />
Nel complesso la realizzazione del supermercato produrrà<br />
effetti sul traffico locale ampiamente compatibili<br />
con la capacità della rete dell’area di riferimento e con<br />
le condizioni di qualità ambientale dei tessuti urbani<br />
limitrofi. Infatti, l’assetto di progetto si inserisce in una<br />
buona dotazione di viabilità locale, il che consente di<br />
disporre di una rete di notevole capacità e ben strutturata<br />
e gerarchizzata, anche in vista di un significativo<br />
accrescimento delle funzioni urbane centrali.<br />
SOMMARIO<br />
Il progetto di questo nuovo edificio commerciale e delle<br />
relative aree esterne di pertinenza ed infrastrutture si<br />
inserisce nel Programma di Riqualificazione Urbana del<br />
Comune di San Lazzaro. I principali fattori che hanno indirizzato<br />
la progettazione sono: i flussi del traffico indotti e<br />
le politiche infrastrutturali programmate dall’amministrazione<br />
comunale, l’impatto acustico, la sicurezza idraulica,<br />
il contenimento dei consumi energetici, gli aspetti funzionali<br />
dell’attività.<br />
SUMMARY<br />
The design of this new commercial building and associated<br />
external adjunct areas and infrastructures, is part of<br />
the urban regeneration schemes of the City of San<br />
Lazzaro. The main factors that directed the project are:<br />
induced traffic flows and infrastructure policies planned<br />
by the local council, the noise impact, the hydraulic safety,<br />
minimizing energy consumption, the functional aspects of<br />
the commercial activity.<br />
1<br />
inarcos 301
5<br />
2<br />
3<br />
302 inarcos<br />
4<br />
Inoltre, la realizzazione del nuovo supermercato e relative<br />
opere di urbanizzazione si inserisce nell’ambito delle<br />
politiche infrastrutturali programmate dall’amministrazione<br />
comunale, che tendono al potenziamento degli<br />
accessi al territorio da nord e all’esclusione del traffico<br />
pesante dalle aree centrali, con l’obiettivo di scaricare la<br />
via Emilia da una impropria funzione di canale di traffico<br />
di distribuzione e attraversamento, e di eliminare le situazioni<br />
di sovraccarico della rete locale.<br />
Per quanto riguarda gli incrementi di traffico indotti<br />
sulla viabilità locale, risultano essere compatibili anche<br />
con le condizioni di qualità dell’aria del tessuto urbano<br />
limitrofo, beneficiando degli interventi di realizzazione<br />
di capienti parcheggi pubblici e di pertinenza del supermercato<br />
e di realizzazione della rotatoria via Emilia –<br />
via Poggi che ha reso il traffico più fluido.<br />
Dal punto di vista del rumore, anche nei tratti stradali<br />
maggiormente interessati da flussi di traffico (via Emilia<br />
tra via Poggi e via Martiri delle Foibe e via Poggi), gli incrementi<br />
del livello sonoro si manterranno entro i limiti di<br />
classe della zonizzazione acustica comunale (classe IV).<br />
A tutela del nuovo insediamento residenziale in fase di<br />
attuazione a nord del supermercato, in adiacenza con il<br />
piazzale di scarico merci, interessato oltre che dal transito<br />
dei camion fornitori, anche dalla sosta degli stessi e<br />
dalle operazioni di scarico merci, è stata realizzata una<br />
barriera fonoassorbente di altezza pari a circa ml 6,00,<br />
in modo tale da assicurare, con sufficiente margine di<br />
sicurezza, un delta inferiore al limite di legge dei 5 dBA<br />
rispetto al livello di rumore ambientale della zona.<br />
L’area di pertinenza dell’intervento rientra nella fascia<br />
di tutela delle acque dell’Idice, di conseguenza il tema<br />
della sicurezza idraulica ha rappresentato un elemento<br />
significativo del progetto. La realizzazione rispetta i<br />
limiti normativi riguardo alla percentuale di suolo<br />
impermeabilizzato, inoltre, all’interno del lotto è stata<br />
realizzata una vasca interrata per la laminazione delle<br />
acque meteoriche. Il volume della vasca è stato progettato<br />
assumendo un invaso di mc 500 per ogni ettaro di<br />
superficie impermeabilizzata: poiché nel progetto
In apertura:<br />
1 - Simulazione tridimensionale del progetto.<br />
In queste pagine:<br />
2 - Stralcio del Masterplan del Programma di Ristrutturazione<br />
Urbana del Comune di San Lazzaro.<br />
3 - Planimetria dell’intervento.<br />
4 - Pianta parcheggio interrato.<br />
5 - Simulazione acustica con individuazione delle sorgenti<br />
e dei bersagli.<br />
6 - Scorcio del prospetto principale (ovest).<br />
7 - Prospetto Ovest: bussola di ingresso – uscita prospiciente<br />
il parcheggio.<br />
8 - Bussola di ingresso – uscita.<br />
9 - Prospetto Est: zona scarico merci.<br />
6<br />
7<br />
l’area impermeabilizzata è pari a mq 13.200, il volume<br />
di invaso per la vasca di laminazione è pari a mc 660. Il<br />
dimensionamento dei condotti di uscita si è basato sul<br />
calcolo della portata che defluisce dal terreno nelle condizioni<br />
attuali.<br />
8 9<br />
Dunque, nella progettazione dell’insediamento molti<br />
sono stati gli aspetti che hanno condizionato e impostato<br />
la composizione planimetrica e volumetrica del<br />
complesso: l’accessibilità rispetto alla viabilità esistente<br />
e di previsione, nonché l’analisi dei flussi veicolari, il<br />
contenimento dei consumi energetici, gli aspetti funzionali<br />
dell’attività svolta.<br />
L’edificio commerciale ha una superficie utile pari a mq<br />
3.777 con un’area di vendita di mq 2.495. I parcheggi<br />
pertinenziali per i clienti sono costituiti da 218 posti<br />
auto nel parcheggio coperto interrato e 94 posti auto<br />
nel parcheggio esterno antistante l’edificio. Inoltre<br />
l’area scarico merci recintata ha una superficie pari a<br />
circa mq 1.640.<br />
Gli accessi ai parcheggi pertinenziali del supermercato<br />
sono situati su via Martiri delle Foibe. Dal parcheggio a<br />
raso si accede al parcheggio interrato per mezzo di una<br />
rampa di entrata e una di uscita.<br />
L’accesso dei mezzi dei fornitori afferenti alla riserva<br />
merci è previsto da via Poggi in ingresso e verso via<br />
Martiri delle Foibe in uscita, così da non gravare sulla<br />
via Emilia.<br />
Al piano interrato si trovano anche diversi locali tecinarcos<br />
303
10<br />
11<br />
nici, nonché vani scala per uscite di sicurezza e<br />
ascensore e tappeti mobili per l’accesso al piano<br />
terra.<br />
Al piano terra si trova l’area di vendita, a cui il pubblico<br />
accede dall’esterno attraverso una grande bussola<br />
12<br />
di ingresso e dall’autorimessa interrata attraverso tappeti<br />
mobili e ascensore.<br />
In area vendita, in prossimità della barriera casse, si<br />
trovano il box prestito soci, l’area sosta clienti con<br />
macchine distributrici di bevande, lo spazio dedicato<br />
al servizio “Ausilio” per la consegna a domicilio della<br />
spesa ai soci disabili o non autosufficienti e i servizi<br />
igienici per il pubblico.<br />
Nella progettazione del layout dell’edificio, così come<br />
nella scelta delle finiture, si è tenuto conto delle esigenze<br />
funzionali, nonché di tutte le disposizioni normative<br />
igienico-sanitarie dettate da una attività lavorativa<br />
di vendita al dettaglio di generi alimentari.<br />
Lungo i lati nord e est, cioè verso il piazzale di scarico<br />
merci, sono disposti i reparti panificazione, orto-frutta,<br />
gastronomia, latticini e salumi, pesce, carni, e la ri -<br />
ser va merci.<br />
Al primo piano sono situati i servizi igienici per il personale,<br />
gli spogliatoi e altre centrali tecnologiche. Sulla<br />
copertura sono posizionati diversi impianti, nonché pannelli<br />
fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.<br />
Il fabbricato è stato realizzato con struttura (pilastri,<br />
travi, tegoli) in cemento armato prefabbricato.<br />
13 14<br />
304 inarcos
In queste pagine:<br />
10 - Copertura: impianto fotovoltaico.<br />
11 - Copertura: impianti catena del freddo ed evacuatori di<br />
fumo e di calore.<br />
12 - Fase di realizzazione della copertura metallica.<br />
13 - Completamento di copertura e vetrate della bussola di<br />
ingresso - uscita.<br />
14 - Fase di montaggio di travi e pilastri prefabbricati.<br />
15 - Fase di montaggio della scala metallica di accesso alla<br />
copertura e relativo tamponamento.<br />
16 - Fase di montaggio del tamponamento della scala metallica<br />
e degli impianti sulla copertura.<br />
17 - Fase di finitura interna della bussola di ingresso – uscita<br />
dove si trovano i tappeti mobili per l’accesso al parcheggio<br />
coperto.<br />
15<br />
Il volume compatto è articolato sul lato est, dove si<br />
trova la tettoia di scarico merci del magazzino e il<br />
primo piano con servizi e centrali, che aggetta rispetto<br />
al piano terra creando un portico, e sul lato ovest<br />
dove una grande pensilina copre le bussole d’ingresso;<br />
inoltre, anche il lato nord è protetto da una pensilina<br />
di copertura.<br />
L’attenzione mirata alla riduzione dei consumi energetici<br />
ha guidato il progetto verso le seguenti scelte<br />
tecniche e impiantistiche:<br />
– l’illuminazione naturale dello spazio di vendita è assicurata<br />
dai micro-shed di copertura e da alcune grandi<br />
16<br />
vetrate verticali disposte sulla facciata sud. Per evitare<br />
l’eccessivo irraggiamento diretto sulla merce esposta,<br />
gli infissi sui micro-shed sono rivolti verso nord, mentre<br />
le finestre verticali a sud sono schermate all’esterno con<br />
grandi pannelli inclinati costituiti da telai con lamiera<br />
stirata in modo da ombreggiare senza oscurare;<br />
– il fabbricato è stato realizzato (seppur appaltato nel<br />
2008) con caratteristiche di coibenza termica estremamente<br />
elevate, rispondenti a requisiti di norma che<br />
diverranno obbligatori soltanto nel 2010;<br />
17<br />
inarcos 305
Anno: 2008-2009<br />
Localizzazione: San Lazzaro di Savena (BO)<br />
Tipologia: edificio commerciale – grande struttura di vendita<br />
Progettazione e direzione lavori edili:<br />
Tecnopolis soc. coop.<br />
Progetto integrale e coordinamento :<br />
Ing. Giorgio Boldreghini<br />
Architettura e infrastrutture:<br />
Ing. Monica Boldreghini<br />
Arch. Paolo Cattelan<br />
Ing. Alessandro Giuliani<br />
Strutture:<br />
Ing. Alessandro Cotti<br />
Prevenzione incendi:<br />
P.I. Davide Gambini (Polis Impianti s.r.l.)<br />
Coordinamento sicurezza progettazione e esecuzione:<br />
Ing. Francesco Ferri<br />
Direzione lavori:<br />
Ing. Giorgio Boldreghini, Ing. Monica Boldreghini<br />
(opere edili)<br />
Ing. Alessandro Cotti (opere strutturali)<br />
Progettazione e direzione lavori impianti elettrici:<br />
P.I. Andrea Pansecchi<br />
Progettazione e direzione lavori impianti meccanici:<br />
Ing. Sergio Beltrami<br />
Committente:<br />
Coop Adriatica s.c.a r.l.<br />
18<br />
Responsabile dell’investimento per il committente:<br />
geom. Rosario Calà<br />
Imprese:<br />
Impresa generale: C.C.C. soc. coop.<br />
Opere edili: Cesi soc. coop.<br />
Opere impianti elettrici: Cariiee soc. coop.<br />
Opere impianti meccanici: Idrotermica soc. coop.<br />
Opere di ambientazione e arredi supermercato: Cnc s.r.l.<br />
Opere a verde: Arcadia impianti s.a.s.<br />
Fornitori:<br />
Impianto catena freddo: Costan s.p.a.<br />
Impianto fotovoltaico: Busi Impianti s.p.a.<br />
Infissi: Ponzi<br />
Strutture metalliche: Olvi Sistemi s.r.l.<br />
Ascensori scale mobili: Otis<br />
Barriera fonoassorbente: Matis Insonorizzazioni s.r.l.<br />
Pavimentazioni esterne: Magnetti<br />
Infissi tagliafuoco: Ninz s.p.a.<br />
Pavimenti e rivestimenti: Casalgrande Padana s.p.a.<br />
Pavimenti industriali: Pavital s.r.l.<br />
Prefabbricati: Tesi System<br />
Isolamenti: Knauf<br />
Dirigente area gestione territorio del Comune di San<br />
Lazzaro di Savena:<br />
Ing. Attilio Diani<br />
Funzionario settore sviluppo del territorio del Comune<br />
di San Lazzaro di Savena:<br />
Arch. Angelo Premi<br />
20<br />
19<br />
– costruzione del manto impermeabilizzante del<br />
coperto quasi integralmente con materiale riciclabile<br />
(lamiere di alluminio);<br />
– vetrate esterne a bassa trasmittanza;<br />
– installazione di 425 moduli di pannelli fotovoltaici<br />
integrati alla copertura del magazzino per auto-consumo.<br />
Nell’affrontare l’aspetto estetico da dare al fabbricato<br />
si è tenuto conto del contesto in cui lo stesso, pur<br />
essendo un edificio “tipologicamente” piuttosto<br />
moderno, andrà inserito, senza per questo prescindere,<br />
ovviamente, da considerazioni di tipo funzionale.<br />
Naturalmente un edificio commerciale non può non<br />
avere un’immagine “forte”, e questo non soltanto per<br />
le dimensioni del manufatto, ma anche e soprattutto<br />
306 inarcos
In queste pagine:<br />
18 - Fase di realizzazione del massetto in zona banconi di<br />
vendita.<br />
19 - Fase di realizzazione del massetto in zona barriera casse.<br />
20 - Parcheggio coperto.<br />
21 - Scorcio Prospetto Ovest.<br />
22 - Prospetto Ovest – angolo Sud-Ovest.<br />
23 - Prospetti Est – Nord: zona scarico merci.<br />
24 - Angolo Sud – Est: Schermatura scala metallica.<br />
25 - Scorcio prospetto Sud: schermature impianti in copertura.<br />
21<br />
22<br />
per le logiche commerciali che impongono, come<br />
prima caratteristica per un edificio di questo tipo, di<br />
essere un forte richiamo visivo.<br />
Si è quindi optato per l’uso di pannelli prefabbricati<br />
con finitura superficiale in matrice a finte fughe di<br />
color cotto per i prospetti principali, cioè su area pubblica,<br />
cercando di recuperare la potenzialità del “mattone”<br />
come rivestimento delle facciate esterne ma<br />
riletta in chiave moderna e tecnologica.<br />
A sottolineare invece l’aspetto commerciale del progetto,<br />
sono presenti all’esterno numerosi elementi<br />
“tecnologici”, quali la grande copertura-pensilina<br />
24<br />
23 25<br />
inarcos 307
In queste pagine:<br />
26 - Scorcio prospetto Sud: pannello in lamiera stirata.<br />
27 - Scorcio prospetto Sud: pannello in lamiera stirata<br />
con funzione di frangisole.<br />
26<br />
sugli ingressi principali, i pannelli in lamiera stirata che<br />
schermano gli infissi sul prospetto sud e i pannelli a<br />
lamelle orizzontali che mascherano la scala di accesso<br />
al coperto e gli impianti posti nell’angolo sud-est del<br />
fabbricato.<br />
Questa combinazione di riferimenti locali ed elementi<br />
“tecnologici” crea l’immagine forte ricercata, sottolineata<br />
anche dal forte “segno” della pensilina d’in -<br />
gresso.<br />
I fronti secondari sono anch’essi articolati grazie alle<br />
27<br />
grandi pensiline che coprono le aree di carico e scarico,<br />
il portico che corre lungo il lato est e la maggiore<br />
altezza dello stesso fronte. Per questi fronti sono stati<br />
utilizzati pannelli prefabbricati di color blu-grigio con<br />
una finitura superficiale liscio fondocassero e profonde<br />
scanalature orizzontali di passo costante che creano<br />
una maglia rettangolare stabilendo inoltre le<br />
dimensioni degli infissi.<br />
Le lattonerie, le pensiline di servizio, i pannelli in<br />
lamelle orizzontali e lamiera stirata e gli infissi esterni<br />
in alluminio sono di colore grigio argento, mentre la<br />
copertura sugli ingressi è rivestita in lastre di rame stagnato<br />
color grigio opaco.<br />
La realizzazione degli spazi sia esterni che interni all’edificio<br />
è stata finalizzata all’eliminazione delle barriere<br />
architettoniche, garantendo l’accessibilità a pubblico<br />
e addetti.<br />
La principale difficoltà organizzativa del cantiere è<br />
stata rappresentata dai tempi di realizzazione richiesti<br />
per l’opera e dal coordinamento delle numerose<br />
attività e imprese in compresenza. Dopo un primo<br />
periodo dall’inizio dei lavori (Maggio 2008) impiegato<br />
per demolizioni, accantieramento, indagini archeologiche<br />
e scavi, le opere di realizzazione delle fondazioni<br />
e delle opere in elevazione, iniziate nel Luglio 2008,<br />
si sono concluse con il “fuori acqua” complessivo nel<br />
Giugno 2009. Ulteriori 4 mesi sono stati necessari per<br />
le opere di completamento e di finitura.<br />
■<br />
308 inarcos
Riduzione dei consumi del 30%<br />
Il segreto sta nell’inerzia termica<br />
E la ricerca lo dimostra*<br />
Il confronto in termini di prestazioni energetiche e condizioni di benessere abitativo tra<br />
due edifici identici – uno bioclimatico in muratura pesante l’altro con pareti e solai<br />
leggeri – ha dimostrato che, pur con identici valori di trasmittanza termica, il fabbisogno<br />
energetico per il riscaldamento dell’edificio in muratura pesante è inferiore del 30%.<br />
E questo grazie all’inerzia termica delle pareti pesanti, come quelle in blocchi Alveolater ® e<br />
Alveolater ® Bio Stabila, che sono dotate non solo di elevate qualità isolanti, ma anche di una<br />
massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, smorzando i picchi della<br />
temperatura esterna e differendoli nel tempo. L’inerzia termica, dimostra la ricerca,<br />
esalta le prestazioni energetiche delle pareti tanto in inverno quanto e<br />
soprattutto d’estate, creando le migliori condizioni di benessere<br />
abitativo con una drastica riduzione dei consumi energetici,<br />
sia per il riscaldamento che per il raffrescamento.<br />
Soddisfa i<br />
valori per l’anno<br />
2010<br />
dei decreti<br />
192/2005<br />
311/2006<br />
Blocchi Alveolater ® Stabila 38. Scheda di valutazione termoigrometrica<br />
Parete in blocchi Alveolater ® Stabila 38 (1)<br />
• spessore complessivo cm 41,5<br />
Trasmittanza U (2)<br />
0,33 W/m 2 K<br />
interno<br />
esterno<br />
Peso parete 415 kg/m 2<br />
Potere fonoisolante 54 dB<br />
Resistenza al fuoco R.E.I. min. 180<br />
1,5<br />
38<br />
41,5<br />
2<br />
(1) Posti in opera con malta termica e intonaco isolante.<br />
(2) Valore determinato sulla base della norma Uni En 1745:2005.<br />
Alla verifica di Glaser la parete non forma condensa.<br />
Consigli e soluzioni per la progettazione<br />
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Ricerca Analisi delle prestazioni termiche dell'involucro in laterizio valutate in regime dinamico nel sistema edificio in un contesto climatico mediterraneo patrocinata dal Consorzio Alveolater ® e dal Dipartimento di architettura e pianificazione territoriale dell'Università<br />
di Bologna. La ricerca ha confrontato le prestazioni energetiche e le condizioni di benessere abitativo di un edificio in muratura “pesante” realizzato secondo criteri bioclimatici e di uno “leggero”. L'analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta<br />
mediante simulazione in regime dinamico (Energy plus) e con l'ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, Edilclima, EcoDomus). Il progetto dell’edificio è dello Studio Ricerca & Progetto, Mingozzi, Galassi e Associati in Bologna.
