351 - 5.3 Alcune classi di funzioni integrabili - Mucchioselvaggio.Org
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3. Si verifichi che per ogni f, g : [a, b] → R si ha<br />
f ∨ g = g + (f − g) ∨ 0, f ∧ g = f + g − f ∨ g;<br />
dedurne che se f, g ∈ R(a, b) allora f ∨ g, f ∧ g ∈ R(a, b).<br />
[Traccia: si osservi che basta verificare che f ∨ 0 ∈ R(a, b), e si provi<br />
che risulta osc(f ∨ 0, I) ≤ osc(f, I).]<br />
4. Se A è un sottoinsieme <strong>di</strong> R m o <strong>di</strong> C m , una funzione f : A → R<br />
si <strong>di</strong>ce lipschitziana (dal nome del matematico tedesco Lipschitz) se<br />
esiste L > 0 tale che<br />
|f(x) − f(y)| ≤ L|x − y| m<br />
∀x, y ∈ A<br />
(il più piccolo numero L che sod<strong>di</strong>sfa la definizione si chiama costante<br />
<strong>di</strong> Lipschitz <strong>di</strong> f). Si provi che se f ∈ R(a, b) e Φ : R → R è una<br />
funzione lipschitziana, allora Φ ◦ f ∈ R(a, b).<br />
[Traccia: si provi che osc(Φ ◦ f, I) ≤ L · osc(f, I).]<br />
5. Dimostrare la proposizione 5.2.7.<br />
6. Si calcoli, se esiste, la misura dell’insieme<br />
A =<br />
∞⋃<br />
[2 −2n−1 , 2 −2n [.<br />
n=0<br />
7. Dimostrare che l’insieme ternario <strong>di</strong> Cantor (esercizio 3.1.22) è misurabile,<br />
e calcolarne la misura.<br />
<strong>5.3</strong> <strong>Alcune</strong> <strong>classi</strong> <strong>di</strong> <strong>funzioni</strong> <strong>integrabili</strong><br />
Utilizzando il criterio fornito dalla proposizione 5.1.9 si determina facilmente<br />
una prima importante classe <strong>di</strong> <strong>funzioni</strong> <strong>integrabili</strong>: quella delle <strong>funzioni</strong><br />
monotone.<br />
Teorema <strong>5.3</strong>.1 Sia f : [a, b] → R una funzione monotona.<br />
integrabile su [a, b].<br />
Allora f è<br />
<strong>351</strong>
Dimostrazione<br />
monotonia segue<br />
Osserviamo anzitutto che f è limitata, in quanto dalla<br />
f(x) ∈ [f(a), f(b)] se f è crescente,<br />
f(x) ∈ [f(b), f(a)] se f è decrescente.<br />
Consideriamo le sud<strong>di</strong>visioni equispaziate σ N , con no<strong>di</strong> x i = a + i (b − a)<br />
N<br />
(esempio 5.1.2). Supponendo ad esempio f crescente, si ha<br />
cosicché<br />
S(f, σ N ) =<br />
N∑<br />
f(x i )(x i − x i−1 ), s(f, σ N ) =<br />
i=1<br />
N∑<br />
f(x i−1 )(x i − x i−1 ),<br />
i=1<br />
S(f, σ N ) − s(f, σ N ) =<br />
=<br />
N∑<br />
[f(x i ) − f(x i−1 )](x i − x i−1 ) =<br />
i=1<br />
N∑<br />
i=1<br />
[f(x i ) − f(x i−1 )] b − a<br />
N<br />
− a<br />
= [f(b) − f(a)]b<br />
N .<br />
Quin<strong>di</strong>, fissato ε > 0, il criterio <strong>di</strong> <strong>integrabili</strong>tà (proposizione 5.1.9) è sod<strong>di</strong>sfatto<br />
se si sceglie N abbastanza grande.<br />
Uniforme continuità<br />
Il nostro prossimo obiettivo è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare l’<strong>integrabili</strong>tà delle <strong>funzioni</strong><br />
continue su un intervallo compatto. A questo scopo conviene introdurre la<br />
nozione <strong>di</strong> uniforme continuità, la quale, come suggerisce il nome, è una<br />
proprietà più restrittiva della continuità.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che se A è un sottoinsieme <strong>di</strong> R m (oppure <strong>di</strong> C m ) e f : A → R è<br />
una funzione, <strong>di</strong>re che f è continua in A significa che<br />