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dall’ISTITUTO DI ISTRUZIONE<br />
PROFESSIONALE EDILE<br />
Cecilia Alessandrini<br />
Nuovi seminari per professionisti ed imprese<br />
sulla nuova Direttiva Macchine e il nuovo Sistema di Controllo<br />
della Tracciabilità dei Rifiuti (SISTRI)<br />
L’Istituto di Istruzione Pro -<br />
fessionale per lavoratori edili<br />
di Bologna propone per il<br />
mese di Giungo due importanti<br />
seminari rivolti ai professionisti<br />
e alle imprese.<br />
Seminario sulla nuova di -<br />
rettiva macchine<br />
Il 14 Giugno dalle 16,00 alle<br />
20,00 presso l’Aula Magna di<br />
IIPLE in via del Gomito 7 si<br />
terrà un seminario informativo<br />
rivolto in particolare ai<br />
professionisti che operano nel<br />
cantiere sul reperimento al -<br />
l’interno del D.Lgs. 27 gennaio<br />
2010 n. 17 sulla “nuova<br />
direttiva macchine”. Il de -<br />
creto è già in vigore e riguarda le<br />
macchine o componenti di sicurezza<br />
già immessi sul mercato o già in servizio<br />
alla data di entrata in vigore del<br />
decreto stesso.<br />
Il decreto prevede che “tutte le macchine<br />
propriamente dette (si intende<br />
per macchine un insieme equipaggiato<br />
o destinato ad essere equipaggiato<br />
di un sistema di azionamento<br />
diverso dalla forza umana o animale<br />
diretta, composto di parti o di componenti,<br />
di cui almeno uno mobile,<br />
collegati tra loro solidamente per<br />
un’applicazione ben determinata)<br />
immesse sul mercato o modificate<br />
nel le modalità di utilizzo e nelle prestazioni,<br />
dopo il 6 marzo, data di in -<br />
gresso in vigore di questo decreto,<br />
de vono soddisfare le pertinenti disposizioni<br />
del D.Lgs. n. 17/2010 e de -<br />
vono conseguentemente riportare su<br />
di esse la marcatura CE ai sensi dell’allegato<br />
III: i prodotti non rispondenti<br />
ai nuovi requisiti non possono<br />
essere immessi sul mercato.<br />
L’argomento è di grande attualità an -<br />
che per l’edilizia e questo seminario<br />
offre la possibilità di approfondire le<br />
novità introdotte da questa nuova disposizione<br />
mettendola anche in rapporto<br />
con il Testo Unico sulla sicurezza.<br />
Il seminario sarà tenuto dall’Ing. Paolo<br />
Capelli docente del Corso di Laurea in<br />
Scienza e Tecnologia del Packaging<br />
dell’Università di Parma.<br />
Seminario sul nuovo sistema di<br />
controllo e tracciabilità dei rifiuti<br />
Il 16 Giugno dalle 17,00 alle 20,00<br />
presso l’Aula Magna di IIPLE in via del<br />
Gomito 7 si terrà un seminario informativo<br />
rivolto in particolare alle im -<br />
prese sul nuovo sistema di controllo<br />
del la tracciabilità dei rifiuti ( SISTRI).<br />
Il SISTRI (Sistema di controllo della<br />
tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009<br />
su iniziativa del Ministero dell’Am bien te<br />
e della Tutela del Territorio e del Mare<br />
nel più ampio quadro di in novazione e<br />
modernizzazione della Pub blica Ammi -<br />
ni strazione per permettere l’informa -<br />
tiz zazione dell’intera filiera<br />
dei rifiuti speciali a livello<br />
nazionale. Il Sistema semplifica<br />
le procedure e gli adempimenti<br />
riducendo i costi<br />
sostenuti dalle imprese e<br />
gestisce in modo innovativo<br />
ed efficiente un processo complesso<br />
e variegato con garanzie<br />
di maggiore trasparenza,<br />
conoscenza e prevenzione<br />
dell’illegalità.<br />
I vantaggi per lo Stato, derivanti<br />
dall’applicazione del<br />
SISTRI, saranno quindi molteplici<br />
in termini di legalità,<br />
preven zione, trasparenza, ef -<br />
ficienza, semplificazione nor -<br />
mativa, mo dernizzazione. I benefici ri -<br />
cadranno anche sul sistema delle im -<br />
prese.<br />
Una più corretta gestione dei rifiuti<br />
avrà, infatti, vantaggi sia in termini di<br />
riduzione del danno ambientale, sia di<br />
eliminazione di for me di concorrenza<br />
sleale tra imprese, con un impatto<br />
positivo per tutte quelle che, pur sopportando<br />
costi maggiori, operano nel<br />
rispetto delle regole. Il seminario sarà<br />
tenuto dal Dott. Sauro Sacchetti del<br />
Servizio Rifiuti e Bonifica Siti della Di -<br />
rezione Generale Ambiente e Difesa<br />
del Suolo e della Costa della REGIONE<br />
EMILIA-ROMAGNA<br />
I due seminari hanno un costo di 75€+<br />
IVA ciascuno ma qualora si intenda<br />
partecipare ad entrambi i seminari<br />
sarà applicato un prezzo scontato di<br />
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inarcos 315
EFFICIENZA ENERGETICA e certificazione<br />
Certificazione Energetica:<br />
quadro nazionale e zoom su Puglia e Toscana<br />
di Milena Vizzarri, Sonia Subazzoli<br />
Il tema della certificazione energetica,<br />
tanto caro a questa rubrica, è ormai<br />
operativo da tempo in diverse regioni,<br />
tra cui l’Emilia Romagna. Il quadro<br />
nazionale resta tuttavia un puzzle in<br />
costante evoluzione, sia per le continue<br />
novità legislative che per gli aspetti più<br />
operativi; a un paio d’anni dal nostro<br />
ultimo articolo “panoramico” che fotografava<br />
la situazione nelle varie regioni<br />
in attesa delle linee guida nazionali<br />
(vedi n° 690) vediamo cos’è accaduto<br />
con l’uscita di quest’ultime, la scorsa<br />
estate. Riportiamo una breve sintesi<br />
sullo stato dell’arte a livello nazionale e<br />
regionale, focalizzandoci poi su due<br />
delle regioni che da poco hanno legiferato<br />
in materia, introducendo interessanti<br />
elementi di novità: la Puglia e la<br />
Toscana.<br />
IL QUADRO NAZIONALE<br />
A livello nazionale la certificazione<br />
energetica è quasi operativa dall’estate<br />
2009; il quasi è dovuto al fatto che<br />
le scorsa estate sono usciti due dei tre<br />
decreti attuativi del D.Lgs. 19 Agosto<br />
2005 n.192 e ss.mm.ii., attesi dall’ottobre<br />
2005. Questi due decreti sono:<br />
DPR n. 59 del 2 Aprile 2009, Regolamento<br />
di attuazione del D.Lgs. 192/2005;<br />
DM 26 Giugno 2009, Linee guida nazionali<br />
per la certificazione energetica<br />
degli edifici.<br />
Il terzo decreto attuativo atteso, ancora<br />
mancante, riguarda i requisiti professionali<br />
e i criteri di accreditamento dei<br />
certificatori: a livello nazionale non è<br />
definito in modo univoco chi può fare il<br />
certificatore e non vi è un elenco ufficiale<br />
di riferimento.<br />
Come specificato nel DM 26 Giugno<br />
2009, poiché spetta alle regioni legiferare<br />
in materia di energia le linee guida<br />
316 inarcos<br />
si applicano solo per quelle che non<br />
abbiano ancora provveduto ad adottare<br />
propri strumenti di certificazione<br />
energetica degli edifici, e comunque<br />
sino alla data di entrata in vigore degli<br />
strumenti regionali.<br />
Al momento diverse regioni italiane<br />
applicano la normativa nazionale,<br />
in mancanza di leggi proprie: Ve -<br />
neto, Abruzzo, Molise, Campania, Ca -<br />
labria, Sicilia e Sardegna (in giallo nella<br />
cartina).<br />
Alcune regioni, pur facendo riferimento<br />
alle disposizioni nazionali per quanto<br />
riguarda il settore specifico della certificazione<br />
energetica, hanno elaborato dei<br />
sistemi di valutazione della sostenibilità<br />
ambientale degli edifici aderendo<br />
o rifacendosi al Protocollo ITACA: La -<br />
zio, Umbria, Marche, Friuli Venezia<br />
Giulia, Basilicata e Valle d’Aosta (in arancione<br />
chiaro nella cartina).<br />
Il Protocollo ITACA, che sarà a breve<br />
oggetto di approfondimento in questa<br />
rubrica, prevede una serie di criteri per<br />
la valutazione energetico-ambientale<br />
degli edifici e viene sviluppato da un<br />
gruppo di lavoro interregionale.<br />
Alle regioni e alle province autonome<br />
che hanno già proprie leggi regionali in<br />
materia di certificazione energetica<br />
viene richiesto un graduale ravvicinamento<br />
dei propri provvedimenti<br />
alle Linee guida nazionali, per evitare<br />
che da regione a regione si applichino<br />
criteri diversi e non confrontabili; è<br />
prevista anche l’istituzione di un Ta -<br />
volo di confronto e coordinamento<br />
tra stato e regioni, ancora solo accennato<br />
nelle Linee guida nazionali, proprio<br />
per garantire la massima omogeneizzazione<br />
delle procedure di certificazione<br />
energetica sul territorio nazionale.<br />
Ad oggi le Regioni che hanno già definito<br />
proprie procedure di certificazione<br />
energetica, più o meno vicine a quelle<br />
nazionali (in arancione scuro nella cartina),<br />
sono:<br />
• Lombardia (www.cened.it): la prima<br />
regione a introdurre l’obbligo della certificazione<br />
energetica, dal 1 Settembre<br />
2007, con la DGR 5018/2007. La delibera<br />
regionale è stata aggiornata più<br />
volte, così come la procedura di calcolo<br />
attualmente contenuta nel decreto n.<br />
5796 del Giugno 2009.<br />
• Emilia Romagna (www.regio ne.emi -<br />
lia-romagna.it/energia): DAL 156/08 en -<br />
trata in vigore il 1 Luglio 2008; è già stata<br />
approvata una proposta di modifica della<br />
delibera (DGR 139/2010) per uniformarla<br />
alle Linee guida nazionali.<br />
• Liguria (www.ambienteinliguria.it,<br />
sezione energia): Regolamento regionale<br />
n.1 del 22 Gennaio 2009.<br />
• Piemonte (www.sistemapiemon te.it/<br />
ambiente/sicee): DGR 43-11965/ 2009<br />
en trata in vigore il 1 Ottobre 2009; Si -<br />
stema Informativo per la Certifica zione<br />
Energetica degli Edifici (SICEE) che<br />
gestisce telematicamente l’iter che va<br />
dall’accreditamento del certificatore<br />
alla gestione del certificato.<br />
• Provincia autonoma di Bolzano<br />
(www.agenziacasaclima.it): certificato<br />
CasaClima da DPP n.34 del 29 Set -<br />
tembre 2004; nell’ottica di un ravvicinamento<br />
alle Linee guida nazionali è<br />
stato emanato il DPP n.1969 del 27<br />
luglio 2009 che introduce l’energia primaria.<br />
• Provincia autonoma di Trento<br />
(www.odatech.it): DPP n.11-13/Leg del<br />
13 Luglio 2009, sistema di accreditamento<br />
dei certificatori gestito da un<br />
organismo di abilitazione, Odetech, in<br />
via di attuazione.
Confronto fra la situazione nazionale in<br />
materia di certificazione energetica degli<br />
edi fici al 2008 e ad oggi:<br />
• in arancione scuro le regioni con normative<br />
regionali specifiche, pienamente operative<br />
in materia di certificazione energetica;<br />
• in arancione chiaro le regioni che applicano<br />
le Linee guida nazionali per la certificazione<br />
energetica ma che hanno legiferato<br />
in materia di sostenibilità ambientale;<br />
• in giallo le regioni che applicano le Linee<br />
guida nazionali in assenza di propri provvedimenti.<br />
Le ultime Regioni ad aver legiferato in<br />
materia sono la Puglia e la To scana,<br />
per le quali riportiamo di seguito un<br />
breve riepilogo delle re centi novità in<br />
materia di certificazione energetica.<br />
REGIONE PUGLIA<br />
La Regione Puglia ha recentemente<br />
legiferato in materia di certificazione<br />
energetica con il Regolamento Re -<br />
gionale n.10 del 10 Febbraio 2010. Il<br />
Regolamento rimanda sostanzialmente<br />
alle Linee guida nazionali sia per il calcolo<br />
della prestazione energetica degli<br />
edifici che per lo schema dell’attestato<br />
di certificazione energetica. Il sito di<br />
riferimento per i certificatori pugliesi è<br />
www.sistema.puglia.it : dal 12 Aprile<br />
è attiva la procedura telematica che<br />
permetterà ai professionisti di essere<br />
accreditati dalla Regione Puglia e inseriti<br />
nell’Elenco Regionale dei Cer ti -<br />
ficatori Energetici.<br />
I soggetti accreditati al rilascio dell’attestato<br />
di certificazione energetica<br />
sono i tecnici operanti come dipendenti<br />
di enti pubblici o di società di servizi<br />
pubbliche o private, i liberi professionisti<br />
e i professionisti associati, gli energy<br />
manager, gli Enti pubblici e gli organismi<br />
di diritto pubblico. La Regione<br />
Puglia richiede di avere un’esperienza<br />
almeno triennale in almeno due delle<br />
seguenti attività: progettazione dell’isolamento<br />
termico degli edifici, progettazione<br />
di impianti di climatizzazione<br />
invernale ed estiva, gestione energetica<br />
di edifici ed impianti, certificazione e<br />
diagnosi energetica. In alternativa prevede<br />
specifici corsi di formazione della<br />
durata minima di 80 ore, con contenuti<br />
definiti dallo stesso Regolamento<br />
all’art.11.<br />
re di un’azienda terza, in una delle se -<br />
guenti attività:<br />
– progettazione dell’edificio o di qualsiasi<br />
impianto tecnologico in esso presente;<br />
– costruzione dell’edificio o di qualsiasi<br />
impianto tecnologico in esso presente;<br />
– amministrazione dell’edificio;<br />
– fornitura di energia per l’edificio;<br />
– gestione e/o manutenzione di qualsiasi<br />
impianto presente nell’edificio;<br />
– funzione di responsabile del servizio<br />
di prevenzione e protezione ai sensi del<br />
D.Lgs. n. 81/08;<br />
– funzione di coordinatore per la progettazione<br />
e per l’esecuzione dei lavori<br />
ai sensi del D.Lgs. n. 81/08;<br />
– funzione di direzione lavori.<br />
La Regione Puglia prevede l’istituzione<br />
di un catasto regionale per le certificazioni<br />
energetiche e di un sistema<br />
di controlli, avvalendosi anche di<br />
esperti qualificati o di organismi esterni,<br />
per verificare la correttezza e competenza<br />
degli attestati di certificazione<br />
energetica.<br />
Resta salda la clausola di indipendenza<br />
e imparzialità di giudizio dei<br />
soggetti certificatori per la quale<br />
all’art. 7 del regolamento vengono specificate<br />
nel dettaglio le incompatibilità;<br />
i tecnici accreditati non possono svolgere<br />
attività di certificazione sugli edifici<br />
per i quali risultino proprietari o siano<br />
stati coinvolti, personalmente o in qualità<br />
di dipendente, socio o collaboratoinarcos<br />
317
REGIONE TOSCANA<br />
Il 18 Marzo 2010 è entrato in vigore<br />
l’articolo 23bis della legge regionale<br />
39/2005 e il relativo Regolamento Re -<br />
gionale sulla Certificazione Energe -<br />
tica degli edifici DPGR 25 Febbraio<br />
2010, n. 17/R.<br />
Va chiarito che la disciplina regionale in<br />
materia non tocca né le metodologie di<br />
calcolo per la certificazione, né l’in di -<br />
viduazione della figura del certificatore:<br />
rimangono in vigore le norme nazionali<br />
su tali temi (per le metodologie il DM 26<br />
Giugno 2009 “Linee guida nazionali per<br />
la certificazione energetica degli edifici”,<br />
il caffè energetico<br />
LA PRIMA TORRE A TURBINE<br />
articolo tratto da www.<strong>ingegneri</strong>.info<br />
Da Londra il primo edificio dotato di<br />
turbine eoliche. Installate la scorsa<br />
settimana le 15 lame delle tre<br />
turbine eoliche in cima al<br />
nuovo grattacielo londinese<br />
“The Razor”.<br />
L’ultima aggiunta allo skyline di<br />
Londra è un sorprendente grattacielo,<br />
primo edificio al mondo,<br />
dotato di turbine eoliche incorporate<br />
nella struttura.<br />
Soprannominato “The Razor”, l’edificio alto 148 metri è sormontato<br />
da un trio di turbine che produrranno energia sufficiente<br />
a soddisfare l’8% del suo fabbisogno energetico.<br />
Abbiamo già visto grattacieli completamente ricoperti di<br />
turbine eoliche, ma questo è il primo edificio ad integrare le<br />
turbine direttamente nella sua facciata. Sviluppata e portata<br />
a termine da Brookfield Europa, la torre è una prodezza<br />
dell’<strong>ingegneri</strong>a inglese, che ha presentato non poche difficoltà<br />
durante la costruzione come le forti raffiche di vento<br />
che le squadre di costruzione hanno dovuto affrontare, via<br />
via che l’edificio cresceva in altezza.<br />
La torre con i suoi 42 piani ha un’altezza sufficiente per superare<br />
ampiamente gli edifici circostanti, permettendo così di<br />
sfruttare appieno la velocità del vento della zona pari mediamente<br />
a 35 MPH. Per ridurne il rumore durante il giorno<br />
ognuna delle turbine dell’edificio ha 5 lame invece delle tre<br />
inizialmente previste. Ognuna delle turbine, il cui rotore ha<br />
diametro di 9 metri, ha un peso di cinque tonnellate ed è<br />
dotata di quattro smorzatori di vibrazione. Le turbine sono<br />
progettate per produrre 50 MWh all’anno. Il grattacielo potrà<br />
inoltre vantare altre strategie di bioedilizia come l’uso esclusivo<br />
della ventilazione naturale, vetri ad alte prestazioni e altre<br />
misure di efficienza energetica che manterranno l’energia<br />
spesa dal palazzo inferiore del 6% rispetto al<br />
fabbisogno richiesto dell’edificio.<br />
Il costo della torre è pari a 113 milioni<br />
di sterline e la sua costruzione<br />
dovrà essere completata entro il<br />
prossimo maggio. Nell’edificio<br />
trovano posto 408 appartamenti<br />
che sono stati messi in vendita<br />
con prezzi variabili da 230.000 a<br />
2,5 milioni di sterline.<br />
L’innovativo edificio è stato progettato<br />
da Hamiltons Architect di Londra e tutta la parte<br />
<strong>ingegneri</strong>stica (strutture, acustica, energetica, prevenzione<br />
incendi etc) è stata seguita dalla WSP Group una società di<br />
<strong>ingegneri</strong>a con base a Londra con uno staff di 9000 addetti<br />
distribuiti in tutto il mondo. Le turbine sono state progettate<br />
e realizzate da RWDI-Anemos Ltd.<br />
318 inarcos
per la figura del certificatore l’allegato III<br />
al D.Lgs. 115/2008).<br />
Fino all’emanazione di un modello<br />
regionale di attestato di certificazione<br />
energetica rimangono in vigore i<br />
modelli di attestato di certificazione<br />
allegati al DM 26 Giugno 2009. Anche<br />
le disposizioni inerenti la “targa energetica”<br />
(art. 7 del Regolamento regionale)<br />
troveranno applicazione solo<br />
dopo l’approvazione con decreto dirigenziale<br />
del modello di targa energetica.<br />
Vi sono specifiche modifiche sugli<br />
obblighi di certificazione, le procedure<br />
da seguire, le conseguenze del -<br />
l’omessa certificazione.<br />
Diventa obbligatorio dotare l’immo -<br />
bile di un attestato di certificazione<br />
energetica. A differenza di quanto già<br />
disposto dalle linee guida nazionali, vi<br />
sarà l’obbligatorietà di acquisire l’at -<br />
testato di certificazione (detto ACE)<br />
anche nei seguenti casi:<br />
a) locazione di un immobile;<br />
b) ricostruzione a seguito di demolizione<br />
di immobili anche di superficie inferiore<br />
a 1000 mq;<br />
c) fabbricati isolati anche di superficie<br />
inferiore a 50 mq se comunque tale<br />
superficie arriva a 25 mq.<br />
E si aggiungono due ulteriori casi di<br />
esclusione, non previsti dalle norme<br />
nazionali: gli edifici per i quali sia stata<br />
dichiarata dalle competenti autorità la<br />
non abitabilità o agibilità nonché quelli<br />
per i quali, in caso di trasferimento a<br />
titolo oneroso, risulti la destinazione<br />
alla demolizione; i fabbricati temporanei<br />
con tempo di utilizzo non superiore<br />
a due anni.<br />
Per quanto riguarda le procedure, il<br />
Regolamento stabilisce che l’attestato<br />
di certificazione energetica sostituisce<br />
l’attestato di qualificazione,<br />
e che viene presentato al Co mune<br />
con la certificazione di fine lavori.<br />
Ovviamente si deve distinguere il caso<br />
in cui si deve certificare un immobile<br />
perché viene costruito o completamente<br />
ristrutturato dal caso in cui lo si deve<br />
certificare per una vendita o una locazione.<br />
In occasione di lavori edilizi, prima dell’inizio<br />
lavori va scelto un certificatore<br />
energetico. Infatti il regolamento re -<br />
gionale precisa che il nominativo del<br />
soggetto certificatore è indicato nella<br />
comunicazione di inizio lavori. In attesa<br />
del varo da parte della Regione<br />
dell’ACE come documento digitale, il<br />
certificatore redigerà l’attestato in cartaceo<br />
in più originali, in modo che uno<br />
rimanga al committente e uno venga<br />
trasmesso al Comune insieme alla<br />
dichiarazione di fine lavori.<br />
In occasione di compravendita/lo -<br />
cazione il venditore/locatore incarica<br />
un certificatore energetico. In attesa<br />
del varo da parte della Regione del -<br />
l’ACE come documento digitale, il certificatore,<br />
dopo aver fatto i controlli ne -<br />
cessari, redigerà l’attestato in cartaceo<br />
in più originali, uno da consegnare al<br />
committente e uno da trasmettere al<br />
Comune. Non sarà necessario allegare<br />
l’ACE all’atto di compravendita o locazione<br />
ma, per confermare che l’at -<br />
testato è stato acquisito, gli estremi<br />
identificativi dell’attestato di certificazione<br />
energetica dovranno essere<br />
richiamati nel relativo atto di trasferimento<br />
o contratto di locazione.<br />
Competenti a vigilare sulla attività di<br />
certificazione energetica e sugli attestati<br />
prodotti sono i Comuni.<br />
Per quanto riguarda le conseguenze<br />
dell’omessa certificazione, anche qui<br />
bisogna distinguere fra gli obblighi di<br />
dotarsi dell’attestato di certificazione :<br />
se l’obbligo deriva da lavori edilizi, il<br />
certificato di fine lavori è inefficace a<br />
qualsiasi titolo qualora non sia presentato<br />
al Comune l’attestato di certificazione<br />
energetica; in caso di trasferimento<br />
a titolo oneroso di immobile o di<br />
locazione, se non è possibile richiamare<br />
gli estremi dell’attestato di certificazione<br />
energetica perché l’unità immobiliare<br />
non è dotata dell’ACE si dà luogo<br />
all’automatica classificazione dell’unità<br />
immobiliare nella classe G.<br />
Entro un anno dalla pubblicazione del<br />
Regolamento, sarà disciplinato il sistema<br />
informativo regionale sull’efficienza<br />
energetica, che comprende l’archivio<br />
informatico delle certificazioni energetiche<br />
e il catasto degli impianti di climatizzazione.<br />
Fino ad allora gli ACE<br />
possono essere presentati in forma cartacea.<br />
Si rimanda per chiarimenti e<br />
approfondimenti al sito dedicato:<br />
www.regione.toscana.it/energia.<br />
DITE LA VOSTRA!<br />
Continuate a segnalarci articoli e ad<br />
inviare i vostri commenti sui temi<br />
trattati nella rubrica all’indirizzo<br />
energia@assiabo.it, oppure contattandoci<br />
dal sito www.assiabo.it,<br />
nella sezione SPECIALE CERTIFICA-<br />
ZIONE ENERGETICA; i vostri interventi<br />
troveranno come di consueto<br />
spazio nella sezione “Il caffè energetico”.<br />
inarcos 319
PLASTICWOOD.IT S.R.L.-ATAHOTELS S.P.A.:<br />
BINOMIO VINCENTE 100% MADE IN ITALY<br />
le aziende informano<br />
Plasticwood.it S.r.l. è lieta di informare di aver siglato<br />
l’accordo con il Gruppo Atahotels S.p.a. con sede a Milano<br />
per la fornitura e posa di 2.500 metri quadri di pavimentazione<br />
Plasticwood “Better than Wood” per il rifacimento<br />
to tale della nota e pregiata struttura “Tanka Village” di Vil -<br />
la simius (CA).<br />
La catena alberghiera ATAHOTELS, nata nel 1967, è una realtà<br />
azien dale dinamica in costante espansione, impegnata oggi in un<br />
processo di rafforzamento sul mercato italiano. Ha registrato<br />
negli anni una crescita costante di fatturato che ha raggiunto nel<br />
2005 oltre 120 milioni di euro. Da diversi anni inoltre, ATAHOTELS<br />
ha messo in atto una strategia fortemente incentrata sul benessere<br />
psico-fisico dei suoi ospiti, realizzando facilities e servizi dedicati<br />
al relax e allo sport. La creazione di beauty farm, spa e wellness<br />
center è un elemento chiave della strategia di sviluppo della<br />
catena, destinato a crescere di importanza all’interno del Gruppo.<br />
La cura per il benessere dell’ospite si concretizza anche nell’offerta<br />
di servizi per praticare sport presso le strutture, con un’atten -<br />
zione particolare per il golf. L’acquisizione del Golf Hotel di<br />
Madonna di Campiglio, con il suo noto Golf Club, o l’inaugu razio -<br />
ne dello spettacolare Tanka Golf Club presso TANKA VILLAGE<br />
GOLF & SPA, racchiudono l’essenza dell’impegno profuso da ATA-<br />
HOTELS nella realizzazione di servizi di elevata qualità, vicini ai<br />
desideri dei suoi ospiti. Plasticwood.it S.r.l., azienda 100% MADE<br />
IN ITALY con sede legale e stabilimenti produttivi in provincia di<br />
Verona, è leader sul mercato nazionale per la produzione integrata<br />
(dalla materia prima al prodotto finito) di un nuovissimo ed<br />
innovativo materiale composito realizzato con una mescola di<br />
materiali naturali (fibre vegetali e, in particolare, Fibra di Legno di<br />
Abete) e polimerici (Polipropilene o Polietilene), che trova applicazione<br />
nelle pavimentazioni e nei rivestimenti parete da esterno,<br />
per replicare al meglio il classico utilizzo del legno. Plasticwood.it<br />
S.r.l. ottiene sempre maggiori consensi da parte degli esperti del<br />
settore e dal mercato per l’alto contenuto tecnologico, innovativo,<br />
qualitativo e di rispetto dell’ambiente dei suoi prodotti, e per<br />
tutta la sua struttura è grande motivo d’orgoglio l’essere annoverata<br />
tra i partner di questo prestigioso progetto.<br />
Per ulteriori informazioni sul prodotto: www.plasticwood.it<br />
Email: marcello.monteleone@plasticwood.it<br />
Plasticwood.it S.r.l.<br />
Via Crear, 15 - 37050 Mazzantica di Oppeano (VR) Italy<br />
Tel.: +39 045 6985000 - Fax: +39 045 7145504<br />
e-mail: info@plasticwood.it - web: www.plasticwood.it<br />
inarcos 323
le aziende informano<br />
“BIO-STRASSE” UNA RISPOSTA INNOVATIVA<br />
ALLA CRESCENTE DOMANDA DI MATERIALI<br />
ECO-COMPATIBILI E SOSTENIBILI<br />
PER UN MODERNO SVILUPPO ECONOMICO<br />
DEL TERRITORIO<br />
Il moderno sviluppo economico di un territorio passa attraverso<br />
l’utilizzo di materiali ecocompatibili e sostenibili privi di<br />
qualunque impatto ambientale inquinante a tutela dell’uomo<br />
e dell’ambiente per la realizzazione di strade, parcheggi,<br />
piazzali, piste ciclabli ed in generale per interventi di riqualificazione<br />
urbana, di compensazione ambientale e di salvaguardia<br />
del paesaggio.<br />
Realizzare uno sviluppo sostenibile migliora la qualità della<br />
vita di tutti gli attori sociali, riducendo ed ottimizzando<br />
l’impiego delle risorse naturali per lasciare in eredità alle<br />
generazioni future ecosistemi funzionali.<br />
Come risposta alle crescenti esigenze di sostenibilità ambientale,<br />
presentiamo “Bio-Strasse” l’unico conglomerante certificato<br />
contemporaneamente funzionale ed ecologico con<br />
“Impatto Ambientale Zero”.<br />
Bio-Strasse è un nuovo ciclo innovativo a tre componenti integrato<br />
da un indurente di superficie, a base di prodotti inorganici,<br />
per la stabilizzazione/rifacimento/risanamento/trat -<br />
tamento duraturo di pavimentazioni stradali in genere.<br />
Con Bio-Strasse, si propone un nuovo sistema, appositamente<br />
studiato per salvaguardare le esigenze ecologiche dell’ambiente,<br />
degli utilizzatori e la sicurezza dell’operatore durante la posa.<br />
Bio-Strasse a tre componenti, agisce sulla conglomerazione<br />
intergranulare a livello chimico-fisico.<br />
In tale contesto, le cariche minerali selezionate, vengono<br />
addensate con il legante idraulico, creando un unico strato<br />
molto duro e compatto.<br />
Grazie alla sua ASSOLUTA COMPATIBILITA’ AMBIENTALE,<br />
CERTIFICATA da Enti annoverati tra i certificatori di prodotto<br />
autorizzati in ambito UE (compatibilità che si deduce anche<br />
dalla totale assenza di etichette e frasi di rischio e/o sicurezza),<br />
Bio-Strasse può essere utilizzato ovunque, anche in zone<br />
SIC, ZPS, ZSC o laddove esistano limitazioni all’uso di materiali<br />
non eco-compatibili. In forza di ciò “Bio-Strasse” ha trovato<br />
il pieno gradimento delle Soprintendenze ai Beni Ambientali.<br />
VANTAGGI<br />
– Aumento, in termini di resistenza a compressione, dello strato<br />
stabilizzato, che garantisce l’ottimale distribuzione del<br />
carico e la possibilità di sopportare, senza particolare danno,<br />
eventuali cedimenti del terreno.<br />
– Drastica riduzione della plasticità/rigonfiamento, caratteristici<br />
dei materiali comunemente utilizzati.<br />
– Drastica riduzione di formazione di polveri.<br />
– Applicazione possibile anche in condizioni climatiche piuttosto<br />
rigide (con l’ausilio di additivi).<br />
– Ottima resistenza agli agenti atmosferici ed ai fenomeni di<br />
gelo/disgelo<br />
– Ottima conduzione del calore, rimanendo un materiale<br />
completamente incombustibile, quindi con proprietà “tagliafiamme”.<br />
– Ottimo effetto drenante, con conseguente forte riduzione<br />
di fanghi e pozze, a salvaguardia della sicurezza stradale in<br />
termini di “acqua planing”.<br />
CERTIFICAZIONE NORMA EUROPEA<br />
– Bio-Strasse è risultato conforme alle normative europee UNI<br />
EN 12504-1.<br />
– Presenta una resistenza al carico molto elevata, con prove<br />
eseguite su diversi campioni, sia di laboratorio sia di cantiere,<br />
come da specifiche regolamentazioni in vigore.<br />
– E’ stato accertato che Bio-Strasse genera una pavimentazione<br />
duratura nel tempo, anche a fronte del passaggio di numerosi<br />
mezzi pesanti e leggeri.<br />
– Da test di laboratorio è risultato che con un passaggio pari<br />
a circa 20 mezzi al minuto di varie dimensioni, lo strato di conglomerato<br />
può ridursi di 0,8 mm nell’arco di 30 gg, vale a dire<br />
324 inarcos
le aziende informano<br />
una riduzione inferiore al cm nell’arco di 12 mesi, anche in<br />
presenza di condizioni climatiche estreme.<br />
– Altro aspetto positivo è che tale riduzione può essere ripristinata,<br />
in modo quasi invisibile, con un piano di manutenzione<br />
che non necessita di particolare attrezzatura o di personale<br />
specializzato.<br />
– Le certificazioni a disposizione del committente su: indice di<br />
trazione, modulo elastico, compressione, permeabilità verticale,<br />
riflessione, resistenza all’invecchiamento, avvalorano le<br />
caratteristiche ed i valori prestazionali delle pavimentazioni<br />
realizzate con Bio-Strasse.<br />
DURABILITA’ E DEGRADO<br />
– I test di durabilità e degrado di questa struttura pesante,<br />
sono stati eseguiti considerando i seguenti fattori: tecnologici,<br />
strutturali, accidentali, fondazioni, construttivi, sovraccarichi.<br />
– Questo tipo di manto stradale, a differenza del calcestruzzo,<br />
non viene intaccato dai solfuri presenti nei terreni argillosi,<br />
ricchi di pirite, ne tantomeno dai cloruri (Cl).<br />
– L’anidride carbonica (CO2), presente in acqua di montagna,<br />
attacca i carbonati con formazione di bi-carbonati solubili che<br />
causano il dilavamento del calcestruzzo.<br />
Tale problema non è riscontrabile con il nostro formulato.<br />
– I cloruri (Cl), oltre ai noti effetti deleteri nei confronti del<br />
cemento e del bitume, attaccano direttamente le armature<br />
distruggendo la pellicola di ossido protettivo che le ricopre.<br />
Il nostro formulato non prevede armature in ferro o altro.<br />
– Un altro attacco chimico ai danni del calcestruzzo avviene<br />
da parti degli alcali aggregati (Na+ e K+) con percentuali<br />
molto elevate di cemento, che è presente in % minima nel<br />
nostro formulato.<br />
– Le variazioni di temperatura che avvengono a cavallo di 0°C,<br />
sono molto più pericolose delle altre.<br />
Il nostro formulato è caratterizzato da un irraggiamento termico<br />
molto elevato che permette notevoli movimenti dello<br />
stesso.<br />
– L’abrasione di superfici in calcestruzzo ha effetti tanto maggiori<br />
quanto minori sono: la durezza superficiale, l’aderenza<br />
a cementi inerti e la resistenza degli inerti.<br />
– Un accorgimento particolare per proteggere le pavimentazioni<br />
in calcestruzzo dall’abrasione, è lo spolvero superficiale<br />
che si effettua spargendo sul getto non ancora indurito, una<br />
miscela formata da polvere cementizia, inerte siliceo ed<br />
appossiti additivi per l’aumento della resistenza superficiale.<br />
– Coefficenti di dilatazione termica:<br />
• Cemento 0,9 * 10 (-5)<br />
• Inerti calcarei 0,5 * 10 (-5)<br />
• Inerti silicei 1 *10 (-5)<br />
Le gettate vanno effettuate con la certezza che la temperatura<br />
non sia vicino a 0°C. In tali condizioni, infatti,<br />
l’idratazione del cemento avviene con un’eccessiva lentezza,<br />
il che porterebbe ad una scarsa resistenza meccanica del conglomerato.<br />
– Bio-Strasse comprende l’insieme di più composti che favoriscono<br />
l’idratazione, la compattezza e lo spolvero superficiale.<br />
Crea inoltre micro-bolle tra le varie componenti degli inerti, il<br />
che rende il conglomerato meno soggetto a variazioni di calore,<br />
quindi meno sensibile agli effetti termici rispetto ad un<br />
normale calcestruzzo, tanto da non necessitare di giunti di<br />
dilatazione. Inoltre, le micro-bolle, funzionano da sfoghi per<br />
l’acqua di capillarità, quando questa varia di volume.<br />
Le pavimentazioni realizzate con Bio-Strasse sono altresì:<br />
– particolarmente resistenti all’erba ed dalle radici delle piante,<br />
– a differenza delle pavimentazioni realizzate con materiali<br />
plastici, è in grado di tollerare i normali cedimenti del sottofondo<br />
riducendo drasticamente gli interventi di manutenzione<br />
della sede stradale,<br />
– “drenanti” con la possibilità di realizzare pavimentazioni<br />
impermeabili. L’elemento drenante permette una gestione<br />
sostenibile delle acque meteoriche.<br />
– “atermiche”, non accumulano e propagano calore. Per i<br />
parcheggi e le aree di sosta, l’atermicità di Bio-Strasse permette<br />
di mantenere al suolo i valori della temperatura esterna,<br />
eliminando totalmente le alte temperature emanate dalle<br />
pavimentazioni in asfalto nel periodo estivo, per il benessere<br />
degli utenti ed a beneficio delle condizioni microclimatiche<br />
dell’area interessata.<br />
a cura di Ernesto Boni - Responsabile Commerciale<br />
FCI Srl - Divisione Bio-Strasse<br />
17024 Orco Feglino (SV)<br />
Tel. 019/6699263 - Fax 019/6994928 - Cell. 346/2898848<br />
ernesto.boni@biostrasse.eu<br />
inarcos 325
le aziende informano<br />
IN SCENA AL TEATRO LUIGI RUSSOLO<br />
DI PORTOGRUARO LA SICUREZZA<br />
ANTINCENDIO E LA LUCE NATURALE<br />
GARANTITE DA TECNOCUPOLE PANCALDI<br />
Milano, 28 Gennaio 2010 - Tecnocupole Pancaldi - leader<br />
nella produzione e commercializzazione di lucernari ed evacuatori<br />
di fumo e calore – è stata scelta dalla S.A.C.A.I.M. -<br />
Società per Azioni Cementi Armati Ing. Mantelli – per<br />
soddisfare le esigenze di sicurezza antincendio, favorendo<br />
contestualmente l’illuminazione naturale, del primo lotto del<br />
nuovo teatro Luigi Russolo di Portogruaro, in provincia di<br />
Venezia.<br />
L’impresa veneziana, che opera dal 1920 nei settori infrastrutturale,<br />
dell’impiantistica, del restauro e del recupero di<br />
edifici storici, annovera, fra i suoi principali clienti, enti pubblici<br />
quali Ministeri, Sovrintendenze ai Beni Ambientali ed<br />
Architettonici, Regioni, Consorzi e Comuni.<br />
La necessità di una struttura polifunzionale, in grado di supportare<br />
le ricche attività culturali della cittadina di<br />
Portogruaro, risale alla prima metà del 1600. Nel corso dei<br />
secoli, per ospitare il crescente numero di rappresentazioni<br />
teatrali, concertistiche, di balletto e, più recentemente, cinematografiche,<br />
sono stati utilizzati diversi edifici che, tuttavia,<br />
risultarono poco adatti ai differenti scopi. Al fine di dotare il<br />
territorio di un vero e proprio teatro, nel 2002 il Comune ha<br />
deciso di acquistare dalla Diocesi di Concordia Pordenone<br />
l’immobile denominato “Silvio Pellico”, contiguo alla scuola<br />
di musica “Santa Cecilia”, per procedere ad una completa<br />
ristrutturazione. Già adibito a “teatrino” e successivamente,<br />
a cinematografo, il fabbricato risalente agli anni ’20, ha subito,<br />
intorno alla metà degli anni ’50, una radicale ristrutturazione.<br />
A seguito dell’acquisto, sono stati condotti dai tecnici<br />
dell’Area Lavori Pubblici, dello stesso Comune di Portogruaro,<br />
i primi studi di fattibilità, che tennero conto delle difficoltà<br />
strutturali dell’edificio preesistente, prevedendo la creazione<br />
di uno spazio scenico adeguato al bacino di utenza che la<br />
struttura avrebbe dovuto supportare.<br />
È stato così deciso che sarebbe stato realizzato un grande teatro,<br />
gestito dalla Fondazione Musicale Santa Cecilia, che<br />
avrebbe dovuto presentare un palcoscenico di oltre 200 m 2 ,<br />
una fossa per l’orchestra di 104 m 2 , una torre scenica di 19 m,<br />
motori di sollevamento e mandate, luci numerose e ben collocate,<br />
in grado di ospitare un totale di 628 spettatori.<br />
Nel 2006 viene affidata, mediante regolare appalto, la progettazione<br />
definitiva ed esecutiva degli interventi di ristrutturazione<br />
e messa a norma del nuovo teatro a studi professionali<br />
selezionati, quali: Studio Arch. Alfredo Amati di Roma,<br />
per la progettazione architettonica, Studio Prof. Ing.<br />
Lamberto Biseghella di Padova, per la progettazione strutturale,<br />
Studio Prof. Ing. Mauro Strada di Padova, per la progettazione<br />
impiantistica e la prevenzione incendi, e Arch.<br />
Eleonora Strada di Padova, per la progettazione acustica<br />
(Fonte: “Teatro Comunale Luigi Russolo”, pubblicato da<br />
SACAIM e dal Comune di Portogruaro).<br />
Nell’ottobre del 2007 inizia la fase di cantierizzazione, con la<br />
demolizione dell’ex cinema “Silvio Pellico”, determinata dall’esito<br />
negativo delle analisi condotte sulla resistenza meccanica<br />
delle strutture in calcestruzzo esistenti.<br />
Il programma di ricostruzione ha previsto un impianto strutturale<br />
articolato in tre distinti corpi di fabbrica: il corpo Foyer,<br />
in aderenza con l’attiguo edificio della Fondazione Musicale<br />
Santa Cecilia; la zona sala, realizzata affiancando ai pilastri<br />
esistenti nuovi pilastri in cemento armato, struttura in acciaio<br />
per la galleria e coperture con capriate in legno lamellare; la<br />
torre scenica, con struttura in calcestruzzo armato e copertura<br />
mista acciao-calcestruzzo.<br />
L’Impresa S.A.C.A.I.M ha scelto Tecnocupole Pancaldi per la<br />
fornitura e la posa in opera di lucernari ed evacuatori di fumo<br />
e calore sulla base dell’affidabilità dell’Azienda e della qualità<br />
dei suoi prodotti.<br />
A tal proposito, il Geom. Stefano Piccolo di S.A.C.A.I.M.,<br />
Responsabile di Cantiere, ha dichiarato: “Il nostro rapporto<br />
con Tecnocupole Pancaldi è più che consolidato ed i loro<br />
sistemi sono stati impiegati in numerose commesse, con ottimi<br />
riscontri in termini di validità, funzionalità e durevolezza.<br />
326 inarcos
È dunque per la serietà dimostrata dall’azienda e per<br />
l’eccellenza qualitativa delle soluzioni proposte, che ci siamo<br />
rivolti a loro per questa importante realizzazione”.<br />
Nella fattispecie, a completamento del progetto di prevenzione<br />
incendi, nel vano scale e nella graticcia della torre scenica<br />
sono stati installati evacuatori di fumo Free Smoke,<br />
completati da attuatore elettromagnetico, che hanno assicurato<br />
la conformità dei nuovi locali ai regolamenti vigenti.<br />
Free Smoke, sviluppato in riferimento alle direttive della<br />
norma UNI 9494 e successivamente testato per la più recente<br />
UNI-EN 12101-2, consente, in caso di incendio, di creare uno<br />
strato libero dai fumi facilitando l’uscita delle persone e le<br />
operazioni dei soccorritori. L’evacuazione dei gas e delle<br />
sostanze tossiche originate dalla combustione, riduce i danni<br />
anche alle componenti strutturali, agli arredi e ai materiali,<br />
contenendo sensibilmente le perdite economiche.<br />
Inoltre, le cupole circolari in policarbonato a doppia parete,<br />
sono state inserite in due differenti zone: l’accesso dal secondo<br />
piano del foyer alla terrazza del teatro e l’aula di musica<br />
della Fondazione Musicale Santa Cecilia. In particolar modo,<br />
l’obiettivo è stato di assicurare un’illuminazione naturale agli<br />
studenti durante le lezioni. Le cupole di Tecnocupole<br />
Pancaldi contribuiranno a ridurre il consumo di luce artificiale<br />
nelle ore diurne, permettendo un consistente risparmio<br />
energetico, stimato tra il 30% ed il 50%.<br />
Laura Pancaldi, Amministratore di Tecnocupole Pancaldi,<br />
dichiara “La pluriennale collaborazione con un’impresa di<br />
riconosciuta perizia, come la S.A.C.A.I.M., conferma la validile<br />
aziende informano<br />
tà delle nostre proposte anche per la realizzazione di opere di<br />
prestigio. Inoltre, siamo fieri di essere stati coinvolti in un progetto<br />
di tale portata, volto a soddisfare esigenze nobili come<br />
il bisogno di ricchezza culturale manifestato dalla cittadinanza”.<br />
Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di<br />
policarbonato e metacrilato per la produzione di sistemi di<br />
illuminazione zenitale abbinati a sistemi di evacuazione di<br />
fumo e calore. L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme<br />
in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato<br />
delle più importanti imprese di costruzione e prefabbricazione<br />
nel settore dell’edilizia industriale e civile, sia in Italia<br />
sia all’estero.<br />
TECNOCUPOLE PANCALDI<br />
Via Cà Bianca, 700 - 40024 Castel San Pietro Terme (BO)<br />
Tel. 051.6954911 - Fax 051.6954929<br />
web: www.tecnocupole.com - mail: commercial@tecnocupole.com<br />
inarcos 327
le aziende informano<br />
MATTONI LINEA VIVO SANMARCO<br />
A PASTA MOLLE PER FACCIA A VISTA<br />
NEL COMPLESSO RESIDENZIALE<br />
LE COLONNE NEL VERDE A CARPI (MO)<br />
Nei laboratori di sperimentazione di molte aziende produttrici di<br />
laterizio ogni anno si conducono progetti di sviluppo di nuove<br />
mescole di argilla, di nuove superfici e di nuove forme. Forse proprio<br />
in questo stanno le istanze di continuità e persistenza del laterizio<br />
, un materiale antico e moderno al tempo stesso, che ha attra-<br />
328 inarcos
le aziende informano<br />
versato epoche e millenni conservando il fascino di essere antico.<br />
Vale a dire che le ragioni di continuità possono proprio essere<br />
ricercate nel fatto che in ogni epoca <strong>architetti</strong>, industrie e mercato<br />
hanno saputo plasmarlo, adattarlo alle esigenze attuali, in altre<br />
parole: renderlo moderno. Ed in tutti i casi la ricerca e l’innova -<br />
zione non possono prescindere da due caratteristiche fondamentali:<br />
gli orientamenti del mercato e della richiesta dei progettisti<br />
ed il confronto con il passato, con la tradizione.<br />
E’ il caso per esempio di una interessante sperimentazione condotta<br />
per questo progetto, da SanMarco Terreal Italia, sicuramente<br />
l’Azienda che meglio di altre ha saputo interpretare il concetto<br />
di evoluzione nel laterizio ,vale a dire ha ereditato il sapere tecnologico<br />
produttivo tradizionale “tramandato” ,sapendolo<br />
coniugare con le istanze dei tempi e degli slanci evolutivi.<br />
Si tratta di una ricerca che ha riguardato un mattone a pasta molle<br />
senza sabbia in superficie, allo scopo di mettere in luce i colori<br />
naturali delle argille, ottenendo sfumature con tonalità diverse<br />
per ogni mattone. Questo è il frutto di una ricerca interna insieme<br />
con l’architetto Isola. Si tratta di una nuova linea di prodotti,<br />
sempre a pasta molle che non esisteva sul mercato e che nasce da<br />
un particolare processo di lavorazione che prevede lo “scasseramento”<br />
dei mattoni durante la formatura attraverso l’utilizzo di<br />
limatura di faggio al posto della tradizionale sabbia. Tale elemento<br />
vegetale, durante la fase di cottura brucia, lasciando la<br />
superficie brillante e ricca di sfumature.<br />
Nella realizzazione le fasce cromatiche, ormai stilema architettonico<br />
in molte realizzazioni ddell’architetto Isola, si alternano con<br />
sfumature particolari realizzate attraverso l’utilizzo dei mattoni di<br />
questa particolare linea, colori Rosa Vivo e Rosso Vivo. Eppure se<br />
analizziamo nel passato la storia della produzione dei laterizi possiamo<br />
ritrovare questa particolare tecnica produttiva. Precisa -<br />
mente verso la fine del Quattrocento a Milano proprio per la<br />
Ca’Granda del Filarete erano stati previsti dei mattoni che avessero<br />
la caratteristica di rimanere a vista e dialogare senza soluzione<br />
di continuità con le formelle delle cornici e con i bassorilievi,<br />
anch’essi in cotto. Ebbene quei mattoni sono stati prodotti da una<br />
fornace locale alle porte di Milano proprio utilizzando nell’impasto<br />
dell’argilla paglia e limatura di legno.<br />
La SanMarco quindi ha saputo raccogliere una richiesta del<br />
mondo della progettazione, “tesaurizzando” un’esperienza significativa<br />
del passato, con un occhio alla tradizionalità del processo<br />
produttivo a stampo.<br />
Non è tuttavia sbagliato poter affermare che per tutte le forme di<br />
sperimentazione sui nuovi mattoni non si è potuto prescindere dal<br />
percorrere il filo sottile tra tradizione ed innovazione<br />
E’ proprio a questo concetto di Tradizione che ci riferiamo, che è<br />
sinonimo di continuità, dal latino tradere, cioè trasmettere, è il<br />
peso delle cose del passato giunte al presente e proiettate nel<br />
futuro. Il laterizio in questo senso è assolutamente un materiale<br />
“tradizionale”.<br />
SANMARCO - TERREAL ITALIA S.R.L.<br />
Strada alla Nuova Fornace – 15048 Valenza (AL)<br />
Tel. 0131 941739 - Fax 0131 959733<br />
www.sanmarco.it - marketing@sanmarco.it<br />
inarcos 329
le aziende informano<br />
TEMPOFOR B2:<br />
LA RECINZIONE MOBILE SICURA<br />
E STABILE, IDEALE PER CONCERTI<br />
ED EVENTI<br />
Oggi sempre più frequentemente è necessario delimitare e<br />
garantire la sicurezza di aree specifiche mediante l’impiego<br />
di sistemi mobili semplici e veloci da movimentare e da<br />
posare.<br />
In risposta all’aumentata domanda di sistemi di limitazione<br />
temporanei nonché alla crescita che sta caratterizzando il<br />
comparto del noleggio, soprattutto nell’attuale contingenza<br />
internazionale, Betafence ha sviluppato TEMPOFOR,<br />
una gamma completa di recinzioni mobili (in vendita o a<br />
noleggio) per la delimitazione e la sicurezza di aree specifiche.<br />
Facili da installare e caratterizzate dalla consueta qualità<br />
Betafence, tali recinzioni rispettano i più rigorosi standard<br />
di sicurezza e possono essere utilizzate in molteplici applicazioni<br />
(realizzazione di cantieri, opere stradali, siti industriali,<br />
eventi e manifestazioni, controllo delle folle e del<br />
traffico).<br />
I pannelli Tempofor si connotano per una solida intelaiatura<br />
d’acciaio con tubolari zincati, saldati a 360°, in cui ogni<br />
filo è saldato separatamente sulla struttura in tubolari. Lo<br />
speciale trattamento anticorrosione che assicura un elevata<br />
durabilità dei pannelli, si rivela tecnologicamente all’avanguardia<br />
nel settore.<br />
La funzionalità non preclude infine l’estetica: le recinzioni<br />
Tempofor si contraddistinguono infatti per un design<br />
moderno ed essenziale.<br />
All’interno della gamma completa Tempofor, Betafence<br />
presenta Tempofor B2, la recinzione ideale per proteggere<br />
aree peculiari da sguardi indiscreti soprattutto in occasione<br />
di eventi importanti e concerti.<br />
In aggiunta alla struttura in acciaio zincata a caldo,<br />
Tempofor B2 presenta un riempimento in lamiera zincata<br />
in acciaio colorata e profilata (dello spessore di 0,63 mm),<br />
disponibile anche nel colore rosso. Caratterizzato da lunghezza<br />
pari a 2160 e altezza pari a 2072 mm, il pannello ha<br />
un peso di 39 Kg.<br />
Grazie ad un montante controvento standard (fissato tramite<br />
un ancoraggio a terra o nel calcestruzzo) o triangolare<br />
con contrappeso in una base di calcestruzzo, la stabilità<br />
di Tempofor B2 è garantita in ogni situazione.<br />
Oltre ad offrire la più ampia gamma di recinzioni temporanee,<br />
Betafence presenta una vasta gamma di accessori<br />
divisa in due linee, l’una strettamente legata alle<br />
recinzioni mobili (accessori per commutare i pannelli in<br />
cancelli, teli per oscuramento, saette per offrire maggior<br />
stabilità contro il vento), l’altra specifica per la logistica dei<br />
pannelli (pallet di trasporto, sistemi per movimentare pacchi<br />
da 25 pannelli,ecc).<br />
Fornitore globale, Betafence mette a disposizione un qualificato<br />
e completo servizio di consulenza che si esplica in<br />
tutte le fasi del progetto, interamente assistito da tecnici<br />
Betafence.<br />
BETAFENCE ITALIA<br />
C. Da Salinello, 59 - Tel: 0861 7801 - Fax: 0861 780650<br />
info.italy@betafence.com - www.betafence.com<br />
330 inarcos
NUOVO SIKALASTIC-1K<br />
L’IMPERMEABILIZZAZIONE È CAMBIATA!<br />
le aziende informano<br />
Sika, indiscussa protagonista dell’innovazione e del mondo<br />
delle costruzioni, annuncia il lancio di SikaLastic-1K, un<br />
prodotto dav vero rivoluzionario, de stinato a cambiare per<br />
sempre il mon do dell’impermeabilizzazione.<br />
SikaLastic-1K, infatti, è una malta cementizia monocomponente<br />
elastica fibrorinforzata per impermeabilizzare<br />
piccole e grandi superfici.<br />
Un prodotto ad alto tasso di innovazione: innanzitutto perché<br />
è ecologico, versatile e ad altissime prestazioni, certificato<br />
per il contatto con acqua potabile nel rispetto del<br />
D.M. 174-2004. Ma non solo! SikaLastic-1K è anche un impermeabilizzante<br />
monocomponente, facile e veloce da<br />
applicare, riducendo di conseguenza i tempi e i costi di<br />