∀x 0 ∈ A, ∀ε > 0 ∃δ > 0 : |f(x) − f(x 0 )| < ε ∀x ∈ A con |x − x 0 | m < δ.<br />
Definizione <strong>5.3</strong>.2 Sia A un sottoinsieme <strong>di</strong> R m (o <strong>di</strong> C m ) e sia f : A → R<br />
una funzione. Diciamo che f è uniformemente continua in A se<br />
∀ε > 0 ∃δ > 0 : |f(x) − f(x 0 )| < ε ∀x ∈ A, ∀x 0 ∈ A con |x − x 0 | m < δ.<br />
352
Come si vede, nella definizione <strong>di</strong> uniforme continuità si è spostata la stringa<br />
“∀x 0 ∈ A” dall’inizio alla fine della frase. Questo fa sì che il numero δ <strong>di</strong><br />
cui si prescrive l’esistenza sia sottoposto ad una richiesta più forte: esso deve<br />
garantire che sia |f(x) − f(x 0 )| < ε non solo per ogni x vicino ad un fissato<br />
punto x 0 , ma per ogni coppia <strong>di</strong> punti x, x 0 fra loro vicini, in qualunque parte<br />
<strong>di</strong> A essi si trovino. In definitiva: il numero δ deve <strong>di</strong>pendere da ε, ma non<br />
da x 0 .<br />
La definizione <strong>di</strong> uniforme continuità si esprime bene facendo intervenire<br />
l’oscillazione <strong>di</strong> f (definizione 5.2.1): f è uniformemente continua in A se e<br />
solo se per ogni ε > 0 esiste δ > 0 tale che risulti<br />
osc(f, B) = sup f − inf f ≤ ε<br />
B B<br />
per ogni palla B ⊆ A che abbia raggio non superiore a δ/2, ovunque si trovi<br />
il suo centro.<br />
L’uniforme continuità <strong>di</strong> una funzione f si può interpretare geometricamente<br />
nel modo seguente: si consideri un rettangolo R, <strong>di</strong> base 2δ ed altezza<br />
2ε, centrato in un punto del grafico <strong>di</strong> f; si ha continuità uniforme se per<br />
qualunque ε > 0 vi è una base δ > 0 tale che, facendo scorrere il centro<br />
del rettangolo R lungo il grafico <strong>di</strong> f, il grafico non intersechi mai i due lati<br />
orizzontali del rettangolo.<br />
Esempi <strong>5.3</strong>.3 (1) Siano A = [0, ∞[ e f(x) = x 2 . Per ogni intervallo I a =<br />
[a, a + δ] si ha<br />
osc(f, I a ) = (a + δ) 2 − a 2 = 2aδ + δ 2 ;<br />
dunque f, pur essendo continua in [0, ∞[, non è uniformemente continua in<br />
tale semiretta in quanto, fissato ε > 0 e comunque preso δ > 0, risulta, per<br />
valori <strong>di</strong> a sufficientemente gran<strong>di</strong>, osc(f, I a ) = 2aδ + δ 2 ≥ ε.<br />
353
(2) Ogni funzione lipschitziana in un insieme A è uniformemente continua<br />
in A: dato ε > 0, basta scegliere δ = ε/L, ove L è la costante <strong>di</strong> Lipschitz <strong>di</strong><br />
f. In particolare, le <strong>funzioni</strong> f : R → R derivabili con derivata limitata sono<br />
uniformemente continue, in quanto per il teorema <strong>di</strong> Lagrange esse risultano<br />
lipschitziane con costante L ≤ sup R |f ′ |. Si noti che in generale le <strong>funzioni</strong><br />
appartenenti a C 1 (R) non sono né lipschitziane né uniformemente continue,<br />
come mostra l’esempio della funzione f(x) = x 2 .<br />
Come abbiamo visto, non tutte le <strong>funzioni</strong> continue sono uniformemente<br />
continue; tuttavia vale il seguente importante risultato:<br />
Teorema <strong>5.3</strong>.4 (<strong>di</strong> Heine-Cantor) Sia f una funzione reale, definita su<br />
un sottoinsieme compatto A <strong>di</strong> R m o <strong>di</strong> C m . Se f è continua in A, allora f<br />
è uniformemente continua in A.<br />