lavorazione. Messo a punto da Sika per rispondere efficacemente<br />
alle moderne esigenze di cantiere.<br />
Grandi prestazioni, quindi, alle quali si aggiungono altre performance<br />
di assoluto rilievo quali: l’ottimo mantenimento<br />
dell’elasticità nel tempo, massima versatilità di applicazione<br />
(a spatola, pennello o rullo, senza rete di rinforzo) e, infine,<br />
alta resistenza meccanica e ottima adesione su differenti supporti,<br />
quali, ad esempio, superfici metalliche e calcestruzzo.<br />
Campi di impiego<br />
SikaLastic-1k è un prodotto versatile, in grado di risolvere<br />
efficacemente numerose problematiche ed esigenze di<br />
cantiere, quali:<br />
• Impermeabilizzazione di cisterne per acqua potabile<br />
• Impermeabilizzazione delle strutture idrauliche come bacini,<br />
serbatoi, tubazioni in calcestruzzo, vasche e canali<br />
• Impermeabilizzazione di muri esterni interrati<br />
• Impermeabilizzazione interna di acqua in lieve controspinta,<br />
su muri e pavimentazioni di scantinati<br />
• Impermeabilizzazione di terrazze e balconi su substrati in<br />
calcestruzzo o vecchie piastrelle<br />
• Impermeabilizzazione di superfici generiche<br />
Facile da applicare<br />
SikaLastic-1K è il primo impermeabilizzante monocomponente:<br />
facile, pratico e veloce! Messo a punto da Sika per<br />
rispondere efficacemente alle moderne esigenze di cantiere.<br />
Con tempi e costi ridotti permette l’impermeabilizzazione di<br />
ogni tipo e dimensione di superficie eseguendo poche e<br />
semplici operazioni:<br />
• Pulire il sottofondo eliminando polvere e sporcizia<br />
• Inumidire leggermente il supporto, se necessario<br />
• Miscelare un sacco da 20 kg con 4,4-7 litri di acqua, a seconda<br />
della consistenza desiderata<br />
• Applicare a spatola, pennello o rullo in almeno due mani<br />
SikaLastic-1K: l’impermeabilizzazione è cambiata!<br />
Garantisce Sika.<br />
Sika Italia spa<br />
Via Luigi Einaudi 6 - 20068 Peschiera Borromeo (Mi)<br />
Tel. 02 54778111 - Fax 0254778119<br />
www.sika.com<br />
inarcos 331
le aziende informano<br />
L’IMPIANTO MULTI-SEZIONE<br />
PER IL MASSIMO INCENTIVO<br />
L’azienda<br />
Horus Energia Ambiente è specializzata nella progettazione,<br />
installazione e messa in esercizio di impianti ad energia<br />
rinnovabile (energia solare, eolica, biomassa) ed energie<br />
assimilate (microcogenerazione ad alto rendimento).<br />
Vende ed installa “impianti chiavi in mano” completi di<br />
pratiche GSE e collabora con gli installatori locali, creando<br />
in tal modo sinergie.<br />
L’obiettivo dei soci fondatori è diffondere la cultura dell’energia<br />
pulita, incoraggiando l’utilizzo delle energie rinnovabili<br />
come fonti primarie, perseguendo la qualità ai massimi<br />
livelli, innovando ed evolvendo le caratteristiche dei<br />
propri prodotti per ottenere la piena soddisfazione del<br />
cliente.<br />
Una nostra realizzazione:<br />
impianto fotovoltaico a 2 sezioni<br />
Fra i diversi interventi compiuti da Horus Energia Ambiente<br />
siamo qui a presentare l’impianto fotovoltaico realizzato<br />
presso la nuova sede di Sotemapack s.r.l., nel comune di<br />
Anzola Emilia. La potenza totale dell’impianto è di 40,192<br />
kW, da cui è attesa una produzione annua di energia elettrica<br />
di oltre 45.000 kWh. L’energia elettrica generata è<br />
destinata ad essere utilizzata per le attività dell’azienda<br />
che opera nella produzione di macchine per l’imballaggio<br />
in termoretraibile. La scelta del fotovoltaico si inquadra nel<br />
contesto di un programma di riduzione dei consumi e dei<br />
costi energetici dell’azienda, così da abbassare il proprio<br />
impatto ambientale in modo significativo.<br />
La peculiarità di questo impianto sta nell’adozione di due<br />
diverse tecnologie di moduli fotovoltaici, moduli in silicio<br />
policristallino e moduli in silicio amorfo a film sottile.<br />
Questa soluzione è nata dall’esigenza di sfruttare l’intera<br />
area disponibile, da un lato la copertura piana sovrastante<br />
l’edificio adibito ad uffici, dall’altro i cupolini dello stabile<br />
con travi ad Y sede delle attività industriali.<br />
Il campo fotovoltaico composto dai moduli in silicio policristallino<br />
occupa la sommità piana dello stabile destinato<br />
agli uffici, ha potenza totale pari a 16,8 kW per un totale<br />
di 80 moduli, ciascuno di potenza nominale 210 W. I moduli<br />
sono fissati alla copertura piana mediante vasche in<br />
HDPE (polietilene ad alta densità), zavorrate con ghiaia<br />
per resistere alle sollecitazioni del vento. Questo sistema<br />
evita di intaccare l’impermeabilizzazione della copertura,<br />
consentendo l’installazione della struttura di sostegno<br />
senza operare alcun foro. Tali supporti forniscono ai<br />
moduli orientamento a Sud e inclinazione di 25° e sono<br />
distanziati in misura tale da evitare l’ombreggiamento<br />
reciproco tra le file.<br />
Il campo fotovoltaico composto dai moduli in silicio amorfo<br />
è realizzato sulla copertura a profilo grecato in corrispondenza<br />
dei cupolini del capannone, ha una potenza<br />
pari a 23,392 kW, per un totale di 172 moduli, ciascuno di<br />
332 inarcos
L’impianto in sintesi<br />
Totale Sezione 1 Sezione 2<br />
Potenza (kW) 40,192 16,8 23,392<br />
Tecnologia moduli silicio policristallino silicio amorfo<br />
Integrazione architettonica parziale totale<br />
Superficie lorda ( m 2 ) 1877 404 1473<br />
Stima producibilità annua (kWh/anno) 45.421 20.160 25.261<br />
I dati tecnici<br />
Emissioni di CO2 risparmiate (kg/anno) 23.873<br />
Moduli<br />
- 80 moduli Sharp ND 210 E1F<br />
- 172 moduli Enercover Top ECT136N<br />
(172 moduli Unisolar PVL-136)<br />
Inverter<br />
2 inverter Power One PVI 10.0 OUTD<br />
2 inverter Power One PVI 12.5 OUTD<br />
I progettisti<br />
Progettista elettrico<br />
Progettista edile<br />
Per.Ind. Sola Davide<br />
Arch. Dalsecco Mario<br />
le aziende informano<br />
potenza nominale 136 W. I laminati in silicio amorfo di film<br />
flessibile sono applicati su lamiere profilate in alluminio di<br />
spessore 1.0 mm che ne costituiscono il supporto. I pannelli<br />
fotovoltaici così realizzati sono tra loro collegati lungo la<br />
linea di profilatura longitudinale con appositi morsetti in<br />
acciaio inox che determinano l’irrigidimento del sistema e<br />
assicurano la continuità del manto di copertura fotovoltaico.<br />
Inoltre una serie completa di lattonerie, realizzate in<br />
alluminio di spessore 1.0 mm, assicurano la completa integrazione<br />
architettonica del generatore elettrico con gli<br />
altri elementi funzionali del sistema di copertura.<br />
Una caratteristica di un impianto a tecnologia mista, come<br />
questo, è che ogni tipologia di pannello necessita di macchine<br />
per la conversione CC/CA dedicate poiché gli inverter<br />
non sopportano in ingresso stringhe a diversa tecnologia,<br />
dal momento che i differenti tipi di pannelli hanno caratteristiche<br />
elettriche molto diverse. Ne consegue che corrente<br />
elettrica continua generata dal campo fotovoltaico<br />
costituito dai moduli in silicio policristallino è convertita in<br />
corrente alternata da due inverter trifase di potenza nominale<br />
10,4 kW, ciascuno dotato di due inseguitori MPPT che<br />
garantiscono il massimo trasferimento di potenza verso la<br />
rete; inoltre la corrente elettrica continua generata dal<br />
campo fotovoltaico formato dai moduli in silicio amorfo è<br />
convertita in corrente alternata da due inverter trifase di<br />
potenza nominale 13 kW, ciascuno dotato di due inseguitori<br />
MPPT. In pratica si tratta di due impianti che si uniscono<br />
nella parte finale, in un unico punto di utilizzo e connessione<br />
alla rete.<br />
Per monitorare il corretto funzionamento, l’impianto è<br />
dotato di un sistema di monitoraggio mediante connessione<br />
ethernet e modem DSL che permette di visualizzare su<br />
PC i dati di performance dell’impianto quali energia prodotta,<br />
potenza, tensioni, correnti, consentendo l’accesso<br />
da qualunque computer collegato ad internet.<br />
Per quanto riguarda il meccanismo di incentivazione, la<br />
Delibera AEEG ARG/elt 161/08 ha reso possibile la realizzazione<br />
di un impianto fotovoltaico suddiviso in più parti<br />
(sezioni), ciascuna con la propria tipologia di integrazione<br />
architettonica. Questa norma ci ha permesso di ottenere<br />
dal GSE il riconoscimento della tariffa incentivante per<br />
l’integrazione architettonica parziale per la sezione di<br />
impianto in silicio policristallino e il riconoscimento della<br />
tariffa per la totale integrazione architettonica per<br />
l’impianto in silicio amorfo a film sottile realizzato sui<br />
cupolini.<br />
HORUS ENERGIA AMBIENTE S.R.L.<br />
VIa Cassola, 28/8 - 40050 Monteveglio (Bo)<br />
Tel. 051 960 976 - Fax 051 961 094<br />
mail: info@horusenergia.it - web: www.horusenergia.it<br />
inarcos 333
naturalezza e autenticità<br />
in architettura<br />
Le innovative tecnologie<br />
di posa della copertura<br />
mediante apposite macchine<br />
profilatrici ed aggraffatrici<br />
rendono il sistema per<br />
aggraffatura particolarmente<br />
indicato anche per geometrie<br />
curve o coniche, abbaini,<br />
raccordi a corpi emergenti.<br />
Nei rivestimenti di facciata<br />
sono previsti anche altri<br />
sistemi: a lastre ondulate<br />
o grecate, doghe di vario<br />
tipo, pannelli scatolati,<br />
scaglie e soluzioni speciali<br />
per esempio con laminato<br />
perforato.<br />
RHEINZINK Italia<br />
Via Marconi 21<br />
37011 Bardolino VR<br />
Tel. 0456 210 310<br />
Fax 0456 210 311<br />
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Via S. Pio V, 5<br />
40131 Bologna<br />
Tel. 051.728728<br />
Fax 051.728732<br />
tecnoposesrl@tecnopose.191.it<br />
bologna<br />
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www.assiabo.it<br />
<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti<br />
della Provincia di Bologna<br />
notiziari<br />
GIORNATA STUDIO del 14 Aprile 2010<br />
PROGETTARE CON IL NUOVO TESTO<br />
SULLE NTC DM 14/01/2008<br />
Quest’anno il convegno della STS srl (Software Tecnico<br />
Scientifico) in collaborazione con ASSIABO è stato aperto da un<br />
oratore d’eccezione: l’ing. Pierluigi Pontillo, direttore<br />
dell’Ufficio Pratiche Sismiche del Circondario Imolese che già in<br />
passato si è fatto apprezzare per essere intervenuto ad un<br />
appuntamento analogo.<br />
L’ing. Pontillo ha informato la platea, circa l’inizio della sperimentazione<br />
di un software per la descrizione e verifica della pratiche<br />
sismiche creato dall’Eucenter e in sperimentazione nella<br />
Regione Calabria. Le difficoltà per gli <strong>ingegneri</strong> aumentano<br />
notevolmente, la compilazione risulta macchinosa e dispendiosa<br />
sotto l’aspetto temporale.<br />
Verso le 10,30 l’ing. Pontillo salutava i presenti, accorsi numerosi<br />
(122 partecipanti), lasciando la parola agli ingg. Biondi e<br />
Rainiero,consulenti STS, che procedevano allo svolgimento del<br />
programma secondo una schema oramai collaudato: prima una<br />
parte di illustrazione teorica sulla Normativa arricchita da confronti<br />
con le altre norme, e poi un dimostrazione pratica dell’utilizzo<br />
del software in relazione agli argomenti trattati e alle novità<br />
introdotte nei software per il calcolo strutturale prodotti da STS.<br />
L’ingegner Angelo Biondi, consulente della STS srl, ha relazionato<br />
abbondantemente sulle novità introdotte dal DM di cui sopra,<br />
sia riguardo alle modifiche introdotte dalla nuova zonazione sia<br />
a quelle relative alle verifiche degli elementi strutturali. Inoltre,<br />
il collega Ing. Biondi (autore di testi di argomentazione tecnica<br />
quali “Strutture in cemento armato: dalle tensioni ammissibili<br />
agli Eurocodici passando per gli stati limite” – “Progettazione<br />
anti sismica degli edifici – Normativa sismica a confronto” –<br />
“Calcolo di strutture in muratura – Dal metodo POR alle norme<br />
tecniche per le costruzioni”- “Le nuove N.T.C. 2008. Guida pratica<br />
- Come cambia la progettazione strutturale”) ha trattato dal<br />
punto di vista teorico anche gli aspetti riguardanti la calcolazione<br />
di edifici in acciaio e quelli isolati. La relazione dell’ing. Biondi<br />
è a disposizione sul sito www.angelobiondi.com .<br />
In conclusione della giornata l’ing. Marco Rainiero, direttore tecnico<br />
commerciale della sede STS di Bologna, ha effettuato un<br />
dimostrazione pratica con il software CDS Win illustrando le<br />
novità della release 2010 del software CDSWin, il programma di<br />
calcolo strutturale della STS.<br />
L’interesse dei presenti si è acceso quando l’ing. Rainiero ha<br />
cominciato a parlare di costruzioni in muratura, e sulle possibili<br />
soluzioni per le verifiche sul patrimonio edilizio esistente. Si è<br />
parlato della stesura delle pratiche di miglioramento sismico e di<br />
quelle di adeguamento, e soprattutto di quanto il software offre<br />
in relazione alle richieste della normativa e delle tabelle degli<br />
enti pubblici. Si sono visti esempi di miglioramento ottenuti inserendo<br />
nel software l’apporto di fibre di carbonio o vetro, o<br />
betoncino armato, o addirittura il metodo CAM (cucitura attiva<br />
delle murature) un innovativo metodo che sta vedendo centinaia<br />
di applicazioni negli edifici in muratura nella zona<br />
dell’Aquila e che l’ing. Rainiero ha applicato a Casalecchio di<br />
Reno in un importante edificio scolastico, di cui ha reso partecipe<br />
la platea.<br />
L’ing. Rainiero, prima di rispondere alle domande dei tecnici<br />
<strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong> sulla applicazione dei metodi, sia nella<br />
modellazione software che nella pratica realizzativa, ha mostrato<br />
anche alcune novità riguardanti il miglioramento sismico di<br />
edifici esistenti in cemento armato con l’utilizzo di materiali<br />
fibrorinforzati. L’attenzione dedicata dagli sviluppatori della STS<br />
agli edifici esistenti che comprende, non solo edifici in muratura,<br />
ma anche edifici in cemento armato, consegna a questa software<br />
house un primato: quello per la modellazione e la verifica<br />
degli edifici esistenti. Anni di studio e di lavoro hanno permesso<br />
di godere un risultato di unicità tra le case software <strong>ingegneri</strong>stiche<br />
nel settore delle verifiche sugli edifici esistenti.<br />
Alla fine della giornata i relatori si sono trattenuti con alcuni dei<br />
partecipanti per rispondere ad ulteriori quesiti tecnici.<br />
Un sentito ringraziamento va portato ad STS ed ASSIABO per il<br />
lavoro compito per rendere possibile l’incontro.<br />
NOVITA’<br />
ASSIABO è convenzionata<br />
con MAGGIOLI EDITORE<br />
Presentado la tessera ASSIABO si potrà godere dei seguenti sconti:<br />
-25% per abbonamenti a riviste, software e servizi internet,<br />
-20% per editoria.<br />
Inoltre saranno gratuite consegne e visioni.<br />
La tessera associativa viene distribuita all’atto dell’iscrizione.<br />
Tel. 051/231815 lun, mer, ven: 9-15; mar, gio: 12-18<br />
inarcos 337
www.ord-ing-bo.it<br />
notiziari<br />
notiziari<br />
CONSIGLIO NAZIONALE<br />
DEGLI INGEGNERI<br />
PROPOSTA DI LAVORO<br />
CON LA FORMULA DEL<br />
CONTRATTO A PROGETTO -<br />
CIRCOLARE CNI N. 323<br />
DEL 26/03/10<br />
CONSIGLIO NAZIONALE<br />
DEGLI INGEGNERI<br />
Circ. 323 XVII Sess.<br />
Ai Consigli degli Ordini e alle Fe de -<br />
razioni e/o Consulte Regionali degli<br />
In gegneri - Loro Sedi<br />
Oggetto: Proposta di lavoro con la<br />
formula del contratto a progetto -<br />
art.61 d.lgs. 276/2003 - compatibilità<br />
con l’iscri zione all’albo professionale<br />
- condizioni - risposta del Ministero<br />
del Lavoro e delle Politiche sociali -<br />
prot. CNI n. 731.<br />
Con la presente si trasmette a tutti gli<br />
Enti in indirizzo la risposta pervenuta<br />
dal Centro di contatto del Ministero del<br />
Lavoro e delle Politiche Sociali, cui il<br />
Consiglio Nazionale si era rivolto a<br />
seguito di una richiesta di parere del -<br />
l’Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> della Provincia<br />
di Taranto su una tematica di estremo<br />
interesse.<br />
La questione controversa - che ora il<br />
Ministero ha risolto positivamente - verteva<br />
sulla possibilità per un professionista<br />
Ingegnere, a date condizioni, di<br />
avvalersi della tipologia contrattuale, di<br />
recente introduzione, denominata<br />
“Lavoro a progetto”.<br />
In sostanza, di fronte ad un iscritto che<br />
338 inarcos<br />
aveva ricevuto da un’azienda privata<br />
un’offerta lavorativa con la formula del<br />
“contratto a progetto”, l’Ordine chiedeva<br />
se tale contratto di lavoro comporti<br />
per l’Ingegnere la necessità di cancellazione<br />
/ sospensione dell’iscrizione<br />
all’albo professionale, giusto il disposto<br />
dell’art. 61 del decreto legislativo 10<br />
settembre 2003 n. 276 (“Attuazione<br />
delle deleghe in materia di occupazione<br />
e mercato del lavoro, di cui alla legge 14<br />
febbraio 2003 n.30”).<br />
Come noto, il terzo comma dell’art.61<br />
del d.lgs. 276/2003 inserito nel Capo I<br />
(“Lavoro a progetto e lavoro occasionale”)<br />
del Titolo VII della normativa citata<br />
- afferma che: “Sono escluse dal campo<br />
di applicazione del presente capo le<br />
professioni intellettuali per l’esercizio<br />
delle quali è necessaria l’iscrizione in<br />
appositi albi professionali, esistenti alla<br />
data di entrata in vigore del presente<br />
decreto legislativo ... “ (in allegato).<br />
Sulla base di questa disposizione la ditta<br />
privata sosteneva che gli <strong>Ingegneri</strong><br />
iscritti all’albo non possono avvalersi<br />
della tipologia del lavoro a progetto e<br />
che quindi l’iscritto si doveva - per la<br />
durata della prestazione lavorativa -<br />
cancellare dall’albo.<br />
Il Consiglio Nazionale, invece, - argomentando<br />
la propria richiesta di parere<br />
al Ministero competente - ha affermato<br />
che tale soluzione poteva dirsi corretta<br />
soltanto in certe ipotesi.<br />
L’opinione del Consiglio Nazionale, in -<br />
fatti, era nel senso che l’esclusione disposta<br />
dal terzo comma dell’art.61 cito è<br />
da intendersi limitata alle attività professionali<br />
che per il loro esercizio richiedono<br />
l’iscrizione agli albi professionali.<br />
Mentre l’art.61, comma 3, del d.lgs.<br />
276/2003 non varrebbe per il caso di un<br />
Ingegnere, iscritto all’albo, destinatario<br />
di un contratto a progetto per svolgere<br />
un’attività lavorativa non riservata agli<br />
iscritti all’albo e quindi diversa e distinta<br />
rispetto alle prestazioni professionali<br />
“per l’esercizio delle quali è necessaria<br />
l’iscrizione in appositi albi professionali”<br />
(v. richiesta di parere CNI del 3/02/<br />
2010 allegata).<br />
Era quindi in discussione se è consentito<br />
ad una persona, che ha anche il titolo e<br />
la qualifica di Ingegnere iscritto all’albo,<br />
di accettare lavori non afferenti e non<br />
riservati alla professione di Ingegnere<br />
mediante un contratto a progetto.<br />
Adesso, nella sua risposta, la Direzione<br />
Generale della Tutela delle Condizioni<br />
di Lavoro del Ministero del Lavoro e<br />
delle Politiche Sociali afferma che<br />
l’esclusione prevista dall’articolo 61,<br />
comma 3, del decreto legislativo 276/2003<br />
“opera nel caso in cui l’attività prestata<br />
dal collaboratore sia attinente all’albo<br />
professionale di iscrizione”.<br />
In via preliminare il Ministero ricorda<br />
che il lavoro a progetto non rappresenta<br />
uno schema contrattuale diverso, ma<br />
una modalità di svolgimento delle collaborazioni<br />
coordinate e continuative,<br />
“la cui disciplina continua ad applicarsi<br />
per le attività enunciate nell’art.61, co.<br />
3, d.1gs. 276/2003”.<br />
Detto questo, la Direzione Generale<br />
della Tutela delle Condizioni di Lavoro<br />
afferma che la problematica in esame<br />
appare risolta dall’Interpello n.65/2008,<br />
in materia di contratto a progetto, relativo<br />
al conferimento di un incarico di<br />
‘collaborazione autonoma’ ad un soggetto,<br />
titolare di partita IVA ed iscritto<br />
alla Gestione separata INPS, che svolge<br />
un’attività non rientrante tra quelle per<br />
le quali sia prescritta l’iscri zione ad un<br />
albo professionale.<br />
L’interpello ministeriale citato - che ad
ogni buon conto si trasmette in allegato<br />
- sulla questione specifica precisa che<br />
“Il soggetto titolare di partita IVA può<br />
rendere prestazione lavorativa in regime<br />
di collaborazione coordinata e continuativa<br />
a progetto solo qualora la<br />
stessa non rientri nell’ambito dell’attività<br />
ordinaria svolta professionalmente”.<br />
Il Consiglio Nazionale esprime soddisfazione<br />
per la risposta ministeriale, che -<br />
al ricorrere delle anzidette condizioni -<br />
conferma la possibilità per i professionisti<br />
di stipulare contratti a progetto.<br />
Tanto si doveva per opportuna informazione<br />
e a beneficio di tutti gli operatori<br />
del settore, datori di lavoro ed Inge -<br />
gneri.<br />
Distinti saluti.<br />
Il consigliere segretario<br />
Dott. Ing. Roberto Brandi<br />
Il Presidente<br />
Dott. Ing. Giovanni Rolando<br />
Allegati<br />
1) art.61 decreto legislativo n.276/2003;<br />
2) richiesta di parere CNI del 3/02/2010 ;<br />
3) parere Direzione Generale della<br />
Tutela delle Condizioni di Lavoro del<br />
Ministero del Lavoro e delle Politiche<br />
Sociali del 11/02/2010 ;<br />
4) Interpello Direzione Generale per<br />
[‘attività ispettiva del Ministero del<br />
Lavoro n.65/2008.<br />
Allegato 1<br />
***<br />
TITOLO VII<br />
Tipologie contrattuali a progetto e<br />
occasionali.<br />
Capo I - Lavoro a progetto e lavoro<br />
occasionale<br />
(giurisprudenza di legittimità)<br />
61. Definizione e campo di applicazione.<br />
1. Ferma restando la disciplina per gli<br />
agenti e i rappresentanti di commercio,<br />
i rapporti di collaborazione coordinata<br />
e continuativa, prevalentemente personale<br />
e senza vincolo di subordinazione,<br />
di cui all’articolo 409, n. 3, del codice di<br />
procedura civile devono essere riconducibili<br />
a uno o più progetti specifici o programmi<br />
di lavoro o fasi di esso determinati<br />
dal committente e gestiti autonomamente<br />
dal collaboratore in funzione<br />
del risultato, nel rispetto del coordinamento<br />
con la organizzazione del committente<br />
e indipendentemente dal<br />
tempo impiegato per l’esecuzione della<br />
attività lavorativa (122).<br />
2. Dalla disposizione di cui al comma 1<br />
sono escluse le prestazioni occasionali,<br />
intendendosi per tali i rapporti di durata<br />
complessiva non superiore a trenta<br />
giorni nel corso dell’anno solare con lo<br />
stesso committente, salvo che il compenso<br />
complessivamente percepito nel<br />
medesimo anno solare sia superiore a 5<br />
mila euro, nel qual caso trovano applicazione<br />
le disposizioni contenute nel<br />
presente capo.<br />
3. Sono escluse dal campo di applicazione<br />
del presente capo le professioni<br />
intellettuali per l’esercizio delle quali è<br />
necessaria l’iscrizione in appositi albi<br />
professionali, esistenti alla data di<br />
entrata in vigore del presente decreto<br />
legislativo, nonché i rapporti e le attività<br />
di collaborazione coordinata e continuativa<br />
comunque rese e utilizzate a<br />
fini istituzionali in favore delle associazioni<br />
e società sportive dilettantistiche<br />
affiliate alle federazioni sportive nazionali,<br />
alle discipline sportive associate e<br />
agli enti di promozione sportiva riconosciute<br />
dal C.O.N.I., come individuate e<br />
disciplinate dall’articolo 90 della legge<br />
27 dicembre 2002, n. 289. Sono altresì<br />
esclusi dal campo di applicazione del<br />
presente capo i componenti degli organi<br />
di amministrazione e controllo delle<br />
società e i partecipanti a collegi e commissioni,<br />
nonché coloro che percepiscono<br />
la pensione di vecchiaia.<br />
4. Le disposizioni contenute nel presente<br />
capo non pregiudicano l’applica -<br />
zione di clausole di contratto individuale<br />
o di accordo collettivo più favorevoli<br />
per il collaboratore a progetto.<br />
(122) Vedi, anche, il comma 2 dell’art.<br />
19, D.L. 29 novembre 2008, n. 185.<br />
Allegato 2<br />
***<br />
CONSIGLIO NAZIONALE<br />
DEGLI INGEGNERI<br />
Al Ministero del Lavoro, della Salute e<br />
delle Politiche Sociali centrodicontatto@lavoro.gov.it<br />
Oggetto: Proposta di lavoro con la<br />
formula del contratto a progetto -<br />
art.61 d.lgs. 276/2003 - compatibilità<br />
con l’iscrizione all’albo professionale<br />
- richiesta di parere - prot.<br />
CNI n. 5866<br />
L’Ordine degli <strong>Ingegneri</strong> della Provincia<br />
di Taranto ha domandato, a seguito<br />
della richiesta di un iscritto che ha ricevuto<br />
da parte di una azienda privata<br />
un’offerta lavorativa con la formula del<br />
“contratto a progetto”(in allegato), se<br />
tale contratto di lavoro comporti la<br />
necessità di cancellazione/sospensione<br />
dell’iscrizione all’albo professionale,<br />
giusto il disposto dell’art.61 del decreto<br />
legislativo l0 settembre 2003 n.276<br />
(“Attuazione delle deleghe in materia<br />
di occupazione e mercato del lavoro, di<br />
cui alla legge 14 febbraio 2003 n.30”).<br />
Come noto, il terzo comma dell’art.61<br />
del d.lgs. 276/2003 _ inserito nel Capo I<br />
(“Lavoro a progetto e lavoro occasionale”)<br />
del Titolo VII della normativa citata<br />
-afferma che : “Sono escluse dal campo<br />
di applicazione del presente capo le<br />
professioni intellettuali per l’esercizio<br />
delle quali è necessaria l’iscrizione in<br />
appositi albi professionali, esistenti alla<br />
data di entrata in vigore del presente<br />
decreto legislativo ... “.<br />
Trattandosi di normativa relativa al<br />
mercato del lavoro e all’occupazione, la<br />
competenza in materia spetta al Mini -<br />
stero del Lavoro, della Salute e delle<br />
Politiche Sociali, al quale si richiede<br />
quindi di pronunciarsi in merito.<br />
Sembra necessario, però, sgombrare il<br />
campo da un equivoco.<br />
Da contatti informali avuti con il Centro<br />
di contatto del Ministero del Lavoro,<br />
della Salute e delle Politiche Sociali,<br />
risulta che il Ministero del Lavoro è dell’opinione<br />
che, in base all’art. 61,<br />
comma 3, del d.lgs. cit., gli <strong>Ingegneri</strong><br />
iscritti all’albo non possono avvalersi<br />
della tipologia del lavoro a progetto.<br />
In realtà questa soluzione - in base ad<br />
un attento esame della lettera e della<br />
ratio dell’art.61, terzo comma, d.lgs.<br />
276/2003 - a parere del Consiglio Na -<br />
zionale, può dirsi corretta soltanto in<br />
certi casi.<br />
L’opinione del Consiglio Nazionale sul<br />
punto infatti è nel senso che l’esclusione<br />
disposta dal terzo comma dell’art.61<br />
cito sia da intendersi limitata alle attività<br />
professionali che per il loro esercizio<br />
richiedono l’iscrizione agli albi professionali.<br />
Ovvero, non potrebbe - nel nostro caso<br />
- un Ingegnere iscritto all’albo avvalersi<br />
della tipologia contrattuale “Lavoro a<br />
progetto” per svolgere un incarico professionale<br />
rientrante nelle competenze<br />
dell’Ingegnere per l’assolvimento del<br />
quale la legge impone l’iscrizione al<br />
relativo albo (es., firmare un progetto<br />
edilizio).<br />
Ma nulla osta a che un Ingegnere iscritto<br />
all’albo possa essere destinatario di un<br />
contratto a progetto per svolgere un’at -<br />
tività lavorativa non riservata agli iscritti<br />
all’albo e quindi diversa e distinta rispetto<br />
alle prestazioni professionali “per l’eser -<br />
cizio delle quali è necessaria l’iscrizione in<br />
appositi albi professionali”.<br />
Questa, a meno di stravolgimenti delle<br />
finalità della normativa, appare l’inter -<br />
pretazione corretta del terzo comma<br />
dell’art. 61 del d.lgs. 276/2003, laddove<br />
esclude le professionali intellettuali<br />
come quella di Ingegnere “dal campo di<br />
applicazione del presente Capo”.<br />
notiziari<br />
inarcos 339
MINISTERO DEL LAVORO, DELLA<br />
SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI<br />
Roma, 23 dicembre 2008<br />
Prot. 25/1/001861 7<br />
Oggetto: art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 -<br />
incarico di collaborazione autonoma<br />
e contratto di collaborazione<br />
coordinata e continuativa a progetto.<br />
La Confcommercio ha avanzato richiesta<br />
d’interpello per conoscere il parere<br />
di questa Direzione riguardo alla sussistenza<br />
o meno dei vincoli di cui agli artt.<br />
61 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003, in materia<br />
di contratto a progetto, nel caso di<br />
conferimento di un incarico di “collaborazione<br />
autonoma” ad un soggetto,<br />
titolare di partita IVA ed iscritto alla<br />
Gestione separata INPS, che svolge<br />
un’attività non rientrante tra quelle per<br />
le quali sia prescritta l’iscrizione ad un<br />
albo o ad un ordine professionale.<br />
In particolare si chiede, in caso di risposta<br />
affermativa, come coordinare le disposizioni<br />
riguardanti l’obbligo di erogazione<br />
del compenso e di predisposizione<br />
del relativo prospetto paga con<br />
l’obbligo del collaboratore titolare di<br />
partita IVA di emettere fattura.<br />
Al riguardo acquisito il parere della<br />
Direzione generale della Tutela delle<br />
Condizioni di Lavoro e dell’INPS, si rappresenta<br />
quanto segue.<br />
Occorre, in via preliminare, inquadrare<br />
correttamente la fattispecie prospettata,<br />
dal momento che la soluzione della<br />
questione è differente a seconda che si<br />
tratti di collaborazione coordinata e<br />
continuativa ovvero di lavoro autonomo<br />
reso ai sensi dell’art. 2222 c.c.<br />
In quest’ultimo caso, infatti, l’attività è<br />
svolta in completa autonomia da parte<br />
del lavoratore con riguardo in particolare<br />
alle modalità della prestazione;<br />
non vi è infatti alcun coordinamento<br />
con l’attività del committente né un<br />
inserimento funzionale del lavoratore<br />
nell’organizzazione aziendale.<br />
Viceversa, le collaborazioni coordinate<br />
e continuative sono caratterizzate -<br />
oltre che dall’elemento qualificatorio<br />
essenziale, rappresentato dall’autonomia<br />
del collaboratore nello svolgimento<br />
della attività lavorativa dedotta nel contratto<br />
e dalla irrilevanza del tempo<br />
impiegato per l’esecuzione della prestanotiziari<br />
E proprio in questa seconda ipotesi<br />
potrebbe cadere il caso prospettato dall’iscritto,<br />
qualora il progetto richiedesse<br />
attività che non necessitano di iscrizione<br />
all’albo.<br />
L’interpretazione proposta, inoltre,<br />
pare l’unica che consente di dare un<br />
senso ed un significato alla locuzione<br />
“professioni intellettuali per l’eserci -<br />
zio delle quali è necessaria l’iscrizione<br />
in appositi albi... “ : con ciò la legge<br />
intendendo chiaramente - a parere di<br />
chi scrive - escludere dal lavoro a progetto<br />
soltanto l’esercizio della professione<br />
di Ingegnere e delle altre professioni<br />
regolamentate.<br />
Non è possibile (ed è vietato) quindi<br />
esercitare la professione di Ingegnere<br />
nella forma del lavoro a progetto, ma è<br />
consentitu ad una persona che ha anche<br />
il titolo e la qualifica di Ingegnere iscritto<br />
all’albo di accettare lavori non afferenti<br />
e non riservati alla professione di<br />
ingegnere mediante un contratto a progetto.<br />
Poiché la questione riveste valenza<br />
generale e appare necessario ottenere<br />
un chiarimento ufficiale che sia di ausilio<br />
per tutti gli operatori del settore,<br />
datori di lavoro e professionisti interessati,<br />
il Consiglio Nazionale con la presente<br />
chiede al Ministero del Lavoro di<br />
esprimere il proprio autorevole parere<br />
sulla tematica, tenendo conto delle<br />
osservazioni e delle argomentazioni prospettate,<br />
nonché di indicare e specificare<br />
nel dettaglio quali siano - in ipotesi - le<br />
ulteriori forme contrattuali a disposizione<br />
delle parti per l’incarico lavorativo<br />
riferito dall’Ordine di Taranto.<br />
In attesa di un cortese riscontro, distinti<br />
saluti.<br />
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO<br />
(Dott.Ing. Roberto Brandi)<br />
IL PRESIDENTE<br />
(Dott.Ing. Giovanni Rolando)<br />
Allegato 3<br />
***<br />
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE<br />
POLITICHE SOCIALI<br />
Al Backoffice SEDE<br />
Ai sensi e per gli effetti della circolare n.<br />
49/04 si trasmette la presente risposta,<br />
al fine di consentire il diretto riscontro<br />
all’interessato richiedente.<br />
A Consiglio Nazionale <strong>Ingegneri</strong> Mai!:<br />
segreteria@cni-online.it<br />
Oggetto: proposta di lavoro con la<br />
formula del contratto a progetto -art.<br />
61 d.lgs. 276/2003 compatibilità con<br />
l’iscrizione all’albo professionale -<br />
richiesta di parere -prot-CNI n. 5866.<br />
Con riferimento al quesito posto nell.email<br />
da codesto Consiglio Nazionale,<br />
relativo al fatto se un ingegnere cui<br />
viene offerto di lavorare con il contratto<br />
di lavoro a progetto deve provvedere<br />
necessariamente alla cancellazione o<br />
sospensione dell’iscrizione all’albo professionale,<br />
si osserva quanto segue.<br />
Gli iscritti agli albi professionali ai sensi<br />
dell’art. 61 d.lgs.276/03 sono esclusi,<br />
come è noto, dall’applicazione della<br />
disciplina del lavoro a progetto. Le esclusioni<br />
previste dal citato articolo si riferiscono<br />
a quelle categorie di lavoratori per<br />
le quali il legislatore ha escluso il rischio<br />
di un utilizzo fraudolento delle collaborazioni<br />
coordinate e continuative.<br />
Tuttavia, come sottolineato dalla circolare<br />
ministeriale n. 1/04, l’esclusione<br />
opera nel caso in cui l’attività prestata<br />
dal collaboratore sia attinente all’albo<br />
professionale di iscrizione, conseguentemente,<br />
in tale ipotesi il professionista<br />
è legittimato a stipulare una collaborazione<br />
coordinata e continuativa senza.<br />
dover fare riferimento alla normativa di<br />
cui agli articoli 61 e seguenti del<br />
d.lgs.276/03.<br />
Infatti, il lavoro a progetto non rappresenta<br />
uno schema contrattuale diverso<br />
ma una modalità di svolgimento delle<br />
collaborazioni coordinate e continuative,<br />
la cui disciplina continua ad applicarsi<br />
per le attività enunciate nell’art. 61<br />
co.3 d.lgs. 276/03.<br />
In particolare, la citata circolare ha chiarito<br />
esplicitamente che: “la disciplina<br />
che emerge dall‘art. 61 è finalizzata a<br />
impedire l’utilizzo improprio e fraudolento<br />
delle collaborazioni coordinate e<br />
continuative. Al di fuori delle campo di<br />
applicazione dell’art. 61 si collocano,<br />
con tutta evidenza, fattispecie che non<br />
presentano significativi rischi di elusione<br />
della normativa inderogabile del<br />
lavoro ... per le quali continua a trovare<br />
applicazione la previgente disciplina “.<br />
Ciò premesso, in ordine all’interpretazione<br />
prospettata, relativa alla possibilità di<br />
un ingegnere di essere destinatario di un<br />
contratto a progetto per svolgere un’at -<br />
tività lavorativa non riservata agli iscritti<br />
all’albo, si evidenzia che la questione<br />
appare risolta nell’interpello n. 65/2008,<br />
in materia di contratto a progetto, nel<br />
caso di conferimento di un incarico di<br />
“collaborazione autonoma” ad un soggetto,<br />
titolare di partita IVA ed iscritto<br />
alla Gestione separata INPS, che svolge<br />
un’attività non rientrante tra quelle per le<br />
quali sia prescritta l’iscrizione ad un albo<br />
o ad un ordine professionale.<br />
Al riguardo, il citato interpello specifica<br />
che “il soggetto titolare di partita IVA<br />
può rendere prestazione lavorativa in<br />
regime di collaborazione coordinata e<br />
continuativa a progetto solo qualora la<br />
stessa non rientri nell ‘ambito dell‘attività<br />
ordinaria svolta professionalmente.“<br />
Allegato 4<br />
***<br />
340 inarcos
zione - dalla necessaria coordinazione<br />
con il committente. Secondo il modello<br />
approntato dal D.Lgs. n. 276/2003, inoltre,<br />
dette collaborazioni devono essere<br />
riconducibili, come modalità organizzativa<br />
della prestazione, ad uno o più specifici<br />
progetti o programmi di lavoro o<br />
fasi di esso, salvo i casi previsti dal<br />
comma 2 e dal comma 3 dell’art. 61.<br />
Non essendo preclusa la possibilità per i<br />
soggetti titolari di partiva IVA di stipulare<br />
contratti a progetto, si ritiene corretto<br />
affermare che i compensi percepiti<br />
non in relazione allo svolgimento di<br />
attività di lavoro autonomo reso ai sensi<br />
dell’art. 2222 c.c., ma nell’ambito di rapporti<br />
di collaborazione coordinata e<br />
continuativa (anche nella modalità a<br />
progetto) debbano essere denunciati<br />
come redditi assimilati a quelli di lavoro<br />
dipendente ex art. 47, comma I, lett. c<br />
bis) TUIR, con obbligo per il committente<br />
di consegna del prospetto paga al<br />
collaboratore (anche nelle forme della<br />
consegna di copia del Libro Unico del<br />
Lavoro ai sensi dell’art. 39, comma 5, del<br />
D.L. n. 112/2008), di versamento dei<br />
contributi previdenziali alla Gestione<br />
separata INPS e del premio assicurativo<br />
all’INAIL.<br />
In altri termini, il soggetto titolare di<br />
partita IVA può rendere prestazione<br />
lavorativa in regime di collaborazione<br />
coordinata e continuativa a progetto<br />
solo qualora la stessa non rientri nell’ambito<br />
dell’attività ordinaria svolta<br />
professionalmente. In tale caso il relativo<br />
compenso non andrà a costituire reddito<br />
da lavoro autonomo, ma rientrerà<br />
nell’alveo di cui al citato art. 47 TUIR,<br />
senza obbligo di emettere fattura in<br />
quanto, trattandosi di reddito assimilato<br />
a quelli di lavoro dipendente, non è<br />
consentita l’applicazione dell’imposta<br />
per carenza del presupposto oggettivo<br />
(cfr. Min. Finanze circo n. 207/E del 16<br />
novembre 2000).<br />
IL DIRETTORE GENERALE (f.to Paolo<br />
Pennesi)<br />
***<br />
COMMENTO ALLA CIRCOLARE<br />
N. 323 DEL 26 MARZO 2010<br />
La circolare n. 323 del 26 marzo 2010 del<br />
Consiglio Nazionale <strong>Ingegneri</strong> recepisce,<br />
in maniera definitiva, i chiarimenti<br />
ministeriali in tema di contratto a progetto.<br />
Qualora ad un ingegnere iscritto<br />
all’Albo venga fatta una proposta di<br />
lavoro con contatto a progetto e relativo<br />
versamento dei contributi nella<br />
gestione separata dell’INPS, , non è<br />
necessaria la cancellazione dall’Albo<br />
stesso. E’ di tutta evidenza che il problema<br />
riguarda in larga misura i giovani<br />
e l’attività proposta deve essere<br />
diversa all’attività professionale in<br />
senso stretto. In questo caso,<br />
l’ingegnere deve avere la partita IVA e<br />
versare il contributo soggettivo e integrativo<br />
a INARCASSA.<br />
All. 1 La normativa del contratto di progetto.<br />
All. 2 Facsimile di contratto.<br />
All. 1 CONTRATTO A PROGETTO<br />
Ai sensi dell’art 61 del Decreto legislativo<br />
276/2003, i rapporti di collaborazione<br />
coordinata e continuativa devono<br />
essere ricondotti in uno o più progetti<br />
specifici o programmi di lavoro o fasi di<br />
esso:<br />
determinati dal committente;<br />
gestiti autonomamente dal collaboratore<br />
in funzione del risultato;<br />
indipendentemente dal tempo impiegato<br />
per l’esecuzione dell’attività lavorativa.<br />
Premesso che l’attività del collaboratore<br />
“a progetto” deve essere sempre caratterizzata<br />
dalla autonomia e dalla mancanza<br />
di subordinazione nei confronti<br />
del committente, è essenziale che il rapporto<br />
non sconfini, per errori nella stesura<br />
del contratto a “progetto”, in un<br />
rapporto di lavoro dipendente.<br />
E’ la stessa circolare ministeriale n.<br />
l/2004 che cerca di differenziare le due<br />
fattispecie, ad esempio in funzione del<br />
periodo di tempo nel quale la prestazione<br />
deve essere effettuata:<br />
quando il lavoro è a tempo determinato,<br />
e se la prestazione è resa con vincolo<br />
di subordinazione, il termine delimita<br />
esclusivamente il periodo in cui il<br />
lavoratore è a disposizione del datore di<br />
lavoro per lo svolgimento delle mansioni<br />
contrattualmente individuate;<br />
quando si è in presenza di un lavoro a<br />
progetto, la durata del rapporto è funzionale<br />
alla realizzazione del progetto<br />
stesso, programma di lavoro o fase di<br />
esso, in regime di totale autonomia.<br />
Ai sensi del primo comma dell’ art. 61<br />
del decreto in commento, il collaboratore<br />
deve gestire il progetto in funzione<br />
del risultato, che assume rilevanza giuridica<br />
indipendentemente dal tempo<br />
impiegato per l’esecuzione dell’attività<br />
lavorativa.<br />
Tanto è vero che, ai sensi del primo<br />
comma del successivo art. 67, il contratto<br />
a progetto si risolve al momento<br />
della realizzazione dello stesso, anche<br />
prima del termine contrattualmente<br />
previsto. E’ opportuno che questa circostanza<br />
risulti dal contratto stesso.<br />
Il progetto, individuato dal committente<br />
a suo insindacabile giudizio, consiste<br />
in un’attività produttiva ben identificabile<br />
e funzionalmente collegata ad<br />
un determinato risultato finale a cui il<br />
collaboratore partecipa direttamente<br />
con la sua prestazione.<br />
Il programma di lavoro consiste in un<br />
tipo di attività cui non è direttamente<br />
riconducibile un risultato finale.<br />
Il programma di lavoro o la fase di esso<br />
caratterizzano, infatti, la produzione di<br />
un risultato solo parziale destinato ad<br />
essere integrato, in vista di un risultato<br />
finale, da altre lavorazioni e risultati<br />
parziali.<br />
Nell’ambito del progetto o del programma<br />
la definizione dei tempi di<br />
lavoro e delle relative modalità deve<br />
essere rimessa al collaboratore e ciò in<br />
quanto l’interesse del committente è<br />
relativo al perfezionamento del risultato<br />
convenuto e non, come avviene nel<br />
lavoro subordinato, alla disponibilità di<br />
una prestazione di lavoro.<br />
Le prestazioni, nel contratto a progetto,<br />
hanno una durata determinata o determinabile,<br />
in funzione della durata e<br />
delle caratteristiche del progetto, del<br />
programma di lavoro o della fase di<br />
esso.<br />
Il collaboratore a progetto può operare<br />
all’interno del ciclo produttivo del committente<br />
e, per questo, deve necessariamente<br />
coordinare la propria prestazione<br />
con le esigenze dell’organizzazione<br />
del committente.<br />
Il coordinamento può essere riferito sia<br />
ai tempi di lavoro che alle modalità di<br />
esecuzione del progetto o del programma<br />
di lavoro, ferma restando, ovviamente,<br />
l’impossibilità del committente<br />
di richiedere una prestazione o<br />
un’attività esulante dal progetto o dal<br />
programma di lavoro originariamente<br />
convenuto.<br />
Il contratto è stipulato in forma scritta e<br />
deve necessariamente contenere, ai fini<br />
della prova del rapporto posto in essere,<br />
i seguenti elementi:<br />
• indicazione della durata, determinata<br />
o determinabile, della prestazione di<br />
lavoro;<br />
• indicazione del progetto o programma<br />
di lavoro, o fasi di esso, individuato<br />
nel suo contenuto caratterizzante, che<br />
viene dedotto in contratto;<br />
• il corrispettivo e i criteri per la sua<br />
determinazione, nonché i tempi e le<br />
modalità di pagamento e la disciplina<br />
dei rimborsi spese;<br />
• le forme di coordinamento del lavoratore<br />
a progetto al committente sulla<br />
esecuzione, anche temporale, della prestazione<br />
lavorativa, che in ogni caso<br />
notiziari<br />
inarcos 341
notiziari<br />
non possono essere tali da pregiudicarne<br />
l’autonomia nella esecuzione dell’obbligazione<br />
lavorativa;<br />
• le eventuali misure per la tutela della<br />
salute e sicurezza del collaboratore a<br />
progetto, (oltre quelle previste ex art.<br />
66, comma 4, del DLgs. n. 276/2003).<br />
Il corrispettivo deve essere proporzionato<br />
alla quantità e qualità del lavoro eseguito.<br />
La quantificazione del compenso deve<br />
avvenire in considerazione della natura<br />
e durata del progetto o del programma<br />
di lavoro, vale a dire in funzione del<br />
risultato che il collaboratore deve produrre.<br />
Le parti del rapporto potranno, quindi,<br />
disciplinare nel contratto anche i criteri<br />
attraverso i quali sia possibile escludere<br />
o ridurre il compenso pattuito nel caso<br />
in cui il risultato non sia stato perseguito<br />
o la qualità del medesimo sia tale da<br />
comprometterne l’utilità.<br />
Per questo tipologia di contratto vi è<br />
sempre l’obbligo, indipendentemente<br />
dalla durata della collaborazione e dall’importo<br />
dei compensi erogati dal committente,<br />
di iscrizione alla gestione<br />
separata INPS e di versamento dei contributi<br />
da corrispondersi nella misura<br />
fissata per le diverse tipologie di assicurati.<br />
ALL. 2<br />
CONTRATTO DI LAVORO A PROGETTO<br />
Tra le seguenti parti:<br />
- MARIO ROSSI, nato a ... il ..., con Stu -<br />
dio in ..., in Via ... n ..., C.F. ..., ingegne -<br />
re professionista iscritto al relativo<br />
Albo di Bologna al n ..., e PAOLO<br />
BIANCHI, nato a ... il ..., residente a ...,<br />
Via ... n ..., C.F. ..., che si dichiara esperto<br />
ed idoneo a svolgere l’attività di cui<br />
al presente contratto, dichiarando<br />
altresì che la sua prestazione non rientra<br />
nell’ esercizio dell’ arte e della professione,<br />
impegnandosi a comunicare<br />
ogni variazione in merito,<br />
PREMESSO<br />
- che lo Studio professionale sopra<br />
citato ha intenzione di realizzare nei<br />
tempi<br />
tecnici necessari l’obiettivo di ... .<br />
- che il sig. Bianchi dichiara di avere le<br />
capacità tecniche per realizzare tale<br />
obiettivo in completa autonomia, se<br />
pur nelle linee guida che il committente<br />
indicherà per una migliore<br />
riuscita del progetto stesso,<br />
si conviene e si stipula quanto segue:<br />
Lo studio professionale “Rossi” conferisce<br />
al sig. Paolo Bianchi, che accetta,<br />
l’incarico di cui al progetto sopra delineato,<br />
e che di seguito si dettaglia<br />
ulteriormente:<br />
342 inarcos<br />
Il contratto viene regolamentato come<br />
segue:<br />
a) il presente contratto di lavoro a<br />
progetto viene stipulato secondo la<br />
normativa disposta dall’art. 4, co. 1,<br />
letto c), della legge n. 30/2003 e del<br />
D.Lgs. 276/2003;<br />
b) nell’espletamento della sua attività il<br />
collaboratore a progetto opererà in<br />
assoluta autonomia, senza vincoli di<br />
orario e di presenza, con scelta discrezionale<br />
di assenze e di periodi feriali<br />
senza dover sottostare ad alcun potere<br />
gerarchico e disciplinare da parte dello<br />
Studio professionale committente;<br />
c) le parti escludono qualsiasi vincolo<br />
di subordinazione;<br />
d) nel compiere la propria attività il<br />
collaboratore a progetto dovrà operare<br />
con la diligenza richiesta dalla natura<br />
dell’incarico assunto. In particolare,<br />
deve far uso appropriato della sua<br />
professionalità. In alcun modo, le<br />
capacità professionali del collaboratore<br />
dovranno subire delle limitazioni<br />
da parte dello studio professionale<br />
committente;<br />
e) ai fini del raggiungimento degli<br />
obiettivi del progetto le parti dispongono<br />
e si impegnano ad incontrarsi<br />
periodicamente, con la cadenza che si<br />
renderà necessaria, allo scopo di coordinare<br />
l’attività svolta dal collaboratore<br />
a progetto e verificare i risultati<br />
man mano raggiunti;<br />
f) la durata del progetto decorre dal<br />
giorno ... e terminerà con il giorno, od<br />
anche anteriormente, ove il sig. Paolo<br />
Bianchi dovesse ultimare il progetto<br />
prima del predetto termine;<br />
g) il compenso per la collaborazione<br />
prestata sarà di ... /00) euro in<br />
ragione d’anno indipendentemente<br />
dall’orario impiegato per la realizzazione<br />
del progetto assegnato.<br />
Tale importo verrà corrisposto con<br />
cadenza non necessariamente periodica,<br />
ma in rate concordate tra le parti<br />
in funzione dello stato di svolgimento<br />
delle fasi del progetto, a valere come<br />
acconti sul risultato finale, cui corrisponderà<br />
la maturazione dell’intero<br />
corrispettivo;<br />
A titolo orientativo, la scadenza dei<br />
vari pagamenti sarà bimestrale, a presentazione<br />
di rendiconto.<br />
A tale proposito, le parti dichiarano<br />
che per la determinazione del compenso<br />
si è considerato quanto normalmente<br />
corrisposto per analoghe prestazioni<br />
di lavoro autonomo. Le parti<br />
ritengono il compenso pattuito proporzionato<br />
alla quantità e qualità<br />
della prestazione svolta;<br />
Per quanto riguarda i rimborsi spese,<br />
ove dimostrato che siano inerenti alla<br />
collaborazione svolta, sulla base di<br />
idonea documentazione saranno rimborsati<br />
a semplice presentazione della<br />
stessa.<br />
h) il collaboratore a progetto si impegna<br />
a non diffondere, durante il presente<br />
contratto, notizie ed informazioni<br />
riservate di cui sia venuto a conoscenza<br />
nell’espletamento del progetto;<br />
i) le parti convengono che nel caso di<br />