Dimostrazione Supponiamo per assurdo che f non sia uniformemente continua<br />
in A: allora, negando la definizione <strong>5.3</strong>.2, troviamo che esiste ε > 0<br />
tale che, qualunque sia δ > 0, possiamo determinare due punti x, x 0 ∈ A che<br />
verificano |x − x 0 | m < δ, ma |f(x) − f(x 0 )| m ≥ ε. Scegliendo allora δ = 1/k,<br />
con k ∈ N + , per ogni k troveremo x k , x ′ k ∈ A tali che<br />
|x k − x ′ k| m < 1 k , |f(x k) − f(x ′ k)| ≥ ε.<br />
Le due successioni {x k } e {x ′ k } così costruite sono costituite da punti del<br />
compatto A. Per definizione <strong>di</strong> insieme compatto (osservazione 3.1.20), esiste<br />
una sottosuccessione {x kn } ⊆ {x k } che converge ad un punto x ∈ A; la<br />
corrispondente sottosuccessione {x ′ k n<br />
} ⊆ {x ′ k } converge anch’essa a x, dato<br />
che |x kn − x ′ k n<br />
| m < 1/k n → 0 per n → ∞. Ma allora, essendo f continua nel<br />
punto x, si deve avere f(x kn ) → f(x) e f(x ′ k n<br />
) → f(x) per n → ∞, il che è<br />
assurdo perché |f(x kn ) − f(x ′ k n<br />
)| ≥ ε per ogni n.<br />
Osservazione <strong>5.3</strong>.5 Il teorema <strong>di</strong> Heine-Cantor vale se A è compatto, ossia<br />
limitato e chiuso (teorema 3.1.19 e osservazione 3.1.20): il risultato è falso<br />
se A non è limitato, come mostra l’esempio <strong>5.3</strong>.3 (1), ed anche se A non è<br />
chiuso, come mostra l’esempio della funzione f(x) = 1/x, x ∈ ]0, 1] (si veda<br />
l’esercizio <strong>5.3</strong>.4).<br />
Integrabilità delle <strong>funzioni</strong> continue<br />
Proviamo ora l’<strong>integrabili</strong>tà delle <strong>funzioni</strong> continue su un intervallo [a, b].<br />
Notiamo che ogni funzione continua f : [a, b] → R è necessariamente limitata<br />
354
(per il teorema <strong>di</strong> Weierstrass) e uniformemente continua (per il teorema <strong>di</strong><br />
Heine-Cantor).<br />
Teorema <strong>5.3</strong>.6 Ogni funzione continua f : [a, b] → R è integrabile in [a, b].<br />
Dimostrazione Sia ε > 0. Poiché f è uniformemente continua, esiste δ > 0<br />
tale che<br />
x, x ′ ∈ [a, b], |x − x ′ | < δ =⇒ |f(x) − f(x ′ )| < ε<br />
b − a .<br />
Pren<strong>di</strong>amo, per ogni N ∈ N + , le sud<strong>di</strong>visioni equispaziate σ N i cui no<strong>di</strong> sono<br />
x i = a + i b−a<br />
(b − a), i = 0, 1, . . . , N. Se scegliamo N > , avremo<br />
N δ<br />
x i − x i−1 = b − a<br />
N<br />
< δ, i = 1, . . . , N.<br />
Valutiamo la quantità S(f, σ N ) − s(f, σ N ): si ha<br />
S(f, σ N ) − s(f, σ N ) =<br />
=<br />
N∑<br />
(<br />
i=1<br />
N∑<br />
i=1<br />
max f −<br />
[x i−1 ,x i ]<br />
[f(ξ i ) − f(η i )] · b − a<br />
N ,<br />
)<br />
min<br />
[x i−1 ,x i ]<br />
f (x i − x i−1 ) =<br />
ove ξ i e η i sono rispettivamente punti <strong>di</strong> massimo e <strong>di</strong> minimo per f nell’intervallo<br />
[x i−1 , x i ]. Poiché, ovviamente, |ξ i − η i | ≤ x i − x i−1 < δ, avremo<br />
f(ξ i ) − f(η i ) <<br />
ε , e dunque<br />
b−a<br />
S(f, σ N ) − s(f, σ N ) <<br />
N∑<br />
i=1<br />
ε<br />
b − a · b − a<br />
N = ε ∀N > b − a .<br />
δ<br />
Per la proposizione 5.1.9 si conclude che f è integrabile in [a, b].<br />
Osservazione <strong>5.3</strong>.7 Più in generale, risultano <strong>integrabili</strong> in [a, b] le <strong>funzioni</strong><br />
che sono limitate in [a, b] e continue salvo che in un numero finito <strong>di</strong> punti<br />