malattia o infortunio, la sospensione<br />
del contratto di lavoro a progetto non<br />
determina una proroga della durata<br />
del contratto che si estingue comunque<br />
alla scadenza. Lo Studio professionale<br />
committente si riserva la possibilità<br />
di recedere dal contratto se la<br />
sospensione si protrae per un periodo<br />
di tempo superiore a 1/6 della durata<br />
stabilita nel contratto.<br />
l) al collaboratore sono assicurati tutti<br />
i diritti e le tutele scaturenti dalle<br />
vigenti disposizioni di legge in tema di<br />
sicurezza e igiene del lavoro; si applicano,<br />
in particolare, le norme del<br />
Decreto Legislativo n. 626/94 e successive<br />
modifiche ed integrazioni, compatibilmente<br />
con le modalità ed il<br />
luogo di prestazione dell’attività di<br />
collaborazione.<br />
m) In relazione all’informativa fornita<br />
il Sig. Bianchi, con la sottoscrizione del<br />
presente contratto, esprime il proprio<br />
consenso previsti dagli art. Il e 20 della<br />
Legge 675/96, al trattamento dei suoi<br />
dati personali, per le finalità connesse<br />
o strumentali all’esecuzione del presente<br />
contratto.<br />
Per quanto qui non previsto si richiamano<br />
le vigenti disposizioni normative.<br />
Letto, approvato e sottoscritto in ..., il<br />
...<br />
Il committente Il collaboratore a progetto<br />
(Mario Rossi)<br />
(Paolo Bianchi)<br />
REGIONE<br />
EMILIA-ROMAGNA<br />
DISCIPLINA DELLE<br />
VARIANTI IN CORSO<br />
D’OPERA AI FINI DELLA<br />
RIDUZIONE DEL RISCHIO<br />
SISMICO.<br />
Com’è noto, la disposizione transitoria<br />
di cui all’art. 20, comma 3, del D.L.<br />
31 dicembre 2007, n. 248 (convertito<br />
con modifiche dalla L. 28 febbraio<br />
2008, n. 31), stabilisce che “per le co -
struzioni e le opere infrastrutturali iniziate<br />
… prima dell’entrata in vigore<br />
della revisione generale delle norme<br />
tecniche per le costruzioni …[di cui al<br />
D.M. 14 gennaio 2008, cioè prima del<br />
1° luglio 2009] continua ad applicarsi<br />
la normativa tecnica utilizzata per la<br />
redazione dei progetti, fino all’ultimazione<br />
dei lavori e all’eventuale collaudo”.<br />
Per effetto dell’art. 64,<br />
comma 7, della<br />
L.R. n. 6 del 2009, questa disposizione<br />
trova applicazione nella nostra regione<br />
per i lavori di natura privatistica<br />
per i quali entro la data del 30 giugno<br />
2009 sia stata presentata al Comune<br />
denuncia di inizio attività o domanda<br />
per il rilascio del permesso di costruire.<br />
Da più parti è pervenuta richiesta di<br />
chiarimenti in merito alla corretta<br />
interpretazione del combinato disposto<br />
dell’art. 64, comma 7, della L.R. n.<br />
6 del 2009 e dell’art. 9 della L.R. n. 19<br />
del 2008, anche a seguito dell’approvazione<br />
della delibera di Giunta regionale<br />
n. 121 del 2010, per la parte attinente<br />
alle varianti non sostanziali ai<br />
progetti esecutivi riguardanti le strutture.<br />
Si richiede, in particolare, se alle<br />
varianti in corso d’opera realizzate<br />
successivamente al 30 giugno 2009 si<br />
applichi la normativa tecnica previgente<br />
utilizzata per la redazione dei<br />
progetti ovvero la normativa tecnica<br />
di cui al D.M. 14 gennaio 2008.<br />
1. La questione posta non trova una<br />
esplicita disciplina nel dettato normativo<br />
vigente, ma può trovare soluzione<br />
attraverso l’applicazione dei principi<br />
legislativi e giurisprudenziali già<br />
presenti nell’ordinamento. Appare<br />
utile, a tal fine, muovere dall’esame<br />
delle diverse fattispecie riconducibili<br />
alla categoria generale delle varianti<br />
in corso d’opera, presenti nella disciplina<br />
edilizia e nelle norme per la riduzione<br />
del rischio sismico, ed in particolare:<br />
a) le variazioni essenziali (artt. 18 e 23<br />
della L.R. n. 31 del 2002);<br />
b) le variazioni minori (art. 19 della<br />
L.R. n. 31 del 2002);<br />
c) le varianti sostanziali (art. 9, commi<br />
1 e 2, della L.R. n. 19 del 2008);<br />
d) le varianti non sostanziali (art. 9,<br />
comma 4, della L.R. n. 19 del 2008).<br />
a) La prima categoria annovera un<br />
elenco tassativo di modificazioni al<br />
progetto originario autorizzato che la<br />
legge reputa particolarmente rilevanti.<br />
Tali ipotesi sono individuate (da<br />
ultimo) dall’art. 23 della L.R. n. 31 ai<br />
fini della valutazione della gravità<br />
dell’attività abusiva, ed in particolare<br />
per individuare le difformità parziali<br />
da equiparare alla assenza o totale<br />
difformità dal titolo edilizio. Lo stesso<br />
elenco di modificazioni è poi richiamato<br />
dall’art. 18 della medesima<br />
legge per individuare le modificazioni<br />
che sono sottoposte per la loro attuazione<br />
alla preventiva presentazione di<br />
un ulteriore titolo edilizio, integrativo<br />
di quello originario. Le variazioni<br />
essenziali attengono a significativi<br />
discostamenti dimensionali o localizzativi<br />
del manufatto edilizio, al mutamento<br />
della destinazione d’uso con<br />
aumento del carico urbanistico, alla<br />
modifica degli effetti delle azioni<br />
sismiche sulle strutture. Per chiarire<br />
meglio quest’ultima fattispecie la<br />
medesima legge regionale ne fornisce<br />
due<br />
diverse definizioni, volte a descrivere i<br />
due opposti profili, quello attinente<br />
all’abuso edilizio e<br />
quello attinente al corretto procedimento<br />
autorizzativo. In particolare si<br />
precisa che:<br />
– costituisce variazione essenziale, ai<br />
fini dell’applicazione delle norme in<br />
materia di abusivismo edilizio, ogni<br />
variazione rispetto al titolo abilitativo<br />
edilizio che comporti la “violazione<br />
delle norme tecniche in materia di<br />
edilizia antisismica” (art. 23, com -<br />
ma 1, lett. e), L.R. n. 31). In altre parole,<br />
è da equiparare all’assenza o alla<br />
totale difformità dal titolo ogni difformità<br />
dal progetto originario autorizzato<br />
che sia in contrasto con le NTC<br />
vigenti;<br />
– occorre preventivamente richiedere<br />
o presentare un titolo edilizio ove le<br />
modifiche ipotizzate “modifichino in<br />
modo sostanziale gli effetti delle azioni<br />
sismiche sulla struttura” (art. 18,<br />
comma 1, L.R. n. 31). Tale tiolo edilizio<br />
costituisce “parte integrante dell’originario<br />
titolo abilitativo” (art. 18,<br />
comma 3, L.R. n. 31).<br />
Appare chiaro tuttavia che entrambe<br />
le nozioni si riferiscano per così dire<br />
alle due facce della stessa medaglia: le<br />
variazioni, che interagiscono in modo<br />
sostanziale con la capacità di resistenza<br />
della struttura all’azione sismica,<br />
richiedono un titolo edilizio (integrativo<br />
di quello originario) e la mancata<br />
richiesta dello stesso costituisce un<br />
grave abuso edilizio che si qualifica<br />
come variazione essenziale.<br />
b) La nozione di variazioni minori, è<br />
residuale e si desume a contrario dalla<br />
precedente: l’art. 19 della legge regionale<br />
n. 31 precisa, infatti, che tutte le<br />
variazioni che non siano essenziali<br />
sono da considerarsi minori, tra cui<br />
dunque anche le variazioni attinenti<br />
alle parti strutturali dell’edificio che<br />
non comportino modifiche significative<br />
sugli effetti delle azioni sismiche.<br />
Esse sono sottoposte a controllo attraverso<br />
il meccanismo semplificato della<br />
DIA da presentarsi (anche dopo la realizzazione<br />
dei lavori e comunque)<br />
prima della comunicazione di fine<br />
lavori.<br />
c) La fattispecie di variazione essenziale<br />
attinente alla violazione delle<br />
norme tecniche per le costruzioni è<br />
ripresa dall’art. 9 della L.R. n. 19 del<br />
2008, che la denomina “variante<br />
sostanziale”, allo scopo di precisare,<br />
al comma 1, che per la sua realizzazione<br />
è necessario (assieme al titolo edilizio<br />
integrativo) il rilascio di una apposita<br />
autorizzazione sismica, integrativa<br />
di quella originaria ovvero effettuare<br />
il deposito (integrativo) del progetto<br />
esecutivo riguardante le strutture,<br />
a seconda che ricorrano i casi previsti<br />
rispettivamente dagli articoli 11 e<br />
13 della suddetta legge. Il comma 2<br />
del medesimo art. 9 della L.R. n. 19<br />
chiarisce meglio, dal punto di vista<br />
tecnico, la definizione di variante<br />
sostanziale, rispetto a quanto già specificato<br />
dall’art. 18, comma 1, della<br />
L.R. n. 31: “la variante è da con -<br />
siderare sostanziale … quando<br />
com porta va riazione degli effetti<br />
dell’azione sismica o delle resistenze<br />
delle strutture o della loro<br />
duttilità”.<br />
d) Anche la nozione di varianti non<br />
sostanziali, come quella di variazioni<br />
minori di cui alla precedente lettera b),<br />
si ricava a contrario dall’ipotesi opposta<br />
(di variante sostanziale) ed attiene<br />
a tutte quelle modificazioni alle strutture<br />
degli edifici autorizzate che non<br />
comportano effetti significativi sulle<br />
stesse. Allo scopo di semplificare il<br />
sistema dei controlli, il legislatore<br />
regionale prescrive alla Giunta regionale<br />
di individuare, con apposito atto<br />
di indirizzo ( 1 ), le varianti che presentano<br />
questa caratteristica e stabilisce che<br />
le stesse non sono sottoposte alla autorizzazione<br />
sismica preventiva ovvero a<br />
deposito del progetto esecutivo riguardante<br />
le strutture (art. 9, comma 4,<br />
della L.R. n. 19 del 2008). Pertanto la<br />
loro realizzazione in corso d’opera è<br />
subordinata esclusivamente alla predisposizione<br />
di una apposita documentazione<br />
progettuale, che verifichi la ricorrenza<br />
di detta natura non sostanziale,<br />
da allegare alla DIA da presentare<br />
prima della fine dei lavori.<br />
notiziari<br />
inarcos 343
notiziari<br />
In conclusione, è possibile individuare<br />
una perfetta coerenza della disciplina<br />
edilizia con quella per la riduzione<br />
del rischio sismico: -le varianti non<br />
sostanziali costituiscono uno dei casi<br />
di variazioni minori. Esse sono sottoposte<br />
al medesimo regime semplificato, sia<br />
sotto l’aspetto edilizio sia sotto quello<br />
sismico (DIA prima della fine lavori e<br />
documentazione progettuale integrativa<br />
da conservare in cantiere nel<br />
corso dei lavori e da allegare alla<br />
medesima DIA);<br />
-le varianti sostanziali sono una delle<br />
fattispecie ascrivibili alle variazioni<br />
essenziali e, per i rilevanti effetti che<br />
possono comportare, sono sottoposte<br />
ad un regime rafforzato di controlli<br />
edilizi e sismici.<br />
2. L’elemento che accomuna tutte le<br />
forme di modificazioni al progetto<br />
originario fin qui esaminate è che esse<br />
non richiedono nuovi provvedimenti<br />
autorizzativi sostitutivi del precedente,<br />
né sotto il profilo edilizio né per<br />
quanto riguarda quello sismico, ma<br />
una integrazione del titolo abilitativo<br />
(edilizio e sismico) e della documentazione<br />
progettuale necessaria.<br />
Si può quindi ritenere che sussista un<br />
principio generale dell’ordinamento<br />
per il quale, qualora le modifiche proposte<br />
non siano tali da richiedere una<br />
totale rielaborazione del progetto originario<br />
(in quanto non innovano gli<br />
elementi fondamentali dello stesso sia<br />
dal punto di vista funzionale che tecnico<br />
strutturale), le varianti si configurano<br />
come esercizio dell’originario jus<br />
aedificandi, con l’effetto, da una<br />
parte, che le suddette modifiche<br />
richiedono di integrare i titoli abilitativi<br />
originari e la documentazione<br />
allegata ma non di predisporre una<br />
nuova pratica autorizzatoria; dall’altra,<br />
che tali modifiche sono soggette<br />
all’osservanza della normativa urbanistica<br />
vigente al momento del rilascio<br />
del titolo originario. Infatti, nei casi di<br />
variazioni essenziali per le quali<br />
l’intervento edilizio continua ad essere<br />
regolato dall’originario atto autorizzativo,<br />
quest’ultimo conserva la sua<br />
efficacia riferita al momento del rilascio<br />
(ex tunc). Effetto di questa mancanza<br />
di autonomia tra il provvedimento<br />
di variante e il titolo abilitativo<br />
originario è che devono ritenersi inapplicabili,<br />
in sede di rilascio del titolo in<br />
variante, le sopravvenute normative<br />
intervenute nel frattempo.<br />
La giurisprudenza in campo edilizio è<br />
pacifica sul punto, ritenendo che può<br />
344 inarcos<br />
parlarsi di permesso di costruire o<br />
DIA “in variante” a fronte di modificazioni<br />
di non rilevante consistenza,<br />
per le quali il provvedimento assuma<br />
una connotazione di sostanziale complementarietà<br />
ed accessorietà rispetto<br />
al progetto originario. (Tar Friuli-<br />
Venezia Giulia 9 ottobre 1980, n. 259;<br />
Tar Veneto 1° luglio 1982 n. 511; Tar<br />
Lombardia, Sez. II, Milano, 27 marzo<br />
1992, n. 13; Tar Valle d’Aosta, 20<br />
marzo 1998, n. 40).<br />
Diviene essenziale dunque definire il<br />
limite tra le variazioni essenziali e la<br />
completa rielaborazione dell’intervento<br />
originale.<br />
Secondo la giurisprudenza, gli elementi<br />
da prendere in considerazione<br />
per discriminare in concreto i casi nei<br />
quali occorra un nuovo titolo edilizio<br />
da quelli nei quali sia richiesto un permesso<br />
di costruire o una DIA “in<br />
variante” sono costituiti “dalle modificazioni<br />
quantitative e qualitative<br />
apportate all’originario progetto,<br />
riguardanti la superficie coperta, il<br />
perimetro, l’aumento del numero dei<br />
piani, la volumetria, la distanza dalle<br />
proprietà confinanti, nonché le caratteristiche<br />
funzionali e strutturali,<br />
interne ed esterne del fabbricato”<br />
(Vedi per tutti Cons. Stato, Sez. V, 25<br />
novembre 1988, n. 745).<br />
3. Vista la perfetta simmetria delle<br />
due discipline, si ritiene che i parametri<br />
elaborati dalla giurisprudenza in<br />
campo edilizio possano trovare applicazione<br />
anche con riguardo alla normativa<br />
tecnica per le costruzioni. Per<br />
effetto di ciò, l’attuazione in corso<br />
d’opera di modifiche sostanziali e non<br />
sostanziali al progetto originario, che<br />
presentino le caratteristiche di complementarietà<br />
ed accessorietà sopra<br />
evidenziate, comporta l’applicazione<br />
della normativa tecnica previgente.<br />
Invece, qualora le modifiche ipotizzate<br />
siano tali da richiedere la rielaborazione<br />
del progetto strutturale stesso,<br />
occorre, di conseguenza, una nuova<br />
autorizzazione sismica o un nuovo<br />
deposito del progetto esecutivo<br />
riguardante le strutture, basati sulle<br />
norme tecniche approvate con il D.M.<br />
14 gennaio 2008.<br />
Anche in questo caso non è possibile<br />
individuare specificamente i casi nei<br />
quali si possa procedere in variante al<br />
titolo originario e quelli nei quali<br />
occorra munirsi di un nuovo titolo.<br />
Possono essere richiamati allo scopo le<br />
espressioni utilizzate nelle Circolari<br />
del Ministero delle Infrastrutture e dei<br />
Trasporti del 5 agosto 2009 e dell’11<br />
dicembre 2009, secondo cui anche per<br />
la variante ai lavori il cui iter amministrativo<br />
sia stato avviato entro il 30<br />
giugno 2009 dovranno essere integralmente<br />
applicate le nuove norme<br />
tecniche approvate con il D.M. 14 gennaio<br />
2008, “allorquando la variante<br />
stessa modifichi in maniera sostanziale<br />
l’organismo architettonico ovvero il<br />
comportamento statico globale della<br />
costruzione, conseguentemente configurandosi<br />
una nuova e diversa progettazione<br />
strutturale rispetto a quella<br />
originaria”. In altre parole, “l’ele -<br />
mento discriminante è la presenza di<br />
modifiche sostanziali dell’organismo<br />
architettonico, in quanto implicanti<br />
un sostanziale mutamento del comportamento<br />
statico globale dell’opera”.<br />
Le modifiche al progetto originario<br />
non sono autorizzabili se si applicano<br />
le norme tecniche previgenti “qualora<br />
si configurino come una nuova e<br />
diversa progettazione strutturale”,<br />
potendo “comportare una riduzione<br />
delle caratteristiche prestazionali dell’opera<br />
con particolare riguardo al<br />
profilo della stabilità”.<br />
“Pertanto, nei casi sopraindicati e solo<br />
per essi, dovranno essere integralmente<br />
applicate le nuove norme tecniche<br />
di cui al decreto ministeriale 14<br />
gennaio 2008, nel senso che dovrà<br />
essere effettuata una esplicita verifica<br />
di congruità tecnica del progetto<br />
variato, con le nuove norme tecniche,<br />
ovvero una nuova progettazione<br />
strutturale dell’intero organismo<br />
costruttivo”.<br />
Di conseguenza, appare evidente che<br />
non tutte le varianti sostanziali richiedono<br />
la rielaborazione del progetto<br />
esecutivo riguardante le strutture, ma<br />
solo quelle che presentino i requisiti<br />
appena indicati.<br />
Come sottolinea la Circolare dell’11<br />
dicembre 2009, la figura competente<br />
a valutare la sussistenza delle suddette<br />
condizioni tecniche non può che<br />
essere individuata nel progettista<br />
strutturale dell’opera, il quale è pertanto<br />
chiamato ad evidenziare espressamente,<br />
nella propria asseverazione<br />
di conformità del progetto presentato<br />
alle norme tecniche, se ricorrano o<br />
meno le medesime condizioni tecniche.<br />
4. In sintesi, alla luce delle considerazioni<br />
fin qui svolte si può ritenere<br />
che anche nel campo della riduzione<br />
del rischio sismico sussistono tre gradi<br />
di variazione al progetto originario: -<br />
varianti non sostanziali, le quali, non
assumendo per definizione i caratteri<br />
descritti al precedente punto 3, richiedono<br />
la predisposizione della documentazione<br />
progettuale integrativa,<br />
di cui all’Allegato C della delibera<br />
della Giunta regionale n. 121 del 2010,<br />
da conservare in cantiere e da allegare<br />
alla DIA di fine lavori di cui all’art.<br />
18 della L.R. n. 31. Per gli interventi<br />
edilizi per i quali si applica l’art. 20,<br />
comma 3, del D.L. n. 248 del 2007, tale<br />
documentazione integrativa dovrà<br />
essere predisposta dando applicazione<br />
alle norme tecniche per le costruzioni<br />
previgenti utilizzate per la progettazione<br />
originale;<br />
-varianti sostanziali, le quali sono subordinate<br />
a titolo edilizio integrativo di<br />
quello originale ai sensi dell’art. 19<br />
della L.R. n. 31, nonché ad autorizzazione<br />
o deposito del progetto esecutivo<br />
riguardante le strutture, integrativi<br />
della pratica sismica originale, da<br />
predisporsi nell’osservanza delle<br />
norme tecniche per le costruzioni previgenti<br />
utilizzate per la progettazione<br />
originale;<br />
- varianti che si potrebbero denominare<br />
“innovative”, le quali presentano le<br />
caratteristiche di cui al precedente<br />
punto 3, si devono considerare come<br />
una nuova e diversa costruzione e progettazione<br />
strutturale. Tali varianti<br />
richiedono, di conseguenza:<br />
a) la presentazione di un nuovo titolo<br />
abilitativo edilizio, sostitutivo del precedente,<br />
il quale dovrà essere conforme<br />
alla disciplina, di piano e legislativa,<br />
vigente al momento del suo rilascio;<br />
b) la presentazione di una nuova<br />
istanza di autorizzazione o il deposito<br />
del progetto esecutivo riguardante le<br />
strutture, anch’essi sostitutivi dei precedenti<br />
atti. In tale ipotesi gli elaborati<br />
progettuali, allegati alla richiesta di<br />
autorizzazione o da depositare, do -<br />
vranno risultare conformi alla normativa<br />
tecnica per le costruzioni approvata<br />
con D. M. 14 gennaio 2008, anche<br />
nel caso di interventi per i quali abbia<br />
trovato applicazione l’art. 20, comma<br />
3, del D.L. n. 248 del 2007.<br />
Cordiali saluti<br />
Gian Carlo Muzzarelli<br />
Marioluigi Bruschini<br />
( 1 ) Questo atto di indirizzo, che individua<br />
le varianti, riguardanti parti strutturali,<br />
che non rivestono carattere<br />
sostanziale e la documentazione che è<br />
necessario elaborare per verificare che<br />
ne sussistano i presupposti, è stato<br />
assunto con la delibera della Giunta<br />
regionale n. 121 del 2010.<br />
BIBLIOTECA<br />
DISCIPLINA<br />
Si informano gli iscritti che presso<br />
l’Ordine sono consultabili, on-line le<br />
seguenti raccolte:<br />
a) Norme UNI;<br />
b) Norme CEI;<br />
c) Codice degli Appalti (Edito Il Sole 24<br />
Ore);<br />
d) Repertorio di Urbanistica ed Edilizia<br />
(Edito Il Sole 24 Ore);<br />
e) Codice degli Immobili (Edito il Sole 24<br />
Ore);<br />
f) Codice Ambiente e Sicurezza (Il Sole<br />
24 Ore);<br />
Tali norme, consultabili la mattina dalle<br />
ore 10 alle ore 12, previo appuntamento.<br />
RASSEGNA STAMPA<br />
PROFESSIONI. La magistratura contabile:<br />
con la governance attuale solo un dispendio<br />
di risorse<br />
Corte conti boccia<br />
il 3+2<br />
La riforma universitaria non aiuta l’occupa -<br />
zione<br />
BENDETTA PACELLI<br />
Ennesima stoccata al 3+2. Questa volta ad<br />
assestarla ci pensa la Corte dei conti, nel<br />
«Referto sul sistema universitario» pubblicato<br />
ieri che mette in luce come la riforma<br />
targata Berlinguer-Zecchino che, tra i<br />
suoi principali obiettivi aveva quello di<br />
collegare il mondo accademico con quello<br />
del lavoro e delle professioni, abbia di<br />
fatto fallito. Tanto che oltre il 60% dei<br />
triennali decide di proseguire, anche in<br />
quei corsi in cui era lecito attendersi<br />
l’acquisizione di una formazione di I livello<br />
finalizzata a un titolo immediatamente<br />
spendibile. A testimoniarlo ci pensano,<br />
poi, i pochissimi iscritti alle sezione B degli<br />
ordini professionali, quelle dei triennali<br />
appunto. Ma i mali del sistema accademico<br />
non finiscono qui, perché per la magistratura<br />
contabile c’è anche un sistema di<br />
governance «caratterizzato da sovraccarichi<br />
e talora, da sovrapposizioni funzionali<br />
degli organi» e una spesa destinata solo<br />
per pagare gli stipendi del personale piuttosto<br />
che per la didattica o la ricerca.<br />
Il flop della triennale. A dieci anni dalla<br />
sua approvazione, si legge nella relazione<br />
della Corte dei conti, «è possibile verifica-<br />
re che la riforma non ha prodotto i risultati<br />
attesi né in termini di aumento dei<br />
laureati né in termini di miglioramento<br />
dell’offerta formativa». Il 60,5% dei laureati<br />
triennali infatti decide di proseguire<br />
nel biennio specialistico e pochissimi<br />
optano per l’iscrizione a un ordine professionale.<br />
E basta spuntare i numeri degli<br />
iscritti alle sezione B (istituite con il dpr<br />
328/01 che ha modificato l’accesso alla<br />
professione), per rendersene conto: dai<br />
circa 1.000 <strong>architetti</strong> iunior, ai 148 psicologi<br />
dai 26 geologi, ai 20 degli esperti contabili<br />
fino a un solo iscritto all’ordine degli<br />
attuari.<br />
I sistemi di governo degli atenei.<br />
Rettore, senato accademico, consiglio di<br />
amministrazione, ma anche giunta, commissione<br />
di ateneo, collegio dei direttori<br />
di dipartimento: per la Corte dei conti<br />
questo è una panorama fin troppo articolato<br />
della governance del sistema universitario.<br />
E gli statuti che disciplinano la<br />
figura del direttore amministrativo e le<br />
strutture decentrate propongono soluzioni<br />
«spesso caratterizzate da intrecci di<br />
competenze e sovrapposizioni non razionali».<br />
In molti casi, poi, sia per il consiglio<br />
di amministrazione (in cui sono troppi i<br />
docenti) che per il senato accademico la<br />
rappresentanza è «in ogni caso pletorica»<br />
e troppe le funzioni tanto da farne uscire<br />
un quadro che «rende evidente i limiti<br />
intrinseci del sistema, caratterizzato da<br />
un circuito decisionale deresponsabilizzante,<br />
nonché dalle sovrapposizioni funzionali<br />
degli organi».<br />
Le spese. Le cose non vanno meglio in<br />
termini di spesa personale. L’entrata in<br />
vigore della legge 210/98, dicono i giudici,<br />
ha prodotto «una gestione eccessivamente<br />
localistica della docenza» con un<br />
aumento dei docenti passato da 47 mila<br />
del 1998 ai 60 mila del 2008 che ha determinato<br />
negli anni un utilizzo di risorse<br />
quasi interamente assorbite per la corresponsione<br />
degli assegni fissi per il personale:<br />
pari all’82% del Fondo del finanziamento<br />
ordinario (Fffo) nel ‘98, oltre<br />
l’89,5% dopo dieci anni. Riguardo poi il<br />
complesso degli stanziamenti, sebbene,<br />
nel 2004 sia stato predisposto un nuovo<br />
modello di finanziamento che premia il<br />
ruolo dei processi formativi e della ricerca<br />
scientifica, questo, denuncia la Corte dei<br />
conti, non è mai stato applicato e quindi<br />
non ha mai cambiato le modalità di distribuzione<br />
delle risorse.Il risultato è che<br />
molte università sono state finanziate in<br />
eccesso (fino al 36%) e altre per difetto<br />
(fino al 43,1%).<br />
notiziari<br />
inarcos 345
notiziari<br />
Elenco delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili dal<br />
1° aprile 2010 al 30 aprile 2010 alle imprese associate<br />
Circ. num. Prot. Data Oggetto Autore Servizio<br />
188/2010 664 01/04/2010 Sgravio contributivo per l’incentivazione della LD/df Lavoro<br />
contrattazione di secondo livello - Decreto<br />
Interministeriale 17 dicembre 2009 – Prime<br />
indicazioni dell’INPS.<br />
189/2010 670 01/04/2010 Semplificazione. Operativa dal 1° aprile la CP/aa A.G. - Segr. -<br />
Comunicazione Unica per la nascita dell’impresa.<br />
Amm.<br />
190/2010 671 01/04/2010 Elenco circolari diramate nel mese di marzo 2010. CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
191/2010 672 01/04/2010 Autorizzazioni ANAS S.p.A. trasporti eccezionali. CP/aa Tecnico<br />
Procedura per il rilascio/rinnovo delle autorizzazioni.<br />
192/2010 674 01/04/2010 Rilevazione trimestrale dei tassi effettivi globali CP/aa Tributario<br />
medi ai fini dell’applicazione della legge sull’usura<br />
(Legge 108/1996). Applicazione 01.04.2010 al 30.06.2010.<br />
193/2010 675 01/04/2010 IVA: territorialità dei servizi. Nuove regole. CP/vc Tributario<br />
194/2010 689 02/04/2010 IVA: territorialità dei servizi. Tabelle esemplificative. CP/vc Tributario<br />
195/2010 694 06/04/2010 Comune di Bologna: provvedimento per la CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
prevenzione ed il controllo delle malattie trasmesse<br />
da insetti vettori ed in particolare da zanzare<br />
(generi Aedes e Culex). Periodo 1 Aprile - 31<br />
Ottobre 2010. Previsioni di interesse per cantieri,<br />
terreni, aree incolte o dismesse, aree aperte, abitazioni.<br />
Obblighi. Sanzioni.<br />
196/2010 699 07/04/2010 Bando regionale “Una casa alle giovani coppie e CP/df Tecnico<br />
ad altri nuclei familiari”: aggiornamento e<br />
scadenze. Adempimenti per conseguire<br />
il contributo regionale.<br />
197/2010 700 08/04/2010 Il modello di dichiarazione 730/2010. CP/vc Tributario<br />
198/2010 701 08/04/2010 Qualificazione SOA nelle categorie OG2, OS2, CP/aa Tecnico<br />
OS25 conseguibile attraverso l’esperienza del<br />
direttore tecnico.<br />
199/2010 702 08/04/2010 Istituita l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.<br />
200/2010 703 08/04/2010 Disponibilità di figure professionali da parte CP/df Lavoro<br />
dell’Agenzia per il lavoro “Life In Spa” per<br />
l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili.<br />
201/2010 705 08/04/2010 Comunicazione unica per la nascita d’impresa. CP/vc Tributario<br />
Adempimenti a cura degli utenti e degli operatori<br />
di sede a decorrere dal 1° aprile 2010.<br />
202/2010 706 08/04/2010 Seminario “I PERCORSI PER INNOVARE LA CASA: CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
TECNOLOGIE E BREVETTI INNOVARE IN<br />
EDILIZIA NEL SEGNO DELLA QUALITÀ”. Lunedì<br />
12 aprile 2010, Palazzo degli Affari, Sala<br />
Sagittario, Piazza Costituzione n. 8 - Bologna.<br />
203/2010 708 09/04/2010 D.L. 40/2010 sul sostegno ai settori in crisi. CP/aa Tecnico<br />
Pubblicato il Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010<br />
346 inarcos
attuativo dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010.<br />
Art. 3: acquisto di immobili di nuova costruzione ad<br />
alta efficienza energetica. Requisiti degli<br />
immobili. Data certa dei preliminari successiva al 6.04.2010.<br />
204/2010 <strong>709</strong> 09/04/2010 Comune di Argelato (BO): approvazione delle CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
integrazioni al PSC.<br />
205/2010 710 09/04/2010 Bando regionale “Una casa alle giovani coppie ed CP/aa Tecnico<br />
altri nuclei famigliari”: schema indicativo atto<br />
unilaterale d’obbligo predisposto dagli uffici della<br />
Regione Emilia Romagna. Suggerimenti.<br />
206/2010 713 12/04/2010 IVA in edilizia. Aliquota agevolata per beni finiti, CP/aa Tributario<br />
materie prime o semilavorate. Aliquota ridotta per i<br />
lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria su<br />
edifici a prevalente destinazione abitativa. Beni significativi.<br />
207/2010 714 12/04/2010 Cessione di fabbricati strumentali non ultimati. CP/aa Tributario<br />
Regime IVA e delle imposte di registro ed ipocatastali.<br />
208/2010 717 12/04/2010 Festività cadenti nel mese di aprile 2010. LD/aa Lavoro<br />
209/2010 720 12/04/2010 Benefici fiscali sul gasolio per autotrazione per CP/aa Tributario<br />
l’anno 2009.<br />
210/2010 721 12/04/2010 Presentazione del volume “Alla ricerca di Bologna CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
antica e medievale. Da Felsina a Bononia negli<br />
scavi di Via d’Azeglio”. Venerdì 16 aprile 2010 - ore<br />
17,30 - Museo Civico Archeologico, Sala del<br />
Risorgimento, Via de’ Musei n. 8 - Bologna.<br />
211/2010 722 12/04/2010 Denuncia annuale dei rifiuti (M.U.D.). Possibile LD/ld Tecnico<br />
proroga. Diritto annuale per l’Albo Gestori<br />
Ambientali - scadenza del 30 aprile 2010.<br />
212/2010 727 13/04/2010 Terzo Campionato Provinciale del Muratore. CP/df A.G. - Segr. - Amm.<br />
Iscrizione delle squadre entro le ore 12 del 22 aprile 2010.<br />
213/2010 731 15/04/2010 Indagine rapida sull’andamento del settore delle CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
costruzioni nel 2009 e previsioni per il 2010 ed il 2011.<br />
214/2010 732 15/04/2010 Imposte dirette: valutazione rimanenze di opere CP/aa Tributario<br />
pluriennali. Difformità fra orientamenti dell’Agenzia<br />
delle Entrate e principi contabili.<br />
215/2010 733 15/04/2010 Scadenze fiscali maggio 2010. CP/df Tributario<br />
216/2010 734 15/04/2010 Convegno “Il plafone del Teatro dei Filarmonici di CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
Ascoli Piceno. Conoscenza, conservazione e<br />
valorizzazione”. Venerdì 14 maggio 2010, Sala<br />
Comunale “Scatasta”, Piazza Roma - Ascoli Piceno.<br />
217/2010 735 15/04/2010 Convegno annuale CPTO IIPLE sul tema: CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
“Sicurezza sul lavoro in edilizia a Bologna e<br />
provincia: dati e riflessioni sul 2009”. Mercoledì 28<br />
aprile 2010, Aula Magna dell’Istituto Edile di<br />
Bologna, Via del Gomito n. 7, Bologna, ore 9-13,<br />
ampio parcheggio interno.<br />
218/2010 736 15/04/2010 Modelli contratti di subappalto per lavori pubblici e LD/ld Tecnico<br />
privati.<br />
219/2010 738 15/04/2010 Comune di Castenaso (BO): approvazione del CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
Piano Operativo Comunale (POC). Entrata in<br />
vigore: 14 aprile 2010.<br />
220/2010 739 15/04/2010 Spese di ospitalità per soggetti diversi dai clienti. CP/vc Tributario<br />
221/2010 740 15/04/2010 IVA: nuovo modello trimestrale di rimborso: TR. CP/vc Tributario<br />
222/2010 745 15/04/2010 Comune di San Lazzaro di Savena (BO): avviso CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
pubblico per la presentazione di proposte di<br />
accordo ai sensi dell’art. 18 della L.R. 24 marzo<br />
2000, n. 20 s.m.e i. Scadenza: 29 aprile 2010.<br />
223/2010 746 15/04/2010 Comune di Sant’Agata Bolognese (BO): avviso gara CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
ufficiosa per l’alienazione di un terreno edificabile<br />
a destinazione residenziale sito in Via P. Togliatti.<br />
Importo a base d’asta: 250.000,00 euro. Scadenza<br />
presentazione offerte: ore 12.30 del 26 aprile 2010.<br />
224/2010 747 15/04/2010 Comune di Bentivoglio (BO): bando di vendita di CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
lotti edificabili in frazione S. Maria in Duno,<br />
comparto edificabile C3. Scadenza presentazione<br />
delle offerte: ore 12,00 di Lunedì 13 Settembre 2010.<br />
225/2010 748 15/04/2010 Comune di Granarolo dell’Emilia (BO): avviso CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
pubblico per la verifica dell’interesse in relazione<br />
alla vendita, da parte del Comune di Granarolo<br />
dell’Emilia (BO) di immobili comunali. Scadenza<br />
presentazione delle manifestazioni di interesse:<br />
Lunedì 31 maggio 2010.<br />
226/2010 753 16/04/2010 Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo CP/df Tecnico<br />
dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010: modalità<br />
operative per l’acquisto di abitazioni ad alta<br />
efficienza energetica. Rettifica ns. circ. 203/2010.<br />
notiziari<br />
inarcos 347
notiziari<br />
Registrazione del costruttore/venditore e<br />
prenotazione del contributo presso Poste Italiane.<br />
227/2010 755 16/04/2010 Coefficiente per la rivalutazione del TFR – marzo LD/df Lavoro<br />
2010.<br />
228/2010 757 16/04/2010 Unione Montana Valli Savena - Idice (BO): avviso CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
indagine di mercato per individuare soggetti ad<br />
acquistare porzioni di edifici. Scadenza<br />
presentazione proposte: ore 12,00 del 21 maggio 2010.<br />
229/2010 760 16/04/2010 Segnalazione n. IV/2010 elenco indicativo dei CP/aa Tecnico<br />
bandi di gara disponibile sul sito internet di<br />
ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili,<br />
www.ancebologna.it.<br />
230/2010 761 16/04/2010 Workshop “Mercato residenziale in trasformazione: CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
destini diversi tra patrimonio esistente e<br />
innovazione. Presentazione del progetto Meridiana<br />
Gold”. Martedì 4 maggio 2010 - ore 9,30. SAVE THE DATE!<br />
231/2010 762 16/04/2010 Accertamento in base al “valore normale”. Efficacia CP/aa Tributario<br />
retroattiva dell’abrogazione. Circolare Ministeriale<br />
n. 18/E/2010.<br />
232/2010 763 19/04/2010 Denuncia annuale dei rifiuti (M.U.D.). Conferma del LD/ld Tecnico<br />
vecchio modello. Possibile proroga al 30 giugno 2010<br />
233/2010 777 20/04/2010 Parità uomo-donna nel lavoro - Aziende che LD/df Lavoro<br />
occupano più di 100 dipendenti - Rapporto<br />
biennale. Scadenza: 30.4.2010.<br />
234/2010 778 20/04/2010 Missione di filiera ANCE in Croazia 14 giugno CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
2010. Adesioni entro il 20 maggio 2010.<br />
235/2010 779 20/04/2010 Orario di lavoro – Tempo impiegato per raggiungere LD/df Lavoro<br />
il luogo di lavoro. Risposta ad Interpello n. 13/2010.<br />
236/2010 781 20/04/2010 Seminari organizzati da IIPLE sabato 8 maggio CP/df A.G. - Segr. - Amm.<br />
2010 in occasione del Terzo Campionato<br />
provinciale del muratore.<br />
237/2010 782 20/04/2010 Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo CP/aa Tributario<br />
Studio di Settore per l’edilizia UG69U e UG40U.<br />
238/2010 784 21/04/2010 Comune di Pieve di Cento (BO): adozione del CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE).<br />
239/2010 785 21/04/2010 Accertamento in base agli Studi di Settore. CP/aa Tributario<br />
Centralità del contraddittorio. Circolare Agenzia<br />
delle Entrate n. 19/E/2010.<br />
240/2010 789 21/04/2010 Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice CP/vc Tecnico<br />
dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e<br />
impiegati relativo al mese di marzo 2010.<br />
241/2010 790 21/04/2010 Lavoratori distaccati negli Stati membri dell’Unione LD/df Lavoro<br />
Europea – Nuova procedura in materia di esonero<br />
contributivo.<br />
242/2010 791 21/04/2010 Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo CP/df Tecnico<br />
dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010: modalità<br />
operative per l’acquisto di abitazioni ad alta<br />
efficienza energetica. Rettifica ns. circ. 226/2010.<br />
243/2010 792 21/04/2010 Progetto “Più Shopping”. Sconti riservati ai CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
dipendenti e collaboratori delle imprese associate<br />
ad ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili.<br />
Modalità di distribuzione delle tessere. Rinnovo<br />
Progetto “Più Shopping” per l’anno 2010.<br />
244/2010 793 21/04/2010 Accordo 19 aprile 2010 di rinnovo del contratto LD/ld Lavoro<br />
collettivo nazionale di lavoro per il sistema ANCE.<br />
245/2010 799 21/04/2010 Valutazione rimanenze di opere pluriennali. CP/aa Tributario<br />
Risoluzione Ministeriale 260/E/2009. Iniziative ANCE.<br />
246/2010 800 21/04/2010 FONDIMPRESA: Fondo Interprofessionale per il LD/ld Lavoro<br />
finanziamento della formazione continua in<br />
azienda. Invito all’iscrizione. Collaborazione con<br />
IIPLE per utilizzo Fondimpresa.<br />
247/2010 802 22/04/2010 Tavola Rotonda “Scenari del mercato immobiliare CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
bolognese, residenziale e produttivo, in cerca di<br />
nuove interpretazioni”. Mercoledì 12 maggio 2010 -<br />
ore 10,30 - Sala Conferenze Unindustria Bologna -<br />
Via San Domenico n. 4 - Bologna. Invito.<br />
248/2010 810 23/04/2010 Accordo 19 aprile 2010. Rinnovo del contratto LD/ld Lavoro<br />
collettivo nazionale. Nuovi importi dei minimi di<br />
paga base e stipendio. Invio delle tabelle dei costi<br />
della manodopera degli operai e delle retribuzioni<br />
degli impiegati aggiornate al 1° aprile 2010.<br />
249/2010 816 26/04/2010 Agevolazioni fiscali per i trasferimenti di immobili CP/aa Tributario<br />
in attuazione di piani urbanistici. Guida ANCE.<br />
250/2010 818 27/04/2010 Agenzia delle Entrate: novità in materia di fringe CP/aa Tributario<br />
benefit e oneri di utilità sociale.<br />
348 inarcos
251/2010 824 27/04/2010 Finanziamento dell’Autorità per la Vigilanza sui CP/aa Tecnico<br />
Contratti Pubblici. Importi invariati. Nuove modalità<br />
di pagamento dall’1 maggio 2010.<br />
252/2010 829 27/04/2010 Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo CP7df Tecnico<br />
dell’art. 4, comma 1, del D.L. 40/2010: modalità<br />
operative per l’acquisto di abitazioni ad alta<br />
efficienza energetica, gru a torre e macchine<br />
movimento terra. Quadro riepilogativo delle nostre<br />
circolari 203, 226 e 242/2010.<br />
253/2010 830 27/04/2010 Agevolazioni per il risparmio energetico (55%). CP/aa Tributario<br />
Nuovi chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate.<br />
254/2010 836 28/04/2010 Dirigenti di aziende industriali – Innovazioni in LD/df Lavoro<br />
materia di contribuzione alla previdenza<br />
complementare – Ulteriori istruzioni del PREVINDAI.<br />
255/2010 837 28/04/2010 Accordo 19 aprile 2010 di rinnovo del C.C.N.L. 18 LD/df Lavoro<br />
giugno 2008 – Commento.<br />
256/2010 838 28/04/2010 XI Convegno Nazionale Giovani Imprenditori Edili CP/aa A.G. - Segr. - Amm.<br />
“RESPONSABILMENTE. Imprenditori, Politica e<br />
Pubblica Amministrazione”. Roma, 7 maggio 2010,<br />
ore 9.30, Grand Hotel Parco dei Principi.<br />
257/2010 843 29/04/2010 Proroga del termine riguardante il bando per CP/aa Tecnico<br />
l’acquisizione della qualifica di restauratore, utile<br />
per la categoria OS2.<br />
258/2010 844 29/04/2010 Minimali di retribuzione imponibile per l’anno 2010 LD/df Lavoro<br />
– Retribuzioni convenzionali – Istruzioni dell’INAIL.<br />
259/2010 848 29/04/2010 MUD. D.P.C.M. 27 aprile 2010 recante “Modifiche LD/ld Tecnico<br />
al Modello unico di dichiarazione ambientale”. Art.<br />
6, comma 2-bis Legge 70/1994. Possibile proroga<br />
al 26 agosto 2010.<br />
260/2010 855 30/04/2010 IRPEF: chiarimenti su detrazioni e crediti d’imposta. CP/aa Tributario<br />
C.M. n. 21/E/2010.<br />
notiziari<br />
L’aggiornamento in tempo reale degli oggetti delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili alle imprese<br />
associate è consultabile sul sito internet: www.ancebologna.it.<br />
PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI<br />
G.U. DEL OGGETTO<br />
S.S.N.5 31.03.2010 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE - DECRETO 12 MARZO 2010<br />
Approvazione di n. 24 studi di settore relativi ad attività economiche nel comparto dei servizi.<br />
79 06.04.2010 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE - DECRETO 26 MARZO 2010<br />
Modalità di erogazione delle risorse del Fondo previsto dall’articolo 4 del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40,<br />
per il sostegno della domanda finalizzata ad obiettivi di efficienza energetica, ecocompatibilità e di miglioramento<br />
della sicurezza sul lavoro.<br />
81 08.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 4 FEBBRAIO 2010<br />
Determinazione dei criteri e delle modalità per la concessione dei benefici economici previsti dalla legge n. 440/1985.<br />
84 12.04.2010 DECRETO LEGISLATIVO 20 MARZO 2010, N. 53<br />
Attuazione della direttiva 2007/66/CE che modifica le direttive 89/665/CEE e 92/13/CEE per quanto riguarda il miglioramento<br />
dell’efficacia delle procedure di ricorso in materia d’aggiudicazione degli appalti pubblici.<br />
90 19.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 1 MARZO 2010<br />
Modifiche agli allegati del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 2008, recante “Interventi necessari<br />
per la realizzazione dell’EXPO Milano 2015”.<br />
90 19.04.2010 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - DECRETO 25 GENNAIO 2010<br />
Esclusione dall’applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante Codice dei contratti pubblici relativi<br />
a lavori, servizi e forniture, degli appalti da enti aggiudicatori e destinati a consentire l’esecuzione dei servizi di raccolta<br />
del risparmio tramite i conti correnti, prestiti per conto di banche e altri intermediari finanziari abilitati, servizi e attività<br />
di investimento e di pagamento e trasferimento di denaro.<br />
90 19.04.2010 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE - CIRCOLARE 30 MARZO 2010, N. 15<br />
Patto di stabilità interno per l’anno 2010 per le province e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.<br />
91 20.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 1 APRILE 2010<br />
Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali e di altre categorie nel territorio<br />
dello Stato per l’anno 2010.<br />
91 20.04.2010 MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO - DECRETO 8 APRILE 2010<br />
Elenco riepilogativo di norme concernenti l’attuazione della direttiva 89/106/Ce relativa ai prodotti da costruzione.<br />
91 20.04.2010 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA<br />
Comunicato<br />
Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativi al mese di marzo 2010, che si pubblicano ai sensi<br />
dell’articolo 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’articolo 54<br />
della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (misure per la stabilizzazione della finanza pubblica).<br />
92 21.04.2010 DECRETO LEGISLATIVO 29 MARZO 2010, N. 56<br />
Modifiche ed integrazioni al decreto 30 maggio 2008, n. 115, recante attuazione della direttiva 2006/32/CE, concernente<br />
l’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e recante abrogazioni della direttiva 93/76/CEE.<br />
S.O.N.80 28.04.2010 DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27 APRILE 2010<br />
Modifiche al Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD).<br />
100 30.04.2010 MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO - DECRETO 12 APRILE 2010<br />
Approvazione dell’elenco degli esplosivi, degli accessori detonanti e dei mezzi di accensione riconosciuti idonei all’impiego<br />
nelle attività estrattive, per l’anno 2010.<br />
100 30.04.2010 MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE<br />
COMUNICATO<br />
Comunicato relativo al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 aprile 2010 recante “Modifiche al Modello unico<br />
di dichiarazione ambientale (MUD)”.<br />
inarcos 349
notiziari<br />
www.assoinar.it<br />
NUOVO CONSIGLIO<br />
DIRETTIVO DI ASSO<br />
INGEGNERI E ARCHITETTI<br />
Venerdì 16 aprile 2010 e sabato 17 aprile<br />
2010, si sono svolte le elezioni per il<br />
rinnovo del Consiglio Direttivo di ASSO<br />
<strong>Ingegneri</strong> Architetti Emilia Romagna,<br />
per il triennio 2010/2013.<br />
Effettuato lo spoglio delle schede, han -<br />
no ottenuto voti i seguenti colleghi:<br />
Consiglio Direttivo:<br />
1. Dott. Ing. Maria Pungetti voti 32<br />
2. Dott. Ing. Franca Biagini voti 31<br />
3. Dott. Ing. Giancarlo Rivelli voti 28<br />
3. Dott. Ing. Vincenzo Tizzani voti 28<br />
5. Dott. Ing. Luisa Gandini voti 27<br />
6. Dott. Ing. Mario Zucchini voti 26<br />
7. Dott. Ing. Enrico Angusti voti 24<br />
8. Dott. Arch. Gian Carlo Frattarolo voti 23<br />
9. Dott. Ing. Gianluca Grieco voti 22<br />
10. Dott. Arch. Silvio Borgese voti 21<br />
10. Dott. Ing. Carlo Maccaferri voti 21<br />
12. Dott. Ing. Marco Girlando voti 20<br />
13. Dott. Ing. Alessandro Busca voti 18<br />
13. Dott. Ing. Leonidas Chatzis voti 18<br />
15. Dott. Ing. Mario Di Menno voti 14<br />
16. Dott. Ing. Giulio Dall’olio voti 12<br />
17. Dott. Ing. Massimo Di Marco voti 7<br />
18. Dott. Ing. Antonino Agricola voti 1<br />
18. Dott. Ing. Andrea Albertazzi voti 1<br />
18. Dott. Ing. Paolo Marco Bianco voti 1<br />
18. Dott. Ing. Francesco Masera voti 1<br />
18. Dott. Ing. Sante Tarabusi voti 1<br />
18. Dott. Ing. Andrea Tugnoli voti 1<br />
Risultano pertanto eletti componenti<br />
del C.D. i primi 15.<br />
Collegio dei Probiviri<br />
1. Dott. Ing. Raffaele FRATTAROLO voti 12<br />
2. Dott. Ing. Francesco MASERA voti 11<br />
2. Dott. Ing. Maurizio MIGLIACCIO voti 11<br />
4. Dott. Ing. Leonardo ORLANDO voti 9<br />
5. Dott. Ing. Giulio DALL’OLIO voti 2<br />
350 inarcos<br />
5. Dott. Ing. Mario DI MENNO voti 2<br />
5. Dott. Ing. Carlo MACCAFERRI voti 2<br />
5. Dott. Ing. Massimo MARIANI voti 2<br />
5. Dott. Ing. Sante TARABUSI voti 2<br />
10. Dott. Ing. Paolo BIANCO voti 1<br />
10. Dott. Ing. Alessandro BUSCA voti 1<br />
10. Dott. Ing. Wael EL AZMEH voti 1<br />
10. Dott. Ing. Maura MAGROTTI voti 1<br />
Risultano pertanto eletti i primi 3.<br />
Revisori dei Conti<br />
1. Dott. Ing. Massimo Mariani voti 13<br />
2. Dott. Ing. Maura Magrotti voti 12<br />
3. Dott. Ing. Alessandra Rossi voti 4<br />
4. Dott. Ing. Primo Baravelli voti 2<br />
4. Dott. Ing. Paolo Bianco voti 2<br />
4. Dott. Arch. Silvio Borgese voti 2<br />
4. Dott. Ing. Leonidas Chatzis voti 2<br />
4. Dott. Ing. Giulio Dall’olio voti 2<br />
4. Dott. Ing. Marco Girlando voti 2<br />
4. Dott. Ing. Bruno Malagoli voti 2<br />
4. Dott. Ing. Sante Tarabusi voti 2<br />
4. Dott. Ing. Andrea Tugnoli voti 2<br />
13. Dott. Ing. Alessandro Busca voti 1<br />
13. Dott. Ing. Massimo Di Marco voti 1<br />
13. Dott. Ing. Luisa Gandini voti 1<br />
13. Dott. Ing. Francesco Masera voti 1<br />
13. Dott. Ing. Maurizio Migliaccio voti 1<br />
13. Dott. Ing. Pietro Sandor voti 1<br />
13. Dott. Ing. Roberto Valmori voti 1<br />
Risultano pertanto eletti i primi 3.<br />
Ringraziamo vivamente tutti coloro che<br />
hanno presenziato all’Assemblea del 16<br />
aprile e coloro che hanno espresso il proprio<br />
voto. Con sommo piacere abbiamo<br />
riscontrato un grande interesse da parte<br />
degli aderenti, sia degli iscritti “storici” ma<br />
in particolare dei giovani iscritti. Ciò ha portato<br />
ad un sostanziale rinnovamento del<br />
Consiglio Direttivo. E’ auspicio di tutti che a<br />
tale rinnovamento corrisponda ora un<br />
sostanziale apporto di nuo ve idee per nuo -<br />
ve iniziative a favore della categoria dei<br />
liberi professionisti, <strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong>.<br />
In data 4 maggio 2010, si è svolta la riunione<br />
di insediamento del nuovo Con si glio<br />
Direttivo; nel corso della riunione si è proceduto<br />
alle elezioni delle cariche che all’unanimità<br />
risultano essere:<br />
Presidente:<br />
Dott. Ing. Luisa Gandini<br />
Vice Presidente<br />
Dott. Ing. Vincenzo Tizzani<br />
Segretario<br />
Dott. Ing. Gianluca Grieco<br />
Tesoriere<br />
Dott. Arch. Silvio Borgese<br />
Consiglieri:<br />
Dott. Ing. Enrico Angusti<br />
Dott. Ing. Franca Biagini<br />
Dott. Ing. Alessandro Busca<br />
Dott. Ing. Leonidas Chatzis<br />
Dott. Ing. Mario Di Menno<br />
Dott. Arch. Gian Carlo Frattarolo<br />
Dott. Ing. Marco Girlando<br />
Dott. Ing. Carlo Maccaferri<br />
Dott. Ing. Maria Pungetti<br />
Dott. Ing. Giancarlo Rivelli<br />
Dott. Ing. Mario Zucchini<br />
CORSI E CONVEGNI<br />
Proseguono i corsi di aggiornamento<br />
per Coordinatori alla sicurezza, così<br />
come previsto dal D.Lgs. 81/2008 (complessive<br />
40 ore). E’ inoltre in fase di programmazione<br />
un nuovo corso di 120<br />
ore, più verifica finale, per l’abilitazione<br />
alle mansioni di Coordinatore alla sicurezza.<br />
E’ in fase di preparazione un convegno<br />
per presentare e illustrare i risultati<br />
su: “indagine congiunturale sugli<br />
<strong>ingegneri</strong> e <strong>architetti</strong> liberi professionisti<br />
iscritti a inarcassa: sintesi e documentazione<br />
sugli studi di settore”.