{x 1 , . . . , x k } ⊂ [a, b]. La <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> questo fatto, benché formalmente<br />
un po’ pesante, non è affatto <strong>di</strong>fficile, e per essa si rimanda all’esercizio <strong>5.3</strong>.5.<br />
La classe R(a, b) è considerevolmente ampliata dal seguente risultato:<br />
355
Teorema <strong>5.3</strong>.8 Sia f ∈ R(a, b) e poniamo M = sup [a,b] f, m = inf [a,b] f. Se<br />
Φ : [m, M] → R è una funzione continua, allora Φ ◦ f ∈ R(a, b).<br />
Si noti che Φ ◦ f non è necessariamente una funzione continua.<br />
Dimostrazione Fissato ε > 0, sia δ ∈]0, ε[ tale che<br />
t, s ∈ [m, M], |t − s| < δ =⇒ |Φ(t) − Φ(s)| < ε;<br />
tale δ esiste poiché Φ è uniformemente continua in [m, M] in virtù del teorema<br />
<strong>di</strong> Heine-Cantor.<br />
Poiché f ∈ R(a, b), esiste una sud<strong>di</strong>visione σ = {x 0 , x 1 , . . . , x N } <strong>di</strong> [a, b] tale<br />
che<br />
S(f, σ) − s(f, σ) < δ 2 .<br />
Posto I i = [x i−1 , x i ], consideriamo gli insiemi<br />
Si ha allora, posto K = sup [m,M] |Φ|,<br />
Quin<strong>di</strong><br />
A = {i ∈ {1, . . . , N} : osc(f, I i ) < δ},<br />
B = {i ∈ {1, . . . , N} : osc(f, I i ) ≥ δ}.<br />
osc(Φ ◦ f, I i ) < ε ∀i ∈ A, osc(Φ ◦ f, I i ) ≤ 2K ∀i ∈ B,<br />
δ ∑ (x i − x i−1 ) ≤ ∑<br />
i∈B<br />
i∈B<br />
osc(f, I i )(x i − x i−1 ) ≤ S(f, σ) − s(f, σ) < δ 2<br />
ovvero<br />
Da ciò segue<br />
∑<br />
(x i − x i−1 ) < δ.<br />
i∈B<br />
S(Φ ◦ f, σ) − s(Φ ◦ f, σ) =<br />
= ∑ osc(Φ ◦ f, I i )(x i − x i−1 ) + ∑ osc(Φ ◦ f, I i )(x i − x i−1 ) ≤<br />
i∈A<br />
i∈B<br />
cioè la tesi.<br />
≤ ε(b − a) + 2Kδ < ε(b − a + 2K),<br />
356
Esercizi <strong>5.3</strong><br />
1. Sia f : R → R una funzione continua, e supponiamo che f abbia<br />
asintoti obliqui per x → ±∞. Provare che f è uniformemente continua<br />
in R.<br />
2. Esibire una funzione f : R → R limitata e <strong>di</strong> classe C ∞ , ma non<br />
uniformemente continua su R.<br />
3. Si provi che |x α − y α | ≤ |x − y| α per ogni x, y ≥ 0 e per ogni α ∈ [0, 1];<br />
se ne deduca che se α ∈ [0, 1[ la funzione f(x) = x α è uniformemente<br />
continua in [0, ∞[, ma non è lipschitziana in tale semiretta.<br />
4. Si provi che per ogni α > 0 la funzione f(x) = x −α non è uniformemente<br />
continua in ]0, 1].<br />
5. Dimostrare che ogni funzione limitata in [a, b], e continua salvo che in<br />
un numero finito <strong>di</strong> punti, è integrabile in [a, b].<br />
6. Sia f : [a, b] → R una funzione convessa. Provare che<br />
( ) a + b<br />
f<br />
2<br />
≤ 1<br />
b − a<br />
∫ b<br />
a<br />
f(x) dx ≤<br />
f(a) + f(b)<br />
2<br />
5.4 Il teorema fondamentale del calcolo integrale<br />
Se f è una funzione integrabile secondo Riemann in un intervallo [a, b], sappiamo<br />
dalla proposizione 5.2.7 che si ha anche f ∈ R(a, x) per ogni x ∈ [a, b].<br />
Quin<strong>di</strong> possiamo definire la funzione<br />
F (x) =<br />
∫ x<br />
a<br />
f(t) dt,<br />
x ∈ [a, b],<br />
che si chiama funzione integrale della f. Si noti, <strong>di</strong> passaggio, che non è<br />
lecito scrivere ∫ x<br />
f(x) dx: la variabile <strong>di</strong> integrazione non va confusa con gli<br />
a<br />
estremi dell’intervallo <strong>di</strong> integrazione, esattamente come nelle sommatorie si<br />
scrive ∑ n<br />
k=0 a k e non ∑ n<br />
n=0 a n.<br />
Analizziamo le proprietà della funzione integrale F .<br />
.<br />
357