tris<br />
tris<br />
COSTRUIAMO<br />
QUALITÀ DAL 1933<br />
I progetti realizzati in 70 anni di esperienza nel<br />
settore costruzioni sono la prima testimonianza<br />
della qualità e della professionalità della Mario<br />
Neri S.p.A. La storia dei più importanti edifici<br />
in provincia di Modena coincide con lo sviluppo<br />
della Mario Neri, una società in grado di progettare,<br />
creare o ristrutturare immobili di pregio<br />
per residenze private, strutture commerciali e<br />
complessi industriali.<br />
1933-2003<br />
70 anni di esperienza<br />
Mario Neri S.p.A. ha iniziato ad operare nel settore<br />
delle costruzioni nel lontano 1933.<br />
Una delle prime opere realizzate a Modena fu<br />
il trasferimento della statua di Vittorio<br />
Emanuele da Largo Garibaldi a Piazzale<br />
Risorgimento. Nel corso dei decenni sono state<br />
innumerevoli, poi, le opere di costruzione portate<br />
a termine con successo. Citiamo solo a titolo<br />
di esempio la nuova sede logistica della<br />
Gestione Sportiva Ferrari, a Maranello, la tribuna<br />
dell’Ippodromo della Ghirlandina a<br />
Modena e la costruzione dello stabilimento Floor<br />
Gres Ceramiche a Sassuolo. Oggi un'altra prova<br />
segna il percorso della Mario Neri S.p.A: la realizzazione<br />
del nuovissimo complesso<br />
Maserati a Modena, con il prestigioso<br />
recupero di una vasta area cittadina.<br />
di Giuseppe Neri<br />
L’ingegno<br />
per pensare in grande!<br />
Sede amministrativa Modena<br />
Viale Indipendenza 12/14<br />
Tel. 059 281600 - Fax 059 281862<br />
E-mail: info@marioneri.it
CORSI E CONVEGNI<br />
rubriche<br />
<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna<br />
in collaborazione con<br />
STR<br />
UNA SOLUZIONE INNOVATIVA<br />
PER LA GESTIONE DEL TEMPO<br />
E COSTI NELLO STUDIO TECNICO<br />
Mercoledì 30 GIUGNO 2010 - alle ore 16,30<br />
Sede dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> ed Architetti della Provincia di Bologna<br />
Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna<br />
Individuare, insieme al cliente, la soluzione informatica adeguata e personalizzata<br />
per rendere più efficace e competitiva l’attività delle imprese di costruzioni, dei professionisti<br />
dell’edilizia, delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di patrimoni<br />
immobiliari.<br />
È questo il segreto del successo di STR, marchio leader nel campo dei software<br />
gestionali per il mondo delle costruzioni.<br />
Nata nel 1978, STR oggi conta su circa 140 dipendenti, un fatturato 2009 di 13<br />
milioni di euro, 4 sedi operative (Pegognaga, Milano, Roma, Napoli), su una rete di<br />
partner attivi in modo capillare su tutto il territorio nazionale e più di 20mila operatori-clienti.<br />
STR offre agli operatori del settore delle costruzioni – dal libero professionista al<br />
general contractor – soluzioni informatiche flessibili, adattabili, affidabili, semplici<br />
da usare.<br />
I software STR sono pensati per rendere l’attività di cantiere più semplice ed economica,<br />
per dare risposta, con soluzioni specifiche, alle esigenze di controllo e coordinamento<br />
di progetti complessi, dalla nuova costruzione alla manutenzione programmata.<br />
Inoltre, i prodotti STR sono in grado di dialogare perfettamente con i più diffusi<br />
programmi utilizzati da imprese e professionisti del settore grazie alle partnership con le più importanti software house, in<br />
primis Microsoft e poi Autodesk, Nemetschek, Epson ecc.<br />
Le soluzioni STR sono infatti interoperabili al massimo livello oggi disponibile, e consentono in poche mosse di consultare<br />
archivi, banche dati specializzate, elaborare computi e preventivi, scambiare informazioni e documenti in tempo reale tra tutti<br />
gli attori del processo edilizio.<br />
Il seminario in oggetto “Una soluzione innovativa per la gestione di tempo e costi nello studio tecnico” affronterà con taglio<br />
operativo le tematiche che più frequentemente i professionisti si trovano a dover affrontare nell’organizzazione dello studio.<br />
Conoscere la redditività delle commesse, ripartire il carico di lavoro tra i professionisti , organizzare le agende, crearsi una<br />
banca dati ed inviare comunicazioni mirate a clienti e fornitori, lavorare in qualità, gestire i documenti e controllare i flussi<br />
informativi. Attività professionali che lo studio tecnico deve far proprie per essere in grado di controllare e influenzare i risultati<br />
dello studio, sia sotto l’aspetto della produttività economica che della qualità delle prestazioni.<br />
352 inarcos
<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna<br />
in collaborazione con<br />
TECNOCUPOLE PANCALDI - GRUPPO MANNI HP<br />
L’ISOLAMENTO TERMICO IN EDILIZIA<br />
APPLICATO AL LUCERNARIO<br />
E ALLE STRUTTURE IN ACCIAIO<br />
Mercoledì 23 GIUGNO 2010 - alle ore 15,00<br />
Sede dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> ed Architetti della Provincia di Bologna<br />
Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna<br />
L’<strong>Associazione</strong> <strong>Ingegneri</strong> e Architetti della Provincia di Bologna, con Tecnocupole<br />
Pancaldi e Gruppo Manni HP or ga nizza un incontro di aggiornamento professionale sull’isolamento<br />
termico in edilizia. Molte sono le motivazioni per le quali risulta conveniente<br />
dotare gli edifici di un isolamento termico ottimale: l’isolamento termico è innanzitutto<br />
una delle principali “fonti di energia”, crea un clima salubre all’interno degli<br />
ambienti e offre interessanti vantaggi anche economici.<br />
Nel panorama attuale, caratterizzato per i due terzi da un patrimonio edilizio che è precedente<br />
alle normative sull’antisismica e sul risparmio energetico e che non subisce<br />
manutenzione straordinaria in media da almeno vent’anni, la riqualificazione degli edifici<br />
esistenti è un impegno necessario ed indispensabile per ridurre i rischi strutturali, i<br />
costi di gestione, gli sprechi energetici e monetari. L’incontro vuole essere un occasione<br />
per sottoporre ai professionisti le ricerche e le innovazioni in alcune applicazioni dell’edilizia.<br />
Il programma è suddiviso in due parti: nella prima verranno affrontate le tematiche<br />
di risparmio energetico, in relazione alle normative nazionali e ai piani regionali,<br />
per giungere all’obbligatorietà della marcatura CE dei lucernari, che garantisce il rispetto,<br />
da parte di questa componente dell’involucro edilizio, dei requisiti termici previsti<br />
dal quadro legislativo. Nella seconda verranno invece illustrati i vantaggi derivati dall’utilizzo<br />
delle strutture in acciaio, e le ricerche sviluppate su prodotti legati a queste.<br />
Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di policarbonato e metacrilato<br />
per la produzione di sistemi di illuminazione zenitale abbinati a dispositivi di evacuazione naturale di fumo e calore.<br />
L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato delle più importanti<br />
imprese di costruzione e prefabbricazione nel settore dell’edilizia industriale e civile, sia in Italia sia all’estero.<br />
Gruppo Manni HP, 9 società operative, 20 sedi tra Italia ed Europa oltre 600.000 tonnellate di acciaio lavorato e distribuito,<br />
14.000.000 di metri quadrati di pannelli metallici isolanti prodotti e distribuiti in Italia e all’estero, quasi 1.000 dipendenti.<br />
Questi sono i numeri del Gruppo Manni HP, leader nel campo siderurgico, nel business degli elementi prelavorati in acciaio e nella<br />
produzione di pannelli metallici isolanti per coperture e pareti.<br />
rubriche<br />
TEORIA E APPLICAZIONE<br />
DELL’INGEGNERIA LEGALE<br />
Il volume si propone come promotore di<br />
una nuova materia, l’<strong>Ingegneri</strong>a legale,<br />
nata dall’esigenza della sempre più frequente<br />
causalità di incidenti dovuti alla<br />
tecnologia. Il volume è composto in due<br />
parti: una legale e una <strong>ingegneri</strong>stica.<br />
La prima fornisce una metodologia nuova<br />
per la ricerca delle responsabilità e per il<br />
corretto ruolo di consulente del giudice.<br />
La seconda parte fornisce un metodo di<br />
indagine dei casi più frequenti di accadimenti<br />
tecnologici dannosi o pericolosi stabilendo<br />
dei protocolli al fine di rendere il<br />
giudizio tecnico il più oggettivo possibile.<br />
Vengono inoltre trattati procedimenti<br />
innovativi come il “riverse engineering”<br />
metodo formidabile per risalire alle cause<br />
in qualsiasi tipo di indagine tecnica. In<br />
particolare nel volume vengono trattati:<br />
incidenti stradali, incidenti sul lavoro, vizi<br />
o difetti di macchinari o impianti meccanici,<br />
lesioni o crolli di costruzioni civili,<br />
oppure di una strada, di un ponte; poi<br />
incendi stime e risarcimenti, ecc.<br />
Emanuele Fiorani si è laureato in Inge -<br />
gneria meccanica nel 1980, ha assunto<br />
incarichi presso la IBM e la Hewlett Pa -<br />
ckard. Successivamente ha creato uno<br />
Studio tecnico con particolare attenzione<br />
nei confronti di accadimenti di interesse<br />
giudiziario. Tale attività ha portato l’au -<br />
to re a creare una nuova disciplina: l’Inge -<br />
gne ria legale analoga alla medicina le -<br />
gale nel settore tecnico. Lo scopo è di fornire<br />
una metodologia che consenta<br />
un’ef ficace indagine ed un parere oggettivo<br />
su fatti che coinvolgono aspetti tecnici<br />
e scientifici di interesse giuridico e<br />
penale. Pertanto l’Ingegnere legale deve<br />
ave re ottima padronanza del metodo tecnico<br />
– scientifico di indagine, possedendo<br />
inoltre conoscenze di contesto e capacità<br />
trasversali, ovvero capacità di integrare<br />
conoscenze interdisciplinari.<br />
inarcos 353
LETTO PER VOI<br />
rubriche<br />
Ilsoleatrecentosessantagradi<br />
Incentivi alle rinnovabili:<br />
definite le regole per il nuovo accesso<br />
Luciano Barra, Capo Segreteria Tecnica Ministero dello<br />
Sviluppo Economico<br />
Con l’emanazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo<br />
Economico del 18 dicembre 2008 (Gazzetta Ufficiale del 2<br />
gennaio 2009) vengono definite le regole che consentono ai<br />
produttori di energia rinnovabile l’accesso agli incentivi: si ri -<br />
mette in moto un settore da lungo tempo bloccato dall’incompiutezza<br />
del quadro regolatorio.<br />
In attuazione delle disposizioni dell’articolo 1, comma 150,<br />
della Legge finanziaria 2008, viene aggiornata la procedura<br />
per il riconoscimento della qualifica di impianto alimentato<br />
da fonti rinnovabili. Le domande di qualifica per<br />
l’ottenimento dell’incentivo devono essere presentate al<br />
Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) entro 3 anni dall’entrata in<br />
esercizio dell’impianto. In mancanza di un pronuncia mento<br />
da parte del GSE entro 90 giorni, la domanda deve ritenersi<br />
accolta.<br />
Ad esclusione della fonte solare, il produttore di energia elettrica<br />
da impianti eolici con potenza non superiore ai 200 kW<br />
o da impianti alimentati con altre fonti rinnovabili di potenza<br />
inferiore o uguale a 1 MW, può richiedere, in alternativa ai<br />
certificati verdi, una tariffa onnicomprensiva per ogni kWh<br />
prodotto, differenziata in base al tipo di fonte per un periodo<br />
di 15 anni (Tabella A).<br />
Il certificato verde per la produzione di energia rinnovabile,<br />
di valore unitario pari a 1 MWh, viene emesso dal GSE in<br />
numero pari al prodotto dell’energia elettrica incentivata,<br />
moltiplicato, come stabilito dalla Finanziaria 2008, per il coefficiente<br />
riferito alla tipologia della fonte (Tabella B).<br />
In attesa di una più compiuta disciplina del settore, gli impianti<br />
a biomasse di filiera con potenza fino a 1 MW potranno<br />
beneficiare della tariffa di 0,22 euro per ogni kWh, mentre gli<br />
impianti di taglia superiore potranno ottenere i certificati<br />
verdi nella quantità prevista per le altre biomasse. In entrambi<br />
i casi si prevedono conguagli qualora ne maturi il diritto<br />
sulla base dell’attuazione della specifica disciplina.<br />
Per assicurare una graduale transizione dal vecchio al nuovo<br />
sistema di incentivazione alle fonti rinnovabili, i certificati<br />
verdi rilasciati fino a tutto il 2010 potranno essere ritirati dal<br />
GSE, su richiesta dei detentori, a un prezzo pari alla media di<br />
mercato del triennio precedente: la norma consente di risol-<br />
354 inarcos
levare il valore dei certificati verdi, depresso a livelli che avrebbero<br />
potuto compromettere nuovi investimenti. In merito<br />
all’entità degli incentivi per la valorizzazione energetica dei<br />
rifiuti urbani (a valle della raccolta differenziata) e per il combustibile<br />
che ne deriva, gli incentivi saranno riconosciuti sul 51<br />
% della produzione totale.<br />
La scelta del meccanismo di incentivo deve essere effettuata<br />
con la prima richiesta di qualifica al GSE. È consentito, in alcuni<br />
casi, un solo passaggio da un sistema di incentivazione<br />
all’altro.<br />
Altro elemento innovativo è la regolamentazione dello scambio<br />
sul posto per gli impianti di potenza fino a 200 kW. Ad<br />
esclusione degli impianti fotovoltaici, i produttori di energia<br />
elettrica da fonti rinnovabili che optano per la tariffa fissa<br />
omnicomprensiva non hanno accesso al meccanismo dello<br />
scambio sul posto. Il provvedimento, insieme a quelli già<br />
vigenti per il sostegno della produzione elettrica da energia<br />
solare e agli altri in discussione, dota il nostro Paese di un quadro<br />
di incentivi assolutamente stimolante e coerente con gli<br />
orientamenti espressi dall’Europa.<br />
■<br />
Perché gli attuali parchi fotovoltaici non<br />
debbono pagare l’ICI<br />
Stefano M. Ceccacci, Green Utility S.p.A.<br />
L’intero settore dei produttori su scala industriale di energia<br />
elettrica da fonti fotovoltaiche è in allarme per effetto della<br />
recente interpretazione dell’Agenzia delle Entrate che determinerebbe<br />
l’applicazione dell’Imposta Comunale sugli<br />
Immobili (ICI) anche ai parchi fotovoltaici. In particolare, si sta<br />
cercando di individuare la rendita catastale attribuibile a un<br />
parco fotovoltaico e, di conseguenza, calcolare l’impatto dell’imposta<br />
che, in caso di assenza di rendita catastale, troverebbe<br />
applicazione in misura variabile tra un minimo del 4 e<br />
un massimo del 7 per mille dell’ammontare, al lordo delle<br />
quote di ammortamento, che risulta dalle scritture contabili,<br />
applicando per ciascun anno di formazione dello stesso specifici<br />
coefficienti, secondo quanto disposto dall’art. 7, comma 3,<br />
penultimo periodo, del D.L. 11 luglio 1992, n. 333, e dagli articoli<br />
5 e 6 del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 504.<br />
Tuttavia con la risoluzione n. 3 del 6 novembre 2008, l’Agenzia<br />
del Territorio non ha direttamente sancito l’applicabilità<br />
dell’ICI, ma ha solo affermato che le centrali elettriche a pannelli<br />
fotovoltaici devono essere accertate nella categoria catastale<br />
“D/1 - opifici”, includendo nella determinazione della<br />
relativa rendita catasta le i pannelli fotovoltaici “in analogia<br />
con la prassi, ormai consolidata, adottata in merito alle turbine<br />
delle centrali elettriche”. Conseguentemente, per<br />
l’Agenzia un parco fotovoltaico è uno stabilimento industriale<br />
come lo è una centrale idroelettrica o termoelettrica quindi,<br />
per l’effetto, l’ICI troverebbe applicazione. Di questa interpretazione,<br />
lascia perplesso il fatto che i parchi fotovoltaici<br />
sono, non solo modulari e amovibili (come osserva anche<br />
l’Agenzia), ma meramente poggiati al suolo, al massimo assicurati<br />
e solo in taluni limitati casi ancorati.<br />
In altri termini, premesso che non vi è differenza sostanziale<br />
tra un impianto di piccole dimensioni e uno di grandi dimensioni<br />
(se non per il numero di pannelli utilizzati), allo stesso<br />
modo un impianto fotovoltaico posto sopra un terreno non<br />
differisce da quello sopra il tetto di un edificio. Di conseguenza,<br />
se le conclusioni ministeriali fossero sempre valide,<br />
anche tale ultimo tipo d’impianto dovrebbe essere autonomamente<br />
accatastato come opificio nella categoria D/1.<br />
L’Agenzia, però, per evitare questo evidente paradosso (che<br />
avrebbe effetti devastanti, soprattutto per gli impianti posti<br />
su edifici residenziali), conclude, invece, nel senso che non<br />
hanno autonoma rilevanza catastale e costituiscono, dunque,<br />
mere pertinenze delle unità immobiliari “le porzioni di fabbricato<br />
ospitanti gli impianti di produzione di energia aventi<br />
modesta potenza e destinati prevalentemente ai consumi<br />
domestici”. L’errore commesso dall’interprete dell’Agenzia è<br />
quello di fornire un’interpretazione di portata generale.<br />
Infatti, non esiste un fabbricato che ospiti una centrale elettrica<br />
a pannelli fotovoltaici, neppure nei parchi fotovoltaici di<br />
più ampie dimensioni. Ad oggi questi sono costituiti da pannelli<br />
solari (ovviamente con la loro intelaiatura di metallo),<br />
collegati fra loro e a trasformatori (cd. Inverter) poggiati al<br />
suolo. Non esiste, al contrario, un’ulteriore struttura (in altri<br />
termini, secondo le definizioni del R.D.L. 16 aprile 1939, n.<br />
652, recante la disciplina del nuovo catasto edilizio urbano,<br />
un “fabbricato” o una “costruzione stabile”, cioè un edificio<br />
o una porzione di un edificio) cui siano inscindibilmente uniti<br />
i pannelli fotovoltaici, come accade per le centrali eoliche,<br />
dove queste e il fabbricato, al cui interno sono poste, finiscono<br />
con il costituire un tutto unico inseparabile.<br />
Torna quindi applicabile, ma con ben altra conclusione rispetto<br />
a quella dell’Agenzia, quanto stabilito dalla Suprema Corte<br />
con la sentenza n. 16824 del 21 luglio 2006 (citata anche dall’interprete<br />
ministeriale), e cioè che “quel che davvero conta<br />
è l’impossibilità di separare l’uno (il macchinario mobile) dall’altro<br />
(l’immobile) senza la sostanziale alterazione del bene<br />
complesso (che non sarebbe più, nel caso di specie, una centrale<br />
elettrica)”. Per i parchi fotovoltaici la conclusione deve<br />
quindi essere esattamente contraria a quella raggiunta<br />
dall’Agenzia, poiche i pannelli fotovoltaici produttivi di energia<br />
elettrica rimangono tali anche se rimossi e spostati su di<br />
un altro terreno e non esiste alterazione materiale che derivi<br />
(o possa derivare) da un’eventuale separazione.<br />
E che l’affermazione dell’Agenzia del Territorio non sia pertinente<br />
rispetto agli attuali parchi fotovoltaici lo dimostra un<br />
ultimo elemento: già da tempo l’Agenzia delle Entrate aveva<br />
concluso in senso opposto, con la circolare n. 46/E del 19 luglio<br />
2007, nella quale si afferma che “l’impianto fotovoltaico<br />
situato su un terreno non costituisce impianto infisso al suolo,<br />
in quanto normalmente i moduli che lo compongono (i pannelli<br />
solari) possono essere agevolmente rimossi e posizionati<br />
in altro luogo, mantenendo inalterata la loro originaria funzionalità”.<br />
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